Fondo ASIM - ASIMInforma #03 luglio 2019

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Fondo assistenza sanitaria integrativa multiservizi

03 MARCO VERZARI

L’editoriale del Presidente

06 LORENZO MATTIOLI

La Parola alle Imprese

08 AUGUSTO MONACHESI

Il secondo pilastro sociosanitario

12 ROBERTA FOSCHI

Mangiare in salute


Rivista informativa del Fondo ASIM iscritta al tribunale di Roma al n. 148/2018 del 09/08/18

INFORMAZIONI E CONTATTI FONDO ASIM - FONDO DI ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA DEL SETTORE DELLE IMPRESE ESERCENTI SERVIZI DI PULIZIA, SERVIZI INTEGRATI/MULTISERVIZI

STRUTTURA DEL FONDO ASIM Assemblea dei soci

ANIP - Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi, Unionservizi - Confapi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil

Presidente

Marco Verzari

Vice Presidente

Lorenzo Mattioli

Consiglio Direttivo

Cinzia Bernardini, Giovanni Dalò, Fabrizio Ferrari, Elena Maria Vanelli, Marco Verzari, Sergio Tarabù, Lorenzo Mattioli, Barbara Fiorucci, Andrea Laguardia, Antonio Ambrosio, Nicola Antonio Ascalone, Vincenzo Elifani

Responsabile

Augusto Monachesi

Collegio Revisori dei Conti

Francesca Capecci (Presidente), Pietro Mastrapasqua, Giovanni Reale

Per qualsiasi informazione potete contattarci dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle ore 14:30 alle 16:30 ai seguenti recapiti: Indirizzo: Via dei Mille 56 – 00185 Roma

Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 Email: info@fondoasim.it PEC: asim@pec.fondoasim.it Web: www.fondoasim.it Skype: fondoasim Fondo ASIM Fondo ASIM

Le parti che hanno sottoscritto il suddetto contratto nazionale sono:

LE PRESTAZIONI DEL PIANO SANITARIO SONO GARANTITE DA:

LO STAFF DEL FONDO ASIM


L’editoriale del Presidente

Marco Verzari

Presidente Fondo ASIM I CONTRATTI IRREGOLARI E LE MINACCE AL WELFARE CONTRATTUALE “[...] la corretta applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 54 e 66 e 69 (“Previdenza complementare”, “Organismo paritetico nazionale - ONBSI” e “Assistenza sanitaria integrativa”) costituisce condizione necessaria per l’utilizzo di tutti gli strumenti che il presente C.C.N.L. ha istituito per rispondere alle esigenze delle imprese in materia di mercato del lavoro e di gestione del rapporto di lavoro.” Ecco quanto si legge nell’articolo 1 del CCNL multiservizi, a sottolineare quindi l’importanza centrale della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa per le aziende ed i lavoratori attivi nel settore. L’articolo 69, che prevede l’introduzione dell’assistenza sanitaria integrativa nel CCNL, è una grande conquista, frutto del rinnovo contrattuale del maggio 2011, e riguarda in modo diretto l’operato del Fondo ASIM. Dalla sua fondazione, il Fondo ha lavorato alacremente per comunicare in modo efficace l’esistenza dello stesso alle imprese che applicano il CCNL Multiservizi, ottenendo risultati molto positivi.

Secondo l’ultimo rilevamento da noi effettuato, risultano iscritte al Fondo 3.978 imprese, con una percentuale di penetrazione pari al 16,6%. Gli iscritti al Fondo ASIM a maggio 2019 sono 320 mila con una penetrazione sul totale dei lavoratori del settore pari al 62% che diventa 75% se restringiamo la platea di riferimento ai soli lavoratori a tempo indeterminato. Questi numeri non rappresentano solo un motivo di soddisfazione e orgoglio per il nostro operato, ma il perseguimento di un obiettivo molto più grande e importante: garantire ai lavoratori l’accesso a prestazioni di assistenza sanitaria integrativa. Numerosi studi effettuati nel corso degli ultimi mesi e anni hanno sottolineato l’apprezzamento da parte dei lavoratori dipendenti nei confronti di una politica di welfare contrattuale comprensiva di un simile servizio. Poter usufruire di prestazioni sanitarie integrative in maniera gratuita o con una ridotta partecipazione, evitando le lungaggini delle liste d’attesa della sanità pubblica e potendo scegliere in quale struttura recarsi (tra quelle convenzionate, ovviamente) è sicuramente un importante valore aggiunto per il settore. Purtroppo, ad ostacolare questo processo è la proliferazione, 3


L’editoriale del Presidente

sempre maggiore, di contratti irregolari, ovvero differenti rispetto ai CCNL, applicati in molte imprese, soprattutto di piccole dimensioni. Secondo il CNEL, sarebbero circa 500 i contratti collettivi irregolari attualmente in vigore nel nostro Paese, di cui circa una ventina relativi al solo comparto Multiservizi, e rappresentano una grave minaccia per i diritti dei lavoratori. Stiamo parlando di numerosi e reiterati tentativi di diffondere una cultura della contrattazione al ribasso, che esclude le parti sociali “veramente rappresentative”, ponendo in una condizione di svantaggio i lavoratori e quelle imprese virtuose che, applicando il CCNL Multiservizi, si trovano, di fatto, a fronteggiare una concorrenza sleale. In questo modo, si è andata a creare una classificazione di lavoratori di Serie A e lavoratori di Serie B, con una quota detentrice di determinati diritti e benefit aziendali - come, appunto, l’assistenza sanitaria integrativa - e un’altra, non marginale, alla quale viene riconosciuta una retribuzione inferiore e minori (o assenti) diritti aggiuntivi. Questo, vogliamo ricordarlo, a parità di mansioni svolte e ore lavorate. Si tratta di una situazione inaccettabile, sulla quale si sono già espresse numerose realtà, anche istituzionali, annunciando provvedimenti duri ed esemplari. Si è parlato, ad esempio, di attribuire un bollino blu solo ai contratti collettivi regolari, escludendo tutti gli altri dalla partecipazione alle gare d’appalto.

Un’ottima proposta che, alla luce delle recenti iniziative politiche, potrebbe però non essere sufficiente. In questo periodo, infatti, preoccupa la discussione politica sviluppatasi intorno al tema, di stabilire un salario minimo uguale per tutti. Un provvedimento simile, senza assicurare come base minima la valorizzazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro sottoscritto dalle organizzazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale, non riuscirebbe in alcun modo a risolvere il problema, anzi, favorirebbe la diffusione di contratti irregolari che tengono conto solo della componente retributiva, ignorando l’importanza del welfare contrattuale e, più in generale, della componente normativa della tutela dei lavoratori. “Una norma di legge che si proponga di fissare un salario minimo e un orario legale per tutti i lavoratori dipendenti deve innanzitutto stabilire il valore legale dei trattamenti economici complessivi previsti dai Contratti collettivi nazionali di lavoro.” Con queste parole si sono espressi i principali sindacati confederali italiani, CGIL, CISL e UIL. Noi del Fondo ASIM riteniamo essenziale continuare la discussione sul tema, per il perseguimento del nostro principale obiettivo: estendere l’assistenza sanitaria integrativa a tutti i lavoratori del settore Multiservizi. Marco Verzari


ASIM INFORMA Trimestrale informativo del Fondo ASIM

RUBRICHE MARCO VERZARI

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LORENZO MATTIOLI

06

AUGUSTO MONACHESI

08

ROBERTA FOSCHI

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L’editoriale del Presidente

La Parola alle Imprese

COSA SONO I FARMACI GENERICI •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

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DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Sava

Il secondo pilastro sociosanitario Mangiare in salute

COORDINAMENTO EDITORIALE Augusto Monachesi - Simone Carusi

ASSICURAZIONE SULLA VITA: COME FUNZIONA •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

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SMART WORKING: IN COSA CONSISTE IL LAVORO AGILE

AUMENTO DELL’ASPETTATIVA DI VITA: VANTAGGI E MISURE NECESSARIE

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// Lavoro SMART WORKING: IN COSA CONSISTE IL LAVORO AGILE // Salute COSA SONO I FARMACI GENERICI // Sanità integrativa ASSICURAZIONE SULLA VITA: COME FUNZIONA // Benessere CARENZA DI FERRO: QUALI CIBI MANGIARE // Sanità integrativa AUMENTO DELL’ASPETTATIVA DI VITA: VANTAGGI E MISURE NECESSARIE // Novità UN SISTEMA DI PAGAMENTO PIÙ SICURO PER TUTELARE ISTITUZIONI E CONTRIBUENTI

SEDE Via dei Mille, 56 • 00185 Roma Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 asiminforma@fondoasim.it

