PambiancoMagazine_n3_XVII

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MAGAZINE Si riapre il carosello delle FIERE che tornano in presenza. Intanto la moda ha riscoperto il potere della PAROLA. E ha capito che l’ECONOMIA CIRCOLARE è anche un business

07-308 LUGLIO/AGOSTO GIU/LUG 20182021

COVER BY JAMES WOLANIN

Poste Italiane - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi - ANNO XVII - N°3 GIUGNO/LUGLIO 2021

NUMERI, FATTIE PROTAGONISTI E PROTAGONISTI DELLA MODA DEL LUSSO NUMERI, FATTI DELLA MODA E DELELUSSO




editoriale

L’urgenza di tornare a terra di David Pambianco

C

onvincere le aziende ad esserci”. Nelle scorse settimane, Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, aveva commentato così la scelta di ri-aprire i battenti della Fortezza, per un’edizione della fiera fiorentina in presenza. In quella frase si leggono i timori che il sistema si faccia trovare impreparato di fronte all’opportunità di un rapido ritorno al reale. La cautela delle aziende e dei brand si vede. Anche sul fronte sfilate, e non solo in Italia, sono diverse le passerelle che ancora non hanno deciso se riaccendere le luci. E gli inviti a fare sistema da parte dei vertici istituzionali evidenziano la necessità di dare una sveglia. Certo, non si può cancellare in poche settimane il lascito economico e psicologico di un anno passato in quarantena, ovvero i timori di contagio che assalgono le persone al ritorno in pubblico, e, ancor più, la consapevolezza che tale timore assale anche colui cui ti accingi a stringere la mano. Ma la sensazione è che questa cautela sia in qualche modo favorita da un effetto indesiderato dell’euforia digitale. Come a dire: tanto c’è l’online. In Italia, più che in altri Paesi, l’avvento dell’e-commerce è stato un evento di rottura, in quanto il made in Italy presentava evidenti ritardi culturali e tecnologici. Ma, dopo la fase traumatica, il digitale ha evidenziato tutte le sue enormi potenzialità anche per il ramificato e frammentato made in Italy, che, di fatto, ha recuperato in pochi mesi i ritardi di alcuni anni. Adesso si tratta di trovare il giusto equilibrio. Lo scenario è quello di un mercato che riparte al traino dei consumi domestici. Il che significa un evidente impatto per mercati come gli Usa e la Cina, dove le famiglie hanno già impresso accelerazioni importanti allo shopping. Ma un tale serbatoio di consumatori non esiste in Paesi come l’Italia, per cui lo sbocco internazionale rimane vitale. Come mantenere, dunque, le performance verso l’export? Certo, il digitale sarà un volano importante, ma il Made in Italy non deve perdere di vista la necessità di valorizzare quelli che sono i suoi tratti distintivi e di unicità globali. L’elevata qualità dei prodotti (la materia), la storia artigianale che li accompagna (la tradizione), le connessioni culturali e sociali con territorio (le relazioni), hanno bisogno di qualcosa che non si trova in un sito, in un social o in un videogioco. Hanno bisogno di riportare i piedi per terra. Che sia dietro le vetrine di un negozio, o in uno showroom o nei corridoi di una fiera. Ma per terra.

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time is pisa

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sommario

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Analisi Nel post Covid i big del lusso volano in Borsa

I titoli della moda hanno ampiamente recuperato rispetto al picco negativo sui listini, tornando ai livelli di dicembre 2019 o addirittura ai massimi storici.

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Dossier Potere alla parola. E la moda va controcorrente 32

Attualità Le fiere rilanciano in chiave phygital

Il lockdown ha scardinato l’egemonia delle foto, dei video e dei social media. C’è chi ha deciso di voltare pagina, come Bottega Veneta. E chi ha scelto di dare spazio alla parola con progetti audio. È l’inizio di un nuovo paradigma nella comunicazione. A settembre a Milano tornano i tradizionali eventi della moda, questa volta finalmente in presenza. Il tutto, però, senza dimenticare i plus delle manifestazioni digitali che hanno accompagnato le aziende durante la pandemia.

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Intervista Livio Proli: “Ecco il terzo ciclo di Missoni”

Cosa accadrà a Missoni dopo l’addio alla direzione creativa di Angela Missoni? La presenza della famiglia resta imprescindibile per definire le strategie del brand ma dal modello familiare si va verso quello manageriale.

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Focus La moda circolare varrà 5,3 trilioni $

Abiti di seconda mano, recupero di tessuti e produzioni green sono le parole d’ordine di una rivoluzione destinata a convertire il settore da lineare a circolare. Secondo uno studio il business varrebbe il 76% in più della fashion industry.

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Tendenze Back to reality

Le collezioni maschili per la primavera/estate 2022 comunicano la voglia di tornare alla normalità tra proposte informali, moda sostenibile e activewear. La sneakers-mania non rallenta il passo ma cambia pelle.

In copertina: James Wolanin “Just We Two” 122 x 122 cm Acrylic/Resin panel Courtesy of Caldwell Snyder Gallery, San Francisco CA www.caldwellsnyder.com

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Cover story pag. 120

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overview

La cinese Fosun si compra Sergio Rossi e punta al polo del lusso

Il 100% di Sergio Rossi è stato acquisito dalla conglomerata cinese Fosun Fashion Group (FFG). Un’operazione a sorpresa perché il nome del gruppo cinese non era mai uscito nel corso di questi mesi di asta competitiva organizzata da Rothschild, advisor di Investindustrial che nel 2015 aveva rilevato il brand da Kering. Top secret i termini finanziari dell’operazione che si concluderà entro la fine dell’estate. Confermato l’amministratore delegato Riccardo Sciutto, che diventa anche co-investitore nel veicolo utilizzato per l’operazione. Tra le priorità del gruppo cinese ci sarà la forte sinergia tra i marchi “attraverso la fabbrica Sergio Rossi, completamente di proprietà e all’avanguardia“, ha affermato Fosun nella nota. Due le direttrici di sviluppo: da una parte l’Asia e dall’altra il potenziamento dell’online, avviato nel 2018 e con grandi margini di miglioramento.

Exor si allea con Wwic. Pronti 300 mln € per le medie aziende italiane

Exor, una delle principali holding europee a controllo familiare, e The World-Wide Investment Company Limited (Wwic), il più antico family office di Hong Kong, hanno siglato una partnership per investire in imprese di medie dimensioni che rappresentano l’eccellenza italiana nel settore dei beni di consumo, sostenendone lo sviluppo sui mercati internazionali. Il risultato è la costituzione di una nuova società denominata Nuo Spa, partecipata al 50% da una società di Wwic (secondo BeBeez, il veicolo sarà Nuo Capital) e al 50% da Exor. Tommaso Paoli, ex manager di Intesa Sanpaolo, ne sarà l’amministratore delegato. Nuo sarà dotata di un capitale proprio iniziale pari a 300 milioni di euro.

Benetton ricapitalizza la moda con 300 mln, ritorno alla cassa nel 2023

Nel 2020 Chanel ha chiuso l’esercizio con un calo del 18% rispetto al 2019 a quota 10,1 miliardi di dollari (circa 8,33 miliardi di euro). Un dato in linea con le previsioni tratteggiate un anno fa dal presidente Bruno Pavlovsky, che aveva stimato che la società sarebbe andata incontro a una contrazione double digit nei dodici mesi. Più marcato il calo dell’utile, arrestatosi a 2,05 miliardi di dollari (1,70 miliardi di euro), in flessione del 41,4% rispetto al 2019 pre-pandemia. Tra gennaio e giugno, tuttavia, la maison avrebbe non solo recuperato la pedita ma dovrebbe aver ampiamente superarato i primi sei mesi del 2019.

Dior svela il suo primo co-branded

Dior ha svelato una collezione speciale realizzata a quattro mani con Sacai. Kim Jones, direttore creativo del menswear della maison francese, ha scelto di collaborare con Chitose Abe, fondatrice del brand giapponese, per una collezione di indumenti e accessori per un totale di quasi 60 prodotti che verrà realizzata a novembre. Si tratta della prima partnership di questo tipo per Dior che inserirà il logo del marchio all’interno del proprio. Abe è, insieme a designer come Virgil Abloh, Matthew Williams e lo stesso Jones, responsabile dell’ascesa del fenomeno streetwear luxury.

Selfridges verso la vendita per 4 miliardi di sterline

Selfridges si dirige verso la cessione. Secondo indiscrezioni, il colosso britannico della dinastia multi-miliardaria Weston starebbe valutando la vendita dei celebri grandi magazzini per circa 4 miliardi di sterline (circa 4,66 miliardi di euro) in seguito al corteggiamento di un potenziale acquirente.

Gucci, raggiunti gli obiettivi green per il 2025 . Lancia Demetra

Benetton continua a credere sul business della moda, da sempre nel Dna del gruppo. Nel piano ndustriale 2021-2026 si legge che il gruppo si prefigge di ottenere un risultato operativo sopra la parità e di tornare alla generazione di cassa a partire dal 2023, fino a raggiungere un risultato operativo oltre il 6% del fatturato nel 2026. Per raggiungere questo, Edizione holding, la cassaforte di Benetton, ha messo sul piatto 300 milioni per ricapitalizzare l’azienda di moda entro il 2022. Di questi, 200 sono già stati versati nel 2020 (150 milioni a luglio e ulteriori 50 milioni a dicembre) e il restante centinaio entro, appunto il 2022. Nel 2020 a causa delle chiusure dei negozi imposte dal Covid, ha chiuso con ricavi a 736 milioni di euro rispetto a 1,2 miliardi di euro nel 2019. La perdita netta finale è stata di 281 milioni di euro contro i 138 dell’anno precedente.

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Chanel torna ai livelli pre-pandemia dopo un 2020 a -18%

Gucci ha pubblicato il suo primo impact report che svela i risultati raggiunti sulla sua green roadmap, tagliando con quattro anni di anticipo gli obiettivi prefissati per il 2025. La maison di Kering è già riuscita a ridurre del 44% il proprio impatto complessivo e del 47% delle emissioni di gas serra (sulla base di una misurazione che fa riferimento ai dati del 2015). La maison anche annunciato lo sviluppo di un materiale chiamato Demetra realizzato quasi esclusivamente con componenti vegetali ma utilizzando le stesse competenze e processi impiegati per la concia. Gucci metterà Demetra a disposizione delle altre aziende dell’industria della moda. La maison ha già depositato la domanda di brevetto e marchio Demetra. Alcuni prodotti Gucci realizzati in Demetra sono infatti già disponibili online e in store, e il materiale è attualmente utilizzato nelle collezioni.

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overview

Zegna rileva Tessitura Ubertino

Il Gruppo Ermenegildo Zegna ha rilevato la maggioranza della Tessitura Ubertino, azienda specializzata nei tessuti di alta gamma per donna, di Pratrivero (Valdilana, Biella). L’acquisizione di storiche aziende italiane (Bonotto, Dondi e Tessitura di Novara), ognuna specialista di un peculiare settore merceologico, ha consentito al gruppo di costituire, insieme al Lanificio Zegna, un grande laboratorio tessile del lusso con l’obiettivo di creare prodotti di altissima qualità e preservare allo stesso tempo il knowhow e l’artigianalità del made in Italy.

Il proprietario di Umbro passa a Lancer Capital

Iconix Brand Group Inc., la controllante, tra gli altri, dei marchi Umbro, Candie’s e London Fog, ha stipulato un accordo definitivo per l’acquisizione da parte di Iconix Acquisition Corp., affiliata di Lancer Capital. La transazione all-cash valuta Iconix circa 585 milioni di dollari (483 milioni di euro), incluso il debito netto. L’accordo porterà la società, che gestisce anche un ampio portafoglio di licenze, a diventare una private company. Lancer avvierà un’offerta pubblica d’acquisto per rilevare tutte le azioni ordinarie di Iconix in circolazione, per 3,15 dollari per azione.

Burberry accelera nel green, sarà climate positive entro il 2040

Burberry potrebbe diventare una delle prime maison “climate positive”. È questo l’ambizioso obiettivo che la griffe britannica si è prefissata per il 2040, alzando così l’asticella green dell’intero comparto luxury. Nello specifico, entro il 2030 Burberry ridurrà le emissioni lungo la supply chain del 46% e dieci anni dopo promette di dichiararsi definitivamente carbon neutral, in anticipo di un decennio rispetto a quanto previsto dall’Accordo di Parigi per limitare a 1,5 C° l’aumento della temperatura globale.

