05 Paganesimo Nordico

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Sommario quinto numero Paganesimo Nordico Novembre 2023 EDITORIALE 3.

Benvenuto nuovo anno! Blót Monath: il capodanno germanico, l’impegno per un altro inizio ANGOLO DEL GOTHI

7.

Vecchie promesse e nuovi propositi: coltivare la spiritualità per l’anno che arriva ALLE RADICI DEL CULTO

11. La sacralità delle celebrazioni: il Blòt germanico e la tradizione de ‘Il Tempio del Lupo’ 16. Il prima e il dopo: amore, fertilità, magia, battaglia. Nel mese di settembre abbiamo onorato Freya INTORNO ALLA FESTA DI MEZZA ESTATE: SPECIALE HAUST VOLK FEST 19. Haust Folk Fest: nel cuore del Trentino la prima edizione dedicata alle tradizioni degli antichi popoli germanici 23. Tutte le immagini di un evento rievocativo unico in Italia 28. Haust Volk Fest in musica: il Canto della poesia scaldica e le melodie del passato con Svartàlfar 31. Il trionfo dei raccolti, la chiamata delle notti d’autunno STORIA DEGLI UOMINI DEL NORD 34. Gemme del Nord brillano tra le Alpi e i monti pallidi: tradizioni celtiche, venete, retiche e germaniche sopravvissute nelle nostre terre SAPEVATE CHE 38. L’Irminsul: tracce dell’albero sacro di Odino in terra lombarda IL PANE DEGLI DEI 41. Pesce, carne e stufati: energia per la battaglia e protezione nei lunghi inverni nordici LA BIBLIOTECA DEI GIGANTI 45. Midgard Edizioni: una realtà italiana tra le perle dell’editoria di settore 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 2


Benvenuto nuovo anno! Blot monate: l’impegno per un altro inizio di Elisabetta Cardinali Con l’ultimo sole di agosto e l’avvento di settembre l’estate volgeva al termine. I raccolti erano stati abbondanti, il silenzio che aveva seguito il turbinio della festa, ancora ricco di un’inebriante energia, aveva esteso le sue larghe braccia aprendo le porte al cambio dell’eterno ciclo naturale. Stava per arrivare l’autunno, durante il quale avremmo ringraziato per ciò che eravamo stati in grado di conservare gelosamente per i tempi in cui avremmo avuto la necessità di ricordare e di usufruire di ciò che si era messo via durante la bella stagione.

L'equinozio d’autunno è un momento speciale dell'anno in cui incontriamo nuovamente l’equilibrio. Questo periodo segna un grande cambiamento nella nostra ruota dell’anno. Un cambiamento verso lo spegnimento della terra. I fiori, un tempo colorati e ricchi, appassiscono e gli alberi si preparano a gettare le foglie per il freddo imminente, gli animali raccolgono cibo e calore in previsione dell’oscurità. Cominciamo a prepararci per l’inverno, a rivolgerci verso l'interno e a praticare la gratitudine per ciò che il raccolto ci ha portato. Il particolare passaggio tra la fase della raccolta e del festeggiamento e quella del ritorno ad un silenzio quasi meditativo e ricco di spunti per ricoltivare la nostra spiritualità ha ispirato la concezione di questo nuovo numero di novembre, che ricerca una sintesi tra ciò che è stato e ciò che ci prepariamo 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 3


ad essere, tra quello abbiamo passato e ciò che si accinge ad arrivare. Questo ciclo stagionale è creato dall'orbita annuale della Terra intorno al Sole. I solstizi sono i punti estremi in cui l'asse terrestre si inclina verso o lontano dal sole, quando i giorni e le notti sono più lunghi o più brevi. Negli equinozi, i giorni e le notti sono uguali in tutte le parti del mondo. Quattro giorni di quarto incrociato segnano all'incirca i punti intermedi tra solstizi ed equinozi. Noi usiamo commemorare queste fasi del ciclo terrestre. Le celebrazioni stagionali della maggior parte delle culture si concentrano attorno a questi stessi punti di svolta naturali. Nel wolfsangismo (termine che differenzia questa corrente da altri tipi di paganesimo vista la sua derivazione dalla tradizione mitteleuropea e alpina che crede negli Antichi Dèi germanici centroeuropei) l’equinozio di autunno che si celebra il 23 settembre prende la forma di un tributo alla Dea Freya. Il 31 ottobre invece, nella data in cui ormai in quasi tutto il mondo occidentale si festeggia la commerciale festa di Halloween, la celebrazione segna per i culti pagani nordici l’appuntamento con l’Álfblót (Blòt Monath per la tradizione germanica del Wolfsangismo). Nonostante le evidenti differenze religiose, pratiche e sostanziali riguardo alla festività, nella sostanza il capodanno che si ricorda alla fine del decimo mese dell’anno rimane l’elemento comune a tutte le tradizioni antiche pagane, poi riprese successivamente anche dal moderno (più fantasioso e commerciale) neopaganesimo (secondo un trend di neoceltismo i neopagani o Wiccan preferiscono infatti riconoscerlo come Samhain). 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 4


Soprattutto i nostri antenati germanici e scandinavi celebravano dunque questa festività che segna la fine generale dell’autunno e l’alba di un nuovo inizio. Se volgiamo l’occhio alla Scandinavia precristiana e in generale a tutta l’area germanica mitteleuropea, il Veturnætur (Winternacht) ovvero la notte d'inverno, era un periodo di due giorni intorno alla metà di ottobre che segnava l'inizio della metà invernale dell'anno. Oltre all’abbattimento del bestiame in attesa dell’avvento del grande freddo, questo era anche un momento per ricordare i defunti, gli antenati, l'importanza che hanno avuto nella nostra vita e che hanno ancora come ricordo e presenza. L’occasione per una festa sacrificale in cui venivano accolti gli antenati, gli elfi e gli dei, come riportano anche diverse descrizioni delle saghe islandesi. Nel particolare il Blòt Monate, nei nove giorni che lo precedono, viene celebrato quotidianamente con un omaggio ad ognuna delle Divinità: ogni sera si offre agli Aæsir e ai Vanir un dono diverso con una preghiera dedicata. L’ultimo giorno, il nono, si offre ad Odino a tutti gli Dei ed ai nostri predecessori, un sacrificio per noi di immenso valore. Tramite questo affidiamo alle sante Potenze tutto ciò che vogliamo lasciarci alle spalle in questo anno e chiederemo di benedirci affinché tutti i nostri propositi per il nuovo anno possano avverarsi.

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Odino che possa tu riversare su di noi, la tua terribile grazia e la tua benedizione.

