Accanto all’Angelo che bussa e porta un messaggio (l’immagineguida per l’anno pastorale 2013-2014), abbiamo l’Angelo sentinella, quello della copertina: seduto, con lo sguardo rivolto a chi guarda, ma anche un po’ perso nel vuoto, con una spada dall’inequivocabile forma di croce, tenuta stranamente per la lama affilata da due parti. Lo guardo e penso all’Angelo messo a custodia del Paradiso, penso alla spada a doppio taglio che ” penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12), penso all’Angelo dell’Apocalisse, penso che ne uccide più la lingua della spada… Ma non posso non lasciarmi avvolgere da quelle ali variopinte, così possenti e delicate, quasi “giogo dolce e carico leggero” (Mt 11,28) Abbraccio, grembo, casa, cura e, in mezzo, verità: ”conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi” (Gv 8,32) E se fosse una spada che libera?
INDICE
ORARI SANTE MESSE
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Sabato
Intervista a don Giuseppe Cristiani si diventa Il cammino dell’Anno Pastorale Lavori dei consigli riuniti Cammo di fede - Visita alle sette chiese Settimana del Patrono Everybody - Cre 2013 Baby Cre 2013 Biciclettata: un pieno di... Bellaria, mare stile familiare Festa di Comunità Le frazioni in festa Intorno alla pala dell’Assunta del Moroni Beato Fra Tommaso da Olera Inaugurazione alla scuola primaria Chiesa della Madonna della Salette Battesimi Matrimoni Defunti Anniversari Donne e uomini capaci di Vangelo
ore 17.00 Beita ore 19.00 Chiesa Parrocchiale
Domenica
ore 08.00 ore 09.00 ore 10.30 ore 18.00
Montebello Beita Chiesa Parrocchiale Chiesa Parrocchiale
Giorni Feriali Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
ore 16.30 ore 16.30 ore 16.30 ore 09.00 ore 16.30
Brocchione Precornelli Beita Chiesa Parrocchiale Ca’ Rosso
RECAPITI Don Giuseppe Don Lorenzo Davide Seminarista Oratorio e Sagrestia
035.550336-347.1133405 035.540059-339.4581382 320.3557718 035.551005
www.oratoriopalazzago.it dongiunav@alice.it
Segreteria Parrocchiale (Via Maggiore 108) da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 12.00. Ci si può rivolgere ai volontari per certificati, pratiche, richieste, fotocopie, ritiro materiale,...
QUATTRO CHIACCHIERE PER RICOMINCIARE Intervista a don Giuseppe Inizi il tuo sesto anno a Palazzago. La tua è stata la prima delle nomine a “scadenza”. Sei nel cuore del tuo sentiero in parrocchia visto che il periodo previsto è di 9 anni. Sì, il 2 settembre 2008, con un ritardo voluto come segno verso il Vescovo Roberto (se ne era accorto anche l’ausiliare Lino) firmavo la nomina a parroco. No Parroco, Prevosto. Sì, Prevosto, questo è il titolo, ma non cambia la sostanza. Ecco, l’essere a metà può essere l’occasione per uno sguardo al passato e al futuro. Sì, anche se noi ci giochiamo nel presente. La domanda di rito è: come ti trovi? La risposta di rito è: bene. Scherzo. Realmente mi trovo bene. E questo bene non significa che non ci siano problemi o fatiche o che la realtà sia semplice.
Sì, basta guardare i matrimoni, i battesimi, il numero dei ragazzi della catechesi che aumenta, il CRE. E poi le tante case che sono state costruite in questi anni. La ricerca della tranquillità è sicuramente un elemento importante, anche se non deve essere un “riposo eterno” anticipato. Cioè bisogna vivere e vivere-con. E questo chiede un sentirsi parte, un collaborare, un inventare… Non vorrei che questa ricerca, unita alla configurazione del paese, porti ad una “quiete”(che spesso è il nome delle case di riposo). Non mi pare il nostro paese: se guardiamo le iniziative proposte dalla parrocchia e dai gruppi presenti sul territorio… Certo, ma tutto ciò che non si rigenera, degenera. Non bisogna mai abbassare la guardia. Vedo con piacere che le diverse iniziative sono di stimolo per migliorare le proposte, il coinvolgimento, la pubblicizzazione.
Il territorio è molto disperso. Direi che è sparso ma non disperso. Sparso, perché la geografia è questa. Ma l’essere disperso o no dipende dalle persone. E mi pare che ci siano tante occasioni - alcune anche create esplicitamente – per fare un cammino insieme. Ci sono anche molte persone nuove, famiglie che prendono casa qui, alla ricerca di un luogo tranquillo, non troppo distante da Bergamo.
In tutto questo panorama sono importanti le “risorse umane”, i volontari, chi ci crede… Sì, sono la vera forza e, anche la cartina di tornasole di un impegno gratuito. A volte ricordo che “dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (è Gesù che lo dice nel Vangelo) che però diventa anche “dove due o più si mettono insieme per qualcosa, iniziano i problemi”, nel senso che ognuno ha la sua mentalità, le sue idee… C’è poi chi parte in quarta e difronte alla prima difficoltà, alla prima incomprensione,
La Lettera |3| Ottobre 2013
getta la spugna. Non si deve dimenticare che le difficoltà sono un bel banco di prova delle convinzioni e di ciò che spinge all’ azione. C’è poi chi vive il complesso del “si accorgeranno quando io non ci sarò (a fare, a organizzare, a dare una mano…)” e magari inventa qualche iniziativa estemporanea per dimostrarlo. La vera sfida è “starci dentro” ed esercitarsi a collaborare: non “prime donne”, insomma.
È una bella Chiesa quella di Palazzago… Sì, è molto bella e il tentativo è quello di tenerla sempre bene, ordinata, pulita… con un occhio attento a cogliere gli interventi che continuamente servono. Ma è bella quando è viva. E’ bella perché è viva, altrimenti che differenza ci sarebbe rispetto ad un museo? A volte mi è capitato di ascoltare i commenti di chi partecipa ai sacramenti, ai funerali e anche alle celebrazioni domenicali. Sì, c’è anche chi ha telefonato per ringraziare. La forma – un ottagono che tende ad un abbraccio – permette uno sguardo aperto ma anche focalizzato ai luoghi celebrativi. Certo, qualcosa si può sempre fare, cercando ad esempio di occupare i banchi partendo da quelli vicini all’altare, scalando man mano. Questo sarebbe un aiuto anche per il celebrante. E qui non c’entra fariseo o pubblicano… In Parrocchia ci sono anche tanti adempimenti burocratici, carte, permessi, certificati… E’ vero e proprio per questo è entrata in funzione una segreteria parrocchiale con alcuni volontari che assicurano l’apertura dal martedì al venerdì, dalle 10 alle 12. E’ un servizio prezioso perché ga-
rantisce in orari fissi una presenza, la risposta ai telefoni, la compilazione dei documenti e ciò che può snellire le incombenze burocratiche. C’è poi la segreteria estiva del CRE che svolge un grande lavoro di organizzazione. Colgo la palla al balzo: il CRE e l’estate, tempo pieno di proposte. Non sono ancora terminate le feste patronali che parte l’esperienza vivacissima dei centri estivi: il CRE in oratorio e il Baby CRE alla Scuola dell’Infanzia (in verità già da 2 mesi lo staff organizzativo è all’opera anche con la formazione animatori). Li vediamo crescere di anno in anno con i cambiamenti e le modifiche che traducono il desiderio di fare sempre meglio. Sta entrando in un po’ alla volta l’impianto generale: coordinatori, animatori, mamme laboratori, gruppo giochi, gruppo danza, animatori 3^ media e, da 2 anni, le cuoche (una novità che ci pare molto apprezzata dai palati di coloro che usufruiscono del servizio mensa). Poi tutto l’organigramma con i raduni e la preghiera, le gite e la piscina, i laboratori e la merenda, le serate genitori (siamo a quota 5 in un mese), le sfide, i tornei, i grandi giochi…con l’immancabile maglietta dell’anno e cappellino della squadra di appartenenza. Anche il Baby riscontra molte adesioni. Il calendarione con la foto aerea porta in ogni casa l’aria frizzante dell’estate che continua con il dopo-CRE (per due settimane, due appuntamenti settimanali con giochi e piscina), la vacanza adolescenti (insieme a Gromlongo), la biciclettata (con mete diverse) e, da quest’anno, la vacanza stile familiare (una settimana di convivenza autogestita in cui se ne vedono delle belle). Non si è ancora tornati che già inizia la festa di Comunità con un fitto calendario di appuntamenti, unito ai piatti della tradizione, dove però il piatto forte rimane sempre l’opera dei volontari- adolescenti, giovani, adulti -che si fanno in quattro per dare concretezza a ciò che è stampato sulle magliette INsieme CONLui TRAnoi. Quello della festa di Comunità è il primo dei tre movimenti d’inizio anno pastorale con i quali si avviano incontri e percorsi, si affida il mandato agli operatori pastorali, si elaborano appuntamenti e si progetta il nuovo anno con l’assemblea parrocchiale che mi piacerebbe, fosse sentita sempre più come un appuntamento irrinunciabile.
