FONDO ASIM - ASIMinforma #07 luglio 2020

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RIVISTA INFORMATIVA DEL

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MARCO VERZARI

06

LORENZO MATTIOLI

08

AUGUSTO MONACHESI

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PARTI SOCIALI

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MAURIZIO POZZI

21

AIRC


Rivista informativa del Fondo ASIM iscritta al tribunale di Roma al n. 148/2018 del 09/08/18

INFORMAZIONI E CONTATTI FONDO ASIM - FONDO DI ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA DEL SETTORE DELLE IMPRESE ESERCENTI SERVIZI DI PULIZIA, SERVIZI INTEGRATI/MULTISERVIZI

STRUTTURA DEL FONDO ASIM Assemblea dei soci

ANIP - Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi, Unionservizi - Confapi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti - Uil

Per qualsiasi informazione potete contattarci dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle ore 14:30 alle 16:30 ai seguenti recapiti: Indirizzo: Via dei Mille 56 – 00185 Roma

Tel: 0644341265 Fax: 0649386920

Presidente

Marco Verzari

Email: info@fondoasim.it PEC: asim@pec.fondoasim.it

Vice Presidente

Lorenzo Mattioli

Web: www.fondoasim.it

Consiglio Direttivo

Cinzia Bernardini, Giovanni Dalò, Fabrizio Ferrari, Elena Maria Vanelli, Marco Verzari, Sergio Tarabù, Lorenzo Mattioli, Barbara Fiorucci, Andrea Laguardia, Antonio Ambrosio, Nicola Antonio Ascalone, Vincenzo Elifani

Skype: fondoasim

Responsabile

Augusto Monachesi

Collegio Revisori dei Conti

Francesca Capecci (Presidente), Pietro Mastrapasqua, Giovanni Reale

Fondo ASIM

Fondo ASIM

Per le richieste di rimborso dei ticket del Servizio Sanitario Nazionale potete contattarci dal lunedì al venerdì dalle ore 10:30 alle 13:00 e dalle ore 14:00 alle 16:00 al numero 0694329170.

Le parti che hanno sottoscritto il suddetto contratto nazionale sono:

LE PRESTAZIONI DEL PIANO SANITARIO SONO GARANTITE DA:

LO STAFF DEL FONDO ASIM

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L’editoriale del Presidente

Marco Verzari

Presidente Fondo ASIM SSN E CORONAVIRUS: UN DISASTRO ANNUNCIATO L’epidemia che ha colpito il nostro Paese e il resto del mondo ha creato danni enormi, segnando uno spartiacque tra il passato e il futuro, tra la vita prima e dopo il Coronavirus.

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condotto a un disastro annunciato.

Emergenza sanitaria di proporzioni bibliche, la pandemia ha causato e sta causando il dramma di migliaia di morti in tutto il mondo.

In questo contesto caotico, pieno di incertezze e con mezzi e sistemi di sicurezza spesso inadeguati, hanno operato: medici, infermieri, operatori sanitari, personale addetto ai servizi di pulizia e sanificazione, addetti alla ristorazione, assistendo un numero di pazienti in alcuni casi impressionante.

Nel nostro Paese, dove si è manifestato colpendo generalmente ma con una più accentuata incidenza in alcune Regioni - al centro di una bulimia mediatica a tratti irrispettosa - ha anche rappresentato, purtroppo, una cartina di tornasole dello stato in cui versa il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Non ci stancheremo mai di dirlo, ma l’Italia è stata per decenni invidiata dal resto del mondo per il SSN, un sistema in grado di offrire assistenza sanitaria universale a tutti, nessuno escluso, ma che è invecchiato molto male a causa di scelte politiche molto discutibili e gestione poco oculata.

Strutture obsolete, organici ridotti all’osso, assenza di una strategia di medicina territoriale, scarsità di mezzi e dispositivi essenziali (es. ventilatori polmonari nelle terapie intensive), tutti limiti del SSN che da anni andiamo segnalando, che hanno inevitabilmente

Nel 2019 abbiamo festeggiato, doverosamente e con orgoglio, i 40 anni del SSN, che nell’ultimo decennio ha assistito a una involuzione atroce, frutto di un graduale definanziamento e di una distribuzione delle responsabilità tra Stato centrale e Regioni alquanto stridente.

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L’editoriale del Presidente

Sì, perché la definizione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) avviene a livello centrale, ma a garantire questi servizi sono le Regioni e le strutture sanitarie locali, che dipendono però da un sistema di finanziamento non lineare, tale da generare non poche iniquità e, come diretta conseguenza, da far lievitare la spesa sanitaria out of pocket. Quanto sopra è aggravato ancor di più dal fatto stesso che i LEA, spesso, non hanno compiutamente seguito quella naturale correlazione e riqualificazione rispetto alla dinamica dell’ageing del nostro Paese, prevedendo, concretamente dunque, i necessari aggiornamenti e adeguamenti delle prestazioni essenziali da assicurare. Solo negli ultimi mesi, anche pre-Covid-19, bisogna ammetterlo, abbiamo assistito a una lieve, ma innegabile, inversione di tendenza, con l’aumento dei finanziamenti e progetti di riorganizzazione strutturale che definire necessari è un pallido eufemismo. A tutto questo hanno fatto seguito le misure annunciate dal Ministro Speranza in occasione della presentazione del Decreto Rilancio, pari a 3.250 milioni di euro da destinare al SSN. Nel leggere l’elenco delle misure previste ci si rende conto che l’azione di governo è finalizzata a coprire, almeno in parte, proprio quei buchi che hanno contribuito a produrre il disastro a cui abbiamo fatto riferimento prima e a cui tutti hanno assistito. Più soldi per nuove assunzioni, potenziamento della medicina territoriale, attraverso la creazione di 9.600 posti di lavoro per infermieri di comunità, e il finanziamento dei servizi domiciliari - dei quali abbiamo urgentemente bisogno essendo un Paese che, come abbiamo detto, invecchia e in cui la percentuale dei soggetti affetti da malattie croniche aumenta a dismisura ogni anno - la creazione di nuovi posti di terapia intensiva. La strada intrapresa appare sicuramente quella giusta, anche se ancora molto deficitaria, ma in questo

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momento la priorità è rinforzare il SSN finalizzando i provvedimenti strutturali necessari a sostenerlo nel carico ordinario e straordinario di interventi al quale è, e potrebbe essere, sottoposto, qualora dovesse esserci un ritorno dell’epidemia nel prossimo autunno. In questo contesto risulta altresì di fondamentale importanza anche il ruolo che può e deve sostenere l’Assistenza Sanitaria Integrativa che per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, soprattutto poveri e con redditi esigui, già oggi risulta una risorsa essenziale. Non possiamo più permetterci errori, altrimenti il disastro sarà inenarrabile. In questi mesi abbiamo vissuto in un contesto di incertezze tra paure, tensioni, emozioni che in ogni momento delle giornate traevano sintesi nelle immagini o notizie drammatiche che ci ha mostrato questa pandemia. Una tragedia di queste dimensioni deve farci tutti riflettere ma non voglio certamente usare frasi retoriche ricordando le immagini tristi viste in questo dramma. Mi ha colpito invece in modo particolare una delle tante situazioni vissute e raccontate nei momenti più difficili affrontati durante la pandemia. Quando ho sentito le parole di medici che a causa del numero impressionante di pazienti da assistere e della gravissima carenza di spazi, di personale e di strumenti, si sono sentiti addosso il rischio reale di trovarsi nella possibile, disumana, condizione di dover scegliere a chi dare la possibilità di vivere e a chi negarla. Ebbene io credo che per ogni individuo la tutela della salute, del lavoro e della sicurezza siano beni incommensurabili da garantire e tutelare in quel patrimonio complessivo di beni che costituisce la dignità.

Non c’è progresso senza dignità.


