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Foglio d’informazione interno del 44° Congresso Nazionale SIRM | 14 giugno 2010

Arrivederci a Torino

Gianfranco Pistolesi: “Si queris monumentum circumspice”

44° Congresso: un primo bilancio

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aro Socio, quando a Roma il 27 maggio 2008 è stata ufficializzata l’assegnazione a Torino del 45° Congresso Nazionale della Nostra Società è stato per me, ma anche per tutti i piemontesi presenti, un momento di grande emozione. Credo che a tutti gli ultracinquantenni sia tornato in mente il Congresso di Torino del 1990, magistralmente organizzato dal Prof. Juliani, ma poi condotto a termine con successo dal Segretario Generale Prof. Giorgio Agati con l’aiuto di tutti i radiologi piemontesi, a causa del famigerato ictus che colpì il mio maestro due soli mesi prima del Congresso tanto atteso.

Stefania Montemezzi

L’

alto livello scientifico congressuale è stato emblematicamente rappresentato dalla lettura in ricordo di Carlo Procacci magistralmente tenuta da Roberto Pozzi Mucelli in un’aula affollata fino all’inverosimile. Abbiamo chiesto al Presidente Onorario del Congresso Prof. Pistolesi, mitico capo della scuola veronese

(non vi è stato in questo chi non abbia ricordato i “Perona”) un commento che è arrivato con la incisività e la tipica sintesi del Maestro per niente attenuata dallo scorrere degli anni: ‘Sull’isola di San Giorgio il conte Cini volle posta su una stele che reca scritto “si queris monumentum circumspice”. Guardatevi attorno come sull’Isola: la lettura di Pozzi Mucelli e la folla che l’ha seguita sono il monumento a Carlo Procacci.’ Subito dopo abbiamo posto alcune domande sull’andamento congressuale alla Vice Presidente del 44° Congresso, Stefania Montemezzi. Il Congresso è ancora nel pieno ma, come tradizione, possiamo provare a tracciare un primo bilancio. Di che cosa essere contenti? Dell’elevato livello scientifico dei corsi e delle sessioni e dell’elevata partecipazione dei radiologi a tutte le sessioni soprattutto nei corsi monotematici e di aggiornamento. L’elevata affluenza ai laboratori ha premiato la soluzione organizzativa e la innovazione rispetto ai precedenti congressi. Inoltre non posso non sottolineare gli eventi rivolti a settori specifici della Società come le donne, i giovani, il contesto internazionale e la commovente partecipazione alla lettura Carlo Procacci. Inoltre come veronese non posso non sottolineare e ringraziare i congressisti per

essere divenuti subito come per incanto subito veri “abitanti” della mia città che a sua volta li ha subito riconosciuti come propri cittadini. E che cosa avrebbe voluto di diverso? Credo veramente che chiedere di più mi farebbe tacciare di incontentabilità, ma proprio per cercare qualcosa di meno buono avrei chiesto qualche pannello fonoassorbente in più e che l’estate avesse deciso di arrivare cinque giorni dopo. Segue a pag. 7

Gianfranco Pistolesi

Carlo Faletti. Un Presidente per il 2012 Giovanni Gandini

In questi quattro lustri Torino si è molto trasformata, ma senza nulla perdere del fascino storico della prima capitale d’Italia, e dopo il profondo rinnovamento culminato con il grande successo delle Olimpiadi invernali del 2006, ulteriori importanti migliorie sono in atto per festeggiare nel 2011 i 150 anni dell’Unità d’Italia. Segue a pag. 5

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na professione in evoluzione. Come chiedeva Bradley su Radiology il Radiologo un medico o un interprete di immagini? Prima di tutto il Radiologo è un MedicoChirurgo, quindi la procedura di lavoro nasce da una costante applicazione del principio dell’anamnesi, del controllo clinico e successivamente dall’interpretazione ed applicazione di questi elementi sviluppando il momento diagnostico rappresentato dall’esame eseguito o in prima persona o mediato da altre

figure professionali, ma comunque indirizzate dalla ricerca. Questo è avvenuto nel corso degli anni prima con la ricerca affannosa di notizie anamnestiche e sintomatologiche tramite la cartella cinica, poi con l’organizzazione di fogli di richiesta il più articolati possibile per arrivare più recentemente alla richiesta informatica, ancora oggi fonte di studi e ricerche per meglio proporla ed omogeneizzarla. Carlo Faletti