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Vecchie promesse e nuovi propositi: coltivare la spiritualità per l’anno che arriva di Gothi “Conosci te stesso ed elevati spiritualmente, accogli gli antenati, onora gli Dei” L’idea di non conoscere bene se stessi può sembrare un po’ strana all’inizio. Dopo tutto, vivete nel vostro corpo, nella vostra mente: chi vi conosce meglio di voi, giusto? La verità è che molti di noi vivono con il pilota automatico. Ci muoviamo in continuazione, reagendo a ciò che ci capita e può essere difficile trovare il tempo per conoscere davvero noi stessi e ciò che ci spinge. Anche chi siamo è in continua evoluzione. Man mano che cresciamo, ci sviluppiamo e cambiamo, i nostri valori cambiano e le nostre priorità si spostano. Trovare il tempo per migliorare la conoscenza di noi stessi apre una porta. Aristotele l’ha detto meglio quando ha affermato: “Conoscere sé stessi è l’inizio di ogni saggezza”. Quando conosciamo noi stessi, possiamo fare scelte consapevoli nella nostra vita e svilupparci in modi che non sapevamo possibili. Non siete convinti? Ecco alcuni dei motivi per cui è importante conoscere sé stessi.

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Aiuta a trovare la realizzazione Per vivere la vita in modo autentico e trovare ciò che ci rende felici e appagati, dobbiamo conoscere noi stessi. A volte può sembrare che stiamo semplicemente giocando le carte che ci sono state date. Vediamo un percorso tracciato per noi e non ci preoccupiamo di guardare ai lati per vedere se c’è un’altra strada. Quando ci prendiamo il tempo di guardare dentro di noi e di chiederci che cosa vogliamo veramente, ci diamo l’opportunità di cambiare la nostra storia. Ci rendiamo conto che siamo noi a controllare il nostro destino e possiamo fare dei passi verso la realizzazione oggi stesso. Un primo passo semplice è quello di identificare i vostri valori e le vostre convinzioni di base: cosa è importante per voi? In cosa credete? Questi possono agire come una bussola, guidandovi nel vostro viaggio. Fa luce su ciò che deve cambiare Quando ci sentiamo bloccati o frenati nella vita, spesso è perché qualcosa deve cambiare. A volte si tratta di una situazione o di un ambiente in cui ci troviamo, altre volte il cambiamento deve avvenire all’interno. Con una maggiore consapevolezza di sé possiamo individuare eventuali schemi negativi di comportamento o di pensiero e iniziare a pensare a come cambiare.

Il primo passo per qualsiasi tipo di cambiamento è la consapevolezza. Una pratica regolare, come il diario o la meditazione, può essere d’aiuto in questo senso, in quanto vi abituate a dare spazio all’auto-riflessione. Cercate di individuare gli schemi e i problemi ricorrenti e considerate da dove provengono e come potreste cambiare la narrazione. 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 8


Migliora le relazioni Capire le proprie tendenze, il modo in cui si reagisce a certe cose e persino i potenziali fattori scatenanti può essere incredibilmente utile nelle relazioni. Comunicare questi aspetti con le persone care può aiutarle a capirvi meglio e a superare i blocchi e i punti critici. Pensate a questo: c’è una discussione che si ripresenta continuamente? Potete approfondire il motivo di questa situazione e capire in che modo le vostre tendenze o esperienze passate possono essere collegate a questa discussione? Ora, come potete comunicarlo all’altra persona?

Costruisce la fiducia in sé stessi e la sicurezza Durante gli anni della giovinezza molti di noi stanno ancora cercando di capire chi sono. Questa incertezza può creare una base fragile, rendendo difficile costruire la fiducia in sé stessi. Quando si impara a conoscersi, ci si sente più a proprio agio con ciò che si è e si comincia a fidarsi sempre di più di sé stessi. Ed è proprio di questa fiducia in sé stessi che abbiamo bisogno per avere delle fondamenta solide. L’autostima e la fiducia in sé stessi possono poi crescere lentamente man mano che si provano cose nuove, si riconoscono i propri punti di forza e ci si avvicina a ciò che si vuole veramente. Anche se le cose non dovessero andare come ci si aspettava, la fiducia in sé stessi e la conoscenza di sé vi terranno al sicuro mentre vi riprendete e provate di nuovo. Sostiene il vostro benessere Ci sono molti articoli e libri che ci dicono come deve essere la cura di sé e come dovremmo sostenere il nostro benessere, ma la verità è che non esiste un regime unico per tutti. Siamo tutti 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 9


diversi sia mentalmente che fisicamente e quindi abbiamo anche esigenze diverse. Quando ci si conosce bene, si può individuare il modo migliore per sostenere il proprio benessere. Vi apre la mente al mondo esterno Molto di ciò che abbiamo discusso qui implica guardare dentro di noi per saperne di più. Essere consapevoli di sé e conoscersi è fondamentale, ma questo non significa chiudersi al resto del mondo. Anzi, conoscere sé stessi e avere questa conoscenza di base può permettere di concentrarsi maggiormente sul mondo esterno. Piuttosto che ripensare a ogni decisione che prendete, avrete una conoscenza innata che creerà spazio per tutto ciò che il mondo ha da offrire. Guidati da questa conoscenza, potrete guardare più in alto e fuori, concentrandosi sul quadro generale perché sapete già come vi siete inseriti e potrete iniziare un percorso spirituale più elevato.

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La sacralità delle celebrazioni: il Blót nordico e la tradizione de ‘Il Tempio del Lupo’ I nostri riti sono chiamati Blòt. Inizialmente, il Blót significava rafforzare le divinità. Ci sono poche fonti scritte sui rituali e sui riti sacrificali negli antichi riti germanici. L’Edda Poetica con Hávamál e Völuspá e l’Edda di Snorri Sturluson sono le nostre migliori fonti sul paganesimo e sulla religione nordica e germanica, ma Flateyjarbók alla fine del XIV secolo racconta dell’antico re Thorri, che faceva grandi sacrifici e ne faceva uno ogni anno in pieno inverno.

