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Un monumento del calcio di nome “Kazu” Miura

Le Olimpiadi, il sogno di ogni atleta. A prescindere dall’età, anche quando lo scorrere del tempo rischia di creare un solco di competitività con chi ha la metà (o meno) degli anni. Chi non ha mai badato troppo al calendario è Kazuyoshi Miura, calciatore giapponese noto ai tifosi italiani, che lo scorso 10 marzo è sceso in campo a 54 anni suonati, collezionando almeno una presenza in 36 stagioni da professionista. L’ennesimo primato di un’autentica leggenda vivente. Una sorta di eroe dei quattro mondi, se si considera che la sua carriera è iniziata in Brasile, ha toccato l’Europa e l’Australia e scrive nuovi capitoli in Giappone. Con la segreta speranza, appunto, di mettere la ciliegina sulla torta agli imminenti Giochi olimpici di Tokyo.

Lo scorso agosto, giocando la partita tra il Sagan Tosu e il suo Yokohama FC, Miura era diventato il calciatore più anziano ad essere sceso in campo nella Coppa del Giappone, a 53 anni, 5 mesi e 10 giorni, ma soprattutto è diventato il primo calciatore a giocare in cinque decadi diverse, dagli anni Ottanta del XX secolo agli anni Venti del XXI. A gennaio di quest’anno, poi è arrivato il rinnovo del contratto (per il diciottesimo anno di fila) con lo Yokohama FC, firmato alle 11:11 dell’11 gennaio, un numero che Miura porta da sempre sulla maglia. L’ultimo record di “Kazu” è datato 10 marzo: in quella data, infatti, l’attaccante nipponico è sceso in campo per un minuto nel match di Jleague perso dallo Yokohama FC con l’Urawa Red Diamonds, in una stagione sinora avara di soddisfazioni sia per la Fenice (un solo successo, in coppa col Kashiwa Reysol) sia per il suo iconico calciatore.

Tempo per rinascere dalle sconfitte, comunque, ce n’è e con quasi quarant’anni di calcio alle spalle Miura lo sa bene. Ne aveva poco più di 15 quando, dopo i primi passi e i primi gol nelle giovanili dello Shizuoka Gakuen, assieme al fratello maggiore Yasutoshi acquistò un biglietto per il Brasile. intenzionato ad affinare la sua tecnica e ad affermarsi come calciatore professionista. Si racconta che la sua scelta abbia ispirato Yōichi Takahashi per le vicende di “Capitan Tsubasa”, alias “Holly e Benji”, un manga calcistico che narra la storia di un ragazzo, cresciuto nella scuola Nankatsu, che a 15 anni lascia il Giappone per avventurarsi nel calcio brasiliano e arrivare a giocare da professionista anche in Europa.

Recordman di gol in nazionale, 55, Miura può vantare una carriera infinita, partita nel 1986 con la maglia del Santos e proseguita, in Brasile, con i colori del Palmeiras, del Matsubara, del CRB XV de Jaù e del Coritiba. Poi il ritorno in Giappone, con 100 gol in 192 partite per il Verdy Kawasaki tra il 1990 e il 1998. Senza scordare la storica parentesi al Genoa, al di là del numero di reti: l’unica, peraltro ininfluente, arrivò in un derby con la Sampdoria. Dopo essere passato da Croazia Zagabria, Kyoto Sanga, Vissel Kobe, dal 2005 si è legato allo Yokohama Fc, concedendosi solo una parentesi - 4 partite, 2 gol - al Sydney FC. Il 5 marzo 2017, Miura ha sottratto a Sir Stanley Matthews dello Stoke City il primato di longevità nel calcio, scendendo in campo con il V-Varen Nagasaki a 50 anni e 7 giorni, due meglio del cavaliere britannico, Pallone d’Oro nel 1956. (A. P.)

© Samuel Ponce/shutterstock.com

Kazuyoshi Miura, scultura in cera al Museo di Madame Tussauds in Odaiba (Giappone).

A 54 anni, l’attaccante giapponese, ex Genoa, è sceso in campo per trentaseiesima stagione di fila in un campionato professionistico e insegue le Olimpiadi

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