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REDAZIONE Fondo ASIM e Open-Box S.r.l. EDITORE Fondo ASIM Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti delle imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi Via dei Mille, 56 • 00185 Roma C.F. 97776290583 Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 www.fondoasim.it info@fondoasim.it PROGETTO GRAFICO E FOTO Open-Box S.r.l. Sesta Strada Poggilupi, 343 • 52028 Terranuova Bracciolini (AR) www.open-box.it STAMPA Litograf Editor S.r.l. Via Carlo Marx, 10 • 06011 Città di Castello (PG) www.litografeditor.it Iscritto al tribunale di Roma al n. 148/2018 del 09/08/2018 Questo numero è stato chiuso in redazione in data 21 giugno 2019

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La Parola alle Imprese

LA PAROLA ALLE IMPRESE Welfare aziendale, welfare complementare, benefit flessibili: le innovazioni che cambiano il rapporto tra imprese e lavoratori Il welfare aziendale rappresenta oggi uno degli strumenti più efficaci per far fronte alle richieste dei lavoratori, andando a colmare le lacune e la lentezza delle politiche di assistenza statali. Ci riferiamo, in questo caso, a quei servizi fondamentali di natura sanitaria erogati dai Fondi come il Fondo ASIM, che sono uno specchio fedele dei settori economici di riferimento, offrendoci una fotografia precisa della platea di utenti e delle sue molteplici necessità. Il comparto dei Servizi Integrati rappresenta, oggi più che mai, un terreno di sfida per implementare il welfare: il motivo, a mio avviso, risiede innanzitutto nell’importanza

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Lorenzo Mattioli

Presidente ANIP-Confindustria e Vice Presidente Fondo ASIM


La Parola alle Imprese

che il settore riveste nell’ambito dell’economia del Paese in alla singola azienda - o ad una rete di imprese - che meglio termini di prodotto interno lordo, poi nella grande quantità può decidere, insieme ai lavoratori, quali siano le misure di di personale coinvolto (con un potenziale di 2,5 milioni di welfare più adeguate e, tornando al concetto iniziale, più lavoratori), e - ultimo ma non meno importante - nella necessità innovativo da applicare. Non è da escludere che, in futuro, il welfare contrattato in sede locale diventi ispirazione per quello di tutelare e valorizzare l’impiego nel Labour intensive. In uno degli ultimi rapporti dedicati al tema (in particolare quello nazionale, per sua definizione più rigido e – consentitemi dell’osservatorio sul mercato del Lavoro in Italia elaborato dal complesso da gestire in virtù delle varie istanze che lo animano. Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali di aprile 2019) Sappiamo tutti quanto sia oggi complesso elevare di pochi viene fuori un quadro estremamente interessante per la euro la remunerazione nel contesto di un contratto collettivo, sovrapponibilità delle dinamiche generali con quelle del nostro mentre siamo ben consapevoli che si potrebbero bypassare comparto, a conferma di quanto era già emerso un paio di lungaggini e difficoltà guardando al welfare e, più in generale, anni fa da uno studio che ANIP-Confindustria aveva condotto ai cosiddetti “benefit”. È comune patrimonio di quanti si occupano di relazioni tra le sue aziende, soprattutto considerando tre fattori: 1. in Italia il trend vede una costante migrazione di lavoratori industriali che sia l’ambito aziendale quello in cui meglio si possono progettare misure di fidelizzazione attraverso verso il Terziario; 2. in relazione alla composizione occupazionale, si registra benefit personali e familiari che migliorano il clima in ambito una diminuzione delle professioni qualificate (oltre 220.000 lavorativo, la produttività, il senso di appartenenza, o interventi di conciliazione famiglia e lavoro, previdenza unità in meno), mentre aumentano più complementare e tutto ciò che possa essere del doppio quelle non qualificate, con conseguente spostamento verso il basso Siamo nell’epoca percepito come un concreto aiuto al reddito (buoni pasto, assistenza sanitaria, fiscale, per anche della massa salariale; dei cosiddetti il tempo libero, lo studio…). 3. crescita della presenza femminile flexible benefit: Tutto questo deve stimolare un cambiamento (+503.000 rispetto al 2008), interpretata un vero e proprio nelle relazioni e nei rapporti sindacalidallo studio in oggetto, conseguenza di una maggiore disponibilità (non sempre carrello della spesa industriali o istituzionali, stimolando organismi come il Fondo ASIM ad una collaborazione volontaria) ad accettare forme di riduzione per i lavoratori con soggetti complementari (imprenditoriali e dell’orario di lavoro come il part-time. consulenziali) che oggi offrono e ampliano la Quindi, elementi quali la crescita di occupazione nel terziario (dunque il mondo dei servizi nel suo gamma di servizi progettati per le aziende di concerto con i complesso), occupazione non qualificata e contratti part-time lavoratori e le imprese stesse. Questa, oggi, è una strada da con grande presenza femminile sono, per noi che conosciamo percorrere, visto che le innovazioni che non arrivano dall’alto, le caratteristiche di ogni singolo iscritto al Fondo, quelli che prima o poi nascono e si diffondono ai livelli superiori proprio ci consentono di dire che il comparto del Labour intensive è partendo dal basso, dove si riesce meglio ad intercettare le uno spaccato più che rappresentativo del mondo del lavoro esigenze dei fruitori dei “prodotti” di welfare. nel nostro Paese, e come tale merita impegno, attenzione e, Siamo nell’epoca dei cosiddetti flexible benefit: un vero e proprio carrello della spesa per i lavoratori, un paniere di beni soprattutto, innovazione. In questo articolo si cercherà di capire come migliorare e servizi inseriti in un budget (che è parte del reddito, ma ulteriormente il welfare nella sua più larga accezione di “esentasse”) non soggetto ad ulteriori aggravi previdenziali da integrazione al reddito, ipotizzando il più ampio coinvolgimento parte delle imprese. degli attori del sistema: associazioni di imprese e sindacati, Incentivi complementari al welfare aziendale più tradizionale, enti bilaterali, istituzioni ed enti privati che non sempre quello che per noi continua e continuerà ad avere un ruolo si incontrano armoniosamente in sede di contrattazione fondamentale, ma che guardando a questi nuovi strumenti collettiva. Per questo, in considerazione della sempre più dovrà rinnovarsi per rispondere alle esigenze di imprese e marcata diffusione del welfare aziendale, occorre prendere in lavoratori. considerazione gli istituti della contrattazione di secondo livello Lorenzo Mattioli e di quella di impresa. Dalla cornice generale, dunque, si arriva

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Il secondo pilastro sociosanitario

IL SECONDO PILASTRO SOCIOSANITARIO ESSERE MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVI

“È istituito presso il CNEL l’archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro (CCNL) presso il quale vengono depositati gli accordi di rinnovo e i nuovi contratti (legge 30 dicembre 1986, n. 936, art. 17).” Di recente tale archivio è stato riorganizzato ed è stata resa disponibile una interessantissima serie di mappature che rendono ancora più utili le analisi che il Fondo ASIM, ma più in generale la bilateralità del nostro Settore, sta effettuando da tempo. Augusto Monachesi Per analizzare l’archivio nazionale dei contratti collettivi di Responsabile Fondo ASIM lavoro, occorre prima illustrare lo scenario davanti al quale ci troviamo. Presso il CNEL sono depositati (dati aggiornati a maggio 2019) 825 CCNL, suddivisi in 13 macrosettori. Non è certamente questa la sede per esprimere giudizi sul proliferare del numero di CCNL, ma i dati assumono una dimensione sicuramente molto, forse troppo, dispersiva. Selezionando i dati tra i contratti siglati da rappresentanze sindacali, appartenenti alle Confederazioni CGIL, CISL e UIL, vediamo come rispondono alle suddette esclusivamente 243 CCNL, mentre appartengono ad altre forme “sindacali” ben 582 contratti.

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Il secondo pilastro sociosanitario

CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO PER MACRO SETTORI Sindacati

Altri

confederali

Sindacati

10

8

32

Alimentaristi

43

25

Agricoltura

185

Chimica

28

17 60

Aziende di servizi

CCNL plurisettoriali, altri e vari

4

19

14

9

17

17

Credito e assicurazioni Commercio terziario servizi

40 64 Enti e istituzioni privati e pubblici

56 34

9

Poligrafici e spettacolo

25

Meccanici

39

13

17

28

totale di cui

Edilizia, legno e arredamento

12

825

Tessili

582

243

Trasporti Spesso, e da più parti, viene trattato il tema della rappresentatività dei contratti nazionali di lavoro; cerchiamo quindi di approfondire ed esaminare il Settore che ci riguarda da vicino. Il CNEL accoglie nel suo archivio al macrosettore “AZIENDE DI SERVIZI (AZIENDE ELETTRICHE, GAS E ACQUA, TELECOMUNICAZIONI, PULIZIA FACILITY MANAGEMENT SERVIZI INTEGRATI, CONI SERVIZI E FEDERAZIONI SPORTIVE - cod. K)” 45 CCNL. 32 dei 45 riguardano il settore “Servizi Ambientali e Pulizie e Multiservizi”; di questi, solo 5 sono stati sottoscritti dalle confederazioni sindacali che fanno capo a CGIL, CISL e UIL.

