Fondo ASIM | ASIMinforma #10 Agosto 2021

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/ 2021 agosto

RIVISTA INFORMATIVA DEL

FORTI DEL PASSATO VERSO NUOVE SFIDE


Rivista informativa del Fondo ASIM iscritta al tribunale di Roma al n. 148/2018 del 09/08/18

FONDO ASIM - FONDO DI ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA DEL SETTORE DELLE IMPRESE ESERCENTI SERVIZI DI PULIZIA, SERVIZI INTEGRATI/MULTISERVIZI

STRUTTURA DEL FONDO ASIM Assemblea dei soci

ANIP - Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi, Unionservizi - Confapi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti - Uil

Presidente

Marco Verzari

Vice Presidente

Lorenzo Mattioli

Consiglio Direttivo

Cinzia Bernardini, Giovanni Dalò, Fabrizio Ferrari, Elena Maria Vanelli, Marco Verzari, Sergio Tarabù, Lorenzo Mattioli, Barbara Fiorucci, Andrea Laguardia, Antonio Ambrosio, Nicola Antonio Ascalone, Vincenzo Elifani

Responsabile

Augusto Monachesi

Collegio Revisori dei Conti

Francesca Capecci (Presidente), Pietro Mastrapasqua, Giovanni Reale

INFORMAZIONI E CONTATTI Per qualsiasi informazione potete contattarci dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 16:30 orario continuato ai seguenti recapiti: Indirizzo: Via dei Mille 56 – 00185 Roma

Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 Email: info@fondoasim.it PEC: asim@pec.fondoasim.it Web: www.fondoasim.it Skype: fondoasim Fondo ASIM Fondo ASIM

Le parti che hanno sottoscritto il suddetto contratto nazionale sono:

LE PRESTAZIONI DEL PIANO SANITARIO SONO GARANTITE DA:

LO STAFF DEL FONDO ASIM

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L’editoriale del Presidente

Marco Verzari

Presidente Fondo ASIM UN PERCORSO FATTO DI DURO LAVORO, PROFONDA DEDIZIONE, FIDATI COMPAGNI E GRANDI SODDISFAZIONI Stamani, con il proposito di trovare le parole adatte per esprimere il mio pensiero e le mie sensazioni su questi quattro anni di impegno e di lavoro sviluppato alla Presidenza del Fondo ASIM, ho aperto la homepage del sito del Fondo e mi sono fermato a riflettere sui numeri che sono apparsi in evidenza:

5.252 imprese aderenti; 407.740 lavoratori iscritti; 237.526 lavoratori in copertura; 68.328 lavoratori registrati al Portale. Mentre riflettevo, quei numeri prendevano forma e rappresentavano le tantissime donne e uomini che

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sono, di fatto, i legittimi destinatari dei servizi, delle prestazioni e delle attività che costituiscono la mission del Fondo. Lavoratrici e lavoratori che ogni giorno operano, nelle molteplici attività di questo Settore, troppo spesso dimenticati dalla gente, dall’opinione pubblica, dalle istituzioni; troppo spesso sfruttati con orari e carichi di lavoro pesanti e salari esigui ma, di fatto, sono sempre coloro che, attraverso il loro lavoro, risultano soggetti fondamentali per il benessere collettivo in tantissime realtà, nella sanificazione degli ospedali, delle case di cura, degli uffici pubblici, dei ministeri, delle scuole, delle fabbriche… Allora, non nascondendo la sensazione di una punta di orgoglio, mi è apparso più chiaro quello che tutti insieme stiamo concorrendo a costruire in ASIM e allo

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L’editoriale del Presidente

stesso modo ho realizzato in maniera più tangibile i risultati raggiunti in questi quattro anni di guida del Fondo. Quando abbiamo avviato questa consiliatura con la nostra nomina nell’assemblea del 5 giugno 2017, il Fondo non aveva ancora superato una complessa fase di start-up, i lavoratori in copertura, nel bilancio appena approvato, erano 146.313 ma, soprattutto, si registrava un rapporto sinistri/contribuzione ancora molto basso (11,1%). Il risultato di questa situazione si tramutava di fatto in un utilizzo scarso delle prestazioni da parte dei lavoratori e, al tempo stesso, in un enorme vantaggio economico per il Gestore assicurativo, solo parzialmente mitigato da un primo accordo con lo stesso - inerente una formula di bonus/malus - finalizzato ad attenuare lo spreco di risorse. Ad aggravare ciò si aggiungeva un accumulo ingente di risorse economiche accantonate che giacevano nei nostri conti correnti o che venivano gestiti con investimenti rivelatisi successivamente anche con costi interni elevati. I rapporti con il Gestore erano resi complicati dal medesimo: sia per le difficoltà che creava nel fornire i dati indispensabili alla Presidenza per la gestione oculata del Fondo; sia, in diversi casi, nelle difficoltà poste ai lavoratori per l’accesso alle prestazioni. Nei Consigli Direttivi precedenti poi, si erano spesso sviluppate varie e accese discussioni: sia relativamente alla necessità e alla eventuale, successiva, scelta di collaborazioni da parte di professionisti (Broker); sia sui termini e i contenuti di confronto da contrapporre al Gestore. Questo è il quadro sostanziale che ci siamo trovati ad affrontare all’inizio di giugno 2017. Senza alcuna presunzione o autoreferenzialità mi sento oggi di sostenere che forse tra i meriti che posso ascrivere a me e al Vicepresidente ci sono sicuramente almeno quattro cose da rilevare.

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La prima è stata mettere da parte le tensioni che si erano create e avviare un confronto approfondito all’interno della Presidenza; in quel momento abbiamo ritenuto giusto dare pieno ascolto e giusto ruolo ad Augusto Monachesi, sino ad allora scarsamente coinvolto. La seconda è stata scegliere sia gli elementi fondamentali per strutturare il Fondo sia le collaborazioni necessarie. In questo modo sono maturate le proposte per il Consiglio Direttivo, finalizzate a selezionare e costituire un gruppo di esperti tecnico-sanitari, quindi un Attuario, un Medico e un Legale esperto in assicurazioni, che fosse in grado di assicurare un’alta competenza di indirizzo alla Presidenza in merito alle prestazioni necessarie del Piano sanitario, alla sostenibilità del Nomenclatore, al confronto con il Gestore. Avevamo poi bisogno di assicurare al Fondo gli strumenti e i metodi necessari a una comunicazione idonea e funzionale delle sue attività utilizzando tecnologia, app e reti social per garantire la massima divulgazione tra i lavoratori e le imprese del Settore delle opportunità e delle prestazioni fornite dal Fondo ASIM e per questo era necessario selezionare e scegliere un partner professionalmente competente, affidabile e capace di coinvolgere con passione tutti noi, i nostri operatori e soprattutto le lavoratrici e i lavoratori. La selezione ha visto l’assegnazione del servizio alla società Openbox.


L’editoriale del Presidente

In quei giorni poi emergeva un ulteriore problema, cioè la gestione delle risorse accantonate che giacevano nei conti correnti oppure risultavano investite. Tale situazione oltre a non trovare giustificazione rispetto le necessità e gli obiettivi del Fondo, poteva accrescere i rischi per la tutela del patrimonio accumulato. La Presidenza e il Consiglio Direttivo hanno convenuto dunque di procedere alla selezione di un consulente finanziario esperto che fosse in grado non solo di indirizzare, attraverso la massima tutela per il patrimonio di ASIM, le scelte necessarie da attuare, ma anche di rendere edotti, consapevoli e responsabili in merito a dette scelte, tutti i componenti degli organi del Fondo. Nel nostro lavoro quotidiano poi, ci siamo dotati del supporto di professionisti preparati e attenti quali il Dott. Maielli per la parte contabile e l’avvocato Camilla Biffoli per la parte legale. Mi preme rammentare che proprio dall’attenzione al lavoro di Augusto Monachesi e dalla preparazione dell’avvocato Biffoli siamo riusciti a bloccare il più grande tentativo di truffa mai perpetrato contro gli enti bilaterali, salvaguardando gli interessi di tutta la bilateralità e dei milioni di lavoratori che rappresentano, facendo contestualmente un servizio importante di tutela delle risorse dello Stato. Dunque, mi sento oggi di affermare con orgoglio che oltre all’apprezzamento personale per questi professionisti, sono infatti questi risultati che stanno a testimoniare la positività delle scelte fatte, che si sono rivelate quelle giuste e vincenti, di ASIM, della Presidenza, dei Soci e dei componenti del Consiglio Direttivo. La terza è stata quella di dare pieno ascolto anche alle critiche più pungenti emerse da parte dei Consiglieri nei vari Direttivi, in particolare sul corretto utilizzo delle risorse e sui meccanismi di trasparenza nelle scelte da effettuare e per questi obiettivi abbiamo predisposto e approvato in Consiglio dei regolamenti puntuali e delle procedure specifiche da seguire. La quarta è stata quella del coinvolgimento dei Consiglieri, delle operatrici e degli operatori di ASIM,

ma soprattutto del responsabile Augusto Monachesi. Nel nostro c.d. Comitato di Presidenza - formato da me quale Presidente, dal Vicepresidente e dal Responsabile - si sono infatti costruite le scelte che hanno reso ASIM uno dei fondi negoziali di Assistenza Sanitaria Integrativa più importanti del Paese. •