di IL TEMPIO DEL LUPO

L’apertura Anche prima dell’inizio del Blót è importante preparare l’area in cui si svolge il rituale, infatti durante il suo svolgimento stiamo lasciando lo spazio del nostro mondo terreno e lo stiamo vivendo con una mentalità e un universo diversi da ciò che vediamo ogni giorno. Stiamo inoltre invitando gli Dei e le Dee a camminare tra di noi e condividere il nostro evento. Le sante Potenze sembrano apprezzare quello sforzo in più che impieghiamo per dedicare un’area in qualche modo per loro, anche se solo temporaneamente. Per aiutare a focalizzare l’attenzione di tutti sul rituale imminente, spesso rimarchiamo 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 11


simbolicamente o fisicamente la zona in cui il rituale avverrà, questo può essere fatto con corde, candele o altri oggetti per rendere ovvio che all’interno di una certa area sta accadendo qualcosa di speciale. Il punto focale per l’area rituale è spesso l’altare, dove un martello, un corno, un bacile per i Blót e altri oggetti sono predisposti per la preparazione. Una volta che l’area è stata preparata e i presenti sono stati riuniti in assemblea, il rituale può avere inizio. Spesso, anche prima di pronunciare qualsiasi parola, può essere utile a tutti eseguire una breve meditazione, anche usando un canto, per aiutare a convogliare le energie di tutti, questa meditazione può quindi condurre a una cerimonia di santificazione del luogo nota come Rito del Martello. Quest’ultimo è comunemente fatto in particolare nelle aree in cui il rituale non è mai stato eseguito prima e se tutti si girano ad affrontare le direzioni chiamate dal Gothi può aiutare nella protezione e nell’effetto rituale. Si protegge un’area non solo per renderla adatta agli dei, ma anche perché durante la cerimonia aumenteremo la nostra sensibilità ai pensieri e ai doni degli Dei, è quindi molto importante proteggerci dal caos e dalle influenze distruttive. L’apertura è anche il momento in cui invitiamo determinati santi, antenati ed energie a partecipare alle cerimonie, e dove dichiariamo il motivo per cui li invochiamo. Ancora più importante è il momento in cui esprimiamo il nostro intento e il nostro rispetto per gli dei e le dee, e questo intento dovrebbe essere presente in tutta la cerimonia. 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 12


L’offerta Uno dei principi fondamentali dei rituali è il dare e ricevere doni (vedere in particolare i versetti 41 e 52 della Havamal) e qui è dove offriamo doni appropriati agli Dei. Nel Blót, per esempio, le persone riunite possono versare le loro energie nel sacro idromele in un corno, che verrà poi offerto agli dei. Un’offerta potrebbe anche essere un oggetto di significato o di valore che, intriso di energia dai partecipanti, viene quindi sepolto, bruciato, o altrimenti donato agli dei. Per chi ha le strutture necessarie, un dono potrebbe anche assumere la forma di un animale. Il ricevimento Dare è reciproco, e la potenza, la saggezza e le benedizioni delle Sacre Potenze sono doni che noi riceviamo da loro. Nel Blót, ad esempio, il più delle volte riceviamo i loro doni bevendo l’idromele sacro dal corno che è stato benedetto ed è permane di forza degli dei. Ci sono anche variazioni su come la benedizione viene trasmessa al Volk. Un modo comune è per il Gothi o l’assistente selezionato di portare il corno a ciascuna persona, lasciando che ognuno offra un brindisi adatto al rituale (che può essere condiviso da quelli riuniti) e poi bere dal corno o baciare il lato del corno. I partecipanti possono avere le loro proprie corna, per mezzo delle quali si versa la bevanda del corno benedetto nel corno del partecipante. Se ci sono molte persone presenti, il Gothi può anche per esempio, scegliere di spargere sulla folla il contenuto del corno benedetto. 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 13


La chiusura In conclusione, ringraziamo gli dei per averci onorato con la loro partecipazione alla cerimonia e li invitiamo a “restare con noi”, durante i festeggiamenti che avvengono dopo il rituale. Segniamo anche il finale formale della cerimonia, smontando lo spazio sacro stabilito all’inizio del rituale, permettendo alle persone di tornare nel mondo reale. Si potrebbe anche voler aggiungere degli elementi sintetici o motivazionali per il Volk da portare con loro quando se ne vanno. Di nuovo, ci sono molte varianti, alternative e abbellimenti che possono essere fatti al quadro di cui sopra. Ad esempio, una componente di Discussione dà al Gothi la possibilità di fornire informazioni sul rituale o sui dettagli di un particolare aspetto del rituale, che può essere utile per rafforzare la tradizione e fornire l’introduzione per i nuovi arrivati. Possono essere utilizzate con grande effetto anche letture e attività per i partecipanti.

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Calendario dei Blótar Blót Monate (31 Ottobre) Yule (21 Dicembre) Ostara (20 marzo) Blót di Odino (9 Aprile) Blót di Frigga (12 Maggio) Blót di mezza estate (21 giugno) Blót di Freya (23 Settembre)

Fonte Associazione Il Tempio del Lupo https://iltempiodellupo.org

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Il prima e il dopo: amore, fertilità, magia e battaglia. Nel mese di settembre abbiamo onorato Freya “Hail to thee, Freya, Queen of the Aesir, Queen of Vanir, fair Lady of Álfheim. ... Lend me your insight in this my rite. Freya! Great Goddess”! "Salute a te, Freya, regina degli Aesir, regina dei Vanir, bella signora di Álfheim. ... Prestami la tua comprensione in questo mio rito. Freya! Grande Dea"!

di Redazione

Una delle principali divinità del pantheon nordico, la bella e incantevole Freya era una dea di benedizioni, amore, lussuria e fertilità. Parte dei Vanir, ella condivideva con il suo popolo l'inclinazione per le arti magiche della divinazione. Fu lei ad introdurre gli dei al Seidr, una forma di magia che permetteva ai praticanti di conoscere e modificare il futuro. Freya possiede il Brisingame, il radioso gioiello forgiato da quattro nani, che simboleggia la bellezza e lo splendore del suo incantevole aspetto. Si dice anche che il Brisingame facilitasse il Ponte dell'Arcobaleno, cioè il collegamento tra gli dei e gli esseri umani. Bella e potente nella sua veste di falco, può alzarsi in cielo senza essere vista, viaggiando in tutti i mondi e 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 16


osservando ciò che accade. Altrettanto magnifica anche in terra alla guida del carro trainato dai gatti della foresta, tra i compagni costanti della dea dell'amore. Con la dolce persuasione dei doni raggiungeva i suoi obiettivi, dotata al contempo di un affascinante quanto terrificante lato oscuro: feroce ed impietoso è infatti il suo amore per il sangue e la battaglia che, si narra, la portò ad uccidere innumerevoli nemici. Le varianti del suo nome (Freja, Freyia, Freyja, Fröja, Frøya, Frøjya e Frua, tra gli altri) erano diverse come le lingue e i dialetti germanici che la cantavano. Grazie anche a queste differenze linguistiche, alcune interpretazioni della mitologia ritenevano che il suo nome fosse sinonimo di Frigga, la moglie di Odino, e talvolta di Gullveig, la völva narratrice della Völuspá, che raccontava la guerra Aesir-Vanir e prediceva il destino degli dei durante il Ragnarök. I molti aspetti della Dea Più simile alla sumera Inanna e molto diversa dalla greca Afrodite, Freya è quindi sia una dea dell'amore sia una dea della guerra. Il dio Odr, altrimenti meno sconosciuto, è nominato suo consorte. Da lui ha due figlie: Hnoss e Gersimi. L'amore che Freya incarna, a differenza di quello del fratello, è piuttosto amore libero e agisce per amore. Per questo è anche chiamata Walfeyja - la leader delle Valchirie: donne bellissime e combattenti, amanti e amate, che vanno sul campo di battaglia per amore e difendono l’amato.