Segue a pag. 7

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Imaging in oncologia

La Radiologia ha un cuore

Studiare oggi l’apparato digerente

Patologia da sport nell’età dell’evoluzione


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Imaging in oncologia

Carlo Bartolozzi

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l Corso “Imaging in Oncologia”, che si svolgerà nell’ambito di quattro diverse Sessioni, verterà su al-

cuni temi di particolare rilevanza oncologica, non trattati nelle altre Sessioni del Congresso. Si è infatti deciso di focalizzare l’attenzione su tre settori di notevole interesse, in cui la Diagnostica per Immagini ha un ruolo fondamentale sia nella gestione diagnostica del paziente che nella scelta della terapia più idonea. Grazie alle moderne tecniche di immagine vi è una netta anticipazione diagnostica in quanto oggigiorno siamo in grado di rilevare la patologia neoplastica sin dall’esordio, quando le dimensioni sono dell’ordine dei millimetri ed inoltre ci è consentita una precisa analisi tissutale, grazie alla quale la patologia tumorale può essere caratterizzata in termini di differenziazione ed aggressività. Inoltre maggiori possibilità esistono per quanto riguarda la definizione della patologia pre-neoplastica e l’individuazione delle situazioni a rischio di trasformazione maligna. Tre Sessioni del Corso sono dedicate a specifici campi di applicazione

dell’“imaging” quali l’epatocarcinoma, i tumori della via biliare e le neoplasie dell’apparato urinario. Valenti Oratori tratteranno i vari argomenti nell’ottica dell’aggiornamento, puntualizzando pertanto tutto ciò che oggigiorno deve far parte del bagaglio culturale del Radiologo, ovunque si trovi, in prima linea sul territorio o in Centri specializzati di riferimento. Essendo materia orientata all’ambito clinico, le trattazioni verteranno sull’approccio integrato delle varie tecnologie a disposizione e sul loro specifico ruolo nei protocolli diagnostici. Altro importante elemento di contenuto delle presentazioni sarà la dimostrazione di una stretta continuità tra momento diagnostico e scelta terapeutica che del resto, in molte situazioni è di pertinenza della nostra disciplina nella figura del Radiologo Interventista. In particolare, riguardo all’epatocarcinoma e alla patologia tumorale delle vie biliari, verrà trattato con attenzione il

La Radiologia ha un cuore

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a prima descrizione del cuore in radiologia risale al 1896 quando, pochi mesi dopo la introduzione dell’utilizzo diagnostico dei raggi X per opera di Roentgen, il profilo cardiaco viene descritto per la prima volta in fluoroscopia come “un immagine triangolare i cui margini corrispondono all’area dell’ottusità timpanica alla percussione”; è curioso pensare come il primo “gold standard” diagnostico della storia per la definizione dell’aia cardiaca sia stato l’esame obiettivo. Nei decenni successivi, il medico radiologo si relaziona con il

SIRMOGGI foglio d’informazione interna del 44° Congresso Nazionale SIRM PRESIDENTE Giacomo Gortenuti GRUPPO DI COMPILAZIONE Germano Scevola Stefano Canitano Barbara Sessa Roberto Malagò coordinati da Corrado Bibbolino SEGRETERIA Antonella Bellacqua IMPAGINAZIONE Sabrina Controne Aurora Milazzo STAMPA Cortella Poligrafica Lungadige Antonio Galtarossa, 22 - Verona FOTOGRAFIA Luciano Masotto Bollettino d’informazione interna ad uso esclusivo del 44° Congresso Nazionale SIRM

cuore e con le cardiopatie esclusivamente attraverso la descrizione delle modificazioni degli archi cardiaci all’esame radiografico tradizionale del torace o nel telecuore, da cui derivano i quadri descritti nella semeiotica classica come il “cuore a scarpa” della valvulpatie mitraliche, il “cor bovinum” nei pazienti con cardiomiopatia dilatativa o il cuore “a zoccolo” della tetralogia di Fallot, mentre la cinetica cardiaca veniva esclusivamente valutata con chimografia. La successiva introduzione della coronarografia avviene da parte di Mason Sons in modo del tutto casuale nel 1958 con il cateterismo selettivo accidentale della coronaria destra durante un’aortografia e rivoluziona la diagnostica cardiologica aprendo le porte alla prima angioplastica coronarica effettuata nel 1977 ed alle successive procedure di stenting che dal 1986 rappresentano la vera alternativa alla rivascolarizzazione chirurgica, con una clinica complessa e procedure diagnostiche invasive fortemente clinico-assistite. Il radiologo, dapprima protagonista attivo dell’imaging cardiaco, perde progressivamente interesse per un organo difficile da studiare perché in continuo movimento e con vasi arteriosi di piccolo calibro e decorso tortuoso. Parallelamente, la crescente attenzione dei clinici (anche alimentata dalle diffusione dei primi apparecchi ecocardiografici verso la fine degli ‘50) e la loro naturale propensione culturale verso la diagnostica cardiologica relegano la radiologia ad un ruolo di secondo piano in questo settore. Fanno eccezione alcuni Colleghi Radiologi, a livello italiano citiamo il Prof. Lucio Di