Abbiamo intrapreso e stiamo continuando una partnership con la Fondazione AIRC attraverso il finanziamento di una importante borsa di studio per giovani ricercatori. Abbiamo avviato due campagne straordinarie a beneficio delle lavoratrici (oltre il 70% del Settore) e dei lavoratori con interventi sulla maternità e su check up specifici per donna e uomo (progetto donna-progetto uomo). Abbiamo assicurato diversi interventi per l’assistenza ai lavoratori colpiti dalla Covid-19 o costretti in isolamento. Abbiamo portato in gestione diretta il 70% delle attività relative al Piano sanitario con un enorme risparmio di risorse economiche, ciò ha consentito di ridurre il costo del nomenclatore e successivamente ha altresì determinato la possibilità di arricchirlo con nuove e ulteriori prestazioni a vantaggio delle lavoratrici e dei lavoratori. Abbiamo migliorato numerose volte il Piano sanitario in diversi punti essenziali (franchigie, massimali, etc.), inserendo la Long Term Care (non autosufficienza) e introducendo il fuori rete come scelta individuale. Abbiamo gestito le risorse accantonate seguendo le disposizioni approvate in uno specifico regolamento, riducendo drasticamente i rischi finanziari e determinando un enorme risparmio economico per il Fondo. Abbiamo assunto e formato 12 nuove lavoratrici e lavoratori portando il nostro Staff a 17 persone.

In questo periodo abbiamo organizzato dibattiti e convegni nei quali abbiamo sostenuto argomenti di denuncia e di proposta in tema di assistenza Sanitaria Integrativa e, al tempo stesso, abbiamo partecipato da protagonisti ai principali tavoli di lavoro sulla sanità integrativa.

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L’editoriale del Presidente

In dette occasioni abbiamo sempre sottolineato la necessità della parola - integrativa - nell’azione dei fondi poiché per noi la Salute, come evidenzia la stessa nostra Costituzione, è un bene universale da tutelare e quindi il Servizio Sanitario un diritto di tutti. Per questo riteniamo fondamentale che il nostro Paese riconosca finalmente gli errori fatti negli ultimi 40 anni che hanno visto l’impoverimento costante e progressivo della spesa pubblica nel Servizio Sanitario e dunque auspichiamo si possa finalmente realizzare una determinante inversione di tendenza. A oggi però, dobbiamo constatare che, esclusi gli urgenti, necessari, interventi dovuti alla eccezionalità della Pandemia ancora in atto, questa inversione, salvo nelle dichiarazioni di intenti sostenute da parte di diversi esponenti politici, nei fatti non si percepisce, tantomeno poi si è concretizzata attraverso alcun provvedimento programmatico e strutturale da parte del Governo. In questo Settore però l’Assistenza Sanitaria Integrativa ha assunto un’altra importante funzione e cioè ha consentito, e consente tutt’ora, a migliaia di lavoratrici e lavoratori economicamente poveri di accedere alla possibilità di fare prevenzione e non solo cura, cosa che per molti di loro, viste le condizioni economiche sarebbe stato impossibile. Permettetemi quindi di esprimere orgoglio e soddisfazione nel raccontare ancora una volta il bellissimo percorso di questi quattro anni. Ringrazio per questo Lorenzo, il Vice Presidente, per il percorso condiviso, Cinzia, Giovanni, Fabrizio, Elena Maria, Sergio, Barbara, Andrea, Antonio, Nicola, Vincenzo, i componenti del Consiglio Direttivo, per la attiva e positiva azione e partecipazione nelle riunioni, il Collegio dei Revisori per l’attenzione e l’impegno. Ma voglio evidenziare un ringraziamento speciale e dovuto proprio a 17 persone speciali che con il loro impegno e la loro passione costituiscono il cuore del Fondo ASIM.

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Mi riferisco ad Augusto “La Guida della compagnia”, dirigente che esprime competenza, professionalità, intuito, curiosità, umanità, doti, queste, che conoscendolo ho riconosciuto in lui e credo che il Fondo ASIM possa considerarsi bravo e fortunato ad averlo scelto. Mi riferisco a Grazia, Silvia, Deborah e Veena lavoratrici che, in tempi diversi, hanno partecipato con ruoli fondamentali, professionalità e una passione e vitalità da esempio per tutti, ad avviare le attività di ASIM. Mi riferisco a Stella, Monia, Cristina e Federica, lavoratrici frutto delle prime selezioni e assunzioni fatte da questa Presidenza, che hanno rappresentato una crescita importante in termini di professionalità, impegno e simpatia per tutta la “compagnia" in un momento fondamentale di crescita del Fondo. Mi riferisco a Giulia, Roberta, Nicolas, Federica, Enrico, Barbara e agli ultimi due recenti arrivi Antonio


L’editoriale del Presidente

e Antonio, lavoratrici e lavoratori che in un momento particolarmente difficile dovuto sia alla Pandemia in atto, che ha costretto tutti al lavoro da casa, ma anche all’impegno gravoso di dare gambe e slancio alla decisione del Consiglio di portare all’interno gran parte dell’attività di ASIM, si sono subito inseriti con grande impegno ed entusiasmo nel gruppo e nel lavoro importante da svolgere. Ebbene sì! Sono a loro i ringraziamenti più sentiti. Osservateli mentre sono impegnati nelle operazioni di contabilità, oppure nel confronto con i dipendenti del soggetto gestore e percepirete le loro capacità. Provate ad andare nella nostra pagina Facebook, oppure ascoltateli mentre parlano al telefono per dare risposte, informazioni, indicazioni e vi potrete certamente rendere conto di come dialogano con lavoratrici e lavoratori, che empatia hanno sviluppato e che confronto riescono a tenere anche di fronte a chi provoca strumentalmente o insulta. Dopo tutto

questo, sono certo che capirete quale bene prezioso costituiscono per il Fondo ASIM e per tutto il Settore. Vedete, il lavoro costituisce di per sé un diritto e un valore fondamentali per le persone, sottolineare questo oggi è ancora più doveroso, soprattutto quando questo valore è ancora negato a tantissime persone disoccupate e messo a serio pregiudizio per altrettante che in assenza di un sistema di regole e strumenti idonei lo ha già perso e non riesce a ritrovarlo o rischia di perderlo. È però comunque grave constatare quando questo valore viene depauperato nei confronti di lavoratrici e lavoratori che vivono un costante stato di precarietà nel lavoro che si estende inevitabilmente anche nella loro vita, oppure nei confronti di donne, di uomini, di persone sfruttate e spesso troppo poco considerate da un sistema di appalti che ancora non gli assicura tutele adeguate e salari congrui. Medesima considerazione aggiungo, va fatta anche quando tale sistema danneggia le imprese serie e responsabili. Ebbene ancor di più in dette situazioni io ritengo che queste lavoratrici e questi lavoratori debbano costituire un bene per tutti ancora più prezioso e questo credetemi, le ragazze e i ragazzi di ASIM lo hanno capito perfettamente. Quindi, con un augurio forse ancora più ambizioso, spero che il nuovo Consiglio possa prendere lo spunto dai temi di cui parlavo sopra e possa accompagnare le lavoratrici e i lavoratori del Settore Servizi di Pulizie, Servizi Integrati/Multiservizi con il messaggio di attenzione e speranza che il grande Battiato cantava nel testo del La cura

“E guarirai da tutte le malattie Perché sei un essere speciale Ed io, avrò cura di te”.

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ASIM INFORMA Trimestrale informativo del Fondo ASIM

RUBRICHE MARCO VERZARI

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LORENZO MATTIOLI

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AUGUSTO MONACHESI

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L’editoriale del Presidente La Parola alle Imprese

SEDE Via dei Mille, 56 00185 Roma Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 asiminforma@fondoasim.it DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Sava

Il secondo pilastro sociosanitario

COSA PREVEDE IL LIBRO VERDE UE SULL'IN-

VECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE ••••••• 16

COORDINAMENTO EDITORIALE Augusto Monachesi Simone Carusi REDAZIONE Fondo ASIM e Open-Box S.r.l. EDITORE Fondo ASIM Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti delle imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi Via dei Mille, 56 00185 Roma C.F. 97776290583 Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 www.fondoasim.it info@fondoasim.it PROGETTO GRAFICO E FOTO Open-Box S.r.l. Sesta Strada Poggilupi, 343 52028 Terranuova Bracciolini (AR) www.open-box.it STAMPA Litograf Editor S.r.l. Via Carlo Marx, 10 06011 Città di Castello (PG) www.litografeditor.it Iscritto al tribunale di Roma al n. 148/2018 del 09/08/2018

CON I VACCINI ANTI COVID-19 CROLLANO INFEZIONI, DECESSI E RICOVERI •••••••••••••••••••••• 23

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Questo numero è stato chiuso in redazione in data 2 agosto 2021


La Parola alle Imprese

LA PAROLA ALLE IMPRESE Fondo ASIM, si chiude una fase di progetti e grandi risultati

La fine della consiliatura in seno al Fondo ASIM collima con un periodo storico, economico e sociale che nessuno di noi avrebbe mai immaginato. Innegabilmente il mondo delle imprese ha vissuto, come del resto ogni attività umana, una fase pre pandemica e una, ancora in corso, che non può ancora definirsi conclusa. Lo vorremmo tanto, ma ancora stiamo attraversando un momento delicato, preoccupati sia per l’andamento dell’economia, sia per quello ancor più vasto e importante, rappresentato dalla salute di tutti noi. Posso dire, non senza orgoglio, che dal punto di vista delle imprese, la pandemia ha rappresentato un momento di presa di coscienza del ruolo di un intero

Lorenzo Mattioli

Vice Presidente Fondo ASIM e Presidente Confindustria Servizi HCFS

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La Parola alle Imprese

Comparto sia all’interno dell’economia del Paese, sia dal punto di vista sociale e della pubblica utilità. Molti servizi sono stati essenziali per consentire di lavorare in sicurezza anche durante il lockdown, e lo stesso è accaduto nella fase di ripartenza: non ci siamo fermati un attimo e non ci fermeremo nonostante l’incertezza derivata dalla scelte governative ancora poco chiare in tema di lavoro e ammortizzatori sociali. Resilienza, parola forse abusata, ma è proprio di questo che parliamo: abbiamo fatto fronte, grazie a capacità organizzative e gestionali, alla più grande crisi della nostra recente storia. Abbiamo superato la crisi del primo lockdown con la difficoltà a reperire mascherine e dispositivi di protezione, abbiamo lavorato in trincea senza alcuna precedenza nelle vaccinazioni. Questo solo per citare le difficoltà più evidenti, di fronte alle quali lo sforzo delle istituzioni per venirci incontro è stato minimo. Il virus è stato un grande nemico, e nonostante questo le nostre imprese hanno retto e i nostri lavoratori sono stati protetti: del 4% degli infortuni COVID nei Servizi, tocca in minima parte gli addetti alle pulizie o nelle mense. Avremmo preferito zero contagi, ma i dati parlano di grande attenzione da parte nostra. Di pari passo non è mancato, da parte del Fondo, lo spirito solidaristico e la funzione di assistenza che lo caratterizzano da sempre. Ruolo che durante la pandemia ha avuto un fondamentale rilievo, assumendo l’onere di scelte coraggiose. La consiliatura si chiude in un momento che potremmo definire di transizione per tutti, all’insegna del “nulla sarà più come prima”, ma questo senso di novità deve spingerci, tutti, a scelte ancor più coraggiose. Per fare meglio, per gestire in maniera responsabile le risorse che vengono affidate al Fondo nella piena trasparenza e con la piena fiducia di quanti, al Fondo ASIM, aderiscono con lealtà e convinzione. Oggi il Fondo rappresenta più che mai una certezza per le imprese e per i lavoratori del Multiservizi: si è creato un sistema virtuoso di gestione dei dati che ci permette di avere una conoscenza precisa della platea di riferimento, consentendoci di programmare scelte strategiche nel medio e lungo termine, a partire dal

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Piano sanitario che deve essere adeguato alle esigenze dei nostri lavoratori. Importante anche l’attività di comunicazione portata avanti in questi anni grazie alla campagna nazionale che ha fatto conoscere il lavoro e l’importanza del Fondo stesso. Senza dimenticare quanto fatto per tutelare e valorizzare il patrimonio di Fondo ASIM, citando, ad esempio, i 900mila euro di minori costi previsti per la gestione del patrimonio. Un dato che racconta meglio di altri le capacità manageriali del Fondo che, ricordiamo, appartiene a tutti gli iscritti, ovvero il 70% dei lavoratori con contratto Multiservizi. Abbiamo perciò pensato di rendere ancora più capillare la presenza del Fondo ASIM in tutto il territorio nazionale attraverso il progetto “Totem”, che consiste nel posizionamento strategico all’interno delle sedi di aziende aderenti e parti sociali di totem interattivi attraverso i quali gli iscritti potranno interagire direttamente con il Fondo, reperendo informazioni, inoltrando richieste e inviando documentazione. Il progetto avrà anche come risultato il rafforzare l’immagine di aziende e parti sociali agli occhi dei lavoratori stimolando la presa di coscienza di questi ultimi dell’esistenza di questa importante componente del welfare aziendale. È con questi risultati e questi progetti che volevo salutare e ringraziare tutti per il grande lavoro svolto a servizio di un intero comparto che non può rimanere nell’ombra, ma deve essere valorizzato e modernizzato.


Il secondo pilastro sociosanitario

IL SECONDO PILASTRO SOCIOSANITARIO Un quadriennio che si chiude, e che sarà da ricordare, e uno che si apre con grandi opportunità da sfruttare

Il Piano sanitario del Fondo ASIM si è attivato, attraverso l’allora partner unico UniSalute, nel mese di ottobre 2014, quando il Fondo contava poco più di 35 mila iscritti. Alla guida della prima Consiliatura figura la Presidenza di Antonino Mario Camerano (Legacoop Produzione e Servizi) ed Elisa Camellini (FILCAMS CGIL). A quel Consiglio Direttivo è stato più volte riconosciuto il merito di aver coraggiosamente sostenuto l’opportunità di non esternalizzare la gestione amministrativa (della

Augusto Monachesi

Responsabile Fondo ASIM

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Il secondo pilastro sociosanitario

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contribuzione) e di aver conseguentemente strutturato il Fondo affinché sia questa che la gestione delle riserve patrimoniali che si andavano accumulando rimanessero all’interno. Si è costituito il primo gruppo di tre persone, compreso il sottoscritto, che ha avuto il compito, dopo aver gestito la contribuzione e il reporting con strumenti di informatica individuale, di progettare l’infrastruttura informatica del futuro Fondo ASIM. Un documento di analisi redatto internamente, ritagliato seguendo i contorni delle peculiarità specifiche e prospettiche del Fondo ASIM, è divenuto la base per una indagine di mercato alla quale hanno gareggiato alcuni tra i maggiori player del Settore e anche qualche outsider. Nasce e inizia a formarsi così quella che oggi può essere definita la piattaforma informatica più performante che si possa riscontrare in questo Settore sulla quale si sviluppano e lavorano software gestionali e di business intelligence perfettamente integrati tra loro: S.I.Asim. Quando prendono le redini del Fondo ASIM Il Presidente Marco Verzari (UILTrasporti UIL) e il Vicepresidente Lorenzo Mattioli (ANIP Confindustria) nel 2017, il Fondo ASIM ha raggiunto i 146.000 iscritti in copertura e le 2.150 imprese aderenti attive nella contribuzione.

In questi quattro anni la Presidenza, in perfetta assonanza con gli indirizzi del Consiglio Direttivo e dei Soci, e con il determinante supporto operativo dell’intero Staff, ha perseguito con determinazione l’obiettivo di migliorare costantemente il livello di prestazioni socio-sanitarie erogate agli iscritti con l’unico limite posto dalla sostenibilità finanziaria nel medio e lungo periodo.

Patrimonio e Fondi gestione caratteristica.

Numero annuale richiedenti prestazioni.

Nasce così il primo Comitato Scientifico del Fondo ASIM anticipato da una approfondita analisi delle necessità che è stata poi offerta a professionisti del Settore. Con il supporto del Comitato si sono valutate la composizione del nomenclatore e la sua sostenibilità tecnica, elaborando scenari a venti anni mettendo alla prova attuariale la ferrea volontà del Fondo di aumentare il grado di consapevolezza dei lavoratori iscritti; incremento che avrebbe inciso sul bilancio tecnico anche nel futuro. La combinazione tra queste volontà, prima su tutte aumentare il numero di utilizzatori mantenendo sotto controllo la sostenibilità tecnica, è stato il principio ispiratore che ha dato risultati straordinari che sono attestati dai dati di confronto disponibili nei bilanci consuntivi del quadriennio in esame:


Il secondo pilastro sociosanitario

Valore annuale delle prestazioni.

Contribuzione annua incassata.

Rapporto valore prestazioni/contribuzione.