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Nata dall'incestuosa unione di Njdrdhr con la sorella, Freya era innanzitutto la Vanadis, la “dea dei Vani” per eccellenza e il suo compito principale nei ranghi degli Aesir era dunque quello di guidare le Valchirie in guerra. Per questo, essa può reclamare metà degli eroi caduti, mentre Odino ha diritto all'altra metà. Un giorno Odr se ne andrà per il mondo a raccogliere la saggezza. Lei lo cercherà ovunque “piangendo lacrime d'oro che diventano d’ambra”.

“Benedetta sia la dea dell’Aurora scintillante Freya, la Bellissima, La più appassionata delle Regine. Insegnami i misteri dell’autentica passione del cuore. Mostrami i segreti del wyrd. Cammina con me nella luce delle stelle. Io accendo questa candela in una ardente offerta a Te, Freya, dea del fuoco etereo”

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Haust Volk Fest: nel cuore del trentino la prima edizione dedicata alle tradizioni degli antichi popoli germanici di Elisabetta Cardinali Si è conclusa da poco la prima edizione di Haust Volk Fest: storia, memoria e rievocazione delle antiche tradizioni dei popoli germanici. Un evento unico che si è svolto sabato 26 e domenica 27 agosto all’interno della splendida cornice naturale del parco delle Gorghe sopra Vigo Meano, in provincia di Trento. Un appuntamento certamente peculiare nel panorama del paganesimo italiano che ha puntato sull’alta qualità della proposta culturale e di intrattenimento permettendo di rivivere il tutto il fascino e l’atmosfera di tempi che ancora richiamano profondamente le radici del territorio. L’Europa degli antichi germani, dei reti e dei longobardi, degli scandinavi e dei popoli nordici tutti. Haust Volk Fest si è proposta come una festa legata alle ricorrenze annuali germaniche che proprio nel periodo estivo celebravano i frutti del raccolto, dove la narrazione dell’era storica si è accompagnata, come si addice alla migliore tradizione dei secoli passati, ai grandi festeggiamenti delle celebrazioni di un tempo. 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 19


E non è stato solo il fornitissimo punto di ristoro con offerta di gastronomia e bevande a fare di questa due giorni un vero richiamo per tutti gli appassionati del genere. Le proposte culturali, formative e di divertimento, assieme al richiamo religioso del paganesimo nordico europeo e non solo, sono state molteplici per un evento che resta il primo in regione che ha mantenuto le promesse: grande soddisfazione per le proposte delle attività rievocative, attività di living history per i bambini, conferenze sulla storia dei popoli germanici in Italia ed in Trentino ed una sessione di musica scaldica (musica poetica del medioevo scandinavo) con l’artista per eccellenza di questo genere, il genovese Svartálfar. Dalle 10 del mattino l’apertura manifestazione e del campo storico medievale con la presenza di un mercato artigianale storico ha aperto le danze a tutta la nutrita serie di proposte per i visitatori, a partire dalla dimostrazione di combattimento a cura dei gruppi storici "Tridentum Farae" "Hird Hafn Rome" e "Valhalla Viking Victory”. E ancora la dimostrazione di falconeria: "Un falco per amico: una serata per conoscerlo" a cura dell’associazione "Harpia Trento”, la celebrazione del raccolto a cura delle International Wolfsangist Communities e “Il pane dei germani”, dimostrazione per bambini dai 5 ai 13 anni. Non è mancato il momento di approfondimento con la conferenza di presentazione della casa editrice "Midgard" di Fabrizio Bandini. L’impegno di divulgazione da parte dell’associazione Il Tempio del Lupo, che ha saputo credere in un progetto pionieristico rispetto ad una precedente, scarna presenza di eventi simili in 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 20


regione, è stato premiato da una massiva partecipazione, nonostante le copiose piogge di questo fine agosto. In particolare, con il progetto “Tridentum Farae”, una delle iniziative portate avanti attraverso lo studio dei materiali, delle tecniche e della messa in pratica attraverso il metodo del living history, è stato possibile ricostruire anche in questo contesto lo stile di vita delle popolazioni germaniche in Italia nel corso dell’alto medioevo e di conseguenza di comprendere meglio anche le pratiche religiose alle quali la nostra associazione fa riferimento. La rievocazione storica è altresì molto importante per sensibilizzare la popolazione in merito ai periodi di dominazione gotica e longobarda, tuttavia il fine ultimo di questa attività non è il solo divertimento ma soprattutto la necessità di fare conoscere a quante più persone l’etica dei popoli germanici che porta naturalmente risvolti anche nella filosofia religiosa etenista.

Ecco allora che la memoria delle saghe, dei miti e delle leggende che si lega in modo indissolubile alla contemporaneità si è riproposta in tutta la propria forza rievocativa. Ciò che ha mosso l’animo degli organizzatori risiedeva proprio in quel potere di riscoprire le proprie radici, che è la chiave e l’humus per la consapevolezza di sapere coltivare nuovamente ciò che è importante: la socialità della vita comunitaria, il sacrificio per la sopravvivenza, l’ardore e la necessità della battaglia, la sfida della dignità, l’onore per la parola data e mantenuta, l’accettazione del dolore, l’amore e persino la morte. 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 21


Riscoprire gli antichi valori per affrontare le nuove paure: anche il valore del tempo che oggi usiamo male, o peggio non sappiamo come utilizzare. Soprattutto, la forza di crescere e migliorare la propria quotidianità secondo riferimenti pratici e spirituali che non passano mai nel tempo dell’umanità e che sono ponte per il futuro. L’atteggiamento arcaico di fronte ai rischi improntato al coraggio, la versione forte ed ancestrale dell’agire contro le formulazioni deboli del principio: tutto ci chiama nuovamente a fare i conti con l’immagine che lo specchio di questi tempi ci rimanda di noi stessi e che, in qualche modo, ci ricorda ciò che siamo chiamati a diventare. O meglio, ciò che vogliamo tornare ad essere. Non una questione di riattualizzazione, ma di arcaica consapevolezza solamente sopita dallo scorrere dei millenni, mai completamente perduta.

