4 minute read

Classiche e grandi giri in “fuga” dal Covid

Il Giro, il Tour e la Vuelta al loro “posto” in calendario con vecchi e nuovi protagonisti dei pedali

Non sarà “normalità” senza la muraglia di tifosi sulle salite, i quartiertappa affollati alla ricerca di un autografo, le premiazioni “classiche” e senza paura. Eppure la bella stagione del ciclismo, con le classiche a salutare la primavera e i Grandi Giri al loro posto, vive pedalate cariche di speranza. E prova ad auspicare una vera e propria “rinascita”, con le imprese di giovani e giovanissimi campioni a catturare gli occhi degli appassionati alla TV: Pogačar, Evenepoel, Bernal, Van der Poel, Van Aert, ma anche gli italiani Ganna e Ballerini. Senza dimenticare, ovviamente, affamati over 30 come Roglic e Sagan, sempreverdi campioni come Nibali e Froome, talenti purissimi come il 28enne campione del mondo Alaphilippe.

Dopo la rivoluzione delle date, imposta dall’emergenza Covid lo scorso anno, quest’anno il Giro d’Italia tornerà ad aprire il calendario dei Grand Tours, con partenza da Torino l’8 maggio e festa finale a Milano il 30. Fra i pretendenti alla maglia rosa c’è Vincenzo Nibali della Trek-Segafredo, vincitore del Giro nel 2013 e nel 2016 e sul podio finale in altre quattro edizioni. Sarà affiancato da validissime “spalle” come Bauke Mollema e Giulio Ciccone e proverà a dar filo da torcere a rivali giovani e agguerriti. Su tutti Egan Bernal del team Ineos Grenadiers, classe 1997, capace di vincere il Tour de France a 22 anni, e Remco Evenepoel, 21enne della Deceuninck-QuickStep, reduce da una lunga convalescenza dopo lo spaventoso incidente al Giro di Lombardia 2020. Ci sarà il buon “vecchio” Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) che ha preferito il Giro dopo aver visto il percorso del Tour, al pari di Emanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe). Tra Zoncolan, Passo Pordoi e Sega di Ala, c’è terreno anche per un altro bravo scalatore come George Bennett (Jumbo-Visma), senza dimenticare il lucano Domenico Pozzovivo della Qhubeka Assos, il veneto Davide Formolo della UAE Team Emirates e i vari Landa, Yates, Soler, McNulty e Vlasov, in cerca di un posto al sole in classifica

© Radu Razvan/shutterstock.com

generale. Per gli sprint, sfida gomito a gomito fra le veloci ruote di Caleb Ewan, Arnaud Démare, Fernando Gaviria ed Elia Viviani.

Mantiene il suo gran fascino il Tour de France, anche se l’arrivo sugli Champs Élysées a Parigi (18 luglio) precede di pochissimi giorni la gara in linea delle Olimpiadi di Tokyo. Nella “Grande Boucle” che prenderà il via il 26 giugno da Brest i riflettori sono puntati sulla rivincita fra sloveni: il campione uscente Tadej Pogačar, già vincitore di UAE Tour e Tirreno-Adriatico quest’anno, e il suo connazionale Primoz Roglic, che nel 2020 fu scavalcato nella penultima tappa, una cronometro con arrivo in salita a La Planche des Belles Filles. Ma il Tour de France rappresenta anche l’ennesima sfida del tetra-campione Chris Froome, passato alla Israel Start-Up Nation, per eguagliare leggende come Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain. Tra i possibili progagonisti anche Wilco Kelderman, David Gaudu, Guillaume Martin, Tao Geoghegan Hart e i “soliti” Mollema, Landa e Nibali. Per gli sprint ci saranno anche Pascal Ackermann, Mads Pedersen, Peter Sagan e Alexander Kristoff, mentre i “fenomeni” Alaphilippe e Van Aert e il 22enne svizzero Marci Hirschi garantiscono spettacolo e imprevedibilità.

Ci sarà da divertirsi anche alla Vuelta a Espana, dal 14 agosto al 5 settembre. Ci sarà tempo per definire la startlist, ma di sicuro vedremo in prima fila Pogačar e l’italiano Ciccone, libero dai compiti di gregario di Nibali. E poi gli spagnoli, da Eric Mas e Mighel Angel Lopez (già al Tour) a Marc Soler, passando per Alejandro Valverde. L’Italia del pedale tiferà anche per le volate di Matteo Trentin, nella corsa a tappe che in tanti scelgono per prepararsi al Mondiale.

Intanto ha preso il via con la Milano-Sanremo la stagione delle classiche Monumento. Ed è iniziata con una sorpresa, il successo del 28enne fiammingo Jasper Stuyven, che nel finale ha sorpreso tutti i favoriti, dal connazionale Matheiu Van der Poel al francese campione del mondo Julien Alaphilippe, fino all’eclettico Wout Van Aert, terzo al traguardo. Tre grandi corridori che pochi giorni prima avevano reso unica e indimenticabile l’edizione numero 56 della Tirreno-Adriatico, corsa a tappe di una settimana sulle strade del centro Italia. E c’è da attenderli lì davanti, combattivi come sempre, anche al Giro delle Fiandre, in programma il 4 aprile a “porte chiuse”. Le strade della Ronde non saranno le stesse, senza l’allegra e colorata folla che popola i suoi “muri”, ma la speranza è che dal prossimo anno non siano più necessarie restrizioni dovute alla pandemia. Intanto, però, causa Covid potrebbe saltare o perlomeno slittare, la terza delle classiche Monumento ovvero la Parigi-Roubaix dell’11 aprile. Lo ha affermato il Prefetto dell’Alta Francia, Michel Lalande, rispondendo a una domanda nel corso di un’intervista radiofonica. Il 25 aprile si correrà, coronavirus permettendo, la Liegi-Bastogne-Liegi, quarta delle “Monuments” e la terza classica delle Ardenne dopo l’Amstel Gold Race (domenica 18) e la Freccia Vallone (mercoledì 21).

Non solo battaglie di un giorno: dal 19 al 23 aprile torna il Tour of the Alps, ultimo banco di prova prima del Giro d’Italia, con campioni come Vincenzo Nibali, Simon Yates e Thibaut Pinot all’ultima rifinitura prima dell’avventura rosa. (A. P.)

Vincenzo Nibali, vincitore del Giro d’Italia 2013 e 2016. Fra i pretendenti alla maglia rosa c’è Vincenzo Nibali della Trek-Segafredo, vincitore del Giro nel 2013 e nel 2016 e sul podio finale in altre quattro edizioni.

© William Perugini/shutterstock.com

This article is from: