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INVISIBILI Il “diverso” continua a far paura e il razzismo dilaga. Il rimedio? I giovani e l’abbattimento dei pregiudizi
diamo il benvenuto al
p.6
DEEJAY 2.0
FUORISCENA Chi è veramente Davide Boosta Dileo? È solamente il tastierista dei SubsOnica o nasconde altro? Intervista a un Boosta inedito, divertito e divertente p.7
INSERTO SPECIALE
Sabato 4 e domenica 5 ottobre ritornano i tradizionali festeggiamenti della Madonna del Rosario di Borgo San Giovanni. Un evento di preghiera, festa e di ritorno alle origini p.9
IN SALUTE Medicina alternativa? Gli italiani dicono sì. I pro e i contro delle pratiche più diffuse p.16
Terza e ultima tappa del nostro tour rivolto alla scoperta del mondo lavoro meno conosciuto. Qui per voi l’universo dei deejay e dei produttori di musica elettronica, house, dubstep. Intervista ai migliori deejay in circolazione, rigorosamente Made in Portogruaro. continua a pag. 4
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LA CULTURA È NELLE IDEE
E se duecento valesse più di mille? L'editoriale di Giulio Serra
Tre anni per cambiare l’Italia; lo promette il Governo. A Portogruaro tra duecento giorni (circa) si va al voto. E se, per una volta, la fretta favorisse l’azione?
M
ille giorni. È il tempo che il Governo Renzi si è dato per fare le riforme; a suo dire per “cambiare l’Italia”. Uno spazio temporale ragionevolmente lungo, in cui agire con metodo evitando ingorghi parlamentari, disciplinando le priorità e bilanciando le risorse a disposizione. Da qui al 2017 il Governo avrà dunque un orizzonte di terra da spianarsi senza impetuosi affanni, cercando così di raddrizzare un Paese dissestato. Da più parti, tuttavia, si registra il timore per il «troppo» tempo a disposizione di Matteo Renzi e del suo gruppo di lavoro. Dopo un avvio di governo contrassegnato dallo sfavillante annuncio della «repentina rivoluzione» dei cento giorni, il premier ha di fatto aggiustato il tiro a suo favore, dilatando il tempo delle riforme. “Dalla fretta – scrive Marcello Sorgi sulla Stampa (01/09/2014) – di cambiare («una riforma al mese») alla consapevolezza che tra il dire e il fare, magari non c’è sempre di mezzo il mare, ma una complessità e una serie di ostacoli che conviene non trascurare”. Duecento giorni (circa). È il tempo che il sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello, ha in saccoccia da qui alle elezioni amministrative della primavera prossima. Pochi mesi da sfruttare appieno per portare a termine i progetti e i cantieri avviati. Vi è infatti la nuova sede della biblioteca da carteggiare e inaugurare, vi è il GiraLemene da completare, vi è un peso politico da far emergere fino all’ultimo secondo sulla questione dell’ospedale unico e della sua ubicazione. È questa, in estrema sintesi, una serie di lavori e iniziative da concentrarsi in un tempo breve, l’ultimo a disposizione di Bertoncello e della propria squadra. Eppure tutta questa fretta potrebbe stimolare l’azione di governo, rendendo la pratica più fluida. Mille giorni «contro» duecento. E se la velocità di azione imposta dal tempo – per una volta – portasse a maggiori e migliori risultati del suo opposto? E se duecento – per una volta – valesse più di mille? “A febbraio – scrive Stefano Folli sul Sole 24 Ore (02/09/2014) – era la rivoluzione, annunciata con spavalderia: una grande rivoluzione al mese per sei mesi e l’Italia sarebbe cambiata. Oggi è la prudenza dei mille giorni e la richiesta di essere giudicato (Renzi, ndr) non prima del maggio 2017. Non ci sarebbe da sorprenderci per questo cambio di tattica, se la strategia fosse confermata; se cioè il programma riformatore riproposto ieri si rivelasse davvero in grado di trasformare il Paese in poco meno di tre anni. Sarebbe invece drammatico se il volontarismo renziano fosse fine a se stesso: un modo dinamico, anzi frenetico, di restare più o meno immobili”. Un immobilismo che, oggi, Antonio Bertoncello non può di certo permettersi, con le elezioni alla porta e un’opposizione che preme per entrare.
mille. Le evoluzioni del settore corrono su binari troppo veloci, e per restarvi in scia occorrono continui rifornimenti di idee, guizzi. Accelerazioni. Ed è così che in questi giorni arriva su Google Play (per sistemi Android) e su App store (per sistemi Apple) la nuova App di Portogruaro.Net, un’App di informazione e contenuti, dove poter seguire 24 ore su 24 la cronaca, lo sport e gli eventi della città. La nuova App (la trovate negli store digitando semplicemente «portogruaro») vuole essere il punto di incontro tra l’informazione puntuale e la rassegna dei migliori eventi o delle promozioni presenti sul territorio, dando ai lettori l’opportunità di seguire la vita portogruarese nel modo più facile e immediato possibile.
NAUSICAA DAI PIEDI DI PINNA
Nei primi giorni di settembre è uscito il libro Nausicaa dai piedi di pinna (Visystem Editore), a cura di Renato Pauletto. Si
L’evolversi dei tempi e delle tecnologie porta anche noi – noi di Portogruaro. Net – a ricercare sempre nuove formule di attrazione e di informazione da mettere a disposizione dei nostri lettori. Nel campo dell’editoria e dei mass media i duecento giorni di tempo non sarebbero contemplati, men che meno i
tratta di un volume scritto a più mani dai ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado “Dario Bertolini” di Portogruaro. Il libro è di fatto la viva testimonianza del lavoro pluriennale condotto dagli alunni sul tema dei Diritti dei minori. Nausicaa dai piedi di pinna evoca un'intuizione di Victor Hugo: “qui ouvre une école, ferme une prison!” (chi apre una scuola, chiude una prigione!). Ragazzi di Terza della Scuola Secondaria di Primo Grado di Portogruaro studiano per un anno intero la Convenzione internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza nel tentativo faticoso di “aprire” la scuola ad un loro compagno. Raccontano questa esperienza, all'apparenza fallimentare, attraverso riflessioni sugli articoli della Convenzione. Riscrivono in forma divulgativa alcune norme, altre le criticano con competenza, in particolare quella sui ragazzi-soldato ammessi dalla Convenzione. Il libro contiene anche brani narrativo-poetici impietosi (e divertiti) usciti dalla penna individuale e di gruppo.
SOMMARIO EDITORIALE
Duecento giorni contro mille 3 IN COPERTINA
GENERAZIONE INVISIBILE
ASSISTENZA ALLE AZIENDE
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Giovani e razzismo FUORISCENA
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Intervista a Davide Boosta LA BUSSOLA MUSICALE
Festival Internazionale di Musica 8 INSERTO SPECIALE
Festa Madonna del Rosario 9 TRA LE PIEGHE DELL'ARTE
Maestri portogruaresi tra 1800 e 1900 LA PAROLA A
Music Village Accordiconcordi Confcommercio
STIAMO IN SALUTE
La medicina alternativa
13 14 14 15 16
L'ACQUOLINA IN BOCCA
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Si ringrazia Foto Ivano Santellani per le immagini d'epoca della Festa della Madonna del Rosario “LA PAROLA A...” è una rubrica di inserzioni promozionali redazionali a pagamento Nessuna parte di questa pubblicazione può essere utilizzata in alcun modo, incluse le inserzioni pubblicitarie che sono di proprietà dell’editore che ne vieta la riproduzione anche parziale con qualsiasi mezzo. Manoscritti, fotografie e disegni anche se non pubblicati, non si restituiscono. Portogruaro.Net lascia agli autori degli articoli l’intera responsabilità delle loro opinioni; garantisce la riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, scrivendo o telefonando alla redazione. L'editore rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto di copyright su testi o immagini che non è stato possibile contattare. Stampa: Centro Servizi Editoriali
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IN COPERTINA
settembre/ottobre 2014 Mr Bert
DEEJAY made in Italy Una professione in continua evoluzione. Filosofie e miti di una passione che da sempre affascina i più giovani (ma non solo)
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asta un download per scaricare la playlist da iTunes. Una buona consolle. E il gioco è fatto. O quasi. Sì, stiamo parlando di musica. Più in particolare di deejay, di chi la musica la propone nei fine settimana nei club, nelle discoteche, nei bar delle spiagge. Un mestiere in rapida evoluzione, che ha subìto il potere rivoluzionario di internet e della rete. Ma che conserva il suo fascino intatto, tanto da attrarre continuamente i più giovani. Si inizia per gioco, per passione, per mettersi in mostra tra i coetanei e, perchè no, per diventare qualcuno. Il deejay che guida il popolo della notte è una figura in grado di smuovere orde di giovani, affascinate dai suoi mantra. Tanti si approcciano perchè attratti dall'aura mitica che avvolge il deejay. Ci si avventura in questo mondo, ma è difficile emergere nel mare magnum. Ci si lascia sedurre dal potere che queste figure esercitano a livello nazionale e internazionale. Sì, i deejay, sono loro le nuove star che scalzano le pop band. Ma è davvero così semplice? Basta essere in grado di mixare dischi? Se si aggiunge che la rete ha semplificato le cose e permette comodamente da casa di scaricare brani e utilizzare software di elaborazione, sembrerebbe proprio un gioco alla portata di tutti. Abbiamo chiesto lumi a chi nel settore opera da anni. A chi la passione per la musica l'ha trasformata in un lavoro che, anche se circoscritto e limitato temporalmente, continua ad affascinare. Il "fantino dei dischi", questa la traduzione letterale dell'espressione disk jockey, è un intrattenitore che organizza, sceglie e trasmette i brani più graditi al pubblico. Il regista che alla consolle dirige il pubblico danzante nel suo viaggio musicale. Una passione che, in tutti i nostri intervistati, sboccia fin da giovani. Ma che richiede un forte apprendistato. Toni Dotta, apprezzato deejay a livello nazionale nell'ambito della musica italiana anni '60, dance anni '70, '80 '90 e revival, ci racconta il suo esordio. "Ho iniziato all'età di sedici anni – dice – frequentando LT2 Radio Portogruaro, dove ho fatto regia, poi trasmissioni di musica a richiesta e infine trasmissioni dedicate a vari generi musicali". Poi sono arrivate le prime esperienze nelle discoteche di Lignano, Bibione e Caorle. Sul finire degli anni Ottanta inizia il percorso che lo porta a suonare nelle migliori discoteche del Friuli Occidentale e Veneto Orientale, dove avvia numerose collaborazioni. Ha portato la sua musica anche all'estero. Dietro alla consolle non ci si improvvisa, bisogna capire e sintonizzarsi con il pubblico che sta davanti. "A chi si inoltra in questo fantastico mondo – spiega – mi sento di dare questo consiglio: metteteci passione, non siate esibizionisti. Die-
tro un lavoro apparentemente semplice e alla portata di tutti, c'è una continua ricerca e conoscenza profonda della musica. Fondamentale non fossilizzarsi su un unico genere musicale, ma proporne il più possibile, spaziare a 360 gradi". Ma non è sufficiente, il pubblico è connesso al deejay da un intenso e vibrante legame. "Il bravo deejay – continua – deve
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essere l'animatore della serata. Sbagliato limitarsi a guardare un pc e non avere occhi per chi ti ascolta. La gente va soddisfatta musicalmente e coccolata". Spesso chi si getta a capofitto in questo mondo, si lascia travolgere dall'entusiasmo iniziale ma poi si fatica a tenere il passo. Cambiano i gusti, cambiano le mode musicali e il deejay deve stare al passo coi tempi, deve saper anticipare le nuove tendenze, deve avere uno sguardo che va oltre la propria consolle, avere orecchi tesi ovunque. Deve saper rinnovarsi di continuo. "Il mio percorso è stato tortuoso – conclude – con periodi altalenanti. Continuo però a metterci tanta passione e questo stimola la voglia di mettermi in gioco. Lo dimostra il fatto che alla soglia dei cinquant'anni ci sono locali, gestori, amici che ti cercano per allietare le proprie serate. E questo è un buon motivo per non fermarsi". Passione, studio, ricerca continua. Sono questi gli elementi che contraddistinguono il vero deejay. Ce lo conferma un altro portogruarese, Umberto Scagnetti, meglio noto nell'ambiente disco come Mr Bert. Un deejay che ha suonato in varie discoteche della zona come Tnt Kamasutra, Kursaal, Mr Charlie, Area City, Muretto, ma è approdato anche all'estero. Tra le partecipazioni principali quelle all'Eco Festival di Nova Gorica e all'Isle of Mtv di Malta. Dal 1993 si è avvicinato a questa passione e giura che non potrebbe farne a meno. "Il tutto è nato comprando vinili – dice – e subito è scattata la molla. Oggi con costi irrisori, tramite portali di mp3, tutti possiamo scaricare musica. Oggi questa figura è diventata uno status symbol. Tanti aspirano a fare il deejay. Essere produttori può sicuramente dare un valore aggiunto a questo mestiere. Significa conoscere a fondo la musica e la gente apprezza questa qualità".
