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del mese

Ho sempre pensato che i procuratori fossero anche di sostegno psicologico ai calciatori. Sbaglio?

Condivido. Il calciatore non è un cliente facile: molto spesso vuole sentirsi dire quello che gli piace sentire. I miei patti con l’assistito sono stati sempre chiari: se sei bravo ti faccio guadagnare, se fai stupidaggini lo sappiamo io e te e ti difenderò fino alla morte, ma non potrà ripetersi. Mai deve venir meno il rapporto fiduciario.

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Qualche aneddoto.

Il trasferimento di Enrico Annoni al Celtic. Si discuteva dell’ingaggio all’aeroporto, stavamo per concludere e il Presidente della società inglese, a fronte della cifra importante palesata, ci disse: “Good flight” (Buon volo). Tornammo a casa, ma poi concludemmo l’affare.

Qualche giocatore le è rimasto nel cuore più di altri?

Ne ho avuti tanti, farei un torto a citarne alcuni. Posso dire però che sono rimasti legami di affetto importanti perchè quando li chiami, anche dopo tanti anni, ti fanno sempre una gran festa. Un’esperienza che mi ha segnato è la vicenda di Denis Bergamini (n.d.r. giocatore del Cosenza morto nel 1989 in circostanze misteriose. Le recenti vicende giudiziarie vedono l’ex fidanzata imputata per omicidio), di cui sono stato procuratore. L’ho visto il sabato precedente alla morte a Milano e non ho mai pensato che si fosse suicidato, viveva un momento bello della sua carriera, si parlava di passaggio alla serie A.

Parliamo della controparte: le società di calcio. Molto ben organizzata e gestita l’Udinese (avevo Di Natale, un fuoriclasse). Perfetta la Juve di Moggi e Giraudo. Società modello anche il Sassuolo e l’Atalanta. Posso dire che ho avuto sempre buoni rapporti con tutti i club.

Com’è cambiato il mondo del calcio?

Intanto il 70-75% dei giocatori che gioca in serie

A è straniero: grande problema soprattutto per la Nazionale. Alcuni si riesce a naturalizzarli.

Per chi tifa Bruno Carpeggiani?

Per la Nazionale, una squadra verso cui nutro una passione tale da star male. Il mio ruolo non mi fa scegliere un club: negli spogliatoi non puoi gioire per una vittoria e contemporaneamente disperarti per una sconfitta se hai degli assistiti in entrambe le squadre.

Guardandosi indietro rifarebbe tutto?

Non ho rimpianti, mi rimane l’eredità importante dei rapporti umani con i miei calciatori e l’impegno messo nel mio lavoro che ho svolto con grandi soddisfazioni.

Il rapporto con XII Morelli?

Torno sempre molto volentieri: per mio cugino, per gli amici. Incontrarsi con loro è sempre una gran festa.

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