ASIM INFORMA Trimestrale informativo del Fondo ASIM

RUBRICHE MARCO VERZARI 03

SEDE Via dei Mille, 56 00185 Roma Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 asiminforma@fondoasim.it

L’editoriale del Presidente

LORENZO MATTIOLI 06 La Parola alle Imprese

AUGUSTO MONACHESI 08

DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Sava

Il secondo pilastro sociosanitario

PARTI SOCIALI

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MAURIZIO POZZI

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Avviso Comune

L’intervento

AIRC

News dalla ricerca

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COORDINAMENTO EDITORIALE Augusto Monachesi Simone Carusi

TEST SIEROLOGICO QUANTITATIVO IGG - IGM: LA NUOVA PRESTAZIONE DEL FONDO ASIM

COSA PREVEDE IL DECRETO RILANCIO PER IL SSN ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 24

REDAZIONE Fondo ASIM e Open-Box S.r.l. EDITORE Fondo ASIM Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti delle imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi Via dei Mille, 56 00185 Roma C.F. 97776290583 Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 www.fondoasim.it info@fondoasim.it PROGETTO GRAFICO E FOTO Open-Box S.r.l. Sesta Strada Poggilupi, 343 52028 Terranuova Bracciolini (AR) www.open-box.it STAMPA Litograf Editor S.r.l. Via Carlo Marx, 10 06011 Città di Castello (PG) www.litografeditor.it Iscritto al tribunale di Roma al n. 148/2018 del 09/08/2018

I DATI ISTAT SULLA MORTALITÀ NEL PRIMO TRIMESTRE 2020 •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 27

Questo numero è stato chiuso in redazione in data 17 luglio 2020

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La Parola alle Imprese

LA PAROLA ALLE IMPRESE Sanificazione, la pandemia ha fatto evolvere i servizi: non siamo solo una commodity. Ora più consapevolezza, ma c’è ancora tanta strada da fare

Il comparto dei Servizi industriali integrati in Italia è oggi più che mai attivo e importante per il Paese. La ripresa economica dopo la fase di emergenza, è legata in maniera indissolubile all’attività di sanificazione professionale che le nostre imprese assicurano in ogni ambiente di lavoro e in tutti gli spazi in cui un elevato rischio infettivo richiede attività specifiche anche più volte al giorno. Le aziende dei Servizi hanno lavorato incessantemente durante l’emergenza, ottenendo plausi e riconoscimenti che dovranno tradursi in un

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Lorenzo Mattioli

Vice Presidente Fondo ASIM e Presidente ANIP-Confindustria


La Parola alle Imprese

cambio di passo da parte delle istituzioni ma anche da parte delle imprese stesse, che al ruolo di baluardo della salute pubblica, devono aggiungere quello di tutelare la trasparenza, il lavoro, il merito. È chiaro come, ormai, non possiamo essere più considerati una commodity, ma c’è ancora tanta strada da fare. Durante il lockdown le nostre aziende e i nostri addetti hanno garantito pulizia, igiene e sanificazione in contesti ad alto rischio infettivo e fondamentali per la ripresa del Paese (ospedali, fabbriche, mezzi e spazi pubblici, luoghi di lavoro) con la conseguenza di un sensibile incremento delle attività dedicate proprio alla sanificazione. Un “super lavoro” che si tradurrà, in prospettiva, in una ulteriore crescita per il settore in termini di occupati. Abbiamo registrato, dal nostro osservatorio associativo per mezzo del Contact center dedicato, un interesse crescente da parte di soggetti imprenditoriali che vorrebbero cimentarsi nel settore che ha certamente bisogno di regole più stringenti per garantire servizi professionali e la sicurezza di lavoratori e committenti. Il rischio del far west è dietro l’angolo, e lo abbiamo più volte denunciato pubblicamente. Per questo, con l’intento di garantire tutti i soggetti direttamente interessati, pensiamo al nostro Fondo sanitario come agli enti bilaterali, abbiamo redatto un vero e proprio manuale di impronta tecnico-scientifica, che costituirà una vera a propria pietra miliare per il comparto. Grazie all’incessante lavoro della nostra task force, tutti avranno accesso alle best practice di carattere operativo sulla sanificazione, alle novità giuridiche e fiscali che saranno sempre aggiornate, proprio per valorizzare e creare finalmente una cornice forte che possa evitare il più possibile l’anarchia del mercato. Quello che si deve perseguire, oltre alla corretta applicazione dei protocolli di sanificazione, è soprattutto la tutela di lavoro e lavoratori, cui devono essere applicati contratti di settore grazie ai quali ogni singolo addetto può essere correttamente soddisfatto anche a fronte dei nuovi rischi professionali che il Covid-19 ha portato in dote. Su questo ultimo punto, certamente il ruolo delle imprese è stato fondamentale nel far sentire al Governo la necessità di trovare una

strada corretta proprio sulle tutele da attivare con l’accresciuto rischio per i lavoratori, determinato proprio dalla Pandemia. L’applicazione delle prime indicazioni dell’Inail avrebbe avuto effetti nefasti sul comparto, e sull’intera economia, addossando alle imprese una responsabilità indiscriminata per eventuali “infortuni”. Oggi le cose sono cambiate, ma restiamo vigili per evitare storture. Il mondo dei Servizi, durante l’emergenza che - dobbiamo però rilevare - non è ancora alle nostre spalle, ha decisamente acquisito consapevolezze di sé e della propria valenza economica e sociale. A livello istituzionale, purtroppo, siamo solo ai “riconoscimenti” morali. Se da un lato ci ha inorgoglito l’onorificenza che il presidente Mattarella ha riconosciuto a un’addetta delle pulizie che, tra l’altro, è un’iscritta al Fondo ASIM dipendente di una grande azienda, dall’altro ci preoccupa come il Governo non stia prendendo in giusta considerazione che ci sono oltre due miliardi di metri quadri di superfici non residenziali da sanificare, e la misura del credito d’imposta non basta, andrebbe quanto meno prolungata negli anni. Ci preoccupa, poi, il caos che aspetta le nostre scuole a settembre viste le scelte che a livello statale sono state intraprese per la gestione dei servizi di pulizia. Rischi che avevamo sottolineato, ma che non hanno trovato ascolto. Ma i Servizi non si fermano: per essere sempre più presenti e dialogare con Paese e istituzioni. Insomma, le chiavi per il benessere del nostro Paese. La Pandemia ci ha costretto a rivedere ogni attività in funzione dell’emergenza, accadimento di portata storica con il quale faremo i conti ancora per molti mesi, almeno sino a quando non verranno messi a punto cure e vaccini affidabili. Sino a quel momento dovremo essere vigili e attenti, saper accogliere ogni cambiamento con flessibilità e intelligenza, consapevoli che la famiglia dei Servizi è la prima “arma” contro la Pandemia e che la sanificazione è diventata un’attività economica oltre che un habitus mentale dal quale non si può prescindere.

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Il secondo pilastro sociosanitario

con il welfare contrattuale IL SECONDO PILASTRO SOCIOSANITARIO Come è cambiato il fondo sanitario integrativo ai tempi del COVID-19

Era il 23 marzo quando, redigendo il mio intervento sul VI numero di ASIM Informa, rilevavo come la struttura del Fondo avesse intrapreso quelle modalità operative che le potevano garantire da un lato la messa in sicurezza del personale stesso e, dall’altro, di non sospendere neanche per un momento la consueta propensione al supporto ai lavoratori iscritti e alle imprese aderenti. Le nostre funzioni di call center, di gestione della contribuzione e delle coperture ai lavoratori, le attività in autogestione e di team management le ho descritte nei giorni più bui dell’emergenza sanitaria. Con il mese di giugno ormai alle spalle e, quindi, dopo

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Augusto Monachesi

Responsabile Fondo ASIM


Il secondo pilastro sociosanitario

oltre 120 giorni di operatività in “smart working”, la nuova organizzazione ha continuato a fornire risultati eccellenti in termini di performance e di commitment, dovrei dire dedizione, da parte di tutto il team. Ma come è veramente cambiato il modo di operare di un fondo sanitario integrativo come Fondo ASIM? Cosa ci ha insegnato il periodo emergenziale sull’operatività gestionale? Quali soluzioni di queste nuove modalità operative sarebbe il caso di non disperdere anche quando, auspicabilmente presto, si potrà tornare a una forma di normalità “pre-Covid-19”? Uno dei punti di forza (uno dei più rilevanti) che Fondo ASIM ha saputo esprimere è stato quello della continuità; una continuità non esclusivamente operativa. Il processo decisionale, guidato dalla Presidenza, ha saputo imprimere le necessarie determine in tempi rapidi senza intaccare minimamente la pluralità, o meglio la bilateralità, delle partecipazioni alle decisioni. Tre Consigli Direttivi e tre Assemblee dei Soci si

Operatore di riferimento

F24 €

Uniemens €

# F24

# Uniemens

# medio Aziende

sono succeduti con successo registrando un livello di partecipazione quasi totale. Le modalità utilizzate sono state quelle dei sistemi di videoconferenza (mai utilizzati al Fondo ASIM in precedenza) e hanno consentito di condividere il processo decisionale in rispetto di tutte le prerogative regolamentari e statutarie; il bilancio consuntivo 2019 è stato redatto e approvato dal Consiglio Direttivo e dall’Assemblea dei Soci solo con qualche settimana di ritardo rispetto ai termini ordinari (non a caso il Governo ha concesso proroghe molto più lunghe a tutti i tipi di aziende/ imprese) e, nella Relazione sulla Gestione, risulta essere ancora più ricco di informazioni e dati rispetto alle versioni degli anni precedenti. Un documento di una ricchezza rara che può sicuramente essere letto come racconto di un’esperienza di successo in un anno da record dove il numero di prestazioni ha subito un incremento del 48,1% e, al contempo, gli oneri della gestione caratteristica sono diminuiti del 1,25% a tutto vantaggio dell’avanzo di gestione che andrà a patrimonializzare il Fondo per affrontare gli anni e gli sviluppi futuri con le spalle sempre più forti.