Guglielmo, che hanno continuato ad interessarsi di cuore anche quando la tecnologia non consentiva una diagnostica di interesse, e la cui attività è testimoniata dai numerosi articoli in cui venivano descritte anatomia e patologia delle coronarie o riportata la possibilità di identificare le modificazioni morfo-densitometriche del tessuto miocar-

Roberto Passariello

dico in Tomografia Computerizzata prima e Risonanza Magnetica poi in varie cardiopatie ischemiche e non. Verso la fine degli anni ‘90 tuttavia, un’ulteriore rivoluzione tecnologica è stata caratterizzata dallo sviluppo della tecnica multistrato in Tomografia Computerizzata e dall’implementazione di nuove sequenze cardio-dedicate sviluppate con gradienti altamente performanti in Risonanza Magnetica, dando l’avvio ad una nuova fase di crescita nel settore della dia-

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ruolo della Radiologia Interventistica come opzione terapeutica di prima scelta in molte situazioni cliniche. Una Sessione particolare è dedicata agli avanzamenti dell’“imaging”, nella dimostrazione del processo oncogenetico: è materia questa in continua evoluzione sia per quanto riguarda le conoscenze biologiche, che per i notevoli avanzamenti tecnico-metodologici delle nostre discipline radiologiche e medico nucleari. ■ CA • 14 GIUGNO • AULA BLU • ORE 08.30

Congresso 2014 a Firenze

Presidente Carlo Bartolozzi

gnostica cardiologica non invasiva. Il progressivo incremento della risoluzione spaziale e temporale in ambito TC, sviluppatosi attraverso l’aumento del numero di strati acquisiti per singola rotazione del tubo e successivamente tramite introduzione di nuove soluzioni quali l’utilizzo di un sistema di doppio tubo radiogeno, ha portato oggi la cardio-TC, da metodica di interesse puramente scientifico e da validare con gold standard coronarografico ad una realtà clinica di ampio impiego con indicazioni ben codificate da linee guida delle principali società scientifiche cardiologiche e radiologiche. Anche la Risonanza Magnetica, trova oggi impiego in un vasto spettro di cardiopatie ed in molti casi rappresenta metodica in grado di fornire informazioni di valore assoluto (si pensi all’utilizzo delle sequenze di late enhancement nelle patologie ischemiche e non), con rilevante impatto clinico, terapeutico e prognostico; citiamo lo studio sui determinanti del rimodellamento ventricolare nei pazienti con infarto miocardico acuto, nei quali l’RM ha fornito nuovi indicatori morfologici (il danno microvascolare ad esempio), molto difficili da valutare con altre metodiche. In quest’ottica, il Radiologo nel 2010 sta riscoprendo l’importanza del cuore, non potendo ignorare un settore di enorme interesse clinico e scientifico ed in pieno sviluppo che si rischia di perdere in modo definitivo, qualora ci accontentassimo di guardare l’utilizzo di TC ed RM, che i Cardiologi invocano come gestori degli impianti, senza creare a livello cardio-vascolare specialisti di settore, come siamo stati capaci di crearli in altri campi delle sub-specialità radiologiche (radiologia toracica, muscolo scheletrica, addominale, senologia, radiologia interventistica). ■ CA • 14 GIUGNO • AULA ORO • ORE 08.30


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Studiare oggi l’apparato digerente

Roberto Grassi

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a dove siamo partiti per lo studio dell’apparato digerente? Per gran parte del II millennio la diagnostica per immagini dell’apparato digerente si è identificata negli esami baritati, a singolo ed infine a doppio contrasto, dapprima del primo ed ultimo tratto ed infine anche del tenue. Nel III millennio si è consolidato un approccio olistico all’apparato digerente, che già gli ultimi lustri del secolo trascorso lasciavano trasparire. Quale è la situazione attuale con le tre metodiche eco, TC, RM? Oggi il molte istituzioni è consuetudine poter valutare il tenue oltre che con indagine baritata anche con ultrasuoni, con enteroclisi o enterografia TC o RM, con leucociti marcati; il colon similarmente con esami baritati, con colongrafia TC o RM o con colonscopia TC