32CCNL Settore Ambientali e Multiservizi

45

CCNL

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Il secondo pilastro sociosanitario

Analizzando ancora più nel dettaglio, servendosi delle mappature effettuate dal CNEL con i codici contratto utilizzati ai fini INPS e quelli ATECO, possiamo dimensionare il settore di nostra pertinenza, testimoniare in maniera scientifica la rappresentatività del nostro contratto e, in ultimo, ma non meno importante, fissare un più preciso target/benchmark per le attività di inclusione che sta svolgendo da tempo il Fondo ASIM. L’Istat, seppure con dati aggiornati al 2016, ci dice che gli addetti al settore “attività di pulizia e disinfezione” (cod. ATECO 812) sono 436.947. Questo numero comprende tutti i lavoratori coinvolti, a prescindere dalla tipologia di impresa (individuale, di persone o società). Altri 142.320 sono gli addetti alle “attività di raccolta dei rifiuti” (cod. ATECO 381). Riassumendo, e ricomponendo la mappatura fornita dal CNEL relativa al settore “Servizi Ambientali e Pulizie e Multiservizi” (codice CNEL K5_ _), abbiamo una importantissima platea di 579.267 addetti.

579.267

436.947 Pulizie e multiserivizi

142.320 Igiene ambientale

Ma soffermiamoci solo sull’attività di pulizia e disinfezione (cod. ATECO 812 - 436.947 addetti). Secondo le classificazioni CNEL rispondono a questo raggruppamento 3 contratti nazionali di lavoro sottoscritti da rappresentanze sindacali facenti capo alle confederazioni CGIL, CISL e UIL mentre, come già evidenziato in precedenza, ben 27 CCNL dei 32 totali non vedono tra i loro firmatari CGIL, CISL e UIL né associazioni datoriali appartenenti a Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, “Artigianato CNEL”, “Cooperative CNEL” o ABI.

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CCNL

1 1 1

CCNL per i dipendenti dalle imprese industriali esercenti servizi di pulizia, disinfezione, disinfestazione e derattizzazione

CCNL per i dipendenti dalle piccole e medie imprese esercenti i servizi di pulizia, disinfezione, disinfestazione e derattizzazione

CCNL per i dipendenti da imprese di pulizia, di disinfestazione e servizi integrati/multiservizi - FNIP CONFCOMMERCIO

3

totale QUALI SONO, QUINDI, QUESTI 3 CCNL?

L’INPS codifica al numero 119 il “CCNL per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi”, a cui noi apparteniamo, con il codice 120 quello relativo alle Imprese Artigiane e con il codice 340 quello relativo a Confcommercio. Secondo i dati INPS fornitici da Italia Previdenza (SISPI), i 3 CCNL evidenziati sommano (utilizzando i dati medi anno 2016 per garantire l’allineamento temporale con quelli Istat) 419.716 addetti pari quindi al 96% del totale.

3 CCNL Cod.119 - 120 - 340

419.716 addetti

26 CCNL

96%

4

%

È evidente come la rappresentatività nel settore sia garantita ampiamente dalle suddette forme contrattuali sottoscritte da tali rappresentanze datoriali e sindacali. Va notato, in particolare, che le rappresentanze sindacali firmatarie di tutti e tre i contratti fanno capo a FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTRASPORTI-UIL. Veniamo ora ad esaminare, in dettaglio, come il Fondo ASIM risponde alla platea dei lavoratori a cui si applica il Contratto Collettivo Nazionale per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi che


Il secondo pilastro sociosanitario

l’INPS ha visto applicato nel 2018 (dati medi) a 322.718 lavoratori. Il Fondo ASIM nel 2018 ha garantito, in media, la copertura a 190.696 lavoratori. Considerando che al Fondo, come stabilito dal CCNL, si devono iscrivere solo i lavoratori assunti a tempo indeterminato, possiamo confrontare il dato degli iscritti con quello del CCNL di riferimento (fonte INPS- SISPI) limitatamente a questa categoria di lavoratori che, nel 2018, è stata mediamente di 255.066, si può quindi affermare che il Fondo ASIM ha raggiunto il 74,76% della sua platea.

322.718

cod 119 CCNL per i dipendenti dalle imprese industriali esercenti servizi di pulizia, disinfezione, disinfestazione e derattizzazione

a tempo indeterminato

79%

255.066

75% iscritti Fondo ASIM Questo dato di penetrazione deve essere visto come risultato straordinario se si pensa che i dati si riferiscono ad un periodo di operatività di soli 4 anni e che il Settore è costituito da migliaia di imprese le quali, quasi sempre, trovano i propri lavoratori dislocati su vaste aree del territorio nazionale e in molteplici cantieri con ridotta densità operativa.

< 25 620

948

25 - 45 - 60 44 59 70 32.490 72.703 20.020

23.076 31.361

9.129

In conclusione quindi non vi è alcun dubbio che, quando si tratta di “contratti di lavoro maggiormente rappresentativi” negli appalti del nostro settore, la scelta percorribile è inequivocabile. Da questa consapevolezza, suffragata anche dalle rilevazioni dei dati forniti da INPS, Istat, CNEL e dagli Enti della Bilateralità del settore (Fondo ASIM e ONBSI), è maturata la decisione del Consiglio Direttivo del Fondo ASIM di pianificare e condurre una campagna di informazione e di sensibilizzazione rivolta direttamente alle stazioni appaltanti. Verrà richiamata, senza mezzi termini, la necessità che queste vigilino sulla scelta del CCNL applicato dalle imprese appaltatrici a garanzia di una corretta concorrenza nelle gare di appalto e della tutela dei lavoratori. Da sottolineare con determinazione che la corretta applicazione del contratto nazionale di lavoro passa attraverso la sua “integralità” che si ottiene anche iscrivendo i lavoratori alle forme di bilateralità previste, come il Fondo ASIM per la sanità integrativa (art.66 del CCNL) e l’ONBSI quale ente bilaterale nazionale. Altra informazione inequivocabile che i dati ci dimostrano - anche ex post - è che la strategia di comunicazione pianificata dal Consiglio Direttivo del Fondo e realizzata dalla Presidenza sia stata quella vincente. Prova ne è che, in poco più di 4 anni, si sono raggiunte performance di loss ratio e di frequenze degne di un fondo maturo (se ne parlerà in dettaglio negli interventi dei prossimi numeri); risultati realizzati attraverso l’ampliamento della platea degli iscritti che ha raggiunto percentuali di penetrazione, rispetto al target del mercato di riferimento, di tutto rispetto. Augusto Monachesi

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Mangiare in salute

MANGIARE IN SALUTE Come combattere la cellulite con un’alimentazione adeguata COS’È LA CELLULITE, DA COSA È PROVOCATA E COSA POSSIAMO FARE PER COMBATTERLA E PREVENIRLA? SCOPRIAMOLO INSIEME. Per affrontare questo argomento, di per sé molto complesso, è necessario partire dalla definizione di cellulite. La cellulite è una condizione dell’epidermide dovuta all’indebolimento del tessuto connettivo che tiene unito il tessuto muscolare al tessuto sottocutaneo. Questo indebolimento si manifesta visivamente con la formazione di avvallamenti e fossette tipiche della cellulite. Il tessuto connettivo è formato da vari setti (in rosso nell’immagine a pagina seguente) che hanno una funzione di ancoraggio tra i due strati.

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Roberta Foschi

Biologa nutrizionista, personal trainer ed erborista


Mangiare in salute

anatomica del tessuto connettivo e così via. A questi fattori poi concorre lo stile di vita, le abitudini alimentari, l’attività fisica, la tipologia di lavoro. Più si è in sovrappeso, più si accumula grasso che spinge e accentua la cellulite.

PERCHÉ LA CELLULITE È PIÙ PRESENTE NELLE DONNE?

Tra questi setti vi sono delle celle riempite dalle cellule del tessuto grasso – i cosiddetti adipociti – che, intrappolati in questa cella, spingono verso l’esterno. Nel momento in cui questi setti di tessuto connettivo perdono la loro capacità di ancoraggio e diventano meno “forti”, le cellule adipose che spingevano verso l’esterno trovano meno resistenza e riescono quindi a deformare il tessuto sottocutaneo creando i tipici bozzi e avvallamenti. Le fossette che si rilevano sono proprio i punti in cui il tessuto sottocutaneo è ancorato tramite il setto connettivo che però, avendo ormai ceduto, non riesce a respingere la spinta degli adipociti sottostanti.

COS’È IL TESSUTO CONNETTIVO Il tessuto connettivo è formato da svariate tipologie di cellule e fibre, tra cui fibre di collagene. Il collagene rappresenta la principale proteina del connettivo e la sua produzione è finemente regolata dal nostro organismo. Uno degli enzimi responsabili della sua produzione è l’enzima collagenasi, influenzato da squilibri ormonali: per esempio, un’eccessiva produzione di estrogeni, oppure un cattivo rapporto tra estrogeni e androgeni, o anche una glicemia instabile, sono responsabili di un’alterata produzione di collagene.

