Numero 29 Anno 2013

O I G G M@CGIL

www.cgiltoscana.it

p r i mo

A N A C S O T

Numero 29/ 2013 - Anno 3

I S I GNOR I D E S I D E R A NO? Sabato i lavoratori di bar, ristoranti, mense e turismo in piazza: sciopero contro le associazioni datoriali per il Contratto nazionale. Sit­in agli Uffizi pagina 4 Ammavuta (Filcams Firenze): "Troppi tagli su stipendi e diritti" pagina 5

In primo piano Lucchini, corsa contro il tempo. Italian Food, salvi 300 posti pagina 3 Suvignano, tenuta antimafia all'asta: la Cgil non ci sta pagine 6-7 Targetti Sankey, 160 in mobilitĂ : lettera aperta di un lavoratore pagina 8 "Una nuova universitĂ ": l'intervento di Luisa Nese, Flc-Rsu Unifi pagina 9

La Newsletter settimanale

26.08.2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Editoriale

di Alessio Gramolati

Segretario generale CGIL Toscana

Venti di guerra e crisi. Ma qui si pensa a togliere l'Imu ai ricchi Il sangue in Egitto. I venti di guerra, sempre più minacciosi, in Siria. Il referendum sulla Merkel nelle imminenti elezioni tedesche, una tappa decisiva per capire come si muoverà l'Europa di domani.

Una crisi economica che continua a mordere, soprattutto le fasce più deboli della società.

Sono giorni importanti quelli che si stanno vivendo. In tutto questo, però, pare che in Italia il problema principale sia togliere l'Imu sulla prima casa anche ai ricchi, in controtendenza con le norme vigenti in tutti i paesi moderni. Sì, togliere l'Imu a quelli che non hanno sentito il dramma della crisi. A quelli che non hanno bisogno di sconti, perché hanno risorse.

E pazienza se magari ci rimetterà qualche categoria più svantaggiata, come esodati, cassintegrati, disoccupati, precari.

Il tutto, condito nei termini di un ricatto: insomma, se non si toglie l'Imu anche ai ricchi il governo cade.

E, per non farsi mancare nulla, il governo cade anche se non si trova una via politica per salvare un leader condannato per evasione fiscale. Magari con un'altra legge ad personam.

Non vogliamo che l'Italia affondi come il Titanic. Noi di certo non faremo come la sua orchestrina che continuava a suonare mentre la nave affondava.

Vedi tutti gli editoriali

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Primo piano Toscana Lucchini, manifestazione nazionale per sopravvivere. L'ipotesi Corex impianto in Corex. Sul quale, secondo il documento, si registra l'interesse di un gruppo pronto a cercare finanziatori. Nomi non se ne fanno, ma si tratterebbe di Siemens. E, in effetti, un suo dirigente sarà relatore nell'incontro del 10 settembre. Ci saranno anche l'ex presidente Ceca, Enrico Gibellieri, e un rappresentante del Centro sviluppo materiali.

L'ALTOFORNO

Manifestazione nazionale a Piombino entro il mese prossimo. E, il 10 settembre, incontro in sala consiliare con esperti internazionali in nuove tecnologie siderurgiche per approfondire la fattibilità dell'ipotesi Corex in Lucchini.

Viaggia su questo doppio binario l'azione di Fim, Fiom e Uilm per tentare di salvare il salvabile.

All'indomani dell'incontro col commissario Pietro Nardi, i sindacati hanno reso noti i contenuti aggiornati del suo piano.

In prima battuta, ai delegati, nel saloncino del consiglio di fabbrica. Poi, porte aperte ai vertici di Cgil, Cisl e Uil e ai rappresentanti di Cna, Confesercenti, Confcommercio.

Del mondo imprenditoriale che rischia di saltare insieme al resto. Lo spettro è un dramma sociale senza precedenti. E novembre è domani. Perché la fermata dell'altoforno, nel piano Nardi, è anticipata di un mese rispetto alle ultime previsioni. In più, il commissario ha parzialmente riscritto il programma presentato al Ministero. All'interno, il forno elettrico resta l'ipotesi più praticabile, soprattutto se realizzata in zona convertitori. Questione di costi e tempi inferiori rispetto alla costruzione in Padule.

IL POLO TECNOLOGICO

C'è poi la questione altoforno: i sindacati continuano a chiedere tempo, fino al 2015. Perché un conto è studiare soluzioni diverse con tutti i lavoratori in fabbrica, altro conto è lasciarli fuori 2mila chiudendo l'area fusoria. La garanzia della continuità produttiva per altri due anni, con le novità introdotte in una fabbrica in funzione: questo chiedono i sindacati. E ritengono che il governo debba dare risposte, anche con un accordo politico che favorisca sinergie con l'Ilva di Taranto. E' fatta di questi elementi la piattaforma su cui Fim, Fiom e Uilm , i confederali e le categorie economiche baseranno la manifestazione nazionale. Sciopero, cortei e interventi dal palco, su cui saranno chiamati Camusso, Bonanni e Angeletti.