La Lettera |4| Ottobre 2013
A questo punto tutto riprende… In verità non ci si era ancora fermati. Comunque sì, ripartiamo con tutto ciò che aiuta la Comunità a vivere i tre pilastri: l’annuncio, la liturgia e la carità. Qui ci vorrebbero pagine e pagine perché sono ciò che fonda una Parrocchia, ma, nello stesso tempo, ne sono l’orizzonte. Ogni anno ci diamo alcune priorità da vivere e su cui verificarci al termine, sono come finestre che apriamo man mano per sollecitare il cammino di tutti. Ovviamente, ancora una volta, tutto è possibile grazie a chi si fa carico dei vari ambiti: penso al grande impegno dei catechisti per i bambini, i ragazzi, gli ado, i giovani e gli adulti; penso a chi assicura pulizia e decoro delle chiese e dell’oratorio; penso ai baristi e agli allenatori, a chi aiuta per la sagrestia, i fiori, la biancheria; penso al gruppo feste e eventi, penso a coloro che si adoperano nel campo della malattia, della sofferenza, delle solitudini. Sono campi in cui c’è spazio, al di là di ogni protagonismo.
Lo scorso anno era stata fatta una piccola indagine sulla partecipazione alla messa. Cosa risulta? Risulta che alle diverse messe festive (due il sabato sera e quattro la Domenica) partecipano dalle 450 (in agosto) alle 1700 persone (nella sola messa di mezzanotte 599). I calcoli variavano rispetto all’estate, alle feste “comandate” e alle domeniche “normali”; e ancora, se c’è il percorso di catechesi dei ragazzi o no. La percentuale sembra buona (sempre tenendo presente il panorama, almeno bergamasco) sapendo che ci sono anche coloro che vanno a messa là dove si trovano quella Domenica. E chi non ci va per niente. Certo, il numero di celebrazioni dovrà essere rivisto, non solo nella singola parrocchia ma sem-
pre più ragionando almeno per parrocchie vicine (quelle, per intenderci, di una possibile unità pastorale). Basti pensare che nell’arco di alcuni chilometri (Burligo, Palazzago, Barzana, Gromlongo) abbiamo venti celebrazioni festive. Un po’ troppe, no? Già il Vescovo Giulio Oggioni (1977-1991) aveva uno slogan per tutte la Diocesi: “meno messe, più messa”, ovvero, meno numero di messe e più partecipazione. Qui ovviamente si apre il grande capitolo del modo con cui si prende parte alla Messa. Qualcuno la vive come il minimo, qualcuno come il massimo. E allora come si può vivere un medesimo atto sapendo che si incontrano sensibilità, cammini e maturità di fede diverse? E come spezzare la Parola per un bambino, un adolescente o un anziano? Non è immediato. Ci si tenta, dandosi un po’ alla volta anche degli strumenti che aiutino nell’impresa e cercando di vivere la consapevolezza che non ci si può improvvisare. E’ importante allora che i lettori si preparino per tempo, che si sappia chi anima i canti, che l’ambiente sia pulito, accogliente, illuminato (e riscaldato nel freddo), che si arrivi per tempo (da due anni suona la campanella ai 5 minuti dall’inizio), che ci si raccolga il più possibile insieme e non dispersi…, che si comprenda che non si va a messa per far contenta la nonna, per far tacere la mamma che rompe o per il prete di turno, ma per incontrare e lasciarsi incontrare. E anche la messa non è un momento isolato: c’è tutto il resto. In modo provocatorio qualche volta il saluto finale è stato: “la pace è finita, andate a messa”, cioè adesso bisogna portare nella vita ciò che abbiamo gustato nella liturgia (che è la vita stessa di Dio). E la casa di Comunità? Qui ci si deve fermare davanti alla burocrazia e la legge applicata alla lettera non tiene conto del vissuto di una realtà, delle reali esigenze e della posta in gioco. Posso anche dire che tutte le costruzioni che superano i 70 anni sono vincolate (ma poi mi dovrebbero dire di certe demolizioni, anche in Bergamo, di costruzioni settecentesche…) e non rendermi conto che, anche al livello simbolico, per un centro che si spopola sempre più, la casa di comunità sarebbe un segno prezioso. A me dispiace perché mi trovo con le mani legate e non posso tener fede ad un mandato esplicito che il Vescovo Roberto mi aveva affidato nella no-
La Lettera |5| Ottobre 2013
mina a Palazzago: non entrare nella vecchia casa era proprio in questa prospettiva. Sembra però che qualcosa stia cambiando in positivo e magari in primavera, insieme alle rondini… Ma il cantiere è sempre aperto. Sì, sono stati fatti molti interventi in ambienti comunitari e soprattutto in oratorio. Tutti gli interni sono stati rivisitati, migliorati gli spazi, garantiti i servizi e messo in sicurezza diversi ambienti. Certo, non possiamo dire che attualmente la struttura sia esteticamente bella (uno “scatolone” a 3 piani addossato alla collina senza comunicazioni interne tra i piani, e costruito in economia; basta però un porticato come quello appena realizzato per “muovere” i volumi), ma quando vedi il teatro pieno per una festa, il campo invaso dai ragazzi del CRE o illuminato per gli allenamenti della squadra o coperto con la tensostruttura per la festa di comunità, quando senti il movimento della catechesi nelle aule o la macchina del caffè funzionante nel bar… dici: questo è oratorio, persone.
Pare di capire che “fare oratorio” ti piaccia… I miei primi diciannove anni di sacerdozio li ho vissuti in due oratori, uno di dimensioni “normali”, l’altro il più grande della Diocesi. Ho sempre sistemato muri (e entrando nel nostro la prima volta mi pareva di tornare alle situazioni di partenza dei precedenti), ma con una grande passione per le nuove generazioni, per il futuro che è presente in seme, per gli slanci e anche le fatiche delle diverse età. Oggi, i ragazzi hanno certo molte più possibilità (a volte anche glielo dico: avessi avuto io quello che avete voi) ma anche molte più distrazioni. E la libertà è il compito più difficile. Hanno certamente bisogno di adulti che li accompagnino, li spronino, li richiamino, siano loro di esempio. Ma anche loro devono “sbranarsi”…
Questo significa essere esigenti (e non intransigenti) perché si vuole il loro bene. Spero che, un po’ alla volta, crescendo, lo comprendano. Ti piacciono i fiori, l’arte… Sì, già da piccolo “giocavo” con i vasi che ci si poteva permettere: gerani, foglie verdi, canne di vetro… Poi, cambiando casa e avendo anche un giardino mi dilettavo a creare cordoli ornamentali, composizioni e roseti. Ma poi, se ci pensi, una pianta è come le cose della vita: ha bisogno di tempo, di cure, di premure; parla di germogli, di fioritura, di potatura: cose molto serie. Come i valori, la fede, la preghiera. Coltivare una pianta è coltivare una “sfida”. Regalare una pianta è regalare qualcosa di impegnativo. Poi però i fiori si tagliano anche: guarda le nostre chiese in certe occasioni… L’arte: ciò che la natura ha fatto per un fiore, l’uomo lo fa con un quadro, una statua, un disegno…E quanto bisogno abbiamo di bellezza contro volgarità, violenza, banalità. Resto estasiato davanti a Michelangelo, Caravaggio, Rembrandt, Moroni, Monet, Chagall, Arcabas…ma anche davanti al disegno di un bambino trovato nella posta. Dall’arte ai sogni. Ce ne sono? Sì, molti, anche perché se non c’è questa dimensione uno si adagia, si adegua, muore. Sogno ad esempio che la partecipazione all’adorazione del primo venerdì del mese sia almeno come quella dei venerdì di Quaresima, per la Via Crucis; sogno che ci sia più immediatezza nel mettere la testa in chiesa anche nei giorni feriali, portando il bambino alla scuola dell’infanzia, andando in Comune, o scegliendo proprio di entrare… Sogno quella verità nei rapporti che parla senza sparlare, consiglia senza giudicare. Sogno un percorso tra giovani coppie, tra famiglie; un gruppo canto ancora più nutrito, un gruppo di ragazzi che animi alcune celebrazioni anche con gli strumenti musicali (è un paese in cui la tradizione della Banda è forte e tanti giovani suonano); sogno che non ci si lasci solo tirare, ma anche si crei, ci si stimoli a vicenda, ci si prenda a cuore… Ma adesso io direi di finire qui. Sono tante queste domande. Lasciamone alcune per il domani: penso che Palazzago dovrà “sopportarmi” ancora alcuni anni… A Dio piacendo (e Vescovo permettendo)…
La Lettera |6| Ottobre 2013
CRISTIANI SI DIVENTA Vescovo Francesco Beschi Ogni anno incontro giovani e adulti che chiedono di diventare cristiani, di ricevere il Battesimo, la Cresima e di essere ammessi all’Eucarestia. Stanno compiendo un itinerario di preparazione, detto Catecumenato. Durante l’incontro chiedo loro perché hanno scelto di diventare cristiani: la risposta più frequente indica come ragione principale l’incontro con uno o più cristiani. Poi viene la conoscenza e l’approfondimento della fede. La possibilità che questo passaggio non resti isolato è maggiore, quando il cristiano novello può vivere l’appartenenza a una Comunità parrocchiale. Ogni domenica nelle nostre chiese si riuniscono persone di diversa età, estrazione sociale, preparazione culturale: tra queste vi sono giovani e adulti (e probabilmente molti di coloro
che stanno leggendo questa lettera). Non sono costretti dal contesto sociale e neppure il precetto religioso sembra essere decisivo. Perché sono lì? Che conseguenze comporta per la loro vita? Pur con caratteristiche diverse, la partecipazione costante a questo incontro alimenta non solo un comprensibile senso di appartenenza, ma anche l’esigenza di una coerenza esistenziale con le parole ascoltate e i gesti compiuti. Ogni giorno, donne e uomini aprono gli occhi, scendono dal letto e cominciano a lavorare. Alcuni credono in Dio altri no, altri sono del tutto indifferenti: che cosa cambia nella loro giornata e nel loro lavoro? Quale differenza introduce la fede? Il contributo della fede cristiana ad una vita più umana è un criterio di giudizio decisivo nella sensibilità e addirittura nella coscienza di un uomo e una donna del nostro tempo. Rimane aperta la questione se questo contributo sia essenziale, decisivo o semplicemente apprezzabile e desiderato. Alla luce di queste semplici considerazioni, mi sembra evidente che il rapporto tra la fede in Dio e la vita dell’uomo d’oggi, il significato e il valore di questo rapporto, siano il mondo nuovo nel quale si diventa e si cresce come cristiani. Dalla lettera del Vescovo: Donne e Uomini capaci di Vangelo.