Numero lavoratori in copertura.

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Il secondo pilastro sociosanitario

Questo effetto combinato così positivo tra aumento del “tasso di consapevolezza” degli iscritti e rafforzamento patrimoniale, data la contribuzione contrattuale stabile, si è ottenuto con un processo di analisi tecnica continua e con un piano di comunicazione unico nel Settore. Oggi (quando scrivo questo contributo) il Fondo ASIM vanta oltre 68 mila (2.200 a fine 2016) lavoratori iscritti al Portale; indice indiscutibile del grado di consapevolezza raggiunto: dei 217 mila lavoratori in copertura, oltre il 31% sa di poter accedere al Portale per comunicare con le strutture interne, attivare una prestazione e richiedere un rimborso. Nel 2019 il Fondo ha iniziato l’inevitabile processo di affrancazione dal mercato assicurativo proprio degli enti che hanno la volontà di maturare nel percorso della sanità integrativa; oltre 500 mila euro su base annua di risorse generate, al netto degli oneri aggiuntivi necessari, quando abbiamo internalizzato il rimborso dei ticket del Servizio Sanitario Nazionale. Durante il 2020, anno che ricorderemo per sempre come quello della più devastante pandemia dei tempi moderni, il Fondo ASIM, dopo aver posto i propri lavoratori in condizione di operare in piena sicurezza, ha disegnato e realizzato un progetto di internalizzazione - ASIM 2021 - che ha generato risorse aggiuntive per 1,5 milioni su base annua al netto degli oneri di infrastruttura e del personale aggiuntivi. Un progetto innovativo per strutturazione e per impostazione gestionale che, ne sono convinto, presto darà lustro anche ad altri importanti player di questo Settore. Parallelamente a questi aspetti legati alla gestione caratteristica di un fondo sanitario integrativo, ASIM ha posto la sua attenzione anche sulla gestione del patrimonio finanziario che si generava a fronte della crescente patrimonializzazione. È stato deliberato e attuato un Regolamento sulla Gestione del Patrimonio che fornisce le armi adeguate a ottimizzarne i rendimenti, a contenerne i rischi e ottimizzarne la gestione. Posto alla prova dei fatti, nel primo anno di attuazione abbiamo rilevato minori oneri di gestione ricorrenti per oltre 900 mila euro e una tenuta dei valori straordinaria proprio nell’anno nel quale i mercati hanno affrontato una delle crisi economiche (e umanitarie) tra le più gravi.

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Dal 2018 ASIM si è trovato attaccato, insieme a molti altri enti, dal più grande tentativo di truffa mai perpetrato a danno della bilateralità. La reazione delle procedure interne e delle infrastrutture messe a presidio dei rischi finanziari e reputazionali hanno fatto sì che ASIM, non solo abbia protetto oltre 800 mila euro di patrimonio, ma che sia stato al fianco delle autorità competenti individuando e segnalando le operazioni ritenute sospette all’INPS e all’Agenzia delle Entrate. Molte di queste segnalazioni si sono poi confermate come reali tentativi di truffa per i quali la magistratura ha dato informazioni di azioni penali tuttora in corso. A gennaio 2021 il Fondo ASIM è composto da 17 persone; tutte determinate e consapevoli dell’importanza del ruolo anche sociale che ricoprono. Ad aprile 2021 si è compiuta la realizzazione del Progetto ASIM 2021. La visione strategica del quadriennio si è concretizzata: • •

un solo punto di accesso agli iscritti per il nomenclatore del Fondo ASIM: il Fondo ASIM stesso; abbandonato il numero verde della compagnia di assicurazione, il numero unico del Fondo ASIM raccoglie, risponde e smista oltre 16 mila chiamate al mese in completa autonomia; tramite il Call Center o il sistema web integrato, l’ormai iconico Portale LEO, oltre 4.000 richieste di prestazioni vengono confermate agli iscritti ogni mese; ogni mese oltre 2.200 richieste di rimborso vengono controllate e liquidate stabilmente in meno di 10 giorni; il sistema gestionale S.I.Asim, che si sta sviluppando parallelamente alla maturazione del Fondo ormai dal 2016, consente una organizzazione del lavoro che segue l’andamento delle richieste degli iscritti potendo modulare il presidio di ogni attività spostando l’operatività di ciascuno su uno o più funzioni. Questo, oltre a un inarrivabile livello di flessibilità, consente al team di ASIM di apprendere e presidiare tutti i vari processi di un fondo sanitario a beneficio della crescita professionale di ognuno dei componenti.


Il secondo pilastro sociosanitario

Risultati straordinari “frutto di una visione chiara e determinata” che consentiranno alla Governance che interverrà per il prossimo quadriennio di effettuare una pianificazione strategica ambiziosa avendo basi strutturali e patrimoniali che si sono fortificate nella Consiliatura che si sta per chiudere.

Naturalmente queste sono solo alcune delle iniziative che potrebbero essere varate già nel primo anno della nuova consiliatura, che amplierebbero notevolmente il solco della maturità tecnica del Fondo ASIM e continuerebbero a fare di ASIM uno dei maggiori benchmark per gli altri operatori del Settore.

QUALI POSSONO ESSERE GLI OBIETTIVI NEL MEDIO PERIODO DA PORSI?

In chiusura, non mi resta che esporre un ringraziamento e un auspicio:

È chiaro che nei primi mesi vadano consolidati i risultati raggiunti con ASIM 2021 perfezionando i sistemi e i processi unitamente al partner che ci fornisce la rete di strutture in convenzione. Il livello delle prestazioni, che ora compone il nomenclatore, andrà messo alla prova dei fatti dopo i primi 12 mesi di operatività per verificare, insieme al Comitato Scientifico, eventuali margini di miglioramento.

È mia convinzione che la nuova Presidenza e il nuovo Consiglio Direttivo abbiano davanti a loro una serie di importanti opportunità per imprimere una ulteriore spinta alla crescita e al consolidamento tecnico/ patrimoniale del Fondo ASIM potendo sfruttare anche le risorse patrimoniali e professionali lasciate in eredità dalla gestione precedente:

il ringraziamento al Presidente Marco Verzari e il suo Co-Presidente (come lui stesso lo definisce spesso) Lorenzo Mattioli: insieme non hanno fatto mai mancare il loro fondamentale sostegno nella realizzazione delle strategie e mi hanno gratificato della stima professionale necessaria per affrontare e superare tutti i momenti complessi che l’ambizione stessa degli obiettivi posti inevitabilmente presentava; l’auspicio di poter mettere a disposizione della nuova Presidenza tutta l’esperienza maturata da me e da tutto il Team che ho l’onore e il compito di guidare affinché nuovi e lungimiranti progetti possano essere realizzati.

Costruire una rete di convenzione propria sfruttando le enormi quantità di dati e informazioni che il Fondo sta accumulando con la gestione diretta, individuando quelle strutture che i nostri iscritti stanno utilizzando maggiormente; dopo specifiche verifiche tecnico/qualitative, si offrirebbe loro una rete di operatori sanitari di fiducia riducendo il costo finale per il Fondo. Predisporre un piano operativo per coinvolgere i medici di famiglia nel vivo del processo della sanità integrativa negoziale. Nessuno più di questi conosce le esigenze sociosanitarie dei loro pazienti nostri iscritti e sono loro che costituiscono il primo presidio sanitario su ogni singolo territorio; Coinvolgere l’ampia rete di imprese, associazioni e cooperative aderenti alle Organizzazioni nostre Socie per verificare come utilizzarle quali erogatori di parte del nostro nomenclatore.

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Salute

Cosa prevede il Libro verde UE sull’invecchiamento della popolazione

L’invecchiamento della popolazione è un problema che coinvolge non solo il nostro Paese, uno dei più “vecchi” al mondo, ma tutta l’Europa, intesa come continente e non solo come Unione Europea. L’attuale età mediana in Europa, infatti, è pari a 42,5 anni, più che doppia rispetto a quella dell’Africa. Il Libro verde sull’invecchiamento demografico dell’Unione Europea è interamente dedicato proprio a questa annosa questione, che non riguarda solo i problemi di natura sanitaria nel fornire assistenza a una popolazione sempre più anziana, ma coinvolge numerosi aspetti della società. Vediamo insieme cosa prevede questo importante documento, firmato a Bruxelles lo scorso 27 gennaio 2021.