(Fonte: il Tirreno)

LA STORIA

LIETO FINE A VENTURINA "ITALIAN FOOD" RIPARTE: SALVATI 300 POSTI DI LAVORO LA FLAI ESULTA: "BEL SEGNALE PER IL TERRITORIO"

Al contempo, però, si delinea il progetto di un polo tecnologico: siderurgia, energia e green economy legate la possibilità di installare un prototipo di

n. 29 - 26 agosto 2013

LEGGI TUTTO

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Copertina Bar, ristoranti, mense, turismo Sabato lavoratori in sciopero L'AGITAZIONE IN TOSCANA "La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), associazione che rappresenta bar e ristoranti e l'ANGEM, associazione che rappresenta le aziende delle mense, dopo aver richiesto al tavolo del confronto l'eliminazione degli scatti di anzianità, l'eliminazione della 14esima mensilità, la riduzione dei permessi individuali, la revisione del calcolo del periodo di malattia, nessun aumento salariale sino al 2015, la cancellazione della Clausola di Salvaguardia per il cambio di appalto davanti alla indisponibilità sindacale a sottoscrivere un rinnovo del Contratto nazionale solo peggiorativo delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori (in un settore nel quale spesso i diritti sono difficili da far rispettare), hanno abbandonato il tavolo delle trattative, affermando che solo accettando le loro condizioni si poteva rinnovare il contratto". E, contro tale atteggiamento, Filcams­Cgil, Fisascat­Cisl e Uitucs­Uil hanno proclamato uno sciopero di 4 ore in Toscana per sabato 31 agosto che si terrà con le seguenti modalità: per il turno di mattina le prime 4 ore, per il turno spezzato e di pomeriggio le ultime 4 ore. Appuntamento a Firenze alla Galleria degli Uffici dalle 10 alle 13. "Bisogna esserci per dire no a chi, FIPE e ANGEM, vuole smantellare il Contratto nazionale del turismo e far pagare solo ai lavoratori il prezzo della crisi, per dire sì ad un Contratto nazionale che dia risposte concrete ai lavoratori in termini di salario e diritti", spiegano le segreterie regionali Filcams CGIL, Fisascat CISL, Uiltucs UIL. In considerazione di particolari esigenze e turni, le

RSU/RSA e le organizzazioni sindacali territoriali potranno articolare lo sciopero in orari diversi, anche estendendolo all’intero turno di lavoro, comunicandolo preventivamente alla direzione del personale.

LA VERTENZA NAZIONALE Una mobilitazione per difendere il contratto nazionale e le tutele economiche e normative previste, uno sciopero di 12 ore, di cui le prime 4 da gestire unitariamente a livello territoriale entro il 31 agosto e le altre 8 programmate a livello nazionale in unica giornata, entro settembre. La Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno proclamato lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori dei pubblici esercizi – bar, ristoranti, mense – per opporsi alla posizione della FIPE, che dopo aver condiviso con le altre parti datoriali il percorso negoziale per il rinnovo del contratto, negli ultimi mesi ha modificato la propria posizione tentando di affossare il negoziato con richieste inaccettabili, tra cui l’abolizione della 14esima mensilità, degli scatti di anzianità e proponendo sensibili peggioramenti delle tutele riguardanti la malattia. “Il Contratto Nazionale del Turismo è dal 1974 un sistema unico di tutele e norme che regolano i rapporti di lavoro di quasi un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori”, spiegano le organizzazioni sindacali. Questo rinnovo, che si colloca in una delle fasi più acute della crisi economica del Paese, ha visto per prima una presa di posizione unilaterale di Angem iper conto di molte aziende della ristorazione collettiva. LEGGI TUTTO

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Copertina "In piazza per dire che non si può chiedere il sangue ai dipendenti" INTERVISTA A FABIO AMMAVUTA (Filcams Cgil Firenze) Fabio Ammavuta, Filcams Cgil Firenze, sabato porterete a manifestare sotto gli Uffizi i lavoratori delle mense e dei pubblici esercizi. Da dove nasce questa agitazione?

“In sede di discussione del rinnovo del Contratto nazionale, due associazioni datoriali firmatarie, Angem e Fipe, rispettivamente rappresentanti del settore mense e pubblici esercizi, si sono presentate con richieste inaccettabili per poi sfilarsi dal tavolo.

Si tratta di proposte irricevibili: Angem vuole mettere mano alle garanzie occupazionali nei cambi di appalto, attaccando l'istituto della clausola sociale, e anche toccare gli scatti d'anzianità. Da Fipe, con Autogrill e Mc Donald's in testa, musica simile: intervenire sulle implicazioni della clausola sociale, congelare gli scatti d'anzianità, diminuire le ore di permesso per i nuovi assunti, toccare le quattordicesime”.

