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SCHISSEANDO NOVELLETTA On the edge of the abyss Dublin Road Postkort GOCCE SUFRIMIENTO DULCE Luminescent IN SEARCH OF KNOWLEDGE Ten horses Immanent BALLATA BREVE THE UPCOMING SHIFT TRANSCENDENT JAZZONGA Arcobaleno Rising above the mist Total Play Time: 5 1 : 3 6
All music composed, arranged and played by Paolo Russo on bandoneon, piano, synth and percussion 2 2
eng I have always been fascinated by the natural attitude that children show when approaching any game: the spontaneity of gestures, the sense of temporal abstraction, the ease with which they fall into the different roles, the dedication towards the narrative of the play, the perception of the vibration of the moment, the innate ability to interact in real time, the effortless predisposition to improvisation. All this tends to manifest independently of distinctions of gender, social background, language, nationality, ethnic origin, and is clearly expressed both when playing alone and in groups. The observation of these behaviours and the analysis of these elements led me directly to the identification of a concept that constitutes the indispensable prerogative of the musical aesthetics that I have been pursuing for years: authenticity. Playground is therefore my personal fun space, where the awakening of the power of the “inner child� is released and starts exploring the fantastical world of sounds and colours that one, two, or more musical instruments together can generate, when governed and played by a single creative mind. As in any playground, even in this one, there are rules, but excitement and challenge are the right ingredients for having fun: knowing the rules, how to manage, understand and use them, and then also learning how to overtake and transcend them, unchaining the brilliant inventiveness dictated by the energetic fury of imagination, in the inexorable explosion of the inspiration of the moment. The 17 tracks contained on this album therefore represent for me a journey across a sort of dualism, between organisation and chaos, classical and rhythmical, sacred and profane, construction and improvisation, tonal and atonal, structure and anarchy; between the secret, softly whispered sotto voce and goliardic night-shouting; between the velvety and mysterious nostalgia of the bandoneon and the majestic and crystalline elegance of the piano. Sometimes, then, these apparently antithetical positions tend to approach and interact, talk, fiddle, until they finally merge into a single voice, which unfolds into the ultimate synthesis of the musical output of Playground. Paolo Russo 3 3
I was born in 1969 in Pescara, an Italian city by the Adriatic Sea, where I lived for 26 years, when – after some musical experiences in Italy and abroad (London, Paris, New York) – I moved to Copenhagen, the city of my dreams, where I have lived since 1996. I did not grow up in a family of musicians, but somehow my parents noticed my interest and agreed to introduce me to studying the piano at the age of nine. The piano was my first musical instrument, on which I obtained two diplomas, in classical music in Italy in 1993, and in jazz music in Denmark in 2002. However, I experienced the biggest thrill when, aged 31, during my first trip to Buenos Aires for a musical project with the Copenhagen Conservatory, I first came across the live sound of a bandoneon: I was captivated, immediately in love. Back in Denmark, I was obsessed with this experience and I dreamed for four consecutive nights of playing this instrument on the stage of a wonderful concert hall for a large and attentive audience. "Sometimes dreams come true,” I said to myself when, many years later, I found myself on the stage of Carnegie Hall in New York City, with a wonderful Danish youth orchestra, in front of an audience of about 2000 people, ready to perform with my bandoneon. Such an overwhelming feeling. My musical activities have taken me around the world with numerous established musicians of the international jazz, tango and pop scene, but on the other hand have also pushed me to dedicate myself intensely to the composition and production of my music. I have released 17 albums so far as a soloist and/or band leader, and I have collaborated on over 50 record productions with various artists. The continued use of both instruments (piano and bandoneon) allows me a wide and varied form of expression, in which I feel I can offer and share with my audience my vision of life through my music. Paolo Russo