gg Medi Nr° Riconciliazione Aziende

# Anagr. Lav.

# Anagr. Lav. # Pagato (in copert) Prestazioni +Riservato

Loss Ratio

Jul. 19

1.118.308

2.922

1.181.696

257.917

2.462

23,35

2.463

323.316

218.463

5.407

380.869

47,65

Aug. 19

1.082.032

2.907

1.114.360

258.260

2.445

20,76

2.447

327.593

219.709

3.377

235.818

29,33

Sep. 19

1.076.372

2.835

1.136.201

258.709

2.464

23,60

2.466

328.763

220.884

5.687

396.159

49,02

Oct. 19

1.071.497

2.806

1.141.561

255.180

2.443

21,11

2.510

333.084

213.957

7.884

545.476

83,62

Nov. 19

1.075.390

2.766

1.147.879

240.184

2.413

17,31

2.484

335.838

216.542

6.955

455.913

69,05

Dec. 19

1.066.133

2.729

1.145.751

244.855

2.364

15,32

2.437

338.438

219.734

5.275

330.952

49,40

Jan. 20

1.066.194

2.704

1.145.782

247.696

2.338

11,73

2.416

341.819

214.889

6.319

472.745

72,13

Feb. 20

1.095.652

2.245

1.194.029

251.160

2.344

16,29

2.420

342.344

223.972

6.044

471.710

69,05

Mar. 20

994.721

2.354

1.164.403

228.968

1.767

15,30

1.826

342.360

221.515

1.963

142.065

21,03

Apr. 20

992.731

2.328

1.858.308

200.696

1.949

3,80

2.014

342.223

227.451

May 20

1.022.926

2.517

440.701

54.479

2.045

4,52

2.115

342.265

230.489

1.069.652

1

43.802

2.358

342.202

230.443

Jun. 20 TOTAL

12.731.607 29.114 12.714.475 2.498.104

2.275 AVG 15,74

TBD 48.945 3.432.589

40,35

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Il secondo pilastro sociosanitario

Un segnale di vicinanza fortissimo ai lavoratori e alle imprese del Settore è stato anche quello di gestire la contribuzione che fosse venuta a mancare per le dilazioni di versamento dei tributi concessi dal Governo e per quelle relative ai lavoratori che fossero venuti a trovarsi in cassa integrazione a zero ore. Un altro altrettanto importante punto di forza è stato quello del confronto aperto e trasparente con il gestore assicurativo con il quale, solo qualche ora dopo la dichiarazione dello stato pandemico da parte delle autorità sanitarie internazionali e nazionali, abbiamo aperto un tavolo che ci ha portato dapprima alla cancellazione delle clausole standard di esclusione (pandemie) presenti nel contratto assicurativo e poi ad ampliarlo con prestazioni che includono sia tre diversi tipi di rette di degenze, che un protocollo che parte dall’indagine sierologica ai tamponi senza alcun aggravio del premio assicurativo concordato. Abbiamo offerto così alle imprese e ai lavoratori un pacchetto che consente una rilevazione dello stato di

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coinvolgimento nella pandemia per una platea molto vasta di nostri iscritti che, lo ricordiamo ancora una volta orgogliosamente, spesso operano in stretta vicinanza con i più esposti siti sanitari al fianco di quegli operatori che, dal primo giorno, sono in prima linea per affrontare e ridurre gli impatti disastrosi che questo virus ha avuto e sta ancora avendo nel Paese. Tutto questo è stato possibile grazie alla possibilità di monitorare costantemente anche l’andamento del numero delle prestazioni che, inevitabilmente, si andava riducendo giorno per giorno a causa del lockdown e, comunque, della ridottissima propensione delle persone ad accedere alle strutture sanitarie se non per gravi e inderogabili esigenze di cura. Ancora una volta il nostro sistema di business intelligence si fa apprezzare per essere un punto di forza determinate. Giorno per giorno abbiamo potuto seguire l’andamento delle richieste di rimborso dei ticket del SSN che, al momento, rivestono l’unica forma di completa autogestione.


Il secondo pilastro sociosanitario

Numero prestazioni da SSN Not Available

5.137

Altre

155

Anestesia/Analgesia

15

Cardiologia

432

Chirurgia generale

215

Chirurgia plastica

43

Chirurgia vascolare

41

Dermatologia/Allergologia

330

Diagnostica per immagini

2.439

Endocrinologia Gastroenterologia Laboratorio

201 220 16.178

Medicina fisica e riabilitazione

129

Nefrologia

25

Neourochirurgia

11

Neorologia

183

Oculistica

304

Odontostomatologia

22

Oncologia

11

Ortopedia

499

Ostetricia e ginecologia

172

Otorinolaringoiatria

244

Pneumologia

105

Psichiatria

14

Psichiatria/Psicologia - Psicoterapia

4

Radioterapia

9

Urologia

77

Grand Total

Abbiamo potuto attivare misure operative e organizzative tali che ci hanno portato a ridurre a 11,3 giorni i tempi di lavorazione e di rimborso medio nel

27.215

mese di giugno. Abbiamo attivato un nuovo processo “premianteâ€? attraverso il Portale LEO che, agli iscritti piĂš abili nel completare tutte le informazioni di dettaglio

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Il secondo pilastro sociosanitario

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a noi utili per le statistiche - riducendo quindi ai meri controlli il nostro operato - di ottenere rimborsi entro i tre giorni dal loro caricamento. In sintesi: sappiamo con esattezza che mediamente i nostri iscritti fanno trascorrere 33 giorni dal momento dell’effettuazione della prestazione sanitaria a quello del caricamento della richiesta di rimborso del ticket mentre noi, al

più tardi, rimborsiamo in 12 giorni (se non in 3 per le pratiche complete). Queste modalità di analisi ci stanno aiutando anche a pianificare l’inevitabile picco di attività che si sta per generare a causa della ripresa delle attività presso i centri medici del SSN e i rispettivi con loro convenzionati.

Un’esperienza professionale che, seppure attivata a causa di un evento drammatico per tutti, ci lascia alcuni segnali importanti: il Fondo ASIM ha una struttura operativa solida, pronta ormai a recepire ulteriori sfide e occasioni di crescita; il sistema informativo/co che negli ultimi anni è stato costruito è flessibile in rispetto alla possibilità di indirizzare flussi di attività tra un operatore/trice a un altro/a e nel contempo è solido, dovrei dire granitico, nell’applicazione dei più efficaci

presidi per i controlli operativi e di risk management. Il Team di Fondo ASIM, infine, ha dimostrato di saper essere squadra compatta e determinata anche operando a distanza e lontano dai confortevoli uffici di Via dei Mille a Roma. Questa esperienza, ci ha dato una ulteriore consapevolezza dei nostri mezzi che non credo sia opportuno dimenticare presto anche se, tutti noi, auspichiamo di sentirci nuovamente liberi di stare vicini, veramente.


Avviso Comune

LA GESTIONE DELL’EMERGENZA COVID-19 E LE MODALITÀ DI RIPARTENZA PER LE IMPRESE DEL SETTORE PULIZIE E SANIFICAZIONE

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Avviso Comune

ANIP CONFINDUSTRIA, LEGACOOP PRODUZIONE E SERVIZI, CONFCOOPERATIVE LAVORO E SERVIZI, AGCI SERVIZI, UNIONSERVIZI CONFAPI e FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTRASPORTI A partire dal 20 aprile 2020 si sono incontrate in videoconferenza per esaminare la situazione del settore delle Pulizie, Servizi Integrati e Multiservizi, nel contesto della gravissima crisi causata dall’epidemia COVID-19, per analizzare altresì, gli effetti che si potranno determinare nello stesso, nel perdurare delle misure di contenimento e prevenzione della diffusione del COVID-19. Il contesto inedito e imprevedibile sottopone, il settore delle Pulizie/Multiservizi ad una dura prova di resistenza ed al contempo prefigura chiaramente la necessità che diventi di interesse strategico per il nostro Paese. La sospensione e riduzione delle attività di molti settori economici ha avuto come conseguenza anche l’interrompersi dei servizi connessi, come ad esempio le pulizie di uffici e siti industriali, con la conseguente attivazione di strumenti di ammortizzazione sociale per molti lavoratori e, in alcuni casi, mettendo a rischio il possibile futuro delle imprese, la cui capacità di essere fattore tanto di propulsione economica quanto di coesione sociale rappresenta un patrimonio comune da tutelare. Allo stesso tempo, sin dai primi giorni dell’emergenza, il settore è in prima linea nella battaglia contro l’emergenza da Coronavirus. La pulizia e sanificazione dei luoghi chiusi, uffici pubblici, supermercati e, in modo particolare, negli ospedali e nelle attività socio sanitarie e socio assistenziali, da attività normale è diventata indispensabile per arginare il contagio e sarà ineludibile per garantire la sicurezza della ripresa di qualsiasi attività produttiva, così come stabilito dai Protocolli sottoscritti dalle Parti Sociali in data 14 marzo 2020 e 24 aprile 2020, recanti le misure concordemente ritenute, al contempo, necessarie per la sicurezza e prevenzione delle lavoratrici e dei lavoratori all’interno dei luoghi di lavoro.

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Le imprese e le cooperative del settore e le lavoratrici e i lavoratori del settore, hanno messo immediatamente a disposizione del Paese e del sistema sanitario pubblico, impegno, professionalità, competenza e innovazione, lavorando al fianco delle pubbliche amministrazioni e in modo particolare del sistema sanitario, con la necessaria flessibilità e capacità di rapido adattamento in diversi ambiti e contesti. Non solo come semplici esecutori di un servizio, ma come veri e propri partner del sistema sanitario nazionale in nome della salute e sicurezza generale. Attività riconosciuta dai molteplici atti di solidarietà e riconoscimento nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. Malgrado questo, tutt’ora riscontriamo l’assenza di una adeguata attenzione per questo settore, da parte delle istituzioni, della politica e della pubblica amministrazione in generale. Infatti, nei necessari interventi a sostegno, viene spesso dimenticato e/o relegato, nonostante il numero elevato degli addetti e l’impatto sul PIL, a settore marginale rispetto ad altre attività economiche. Esempio evidente e grave, è costituito dalla situazione inaccettabile creatasi - con le enormi difficoltà, a cui sono state sottoposte le aziende del settore - per il reperimento dei DPI, che, di fatto, ha messo e continua a mettere in secondo piano i lavoratori delle pulizie, e della sanificazione rispetto ad altri, malgrado spesso si trovino ad operare nello stesso contesto, sullo stesso fronte e con i medesimi rischi. In particolare poi, il perdurare delle difficoltà a rendere disponibili i DPI per i lavoratori del settore, soprattutto nel comparto ospedaliero/socio sanitario/socio assistenziale, crea di fatto una gravissima e pericolosa discriminazione tra lavoratori, che malgrado lavorino al fianco di medici e infermieri e nei medesimi ambienti a rischio, spesso si vedono privati degli strumenti diventati indispensabili per lavorare in sicurezza, mettendo a rischio la prosecuzione del servizio. L’aver di fatto attribuito la responsabilità del reperimento di DPI alla sola iniziativa delle imprese di pulizia e sanificazione rappresenta una grave mancanza che ha determinato, tra le altre cose, anche inevitabili tensioni nel comparto. Come più volte dichiarato dal Governo, riportato nei


Avviso Comune

Protocolli sottoscritti tra le Parti del 14 marzo e del 24 aprile 2020 e come avvalorato anche nei dispositivi governativi inerenti la c.d. Fase 2, le pulizie e le sanificazioni sono un perno su cui innescare i processi di ripartenza delle imprese e attività e, conseguentemente, dell’economia. Sanificare i luoghi dove si vive e si lavora rientra nelle attività primarie ed indispensabili. Nei prossimi mesi l’attività di sanificazione diventerà imprescindibile per la ripartenza di ogni comparto e settore produttivo. Pulizie e sanificazione sono destinate a svolgere un ruolo strategico ed una funzione di interesse collettivo per il nostro Paese, per questo è necessario riconoscerne fattivamente il valore.

Appare necessario che le istituzioni e i decisori pubblici, acquisiscano piena consapevolezza del settore e del ruolo dell’operatore economico privato, quale soggetto fondamentale e non ulteriormente comprimibile per la crescita del tessuto economico, nonché della coesione sociale dei territori in cui le imprese e le cooperative operano, secondo un modello rispettoso dei principi di sussidiarietà orizzontale.

Per le gare di affidamento delle attività di sanificazione, è necessaria una selezione delle imprese e delle cooperative, sia nel pubblico che nel privato, attraverso criteri che privilegino gli elementi di competenza e affidabilità aziendale e di qualità nell’erogazione del servizio, perché le attività di sanificazioni sono ad alto contenuto professionale ed in virtù dell’importanza strategica è necessario contrastare l’ingresso sul mercato di aziende che, approfittando dell’emergenza, promuovono servizi non all’altezza della situazione. Nella corretta applicazione del CCNL di settore sottoscritto dalle Associazioni Datoriali e Sindacali comparativamente

rappresentative

sul

piano

nazionale, delle norme del diritto del lavoro e della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per le lavoratrici e lavoratori, assicurando i prescritti livelli di sicurezza e salubrità degli ambienti per gli

Questa nuova consapevolezza che coinvolge imprese e lavoratrici e lavoratori, deve trovare il giusto riconoscimento.

utenti, agevolare investimenti in coerenza con il

Per questi motivi le parti chiedono:

e privato, nell’affermazione di un sistema di Public

principio di sussidiarietà orizzontale ed in coerenza con le migliori pratiche di partenariato tra pubblico Procurement coerente con una visione di sviluppo

Di dare attuazione a quanto stabilito nella

del Paese moderna ed inclusiva e, dunque orientato

Dichiarazione Congiunta di recente condivisa dalle

a determinare una domanda pubblica qualificata,

Associazioni Datoriali e Sindacali Europee in ambito

veloce, efficiente, flessibile e strategicamente

comunitario, attraverso il riconoscimento delle

finalizzata a selezionare e qualificare le offerte

attività di cleaning, igienizzazione e sanificazione

premiando competenza, e capacità ed esigenze

come attività strategiche e cruciali e, come tali,

sociali,

meritevoli di speciale considerazione da parte dei Governi di tutti gli Stati membri. •

Sostegno a processi di innovazione e ricerca delle imprese e cooperative, percorsi di formazione specifica rispetto ai comparti di intervento del personale impegnato nelle sanificazioni e pulizie.

garantendo

gli

operatori

economici

all’interno del processo competitivo. •

La realizzazione di un mercato degli appalti pubblici per il settore capace di modulare domanda ed offerta alle diverse, molteplici esigenze e di assolvere al duplice scopo di creare servizi di pulizia e sanificazione adeguati alle mutate esigenze del

15


Avviso Comune

Paese ed essere, al contempo, strumento per

indiscriminati della spesa pubblica destinata ai

valorizzare il lavoro, assicurare migliori condizioni

servizi di pulizia e sanificazione e quindi delle

economiche e normative per le lavoratrici e

gare affidate nei fatti al massimo ribasso che, alla

lavoratori, costituire un concreto volano di sviluppo

luce del contesto attuale, diventa un metodo di

e nuova occupazione di qualità, con particolare

selezione delle offerte sbagliato e anche pericoloso

riferimento alla formazione di nuove abilità e

per la salute e sicurezza della popolazione, in favore

qualificazioni per i lavoratori dipendenti delle

di procedure di aggiudicazione che restituiscano

imprese e delle cooperative del settore.

centralità alle componenti di valutazione qualitativa

La realizzazione conseguente di un sistema

dell’offerta, in coerenza con i principi europei di c.d.

di affidamenti capace – attraverso la piena

“procurement strategico”, così come risultanti dalla

utilizzazione delle potenzialità del diritto europeo

comunicazione della Commissione del 2011, come

e delle normative italiane degli appalti pubblici e

ripresi dall’art. 30 del Codice degli Appalti Pubblici

delle concessioni (soprattutto con riguardo alla

D.Lgs. 50/2016.

definizione dei criteri di aggiudicazione dell’offerta

attraverso un aggiornamento della normativa di

alle esperienze professionali ed alla qualificazione

riferimento, la Legge 82/94.