IN COPERTINA
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settembre/ottobre 2014
Intervista ad ALBERT MARZINOTTO
DEEJAY E PRODUTTORE
Nato nel 1989 a Portogruaro, ha trasformato il sogno di tutti i deejay in realtà: suonare nei locali di Ibizia
Cosa ti ha avvicinato a questa passione? La passione del deejay è nata in maniera molto spontanea. Dopo aver avuto un primo approccio con la musica, grazie allo studio di chitarra e pianoforte, sentivo il bisogno di avere un contatto ancora più diretto con il pubblico. Sicuramente la figura del deejay è in grado di poter avere uno stretto contatto con la gente durante le serate, sentirne le vibrazioni. Quando hai iniziato a suonare? Ho iniziato esattamente dieci anni fa, all'età di quindici anni. E c'è stata un'evoluzione del tutto naturale. Sono partito da alcune feste private organizzate con gli amici, poi sono arrivate le prime esperienze in discoteca. Oggi, con orgoglio e soddisfazione, posso dire di aver suonato anche in locali fuori dall'Italia.
Albert Marzinotto
Toni Dotta
AUTUNNO INVERNO 2014
DOV'È FINITO IL POPOLO DELLA NOTTE?
Il deejay sale sulla consolle pronto a far muovere il popolo della notte. Nel tempio del divertimento lui è il re assoluto. Diapositive d'altri tempi, secondo alcuni cultori dell'ambiente. Da mete obbligate per i giovani in cerca di divertimento, le discoteche hanno progressivamente perso il loro ruolo. Un dato è significativo a riguardo: negli ultimi dieci anni in Italia il numero è crollato da 5.000 a poco più di 2.700. Complice la crisi, senza dubbio. Ma c'è di più. Le restrizioni poste dai gestori dei locali hanno funzionato da freno al flusso inarrestabile del sabato notte. A ciò si aggiunge che i cachet dei grandi deejay sono alla portata di poche discoteche. Per cui meglio ripiegare su deejay alle prime armi, cui rivolgere il monito: "se porti un certo numero di persone puoi suonare". In tutto questo, cambiano anche le tendenze e le mode. Le discoteche hanno perso il loro monopolio sul mondo del ballo e del divertimento. "Oggi è il bar che fa tendenza – ci spiega Nicola Sclosa, deejay portogruarese –. Si suona più nei bar che nelle discoteche. Con un pubblico diverso dalle grandi masse che si riversano nelle tradizionali sale da ballo. Nella nostra zona, tra l'altro, questa professione è un po' svalutata". Da diciassette anni suona nelle discoteche di Veneto e Friuli, dal Palmariva al Kursaal al Mr Charlie. E seguendo la tendenza del momento, oggi suona anche nei bar. "È un mondo affascinante quello della musica – dice – ma è difficile trasformarlo in professione. La vera molla è la passione". Aggiornamento costante e un occhio alle novità, soprattutto d'oltreconfine. E poi basta connettersi alla rete. "Nei primi anni in cui ho iniziato a suonare – continua – spendevo buona parte dei guadagni per comprare vinili. Oggi si può scaricare da Internet. La differenza è enorme. Apparentemente è un'agevolazione per il deejay. Ciò non toglie che serva un aggiornamento costante sulle novità in corso e un lavoro di selezione enorme".
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Qual è la soddisfazione più grande in chi fa questo lavoro? La cosa più bella è vedere le espressioni e i sorrisi delle persone quando suono la mia musica. Essere in grado di trasmettere un messaggio attraverso delle sonorità è tutt'altro che semplice e scontato. Ogni serata ha un suo contesto, un suo pubblico, una sua atmosfera. Tutte incognite che devono essere interpretate. La capacità del deejay sta nel saper leggere nella maniera migliore la serata. Quali consigli ti sentiresti di dare a chi si avvicina al mondo della consolle? A questa domanda ho già risposto più volte e la risposta rimarrà sempre la stessa: la passione. Ho deciso di intraprendere questa carriera per passione. Bisogna amare la musica che si ascolta ed essere capaci di proporla al pubblico che si ha davanti. Il mio consiglio è quello di avvicinarsi prima di tutto ad uno strumento musicale. Per riuscire al meglio in questo lavoro cosa è necessario? Chi sfonda in quest'ambiente cosa possiede in più degli altri? Come in tutti i lavori, per riuscire al meglio, sono molteplici le caratteristiche che ti portano ad ottenere un ottimo risultato. In realtà non ho un segreto: faccio questo mestiere con passione e quello che faccio con la consolle mi piace e mi stimola sempre di più. Chi sfonda in questo ambiente può essere un'artista che si è guadagnato nel corso degli anni il successo, ma al giorno d'oggi si può anche "sfondare" semplicemente producendo musica nella propria camera da letto. Quello della musica è un mondo strano. A volte le dinamiche del successo non possono essere spiegate solamente a parole. Io credo nella costanza, nel farsi apprezzare dal pubblico sia nel palco che fuori. La musica è un'espressione libera ed apprezzo moltissimo chi cerca di osare e di proporre qualcosa di nuovo. La figura del deejay si è evoluta parecchio negli ultimi anni. Forse si è anche un po' svalutata. La produzione può essere un valore aggiunto per fare il salto di qualità? Le produzioni oramai sono diventate strettamente necessarie all'artista per poter emergere e farsi conoscere dal pubblico anche all'estero. Il deejay che si limita a mettere i dischi degli altri e non propone la propria musica è una figura che appartiene al passato. In questi ultimi dieci anni la tecnologia ha dato la possibilità a chiunque di poter produrre con un semplice laptop, una scheda audio e due buoni monitor. Bisogna dunque riuscire ad affiancare alla figura del deejay anche questo tipo di professione. Ovviamente non tutti possono diventare produttori discografici in un giorno, ma con duro lavoro e determinazione i risultati si possono ottenere. Non a caso i deejay più famosi al mondo hanno sfondato in questi ultimi anni non solamente grazie alla loro bravura dietro la consolle, ma soprattutto grazie a delle hit di successo a livello mondiale. Vito Digiorgio |
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GENERAZIONE INVISIBILE
settembre/ottobre 2014
Giovani e razzismo: un nuovo approccio all’integrazione Maltrattamenti verso le donne, discriminazioni agli omosessuali, ingiurie e violenze verso gli immigrati. Gli adulti mantengono diffidenza per lo straniero e “il diverso”. Il rimedio? I giovani che nelle attività quotidiane superano i pregiudizi e le intolleranze
L
a notizia è recente. Una donna, residente a Portogruaro, ha finalmente deciso di chiedere aiuto ai carabinieri dopo aver subìto per trent’anni soprusi e violenze dal marito. A tutela della signora, e di altre donne come lei, è stata attivata la “Rete territoriale per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere nell'Area Portogruarese”. È indubbio che paghiamo lo scotto di una società maschilista, a cui va aggiunto, nel caso dell’Italia, un ultimo ventennio vissuto con modelli mediatici che non hanno eguali in Europa. Non c’entra soltanto la scarsa cultura, come sovente pontificano alcuni osservatori. Qui si tratta di una “diversa cultura dell’altro/a”. Eppure, a differenza dei catastrofisti, è proprio dai ragazzi e dalle ragazze che si notano le tendenze più incoraggianti e rassicuranti. Lo conferma l’Istat che nella sua rilevazione Stereotipi, rinunce e discriminazioni di genere individua che gli stereotipi sui ruoli di genere sono meno diffusi tra i giovani, tra le persone con titolo di studio più elevato e tra i residenti nelle regioni del Centro-Nord.
dai ragazzi per rendersi conto - conclude l’assessore - di quale enorme potenziale lo sport rappresenti per l'affermazione di valori come accettazione, inclusione, solidarietà, amicizia, lealtà”.
IL RAZZISMO ISTITUZIONALE
Il XXIII Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes ci descrive l’Italia come un Paese in cui la presenza degli stranieri supera i 4 milioni. Oltre 232 milioni di persone - più del 3% della popolazione
mondiale - hanno lasciato il proprio paese nel 2012 per vivere in un’altra nazione. All’inizio del 2013 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui 4.387.721 (7,4%) di cittadinanza straniera. La distribuzione regionale conferma un dato ormai storico, che vede il 61,8% degli immigrati nel Nord, il 24,2% nel Centro e il 14% nel Sud e nelle Isole. Ma a Portogruaro lo straniero si sente vittima di razzismo? “Non abbiamo mai avuto segnalazioni di razzismo - spiegano i responsabili dell’Associazione Migranti Venezia Orientale ONLUS (AMVO) -, e fortunatamente non si registrano neppure dichiarazioni xenofobe da parte degli
CAS
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LO SPORT CONTRO IL RAZZISMO
Lo scorso 25 agosto la Procura federale ha archiviato il procedimento aperto nei confronti di Carlo Tavecchio, neo presidente della Figc. “Opti Pobà, che al suo paese mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così". Se n’era uscito con questa frase l’allora candidato alla Presidenza federale. Parole che hanno fatto il giro del mondo in pochissimo tempo. Peccato. Un’altra occasione persa. Non sarà certamente tra i principali pensieri dei presidenti delle società calcistiche ma occorre ricordarsi che lo sport, e il calcio in particolare, è un traino e un modello soprattutto per i giovani. E lo sport dovrebbe essere veicolo di valori universali come il rispetto, l’onestà, l’uguaglianza. Non fu certamente una casualità che il barone Pierre de Coubertin, fondatore dei moderni giochi olimpici, fosse anche un pedagogista. Che lo sport veicoli valori di amicizia, fratellanza e solidarietà lo sa bene, invece, la città di Portogruaro che anche quest’anno ha ospitato, per l’ottava edizione, la manifestazione Open Sport che si è tenuta nel fine settimana del 20 e 21 settembre. Tema centrale di questa edizione erano proprio le discriminazioni. “L'anno scorso - ci dice l’assessore allo Sport Irina Drigo - il tema era Sport di tutti sport per tutti - diversamente abili ugualmente atleti. Quest'anno abbiamo deciso di ampliare la tematica improntando le varie iniziative sul campo della lotta alle disuguaglianze. Basta far mente locale alla concreta pratica sportiva, quella che ogni giorno vediamo nei nostri impianti, nelle nostre palestre, quella che, soprattutto, vediamo praticare dai bambini e
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Le comunità straniere più presenti a Portogruaro - Fonte: elaborazione su dati Istat esponenti politici locali”. Numerose sono le occasioni per favorire la conoscenza di nuove culture e tradizioni che ogni anno vengono avviate nel nostro territorio. Si svolgerà anche quest’anno, a tal riguardo, l’ormai tradizionale Festa dei Migranti, giunta alla 14ª edizione. L’11 maggio scorso si è invece svolta la 7ª Festa della mamma immigrata. Numerose sono anche le feste etniche che vengono organizzate in tutti i comuni del territorio portogruarese. Vale la pena ricordare la manifestazione "Culture dal mondo senza frontiere" dello scorso 2 giugno e l'organizzazione "Camminata ecologica" contro il razzismo per le vie del centro storico di Portogruaro (riproposta anche nell'ambito di Open Sport). “Giovani e giovanissimi sono meno condizionati dai pregiudizi - spiega l’assessore Irina Drigo -, perché naturalmente sono più aperti e pronti a cogliere tutte le opportunità che derivano dal confronto con le diversità, di qualsiasi genere, e a farne tesoro e bagaglio per il loro percorso di crescita. Magari fosse così anche per noi adulti… bambini e ragazzi sono quasi sempre e quasi tutti scevri da pregiudizi, preconcetti, atteggiamenti discriminatori, comportamenti che tendono all'esclusione. Purtroppo - continua l’assessore - e molti fra noi adulti ne sono prova vivente, questa naturale propensione all'apertura è inversamente proporzionale con l'avanzare dell'età. I ragazzi preferiscono essere diretti protagonisti nel loro quotidiano, che vivono con assoluta intensità, piuttosto che essere inseriti in azioni gestite da altri dove, spesso, hanno la sensazione di essere ingabbiati se non addirittura usati”. Una considerazione che trova riscontro anche nelle dichiarazioni dei responsabili dell’AMVO: “I ragazzi - dicono - sono portati verso una naturale forma di aggregazione. Sono privi dei pregiudizi che invece sono presenti negli adulti”. Concludendo: su razzismo e discriminazioni è stato scritto molto. Forse però Negri, froci & giudei, del giornalista e scrittore Gian Antonio Stella, resta uno dei testi più interessanti. E basterebbe quel testo a descrivere tutto il degrado che l’essere umano può raggiungere quando discrimina altri esseri umani per la diversità di sesso, razza, religione, condizione sociale e/o economica. Non ci resta che attendere che i giovani e le giovani crescano quotidianamente in una società già multiculturale e multietnica. Andrea Rubin |
FUORISCENA
settembre/ottobre 2014
Quella volta con Agnelli
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Incontriamo Davide Boosta Dileo (tastierista dei SubsOnica) in occasione della prima edizione del Fossalta Future Lab. Ne nasce una chiacchierata su musica, libri, volo… e tre donne
F
a un freddo cane. È l’11 maggio (2014) eppure sembra di stare in pieno inverno. Gli incontri sul palco del Fossalta Future Lab si susseguono uno dopo l’altro, a rotazione. Il pubblico presente si stringe nei giubbotti e ascolta compiaciuto. È la prima edizione di quello che a tutti gli effetti si potrebbe definire «l’esperimento più azzardato» o, se volete, «l’azzardo più sperimentale» tra i festival del circondario. Fate voi. A metà pomeriggio l’aria che tira dal Garda mette la quarta e si fa corrente. Le tensostrutture che circumnavigano il palco si agitano, si scuotono, si gonfiano e si sgonfiano. Come se non bastasse, il cielo spegne la luce e chiama pioggia. Il tempo ideale, insomma, per tornarsene in fretta e furia a casa, mangiare qualcosa di caldo e ficcarsi dritti dritti sotto le coperte. Non certo per accogliere l’ospite tanto atteso: il tastierista dei SubsOnica Davide Boosta Dileo.