virtuale. Contestualmente si è ridotto l’impegno richiesto alla diagnostica per immagini nello studio dello stomaco per l’effetto combinato della diffusa disponibilità delle indagini endoscopiche e di più efficaci terapie farmacologiche. Quali possono essere gli sviluppi e che cosa ci possiamo aspettare dalla ricerca per il prossimo futuro? La diagnostica per immagini continuerà a sorprendere per l’incessante e tumultuoso sviluppo tecnologico. La risoluzione spaziale delle immagini digitali continuerà ad incrementare, nuove sequenze e modalità di acquisizione si renderanno disponibili, nuovi mdc potranno anche essere vettori di farmaci per un effetto diagnostico-terapeutico, il tutto unitamente a tempi di esecuzione sempre piu ridotti. Tuttavia, la vera sfida sarà non l’imaging molecolare o la sempre più fine comprensione dei meccanismi fisiopatologici delle malattie ma l’adeguata preparazione e competenza dei professionisti radiologi del prossimo fututo: su questo campo si misureranno la capacità combinata del mondo accademico di formare adeguatamente i giovani al più gravoso compito e del sistema sanitario nazionale di aggiornare i radiologi alla più complessa richiesta degli altri specialisti e dei pazienti. ■ CA • 15 GIUGNO • AULA BLU • ORE 08.30

Processo per un Radiologo

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a Sezione di Etica e Radiologia Forense organizza il “terzo processo simulato” (dopo quelli del 1996 e 2004) nell’ambito del Congresso Nazionale dei Radiologi italiani. Nei primi due, oramai lontani nel tempo, terminati con una condanna ed una assoluzione, erano state affrontate le problematiche relative alla mancata diagnosi di patologia mammaria e polmonare. In questo terzo processo è presentato un caso di presunta “malpractice” in Radiologia Interventistica, negli aspetti relativi alle fasi d’esecuzione e alle responsabilità connesse: consenso, esecuzione tecnica, evenienze in corso di procedura, assistenza, postumi. Il Dott. Michelon, veronese, ne è stato l’anima locale, coordinando il pool di Avvocati e Giudici esperti di contenziosi sanitari nella città scaligera. Il processo si articola in due parti. La prima delinea il caso fino al rinvio a giudizio. Partecipano: il Prof. Cotroneo per la presentazione e narrazione degli eventi, i Consulenti della parte Lesa (Prof. Danesino e Fileni) ed i Consulenti del Radiologo (Prof. Pescarini e De Leo), il Giudice, Dott.ssa Motta, per le motivazioni del rinvio a giudizio. Nella seconda parte si alternano gli interventi degli Avvocati di parte Lesa (Guarienti) e del Radiologo (Sancassani) fino alla relazione della CTU (Prof. De

Il dolore lombare degenerativo

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l dolore lombare è il disturbo osteoarticolare più frequente, rappresentando la seconda causa di ricorso al medico. Quasi l’80% della popolazione è destinato nella vita a presentare una lombalgia. La prevalenza annuale dei sintomi è del 50% negli adulti in età lavorativa, di cui il 15-20% ricorre a cure mediche. L’impatto economico che ne deriva è molto elevato e l’attenzione è stato rivolta alla individuazione di criteri clinici di priorità finalizzati ad aumentare l’appropriatezza diagnostica e terapeutica di tale patologia. La degenerazione coinvolge sia il disco (disidratazione, fibrosi, fissurazione radiale, protrusioni e ernie) che le strutture ossee (sclerosi, osteofitosi, degenerazioni tipo Modic). La RX rappresenta l’indagine di I livello per l’inquadramento della patologia degenerativa ossea. Nei casi in cui vi sia necessità di un più dettagliato studio delle strutture ossee vi è indicazione all’esame TC. La RM costituisce l’indagine di scelta nella valutazione della patologia degenerativa discale in virtù del dettaglio anatomico grazie all’elevata risoluzione di contrasto. Maggior importanza stanno assumendo gli studi di RM in clino e ortostasi, che permettono di valutare la biomeccanica della colonna studiando gli effetti

Stefano e Cazzulani) per il giudice. La sentenza finale è affidata al Giudice Sperandio: ai presenti è consentito di dissentire o meno! Il dibattito rimane aperto. In ogni caso gli argomenti propongono problematiche di responsabilità penale e civile dalle quali dedurre logiche e comportamenti da seguire nell’attività professionale.

