Fondo ASIM - ASIMInforma #05 dicembre 2019 - Speciale Sanità Integrativa

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05

03

MARCO VERZARI

RIVISTA INFORMATIVA DEL

/ 2019 dicembre

Speciale Sanità Integrativa

10

LORENZO MATTIOLI

13

AUGUSTO MONACHESI

17

STAFF DEL FONDO ASIM

29

ENIO MARRACCINI


Rivista informativa del Fondo ASIM iscritta al tribunale di Roma al n. 148/2018 del 09/08/18

INFORMAZIONI E CONTATTI FONDO ASIM - FONDO DI ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA DEL SETTORE DELLE IMPRESE ESERCENTI SERVIZI DI PULIZIA, SERVIZI INTEGRATI/MULTISERVIZI

STRUTTURA DEL FONDO ASIM Assemblea dei soci

ANIP - Confindustria, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Servizi, Unionservizi - Confapi, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti - Uil

Presidente

Marco Verzari

Vice Presidente

Lorenzo Mattioli

Consiglio Direttivo

Cinzia Bernardini, Giovanni Dalò, Fabrizio Ferrari, Elena Maria Vanelli, Marco Verzari, Sergio Tarabù, Lorenzo Mattioli, Barbara Fiorucci, Andrea Laguardia, Antonio Ambrosio, Nicola Antonio Ascalone, Vincenzo Elifani

Responsabile

Augusto Monachesi

Collegio Revisori dei Conti

Francesca Capecci (Presidente), Pietro Mastrapasqua, Giovanni Reale

Per qualsiasi informazione potete contattarci dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle ore 14:30 alle 16:30 ai seguenti recapiti: Indirizzo: Via dei Mille 56 – 00185 Roma

Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 Email: info@fondoasim.it PEC: asim@pec.fondoasim.it Web: www.fondoasim.it Skype: fondoasim Fondo ASIM Fondo ASIM

Le parti che hanno sottoscritto il suddetto contratto nazionale sono:

LE PRESTAZIONI DEL PIANO SANITARIO SONO GARANTITE DA:

2


L’editoriale del Presidente

Marco Verzari

Presidente Fondo ASIM PERCHÉ DICIAMO CHE IL GIOCO È EVIDENTE Per raffigurare la condizione e l’andamento della quantità di risorse che lo Stato mette a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale, ci affidiamo al documento “Il monitoraggio della spesa sanitaria” prodotto dal MEF - Ragioneria Generale dello Stato - nel luglio 2019, nel quale è riportato quanto segue:

“La dinamica della spesa sanitaria corrente di Contabilità Nazionale ha subito nel tempo un forte rallentamento. A fronte di un tasso di crescita medio annuo del 6,4% nel quadriennio 2003-2006, il tasso di crescita del quinquennio successivo scende all’1,8%. Tale andamento si è ulteriormente consolidato nel periodo 20122018, dove la spesa sanitaria registra un tasso di variazione medio annuo pari allo 0,4% (Fig.1).

3


L’editoriale del Presidente

Spesa sanitaria corrente di CN - Anni 2002 - 2018 (valori assoluti in milioni di euro e composizioni percentuali) Voci di spesa

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

Valori assoluti in milioni di euro Redditi da lavoro dipendente

29.520

29.832

32.735

34.166

36.802

34.610

38.062

37.143

37.862

36.789

36.145

35.670

35.422

35.082

34.875

34.691

35.540

Consumi intermedi

15.173

16.338

18.253

20.219

21.519

23.372

25.242

26.830

27.422

28.456

28.750

28.436

29.331

30.235

31.705

32.985

33.533

Prestazioni sociali in natura: beni e servizi da produttori market

31.251

32.174

35.238

37.533

38.499

38.819

39.583

40.795

41.319

40.195

39.218

39.337

39.956

39.470

39.493

39.496

40.345

- Farmacia convenzionata

11.722

11.096

11.988

11.849

12.334

11.543

11.226

10.997

10.913

9.862

8.905

8.616

8.392

8.245

8.100

7.624

7.581

- Assistenza midico-generica da convenzione

4.613

4.795

5.020

6.453

5.930

6.076

6.079

6.949

6.984

6.724

6.710

6.666

6.663

6.654

6.690

6.675

6.821

- Altre prestazioni sociali in natura da privato

14.916

16.283

18.230

19.231

20.235

21.200

22.278

22.849

23.422

23.609

23.603

24.055

24.901

24.571

24.703

25.197

25.943

Altre componenti di spesa (a)

4.030

4.602

4.602

5.364

5.801

6.057

6.597

6.559

6.528

6.815

6.348

6.171

6.252

6.437

6.431

6.439

5.992

144

181

144

189

303

504

556

422

312

406

338

0

0

0

0

0

0

79.974

82.632

90.828

97.232

102.621

102.858

109.484

111.327

113.131

112.255

110.461

109.614

110.961

111.224

112.504

113.611

115.410

di cui Interessi passivi Spesa sanitaria corrente di CN

Composizioni percentuali Redditi da lavoro dipendente

36,9%

36,1%

36,0%

35,1%

35,9%

33,6%

34,8%

33,4%

33,5%

32,8%

32,7%

32,5%

31,9%

31,5%

31,0%

30,5%

30,8%

Consumi intermedi

19,0%

19,8%

20,1%

20,8%

21,0%

22,7%

23,1%

24,1%

24,2%

25,3%

36,0%

25,9%

26,4%

27,2%

28,2%

29,0%

29,1%

Prestazioni sociali in natura: beni e servizi da produttori market

39,1%

38,9%

38,8%

38,6%

37,5%

37,7%

36,2%

36,6%

36,5%

35,8%

35,5%

35,9%

36,0%

35,5%

35,1%

34,8%

35,0%

- Farmacia convenzionata

14,7%

13,4%

3,2%

12,2%

12,0%

11,2%

10,3%

9,9%

9,6%

8,8%

8,1%

7,9%

7,6%

7,4%

7,2%

6,7%

6,6%

- Assistenza midico-generica da convenzione

5,8%

5,8%

5,5%

6,6%

5,8%

5,9%

5,6%

6,2%

6,2%

6,0%

6,1%

6,1%

6,0%

6,0%

5,9%

5,9%

5,9%

- Altre prestazioni sociali in natura da privato

18,7%

19,7%

20,1%

19,8%

19,7%

20,6%

20,3%

20,5%

20,7%

21,0%

21,4%

21,9%

22,4%

22,1%

22,0%

22,2%

22,5%

Altre componenti di spesa

5,0%

5,2%

5,1%

5,5%

5,7%

5,9%

6,0%

5,9%

5,8%

6,1%

5,7%

5,6%

5,6%

5,8%

5,7%

5,7%

5,2%

Spesa sanitaria corrente di CN

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

100,0%

(Fig.1) Fonte: Istat, Conto economico consolidato dalla protezione sociale per il settore di intervento della sanità, per il settore istituzionale delle amministrazione pubbliche e per prestazione, aprile 2019. Valori assoluti scaricabili dalla banca dati disponibile all’indirizzo http://dati.istat.it (a)A

decorrere dal 2013. a seguito di una modifica dei criteri di classificazione contabile COFOG, le “Altre Componenti di spesa” sono qualifiche al netto degli interessi passivi.

La spesa sanitaria corrente di Conto Economico è passata nel periodo 2002-2018 da 78.977 milioni di euro a 116.000 milioni di euro, con un incremento in valore assoluto pari a 37.023 milioni di euro e un tasso di crescita medio annuo del 2,4%. Come già evidenziato, la dinamica della spesa sanitaria rispetto agli anni precedenti risulta 4

sensibilmente diversa a partire dal 2007. Infatti, dal 2002 al 2006 la spesa sanitaria corrente è cresciuta in valore assoluto di 19.971 milioni di euro, con un incremento medio annuo del 5,8%. Nel quinquennio successivo, la crescita è stata in valore assoluto di 11.466 milioni di euro, con un tasso medio annuo del 2,2%.


L’editoriale del Presidente

Dal 2011 fino al 2018 la dinamica di crescita della spesa è risultata ancora in diminuzione (+5.586 milioni di euro), con un tasso di crescita medio annuo dello 0,7% confermando, quindi, l’efficacia applicativa delle misure di razionalizzazione della spesa, ivi inclusa l’adozione dei piani di rientro. Tale evidente cesura nella dinamica osservata dalla spesa sanitaria è principalmente il risultato del salto di paradigma avviato dal 2006 rispetto alla legislazione previgente, a seguito della forte responsabilizzazione regionale e del venir meno della regola ‘dell’aspettativa del ripiano dei disavanzi’, che in precedenza aveva indotto comportamenti opportunistici da parte delle Regioni, allentando il vincolo di bilancio e rendendo necessaria una rinegoziazione ex-post della cornice finanziaria”. Come si può evincere in queste righe, nel corso dell’ultimo decennio si è ritenuto essenziale mettere un argine alla quantità di risorse da destinare al SSN, e di farlo deresponsabilizzando di compiti operativi le strutture centralizzate. Si è proceduto, infatti, assegnando la gestione della sanità pubblica alle Regioni, le quali devono, o meglio dovrebbero, assicurare gli “adempimenti ai livelli essenziali di assistenza (LEA)”, definiti, invece, a livello centrale. L’applicazione di una politica fondata soprattutto su principi di contabilità e di bilancio ha generato la coesistenza di livelli prestazionali diversificati tra le regioni del nostro Paese, senza dubbio anche a causa di criteri di ripartizione delle risorse disponibili manifestatisi non adeguati. Secondo una recente pubblicazione della Fondazione GIMBE sul monitoraggio dei LEA, tra il 2010 e il 2017 si evidenzia una «inaccettabile» disuguaglianza tra le Regioni nella performance complessiva, pari al 73,7%. Quindi, a conti fatti, risulterebbe che il 26,3% delle risorse stanziate dallo Stato per garantire i LEA non hanno prodotto servizi per i cittadini. A sua volta, questa inefficienza si manifesterebbe in maniera diversa tra le

varie regioni, passando dal 92,2% della Emilia Romagna al 53,9% della Campania (Fig.2). Il Lazio, in questa classifica, totalizza il 72%, inserendosi nel terzo gruppo. Questi dati, per noi, testimoniano un manifesto e consolidato comportamento di arretramento dello Stato nei confronti del Servizio Sanitario (Fig.3).

GLI ADENPIENTI DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA NELLE REGIONI (2010-2017) Ecco le Regioni che garantiscono le cure ai cittadini: Emilia al top, Campania in coda. (Fonte: GIMBE) 20 9

10

17

5 3

4

1 8 2 6

13

7

12 15

16

21 11

19

18

(*) Regioni e Province autonome non sottoposte a verifiche degli adempienti

14

ADEMPIMENTO > 84.5%

TRA 75,3-84,5%

1

Emilia Romagna

92,2%

6

Umbria

83,9%

2

Toscana

89,6%

7

Marche

81,9%

3

Piemonte

86,9%

8

Liguria

80,3%

4

Veneto

86,7%

9

Friuli V.G. *

79,0%

5

Lombardia

85,3%

10

P.A. Trento

77,8%

11

Basilicata

75,3%

TRA 62,6-75,2%

ADEMPIMENTO < 62,6%

12

Abruzzo

72,8%

17

Valle D’Aosta *

62,0%

13

Lazio

72,0%

18

Calabria

58,9%

14

Sicilia

67,9%

19

Sardegna

56,1%

15

Molise

66,7%

20

P.A. Bolzano

55,4%

16

Puglia

63,1%

21

Campania

53,9%

(Fig.2)

5


L’editoriale del Presidente

ADEMPIMENTI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA 2010-2017 Regione

Adempimento %

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

Totale

Emilia Romagna

92,2%

208

205

210

204

204

205

205

218

1.659

Toscana

89,6%

185

168

193

214

217

212

208

216

1.613

Piemonte

86,9%

174

170

186

201

200

205

207

221

1.564

Veneto

86,7%

178

182

193

190

189

202

209

218

1.561

Lombardia

85,3%

171

195

184

187

193

196

198

212

1.536

Umbria

83,9%

191

184

171

179

190

189

199

208

1.511

Marche

81,9%

180

164

165

191

192

190

192

201

1.475

Liguria

80,3%

137

166

176

187

194

194

196

195

1.445

Friuli Venezia Giulia*

79,0%

171

172

167

168

163

185

203

193

1.422

Prov. Aut. di Trento*

77,8%

145

153

163

186

184

185

200

185

1.401

Basilicata

75,3%

164

167

169

146

177

170

173

189

1.355

Abruzzo

72,8%

133

145

145

152

163

182

189

202

1.311

Lazio

72,0%

122

152

167

152

168

176

179

180

1.296

Sicilia

67,9%

108

147

157

165

170

153

163

160

1.223

Molise

66,7%

126

142

146

140

159

156

164

167

1.200

Puglia

63,1%

74

123

140

134

162

155

169

179

1.136

Valle d’Aosta*

62,0%

162

153

135

129

120

132

137

149

1.117

Calabria

58,9%

99

128

133

136

137

147

144

136

1.060

Sardegna*

56,1%

88

130

115

166

124

118

130

140

1.011

Prov. Aut, di Bolzano*

55,4%

120

131

126

113

113

121

153

120

997

Campania

53,9%

95

101

117

136

139

106

124

153

971

Totale punteggio ottenuto

3.031

3.278

3.358

3.476

3.558

3.579

3.742

3.842

27.864

Massimo punteggio raggiungibile

4.725

4.725

4.725

4.725

4.725

4.725

4.725

4.725

37.800

Inadempimenti %

35,9%

30,6%

28,9%

26,4%

24,7%

24,3%

20,8%

18,7%

26,3%

* Regioni e Province autonome non sottoposte alla Verifica degli adempimenti

Quartili delle percentuali di adempimento

95,2 - 84,6

84,5 - 75,3

75,2 - 62,6

62,5 - 53,9

(Fig.3)

ECCO PERCHÉ NOI DICIAMO CHE IL GIOCO È EVIDENTE! Ci riferiamo, di fatto, a un finanziamento generale rimasto invariato nel corso degli ultimi 10 anni, in un contesto in cui la popolazione vede crescere il fabbisogno di cure e assistenza. In particolare, risulta sempre più elevato il ricorso a cure mediche per malattie

6

croniche, in aumento anche a causa del costante e progressivo invecchiamento della popolazione, e a servizi socio-sanitari per la non autosufficienza.


L’editoriale del Presidente

Tale scenario si traduce, inevitabilmente, in un aumento della spesa sanitaria che i cittadini devono sostenere di tasca propria (out of pocket), generando così un’ulteriore barriera all’accesso alle cure mediche. Molti studi e fonti attestano che, nel corso di quest’ultimo decennio, la spesa “out of pocket” ha raggiunto i 45 miliardi per anno, con un trend di crescita bene allineato con quello di arretramento del finanziamento pubblico al SSN. In poche parole minori sono le risorse destinate dallo Stato al Servizio Sanitario Nazionale, maggiori sono i costi che i cittadini devono affrontare per accedere alle cure, con tutto quello che questo comporta dal punto di vista sociale.

molto innovativo, di equità, di giustizia e di efficienza, spesso preso ad esempio da tanti altri Paesi. Siamo però anche convinti che si debba rapidamente pervenire a una ristrutturazione del suo finanziamento, in ragione delle distorsioni sin qui rilevate, dei mutamenti socio-sanitari della popolazione, e del fatto che ulteriori arretramenti potrebbero causarne il collasso.

