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Adenovirus oncolitici modificati per uccidere le cellule tumorali

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“ADENOVIRUS ONCOLITICI MODIFICATI

PER UCCIDERE

LE CELLULE TUMORALI

Il progetto di ricerca di una giovane dottoranda del Ceinge di Napoli, Maria Vitale, sembra una strategia terapeutica efficace e promettente

La viroterapia oncolitica è un approccio terapeutico emergente, basato su virus capaci di replicarsi per infettare e distruggere selettivamente le cellule tumorali, provocando il rilascio di antigeni associati al tumore e stimolando, quindi, una risposta immunitaria antitumorale. Sotto i riflettori ci sono gli adenovirus oncolitici che possono uccidere le cellule tumorali in modi diversi, principalmente inducendo la morte cellulare immunogenica.

È questo il fulcro della ricerca di Maria Vitale, una giovanissima dottoranda del Ceinge, Centro di Biotecnologie avanzate che ha sede a Napoli. Gli adenovirus oncolitici sono al centro del suo progetto di ricerca: Maria Vitale, 29 anni, laureata in Scienze Biologiche e studi magistrali in Diagnostica Molecolare, è oggi all’ultimo anno di dottorato in Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche all’Università “Federico II” di Napoli che l’ha portata dritta fino al Ceinge e al laboratorio di Terapia Genica del professor Lucio Pastore, ordinario di Biochimica clinica e Biologia Molecolare clinica.

Quello che hanno indagato, insieme a un nutrito team di ricercatori, è lo sviluppo di un Adenovirus oncolitico modificato per esprimere un scFv (per esteso single chain fragment variable, una struttura anticorpale semplificata) che ha come target anti PD- L1, uno dei più importanti inibitori di checkpoint immunitari espressi da gran parte delle cellule tumorali. Un traguardo che l’ha portata a vincere due premi: l’Excellence in Research Award e il Meritous Abstract Travel Award, grazie al quale potrà partecipare all’Annual Meeting del prossimo anno che si terrà a Washington D.C a maggio 2022. Intanto, già nel maggio di quest’anno è stata chiamata a relazionare sui risultati della ricerca al 24esimo Annual meeting dell’American Society of Gene e Cell Therapy.

Grandi soddisfazioni per lei, così giovane. Dottoressa Vitale, da dove è partita la sua ricerca?

«L’idea di partenza esiste da molti anni, oltre al fatto che, nel mondo, ci sono molti gruppi di ricerca focalizzati sugli Adenovirus oncolitici. Al mio arrivo al Ceinge, anche grazie alla guida della mia ‘tutor’ interna, la ricercatrice Eleonora Leggiero, siamo riusciti a produrre i primi risultati, che sono quelli su cui si concentra il mio progetto di dottorato, ormai giunto quasi al termine».

Quali sono questi risultati?

«Abbiamo modificato un Adenovirus oncolitico - che cioè distrugge le cellule tumorali in modo selettivo, non danneggiando le cellule sane - per esprimere un scFv. per esteso: single chain fragment variable, che ha come target anti PD-

L1, uno dei più importanti inibitori di checkpoint immunitari espressi da gran parte delle cellule tumorali. La finalità è doppia: da un lato, distruggere le cellule tumorali, dall’altro riattivare il sistema immunitario contro quelle stesse cellule».

Quali test sono stati effettuati a sostegno della vostra idea di partenza?

«Prima di tutto, esperimenti in vitro. Poi siamo passati a quelli in vivo con modelli murini di melanoma; la progressione del tumore è stata valutata nel tempo e abbiamo visto che il melanoma subiva un rallentamento della crescita rispetto ai gruppi di controllo. In termini più tecnici, il ligando di morte programmata 1 (PD-L1) è espresso principalmente sulla superficie delle cellule tumorali; il legame al suo recettore, PD-1, espresso sui linfociti T CD8 + ne inibisce la proliferazione e l’attività antitumorale».

E questo cosa ci dice?

Ci suggerisce che l’espressione di un inibitore del checkpoint immunitario, indotta dagli Adenovirus oncolitici, è una strategia efficace e promettente».

A cosa potrebbe portare nel lungo termine?

«Al momento, le strategie a base di virus oncolitici non possono comunque evitare la chemioterapia, che però, come sappiamo, è dannosa per tutte le cellule, anche quelle non tumorali. La prospettiva a lungo termine potrebbe essere quella di utilizzare queste nuove terapie in sostituzione, ma in questa fase è ancora difficile dire se sia verosimile ed è ancora più difficile stimarne le tempistiche».

Quali sono i prossimi passi?

«Si procede con altri test; dobbiamo ripetere naturalmente gli esperimenti in vivo per avere conferma delle prime evidenze e ne condurremo di nuovi in vitro».

E nel suo futuro? Cosa c’è dopo la fine del dottorato?

«Il mio ciclo terminerà a novembre. Sarei onorata, ovviamente, di restare qui per proseguire sulla scia dei risultati ottenuti finora. Ma non escludo che, per completare la mia formazione e arricchirla, un giorno possa decidere di trascorrere un periodo all’estero: studi sugli Adenovirus sono in corso in molti centri di ricerca».

Ha vinto due premi ed è stata selezionata per relazione al meeting dell’American Society of Gene e Cell Therapy. Si aspettava un tale successo?

«Onestamente no, sono rimasta piuttosto sorpresa. Ma non è solo una mia vittoria, devo dire grazie a tutto il gruppo con cui lavoro: la ricerca non è fatta mai di singole persone, è l’unione che fa la forza». (C. D. M.)

Maria Vitale.

Maria Vitale, 29 anni, laureata in Scienze Biologiche, è all’ultimo anno di dottorato in Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche alla “Federico II” di Napoli che l’ha portata al Ceinge e al laboratorio di Terapia Genica del professor Lucio Pastore, ordinario di Biochimica clinica e Biologia Molecolare clinica.

Adenovirus oncolitico contro il melanoma, il team completo

Un lavoro di squadra, quello che ha portato ai nuovi sviluppi sull’Adenovirus oncolitico: a capo del gruppo, il prof. Lucio Pastore, Principal investigator del CEINGE e ordinario di Biochimica clinica e Biologia Molecolare clinica alla Federico II; con lui nel team Eleonora Leggiero, ricercatrice CEINGE; Lorella 21GdB | Aprile 2021 ” Tripodi, dottoranda della scuola europea di Medicina Molecolare (SEMM). Il lavoro ha visto anche la collaborazione del team della prof.ssa Claudia De Lorenza, PI del CEINGE e ordinario di Biochimica Clinica, Margherita Passariello, ricercatrice CEINGE e del team di Vincenzo Cerullo, group leader dell’ImmunoViroTherapy Lab presso l’Università di Helsinki (Finlandia).

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