gradi e lenta nel suo procedere. Nel 2003, poi, passa alla scrittura. Una necessità o semplicemente un’altra forma di comunicare? Direi sicuramente la seconda. Di fondo io racconto storie, sia che lo faccia attraverso la musica e sia che lo faccia con la scrittura. Questa forma di arte mi permette più che altro di spaziare nel tempo e creare atmosfere che non mi è concesso fare con la musica. Mano a mano che invecchio scopro che la tavolozza degli strumenti artistici che ho a disposizione si amplia e questo mi piace parecchio. Prima il racconto breve e poi il romanzo a quattro mani con Tullio Avoledo dal titolo “Un buon posto per morire”. Molti hanno definito questo libro un “romanzo storico sulla fine del mondo”, ma tutto ciò non risulta contraddittorio?
Lo è volutamente! Quel libro giocava sulla carta della verosimiglianza, mettendo su carta la rappresentazione di un universo fatto di molti mondi paralleli, in cui la storia e i personaggi storici realmente esistiti si confondevano con l’immaginazione e la fantasia. È esattamente questa, per me, la forza della scrittura: la possibilità di giocare con diversi elementi, incrociando realtà e finzione.
Ricapitoliamo. Lei è musicista, scrittore ed editore. Ma anche deejay internazionale e presentatore radiofonico e televisivo. A quale di questi “Boosta” tiene di più? In linea di massima torniamo al discorso fatto prima: io anzitutto sono un musicista ma poi è chiaro che se quel particolare fatto che sento di raccontare preme per uscire attraverso altre forme lo lascio andare per la strada che più gli si addice.
QUESTO È LUI
Davide Boosta Dileo arriva a Fossalta verso le sei del pomeriggio. L’incontro con il pubblico è in programma dopo un’ora ma lui non se ne preoccupa: caffé al bar e quattro chiacchiere con i giovani del posto. Devo essere sincero: quel giovane uomo che nei concerti in Italia e nel mondo si appende alla molla della sua tastiera e balla come un forsennato mi è sempre piaciuto. Un po’ per la musica che lui e il resto dei SubsOnica hanno prodotto (e tutt’oggi producono) ma anche e soprattutto perché – a pelle – mi ha sempre ispirato una certa sincerità come personaggio e, ancor più, come persona. Così lo avvicino, mi presento, gli chiedo l’intervista già fissata giorni prima con la sua pr. Nella stessa frazione di secondo prego che non mi mandi a quel paese; mi auguro con tutto me stesso che Davide Boosta Dileo non tradisca l’aura che negli anni gli ho disegnato tutt’attorno. “Certo, faccio una telefonata e arrivo”. Mi rilasso e sorrido tra me. Davide, partiamo dall’inizio: come nasce, nel ’96, l’esperienza dei SubsOnica? Sono già passati diciott’anni? Vuol dire che ormai siamo vecchi rinco…vabbè, a parte questo momento di sconforto (ride, ndr), posso dirti che il progetto «SubsOnica» nasce dall’incontro di cinque ragazzi amanti della musica e dell’arte in genere, da una Torino in fermento e dalle nostre esperienze pregresse. Come molti altri, siamo partiti da una demo che abbiamo fatto girare pian piano, crescendo a poco a poco e lavorando davvero tanto. È stata un’avventura vissuta per
Una passione, quella per la scrittura e i libri, che l’ha addirittura portata, di recente, a fondare una casa editrice di saggistica, la ADD. Ce ne parla? È un’avventura affascinante e coinvolgente. Quando abbiamo aperto la casa editrice eravamo io, Michele Dalai (editore della casa editrice Dalai Editore, ndr) e un finanziatore (nell’intervista Davide Boosta Dileo non ne fa il nome, ma la persona in questione è Andrea Agnelli, ndr). Purtroppo poco dopo ci siamo accorti che un torinista (lui, ndr) e un juventino (Agnelli, ndr) non possono coesistere (ride, ndr). Ma tralasciando questa piccola parentesi, la casa editrice ADD mi sta dando grandi soddisfazioni perché riusciamo a pubblicare un tipo di saggistica particolare, in chiave dialogica, raccontando storie e avvenimenti storici attraverso interviste e discussioni anche molto aperte e libere.
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Va bene, l’intervista al personaggio è terminata. Ora, tra gli appunti, ho segnato un’ultima domanda da rivolgere alla persona. Qual è la passione, nella vita di tutti i giorni, che sente più sua o a cui non potrebbe mai rinunciare? (Ci pensa per qualche secondo, ndr). Non vorrei fare un torto a nessuno per cui ti rispondo: la passione per le mie tre donne: le due figlie e la fidanzata, per il volo e per il Torino. E ora che ci penso bene direi che te le ho messe più o meno nell’ordine giusto (ride, ndr). A questo punto mi scappa la domanda di riserva che si aggancia alla risposta di cui sopra: come fa a conciliare tutte queste passioni? In effetti ogni tanto la coperta è un po’ corta. (E ride, ndr). S. G. |
Inquadra il QR code con il tuo smartphone e guarda l’intervista integrale realizzata a Davide Boosta Dileo in occasione della prima edizione del Fossalta Future Lab.
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LA BUSSOLA MUSICALE
settembre/ottobre 2014
Johannes. Brahms e l’innocenza
ENTI
PROSSIMI APPUNTAM
vori del Biglietti € Keaton”. Due capolavivo er st Bu da 10 a 15 s ay pl A TR ORCHES ical dal ER us “Z m to en e am br gn to ot pa m 24 co Biglietti cinema muto con ac ore 21.00 da 18 a 28 € Grande successo per il Festival Internazionale di Musica ADEUS” 5 novembre “AM Tullio Solenghi Biglietti con che per l’edizione 2014 è stato dedicato al famoso compositore tedesco ore 21.00 ” 5€ SI IO ITANI CORAGG 10 novembre “CAPtacolo in Prima Nazionale! Biglietti Spet mattina da 18 a 28 € a riscosso un indubbio successo dall’Italia ma anche da Turchia, Belgio, di due anime: ODIMAYA” EL “V e br m ve no 15 o di pubblico la 32a edizione del Brasile, Portogallo, Austria, Germania, una didattica, Biglietti con Natalino Balass ore 21.00 da 4 a 6 € Festival Internazionale di Mu- Russia, Cina, Danimarca, Giappone, Pa- costituita dalle “SOTTO LA NEVE” e br m ve no 16 sica di Portogruaro. Quest’anno la rasse- esi Bassi, Slovenia, Svizzera e Ucraina. masterclass, e ore 17.00 mio gna concertistica ha preso avvio giovedì Rispetto alla passate edizione vi è stata una concertistilavoro; il canto occupa 21 agosto e si è conclusa venerdì 12 set- una maggiore affluenza da parte degli ca rappresentatembre, portando in città protagonisti di studenti provenienti dall’estero. “Trovo ta dal festival di musica. Penso quasi il 70% della mia vita, è una passioassoluto rilievo. Il Festival intitolato “Jo- tutti interessanti gli avvenimenti del Fe- sia fondamentale che il Festival preveda ne, è studio e sacrificio. Cantare infatti hannes. Brahms e l’innocenza” diretto da stival - spiega Enrico Bronzi -; è emozio- tutti e due questi tipi di registri, perché richiede studio tecnico, concentrazione e Enrico Bronzi è stato dedicato al grande nante vedere come ci siano degli approc- vi è reciprocità di entusiasmo e attenzio- preparazione fisica. Ora ho avuto la possibilità di studiare per cinque mesi musicompositore tedesco, attivo nella secon- ci radicalmente differenti alla musica, ne tra di essi”. cal all’interno di un’Accademia di Milano, da metà dell’Ottocento. “Per la realizza- è una sorta di lingua che tutti possono certo è che non abbandonerò mai lo stuzione del Festival – spiega Enrico Bron- capire, ma che si può declinare in modi IL FESTIVAL E I GIOVANI zi, Direttore Artistico del Festival – si è molto diversi. Assistere all’esibizione di Arianna Ballotta, soprano. Ha iniziato dio lirico”. deciso di prendere spunto dalla lettura musicisti di grandissimo valore, capaci di ad avvicinarsi al canto alle scuole medie, di uno straordinario libro che Johannes eseguire composizioni che ti colpiscono prendendo parte al coro delle voci bianArianna Ballotta Brahms scrisse da giovane, dal titolo Lo in maniera positiva è motivo di riflessio- che. “A diciassette anni sono entrata in Scrigno del giovane Kreisler (ed. EDT). ne. Ritengo che ciò rappresenti un fatto Conservatorio – spiega -; ora studio con il Questo libricino raccoglie documenti ed istruttivo per la vita, che invita all’ascolto Maestro Vincenzo Antonio Manno e con estratti tratti dai più importanti scritto- e in generale alla tolleranza. Credo che il Maestro Claudio Desderi, grazie al quari della letteratura tedesca dell’epoca; da la musica sia un mezzo capace di veico- le ho realizzato il mio debutto a Cento di tali scritti ne è emerso un tema ricorren- lare altre situazioni. Una delle chiavi che Ferrara. La mia carriera come soprano è te, il tema dell’innocenza che ha carat- distingue questo Festival è la presenza iniziata circa tre anni fa e rappresenta il terizzato l’intero Festival, affiancando al repertorio principale un tratto meno Paolo Vuono, violinista. Nasce a Novara conosciuto del grande compositore di nel 1993. Si avvicina alla musica all’età Amburgo”. Il riscontro del pubblico è staCONCESSIONARIO di nove anni. “Mio padre è clarinettista – to molto positivo, con un numeroso afPER UDINE E PROVINCIA spiega – e mia madre insegnante, quindi flusso di partecipanti ai vari incontri. La imbarcazioni, motori e gommoni cd e libri di musica giravano sempre per kermesse musicale è iniziata giovedì 21 la casa. Quando ho chiesto di suonare il agosto con il concerto inaugurale del Trio violino i miei genitori mi hanno iscritto di Parma; il concerto è stato preceduto a una scuola di musica locale. All'inizio da uno degli approfondimenti del ciclo era solo un passatempo, poi ho voluto intitolato “Penombre” con il musicologo studiare più seriamente e sono entrato al Alberto Batisti. Sul palco si sono susseConservatorio Guido Cantelli. Ho otteguiti talenti del calibro di Ilya Grubert, nuto la maturità classica con il massimo Chiara Opalio, Giorgio Caoduro, Alba dei voti e il diploma in conservatorio con Vila, Óscar M. Vila, l’Orchestra di Padova dieci e lode, e a quel punto ho dovuto scee del Veneto diretta da Daniele Giorgi. Il gliere. Ho vinto un posto nella classe di Festival si è concluso lo scorso venerdì 12 Amiram Ganz al Conservatorio di Viensettembre con l’attesa esibizione dell’Orna e il mio cuore ha saputo subito cosa chestra della Toscana diretta da Enrico volevo”. Bronzi. Come è avvenuto nelle edizioni precedenti, accanto alla ricca programPaolo Vuono mazione concertistica, anche quest’anno si è scelto di approfondire il legame tra musica e ritrattistica, tra musica e fotografia attraverso l’occhio di grandi artisti. A partire da questa idea si è ragionato su come sia cambiato nel tempo e si sia sviRANIERI VOYAGER 19S luppato il rapporto tra musica e arti visive e su quali siano le possibilità di parlare PACKAGE CON MOTORI MERCURY e presentare la musica attraverso le tecOFFERTA IN SEDE niche visuali. Il progetto fotografico “ExLaura Bortolotto, violinista. Nasce nel posed Music. Immagine e comunicazio1995 e all’età di soli quindici anni si clasne nella musica” ha proposto per la priLignano Sabbiadoro (UD) / Via Alpina 5 sifica al primo posto nel Concorso “Nama volta in Italia due mostre personali di Tel. 0431-70527 / 71956 Fax 0431-721740 Cell. 348-2302930 zionale Biennale” di Vittorio Veneto. due tra i più noti fotografi specializzati in www.nauticacicuttin.com vendita@nauticacicuttin.com Nel corso degli anni vince concorsi non ambito musicale: l’olandese Marco Borgsolo nazionali ma anche internazionali, e greve e lo spagnolo Josep Molina, che suona da solista con orchestre italiane e hanno esposto i loro lavori nella Galleria straniere. Nel 2010 ha ricevuto dal Capo Comunale d’Arte Contemporanea “Ai dello Stato Giorgio Napolitano l’AttestaMolini” a Portogruaro, ottenendo un otto di Onore di Alfiere della Repubblica. timo riscontro di critica e di pubblico. Il “Nel futuro – spiega – mi vedo come mutema della relazione tra musica e arti visicista. Mi piacerebbe molto poter fare la sive è uno degli assi portanti del Festival solista o avere la possibilità di suonare di Portogruaro. Proprio su questo argomusica da camera o insegnare musica” mento, sabato 23 agosto il gruppo di videomakers “Karmachina”, che ha ottenuto grande successo nella scorsa edizione Laura Bortolotto del Festival, ha proposto un intervento C.I.M.A. S.A.S. SERRAMENTI DAL 1991 di “videomapping”: un percorso audiovisivo dal titolo “Brahms WoO”, proiettato • Serramenti e scuretti in PVC e alluminio sul fronte del Municipio di Portogruaro, • Tapparelle in PVC e allumino schiumato in Piazza della Repubblica. Anche le ma• Zanzariere di varie tipologie sterclass, organizzate dalla Fondazione ESPOSIZIONE Via Manzoni, 31 Fossalta di Portogruaro Musicale Santa Cecilia di Portogruaro, PRODUZIONE Via del Lavoro,15 Fossalta di Portogruaro hanno riscontrato grande successo con ben 253 studenti provenienti non solo Tel. Commerciale 0421-700197 / Tel. 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PORTOGRUARO E LA TRADIZIONE