Il resale degli orologi di lusso verso i 32 mld $ nel 2025

Secondo The State of Fashion Watches and Jewellery Report di The Business of Fashion e McKinsey & Company, dopo aver subito un calo delle entrate a due cifre durante la pandemia (la gioielleria dal 10 al 15%, orologi dal 25 al 30%), entrambi i settori si preparano a registrare una crescita costante fino al 2025. il passaggio a un modello di vendita per lo più direct-to-consumer, sposterà circa 2,4 miliardi di dollari (poco meno di 2 miliardi di euro) di ricavi annuali dalle casse dei retailer a quelle dei brand. Da qui al 2025, si prevede che il mercato degli orologi crescerà dall’1 al 3% all’anno. Il second hand e il resale saranno uno dei motori di crescita: si stima che il mercato degli orologi usati raggiungerà dai 29 ai 32 miliardi di dollari entro il 2025.

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Ferrari scende in pista nel fashion luxury e sfila a Maranello

La storica casa automobilistica italiana ha svelato la prima collezione prêt-à-porter femminile e maschile, allestendo una sfilata all’interno dello stabilimento di Maranello. Il progetto di brand extention nasce grazie al chief brand diversification officer Nicola Boari, affiancato dal direttore creativo Rocco Iannone, al lavoro con il team nella nuova sede milanese in via Broletto che ospita anche lo showroom. In fase avanzata è la progettazione della boutique Ferrari a Milano, che assumerà il valore di flagship store di riferimento.

I luxury brand italiani crescono anche in tempi di Covid

I brand del lusso sono riusciti a crescere in valore finanziario e di equity nonostante le sfide imposte dalla pandemia. È quanto emerge dallo studio Kantar BrandZ Most Valuable Italian Brands, che per la prima volta quest’anno si è focalizzato sul vertical dei luxury brand. Sul podio dei Top 10 Most Valuable Italian Luxury Brands troviamo Gucci (33.838 milioni di dollari), Prada (3.974) e Fendi (3.187). Seguono Bottega Veneta (2.209), Armani (2.141), Bulgari (1.582) e Salvatore Ferragamo (1.116), mentre chiudono la classifica Valentino, Versace e Dolce & Gabbana, rispettivamente all’ottavo, nono e decimo posto.

Lvmh lancia Heart Fund, il fondo da 30 mln per i dipendenti

Lvmh dà il via a Heart Fund, il fondo implementato per sostenere i 150mila dipendenti del colosso parigino per il quale è stato previsto uno stanziamento iniziale da 30 milioni di euro. L’obiettivo di Heart Fund è quello di offrire ai lavoratori in difficoltà una rete di sostegno che contempla, oltre agli aiuti finanziari, un supporto psicologico e sociale. Il fondo abbraccia oltre 70 Paesi del raggio d’influenza di Lvmh, nei quali sarà messa a disposizione una hotline di assistenza gratuita, anonima e riservata a disposizione di tutta la forza lavoro.

Pvh nel primo trimestre fa +55%

Il gruppo che controlla Calvin Klein e Tommy Hilfiger ha archiviato il primo trimestre, chiuso lo scorso 2 maggio, con un balzo dei ricavi del 55% a 2,07 miliardi di dollari (pari a 1,7 miliardi di euro al cambio attuale), contro gli 1,90 miliardi attesi dagli analisti. In forte miglioramento anche la redditività: l’utile ha raggiunto i 99,9 milioni di dollari da una perdita di 1,09 miliardi del primo quarter 2020, grazie anche a misure legate al contenimento dei costi. Il gruppoha alzato le stime dei ricavi a +24-26 per cento. Per il prossimo trimestre si attendono ricavi in aumento tra il 34% e il 36 per cento.

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Lululemon batte stime: vola dell’88% nel primo trimestre dell’anno

Trimestre da record per Lululemon. Il retailer canadese specializzato in sportswear ha chiuso i primi tre mesi del 2021 a quota +88%, con ricavi da 1,23 miliardi di dollari, sensibilmente al di sopra delle aspettative degli analisti che si erano fermate, secondo la società Rifinitiv, a 1,13 miliardi. Si tratta, infatti, di un dato in crescita superiore allo stesso periodo del 2019, in cui le vendite erano ammontate a 782,3 milioni di dollari ed era stata registrata una crescita del 57 per cento. Nel quarter concluso lo scorso 2 maggio anche l’utile netto dell’azienda è salito a 145 milioni di dollari (1,11 dollari per azione), contro i 28,6 milioni dell’anno precedente.

Fenicia Spa (Camicissima) rileva Nara Camicie Il gruppo Fenicia Spa, controllante di Camicissima, ha finalizzato l’acquisizione di Nara Camicie, marchio di proprietà di Passaggio Obbligato Spa, che fa capo alle famiglie Annaratone e Gaggino, oltre che allo stilista Mario Pellegrino. Il takeover, studiato e voluto dai fondatori di Camicissima, rispettivamente AD e presidente, Sergio e Fabio Candido, mira a dar vita ad una “holding di brand leader nel segmento camiceria uomo e donna, in Italia e all’estero”, come spiega la nota stampa. Un progetto che è tra gli obiettivi dei due imprenditori sin dalla fondazione di Camicissima nel 2004, e che contribuirà a consolidare il posizionamento nel settore della moda B2c di Fenicia, azienda da 53 milioni di euro di fatturato nel 2019.

Emilio Pucci, capsule con Supreme in formato skate

Brooks Brothers cambia rotta. Dopo essere uscita dalla bancarotta alla fine della scorsa estate, la catena di menswear statunitense ripensa il proprio posizionamento sul mercato

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Sequoia Capital investe in Ssense

Sequoia Capital entra nel capitale di Ssense acquistando una quota di minoranza. L’etailer di lusso canadese che ha visto la propria valutazione schizzare a 5 miliardi di dollari. Per la società di Montréal si tratta del primo round di finanziamento esterno nei suoi 18 anni di storia. L’investimento punta ad accelerare la strategia di crescita globale della piattaforma fondata dai fratelli Rami, Firas e Bassel Atallah con una particolare attenzione al mercato cinese. Angelica Cheung, venture partner di Sequoia Capital China, si unirà al board di Ssense.

Il gruppo Florence compra Manifatture Cesari

Florence si espande e dà il benvenuto a Manifatture Cesari. La holding presieduta da Francesco Trapani e guidata dal CEO Attila Kiss ha acquisito l’azienda umbra Manifatture Cesari, dal 1988 specializzata nella produzione di abbigliamento in jersey. A sostenere l’operazione è stato un aumento di capitale e l’investimento nel gruppo Florence della famiglia Romolini, fondatrice dell’impresa tessile, ma i dettagli finanziari non sono stati divulgati. Si aggiunge alle tre aziende già nel bouquet di Florence: Giuntini SpA, Ciemmeci Fashion Srl e Mely’s Maglieria Srl.

Rent the Runaway valuta l’Ipo

Anche Emilio Pucci scende dalle colonne classiche e si butta sullo skate. La storica maison fiorentina di proprietà di Lvmh, infatti, prova ad attrarre la Z Generation alleandosi con uno dei marchi più amati dai giovanissimi: Supreme.La collezione si compone di 14 pezzi caratterizzati dalle stampe d’archivio ‘Tulipani’ (1965) e ‘Fantasia’ (1970),e comprende una giacca smoking in seta, completi sportivi in ​​nylon resistenti all’acqua, camicie e t-shirt con logo stampato e ricamato, una felpa con cappuccio e pantalone abbinato, maglia e pantaloncini da calcio oltre a una serie di accessori: occhiali da sole, cappellino, cintura e un accendino Zippo.

Brooks Brothers riparte dal casualwear

alla luce degli sconvolgimenti messi in atto dalla pandemia che hanno interessato in primo luogo anche l’abbigliamento formale. A dire il via al cambio di paradigma verso il casual è una linea di athleisure, una nuova selezione ibrida con incursioni nell’abbigliamento informale.

Rent the Runway si sta confrontando con le banche in preparazione di un’offerta pubblica iniziale che potrebbe arrivare già quest’anno. Le discussioni, tuttavia, sono ancora in una fase iniziale e l’azienda potrebbe decidere di non perseguire un’offerta. La società con sede a New York lo scorso anno ha raccolto fondi con una valutazione di 750 milioni di dollari (619 milioni di euro al cambio di oggi), al di sotto della precedente valutazione di 1 miliardo di dollari, secondo quanto riportato da Bloomberg.

Parigi misurerà l’impatto delle sue passerelle

A partire dai défilé della stagione P/E 2022, in programma dal 27 settembre al 5 ottobre, saranno lanciati due nuovi strumenti per la misurazione dell’impatto ambientale, sociale ed economico della settimana della moda di Parigi. Il progetto è nato nel 2019, è stato sviluppato nel 2020 e testato all’inizio di quest’anno.

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Gap svela il primo capo con Yeezy di Kanye West

Second hand, Mytheresa va con Vestiaire Collective

Kanye West ha presentato il primo indumento realizzato a quattro mani con il colosso americano Gap. Annunciata un anno fa, la collaborazione decennale è stata più volte al centro di speculazioni relative al ritardo dell’uscita sul mercato. la giacca imbottita color Puffo indossata proprio da West è attualmente in prevendita a 200 dollari negli Usa dove verrà spedita a partire dall’autunno. L’indumento è realizzato in nylon riciclato senza alcun tipo di chiusura. Secondo un articolo pubblicato da Bloomberg, il gruppo Ubs aveva stimato che il valore della collaborazione tra Gap e West si aggirava intorno ai 970 milioni di dollari al momento dell’annuncio.

L’e-tailer tedesco di beni di lusso Mytheresa è l’ultimo a cavalcare l’onda della tendenza sostenibile attraverso una partnership con Vestiaire Collective, una delle piattaforme leader nel settore dell’usato di alta gamma. I due player hanno lanciato un nuovo servizio di moda di seconda mano. Inizialmente, il programma sarà riservato ai top clients di Mytheresa per la rivendita delle borse ma l’obiettivo è estendere il servizio a una customer base più ampia, comprendendo un maggior numero di marchi e nuove categorie, incluso il prêt-à-porter, entro la fine dell’anno.

Neiman Marcus si compra la piattaforma Stylize

Etsy acquista Depop per 1,6 miliardi $

Etsy mette le mani su Depop. Il marketplace americano quotato al Nasdaq, specializzato in prodotti principalmente fatti a mano e vintage, ha infatti comprato per 1,625 miliardi di dollari (pari a 1,3 miliardi di euro) l’app di e-commerce inglese. Nato nel 2011 in H-Farm da un’idea di Simon Beckerman, Depop diventa così il secondo unicorno italiano dopo Yoox grazie ai numeri registrati lo scorso anno: le vendite lorde di merci sono state di circa 650 milioni di dollari, mentre i ricavi pari a 70 milioni di dollari, entrambi in aumento di oltre il 100% anno su anno.

La Cina accusa H&M, Nike e Zara per merce scadente

Neiman Marcus Group investe sul digitale e si compra la piattaforma di vendita al dettaglio Stylyze. L’operazione, spiega il gruppo nella nota, sarà “il primo di numerosi futuri investimenti digitali e sviluppo di capacità tecnologiche”. Il retailer ha infatti dichiarato che “l’acquisizione è destinata a far parte di un investimento lordo pianificato di oltre mezzo miliardo di dollari nei prossimi tre anni da Neiman Marcus Group per supportare la strategia di vendita al dettaglio di lusso integrata dell’azienda”.

H&M a giugno +2% rispetto a 2019

Il governo cinese ha formalmente accusato una serie di marchi di moda occidentali, tra cui H&M, Nike e Zara, di vendere abiti per bambini scadenti che rappresentavano potenziali rischi per la salute. Secondo il South China Morning Post che ha riportato la notizia, l’amministrazione generale delle dogane cinese ha elencato 81 lotti di prodotti di abbigliamento per bambini importati considerati a rischio a seguito degli esami condotti tra giugno 2020 e maggio 2021. I loti riguardano indumenti, giocattoli, spazzolini da denti, scarpe e biberon.

H&M ha dichiarato che le vendite nel periodo tra il 1 e il 13 giugno 2021 sono aumentate del 35% in valuta locale rispetto allo stesso periodo del 2020 e, soprattutto, del 2% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel secondo trimestre, che va dal 1 marzo al 31 maggio 2021, H&M ha chiuso con ricavi in crescita del 75% in valuta locale rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno a 46,509 miliardi di corone svedesi (4,6 miliardi di euro). Rispetto a due anni prima, le vendite sono diminuite ancora del 19% poiché i negozi sono rimasti chiusi per la maggior parte del trimestre in Germania e Francia e poiché l’affluenza è stata lenta in molti negozi aperti.