LIBRO VERDE UE: QUAL È LO SCENARIO Una popolazione che invecchia sempre più si traduce, in effetti, in un aumento dell’accesso alle cure

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IN QUESTO ARTICOLO • Libro verde UE: qual è lo scenario • Gettare le fondamenta: invecchiamento, apprendimento, accesso all’istruzione • Sfruttare al meglio la vita lavorativa • Nuove opportunità e sfide dell’età della pensione • Soddisfare le esigenze crescenti di una popolazione che invecchia • Conclusioni


Salute

mediche – soprattutto a causa di malattie croniche, disabilità e non autosufficienza – in un aumento del carico pensionistico per i sistemi previdenziali nazionali, una riduzione della forza lavoro e uno squilibrio nei rapporti intergenerazionali. Nel Libro verde si elencano alcuni ambiti essenziali per far fronte all’aumento dell’aspettativa di vita, delineando un percorso ideale di intervento organizzato su 4 macro aree: 1. Gettare le fondamenta. 2. Sfruttare al meglio la vita lavorativa. 3. Nuove opportunità e sfide dell’età della pensione. 4. Soddisfare le esigenze crescenti di una popolazione che invecchia. Vediamo, in sintesi, cosa prevedono questi 4 punti, strutturati poi in varie verticalità.

1. GETTARE LE FONDAMENTA: INVECCHIAMENTO, APPRENDIMENTO, ACCESSO ALL’ISTRUZIONE Il primo capitolo del Libro verde, denominato “Gettare le fondamenta”, si sviluppa poi in 3 paragrafi, che riportiamo di seguito.

1.1 INVECCHIAMENTO ATTIVO E IN BUONA SALUTE In questo paragrafo si affronta il tema della promozione di stili di vita sani su tutto l’arco della vita, anche in termini di modelli di consumo e alimentazione e livelli di attività fisica e sociale. Questo approccio potrebbe contribuire a ridurre il rischio di obesità, diabete e altre malattie non trasmissibili attualmente in aumento.

rappresenta parte della risposta alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione. Questo potrebbe favorire la continuità lavorativa, riducendo o evitando momenti di disoccupazione o impedimenti alle naturali transizioni professionali che si devono affrontare durante una vita lavorativa molto lunga.

1.3 ASPETTI TERRITORIALI NELL’ACCESSO ALL’ISTRUZIONE L’accesso a un’istruzione e a una formazione di qualità non può essere dato per scontato, soprattutto non nelle Regioni scarsamente popolate nelle quali le persone possono doversi trovare a percorrere lunghe distanze per raggiungere le strutture necessarie. La combinazione fra bassi tassi di natalità ed emigrazione giovanile può ridurre la domanda di istruzione nelle regioni rurali e remote, generando un circolo vizioso che va assolutamente interrotto. L’apprendimento a distanza, che abbiamo sperimentato forzatamente a causa della Pandemia, ha evidenziato le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, ma anche i problemi enormi di connettività in zone periferiche e rurali, creando ulteriori discriminazioni. Si tratta di un punto centrale, per formare meglio i futuri lavoratori di domani, capaci magari di entrare nel mercato del lavoro prima di quanto accade oggi, sostenendo il sistema previdenziale.

2. SFRUTTARE AL MEGLIO LA VITA LAVORATIVA

1.2 ISTRUZIONE E FORMAZIONE IN UNA PROSPETTIVA DI APPRENDIMENTO PERMANENTE

Il secondo punto del Libro verde si concentra su come ottimizzare la vita lavorativa di un individuo, in modo da affrontare l’inarrestabile invecchiamento della popolazione che, come accennato, crea squilibri enormi oltre a pesare sempre più sui sistemi previdenziali pubblici.

Nel secondo paragrafo si parla dell’importanza di investire nelle conoscenze, nelle capacità e nelle competenze delle persone lungo tutto l’arco della vita, che

Se la popolazione invecchia, vuol dire che abbiamo più pensionati e meno soggetti in età lavorativa, con conseguenze disastrose per l’economia.

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“Per compensare il calo della popolazione in età lavorativa, l’UE e gli Stati membri dovrebbero promuovere politiche che inseriscano un maggior numero di persone nel mercato del lavoro, consentano di allungare la vita lavorativa e migliorino la produttività.” 2.1 COINVOLGERE UN MAGGIOR NUMERO DI PERSONE NELLA FORZA LAVORO L’elevata partecipazione al mercato del lavoro e l’allungamento della vita lavorativa possono attenuare il problema di una società che invecchia caratterizzata dalla riduzione della popolazione in età lavorativa. Per raggiungere questo traguardo, però, è necessario rimuovere le discriminazioni di genere e etniche dal mercato del lavoro. I tassi di occupazione femminili sono, purtroppo, molto bassi ancora in Europa, 11,7 punti percentuali inferiori a quelli degli uomini, con l’aggiunta del fatto che moltissime donne sono impiegate part time nonostante titoli di studio spesso più elevati rispetto agli uomini. Le persone provenienti da un contesto migratorio potrebbero essere integrate meglio se fossero messe in condizione di svolgere un lavoro che ne rispecchi qualifiche e competenze. Ciò contribuirebbe a migliorare la coesione sociale, la crescita economica e la riduzione delle disuguaglianze. Inoltre, la migrazione legale può contribuire a colmare le carenze di competenze e dunque rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. La carenza di manodopera potrebbe essere colmata anche aumentando l’occupazione tra le persone con disabilità, il che richiede un accomodamento ragionevole e un ambiente di lavoro accessibile. Si potrebbe, ancora, incoraggiare maggiormente la partecipazione dei soggetti più anziani al mercato del lavoro, ad esempio attraverso incentivi fiscali per i datori di lavoro affinché assumano lavoratori più anziani. Infine, l’imprenditorialità degli anziani può prolungare la vita lavorativa, ridurre la disoccupazione in età avanzata, migliorare l’inclusione sociale dei più anziani e promuovere l’innovazione attraverso le start-up, oltre a favorire l’apprendimento intergenerazionale e a ridurre la dispersione di know-how qualificato.

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2.2 PRODUTTIVITÀ, INNOVAZIONE E OPPORTUNITÀ COMMERCIALI Negli ultimi decenni, si legge nel Libro verde, la crescita della produttività è rallentata in tutte le economie avanzate. Questo, unito a una riduzione della popolazione in età lavorativa, non può che generare un cortocircuito produttivo. Di conseguenza, è necessario aumentare la produttività, attraverso l’innovazione tecnologica e investimenti adeguati ed efficienti in ricerca e sviluppo e in attività immateriali. Interessante il passaggio dedicato al ruolo della cosiddetta “economia d’argento”, ovvero quel complesso di attività produttive e servizi destinato a soddisfare le esigenze di una popolazione anziana, come: • • • • • • • • • • • •

turismo; case intelligenti a sostegno dell’autonomia di vita; tecnologie assistive; prodotti e servizi accessibili; robotica dei servizi; benessere; cosmetici e moda; sicurezza; cultura; mobilità personale e automatizzata; attività bancaria; assistenza medica e sanitaria, con la telemedicina, le app per smartphone, i biosensori per le diagnosi a distanza, il monitoraggio a distanza dei pazienti.

“Si prevede che l’economia d’argento registrerà una crescita del 5 % circa l’anno, passando da 3.700 miliardi di EUR nel 2015 a 5.700 miliardi di EUR nel 2025.” Noi crediamo che, in questo settore, anche i fondi sanitari integrativi come il Fondo ASIM, potranno essere coinvolti e contribuire positivamente.


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2.3 OCCUPAZIONE E PRODUTTIVITÀ: UNA PROSPETTIVA TERRITORIALE Nelle previsioni soltanto una Regione dell’UE su cinque registrerà un aumento della popolazione in età lavorativa tra il 2020 e il 2040. In queste poche Regioni sarà più facile per le imprese coprire i posti vacanti e ampliare l’attività, mentre nelle altre sarà molto più difficile.

“Anche solo per produrre la stessa quantità di beni o servizi dovranno quindi investire di più nelle tecnologie a risparmio di manodopera e nell’innovazione.” 3. NUOVE OPPORTUNITÀ E SFIDE DELL’ETÀ DELLA PENSIONE “Mai prima nella storia europea così tante persone hanno goduto di una tale longevità e buona salute.” Grazie a stili di vita più sani, molte persone in età pensionabile sono ancora in ottima salute e possono o vogliono proseguire l’attività lavorativa.

“Queste nuove realtà cambiano la percezione dell’invecchiamento, facendo luce sull’importante contributo che gli anziani apportano alla società e all’economia attraverso l’apprendimento e la coesione intergenerazionali.” 3.1 RIMANERE ATTIVI “I dati mostrano che circa un quinto delle persone di età compresa tra i 65 e i 74 anni svolge attività di volontariato formale e anche gli ultrasettantacinquenni continuano a impegnarvisi fintanto che la salute lo consente loro.” In tal senso risultano molto importanti le attività di volontariato, che coinvolgono sempre più spesso perso-

ne anziane, promuovendo “la solidarietà e la cooperazione intergenerazionali, creando valore e apportando benefici sia ai giovani che agli anziani in termini di conoscenze, esperienze e autostima”. Essenziale per mantenersi attivi è anche favorire una mobilità sostenibile, come spostarsi a piedi o in bicicletta, anche elettrica, con evidenti vantaggi anche sulle emissioni nocive emesse nell’atmosfera.