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Haust Volk Fest: tutte le immagini di un evento rievocativo unico in Italia Non è stato solo il fornitissimo punto di ristoro con offerta di gastronomia e bevande a fare di questa due giorni un vero richiamo per tutti gli appassionati del genere. Le proposte culturali, formative e di divertimento, assieme al richiamo religioso del paganesimo nordico europeo e non solo, sono state molteplici per un evento che resta il primo in regione che ha mantenuto le promesse: grande soddisfazione per le proposte delle attività rievocative, attività di living history per i bambini, conferenze sulla storia dei popoli germanici in Italia ed in Trentino ed una sessione di musica scaldica (musica poetica del medioevo scandinavo) con l’artista per eccellenza di questo genere, il genovese Svartálfar. Dalle 10 del mattino l’apertura manifestazione e del campo storico medievale con la presenza di un mercato artigianale storico ha aperto le danze a tutta la nutrita serie di proposte per i visitatori, a partire dalla dimostrazione di combattimento a cura dei gruppi storici "Tridentum Farae" "Hird Hafn Rome" e "Valhalla Viking Victory”. E ancora la dimostrazione di falconeria: "Un falco per amico: una serata per conoscerlo" a cura dell’associazione "Harpia Trento”, la celebrazione del raccolto a cura delle International 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 23


Wolfsangist Communities e “Il pane dei germani”, dimostrazione per bambini dai 5 ai 13 anni. Non è mancato il momento di approfondimento con la conferenza di presentazione della casa editrice "Midgard" di Fabrizio Bandini.

Il gioco era una parte importante della vita sociale dei popoli germanici: veniva praticato in ogni occasione sia mondana come matrimoni e feste varie che in situazioni più formali come riunioni ed assemblee. Per i Germani, infatti il gioco non era solo svago come lo è oggi per la nostra società: per i popoli germanici esso aveva anche valenza di dimostrazione di coraggio, forza, astuzia ma soprattutto dimostrava se una persona fosse stata o meno favorita dagli Dèi. Il vincitore infatti non lo doveva solamente alla e sue capacità fisiche ma soprattutto all'aiuto degli Dèi che lo avevano 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 24


favorito, per questo la sfida legata al gioco aveva una valenza anche politica tanto che nella storia non è raro trovare casi di duchi o re nominati in base alla loro capacità di vincere al gioco della Hneftafl o alla lotta (Glima).

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Il pane dei germani: l’attività ludica e formativa dedicata a bambini e ragazzi dai 5 ai 13 anni seguita dall’associazione Tempio del Lupo ha permesso ai giovanissimi di immedesimarsi, proprio come piccoli vichinghi, in un’era in cui a qualsiasi età le abilità manuali erano fondamentali per apportare il proprio contributo alla vita della comunità. Circa una quindicina di bimbi hanno partecipato mettendo letteralmente le “mani in pasta” per poi assistere al procedimento di cottura del pane d’orzo sul focolare.

La Rievocazione del passato è la cultura del presente: parlare della congiunzione tra la realtà di ieri e quella di oggi attraverso la divulgazione dei contenuti e della lettura è stato l’obiettivo della conferenza di presentazione dell’attività editoriale di Midgard Edizioni alla presenza dell’editore Fabrizio Bandini.

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L’importanza della celebrazione: il Blòt, a ricordare le ricorrenze della ruota dell’anno e della ciclicità delle stagioni in devozione agli Dei, alla presenza dei tanti visitatori accorsi per l’occasione e per comunicare la forza della spiritualità religiosa che caratterizzava i popoli antichi del Nord Europa.

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Haust Volk Fest in musica: il canto della poesia scaldica e le melodie del passato con Svartalfar di Redazione

Svartálfar, letteralmente “elfo nero” o elfo oscuro, anche detto Døkkálfar o Myrkálfar era, secondo Snorri Sturluson una delle due categorie di elfi (Álfar) citate nell'Edda in prosa, appartenenti alla mitologia nordica. Un richiamo diretto al progetto musicale nato nel 2015 dell’omonimo artista genovese e che fa di lui una one-man band “vecchio stile”, che cura i dettagli musicali con testi in diverse lingue.

Un ‘figlio dei tempi antichi’ come vuole intendere anche il nome d’arte prescelto di Riccardo Castagnasso, Björn Fornaldarson (Björn in norreno significa orso, Fornaldarson per l’appunto ‘figlio di antichi tempi’). Dal Metal estremo al folk ambient, la sua musica, compreso il suo ultimo lavoro, si ispira ora all’arte scaldica del passato. Un cantore e poeta che ama narrare le gesta arcaiche in chiave allegorica e che ha spesso definito nel complesso il proprio genere un folk metal magico e pagano.

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Oggi, un Bardo che si esibisce con voce e strumenti come la lira di Trossingen e la taglharpa, di gran lunga il genere più amato dal suo pubblico, in concerti dal vivo esclusivamente acustici. Meno estremo, certamente più poetico, Svartálfar considera tuttavia la natura del Metal gravitante nella stessa orbita dell’altro genere, quello dell'arte scaldica, della musica tradizionale e dell’alto canto. Con i brani contenuti anche nell’album Riflheliar Til del 2020, ha saputo incantare il pubblico dell’Haust Volk Fest.

“Mi chiamano Scaldo ma in fondo non sanno

né il nome né il giorno del tremendo inganno, la gente è distratta l’incanto finisce, le ore ed i giorni la lira scandisce. Di Silibrand canto la vecchia sconfitta, la neve, il suo manto, la nebbia più fitta. (…) La mole del peso che al sonno ti induce, riposa Silibrand le stanche membra, che il buio d’inverno non celi la luce”

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Il trionfo dei raccolti, la chiamata delle notti d’autunno

Come sottolineato nel nostro editoriale, dopo questa prima entusiasmante esperienza abbiamo cominciato a prepararci per il nuovo, a quando il primo clima rigido ci avrebbe portato a rivolgerci verso l'interno e a praticare la gratitudine per ciò che il raccolto ci ha portato. Il particolare passaggio tra la fase della raccolta e del festeggiamento e quella del ritorno ad un silenzio quasi meditativo e ricco di spunti per ricoltivare la nostra spiritualità ha ispirato la concezione di questo nuovo numero di novembre, che ricerca una sintesi tra ciò che è stato e ciò che ci prepariamo ad essere, tra quello abbiamo passato e ciò che si accinge ad arrivare.