La Lettera |7| Ottobre 2013
BEATO CHI LEGGE, BEATI COLORO CHE ASCOLTANO Il cammino dell’Anno Pastorale Iniziamo un viaggio su una costa dorata, incantevole, indimenticabile: la costa egea dell’Asia Minore, all’interno delle città greco romane; qui sono nate le comunità alle quali vengono indirizzate dal Signore alcune lettere attraverso Giovanni che le riporta nella prima parte dell’Apocalisse. Sette lettere per sette città. Sono queste pagine a guidarci nell’anno pastorale 2013-2014, il primo dei tre che il Vescovo ci chiede di dedicare alla riflessione sulla catechesi degli adulti per essere “Donne e Uomini capaci di Vangelo”. Le meditiamo inoltre, nel desiderio di continuare il cammino (che è stato anche di catechesi adulti) delle sette Chiese della nostra comunità. Potrà essere un esercizio molto interessante, rintracciando nelle caratteristiche delle sette chiese antiche, aspetti della nostra, cui sarà scritta al termine l’ottava lettera. Così, dopo aver ascoltato ciò che lo Spirito dice alla chiesa di Efeso di Filadelfia, di Tiatira, di Pergamo, di Smirne, di Sardi e di Laodicea, ascolteremo anche ciò che lo Spirito dice alla chiesa di San Giovanni Battista in Palazzago. Tutta la bellezza, loro e nostra, sta nel fatto che Gesù si rende presente, fa udire la sua voce, conosce slanci e debolezze, muove verso la meta ultima. E anche il rimprovero o la sottolineatura di ciò che non è secondo il Vangelo, è in vista di una maggior
comunione di vita. L’icona artistica attinge ancora una volta alla produzione di Arcabas, con l’opera “Le visiteur attendu”: il segno essenziale di una casa, un uomo seduto, in attesa e tutt’occhi e una candela accesa ma illuminata dall’oro della croce. E un angelo, fiamma che bussa alla porta di casa portando un messaggio: “all’Angelo della chiesa di… scrivi…”. Non parla, per ora, ma affida un tizzone ardente come la Parola consegnata al profeta Isaia che si dichiarava perduto perché “uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito”. (Is 6,4) Ma “uno dei Serafini volò verso di me, teneva in mano un carbone Arcabas, Le visiteur attendu ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: “Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato”. Ogni mese ascolteremo e mediteremo la lettera ad una delle sette chiese dell’Apocalisse per capire che c’è una “apocalisse-rivelazione” anche per noi e per gustare che è vero ciò che la frase-guida dell’anno ci dice “beato chi legge, beati coloro che ascoltano” (Ap 1,3). Poi arriva Gesù, con il discorso della montagna e ci snocciola le Beatitudini del Regno. Ancora “Beati…”.
La Lettera |8| Ottobre 2013
LAVORI DEI CONSIGLI RIUNITI A cura di Patrizia Dopo la preghiera iniziale, don Giuseppe illustra le linee generali del piano pastorale che ha come frase guida “Beato chi legge, beati coloro che ascoltano”(Apocalisse 1,3) affiancata dal titolo della lettera del vescovo “Donne e Uomini capaci di Vangelo” e dal quadro di Arcabas, “Le visiteur attendu” Il settenario delle lettere dell’Apocalisse accompagnerà l’itinerario della catechesi degli adulti e dei ragazzi e scandirà i mesi dei tempi dell’anno pastorale e liturgico. Ogni mese sarà presentata una lettera dell’apostolo Giovanni ad una chiesa dell’Asia minore che verrà letta come seconda lettura alle messe festive; un pannello riporterà il testo e sarà collocato sul pulpito antico con accanto un’opera raffigurante la chiesa destinataria del messaggio; inoltre ciascuna lettera scritta all’interno di una busta colorata sarà distribuita ai bambini e ai ragazzi della catechesi e tutte le lettere saranno raccolte in un portalettere di cartoncino. Il giovedì della settimana successiva ci sarà la possibilità di approfondire il contenuto di ciascuna lettera attraverso la proposta di un cammino di catechesi guidato da don Maurizio Rota, il pomeriggio nelle chiese delle frazioni e la sera in chiesa parrocchiale negli scranni del coro. Dopo la catechesi pomeridiana, per chi lo desidera, ci sarà la benedizione delle case. Questo itinerario ci condurrà al secondo pellegrinaggio di visita alle sette chiese che sarà il 2 giugno 2014 e con la lettera alla Chiesa di Palazzago. Domenica 13 ottobre sarà letto e spiegato il Proemio (per lo schema dell’anno vd terza di copertina) Continuano le diverse iniziative per promuovere la catechesi degli adulti (seguendo le indicazioni del Vescovo per il cammino diocesano dei prossimi tre anni pastorali): la catechesi il giovedì mattina dopo la messa delle 9.00, gli incontri di formazione per i genitori dei ragazzi di terza media e adolescenti e di preparazione per gli anni dei sacramenti, l’incontro mensile per giovani e giovani coppie la domenica
nel tardo pomeriggio, a cui seguiranno la celebrazione della messa e la cena. A livello di unità pastorale sarà riproposto un percorso di catechesi in Quaresima e sono già stati svolti due incontri per i lettori. Per i catechisti ci sarà un corso di formazione vicariale a Brembate Sopra; è stata inoltre costituita la commissione vicariale catechisti. Alcuni membri del consiglio relazionano sulle iniziative estive e la festa di comunità. Il CRE e il Baby Cre hanno avuto una ulteriore partecipazione (198 iscritti al CRE con 42 animatori e 47 bambini al Baby Cre con 11 animatrici), la mensa ha funzionato bene e a pieno ritmo come pure le cinque serate con la partecipazione dei genitori. Alla vacanza a Lignano erano trentadue adolescenti accompagnati da don Lorenzo e alla biciclettata 25 persone con don Giuseppe. L’esperienza nuova della vacanza stile famigliare a Bellaria in autogestione è stata molto bella e da ripetere. Per quanto riguarda la festa di comunità, il giudizio è molto favorevole: è aumentato ancora il numero dei volontari (97) e degli sponsor; è migliorata l’organizzazione con servizio ai tavoli e gestione prenotazioni (computer e stampanti), si è vissuta in un clima di festa e per molti adolescenti e giovani è stata una scuola di vita per i momenti di condivisione, di aiuto vicendevole e gratuito; non da ultimo. Si è inoltre imparato a discutere insieme per giungere alla soluzione migliore, a mettersi in gioco e si è vista una comunità viva e che lavora con entusiasmo per il bene di tutti. Sentiti alcuni interventi si continua con la programmazione dell’assemblea parrocchiale e dei tre gruppi di lavoro. Da ultimo si dà uno sguardo al programma immediato e di tutto l’anno (riportato sulla Guida pastorale distribuita a tutte le famiglie), ai lavori della casa di Comunità, dell’Oratorio e della Chiesa della Beita. L’assemblea parrocchiale suggerirà le priorità per il nuovo anno.
Nel cammino del 2 giugno abbiamo meditato la pagina del Vangelo di Giovanni: il discorso del Pane di Vita. Don Maurizio ha sottolineato i diversi passaggi con un titolo che racchiude anche il messaggio della pericope, una per ogni chiesa. 1. Precornelli: CINQUE E DUE SETTE Dal Vangelo di Giovanni (6,1-15) …Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero.