Siamo convinti che la sanità pubblica sia fondamentale. Abbiamo da pochi mesi festeggiato i 40 anni del Servizio sanitario nazionale, che è stato un elemento

Secondo studi recentementi discussi anche in sede di Commissione Parlamentare, sarebbero ormai più di 10 milioni i cittadini che fanno parte di questi circuiti,

In questo contesto di crescenti inefficienze da un lato, e fabbisogni dall’altro, operano - anche - i fondi di sanità integrativa e le casse di mutuo soccorso, che stanno fornendo un supporto spesso risolutivo ai loro iscritti (per lo più lavoratori dipendenti).

7


L’editoriale del Presidente

che si reggono principalmente sulla contribuzione generata nella contrattazione collettiva, indirizzando parte della retribuzione individuale a queste forme di mutualità collettiva. Il cosiddetto secondo pilastro sanitario sta, di fatto, supplendo a molte delle carenze del SSN, senza però un supporto normativo adeguato che risulta, anzi, lacunoso anche di quei decreti attuativi annunciati ormai da più di un decennio.

Le Parti Sociali, quindi, sono chiamate ad elevare il proprio ruolo dal compito fondante realizzato con i CCNL a quello di guida nazionale e sovra-settoriale.

La sanità integrativa è da ritenersi fondamentale, ma deve rimanere integrativa di un Servizio Sanitario Nazionale capace di assolvere al suo compito Costituzionale e di riacquistare posizioni e forza nel soddisfacimento dei bisogni socio-sanitari dei cittadini.

Non si può attendere ancora molto per definire tavoli di lavoro atti a supportare il legislatore all’individuazione di quegli interventi normativi necessari per una integrazione “effettiva” dei fondi al SSN e ad assegnare al Ministero della Salute il compito di controllo tecnico sull’intero secondo pilastro.

Sul senso del concetto di integratività si snodano le soluzioni che possono essere individuate. Bisogna fare un sforzo comune per trovare il modo di passare da un sistema rigido e ormai anacronistico che definisce integrativo un fondo in base al rapporto di risorse impiegate in prestazioni non LEA - a un sistema più flessibile, orientato allo scopo esclusivo di interessi generali. Un sistema che risulti integrativo proprio in relazione alla sua effettiva integrazione con il SSN, ma anche strumento efficace del legislatore per la realizzazione delle politiche sanitarie laddove necessario. Come possono gli attori della sanità integrativa favorire questo processo? È auspicabile che venga realizzata una cabina di regia tra i vari fondi/casse, in grado di favorire il networking, la definizione e la condivisione di best practice. Tale coordinamento tra enti paritetici potrebbe rappresentare una controparte, autorevole e affidabile, per il legislatore, al fine di giungere alla definizione di strumenti di governance condivisi. Questi ultimi, dovrebbero garantire la gestione dei piani sanitari e la necessaria trasparenza nella conduzione dei processi e nella gestione delle risorse disponibili.

8

Infatti, diversamente dai fondi di previdenza per i quali la forma a “capitalizzazione” consentirebbe forme di aggregazione anche patrimoniale, la natura “a ripartizione” della contribuzione dei fondi sanitari ne impone una gestione per settori/categorie.

Il Fondo ASIM, ad esempio, da tempo ha avviato, insieme ad altri operatori del settore, una fruttuosa collaborazione con Mefop, per la stesura di linee guida generali che possano costituire la base per un confronto con il legislatore, e costituire uno strumento atto ad elevarne anche i livelli di accountability.


ASIM INFORMA Trimestrale informativo del Fondo ASIM

RUBRICHE MARCO VERZARI 03

L’editoriale del Presidente

LORENZO MATTIOLI 10 La Parola alle Imprese

ANAGRAFE DEI FONDI SANITARI: I FONDI ISCRITTI IN ITALIA •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

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AUGUSTO MONACHESI 13

DIRETTORE RESPONSABILE Alberto Sava

Il secondo pilastro sociosanitario

STAFF DEL FONDO ASIM

17

NEWS DALLA RICERCA

27

ENIO MARRACCINI

29

L’intervento

ESSERE MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVI •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

COORDINAMENTO EDITORIALE Augusto Monachesi Simone Carusi

FONDI NEGOZIALI: COSA SONO E COME FUNZIONANO •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

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IL 73% DEGLI ITALIANI PAGA OGNI ANNO ALMENO UNA PRESTAZIONE SANITARIA •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

QUALI SONO LE PRESTAZIONI EROGATE DAI FONDI SANITARI INTEGRATIVI

L’80% DELLA SPESA SANITARIA DEGLI ITALIANI È CAUSATA DA MALATTIE CRONICHE

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SEDE Via dei Mille, 56 00185 Roma Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 asiminforma@fondoasim.it

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REDAZIONE Fondo ASIM e Open-Box S.r.l. EDITORE Fondo ASIM Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i dipendenti delle imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi Via dei Mille, 56 00185 Roma C.F. 97776290583 Tel: 0644341265 Fax: 0649386920 www.fondoasim.it info@fondoasim.it PROGETTO GRAFICO E FOTO Open-Box S.r.l. Sesta Strada Poggilupi, 343 52028 Terranuova Bracciolini (AR) www.open-box.it

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STAMPA Litograf Editor S.r.l. Via Carlo Marx, 10 06011 Città di Castello (PG) www.litografeditor.it Iscritto al tribunale di Roma al n. 148/2018 del 09/08/2018

AUMENTO DELL’ASPETTATIVA DI VITA: VANTAGGI E MISURE NECESSARIE

IL SSN ITALIANO È DESTINATO ALL’ESTINZIONE?

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Questo è un numero speciale chiuso in redazione in data 30 novembre 2019

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La Parola alle Imprese

LA PAROLA ALLE IMPRESE Welfare aziendale: una sfida per fare crescere l’industria dei Servizi Italiana

IL VALORE AGGIUNTO PER IMPRESE E LAVORATORI È un onore poter dare il mio contributo anche su questo numero di Asim Informa, in concomitanza con l’evento “Il futuro della sanità integrativa in Italia”, consentendomi di portare il punto di vista come presidente di ANIP-Confindustria e della nuova squadra confindustriale CONFINDUSTRIA SERVIZI HYGIENE, CLEANING & FACILITY SERVICES, LABOUR SAFETY SOLUTIONS, ma soprattutto come vicepresidente del Fondo stesso e quindi rappresentante dell’intera compagine datoriale del settore “pulizie/multiservizi”.

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Lorenzo Mattioli

Presidente ANIP-Confindustria e Vice Presidente Fondo ASIM


La Parola alle Imprese

La sinergia tra gli attori del welfare e gli operatori economici deve essere la bussola che ci guida nelle nostre azioni, considerando come le aziende stiano diventando sempre più protagoniste nell’erogare servizi e prestazioni integrative nei confronti dei propri lavoratori e delle loro famiglie.

assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti, un dato che, a nostro avviso, è destinato a crescere. Come già messo in evidenza da altre indagini che hanno toccato il tema del welfare aziendale, la diffusione dello strumento sembra essere particolarmente influenzata da alcune specifiche variabili.

In questi mesi di collaborazione con l’house organ del Fondo ASIM si è cercato di mettere in evidenza come il welfare aziendale sia un tema sempre più presente sui tavoli delle associazioni datoriali e delle singole imprese. Per un settore labour intensive come quello dei Servizi (che conta oltre mezzo milione di lavoratori e 53mila duecento imprese con una crescita del 3%, dati Cresme ndr) si tratta di una chiave di volta per modernizzare le imprese e valorizzare i lavoratori che, in questo comparto, presentano delle caratteristiche proprie sulle quali va costruita un’offerta di welfare che possa essere davvero efficace e puntuale.

Secondo gli studi citati, infatti, la presenza di prestazioni di welfare – specialmente attraverso la contrattazione aziendale – è fortemente condizionata dalle dimensioni di un’azienda.

L’esperienza ci insegna che le azioni di assistenza rientrano appieno nelle strategie “win-win”, perché economicamente convengono sia alle imprese, sia a chi ne usufruisce: studi recenti dimostrano come l’erogazione di un servizio valga molto di più dell’aumento di salario.

Vorrei rimarcare come molte delle nostre imprese siano diventate, negli anni, esempio virtuoso nel campo della sussidiarietà con un crescente grado di soddisfazione dei propri collaboratori. Potenziare il welfare è di vitale importanza: il capitale umano deve essere valorizzato, messo in condizione di poter coniugare la vita lavorativa con quella familiare, ancor più se pensiamo all’enorme numero di donne presenti nel comparto. Più in generale, potenziare forme premiali e di aiuto rappresenta una sfida che le imprese – in particolare quelle ad alto tasso di manodopera – devono abbracciare e rafforzare.

Inoltre, una politica attenta ai dipendenti migliora l’efficienza organizzativa scatenando un circolo virtuoso che, a partire dal maggiore coinvolgimento dei propri collaboratori, porta a una maggior adesione agli obiettivi aziendali.

Come rappresentante di un’associazione di imprese ed esponente del Fondo ASIM, dunque, ritengo sia importante rimarcare questi dati, ancor più per un comparto labour intensive, che negli anni ha saputo tracciare una fotografia precisa della propria platea di riferimento (costituita per il 94% dal ruolo di “operaio”) e delle specifiche esigenze dei propri addetti.

Prendendo spunto da un recente rilevazione del centro studi di Confindustria sulle imprese associate, occorre sottolineare come la diffusione della previdenza complementare sia arrivata al 27%, soprattutto in attuazione del contratto collettivo nazionale (24%). La diffusione sale notevolmente tra le imprese con più di 100 addetti: si arriva infatti al 76% per la sanità integrativa e al 73% per la previdenza complementare. A seguire le altre forme: buoni pasto, prestiti, auto e cellulari aziendali, bonus per l’educazione, forme di sostegno al potere di acquisto dei dipendenti. Si ferma in media al 3%, infine, la diffusione di forme di

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La Parola alle Imprese

In uno scenario caratterizzato da un utilizzo sempre più massiccio della tecnologia, occorre anche scommettere su nuove forme di lavoro: lo “smart working” è una di queste, andando incontro alla necessità delle famiglie e alla crescente domanda di flessibilità pur rimanendo nel novero di un rapporto di lavoro stabile. Queste riflessioni dovrebbero stimolare tutti noi a un cambiamento nelle relazioni e nei rapporti sindacali - industriali o istituzionali - invitando organismi come il Fondo ASIM a una collaborazione con soggetti complementari (imprenditoriali e consulenziali) che oggi offrono e ampliano la gamma di servizi progettati per le aziende di concerto con i lavoratori e le imprese stesse. Questa, oggi, è una strada da percorrere, visto che le innovazioni che non arrivano dall’alto, prima o poi nascono e si diffondono ai livelli superiori proprio partendo dal basso, dove si riesce meglio a intercettare le esigenze dei fruitori dei “prodotti” di welfare. Siamo nell’epoca dei cosiddetti flexible benefit: un vero e proprio carrello della spesa per i lavoratori, un paniere di beni e servizi inseriti in un budget (che è parte del reddito, ma “esentasse”) non soggetto a ulteriori aggravi previdenziali da parte delle imprese. Incentivi complementari al welfare aziendale più tradizionale,

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quello che per noi continua e continuerà ad avere un ruolo fondamentale, ma che guardando a questi nuovi strumenti dovrà rinnovarsi per rispondere alle esigenze di imprese e lavoratori. Consentitemi un’ultima riflessione in merito allo sviluppo del nostro settore: occorre fortificare e sempre più diffondere e ampliare la cultura del welfare aziendale. Il nostro ruolo sarà quello di creare nuove condizioni di un welfare complementare che sia facilmente accessibile e che non aumenti le disuguaglianze già presenti nel mondo del lavoro, che implementi innanzitutto la previdenza ed estenda alla famiglia del lavoratore una gamma di servizi a protezione. Una progressività prevista senza penalizzare nessuno: che consenta ad aziende e lavoratori di compensare e reagire alle inevitabili oscillazioni del mercato. L’industria dei Servizi ha davanti grandi prospettive e allo stesso tempo può fare molto per i propri lavoratori. Siamo un settore a forte impatto sociale, poiché la gran parte del lavoro è a forte intensità di manodopera: perciò, gli strumenti e i dispositivi a tutela del lavoratore e della sua salute come quelli istituiti con il Fondo sull’assistenza sanitaria integrativa, sono importantissimi e vanno potenziati.


Il secondo pilastro sociosanitario

IL SECONDO PILASTRO SOCIOSANITARIO Il breve racconto di un grande successo

Nei precedenti numeri ho contribuito alla rubrica “Il secondo pilastro sociosanitario” con titoli come “Il valore deriva dall’informazione per i fondi sanitari integrativi” o con l’analisi “Il Fondo ASIM intervista gli iscritti: ecco i risultati” e in ultimo dove ho analizzato il posizionamento del “CCNL per i lavoratori dipendenti da imprese esercenti servizi di pulizia/multiservizi”, ma soprattutto dei risultati raggiunti dal Fondo ASIM nel suo settore di competenza. In questo numero che, oltre al compito informativo e divulgativo che affidiamo solitamente alla nostra rivista, ha anche l’onere e l’onore di accompagnare

Augusto Monachesi

Responsabile Fondo ASIM

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Il secondo pilastro sociosanitario

il convegno “Il futuro della sanità integrativa in Italia”, ho deciso di approfondire come l’organizzazione operativa del Fondo ASIM si è nel tempo evoluta per agevolare e sostenere la crescita del Fondo stesso. La prima lista di lavoratori da inserire in copertura risale al mese di ottobre 2014 e contava poco più di 35 mila iscritti elaborati estraendo dati Emens da un report fornito dal SISPI. Al tempo il ruolo di ONBSI, l’Organismo Bilaterale del nostro settore, fu determinante nel prestare le sue risorse migliori, Davide De Angelis e Eleonora Di Ianni, che affiancarono la prima Presidenza di Antonino Mario Camerano (Legacoop Produzione e Servizi) e Elisa Camellini (FILCAMS CGIL). A loro va, a mio parere, l’enorme riconoscimento di aver sostenuto coraggiosamente la necessità di mantenere all’interno della struttura la gestione della contribuzione e dei rapporti con imprese e iscritti. In un momento in cui si dovevano gestire le delicate fasi di startup di un nuovo ente, definire e contrattualizzare il primo Piano sanitario del Fondo, avrebbero potuto considerare di secondaria importanza investire tempo e risorse nella gestione operativa “in house”, ma così non è stato. Hanno lavorato per costruire un piccolo Team che a febbraio 2015 è diventato di tre persone, compreso il sottoscritto, e che a giugno 2015 si trovava già a gestire 55.000 iscritti. Determinante è stato anche il processo che, a ottobre 2016, raggiunta la soglia dei 160.000 iscritti, ha permesso di sostituire i sistemi interni di gestione per la determinazione del diritto alla copertura, basati completamente sull’informatica individuale (Excel e Access), con un’infrastruttura tecnologica di primo livello. Al termine del mandato della prima Presidenza si sono raggiunti i 190.000 iscritti in copertura, le 2.150 imprese aderenti attive nella contribuzione e, a parità di premio, sono state ottenute 3 migliorie sostanziali al Piano sanitario e il varo della prima campagna straordinaria di prevenzione. Per sostenere questa crescita è stata rinforzata la struttura interna che, a maggio 2017, era composta da 6 elementi. Più di 12.500 lettere inviate agli iscritti, oltre 16.700 alert automatici inviati dal gestionale S.I.Asim a iscritti e imprese, gestite oltre 13.000 chiamate telefoniche alla media di oltre