16

Fino al termine della fase di emergenza e per un arco

quantità e qualità del lavoro, al riconoscimento

temporale coerente con le previsioni di completa

della contrattazione collettiva) – di giungere alla

ripartenza dei vari ambiti di attività, proroga e

massimizzazione delle risorse economiche a

potenziamento degli ammortizzatori sociali, con

disposizione, in termini di creazione di lavoro e

rifinanziamento delle misure, con tempi di erogazione

servizi erogati.

rapidi, per il sostegno economico delle imprese e

Di contrastare ogni fenomeno di dumping e dare

cooperative in sofferenza e delle lavoratrici e dei

attuazione nell’ambito degli affidamenti di cui

lavoratori coinvolti, i cui posti di lavoro debbono

sopra - da effettuarsi esclusivamente con il criterio

essere salvaguardati quale componente primaria

dell’offerta economicamente più vantaggiosa -

di “valore” delle imprese del settore, soprattutto

alle pertinenti previsioni contenute nel contratto

all’interno di un modello di “procurement pubblico”,

collettivo di settore “CCNL per il personale

centrato sulla valorizzazione della qualità dell’offerta

dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia

che postula necessariamente anche la qualità

e servizi integrati/multiservizi”, quale contrattazione

dell’occupazione.

di primo livello di esclusivo riferimento, anche per

Valorizzazione e qualificazione del settore anche

economicamente più vantaggiosa in relazione del personale dipendente, al mantenimento della

Per consentire una ripresa delle attività economiche

la gestione dei rapporti con i lavoratori interessati e

in sicurezza, attivare screening immunologici per i

al rispetto delle tabelle di costo orario emanate dal

lavoratori del settore che operano nelle strutture

Ministero del Lavoro.

sanitarie, nonché per lavoratori occupati in appalti

Superamento del metodo (della pratica) dei tagli

presso attività sottoposte, da disposizioni nazionali


Avviso Comune

e/o regionali a medesimi accertamenti diagnostici. Per il personale occupato nelle strutture socio sanitarie e socio assistenziali, assicurare la fornitura in via prioritaria dei dispositivi di protezione individuale e degli altri dispositivi di sicurezza, al pari di quanto già normativamente previsto per gli operatori medici e infermieristici (cfr. art. 5, comma 5, DL 18/2020). Le parti si stanno impegnando di comune accordo, ad utilizzare gli enti bilaterali del settore, ASIM e ONBSI, attivando tutti gli strumenti possibili per sostenere il settore attraverso le risorse disponibili, con l’ampliamento dei piani sanitari, con l’individuazione di strumenti di sostegno e con un’ampia campagna di comunicazione per valorizzare e sostenere il settore. Il Presidente ANIP-Confindustria

Le parti convengono che il contesto sopradescritto costituisca un fattore importante da considerare nel confronto sul rinnovo del CCNL di comparto. In comune accordo hanno fissato il calendario della ripresa del tavolo di confronto sul CCNL a partire dal 23 Giugno e nelle successive date del 30 giugno e 7 luglio prossimi, con la volontà di definire intese volte alla sottoscrizione dell’accordo di rinnovo. Ciò al proficuo scopo di dare alle parti stesse - che hanno continuato, nel rispetto dei rispettivi ruoli, a dimostrare forte senso di responsabilità anche in questa fase di grande emergenza che il comparto del Facility Management sta attraversando - regole improntate a certezza, stabilità, innovazione, efficienza e competitività, a beneficio dell’intero comparto e delle lavoratrici e lavoratori addetti. Roma, lì 23 giugno 2020

Il Presidente CONFCOOPERATIVE LAVORO E SERVIZI

Il Presidente UNIONSERVIZI CONFAPI

FILCAMS CGIL

Il Direttore Legacoop Produzione e Servizi

AGCI SERVIZI

FISASCAT CISL

UILTRASPORTI

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L’intervento

L’INTERVENTO La Salute: diritto e conquista inalienabile

La grande tragedia di questi mesi, il Covid-19, con i decessi e la crisi economica che ha procurato, comporta un serio dibattitto sulla importanza della salute e dei sistemi che la tutelano. Infatti le considerazioni e i provvedimenti sono stati molteplici. Molte anche le norme, nazionali e regionali, in fase di elaborazione: posti letto in cure intensive, reparti Covid e non-Covid, posti letto in cure intermedie, gestione delle RSA, cure territoriali, impegno per un vaccino efficace e altre ancora. L’emergenza comporta decisioni rapide ed è indispensabile che vengano assunte, anche con il rischio di errori; la controprova non esiste mai, ma

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Dr. Maurizio Pozzi

anni 66, Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Medicina Interna e in Idrologia Medica. MMG convenzionato operante nell’ASL Toscana Sud Est, dove ricopre anche la carica di Coordinatore di AFT. Presidente di Coop Medici 2000 con duecento medici soci attivi in Provincia di Siena. Presidente Nazionale dell’area Sanicoop di Legacoop che associa le coop di operatori sanitari, in particolare quelle costituite da Medici di Medicina Generale


L’intervento

è certo che le mancate decisioni urgenti in questo ambito sono il principale degli errori. È saggio invece che oltre l’emergenza le decisioni vengano assunte sulla base di considerazioni il più possibile organiche e coordinate. E qui a mio parere sta il rischio della fase post emergenza: il rischio che provvedimenti strutturali vengano assunti con la logica della frettolosità. Vale la pena di richiamare l’art. 32 della nostra Costituzione che tutela la salute dell’individuo. Nella vita della Repubblica si è dato risposta organica nel 1978 con la Riforma Sanitaria che ha riconosciuto il diritto universale alla cura, prevenzione, riabilitazione di ogni cittadino: una riforma di grande contenuto che ha prodotto il Sistema Sanitario Nazionale. A oltre 40 anni dalla sua istituzione, già in epoca ante-Covid era aperto il dibattito sulla necessità di un suo adeguamento: mantenere il diritto universale alla salute, garantire la sostenibilità di fronte ai nuovi bisogni quali cronicità, innovazione tecnologica, evoluzione scientifica ai quali si è prepotentemente aggiunto il rischio di nuove devastanti malattie infettive. Un possente cambiamento, non previsto e non considerato nel dibattito e nella fase di emanazione della Riforma Sanitaria. Un possente cambiamento che ha profondamente modificato anche i profili professionali degli operatori sanitari. Un possente cambiamento che ha determinato una ridefinizione del ruolo degli ospedali e una grande crescita di posti letto per le cure e assistenze residenziali per malati cronici e complessi. Infine, a questo aumento dei bisogni sanitari e dei conseguenti costi, si è aggiunta una crisi di crescita economica che ha reso più difficile la sostenibilità. Come garantire oggi l’applicazione dell’art. 32 della Carta Costituzionale? Come renderlo più efficace? Garantire il diritto universale alla salute certamente: diritto e conquista inalienabile. Per questo mettere concretamente il paziente al centro delle iniziative legislative, normative e organizzative. Di tutte le norme, di tutte le forme di finanziamento, di tutte le possibili offerte di servizio. Una questione che va oltre la difesa del Sistema Sanitario Nazionale: questo è indispensabile, una

conquista che in molti Paesi, anche evoluti, ancora non hanno. Tuttavia esso non è l’obiettivo, esso è uno strumento (ancorché il principale) per garantire il diritto. Se è chiaro questo concetto ne deriva immediatamente un secondo: che altri strumenti possono essere utili al raggiungimento dell’obiettivo della salute individuale e collettiva. Divengono poi necessari quando le risorse messe a disposizione tramite la fiscalità generale non sono illimitate e quando altri strumenti contribuiscono tramite la responsabilizzazione-partecipazione del cittadino al perseguimento della sua salute individuale e anche alla crescita della salute collettiva. Dovendo fare paragoni con altri settori del Welfare si può constatare come in parallelo alla scelta pubblica si sono sviluppati sistemi integrativi in tutto il mondo occidentale: in ambito previdenziale, nel sistema scolastico e della formazione, nel sistema dei trasporti, nelle telecomunicazioni. Allora il dibattito della fase post emergenza del Covid-19 ha la necessità di ricomprendere, valutare tutti questi aspetti. Ne consegue che ogni forma di partecipazione alla costruzione della salute può essere utile e conseguentemente vada correttamente valutata. Lo Stato ha già dato vita alla costituzione dei fondi integrativi contrattuali, alla rivalutazione delle Società di Mutuo Soccorso, alla defiscalizzazione delle spese sostenute per la salute. Un patrimonio notevole, un patrimonio che non può essere lasciato alla gestione occasionale, un patrimonio che in coerenza con l’art. 32 della nostra Carta deve essere pensato e gestito in modo coordinato con l’asse principale del Sistema Sanitario Nazionale e adeguatamente integrato con lo stesso. Per tornare al cittadino-paziente e al suo diritto individuale e collettivo alla salute, al suo essere al centro di tutti i sistemi, credo che vada pensato e attuato un effettivo coordinamento sia nel campo della raccolta di risorse che in quello dell’offerta dei servizi. Nel campo della raccolta i LEA garantiti dal Sistema Sanitario Pubblico è logico che siano integrati con le garanzie offerte da altri strumenti (quelli sopra richiamati).