2. Parrocchia: IL MONTE E IL MARE Dal Vangelo di Giovanni (6,16-21) Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare e, saliti in una barca, si avviarono verso l’altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non temete». Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
3. Brocchione: C’E’ PANE E PANE Dal Vangelo di Giovanni ( 6,22-29) …Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
CAMMINO DI FEDE VISITA ALLE SETTE CHIESE Conosciamo san Filippo Neri, vissuto a Roma nel XVI secolo. Egli ha speso la sua vita con i giovani trasmettendo gioia, umorismo e una grande carica; con queste dimensioni ha saputo conquistare i giovani, portandoli a Dio e facendo loro scoprire il cuore grande del Padre che è nei cieli. È lui che ha iniziato la visita alle sette chiese nella Roma del suo tempo. Questa pratica, che continua anche oggi, è stata accolta dalla nostra comunità lungo tutto l’anno pastorale 2012-23 e nella domenica 2 giugno, guidati da don Maurizio Rota dei preti del Sacro Cuore di Bergamo. Qui accanto e al termine del fumetto troviamo la sintesi di quella bellissima giornata. ↓ San Filippo Neri, chiesa di Salvano
4. Carosso: PASSATO E PRESENTE: LA FIGURA E LA REALTA’ Dal Vangelo di Giovanni ( 6,30-40) Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.
5. Montebello: DAL PANE ALLA CARNE Dal Vangelo di Giovanni ( 6,41-51) …Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
6. Salvano: DALLA CARNE ALLA VITA DIVINA Dal Vangelo di Giovanni ( 6,52-64) Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
7. Beita: DALLA FAME ALLA FEDE Dal Vangelo di Giovanni (6,59-70) …E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. …Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.
La Lettera |13| Ottobre 2013
SALVANO: Martedì 6 novembre 2012, ore 20.30
Provocazione: i quadri con i cuori di Gesù e di Maria. Da qui la Catechesi sul linguaggio del corpo. Gli atti involontari del battito del cuore e del respiro dicono carnalmente che la vita è principalmente dono. Dio nel rivelarsi parla il linguaggio del corpo: “Il Verbo si fece carne”. Salvati nel cuore e nel sangue di Cristo. Abbiamo ricevuto il soffio dello Spirito Santo. Il tema dello SPAZIO “corporale”. La vita si dice nel corpo, esso è il luogo della comunicazione. Dagli atti involontari agli atti volontari. Dal dono all’impegno. Dal dono alla volontà. Conoscere in modo semplice e descrittivo il corpo in quanto Dio si rivela nel Corpo: “Il Corpo di Cristo. Amen”.
CAROSSO: Martedì 13 novembre 2012, ore 20.30 Provocazione: i quadri con i Santi.
Da qui la Catechesi sul tempo. L’anno liturgico con i volti dei Santi, uomini di fede. Il nostro corpo è uno SPAZIO segnato inesorabilmente dal TEMPO. Si è trattato del tempo in cinque prospettive: l’anno solare, l’anno liturgico, l’anno nei santi, l’anno negli anniversari, l’anno nel lavoro e nella scuola. Gesù inizia la sua predicazione ponendo l’accento sul tempo: “Il tempo è compiuto e il regno dei cieli è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.
BEITA: Martedì 11 dicembre 2012, ore 20.30
Provocazione: la vistosa tovaglia sull’altare.
La tovaglia e il corporale, che si stende sull’altare dove vengono deposti il pane e il vino, richiamano la sindone e il sudario che hanno avvolto il corpo morto di Cristo. Il tema dell’abito rimanda alla madre in quanto il corpo si forma nella madre. L’Invisibile Dio si è fatto uomo visibile in Maria. Il lenzuolo di lino che avvolge il corpo di Gesù può essere visto come segno della fede della vergine madre che crede che Gesù risorgerà come ha detto. Occorre solo aspettare come sa fare una madre per il parto del proprio figlio. La tovaglia sull’altare ricorda la sindone, lenzuolo di morte e di vita, lenzuolo che “ha visto” Cristo prima morto e poi risorto.
MONTEBELLO: Martedì 29 gennaio 2013, ore 20.30.
Provocazione: Il quadro della Trinità.
Il tema della catechesi è stato il segno della Croce tracciato sul nostro corpo. Con le parole e il segno della croce professiamo la fede nella Santissima Trinità: Padre e Figlio e Spirito Santo e, nell’Incarnazione e Redenzione del Figlio fatto uomo, morto e risorto. Si dice Padre e si tocca la fronte (il cervello), si dice Figlio e si tocca il petto (il cuore), si dice Spirito Santo e si tocca il torace (i polmoni). Il pensiero, il cuore e il sangue e il respiro dicono il linguaggio della Persona del Padre, della persona del Figlio e della persona dello Spirito Santo.2013 La Lettera |14| Ottobre Sono evidenziati i concetti di: natura, persona, relazione.
PRECORNELLI: Martedì 26 febbraio 2013, ore 20.30 Provocazione: la figura di san Giuseppe e i gradini dell’altare. Tema: salire e discendere o meglio discendere e salire. I livelli della chiesa: assemblea, presbiterio e altare o meglio altare, presbiterio e assemblea.
BROCCHIONE: Martedì 16 aprile 2013, ore 20.30 Provocazione: la porta. La porta: entrare e uscire. Il luogo del dialogo battesimale, il dialogo della fede. I segni della porta. La bussola: segno dell’attimo della morte.
LA PARROCCHIALE: Martedì 21 maggio 2013, ore 20.30 Provocazione: la circolarità della chiesa.
Il cerchio: il tempo. L’ottagono nel cerchio: La prima domenica, l’ottavo giorno. Il giorno di Pentecoste, la pienezza della Pasqua: l’ottava domenica. Il coro nell’abside attorno all’altare: la singolarità e la coralità nella preghiera. L’altare maggiore: sintesi visiva del triduo pasquale. Il cuore della storia e dell’anno liturgico.
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SETTIMANA DEL PATRONO PELLEGRINAGGIO A SOTTO IL MONTE Apertura insolita per la settimana patronale, nel segno del nome Giovanni: pellegrinaggio a Sotto il Monte, Parrocchia dedicata a San Giovanni Battista, come la nostra. Infatti, nei passaggi della vita del Papa abbiamo ascoltato da lui il motivo del nome scelto da Pontefice: “Scelsi come nome Giovanni: era il nome di mio padre e del patrono della mia parrocchia, San Giovanni Battista”. In tre tappe ci siamo lasciati istruire dal “Papa buono” nell’arte del… domino.
SAGRA Per il secondo anno il bel tempo ha permesso di allestire la sagra del prodotto tipico, intorno alla chiesa parrocchiale, tra gli esercizi commerciali, nel centro
Sì, nell’arte di: • riconoscere ciò che sei • riconoscere ciò che l’altro è • riconoscere ciò che ti unisce agli altri Di tappa in tappa- casa del pellegrino, chiesa parrocchiale, cappella della pace, cripta, Ca’ Maitino e casa natale - abbiamo raggiunto la chiesa del Battesimo, Santa Maria in Brusicco, dove abbiamo concluso con la celebrazione eucaristica molto partecipata. Ai presenti non poteva che essere consegnata una tessera del gioco del domino da comporre in assemblea, per capire ancor meglio il messaggio della giornata.
paese. Molto ricco il carnet di proposte, nato con le collaborazioni delle realtà presenti sul territorio: esposizione dei prodotti locali, pesca di beneficenza organizzata dalle scuole, assaggi e rinfreschi, visita alla parrocchiale e al museo, giochi del circo…
La Lettera |16| Ottobre 2013
PROMESSA DI IMPEGNO Ad un anno dalla mia cresima, nella quale lo Spirito del Signore mi ha raggiunto con i suoi doni, consapevole di essere sempre in cammino, per crescere nella fede, nell’amore e nella speranza, prometto di impegnarmi a guardare la vita con gli occhi del Signore che voglio continuare a conoscere, insieme ai miei
ANNIVERSARI DI MATRIMONIO Mai viste tante coppie: ben 36, dai 5 ai 60 anni di matrimonio, raccolte per dire grazie. Nell’incontro di preparazione abbiamo preso dal Vangelo della Domenica l’immagine del vasetto di profumo, versato dalla donna sui piedi di Gesù. L’abbiamo immaginato di vetro (Luca non parla di alabastro). E allora
compagni di strada. Per questo esprimo nella mia comunità questo impegno. Così gli amici di terza media -ancora alle prese con le fatiche degli esami- hanno introdotto la promessa d’impegno, pronunciando la riflessione di don primo Mazzolari “Ci impegniamo noi…” che caratterizza ogni anno questo momento. E, nell’anno della fede, hanno cantato: “Do you believe? Yes, i believe”.
ci siamo detti: l’amore ha proprio le caratteristiche di un vaso di vetro. Ecco pronto l’offertorio, accompagnato da diversi tipi di vasi per dire preziosità, trasparenza, fedeltà, custodia reciproca… Un vasetto di vetro soffiato, creato in un laboratorio artigianale per l’occasione, con un po’ di nardo profumatissimo all’interno, è stato il dono della Comunità, accompagnato da un fiore originale...
La Lettera |17| Ottobre 2013
La Lettera |18| Ottobre 2013
La Lettera |19| Ottobre 2013
TERZA ETÀ
SERATA CONTADINA
Non poteva mancare l’appuntamento con i nonni: ecco allora il mercoledì pomeriggio dedicato a loro, con una tombola ricchissima di premi e tanti dolci per la merenda. Poi la preghiera intorno al patrono, la benedizione e il bacio della reliquia.