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400 al mese. Raggiunti 2.822 “mi piace” sulla pagina facebook del Fondo, 5.328 iscritti al Portale lavoratori di S.I.Asim e oltre 23.000 utenti unici che hanno avuto accesso al sito istituzionale. Questi solo alcuni dei dati a testimonianza degli sforzi comunicativi alla base di una crescita costante del numero di prestazioni fino alle oltre duemila al mese. A giugno 2017 c’è stato poi il cambio, statutariamente previsto, dei componenti della Presidenza, che si è costituita con Marco Verzari (UILTRASPORTI UIL) e Lorenzo Mattioli (ANIP CONFINDUSTRIA), che da allora guida il Fondo in stretta condivisione con l’intero Consiglio Direttivo. Nel giro di due anni gli iscritti in copertura sono saliti a 221.000 dipendenti da 2.460 imprese e la media mensile del numero di prestazioni si è attestata a 5.600 con una tendenza al costante aumento. Il numero degli iscritti al Portale dedicato ai lavoratori è ormai prossimo ai 40.000. Questo significa che ormai il 18% degli aventi diritto alle prestazioni ha una connessione diretta con il Fondo. Negli ultimi due anni la media delle chiamate telefoniche gestite è quasi raddoppiata (792 al mese) con punte,


Il secondo pilastro sociosanitario

raggiunte a ottobre 2019, di oltre 2.200. Uno sforzo di comunicazione e di assistenza all’iscritto gigantesco che solo una squadra determinata e preparata come quella del Fondo ASIM ha potuto e può garantire. Un Team che, in termini assoluti, conta 9 unità e che, per sostituzioni maternità, part time e altre configurazioni contrattuali, si assesta ad appena 7,4 “full time equivalent” includendo anche il mio ruolo. Nel corso del 2019 il Piano sanitario ha ottenuto un’ulteriore miglioria, è stata internalizzata la gestione dei rimborsi dei ticket del SSN liberando risorse economiche importanti e rendendo disponibili maggiori livelli di massimali nelle prestazioni in convenzione. A luglio è stata inserita la prestazione di Long Term Care per i lavoratori attivi in autogestione. A novembre abbiamo, inoltre, varato una campagna straordinaria di prevenzione assolutamente innovativa. In collaborazione con SiSalute (Gruppo Unipol) abbiamo messo a disposizione degli oltre 220.000 iscritti in copertura, attraverso il Portale lavoratori S.I.Asim, un percorso diagnostico “su misura” da costruirsi sulle necessità di ogni singolo individuo e che va quindi ben oltre alla struttura “a pacchetti”

che troppo spesso assume la connotazione della “prevenzione fai da te”. Oggi la nostra pagina facebook ha superato i 12.000 “Mi piace”, una platea che cresce costantemente di oltre 100 nuovi fan a settimana; il nostro sito web, nel trimestre da luglio a settembre 2019, ha superato le 100mila sessioni per 74.606 utenti unici la cui provenienza, al netto dei grandi centri di Roma e Milano è ben diffusa su tutto il territorio nazionale. Siamo riconosciuti dai motori di ricerca tra i più “autorevoli” nella pubblicazione di contenuti sulla sanità integrativa e sicuramente il primo in tema di CCNL pulizia/multiservizi. Le nostre newsletter settimanali raggiungono decine di migliaia di lettori interessati con percentuali di apertura superiori all’85%. Tutto a testimoniare una costante attenzione anche alla web reputation del Fondo e ad assicurare il massimo impegno nell’aumentare la consapevolezza dei lavoratori sull’esistenza del Fondo ASIM e sulle prerogative che può assicurare. Fondamentali sono le collaborazioni dei partner professionali come il Gruppo Unipol, per la gestione delle prestazioni sanitarie, e OpenBox, per le implementazioni dell’information technology e della comunicazione. Ma sostenere operativamente tanta vivacità decisionale e una spinta continua all’innovazione da applicare ai numeri e alle complessità di uno tra i primi 10 fondi sanitari integrativi del panorama nazionale per numero di lavoratori iscritti, significa programmare ogni passo sotto il commitment convinto di una Presidenza illuminata e, soprattutto, facendo parte di una squadra affiatata e convinta che poter dare sostegno a chi ha bisogni socio-sanitari e che ha, molto spesso, redditi medi molto contenuti non può essere solo un lavoro, ma un “compito sociale” da svolgere. Sono anche orgoglioso di annunciare che ciascun componente della squadra abbia accolto con entusiasmo l’invito a presentarsi individualmente. Vi rimando, per questo, a scorrere il contenuto delle pagine che seguono dove troverete i loro interventi.

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Il secondo pilastro sociosanitario

CRESCITA DEL FONDO

50.128

69.744

33.179 11.160

Visite al sito web

206.427

Prestazioni

496.196

24.082

17.622

40.010

12.321

Lavoratori iscritti al Portale

2.277

2016

2017

2018

I NUMERI DI FONDO ASIM

Imprese aderenti

Lavoratori iscritti

Lavoratori in copertura

Registrati al Portale

4.258

217.422 Fan su Facebook

12.113 16

510.755

343.320 40.010

2019


Lo Staff del Fondo ASIM

LO STAFF DEL FONDO ASIM Il Team del Fondo ASIM si prende cura dei propri iscritti, lavorando con attenzione e dedizione. Viene inoltre fornita quotidianamente assistenza a iscritti lavoratori, aziende e consulenti, infatti, il Fondo riceve in media circa 2400 telefonate al mese. Il Team nel rispondere ai suoi utenti supportandoli step by step, dedica un impegno incondizionato fatto di pazienza, professionalità e capacità di empatia. Molto spesso gli iscritti non hanno a disposizione strumenti informatici. L’iscritto può accedere 24 ore su 24 a S.I.Asim, il portale del Fondo ASIM e, senza dover inserire ulteriori credenziali, dallo stesso può anche: • collegarsi al portale LEO - dedicato ai rimborsi dei Ticket del SSN; • collegarsi a UniSalute; • comunicare con lo Staff tramite la chat diretta;

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leggere la newsletter; consultare i documenti del Fondo ASIM; partecipare ai sondaggi; rilasciare i consensi privacy.

Per far conoscere all’iscritto più da vicino il Team del Fondo ASIM, su iniziativa della Presidenza e del Responsabile del Fondo, di seguito una presentazione dettagliata di uno Staff tutto al femminile: • Deborah Alessandri • Federica Brighenti • Cristina Di Stefano • Silvia Lagrotteria • Veena Olimpieri • Stella Quagliani • Grazia Sandrini • Monia Sutera

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Lo Staff del Fondo ASIM

Presentazione Staff Fondo ASIM

DEBORAH ALESSANDRI Sono Deborah Alessandri, psicologa romana di 37 anni, approdata al Fondo ASIM il 2 maggio del 2016. Lo staff all’epoca era composto da tre colleghe e il coordinatore, i quali hanno supportato il mio inserimento graduale nel mondo dei Fondi Sanitari. Mi occupavo principalmente dell’individuazione di imprese che applicassero il nostro CCNL (Multiservizi/ Servizi Integrati/Pulizie) ma che non erano confluite nel Fondo ASIM iscrivendo i propri dipendenti e alle quali inviavo (e invio tuttora) PEC, richiamandole all’ottemperanza dei loro oneri contrattuali; gestivo le richieste degli iscritti nella chat del nostro Portale e rispondevo alle loro esigenze anche telefonicamente. Ad oggi seguo 797 imprese esercenti il nostro CCNL, monitorando periodicamente i regolari versamenti e la corretta compilazione dei flussi Emens, al fine di garantire il più possibile agli iscritti, la sicurezza dell’assistenza sanitaria integrativa e tutti i benefici legati a essa. Gestisco inoltre la posta elettronica dedicata alla ricezione dei moduli di autorizzazione al trattamento dei dati personali valutando la corretta o meno compilazione da parte dei nostri iscritti e, nel caso in cui non fossero validi, provvedo a informarli invitandoli alle varie rettifiche, tramite una e-mail. Attualmente, l’intero staff composto da sette colleghe, supporta l’iscritto anche grazie al centralino.

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Dedico la massima attenzione all’iscritto supportandolo: • nella corretta registrazione al Portale S.I. Asim; • nella comprensione di tutti i servizi online legati a esso e al conseguente utilizzo ottimale che può farne. Inoltre, all’iscritto viene fornita assistenza sulla spiegazione delle modalità che lo stesso può utilizzare sia per chiedere un rimborso di un ticket del SSN, che ad oggi è gestito direttamente dal Fondo ASIM, sia per rivolgersi a strutture convenzionate con il nostro assicuratore. Partecipo a convegni in qualità di rappresentante del Fondo ASIM e aiuto la segreteria amministrativa nella realizzazione operativa dei nostri eventi.

FEDERICA BRIGHENTI Sono Federica Brighenti, la nuova risorsa del Fondo ASIM, nata a Roma il 7 marzo del 1991. Ho frequentato l’Istituto Tecnico Guido Baccelli di Civitavecchia (RM) e conseguito il diploma di Programmatore e Perito Commerciale, appassionata di musica e sport nonché giocatrice di pallavolo. La mia passione per lo sport e per le materie umanistiche mi ha permesso di concludere con successo il percorso quinquennale all’Università del Foro Italico di Roma, conseguendo la laurea in Scienze e Tecniche dello Sport.


Lo Staff del Fondo ASIM

Dopo varie esperienze lavorative: il Servizio Civile Nazionale, indossatrice, allenatrice di pallavolo, insegnante di avviamento alla pratica sportiva nelle scuole elementari, sono approdata al Fondo ASIM il 16 settembre del 2019. Attualmente faccio parte, con mio grande orgoglio, dello Staff che si occupa dei rimborsi dei ticket sanitari. Nello specifico il mio ruolo di Operatrice ASIM consiste nell’esaminare, secondo una procedura ben definita, le pratiche di richiesta di rimborso che pervengono dagli iscritti di tutta Italia al Fondo ASIM tramite il Portale LEO o la casella di posta. Inoltre, mi occupo di fornire informazioni in merito alle modalità, ai tempi e a tutto ciò che riguarda tale servizio a tutti coloro che contattano il Fondo tramite il centralino appositamente dedicato. Questo incarico mi piace e mi gratifica, sia per la responsabilità che a esso è associata, sia per l’attività in sé in quanto mi ha permesso di sviluppare le mie capacità di empatia, comunicazione, problem solving e di conoscere uno spaccato del nostro Paese che riguarda la sanità pubblica, a volte poco approfondito dai notiziari, altri aspetti interessanti. Posso dire, con grande soddisfazione, di far parte di una grande squadra, il Fondo ASIM, costituita da un capitano alla guida (Augusto Monachesi) e dai

suoi giocatori (Monia Sutera, Veena Olimpieri, Stella Quagliani, Deborah Alessandri, Grazia Sandrini, Silvia Lagrotteria, Cristina Di Stefano) ognuno dei quali è responsabile del posto che occupa e che allo stesso tempo, coopera per raggiungere l’obiettivo comune seguendo i principi di lealtà e rispetto reciproco, colonne portanti del lavoro in team.

CRISTINA DI STEFANO Mi chiamo Cristina Di Stefano ho 32 anni, sono laureata in Scienze e Tecnologie della Comunicazione con un Master di 1° livello in Social media e marketing management. Lavoro nel Fondo ASIM da qualche mese e le mie principali mansioni sono quelle amministrative; mi occupo di controllare che le aziende che applicano il CCNL art. 69 “per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi”, tutelino i propri lavoratori, versando la quota prefissata dal regolamento per consentirgli di usufruire delle prestazioni di assistenza sanitaria integrativa del Fondo ASIM, che ha come gestore assicurativo UniSalute SpA.

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Lo Staff del Fondo ASIM

Inoltre, attraverso un approfondito controllo, riconcilio le mensilità correttamente versate, o in alternativa, se non presenti, contatto l’azienda per regolarizzare l’importo dovuto con i relativi contributi e consentire agli iscritti la copertura e la possibilità di utilizzare i servizi, efficienti, del Piano sanitario del Fondo. Il mio lavoro richiede, anche, un contatto diretto telefonico con il dipendente, per spiegargli in cosa consistono le prestazioni cui hanno diritto e di cosa possono usufruire; domande a cui rispondo anche tramite la posta elettronica e le chat del nostro Portale, che gestisco personalmente, cercando di essere il più chiara possibile, per aiutare e supportare gli iscritti nella comprensione dell’importanza e la fortuna che hanno, nel poter utilizzare, al meglio, la sanità integrativa realizzata ad hoc per questo settore così istrionico.

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che, grazie al nostro impegno, cerchiamo invece, di aiutare e agevolare chi ne necessita, creando, inoltre, campagne straordinarie con risultati molto propositivi. Questo è il Fondo ASIM, una realtà che si spera diventi sempre più grande (grazie al Responsabile Augusto Monachesi, allo staff che lo compone e a tutti coloro che si sono impegnati per la creazione di questo “mondo” sociale così ben strutturato e migliorato nel tempo) che riesca, oltre a essere un aiuto già importante per tutti i dipendenti Multiservizi che non possono sostenere determinate spese mediche, a diventare un epicentro per l’accesso, attraverso la nostra unicità, con una comunicazione efficace ed efficiente, a una sanità integrativa funzionante al massimo, ed eccelsa nel futuro.

La comunicazione di cui mi occupo, che è uno dei capisaldi fondamentali del nostro lavoro, mi consente, tramite un monitoraggio e un contatto diretto con chi gestisce social e media, di rapportarmi nell’ambiente di riferimento per creare un feedback con i lavoratori, in modo che, possano essere aggiornati continuamente, tramite la nostra pagina Facebook e il nostro blog, sulle novità e la prevenzione che attuiamo con gli interventi sanitari, al fine prioritario di conservare il loro stato di salute ed evitare l’insorgere delle malattie.

Mi chiamo Silvia Lagrotteria, ho 29 anni, vivo in provincia di Roma e 11 anni fa ho conseguito il diploma di ragioniere e perito commerciale presso l’istituto di istruzione superiore presente nel mio paese.

Entrando in questo settore tanto particolare, non immaginavo quanta determinazione e dinamicità contraddistinguevano le persone che già lavoravano al Fondo ASIM per la cura degli iscritti e che mi ha coinvolto personalmente, alimentando, energia, volontà, positività e voglia di contribuire al benessere della salute dei lavoratori.

Dopo diverse esperienze lavorative, il 10 febbraio del 2016 entro a far parte dello staff del Fondo ASIM. Inizialmente mi occupavo esclusivamente di assistenza telefonica all’iscritto e riconciliazione delle imprese; all’epoca il Fondo era gestito solo da 2 colleghe sotto la supervisione del nostro Responsabile Augusto Monachesi.

L’obiettivo fondamentale, è quello di dare il massimo per rendere sempre migliore i servizi che abbiamo, compreso, grazie alla nuova prestazione del Fondo ASIM, il rimborso dei ticket del Servizio Sanitario Nazionale, in quanto la Sanità Pubblica, ad oggi, è considerata un buco nero per chi, a causa di un basso reddito, deve rivolgersi alle cure di questo sistema ormai in declino e destinato all’estinzione, ma

Una piccola squadra già consapevole delle grandi potenzialità del Fondo, con le idee chiare circa il lavoro e l’impegno da mettere in campo per arrivare a realizzare tutti gli obiettivi prefissati tra cui la recente autogestione della lavorazione dei rimborsi dei ticket sanitari. Oggi, grazie all’esperienza acquisita giorno dopo giorno e ai corsi formativi sulla sanità integrativa che ho seguito presso MEFOP, sono aumentate le mie

SILVIA LAGROTTERIA


Lo Staff del Fondo ASIM

attività e le mie responsabilità mantenendo sempre e comunque quel rapporto telefonico professionale ed empatico con l’iscritto. Settimanalmente importo, all’interno del nostro gestionale S.I.Asim, tutti i flussi informativi che ci arrivano da INPS e, insieme alle colleghe del settore contributi, provvedo alla verifica e alla riconciliazione delle imprese che mi sono state assegnate contattandole in caso di anomalie od omessa contribuzione. Seguo tutto il processo che accompagna il lavoratore all’attivazione della copertura sanitaria integrativa, a partire dall’invio del flusso delle anagrafiche da inserire (o da cessare della copertura) al nostro gestore assicurativo, UniSalute, fino all’invio della comunicazione e-mail o postale al dipendente stesso che lo mette al corrente e lo informa di tutti i servizi previsti e di come accedervi.