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ITA Sono sempre stato affascinato dalla naturalezza con cui i bambini si avvicinano al gioco: la spontaneità dei gesti, il senso di astrazione temporale, la facilità con cui si calano nei diversi ruoli, la dedizione alla narrativa del giochino di turno, la percezione dell’energia del momento, la capacità innata di interagire in tempo reale, la naturale predisposizione all’improvvisazione. Tutto ciò tende a manifestarsi indipendentemente da distinzioni di genere, classe sociale, lingua, nazionalità, provenienza etnica e viene chiaramente espresso sia quando giocano da soli, che in gruppo. L’osservazione di questi comportamenti e l’analisi di questi elementi, mi conducono direttamente all’individuazione di un concetto che costituisce la prerogativa imprescindibile dell’estetica musicale che perseguo ormai da anni: l’autenticità. “Playground” è pertanto il mio personale parco giochi, in cui la potente energia infantile si risveglia e si appresta ad esplorare il mondo fantastico dei suoni e dei colori che uno, due, o più strumenti musicali insieme possono generare, quando pilotati da un’unica mente creativa. Come in ogni parco giochi, anche in questo ‘playground’ ci sono delle regole, ma il gusto del divertimento e l’eccitazione della sfida stanno proprio lì: conoscere le regole, saperle gestire, comprenderle e utilizzarle, per poi anche apprendere a sorpassarle, trascenderle, lasciando che si scateni la sgargiante inventiva dettata dal furore energetico dell’immaginazione, nell’inesorabile esplosione della creatività estemporanea. I 17 brani, di cui si compone questa raccolta, rappresentano pertanto un viaggio attraverso questa forma di dualismo, tra organizzazione e caos, tra classicismo e modernismo, tra sacro e profano, tra composizione e improvvisazione, tra tonalità e assenza di tonalità, tra struttura e anarchia, tra il segreto sussurrato dolcemente sottovoce ed il goliardico schiamazzo notturno, tra la nostalgia vellutata e misteriosa del bandoneon e l’eleganza maestosa e cristallina del piano. A volte, poi, tali apparenti posizioni antitetiche tendono ad avvicinarsi e interagire, colloquiare, giocherellare, fino a fondersi in un’unica voce, che confluisce poi nella sintesi ultima, che dà vita al discorso musicale di “PLAYGROUND”. Paolo Russo
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Sono nato nel 1969 a Pescara, città italiana sul mare Adriatico, dove ho vissuto per 26 anni, fino a quando – in seguito ad alcune esperienze musicali in Italia e all’estero (Londra, Parigi, New York) – mi sono trasferito a Copenaghen, la città dei miei sogni, dove vivo dal 1996. Non sono cresciuto in una famiglia di musicisti, ma in qualche modo i miei genitori hanno notato il mio interesse e accettato di farmi studiare pianoforte all’età di nove anni. Il pianoforte è stato il mio primo strumento musicale, sul quale ho conseguito due diplomi, in musica classica in Italia nel 1993, e in musica jazz in Danimarca nel 2002. Ho vissuto una delle mie più grandi emozioni a 31 anni quando, durante il mio primo viaggio a Buenos Aires per un progetto musicale con il Conservatorio di Copenaghen, ho scoperto il suono dal vivo di un bandoneon: ne sono rimasto immediatamente affascinato, un amore a prima vista. Tornato in Danimarca, ero talmente ossessionato da questa esperienza che ho sognato per quattro notti consecutive di suonare questo strumento sul palco di una meravigliosa sala da concerto per un pubblico ampio e attento. “A volte i sogni diventano realtà”, mi sono detto quando, molti anni dopo, mi sono ritrovato sul palco della Carnegie Hall di New York, con una meravigliosa orchestra giovanile danese, davanti ad un pubblico di circa 2000 persone, pronto a suonare il mio bandoneon. Che sensazione travolgente. Le mie attività musicali mi hanno quindi portato in giro per il mondo con numerosi musicisti affermati del panorama internazionale del jazz, del tango e del pop, e mi hanno anche spinto a dedicarmi intensamente alla composizione e produzione della mia musica. Ho pubblicato finora 17 album come solista e/o bandleader e ho collaborato a più di 50 produzioni discografiche con vari artisti. L’uso di entrambi gli strumenti (piano e bandoneon) mi consente un’ampia e variegata forma di espressione, grazie alla quale sento di poter offrire e condividere con il mio pubblico la mia visione della vita, attraverso la mia musica. Paolo Russo
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ESP Siempre me ha fascinado la actitud natural que muestran los niños cuando se acercan a un juego: la espontaneidad de sus gestos, el sentido de abstracción temporal, la facilidad con la que adoptan roles diferentes, su entrega a la narrativa de la acción, la captación de la vibración del momento, la habilidad innata para interactuar en tiempo real, la predisposición fácil a la improvisación. Todo esto se manifiesta independientemente de las diferencias de género, contexto social, lengua, nacionalidad, origen étnico, y se exterioriza claramente cuando juegan solos y en grupos. La observación de estos comportamientos y el análisis de estos elementos me llevaron directamente a la identificación de un concepto que constituye la prerrogativa esencial de la estética musical que yo persigo desde hace años: la autenticidad. Playground es, por lo tanto, mi espacio de juego personal donde se despierta la fuerza del “niño dentro de mí” y empieza a explorar el mundo fantástico de sonidos y colores que uno, dos o más instrumentos musicales pueden generar cuando los utiliza y toca una