Adriano Fileni

Nella sintesi proposta, inoltre, il processo fornisce un’occasione singolare per conoscere come funziona nella globalità l’iter processuale, e la dialettica tra accusa e difesa nel nostro paese. TR • 15 GIUGNO • AULA VERDE • ORE 08.30

RM sono indicate in presenza di deficit neurologici progressivi indipendentemente dalla risposta alla terapia e dalla durata dei sintomi. Inoltre è indicata una valutazione mediante TC e/o RM nei casi in cui il dolore lombare sia riconducibile a patologie specifiche (neoplasie, infezioni, patologie autoimmunitarie). Il trattamento della patologia degenerativa lombare è in prima istanza conservativo (farmaci anti-infiammatori e fisioterapia). Il trattamento interventistico (idet, nucleoplastica, chemionucleolisi, ozonoterapia, infiltrazioni periradicolari) ha il vantaggio rispetto alla chirurgia di ridurre l’invasività, le complicanze e i costi, è ripetibile e non preclude il ricorso alla chirurgia tradizionale. Quest’ultima è riservata ai casi in cui vi sia un fallimento dell’approccio conservativo. ■ TR • 14 GIUGNO • AULA VERDE • ORE 16.30

Roberto Floris

del carico fisiologico sulle sue componenti. Clinicamente è necessario distinguere tre situazioni: 1) dolore lombare non specifico; 2) dolore potenzialmente associato a radicolopatia; 3) dolore potenzialmente associato ad altre cause specifiche. La diagnostica per immagini non è raccomandata di routine prima di 4-6 settimane nei primi due casi, se non per evidenziare fratture recenti in seguito a traumi significativi o in persone anziane con storia di terapia steroidea o di osteoporosi. TC o

Appuntamenti Societari Assemblee delle Sezioni di Studio Gestione delle risorse ed economia sanitaria in Radiologia

lun 14 giugno 13.30-14

Aula B

Radiologia d’Urgenza ed Emergenza

lun 14 giugno 13.30-14

Aula C

Senologia

lun 14 giugno 13.30-14

Aula Verde

Tomografia Computerizzata

lun 14 giugno 13.30-14

Aula Bianca

mar 15 giugno 13.30

Aula Rossa

Cerimonia di chiusura


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Patologia da sport nell’età evolutiva

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egli ultimi anni sempre maggiore è il numero di soggetti in età evolutiva che praticano attività sportiva sia amatoriale che soprattutto agonistica con contestuale incremento del numero dei traumi da sport in questa fascia d’età. Nel soggetto in età pediatrica, infatti, i quadri patologici risentono fortemente delle caratteristiche anatomiche dello scheletro in accrescimento e soprattutto dalla presenza delle cartilagini di accrescimento che possono essere considerate l’anello debole della catena. L’incidenza dei vari tipi di lesione è simile tra i due sessi, con netta prevalenza di strappi e stiramenti su fratture e lussazioni, ed il meccanismo lesivo più frequente è rappresentato dall’“iperuso”, come fattore diretto o come cofattore. I traumi da sport interessano più frequentemente l’arto inferiore, in particolar modo ginocchio e caviglia. L’arto superiore è la seconda sede di traumi da sport, in modo particolare a livello della spalla e del gomito. In tutti questi casi la diagnosi dei traumi muscolo-scheletrici necessita della valutazione tramite imaging, allo scopo di conoscere l’esatta entità ed estensione del danno. La Radiologia convenzionale costituisce l’in-

dagine diagnostica di primo livello per lo studio della componente ossea del sistema muscolo-scheletrico ed è, però, scarsamente informativa sui tessuti molli perischeletrici, soprattutto se raffrontata ad ecografia, TC e RM. Per questo motivo l’impiego della radiologia convenzionale sarà prevalentemente indirizzato alla valutazione delle lesioni traumatiche