S. Giovanni è uno dei borghi più belli e caratteristici di Portogruaro. Una vera e propria “porta d’ingresso” della Città che, fin da subito, lascia intuire al visitatore quello che potrà ammirare, quello di cui potrà godere in quel piccolo-grande scrigno che è il nostro centro storico. Una porta d’ingresso che si presenta, in occasione della Festa in onore della Madonna del Rosario, con tutti i suoi pregi e in tutta la sua suggestione. Portici e palazzi, una via che invita ad essere percorsa con il piacere di immergersi in un mondo a misura d’uomo, vestigia e storia non solo a rappresentare un passato nobile ma, anche e soprattutto, un presente ed un futuro da vivere. E a troneggiare sul borgo la Chiesa di S. Giovanni, una delle chiese più preziose di Portogruaro, i cui lavori di edificazione iniziarono nel lontano 1338. Proprio dai Domenicani, ai quali fin da subito la Chiesa fu affidata, deriva la devozione alla Madonna del Rosario e la diffusione di questo culto fra tutti i portogruaresi. A rappresentarlo la splendida statua della Madonna che nella chiesa è custodita. Ma non è sicuramente questo l’unico tesoro d’arte che è possibile ammirare all’interno di S.Giovanni, ed è sufficiente una visita per rendersene conto. Il borgo, come tutta la Città, sembra quasi avere una “vocazione” naturale per i colori, i suoni, i profumi, le emozioni che le molte manifestazioni e iniziative che si succedono durante l’anno sono in grado di offrire. Occasioni che sanno coniugare motivi originali e innovativi alle tradizioni più radicate nel profondo dei tempi e degli animi. La Festa della Madonna del Rosario, come e forse più di molte altre, dimostra e sostanzia questo sentire, lo fa in maniera egregia mettendo insieme cultura, tradizione, religiosità, arte, prodotti della terra e dell’ingegno umano, l’appassionata attività dei molti volontari che alla sua realizzazione dedicano impegno ed energie. A tutti loro un ringraziamento sentito da parte di tutta la Città perché riescono veramente a rappresentare il meglio della nostra Comunità.
Antonio Bertoncello Sindaco di Portogruaro
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UN BORGO IN FESTA
Ringrazio l'editore per aver creduto al progetto editoriale che avevo proposto l'anno scorso sulla Madonna del Rosario di Borgo San Giovanni. È a lui che va dato il merito dell'idea di far entrare, quest'anno, in tutte le case di Portogruaro le antiche origini di una festa dal sapore antico per la nostra città, proponendo un magazine all'interno di questo numero di Portogruaro.Net. Una sfida che rappresenta una vittoria per due motivi molto semplici: allargare un'iniziativa editoriale di questi tempi non è impresa facile; la fiducia degli inserzionisti mi ha confermato che la festa della Madonna del Rosario rappresenta il vero momento di tradizione per il salotto di Borgo San Giovanni, il quale da sempre riesce a far rialzare la testa a Portogruaro e ai portogruaresi. Ciò rappresenta il segno tangibile che al contrario di quello che si dice Portogruaro ha tutte le carte in regola per riproporsi non soltanto in certe ricorrenze come questa, ma durante tutto l'anno. Nessuno può vantare nel comprensorio e nel vicino Sandonatese una cornice storica come quella offerta da Portogruaro con i suoi Palazzi che “trasudano” di storia, arte e tradizione, il che significa Cultura allo stato puro, anzi purissimo. Portogruaro pretende di essere valorizzata, fatta vivere, richiamare gente dai Comuni vicini e dal confinante Friuli Venezia Giulia e questa occasione rappresenta la dimostrazione. Non ci sono ricette miracolose per far sorridere e sognare Portogruaro, bastano le idee e il loro giusto abbinamento con la storia della nostra Città. Il prossimo anno Portogruaro sarà chiamata, tra le altre cose, al rinnovo dell'Amministrazione Comunale, ma credetemi, non è una questione di colore politico ma la volontà di tener viva una città, un patrimonio storico, tutti ingredienti che la Nostra città possiede nel proprio DNA fin dalla nascita. Se da anni i festeggiamenti della Madonna del Rosario riscuotono successo è perchè la gente ritrova nel primo fine settimana di Ottobre di ogni anno le proprie origini, il tutto con l'assoluta spontaneità che una festa antica sa far vibrare: le emozioni che sono quelle che fanno battere forte il cuore e richiamano l'orgoglio di vivere a Portogruaro e di essere portogruaresi. Non ci resta che aspettare che la festa abbia inizio e il divertimento prenda il meritato sopravvento! Riccardo Rodriquez
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LA CULTURA DEL DONO
È un grande piacere rivolgere il mio indirizzo di saluto alla festa della Madonna del Rosario e, soprattutto, a quanti concorrono alla sua riuscita. È proprio in occasione delle feste che una comunità si rinsalda, riconoscendosi in un orizzonte comune che dà ad essa senso e profondità, e che resiste, rinnovandosi, allo scandire del tempo e delle stagioni. In questo senso la Festa della Madonna del Rosario non rappresenta una semplice ricorrenza, ma un richiamo e un dono: un richiamo, perché chiama all'appartenenza e alla condivisione di una storia e di valori comuni che ci hanno fatto e ci fanno essere ciò che siamo, nessuno escluso. Un dono, perché la sua riuscita richiede da parte di tutti coloro che vi partecipano di donare qualcosa: il proprio tempo e il proprio volersi porre all'interno di una comunità per la quale continuare ad impegnarsi. Tutto questo è, nel senso più alto del termine, cultura, perché, come sostenuto da voci senza dubbio più autorevoli della mia, è “ la cultura a far sì che gli uomini si scambino doni, affinché la società possa continuare ad esistere […] sono i legami sociali che spingono gli uomini a donare”. Donare tempo e azioni, donarsi per far sì che la comunità sia, diventa pertanto fondamentale, soprattutto in un simile momento storico, che spinge purtroppo alla chiusura e alla separazione. Tradizione, religiosità, arte, momenti di aggregazione e di convivialità: la Festa della Madonna del Rosario unisce tutto questo, rappresentando così un momento importante in cui Borgo San Giovanni diventa punto di riferimento per una comunità impegnata a riconoscersi e a crescere. Maria Teresa Ret Assessore alla Cultura
LA CHIESA DI S. GIOVANNI E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA DEL ROSARIO
Tra le chiese più belle di Portogruaro rimane quella di S. Giovanni Evangelista che sorge nel borgo omonimo, considerato il salotto della Città di Portogruaro. Questa chiesa, sorta nel 1338, fu affidata all’ordine domenicano che vi costruì accanto un convento. La presenza dei domenicani a Portogruaro durò dal 1493 al 1656. Caratteristiche tipiche della spiritualità domenicana erano la devozione e la diffusione del Rosario e la predicazione al popolo. Proprio per questo veniva venerata una piccola ma preziosa immagine della Madonna del Rosario – tuttora custodita in S. Giovanni – opera realizzata nel 1612 dallo scultore Francesco Terilli. Questa antica immagine venne sostituita con l’attuale statua della Madonna, opera dell’artista Luigi Pizzini di Udine. La nuova scultura venne esposta ai fedeli per la prima volta, inserita in un pregevole tronetto-baldacchino dello stesso scultore, il 5 ottobre 1896; nel tempo la devozione e la venerazione alla Madonna del Rosario non sono mai venute meno nella Città di Portogruaro. Anche quest’anno si rinnova questa antica tradizione la prima domenica di ottobre, quindi la domenica 5 ottobre si svolgerà la celebrazione religiosa con la S. Messa alle ore 15.00 cui seguirà poi la Processione lungo le vie della Città. Grande è il concorso di popolo non solo di Portogruaro ma anche dai dintorni. Oltre la festa religiosa ogni anno un gruppo di volontari perlopiù del Borgo di S. Giovanni cura la manifestazione esterna con addobbi lungo tutto il Borgo con bancarelle e mercatini creando così attrazione e curiosità. Anche il concerto del Coro Città di Portogruaro, diretto dal M° don Giuseppe Russolo che si svolgerà il sabato precedente alla festa alle ore 20.45, fa parte di una tradizione apprezzata e partecipata. Ci auguriamo che la collaborazione non venga meno e anche che il tempo meteorologico, che ha fatto i capricci durante tutta l’estate, lo permetta. Il Parroco Mons. Pietro Cesco
PROGRAMMA Sabato 4 ottobre ore 10.00 - ore 15.30 - ore 20.45 -
Inaugurazione e apertura dei chioschi con mercato ed esposizione di prodotti dell'artigianato locale Manifestazione di calcio a 5 Piccoli Amici Coro Città di Portogruaro dirige il Maestro Giuseppe Russolo
Domenica 5 ottobre
ore 10.00 - Apertura dei chioschi con mercato ed esposizione di prodotti dell'artigianato locale ore 10.00 e ore 15.00 - Calci di rigore con ricchi premi ore 10.00 e ore 14.30 - Torneo pulcini/esordienti ore 15.00 - Santa Messa e Processione lungo le vie della città ore 16.00 - Giochi di una volta corsa con i sacchi e rottura delle pignatte
Immagini della processione nei primi anni '80
Durante la manifestazione saranno presenti attrazioni e giochi gonfiabili per bambini
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Pane Nostro