PERCHÉ SI INDEBOLISCE IL TESSUTO CONNETTIVO? Non si riconoscono singole cause specifiche nella genesi della cellulite. Piuttosto, questa sembra essere il risultato di una serie di concause che vedono protagonisti fattori genetici, disordini ormonali, disturbi del metabolismo, alterata struttura

Nelle donne la cellulite si manifesta molto più frequentemente. Questo è dovuto – oltre alle varie concause, come ad esempio la predisposizione genetica – anche ad una questione fisicoanatomica. In sostanza, nell’uomo il tessuto connettivo va a costituire una rete in cui i setti si intersecano tra loro “a croce”. Nella donna, invece, i setti costituiscono una trama verticale in cui i singoli setti sono perpendicolari alla superficie. Questa disposizione fa sì che nell’uomo le protrusioni risultino molto più difficili e quindi anche meno frequenti.

CELLULITE E ALIMENTAZIONE: COME CONTRASTARLA Abbiamo detto che la cellulite è causata da molteplici fattori, alcuni che non possiamo controllare, mentre altri su cui possiamo lavorare. Iniziamo ricordando che la cellulite è soggetta alle variazioni ormonali e che scompensi e disordini interagiscono con questa condizione. L’ormone che risente più di tutti dell’alimentazione è l’insulina; questo ormone è deputato (insieme al glucagone) al controllo della glicemia e stimola l’assunzione di glucosio da parte delle cellule muscolari e delle cellule adipose.

COME EVITARE PICCHI GLICEMICI Come possiamo allora controllare l’azione dell’insulina da un punto di vista alimentare? In primo luogo, dobbiamo evitare di provocare dei picchi glicemici: ogni volta che assumiamo carboidrati semplici e zuccheri la nostra glicemia (il livello di glucosio nel sangue) aumenta vertiginosamente per poi scendere in maniera altrettanto veloce. Ogni volta che si creano questi sbalzi glicemici si instaura un meccanismo ormonale di compenso. In pratica, ogni volta che la glicemia sale rapidamente, il pancreas risponde con un’elevata produzione di insulina e questa determina il segnale per l’organismo di “immagazzinare” glucosio all’interno dei muscoli e soprattutto all’interno delle cellule grasse. Per ridurre l’impatto sulla glicemia di un alimento contenente zuccheri e carboidrati possiamo infatti abbinarlo con delle fonti grasse e proteiche che, rallentando

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Mangiare in salute

la digestione, rallentano di conseguenza l’assorbimento degli zuccheri. Si può optare per cereali complessi integrali come pasta, pane o riso integrale, oppure si possono abbinare delle fibre, per esempio quelle contenute nelle verdure. Particolare attenzione poi, dobbiamo fare alla colazione. Vediamo insieme il perché.

L’IMPORTANZA DI UNA COLAZIONE EQUILIBRATA Al mattino, quando ci alziamo, abbiamo elevati livelli di cortisolo. Questo picco di cortisolo è fisiologico e necessario per l’organismo per mettersi in moto e iniziare la giornata. Il cortisolo, infatti, determina un aumento della glicemia, in modo da aumentare gli zuccheri nel sangue per darci l’energia necessaria al risveglio. Se noi, attraverso l’alimentazione, introduciamo zuccheri semplici inneschiamo un ulteriore aumento della glicemia, superiore rispetto ai livelli richiesti e tollerati dal nostro organismo, che risponderà con una sovrapproduzione di insulina la quale, a sua volta, determinerà l’accumulo di glucosio (sottoforma di grasso) all’interno delle cellule adipose.

EVITARE DIETE RESTRITTIVE PER LUNGO TEMPO Le diete restrittive prolungate nel tempo inducono un aumento della cortisolemia basale (livello di cortisolo nel sangue), con tutte le conseguenze di cui abbiamo parlato in precedenza. Inoltre, un cortisolo costantemente sovrastimolato determina interazioni con la lipoproteina lipasi, una molecola che favorisce l’accumulo di grasso nel tessuto adiposo.

CELLULITE E ALIMENTAZIONE: COSA FARE Abbiamo visto quali sono le situazioni da evitare. Adesso vediamo tutto quello che, invece, possiamo fare.

COLAZIONE A BASSO INDICE GLICEMICO Stiamo parlando, come puoi immaginare, di una colazione con pochi zuccheri semplici: pane integrale tostato con ricotta ed un frutto, oppure porridge di avena con frutta secca, o ancora uno yogurt bianco intero con fiocchi di farro e frutta secca. Volendo, si può optare per una colazione salata, con del pane integrale tostato, uova, hummus di ceci e via dicendo.

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LA STRATEGIA ALIMENTARE “UP AND DOWN” Se dobbiamo evitare diete restrittive, ma vogliamo comunque perdere qualche chilo e lavorare sulla cellulite, come possiamo fare? In questo caso una delle strategie alimentari migliori che si possa fare è quella chiamata “up and down”. Si tratta, in sostanza, di alternare giorni con più carboidrati e più calorie, a giorni con meno carboidrati e meno calorie. In questo modo stimoleremo sempre il nostro metabolismo mantenendolo attivo ed evitando che accumuli grasso nelle zone indesiderate.

STRATEGIA ALIMENTARE “HIGH FATS – LOW CARBS” Un’altra strategia alimentare da seguire è la cosiddetta “high fats – low carbs”, letteralmente “grassi alti e carboidrati bassi”. Questo metodo si propone di spingere l’organismo all’utilizzo dei grassi di deposito come fonte energetica, in modo tale da ridurre i depositi grassi. Come nel caso precedente, si consiglia di seguire le indicazioni di un nutrizionista prima di intraprendere una di queste strade.

CONCLUSIONI Come vedi, la cellulite può essere contrastata, tra i vari metodi, anche attraverso un approccio corretto all’alimentazione. Tenendo a bada i livelli di glicemia, e seguendo un regime alimentare adeguato, si possono ridurre gli effetti sgradevoli della famosa “pelle a buccia d’arancia”, così antiestetica. Roberta Foschi


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Lavoro

Smart working: in cosa consiste il lavoro agile

In un mondo del lavoro e dell’impresa sempre più connesso, digitalizzato e globalizzato, la concezione del dipendente presente in ufficio 8 ore al giorno si è evoluta. In Italia questo processo di trasformazione si sta rivelando più lento rispetto al resto del mondo, ma nel 2017 è stato fatto un passo in avanti, se non altro dal punto di vista legislativo. Infatti, con la Legge n. 81/2017, è stato introdotto nell’ordinamento giuridico italiano il concetto di lavoro agile, altrimenti detto smart working. Ma cos’è lo smart working, in cosa consiste e come si struttura? Vediamolo insieme.

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DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO • Cos’è lo smart working • Cosa prevede la Legge n.81/2017 • Il lavoratore è agile ma non libero da obblighi • In cosa differisce lo smart working dal telelavoro • Vantaggi dello smart working


Lavoro

COS’È LO SMART WORKING Una definizione molto puntuale e precisa del concetto di smart working è quella fornita dal Ministero del Lavoro, che riportiamo di seguito. “Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.” Leggendo questa definizione risulta molto chiaro un duplice obiettivo da parte del legislatore: • favorire la flessibilità nel lavoro, non più solo basata sulla natura temporale dei contratti – una visione, se vogliamo, distorta del concetto di flessibilità – ma intesa come superamento della struttura rigida alla quale siamo abituati. Con un contratto di smart working si stabilisce che il risultato è più importante del numero di ore lavorate; • fornire alle imprese uno strumento molto utile per ridurre i costi di gestione e favorire lo sviluppo di un team produttivo slegato dal vincolo fisico. Si tratta di un approccio nuovo, innovativo per il mercato del lavoro italiano, ma che introduce, di fatto, uno strumento utile per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta. Essendo, però, un contratto di lavoro subordinato a tutti gli effetti, lo smart working si differenzia in modo netto dalla collaborazione occasionale o dalla consulenza esterna con un libero professionista. Di conseguenza, il legislatore ha voluto sottolineare da subito oneri e tutele che il datore di lavoro deve garantire al collaboratore.

COSA PREVEDE LA LEGGE N.81/2017 Il testo di legge che introduce lo smart working in Italia – la 22 maggio 2017, n. 81 – stabilisce alcune norme essenziali per equiparare i lavoratori agili ai dipendenti “tradizionali”. Vediamo insieme i punti centrali del testo: 1. la prestazione lavorativa può essere svolta da remoto o, in parte, presso gli uffici dell’azienda, entro i limiti dell’orario giornaliero e settimanale previsti dal CCNL di categoria;

2. il datore di lavoro deve fornire gli strumenti tecnologici necessari allo svolgimento delle mansioni assegnate al lavoratore assunto con contratto di smart working ed è responsabile del loro funzionamento; 3. incentivi fiscali e premi di produzione sono previsti anche dal contratto di lavoro agile; 4. il datore di lavoro deve provvedere al pagamento dell’assicurazione obbligatoria, così come previsto dall’INAIL in una circolare. Il contratto di smart working, quindi, gode delle medesime tutele e garanzie di un tradizionale contratto di lavoro subordinato, full time o part time – anche part time ciclico. Ciò che differisce è la modalità di svolgimento del lavoro, slegato da una postazione fisica fissa e da un orario prefissato.