3.2 POVERTÀ DEGLI ANZIANI Come sappiamo, molto spesso per le persone anziane andare in pensione vuol dire ritrovarsi con un reddito inferiore rispetto a prima, a fronte però di un aumento di spese, soprattutto di tipo assistenziale e sanitario. Per garantirsi un reddito più elevato, sarà necessario lavorare per qualche anno aggiuntivo, anche se questo non vale per tutte le professioni e tutti i percorsi lavorativi, ad esempio chi ha percepito redditi bassi, ha avuto interruzioni di carriera o occupava posti di lavoro o mestieri che forniscono una protezione limitata, come i lavoratori atipici e i lavoratori autonomi. Il rischio di povertà in età avanzata riguarda in misura più drammatica le donne, che guadagnano purtroppo in media meno dei colleghi maschi e che percepiscono trattamenti pensionistici in media del 29,5 % inferiori a quelle degli uomini, in Europa. Un altro gruppo di soggetti particolarmente a rischio sono gli anziani che sviluppano una disabilità dopo la pensione, quando non sempre i sistemi pubblici prevedono delle integrazioni o dei sostegni aggiuntivi.

3.3 SISTEMI PENSIONISTICI ADEGUATI, EQUI E SOSTENIBILI “In assenza di ulteriori riforme, è tuttavia probabile che il maggior numero di pensionati associato al minor numero di persone in età lavorativa comporti tassi di contribuzione più elevati e tassi di sostituzione delle pensioni più bassi per

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garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche.” Cosa vuol dire questo? Che chi lavora dovrà versare contributi previdenziali maggiori rispetto al passato, per pagare pensioni oggi con il rischio di non percepirla quando sarà il loro turno. L’allungamento della vita lavorativa rappresenta una risposta, parziale ma fondamentale, per far fronte a questo problema. Secondo le più recenti proiezioni demografiche di Eurostat, nel 2040 l’indice di dipendenza degli anziani nell’UE 26 rimarrebbe allo stesso livello del 2020 solo se la vita lavorativa fosse estesa fino all’età di 70 anni. Questo dato, però, varia molto in base ai Paesi europei, il che rende ancora più complesso individuare un percorso univoco e generalmente valido.

requisiti di carriera, le aliquote di rendimento o le prestazioni affinché riflettano l’aumento della speranza di vita;

4. SODDISFARE LE ESIGENZE CRESCENTI DI UNA POPOLAZIONE CHE INVECCHIA “Nonostante il miglioramento della speranza di vita in buona salute, gli anziani hanno maggiori probabilità di malattia o disabilità. Molti anziani diventano gradualmente sempre più fragili e dipendenti dall’assistenza a lungo termine.” Quindi, invecchiamo sempre più, lo facciamo anche meglio rispetto al passato, ma questo non vuol dire che non abbiamo bisogno di cure mediche costanti.

Nel Libro verde, a questo riguardo, si propone quanto segue: •

• •

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limitare il prepensionamento a casi giustificati oggettivamente, stabilendo un diritto generale a lavorare oltre l’età pensionabile e regimi pensionistici flessibili; considerare attentamente la logica della ridistribuzione e dell’equità, attraverso l’aumento dell’onere demografico per le generazioni future, un trattamento equo dei lavoratori che entrano precocemente nel mercato del lavoro, la capacità redistributiva tra i gruppi di reddito, la protezione delle interruzioni di carriera legate alla famiglia e la graduale soppressione dei regimi pensionistici preferenziali; fare sì che i sistemi pensionistici coprano diversi tipi di attività economica; favorire forme di risparmi pensionistici aggiuntivi che possono scaturire da pensioni complementari di elevata qualità. sostenere l’allungamento della vita lavorativa, per noi potrebbe valere solo come ultima ratio, adeguando automaticamente l’età pensionabile o i

Aumento dei tassi di dipendenza dell’UE con l’età, 2015-2019.

Di conseguenza, è necessario promuovere stili di vita più sani e la prevenzione per ridurre questo tasso di dipendenza nei soggetti anziani. Questo problema è più complesso nelle aree rurali e periferiche, nelle quali i servizi sono insufficienti, se non assenti.

4.1 SODDISFARE LE ESIGENZE SANITARIE E DI ASSISTENZA A LUNGO TERMINE DI UNA POPOLAZIONE CHE INVECCHIA A causa dei cambiamenti demografici, vi saranno più pazienti anziani affetti da malattie croniche e, in molti


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casi, da malattie multiple. Quasi la metà degli over 65 sono portatori di una qualche forma di disabilità. È essenziale, quindi, potenziare l’assistenza socio-sanitaria, creando sistemi più efficienti. Per riuscirci, è necessario: • •

• •

investire sulle nuove tecnologie; adeguare le retribuzioni per il personale per risolvere il problema di carenza evidente un po’ ovunque; aumentare l’offerta di infrastrutture di assistenza ambulatoriale e di prossimità; potenziare l’assistenza a lungo termine.

Quest’ultima non è più sostenibile destinarla ai familiari, anche perché questo influisce negativamente sull’occupazione femminile, molto spesso sacrificata proprio per assistere parenti non autosufficienti senza ricevere nessuna retribuzione. Nel Libro verde si sottolinea anche il ruolo che potrebbe svolgere, in tal senso, l’assistenza sanitaria integrativa, che

“ha il potenziale per contenere l’aumento dei costi dell’assistenza sanitaria e sociale e, al tempo stesso, aiutare gli anziani a rimanere indipendenti più a lungo e in maggior benessere”. 4.2 MOBILITÀ, CONNETTIVITÀ E ACCESSIBILITÀ “L’invecchiamento delle società in Europa rappresenta una tendenza demografica destinata probabilmente a determinare i modelli di mobilità in futuro.” Con l’aumento dell’età media, i fornitori di servizi di mobilità dovranno prepararsi ad accogliere un numero sempre maggiore di passeggeri con disabilità o mobilità ridotta, investendo quindi in infrastrutture e veicoli di trasporto intelligenti senza barriere. Un ruolo importante nel migliorare la mobilità è svolto dalle nuove tecnologie, con l’automazione e la digitalizzazione dei trasporti, che però deve tener conto della scarsa propensione delle persone anziane nei confronti di questi strumenti digitali.

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4.3 DIFFERENZE TERRITORIALI NELL’ACCESSO ALL’ASSISTENZA E AI SERVIZI “Sebbene la maggior parte degli Stati membri dell’UE abbia una copertura universale per tutta una serie di servizi sanitari di base, la gamma di servizi e il grado di condivisione dei costi variano notevolmente da uno Stato all’altro. L’accesso effettivo all’assistenza può essere limitato da motivi finanziari, carenza di personale, lunghi tempi di attesa e distanza eccessiva dalla struttura sanitaria più vicina.”

riguarda tutte le fasce di età. Fattori quali la cattiva salute, le condizioni economiche sfavorevoli e il fatto di abitare da soli sono associati a livelli più elevati di solitudine.”

Nelle zone periferiche, infatti, c’è penuria di strutture sanitarie, rappresentando dei, cosiddetti, “deserti medici”. Questa distanza spinge molti soggetti a rinunciare alle cure, spesso per impossibilità a raggiungere le strutture. Un’area, anche questa, che potrebbe essere presidiata, almeno parzialmente, dalla sanità integrativa. La telemedicina può, in parte, alleviare il problema, ma non è sufficiente, così come non basta implementare i sistemi di trasporto pubblico, che non possono essere distribuiti in modo realmente equo sui territori più isolati mantenendo costi e qualità del servizio intatti. Per questo, la vera soluzione da perseguire è lo sviluppo di strutture sanitarie e ambulatoriali delocalizzate nelle zone meno coperte.

4.4 SODDISFARE LE ESIGENZE SANITARIE E DI ASSISTENZA A LUNGO TERMINE DI UNA POPOLAZIONE CHE INVECCHIA

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Una soluzione in tal senso è rappresentata da formule di “alloggio multigenerazionale”, in grado di offrire compagnia ai residenti più anziani, trasferimento di competenze e conoscenze ai residenti più giovani e una preziosa interazione sociale a tutti.

CONCLUSIONI Come hai avuto modo di capire, il Libro verde UE sull’invecchiamento della popolazione contiene non solo una lista di problemi da affrontare, ma anche delle possibili soluzioni.

Le persone anziane tendono a vivere in ambienti più isolati, o semplicemente differenti, rispetto alle giovani generazioni, con conseguenze enormi in termini di coesione intergenerazionale.

È evidente che si tratta solo di suggerimenti e indicazioni, ma sono poi i singoli Paesi europei a dover implementare queste soluzioni a un problema che, lo ricordiamo, non può più essere ignorato.