zione delle a intorno al XVIII secolo con l’inven In questi dat fu lta svo la ne infi sspe lto trinità di eccellenza mo ione di lieviti speciali. Il pane, con il vino e l’olio forma una a che, come sappiamo, si è svi- impastatrici meccaniche e la produz una evoluzione a ritmo straordiso conclamata nella religione cristianfica del Mediterraneo, da cui si ultimi cinquant’anni si è assistito ad zione delle abitudini alimentaizza luppata nell’area culturale e geogra sulla coltivazione dei cereali, nario che ci ha condotto alla global nord americano delle quali, fiore ata tipo bas di la te ico tura agr trut ltà des civi sso ri, molto spe è affermata la a Dio che dalle nostre parti si il pane è da sempre considerato della vite e dell’olivo. Fra questi, ento sacro capace, attraverso il all’occhiello, sono i fast food. Grazie ccamento alle proprie tradizioni l’alimento base, facendone “un alim mo in diretto collegamento con continua a mantenere un buon atta ane il cibo che non manca mai miracolo eucaristico, di mettere l’uopane è considerato tra i cibi più ed abitudini alimentari ed il pane rim addirittura a una sornelle tavole di casa. Anzi, si assiste le tradizioni culinaDio” (il Pentolino Magico,1995). Il omo, eppure proprio ta di rinnovamento del culto del elementari tra quelli elaborati dall’U le complessità, specialità rie e gastronomiche, ove il pane è una per questo racchiude in sé una notevo forni che capire quandi eccellenza, preparato in moderni oltre ché una storia millenaria. Per e (senza puter, prevedono addirittura l’uso del com to sia importante ed apprezzato il panti penne, azio entrato nel processo della panific andare troppo indietro nel tempo), bas ola reg e . nella che verifica il giusto dosaggio sare che intorno all’anno Trenta a.C patipi la temperatura prevista nei numerosi di Roma di Augusto si contavano ben 329 vo, più e, ioe e formati. Tante qualità e form netterie che poi, nel corso del med lo, Ricquaranta al giorno, come ci elenca di furono sottoposte ad un rigido controlont e zion cardo Flaborea, quarta genera come si ricava dalla Carta di Beaumche , ppe cio fornai in Concordia Sagittaria: in Argonne del 1350: “Il panettiere e in cca spa e cornèti, ciabatte, rombi, filòni, cuoce il pane deve farlo onestament impaie tine, arabo, ecc... e poi il montasù, ind e modo che esso sia buono, ben cotto nar pag one in cato in questo periodo per accom stato come prescrive la regolamentazicommercio, ne in l’ànara rosta, il piatto della tradizio na vigore, ovvero con il miglior grano in si trovasse, invece, don Ma lo tavola nel giorno della Festa della derna e cioè quello di circa due denari. E se que cin à her pag ere etti egna la preparazione mo pan molto mal cotto e troppo piccolo, il to ai poveri. E se si constatasse, del Rosario. Riccardo, che non disd o della tradizione, preparando mit soldi di multa e il pane verrà regala pane cotto ogni ventiquattro ore, tecnologica, mantiene comunque il sce fragranza, profumi e sapori il lievito madre che conferi inoltre, che egli ha mancato di avere il vero Toussaint-Samat, Storia ogni giorno (M. lta” mu ta det ai tanti dolcetti freschi e croccanti. Maicolosa sud e la e e pan ent di alm tipi li cia spe a pagherà ugu ole reg sta nella costante e met e). Naturalmente queste naturale & morale dell’alimentazioniglie. Il pane, quindi, è stato an- colpo d’artista di Riccardo Flaborea a pietra. La qualità della matevalevano per il pane delle nobili fam llo fresco era riservato al ceto ricerca di farine integrali e macinatesempre il suo pane, che nasce da que che un marcatore sociale, dato che e con la farina di frumento; tutti ria prima usata contraddistingue da la Tumminìa, il Bidì, la Maiorca, e ent cam uni ato par pre era farine di grano antiche italiane com la farina di grano Perciasacchi. nobiliare ed i altr con ato par pre llo que o o gli altri consumavano quello raffermanche a delle pietanze come la di grano duro come la Biancolilla o ltato e cantato da poeti ed usaesa cereali diversi con cui davano vita Il pane stesso, poi, ha distinto il Pane, cibo sacro: sin dall’antichità io in numerosi riti. Pane Nostro, polenta e a diverse varietà di zuppa. o: il primo civilizzato che sa- to persino come oggetto di sacrific i il nostro pane quotidiano: il bar popolo mediterraneo da quello bar are il pane, mentre il secondo nella preghiera cristiana… dacci ogg par per le nostre vite. peva coltivare il grano e quindi pre ente con dei cereali cibo necessario am lan sso gro ate par pre ie tigl pol le mangiava del Leandro Costa olarità del pane rinnovata con selvatici. Il Rinascimento vide la pop o di farine di alta qualità ed l’us l’introduzione del lievito di birra e
Il Coro “Città di Portogruaro” Il Coro “Città di Portogruaro”, fondato nel 1978, rappresenta la continuazione di un’antica tradizione musicale della nostra città. All’attività corale propriamente detta si abbina un'orchestra a vario organico, che esegue repertori classici vocali-strumentali di diverse epoche. La direzione è affidata al Maestro don Giuseppe Russolo. Da parecchi anni il Coro “Città di Portogruaro” partecipa al concerto della Festa della Madonna del Rosario, in programma nella sera del sabato che precede la celebrazione della ricorrenza religiosa. Quest’anno verrà data voce anche allo storico organo a canne da poco restaurato che si trova all'interno della Chiesa di San Giovanni. Programma della serata: Il concerto si tiene alle 20.45 di sabato 4 ottobre. Il Coro proporrà per l'occasione musiche per solo organo, musiche per canto e organo e musiche per canto lirico con la partecipazione del Coro “Lorenzo Da Ponte”.
IL PARNADEIZIONE
T SECONDO QUATTRO A D I A N R FO ONI GENERAZI LITÀ NE DI QUA SOLO FARI
IL FORNO di Flaborea Riccardo CONCORDIA SAGITTARIA Piazza G. Matteotti, 31 Tel. 0421 270262
Città di Portogruaro S I P
S.I.P.
SEGNALAZIONI IN PORTO vuoi richiedere un intervento manutentivo? fai la tua segnalazione sul sito
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TRA LE PIEGHE DELL'ARTE
settembre/ottobre 2014
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I Maestri portogruaresi nella storia
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Dal 1500 ad oggi. Da Cima da Conegliano a Valentino Turchetto, passando per Pomponio Amalteo fino al grande Tono Zancanaro
a nostra Portogruaro è città d’arte. Lo è stata e continua ad esserlo per il prestigio e la solennità maturati nei secoli. Lo è, anche e soprattutto, perché dal 1586 al 1974 a Portogruaro vi è stata la sede vescovile, e sappiamo bene quale grado culturale esprimeva il potere religioso, non solo dopo la controriforma. Il nostro splendido Duomo non poteva non essere un luogo in cui la cultura e l’arte fornivano il loro contributo nel far riflettere il penitente tramite le splendide opere d’arte in esso custodite. Primeggia la maestosità pittorica di Cima da Conegliano: l’incredulità di San Tommaso commissionatagli dalla Confraternita dei Flagellanti di San Tommaso dei Battuti, opera venduta alla National Gallery di Londra nel 1871 e sostituita con una copia realizzata da Eugenio Bonò. E ancora nel 1500 entrano nel Duomo le opere del grande Martini Giovanni e di Pomponio Amalteo. È del secolo successivo la Madonna col bambino della Scuola di Palma il Giovane, dove, alla base, è raffigurata la veduta di Portogruaro; una vestigia di notevole contributo storico. Pure La Resurrezione di Cristo è un tallero di splendida invenzione: la corrente ascensionale che sprigiona la resurrezione, liberando energia luminosa che sposta l’aria e gonfia il grande lenzuolo che farà salire Gesù verso il cielo, metafora di natura religiosa, è di una bellezza inaudita. Nel 1600, oltre a Palma il Giovane, vi è Pietro Damini di Castelfranco Veneto, paese di Giorgione, ivi nato nel 1612, che ha prodotto per il nostro Duomo La Madonna delle Grazie. E nel 1604 la Confraternita del Santissimo sacramento commissiona a Sante Veranda il tallero “L’Ultima Cena”. Del secolo successivo come non citare Antonio Carneo? Maestro di numerose produzioni per Udine ma anche per Fossalta di Portogruaro. A quel tempo le sue opere furono esposte nella sede Vescovile di Portogruaro. Nel 1800 abbiamo le opere di Umberto Martina, prime tele sulla storia della musica. Tra i personaggi che danno vita al tallero vi sono Santa Cecilia patrona dei musicisti, papa Gregorio e Guido d’Arezzo, inventore delle note musicali.
I PITTORI PORTOGRUARESI TRA 1800 E 1900
In via Martiri lo scultore portogruarese Valentino Turchetto realizza la colonna che sorregge il Leone Veneziano, colonna recentemente restaurata. Turchetto contribuisce con le sue opere ad emozionare generazioni di concittadini. Le sue sculture bronzee sono un momento d’arte. Ad esempio il busto di Ippolito Nievo esprime l’intelligenza, l’amore per l’Italia, la cultura del noto scrittore garibaldino che è stato eliminato con l’affondamento del piroscafo
che portava le prove dell’onestà del suo generale Garibaldi. Il suo sguardo va oltre la vita. Io per primo, come ai tempi della fanciullezza, continuo ad osservare ed apprezzare quelle opere bronzee meravigliose che sgorgano acqua nella fontana. Guai a trascurare queste statue vive che dovranno accompagnare ed essere conservate nei secoli futuri come le gru del pozzetto del Pilacorte, esse stesse realizzate dall’artista Valentino Turchetto. Sul finire dell’Ottocento il clima politico e sociale in continua ebollizione condi-
ziona inevitabilmente la produzione artistico-figurativa. Sappiamo che in zona operano grandi pittori tra i quali Luigi Nono, che avrà un successo internazionale. La sua pala d’altare “Il Sacro Cuore” si può ammirare nella Basilica di Motta di Livenza. Lo stesso Luigi Nono non si arrese quando, alla Biennale di Venezia, la sua opera “Ave Maria” fu scartata. Successivamente l’opera “Funerale di un Bambino” fu contestata dalla critica. Ma Nono andò avanti per la propria strada, avendo in seguito grande successo
in Europa e in America (compresa alla Biennale di Venezia). Insegnò pittura al Regio Istituto di Belle arti di Venezia. La regina Margherita gli acquistò opere, e ciò per dire la fama raggiunta. A Feltre, nei mesi estivi, realizzò il “Rosario della sera”. Divenne un grande collezionista di opere antiche. Andò infatti a Valle di San Pietro di Cadore, limitrofo a Costalta di San Pietro di Cadore, per acquistare dipinti del Tiziano. Morì il 15 ottobre a Venezia. Nelle opere di Tiburzio Donadon, nato a Motta di Livenza nel 1881, vediamo l’influsso liberty, caratterizzato dalla presenza di angeli, letti sia in chiave religiosa che profana. Donadon realizzò numerosi cicli pittorici, tra i quali quelli dei santuari di Barbana (Grado) e della Beata Vergine delle Grazie a Pordenone. Lavorò inoltre alla decorazione del Castello di Miramare, a Trieste. Fu maestro dello stimatissimo Giancarlo Magri. L’arte di Donadon è una propria proposta del bello che diviene spiritualità. Fu pittore, decoratore, restauratore e maestro di bottega. Fu nominato Ispettore Onorario di Pordenone e provincia nell’arte. Morì a Pordenone nel 1961. Allo scultore latisanese Giovanni Costantini venne commissionato il tabernacolo in noce e marmo della chiesa Beata Vergine delle Grazie di Latisana, il quale raffigura in bassorilievo il battesimo del Cristo. Una tematica, questa, ben assorbita dal maestro e da lui rivisitata. Infatti nella navata a destra del Duomo di Latisana il grande Veronese, suo maestro, aveva realizzato la pala d’altare nel 1567 che racconta il battesimo di Gesù. Lo stile liberty con la raffinatezza e finezza che lo caratterizza lo verifichiamo in questo tabernacolo che esprime armonia e compostezza plastica. Un vero gioiello, espressione di una peculiare capacità di esaltare il gusto di curare e lappare i pregiati materiali. Con le loro lumeggiature contribuiscono a creare una delicata atmosfera in linea con lo stile liberty che valorizza l’importante evento “Il Battesimo di Cristo”. Giovanni Costantini morirà a soli 42 anni nel 1917. Tono Zancanaro nasce a Padova nel 1906 dove morirà nel 1985. Eccellente disegnatore, ironico, sicuro. Va ricordato per aver inventato il personaggio “Il Gibbo”, caricatura di Benito Mussolini. La sua fama era tale che nel 1956 è stato inviato in Cina per rappresentare l’Italia. Nel 1950 disegna la tematica della gente del Polesine e delle Risaie, realizzando una Poetica realistica. Ebbe molti amici tra i grandi pittori, quali Gottuso e Maccari a Roma e Treccani a Milano. Di sicuro lavorò anche con i colori ad olio e l’acquarello. Sue opere sono state presenti anche negli interni del Palazzo Municipale di Portogruaro. Giorgio Fagotto |
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LA PAROLA A
settembre/ottobre 2014
INIZIANO I CORSI DI MUSICA 2014/2015!