Predispongo, su richiesta delle imprese, delle nostre parti sociali, o in occasione di incontri di settore, report dettagliati su dati di loro competenza fornendo un quadro preciso delle platee che li riguardano e delle maggiori prestazioni che sono state effettuate per permettergli di attuare eventuali azioni di tipo formativo. Ah, dimenticavo: sono da poco diventata mamma! Grazie al Piano sanitario del Fondo ASIM, che prevede un pacchetto maternità, mi sono state rimborsate tutte le fatture delle visite specialistiche effettuate presso il mio ginecologo; una bella opportunità per tutte le donne del settore (circa il 70% dei lavoratori con CCNL Multiservizi/servizi di pulizia/servizi integrati conosciuti dal Fondo ASIM) che si trovano ad affrontare il momento più prezioso della loro vita, a dimostrazione di una forte attenzione al welfare aziendale da parte di quelle imprese che ne promuovono l’utilizzo.

Sulla base di questo flusso informativo mi occupo inoltre di verificare, con la collaborazione dell’ufficio portafoglio di UniSalute, che sia il dato quantitativo che quello qualitativo, circa le anagrafiche dei lavoratori, sia costantemente allineato.

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Lo Staff del Fondo ASIM

VEENA OLIMPIERI Sono Veena Olimpieri, ho 26 anni e ho iniziato la mia esperienza al Fondo ASIM nel marzo del 2017. Proprio in quel periodo il Fondo si preparava al suo secondo evento e, devo dire, ricordo molto bene quel giorno in cui ho avuto modo di conoscere meglio questo mondo. Quello che offre il Fondo ASIM è un’opportunità, un modo di aiutare i lavoratori dando loro una concreta sicurezza in più. Ogni giorno ho modo di conoscere i nostri iscritti grazie ai contatti instaurati attraverso il Portale, con il sistema di chat, le e-mail e il servizio di centralino che ci permette di poterli guidare nella conoscenza di tutti i servizi offerti. In questi due anni ho visto il Fondo crescere tantissimo raggiungendo così in fretta dei grandi obiettivi: abbiamo apportato varie migliorie al Piano sanitario e abbiamo

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lanciato due campagne straordinarie di prevenzione. Per quanto mi riguarda ho partecipato a vari incontri in molte città dal Nord al Sud d’Italia durante i quali abbiamo fatto formazione ai nostri iscritti. Il contatto diretto con loro mi ha dato la possibilità di sentirmi pienamente partecipe di questo grande progetto facendomi anche maturare professionalmente. Ogni giorno ci impegniamo nella comunicazione perché molti lavoratori non conoscono il concetto di sanità integrativa e non tutti gli iscritti sanno cos’è il nostro Fondo. Una delle attività principali di comunicazione si sviluppa attraverso i canali social dove vengono pubblicate tutte le novità e le informazioni principali, questo grazie anche all’utilizzo di immagini e video a cui ho avuto modo di partecipare in prima persona. Il Fondo ASIM non è solo un servizio. Il Fondo ASIM sono le persone che lavorano in questo progetto. Tutto lo Staff, quindi tutte le mie colleghe, sono i tasselli di un unico mosaico e funzioniamo perché lavoriamo insieme. È la squadra unita che vince! Ma la squadra vince solo se ben messa in campo, solo se motivata e sostenuta. Quindi gioca un ruolo importante il coach, in questo caso il nostro


Lo Staff del Fondo ASIM

Responsabile Augusto Monachesi che continua a impegnarsi per fornire gli strumenti per realizzare i nostri progetti. Ognuna di noi svolge diversi compiti tra loro correlati. Attraverso il Portale rispondiamo alle domande dei nostri iscritti ci occupiamo di gestire la contribuzione delle imprese e fare le riconciliazioni per mettere in copertura i lavoratori. Da poco gestiamo anche il rimborso diretto dei ticket, ciò costituisce motivo di orgoglio per un Fondo nato da pochi anni. Come addetta alla Segreteria Sociale mi occupo di organizzare la Convocazione del Consiglio Direttivo e dell’Assemblea dei Soci. Si impara molto sul campo, per quanto mi riguarda cresco ogni giorno grazie all’aiuto delle colleghe e dei loro consigli. Nonostante le difficoltà lavoriamo tanto e l’impegno che mettiamo porta i risultati che si riflettono sui numeri del Fondo che crescono a vista d’occhio! Vorrei concludere dicendo che ciò che mi gratifica di questo lavoro non è solo la conoscenza di una realtà di cui ancora non si parla molto ma anche la consapevolezza di dare un servizio ai lavoratori ricordando loro che è importante occuparsi della propria salute.

STELLA QUAGLIANI Mi chiamo Stella Quagliani, sono romana e ho 31 anni. Diplomata al Liceo Scientifico e laureanda in Scienze Politiche presso l’Università di Roma Tre. Dopo varie esperienze di lavoro sono arrivata al Fondo ASIM nell’ottobre 2018. Nei primi mesi mi sono occupata prettamente del contatto con gli iscritti, sia telefonico che telematico, e della riconciliazione delle aziende che applicano il CCNL Multiservizi, Servizi Integrati e Pulizie. Ad aprile del 2019 è arrivata la mia

prima vera sfida lavorativa nell’ambito del progetto di Co-branding: siamo partite per la Sicilia e abbiamo gestito sessioni di formazione per i lavoratori di una delle più grandi aziende iscritte al nostro Fondo. Questa esperienza è stata per me molto emozionante per il contatto diretto con i lavoratori: l’interazione con loro, le varie domande e i ringraziamenti alla fine di ogni sessione. Tutto ciò mi ha regalato una soddisfazione enorme e la sensazione di essere utile svolgendo il mio lavoro. Tra giugno e luglio ci sono stati altri incontri di formazione in giro per l’Italia e altri feedback positivi. La consapevolezza dell’aiuto che il Fondo dà ai propri iscritti e l’incremento certificato delle registrazioni al Portale ci hanno fatto capire che questi meeting sono un valido strumento per ampliare l’utilizzo del servizio offerto. Da poco tempo mi occupo anche della gestione e del controllo delle entrate e delle uscite di copertura con UniSalute e del conseguente invio delle comunicazioni tramite e-mail e posta. Le giornate al Fondo ASIM scorrono veloci, tra una chiamata e l’altra e la crescita che c’è stata da un anno a questa parte è stata inesorabile: l’inserimento della Long Term Care nel Piano sanitario a luglio, l’internalizzazione dei ticket da ottobre, la nuova campagna straordinaria partita a novembre sono i risultati ottenuti da un team che lavora per offrire il miglior servizio possibile ai propri iscritti. Facendo un bilancio di questo primo anno al Fondo ASIM posso ritenermi grata e fortunata, poiché fin da subito mi sono sentita parte integrante “di qualcosa”, cercando giorno dopo giorno di crescere e migliorare come lavoratrice e come persona. Commetto sicuramente degli errori ma ho tanta voglia di imparare e far bene, adoro le sfide e qui ce ne sono diverse tutti i giorni. Il Fondo è composto da 9 persone e devo ringraziare ognuna per qualcosa: Augusto, perché ci sprona sempre a diventare autonome nel lavoro e per l’infinita pazienza nello spiegarmi l’utilizzo dei gestionali, tabelle pivot e cercavert, diventeranno banalità, promesso! Grazia, per il suo essere sempre diretta ma protettiva e perché controlla i miei conti percentuali quando non

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Lo Staff del Fondo ASIM

tornano. Silvia, per avermi preso per mano e spiegato con tutta la dolcezza del mondo il lavoro che c’era da portare avanti in sua assenza. Deborah, per avermi fatto capire che spesso per ottenere le cose ci vuole un po’ di pugno duro. Veena, perché crede sempre in me, per le trasferte vissute insieme e per le ansie che condividiamo. Monia, per avermi fatto capire che con la mia simpatica irriverenza posso arrivare ovunque. Cristina, per essersi sobbarcata quasi da sola il centralino per farmi lavorare un po’ più tranquilla. Infine Federica, che con la sua umiltà ha mostrato quanto sia importante il gioco di squadra. Garantiamo che con un Team così, il Fondo ASIM volerà davvero in alto!

GRAZIA SANDRINI Sono Grazia Sandrini, ho avuto la fortuna di giungere al Fondo ASIM sin dai suoi albori, nel 2015 . Ho frequentato l’Istituto Tecnico Commerciale Eugenio Bona di Biella, nell’ormai lontano 1978 e conseguito il diploma di Ragioniere e Perito Commerciale. Dopo anni di lavoro svolti presso industrie, studi di commercialisti e imprese di vario genere, sempre in qualità di ragioniera contabile amministrativa nel mio territorio di origine, ho deciso di affrontare nuove esperienze e realtà trasferendomi a Roma nel 2006. Nonostante il trasferimento il mio ruolo operativo è rimasto invariato, sempre quindi, nell’ambito dell’amministrazione, potendo così acquisire competenze e padronanza anche in campo normativo e fiscale. Come già detto il mio ingresso in Fondo ASIM avviene il 2 febbraio 2015, in concomitanza con l’attuale Responsabile Augusto Monachesi, con il quale e tramite cui ho potuto vedere e partecipare alla crescita operativa, strutturale e strumentale del medesimo.

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Dall’utilizzo di strumenti informatici di base quali Excel ed Access si è giunti alla realizzazione di un sito personalizzato, un Portale dedicato e un programma contabile specifico. Il mio ruolo si sviluppa principalmente nella gestione della contabilità impostata, seppur non richiesto dalla normativa vigente, in modalità di Contabilità Ordinaria a Partita Doppia sino alla redazione del Bilancio di Esercizio redatto secondo le linee guida della Normativa CEE. Mi occupo inoltre di amministrazione, interfacciandomi con i vari professionisti quali revisori dei conti, consulenti fiscali, consulenti paghe e istituti bancari sempre in accordo con le procedure predefinite e dopo preventiva consultazione del Responsabile. Inoltre mi dedico, come tutte quante le altre colleghe, al contatto diretto telefonico con aziende e, soprattutto, con i nostri iscritti cercando di accompagnarli nelle varie operazioni di registrazione al Portale, prenotazioni sanitarie, verifica di copertura assicurativa e di ogni ulteriore chiarimento che ritengano opportuno ricevere.


Lo Staff del Fondo ASIM

MONIA SUTERA Sono Monia Sutera, ho 39 anni e ho conseguito con lode nella Facoltà di Economia della Sapienza di Roma sia, la laurea in Economia e Commercio che, il Master di II livello in “Intermediari Emittenti e Mercati Finanziari” per il quale ho vinto una borsa di studio. Sono risultata vincitrice di un concorso bandito dal MEF per una collaborazione a progetto, relativa all’analisi normativa interna e comunitaria nel Dipartimento del Tesoro Direzione IV - Sistema Bancario e Finanziario - Affari Legali. Sono Cultrice della Materia in Diritto del Mercato Finanziario, nonché specializzata in Diritto della Previdenza Complementare. Sono autrice di diverse pubblicazioni scientifiche afferenti al Diritto del Mercato Finanziario.

Faccio parte del Consiglio Direttivo di un’associazione senza scopo di lucro che ha il compito di diffondere l’educazione previdenziale nelle scuole. Ho conseguito il titolo di formatrice previdenziale e del welfare, ho lavorato nell’ambito della Previdenza Complementare e per avere una visione più ampia delle bilateralità, ho cominciato a specializzarmi anche sui Fondi Sanitari, seguendo appositi corsi di formazione sulla Sanità pubblica e privata. Con grande piacere e orgoglio sono entrata a far parte del Team del Fondo ASIM a partire da febbraio 2019. Da ogni persona ho appreso qualcosa di positivo da custodire come un tesoro e con il passare del tempo è stato costruito un rapporto di conoscenza fatto di piccoli passi, che ha permesso di consolidare stima e affetto reciproci. Il motto del Team del Fondo ASIM è: “L’unione fa la forza!” Ed è anche grazie a questa forza che vengono raggiunti importanti obiettivi. Grazie alla lungimiranza della Presidenza, del Consiglio Direttivo e del Responsabile del Fondo ASIM, è stato possibile raggiungere un ulteriore traguardo che rafforza la maturità tecnica del Fondo il quale ha deliberato l’internalizzazione del processo di rimborso dei ticket del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Mi sono occupata dell’implementazione di tale processo sotto la supervisione del Responsabile del Fondo ASIM, Augusto Monachesi, interfacciandomi, sia con i nostri referenti informatici, che con ulteriori stakeholder coinvolti.

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Lo Staff del Fondo ASIM

È nato così il Portale LEO, nel quale l’iscritto può caricare le richieste di rimborso e monitorarle in tempo reale. Esso è frutto di un intenso lavoro, fatto di studio, appositi test di controllo e attenzioni particolarmente dedicate.

Supporto passo passo l’iscritto per ogni necessità rappresentata per le richieste di rimborso.

Ogni giorno, con empatia e dedizione fornisco assistenza agli iscritti con riferimento alle domande poste in merito ai rimborsi e al funzionamento del Portale LEO.

Presto supporto alla redazione di documenti e nell’esecuzione dei nuovi processi da implementare. Il Fondo ASIM è un Fondo sanitario sempre in evoluzione che mette in atto strategie efficaci per massimizzare le risorse al fine di erogare agli iscritti, prestazioni socio/ sanitarie per soddisfare le loro necessità; fare parte di questa realtà è motivo di grande soddisfazione professionale e personale.

Cerco sempre di immedesimarmi nei panni dei lavoratori iscritti, indicandogli il modo più agevole per concludere con successo il processo di compilazione della richiesta di rimborso nel rispetto delle procedure previste. Mi occupo quindi, in particolare, di gestire l’iter relativo alle richieste di rimborso pervenute e relative ai ticket del SSN. Tale procedura prevede diversi step implementati nell’ottica della massima tutela rivolta agli iscritti per una sana e prudente gestione da parte del Fondo ASIM. Non sempre gli iscritti hanno la consapevolezza di cosa significhi avere un Fondo sanitario, e il passo ulteriore che compio ogni giorno insieme alle mie colleghe, è quello di far superare alcune resistenze iniziali, dovute proprio alla mancanza di consapevolezza di questo diritto previsto dal CCNL di riferimento. Proprio per colmare questo gap il Fondo ASIM informa costantemente i propri iscritti tramite i più diffusi e immediati canali di comunicazione, di ogni novità introdotta. Il fatto che la qualità della vita sia migliorata dalle prestazioni socio/sanitarie offerte dal Fondo ASIM è motivo di grande soddisfazione, soprattutto perché i nostri iscritti possono accedere a prestazioni che forse non potrebbero permettersi in assenza del Fondo Sanitario Integrativo al SSN.

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Partecipo alle riunioni con il Comitato Scientifico fornendo assistenza operativa.