Le associazioni datoriali hanno cercato lo strappo?

“Negli ultimi anni sia gli enti pubblici, come i Comuni, che le aziende private pagano meno i servizi per le mense, si cerca di risparmiare. Nella ristorazione ci dicono che la crisi si sente. Certo, è un settore che vive delle difficoltà, ma non sono così dirompenti da giustificare richieste di quel genere. Quelli di Fipe puntano a evitare gli aumenti salariali nei prossimi anni. Già Fipe non voleva erogare l'ultima tranche che doveva scattare nell'ultimo contratto, roba da 20 euro di aumento sulla paga base, con la motivazione della mancanza di soldi. Poi, dopo le nostre proteste e l'apertura di una trattativa, c'è stato l'adeguamento alla nuova paga base”.

Quanti sono i lavoratori interessati in Toscana, qual è il loro identikit e quanto guadagnano più o meno?

“Questa partita riguarda migliaia di toscani, considerando anche gli stagionali. Nelle mense lavorano soprattutto donne non giovanissime, molte con contratti part time a tempo indeterminato, mentre nei pubblici esercizi l'età media si abbassa e il tasso di precariato si alza. Gli stipendi? Per dare un'idea, un full time al netto arriva a mille euro. Si capisce che se si toccano pure gli scatti di anzianità e le quattordicesime diventa un problema davvero enorme”.

A livello contrattuale come è la situazione?

“Si parla di un pezzo che sta nel Contratto nazionale del turismo, e di un altro che riguarda agenzie di viaggi e alberghi. Lo sciopero indetto è territoriale e si inserisce in un pacchetto di agitazione nazionale: ogni territorio sceglie un giorno in maniera autonoma per proclamare quattro ore di sciopero. In Toscana è stato scelto il 31 agosto, altrove la manifestazione ad esempio si è già realizzata. A settembre poi sarà indicato un giorno, uguale in tutta Italia, per una grande agitazione che porterà ad otto ore di sciopero”.

Perché avete scelto il 31 agosto e gli Uffizi?

“Il giorno è stato deciso perché è l'ultimo del rientro dalle vacanze per molti, il luogo perché è un simbolo del turismo che può darci visibilità, visto che qui si parla anche di un pezzo del Contratto nazionale del turismo”.

Qual è l'obiettivo a breve termine della manifestazione?

“A metà settembre abbiamo già in agenda un incontro con gli albergatori. Vorremmo che in quella sede tornassero anche i rappresentanti dei pubblici esercizi e della ristorazione, ma con richieste più accettabili. Insomma, sarebbe opportuno far ritornare tutti sullo stesso tavolo. Attraverso gli scioperi stiamo dicendo a Fipe e Angem che devono avere un ripensamento delle loro posizioni per tornare a trattare e che non si può chiedere il sangue ai lavoratori. In un tavolo unico: basta con le giungle di microcontratti”.

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Il caso

Suvignano, la tenuta va all'asta Schiaffo alla lotta alle mafie CGIL E SPI TOSCANA: "SCONCERTO"

DON CIOTTI: "LO STATO SI FERMI" La tenuta di Suvignano a Monteroni d'Arbia (Siena), la più grande confiscata alla Mafia nel centro Italia, torna sul mercato, dove pecunia non olet. Sarà quindi venduta al miglior offerente, nell'ambito di una gara ad evidenza pubblica, a distanza di 19 anni dalla prima confisca e dopo altrettanti anni di amministrazione giudiziaria. E' una decisione che mortifica i piani di un ventaglio di soggetti, dal Comune di Monteroni alla Regione e alla Provincia di Siena, fino alle associazioni Libera, Arci e Terra Futura, che per lungo tempo hanno sostenuto, con progetti concreti, la necessità di un gesto di valore simbolico, che restituisse al territorio e all'antimafia quanto strappato alla criminalità organizzata (Fonte: Firenze Repubblica). LEGGI TUTTO L'ALLARME DI SILVESTRI (CGIL) "La notizia che il Consiglio direttivo dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha deliberato all’unanimità la messa in vendita all’asta della tenuta confiscata di Suvignano (Siena) ci lascia perplessi e amareggiati".

E' quanto dichiarano congiuntamente Luciano Silvestri, responsabile Legalità e sicurezza della Cgil Nazionale, Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico e Jacopo Armini, sindaco di Monteroni d’Arbia. LEGGI TUTTO

Le Segreterie Regionali toscane di CGIL e SPI, esprimono il proprio rammarico e sconcerto circa la decisione della Agenzia Nazionale per l'Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata di mettere in vendita la Tenuta di Suvignano nel Comune di Monteroni d'Arbia, in provincia di Siena.