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L’intervento

Nel campo dell’offerta è logico che a ogni cittadinopaziente si garantisca un progetto di salute “unico e unitario” basato sulle forme obbligatorie e integrative da lui scelte. Un progetto di salute personalizzato e garantito nella attuazione dal supporto naturale del suo medico di famiglia. Anche questo è un aspetto assai rilevante perché a fronte della progressiva specializzazione che ha consentito e consente di affrontare malattie e problemi clinici rilevanti è sempre più indispensabile una medicina olistica che si occupi della “persona” nel suo complesso e anche nel suo contesto familiare, ambientale, di lavoro, culturale. E la figura che ha questo profilo professionale è il medico di famiglia, anzi ormai l’unica professionalità medica che ha mantenuto questo profilo, potenziato dalla caratteristica del rapporto fiduciario. Una modalità di offerta unitaria che consente a tutti i soggetti di conseguire l’ottimizzazione delle loro prestazioni. Una effettiva appropriatezza complessiva. Infine un aspetto che si è sviluppato silenziosamente,

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ma ormai in modo rilevante: la costituzione di cooperative di servizio tra medici di medicina generale. Ad oggi circa 150 coop mediche con oltre 8.000 associati. Le coop mediche, finalizzate non a erogare prestazioni ma a fornire servizi ai medici di medicina generale (sedi, personale di studio, strumentazione diagnostica, formazione, ecc.), sono capaci di levare il livello quantitativo e qualitativo, di intercettare una maggiore domanda a livello territoriale (presupposto per la riduzione dei tempi di attesa) e, infine, consentono di superare il principale dei problemi delle nostre attuali cure territoriali. Quello di standard omogenei, sempre perseguiti con difficoltà in relazione alla condizione “individuale” del medico di famiglia; oggi raggiungibili attraverso lo strumento della cooperazione che spontaneamente già molti medici si sono dati. E qui si apre un campo vastissimo di collaborazione tra medici di famiglia e tutti gli strumenti della integrazione sanitaria.


News dalla Ricerca

È tempo di reagire. Solo la ricerca può proteggerci dai pericoli del domani Dal 2019, Fondo ASIM ha scelto di guardare con lungimiranza al futuro delle donne, dando ancora più concretezza al suo impegno di “super prevenzione” per la salute delle donne, sostenendo una borsa di studio sul tumore dell’ovaio. Inoltre, ha scelto di essere ambasciatore di AIRC, promuovendo l’iniziativa Impresa Contro il Cancro, un progetto che unisce gli imprenditori nel dare impulso vitale alla ricerca e rendendoli protagonisti attivi accanto ai ricercatori, sostenendo progetti per lo sviluppo di terapie oncologiche. Oggi più che mai la ricerca ha bisogno dell’impegno di tutti noi, anche delle aziende che, nonostante le difficoltà che il Paese sta vivendo, possono continuare a sostenere progetti innovativi anche per le forme più

Diventa un’Impresa contro il cancro e come Fondo ASIM investi nel futuro della ricerca per migliorare la qualità di vita dei malati e rendere il cancro sempre più curabile. Scopri di più scrivendo a impresacontroilcancro@airc.it

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News dalla Ricerca

temibili di cancro: insieme, ce la possiamo fare. Impresa contro il cancro vuole ripartire proprio dalla lotta ai tumori più difficili da curare. Fondo ASIM si unisce alle oltre 3.000 imprese italiane

che aderiscono a Impresa Contro il Cancro, sostenendo i ricercatori AIRC nel portare avanti una missione ambiziosa ma cruciale: studiare, comprendere e contrastare le forme più terribili di tumore.

I tumori più difficili da curare

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Tumore del polmone

Tumore del pancreas

Tumore del cervello

Molti casi, ancora poco curabili.

Raro,

Raro,

La ricerca si concentra sulla comprensione della biologia dei tumori polmonari: stabilire quali geni sono davvero importanti ai fini dell’individuazione delle cure più mirate ed efficaci, che allo stesso tempo permettano di superare il problema della resistenza ai trattamenti. Importanti anche gli studi sull’immunoterapia in questo tipo di tumore.

aumento, poco curabile. Per questo tumore si vogliono comprendere i fattori di rischio specifici, studiare gli aspetti biologici dello sviluppo e in particolare della progressione del tumore. Fondamentale l’individuazione di marcatori che identifichino la malattia a uno stadio precoce, operabile e non metastatico della malattia. Appare altresì cruciale sviluppare reti di ricercatori, in modo da aumentare il numero di casi da studiare.

ma

con

diffusione

in

poco

curabile.

È fondamentale sviluppare farmaci efficaci, in grado di superare la barriera ematoencefalica che protegge il cervello. La ricerca deve comprendere meglio la biologia di questo tipo di tumori e come evitare che le cellule staminali cerebrali diano origine a tumori. Vanno anche migliorate le tecniche chirurgiche e di imaging, in modo da rimuovere il tumore risparmiando per quanto possibile i tessuti sani.


Le ultime novitĂ

dal mondo dell’assistenza sanitaria integrativa


Salute

Cosa prevede il Decreto Rilancio per il SSN

Durante la conferenza stampa del 13 maggio scorso è stato presentato il Decreto Rilancio, e il Ministro della Salute Roberto Speranza ha illustrato il nuovo piano per il SSN.

• + 3,250 miliardi di euro per il SSN • + 9.600 Infermieri di Famiglia

L’obiettivo dichiarato è immettere molte più risorse nel circuito, in modo da rendere più solido il nostro Servizio Sanitario Nazionale e più pronto ad affrontare eventuali nuove ondate del Virus.

• Più risorse per i Servizi domiciliari

Infatti, come ha sottolineato il Ministro, molti esperti hanno ipotizzato un ritorno del contagio nei mesi autunnali, anche se, per ora, non vi sono certezze in tal senso.

• Più Assunzioni e Incentivi al Personale

Nel frattempo, però, appare prioritario farsi trovare pronti ed evitare i disagi e le difficoltà registrate negli ultimi mesi.

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IN QUESTO ARTICOLO

• + 115% di posti letto in Terapia Intensiva


Salute

Vediamo insieme cosa prevede, per grandi linee, il Decreto Rilancio per la Sanità.

+ 3,250 MILIARDI DI EURO PER IL SSN Durante la conferenza stampa, nel suo breve intervento, il Ministro Speranza ha annunciato nuovi fondi per 3,250 miliardi di euro, da investire nel SSN. Si tratta di una cifra importante, che si unisce ai fondi già introdotti nei mesi precedenti – in particolare con il Cura Italia – raggiungendo la cifra di quasi 7 miliardi, come si legge in un interessante articolo a firma di Ferruccio De Bortoli sul Corriere.it, nel quale si rimarca, però, la necessità di sviluppare una strategia concreta per gestire e investire al meglio queste risorse aggiuntive.

+ 9.600 INFERMIERI DI FAMIGLIA Nel suo discorso di presentazione delle misure contenute nel decreto Rilancio il Ministro Speranza ha annunciato l’assunzione di nuovi 9.600 infermieri, dando vita alla cosiddetta figura dell’infermiere di famiglia, o infermiere di comunità che dir si voglia. Queste nuove risorse umane dovranno andare a rinforzare un tessuto di assistenza territoriale purtroppo molto carente, carenza resa ancora più palese dall’emergenza di coronavirus. Questo tema è molto sentito dalla popolazione, come riportato in un Comunicato Stampa rilasciato dalla FNOPI, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche:

“Un cittadino su due reputa che il numero di infermieri sia insufficiente per garantire l’assistenza non solo in ospedale ma anche sul territorio: i cittadini chiedono soluzioni che promuovano la figura del professionista nella realtà quotidiana della persona, vorrebbero essere assistiti da un infermiere nella farmacia dei servizi (65,5%), poter disporre di un infermiere di famiglia/comunità (78,6%), avere la possibilità di consultare un infermiere esperto in trattamento di ferite/lesioni cutanee (86,1%), un infermiere a disposizione nei plessi scolastici per bambini e ragazzi che ne abbiano bisogno (84,1%). Vorrebbero avere un infermiere di fiducia convenzionato come il medico di famiglia perché lavori in sinergia con questo ed entrambi possano assicurare assistenza h24.” PIÙ RISORSE PER I SERVIZI DOMICILIARI Connesso al tema degli infermieri di famiglia è quello, assai delicato, dei servizi domiciliari, nei quali il nostro

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Salute

SSN purtroppo è molto indietro rispetto al resto della media dei Paesi sviluppati. Una quota importante dei 3,250 miliardi investiti con il Decreto Rilancio verrà destinata proprio ai servizi domiciliari, con l’obiettivo dichiarato dal Ministro di passare dall’attuale 4% di assistenza domiciliare agli over 65 al 6,7%, contro il 6% della media OCSE.

+ 115% DI POSTI LETTO IN TERAPIA INTENSIVA Il problema dei posti letto in Terapia Intensiva ha rappresentato uno dei vulnus principali ai quali si è cercato di porre rimedio nei mesi di picco del contagio da coronavirus, dimostrando l’inadeguatezza delle nostre strutture a far fronte a un’emergenza di questa portata. In questi ultimi mesi, tutte le Regioni si sono attrezzate per aumentare i posti in Terapia Intensiva, creando reparti ad hoc, dando un importante contributo a contenere il problema. Con il Decreto Rilancio si arriverà a 11.109 posti di Terapia Intensiva, pari a un aumento del 115% rispetto al periodo pre-Covid-19.