News dalla Ricerca

Le aziende italiane unite in un unico obiettivo: sostenere la ricerca oncologica

In linea con la propria mission, Fondo ASIM ha scelto di promuovere concretamente la prevenzione e di accelerare il progresso della ricerca scientifica, finanziando una borsa di studio biennale di un giovane ricercatore di Fondazione AIRC dedicata ai tumori femminili con un focus sul tumore al seno. Una scelta importante perchÊ il cancro è purtroppo un problema che riguarda la collettività : ogni giorno, in Italia, oltre 1.000 persone ricevono una diagnosi di tumore. Per questo Fondo ASIM ha accettato di farsi portavoce del messaggio di AIRC nel mondo imprenditoriale, invitando i propri stakeholder a unirsi in questa battaglia.

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News dalla Ricerca

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Impresa contro il Cancro, iniziativa rivolta alle aziende e promossa da AIRC, è una corale e innovativa azione di partecipazione delle aziende Italiane alla lotta al cancro.

• Le cosiddette Grandi sfide che sostengono la

Le aziende, con la loro partecipazione a Impresa contro il Cancro, possono decidere di sostenere la ricerca: • Finanziando IFOM, l’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare centro di ricerca d’avanguardia, e investendo sulla “conoscenza” quale primo strumento di cura, per comprendere i meccanismi fisiologici e patologici che possono indurre la nascita e lo sviluppo dei tumori. • Contribuendo al Fondo Impresa contro il Cancro, nato per convogliare le donazioni delle aziende su due diversi filoni di finanziamenti.

ricerca per sviluppare nuove terapie per i tumori del polmone, del pancreas e del cervello, forme particolarmente aggressive e ancora di difficile cura. L’investimento nella Formazione per supportare i nuovi giovani talenti della ricerca oncologica italiana attraverso borse di studio destinate al loro percorso formativo.

Diventa un’Impresa contro il cancro e come Fondo ASIM investi nel futuro della ricerca per migliorare la qualità di vita dei malati e rendere il cancro sempre più curabile.


L’intervento

GARANTIRE LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI L’applicazione del GDPR in un fondo sanitario integrativo modernamente organizzato

CHE COSA È IL GDPR GDPR è l’acronimo di General Data Protection Regulation ossia Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (l’acronimo italiano è RGPD) e dal 25 maggio 2018 è entrato in piena applicazione grazie al Regolamento UE 2016/679 che armonizza le regole privacy dei vari Stati membri dell’Unione Europea. In pratica fornisce i requisiti relativi alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati.

Enio Marraccini

Amministratore Delegato, Itinera Servizi alle Imprese Srl

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L’intervento

In Italia siamo passati dal Testo Unico Privacy (Legge 675/1996) al Codice della Privacy (D. Lgs. 196/2003) e ora al GDPR. Il Codice ancora oggi, seppur rimaneggiato, o meglio, novellato, rimane attivo per gli aspetti non normati dal GDPR (ad esempio: trattamenti in ambito pubblico, sanitario, istruzione, a fini di archiviazione nel pubblico interesse, del rapporto di lavoro; comunicazioni elettroniche; sanzioni penali - quelle amministrative sono, infatti, sancite dal GDPR).

Omettendo tutte le molteplici novità del GDPR rispetto al Codice della Privacy è importante evidenziare un grande merito che ha avuto: riportare l’attenzione sul trattamento dei dati personali e sulla privacy in generale dal momento che, successivamente al Decreto Monti (che ha abrogato alcuni adempimenti formali quali la revisione annuale del Documento Programmatico della Sicurezza), sembrava che la Privacy fosse un “adempimento” esclusivamente a carico di chi trattava dati particolarmente sensibili.

IL RECEPIMENTO DEL GDPR IN UN FONDO SANITARIO INTEGRATIVO Solitamente un’azienda o un ente quando si approccia al GDPR per recepirlo nella propria realtà deve considerare un numero di attori e di interessati al trattamento abbastanza chiaro e comune a molte realtà: clienti, fornitori e dipendenti. In un fondo sanitario integrativo gli attori da considerare, per numero ed eterogeneità, fanno venire il mal di testa: oltre a quelli comuni ci sono da considerare il lavoratore/iscritto al fondo, l’Impresa titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore/ iscritto, il consulente del lavoro dell’Impresa, la società assicurativa che eroga i servizi del piano sanitario e l’INPS che fornisce alcuni dati inerenti gli attori precedenti attraverso i flussi UNIEMENS.

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Le implicazioni operative per gestire i dati originati da tutti questi attori sono molteplici e l’informatizzazione, in particolare la creazione di portali basati sul web (con il conseguente passaggio da pratiche gestite in formato cartaceo a pratiche elettroniche) è la chiave per risolvere il rompicapo che un fondo sanitario integrativo si trova ad affrontare nel terzo millennio in modo da fornire un servizio all’avanguardia ed efficiente e, al tempo stesso, con gli opportuni accorgimenti, per recepire le indicazioni del GDPR. Ovviamente questa modernizzazione si porta dietro anche un ulteriore attore che è rappresentato dall’utente del sito internet utilizzato, tra l’altro, per accedere ai portali, che si può iscrivere alle newsletter o contattare il fondo attraverso il sito stesso. Occorre inoltre considerare che i flussi dei dati interessano un elevato numero di iscritti e soprattutto appartengono a categorie particolari di dati (quelli che, prima dell’avvento del GDPR, venivano chiamati dati sensibili) perché riguardano lo stato di salute dell’iscritto. A queste categorie di dati il GDPR riserva una maggiore attenzione anche in termini sanzionatori.

L’ESPERIENZA DEL FONDO ASIM In questo scenario, il Fondo ASIM, anche attraverso la consulenza di ITINERA SERVIZI ALLE IMPRESE SRL, ha condotto una mappatura dei processi inerenti i trattamenti di dati attraverso la definizione di un Registro dei trattamenti particolareggiato che va oltre l’obbligo di conformità legislativa; esso infatti è stato utilizzato come linea guida per recepire i vari adempimenti richiesti dal GDPR, in particolare: • la protezione dei dati fin dalla progettazione dei processi di trattamento (privacy by design); • l’implementazione di misure tecniche e organizzative adeguate in modo da garantire che, per impostazione predefinita (privacy by default), vengano trattati solo i dati necessari in relazione alle finalità del trattamento;


L’intervento

• la definizione delle finalità, delle relative basi giuridiche • • •

del trattamento e delle informative da fornire ai vari interessati al trattamento; l’individuazione delle funzioni interne incaricate al trattamento e dei Responsabili esterni del trattamento; la definizione della durata del trattamento; la necessità di condurre una Valutazione di Impatto sulla Protezione dei Dati (cosiddetta DPIA).

In merito al trattamento di dati particolari, si è resa necessaria anche l’acquisizione del consenso al trattamento da parte dei lavoratori/iscritti, elemento questo, che ha notevolmente complicato il flusso dei dati e l’accesso ai portali come evidenziato dallo schema 1.

Con l’obiettivo di rendere maggiormente fruibile, snello e semplice l’uso dei portali, sono state adottate modalità “on line” (es.: point and click) di acquisizione

del consenso e soprattutto è stato messo a disposizione degli interessati un pannello di controllo interno al portale che permette loro di gestire i permessi inerenti i propri dati e di esercitare alcuni dei diritti previsti dal GDPR; in tale pannello, infatti, l’iscritto può concedere e revocare i consensi al trattamento ed eventualmente opporsi a tutti quei trattamenti la cui base giuridica è rappresentata dal legittimo interesse del Fondo ASIM. In ultimo, ma non per importanza, Fondo ASIM ha effettuato una Valutazione d’impatto del trattamento dei dati, in collaborazione con il Responsabile della protezione dei dati/ Data Protection Officer (DPO), con la quale sono stati valutati i rischi dei trattamenti delle categorie particolari di dati ed individuate tutte le misure tecniche ed organizzative per ridurre al minimo tali rischi.

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L’intervento

ESEMPIO FLUSSO DATI - FONDO ASIM

Lavoratore / iscritto

Portale / sito ASIM

Consenso compilato

Informativa ASIM /UNISALUTE

Lavoratore / Iscritto

Elenco lavoratori che hanno dato consenso alla comunicazione ad ASIM da parte di UNISALUTE

Gestione della prestazione

Dati contenuti nelle pratiche dei sinistri

Prestazioni Rimborsi Informativa UniSalute Consenso UniSalute

Portale / sito ASIM

Lavoratore / Iscritto

(Schema 1)

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RICHIESTA DI PRESTAZIONI

Portale / sito ASIM


Le ultime novitĂ

dal mondo dell’assistenza sanitaria integrativa


Sanità Integrativa

Essere maggiormente con il rappresentativi welfare contrattuale

DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO Il tema della rappresentatività dei lavoratori è molto dibattuto. Vediamo insieme cosa accade nel nostro settore Pulizie/Multiservizi.

“È istituito presso il CNEL l’archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro (CCNL) presso il quale vengono depositati gli accordi di rinnovo e i nuovi contratti (legge 30 dicembre 1986, n 936, art. 17)”. Di recente, tale archivio è stato riorganizzato ed è stata resa disponibile un’interessantissima serie di mappature che rendono ancora più utili le analisi che il Fondo ASIM, ma più in generale la bilateralità del nostro Settore, sta effettuando da tempo.

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DI COSA PARLIAMO • Il tema della rappresentatività IN QUESTO ARTICOLO dei lavoratori è molto dibattuto. Vediamo insieme cosa accade nostro Pulizie/ • Inel CCNL delsettore Settore Ambientale Multiservizi. e Multiservizi CCNL del Settore • IVediamo quali sonoAmbientale questi e Contratti Multiservizi 3 quali sono questi • Vediamo La rappresentatività 3 Contratti nel nostro Settore • La rappresentatività nel nostro Settore


Sanità Integrativa

Selezionando i dati tra i contratti siglati da rappresentanze sindacali, appartenenti alle Confederazioni CGIL, CISL e UIL, vediamo come rispondono alle suddette esclusivamente 243 CCNL, mentre appartengono ad altre forme “sindacali” ben 582 contratti. Spesso, da più parti, viene trattato il tema della rappresentatività dei contratti nazionali di lavoro; cerchiamo quindi di approfondire ed esaminare il Settore Pulizie/Multiservizi che ci riguarda da vicino.

Per analizzare l’archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro, occorre prima illustrare lo scenario davanti al quale ci troviamo. Presso il CNEL sono depositati (dati aggiornati a maggio 2019) 825 CCNL, suddivisi in 13 macrosettori. Non è certamente questa la sede per esprimere giudizi sul proliferare del numero di CCNL, ma i dati assumono una dimensione sicuramente molto, forse troppo, dispersiva.

CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO PER MACRO SETTORI Sindacati

Altri

confederali

Sindacati

10

8

32

Alimentaristi

43

25

Agricoltura

185

Chimica

28

17 60

Aziende di servizi

CCNL plurisettoriali, altri e vari

4

19

14

9

17

17

Credito e assicurazioni Commercio terziario servizi

40 64 Enti e istituzioni privati e pubblici

56 34

9

Poligrafici e spettacolo

25

Meccanici

39

13

17

28

totale di cui

Edilizia, legno e arredamento

12

825

Tessili

582

243

Trasporti

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Sanità Integrativa

I CCNL DEL SETTORE AMBIENTALE E MULTISERVIZI Il CNEL accoglie nel suo archivio al macrosettore “AZIENDE DI SERVIZI (AZIENDE ELETTRICHE, GAS E ACQUA, TELECOMUNICAZIONI, PULIZIA FACILITY MANAGEMENT SERVIZI INTEGRATI, CONI SERVIZI E FEDERAZIONI SPORTIVE – cod. K)” 45 CCNL. 32 dei 45 riguardano il settore “Servizi Ambientali e Pulizie e Multiservizi”; di questi, solo 5 sono stati sottoscritti dalle confederazioni sindacali che fanno capo a CGIL, CISL e UIL.

32CCNL Settore Ambientali e Multiservizi

L’Istat, seppure con dati aggiornati al 2016, ci dice che gli addetti al settore “attività di pulizia e disinfezione” (cod. ATECO 812) sono 436.947. Questo numero comprende tutti i lavoratori coinvolti, a prescindere dalla tipologia di impresa (individuale, di persone o società). Altri 142.320 sono gli addetti alle “attività di raccolta dei rifiuti” (cod. ATECO 381). Riassumendo, e ricomponendo la mappatura fornita dal CNEL relativa al settore “Servizi Ambientali e Pulizie e Multiservizi” (codice CNEL K5_ _), abbiamo una importantissima platea di 579.267 addetti.

CCNL CCNL per i dipendenti dalle imprese industriali esercenti servizi di pulizia, disinfezione, disinfestazione e derattizzazione

45

5

1

CCNL per i dipendenti dalle piccole e medie imprese esercenti i servizi di pulizia, disinfezione, disinfestazione e derattizzazione

CCNL Analizzando ancora più nel dettaglio, servendosi delle mappature effettuate dal CNEL con i codici contratto utilizzati ai fini INPS e quelli ATECO, possiamo dimensionare il settore di nostra pertinenza, testimoniare in maniera scientifica la rappresentatività del nostro contratto e, in ultimo, ma non meno importante, fissare un più preciso target/benchmark per le attività di inclusione che sta svolgendo da tempo il Fondo ASIM.

36

1

CCNL per i dipendenti da imprese di pulizia, di disinfestazione e servizi integrati/multiservizi FNIP CONFCOMMERCIO

1

3

totale


Sanità Integrativa

579.267

VEDIAMO QUALI SONO QUESTI 3 CONTRATTI L’INPS codifica al numero 119 il “CCNL per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi”, a cui noi apparteniamo, con il codice 120 quello relativo alle Imprese Artigiane e con il codice 340 quello relativo a Confcommercio. Secondo i dati INPS fornitici da Italia Previdenza (SISPI), i 3 CCNL evidenziati sommano (utilizzando i dati medi anno 2016 per garantire l’allineamento temporale con quelli Istat) 419.716 addetti pari quindi al 96% del totale. Ma soffermiamoci solo sull’attività di pulizia e disinfezione (cod. ATECO 812 – 436.947 addetti). Secondo le classificazioni CNEL rispondono a questo raggruppamento 3 contratti nazionali di lavoro sottoscritti da rappresentanze sindacali facenti capo alle confederazioni CGIL, CISL e UIL mentre, come già evidenziato in precedenza, ben 27 CCNL dei 32 totali non vedono tra i loro firmatari CGIL, CISL e UIL né associazioni datoriali appartenenti a Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Artigianato CNEL, Cooperative CNEL o ABI.

LA RAPPRESENTATIVITÀ NEL NOSTRO SETTORE È evidente come la rappresentatività nel settore sia garantita ampiamente dalle suddette forme contrattuali sottoscritte da tali rappresentanze datoriali e sindacali. Va notato, in particolare, che le rappresentanze sindacali firmatarie di tutti e tre i contratti fanno capo a FILCAMSCGIL, FISASCAT-CISL e UILTRASPORTI-UIL. Veniamo ora a esaminare, in dettaglio, come il Fondo ASIM risponde alla platea dei lavoratori a cui si applica il Contratto Collettivo Nazionale per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi che l’INPS ha visto applicato nel 2018 (dati medi) a 322.718 lavoratori.

436.947 Pulizie e multiserivizi

3 CCNL Cod.119 - 120 - 340

419.716 addetti

142.320 Igiene ambientale

26 CCNL

96%

4

%

Il Fondo ASIM nel 2018 ha garantito, in media, la copertura a 190.696 lavoratori. Considerando che al Fondo, come stabilito dal CCNL, si devono iscrivere solo i lavoratori assunti a tempo indeterminato, possiamo confrontare il dato degli iscritti con quello del CCNL di riferimento (fonte INPSSISPI) limitatamente a questa categoria di lavoratori che, nel 2018, è stata mediamente di 255.066, si può quindi affermare che il Fondo ASIM ha raggiunto il 74,76% della sua platea.