In nome di quella stessa lotta per la Legalità che da anni vede impegnati la CGIL Toscana e il Sindacato Regionale dei Pensionati (SPI), non è possibile accettare né condividere,una scelta come questa che di fatto vanifica irrimediabilmente (a distanza di 19 anni dalla prima confisca del bene) quanto di più positivo e concreto è stato fatto fino ad oggi in Toscana, in centro Italia, in materia di confisca di beni mafiosi a Cosa Nostra. L'azione decisa, congiunta e coordinata dell'associazionismo e degli Enti e Istituzioni Locali toscane ha elaborato e prodotto proposte concrete (come quella presentata nel gennaio u.s. e giudicata interessante dall'allora Ministro Severino) attraverso la quale sviluppare e rilanciare l'azienda che ha una superficie di oltre 700 ettari con 18 poderi. LEGGI TUTTO IL MONITO DI SILP TOSCANA Sul caso Suvignano il Segretario Generale di Silp Toscana Marco Noero esprime "viva preoccupazione" e dice: "Una decisione grave, perché va nella direzione opposta alla via faticosamente intrapresa per combattere la illegalità mafiosa di questo Paese. Una via intrapresa dalle forze sane del Paese in nome di chi ha perso la vita per combattere le mafie e per sviluppare la cultura della Legalità anche attraverso la riconsegna dei beni loro sequestrati al paese legale, all'utilizzo dei cittadini per il bene di tutti. Siamo inoltre preoccupati per il messaggio che questa decisione porta con sé: una cultura di Stato che non si preoccupa, in via prioritaria, della necessità di sgombrare il campo dalla eventualità che i beni confiscati dalla Mafia ritornino nelle sua disponibilità. LEGGI TUTTO

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Il caso

Suvignano, la Regione ricorre al Tar L'8 settembre marcia di protesta IL RICORSO DELLA REGIONE

LA CGIL DI SIENA: AGIRE SULLE NORME

La Regione Toscana contro la vendita all'asta della tenuta di Cosa Nostra. Annuncia il ricorso al tribunale amministrativo regionale contro il decreto dell'agenzia dei beni confiscati di vendere al miglior offerente la tenuta di Suvignano, la più grande mai confiscata alla mafia nel Centro Italia, nel Comune di Monteroni d'Arbia in provincia di Siena. Tra le motivazioni del ricorso, il fatto che il rifiuto di affidare la tenuta alla Regione non è sufficientemente motivato e che la vendita all'asta va contro la ratio della legge che vuole il recupero a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata. LEGGI TUTTO

Sul caso Suvignano prende netta posizione anche la Cgil di Siena: "Combattere l’illegalità economica significa prima di tutto aggredire i patrimoni della criminalità organizzata, restituirli alla collettività e porli alla base della costruzione di nuove relazioni economiche sane e legali, che pongano il lavoro e la dignità delle persone al centro di un nuovo percorso di riscatto civile e sociale. Solo in questo modo il nostro Paese può gettare le basi per uscire dalla crisi economica in cui versa. Questi principi hanno spinto la Cgil a produrre una proposta di legge di iniziativa popolare – “Io riattivo il lavoro” – le cui firme, raccolte nei primi mesi di quest’anno, sono state presentate lo scorso 3 giugno alla Camera dei Deputati. Crediamo che mettere all’asta l’importante realtà dell’Azienda Agricola Suvignano di Monteroni d’Arbia vada esattamente nel senso opposto". LEGGI TUTTO

L'AGENZIA NAZIONALE SI DIFENDE

LA FLAI SENESE SI MUOVE

LA MARCIA DELL'8 SETTEMBRE

Si fa sentire anche la Flai Cgil di Siena: "Il sindacato dei lavoratori dell’agroindustria Flai Cgil di Siena apprende con grande stupore e sconcerto la notizia della messa all’asta dell’Azienda Agricola di Suvignano. Il rischio piu’ evidente e’ che il bene torni nelle mani sbagliate, rischio che tutte le istituzioni, Sindaco di Monteroni d’Arbia in testa, le associazioni e la stessa Cgil nazionale hanno sottolineato con forza da tempo". LEGGI TUTTO

''Riprendiamoci Suvignano. No alla vendita. Si alla legalità. Si al progetto di sviluppo''. Questo il titolo della manifestazione pubblica, organizzata da vari soggetti, in programma l'8 settembre prossimo a Monteroni d'Arbia (Siena) per bloccare il percorso di vendita all'asta della tenuta agricola di Suvignano, nel territorio di Monteroni, confiscata alla mafia 19 anni fa.