Ancora una volta la piazzetta davanti all’Oratorio, s’è trasformata in una aia , con i tavoli allungati, le panche sistemate e i profumi di cibo nostrano che si diffondeva tutt ’intorno. A completare il quadro contadino, la simpatia del gruppo folk “Arlecchino bergamasco” del Ducato di Piazza Pontida: musiche e costumi della tradizione.
CORRIDA
MEMORIA DEL BATTESIMO
Dilettanti allo sbaraglio, ma decisamente bravi per la Corrida del giovedì. L’amico Ottavio ha confezionato ancora una volta una bella serata, con ben quindici numeri, tra i quali due locali. Biscotti di San Giovanni a tutti – alcuni dei tantissimi impastati dalle nostre cuoche provette in due settimane – come ringraziamento per l’impegno e la professionalità.
Tanti passeggini parcheggiati lungo i banchi della chiesa: un colpo d’occhio insolito nella Domenica 23 giugno, per la celebrazione della memoria del Battesimo. Diverse famiglie che hanno battezzato i figli nell’ultimo anno, hanno aderito alla proposto, raccogliendo il messaggio della liturgia relativa al nome “Giovanni è il suo nome”, dato al precursore e riflettendo sulla domanda aperta su di lui, come su ogni figlio: “Che sarà mai questo bambino?”.
La Lettera |20| Ottobre 2013
MESSA E PROCESSIONE PATRONO La statua di San Giovanni procedeva tra le vie del paese, sempre con quel dito puntato, come in tutta l’iconografia del santo, per indicare la presenza del Messia: “Lui deve crescere, io diminuire”. Un suggestivo colpo d’occhio nella processione del patrono presentava i misteri della vita di Cristo, nelle riproduzioni su tela, degli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, portati da bambini, ragazzi, adolescenti, giovani e adulti, Li avevamo conosciuti e meditati nel mese di maggio e ora sfilavano, a ricordarci, nell’anno della fede, che fede è anzitutto relazione con la persona di Gesù. Ce l’ha ricordato anche don Davide Rota, Superiore del Patronato San Vincenzo, invitato a presiedere la concelebrazione - c’erano anche don Lorenzo, don Ivan, don Emiliano e don Giuseppe - nella sua bellissima riflessione, rivolta in modo particolare alle nuove generazioni presenti alla celebrazione. • Giovanni era giovane: non aspettate a prendere in mano la vostra vita, cominciate subito, perché non si è mai troppo giovani per cominciare a fare il bene e non si è mai troppo vecchi per non fare il male. • Giovanni si presenta come colui che deve diminuire perché deve crescere Gesù: non abbiate paura di lasciar spazio al Signore Gesù. • Giovanni perderà la testa per la verità: non abbiate paura a volare alto, con i valori, le scelte, l’onestà. Abbiamo bisogno di adulti che diano l’esempio in questo, che perdano la testa pur di non venire meno all’onore e ai principi che fondano la vita. Don Davide ha poi invitato tutti a voler bene al paese, alla Parrocchia, alla realtà in cui si vive perché questo è l’unico modo per trasformarla. Al termine della processione gli animatori del Cre e del Baby “Everybody”, hanno ricevuto il mandato per il mese estivo. …Siate testimoni contenti e coraggiosi di autentici valori umani, attraversati dalla Grazia che viene dall’alto; dite con la parola, i gesti, l’amicizia che la vita è bella e che vale la pena spendersi per qualcosa di grande. E non dimenticate di parlare al Signore dei ragazzi che vi vengono affidati, degli animatori, vostri compagni di viaggio e degli adulti che condividono questa avventura. La Lettera |21| Ottobre 2013
Everybody
E’ subito piaciuto questo scatto: bravo il fotografo(!) e bravi i piccoli a ricordarci il poster delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Apriamo le pagine del Cre “Everybody Un corpo mi hai preparato” senza cronache o scritti, ma con una raffica di immagini e parole a significare tutti quei corpi che han visto, han sentito, han parlato. A significare tutto quel corpo che, vedendo, sentendo e parlando, ha fatto dell’appuntamento estivo qualcosa di bello, nel segno di Colui che “ha un corpo come me”. d
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La Lettera |22| Ottobre 2013
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La Lettera |23| Ottobre 2013
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BABY CRE 2013 Anche quest’anno si è tenuto il Baby-Cre organizzato dalla Parrocchia. Numerosi sono i bambini che hanno partecipato a questa iniziativa per tutto il mese di luglio. Nella festa finale i piccoli hanno dato prova della loro bravura cimentandosi in balletti e canzoni imparate in questo mese trascorso velocemente che ha come finalità lo “stare insieme” non solo per divertirsi ma anche per imparare, socializzare e lavorare nei vari laboratori.
Presso famiglia Tironi Danilo
a cura di Maria con le animatrici
Quest’anno il tema del Baby-Cre era “everybody” - il corpo. Il nostro corpo è in movimento e pulsa di vita insieme al nostro cuore che non si ferma mai. Anche qui al Baby-Cre ci sono tanti corpi attivi e sempre pronti a muoversi per svolgere le più svariate attività. Ai momenti di pittura, disegno, svago, preparazione lavoretti, balletti e canti ci sono altrettanti momenti di svago con passeggiate in zone circostanti a contatto diretto con la natura. Il pomeriggio rappresenta per i bambini il momento tanto atteso del bagno in piscina. Si può definire l’esperienza del Baby-Cre una delle tante prove che ci arricchisce moralmente oltre che a divertirci. Nel concludere vorrei ringraziare Don Giuseppe “sempre presente” per la sua collaborazione e la sua disponibilità. Grazie alle signore volontarie che hanno collaborato a mantenere lindo e pulito l’abitato. Un grazie anche alle famiglie che hanno collaborato alla riuscita del Baby-Cre, ospitandoci nelle uscite: • • • • •
Famiglia Riceputi Umberto e Franca, Signor Nicolino Rota Martir e famigliari Famiglia Tironi Danilo (Longa) Signora Lina Alborghetti - via Pradelli Cuoca Mirella per i prelibati cibi che ci ha preparato tutti i giorni.
Arrivederci al prossimo anno.
Uscita Minitalia Leolandia
La Lettera |24| Ottobre 2013
BICICLETTATA: UN PIENO DI… Nella terza edizione della biciclettata estiva abbiamo fatto il “pieno” di tutto: PIENO DI CALDO: i primi tre giorni, da Binasco a Somma Lombardo con le diverse tappe, alla ricerca di acqua e ombra PIENO DI ACQUA: in tutto il percorso, costeggiando il Ticino, nel quale ci siamo anche immersi, il Naviglio Grande, il Po’ e, per ultimo il lago Maggiore. Nel quarto giorno, per 30 km, sotto una pioggia che compensava la calura precedente. PIENO DI ZANZARE: resistenti o addirittura attratte da tutti i tipi di difesa, con il gran finale dalle 20.30 alle 23.00 ( così a Vigevano, ogni sera, ci hanno detto, sferrano l’attacco), ma qualcuna ci teneva compagnia anche nella notte PIENO DI CULTURA E ARTE: Pavia, la Certosa e piazza Duomo, il ponte di barche a Bereguardo, Vigevano con il salotto della piazza centrale; Somma Lombardo con il santuario della Madonna della Ghianda, il centro e il castello PIENO DI ACCOGLIENZA: don Lino a Bereguardo, don Luigi e don Riccardo a Vigevano, don Franco a Somma Lombardo, il signor Gianni e l’Assessore Fulvio a Boffalora. Abbiamo toccato con mano queste diverse realtà, condividendone anche i tempi di celebrazione e preghiera PIENO DI DISPONIBILITÀ: da parte dei genitori (Angelo e Rosalia, Aldino, Angelo e Danila, Claudio e Ornella e Carlo che hanno garantito e supportato tutta la parte logistica con furgone e Daily, viveri, valigie, lettini… ) e Vanessa nella fase di programmazione. MA ANCHE IL PIENO DI FORATURE: almeno 25 ruote riparate a tempo di record. E POTEVA MANCARE IL PRONTO SOCCOR� SO? Martina ha voluto sfidare 120 kg nella sala pesi. Risultato: 20 giorni con piede steccato. Si aggiunge così a Mauro (nella 1° edizione) e a Nicola (nella 2°). Ma neppure questo ci fermerà. Stiamo già pedalando verso la quarta biciclettata… Ma dove? Gli “angeli” porteranno consiglio. La Lettera |25| Ottobre 2013
BELLARIA, MARE STILE FAMILIARE: COSA NE PENSI? a cura dei partecipanti Il già ricco calendario estivo è stato allargato alla vacanza in stile famigliare. Essendo la prima esperienza, anche nelle modalità, riportiamo alcuni pareri registrati sul pullman di ritorno. Eccoli: Manuela: esperienza bellissima, divertente e rilassante allo stesso tempo. La cosa più bella, anzi più buona?! Il pesce: mai mangiato a casa! Mariachiara: la cosa più bella è stata quella di vedere tutti quei pesciolini in mare; mi sono divertita molto a costruire castelli di sabbia e a fare il tifo al papà mentre giocava a pallavolo. La cosa più brutta e noiosa: stare ferma sulla sdraio a prendere il sole. Angelo: mi è piaciuta un sacco questa vacanza, in particolare i cappucci fatti dal “Re del Cappuccino”. La spiaggia era molto bella, tranne il giorno in cui ci sono state le meduse. Ho fatto tantissime partite a scacchi: quella che ricordo di più è quella contro il don che, pur non sapendo giocare, mi ha fatto perdere! Sulla serata di ferragosto lasciamo perdere… non avevo mai visto degli uomini travestiti da donne.