lito si sottopone il giovane atleta con patologia muscolo-tendinea. L’ambito patologico di impiego della metodica ecografica è costituito dalle lesioni traumatiche dei muscoli (distrazioni, contusioni), e dalle molto più rare lesioni dei tendini e dei legamenti. La Tomografia computerizzata viene raramente impiegata nella valutazione dei traumi da sport del paziente in età evolutiva ad eccezione dei casi di fratture complesse dello scheletro assile o di specifiche problematiche osteo-articolari (malallineamento femoro-rotuleo, sinostosi astragalocalcaneare, ecc.). La Risonanza magnetica grazie alla sua multiplanarietà, alla ottima risoluzione spaziale e di contrasto ed all’assenza di radiazioni ionizzanti può essere considerata il “gold standard” delle indagini di secondo livello. Carlo Masciocchi In particolare, nei traumi da sport dell’adolescente, rappresenta un presidio diagnostico irrinunciabile nella migliore defimaggiori (fratture, distacchi epifisari ed aponizione di lesioni discorsivo-contusive di gifisari, lussazioni). Altri campi di applicazione nocchio e caviglia, della spalla instabile e di possono essere rappresentati dallo studio dei altre condizioni analoghe in cui la valutaziomalallineamenti articolari, della spondilolistene con le metodiche di primo livello sia risulsi e delle osteocondriti. tata insufficiente. L’Ecografia offre un’ottima rappresentazione dei tessuti molli perischeletrici, per cui costituisce la prima indagine strumentale cui di so■ LA • 14 GIUGNO • AULA BIANCA • ORE 10.15

Segue dalla prima

Arrivederci a Torino Il Centro Congressi del Lingotto ha un fascino unico e una funzionalità già collaudata da moltissime manifestazioni che ogni anno portano a Torino decine Giovanni Gandini di migliaia di persone (basti pensare al Salone del Libro) ed entro la fine di quest’anno sarà ultimata la linea del metrò che permette di raggiungere il Lingotto in pochi minuti dal centro storico. Anche il numero di camere in alberghi a 4 e 5 stelle è molto superiore rispetto al 1990 e del tutto adeguato ad un grande Congresso con diverse migliaia di partecipanti come il nostro. Nelle comunicazioni il progresso è stato pure importante grazie all’ampliamento dell’aeroporto di Caselle, ma soprattutto per i treni veloci (MI-TO in meno di un’ora) e questo è molto importante perché Torino è sicuramente meno conosciuta di quanto meriterebbe, essendo fuori da tutte le grandi vie di comunicazione, e il 45° Congresso potrebbe rappresentare una eccellente opportunità per le signore accompagnatrici (ma anche per gli accompagnatori visto il numero di appartenenti al gentil sesso, sempre maggiore tra di voi) non solo per conoscere le bellezze artistiche e culturali di Torino, ma anche per fare una visita alla via del cashmere (in Val Sesia) e a quella dell’oro (a Valenza). Arrivederci a Torino.

Aterosclerosi oggi: il lume, la parete vasale, la placca

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er la sua natura sistemica e la distribuzione multidistrettuale delle lesioni, l’aterosclerosi rappresenta oggi non solamente la principale causa di mortalità e morbidità nel mondo occidentale, ma anche una malattia complessa in cui la diagnostica noninvasiva riveste un ruolo fondamentale per l’identificazione precoce di lesioni clinicamente silenti. I quesiti specifici che oggi il clinico rivolge alla diagnostica non invasiva vascolare riguardano non più solamente la quantificazione dell’eventuale grado di stenosi (lume) ma anche la caratterizzazione del contenuto tissutale della placca e l’eventuale risposta adattiva della parete vasale all’insulto dell’endotelio (parete vasale in termini di rimodellamento vascolare positivo o negativo). In tal senso, le semplici metodiche “luminografiche” ed invasive quali l’angiografia tradizionale, hanno subito un netto ridimensionamento divenendo quasi esclusivamente procedure mirate alla eventuale terapia endovascolare e non con finalità diagnostiche. L’esatta quantificazione del grado di stenosi (cioè il lume residuo) e quindi della significatività emodinamica di una placca aterosclerotica rappresenta, insieme agli indici emodinamici valutati in corso di eventuale procedura angiografica, uno dei parametri fondamentali per definire l’eventuale strategia terapeutica in

Carlo Catalano

presenza di una lesione vascolare stenosante. La TC in primo luogo e la RM soprattutto con i mezzi di contrasto intravascolari e le sequenze ad alta risoluzione acquisite in stato stazionario, sono in grado di rispondere a tali quesiti e di selezionare i pazienti da inviare o procedura interventistica endovascolare. Dal momento che quasi sempre queste lesioni inizialmente non sono emodinamicamente significative, diventa ancora più importante clinicamen-