LEGGI TUTTO

Con l'esplosione del caso Suvignano, dopo un rapido susseguirsi di commenti di politici e associazioni, locali e nazionali, l'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, nella persona della dott.ssa Maria Rosaria Laganà (dirigente dell'Agenzia), risponde alle più urgenti domande sulla questione. La Laganà sembra rassegnata e con "le mani legate" dal quadro normativo, costretta a provvedere alla vendita all'asta del più esteso bene mai confiscato alle mafie nel Centro Nord, scartando tutte le alternative, anche se valide: come quella di valorizzazione economico­ sociale che da anni porta avanti l'asse Regione Toscana­Provincia di Siena­Comune di Monteroni (Fonte cittadino online). LEGGI TUTTO

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

L'agitazione Targetti Sankey, 160 lettere di mobilità. Lavoratori ai cancelli Sabato scorso Targetti Sankey ha inviato alla Fiom Cgil la procedura di licenziamento collettivo per 160 lavoratori. "Per noi non ci sono, ad oggi, le condizioni per nessun accordo che prevede licenziamenti. L'unico piano industriale che accettiamo di discutere è quello che abbiamo presentato noi. I lavoratori non devono pagare le scelte sbagliate delle imprese", tuona il segretario della Fiom Cgil di Firenze Daniele Calosi. Lo scorso primo agosto in Palazzo Medici Riccardi l’azienda aggiornò la revisione del Piano Industriale comunicando che, in previsione del termine del Contratto di Solidarietà in essere (che scadrà il 6 novembre 2013), sarebbero stati individuati 160 esuberi strutturali sui 250 dipendenti complessivi.

Oggi i lavoratori si sono messi in sciopero, ai cancelli della fabbrica "per il loro futuro". Per Simona Bigalli (Rsu Fiom) il piano dell'azienda "è inaccettabile". LEGGI TUTTO LETTERA APERTA DI UN LAVORATORE "LA TARGETTI E' FIRENZE" Povera la mia vecchia azienda. Con tutta la sua prosopopea, tutta la sua puzza sotto al naso. Oggi sbattuta sui giornali perché intende mandare a casa 160 lavoratori. Alle ortiche il buon nome delle sue produzioni di successo, degli avanguardistici studi sull’illuminazione, del cavalierato del suo vecchio proprietario. Oggi commissariata dalle banche e in mano ad un amministratore delegato che neppure si fa scrupoli a dare del “coglione” al presidente in carica (già, ma lui è l’uomo della trasparenza, niente formalismi). Povera la mia vecchia azienda.

Un’azienda che poteva fare del suo luogo di nascita e sviluppo, Firenze, il proprio imbattibile veicolo promozionale e che invece a Firenze, a tante famiglie fiorentine, oggi assesta una ferita

profondissima. Un’azienda dalla presunzione imbarazzante, quella ben impersonata da dirigenti che non davano mai il “buongiorno” in corridoio, a cui tutto o molto sembrava dovuto, oggi deve passare dalla procedura di 160 licenziamenti per salvare il culo. Il culo di chi, poi? Del marchio e di quei quattro gatti che rimarrebbero a rappresentarlo? Bella forza. Ma quanto è facile

amministrare un’azienda così. Si arriva da tutt’altro ambiente, si fa una bella disamina (anche approfondita, per carità) e poi ci si riduce a fare un semplice calcolo della serva. Povera la mia vecchia azienda. Eravamo più di 450 solo cinque anni fa.

Oggi 250, eppure se domani non si scende sotto i 100, salta il banco. Può Firenze, può la città tutta, subire questo affronto? Può sopportare l’idea che così tanti lavoratori, già vessati nel morale e nel portafoglio da un quinquennio di ammortizzatori sociali, paghino per le responsabilità di imprenditori poco lungimiranti e di un manipolo di dirigenti incapaci? Firenze, il territorio fiorentino, il suo tessuto... anzi, meglio: la società fiorentina può accettarlo? Il mio parere non è tanto articolato. Il mio parere è no.

Vanni Jahier, lavoratore Targetti Sankey

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

L'intervento "La politica ora guardi al futuro e punti su università e ricerca" di LUISA NESE RSU UNIVERSITÀ DI FIRENZE SEGRETERIA FLC/CGIL TOSCANA Sul finire dell’estate si ricomincia a parlare dello stato delle Università italiane, sollecitati dall’ennesima classifica che rende esplicita la staticità del nostro sistema universitario. L’ARWU (Academic Ranking of World Universities – www.shanghairamking.com) ha pubblicato una graduatoria mondiale dei migliori atenei. Fra quelli italiani solo Pisa e Roma La Sapienza sono risultati nelle prime 150 posizioni, rispettivamente 101mo e 150mo! La riflessione che ne sta scaturendo in questi giorni, sollecitata dal Rettore di Pisa, ha portato la ministra Carrozza a dichiarare che “il 2014 sarà l’anno dei giovani ricercatori”. Non si può che essere felici di questa affermazione, e nello steso tempo però invitare la ministra a riflettere sull’intero sistema universitario, che non è fatto solo di ricerca, settore importantissimo e strategico per il futuro di ogni paese, ma anche di didattica e di servizi.