L’e-tailer Spartoo studia l’Ipo

Inditex rivede l’utile nel Q1

Il marketplace francese specializzato in abbigliamento, scarpe e accessori ha annunciato nella giornata che il documento di registrazione per un’offerta pubblica iniziale per l’ingresso in Borsa su Euronext Growth a Parigi è stato approvato dall’Autorité des Marchés Financiers (Amf). Nel 2020 Spartoo ha venduto più di 3 milioni di paia di scarpe, e il sito web ha attirato 14 milioni di visitatori unici al mese. Il gruppo ha acquistato a fine 2020 i marchi Jb Martin e Christian Pellet. Il patrimonio netto di Spartoo attualmente è di 15 milioni di euro e il debito è di 6,6 milioni di euro.

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Inditex torna all’utile nel primo trimestre del 2021, superando le attese degli analisti. Il gigante spagnolo ha riportato un utile netto del primo quarter dell’anno (conclusosi il 30 aprile) di 421 milioni di euro che si confronta con la perdita da 409 milioni di euro del primo trimestre del 2020. In forte miglioramento anche i dati relativi ai ricavi che sono cresciuti del 50% a 4,9 miliardi di euro, spinti dall’online che ha messo a segno un +67 per cento. Inoltre, le vendite tra il primo maggio e il 6 giugno sono aumentate del 5% rispetto allo stesso periodo del 2019

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analisi

Moncler 8 Richard Quinn A/I 2020-21

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analisi di Giorgia Ferrais

I big del LUSSO volano in Borsa. E la liquidità spinge i multipli delle M&A I titoli della moda hanno ampiamente recuperato rispetto al picco negativo sui listini, tornando ai livelli di dicembre 2019 o addirittura ai massimi storici. Crescono le capitalizzazioni, alcune alle stelle.

S

ono lontani i tempi in cui l’effetto del Covid-19 aveva impattato i listini delle Borse mondiali mandando in altalena tutti (o quasi) i titoli delle aziende quotate. Dopo alcuni mesi di difficoltà, infatti, i titoli della moda, e soprattutto del lusso, hanno invertito la tendenza, ricominciando a correre e facendo segnare record storici, tant’è che per il 2021 molti analisti stimano rialzi a doppia cifra sia per le vendite che per gli utili. Deutsche Bank, in particolare, prevede che quest’anno le vendite delle società del lusso saliranno del 18%, mentre gli utili cresceranno del 95 per cento. Le Borse quindi stanno sovrapprezzando, perchè a parita di fatturato e utili che avevano nel 2019, la valutazione di Borsa è ben superiore. Su questo incidono sicuramente le previsioni degli utili del 2021, che, però, sono simili a quelli del 2019. In ogni caso, il sovrapprezzamento è in funzione delle aspettative di mercato.

I PROMOSSI In Europa, il passaporto francese è il lascia-passare dei titoli sui listini. I colossi Lvmh, Kering ed Hermès, infatti, hanno visto la propria capitalizzazione crescere rispetto al 2019. Il titolo del gruppo guidato da Bernard Arnault ha chiuso il primo giugno 2021 a 657,10 euro, contro i 402,01 euro del 31 dicembre 2019. La capitalizzazione attuale del gruppo è di 331,84 miliardi di euro, quasi 120 miliardi in più rispetto ai 212,780 miliardi del 2020. Con riferimento alla trimestrale, Lvmh ha chiuso il primo trimestre del nuovo anno con ricavi per quasi 14 miliardi di euro, in progressione del 32% (+30% a livello organico) rispetto allo stesso periodo del 2020 quando l’emergenza sanitaria aveva già messo a dura prova i consumi. Il periodo di riferimento risulta in aumento anche paragonato al Q1 del 2019, quindi pre-pandemia, i ricavi organici segnano infatti

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analisi

Moda in Borsa post Covid Analisi dell’andamento dei 59 titoli della moda e del lusso quotati nei principali listini internazionali

ne

le Campio a t To

59 aziende

TUTTI I DATI IN EURO Tassi di cambio utilizzati

Capitalizzazione

Jpj/ € 0,008 Hkd/€ 0,11 Cny/€ 0,13 Usd/€ 0,83

26

Europa

Fonte: Pambianco

1.388

24

America

mld €

Le tabelle complete sono scaricabili nella versione online dell’articolo pubblicato su www.pambianconews.com

9

Asia

177

Skechers

+33% New York

-20%

10

Tapestry

+58%

10

Gap

+87%

TOP 5 AMERICA PER CAPITALIZZAZIONE

18

A - EV/EBITDA IC

24 Aziende

Capitalizzazione

339

+22%

22 DIO ME

+47%

26

VF Corporation

AM ER

37

Lululemon

mld €

*Crescita della capitalizzazione rispetto al 2020

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analisi

332 Lvmh

+56%

123

100

Hermes

Inditex

+72%

+0,44%

92

Kering

+22%

65

59

Essilorluxottica Richemont

+3,8%

+53%

57

Adidas

34

-4,5%

16

H&M

+16%

15

Moncler

Swatch

+51%

+25%

TOP 10 EUROPA PER CAPITALIZZAZIONE

EUR OPA -E

Stoccolma

Capitalizzazione Londra

Francoforte Parigi

943

Copenhagen

Zurigo Milano

63

Fast Retailing

DIO 32 A ME TD

26 Aziende

V/E BI

Pechino Shanghai

+33%

+24%

*Crescita della capitalizzazione rispetto al 2020 Madrid Tokyo

Hong Kong

+96%

14

V/EBITDA MED IO

Prada

Semir

4

3

Asics

+15%

+73%

-E

9 Aziende

23

+58%

ASI A

17

Chow Tai Fook

Capitalizzazione

106

mld €

+35%

TOP 5 ASIA PER CAPITALIZZAZIONE

*Crescita della capitalizzazione rispetto al 2020

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analisi

un aumento dell’8% rispetto a quel periodo. Performance in linea quella dell’altro gruppo francese, Kering, che ha raggiunto una capitalizzazione di 92 miliardi di euro, salendo di quasi 20 miliardi rispetto ai 75 del 2020. Il titolo ha terminato il primo giugno a 742 euro, dopo che a fine maggio ha segnato il record storico di 750,4 euro: ben al di sopra dei 559,23 euro di fine 2019 e anche dei 485,07 euro di inizio marzo 2020. Il gruppo guidato da François-Henri Pinault ha archiviato il primo trimestre dell’anno con ricavi pari a 3,9 miliardi di euro, in aumento del 21,4% a tassi correnti (+25,8% a tassi comparabili). Il giro d’affari superato anche i livelli precedenti alla pandemia, segnando un +5,5% a tassi di cambio comparabili rispetto al primo trimestre 2019. Andamento analogo per Hermès, con la capitalizzazione salita a 122,9 miliardi di euro, quasi 50 miliardi in più dei 71,3 dello scorso anno. Il titolo ha chiuso a inizio giugno a 1150 euro (+0,3%), quasi il doppio rispetto ai 658,72 di fine 2019 e i 627,67 del primo marzo 2020. Nel primo trimestre d’esercizio (dati al 31 marzo scorso) la maison del lusso ha infatti registrato ricavi per 2,08 miliardi di euro, in progressione del 38% a cambi correnti. Al netto delle fluttuazioni valutarie il balzo è pari al 44%, meglio delle attese del consensus Bloomberg, ferme a un +27 per cento. Anche le aziende italiane sono tornate ai livelli pre-Covid: tra queste, Brunello Cucinelli, la cui capitatalizzazione è salita da 2,4 miliardi di euro del 2020 ai 3,4 miliardi attuali. Il titolo ha chiuso al primo giugno a 51,7 euro, contro i 31,5 di fine dicembre 2019 e i 30,9 di inizio marzo 2020. Performance da record anche per Pandora, il cui titolo è quadriplicato, passando dai 279,1 di fine dicembre 2019, ai 831,6 di inizio giugno 2021. OPERAZIONI CON MULTIPLI STELLARI Nell’anno dell’emergenza sanitaria, il comparto del fashion & luxury mondiale non è stato immobile in termini di operazioni straordinarie. Anzi, la seconda metà del 2020 è stata caratterizzata da una serie di importanti M&A, e in più di un caso, ad attivare un consolidamento che sta proseguendo nel 2021, è stato lo stesso Covid-19. Una fra tutte, quella di Stone Island da parte di Moncler. Con questa operazione, dal valore di 1,15 miliardi di euro pari a un multiplo di 16,6 volte il margine operativo lordo per il 2020 di 68 milioni con un margine del 28% sul fatturato e a un multiplo di 13,5 volte le stime di ebitda 2021, i due brand italiani rafforzeranno infatti la loro capacità di essere interpreti delle evoluzioni dei codici culturali delle nuove generazioni consolidando il loro posizionamento all’interno del segmento del nuovo lusso. A livello internazionale, Vf Corporation ha acquistato Supreme: l’operazione per il controllo del 100% della label fondata da James Jebbia si è conclusa con un prezzo di acquisto base aggregato di 2,1 miliardi di dollari con un multiplo di valutazione di 15 volte Ev/Ebitda. L’acquisto servirà a Vf per accelerare la trasformazione del suo modello di business iper-digitale, incentrato sulla vendita al dettaglio e sul consumatore. Con l’inizio dell’anno nuovo si è conclusa anche una delle operazioni più discusse, quella tra Lvmh e Tiffany, annunciata nel novembre 2019 e che nel corso del 2020 è passata attraverso uno scontro legale tra i due gruppi. Già ad ottobre, però, l’azienda newyorkese di gioielleria aveva accettato la nuova proposta d’acquisto del colosso di Bernard Arnault, che ha abbassato l’offerta a 131,5 dollari per azione, dai 135 dollari originariamente pattuiti. In questo modo, Lvmh ha ottenuto uno sconto del 2,5% sull’offerta iniziale, che si traduce in una somma attorno ai 400 milioni di euro. Il valore dell’operazione è di 15,8 miliardi di dollari e il multiplo dell’operazione si è attestato pari a 17,60 maggiore rispetto al multiplo di mercato (Ev/Ebitda) della stessa pari a 16,52.

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A partire dal lockdow investito nel ruolo della online. Dopo il lungo d moltiplic a sorpresa si moltiplica più in generale, i cont narrazione. La comunic fashion brand inizia formule consuete. Comp

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Il lockdown ha scardinato l’egemonia delle foto, dei video e dei social media. C’è chi ha deciso di voltare pagina, come ha fatto Bottega Veneta. E chi ha scelto di dare spazio alla parola. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati i progetti audio, dai podcast a Clubhouse alle Live Rooms di Instagram. È l’inizio di un nuovo paradigma nella comunicazione con il brand che diventa il contenitore per condividere con la community argomenti che possono spaziare dall’arte ai racconti al femminile fino alla natura.

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dossier di Marco Caruccio

Monopolio IMMAGINI al tramonto? La moda riscopre il valore delle PAROLE A partire dal lockdown, i brand hanno investito nel ruolo della conversazione online. Dopo il lungo dominio di foto e video, a sorpresa si moltiplicano i progetti audio. E, più in generale, i contenuti che contengono narrazione.