Mercoledi' 3 settembre 2014, presso la nuova sede dell'associazione Music Village in viale Isonzo 86 a Portogruaro, sono stati ufficialmente aperti i corsi di musica 2014/2015. Gli insegnamenti programmati riguardano lezioni di strumento, di canto e di musica d'insieme. Le materie specifiche dei corsi individuali per adulti e bambini saranno le seguenti: chitarra elettrica, chitarra acustica, batteria, basso elettrico, sassofono, tastiere, pianoforte moderno, canto moderno. Le lezioni individuali saranno affiancate da quelle di musica d'insieme che, distinte per livelli, coinvolgeranno bambini, principianti e allievi di livello avanzato. Obiettivo finale di tale attività, oltre a quello prettamente didattico, saranno i concerti degli allievi che si terranno nel mese di giugno nei vari comuni del nostro territorio. A disposizione degli allievi con finalità più prettamente professionali ci saranno anche corsi di carattere maggiormente specialistico e tecnico di chitarra e batteria con esami di livello e conseguimento finale di attestato di diploma. I bambini (fino a 12 anni) potranno invece seguire percorsi di apprendimento dello strumento e del canto pensati specificamente per loro, nel corso dei quali gioco, fondamenti di tecnica strumentale, nozioni di teoria e socializzazione (musica d'insieme), si fonderanno tra loro con l'obiettivo di coinvolgere e
appassionare al meraviglioso mondo dei suoni e dei ritmi. Novità assoluta di quest'anno saranno alcuni corsi di gruppo che verranno proposti nel corso dell'anno quali: tecnico audio e di registrazione, Rithm counting (solfeggio ritmico), ear training e trascrizione (per imparare a trascrivere brani tramite l'ascolto), repertorio. Quest' ultimo si propone di realizzare (con 2 livelli di difficoltà) un percorso di gruppo creando una band, provando i brani regolarmente in sala prove fino ad imparare un intero repertorio. Una volta raggiunto l'obiettivo la band registrerà alcuni brani del repertorio e verrà prodotto un cd a testimonianza del lavoro svolto. Music Village si pone ormai da parecchi anni come principale interlocutore, nel nostro territorio, di tutti coloro che vogliono imparare la musica con approccio moderno. Molti dei protagonisti della nuova scena musicale che vediamo esibirsi nelle piazze e nei locali della zona, hanno ricevuto la loro formazione presso Music Village. Alcune di queste band e certi musicisti hanno oggi risonanza anche in campo nazionale ed internazionale. Music Village inoltre propone ai propri associati una struttura formata da locali pensati e realizzati appo-
sitamente per le attività musicali singole e di gruppo, dotati di ogni attrezzatura necessaria e di ogni comfort. L'associazione è iscritta al registro delle associazioni del comune di Portogruaro e collabora da sempre con molti enti pubblici e privati di tutto il territorio. Ricordiamo che le attività di Music Village sono riservate agli associati e che per esserlo è sufficiente recarsi presso la sede di viale Isonzo 86 a Portogruaro e inoltrare la richiesta. Per ogni informazione: tel/fax 0421 73267 associazionemusicvillage@gmail.com
ACCORDICONCORDI
CONCORSO MUSICALE SOTTOTONI E NON SOLO... La parte economica per la realizzazione dell'evento era sostenuta da alcuni importanti partners commerciali del territorio e dal contributo dell'amministrazione comunale, che da subito aveva appoggiato fortemente l'iniziativa. La giuria chiamata a decretare i vincitori era altamente qualificata, includendo figure dell'ambiente musicale, giornalistico, discografico e letterario di carattere nazionale. Il nome Sottotoni fu scelto in riferimento alla statua di “Toni dell'aga”, il bonificatore, presente di fronte alla logQuasi ad evocare la celeberrima canzone di Lucio Battisti, il 29 settembre del 2012, presso il cinema “C” di Concordia Sagittaria, andava in scena la prima edizione del concorso musicale Sottotoni. L'idea che sosteneva il progetto era di creare una manifestazione unica nel nostro territorio, dedicata alla musica inedita cantata con testo in italiano. A tal proposito, oltre al premio per il miglior classificato, ne veniva istituito uno speciale per il miglior testo letterario. Si decise di dedicare questo premio alla memoria di Angelo Benvenuto, compianto musicista e professore di lettere di Concordia Sagittaria. Il premio per il miglior classificato consisteva invece in un video-clip, nel quale alcune scene avrebbero dovuto ritrarre proprio la città di Concordia Sagittaria, includendo in questo concetto il desiderio di creare un legame tra la manifestazione e la città con lo scopo di una reciproca valorizzazione.
gia comunale di Concordia ed uno dei simboli della città. La prima edizione del concorso si rivelò un vero successo, con artisti iscritti da ogni parte d'Italia ed il tutto esaurito di pubblico nel corso della serata. L'associazione Accordiconcordi nacque proprio in questo contesto, allo scopo di organizzare e gestire Sottotoni e fungere da interlocutore dell'amministrazione comunale e dei partners commerciali che sostenevano l'evento. La seconda edizione (2013) bissava il successo della
precedente e consolidava la manifestazione soprattutto nell'interazione con la città. Quest'anno Sabato 25 Ottobre ore 21:00 presso cinema “C” di Concordia Sagittaria andrà in scena la terza edizione in collaborazione anche con la Pro loco di Concordia Sagittaria che ha voluto avvicinarsi alla manifestazione portando un prezioso contributo. Accordiconcordi ha collaborato anche all'organizzazione di altri importani eventi del nostro territorio quali “Il respiro di Gaia” (Ass. Limen Universalis 2013), “Menegodemusica” (Summaga, Agriturismo Ca' Menego - 2014), “Città Viva Unplugged” (Pro loco Portogruaro - 2014) e ultimamente è stata parte attiva del festival “Collimazioni” svoltosi a Forgaria del Friuli. Informazioni: info@sottotoni.it - tel/fax 042173267 www.facebook.com/sottotoni
LA PAROLA A
settembre/ottobre 2014
«Gira Concordia»
Concordia Sagittaria Domenica 28 Settembre 2014 dalle ore 11 alle ore 13 Dall’incontro tra «Vivi Concordia a Bocca aperta» e la folcloristica «Festa del Pesce», nasce «Gira Concordia», un appuntamento che vede in prima fila la Confcommercio e che è finalizzato alla promozione delle peculiarità di Concordia Sagittaria, tra le quali la gastronomia tipica del luogo. Si tratta di un
interessante itinerario del gusto che consentirà al numeroso pubblico - amante del buon mangiare - di farsi «coccolare» in compagnia di un buon bicchiere di vini della Doc Lison-Pramaggiore e delle invitanti leccornie predisposte dai bravi ristoratori sia in via Carneo che nei rispettivi locali.
#SPRITZANDOidee Portogruaro - Borgo S.Agnese Giovedì 9 ottobre 2014 dalle 19.30
E’ un itinerario di incontri all’ora dell’aperitivo tra giovani imprenditori, organizzato da Confcommercio Unione Venezia in collaborazione con le varie Confcommercio mandamentali, finalizzato al reciproco scambio di informazioni, di esperienze e per fare business. Durante l’incontro, un imprenditore di successo condividerà con i presenti la sua esperienza in modo da favorire la nascita di idee ed incoraggiare lo sviluppo di nuovi progetti attraverso la discussione, il confronto e lo scambio di conoscenze. Confcommercio Portogruaro-Bibione-Caorle organizza l’evento presso il Bar Caffetteria Campiello in Borgo S.Agnese n. 93/c.
ITINERARIO ENOGASTRONOMICO DEI SAPORI LUNGO IL LEMENE Le serate di Settembre, Ottobre e Novembre 2014 Venerdì 12 Settembre - Rist. Da Fanio Concordia Sag. (Il mare nel piatto) Venerdì 26 Settembre - Rist. Da Rosetta Alvisopoli (Alla riscoperta del pesce azzurro) Venerdì 3 Ottobre - Rist. Al Confin Concordia Sag. (Pesci, molluschi, crostacei di Laguna e di Mare) Venerdì 14 Novembre - Rist.Tavernetta del Tocai - Pradipozzo (Nel Bosco con Cappuccetto Rosso) Venerdì 28 Novembre - Rist. Alla Botte - Portogruaro (I Bolliti e le Suggestioni di tempi lontani)
«12 ore Città di Portogruaro» Gara ciclistica a staffetta
Su perfetta organizzazione di A.S.D. Sagitta Bike, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, con il contributo di numerosi sponsors, tra i quali Confcommercio Portogruaro-Bibione-Caorle, si è svolta Domenica 7 Settembre la 2°edizione. Ben 24 le squadre presenti: ciclisti professionisti, dilettanti e amatori si son
dati battaglia per 12 ore consecutive lungo le vie del centro storico all’interno delle torri cittadine. Peccato per la scarsa partecipazione di pubblico, che non ha purtroppo premiato l’impegno dei ristoratori e dei pubblici esercizi aderenti all’iniziativa.
TURISMO - INDAGINE CONFCOMMERCIO VENETO
...anche nelle spiagge di Bibione e Caorle calo delle presenze e degli incassi Un’estate - quella del 2014 - che sarà ricordata tra le peggiori, se non la peggiore, degli ultimi sessant’anni per il turismo del nostro Veneto, prima regione turistica d’Italia. Un’estate bruttissima e oltremodo piovosa - è stato il commento di Marco Michielli (Presidente Confturismo Portogruaro Borgo Sant’Agnese 93 Portogruaro T 0421 278311 93 Borgo Sant’Agnese T 0421 278311
Veneto) - ha favorito il tracollo delle presenze e degli incassi. Da aggiungere, poi, il commento di Massimo Zanon (Presidente Confcommercio Veneto) che tra le cause, oltre al maltempo prolungato, ci mette pure una non adeguata politica di promozione del territorio, una insufficiente pro-
Bibione Corso del Sole 48 Bibione T 0431 1945150 Corso del Sole 48
posta dell’offerta turistica in modo unitario. Come dire che, oltre al bel tempo, servono - come ha detto Edi Sommariva (Confcommercio Veneto) - anche immediate agevolazioni fiscali nonchè finanziamenti e fondi da destinare allo sviluppo del turismo.
Caorle Via Del Leone 12 Caorle T 0421 8171212 Via Del Leone
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Pagina a cura di Bruno Lena
San Stino di Livenza Corso deldiPopolo San Stino Livenza15 T 0421 310402 Corso del Popolo 15 T 0421 310402
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STIAMO IN SALUTE
settembre/ottobre 2014
Medicina alternativa? Il sì degli italiani Il dottor Nicola Forte ne illustra le pratiche più diffuse
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egli ultimi tempi si sta sempre più diffondendo il ricorso da parte degli italiani alle cosiddette medicine o cure alternative. Le motivazioni di questa scelta terapeutica sono le più svariate: moda, sentito dire, desiderio di essere presi in carico come persone e non come malattie da curare, scelte di vita, convinzioni religiose, mancanza di fiducia nella medicina tradizionale, curiosità. In realtà, ricorrere alla “medicina alternativa“ vuol dire intraprendere un percorso terapeutico e umano non privo di insidie e pericoli. Questo esercizio comprende pratiche mediche che difficilmente vengono riconosciute dalla medicina convenzionale. Quest’ultima si basa sulla prova dell’efficacia del rimedio somministrato (farmaco, ma non solo) e sulla dimostrazione dei meccanismi che determinano l’efficienza del rimedio stesso. Nelle cure alternative spesso tutto ciò non può essere dimostrato poiché a questo sistema medico vengono a mescolarsi credenze popolari, spirituali o rimedi aneddotici. Negli ultimi anni studi scientifici stanno dimostrando la valenza clinica e terapeutica di queste pratiche a tal punto che oggi si tende a chiamarle “medicine complementari”, che completano, cioè, le terapie tradizionali. Molto diffuse in Italia, queste cure sono state riconosciute anche dal nostro mondo scientifico. Ne illustriamo le più comuni.