permesso; addirittura i piccoli lavoretti domestici risultavano divertenti e piacevoli perché venivano presi come momento per stare insieme. Sono rimasta meravigliata da don Giuseppe, persona molto aperta, disponibile e che sta allo scherzo. Elvira e Romano: possiamo descrivere questa vacanza utilizzando solamente due termini: semplicemente meravigliosa! Abbiamo ottenuto più di quello che ci aspettavamo: si pensava ad una semplice vacanza, povera sotto alcuni punti di vista, ed invece è risultata curata nei minimi dettagli. Ci è piaciuto molto vedere dei ragazzi che, senza bisogno che i genitori glielo dicessero, si prestavano a svolgere i piccoli lavori domestici; sono dei ragazzi educati e rispettosi, capaci di relazionarsi e vivere con persone anche molto più grandi di loro. Se proprio dobbiamo trovare qualcosa che può essere migliorato, consigliamo per l’anno prossimo di far conoscere il menù giorno per giorno in modo tale da non abbuffarsi con il primo piatto e tralasciare il resto. Complessivamente, voto 9.
Lucia: complimenti per l’organizzazione! Tutto era pensato ed organizzato a puntino, cibo squisito e cuochi eccezionali. Mi sono trovata davvero bene con tutti: nonostante fossi da sola con Angelo, tutti si sono presi cura di noi tenendoci compagnia e facendo divertire mio figlio; sono tutti diventati nostri amici, anche ci non conoscevamo prima d’ora! L’unica cosa negativa: il tempo è passato troppo veloce Mary: è stata la mia prima esperienza di questo tipo e devo ammettere che mi è talmente piaciuta che, se l’anno prossimo viene riproposta, io e mio marito ci saremo sicuramente. C’è stata una bella collaborazione ed è stato facile integrarsi anche se la maggior parte delle persone non le conoscevamo. Il cibo è stato eccellente, come del resto i cuochi. Avevo bisogno di partire per rilassarmi, visto lo stress accumulato durate l’anno, e questa vacanza me lo ha
Eugenio: non avevo mai fatto una esperienza simile, in stile famigliare, o meglio, l’ho fatta con mia moglie dove faceva tutto lei. Mi sono cimentato in qualche piccolissimo lavoro domestico, ma non racconterò di certo a mia suocera quanto fatto per paura mi faccia lavare pure lei il paiolo della polenta. Ogni sera si faceva la messa ma, il fatto di essere in compagnia, non mi faceva pesare il parteciparci: ho
La Lettera |26| Ottobre 2013
perfino cantato! Una cosa da rivedere l’anno prossimo è l’orario della sveglia: troppo presto! Vittoria: non avevo nessuna aspettativa a riguardo di questa vacanza, anche perché era la prima di questo tipo, ma a conti fatti posso dire che è stata positiva, anzi di più: da rifare! Cibo ottimo, curato e variegato; la cosa un po’ negativa è stata la struttura che abbiamo ripulito bene bene. Una delle cose che mi è piaciuta di più è vedere i ragazzi all’opera: sono davvero speciali e d’esempio per tutti i loro coetanei. Mariarosa: esperienza favolosa e assolutamente da ripetere. Per tutta la vacanza il clima è stato sereno e famigliare e tutti hanno socializzato; mi è piaciuto molto condividere i compiti domestici e soprattutto vedere gli uomini mettersi in gioco, cosa che magari a casa non fanno. Davvero bravi anche i ragazzi, disponibili e pieni di volontà. Ero titubante a partecipare perché avevo paura di essere “esclusa” essendo la vacanza nata come proposta per le famiglie e invece mi sono sentita accolta e assolutamente parte del gruppo: sarei rimasta volentieri un’altra settimana. Per non perdermi nemmeno un momento di questa vacanza, ho spento per tutta la settimana il cellulare. Vorrei che l’anno prossimo il numero dei partecipanti fosse maggiore rispetto ai 32 di questo anno: bisogna insistere affinché tutti provino un’esperienza del genere perché ne vale davvero la pena.
Matilde: l’anno scorso avevo già fatto un’esperienza di gruppo ma quella non prevedeva l’autogestione; ero quindi un po’ titubante perché non sapevo come sarebbe potuta andare. Il mare non era dei migliori, come anche la struttura ma nonostante ciò è stato tutto bello: complimenti a chi ha organizzato! Da rifare assolutamente, cambiando però meta. Marianna: non pensavo di trovarmi così bene essen-
do di Bergamo - conoscevo solo la collega di lavoro di mia sorella e la sua famiglia; mi sono trovata bene con il gruppo perché formato da persone speciali. Mi sono piaciute molto le Messe: belle le prediche dove a parlare era un amico che fa il prete. Vacanza assolutamente da rifare, con qualche giorno in più. Anna: non mi dilungo negli elogi, ci hanno già pensato i miei compagni di viaggio ed io ovviamente concordo con tutto ciò che è stato detto. Vedere tutti darsi da fare, dai più giovani ai più adulti, è davvero bello e dà soddisfazioni. Tanti complimenti ai cuochi: i cibi erano talmente buoni che tutti volevano sapere le ricette ma, da veri chefs, non ci hanno svelato i trucchi del mestiere. Davide: gli unici limiti di questa vacanza erano gli orari dei pasti; la struttura, un po’ datata ma vi assicuro che passava in secondo piano. Bella organizzazione, cibo ottimo; anche i momenti di preghiera erano ben calibrati e suddivisi durante il giorno. Bella e molto divertente l’uscita a Mirabilandia. Michela: non si è dovuto lavorare così tanto come si diceva. Pur non essendo una vacanza organizzata appositamente per ragazzi, rapportarsi a persone più grandi è stato bello perché loro sono stati in grado di mettersi alla nostra pari senza farci sentire la differenza d’età e darci ordini. Andrea: bella vacanza! Mi sono divertito e ho conosciuto nuove persone. Mare bello, soprattutto quando era mosso: mi sono divertito molto a giocare con le onde; belli anche i tornei interni organizzati di beach volley e di scala 40. Mi piacerebbe tornare in quel posto! La cosa più bella : le ragazze conosciute. Quella più brutta: pochi giorni, troppe messe. Mauro: buona modalità, ma soprattutto alternativa, di proporre una vacanza non solo in stile “ombrellone”, nella quale l’ individualismo lascia il posto alla collaborazione. Sono riuscito a conciliare il lavoro del cucinare alla vita da spiaggia e al divertimento: tutta questione di organizzazione ed esperienza; una persona che non fa il cuoco di professione non sarebbe riuscita a ritagliarsi il tempo per uscire dalla cucina. Ho trovato il tempo per intensificare relazioni che già esistevano e per tesserne di nuove; è ovvio che per fare una vacanza del genere bisogna certo mettersi in gioco.
La Lettera |27| Ottobre 2013
STARE, SO-STARE, DE-STARE Festa di Comunità I primi giorni sembravano avvolgere le festa di Comunità in u n ’a t m o s f e r a autunnale anticipata: pioggia e temperature abbassate. E si sa che in queste cose il tempo conta molto. Poi, invece, il caldo è tornato. Ma abbiamo sperimentato che ci sono realtà che contano ancora di più del tempo meteorologico. Ad esempio, il volerci essere da parte di tanti nonostante la pioggia, per alimentare aria di festa e partecipazione. Ad esempio la determinazione dei diversi referenti dei settori (cassa, pizza, bar, cucina, animazione, griglia…) che non si lasciano perdere d’animo. Ancora, l’entusiasmo, unito certamente alla fatica, del gruppo dei volontari con l’esuberanza di adolescenti e giovani. Così, abbandonato il tendone del circo, abbiamo vissuto i giorni della 5° festa di Comunità nella tensostruttura a forma di casa, perché il clima che si crea intorno ad un tavolo con il cibo, le serate e i concerti, con l’animazione e i giochi, gli spettacoli, la sfilata e lo stare insieme, ha il sapore di casa: “stare” era il titolo di questa prima tappa dell’inizio del nuovo anno pastorale. “Stare” ha voluto dire per molti stare al gioco, stare in compagnia, stare a servizio, stare… Stare per poi de-stare e per so-stare. Qui siamo ancora in ballo.