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utto è iniziato con i podcast. Nati come trasmissioni radio diffuse via internet, scaricabili e archiviabili in formato mp3, oggi i podcast rappresentano la possibilità di veicolare messaggi di lunghezza variabile, spesso anche da aziende private. Già nel 2017, Chanel aveva lanciato ‘3.55’, realizzato in concomitanza con la chiusura dello storico concept store Colette. È stata poi la volta di ‘Chanel at the Opera’, una conversazione tra coreografi, attori e ballerini e di ‘Mademoiselle Privé Tokyo’, fino alla recente serie ‘Chanel Connects’, animata da alcuni dei più celebrati talenti contemporanei provenienti da cinema, architettura, danza, musica e moda. Lanciata su Apple, Spotify e Chanel.com, l’iniziativa ha già coinvolto personalità del calibro di Nicholas Cullinan della National Portrait Gallery, l’artista Jennifer Packer, il musicista Pharrell Williams e l’attrice Tilda Swinton. Tra i temi trattati ci sono l’impatto della tecnologia sulla creatività, il ruolo che la cultura dovrebbe ricoprire per il cambiamento sociale e come i musei intendono organizzare la riapertura dei propri spazi. Ciò che sorprende è la possibilità di dialogare oltre la moda, destando quindi l’interesse di chi ha altre passioni, non necessariamente collegate alle passerelle. Certo non mancano approfondimenti mirati, come ‘The Gucci podcast’, esperimento che include interviste ai collaboratori del direttore creativo del brand italiano Alessandro Michele, compresi amici della griffe come l’attore Jared Leto, il designer Dapper Dan e la cantante Florence Welch. Sebbene lanciato alcuni anni fa, è ancora disponibile ‘The memory of…with John Galliano‘, attraverso cui lo stilista racconta all’ascoltatore le linee stilistiche delle sue collezioni per Maison Margiela. Anche il mondo retail non è stato a guardare. Nel 2019 il department store statunitense Saks aveva lanciato ‘Where brains meet beauty’, salito al 18esimo posto della chart Fashion & Beauty dei podcast

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Apple. Il competitor Barneys aveva presentato ‘The Barneys Podcast’ con protagonisti i propri dipendenti intervistati da fashion editor. Lo scorso anno è stata inaugurata la serie ‘Dior Talks – Feminist Art’: conversazioni della durata di circa 30 minuti che esplorano il ruolo della figura femminile all’interno del marchio e quello rivestito dalle artiste che hanno collaborato con la maison. Il primo talk ha per protagonista Maria Grazia Chiuri, direttore creativo delle collezioni donna Dior. Altri esempi includono ‘Dream it real’, condotto dallo scrittore Heben Nigatu, vede alternarsi vari volti vicini al marchio Coach come Selena Gomez e Michael B. Jordan. Alla lunga lista si aggiungono anche ‘Chloé Radio’ e ‘Faubourg of dreams’, quest’ultimo ricco di interviste esclusive ai dipendenti impegnati nell’headquarter di Hermès. NON SOLO PODCAST Quest’anno, a riprova che può esserci un fil rouge vocale che unisce gli utenti alle griffe, anche la moda ha scoperto Clubhouse, il social audio-only amato dal fondatore di Off-White Virgil Abloh. A testimoniarlo il fatto che per l’edizione di febbraio della Milano fashion week, Giuseppe Zanotti abbia allestito un talk insieme a varie personalità tra cui Nicky Hilton, la modella dj Catherine Poulain e la stylist Michela D’Angelo. Parallelamente le fondatrici di The Attico Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini hanno organizzato un evento Clubhouse dedicato alla loro prima capsule streetwear insieme ai modelli-testimonial della campagna. Recentemente Versace ha presentato il progetto Medusa Power Talks, una piattaforma tutta al femminile che racconta le storie di donne al potere nel 2021. Il progetto si sviluppa partendo da una serie di interviste registrate ai talent che parteciperanno alla conversazione, tra i quali Donatella Versace, le modelle Precious Lee e Irina Shayk, l’attrice Indya Moore e l’attivista Chelsea Miller. Le interviste, condivise sulle piattaforme social della griffe, sono terminate con un evento live sul profilo di Versace su Clubhouse. In ogni caso i social tradizionali non restano in silenzio. A marzo Instagram, da sempre piattaforma prediletta dalla moda, ha annunciato l’introduzione del servizio Live Rooms, una modalità che permette di realizzare dirette con 4 utenti in collegamento contemporaneo anziché i canonici due. La mossa non è stata solo una risposta a Clubhouse, ma anche un adeguamento a un trend che sembra prendere consistenza: quella di un ritrovato valore dei contenuti, rispetto ai quali il video sembra (cosa impensabile ancora pochi mesi fa) andare in secondo piano. Oltre alle foto condivise nel feed, Instagram è sempre più veicolo di messaggi video vocali proprio attraverso le dirette e i Reels, servizio lanciato la scorsa estate che, sulla scia di Tik Tok, permettere agli utenti di realizzare brevi video di 15 secondi editabili e accompagnati da colonne sonore. Le foto, spesso condivise dopo essere state perfezionate con filtri e minuziose modifiche, risultano meno immediate e spontanee rispetto a conversazioni in diretta che talvolta raggiungono migliaia di follower, fruibili anche al termine del talk come fossero podcast. Anziché postare una foto si passa a cliccare ‘play’.

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Dall’alto a sinistra in senso orario, due immagini tratte dall’account Instagram di Chloé e uno scatto dal feed di Balenciaga. Campagna ‘Valentino Collezione Milano Writers’ 28

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dossier di Marco Caruccio

Il fashion va oltre il CLICHÉ per raccontarsi fuori dai binari canonici La comunicazione di alcuni fashion brand inizia a discostarsi dalle formule consuete. Complici i social network, le nuove strategie prendono le distanze dagli schemi tradizionali delle campagne pubblicitarie, tra sperimentazioni letterarie e svolte anarchiche.

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erba volant, scripta manent. La locuzione latina potrebbe riassumere il senso della ‘Valentino Collezione Milano Writers Campaign’ lanciata lo scorso marzo. Anche la maison romana ha scelto di comunicare attraverso la parola, preferendo però quella scritta all’oralità (vedi articolo precedente), affidando la composizione a importanti esponenti del mondo letterario. La campagna del brand, dedicata alla collezione primavera/ estate 2021 presentata a Milano lo scorso settembre, segna un approccio diverso attraverso i suoi canali comunicativi: l’intento non è di imporre il proprio linguaggio ai media, ma utilizzare i media e il proprio linguaggio come mezzo per raccontare e coinvolgere il pubblico attraverso una condivisione di valori. La campagna di solo testo ha seguito e preceduto quelle fotografiche scattata con protagonista Zendaya. Dopo le immagini sono arrivate le parole intrise dei valori in cui crede il direttore creativo del brand Pierpaolo Piccioli. Gli scrittori e poeti Donna Tartt, Elif Shafak, Janet Mock, Lisa Taddeo, Matthew Lopez, Ocean Vuong e Yrsa Daley-Ward, hanno creato un testo individuale che diventa il manifesto comunicativo della maison. ADDIO PHOTOSHOP Le immagini ci sono ma sono tutt’altro che patinate. Balenciaga non rinuncia a presentare le proprie collezioni attraverso fotografie condivise su Instagram ma i riti dei social sono stravolti. La maison del gruppo Kering ha disattivato la sezione dei commenti agli scatti limitandosi a postare le immagini senza alcuna caption, la didascalia di accompagnamento. Lo stile dei contenuti potrebbe essere associato all’avanguardia artistica dadaista. Una bambina fornita di cacciavite riga un’automobile, uno stivale funge da vaso per tulipani, in primo piano c’è una meal box contenente sushi. I soggetti scelti dalla griffe si alternano

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a numerosi animali, personaggi in costume e still-life domestici. Gli oltre 11 milioni di follower seguono uno storytelling che quasi mette in secondo piano i prodotti Balenciaga ma mantiene una linea editoriale precisa, senza sbavature, coerente con i valori del brand e priva di luoghi comuni. Da quando Gabriela Hearst ha preso il timone creativo di Chloé il feed Instagram del brand francese è stato completamente rieditato. Spazzate via le foto legate alle collezioni firmate dalla collega Natacha Ramsay-Levi, adesso il profilo ospita esclusivamente scatti di paesaggi naturali, close- up di foglie, fiori, insetti. Delle oltre 100 foto scattate da Zoë Ghertner condivise finora solo una ritrae una borsa. Il corpo umano viene presentato nudo, senza indumenti né accessori, dettagli di volti, capelli, mani che stringono seni. Una scelta estetica estremamente riconoscibile e coerente con lo sguardo sostenibile di Hearst ma che all’inizio ha scioccato i follower. “Super strano”, “stupido”, “strambo” o, semplicemente, “perché?”. Questo il tono dei commenti legati all’immagine di una coccinella sulla corolla di una margherita. “Vedrete borse e vestiti ma non ci sarebbero borse e vestiti senza le api”, ha spiegato la designer a Wwd. “Guardare la natura in tutta la sua magnificenza è qualcosa che mi rende euforica vedere su Instagram. Sono cresciuta leggendo National Geographic che è la mia principale fonte di ispirazione”, confessa. Tempo qualche settimana e anche l’audience ha iniziato ad apprezzare, lodando il senso di tranquillità di una radura verdeggiante. ADDIO SOCIAL La scelta più radicale? Senza dubbio quella di Bottega Veneta che a gennaio ha inaspettatamente detto addio all’universo dei social network. Il marchio di Kering è tuttora assente da qualsiasi piattaforma. Nessuna spiegazione da parte della label la cui direzione creativa è affidata dal 2018 all’inglese Daniel Lee. I milioni di follower della griffe possono continuare a tenere il passo con le nuove creazioni grazie ai numerosi account Instagram indipendenti che affollano il social network, in primis @newbottega, inaugurato poco dopo l’arrivo di Lee. Il presidente e CEO del gruppo francese François-Henri Pinault ha in seguito fatto luce sulla decisione adottata dalla maison. “Per quanto concerne la strategia di comunicazione digitale, non si tratta di scomparire dai social network, ma semplicemente di usarli diversamente”. In seguito Lee ha dichiarato a The Guardian: “I social media rappresentano l’omogenizzazione della cultura. Tutti seguono il medesimo flusso di contenuti. Il mio lavoro è frutto di molti pensieri e riflessioni e i social media lo banalizzano”. A sorpresa Bottega Veneta ha lanciato pochi mesi fa il primo numero del suo magazine digitale intitolato Issue 01. La pubblicazione avrà cadenza trimestrale e sarà condivisa in concomitanza con l’arrivo delle nuove collezioni in boutique. Un’operazione coerente con la strategia controcorrente del direttore creativo. Issue 01 si compone di una miriade di immagini e video realizzati in collaborazione con quasi 30 contributors. Il digital journal comprende una serie di video e scatti che coinvolgono fashion designer, top model e star come Roberto Bolle e Missy Elliott. Per la fruizione di Issue 01 occorre prendersi del tempo, alcuni contenuti sono immediati altri invece necessitano di maggiore attenzione. Gli elaborati finali sono ironici, artistici e poco convenzionali per un luxury brand. “C’è un bullismo da parco giochi nei social media che non mi piace. Invece, volevo fare qualcosa di gioioso. Non siamo solo un brand, siamo un team di persone che lavorano insieme e non voglio colludere in un’atmosfera negativa”, ha spiegato Lee.

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attualità

C’è attesa tra gli operatori per le fiere che si terranno a Milano nel mese di settembre

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attualità di Andrea Guolo

RITORNO al futuro. Le fiere di settembre rilanciano la moda in chiave PHYGITAL A Milano una carrellata di eventi in presenza, senza dimenticare i plus delle manifestazioni digitali che hanno accompagnato le aziende durante la pandemia. Si va verso un futuro ibrido. E si attendono sorprese dagli Usa.

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numeri delle fiere pre-Covid saranno impossibili da raggiungere nella tornata di settembre, ma non è questo l’obiettivo delle manifestazioni in calendario. Dopo il prologo di fine giugno, quando oltre a Milano Fashion Week è andato in scena il blocco delle fiere a marchio Pitti (Uomo, Bimbo e Filati), e dopo l’inserimento a luglio di Milano Unica per le anteprime tessili che già guardano alla F/W 2022-23 (dal 6 al 7 luglio), il mese di settembre rappresenta infatti un primo mattoncino per la costruzione di una ripresa destinata a concretizzarsi nel corso del prossimo anno. Si riparte dunque dal 19 al 21 settembre con le mostre dedicate ad accessori e abbigliamento che già lo scorso anno furono protagoniste dell’edizione di sistema (tutte unite nelle stesse date e location, a Fiera Milano) denominata #strongertogether: Micam per le scarpe, Mipel per la pelletteria, TheOneMilano per pellicceria e prêt-à-porter, cui si aggiungono Lineapelle per i pellami e gli accessori/componenti (22-24 settembre) e Homi Fashion&Jewels per bigiotteria e accessori moda (18-20 settembre). Poi sarà la volta di Mfw, dal 21 al 27 settembre, e di White Milano (23-26 settembre), per chiudere con filati e fibre di Filo dal 29 al 30. RIPENSARE LA FORMULA “A settembre ci sarà una presenza fisica importante. Vediamo una voglia crescente di tornare in scena, sia da parte dei buyer sia delle aziende che vogliono partecipare a White”, afferma Massimiliano Bizzi, fondatore della manifestazione dedicata alle nuove generazioni e ai marchi indipendenti della moda. Sarà un’edizione di forte ripensamento, in linea con il cambiamento dei tempi nell’era post Covid, e il rinnovamento partirà dalle strategie di base per arrivare al layout e al brand mix. “Prevediamo 250 marchi, che poi sono il massimo riempimento consentito all’interno delle location disponibili. Va bene