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In questo modo, si prepara il SSN ad affrontare una eventuale nuova ondata di contagi, come accennato nella parte introduttiva dell’articolo.

PIÙ ASSUNZIONI E INCENTIVI AL PERSONALE Durante l’emergenza abbiamo, tutti, osannato il personale medico, sanitario e socio-assistenziale, che ha lottato in prima linea contro un nemico sconosciuto. Purtroppo, la carenza di personale nei nostri ospedali, già nota da tempo, ha generato un eccesso di carico di lavoro e di responsabilità sulle spalle di queste persone, costringendo a ricorrere a soluzioni tampone non sempre adeguate. Ora, con il Decreto Rilancio si annunciano altre nuove assunzioni, che si aggiungono alle già 23.000 effettuate in questi mesi, investendo ulteriori 240 milioni di euro. Altri 190 milioni, invece, verranno destinati a medici, infermieri e a tutto il personale sanitario, a titolo di incentivo per il lavoro svolto. Infine, un’ultima fetta di queste nuove risorse rese disponibili per il SSN sarà destinata a finanziare 4.200 nuove borse di specializzazione per futuri medici.


Salute

I dati ISTAT sulla mortalità nel primo trimestre 2020

IN QUESTO ARTICOLO Il primo trimestre del 2020 ha rappresentato un periodo nefasto per l’Italia e per il resto del mondo, a causa dell’epidemia di coronavirus, che ha prodotto un numero notevole di decessi. In merito a questo tema, ovvero a quante persone siano effettivamente morte a causa del virus, si è molto dibattuto in questo periodo, in particolare a causa dell’assenza di dati certi. In effetti, come abbiamo imparato a capire nel corso dei mesi appena trascorsi, fatte le dovute eccezioni, il tasso di mortalità è risultato elevato in soggetti affetti già da altre patologie, aggravate dall’infezione in corso.

• Mortalità primo trimestre 2020: informazioni preliminari

DI COSA PARLIAMO • + 46% diARTICOLO decessi nel primo IN QUESTO

trimestre 2020 rispetto al 2019

• Cos’è il Piano sanitario • I decessi sono avvenuti nella fascia età • soprattutto Prestazioni erogate dai di fondi 70-89 sanitari integrativi • persone sono morte • Quante Conclusioni davvero a causa del Covid-19?

Di conseguenza, è difficile stabilire se queste persone

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Salute

siano effettivamente morte con il Covid-19 o a causa di esso.

femminile. L’età mediana è di 62 anni. Nelle fasce di età 0-9 anni, 60-69 e 70-79 anni si osserva,

Inoltre, non avendo effettuato il tampone a tutti gli individui con diagnosi clinica di Covid-19, i dati sono parziali.

invece, un numero maggiore di casi di sesso maschile. Nella fascia di età >90 anni, il numero di soggetti di sesso femminile è più del triplo rispetto

Un modo per diradare la nebbia e capire l’impatto reale dell’epidemia sul tasso di mortalità nel nostro Paese è il confronto tra i decessi avvenuti nel primo trimestre 2020 e il primo trimestre del 2019. Questi dati sono stati rilasciati dall’ISTAT il 4 maggio scorso. Vediamo cosa dicono.

MORTALITÀ PRIMO TRIMESTRE 2020: INFORMAZIONI PRELIMINARI I dati contenuti nel Rapporto realizzato dall’ISTAT in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità si riferiscono al tasso di mortalità totale nel primo trimestre consolidato del 2020, e riguardano 6.866 comuni (87% dei 7.904 complessivi). Aver raccolto i dati di così tanti Comuni ha permesso di registrare i decessi del 96% del totale (13.710 su 14.324 al 31 marzo). Si tratta di una base dati davvero importante, tale da consentire una adeguata valutazione dell’impatto della diffusione di Covid-19 sulla mortalità totale. Nel rapporto si elencano le informazioni che, nel corso del tempo, abbiamo acquisito sulla diffusione del contagio nel nostro Paese: •

il primo caso di contagio registrato risale al 20 febbraio 2020, in Lombardia;

la diffusione è stata più elevata nelle Regioni del Nord, molto più contenuta nel Sud e nelle Isole;

a partire dall’11 marzo è stato applicato in tutto il Paese il lockdown per contenere la diffusione del contagio;

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il 52,7% dei casi registrati (104.861) è di sesso

a quello di soggetti di sesso maschile. Questo dato è giustificato dal fatto che, attualmente, ci sono molte più donne che uomini in quella fascia di età; •

la letalità è più elevata nei soggetti di sesso maschile;

nel 34,7% dei casi segnalati viene riportata almeno una comorbidità, ovvero la presenza di altre patologie pregresse.

+ 46% DI DECESSI NEL PRIMO TRIMESTRE 2020 RISPETTO AL 2019 Secondo i dati raccolti, partendo dal primo caso di decesso per Covid-19 registrato dal Sistema di Sorveglianza Integrata, avvenuto il 20 febbraio 2020, fino al termine del trimestre, quindi al 31 marzo, siamo passati da 65.592 a 90.946, nel 2020 (Tabella 1). Stiamo parlando di un aumento dei decessi pari a 25.354 unità (46%). Di questi decessi aggiuntivi, il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (ovvero 13.710) (Grafico 1). A conferma del rapporto causa-effetto tra l’epidemia e l’aumento dei decessi rispetto al passato concorre il dato relativo alla distribuzione geografica dei decessi. Infatti, il 91% dell’eccesso di decessi registrato al 31 marzo si è registrato nelle Regioni più colpite dal virus, quindi Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Marche.


Salute

Tabella 1. Decessi per il complesso delle cause e per Covid-19(a) nel primo trimestre 2020, confronto con la media per lo stesso periodo del 2015-2019, classe di diffusione dell’epidemia, Regione, ripartizione e Italia. % COMUNI DIFFUSI

% POPOL.

VARIAZIONE % GENN. + FEBB. 2020/MEDIA 2015-2019

VARIAZIONE % MARZO 2020/ MEDIA 2015-2019

DECESSI TOTALI 20 FEBBRAIO31 MARZO 2020

Piemonte

92,7

93,3

-10,9

47,0

7.859

Valle d’Aosta

91,9

91,2

-9,4

60,1

231

Lombardia

95,8

97,1

-7,5

186,5

27.279

90,8

92,4

-1,8

65,2

1.613

87,0

87,2

-3,6

24,3

88,4

73,4

-4,3

87,6

92,3

89,9

Toscana Umbria

REGIONE

DECESSI TOTALI DECESSI COVID/ DECESSI COVID 20 FEBB.DECESSI TOTALI 20 FEBBRAIO31 MAR. MEDIA 20 FEBBRAIO31 MARZO 2020 2015-2019 31 MARZO 2020 1.018

13,0

160

70

30,3

11.195

8.362

30,7

1.053

281

17,4

6.097

5.098

511

8,4

9,8

1.350

1.244

57

4,2

-14,1

50,3

3.234

2.364

368

11,4

94,6

-6,8

70,1

8.739

5.631

1.890

21,6

83,9

89,1

-7,9

13,8

5.089

4.606

226

4,4

88,0

93,8

-9,2

7,0

1.220

1.173

37

3,0

Marche

84,2

83,4

-5,1

53,3

2.465

1.736

328

13,3

Lazio

73,3

80,9

-8,5

-8,1

5.211

5.605

158

3,0

Abruzzo

85,6

85,2

-2,9

8,8

1.706

1.539

64

3,8

Molise

81,6

73,5

-10,1

4,2

354

338

4

1,1

Campania

78,0

79,3

-4,7

-1,9

5.117

5.168

79

1,5

Puglia

81,3

85,0

-4,8

8,7

4.327

4.003

118

2,7

Basilicata

83,2

75,0

-1,6

-7,2

583

588

5

0,9

Calabria

80,0

77,0

-4,2

-1,0

1.918

1.902

18

0,9

Sicilia

71,0

73,4

-5,4

-2,7

4.847

4.948

77

1,6

Sardegna

88,7

75,6

1,1

13,7

1.707

1.495

39

2,3

Nord

92,2

92,8

-7,6

94,9

56.402

32.491

12.557

22,3

Centro

80,2

84,7

-7,9

9,1

13.985

13.120

749

5,4

Mezzogiorno

80,2

78,7

-4,3

2,0

20.559

19.981

404

2,0

ITALIA

86,9

86,4

-6,6

49,4

90.946

65.592

13.710

15,1

TrentinoAlto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna

5.747

CLASSE DI DIFFUSIONE Alta

92,8

93,8

-7,3

113,2

49.351

26.218

12.156

24,6

Media

86,3

87,2

-6,9

18,0

19.743

17.317

1.151

5,8

Bassa

78,3

78,5

-5,6

-1,8

21.852

22.057

403

1,8

Fonte: Istat. Base dati integrata mortalità giornaliera comunale, ISS registro sorveglianza Covid-19. Note: (a) decessi della sorveglianza integrata Covid-19.