La Lettera |28| Ottobre 2013
La Lettera |29| Ottobre 2013
Le frazioni in festa Santa margherita Quante volte i Santi rimangono sul trono e non ci lasciamo guidare dal loro esempio, loro che ci aiutano a vivere il Vangelo. Per Margherita la fede non è stata solo un bel vestito da mettere, ma ha cambiato la sua vita, affascinata dalla persona di Gesù. Perché una ragazza di quindici anni dovrebbe lasciarsi uccidere per il Vangelo e rifiutare un’allettante proposta di matrimonio? Perché è stata affascinata da Gesù. Poi il drago, il demonio. Lei non si è lasciata ingoiare da esso. Quante volte noi ci lasciamo ingoiare dal male, schiavi del peccato, catturati dal male. Santa Margherita con la croce ha squartato il drago. Nel Vangelo i settantadue tornano pieni di gioia
Frutti e risultati
La sera della festa di Santa Margherita, facendo un giro per le stradine di Carosso tutte addobbate per il passaggio della processione che non è stata fatta per il brutto tempo, pensavo a quante volte ci si trova in situazioni simili: si è pensato, preparato, messo energie e risorse e poi… poi nulla. Non si fa. E questo ci sta tutto anche per un genitore nel compito mai fatto, una volta per tutte, di far crescere, educare, aprire ai valori della vita. Penso a tutte le volte in cui ci si attende dei risultati e invece… Ma se non ci sono i risultati (che san più di calcoli matematici e pianificazioni…) ci possono essere i frutti. Abituati a pensarli come sinonimi – risultati e frutti – rischiamo di non accorgerci.
perché il male si sottometteva a loro nel nome del Signore. Ma Gesù dice: “rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nel cielo”. Guardare i Santi, guardare santa Margherita, significa credere che il suo nome è stato scritto nel cielo, come il nostro. Dio non si dimentica di nessuno. Così don Lorenzo nella festa di Santa Margherita a Carosso ha riletto la vicenda di Santa Margherita e il brano del Vangelo proposto nella celebrazione. Il maltempo ha impedito la processione, che sarebbe passata tra strade addobbate a festa e in modo originale. Dopo la benedizione, abbiamo comunque goduto dei brani musicali proposti dal Corpo musicale G. Rossini, mentre i profumi della cucina richiamavano per concludere in bellezza le settimane di festa.
Ad esempio: buon risultato sarebbe stato poter fare la processione tra i bei addobbi – molti nuovi ed originali – preparati. Buon frutto è il fatto che qualcuno abbia pensato per tempo, abbia progettato e realizzato. Anche in parrocchia a volte si vorrebbe vedere il risultato di tante iniziative proposte, ma bisogna avere occhi per i frutti che si concretizzano già nella passione con cui tante persone si dan da fare. Risultato per il CRE sarebbe stato per una squadra, vincere l’edizione 2013. Frutto, è l’amicizia e la disponibilità condivise, che non si misurano con i “punti” ma con la voglia di mettersi in gioco. Domenica, il Vangelo parlava di messe abbondante: frutti, più che risultati.
La Lettera |30| Ottobre 2013
SAN LORENZO La statua di San Lorenzo ha raggiunto anche Via Longoni, come avevamo indicato sulla lettera mandata alle famiglie della zona, con il desiderio di coinvolgere una parte di paese con molte case e famiglie nuove. Così si è realizzata l’idea che era balenata lo scorso anno, a conclusione della festa. Don Andrea Lorenzi, direttore dell’oratorio di Ponte San Pietro e da poco nominato Arciprete di Endine, ha presieduto la messa e la processione, spaziando, nell’affondo sulla Parola della Domenica, tra i tratti della vita di San Lorenzo e l’enciclica “Lumen Fidei”, il documento scritto a più mani da Benedetto XVI e da Papa Francesco, nel cuore dell’anno della fede. Il percorso della processione ha offerto nastri, fiocchi, fiori, catene e… verdura: sì, pomodori rossi (per il martirio) messi a grappolo sul verde delle ringhiere. Non è mancato il momento del rinfresco con panini e torte, sempre allietato dalla musica del Corpo Musicale che aveva accompagnato anche i passi e la preghiera della Processione.
MADONNA DE LA SALETTE Il globo di luce e le lacrime di Maria: sono stati questi i due elementi della storia della Salette che don Corinno, chiamato a presiedere la celebrazione e la processione nella festa della Beita, ha proposto alla nostra riflessione. Nel suo stile appassionato e profondo ha toccato alcuni aspetti della nostra vita e delle relazioni familiari, invitando i genitori a parlare di Dio ai loro figli, ma, anche, a parlare a Dio dei figli, sia con lacrime di gioia che, a volte, di fatica e sofferenza, certi di esser accolti dalla misericordia. Il messaggio della Salette si articola infatti intorno al tema della riconciliazione e non a caso nella seconda lettura della festa, San Paolo diceva: “vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare”… Don Corinno ci ha poi portato ai piedi della croce, là dove eravamo già presenti in Giovanni che si sente dire da Gesù: ”Figlio, ecco tua Madre”. Così, in compagnia del simulacro della Madonna con Massimino e Melania, portato sul trono ricoperto di rose e orchidee, abbiamo fatto un tratto di strada, segno del cammino più lungo della vita. Nei ringraziamenti al termine della celebrazione -per tutti coloro che hanno partecipato al triduo di preparazione e alla festa, per chi ha addobbato le vie, animato la celebrazione e per chi per un mese assicura il ristoro e il servizio nei fine settimana- abbiamo ricordato il cinquantesimo di sacerdozio di don Corinno che, un po’ commosso, ha assicurato il ricordo per la nostra Comunità.
La Lettera |31| Ottobre 2013
BEATO FRA TOMMASO DA OLERA Lo chiamavano “il rosso”. Fisicamente robusto, capelli tendenti al rosso, vestito con un saio marrone, corda francescana ai fianchi, barba incolta alla cappuccina, fronte stempiata: questo è l’aspetto di Fra Tommaso da Olera, un giovane pastore che si fa frate laico, umile tra semplici e potenti, un illetterato che scrive massime che finiscono tra le letture care anche a Papa Giovanni XXIII, un lavatore di scodelle che diventa consigliere alla corte degli Asburgo. “Cantore dell’Immacolata”, “mistico del Cuore di Gesù”, “il Padre Pio del Nord”: i titoli abbondano. Tommaso Acerbis nasce nel 1563 a Olera, un paesino sopra Alzano. Fa il pastore e il contadino come i suoi famigliari, gente semplice che vive delle proprie fatiche, ma dal nome importante, forse nobili decaduti. A 17 anni la svolta: decide di farsi frate. A Verona il 12 settembre del 1580 riceve l’abito religioso nel noviziato di Santa Croce di Cittadella, prendendo il nome di Fra Tommaso da Olera. Rimane nel convento per tre anni. Gli altri frati gli insegnano a leggere e scrivere, infrangendo una regola secondo la quale non si doveva perdere tempo con gli illetterati. Viene impegnato nella questua. Va così di casa in casa, sia in città, sia nelle campagne vicine dispensando preghiere e chiedendo in cambio viveri per i suoi fratelli. Non passerà inosservato. Il padre Giovenale Ruffini lo descrive come «maestro e specchio della perfezione religiosa, anzi un uomo colmo di ogni sorta di virtù». Nel 1605 si trasferisce a Vicenza nel convento di San Girolamo in Vivarolo dove viene nuovamente incaricato della questua. Dal 1612 al 1617 è a Rovereto. Sia a Vicenza, sia a Rovereto cerca di stimolare la vocazioni di giovani ragazze; costruisce anche due monasteri: per le Cappuccine e le Clarisse. Nel 1618 è a Padova. E l’anno successivo viene chiamato
dall’arciduca Leopoldo V nel Tirolo. Rimane fino alla morte (il 13 maggio 1631) a Innsbruck città nella quale si trova il convento in cui viene sepolto. Nella valle dell’Inn opera intensamente per la Riforma cattolica promossa dal Concilio di Trento. Presto anche nelle terre di lingua tedesca si diffonde la sua fama di predicatore e si parla già dei suoi prodigi. Ed ecco che viene richiesto accanto agli arciduchi Leopoldo V e Claudia de Medici, alle arciduchesse d’Asburgo Maria Cristina ed Eleonora, al duca di Baviera Massimiliano I (Monaco), all’imperatore Ferdinando II (Vienna), all’arcivescovo Paride Lodron (Salisburgo). Sarà il riconoscimento della guarigione richiesta tramite intercessione dai famigliari di un trentunenne di Thiene (provincia di Vicenza) colpito da un ileotifo complicato, fatto avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 gennaio del 1906, a sbloccare la causa di beatificazione. L’ufficializzazione è del 22 ottobre 2011 e il 10 maggio 2012 Papa Benedetto XVI firma il decreto per la beatificazione, avvenuta il 21 settembre 2013 in duomo a Bergamo.
INAUGURAZIONE ALLA SCUOLA PRIMARIA “Giovedì 12 settembre, al suono della prima campanella è stata inaugurata la nuova rampa di accesso alla Scuola Primaria, realizzata sia per falicitare l’accesso alla scuola da parte di soggetti svantaggiati, sia per divenire l’accesso pedonale principale nel rispetto delle norme sulla sicurezza. Dopo gli interventi del Dirigente Scolastico e del Sindaco, la benedizione dell’opera e del nuovo anno scolastico da parte di Don Giuseppe, alunni e genitori si sono avviati lungo la nuova rampa, La ha Lettera |34| Ottobre 2013 accolti dalle note nusicali del Maestro Coter che accompagnato il tenore Brina in un’emozionante esibizione canora.”
Durante le feste abbiamo affisso la gigantografia con il progetto delle Opere di risanamento, restauro conservativo ed adeguamento degli interni della chiesa della Madonna della Salette sita in localitĂ Beita di Palazzago.