“Si stima che nell’UE circa 30 milioni di adulti si sentano spesso soli. La solitudine

Dal nostro modo di affrontarlo dipende il futuro non solo degli anziani, ma di tutte le future generazioni.


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Con i vaccini anti COVID-19 crollano infezioni, decessi e ricoveri

Nel documento “Impatto della vaccinazione COVID-19 sul rischio di infezione da SARS-CoV-2 e successivo ricovero e decesso in Italia”, redatto dall’ISS in collaborazione con il Ministero della Salute, sono riportati i dati relativi alle vaccinazioni COVID-19 nel periodo 27 dicembre 2020 – 3 maggio 2021. Dall’analisi dei dati emerge che

“il rischio di infezione da SARSCoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Dopo i 35 giorni si osserva una stabilizzazione della riduzione che è circa dell’80% per il rischio di diagnosi, del 90% per il rischio di ricovero e del 95% per il rischio di decesso.”

IN QUESTO ARTICOLO • Dagli studi clinici controllati alla pratica clinica • Quante persone sono state vaccinate? • Popolazione in studio • Riduzione di incidenza, ricoveri e decessi • Risultati dello studio

Si tratta di dati preliminari, limitati nel tempo, confermati però dai risultati ottenuti da altri studi simili condotti da enti di ricerca internazionali. Approfondiamo insieme.

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NOTE INTRODUTTIVE I dati raccolti e analizzati durante lo studio sull’impatto della vaccinazione COVID-19 si riferiscono al periodo che va dall’avvio della campagna vaccinale in Italia, il 27 dicembre con la giornata inaugurale, fino al 3 maggio.

Che durante i trial di sperimentazione dei vaccini approvati, i dati raccolti sull’efficacia degli stessi sono stati molto positivi, al punto da ottenere una approvazione in tempi record. Però, si tratta comunque di studi condotti in ambienti controllati e su un numero, per quanto cospicuo, limitato di soggetti.

Durante questo periodo i due vaccini più utilizzati sono stati il Comirnaty (Pfizer-BioNtech), approvato prima degli altri, il 22/12/2020, e il COVID-19 Vaccine Moderna (Moderna), approvato il 07/01/2021 e somministrato a partire dalla settimana successiva.

Nel momento in cui si avvia una campagna vaccinale così massiccia, i numeri crescono in modo esponenziale, è necessario raccogliere i dati e continuare ad analizzarli in un contesto “reale”, per capire quale sia l’effettiva efficacia, altrimenti detta “effectiveness”.

Il 95% dei soggetti ai quali sono stati somministrati questi due hanno ricevuto entrambe le dosi, a una distanza di 21 giorni per Comirnaty e 28 giorni per Moderna.

Come si legge nel documento, di recente sono stati pubblicati studi osservazionali che hanno valutato l’efficacia nella pratica dei vaccini anti COVID-19 in UK, in Israele e in Italia, con conclusioni molto simili.

Per quanto riguarda gli altri due vaccini approvati e disponibili, il Vaxzevria (AstraZeneca) è stato approvato il 29/01/2021 e somministrato a partire dal 01/02/2021, mentre il COVID-19 Vaccine Janssen (Johnson & Johnson) è stato approvato l’11/03/2021 e somministrato a partire dal 22 aprile 2021. Al 3 maggio nessuna delle persone incluse nello studio aveva ricevuto il ciclo completo Vaxzevria (che prevede una finestra temporale maggiore, di circa 1012 settimane, tra le due dosi), mentre il J&J è stato utilizzato ancora molto poco e da troppo poco tempo per avere dati approfonditi. Detto questo, l’analisi ha valutato il tasso di incidenza di diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, di successivo ricovero e di decesso dopo almeno la somministrazione della prima dose.

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I vaccini al momento somministrati sono molto efficaci nel prevenire l’infezione e la diffusione del virus (le percentuali variano dall’85% al 95%, a seconda della quantità di dosi ricevute e dalla distanza temporale dalla prima somministrazione), ma anche nel ridurre ospedalizzazioni e decessi.

QUANTE PERSONE SONO STATE VACCINATE? Al 3 maggio 2021 risultavano vaccinate 14.365.241 persone, per un totale di 21.232.972 dosi). Nell’analisi dei dati sono state escluse 76.573 (0,5%) persone per mancanza di informazioni su età, genere e dose e/o per incoerenza tra le date di somministrazione dei vaccini.

DAGLI STUDI CLINICI CONTROLLATI ALLA PRATICA CLINICA

In seguito, sono stati messi a confronto i dati dei vaccinati con quelli delle persone con diagnosi di COVID-19 precedente alla prima vaccinazione, escludendo 567.162 (4,0%) persone.

I vaccini approvati dagli enti preposti – per l’Europa l’EMA e per l’Italia l’AIFA – hanno mostrato una elevata efficacia durante gli studi clinici controllati, ma è necessario condurre analisi più approfondite durante la fase di pratica clinica. Cosa vuol dire?

Le rimanenti 13.721.506 persone vaccinate hanno ricevuto almeno una dose del vaccino Comirnaty (8.389.595, 61%), del vaccino Moderna (1.021.134, 7%) o del vaccino Vaxzevria (4.234.983, 31%) o l’unica dose del vaccino Janssen (75.794, 1%). (Grafico 1).


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Comirnaty; il 91% ha completato il ciclo vaccinale con Moderna; • nessuno ha completato il ciclo vaccinale con Vaxzevria. (Grafico 2). •

Pop. in studio (7.370.000)

Pop. complessiva (13.721.506) 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Percentuale vaccinati Comirnaty

VaxZevria

Moderna

Janssen

Grafico 1. Distribuzione dei vaccinati per vaccino, nella popolazione complessiva e nella popolazione in studio.

Considerando le 7.370.008 persone vaccinate prima del 4 aprile 2021, la cosiddetta “popolazione in studio” inclusa nella valutazione dell’impatto della vaccinazione: • • • •

POPOLAZIONE IN STUDIO In un passaggio abbiamo detto che solo una parte delle persone vaccinate sono state inserite nella cosiddetta popolazione in studio, ovvero i soggetti analizzati per valutare l’efficacia dei vaccini. Perché le analisi si limitano al 4 aprile, nonostante i dati raccolti siano disponibili fino al 3 maggio? Questo aspetto viene spiegato nel dettaglio nello studio:

il 65% ha ricevuto almeno una dose del vaccino Comirnaty (4.777.600); il 29% la prima dose del vaccino Vaxzevria (2.117.225); il 6% almeno una dose del vaccino Moderna (475.045); il 97% ha completato il ciclo vaccinale con

“In particolare, la stima dell’incidenza di diagnosi è stata calcolata sulle persone che avevano ricevuto la prima dose del vaccino alla data del 4 aprile 2021 e una diagnosi entro il 18 aprile 2021, per tener conto sia di un tempo di osservazione di almeno 14 giorni dalla somministrazione

Popolazione complessiva: 13.721.506

Popolazione in studio: 7.370.008

100% 90% 80% 70%

Percentuale vaccinati

60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%

Comirnaty

Moderna

Vaxzevria

Janssen Una dose

Comirnaty

Moderna

Vaxzevria

Ciclo completo

Grafico 2. Distribuzione dei vaccini per dose.

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Salute

5

26

3 2 1

105+

(91-98)

(98-105)

(84-91

(77-84)

(70-77)

(63-70)

(56-63)

(49-56)

(42-49)

(35-42)

(28-35)

(21-28)

(0-14)

0

RIDUZIONE DI INCIDENZA, RICOVERI E DECESSI In tutti i periodi considerati (fino al 4 aprile 2021) si osserva una rapida riduzione dell’incidenza di diagnosi a partire dai 14 giorni successivi alla somministrazione della prima dose (grafico 3). Si osserva, inoltre, che il tasso di incidenza nel periodo di riferimento (entro 14 giorni dalla somministrazione della prima dose) è

4

(14-21)

Insomma, si tratta di un semplice calcolo matematico, che tiene conto del tempo necessario per valutare le condizioni del soggetto vaccinato nelle settimane successive (Flow chart 1).

6

tasso di incidenza per 10.000 giorni persona

del vaccino, sia del tempo di accertamento diagnostico (incluso il tempo di incubazione della malattia), e di notifica dopo la diagnosi (altri 14 giorni dopo il 18 aprile 2021).”

Giorni dalla somministrazione della prima dose

I periodo: ≤15/01/2021

V periodo: 02/03-16/03/2021

II periodo: 16/01-30/01/2021

VI periodo: 17/03-28/03/2021

III periodo: 31/01-14/02/2021

VIII periodo: 29/03-04/04/2021

IV periodo: 15/02-01/03/2021

Grafico 3. Tassi di incidenza di diagnosi (per 10.000 giorni a persona) a partire dalla somministrazione della prima dose per periodo di vaccinazione (popolazione in studio N=7.370.008).