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attualità

così, sarà l’opportunità per ripensare la formula di White e per creare le condizioni per una nuova partenza”. In termini di buyer, gli obiettivi di Bizzi sono già fissati. “I 26mila visitatori delle passate edizioni non sono ipotizzabili. Vorremmo arrivare tra gli 8 e i 10mila e penso che sia un numero raggiungibile, perché da qui a settembre manca ancora molto tempo e perché, se il processo vaccinale continuerà ai ritmi attuali, crescerà la fiducia dei buyer”. Consapevolezza e ottimismo emergono anche dalle parole di Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici e di Micam. “La manifestazione segnerà un momento di ripresa per il comparto calzaturiero. Per una fiera come la nostra, è imprescindibile il contatto dal vivo tra operatori ed è necessario vedere e toccare con mano i prodotti esposti” precisa l’imprenditore veneto, evidenziando come gli eventi digitali abbiano permesso il mantenimento di un rapporto con i buyer durante il periodo della pandemia. “Continueremo il connubio tra evento fisico e piattaforma digitale, l’integrazione fra i due mondi sarà uno dei plus della prossima edizione” rimarca Badon, citando i risultati di Micam X a supporto di Micam Milano Digital Show: 31mila visualizzazioni, oltre 90 brand in piattaforma e più di 5mila visitatori professionali unici. Tornando alla fiera in presenza, Badon assicura: “A settembre, i buyer troveranno molte novità di prodotto e potranno scoprire i trend del mercato. E, grazie ai protocolli messi in campo da Fiera Milano, si potrà girare tra gli stand in totale sicurezza”. Per Danny D’Alessandro, CEO di Mipel e direttore generale di Assopellettieri, l’edizione di settembre sarà quella del ritorno al business. “Con il piano di vaccinazione ben avviato sia in Italia che nei maggiori Paesi occidentali, siamo fiduciosi che i buyer dagli Stati Uniti e dal Nord America e da tutti i Paesi europei torneranno a visitare i nostri saloni. E la situazione migliorerà gradualmente anche con riferimento alla presenza di visitatori provenienti dall’Estremo Oriente”. L’evento della pelletteria condividerà lo spazio del padiglione 1 di Fiera Milano con il Micam, consolidando una collaborazione ormai storica con la mostra delle scarpe. “Sarà ovviamente un’edizione ancora transitoria ma per noi comunque molto speciale, in quanto coinciderà con il sessantesimo anniversario di Mipel, che celebreremo con l’auspicio che possa permetterci di lasciare alle spalle le difficoltà dell’ultimo anno e mezzo e che l’edizione successiva, quella di febbraio 2022, segni un ritorno ai numeri che ci hanno sempre caratterizzato in passato e ad una effettiva e maggiore normalità” rimarca D’Alessandro. In piena contemporaneità con Micam e Mipel ci sarà anche TheOneMilano, il cui presidente Norberto Albertalli afferma: “Mancando la pellicceria, dedicata all’inverno, l’edizione di settembre è stata sempre per noi più contenuta di quella di febbraio. Perché quindi non dare alle aziende, e ai compratori, la possibilità di vedere veramente insieme, negli stessi padiglioni e nelle stesse corsie, le proposte total look firmate dalle migliori aziende del made in Italy?”. Obiettivi? “Abbiamo aspettative buone, anche se non di grandi numeri. Le aziende espositrici hanno voglia di esserci, ma nello stesso tempo paura a investire in un momento in cui le cose stanno migliorando” conclude Albertalli. Dal 22 al 24 settembre sarà di scena Lineapelle. “La formula scelta – racconta il presidente della manifestazione, Gianni Russo – è ancora quella semplificata, con stand preallestiti per rispondere meglio sia al tema della sicurezza sia alla consapevolezza che mancheranno ancora i presupposti per quell’internazionalità che ha sempre caratterizzato la nostra manifestazione. Le adesioni sono ad oggi già molto significative, segno della volontà di ripartire dei settori presenti e dell’importanza che Lineapelle ricopre per il mondo creativo dell’area pelle. Le aspettative restano caute, ma comunque positive”.

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BLAUER USA AFFRONTA CON OTTIMISMO LA RIPRESA E AMPLIA LA PRESENZA ONLINE

Look della collezione Blauer Usa P/E 2022

BARACUTA PUNTA SU SOSTENIBILITÀ E WEB Sostenibilità, inclusività e partecipazione, sono queste le parole chiave che contraddistingueranno i prossimi progetti di Baracuta. Nella collezione P/E 2022 ci sarà un progetto di upcycling che permetterà di reinterpretare alcuni capi che sono stati ritrovati negli archivi e a cui sarà data nuova vita per renderli ancora fruibili dai consumatori. Il focus stagionale vedrà la riscoperta di uno dei capi più famosi, il G4. Fratello della G9 Harrington Jacket, ne condivide alcune caratteristiche e la stessa origine essendo realizzata anch’essa in Gran Bretagna. Sono previsti inoltre tre grandi partner internazionali che sapranno catapultare il marchio in una dimensione ancor di più globale. “Tra le startegie distributive di Baracuta - ha dichiarato Luigi Bucci, brand manager dei brand di W.P. Lavori in Corso - spicca il potenziamento della piattaforma online e l’obbiettivo di conquistare gli Stati Uniti gettando le basi di una nuova struttura già a partire dalla primavera/ estate 2022, per essere più presenti ed avere quell’increase che comunque riscontriamo dalle vendite online in Nord America”.

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Blauer Usa guarda al futuro con ottimismo. Ne sono la conferma le campagne firmate dal fotografo James Mollison, accompagnate ormai da diverse stagioni da claim positivi, che invitano a sorridere, a vivere e a stare insieme. “Pur con le grandi difficoltà di questo periodo - ha dichiarato a Pambianco Magazine Enzo Fusco, patron di Fgf Industry -, intravediamo però una ripresa all’orizzonte. Una ripresa che vogliamo affrontare con realismo e consapevolezza ma anche con spirito di iniziativa, mettendo in gioco tutto il nostro know how. Abbiamo deciso di fare del ‘non fermarci mai’ una nostra priorità e di aprire nuovi mercati internazionali”. Dopo la partenza positiva in Polonia e in Benelux, infatti, a breve sarà online uno spazio e-commerce interamente dedicato al Cile. Questo lancio in America del Sud sarà accompagnato da una campagna social e da collaborazioni con influencer locali. “Un ulteriore passo nella direzione di un’internazionalità che fa sempre più parte del nostro dna e che reputiamo una risorsa fondamentale e un punto di forza da non sottovalutare per un’azienda che vuole stare al passo con i tempi”, ha spiegato Fusco.

PEOPLE OF SHIBUYA ESORDISCE NEL DENIMWEAR People of Shibuya espande i propri orizzonti creativi debuttando per la P/E 2022 con la prima collezione in denim curata da Piero Turk, tra i massimi esperti della tela workwear. Il progetto coinvolge anche Candiani, fornitore di tessuti di alta gamma, e l’azienda veneta Giada sul fronte produzione. “Abbiamo capito che non potevamo fare tutto da soli nonostante i successi ottenuti nelle ultime stagioni e perciò abbiamo cercato i tre partner migliori per lanciare un progetto che avesse più chance possibili di successo”, ha dichiarato a Pambianco Magazine Angelo Loffredo, direttore commerciale e art director stile del brand. Parallelamente People of Shibuya presenta la capsule All-Black disegnata con Joe Amoruso dello studio The Paperplane Workshop: “La collaborazione ha spiegato il manager - è nata per sviluppare la collezione di accessori water-repellent, water-proof e termonastrati. Il progetto ci è piaciuto molto e ha avuto un ottimo impatto a livello d’immagine. Per questo motivo abbiamo deciso di continuare a lavorare insieme anche per questo progetto di dieci capi dal mood urban active”.

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PAUL&SHARK CONFERMA L’ALLEANZA CON I FUORICLASSE ITALIANI DELLO SPORT

Roberto Mancini per Paul&Shark

DUNO SCOMMETTE SULLA STRATEGIA MULTICHANNEL Duno, brand specializzato nel segmento outerwear presente in Italia e nei mercati internazionali, è riconoscibile per le collezioni dal solido connubio tra design essenziale ed eleganza timeless. Il Ceo del marchio Chris Wang spiega a Pambianco Magazine le strategie per il futuro post-pandemia: “Siamo fiduciosi nella ripresa dell’economia in generale, quest’ultima parte dell’anno si prospetta essere la rampa di lancio per la ripesa del settore del fashion, guidato dal fenomeno del ‘revenge spending’”. Duno in quest’ultimo anno ha rimodellato i propri canali distributivi, sempre più omniachannel, continuando ad attuare una distribuzione capillare mondiale, dove ai negozi multimarca si affiancano i pop up store in Giappone, Korea ed Europa, ma ha anche aumento gli investimenti, spingendo sull’online, sia del proprio e-commerce che sui multibrand digitali. Nelle nuove collezioni al capospalla, capo simbolo del brand, si affianca una proposta total look sempre più ampia; così come viene confermata la capsule eco friendly nella giubbotteria con tessuti sostenibili. generazione.

Paul&Shark punta sui campioni sportivi per confermare il proprio prestigio internazionale. Il marchio italiano rinsalda il rapporto con due global brand ambassador dell’eccellenza italiana conosciuti in tutto il mondo. Antonio Giovinazzi, unico pilota italiano in Formula 1, e il CT della Nazionale Roberto Mancini. Il legame nasce da valori comuni: passione per il mare, spirito d’avventura, volontà continua di superare i propri limiti, di fare sempre meglio. La passione per il vento e la velocità, ha portato Paul&Shark a scegliere Giovinazzi come suo volto internazionale. Emblema di una gioventù sana con valori radicati nella famiglia e dell’italianità, proprio come Paul&Shark. La comune passione per la vela e per il mare, un senso dello stile unico e peculiare, una radicata coscienza ambientale ha unito spontaneamente la griffe a Roberto Mancini. ll CT della Nazionale, oltre ad interpretare i capi della collezione P/E 2021 nella campagna adv, ha firmato per Paul&Shark una capsule collection di capi full white in materiali sostenibili scelti da lui personalmente, che sarà presentata in anteprima alla centesima edizione di Pitti Uomo e sarà parte integrante della collezione P/E 2022.

TATRAS, LA CAPSULE CON SFERA EBBASTA È UN INNO ALLO STREETWEAR Tatras arruola Sfera Ebbasta per la sua ultima collaborazione esclusiva. Il rapper multiplatino ha ispirato una capsule cross-season dall’animo spiccatamente urban e cosmopolita, codici stilistici da sempre fonte di ispirazione per il brand. Tatras nasce infatti con la vocazione del minimalismo giapponese, creativamente rivisitato però in una chiave occidentale. La collezione Sfera Ebbasta x Tatras include una selezione di capi dedicata a un target multigenerazionale, che abbraccia Millennials e Generazion Z, entrambe attente alla qualità dei capi e alla contemporaneità che contraddistingue lo spirito streetwear. Dotata di potenti caratteristiche tecniche oltre che estetiche, la capsule collection si compone di una felpa realizzata in cotone, una t-shirt con vestibilità boxy in tessuto jersey americano, due gilet reversibili e due bomber in piuma. Un’evoluzione notevole per Tatras, nato nel 2006 dalla creatività di Masanaka Sakao facendo dei piumini il proprio core business, mosso dall’obiettivo di realizzarne una versione di alta qualità e dal design impeccabile e performante.

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INVICTA INVESTE NEL VALORE QUOTIDIANO DELLA SOSTENIBILITÀ

Invicta Re-Ordinary

DISTRETTO12 RIDEFINISCE IL LEGAME TRA VENDITA E CLIENTI “In un momento straordinario abbiamo consolidato, potenziato e migliorato, passo dopo passo, la forza mentale e commerciale del nostro progetto e dei nostri partner”, ha dichiarato a Pambianco Magazine Alessandro Hong, business manager di Distretto12. Il marchio, nato nel 2015 nel distretto tessile toscano, in questi mesi ha puntato a ridefinire il concetto di partnership tra la propria forza vendita e i propri clienti, creando una vera e propria community. A supporto dei propri agenti, sono stati organizzati dei webinar di formazione e motivazione con i migliori professionisti del settore, così come per i propri clienti sono stati previsti degli appuntamenti settimanali sulla gestione delle vendite online dei propri store, un servizio che l’azienda ha voluto offrire in un momento di sfida per tutti. Dal punto di vista commerciale il brand punta sullo sviluppo e sul rafforzamento del mercato europeo, attraverso eventi ed incontri nei propri showroom, con la stampa locale e i best shop del Vecchio Continente, rafforzando così la propria immagine e il sodalizio con la clientela.

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Invicta accelera sulla tutela ambientale. Per la P/E 2022 lo storico brand italiano introduce il progetto ‘Re-Ordinary - For a more sustainable world’ con lo scopo di rendere la sostenibilità uno stile di vita da indossare tutti i giorni. Re-Ordinary è la nuova label sotto alla quale si trovano tutte le collezioni coordinate di zaini ed abbigliamento, che vengono pensate e concepite utilizzando materie prime riciclate, arrivando sino al 96% della quota globale dei componenti. Invicta può affermare di aver riciclato, dal 2019 ad oggi, 8.394.733 bottiglie, pari a 103 tonnellate di plastica. Tutto certificato dalla società esterna Global Recycled Standard. Da questo spirito nasce l’adesione a Pitti 100 con uno stand raddoppiato nello spazio espositivo e una maxi campagna di comunicazione su social, web e carta stampata. “In campo commerciale - dichiara Aldo Di Stasio, AD del Gruppo Seven Invicta - il lavoro è sinergico con Facib, nostro partner per l’abbigliamento, e B&Do per le calzature; stiamo consolidando il mercato europeo ed americano ed approcciando quello russo”.