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Sanità Integrativa

322.718

cod 119 CCNL per i dipendenti dalle imprese industriali esercenti servizi di pulizia, disinfezione, disinfestazione e derattizzazione

79% a tempo indeterminato

255.066

75% iscritti Fondo ASIM Questo dato di penetrazione deve essere visto come risultato straordinario se si pensa che i dati si riferiscono a un periodo di operatività di soli 4 anni e che il Settore è costituito da migliaia di imprese le quali, quasi sempre, trovano i propri lavoratori dislocati su vaste aree del territorio nazionale e in molteplici cantieri con ridotta densità operativa. In conclusione quindi non vi è alcun dubbio che, quando si tratta di “contratti di lavoro maggiormente rappresentativi” negli appalti del nostro settore, la scelta percorribile è inequivocabile. Da questa consapevolezza, suffragata anche dalle rilevazioni dei dati forniti da INPS, Istat, CNEL e dagli Enti della Bilateralità del settore (Fondo ASIM e ONBSI), è maturata la decisione del Consiglio Direttivo del Fondo ASIM di pianificare e condurre una campagna di informazione e di sensibilizzazione rivolta direttamente alle stazioni appaltanti. Verrà richiamata, senza mezzi termini, la necessità che queste vigilino sulla scelta del CCNL applicato dalle imprese appaltatrici a garanzia di una corretta concorrenza nelle gare di appalto e della tutela dei lavoratori.

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Da sottolineare con determinazione che la corretta applicazione del contratto nazionale di lavoro passa attraverso la sua “integralità” che si ottiene anche iscrivendo i lavoratori alle forme di bilateralità previste, come il Fondo ASIM per la sanità integrativa (art.66 del CCNL) e l’ONBSI quale ente bilaterale nazionale. Altra informazione inequivocabile che i dati ci dimostrano – anche ex post – è che la strategia di comunicazione pianificata dal Consiglio Direttivo del Fondo e realizzata dalla Presidenza sia stata quella vincente. Prova ne è che, in poco più di 4 anni, si sono raggiunte performance di loss ratio e di frequenze degne di un fondo maturo; risultati realizzati attraverso l’ampliamento della platea degli iscritti che ha raggiunto percentuali di penetrazione, rispetto al target del mercato di riferimento, di tutto rispetto.

< 25 620

948

25 - 45 - 60 44 59 70 32.490 72.703 20.020

23.076 31.361

9.129

> 70 247

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Sanità Integrativa

Quali sono le prestazioni erogate dai fondi sanitari integrativi

DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO Se sei iscritto a un fondo sanitario integrativo, hai diritto a una serie di prestazioni, indicate all’interno del Piano sanitario. Vediamo insieme quali sono. Quando si parla di fondi sanitari integrativi si fa riferimento a una particolare forma collettiva di assistenza sanitaria integrativa. Con questo termine, si identificano una serie di prestazioni sanitarie che vanno ad affiancare quelle fornite dal Servizio Sanitario Nazionale, secondo tre modalità, come vedremo più avanti nel corso dell’articolo. Gli iscritti a una forma di assistenza sanitaria integrativa – tramite un Fondo sanitario Integrativo o le Casse e Società di Mutuo Soccorso – hanno diritto a determinate prestazioni sanitarie, indicate all’interno del cosiddetto Piano sanitario.

• Il tema della rappresentatività DI COSA PARLIAMO dei lavoratori è molto dibattuto. VediamoARTICOLO insieme cosa accade IN QUESTO nel nostro settore Pulizie/ Multiservizi. • Cos’è il Piano sanitario • I CCNL del Settore Ambientale • Prestazioni erogate dai fondi e Multiservizi sanitari integrativi • Vediamo quali sono questi • Conclusioni 3 Contratti • La rappresentatività nel nostro Settore

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Sanità Integrativa

COS’È IL PIANO SANITARIO La definizione fornita da Mefop SpA (società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi Pensione) è la seguente:

“Il Piano sanitario è un documento di programmazione di tutti gli interventi di assistenza integrativa che il Fondo si impegna a mettere in atto a favore degli iscritti. Nel Piano sanitario vengono previsti i pacchetti prestazionali e i percorsi che il Fondo garantisce all’iscritto attraverso le prestazioni, le attività e i servizi erogabili dal Fondo”. In questa definizione, molto precisa e centrata, è possibile individuare alcuni elementi essenziali. Ad esempio, risulta chiaro che il Piano sanitario contiene un’indicazione puntuale di tutti i servizi sanitari che il Fondo offre ai propri iscritti, le modalità di erogazione delle prestazioni e i pacchetti prestazionali nei quali il Piano è organizzato. Il Piano sanitario contiene, inoltre, il cosiddetto Nomenclatore tariffario, ovvero un elenco delle prestazioni assicurate dal Fondo, con definizione delle stesse e l’indicazione relativa ai limiti della copertura economica. Insomma, si tratta di un documento centrale per la vita e l’azione di un Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa, come ad esempio il Fondo ASIM.

PRESTAZIONI EROGATE DAI FONDI SANITARI INTEGRATIVI Chi eroga assistenza sanitaria integrativa deve sviluppare un piano sanitario, al cui interno indicare tutte le prestazioni che il Fondo o la SMS (Società di mutuo soccorso) offre ai propri iscritti. Le prestazioni si dividono in 3 macro categorie:

1. prestazioni integrative o aggiuntive, quindi non presenti all’interno dei cosiddetti LEA, ovvero i livelli essenziali di assistenza garantiti dalla sanità pubblica. Una delle prestazioni più diffuse in questo segmento sono, ad esempio, le cure odontoiatriche o quella della tutela della non autosufficienza.

2. Prestazioni integrative e complementari a quelle presenti nei LEA: ad esempio, quelle prestazioni erogate dal medico come libero professionista in modalità intramoenia, o compartecipazione alla spesa, come il pagamento del ticket o il costo da sostenere per il pernottamento in albergo in vista di un intervento.

3. Prestazioni sostitutive o duplicative, a quelle presenti nei LEA. Rientrano in questa fattispecie tutte quelle prestazioni offerte dal SSN, ma che, a causa di liste d’attesa troppo lunghe, per specifici LEA a livello regionale, per libera scelta del medico o della struttura, spingono gli iscritti a rivolgersi al circuito privato. Queste prestazioni vengono erogate in due modalità, o con rimborso in denaro o tramite assistenza sanitaria diretta fornita da strutture convenzionate con il Fondo. In questo caso, sarà direttamente il Fondo a provvedere alla copertura delle spese previste per quella particolare prestazioni, e potrà farlo sia direttamente che attraverso forme mediate con compagnie di assicurazione.

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Sanità Integrativa

CONCLUSIONI Come anticipato, ogni Fondo Sanitario o SMS, a cura dell’organo di gestione interno (normalmente il consiglio di amministrazione) predispone, dopo aver analizzato le caratteristiche della platea di iscritti di riferimento e avendo ben cura della sua sostenibilità finanziaria, un proprio piano sanitario che, per quanto simile in molte sue parti, differisce in alcune prestazioni o nei limiti di copertura.

Per questo motivo, è sempre importante leggere con attenzione il piano sanitario del fondo al quale si è iscritti, in modo da avere contezza delle prestazioni erogate e delle modalità con cui poterne usufruire.

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Sanità Integrativa

Aumento dell’aspettativa di vita: vantaggi e misure necessarie con il welfare contrattuale

L’aumento dell’aspettativa di vita si traduce in un inevitabile invecchiamento della popolazione. Questo comporta delle sfide molto complesse da affrontare. Approfondiamo insieme. Nel nostro Paese l’aspettativa di vita è aumentata nel corso degli ultimi anni, grazie a differenti fattori concatenati. Si tratta di una medaglia che l’Italia può orgogliosamente appuntarsi al petto, frutto anche di una delle migliori sanità pubbliche al mondo, ma ogni medaglia ha due facce. Nel caso specifico, l’altra faccia della medaglia consiste nell’invecchiamento della popolazione. Banalmente, se si vive di più, si trascorrono più anni nella cosiddetta terza età, con tutto quello che questo comporta: non autosufficienza, malattie croniche, spese mediche più elevate, costi sociali maggiori.

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DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO • L’intervento del professor Vincenzo Atella • Aumento dell’aspettativa di vita: la situazione italiana • La transizione epidemiologica italiana • Differenze socio-economiche, geografiche e cattive abitudini • L’Italia è un Paese sempre più vecchio • Quali misure adottare


Sanità Integrativa

L’INTERVENTO DEL PROFESSOR VINCENZO ATELLA

AUMENTO DELL’ASPETTATIVA DI VITA: LA SITUAZIONE ITALIANA

Su questo tema l’interessante intervento del professor Vincenzo Atella, dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, tenuto lo scorso 5 marzo presso la Luiss Business School, dal titolo “L’invecchiamento in Europa: come e quanto si invecchia”, all’interno dell’evento “Invecchiamento e fragilità: il ruolo della sanità integrativa” organizzato da Mefop. All’interno del suo speech il professore ha analizzato, dati alla mano, la situazione, partendo da alcuni punti essenziali:

Come indicato da Bloomberg, l’Italia ha uno dei servizi sanitari migliori al mondo, posizionandosi quarta nella classifica mondiale 2018 sull’efficienza della sanità, e prima nel 2017 come popolazione più sana al mondo. Un altro dato molto importante riguarda il tasso di mortalità infantile, che ha subito una riduzione drastica negli ultimi trent’anni.

1. l’invecchiamento della popolazione rappresenta un problema di prioritaria importanza in tutta Europa.

2. Nei prossimi decenni la percentuale di persone abili al lavoro (in termini di età) andrà a ridursi sensibilmente.

3. Il PIL sarà molto più basso nel prossimo futuro.

4. L’invecchiamento della popolazione, unito alla riduzione del PIL, creerà instabilità nei conti pubblici.

5. L’invecchiamento della popolazione e il tasso di natalità sono due elementi da analizzare in combo.

6. Le tecnologie mediche hanno un ruolo essenziale nell’aumento dell’aspettativa di vita.

7. L’aumento dell’aspettativa di vita può avere anche dei ritorni negativi, se le condizioni di salute della persona non sono ottimali e richiedono interventi costanti. Approfondiamo insieme, partendo dai dati utilizzati dal professore Atella.

Lo stesso può dirsi riguardo l’aspettativa di vita nel nostro Paese, che è aumentata a dismisura dall’unità d’Italia ai giorni nostri, raggiungendo quasi i numeri del Giappone, il Paese più longevo al mondo. In un secolo e mezzo siamo passati dall’essere una nazione nella quale si viveva male e poco, a una in cui possiamo vantare numeri da grande Paese moderno. Si tratta di una conquista importantissima, resa possibile dalla qualità delle cure mediche alle quali abbiamo accesso. Ciò nonostante, ci sono numerose criticità da non sottovalutare.

LA TRANSIZIONE EPIDEMIOLOGICA ITALIANA Se è vero che nella storia del nostro Paese i dati generali sull’aspettativa di vita e sui tassi di mortalità sono migliorati, bisogna anche sottolineare alcuni dati preoccupanti. In effetti, a partire dalla fine degli anni ‘50 – periodo in cui si era raggiunto un equilibrio alquanto stabile e positivo – in Italia si è verificata una situazione duplice: da un lato, i decessi per malattie infettive, gastroenterite e patologie al sistema respiratorio sono diminuiti, fino a toccare numeri davvero minimi; dall’altro lato, però, sono aumentate sensibilmente le morti per tumore e malattie cardiovascolari, entrambe legate anche allo stile di vita adottato dopo il boom economico.

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Sanità Integrativa

Abbiamo, in sostanza, peggiorato i fattori di rischio legati, appunto, al nostro modo di vivere, dall’alimentazione alla sedentarietà, passando per il fumo di sigaretta e il consumo di alcolici. Un esempio? Rispetto al passato, negli ultimi 40 anni abbiamo raddoppiato l’apporto di grassi attraverso la nostra alimentazione.

DIFFERENZE SOCIO-ECONOMICHE, GEOGRAFICHE E CATTIVE ABITUDINI Immaginare, nel 2019, in un Paese industrializzato e moderno come l’Italia, che la situazione di salute generale sia influenzata da fattori socio-economici come istruzione, posizione lavorativa, luogo di residenza, non è molto rincuorante. Purtroppo, i dati confermano questo scenario. Nelle regioni del centro sud, ad esempio, si registrano maggiori casi di obesità, anche infantile. In alcune zone dello stivale c’è una concentrazione più elevata di sostanze tossiche nocive nell’aria, come metalli pesanti, diossina, particolato.

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Inoltre, c’è una differenza evidente di genere: le donne mostrano maggiore attenzione nei confronti della nutrizione rispetto agli uomini. Basti pensare che le donne consumano quasi il doppio delle verdure rispetto agli uomini. Sono gli uomini, invece, a praticare più sport e attività fisica rispetto alle donne. In entrambi i casi siamo il Paese in Europa con il più basso tasso di giovani tra gli 11 e i 15 impegnati in una moderata attività fisica giornaliera. I nostri giovani non fanno attività fisica, ma iniziano a fumare molto presto. La percentuale fumatori con un’età intorno ai 15 anni è una delle più alte d’Europa. Anche il consumo di cannabis e cocaina dai 15 ai 34 anni è elevato. Questi dati ci fanno capire che, all’interno di una situazione tendenzialmente positiva, sono proprio i più giovani ad essere maggiormente a rischio. In un Paese con tassi di natalità così bassi e un invecchiamento progressivo inarrestabile, non è affatto una buona notizia.


Sanità Integrativa

L’ITALIA È UN PAESE SEMPRE PIÙ VECCHIO Secondo i dati della World Bank Group, la speranza di vita in Italia era, nel 2016, pari a 82,54 anni (Fig.1). L’altro lato della medaglia, in questo caso, è il tasso di natalità, che vede invece un grafico opposto. Insomma, la popolazione invecchia, e facciamo molti meno figli rispetto al passato (Fig.2). Secondo le stime e le previsione dell’Istat, la popolazione residente attesa per l’Italia è stimata pari a 58,6 milioni nel 2045 e a 53,7 milioni nel 2065.

La perdita rispetto al 2016 (60,7 milioni) sarebbe di 2,1 milioni di residenti nel 2045 e di 7 milioni nel 2065. Nel 2065 la popolazione dovrebbe oscillare tra un minimo di 46,1 milioni e un massimo di 61,5. A destare grande preoccupazione è, come accennato, il dato relativo alle future nascite, che non saranno sufficienti a compensare i futuri decessi.

Italia / Speranza di vita

82,54 anni (2016) 85

Spagna 82,83 anni

80

Italia 82,54 anni

75

Stati Uniti d’America 78,69 anni

70 65

1960

1970

1980

1990

2000

2010

(Fig.1)

FRED

Fertility Rate, Total for Italy

2.8 2.6

Births per Woman

2.4 2.2 2.0 1.8 1.6 1.4 1.2 1.0

(Fig.2)

1965

1970

1975

1980

1985

1990

Source: World Bank

1995

2000

2005

2010

2015

myf.red/g/mi64

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Sanità Integrativa

Nel medio termine il saldo sarà negativo, con circa 300 mila persone in meno. Ad aumentare, invece, è l’aspettativa di vita. Entro il 2065 la vita media dovrebbe crescere fino a 86,1 anni per gli uomini e fino a 90,2 anni per le donne. Tutto questo si traduce in due enormi criticità:

1. avremo meno ricambio generazionale nei luoghi di lavoro, quindi meno occupati e più pensionati (per più a lungo);

2. avremo una maggiore richiesta di servizi e prestazioni sanitarie. Come si affronta tutto questo? Vediamo insieme alcune misure necessarie.