Salute

Anagrafe nazionale vaccini (AVN) 03/05/2021 14.365.241 vaccinati

Sorveglianza COVID-19 02/05/2021 4.007.742 notificati

Record linkage

Esclusi 643.735 soggetti 76.573 567.162

informazioni mancanti età , sesso, tipo vaccino. dose, data diagnosi, data ricovero, data decesso) e incoerenza tra date diagnosi COVID-19 precedente la prima vaccinazione

13.721.506 vaccinati

Esclusi 6.351.498 soggetti con data vaccinazione successiva al 04/04/2021

Popolazione per valutazione DIAGNOSI n=7.370.008 (343.596.940 giorni persona) diagnosi = 61.859

Esclusi 5.587.607 soggetti con data vaccinazione successiva al 21/03/2021

Popolazione per valutazione RICOVERI n=5.133.899 (227.711.808 giorni persona) ricoveri = 4.972

Esclusi 10.099.477 soggetti con data vaccinazione successiva al 07/03/2021

Popolazione per valutazione DECESSI n=3.622.029 (145.134.076 giorni persona) decessi = 1.438

Flow chart 1 di selezione dei casi in anagrafe nazionale vaccini e nella sorveglianza COVID-19 per la valutazione degli eventi in studio.

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Salute

di popolazione più esposte – operatori sanitari e ospiti RSA – a categorie meno esposte (grafico 4).

10 9

Tasso di incidenza per 10.000 giorni persona

8

7 6 5 4 3 2 1 105+

(98-105)

(84-91

)(91-98)

(77-84)

(70-77)

(63-70)

(56-63)

(49-56)

(42-49)

(35-42)

(28-35)

(21-28)

(0-14)

(14-21)

0

Giorni dalla somministrazione della prima dose Forze dell’ordine/armate

Operatori sanitari

Personale scolastico

Ospiti RSA

Soggetti vulnerabili per patologia

Grafico 4. Tassi di incidenza di diagnosi (per 10.000 giorni a persona) a partire dalla somministrazione della prima dose per periodo di vaccinazione (popolazione in studio N=7.370.008).

diminuito con il progredire dei periodi di vaccinazione riflettendo, almeno in parte, il passaggio da categorie

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L’incidenza di diagnosi di COVID-19 nelle due settimane successive alla prima dose di qualsiasi vaccino è stata di 2,90 per 10.000 giorni persona, che si riduce a 1,33 nel periodo superiore a 15 giorni dalla prima dose; • L’incidenza di ricovero passa da 0,44 a 0,18 per 10.000 giorni persona; • L’incidenza dei decessi passa da 0,18 a 0,04 per 10.000 giorni persona. (Tabella 1 - Tabella 2).

RISULTATI DELLO STUDIO In conclusione, riportiamo di seguito i grafici che mostrano quanto la campagna vaccinale COVID-19 si sia tradotta in un netto calo dell’incidenza della diagnosi di malattia, delle ospedalizzazioni e dei decessi. Si tratta di immagini che non lasciano spazio a dubbi o interpretazioni.


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Giorni dalla somministrazione della prima dose : 0-14

Diagnosi

Tempo persona (giorni)

Incidenza x 10.000 giorni persona*

Diagnosi

Tempo persona (giorni)

Incidenza x 10.000 giorni persona*

29.839

102.991.407

2,90

32.020

240.605.533

1,33

Totale vaccinati

7.370.008

<40

1.098.052

5.605

15.334.867

3,66

6.143

48.764.109

1,26

40-59

2.042.446

10.102

28.529.032

3,54

11.962

85.752.132

1,39

60-79

1.714.155

5.141

23.966.168

2,15

4.479

41.622.567

1,08

≥ 80

2.515.355

8.991

35.161.340

2,56

9.436

64.466.725

1,46

Uomini

3.055.506

12.039

42.700.832

2,82

11.835

95.747.599

1,24

Donne

4.314.502

17.800

60.290.577

2,95

20.185

144.857.934

1,39

Nord

3.442.092

18.510

55.375.313

3,34

18.443

129.737.116

1,42

Centro

1.615.539

4.038

15.287.035

2,64

4.586

34.662.148

1,32

Sud e isole

2.312.377

7.291

32.329.060

2,26

8.991

76.206.269

1,18

Operatore sanitario

1.437.891

8.726

20.070.000

4,35

10.545

94.122.925

1,12

Personale scolastico

1.013.969

3.758

14.172.803

2,65

4.232

23.390.962

1,81

Soggetto vulnerabile per patologie

534.469

1.336

7.474.311

1,79

613

5.047.326

1,21

Forze dell’ordine/forze armate

269.330

1.336

3.762.549

3,55

1.542

7.272.719

2,12

Ospiti RSA

247.929

3.253

3.451.512

9,42

4.041

14.047.785

2,88

Altro

3.846.090

7.291

32.329.060

2,26

8.991

76.206.269

1,18

Dato non disponibile

20.330

11.292

53.776.434

2,10

10.856

95.734.267

1,13

≤15/01

1.011.356

8.555

14.100.876

6,07

11.088

85.029.552

1,30

Periodo di calendario (prima dose)

Categorie prioritarie di vaccinazione

Area geografica

Genere

Classe di età (anni)

Totale

Giorni dalla somministrazione della prima dose: 15+

16/01-30/01

229.767

1.484

3.206.796

5,00

2.177

16.973.189

1,28

31/01-14/02

340.052

1.264

4.753.120

2,66

2.086

17.962.690

1,16

15/02-01/03

1.275.340

4.625

17.827.593

2,59

6.654

50.920.224

1,31

02/03-16/03

1.831.139

7.098

25.592.249

2,77

7.228

48.233.854

1,50

17/03-28/03

1.512.076

4.223

21.142.756

2,00

2.288

17.657.048

1,30

29/03-04/04

1.170.278

2.590

16.368.017

1,58

499

3.828.976

1,30

Tabella 1. Incidenza di diagnosi di COVID-19 in persone vaccinate prima del 4 aprile 2021. *Numero diagnosi/tempo persona.

Giorni dalla somministrazione della prima dose: 0-14 totale vaccinati

Giorni dalla somministrazione della prima dose: 15+

Eventi

Tempo persona (giorni)

Incidenza x 10.000 giorni persona*

Eventi

Tempo persona (giorni)

Incidvenza x 10.000 giorni persona*

Ricoveri**

5.133.899

3.175

71.852.063

0,44

1.797

383.518.473

0,18

Decessi**

3.622.029

899

50.701.430

0,18

418

94.439.262

0,04

Tabella 2. Incidenza di ricoveri di COVID-19 in persone vaccinate prima del 4 aprile 2021 e di decessi in persone vaccinate prima del 21 marzo 2021. * Numero diagnosi/tempo persona. ** Entro 30 giorni dalla diagnosi.

29


Salute

1. Riduzione del rischio di infezione a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione a partire dall’inizio del ciclo vaccinale rispetto al periodo 0-14 giorni dalla prima dose (periodo di riferimento). 2. Riduzione del rischio di diagnosi con successivo ricovero a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione a partire dall’inizio del ciclo vaccinale rispetto al periodo 0-14 giorni dalla prima dose (periodo di riferimento).

a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione a partire dall’inizio del ciclo vaccinale rispetto al periodo 0-14 giorni dalla prima dose (periodo di riferimento).

Figura 13. Stime aggiustate del rapporto tra le incidenze (IRR) di diagnosi e successivo decesso a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione della prima dose rispetto al periodo di riferimento (0-14 giorni dalla prima dose); tutti i vaccinati con qualsiasi vaccino.

Figura 11. Stime aggiustate del rapporto tra le incidenze (IRR) di diagnosi a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione della prima dose rispetto al periodo di riferimento (0-14 giorni dalla

I dati evidenziano che il rischio di infezione da SARS-CoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane dalla prima somministrazione del vaccino.

prima dose)

2. Riduzione del rischio di diagnosi con successivo ricovero a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione a partire dall’inizio del ciclo vaccinale rispetto al periodo 0-14 giorni dalla prima dose (periodo di riferimento).

A partire dai 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale si osserva una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi; questi effetti sono simili sia negli uomini che nelle donne e in persone di diverse fasce di età.

“Questi dati confermano l’efficacia delle vaccinazioni e della campagna vaccinale, e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale.” Questo il commento del Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro.

Figura 12. Stime aggiustate del rapporto tra le incidenze (IRR) di diagnosi con successivo ricovero a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione della prima dose rispetto al periodo di riferimento (0-14 giorni dalla prima dose); tutti i vaccinati con qualsiasi vaccino.

3. Riduzione del rischio di diagnosi e successivo decesso

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