te il ruolo di una diagnostica non-invasiva in grado di caratterizzare il contenuto tissutale di una placca in base alla densità con TC o al segnale in RM, e quindi di approntare il corretto regime terapeutico. Il remodeling dei vasi arteriosi, di fatto non valutabile con le metodiche tradizionali, rende necessaria la sovrapposta identificazione anche della parete e del suo eventuale risposta compensatoria positiva o negativa ed in questo TC ed RM consentono di quantificare il remodeling index in modo accuratissimo e sovrapponibile a metodiche invasive e molto costose quali l’ecografia intravascolare (IVUS). In sostanza, l’imaging della malattia aterosclerotica, intesa come malattia per definizione polidistrettuale sistemica, si accompagna alla necessità di analizzare il carico totale di malattia (o “atherosclerotic burden”) per ogni singolo paziente, soprattutto in coloro che, ancora asintomatici, possono prevenire eventi fatali. La scelta della metodica ideale deve essere fatta ovviamente in base a valutazioni cliniche precise, tenendo tuttavia conto che la Risonanza Magnetica, per limiti intrinseci di risoluzione spaziale e di complessità e tempi di acquisizione dell’esame non è metodica ancora competitiva per lo studio delle coronarie. ■ CA • 15 GIUGNO • AULA ORO • ORE 08.30


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PET-TC il punto di vista del radiologo

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ipartimento di Diagnostica per Immagini, Imaging Molecolare, Radiologia Interventistica e Radioterapia - Policlinico Universitario “Tor Vergata” - Roma. Nonostante l’enorme diffusione sul territorio, l’Imaging ibrido PET-TC non ha ancora trovato un consenso unico sui protocolli da impiegare in ambito oncologico. L’oncologia, nei suoi tre momenti fondamentali quali la stadiazione, il monitoraggio terapeutico e la ristadiazione post-terapia, è infatti il principale campo di applicazione della PET-TC. Sebbene la superiorità della PET-TC rispetto alla TC o alla PET, esaminate singolarmente, sia oramai indiscussa, tuttavia, la mancanza di studi osservazionali controllati per la valutazione dell’impatto terapeutico in termini di outcomes (quali ad esempio il tempo libero da malattia o la sopravvivenza) sull’impiego del mezzo di contrasto endovenoso, rendono il protocollo dell’esame PETTC arbitrario e soggetto all’esperienza degli operatori. Inoltre, la mancanza di un con-

senso su quale debba essere la metodica per la quantificazione della risposta alla terapia, rendono la PET-TC agli occhi delle agenzie farmaceutiche una tecnologia non affidabile per la valutazione dell’efficacia terapeutica dei nuovi farmaci chemioterapici. La PETTC è quindi sicuramente una tecnologia “sottoimpiegata” che offre una quantità enorme di potenzialità che non siamo ancora in grado di gestire. Per fare questo serve uno sforzo comune da parte dei medici radiologi e dei medici nucleari. Una “turf war” all’interno della propria “famiglia” non porterà alcun beneficio sia alla comunità scientifica che ai pazienti. Ne abbiamo già abbastanza da affrontare con le altre specialità. Medici nucleari e Radiologi sono prima di tutto medici. Medici che attraverso la valutazione indiretta del corpo umano individuano e caratterizzano eventuali processi patologici. Sono entrambi diagnosti per immagini, solo che utilizzano tecnologie diverse. Tutto ciò può sembrare ovvio e riduttivo, ma non lo è. Le tecniche di ima-

ging ibrido hanno sconvolto quelle che erano le specialità e l’organizzazione della struttura delle nostre scuole. Ma siamo noi a doverci adattare e non cercare di adattare le nuove tecnologie ai vecchi schemi. Certamente questo richiede uno sforzo. Gli Stati Uniti si stanno già muovendo in una nuova direzione. Le strutture accademiche Americane hanno riformulato i programmi educativi in base ai vari organi e apparati, ovverosia stanno tendendo ad essere sempre più “organocentrici”. Questo che significa? Significa che non può esistere l’esperto PET o l’esperto TC. Ma deve esistere l’esperto diagnosta per immagini del polmone, dei linfomi, etc. In molte realtà questo è quello che accade. Basta vedere nelle unità di senologia. Chi fa la risonanza magnetica della mammella si occupa ovviamente anche di mammografia e di ecografia. L’Imaging oggi è multimodale. Per fare una diagnosi o una prognosi radiologica in senso lato, occorro più teniche integrate. Questa è la lezione dell’imaging ibrido.