mente creativa. Como en un parque infantil, éste incluido, hay reglas, pero el entusiasmo y el desafío son los ingredientes naturales para divertirse: conocer las reglas, cómo aplicarlas, entenderlas y cumplirlas, y luego aprender a superarlas e ir más allá de ellas, liberando la brillante creatividad determinada por la furia genial de la imaginación, con la inexorable explosión de la inspiración del momento. Las 17 pistas de este álbum representan para mí el viaje por una especie de dualismo entre organización y caos, clásico y rítmico, sagrado y profano, construcción e improvisación, tonal y atonal, estructura y anarquía; entre el sotto voce secreto y dulcemente susurrado y el griterío goliardesco nocturno; entre la nostalgia aterciopelada y misteriosa del bandoneón y la elegancia majestuosa y cristalina del piano. A veces, estas posiciones aparentemente antitéticas tienden a aproximarse e interactuar, hablar, negociar entre ellas, hasta que finalmente se fusionan en una voz única, que se manifiesta en la síntesis definitiva de la producción musical de Playground. Paolo Russo
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Nací en 1969 en Pescara, una ciudad italiana en el mar Adriático donde viví durante veintiséis años hasta que, después de varias experiencias musicales en Italia y en el extranjero (Londres, París, Nueva York), me trasladé a Copenhague, la ciudad de mis sueños, donde vivo desde 1996. No me eduqué en el seno de una familia de músicos, pero de alguna forma mis padres observaron mi interés y decidieron iniciarme en el estudio del piano a la edad de nueve años. El piano fue mi primer instrumento musical con el que obtuve dos diplomas, de música clásica en Italia en 1993 y de jazz en Dinamarca en 2002. Sin embargo, la mayor emoción la experimenté a los treinta y un años durante mi primer viaje a Buenos Aires dentro de un proyecto musical del Conservatorio de Copenhague, cuando conocí por primera vez el sonido en vivo de un bandoneón: me cautivó, me enamoré inmediatamente. De vuelta a Copenhague, estaba obsesionado por esta experiencia y soñé durante cuatro noches consecutivas que tocaba este instrumento en el escenario de una maravillosa sala de conciertos ante un público numeroso que escuchaba atento. “A veces los sueños se hacen realidad”, me dije a mí mismo cuando, muchos años más tarde, me encontré sobre el escenario del Carnegie Hall de Nueva York, acompañado de una maravillosa orquesta danesa, ante una audiencia de alrededor de dos mil personas y dispuesto a tocar con mi bandoneón. Fue una sensación sobrecogedora. Mis actividades musicales me han llevado alrededor del mundo al lado de numerosos músicos ya consolidados del jazz internacional, del tango y de la escena del pop, pero por otra parte, me han animado a dedicarme intensamente a la composición y a la producción de mi música. Hasta el momento he publicado 17 álbumes como solista y/o director, y he colaborado en más de cincuenta producciones de discos con diversos artistas. El uso continuado de ambos instrumentos (piano y bandoneón) me proporciona una amplia y variada forma de expresión a través de la cual puedo ofrecer y compartir con el público una visión de la vida a través de mi música. Paolo Russo
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Recorded at Studio Odradek THE SPHERES 21-25 October 2019
Many thanks to the sound engineer Marcello Malatesta, for his invaluable contribution in terms of creativity, supervision and expertise; to John Anderson, for believing in this solo project from the very beginning; to Tommaso Tuzj, for his natural ability to capture the true soul and meaning of the project through his unique visual universe; to Francesco Tufano, for his wonderful touch and his profound knowledge throughout the delicate and crucial phase of the piano tuning. Thanks to the entire crew at Odradek Records for their constant presence throughout all the different stages of this production. Thanks also to Francesco Calì, Thommy Andersson, Fiorenza Gherardi De Candei, Lelo Nika, Katrine Krog Russo, Karen Krog, Roberta Legori, Denise Thigpen, for their precious time and advice. I also want to take this opportunity to express my deep gratitude to my old piano teacher, Rachele Marchegiani (“La Signora”, whose teachings I treasure every day) and my bandoneon Maestro, Néstor Marconi (from whom I have learned more than he can ever imagine). Special thanks to my beloved family in Italy and in Denmark for their continuous, loving support.
Piano: Steinway D (Fabbrini Collection) Piano Technician: FRANCESCO Tufano Sound Engineer, Mixing and Mastering: Marcello Malatesta Translations: Paolo Russo (ENGLISH) Luisa and Gregory Starkey (Spanish) Photos: TommasoTuzj.com Executive Producer: Ricardo López
www.paolorusso.com www.odradek-records.com ℗ & © 2020 Odradek Records, LLC, Lawrence (KS) USA. ODRCD535 All rights reserved. Unauthorized copying, hiring, lending, public performance, and broadcasting of this sound recording are strictly prohibited.
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