IL LAVORATORE È AGILE MA NON LIBERO DA OBBLIGHI Tutto quello che abbiamo visto fino ad ora non deve condurre all’errore. Il lavoratore agile, infatti, può operare anche in mobilità o presso la propria abitazione – come spesso capita – ma non è libero dagli obblighi che ha nei confronti dell’azienda e del datore di lavoro. Se è vero che ciò che conta, in un contratto di smart working, è il risultato, il lavoratore deve comunque garantire una reperibilità e una tabella di marcia condivisa. Perché è e resta, ricordiamo, un lavoratore dipendente, non un consulente freelance.

IN COSA DIFFERISCE LO SMART WORKING DAL TELELAVORO Spesso quando si parla di smart working si fa confusione, confondendolo con il più noto “telelavoro”. Qual è la differenza? Il telelavoro prevede che il dipendente svolga le proprie mansioni al di fuori dei locali aziendali, ma da postazioni fisse – ad esempio un ufficio in casa – ben definite e in orari precisi. Lo smart working, invece, come abbiamo visto, non presuppone la necessità di una postazione fissa, introducendo il concetto di lavoro da remoto in mobilità. Per certi versi, quindi, lo smart working è una evoluzione del telelavoro – che ricordiamo essere stato inserito nell’ordinamento giuridico italiano nel 2004 – resa possibile dall’evoluzione tecnologica in atto da qualche anno.

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Lavoro

VANTAGGI DELLO SMART WORKING Il legislatore, definendo il lavoro agile, aveva un obiettivo senz’altro lodevole, cioè favorire la conciliazione tra lavoro e vita privata. Lo smart working, in effetti, consente al lavoratore di organizzare la propria giornata con maggiore libertà rispetto ad un dipendente tradizionale, offrendogli la possibilità di trascorrere più tempo con la famiglia e con i figli. Un esempio? Non dovendo uscire presto la mattina per recarsi in ufficio, può sfruttare il tempo che avrebbe impiegato per fare colazione con i figli e accompagnarli a scuola. Ma i vantaggi derivanti dallo smart working vanno anche oltre la sfera intima e personale del lavoratore. Eccone alcuni. • Tragitto casa/lavoro: non dovendo più recarsi in ufficio ogni mattina, si genera un risparmio economico per il lavoratore (mezzi pubblici, carburante, parcheggio, ecc.) e un guadagno per l’ambiente (minori spostamenti, meno smog, decongestione del traffico, ecc.) • Dematerializzazione documentale: lo smart working è, per definizione, una modalità di lavoro basata sulla

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tecnologia e sulla digitalizzazione dell’azienda. I documenti cartacei non sono più necessari, tutto passa attraverso il cloud e le comunicazioni telematiche • Innovazione tecnologica: un lavoratore agile non deve solo essere alfabetizzato dal punto di vista informatico, deve essere competente nel settore e avere un approccio con la tecnologia tale da consentirgli di lavorare senza difficoltà e aggiornarsi costantemente • Crescita aziendale: spesso capita che l’azienda non riesca a reperire personale qualificato nella propria area, impedendole di crescere e ampliarsi in modo adeguato. Lo smart working consente di superare il vincolo geografico, migliorando la qualità del team e dei servizi erogati. • Benessere aziendale: consentire ad un lavoratore di conciliare il lavoro e la vita personale in base alle proprie esigenze lo rende più sereno e ne riduce lo stress. Questo si traduce in una qualità del lavoro maggiore, perché il benessere psico-fisico influisce sullo svolgimento delle mansioni in azienda Quelli indicati sono solo alcuni dei vantaggi più evidenti derivanti dalla diffusione di contratti di smart working, che consentono però di intuire quanto sia importante per la cosiddetta Industria 4.0.


Salute

Cosa sono i farmaci generici DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO Quante volte ti sarà capitato di andare in farmacia e chiedere un farmaco generico in alternativa a quello di marca? Molto spesso, invece, sono i farmacisti a consigliarti questa scelta. In passato non era così, in effetti solo negli ultimi anni in Italia si è diffusa la tendenza di acquistare e vendere farmaci generici. Purtroppo, proprio il termine “generici” ha creato, agli inizi, molti dubbi e perplessità sulla loro efficacia, finendo col qualificarli come farmaci di seconda scelta, quindi da evitare. Per questa ragione, nel 2005, si è deciso di sostituire il termine “farmaci generici” con “farmaci equivalenti”,

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Farmaci generici o equivalenti: definizione Cos’è il principio attivo di un farmaco? In cosa consiste il brevetto farmaceutico Farmaci generici: il concetto di bioequivalenza Approvazione dei farmaci generici o equivalenti Perché i farmaci generici costano meno? Vantaggi dei farmaci generici Conclusioni

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Salute

mettendo quindi al centro un concetto basilare: il farmaco generico è equivalente a quello di marca, quindi ugualmente efficace. Ma cosa sono i farmaci generici (o equivalenti) e in cosa si differenziano da quelli “originali”? Scopriamolo insieme.

FARMACI GENERICI O EQUIVALENTI: DEFINIZIONE Spesso si tende a considerare i farmaci generici come prodotti di “sottomarca”, un po’ come accade nei discount per i prodotti di uso comune. Invece non è così. Prendiamo in prestito la definizione di farmaco generico fornita dalla AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco:

Il farmaco, utilizzato ad esempio per il contrasto degli stati influenzali, è a base del principio attivo Acido Acetilsalicilico, appartenente alla categoria degli Antiaggreganti piastrinici, Antipiretici, Analgesici FANS e nello specifico Acido salicilico e derivati. Quindi, il farmaco di marca “Aspirina” contiene questo principio attivo. Di conseguenza, un farmaco generico (o equivalente) dell’Aspirina dovrà contenere il medesimo principio attivo e non solo, come vedremo tra poco. Questo farmaco verrà commercializzato con il nome del principio attivo, seguito dal nome del produttore (che ha ricevuto l’autorizzazione).

IN COSA CONSISTE IL BREVETTO FARMACEUTICO

Pochi sanno che i farmaci generici possono esistere solo “È un medicinale che contiene lo stesso principio attivo e come alternativa a prodotti il cui brevetto è scaduto, non per nella stessa concentrazione di un farmaco di marca non più quelli ancora in corso di validità. coperto da brevetto (definito originator). I Cosa vuol dire? farmaci equivalenti hanno inoltre la stessa Riprendiamo l’esempio dell’Aspirina. Questo forma farmaceutica e le stesse indicazioni medicinale è stato sviluppato per primo Un farmaco del farmaco di riferimento. Sono dunque, dalla Bayer che, dopo aver condotto studi, generico è un dal punto di vista terapeutico, equivalenti ricerche e fasi di sviluppo, ne ha depositato al prodotto da cui hanno origine e possono il brevetto. medicinale basato quindi essere utilizzati in sua sostituzione.” Da quel momento in poi, nessun’altra sul medesimo azienda al mondo avrebbe potuto produrre principio attivo Questa definizione contiene due parole un farmaco equivalente, non prima, almeno, di un farmaco di chiave, centrali per comprendere cosa sono della scadenza del brevetto o, in alcuni casi, i farmaci generici: grazie al permesso della società detentrice. marca, altrimenti • principio attivo; In Italia i brevetti sui farmaci hanno una durata detto “originator” • brevetto. molto lunga, maggiore rispetto agli altri Paesi Approfondiamo questi due aspetti. Europei, pari a 38 anni. Quando termina la copertura del brevetto, è possibile formulare farmaci equivalenti contenenti il medesimo principio attivo, ma a determinate condizioni. COS’È IL PRINCIPIO ATTIVO DI UN FARMACO? Il principio attivo di un farmaco non è altro che la sostanza in esso contenuta responsabile del suo effetto terapeutico. In poche parole, è ciò che rende il medicinale efficace per il trattamento di una particolare patologia. Un esempio? Un farmaco noto a tutti e ampiamente diffuso è l’Aspirina. Anche se nell’immaginario collettivo questo termine indica un farmaco, in realtà è il nome del prodotto brevettato dalla casa farmaceutica Bayer.

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FARMACI GENERICI: IL CONCETTO DI BIOEQUIVALENZA Come spiegato prima, un farmaco generico è un medicinale basato sul medesimo principio attivo di un farmaco di marca, altrimenti detto “originator”. Ma non basta. Infatti, per essere immesso sul mercato deve risultare bioequivalente. Ancora una volta, prendiamo in prestito la spiegazione fornita dalla AIFA:


Salute

“Per appurare la stretta somiglianza tra farmaco equivalente e originator vengono realizzati studi che analizzano la biodisponibilità del medicinale, un parametro che indica a che velocità e in che quantità il principio attivo si distribuisce (e viene quindi reso disponibile) nell’organismo. Se la biodisponibilità del farmaco equivalente ha gli stessi valori dell’originale, allora si può affermare che i due farmaci sono bioequivalenti.”