CYCLE (NUMERO 8), LA P/E 2022 ESPLORA E RIVISITA L’UNIVERSO DEL DENIM È il denim il protagonista assoluto della P/E 2022 di Cycle. Totalmente prodotta in Italia da una filiera di selezionati artigiani e tessutai, la collezione rivisita il look total denim in una chiave attuale e sofisticata. Come il nome stesso del brand dichiara, Cycle parte dal passato per ricodificare i capi del presente guardando a una moda sempre più etica e democratica. Se per la linea femminile l’ispirazione arriva da Los Angeles, con i suoi colori vibranti e il tema grafico della fiamma che ricorda i tramonti californiani, la selezione maschile esplora tutte le sfaccettature della tela denim, dal cotone estivo al power stretch fino ai tessuti meno lavorati e più autentici. Nato nel 2000, Cycle si è affermato in poco più di un decennio a livello internazionale percorrendo quella sottile linea rossa che divide il prêt-à-porter dal casual wear e contribuendo alla nascita del luxury jeans. Nel 2020 Cycle è stato acquisito da Numero 8, già proprietario di Sun68, che ha scelto di investire in un marchio che ha fatto della sua passione per le tele e i toni del blu una vision che combina creatività e produzione made in Italy.

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news pitti

L’UNIVERSO STILISTICO DI GOLDEN SEASON ENTRA NEL NUOVO SHOWROOM MILANESE

Showroom milanese di Golden Season Srl

TEN C INCONTRA LE ILLUSTRAZIONI DI GANG BOX Le collaborazioni con marchi d’avanguardia continuano a vivacizzare le proposte di Ten c. Tra i valori del brand di Fgf Industry spiccano l’innovazione, la qualità e il design. Dopo il successo della capsule con il luxury brand giapponese Sacai avvenuta nel 2020, per la stagione P/E 2022 Ten c ha realizzato una collaborazione con Gang Box, nome d’arte di Moya Garrison-Msingwana, artista ed illustratore di Toronto. Oltre a stabilire una sinergia tra arte, design e abbigliamento, la partnership si inserisce perfettamente in un percorso di creazione del guardaroba Ten c, che cresce di anno in anno e che contribuisce alla performance economica della label. La ripresa delle vendite è stata immediata ma i primi problemi importanti riscontrati sono stati gli aumenti delle materie prime (intorno al 30%) che incidono non poco sui costi di produzione. Il lockdown ha confermato la buona riuscita del business in via telematica, di conseguenza un po’ tutti i settori aziendali verrano sviluppati in chiave più moderna ed essenziale, in linea con le nuove modalità lavorative.

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La società bresciana Golden Season apre il proprio showroom direzionale a Milano nel complesso di Opificio 31, in via Tortona 31, che ospita già alcuni marchi del panorama moda italiano e internazionale. Lo spazio multifunzionale è stato interamente rinnovato con un importante investimento da parte dell’azienda bresciana, cui fa capo il brand casualwear maschile At.P.Co. Oltre al marchio capofila, lo showroom ospita anche le collezioni delle label emergenti di proprietà Skills&Genes, specializzato in total look donna, e Afterlabel, marchio streetwear luxury. Golden Season è guidata da Luca Orsatti, AD del gruppo nonché ideatore dei marchi. Da Milano parte la volontà per uno slancio che mira all’internazionalizzazione dei brand verso posizionamenti sempre più interessanti a livello europeo ed extra UE. At.P.Co, lanciato con la collezione primavera/estate 2010, dai 7mila pantaloni distribuiti all’esordio ha raggiunto, a chiusura delle campagne vendita 2020, il traguardo di oltre un milione di capi distribuiti, articolati in collezioni total look. Il nuovo showroom ospiterà le proposte primavera/estate 2022 del brand.

RED INVESTE NEL MERCATO INTERNO E AMPLIA LE PROPOSTE BEACHWEAR Lo storico calzificio Re Depaolini, con il brand Red, consolida e sviluppa l’attività avviata a inizio 2020 partendo dal mercato italiano. Red, grazie ad un accordo siglato con un partner, rafforza la sua presenza nei migliori punti vendita nostrani per le prossime stagioni. “Non ci siamo mai fermati nello sviluppo perché crediamo nell’importanza dei valori che il made in Italy offre, primo fra tutti la qualità, seguito dal senso estetico e dall’innovazione. Sono sicuro che il mercato interno ci darà ottime soddisfazioni nei prossimi anni, già ora sta rispondendo molto bene”, ha dichiarato Giovanni Marazzini, sales manager del brand. Con la P/E 2022 l’azienda sceglie di rafforzare l’offerta affiancando alla collezione mare una proposta di t-shirt e accessori beachwear, prodotti pensati per l’estate che diventano un complemento delle calze, core business di Red. Attento alle tematiche ambientali, Red utilizza filati di cotone biologico con certificazione Ekotex e Gots. Il brand è presente all’interno di Pitti Connect e, a settembre, inaugurerà una nuova piattaforma online in affiancamento ai canali di vendita tradizionali.

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INTERVISTA A LIVIO PROLI

“Missoni TERZO ciclo: dal modello FAMILIARE a quello manageriale” di Marco Caruccio

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Livio Proli


intervista

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osa accadrà a Missoni dopo l’addio alla direzione creativa di Angela Missoni? La designer ha lasciato le redini stilistiche della maison, fondata dai genitori Ottavio e Rosita, al suo storico assistente Alberto Caliri, ma la presenza della famiglia resta imprescindibile per definire le strategie del brand. “Missoni è un’azienda che ha più di 70 anni ed è pronta a voltare pagina iniziando il terzo ciclo della sua storia”, spiega a Pambianco Magazine il CEO Livio Proli. “Il primo si è completato nel 1997 con il passaggio di consegne dei fondatori ai tre figli Angela, Vittorio e Luca. Angela e Luca, dopo la scomparsa di Vittorio, hanno gestito il secondo ciclo fino al 2020, poi è arrivata la pandemia che come in tante aziende ha creato un momento di grande confronto e analisi. Guardando avanti si è cercato di capire come il nuovo corso potesse essere delineato in maniera sostenibile e durevole”. Il manager guida da un anno l’azienda di Sumirago, la cui quota di maggioranza resta saldamente nelle mani della famiglia, mentre Fsi (Fondo Strategico Italiano) detiene il controllo del 41,2 per cento. Missoni ha chiuso il 2019 a quota 110 milioni di euro e, a causa del Covid, ha visto calare il fatturato 2020 del 33%, ma, rivela Proli a Pambianconews, il Q1 2021 segna già + 20,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Siamo andati a toccare tutti gli elementi portanti di un marchio partendo dalla valutazione della direzione creativa. Sia Angela sia i soci hanno capito che rispetto allo scenario attuale e alla nuova audience di consumatrici e consumatori è necessaria una forza creativa più energica. Lei con grande coraggio e intelligenza ha fatto un passo indietro. La collezione cruise 2022 è già stata ideata da Alberto Caliri mentre il debutto in passerella è previsto a settembre durante i giorni di Milano Moda Donna con le proposte primavera/estate 2022. Caliri è una garanzia di continuità perché ha già lavorato 15 anni con Angela, ora sta applicando la sua visione, diversa ma in sintonia con il dna del brand”. Come dovrebbe cambiare lo stile di Missoni? Puntiamo a un’evoluzione nella continuità. Non vorremmo solo una collezione giusta per le clienti esistenti, ma cercheremo di dialogare con le millennial, poiché assistiamo a un ampliamento del target anagrafico delle consumatrici. Occorre preservare lo zoccolo duro di clienti leali appassionate del marchio approcciando anche le più giovani. È inoltre necessario offrire delle proposte che in passato abbiamo sviluppato meno, come il daywear. Siamo sempre molto apprezzati per gli abiti da sera, e il beachwear funziona bene, ma non basta, dobbiamo dare di più. Il menswear va ripensato perché negli ultimi 10 anni si è un po’ assopito e dobbiamo rilanciare subito fino ad arrivare magari, tra qualche stagione, a rieditare il marchio Missoni Sport che ora è una componente di prodotti sportswear nella collezione fashion, ma che in futuro, quando riterremo che i tempi siano maturi, potrebbe tornare. Come state riorganizzando l’azienda? Tutta la comunicazione è sviluppata da un nuovo team marketing interno con grande vocazione digital a cui si affianca un’agenzia creativa esterna. A livello media abbiamo due agenzie specializzate per la pianificazione. L’azienda sta passando da un modello padronale familiare a un modello manageriale dove più che mai stiamo cercando di aprirci al confronto con l’esterno. Siamo convinti di non tradire il marchio perché l’heritage è così radicato dentro di noi da non avere paura di confrontarci col mondo. Ci stiamo inoltre insediando nella nuova sede milanese. Non siamo più presenti negli uffici dislocati in via Salvini, via Amedei e viale Elvezia; a 300 metri dallo storico showroom di via Solferino c’è

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intervista

ora il nuovo headquarter di via San Marco, 1.550 mq di uffici dove saremo una squadra unita. Sumirago resta sempre sempre il centro della produzione implementativa mentre la ricerca creativa e il confronto con gli altri, i reparti marketing e sale hanno casa a Milano. In che modo la famiglia Missoni è presente in azienda? Angela resta presidente del cda e Rosita Missoni è a capo di MissoniHome che nel Q1 2021 ha segnato un aumento del 43 per cento. Giacomo Missoni (figlio di Vittorio, ndr) è presidente e AD della filiale americana con il compito di rilanciare il business negli Stati Uniti dove la brand awareness è molto forte, siamo già stati oggetto di grande interesse da parte di player, department store e investitori. Suo fratello Ottavio gestisce tutto ciò che ruota intorno alla sostenibilità, un piano ad alto raggio che nel giro di 2 anni ci porterà ad ottenere la certificazione B Corp. Nel frattempo abbiamo attivato i progetti di sostenibilità per la supply chain, per il packaging, la ridefinizione degli ambienti di lavoro e i negozi. Luca è fondamentale in quanto autore e manutentore dell’archivio Missoni, un patrimonio che verrà presto esposto in uno spazio di 1.500 mq vicino Sumirago. Luca sarà inoltre l’elemento di riferimento per ‘Missoni Lab’ che partirà a settembre con 5 giovani designer iscritti al Politecnico di Milano o al Polimonda. Come si svilupperà il retail della griffe? Finalmente stiamo per entrare per la prima volta nel mercato cinese. A gennaio abbiamo aperto la prima filiale, ad ottobre arriverà il primo negozio di proprietà a Shanghai, utile per farci notare, attrarre clienti e investitori. Nel 2022 arriverà il secondo negozio e sarà a Pechino. Attualmente, Missoni conta 20 store monobrand, pensiamo di poter arrivare a 46 alla fine del 2025, aprendo negli Stati Uniti, in Europa, Middle East e Apac. Abbiamo concordato con gli azionisti un piano di rilancio all’insegna della qualità, della crescita sostenibile, con passo giusto, non dobbiamo costruire castelli di carta, ma un progetto solido di consistenza. Ci sono progetti per implementare la presenza online? Nel Q1 2020, l’e-commerce è aumentato del 54% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Con Missoni.com pensiamo di arrivare a 7 milioni nel 2021. Includendo anche e-tailer come Net-a-Porter, MyTheresa e Farfetch potremmo superare i 15 milioni. Nelle piattaforme online il beachwear e i nostri abiti da sera funzionano benissimo. Negli ultimi anni Missoni ha dato vita ad alcune partnership, ad esempio con brand quali Havaianas e Adidas. Sono previste nuove collaborazioni? Missoni è una community fondata sui codici valoriali ed estetici di Ottavio e di Rosita, ben custoditi nella successione familiare: è un mondo aperto dove diamo il benvenuto a tutti coloro che amano la creatività come strumento per abbellire il vivere quotidiano. A partire da oggi sarà disponibile una capsule con Palm Angels, brand in ascesa con cui siamo certi di trovare questa filosofia. Pochi giorni fa abbiamo lanciato inoltre una collaborazione con Acbc, un partner che vive la propria attività d’impresa nel rispetto autentico e totalizzante dei valori di sostenibilità. Lavorando insieme con grande entusiasmo abbiamo spaziato senza limiti nella ricerca della migliore armonia tra gli stilemi di Missoni e la tecnologia ecofriendly di calzature made in Italy che riflettono la nostra costante sensibilità verso i valori di bellezza, di stile e di qualità.