CHIROPRATICA
È la cura e la prevenzione dei disturbi muscolo scheletrici e dei loro effetti sullo stato di salute. Concentra la sua attenzione sull’integrità del sistema nervoso con particolare attenzione alla colonna vertebrale, in cui esso è parzialmente contenuto. Si basa sul principio della capacità del corpo di guarire da sé. L’atto terapeutico è la correzione mediante la quale si interviene sulla sublussazione articolare o segmentaria.
OSTEOPATIA
È volta al trattamento di disfunzioni attraverso un tipo particolare di manipolazione, detta manipolazione osteopatica. Lo scopo è di migliorare l’efficacia del sistema nervoso vegetativo che ha la funzione di innervare gli organi interni e le ghiandole.
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OMEOPATIA
Si basa sul principio che il rimedio appropriato per una determinata patologia sarebbe la sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. In altre parole, si cerca di provocare una lieve malattia artificiale nel paziente. Il rimedio è detto “principio omeopatico” e viene somministrato al malato in una quantità fortemente diluita.
MESOTERAPIA
Prevede la somministrazione ipodermica - sotto la pelle - di un cocktail di farmaci. Questo cocktail contiene sempre due componenti fisse: acqua fisiologica e anestetico, mentre gli altri farmaci variano in base alla patologia che si prova a curare (vascolare, dolorosa, estetica, ecc.)
La medicina tradizionale utilizzata in India. Si occupa del benessere della persona da tutti i punti di vista: fisico, psichico e spirituale. Si interessa sia della patologia che dello stato di salute normale. Secondo l’Ayurveda il nostro corpo è pervaso da tre energie vitali dette dosha (vasta, pitta, kapha). La terapia è rivolta ad equilibrare le energie vitali attraverso cinque azioni differenti: 1) trattamenti con oli medicati o polveri di erbe, 2) l'assunzione di sostanze erboristiche sottoforma di tisane o pastiglie, 3) una dieta adeguata, con ricorso a diverse spezie, 4) l'adeguare il proprio stile di vita, 5) un costante esercizio fisico che prevede yoga, tecniche di rilassamento e respirazione profonda.
FITOTERAPIA
AGOPUNTURA E MEDICINA TRADIZIONALE CINESE
È la medicina evoluta più antica, costituita da cinque componenti: dieta, fitoterapia, massoterapia, ginnastica psicofisica (tai chi e qi gong) e agopuntura. Quest’ultima è la pratica che più si è diffusa nel mondo occidentale. Essa prevede l’inserzione di particolari aghi in punti precisi del corpo umano. Stimolando le parti interessate, si prova a correggere gli squilibri del flusso qi (energia interna al corpo) mediante canali conosciuti come meridiani.
AYURVEDA
E R B O R I S T E R I A
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Emicrania e Mal di testa
Letargia e Stanchezza
Colon irritabile e gonfiore
Si basa sull’utilizzo di piante o di loro derivati (oli essenziali, essenze, cere) come farmaco. In realtà, questo esercizio non ha niente di alternativo alla medicina tradizionale occidentale. Esso si basa sul fatto che i rimedi fitoterapici usati contengono un principio attivo. Questo principio, però, nonostante venga usato a un determinato dosaggio, per una precisa via di somministrazione, per una determinata patologia, può determinare effetti collaterali come qualsiasi altro farmaco. In estremo oriente è uno dei capisaldi della medicina tradizionale. In occidente, invece, si è evoluta dai rimedi popolari e dalle consuetudini locali. Attualmente, grazie a studi scientifici specifici che hanno dimostrato la sua efficacia, la fitoterapia viene considerata, per alcune patologie, un modo naturale di assunzione di principi attivi farmacologici, precisando che naturale non vuol dire innocuo. Le altre: medicina antroposofica, omotossicologia, musicoterapia, pet-terapy, nutriceutica, aromaterapia, fiori di bach. Va ribadito che l’esercizio di queste medicine e pratiche è un atto medico, e sono di esclusiva competenza e responsabilità professionale del medico, dell’odontoiatra, del veterinario e del farmacista, ciascuno per le rispettive competenze. Questa posizione si fonda sul principio che qualunque intervento terapeutico debba essere preceduto da una diagnosi corretta. Nicola Forte |
L’ACQUOLINA IN BOCCA
settembre/ottobre 2014
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Vendemmia manuale o meccanica. A voi la scelta Un tempo tra i filari si concentravano decine di amici e parenti. Oggi le macchine vendemmiano a tempo di record
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ine estate, tempo di vendemmia. Uomini e donne si affannano attorno alle vigne cariche di grappoli; le cantine sono in fermento. Così, la raccolta e il trasporto dei grappoli d’uva, la loro trasformazione, prima mosto e poi vino, conservano tutti i caratteri di un romanzo epico. “Siano per me i tuoi seni come grappoli d’uva e il tuo respiro come profumo di miele.” Così recita il Cantico dei Cantici, senza distinguere se è l’uva metafora del seno o viceversa, entrambi fonte di piacere e simbolo di vita. Il rito e la tradizione della vendemmia conservano immutato un fascino particolare che evoca ricordi, nonostante l’avvento della meccanizzazione che si sta espandendo sempre più. La vendemmia solitamente si esegue quando il frutto è maturo, vale a dire al raggiungimento della maggiore concentrazione dei contenuti che lo caratterizzano, dato dal rapporto tra zucchero e acidità totale. Quando questi valori si mantengono costanti si procede alla vendemmia, sempre che non intervengano eventi atmosferici particolari. È il caso di lunghi periodi di giornate molto calde esposte al sole che richiedono un anticipo della raccolta dell’uva per evitare un eccesso di gradi zuccherini che provocano un impedimento alla fermentazione e anche, caso più grave, in presenza di costanti piogge e temperature fredde che causano malattie e danneggiamenti dell’uva. Quest’ultima circostanza, purtroppo, si è verificata nel corrente anno, in cui la situazione del tempo nella nostra provincia (e non solo), fin dal mese di marzo, è stata caratterizzata da frequenti ed intense piogge che hanno raggiunto a tutto agosto quasi i 500 mm che, si dice, siano ben al di sopra delle medie storiche degli ultimi 20 anni. Le basse temperature e la tanta pioggia comporteranno probabilmente una diminuzione del grado zuccherino (da 1/2° a 1°) e di conseguenza un aumento dell’acidità. Queste sono anche le risultanze di “Veneto Agricoltura”, la quale conviene che l’acidità sarà più sostenuta, e questo a vantaggio delle basi spumante. La precocità, evidente sino a fine giugno, è andata man mano contraendosi sino ad annullarsi quasi del tutto, con una data d’inizio vendemmia fissata per la seconda metà di agosto. La straordinaria emergenza ha costretto i viticoltori a gestire al meglio la difesa dei vigneti e le previsioni qualitative dell’uva, indicando dei valori zuccherini medi, come pure le sostanze coloranti e aromatiche. Un’annata, questa del 2014, che per aggressività fungina e piovosità trova simili riscontri solo nel lontano 1995. Tutti sperano nel sole di settembre e in una buona escursione termica tra il giorno e la notte. “Se il bel tempo ci assi-
ste - dicono i viticoltori - i rossi possono ancora recuperare bene, altrimenti sarà un problema”. Disagi di questo genere, in ogni caso, ci sono sempre stati e sono quelli che incidono sulle annate vinicole d’eccellenza o di mediocrità. Di là da ogni aspetto tecnologico e fisiologico sull’uva, anche la vendemmia dei giorni nostri assume momenti rituali importanti, in cui uomini e donne si riuniscono per lavorare allo stesso obiettivo. È un ruolo sociale
e rituale che persiste ancora nelle piccole aziende che producono vino in quantità limitata o per uso famigliare. Ricordo bene i tempi in cui tra i vigneti si riunivano decine di amici, parenti, vicini di casa, e tutti assieme raccoglievano l’uva e poi festeggiavano il risultato positivo della raccolta con un lauto banchetto fra le vigne. Allora si raccoglievano dapprima i grappoli veramente maturi e solo gli acini di un grappolo con determinate
a COMUGNE di Pramaggiore L’ASSOCIAZIONE RICREATIVA COMUGNE ORGANIZZA LA
23ª Festa d’Autunno volete degustare e rivivere i sapori dei nostri nonni con piatti tipici della civiltà contadina
VENERDI’
17 LUGANEGHE COE VERZE
SABATO
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Ossi de porsel Pie de porsel Radici e fasioi Fasioi coe tirache Fasioi alla texana Lingual - Muset Saame in tecin Pansal ai ferri Frico Stinco al forno Trippe alla parmigiana El poastrel de a nona in tocio
VENERDI’
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17 al 26 ottobre 2014 Seguici su
caratteristiche: l'uva eccellente, e poi l'uva "normale" ed infine gli scarti. Oggi, i problemi maggiori relativi alla vendemmia manuale si riscontrano nella ricerca e nei costi da sostenere per la mano d'opera specializzata. Si ricorre quindi alla vendemmia meccanica che offre buoni risultati in termini di qualità e rapidità del lavoro, di prodotto ottenuto, raccolta notturna e riduzione dei costi soprattutto in presenza di superfici ampie su cui operare. La tecnologia, ormai, affianca sempre più spesso il mondo del vino e le nuove tecniche di lavoro utilizzate nelle vigne. Oltre a rendere più snelle le operazioni di vendemmia, queste riescono a mantenere alta la qualità della stessa. In passato la raccolta meccanica era vista come deterrente per la qualità, mentre oggi si sono abbandonati i pregiudizi e queste tecniche sono utilizzate con successo in tutto il mondo. Ultimamente, poi, sono stati immensi i progressi tecnologici che hanno affinato e reso molto precise le macchine impiegate in viticoltura, tanto che da strumenti impiegati solo per abbattere i costi si sono trasformate in strutture meccaniche in grado di ottimizzare tempi e risorse nell’agricoltura. Leandro Costa |
Sagre Di Comugne
TUTTO AL COPERTO - RISCALDATO
Enoclub Portogruaro organizza ANNUALE FESTA DELLA VENDEMMIA 4 ottobre - Parco Collodi di Teson
Menù
Verdure pastellate e olive ascolane, Bocconcini di pollo all’aceto balsamico con polentina e funghi trifolati, Pasticcio di carne e Crespelle ricotta e spinaci, Capriolo in crema con polenta o Spalla di Vitello al forno, Contorni di verdure cotte e fresche, Assaggi delle torte del "Concorso delle Signore", Vino, acqua e UVA dell’occasione PARTECIPAZIONE SU PRENOTAZIONE Per informazioni: Enoclub Portogruaro - Via Cavour, 21/A - Tel. 0421 72244
Chi ha saputo coniugare al meglio tradizione e sperimentazione, antichi saperi e nuove tecnologie è senza dubbio Antonio Geretto, dell’omonima azienda vinicola di famiglia, prematuramente scomparso lo scorso 28 agosto a causa di una tragica fatalità. Imprenditore vitivinicolo, enotecnico, sommelier, vice presidente della Strada dei vini Lison Pramaggiore, Antonio era un prezioso amico ed interlocutore delle Confraternite Enogastronomiche del Triveneto (UCET), con le quali ha più volte collaborato. Di carattere estroverso, di elevata cultura e profondo conoscitore dell’arte della vinificazione, della gastronomia e degli accostamenti, era spesso ospite delle Confraternite per condurre lezioni e conferenze a tema enogastronomico. Negli anni, la moralità e la socialità di Antonio lo hanno portato a condividere tante amicizie anche fra le centinaia di confratelli che prediligono agli affari l’amicizia e la cultura della buona tavola. Ciao Antonio, sarai sempre con noi. Leandro Costa - presidente UCET
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INTERVALLO
settembre/ottobre 2014
Con rispetto parlando... A
Forlì, un insegnante di scuola media becca un alunno mentre studia foto spinte sul proprio cellulare. Il professore sequestra immediatamente il telefonino, pretendendo che a ritirarlo vengano i genitori del giovincello. La madre arriva, accompagnata da un avvocato, e accusa di furto l’insegnante. Si capisce, siamo in Italia. Questo episodio viene riferito dal sindaco della città romagnola, secondo il quale la genitrice avrebbe sostenuto che le foto incriminate non erano poi così spinte, perché la protagonista delle scenette indossava un perizoma. Ci sono persone che sostengono che la nostra scuola è allo sfascio. Sarà anche vero, ma a volte gli insegnanti devono affrontare certe famiglie…
L‛ASSESSOR GIGI VIÒTA EL GA
PRESENTÀ EL RESTAURO DEA COÒNA DEA MERIDIANA TAL LISTON.