Il Sistema Universitario è stato oggetto di riforma nell’ultimo governo Berlusconi, la legge 240/2010 (c.d. Legge Gelmini) ha profondamente stravolto l’organizzazione degli Atenei, abolendo le Facoltà, ampliando le competenze dei dipartimenti, aprendo i CDA ai privati. Sul versante ricerca e reclutamento ha introdotto una ulteriore forma di precariato, il ricercatore a tempo determinato, con la convinzione di favorire in questo modo il rinnovo del corpo docente, dando contestualmente nuovi stimoli alla ricerca! Per incentivare la ricerca bisogna prima di tutto garantire la libertà della ricerca stessa, sostenerla con finanziamenti pubblici e con vere campagne di reclutamento. Significa credere e investire nelle Università pubbliche, dare vita ad una vera autonomia gestionale. Investire vuol dire anche mantenere alti gli standard dei servizi offerti agli

personale tecnico amministrativo e sui lettori di madrelingua e collaboratori linguistici.

La reiterazione del blocco del turn over e dei contratti nazionali, è la scelta più semplice e meno lungimirante che una classe politica possa deliberare, serve solo a “fare cassa” nel breve termine, ma produce nel medio/lungo periodo effetti di impoverimento culturale, economico, sociale e relazionale che già cominciamo a vedere. Una classe politica coraggiosa deve proiettarsi nel futuro, ripensare all’intero sistema dell’Istruzione Pubblica valorizzandone i principi di universalità e laicità, lavorando così allo sviluppo di un Paese solido, competitivo, egualitario e solidale. Ben venga l’Anno Accademico 2013/14, ma che sia non solo l’anno dei giovani ricercatori, ma l’anno per rivedere con tutte le forze politiche, sindacali e sociali, il sistema universitario italiano.

SCUOLA IN TOSCANA ENTRANO IN RUOLO 979 DOCENTI RAPEZZI (FLC CGIL): RESTANO ANCORA 721 POSTI VUOTI

studenti, sia in termini di strumentazioni scientifiche, spazi didattici, servizi bibliotecari, sia puntando sul

n. 29 - 26 agosto 2013

LEGGI TUTTO

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

La rubrica IL MANCATO REINTEGRO A LAVORO PORTA AL RISARCIMENTO DEL DANNO La mancata o tardiva reintegrazione del dipendente illegittimamente licenziato disposta dalla sentenza può comportare per il datore di lavoro, oltre all’obbligo di corrispondere l’indennità prevista dall’articolo 18 quarto comma dello Statuto dei Lavoratori, anche l’obbligo di risarcire il danno ulteriore alla professionalità che gli sia derivato, congruamente determinato in via equitativa nel 20% della retribuzione basica.

A tal proposito segnaliamo un’interessante pronuncia della Suprema Corte di Cassazione emessa recentemente.

Si tratta della sentenza n. 9073 del 29.1.2013, con la quale è stato riconosciuto ad un medico illegittimamente licenziato da una struttura ospedaliera un risarcimento ulteriore e diverso da quello previsto dall’art. 18 della legge n. 300 del 1970 (l’indennità risarcitoria commisurata alla retribuzione globale di fatto dal giorno del

licenziamento sino al giorno della effettiva reintegra).

Nel caso di specie, l’azienda ospedaliera per la quale lavorava aveva fatto attendere in maniera del tutto ingiustificata il medico licenziato per ben sei anni prima di reintegrarlo, costringendolo ad una forzosa inattività, impedendogli di proseguire la propria carriera, il mantenimento e l’incremento della professionalità acquisita e causandogli ulteriori danni non patrimoniali sotto i diversi profili biologico ed esistenziale.

Circa la determinazione del danno non patrimoniale, i giudici del merito (il Tribunale di Como e la Corte d’Appello di Milano), come ricorda la Suprema Corte, avevano richiamato una serie di elementi che nel loro complesso avevano determinato una lesione di interessi inerenti la persona, non connotati di rilevanza economica, ma meritevoli di tutela anche per la loro rilevanza costituzionale.

a cura dello Studio Rusconi

Via della Condotta 12, 50122 Firenze partita iva 05724800486 Tel. 055-2302805

ww.avvrusconi.it

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

NonSoloToscana

I numeri dell'esercito di precari che aspetta il decreto sulla P. A. 1.924 lavoratori con contratti interinali.

Complessivamente si raggiunge la cifra di quasi 44 mila precari (43.904), che in percentuale sarebbe circa il 15% dell'intera forza lavoro pubblica impiegata nei Comuni italiani.

Per la CGIL è urgente creare un percorso di stabilizzazione per gli oltre 150mila lavoratori precari del pubblico impiego occupati in diversi settori e diverse tipologie di lavoro: dai servizi per l'impiego delle Province, ai servizi per i Comuni e le Regioni, ai comparti della conoscenza e della ricerca scientifica.

Considerando anche scuola e sanità i contratti precari superano quota 200mila. In Consiglio dei Ministri si discutono evantuali provvedimenti sulla Pubblica amministrazione. La mappa dei precari pubblici include appunto diversi settori e diverse tipologie di lavoro, dai servizi per l'impiego delle Province, ai servizi per i Comuni e le Regioni, passando ovviamente per i comparti della conoscenza e della ricerca scientifica.