29


Salute

Grafico 1 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100

al 31 marzo, i decessi sono passati da 26.218 a 49.351 (+ 23.133);

il 52% è costituito dai morti riportati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 (12.156);

le province più colpite dall’epidemia hanno registrato incrementi percentuali dei decessi nel mese di marzo 2020, rispetto al marzo 2015-2019, davvero impressionanti: •

Bergamo (568%);

Cremona (391%);

Lodi (371%);

Brescia (291%);

Piacenza (264%);

Parma (208%);

Lecco (174%);

Pavia (133%);

Mantova (122%);

Pesaro e Urbino (120%).

I DECESSI SONO AVVENUTI SOPRATTUTTO NELLA FASCIA DI ETÀ 70-89 Come accennato prima, gli effetti dell’infezione sono risultati fatali soprattutto nei soggetti più anziani, con ulteriori patologie pregresse in corso. Nel dettaglio, l’eccesso di mortalità più consistente si

30

Media

31/03/2020

30/03/2020

29/03/2020

28/03/2020

27/03/2020

26/03/2020

25/03/2020

24/03/2020

23/03/2020

22/03/2020

21/03/2020

20/03/2020

19/03/2020

18/03/2020

17/03/2020

16/03/2020

15/03/2020

14/03/2020

13/03/2020

12/03/2020

11/03/2020

10/03/2020

09/03/2020

08/03/2020

07/03/2020

06/03/2020

05/03/2020

04/03/2020

03/03/2020

Alta

Fonte: ISS, Decessi della sorveglianza integrata Covid-19.

Riportiamo di seguito alcuni numeri relativi ai decessi in queste zone (Tabella 2):

02/03/2020

01/03/2020

29/02/2020

28/02/2020

27/02/2020

26/02/2020

25/02/2020

24/02/2020

23/02/2020

22/02/2020

21/02/2020

20/02/2020

19/02/2020

18/02/2020

17/02/2020

16/02/2020

15/02/2020

14/02/2020

13/02/2020

12/02/2020

11/02/2020

10/02/2020

09/02/2020

08/02/2020

07/02/2020

06/02/2020

05/02/2020

04/02/2020

03/02/2020

02/02/2020

01/02/2020

31/01/2020

30/01/2020

29/01/2020

0

Bassa

riscontra per gli uomini nella fascia di età 70-79 anni, nella quale si è registrato un aumento di 2,3 volte nel primo trimestre 2020. Segue la fascia di età 80-89, che ha registrato un aumento di decessi pari a 2,2 volte.

QUANTE PERSONE SONO MORTE DAVVERO A CAUSA DEL COVID-19? Questa è la domanda alla quale ISTAT e ISS hanno cercato di dare una risposta con questo primo report, che ricordiamo è relativo al primo trimestre 2020, quindi non tiene conto delle (purtroppo) tantissime morti registrare nei mesi successivi. Combinando i dati di mortalità giornaliera dell’ISTAT con quelli della Sorveglianza integrata dell’ISS, è risultato che le morti attribuibili in modo diretto al Covid-19 – quindi causate dalla malattia – sono 13.700. La restante parte, circa 11.600 decessi, sono da attribuire a tre possibili cause: •

persone morte a causa del Covid-19 che, non avendo eseguito il tampone, non rientrano nel database del sistema di sorveglianza;

una mortalità indiretta correlata al Covid-19, a causa delle reazioni dell’organismo all’infezione – un po’ come accade, ad esempio, con l’influenza stagionale – di soggetti che non sono stati testati, quindi non mappati;

una quota di mortalità indiretta non correlata al virus


Salute

Tabella 2 PROVINCIA Alessandria Ancora Aosta Asti Belluno Bergamo Biella Bologna Bolzano/Bozen Brescia Como Cremona Forlì-Cesena Imperia Lecco Lodi Lucca Mantova Massa-Carrara Milano Modena Monza e della Brianza Novara Padova Parma Pavia Pesaro e Urbino Piacenza Reggio nell’Emilia Rimini Sondrio Torino Trento Treviso Trieste VerbanoCusio-Ossola Vercelli Verona

98,2 84,3 91,2 88,8 63,9 98,4 96,5 92,7 93,9 98,9 95,6 99,5 98,9 83,7 97,8 98,1 92,1 96,5 93,0 98,1 97,8

VARIAZIONE % GENN. + FEBB. 2020/MEDIA 2015-2019 -12,8 -10,7 -9,4 -13,9 -11,1 -6,5 -9,5 -8,4 2,1 -8,9 -5,8 -6,3 -8,5 -15,0 -6,6 -3,3 -4,7 -8,4 -18,6 -9,1 -4,3

VARIAZIONE % MARZO 2020/ MEDIA 2015-2019 91,0 49,4 60,1 38,5 9,9 567,6 84,0 20,0 65,3 290,6 64,2 391,8 24,6 70,6 174,5 370,6 10,1 122,1 45,6 92,6 51,4

94,5

97,0

-4,1

96,5

1.528

868

359

23,5

90,8 84,3 95,5 94,1 86,8 91,3

92,5 86,7 99,3 97,0 94,9 95,5

-6,6 0,9 -7,8 -4,1 1,8 -13,4

80,3 15,8 208,4 132,9 120,4 264,0

724 1.085 1.549 1.614 912 1.250

445 954 599 789 454 416

117 84 466 513 157 572

16,2 7,7 30,2 31,8 17,2 45,8

88,1

93,7

-5,9

79,7

955

588

224

23,5

84,0 100,0 90,1 89,2 88,3 33,3

95,7 100,0 94,0 90,9 90,9 1,3

-1,9 -3,8 -10,1 -5,2 -6,9 2,6

68,2 74,3 29,7 65,1 32,4 15,4

577 380 3.469 846 1.149 6

368 240 2.803 554 893 4

134 87 403 156 122 2

23,2 22,9 11,6 18,4 10,6 33,3

95,9

94,0

-13,8

44,4

304

228

55

18,1

93,9 91,8

91,8 94,5

-14,8 -0,7

90,8 30,6

426 1.236

259 981

54 158

12,7 12,8

% COMUNI DIFFUSI

% POPOLAZ.

95,7 76,6 91,9 93,2 83,6 97,5 97,3 85,5 93,1 98,0 94,6 99,1 93,3 87,9 96,4 95,0 84,8 96,9 82,4 96,2 95,7

DECESSI TOTALI 20 FEBBRAIO31 MARZO 2020 1.199 704 231 382 205 6.238 471 1.525 767 4.450 1.006 1.999 609 453 868 1.056 579 1.021 385 5.990 1.201

DECESSI TOTALI DECESSI COVID/ DECESSI COVID 20 FEBB.DECESSI TOTALI 20 FEBBRAIO31 MAR. MEDIA 20 FEBBRAIO31 MARZO 2020 2015-2019 31 MARZO 2020 693 222 18,5 528 86 12,2 160 70 30,3 299 38 9,9 201 14 6,8 1.180 2.346 37,6 279 74 15,7 1.289 183 12,0 499 125 16,3 1.385 1.574 35,4 668 174 17,3 496 687 34,4 506 33 5,4 296 61 13,5 364 238 27,4 264 509 48,2 525 29 5,0 530 317 31,0 287 36 9,4 3.488 1.459 24,4 837 216 18,0

Fonte: Istat. Base dati integrata mortalità giornaliera comunale, ISS registro sorveglianza Covid-19. Note: (a) decessi della sorveglianza integrata Covid-19.

ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette. Servirà ancora qualche mese per raccogliere ulteriori dati, necessari a scattare una fotografia più nitida della

situazione relativa al tasso di mortalità per Covid-19 nel nostro Paese. Ad esempio, è necessario registrare tutti quei soggetti con diagnosi clinica di Covid-19 – ovvero effettuata dal medico, ma non verificata attraverso un tampone – deceduti presumibilmente a causa del virus.

31


TEST SIEROLOGICO QUANTITATIVO IGG - IGM

IL PRIMO PASSO LO FACCIAMO INSIEME

Fondo ASIM ha lanciato la nuova prestazione “Test sierologico quantitativo IGG - IGM”, grazie alla quale ciascun lavoratore potrà usufruire, in modo completamente gratuito, dello screening sierologico per verificare l’eventuale entrata in contatto con il virus SARS-COV-2. Un’iniziativa ideata con lo scopo di offrire un aiuto concreto per permettere a tutti i lavoratori iscritti e le aziende aderenti di ripartire nel modo più sereno possibile.

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