di Redazione

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“All’Autunno” di John Keats Stagione di nebbie e morbida abbondanza, Tu, intima amica del sole al suo culmine, Che con lui cospiri per far grevi e benedette d'uva Le viti appese alle gronde di paglia dei tetti, Tu che fai piegare sotto le mele gli alberi muscosi del casolare, E colmi di maturità fino al torsolo ogni frutto; Tu che gonfi la zucca e arrotondi con un dolce seme I gusci di nòcciola e ancora fai sbocciare Fiori tardivi per le api, illudendole Che i giorni del caldo non finiranno mai Perché l'estate ha colmato le loro celle viscose: Chi non ti ha mai vista, immersa nella tua ricchezza? Può trovarti, a volte, chi ti cerca, Seduta senza pensieri sull'aia Coi capelli sollevati dal vaglio del vento, O sprofondata nel sonno in un solco solo in parte mietuto, Intontita dalle esalazioni dei papaveri, mentre il tuo falcetto Risparmia il fascio vicino coi suoi fiori intrecciati. A volte, come una spigolatrice, tieni ferma La testa sotto un pesante fardello attraversando un torrente, O, vicina a un torchio da sidro, con uno sguardo paziente, Sorvegli per ore lo stillicidio delle ultime gocce. E i canti di primavera? Dove sono? Non pensarci, tu, che una tua musica ce l'hai 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 32


Nubi striate fioriscono il giorno che dolcemente muore, E toccano con rosea tinta le pianure di stoppia: Allora i moscerini in coro lamentoso, in alto sollevati Dal vento lieve, o giù lasciati cadere, Piangono tra i salici del fiume, E agnelli già adulti belano forte dal baluardo dei colli, Le cavallette cantano, e con dolci acuti Il pettirosso zufola dal chiuso del suo giardino: Si raccolgono le rondini, trillando nei cieli.

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Gemme del nord brillano tra le alpi e i monti pallidi Tradizioni celtiche, venete, retiche e germaniche sono sopravvissute nelle nostre alte terre. Il confine di grandi tradizioni nordiche si trova nelle Alpi e nelle Dolomiti. di Auro Wild Il confine di grandi tradizioni nordiche si trova nelle Alpi e nelle Dolomiti. I Pre celti vivevano già nel cuore dell’Europa prima che la Cultura di Hallstatt definisse i Celti come tali e a sud della vicina Hallstatt per irradiazione e per assorbimento gli stessi popoli vivevano tra i profili montuosi alpini e dolomitici. Nei secoli successivi, oltre ai popoli già insediati vennero forti influssi barbarici e di provenienza germanofona. I Romani hanno attraversato le valli alpine per spingersi nelle loro conquiste, lasciando tracce di urbanizzazione e centri sulle profonde valli, ma non hanno mai dominato sulle vette né sulle tribù delle alte terre, le quali hanno prosperato quasi ignorate, conservando antiche leggende che di secolo in secolo si sono arricchite di elementi leggendari tipicamente nordici. Nel nord est ciò che è retico, veneto, celtico e germanico si è fuso ed è rimasto nei racconti e nel folklore delle minoranze etniche come Ladini, Cimbri, Camuni e Mocheni. Queste gemme 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 34


del nord quasi incontaminate, si sono isolate e distinte dal mondo classico dei popoli italici, e schermate dal modello mediterraneo e levantino. La terra fresca e boscosa della barriera alpina ha alimentato la genia adatta al suo habitat, che contrasta con quello più secco e arido del bacino Mediterraneo, producendo una sua cultura distinta, quasi estranea. Restando nel mondo trentino-veneto e dei Monti Pallidi le leggende salvate da Karl Felix Wolff sono chiaro esempio della forte matrice germanica ma anche di un retaggio primitivo con sciamani stregoni ed eroi filtrati poi, attraverso il tramandarsi di racconti nel tessuto retico, veneto e celtico, tutti nomi tribali di indoeuropei imparentati e sopravvissuti nelle montagne. Di questo impareggiabile autore non perdete le sue tre principali opere: L’anima delle Dolomiti, I Monti Pallidi e Rododendri bianchi delle Dolomiti. Io possiedo le vecchie edizioni della Cappelli Editore. Le leggende del regno di Fanes sembrano affondare fin nelle profondità della preistoria, così come le leggende dell’Aurona, del demone stregone Spina de Mul e dell’eroe Ey De Net “occhio di notte”. Numerose figure odiniche e di streghe che sembrano uscite dai racconti del Mabinogion e delle fiabe irlandesi, sembrano rivivere in personaggi tipici del folclore dolomitico e delle Alpi in genere, forse anche più antichi di quel che si crede.

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Consiglio a tutti di leggere il saggio meraviglioso I REGNI DEI MONTI PALLIDI di Giuliano e Marco Palmieri, senza dimenticare scrittori come Giovanna Zangrandi “Leggende delle Dolomiti”, Gari Monfosco “Dolomiti Storie e Leggende”, Ulrike Kindl “Le Dolomiti nella Leggenda”, Armando Scandellari “Leggende della Valsugana e del Canal di Brenta” e molti altri. Re Laurino e il suo roseto di Karl F. Wolff è un racconto di chiara derivazione germanica che si rifà a racconti vetusti. Miguel Serrano sosteneva che questo racconto fosse portato dai Germani venuti dall’Asgard sul Caucaso, la terra da dove fu portato il culto di Odino e degli Asi nottetempo. Non è mistero il fatto che i Monti chiamati in italiano Spalti di Toro in realtà si chiamino montagne di Thor ed esiste il racconto del campanile di Thor che parla del dio, figlio degli dei scandinavi.Leggende di nani, draghi e folletti abbondano e non li menziono, altrimenti ci vorrebbero numerose pagine per arricchire questo articolo di curiosità. Dalla leggenda degli Arimanni, a quella delle anguane della fonte de Sennes, dai giganti come quello del monte Tudaio, di donne magiche come le Vivene e le Bregostane, di maghi odinici come il Vцgl dla Velme, o demoni e draghi come quello del lago della Croda da Lago; di popoli antichissimi che si combattevano tra le valli e dai nomi evocativi come Fanes, Bedoyères “popolo delle betulle”, Landrines, Catubrènes, Peleghètes, Lastojères e Cajutès, senza dimenticare i Duranni, la tribù dell’eroe Ey De Net e del ciclo epico dedicato. Con questi racconti ci sono cresciuto e non posso non vedere in molte divinità femminili delle Dolomiti la figura della somma dea veneta Reitia, una sorta di atavica Freya, così come nei 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 36


personaggi maschili diversi volti di divinità celtiche e germaniche nella variante alpina, tuttavia la forza di questi racconti non lascia dubbio sulla loro natura nordica e sul fatto che le Alpi Orientali, senza escludere tutto il resto dell’arco alpino, siano non solo una barriera naturale con il suo clima più fresco, ma anche il regno e lo scrigno di tradizioni che non hanno conosciuto rovina. Il tesoro dei nostri Antenati, le gemme del Nord. Fonte https://hyperboreaveneta.wordpress.com/