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intervista

Dall’alto a sinistra in senso orario: due look della collezione primavera/ estate 2022, sneaker Missoni Acbc, outfit Palm Angels x Missoni

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scenario di Milena Bello

L’Europa ha firmato un PROGETTO ITALIANO. Le PMI moda avranno la BLOCKCHAIN Si chiama Trick il progetto coordinato da Fratelli Piacenza Spa e di cui Smi sarà garante istituzionale. Obiettivo, creare un software pensato per le piccole e medie imprese che consenta la completa tracciabilità.

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li addetti ai lavori del settore moda se lo ricorderanno bene: di tracciabilità, ovvero di strumenti che consentono al consumatore di conoscere a fondo il prodotto e i vari passaggi che hanno portato alla sua realizzazione se ne parla da quasi 15 anni. Da sempre con esiti poco fortunati. Prima con disegni di legge in Italia e poi in Europa con l’obbligo dell’indicazione di origine (poi naufragato). Ora che tutte le ricerche di mercato indicano come prioritaria la comunicazione verso un cliente più attento e più desideroso di essere accompagnato da un flusso di informazioni su ogni aspetto del suo consumo, ecco che la tracciabilità torna ad essere in cima alle agende non solo delle associazioni di categoria del tessile-moda, ma anche delle aziende stesse di moda. Quello che ora sta facendo la differenza sarà l’utilizzo della tecnologia della blockchain. E non è solo una questione puramente tecnologica. La conferma che la Blockchain sia diventato un argomento caldo arriva anche dal progetto Aura Blockchain Consortium promosso dai colossi Lvmh, Prada e Richemont: i tre gruppi hanno lanciato una piattaforma aperta a tutti i marchi del lusso, finalizzata a offrire ai consumatori maggiore trasparenza e tracciabilità. Secondo gli esperti, nel caso dei big del lusso il progetto è finalizzato soprattutto alla gestione del mercato del second hand, ormai diventato un business importante e dove emerge sempre di più la necessità di verificare l’autenticità dei singoli prodotti. È, tuttavia, pur sempre un segnale molto importante, tanto che anche per le piccole e medie imprese si stanno studiando soluzioni attraverso l’uso della tecnologia. Nel 2019 il Mise insieme a Smi e Ibm ha lanciato un progetto di tracciabilità per il made in Italy attraverso la blockchain conclusosi dopo la presentazione dello studio di fattibilità. Ora, con la firma arrivata a inizio maggio dalla Commissione europea, c’è un contratto per un progetto tutto italiano che si inserisce nel programma comunitario Horizon 2020.

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scenario

Si tratta del progetto Trick, di cui Smi-Sistema moda Italia ricopre il ruolo istituzionale di garante e che è coordinata dall’azienda tessile Fratelli Piacenza Spa (associata a Smi) che da tre anni sta lavorando insieme a Ibm Research per digitalizzare l’intera sua supply chain, from sheep to shop, utilizzando la blockchain di Ibm per ottenere vantaggi dall’analisi dei big data e migliorare l’efficienza produttiva. Ventinove in tutto i soggetti coinvolti tra enti, associazioni e aziende con una nutrita partecipazione italiana. Oltre a Piacenza, stanno lavorando a questo progetto Ibm Israel, Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie), Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), Polimi, Piattaforma Tecnologica Europea del Tessile/Abbigliamento e Agenzia Delle Dogane italiana. “Lo scopo del progetto – spiega a Pambianco Magazine Mauro Chezzi, responsabile politica industriale, economia ed impresa di Smi e vicedirettore dell’associazione – è creare una piattaforma digitale blockchain affidabile e sicura per il settore tessile in una prima fase e poi anche per il settore food”. Il progetto Trick rappresenta quindi un’evoluzione del discorso blockchain lanciato nel 2019 dal Mise insieme a Smi e Ibm: l’obiettivo sarà creare concretamente dei software che siano gestibili e attuabili per le Pmi europee anche in funzione dei costi. “Inoltre, con questo progetto si creeranno le basi per una standardizzazione blockchain su scala europea per il tessile ed il food”, aggiunge Chezzi. Il modello di tracciabilità proposto terrà in considerazione per il suo sviluppo modelli sostenibili sia dal punto di vista dell’impatto ambientale che etico e sociale. “Attraverso la piattaforma le aziende potranno raccogliere dati protetti per prodotti, semilavorati e servizi lungo tutta la catena di fornitura creando così modelli di supply chain trasparenti al fine di garantire la qualità di produzione e definirne la provenienza in modo univoco”, aggiunge. Il progetto pilota partirà nel settore tradizionale tessile e sarà completato da un pilota parallelo per l’abbigliamento tecnico e del workwear. “In un secondo momento la piattaforma sarà testate anche per il settore food per dimostrare la possibile estensione ad altri campi industriali”, precisa Chezzi che aggiunge: “il coinvolgimento di Enea garantirà una continuità progettuale di Smi rispetto ai progetti realizzati negli anni passati, tra cui mi piace ricordare lo sviluppo della piattaforma di supply chain management per il tessile E-Biz”. In tutto questo Smi avrà il ruolo istituzionale di garantire l’inclusività nel progetto delle aziende associate e promuoverà un modello di standardizzazione blockchain”. I lavori sono iniziati lo scorso mese con la firma del contratto con la Commissione Ue a inizio maggio mentre all’inizio di giugno è stata ricevuta la prima tranche del finanziamento (che nel complesso arriva a 9,6 milioni di euro). Il 9 e 10 giugno si è tenuta la prima riunione che aveva come obiettivo allineare i partecipanti al progetto. A settembre, invece, è prevista la prima assemblea della partership di progetto a Biella, una città scelta proprio per il suo passato tessile per rappresentare metaforicamente il profondo legame tra “il passato glorioso di un settore che ha valorizzato l’immagine dell’Italia nel mondo con la più avanzata frontiera tecnologica nell’ambito della trasparenza, della sostenibilità e del rapporto con il consumatore finale”, aggiunge Chezzi. Anche in ambito istituzionale l’attenzione verso la blockchain è sempre più alta. l’Agenzia Ice ha iniziato una sperimentazione degli strumenti della blockchain per la tracciabilità dei prodotti e la lotta all’Italian sounding con l’obiettivo affiancare le aziende nella promozione dell’export. Secondo quanto risulta a Pambianco Magazine, Ice sarebbe al lavoro da un paio d’anni su questo progetto che dovrebbe essere ufficialmente presentato dopo l’estate.

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attualità

Alcune immagini dalle passate edizioni di Milano Unica

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attualità di Giulia Sciola

RIPARTIRE facendo sistema: il tessile italiano ‘in presenza’ a MILANO UNICA Il rimbalzo ai valori pre-Covid non si concretizzerà prima del 2022, ma dalla fiera e da Sistema Moda Italia arrivano le direttive per il futuro. Attesi compratori dal Nord Europa, mentre bisognerà aspettare per il ritorno dei buyer cinesi.

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primi due mesi del 2021 hanno evidenziato ancora una concreta difficoltà del settore, con indicatori che sono risultati ancora in negativo rispetto allo stesso periodo del 2020. Da marzo 2021, la situazione è in miglioramento, con oltre il 25% delle imprese che hanno confermato di avere recuperato tutto o in parte quanto perso nel primo trimestre 2020. Penso comunque che la strada per un recupero totale non sia breve e dovremo aspettare il 2022 per ritornare ai livelli del 2019”. A parlare, in un’intervista a Pambianco Magazine, è Marino Vago, presidente di Smi-Sistema Moda Italia, arrivato nel 2021 al termine del suo mandato, e che ricorda come l’organizzazione di rappresentanza dell’industria tessile e moda abbia fatto in questi anni un lavoro intenso, portando all’attenzione delle Istituzioni l’importanza della filiera del fashion, dove il tessile-abbigliamento è, per il suo peso, la colonna portante. Il bilancio 2020 della tessitura italiana ha risentito in maniera significativa del contraccolpo del Covid-19 e del conseguente raffreddamento della domanda sia estera sia interna. I dati elaborati dal centro studi di Confindustria Moda per Smi, diffusi all’inizio del 2021, evidenziano una contrazione della tessitura senza precedenti, stimata al -27,4%; il fatturato è sceso a meno di 5,5 miliardi di euro, perdendo oltre due miliardi in dodici mesi. L’export ha ceduto il 26,7% su base annua, l’import il 25,7 per cento. Il complesso delle vendite estere ammonta a poco più di 3 miliardi, ovvero 1,1 miliardi in meno del 2019, mentre le importazioni sono scese a quasi 1,4 miliardi. Per assicurare la tenuta del settore nell’immediato e una ripresa sostenibile nei prossimi anni, Smi ha presentato al Governo alla fine di marzo un piano dettagliato di intervento, a sostegno di un settore da circa 45mila imprese e 400mila addetti. “Smi - ha continuato Vago -, in questi ultimi due anni, ha aumentato la propria base associativa del 15% e molte aziende

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attualità

già associate si sono riavvicinate all’associazione in modo molto proattivo. Penso che quanto da noi fatto in questi mesi di difficoltà, mi riferisco sia all’attività istituzionale sia alla vicinanza alle imprese, sia stato molto apprezzato, ma ha soprattutto focalizzato come sia importante ‘fare sistema’, anche appunto dentro ‘un sistema’ che ha fatto sempre dell’individualismo la propria bandiera”. L’invito del presidente di Smi, il cui successore sarà Sergio Tamborini, attuale AD della comasca Ratti, è appunto il superamento della logica campanilistica dei distretti: “Dobbiamo presentarci al mondo come i migliori ‘risolutori’ delle necessità tessili indipendentemente dalla fibra, dalla tipologia della lavorazione o dell’impiego. Lo sappiamo fare, lo facciamo bene con gusto e qualità”. CRESCONO LE ADESIONI AL SALONE TESSILE A dare un segnale di forza e di sistema è lo svolgimento in presenza della 33esima edizione di Milano Unica, prevista per il 6 e 7 luglio prossimi a Fiera Milano Rho. La conferma delle date dell’appuntamento di riferimento dei tessuti e degli accessori di alta gamma per l’abbigliamento donna e uomo è arrivata, lo scorso maggio, a seguito della delibera del Governo Draghi per la riapertura delle fiere italiane. Come dimostrato nell’ultima edizione fisica, a settembre 2020, anche in questa occasione, Milano Unica avrà cura di osservare e far rispettare ogni protocollo di sicurezza. Rimane comunque online la piattaforma di marketplace e-MilanoUnica Connect, come servizio costante a supporto delle attività di business. Il salone si candida a iniezione di fiducia per la ripresa del tessile, che rappresenta l’origine della filiera in una logica di sistema del made in Italy, sancita dalle alleanze con Pitti Immagine Uomo, Pitti Immagine Filati e Camera Nazionale della Moda Italiana. “Un segnale forte e positivo – ha spiegato a Pambianco Magazine Alessandro Barberis Canonico, presidente di Milano Unica - confermato anche dal numero di pre-adesioni, fino ad ora, che vede una crescita del +27% di numero di espositori rispetto all’ultima fiera in presenza di settembre 2020. Coloro che sono forti esportatori e hanno contribuito all’internazionalizzazione, che scommettono sulla ripartenza e che hanno aspettative sul futuro sono stati tra i primi a confermare la loro adesione. Da qui alla fiera potremmo avere ulteriori adesioni di aziende”. I mercati da cui ci si aspetta l’incoming maggiore sono il Nord Europa e, se sarà possibile avere voli Covid-tested, gli Stati Uniti. “Ritengo difficile attualmente per ragioni epidemiche di aver affluenza dal Regno Unito e per restrizioni sugli spostamenti dalla Cina. Al momento sono in forse Giappone e Corea”, ha aggiunto Barberis Canonico. Nelle scorse settimane, i dati dell’Agenzia Ice confermavano il ruolo della Cina come cardine per l’export mondiale di moda e del lusso, soprattutto in questa fase di revenge spending post pandemia globale. “La Cina – ha concluso Barberis Canonico - rimane uno dei mercati principali del settore tessile con una quota di mercato del 9,2% tanto che già dal 2012 si è scelto di svolgere l’edizione cinese di Milano Unica a Shanghai. Il forte legame con il mercato cinese non è solo da considerarsi al presente ma è importante se visto in una prospettiva futura, considerata la continua crescita dell’export verso il Paese e dal rapporto pubblicato a novembre 2020 dalla Bain & Company, che vede i consumatori cinesi sulla buona strada per diventare i primi acquirenti di beni di lusso a livello globale. Entro il 2025 potrebbero infatti assorbire quasi il 50% del totale della domanda mondiale”.