Vediamo più da vicino almeno una parte di questa mappa del precariato pubblico che negli ultimi anni è cresciuta a dismisura e spesso in modo anomalo.

COMUNI Attualmente la maggior parte dei contratti precari si concentra negli uffici e nei servizi dei Comuni. A tempo determinato risultano oltre 27 mila lavoratori (27.040). Impiegati nei Lavori socialmente utili ci sono poi 14.755 lavoratori e lavoratrici a cui vanno aggiunti 185 destinati alla Formazione­lavoro e

REGIONI Nella classifica regionale dei precari occupati negli uffici dei Comuni, la prima – in termini di contratti precari in cifra assoluta che lavorano nei vari comuni della Regione – è la Sicilia con 13.676 persone non regolarizzate. Al secondo posto (ma con un vistoso distacco in termini numerici assoluti), c'è la Campania con 4567 precari (sempre nei servizi comunali). Al terzo posto la Calabria con 4.399 precari seguita dal Lazio al quarto posto con 3.551 precari della pubblica amministrazione.

PROVINCE Secondo elaborazioni sui dati del Conto annuale 2011 (l'ultimo disponibile) i precari a tempo determinato occupati nelle Province sono 1.375 a cui bisogna aggiungere 278 interinali e 792 lavoratori socialmente utili. Tra tutte le tipologie si arriva a circa 2.300 precari delle Province che complessivamente occupano circa 55 mila lavoratori. Il grosso dei precari delle Province è occupato nei Servizi per l'impiego (che complessivamente impegnano circa 6.600 persone).

SCUOLA Nella scuola, attualmente i posti in organico di fatto,cioè con durata fino al 30 giugno, sono 76.407, di cui 13.260 ATA e 63.147 docenti (37.923, sono posti di sostegno per gli alunni con disabilità mentre i rimanenti 25.224 sono posti comuni, una parte dei quali derivanti da spezzoni orari). L’andament di questi posti negli anni è costante. Invece le vicende degli ultimi anni hanno portato il numero dei precari, tra le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie dei concorsi, a più di 200mila.

LEGGI TUTTO

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Cultura

I libri della settimana dall'archivio storico di Cgil Toscana Badare non basta ­ Il lavoro di cura: attori, progetti, politiche Autori: Sergio Pasquinelli, Giselda Rusmini. Parole chiave: terza età ­ sanità ­ pensionati ­ lavoro di cura ­ badanti ­ anziani. Casa editrice: Ediesse Pubblicato nel: maggio 2013. Pagine: 227. ISBN: 88­230­1759­7 Radicata, diffusa, necessaria. La presenza delle assistenti familiari, le badanti, continua ad accompagnarci. Nonostante la crisi e la perdita di potere d’acquisto delle famiglie, il lavoro privato di cura rimane una risposta essenziale alla non autosufficienza. Queste pagine rappresentano lo stato dell’arte sul lavoro privato di cura in Italia degli ultimi 10 anni. Il libro ricostruisce l’emergere di questo lavoro, le sue dimensioni e caratteristiche, i progetti che lo riguardano. Il volume propone risposte a queste domande, linee di intervento e di riforma delle attuali prestazioni sociali. Costituisce uno strumento di lavoro e di approfondimento sui servizi, i progetti, le politiche in atto.

Le storie di un solo mondo Autore: Sara Faieta. Parole chiave: Terzo Mondo ­ stranieri ­ migranti ­ immigrazione. Casa editrice: Ediesse. Pubblicato nel: giugno 2013. Pagine: 112.

ISBN: 88­230­1779­5 "Le storie di un solo mondo" è una raccolta di racconti su immigrati in Italia e non solo. L’opera nasce dall’esigenza di dare una voce e un volto all’«altro», allo straniero, per colmare la distanza tra le persone favorendo l’incontro, poiché il pregiudizio e la paura spesso nascono dalla scarsa conoscenza di realtà considerate troppo lontane dalle nostre. I racconti inducono ad una riflessione sul concetto di alterità soprattutto per alcuni esiti inattesi: scoprendo l’esistenza delle paure dell’altro nei nostri confronti la prospettiva può cambiare, e allora l’«altro» non è più lo straniero ma siamo noi

I volumi possono essere presi in prestito per un periodo massimo di un mese Via Pier Capponi 7 – 50132 Firenze web: http://www.tosc.cgil.it/ftp/centrodocumentazione/docume_home.htm mail: centrodocumentazione.regionale@tosc.cgil.it ; Tel:055.5036288

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Taccuino LA SENTENZA SAEET, VINTO IL RICORSO SULLA CONDOTTA ANTISINDACALE CALOSI (FIOM CGIL FIRENZE): "IL SINDACATO SE LO SCELGONO I LAVORATORI" LEGGI TUTTO