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L’Irminsul: tracce dell’albero sacro di Odino in terra lombarda L’Irminsul, l’albero sacro di Odino per le popolazioni nordiche e le genti germaniche è scolpito negli antichissimi capitelli della pieve di San Zeno a Lonato. Traducibile con “grande pilastro”, (in sassone antico "grande/universale pilastro”, "grande/universale albero”, "possente albero” o ancora "albero ell'elevazione") aveva un ruolo centrale nella tradizione del paganesimo nordeuropeo. Il suo nome derivava da Irmin, uno dei nomi di Wotan. di Redazione Nei pressi dell’abitato di Lonato sul Garda, in provincia di Brescia, sorge l’antichissima pieve di San Zeno. Una chiesa edificata su resti romani e antica più di mille anni. L’esterno dell’abside di questo vetusto edificio rivela una vera sorpresa. Nei capitelli è infatti presente un elemento di origine pre cristiana, probabilmente inserito da scalpellini di ascendenza longobarda con reminiscenza delle loro antiche tradizioni. Si 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 38


può ammirare l’Irminsul, pilastro della terra e dell’antica mitologia nordica. Un simbolo talmente radicato che è giusto fino a noi: pensiamo all’albero di Natale come sua traslitterazione moderna, la cui vera origine è sconosciuta a molti. Un simbolo che ai tempi della costruzione della pieve doveva essere ancora molto sentito per le popolazioni longobarde ormai stanziate in Italia da secoli ma pur sempre di forte ascendenza germanica. Nella versione poi traslata nell’albero di Natale, esso rappresenta l’Axis Mundi, il fondamento dell’universo, ciò che porta ordine nel caos. Tra le sue radici sgorga una fonte che dà la conoscenza di ogni cosa. Essa è vigilata da draghi. Lo stesso Odino rinunciò ad un occhio pur di potersene abbeverare. Interessante notare come Irmin (o Armin, Arminius) sia un altro dei nomi di Ordino. Per questo motivo Irminsul significa proprio “albero di Odino” il cui culto, da padre degli Dei, è legato al culto del sole il cui giorno più importante è il solstizio d’inverno, dove la luce trionfa sulle tenebre. Ecco dunque che un altro esempio di sincretismo religioso appare dagli annali della storia d’Europa, simboli sacri della vecchia religione si fondono negli edifici della nuova.

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Cenni storici sulla Pieve di San Zeno a Lonato La Pieve sorge sull'area sommitale di un cucuzzolo isolato e mostra una struttura architettonica del XIV secolo, ad aula unica con abside semi-circolare e prospetto a capanna. Le murature rivelano una complessa stratificazione riconoscibile dalle differenti apparecchiature murarie che conducono a due fasi costruttive in età romanica. Nell'abside e nella maggior parte dei particolari è impiegata pietra arenaria di colore grigio ferro, tagliata e levigata.

Fonte: il_baronenero FAI fondoambiente.it

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Pesce, carne e stufati: energia per la battaglia e protezione nei lunghi inverni nordici di Redazione

Continua la nostra indagine su come si nutrivano le popolazioni nordiche e germaniche. Nonostante la varietà dovuta ai diversi contesti geografici, il consumo prevalente di carni si concentrava su manzo, capra, maiale, montone, agnello, pollo, anatra e, occasionalmente, carne di cavallo. Le galline e le anatre producevano uova, quindi i nordici potevano cibarsi di esse e di quelle dei volatili marini selvatici. Per quelli che vivevano sulla costa o lungo corsi d’acqua era disponibile una grande varietà di pesce, sia d'oceano che d'acqua dolce. Il pesce con tutta probabilità rappresentava un buon 25 per cento della loro dieta (abili pescatori, mangiavano praticamente tutto ciò che il mare poteva offrire, dalle aringhe alle balene). È tuttavia altamente improbabile che essi andassero in cerca di balene e le catturassero in mare. È invece probabile che apprezzassero le balene solo quando si spiaggiavano e morivano a riva. Potevano scegliere tra 26 diversi tipi di pesce: il più importante era in effetti l’aringa, che probabilmente veniva conservata in salamoia. Anche i reperti archeologici indicano che la pesca era un'occupazione importante e veniva

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effettuata con l’uso di reti, ami metallici, lance per anguille e ossa di pesce. I vichinghi erano anche abili cacciatori e cacciavano di tutto, dai conigli alle renne e forse anche agli orsi. La maggior parte dei bovini viveva abbastanza a lungo per assicurare la produzione di carne. Le mucche che vivevano fino a 10 anni venivano utilizzate per la produzione di latte (veniva consumato anche quello di capra e di pecora) un alimento molto amato come il siero e il latticello per la realizzazione di altri prodotti caseari, tra cui il formaggio e lo skyr (un formaggio morbido simile allo yogurt) la cagliata e il burro. Sappiamo che il burro veniva pesantemente salato per farlo durare più a lungo. Questi prodotti lattiero-caseari erano una fonte inestimabile di grassi durante i lunghi periodi di gelo. Il siero di latte acido veniva usato anche per conservare le carni cotte in inverno. Preparazione della carne La carne e il pesce venivano essiccati e salati per poterli conservare a lungo. È noto che i nordici, per evitare di doverli nutrire durante i mesi freddi, usassero macellare e mangiare gli animali solo in inverno. Le salsicce, che venivano preparate dopo la macellazione in autunno, erano realizzate con le frattaglie e il sangue degli animali domestici. La carne di cavallo veniva consumata solo nelle occasioni di festa. Nella saga di Haakon il Buono viene descritto come la carne di cavallo potesse essere utilizzata per preparare una zuppa.