APPROVAZIONE DEI FARMACI GENERICI O EQUIVALENTI Anche se per i farmaci generici non è prevista la procedura del brevetto, non vuol dire che non debba superare una serie di controlli da parte delle autorità italiane, nel caso specifico l’AIFA e l’EMA. I produttori dei farmaci generici devono quindi richiedere l’autorizzazione a questi enti per poter commercializzare il medicinale equivalente. Il vantaggio, per loro, risiede nel fatto di non dover ripetere gli studi di sicurezza ed efficacia, così come le fasi di ricerca e sviluppo, perché già condotti dalla società farmaceutica detentrice del brevetto ormai scaduto.

proporre un prezzo di vendita più basso, fino anche al 50% in meno.

VANTAGGI DEI FARMACI GENERICI La diffusione dei farmaci generici ha prodotto alcuni innegabili vantaggi, in particolare: • consente di ridurre il prezzo dei farmaci il cui brevetto è ormai scaduto; • ha ridotto i costi da sostenere per l’acquisto di farmaci non coperti dal Servizio Sanitario Nazionale; • consente al Servizio Sanitario Nazionale di rimborsare farmaci dal costo più basso, spostando risorse sull’acquisto di medicinali molto cari come quelli contro il cancro o l’Aids. Ovviamente tutto questo risulta vantaggioso solo e se il farmaco risulta efficace come quello del brand, altrimenti il risparmio economico risulterebbe poco attrattivo.

CONCLUSIONI

Come vedi, i farmaci generici o equivalenti hanno la stessa efficacia e composizione dei medicinali “griffati”, quelli ai quali PERCHÉ I FARMACI GENERICI COSTANO MENO? siamo più abituati. Ci sono casi in cui però, tra il farmaco generico e l’originator ci Erroneamente, noi tendiamo ad attribuire il più basso dei sono delle lievi differenze, che riguardano ad esempio l’utilizzo farmaci generici a due ragioni: degli eccipienti, che spinge i medici a prescrivere comunque • minore qualità del farmaco generico; quelli di marca. • costi di promozione, marketing e In ogni caso, è sempre preferibile affidarsi al pubblicità maggiori sostenuti dai brand proprio medico di fiducia prima di sostituire originali. I farmaci generici o un medicinale con il suo equivalente. Beh, non è così. equivalenti hanno I farmaci generici hanno un costo più basso la stessa efficacia rispetto a quelli di marca, essenzialmente per e composizione due ragioni. La prima è dettata dalla legge secondo la dei medicinali quale un farmaco generico o equivalente “griffati”, quelli ai deve avere un prezzo di vendita inferiore quali siamo più almeno del 20% rispetto all’originator. abituati La seconda è frutto di processi industriali e produttivi più snelli. Non dovendo compiere le fasi di ricerca e sviluppo e gli studi di sicurezza ed efficacia, possono contenere sostanzialmente i costi di produzione e

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Sanità integrativa

Assicurazione sulla vita: come funziona DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO • Cos’è un’assicurazione sulla vita Se si supera il classico approccio scaramantico italiano, • Come funziona un’assicurazione sulla vita sottoscrivere un’assicurazione sulla vita può avere • Assicurazione sulla vita: caso morte, caso molteplici vantaggi, soprattutto quando si ha una famiglia e vita, mista dei figli a cui provvedere. • Polizza Caso Vita In effetti, pensare di acquistare una polizza sulla vita quando • Polizza Caso Morte si è in buona salute e in età ancora giovane può apparire, • Polizza mista ad un primo e superficiale approccio, un po’ avventato, ma • Assicurazione sulla vita: questionario ad un’analisi più scrupolosa ci si rende conto che ne vale la pena. Tra l’altro, volendo fare una valutazione meramente cinica e opportunista, è proprio quando si è in buona salute che conviene sottoscrivere una assicurazione sulla vita perché il premio da pagare sarà più basso. Ma andiamo per gradi e vediamo in cosa consiste un’assicurazione sulla vita, come funziona, chi può sottoscriverla e come.

COS’È UN’ASSICURAZIONE SULLA VITA L’assicurazione sulla vita non è altro che una polizza assicurativa, a fronte del pagamento della quale si provvede a maturare una somma da versare al/ai beneficiario/i in caso di morte, invalidità o sopraggiunta condizione di non autosufficienza.

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Sanità integrativa

Soprattutto quando l’evento tragico avviene senza preavviso o campanelli d’allarme, viene meno la possibilità, per i familiari e gli affetti più cari, di prepararsi a ciò che verrà. In questo modo, quindi, si può concedere a questi ultimi un minimo di serenità, almeno sotto il profilo economico. Ci rendiamo conto che può apparire un discorso freddo, razionale e a tratti brutale, ma il venir meno di un reddito in famiglia crea non pochi problemi. Se a questo si aggiunge il dolore per la perdita di una persona cara, o un peggioramento delle sue condizioni di salute, tutto diventa ancora più complesso.

COME FUNZIONA UN’ASSICURAZIONE SULLA VITA

ASSICURAZIONE SULLA VITA: CASO MORTE, CASO VITA, MISTA La definizione di polizza assicurativa sulla vita è la seguente: “Contratto di assicurazione con il quale la società si impegna a pagare al beneficiario un capitale o una rendita quando si verifichi un evento attinente alla vita dell’assicurato, quali il decesso o la sopravvivenza ad una certa data. Nell’ambito delle polizze di assicurazione sulla vita si possono distinguere varie tipologie quali polizze caso vita, polizze caso morte, polizze miste”. Come puoi leggere, esistono tre tipologie di polizze assicurative sulla vita tra cui il contraente può scegliere, e sono le seguenti: • polizza caso vita; • polizza caso morte; • polizza mista. Vediamole nel dettaglio, facendoci aiutare dal Glossario elaborato da Ania, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici.

Come ogni polizza assicurativa, anche l’assicurazione sulla vita può essere sottoscritta da un soggetto, scegliendo una delle tante proposte disponibili sul mercato. Nello specifico, gli attori in gioco sono 4: 1. il contraente, ovvero colui che sigla la polizza assicurativa sulla vita, per sé o per una terza persona; 2. l’assicurato, ovvero la persona interessata dall’assicurazione sulla vita, che può coincidere o meno POLIZZA CASO VITA con il contraente; 3. il beneficiario, la persona che riceverà dalla compagnia La definizione di Polizza Caso Vita riportata nel Glossario è la assicurativa la somma, una tantum o sotto forma di seguente: rendita mensile, maturata ai sensi degli accordi siglati. Non sempre viene scelto in fase di sottoscrizione della polizza, “Contratto di assicurazione sulla vita con il quale la società si impegna al pagamento di un capitale o di una può essere indicato successivamente o rendita vitalizia nel caso in cui l’assicurato sia designato all’interno del testamento; in vita alla scadenza pattuita.” 4. la compagnia assicurativa, ovvero È proprio quando il soggetto che eroga la polizza e si si è in buona salute Cosa vuol dire? impegna ad ottemperare al contratto che conviene Nel caso in cui l’assicurato fosse ancora siglato. sottoscrivere una in vita alla scadenza pattuita, la somma Il contraente paga un premio assicurativo, assicurazione sulla accantonata sarà versata come una rendita scegliendo una delle seguenti tre modalità: vitalizia, un po’ come accade alle pensioni 1. premio ricorrente, ovvero versato su vita integrative. base annuale; 2. premio unico, ovvero pagato per intero al momento della stipula; 3. premio unico ricorrente, ovvero versato su base periodica, POLIZZA CASO MORTE spesso mensile, trimestrale o semestrale. Vediamo ora quali sono le tipologie di assicurazione sulla vita “Contratto di assicurazione sulla vita con il quale la società si impegna al pagamento della prestazione assicurata al che è possibile stipulare. beneficiario qualora si verifichi il decesso dell’assicurato. Può essere temporanea, se si prevede che il pagamento sia

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Sanità integrativa

effettuato qualora il decesso dell’assicurato avvenga nel corso della durata del contratto, o a vita intera, se si prevede che il pagamento della prestazione sia effettuato in qualunque momento avvenga il decesso dell’assicurato.” La polizza caso morte prevede il pagamento di una somma, stabilita dal contratto, al beneficiario, in caso di decesso dell’assicurato.

POLIZZA MISTA

In presenza di condizioni di salute non ottimali, il rischio per la compagnia assicurativa aumenta e con esso di conseguenza anche il premio da pagare per il contraente

“Contratto di assicurazione sulla vita che garantisce il pagamento di un capitale o di una rendita vitalizia se l’assicurato è in vita alla scadenza prestabilita e, al tempo stesso, il pagamento di un capitale al beneficiario in caso di decesso dell’assicurato nel corso della durata contrattuale.”