GAVÉO
VISTO CHE SPETÀCOO? TUTA ROSA! PROPIO NA BEÉSSA!
SÌ, PERÒ...
PERÒ… AL
LEON GHE MANCA ‘NCORA UN TOCO DE ALA, E AA MERIDIANA GHE MANCA EL QUADRANTE. A COSSA SÈRVEA QUEA BACHETA DE FERO, CHE PO SARÌA EL GNOMONE, SE NO GHE XE EL QUADRANTE COI NÙMARI DEE ORE?
“CUM UMBRA NIHIL SINE UMBRA NIHIL
ATQUE NIHIL SINE HORIS”.(*)
GO FATO EL CLASSICO MI, SIORETI!
AL
MARCONI,
C
arlo Tavecchio, recentemente eletto presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, se n’era uscito tempo fa con una frase che ha scatenato un mare di polemiche: «Le questioni di accoglienza sono un conto, quelle del gioco un altro. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così.». La sinistra protesta: «Faccia un passo indietro.». Commento dell’ex ministra Cécile Kyenge: «Paternalismo verso gli inferiori». Come sempre, non sa nemmeno quello che dice: sembra che per lei gli africani appartengano ad una razza inferiore. All’estero chiamano gli italiani mangiaspaghetti, noi chiamiamo i tedeschi mangiapatate o mangiacrauti, ed i francesi mangialumache, i veneti chiamano i corregionali vicentini magnagati e i trevigiani magnaradicio, i settentrionali chiamano terroni i meridionali, e i meridionali polentoni i settentrionali, e così via. Qualcuno di costoro si è forse sentito talmente oltraggiato da far scoppiare polemiche a livello nazionale e addirittura in Parlamento? Quanta ipocrisia nei commenti dei cosiddetti politici! Soprattutto contro l’onorevole Alfano (non s’illuda, signor Alfano: onorevole, per quanto mi riguarda, è attributo quanto mai sarcastico), il quale ha avuto la sconsideratezza di usare il termine vu’ cumprà. Ma se erano loro stessi, i vu’ cumprà, a presentarsi così! E a proposito di onorevoli, loro sì avrebbero il diritto di offendersi se noi semplici elettori, li definissimo scatofagi (in parole povere magnam…) perché alcuni di essi non lo sono. Per quale motivo, invece, un africano dovrebbe risentirsi per l'appellativo mangiabanane? Concludendo, io posso dare della cretina ad una persona che considera la parola mangiabanane un'espressione paternalistica
(*) «Con ombra niente, senza ombra niente e niente anche senza ore »
verso gli inferiori? Chiedo: posso?
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el 1996 il Consorzio delle Città del Lèmene organizza alcune manifestazioni con lo scopo di attirare un maggior numero di visitatori in città. Fra l’altro, produce in proprio, pur con il sostegno (morale…) del Comune, una videocassetta, realizzata materialmente da NUOVA IMMAGINE, azienda di Cormons, contenente splendide immagini della nostra città; il cofanetto, con il suggestivo titolo SUCCEDE A PORTOGRUARO, viene completato con la guida cartacea di Portogruaro di Roberto Sandron, ritoccata ed aggiornata dall’autore stesso. Il tutto presentato, come sempre in questi casi, dal sindaco di allora, Gastone Rabbachin, che scrive: «È sempre una soddisfazione presentare una nuova iniziativa culturale; in particolare trattandosi di Portogruaro, Città che senza dubbio merita di essere più conosciuta e valorizzata. L'idea in questione, realizzata dal Consorzio Città del Lèmene con il sostegno del Comune di Portogruaro, è quanto mai opportuna ed efficace.» [...] Segue poi una sorta di prolusione del presidente del Consorzio, personaggio del quale non ricordo il nome (e temo che questa mia amnesia potrebbe costarmi cara…). Ebbene, che è successo in questi ultimi anni? È accaduto che l’Amministrazione Comunale, con una manovra che definire furbesca sarebbe eufemistico, s’è impossessata intellettualmente dell’opera, fingendo di ignorare che il vero proprietario è appunto il Consorzio delle Città del Lèmene. Per
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averne la prova basta andare nel sito web del Comune di Portogruaro, oppure seguire questo link: www.youtube.com/watch?v=PDPEcwgQOTA
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d ora occupiamoci di Vanessa e di Greta, le ragazze rapite in Siria. Probabilmente, e me lo auguro, all’uscita di questo giornale saranno già state liberate e riportate in pompa magna in Italia. Avrei tantissimo da scrivere su questo argomento, ricordando le vicende di Giuliana Sgrena e delle due Simona, ma preferisco far mio il commento che un lettore ha scritto a Beppe Severgnini, noto giornalista del Corrierone: «Proviamo a fare qualche ipotesi realistica. Supponiamo che qualche organizzazione legata ai Fratelli Musulmani o gruppi armati consimili abbia qualche sua filiale operante in Italia mascherata da ONLUS di aiuto ai profughi siriani. Specialmente ai bambini, che fa sempre molta scena. E fin qui non c'è molto da supporre perché esistono di fatto. Questa organizzazione ha una brillante idea, già sperimentata da altri nel passato: troviamo una o più ragazze ingenue e volonterose, le imbottiamo con un po' di propaganda e le convinciamo ad andare in Siria come “volontarie” per aiutare i bambini. Le ragazze sono meglio, soprattutto se fotogeniche, perché fanno molta più scena in TV. Le facciamo arrivare in una zona pericolosa della Siria attraverso i nostri canali - visto che da sole non ci arriverebbero MAI - poi le
facciamo rapire (con o senza il loro consenso) da qualche nostro affiliato locale; a questo punto il gioco è fatto: grazie ai polli italiani, ci becchiamo qualche bel milioncino di euro con cui possiamo comprarci un bel po' di altre armi da usare per fare la pelle ai nostri nemici, donne e bambini compresi, ça va sans dire. DOPO aver incassato i quattrini le liberiamo con un po' di fanfara mediatica e facciamo anche una bella pubblicità alla nostra organizzazione. Vi sembra così strano? O, piuttosto, non è praticamente quello che è successo qualche anno fa con le “due Simone”?». Sottoscrivo totalmente. Ma voglio aggiungere che il riscatto della Sgrena costò agli italiani non solo la bazzecola di 4,4 milioni di euro, ma anche la vita di un agente del Sismi, Nicola Calipari; mentre per le due Simona, “volontarie” superpagate dal governo italiano (si dice con 8.000 euro mensili a testolina), fu versato un riscatto di “un solo” milione. Altra bazzecola. Quante bazzecole ci costerà il ritorno in patria di queste altre due ultime matte?
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aura Boldrini tuona sempre contro i maschi che negano la femminizzazione delle professioni e dei titoli: ingegnere ingegnera, dottore dottora, medico medica, avvocato avvocata. E se una persona è neutra, dal sesso non definito, cioè né maschio né femmina? Semplice: ingegner, medic, avvocat, magistrat, president, eccetera. Presidenta, sei granda!
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occe gelate per raccogliere fondi per la ricerca scientifica contro la terribile stramaledetta SLA, (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Cosa se ne facciano i malati di SLA di una secchiata d’acqua gelida gettata sulla testa di un Vip non è dato sapere. Vittorio Feltri, invitando tutti alla serietà ed al buon senso, consiglia di inviare un congruo bonifico, invece di esibirsi con quella pagliacciata della doccia. Jerry Calà raccoglie l’invito e, secondo quanto riferisce Mariangela Lamanna, vicepresidente di un comitato che raggruppa i malati di SLA in Italia, manda un bonifico di 1.000 euro. Invece Luciana Littizzetto, conduttrice e star televisiva strapagata (cachet di 350.000 euro all’ultimo festival di Sanremo), con una foto ostenta l’offerta di due banconote da 50 euro. Corbezzoli, 100 euro! Ma così va il mondo. Il mondo dei pidocchiosi.
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a Puntigliosa: «Non bisogna dimenticare di guardare sempre al futuro. Ma ricordiamoci che il futuro è anche oggi pomeriggio». Luciano Guareschi |
guareschi@email.it |
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R O P O C S F R Z E R I L A S R
CRUCIVERBA ORIZZONTALI 1. Orrende, lugubri - 7. Priva della vista - 12. Elemento base per l’atomica - 13. Lo Steven di “Nico” - 14. Bianco o nero sul pianoforte - 15. Lo calpestiamo - 16. Sporca d’olio - 17. Arrossisce facilmente - 18. Lo fa chi cambia casa - 23. … familiare... in trattoria - 24. Le separa la H 25. Gara per cow-boy - 26. Il Damon di Hollywood - 27. Rendono certa l’età - 28. Colpevole silenzio - 30. Il killer a ripetizione - 32. Ha chicchi gialli - 34. I personaggi rappresentati dalle statue nella foto - 37. Istituzione pubblica - 38. Solidarietà cristiana - 39. Attaccati al denaro - 40. Associazione Elettronica Italiana - 41. Una via celeste - 42. Unità di misura termica -
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Chi rappresenta il complesso di statue che si erige nel centro di Pradipozzo? Risolvi lo schema e la soluzione apparirà nelle caselle cerchiate.
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settembre/ottobre 2014
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VERTICALI 1. Un debito che... si accende - 2. Frutti a spicchi - 3. Puro, illibato - 4. Battente, sportello - 5. Il prefisso della vita - 6. Nel libro e nel quaderno - 7. Piccoli fiammiferi - 8. Misura inglese - 9. Il mare che bagna Creta - 10. C’è chi lo mena per l’aia - 11. Possono lasciarli le macchie - 13. Ce ne sono quattro nei mazzi di carte - 15. La... voce della pendola - 17. Indumento per bebè- 18. Nota località calabrese - 19. Donne di Bucarest - 20. Gli affiliati a una setta - 21. Animale strisciante - 22. Il fiore dell’oblio - 23. Ortaggio arancione - 24. Cantano nei campi - 26. Dopo le elementari - 27. Quello delle tenebre prelude alla notte - 29. Il fianco del corpo - 30. Servizi per le Tossicodipendenze (sigla) - 31. Sgorga dal vulcano - 32. Il compianto Reitano della canzone - 33. Pianta leguminosa della Cina - 35. Beata senza limiti - 36. Il Brooks del cinema comico -
CRUCIPUZZLE Portum de Gruario cum molendinis, cum omnibus ad se pertinentibus. Così si legge nella bolla di Papa Urbano III del 1186. A cosa si riferisce? Cerca nello schema le parole elencate. Le lettere rimanenti daranno la soluzione alla domanda.
AIUTO AMARE ANGOLO AVERE AZZURRO BRAVO BRUCIARE COLPO CREARE DEDICARE FIGLIA FIGURARE FIORE FOGLIA FONDO FUOCO GESTO
GIOVANE GODERE GRADO GROSSO INTERNAZIONALE ISOLA LETTO LIBERO LINEA LUNGO MARITO MENTE PAURA PIETÀ PORRE PRESENTARE REALE
REGNO RISOLVERE SALIRE SCALA SCOPO SERIE SONNO SORGERE SPESA STARE STRAORDINARIO TESTA UCCIDERE UDIRE USARE VISTA
LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE
S C A L A
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D S C O M U N I C A Z I O N E L
I E R A R E B I L M O P L O C I
P R E I R A G I O N E R O I F N
M O L T E
L A M P A O D I S A N A R M E I A R
A M I R I S I E S A D S C E C A A Z Z O
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R O R A P I T U T M A N I E R A
T P E F P E O T A G R I G I O E
A C T O R P G I E C E C N B E E
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Cosa rende davvero unico il guardaroba di un uomo?” La camicia, in assoluto l’arbiter elegantiarum dello chic maschile. In un evento formale o per la vita di tutti i giorni, è nei modelli realizzati su misura che la camicia dà il meglio di sé
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Carla misura u s a i r e camic izza tessuti util ALBINI I CANCLIN BERSINI CAMICERIA SU MISURA CARLA - PRAMAGGIORE Via Puccini, 6 FERNO APERTO AL PUBBLICO: VENERDI’ dalle 15:30 alle 19:00 - SABATO dalle 09:00 alle 12:30 SOKTAS e SU APPUNTAMENTO tel. 349.5654686 - www.camiceriasumisuracarla.it
A R I A
L O T L E V L L G R D U R U R M
L N E L S S I E D E I P G O E Q
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A N C U T A E E I A O E T I T S
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A R T P R A N Z O I H C C E R O
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L E G G E R O L O D R R O O C P
C C A R N E P E Z Z O R E B I L