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I popoli del nord Europa mangiavano tipicamente due pasti durante il giorno: il dagmall (pasto diurno) e il nattmall (pasto notturno). Il dagmall veniva consumato circa un'ora dopo l'alba e consisteva in uno stufato avanzato dalla sera precedente. Lo stufato rimaneva nella pentola per tutta la notte e la mattina dopo era già salito in superficie, fornendo l'energia perfetta a lento rilascio per la giornata di lavoro. I bambini di solito mangiavano il porridge con pane, frutta e/o miele per colazione. Anche gli adulti potevano mangiare pane o frutta insieme al pasto mattutino. La preparazione del nattmall era uno dei compiti principali delle donne di casa. Questo sostanzioso stufato veniva preparato in un calderone di metallo o in una pentola di pietra ollare e cuoceva lentamente sul focolare centrale della casa. L'ingrediente principale era la carne o il pesce, con l'aggiunta di verdure e legumi per apportare ulteriori nutrienti. Una pentola di stufato poteva durare diversi giorni e ogni giorno venivano aggiunti nuovi ingredienti per arricchire il pasto. Anche il pane veniva solitamente servito insieme allo stufato di nattmall.

La ricetta pensata per voi: lo stufato vichingo Carne: selvaggina, manzo, pollame, agnello, maiale, capra, montone, anatra Verdure: cipolla, aglio, carota, cavolo, sedano rapa o qualsiasi altra verdura a radice. Cuoceranno a lungo fino a diventare completamente morbide. Se volete uno stufato nordico autentico, lasciate fuori le verdure fresche. Per il brodo 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 43


avrebbero usato idromele, brodo di cottura di altre carni bollite o acqua. Erbe: pensate a erbe forti come timo, rosmarino e maggiorana. Gli antichi popoli avrebbero usato erbe di pino o selvatiche. Procedimento In una pentola grande, fate sciogliere insieme burro e cipolla. Aggiungere la carne scelta con carote, pastinaca, rape, timo e salvia tritati e rosmarino. Quando la carne sarà ben rosolata, aggiungere quattro parti di brodo, sale e pepe nero. Portare ad ebollizione e lasciare in cottura da due a cinque ore, o almeno fino a quando la carne e le verdure non avranno raggiunto la giusta morbida consistenza. Servire con pane nordico di segale o di orzo.

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Midgard Edizioni: una realtà italiana tra le perle dell’editoria di settore Con il quinto numero del 2023 dedicato all’Haust Volk Fest apriamo la rubrica dedicata a tutti gli editori ed autori impegnati nell’approfondimento e nella diffusione di informazioni e contenuti formativi sul paganesimo con la poetica e le tradizioni e gli insegnamenti dei nostri illustri predecessori nordici e germanici. Con un occhio rivolto anche alla storia, la filosofia, la narrativa e molto altro ancora. La Biblioteca dei Giganti vuole essere uno spazio di riflessione, presentazione e confronto sulle tematiche che più ci stanno a cuore, su ciò che sappiamo, che pensiamo di conoscere o che ancora ignoriamo. Un modo per imparare o reimparare ad amare la lettura e perché no, a stupirci ancora una volta davanti a ciò che attende con ansia di essere scoperto.

di Redazione

La casa editrice indipendente e underground: così Fabrizio Bandini ama definire Midgard edizioni, una realtà che nasce nel 2004 puntando sopratutto a pubblicare scrittori di talento, esordienti e non, con interessanti opere di narrativa, saggistica e poesia, che non trovano spazio nel panorama editoriale italiano, dominato da pochi grandi colossi del settore.

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Bandini, classe 1971, è un poeta, scrittore e saggista nato a città di Castello, in provincia di Perugia. Laureato in filosofia nella stessa città, dove tuttora risiede, ha pubblicato oltre 350 titoli negli ultimi due decenni tra cui proprio moltissime opere di narrativa, poesia e saggistica. Tra le sue ultime ‘fatiche’ editoriali troviamo la pubblicazione di Snorri Sturluson “Saga di Harald Hardrade” (introduzione e traduzione a cura di Alex Woodland) e altri importanti saggi come “Radici indogermaniche” di Marco Alimandi e Maria Sofia Rebessi. E ancora Alimandi con “Thor e la riconquista del Martello”. La presentazione Direttamente dalla penna efficace e raffinata di Bandini il consiglio è di dedicarsi alla lettura di “Saghe del tempo antico” (prima uscita 2019) una raccolta di dodici racconti che si possono leggere come altrettante parti di un’unica saga, di un unico canto. Si narrano qui le vicende dell’antico regno di Midgard, con i suoi sovrani saggi e giusti nell’età dell’oro, le storie dei Re di Iperborea, sovrani dell’Età dell’Argento, le saghe splendide e feroci dei Re di Atlantide e dei Signori del Bronzo, le storie dei Re di Alburnia, signori del Ferro, gli ultimi giorni del Regno di Caucasia, le saghe dei Re dei Goti, dei Longobardi, degli Svevi, dei Sassoni, Re guerrieri e infine il canto dell’ultimo scaldo del Nord, nel declinare del tempo, nelle tenebre dell’Età del Lupo.

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Attualmente Midgard Editrice propone il Premio Midgard Narrativa, per racconti inediti di genere fantasy che quest’anno è stato vinto a pari merito da Tommaso Sala e Marco Bertoli. Recensiti dalle più importanti testate locali e nazionali, i titoli di Midgard sono presenti alla Fiera del Libro di Torino, a Più libri più liberi a Roma, ad Umbria Libri a Perugia e Terni.

Online sono invece reperibili su Amazon, Feltrinelli, Ibs e naturalmente sul sito dedicato www.midgard.it 05 - Paganesimo Nordico – Novembre 2023 47


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In questo libro, La via dell’etenismo, scritto da quattro studiosi e praticanti della tradizione nordica, trovate un percorso spirituale eteno, sulle orme dei nostri antenati.

Sono trattati argomenti importanti, da punti di vista differenti.

Il primo saggio, Il calendario eteno di Fabrizio Bandini, è dedicato alla delicata questione dei calendari eteni, antichi e contemporanei.

Il secondo, Il viaggio dell’eroe nel mito germanico e indoeuropeo e i riflessi nella società moderna di Halfdan Fjallarsson, introduce alla figura dell’eroe nell’antichità e alla sua attualizzazione nei nostri tempi. Il terzo, I lai degli antenati di Marco Alimandi, descrive invece il culto degli antenati in seno alle popolazioni germaniche continentali e scandinàve. Il quarto, Le pratiche della fede etena di Siegfried Blazesson, parla infine di svariate pratiche, come la preghiera, le celebrazioni, i blót, le cerimonie, l’utilizzo dell’altare casalingo e delle rune. Visioni dottrinali diverse e svariate correnti etene sono rappresentate e descritte in questi saggi, dall’Ásatrú all’Odinismo, dal Forn Siðr al Wolfsangismo.

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