Come suggerisce il termine stesso, la polizza assicurativa sulla vita mista è una fusione delle due precedenti. Quindi, in caso di superamento della scadenza prestabilita si procede al pagamento di una rendita vitalizia, mentre in caso di decesso dell’assicurato si versa al beneficiario il capitale maturato.

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ASSICURAZIONE SULLA VITA: QUESTIONARIO

Ti sarà capitato di vedere in qualche film il contraente rispondere alle domande del funzionario della compagnia assicurativa circa il suo stile di vita e lo stato di salute. In effetti, la stipula della polizza assicurativa sulla vita è subordinata alla compilazione di un questionario, contenente domande atte a verificare le condizioni di salute dell’assicurato, eventuali patologie o disturbi, e l’attività lavorativa. L’assicurato deve inoltre sottoporsi ad una serie di accertamenti medici, da allegare alla richiesta di polizza, come gli esami del sangue, l’ECG e simili. È evidente che, in presenza di condizioni di salute non ottimali, il rischio per la compagnia assicurativa aumenta e con esso di conseguenza anche il premio da pagare per il contraente. In casi, invece, di condizioni davvero precarie di salute, la compagnia può rifiutare la stipula del contratto. Lo stesso vale in caso di ottime condizioni di salute, ma in presenza di professioni rischiose. Mentire o omettere informazioni non è affatto consigliato, perché possono invalidare il contratto e lasciare i beneficiari con tanto amaro in bocca.


Benessere

Carenza di ferro: quali cibi mangiare DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO • Carenza di ferro: cosa c’è da sapere

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, • Carenza di ferro: da dove proviene il ferro nel mondo ci sarebbero circa 2 miliardi di persone affette nel nostro sangue da carenza di ferro, ovviamente in misura differente e non • Carenza di ferro: cosa mangiare sempre in modo patologico. • Ferro eme e non-eme La carenza di ferro nutrizionale, quindi legata alla nostra • Lista di alimenti che contengono ferro alimentazione, si verifica quando il nostro organismo non assorbe sufficiente ferro dalla dieta, ovvero dai cibi che ingeriamo quotidianamente. Ad esempio, chi segue una dieta vegetariana o vegana è più predisposto a soffrire di carenza di ferro rispetto a chi ha un’alimentazione più varia e variegata, per le ragioni che vedremo più avanti nell’articolo. Questo, però, non deve condurci nell’errore – molto diffuso – di considerare come fonte di ferro solo la carne, in particolare la carne rossa, perché non è affatto così. Come sempre, proviamo ad analizzare la questione procedendo per gradi, partendo da una domanda: perché dobbiamo preoccuparci di una manifesta carenza di ferro?

CARENZA DI FERRO: COSA C’È DA SAPERE La carenza di ferro – altrimenti detta anemia sideropenica – è, banalmente, una malattia che si presenta quando nel nostro organismo c’è una ridotta quantità di ferro. Ma perché è così importante il ferro per il nostro benessere?

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Benessere

Beh, semplificando al massimo il concetto, possiamo dire che il ferro (Fe) è un elemento presente nel nostro sangue all’interno di alcune proteine fondamentali per l’organismo, come l’emoglobina ad esempio. L’emoglobina è una proteina presente all’interno dei globuli rossi, che ricopre una funzione essenziale: trasporta l’ossigeno dai polmoni alle cellule del nostro corpo. Non a caso, per diagnosticare una carenza di ferro si procede, in prima istanza, ad un esame del sangue, analizzando proprio i valori dell’emoglobina. Questi ultimi non devono scendere al di sotto di una certa soglia: 12 grammi per decilitro (g/dL) nelle donne e 13,4 g/dL negli uomini. Se i valori sono inferiori a questi, si procede con ulteriori accertamenti per verificare la natura di questa deficienza di ferro nel nostro corpo.

CARENZA DI FERRO: DA DOVE PROVIENE IL FERRO NEL NOSTRO SANGUE Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, solo una piccola percentuale di ferro proviene dalla nostra alimentazione, che resta comunque molto importante (come vedremo). Il ferro, come anticipato prima, non è mai presente nel nostro sangue in forma libera, ovvero non legato ad una proteina, perché altrimenti sarebbe tossico. Infatti, come una carenza potrebbe crearci non pochi disagi, anche un eccesso di ferro è deleterio per il nostro corpo. Quindi, da dove viene questo ferro? Principalmente dalla disgregazione dei globuli rossi invecchiati, e viene riutilizzato nel midollo osseo per formare l’emoglobina presente nei nuovi globuli rossi. Fatta questa doverosa precisazione, torniamo all’argomento principale del nostro articolo, come indicato nel titolo: quali cibi mangiare per coprire una carenza di ferro?

CARENZA DI FERRO: COSA MANGIARE Nel paragrafo precedente abbiamo sottolineato come solo una piccola percentuale di ferro presente nel nostro organismo proviene dall’alimentazione, ma è evidente che in caso di carenza di ferro è consigliabile seguire una dieta specifica, preferendo alcuni cibi. In effetti, ogni giorno il nostro corpo perde piccole quantità di ferro attraverso le urine, la sudorazione, le feci, le mestruazioni e l’allattamento nelle donne; mangiando determinati alimenti possiamo reintegrarlo. Quindi, cosa dobbiamo mangiare in caso di carenza di ferro?

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FERRO EME E NON-EME Prima di rispondere alla domanda con un elenco di prodotti, è importante fare una distinzione tra due tipologie di ferro presente negli alimenti. 1. Ferro eme: è presente nella carne ed è più facilmente assimilabile da nostro organismo 2. Ferro non eme: è di origine vegetale, quindi presente nelle verdure e nella frutta. Il processo di assorbimento, in questo caso, è più complesso Il ferro presente negli alimenti assunti entra nel nostro organismo tramite una proteina, chiamata trasferrina, e viene accumulato nel fegato sotto forma di ferritina, una proteina di deposito. In caso di carenza di ferro, quindi, andiamo a consumare le riserve presenti nel nostro organismo.

LISTA DI ALIMENTI CHE CONTENGONO FERRO Veniamo ora al dunque, ovvero all’elenco di alimenti che contengono ferro e che è consigliato consumare in caso di carenza. • fegato; • frattaglie; • carni, in particolare quella di tacchino; • pesce; • vongole e frutti di mare; • tuorlo d’uovo; • legumi; • funghi secchi; • frutta secca; • cereali integrali; • farina di soia; • verdure a foglia verde scuro. È buona norma associare ai cibi di origine vegetale (quindi ferro non-eme) un alimento ricco di vitamina C (ad esempio i pomodori, il kiwi, gli agrumi) per migliorare il livello di assimilabilità. In alcuni casi può essere utile assumere integratori e acido folico, ma sempre e solo dietro indicazione del proprio medico e in presenza di una carenza di ferro evidente.


Sanità integrativa

Aumento dell’aspettativa di vita: vantaggi e misure necessarie

DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO Nel nostro Paese l’aspettativa di vita è aumentata nel corso degli ultimi anni, grazie a differenti fattori concatenati. Si tratta di una medaglia che l’Italia può orgogliosamente appuntarsi al petto, frutto anche di una delle migliori sanità pubbliche al mondo, ma ogni medaglia ha due facce. Nel caso specifico, l’altra faccia della medaglia consiste

• L’intervento del professor Vincenzo Atella • Aumento dell’aspettativa di vita: la situazione italiana • La transizione epidemiologica italiana • Differenze socio-economiche, geografiche e cattive abitudini • L’Italia è un Paese sempre più vecchio • Quali misure adottare

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Sanità integrativa

nell’invecchiamento della popolazione. Banalmente, se si vive di più, si trascorrono più anni nella cosiddetta terza età, con tutto quello che questo comporta: non autosufficienza, malattie croniche, spese mediche più elevate, costi sociali maggiori.

