2 minute read
Tumori e il mix di molecole immuno-oncologiche
© jovan vitanovski/shutterstock.com
Lo studio tutto italiano coordinato da La Sapienza: “Siamo nell’era dell’immunooncologia di precisione”. La combinazione sarebbe efficace al di là del tipo di cancro
Lotta contro i tumori: ha inizio «l’era dell’immuno-oncologia di precisione». È stata Bristol Myers Squibb ad annunciare il «nuovo approccio aperto dalla combinazione di due molecole immuno-oncologiche, nivolumab più ipilimumab, che in uno studio tutto italiano, per la prima volta al mondo, è stata sottoposta a valutazione agnostica, cioè indipendentemente dall’organo colpito». L’azienda farmaceutica ha promosso un media tutorial virtuale per presentare i risultati di una metanalisi coordinata dall’Università La Sapienza di Roma e pubblicata sul ‘Journal of Translational Medicine’. Oggetto del lavoro sono stati sette studi condotti fra il 2010 e il 2020 su più di 2.420 pazienti affetti da melanoma, tumore del polmone a piccole cellule e non a piccole cellule, tumori di vescica e stomaco, sarcoma e mesotelioma.
Come comunicato in una nota, «la combinazione di nivolumab e ipilimumab ha dimostrato un’efficacia agnostica, cioè trasversale e al di là del tipo di cancro». L’associazione delle due molecole immuno-oncologiche, in particolare «ha incrementato le risposte del 68% e ha ridotto il rischio di progressione della malattia del 20% e il rischio di morte del 13% rispetto alla monoterapia con solo nivolumab. Singoli studi hanno inoltre evidenziato che, grazie alla combinazione di nivolumab e ipilimumab, è possibile ottenere una sopravvivenza a lungo termine in diversi tipi di tumore particolarmente difficili da trattare in fase avanzata, come quelli del polmone (circa 40.880 nuovi casi stimati in Italia nel 2020), del rene (13.520), il melanoma (14.900) e il mesotelioma (1.900)».
Paolo Marchetti, direttore Oncologia medica B del Policlinico Umberto I di Roma, ordinario di Oncologia alla Sapienza e prima firma della metanalisi, ha spiegato che l’associazione tra Nivolumab e ipilimumab è il «primo esempio di combinazione di molecole che agiscono in modo complementare sul sistema immunitario e che consentono di raggiungere risultati clinici importanti». Questo approccio, incentrato sui meccanismi di risposta e resistenza rappresenta «un primo passo verso l’immuno-oncologia di precisione, superando il modello della medicina basata sulla stratificazione dei pazienti in base a fattori predittivi di risposta. Quest’ultimo modello - ha detto Marchetti - ha l’obiettivo di ridurre il numero di pazienti da trattare per ottenere un vantaggio clinicamente rilevante, mentre il modello agnostico permette di ampliare il numero di pazienti che possono trarre vantaggio da una specifica modalità terapeutica».
Ad oggi il mix nivolumab-ipilimumab ha ricevuto l’approvazione europea nel trattamento in prima linea del melanoma avanzato, del carcinoma a cellule renali avanzato a rischio intermedio/sfavorevole e, in associazione con due cicli di chemioterapia a base di platino, nel trattamento in prima linea del tumore del polmone non a piccole cellule metastatico (Nsclc) senza mutazione Egfr e Alk. Marchetti ha sottolineato la necessità che la combinazione sia rimborsata anche in Italia, come in altri Paesi UE, per offrire «un’efficace alternativa terapeutica». (D. E.).