Battesimi Domenica 9 giugno 2013 ore 15.00 Bongarzone Nicole di Salvatore e Foggia Tania, nata il 18 gennaio 2013 Gambirasio Filippo di Davide e Cadei Elisa, nato il 10 settembre 2012 Perucchini Diego di Stefano e Mazzoleni Elena, nato il 14 gennaio 2013 Locatelli Lisa di Michele e Nava Rosalinda, nata il 5 gennaio 2013 Pesenti Leonardo di Luca e Consonni Chiara, nato il 29 gennaio 2013 Perucchini Diego
Bongarzone Nicole
Gambirasio Filippo
Pesenti Leonardo
Domenica 21 luglio 2013 ore 11.30 Avogadro Luca di Ivan e Maggioni Katiuscia, nato il 19 dicembre 2012 Cornali Carlo di Simone e Malzanni Ilaria, nato il 4 febbraio 2013 Cornali Guido di Simone e Malzanni Ilaria, nato il 4 febbraio 2013
Locatelli Lisa
Cornali Guido
Domenica 15 settembre ore 11.30 Corbetta Anastasia di Andrea e Rota Scalabrini Silvia, nata il 27 maggio 2013 Avogadro Luca
Corbetta Anastasia
Perico Aurora di Matteo e Cisana Carolina, nata il 30 maggio 2013
Cornali Carlo
Perico Aurora
Matrimoni
Butta Emilio e Rota Scalabrini Monica, 22 giugno 2013
Lombardi Mario e Losa Nazzarena, 27 giugno 2013
Bonalumi Dimitri e Ripamonti Lisa, Brocchione, 3 agosto 2013
Scotellaro Alessandro e Galli Alessia, Santuario Ambivere, 29 luglio 2013 Rota Claudio e Ravasio Anna, Botta di Sotto il Monte, 4 settembre 2013
Zonca Gianbattista e Crespolini Mariagrazia, 29 giugno 2013
Defunti
Dalla Madre Superiora Generale Agnese Grasso, tramite Suor Adriana (Lodi) abbiamo ricevuto questo scritto: Carissime Sorelle,
Roma, 9 aprile 2013
stamattina il Signore ha chiamato alla Pasqua eterna del Paradiso, la nostra carissima SUOR SATURNINA METICCI.
RIPAMONTI SILVIA ved. CAROZZA di anni 81, deceduta il 14 luglio 2013 Sei sempre nel nostro cuore. La casa senza di te è vuota, i tuoi cari
Era nata a Palazzago (BG) il 13.10.1924 ed era venuta a far parte del nostro Istituto il 21.9.1945. Ancora di voti temporanei, fu mandata a Messa, in Libia dove trascorse molti anni, a più riprese, nelle comunità di Messa, Tobruk ed ElBeida. Conseguito il diploma di infermiera generica nel 1972, svolse questa missione anche in vari ospedali d’Italia, con competenza, sacrificio e amore. Ebbe una grandissima umanità verso gli ammalati ed, in genere, era con tutti largamente generosa ed altruista. Di carattere forte e schietto trovava nell’amore all’Eucarestia, il suo nutrimento, il suo centro, la sua più alta devozione. Dal 2008 si trovava a Lodi, dove le sorelle della comunità, in questi anni, l’hanno accompagnata nella malattia e nell’avanzare dell’età. Oggi è volata in cielo per cantare l’eterno Alleluia pasquale insieme alla Sacra Famiglia, al Padre Fondatore e alla schiera delle nostre amate sorelle che ci hanno precedute. Preghiamo per lei, perché possa godere in pienezza il bellissimo e glorioso Volto di Gesù che tanto ha adorato nell’Eucaristia, e chiediamole di intercedere per l’Istituto l’abbondanza di grazie, benedizioni e vocazioni di cui necessitiamo per far giungere il messaggio di Nazaret fino agli estremi confini della terra. In G.M.G., Madre Agnese Grasso, Superiora Generale
Anniversari TIRONI GIUSEPPE detto Giosy (15/09/2012 - 15/09/2013) “Luce e poi, nel tempo tuo, oltre il desiderio, riposerò” La tua Adele
BONAITI GIUSEPPE (2001 - 2013) La vita dell’uomo buono e onesto non finisce mai con la sua morte, ma continua nel ricordo di chi lo ha amato. I tuoi cari GIUSEPPE VISCONTI (2006 - 2013) Sei sempre presente nei nostri pensieri. La tua bontà e generosità rimarranno sempre nei nostri cuori. Ti ricordiamo con affetto, i tuoi cari
CEFIS GIOVANNI (2011 - 2013) Siamo sicuri che sei accanto a noi e lo sarai sempre perché il tuo ricordo è racchiuso nei nostri cuori: l’amore per te non finirà mai. I tuoi cari
GHEZZI EUGENIO (1997 - 2013) Vivi nella gloria di Dio e nel cuore dei tuoi cari.
ROTA BULO’ ROSA (1996 - 2013)
LAMBRUCCHI ASSUNTA (1978 - 2013)
“ALBINA” ROTA BULO’ (2009 - 2013)
Alle donne più care e importanti della nostra vita, un tenero ricordo e una preghiera. I vostri cari
CASTELLI SANTINA (13/10/2008 13/10/2013) BUTTA CARLO (16/7/2012 16/7/2013) Nel silenzio dei nostri cuori sentiamo viva la vostra presenza che ci sostiene e ci guida nel difficile cammino della vita. Vi vogliamo sempre tanto bene! I vostri cari
TESINI GIOVANNI (1990 - 2013) GALANTE ELIDE ved. TESINI (2012 - 2013) Il tempo passa ma il vostro ricordo vive sempre nei nostri cuori Con affetto i vostri cari
KATIUSCIA CANDEAGO (1993 – 2013) Ciao Kati sono trascorsi vent’anni da quel tragico giorno, mi sembrano un’eternità, ma questi anni mi sono serviti ad avvicinarmi sempre più a te, il tempo che ci separa ora è più breve e poi saremo ancora insieme, ma allora sarà per sempre! Valter Magri Mangili La tuaLuca mamma
ONORANZE FUNEBRI DELL’ISOLA s.r.l. Serviziodiurno, diurno, notturno notturno ee festivo festivo •• Trasporti tutta Servizio Trasporti in tutta inItalia Italia Vestizione salme • Disbrigo pratiche Addobbi funerari • Cremazioni 24030 BREMBATE DI SOPRA (BG) - Via XXV Aprile 32 - Tel. 035.620916 - Fax 035.6220326 Cell. Valter 335 6923809 - Cell. Luca 335 6904124
“bEATo CHI LEGGE, bEATI CoLoro CHE ASCoLTANo...”Ap 1,3
doNNE E UoMINI CAPACI dI vANGELo Cammino Pastorale 2013-14
ALLA CHIESA DI...
CARATTERISTICA
MESE
PROEMIO
OTTOBRE
DOMENICHE DI APPROFONDIMENTO PRESENTAZIONE CATECHESI 13 ottobre
EFESO
Per una Chiesa SENZA AMORE
NOVEMBRE
10 novembre
FILADELFIA
Per una Chiesa PICCOLA MA FEDELE
DICEMBRE
1 dicembre
TIATIRA
Per una Chiesa CHE HA CEDUTO AL COMPROMESSO
GENNAIO
19 gennaio
PERGAMO
Per una Chiesa CHE HA TOLLERATO L’IDOLATRIA
FEBBRAIO
9 febbraio
SMIRNE
Per una Chiesa PERSEGUITATA
MARZO
9 marzo
SARDI
Per una Chiesa CHE DORME
APRILE
4 maggio
LAODICEA
Per una Chiesa CHE SI VANTA
MAGGIO
18 maggio
PALAZZAGO
Per una Chiesa ……………………….…
GIUGNO
2 giugno Visita sette Chiese
14 novembre Brocchione ore 15.30 Parrocchiale ore 20.30 5 dicembre Precornelli ore 15.30 Parrocchiale ore 20.30 23 gennaio Montebello ore 15.30 Parrocchiale ore 20.30 13 febbraio Beita ore 15.30 Parrocchiale ore 20.30 13 marzo Parrocchiale ore 15.30 Parrocchiale ore 20.30 8 maggio Salvano ore 16.30 Parrocchiale ore 20.30 22 maggio Carosso ore 16.30 Parrocchiale ore 20.30
Desideriamo continuare il cammino delle sette Chiese, conoscendo e approfondendo le sette lettere dell’Apocalisse. Ogni mese sarà guidato da una di esse, ascoltata come seconda lettura di tutte le messe e data in cartaceo ai ragazzi della catechesi. Il giovedì successivo don Maurizio Rota proporrà l’approfondimento catechistico in due momenti e in due luoghi: nel pomeriggio (15.30 o 16.30, a seconda della stagione) in una chiesa delle frazioni e la sera alle 20.30 nella chiesa madre, la Parrocchiale, negli scranni del coro. Tra i due incontri visiteremo le case che lo desiderano, per la benedizione delle famiglie. Questo percorso sfocerà il 2 giugno con la seconda edizione della visita alle sette Chiese della Comunità. La Lettera |39| Ottobre 2013