prima nel 2017 come popolazione più sana al mondo. Un altro dato molto importante riguarda il tasso di mortalità infantile, che ha subito una riduzione drastica negli ultimi trent’anni. Lo stesso può dirsi riguardo l’aspettativa di vita nel nostro Paese, che è aumentata Se si vive di più, a dismisura dall’unità d’Italia ai giorni nostri, si trascorrono raggiungendo quasi i numeri del Giappone, più anni nella L’INTERVENTO DEL PROFESSOR il Paese più longevo al mondo. In un secolo e mezzo siamo passati VINCENZO ATELLA cosiddetta terza dall’essere una nazione nella quale si viveva età male e poco, ad una in cui possiamo vantare Su questo tema l’interessante intervento del numeri da grande Paese moderno. professor Vincenzo Atella, dell’Università Si tratta di una conquista importantissima, degli Studi di Roma Tor Vergata, tenuto lo scorso 5 marzo presso la Luiss Business School, dal titolo resa possibile dalla qualità delle cure mediche alle quali “L’invecchiamento in Europa: come e quanto si invecchia”, abbiamo accesso. all’interno dell’evento “Invecchiamento e fragilità: il ruolo Ciò nonostante, ci sono numerose criticità da non sottovalutare. della sanità integrativa” organizzato da Mefop. All’interno del suo speech il professore ha analizzato, dati alla mano, la situazione, partendo da alcuni punti essenziali: • l’invecchiamento della popolazione rappresenta un LA TRANSIZIONE EPIDEMIOLOGICA ITALIANA problema di prioritaria importanza in tutta Europa; • nei prossimi decenni la percentuale di persone abili al Se è vero che nella storia del nostro Paese i dati generali lavoro (in termini di età) andrà a ridursi sensibilmente; sull’aspettativa di vita e sui tassi di mortalità sono migliorati, • il PIL sarà molto più basso nel prossimo futuro; bisogna anche sottolineare alcuni dati preoccupanti. • l’invecchiamento della popolazione, unito alla riduzione In effetti, a partire dalla fine degli anni ‘50 – periodo in cui del PIL, creerà instabilità nei conti pubblici; si era raggiunto un equilibrio alquanto stabile e positivo – in • l’invecchiamento della popolazione e il tasso di natalità Italia si è verificata una situazione duplice. sono due elementi da analizzare in combo; Da un lato, i decessi per malattie infettive, gastroenterite • le tecnologie mediche hanno un ruolo essenziale e patologie al sistema respiratorio sono diminuiti, fino a nell’aumento dell’aspettativa di vita; toccare numeri davvero minimi. • l’aumento dell’aspettativa di vita può Dall’altro lato, però, sono aumentate avere anche dei ritorni negativi, se le sensibilmente le morti per tumore e malattie Abbiamo condizioni di salute della persona non cardiovascolari, entrambe legate anche peggiorato i sono ottimali e richiedono interventi allo stile di vita adottato dopo il boom fattori di rischio costanti. economico. legati al nostro Approfondiamo insieme, partendo dai dati Abbiamo, in sostanza, peggiorato i fattori utilizzati dal professore Atella. di rischio legati, appunto, al nostro modo di modo di vivere, dall’alimentazione vivere, dall’alimentazione alla sedentarietà, passando per il fumo di sigaretta e il alla sedentarietà, AUMENTO DELL’ASPETTATIVA DI VITA: consumo di alcolici. passando per il Un esempio? LA SITUAZIONE ITALIANA fumo di sigaretta Rispetto al passato, negli ultimi 40 anni Come indicato da Bloomberg, l’Italia ha abbiamo raddoppiato l’apporto di grassi e il consumo di uno dei servizi sanitari migliori al mondo, attraverso la nostra alimentazione. alcolici posizionandosi quarta nella classifica mondiale 2018 sull’efficienza della sanità e

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Sanità integrativa

DIFFERENZE SOCIO-ECONOMICHE, GEOGRAFICHE E CATTIVE ABITUDINI

L’altro lato della medaglia, in questo caso, è il tasso di natalità, che vede invece un grafico opposto.

Immaginare, nel 2019, in un Paese industrializzato e moderno come l’Italia, che la situazione di salute generale sia influenzata da fattori socio-economici come istruzione, posizione lavorativa, luogo di residenza, non è molto rincuorante. Purtroppo, i dati confermano questo scenario. Nelle regioni del Centro Sud, ad esempio, si registrano maggiori casi di obesità, anche infantile. In alcune zone dello stivale c’è una concentrazione più elevata di sostanze tossiche nocive nell’aria, come metalli pesanti, Insomma, la popolazione invecchia, e facciamo molti meno diossina, particolato. figli rispetto al passato. Inoltre, c’è una differenza evidente di genere: le donne Secondo le stime e le previsione dell’Istat, la popolazione mostrano maggiore attenzione nei confronti della nutrizione residente attesa per l’Italia è stimata pari a 58,6 milioni nel rispetto agli uomini. 2045 e a 53,7 milioni nel 2065. Basti pensare che le donne consumano quasi il doppio delle La perdita rispetto al 2016 (60,7 milioni) sarebbe di 2,1 verdure rispetto agli uomini. Sono gli uomini, milioni di residenti nel 2045 e di 7 milioni nel invece, a praticare più sport e attività fisica 2065. rispetto alle donne. In entrambi i casi siamo Nel 2065 la popolazione dovrebbe oscillare La popolazione il Paese in Europa con il più basso tasso di tra un minimo di 46,1 milioni e un massimo invecchia e giovani tra gli 11 e i 15 anni impegnati in una di 61,5. facciamo molti moderata attività fisica giornaliera. I nostri A destare grande preoccupazione è, come meno figli rispetto accennato, il dato relativo alle future nascite, giovani non fanno attività fisica, ma iniziano a fumare molto presto. La percentuale fumatori che non saranno sufficienti a compensare i al passato con un’età intorno ai 15 anni è una delle più futuri decessi. Nel medio termine il saldo alte d’Europa. sarà negativo, con circa 300mila persone in Anche il consumo di cannabis e cocaina dai 15 meno. ai 34 anni è elevato. Questi dati ci fanno capire che, all’interno Ad aumentare, invece, è l’aspettativa di vita. Entro il 2065 la di una situazione tendenzialmente positiva, sono proprio i più vita media dovrebbe crescere fino a 86,1 anni per gli uomini giovani ad essere maggiormente a rischio. e fino a 90,2 anni per le donne. In un Paese con tassi di natalità così bassi e un invecchiamento Tutto questo si traduce in due enormi criticità: progressivo inarrestabile, non è affatto una buona notizia. • avremo meno ricambio generazionale nei luoghi di lavoro, quindi meno occupati e più pensionati (per più a lungo); L’ITALIA È UN PAESE SEMPRE PIÙ VECCHIO • avremo una maggiore richiesta di servizi e prestazioni sanitarie. Secondo i dati della World Bank Group, la speranza di vita Come si affronta tutto questo? in Italia era, nel 2016, pari a 82,54 anni. Vediamo insieme alcune misure necessarie.

QUALI MISURE ADOTTARE Se la popolazione italiana vive sempre più a lungo, è necessario fare in modo che la qualità della vita migliori, soprattutto in età avanzata. Un popolo in buona salute comporta costi più bassi per

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Sanità integrativa

la sanità pubblica, in evidente difficoltà nonostante la qualità offerta continui ad essere elevata. Le persone anziane, non autosufficienti, hanno bisogno di maggiori attenzioni e cure, e di una struttura sociale meglio organizzata ed efficace. In questo senso, l’apporto del secondo pilastro socioeconomico, quindi dei Fondi di assistenza sanitaria integrativa, è centrale,

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È necessario fare in modo che la qualità della vita migliori, soprattutto in età avanzata

per evitare che il SSN imploda a fronte di una domanda eccessiva. Un altro elemento essenziale in questa sfida molto delicata che ci attende consiste nel migliorare la qualità della prevenzione, dell’educazione, dell’istruzione superiore, dell’alimentazione, stimolando e suggerendo stili di vita sostenibili e più salutari, soprattutto nei più giovani.


Novità

Un sistema di pagamento più sicuro per tutelare istituzioni e contribuenti

Fondo ASIM è sempre in prima linea nella tutela e nel controllo delle attività di iscritti e aziende aderenti. Un’attenzione figlia della nostra stessa mission: tutelare al massimo delle possibilità i lavoratori e le aziende facenti parte del Fondo. Una premura che ha portato i suoi frutti.

Le problematiche emerse hanno, infatti, spinto l’INPS all’introduzione dell’F24 elide come nuovo sistema di pagamento per gli enti bilaterali. Una novità che sarà presto ufficializzata e che vedrà coinvolti anche il Fondo ASIM e le sue aziende aderenti, nella certezza di migliorare costantemente il servizio offerto e di cui vi terremo anche noi aggiornati tempestivamente.

Felici di esserci

Anche grazie alle segnalazioni fatte mesi dimostrati ancora Siamo, nel comunicarvi tutto questo, felici di fa dal nostro team su richieste di rimborso una volta vicini a poco chiare, a seguito di analisi approfondite esserci dimostrati ancora una volta vicini a da parte di INPS e Agenzia delle Entrate voi e alle vostre necessità, consci che è nel voi e alle vostre circa i sistemi di pagamento anche relativi ai servizio che la nostra essenza acquista valore necessità contributi inerenti i fondi di assistenza sanitaria e trova pieno significato. integrativa, sono state adottate misure per la predisposizione di un sistema di pagamento più sicuro per Continueremo per questo a vigilare e portare avanti le nostre tutelare istituzioni e contribuenti. mansioni, pronti a rispondere alle esigenze che giorno dopo giorno si paleseranno.

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La campagna del Fondo ASIM

per la tutela dei lavoratori del Settore Multiservizi e delle aziende aderenti

Via dei Mille 56 - 00185 Roma - Tel: 0644341265 - Fax: 0649386920 Mail: info@fondoasim.it - www.fondoasim.it


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