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QUALI MISURE ADOTTARE Se la popolazione italiana vive sempre più a lungo, è necessario fare in modo che la qualità della vita migliori, soprattutto in età avanzata. Un popolo in buona salute comporta costi più bassi per la sanità pubblica, in evidente difficoltà nonostante la qualità offerta continui ad essere elevata. Le persone anziane, non autosufficienti, hanno bisogno di maggiori attenzioni e cure, e di una struttura sociale meglio organizzata ed efficace. In questo senso, l’apporto del secondo pilastro socioeconomico, quindi dei Fondi di assistenza sanitaria integrativa, è centrale, per evitare che il SSN imploda a fronte di una domanda eccessiva. Un altro elemento essenziale in questa sfida molto delicata che ci attende consiste nel migliorare la qualità della prevenzione, dell’educazione, dell’istruzione superiore, dell’alimentazione, stimolando e suggerendo stili di vita sostenibili e più salutari, soprattutto nei più giovani.


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Anagrafe dei fondi sanitari: i fondi iscritti in Italia

Un recente rapporto pubblicato dall’Anagrafe dei Fondi Sanitari contiene alcuni dati interessanti, che ci forniscono una visione d’insieme molto accurata. Approfondiamo insieme. L’anagrafe dei fondi sanitari – al quale è iscritto anche il Fondo ASIM – ha iniziato l’attività nell’anno 2010 ed è gestita dall’Ufficio 2 della Direzione generale della programmazione sanitaria. Fondi sanitari integrativi, enti, casse e società di mutuo soccorso, tutti fondi che operano in Italia possono – in modo volontario – richiedere l’iscrizione all’Anagrafe e seguire la procedura di accreditamento, dimostrando di essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge. Uno dei compiti svolti dall’Anagrafe dei fondi sanitari consiste nel monitorare le informazioni pervenute mediante i dati e i documenti trasmessi dai fondi sanitari. Vediamo insieme alcuni dei dati più interessanti contenuti nell’ultimo rapporto pubblicato.

DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO • I fondi sanitari sono in aumento • Nuove iscrizioni e rinnovi • Natura giuridica dei fondi sanitari iscritti • Prestazioni erogate • Numero di iscritti ai Fondi Sanitari

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I FONDI SANITARI SONO IN AUMENTO I dati analizzati si fermano all’anno 2017. Secondo le rilevazioni, il numero di Fondi iscritti all’anagrafe è cresciuto dal 2010 al 2017, con una lieve flessione registrata nel 2011.

I fondi di tipo B, ovvero enti, casse e società di mutuo soccorso, rappresentano il 97% del totale degli iscritti. Fondi sanitari Integrativi del SSN ex art. 9 D. Lgs. n.502/1992 3%

N. ATTESTATI RILASCIATI DALL’ANAGRAFE DEGLI ANNI DI ATTIVITÀ

267

265

276

290

300

305

322

255

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

È da sottolineare la differenza sostanziale tra il numero di Fondi Sanitari integrativi (ex art.9 del d.Lgs. n. 502/92 – Tipo A) ed enti, casse e società di mutuo soccorso (Tipo -B). La proporzione è schiacciante. Al lieve aumento del numero dei fondi integrativi – 3 nel 2013, 4 nel 2014, 7 nel 2015, 8 nel 2016 e 9 nel 2017 – si è avuto un più significativo e progressivo incremento del numero degli enti, casse e società di mutuo soccorso – 273 nell’anno 2013, 286 nel 2014, 293 nel 2015 e 297 nel 2016 e 313 nel 2017.

2017 2016 2015 2014 2013

322 322

9

305 297

8

7

4

3

300 293 290 286 276 273

TOTALE Enti Casse Societa mutuo soccorso ex art.51c. 2 lett. a) DPR n. 917/1986 Fondi sanitari integrativi ex art. 9 D. Lgs. n.502/1992

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Enti Casse Socleta mutuo soccorso ex art. 51 c. 2 lett. a) DPR n. 917/1986 97%

Va sottolineato, però, che negli anni di attività da parte dell’Anagrafe dei Fondi Sanitari sono stati censiti prevalentemente i fondi di tipologia B.


Sanità Integrativa

NUOVE ISCRIZIONI E RINNOVI

NATURA GIURIDICA DEI FONDI SANITARI ISCRITTI

Nel corso del 2017 sono stati 9 i Fondi sanitari integrativi di tipo A a risultare iscritti all’anagrafe.

Secondo i dati raccolti dall’Anagrafe, le principali forme giuridiche dei fondi sanitari iscritti risultano essere le seguenti. Come si legge, quindi, la quasi totalità dei fondi sanitari attestati nell’anno 2017 risulta avere una natura giuridica di associazione non riconosciuta.

Di questi 9, solo 1 risulta iscritto per la prima volta, mentre i restanti 8 hanno rinnovato l’iscrizione. Per quanto riguarda i fondi di tipo B, invece, sono 301 ad aver rinnovato l’iscrizione e 12 iscritti per il primo anno.

Natura giuridica dei fondi sanitari attestati nell’anno 2017 TOTALE

Tip. B

Tip. A

ANNO 2017

FONDI

Iscrizione rinnovata

Iscrizione primo anno

Tipologia A

8

1

Tipologia B

301

12

TOTALE

309

13

ASSOCIAZIONE NON RICONOSCIUTA (AERTT. 36 E SS. DEL COD. CIV.)

267 261

6

SOCIETà DI MUTUO SOCCORSO (LEGGE 15 APRILE 1886 N.3818 E SS)

42 42

0

ASSOCIAZIONE RICONOSCITA (ART. 12 E SS. DEL CODICE CIVILE)

6 6

0

FONDAZIONE

5 2 3

COOPERATIVA

2 2 0

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Sanità Integrativa

PRESTAZIONI EROGATE Le risorse erogate dai fondi sanitari iscritti all’anagrafe ammontano complessivamente a 2,3 miliardi di euro e vanno distinte tra Fondi di tipo A e Fondi di tipo B.

Per quanto riguarda, invece, enti, casse e società di mutuo soccorso (tipo B), il valore totale è di 2.328.328.385 (Fig.2).

Le prestazioni erogate dai Fondi integrativi (tipo A) si sono attestate ad un totale di 1.305.596 di euro, spesi quasi totalmente per l’assistenza odontoiatrica (Fig.1).

Di questo Euro 753.762.823 (il 32%) è stato destinato a “prestazioni extra LEA”, indirizzato cioè ad integrare in Servizio Sanitario Nazionale. Di queste, il 68% verso l’assistenza odontoiatrica.

Elenco delle Prestazioni extra LEA Fondi sanitari tipologia A (DM 27/10/2009 art.2, comma 2, lettera d)

Totale prestazioni erogate

1.305.596,46

Prestazioni di Assistenza Odontoiatrica

1.259.466,21

Prestazioni finalizzate al recupero della Salute

26.811,70

Prestazioni sanitarie e socili

19.318,56

(Fig.1)

Elenco delle Prestazioni extra LEA Fondi sanitari tipologia B (DM 27/10/2009 art.2, comma 2, lettera d)

Totale prestazioni erogate

753.762.823,79

Prestazioni di Assistenza Odontoiatrica

509.310.825,88

Prestazioni finalizzate al recupero della Salute Prestazioni sanitarie e socili (Fig.2)

50

90.117.169,67 154.334.828,24


Sanità Integrativa

NUMERO DI ISCRITTI AI FONDI SANITARI Quanti sono i lavoratori/pensionati/familiari iscritti ai fondi attestati dall’Anagrafe nel 2017? Anche in questo caso è utile dividere tra fondi di tipo A e di tipo B (Fig.3) (Fig.4) .

In totale, quindi, risultano iscritti a fondi sanitari registrati presso l’anagrafe più di 10 milioni di persone riunite in diverse forme mutualistiche, a dimostrazione dell’importanza ricoperta dal cosiddetto secondo pilastro sociosanitario.

TIPO A

N° Fondi sanitari integrativi del SSN attestati

Anno di attestazione

Anno fiscale di riferimento

Totale risorse erogate agli iscritti in euro

Totale iscritti

9

2017

2016

1.305.596

11.097

8

2016

2015

1.243.485

9.156

7

2015

2014

77.051

645

4

2014

2013

51.013

811

(Fig.3)

TIPO B enti casse società di mutuo soccorso

anno di attestazione

anno fiscale di riferimento

totale dell’ammontare delle prestazioni sanitarie vincolate in €

totale delle risorse agli iscritti per tutte le prestazioni in €

%

totale iscritti

313

2017

2016

753.762.824

2.328.328.385

32

10.605.308

297

2016

2015

694.092.843

2.242.215.085

31

9.145.336

293

2015

2014

682.448.936

2.156.808.946

32

7.493.179

286

2014

2013

690.892.884

2.111.730.229

33

6.913.373

(Fig.4)

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Sanità Integrativa

Fondi negoziali: cosa e come funzionano consono il welfare contrattuale

I fondi negoziali sono una particolare forma di pensione complementare, con determinati requisiti e rivolta a una precisa categoria di lavoratori e datori di lavoro. In un precedente articolo, pubblicato nel nostro blog, ti abbiamo parlato dei fondi pensione, indicando le varie forme di pensione complementare previste dal nostro ordinamento giuridico, che ti elenchiamo qui per completezza d’informazione: • Fondi pensione negoziali; • Fondi pensione aperti; • Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo (PIP); • Fondi pensione preesistenti. In questo articolo, cercheremo di approfondire il tema dei fondi negoziali, per meglio comprendere cosa sono, come funzionano e chi può aderirvi.

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DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO • Fondi negoziali: cosa sono • Fondi negoziali: come si aderisce • Come funzionano i fondi negoziali • Fondi di previdenza integrativi per il CCNL Multiservizi • Conclusioni


Sanità Integrativa

FONDI NEGOZIALI: COSA SONO

COME FUNZIONANO I FONDI NEGOZIALI

I fondi negoziali sono – secondo la definizione fornita dal COVIP, la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensioni – “forme pensionistiche complementari istituite dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale”.

Una volta aderito a un fondo negoziale, quello previsto dalla tua condizione lavorativa, devi provvedere alla tua contribuzione.

Cosa vuol dire? Che i fondi pensione negoziali si rivolgono solo a lavoratori e datori di lavoro iscritti a un CCNL che ne consente l’iscrizione, oppure impiegati in settori o aziende che ne hanno uno di riferimento.

1.

Rientrano nella categoria dei fondi negoziali anche i fondi pensione cosiddetti territoriali, validi solo per chi vive in un determinato territorio o area geografica, come ad esempio il Fopadiva, il Fondo per i lavoratori della Regione Val D’Aosta.

2.

La contribuzione a un fondo pensione negoziale è formata da tre elementi:

il tuo contributo diretto, il cui importo minimo è stabilito dagli accordi collettivi vigenti. Se vuoi, però, puoi anche versare somme maggiori, in modo da aumentare la pensione complementare che riceverai;

la quota di TFR, se decidi di destinarla a un fondo pensionistico complementare;

3. il contributo del tuo datore di lavoro.

FONDI NEGOZIALI: COME SI ADERISCE L’adesione a un fondo pensionistico complementare varia a seconda della propria condizione lavorativa e dal tipo di fondo pensione al quale si intende iscriversi. Nel caso di un fondo negoziale (o chiuso), il lavoratore può aderire con un’azione collettiva, versando il contributo previsto dal proprio contratto di lavoro. In questo caso, il datore di lavoro ha l’obbligo di versare un contributo al fondo negoziale al quale il lavoratore ha aderito, consentendo a quest’ultimo di aumentare i versamenti e ottenere una pensione complementare più alta.

Al raggiungimento dell’età pensionabile, puoi richiedere di riscattare la tua pensione complementare sotto forma di rendita mensile, integrando la pensione obbligatoria. Volendo, puoi richiedere la liquidazione in un’unica soluzione pari a un massimo del 50% dell’intera cifra, laddove tu avessi altre necessità personali a cui assolvere. La pensione complementare è reversibile, sia nei confronti del coniuge che di un’altra persona da te indicata.

Prima di aderire ad un fondo pensione complementare, quindi, devi assicurarti che il tuo contratto di lavoro, la Regione nella quale risiedi o la tua azienda non prevedano l’iscrizione ad un fondo negoziale, in modo da evitare di investire i tuoi soldi in modo poco oculato.

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Sanità Integrativa

FONDI DI PREVIDENZA INTEGRATIVI PER IL CCNL MULTISERVIZI Abbiamo detto, nella parte iniziale dell’articolo, che i fondi negoziali si applicano agli iscritti a un CCNL. Nel caso del contratto collettivo multiservizi, esistono tre fondi di previdenza complementare: • Previambiente; • Fondapi; • Cooperlavoro.

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CONCLUSIONI La pensione complementare rappresenta un concreto sostegno economico dopo una vita di lavoro e sacrificio, ancora più importante in un momento in cui la previdenza sociale inizia a dare segni di cedimento e di grossa difficoltà. Verifica la presenza di un fondo negoziale previsto dal tuo CCNL o dagli accordi collettivi di settore o aziendale, e informati sulle procedure di adesione.


Sanità Integrativa

Il 73% degli italiani paga ogni anno almeno una prestazione sanitaria

Secondo l’VIII Rapporto RBM-Censis, 2 italiani su 3 sostengono costi per accedere a prestazioni sanitarie privatamente. Approfondiamo insieme.

“La spesa sanitaria privata, infatti, continua a crescere alimentandosi ogni anno prevalentemente attraverso il mancato assorbimento dei ‘nuovi’ bisogni di cura dei cittadini da parte del Servizio Sanitario Nazionale”.

DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO • Spesa sanitaria privata: dettaglio costi • Spesa sanitaria privata: quali sono le prestazioni più richieste • Conclusioni

Questo quanto si legge nella premessa dell’VIII Rapporto RBM – Censis sulla Sanità Pubblica, Privata ed Intermediata. L’aumento della spesa sanitaria privata, quindi sostenuta dai cittadini in modo diretto, è espressione di una fase critica del SSN, che fa fatica a garantire l’accesso alle cure dei cittadini.

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Sanità Integrativa

Si tratta di un tema già affrontato diverse volte sul nostro blog, che ha ricadute non solo sanitarie, ma anche sociali ed economiche, come la rinuncia alle cure. Purtroppo l’approccio al problema, quasi sempre di natura ideologica e poco o per niente concreto, innesca un circolo vizioso che può solo danneggiarci. Ma vediamo insieme alcuni dati contenuti nel Rapporto prima menzionato, per capire effettivamente “a quanto ammonta il danno”, come direbbe Totò.

SPESA SANITARIA PRIVATA: DETTAGLIO COSTI Quanto spendono gli italiani per curarsi privatamente, ovvero al di fuori dell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale? Le cifre sono alquanto impressionanti, e raggiungono i 39,7 miliardi di Euro, per un totale di 150 milioni di prestazioni erogate. Si tratta di un fenomeno in atto già da qualche anno, che ha raggiunto tassi di crescita impressionanti, pari a quasi il 10% dal 2013 al 2019. In pratica, circa 2 persone su 3, ovvero 44,1 milioni di persone, devono ricorrere a strutture private per prestazioni che – per lunghe liste d’attesa o costi da sostenere per il pagamento del ticket quasi equivalenti al prezzo del servizio privato – il SSN non può garantire. Come si traduce tutto questo in “soldoni”? Mediamente, più del 70% della popolazione italiana sostiene, ogni anno, una spesa sanitaria privata pari a € 655,00.