L'INDAGINE IRES E' NATO IL SITO www.elaborazione.org SE SEI UN LAVORATORE DELLA CONOSCENZA ENTRA E COMPILA IL QUESTIONARIO DEDICATO AL TUO SETTORE VAI AL SITO

Da Rodi alla Sicilia Da Ischia a Cuba

CLICCA QUI E SCOPRI TUTTE LE OFFERTE E I LAST MINUTE DI PROMOTURISMO IL TOUR OPERATOR DI CGIL TOSCANA Cuba n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

In breve

Siena, alla "Coop Sociale Solidarietà" è mobilità per 46 dipendenti, tra cui diversamente abili La cooperativa sociale Solidarietà apre la procedura di mobilità per 46 dipendenti. Le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL Confederali e di Categoria lanciano un nuovo grido d’allarme per il quadro di drammatica crisi che sta progressivamente aumentando nelle attività economiche e produttive del nostro territorio. L’apertura della procedura di mobilità per 46 dipendenti della cooperativa sociale Solidarietà – 37 che operano nelle unità produttive della provincia di Siena e 9 in quella di Arezzo – apre infatti un altro fronte di difficoltà occupazionale. “La cooperativa sociale Solidarietà ­ spiegano CGIL, CISL, UIL, FP CGIL e FISASCAT CISL ­ conta in organico 239 dipendenti, di cui 69 ‘diversamente abili’ seguiti da esperti del settore che ne curano i percorsi di inserimento lavorativo”. “Da diversi mesi ­ sottolineano i sindacati ­ la Cooperativa sta attraversando un periodo di forte crisi determinata dal venir meno di alcuni appalti, in particolare con l’Università degli Studi di Siena (servizi di portineria)". LEGGI TUTTO

Livorno, la Filt sbotta: "Basta con le accuse ai dipendenti Ctt". Nel mirino il presidente “Basta con le accuse ai lavoratori”: questo l’appello lanciato dalle segreterie provinciali Filt Cgil, Uiltrasporti, Ugl e Usb nei confronti del Presidente del CTT Nord Alfredo Fontana proprio all’ apertura della trattativa per il rinnovo del contratto di secondo livello, nel tentativo di indebolire l’azioni di lotta dei lavoratori di fronte alla prospettiva della decurtazione del salario. “Non ci risulta nessun tipo di situazione anomala riguardo le presenze sul lavoro. I dati riguardanti malattia ed infortuni in CTT sono perfettamente in linea con la media della categoria sul territorio nazionale, e per inciso si tratta di valori decisamente bassi, soprattutto in considerazione delle pessime condizioni di lavoro e dell’assoluto disinteresse dell’azienda verso qualsiasi forma di prevenzione sulla salute dei lavoratori: dalle condizioni di agibilità dei locali dell’officina, allo stato delle vetture (sospensioni, sedili di guida, climatizzazione, isolamento del conducente dai passeggeri, condizioni igieniche)” spiegano le organizzazioni sindacali. “Occorre pertanto spiegare a Fontana che usufruire di permessi parentali (retribuiti al 30% dall’ INPS o non retribuiti), permessi per l’assistenza di familiari disabili (legge 104/92), usufruire di aspettativa non retribuita per motivi personali o di salute, della maternità e della paternità". LEGGI TUTTO

Pistoia, l'appello della Funzione Pubblica "Garanzie per i lavoratori delle Province" “Aspettiamo di leggere il testo definitivo del provvedimento varato dal Consiglio dei ministri in materia di Comuni, Province e Città metropolitane – si legge in una nota delle segreterie della CGIL e della Funzione Pubblica CGIL di Pistoia ­ Quello che girava nei giorni scorsi continuava a mancare di garanzie sui servizi così come sull'occupazione per i tanti lavoratori delle Province e dei Comuni coinvolti in questo processo.

Continuiamo a ritenere necessario che il riordino del sistema delle autonomie locali e della amministrazione centrale avvenga non con interventi estemporanei, ma con un disegno organico che realizzi un sistema integrato di livelli istituzionali, in cui siano chiaramente definite competenze e funzioni, al fine di determinare efficacia ed efficienza, e dove siano garantiti adeguati servizi ai cittadini, regole ed occupazione stabile per il lavoro alle dipendenze delle stesse amministrazioni. Senza di ciò si tratterebbe non di un intervento di riforma, ma unicamente di una non auspicabile restrizione dello spazio pubblico. Rispetto al tema delle Province, da oltre due anni, i governi che si sono succeduti hanno accumulato azioni errate, nel tentativo, demagogico e mistificatorio, di far credere all’opinione pubblica che il problema dei costi della politica possa risolversi semplicemente cancellando questi enti. LEGGI TUTTO

n. 29 - 26 agosto 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

...

in evidenza

Tutte le novitĂ su CUD, congedi parentali, indennitĂ di disoccupazione, pensioni, personale scuola ...

CLICCA QUI n. 29 - 26 agosto 2013