MOMENTI CONGRESSUALI

Antonio Orlacchio

Pertanto essere specialisti solo in un sottogruppo di tecniche è riduttivo per la propria formazione professionale e rischioso per il Paziente. Certo si tratta di rimettere in gioco tutto e di creare nuove regole. Ma credetemi ne abbiamo bisogno. CA • 15 GIUGNO • AULA AZZURRA • ORE 08.30


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news Segue dalla prima

Carlo Faletti un Presidente per il 2012

Carlo Faletti

Nel 2012 la digitalizzazione sarà ubiquitaria Il mondo informatico che ci troviamo ad affrontare è sicuramente un elemento fondamentale per il nostro lavoro, a condizione di individuare gli elementi che realmente consentono di far progredire e migliorare l’atto radiologico nel suo complesso, nella fase di studio e di successiva realizzazione della componente propria della nostra specialità, integrato in un sistema di modulazione della richiesta e individuazione anagrafica che, pur prevedendo la nostra cooperazione, deve necessariamente rispondere a dettami di orga-

nizzazione sicuramente regionali se non addirittura nazionali. Una riflessione alla luce dei giorni di vita congressuale La presenza di tanti giovani mi ha rafforzato nella convinzione di dover operare per la organizzazione definitiva della attività radiologica h 24 per confermare e rafforzare la convinzione sulla presenza fisica del medico radiologo. Ma la Radiologia italiana, come il paese, è un caleidoscopio di interessi e diversi modi di vivere la professione da mediare e far convivere secondo laa traccia degli interessi comuni. Nel programma non si parla di SNR e della altre società dell’area radiologica. Non è stata una dimenticanza, al sindacato sono iscritto da sempre e per me fa parte della quotidianità radiologica. Non avrebbe avuto senso parlare del quotidiano con quelle dichiarazioni un pò di maniera che appassiscono come i fiori dopo pochi giorni. È il braccio operativo con cui applicare linee e norme elaborate dalla SIRM, ed in quanto tale espressione imprescindibile del mondo radiologico. Delle altre società non era necessario parlare, intendo muovermi nel contesto delle linee finora portate avanti ed in questo senso sono stato favorevole all’acquisto della casa comune, un buon progetto politico e, lasciatemi dire, in tempi di crisi finanziaria anche un buon investimento in mattoni. Per costruire come sempre con il contributo di tutti.

Le piantine

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Segue dalla prima

44° Congresso: un primo bilancio

Stefania Montemezzi

Possiamo dare alcune cifre sul 44° Congresso ai nostri lettori? Certamente. Siamo alle 2 del pomeriggio di Domenica 13 e sono destinate ad aumentare ma sono già di per se stupefacenti e superiori ad ogni attesa 5.484

Il gruppo di lavoro di

iscritti di cui quasi 1200 “on site” con una presenza media giornaliera accertata di quasi 5000 persone.Cifre imponenti che ci compensano degli sforzi e della fatica di mesi e mesi. Ed a queste si aggiungono le migliaia di accompagnatori ed operatori delle esposizioni Un impatto di quasi diecimila persone. Per concludere? Per concludere non mi resta che ringraziare tutti i partecipanti per la stima e l’apprezzamento costante che ha accompagnato me,il Presidente Gortenuti e tutto il team in questi giorni. È stata e sarà per tutti noi una esperienza indimenticabile. Grazie a tutti e buon proseguimento. Grazie a tutti voi e grazie a Verona.

vi saluta e ringrazia per l’attenzione di questi giorni.

Il Quiz di Risposta del caso del 13 giugno Risposta corretta Cistoadenoma mucinoso dell’appendice. 2. Commento al caso La donna esegue clisma TC nel sospetto clinico di endometriosi colica infiltrante. Il reperto paraciecale è puramente casuale. La donna non è appendicectomizzata. Nelle immagini del clismaTC colon (1,2,3) si osserva la lesione espansiva periciecale. Non ha chiaro rapporto di continuità anatomica con alcuna struttura. La difficoltà nel-

l’interpretazione del reperto è legata all’apparente assenza di continuità della lesione con l’appendice vermiforme (la diagnosi sarebbe stata più facile se fosse stata facilmente individuabile la continuità anatomica tra il reperto e l’organo da cui derivava), questo fatto spiega la difficoltà della diagnosi. La RM esclude il contenuto emorragico della lesione e conferma che non è solida. Sia l’ecografia (immagini 7,8) che la RM (4,5,6) non individuano netta continuità anatomica con l’intestino.

Stand istituzionali Stand istituzionali AINR AIFM AIMN ESGAR ESR IHE Il Radiologo La Radiologia Medica S.N.R.

Pad.9 Stand 58 Pad.9 Stand 57 Pad.9 Stand 59 Pad.9 Stand 53 Pad.9 Stand 54 Pad.9 Stand 52 Pad.9 Stand 55 Pad.9 Stand 66 Pad.9 Stand 56


SIRM_OGGI n째4 - 7

13-06-2010

19:07

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