SPESA SANITARIA PRIVATA: QUALI SONO LE PRESTAZIONI PIÙ RICHIESTE Abbiamo visto che il fenomeno della spesa sanitaria out of pocket in Italia è molto diffuso, anche troppo se si considera la presenza di un Servizio Sanitario Nazionale universale.

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Ma come li spendono questi soldi gli italiani? Quali sono, quindi, le prestazioni alle quali accedono più frequentemente? Ce lo dicono i dati raccolti dal Censis: • 7 cittadini su 10 acquistano farmaci (17 miliardi di Euro); • 6 cittadini su 10 necessitano di visite specialistiche (7,5 miliardi di Euro); • 4 cittadini su 10 accedono a visite odontoiatriche (+ di 8 miliardi di Euro); • 5 cittadini su 10 effettuano esami diagnostici e analisi di laboratorio (3,8 miliardi di Euro); • 1,5 cittadini su 10 acquista occhiali e lenti da vista (2 miliardi di Euro); • meno di 1 cittadino su 10 paga protesi e presidi (1 miliardo di Euro). A leggere questi dati, ci si rende conto che si tratta di un fenomeno così evidente, che noi tutti come cittadini viviamo in prima persona, e questo rende ancora più preoccupante l’assenza di un’azione incisiva e una discussione costruttiva sull’argomento.

CONCLUSIONI Ormai le proporzioni di questo fenomeno impongono di parlare di due grandi filoni, la Sanità Pubblica e la Sanità Privata, che non è più, come magari era un tempo, un lusso o una scelta individuale. Oggi, a causa delle carenze del SSN, è divenuto quasi obbligatorio rivolgersi a strutture private o convenzionate per curarsi in modo adeguato. Tutto questo non fa che confermare l’importanza dei Fondi di Assistenza Sanitaria Integrativa all’interno di un più ampio progetto di welfare contrattuale.


Sanità Integrativa

L’80% della spesa sanitaria degli italiani è causata da malattie croniche

DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO I dati riportati nel Rapporto Osservasalute 2018 ci dicono che viviamo più a lungo, ma non in buona salute, a causa delle malattie croniche. Approfondiamo insieme. L’aspettativa di vita nel nostro Paese è aumentata in modo considerevole negli ultimi decenni, mentre è diminuita la percentuale di morti premature. Un dato molto positivo, ma non del tutto. Infatti, come sottolinea il 16mo Rapporto Osservasalute 2018 pubblicato lo scorso 8 maggio 2019, si vive più a lungo, ma non è migliorata la qualità della vita.

• Viviamo più a lungo, ma non in buona salute • Malattie croniche: l’obiettivo non è la guarigione, ma il miglioramento della qualità della vita • Il problema della politerapia • L’importanza della prevenzione per la riduzione del problema • Gli effetti positivi della prevenzione sulle casse dello Stato

Purtroppo, le nostre cattive abitudini – fumo, alcool, alimentazione errata, sedentarietà, scarsa propensione alla prevenzione – sono dure a morire. Come si legge nell’introduzione al Rapporto

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Sanità Integrativa

“Le condizione di salute degli italiani si mantengono buone in termini di sopravvivenza, ma non migliorano le condizioni patologiche per le quali è forte il ruolo della prevenzione e degli stili di vita. In particolare, andamenti non positivi si riscontrano per alcune patologie tumorali causate dalle abitudini al fumo, dalla condizione di obesità e dalla scarsa adesione ai programmi di screening”. Approfondiamo insieme.

VIVIAMO PIÙ A LUNGO, MA NON IN BUONA SALUTE La sintesi ricavabile dai dati riportati nel Rapporto Osservasalute 2018 è molto semplice: viviamo più a lungo, ma non in buona salute. Insomma, la speranza di vita tende ad aumentare con il passare degli anni, ma questo si traduce in una quantità maggiore di anni da trascorrere in “compagnia” di malattie croniche debilitanti. Le malattie non trasmissibili, quindi cardiovascolari, respiratorie, reumatiche, metaboliche (diabete, ipertensione), tumorali, sono sempre più diffuse nella popolazione italiana, che, lo ricordiamo, invecchia in modo molto rapido. Siamo, infatti, uno dei popoli più longevi del mondo, ma anche uno di quelli con il più basso tasso di natalità. Questi due dati – la diffusione delle malattie croniche e l’invecchiamento della popolazione – producono una situazione di grave difficoltà per il Servizio Sanitario Nazionale, che deve affrontare costi ingenti a fronte di una progressiva riduzione degli investimenti da parte del governo centrale. In poche parole, spendiamo più di prima con minori risorse, anche umane. Eloquente, anche da questo punto di vista, l’analisi contenuta nel Rapporto:

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“Questa dimensione della cronicità mette a rischio il sistema di tutela statale del nostro Paese che non è adeguato al nuovo bisogno di salute della popolazione. La direzione verso cui si dovrebbe tendere passa, inevitabilmente, dal potenziamento dei servizi extra ospedalieri, ossia dalla cosiddetta ‘primary care’, ed è legato alle risorse messe a disposizione per tale obiettivo”. Stando alle stime, circa l’80% della spesa sanitaria è causata dalle malattie croniche.

MALATTIE CRONICHE: L’OBIETTIVO NON È LA GUARIGIONE, MA IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA Un importante passaggio contenuto nel Rapporto è il seguente:

“Al fine di scegliere i modelli organizzativi più adeguati per rispondere a questo cambiamento inevitabile è importante tenere in considerazione che gli obiettivi di cura dei pazienti con cronicità, non potendo essere rivolti alla guarigione, sono finalizzati al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale, alla minimizzazione della sintomatologia, alla prevenzione della disabilità e al miglioramento della qualità di vita”. Cosa vuol dire? Che le malattie croniche, come suggerisce il termine, accompagnano l’individuo dalla prima apparizione fino al decesso (si può vivere anche 100 anni, sia ben inteso). Questo vuol dire che i medici e le strutture sanitarie possono solo provare a minimizzare i sintomi e gli scompensi che essere provocano, ma non possono farle sparire. L’obiettivo, quindi, non è la guarigione, ma il miglioramento della qualità della vita e, cinicamente,


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la riduzione del costo sociale derivante dalla diffusione della cronicità nella popolazione. In poche parole, si cerca di far stare meglio i pazienti per ridurre le spese mediche a carico dello Stato.

IL PROBLEMA DELLA POLITERAPIA

Questo richiede un trattamento medico e farmacologico più ampio, quella che tecnicamente viene chiamata politerapia. Il medico di medicina generale si trova, così, ad affrontare pazienti dalla gestione più complessa, a causa della multicronicità che li costringe a rivolgersi a più specialisti e, allo stesso tempo, al proprio medico di base.

Un altro problema segnalato nel Rapporto è la natura delle malattie croniche, che possono colpire più volte lo stesso individuo. Ad esempio, un soggetto può soffrire di diabete e di problemi cardiovascolari.

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L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE PER LA RIDUZIONE DEL PROBLEMA

GLI EFFETTI POSITIVI DELLA PREVENZIONE SULLE CASSE DELLO STATO

Abbiamo sottolineato come le malattie croniche consentano il loro trattamento ma non la loro guarigione, una volta apparsi i primi sintomi.

Un altro obiettivo, non meno importante, è la riduzione della spesa sanitaria per il trattamento delle malattie croniche.

Però, si può provare a evitare la loro apparizione attraverso una accurata fase di prevenzione che passa anche e soprattutto dal miglioramento del nostro stile di vita.

“È stato calcolato che per 1$ investito negli interventi comprovati per le NCDs è possibile ottenere, entro il 2030, un ‘guadagno’ di 7$ derivante da migliori condizioni di salute, ridotta morbilità, invalidità e morte prematura”.

Malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie e diabete sono responsabili del 91% delle morti premature dovute alle malattie non trasmissibili. Purtroppo, le nostre abitudini sbagliate aumentano in modo considerevole il rischio. Ecco perché le linee guida dell’OMS e del Ministero della Sanità italiana prevedono misure preventive per ridurre sensibilmente la diffusione delle malattie croniche nel Mondo e nel nostro Paese. Come? Attraverso un mix di azioni, che comprendono la tassazione (del fumo, ad esempio), la regolamentazione della pubblicità e la riduzione della disponibilità di prodotti dannosi per la salute dei cittadini. Gli obiettivi prefissati sono i seguenti: • riduzione dell’uso dannoso di alcool; • riduzione dell’inattività fisica; • riduzione dell’uso incongruo di sale e di zuccheri; • riduzione del fumo; • riduzione della pressione elevata, del diabete, dell’obesità e del sovrappeso; • riduzione dei fattori di inquinamento ambientali e domestici. Si aspira a raggiungere una riduzione del 25% della mortalità precoce dovuta a malattie cardiovascolari, tumori, diabete o malattie respiratorie croniche entro il 2025. Per approfondire, ti consigliamo di consultare il Piano d’Azione Globale dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013 – 2020.

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Investire nella prevenzione, quindi, è un win win: si migliorano le condizioni di salute dei cittadini e si ottiene una riduzione significativa dei costi sociali da sostenere.


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Il SSN italiano è destinato all’estinzione?

Il Servizio Sanitario Nazionale italiano è davvero così in difficoltà da rischiare l’estinzione, come suggerito dal Prof. Ricciardi nel suo editoriale? Il 4 settembre scorso è stato pubblicato un articolo sulla versione online del quotidiano Il Sole 24 Ore a firma di Walter Ricciardi, medico e accademico italiano, attualmente in carica come rappresentante dell’Italia nell’Executive Board dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il titolo dell’articolo, evidentemente provocatorio, è “Servizio sanitario, elefante nero destinato all’estinzione”. Si tratta di un editoriale molto duro, senza peli sulla lingua, nel quale l’autore affronta il problema della crisi, oggettiva, del SSN, indicando i motivi di questo declino che, a suo dire, lo porterà all’estinzione. Approfondiamo insieme.

DI COSA PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO • Il SSN è diventato un “elefante nero” • Quali sono le cause del declino del SSN? • L’assenza di personale medico sta distruggendo il SSN • Conclusioni

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IL SSN È DIVENTATO UN “ELEFANTE NERO”

1.

Nella parte iniziale dell’articolo il prof. Ricciardi interviene senza mezzi termini, come anticipato prima, introducendo il concetto di “elefante nero” del titolo:

Costante e progressivo aumento dell’invecchiamento della popolazione, che comporta maggiore ricorso alla sanità pubblica con un conseguente affollamento delle strutture ed elevati costi di gestione;

“La chiusura del Servizio sanitario italiano, pubblico, con copertura universale, gratuito (o quasi) al momento dell’uso, perché finanziato tramite la tassazione generale e, quindi, non discriminante per reddito, residenza o altro è ormai da considerare come un ‘elefante nero’, un incrocio tra un cigno nero (evento raro, scarsamente probabile e imprevisto con implicazioni enormi) e l’elefante nella stanza, un problema evidente a tutti, ma che nessuno vuole affrontare, anche se sappiamo che un giorno avrà conseguenze diffuse e dirompenti”. Nel nostro piccolo, tramite i contenuti prodotti per il blog, abbiamo più volte segnalato le difficoltà, evidenti, in cui versa il Servizio Sanitario Nazionale, motivo di vanto internazionale fino a un passato recente, oggi “elefante nero”, come lo definisce l’autore dell’articolo in oggetto. Ma il SSN italiano è davvero destinato all’estinzione? Beh, forse no, ma è altamente probabile che il servizio sanitario che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli ultimi decenni sia destinato a evolversi e cambiare, se non vuole farsi schiacciare dai sintomi di una malattia molto grave che il prof. Ricciardi elenca nel suo articolo. Vediamo quali sono.

QUALI SONO LE CAUSE DEL DECLINO DEL SSN? Proseguendo nella lettura dell’articolo, il professore indica i sintomi che evidenziano il declino del SSN e che, a suo dire, lo condurranno all’estinzione. Quali sono questi sintomi?

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2. l’aumento preoccupante della percentuale di persone affette da malattie croniche, che peggiorano la qualità della vita dei soggetti e le costringono a terapie farmacologiche e interventi di diversa natura;

3. il palese sottofinanziamento della ricerca medica, farmacologica e biomedica, con conseguente aumento del costo dei farmaci e dei supporti medicosanitari;

4. l’assenza, evidenziata soprattutto nell’ultimo anno, di personale medico nelle strutture, che ha costretto alcune regioni a richiamare chi era andato in pensione e inserire in organico medici militari. Su quest’ultimo punto il prof. Ricciardi si sofferma più a lungo, dipingendo un quadro alquanto nefasto.

L’ASSENZA DI PERSONALE MEDICO STA DISTRUGGENDO IL SSN L’assenza o la scarsità di personale medico nelle strutture ospedaliere e ambulatoriali pubbliche è un problema gravissimo, di non facile soluzione a causa di una serie di congiunture e scelte politiche alquanto miopi, a detta dell’ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Quali sono queste congiunture e scelte sbagliate? Ricciardi le elenca con una certa durezza.


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“Non è difficile, anche per una persona di intelligenza essenziale capire che se produci circa 10 mila nuovi medici l’anno, peraltro mediamente bravi o bravissimi, e ne fai specializzare, fino a due anni fa solo 6mila, oggi 8mila, produrrai una massa di personale altamente qualificato che, non avendo possibilità di accedere ai ruoli del SSN, si metterà in fila ad attendere e cercare di sbarcare il lunario con lavori precari oppure emigrerà a frotte in Paesi a cui vengono in questo modo ‘regalati’ professionisti la cui formazione è stata interamente pagata dai contribuenti italiani o dalle loro famiglie”. A questo va aggiunta la scelta di consentire il pensionamento anticipato, in seguito all’entrata in vigore di Quota 100, di moltissimi medici e operatori sanitari senza prima rimpiazzarli con altro personale, creando così disagi enormi alle strutture. Purtroppo, l’idea paventata da molti di importare medici dall’estero è poco verosimile, in quanto nel nostro Paese la professione è meno appagante – sia dal punto di vista economico che di stimoli professionali

– rispetto ad altri Paesi. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane basate sui dati del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Miur e del Ministero della Salute citati nell’articolo, nei prossimi 15 anni il SSN si troverà con circa il 25% di personale in meno nelle strutture, che le nostre Università non saranno in grado di colmare. Tutto questo non potrà fare altro, secondo Ricciardi, se non portare il SSN al collasso e alla conseguente estinzione.

CONCLUSIONI Uno scenario molto poco rassicurante quello delineato, ma alquanto probabile, soprattutto se non si prendono misure serie per contrastare le distorsioni individuate del Sistema. Aggiungiamo noi che il secondo pilastro sanitario costituito dai fondi, casse e mutue integrativi al SSN, deve essere lo strumento che può accompagnare la fase necessaria al risanamento del Sistema fornendo un integrazione che va ben al di là delle prestazioni “No LEA”.

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È nella singolarità di ognuno di noi che si realizza la nostra originalità: esigenze, necessità, vissuto e abitudini di vita ci caratterizzano e ci rendono esseri viventi unici. Per questo motivo Fondo ASIM ha sentito l’esigenza di realizzare il Piano Sanitario Straordinario “La Prevenzione su Misura”, un piano che da la possibilità ad ogni singolo iscritto di intraprendere un percorso sanitario guidato, appositamente studiato sulle sue esigenze e sulla sua storia personale. Perché ogni vita è differente e si merita una prevenzione cucita su misura sulle proprie necessità.

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