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focus

Da sinistra, Carlo Capasa, presidente di Cnmi; Simone Pedrazzini, direttore di Quantis Italia

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focus di Giulia Mauri

La moda CIRCOLARE è il nuovo business: varrà 5,3 trilioni $. Più di tutto il FASHION Abiti di seconda mano, recupero di tessuti e produzioni green sono le parole d’ordine di una rivoluzione copernicana, necessaria ma oggi ancora agli albori, destinata a convertire il settore da lineare a circolare.

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onsumi di risorse energetiche e naturali, produzione di rifiuti e scarti di lavorazione, emissioni di inquinanti in atmosfera e nei corpi idrici. Sono questi, tra gli altri, i fattori che compongono il lato oscuro dello sfavillante mondo della moda. Secondo una ricerca pubblicata su Nature Reviews Earth and Environment, il settore è responsabile dell’8-10% delle emissioni globali annuali di CO2. Non solo, lo studio stima che ogni anno vengano consumati 79 trilioni di litri d’acqua, la tintura e il trattamento dei tessuti siano responsabili del 20% dell’inquinamento idrico industriale e il 35% delle microplastiche negli oceani sia attribuibile ai lavaggi dei capi in fibre sintetiche. La buona notizia è che il tema è ormai all’ordine del giorno, anche perché la moda circolare, stando al Circular Fashion Report 2020, rappresenta potenzialmente un business da 5,3 trilioni di dollari, il 76% in più dell’attuale valore della fashion industry, pari a 3 trilioni di dollari. UNA PARTITA GLOBALE “Soprattutto negli ultimi anni, il settore fashion sta puntando molto su un approccio ambizioso in termini di sostenibilità ambientale”, afferma Simone Pedrazzini, direttore di Quantis Italia, società specializzata nella consulenza ambientale, con sedi anche in Francia, Germania, Stati Uniti e Svizzera. Nata nel 2006 come start up in seno al Politecnico di Losanna, Quantis ha organizzato lo scorso marzo il webinar ‘The Fashion journey towards sustainability: the Fashion Pact, Circularity & Regeneration’, concentrando il dibattito intorno al Fashion Pact, coalizione di 60 aziende del settore della moda e tessile, che rappresentano oggi oltre 200 brand e 1/3 della fashion industry. Insieme, dal 2019 hanno compiuto i primi passi verso il raggiungimento di obiettivi focalizzati su tre aree principali: arrestare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli

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focus

oceani. “Stiamo parlando di un settore che ha un impatto importante sull’ambiente. Girato in chiave positiva, ha una grandissima opportunità per fare sì che tutto il sistema tenda verso una dimensione più sostenibile”, commenta Pedrazzini. Nello specifico, il report Quantis ‘Measuring Fashion’, pubblicato nel 2018, ha rivelato che il forte impatto climatico del ciclo di vita della moda è determinato principalmente dall’utilizzo di energia generata da carbone e gas naturale, impiegati per fornire elettricità e calore soprattutto in Asia. Per ridurre significativamente le emissioni e raggiungere i science-based target dell’industria, la dipendenza dai combustibili fossili deve essere notevolmente ridotta, aumentando allo stesso tempo l’efficienza energetica lungo tutta la catena del valore. A tal fine, “è importante creare un ponte tra rigore scientifico e pragmatismo del business per evitare di fermarsi a un esercizio teorico, pianificando le attività più complesse in maniera strategica”, precisa Pedrazzini. L’approccio metodologico al raggiungimento della visione circolare è garantito dalla mappatura del ciclo di vita di un prodotto (Life Cycle Assessment) e financo dell’intera azienda (Corporate Footprint), con cui si possono quantificare e tracciare gli impatti di ogni fase produttiva e non, compresi l’uso del prodotto e il suo smaltimento. Questo perché l’obiettivo finale, secondo Quantis, è il perseguimento di soluzioni che minimizzino gli impatti ambientali e massimizzino la creazione di valore sostenibile. L’ITALIA IN CAMPO Si inserisce in questa prospettiva la pubblicazione de ‘Le buone prassi di fabbricazione. Linee guida sull’uso dei prodotti chimici nelle filiere produttive della moda’, frutto dell’impegno della Commissione Chemicals di Cnmi - Camera nazionale della moda italiana e della collaborazione di Associazione Tessile e Salute, Smi - Sistema moda Italia, Federchimica, Unic - Unione nazionale industria conciaria e Quantis. Un documento che aggiunge un ulteriore tassello alla proposta di Cnmi in tema di sostenibilità, ufficializzata per la prima volta nel 2012 con la pubblicazione del ‘Manifesto della sostenibilità per la moda italiana’. Da allora, “i passi in avanti sono stati tantissimi, sia per quanto riguarda Camera nazionale della moda italiana, ma anche e soprattutto da parte delle aziende – sostiene il presidente dell’associazione, Carlo Capasa –. Dieci anni fa soltanto poche realtà avevano un dipartimento di sostenibilità, oggi invece è un must-have per chiunque voglia sopravvivere nel mercato globale”. “Una misura dello straordinario progresso generale delle imprese italiane della moda – prosegue Capasa – è la pubblicazione di rapporti annuali che rendono pubbliche le iniziative per ridurre l’impatto ambientale e migliorare le condizioni di lavoro. Se consideriamo i primi 20 marchi o gruppi della moda italiana, 16 oggi ‘rendicontano’ pubblicamente il loro impegno alla sostenibilità in specifici rapporti annuali. Quasi nessuno di questi lo faceva nel 2000”. Una spinta oggi sostenuta anche dagli investitori, che chiedono trasparenze nelle informazioni, e dai consumatori, sempre più esigenti in materia di tutela dell’ambiente, al punto che la moda circolare si appresta a divenire “un nuovo modello di business a cui tutti prima o poi dovremo uniformarci”, prevede Capasa. Tre i campi, a suo parere, su cui si gioca la partita della moda mondiale: economia circolare, animal welfare e sostenibilità sociale. “Abbiamo già iniziato a lavorare su questi tre argomenti ma la strada da fare è ancora lunga, i cambiamenti devono sempre avvenire in modo graduale e naturale, non abbiamo fretta di arrivare a obiettivi apparenti di greenwashing, ma vogliamo, con i tempi dell’industria, perseguire risultati duraturi nel tempo e per questo servono investimenti e un cambiamento culturale profondo. Anche l’uso corretto della tecnologia, a cominciare dalla blockchain, darà un supporto importante a questi sviluppi”, conclude il presidente dell’associazione, che conta 114 soci per 230 brand, rappresentando oltre il 50% del giro d’affari dell’intera industria della moda.

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news sostenibilità

LAMPO, MARCHIO STORICO CON IMPIANTI VIRTUOSI Nel 2021 Lampo ha rafforzato il proprio impegno nel campo della sostenibilità come driver strategico della propria filosofia. La volontà di rendere visibili e incontrovertibili quelli che comunemente vengono definiti SDGs (Sustainable Development Goals) è dettata dalla necessità di trasparenza in merito all’operato interno ed esterno di Lampo stessa. Fondata nel 1887, Lampo declina il concetto di sosteniblità nei diversi ambiti della produzione, del prodotto e del codice etico/welfare. Le pratiche industriali di Lampo sono da decenni orientate alla riduzione degli scarti e alla loro valorizzazione. Quanto ai prodotti, tre sono le direttive che ne rappresentano l’identità: l’utilizzo di materiali riciclati, l’utilizzo di materiali naturali e la vocazione alla circolarità, grazie alla composizione monopolimero. Chiunque scelga Lampo come partner attiva una catena di azioni responsabili, sostenibili ed etiche che ricadono sul territorio, sulle persone e sull’economia. Dal 2021 Lampo by Giovanni Lanfranchi Spa entra a far parte del Registro Speciale dei Marchi storici di interesse nazionale.

EUROJERSEY, IMPEGNO GREEN CON ‘ORA LO SAI’ Eurojersey lancia la campagna internazionale ‘Ora lo sai’ per i tessuti Sensitive Fabrics, per ribadire il proprio impegno nella sostenibilità e per sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle scelte di ogni giorno. Fiore all’occhiello dell’azienda, che produce tessuti tecnici indemagliabili dalle alte performance, le proposte Sensitive Fabrics, come dice la campagna, sono realizzate in modo da ridurre l’impatto sull’ambiente, si adattano a qualsiasi stile ed esigenza e soprattutto durano nel tempo. Il visual della nuova campagna pubblicitaria è semplice e complesso insieme, una donna sommersa da una montagna di abiti, come a dire: anche se le possibilità sono tante, è necessario scegliere bene, perché ogni scelta implica una conseguenza. Ad essa si affianca un QR Code che porta alla pagina del sito con tutti i dettagli sul programma di sostenibilità e sull’impronta ambientale di Eurojersey. Questo concept si sviluppa con un lancio stampa e social, e la presentazione di un video che esprime con chiarezza come ciascuno di noi debba essere consapevole del suo personale impatto sull’ambiente.

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BEMBERG (ASAHI KASEI), ECONOMIA CIRCOLARE NEL DNA “Bemberg by Asahi Kasei racconta una storia di qualità, ricerca e innovazione. Porre le basi per un mondo più sostenibile, adottare strategie di responsabilità non è più un’opzione ma una rivoluzione strutturale indispensabile e obbligatoria oggi e per il futuro”. A parlare è Kazuki Morise, CEO di Asahi Kasei Fibers Italia, che precisa come Bemberg abbia l’economia circolare nel suo dna grazie all’origine della materia prima, i linters di cotone (sottoprodotto della produzione di olio di semi di cotone), convertiti attraverso un processo a circuito chiuso, tracciabile e trasparente. Si annovera tra le fibre cellulosiche che non attingono alle foreste per la loro produzione. GRS, LCA, Oeko-Tex 100 e testate performance di biodegradabilità, compostabilità e ecotossicità sono i certificati acquisiti nel corso degli anni da questa fibra. Prodotto in Giappone dal 1931, Bemberg by Asahi Kasei è in grado di dare vita a tessuti fluidi, unici nel tatto, dall’aspetto prezioso. Asahi Kasei Corporation opera in tutto il mondo in una vasta gamma di settori industriali. Le sue attività principali sono gestite da 3 business unit: Material, Home ed Health Care.

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ST!NG PER LA RIFORESTAZIONE DELL’ISOLA LA CERTOSA CON SAVE THE PLANET ST!NG, il più giovane degli house brand del Gruppo De Rigo, è al fianco della Onlus Save the Planet nel progetto di riforestazione de La Certosa. L’isola della laguna di Venezia è stata gravemente colpita nel 2012 da una violenta tromba d’aria che ha provocato molti danni all’ambiente, sradicando la maggior parte degli alberi e modificando profondamente la morfologia del territorio. Il piano di riforestazione, che verrà realizzato in collaborazione con Vento di Venezia, la società che gestisce l’isola in concessione dal Comune e dal Demanio che saranno i partner istituzionali dell’iniziativa, prevede la piantumazione di giovani alberi, selezionati in modo da garantire un’ampia varietà di essenze e il miglioramento del patrimonio arboreo. I primi arbusti - donati dalla Fondazione di Venezia - Museo del ‘900 di Mestre (M9) – sono parte della Foresta M9: un paesaggio di idee, comunità e futuro. Un’installazione unica, una foresta temporaneamente allestita nel cuore del Museo a sottolineare il rapporto che unisce il territorio veneto ai suoi boschi.

NUOVA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE PER VARCOTEX Varcotex, nome di punta nel settore delle etichette e cartellini per la moda, prosegue il suo impegno nei confronti dell’ambiente, attestato anche dalle certificazioni ad hoc. Ultima in ordine di tempo UNI EN ISO 14001 che si aggiunge a quelle già ottenute (UNI EN ISO 9001 per la gestione aziendale, FSC - Forest Stewardship Council, GRS - Global Recycle Standard, Oeko-Tex classe 1 per i prodotti). “È un passaggio di cui siamo molto orgogliosi” commenta Paolo Munari, CEO Varcotex. “Ottenere questa certificazione per l’implementazione di un sistema di gestione ambientale è più complesso per aziende che producono, come la nostra”. Varcotex ha poi messo in campo nuovi provvedimenti per ridurre il suo impatto ambientale: il progressivo avvicendamento dell’ampio parco macchine di tessitura con altre di ultima generazione, la sostituzione della flotta vetture con altre 100% elettriche e il raggiungimento dell’autonomia energetica con l’adozione del fotovoltaico. Procede anche la realizzazione del Varcobosco, il parco nella stessa Carpi per il quale ha acquistato i terreni per impiantarvi i primi 1.000 alberi.

FOPPIANI, LA SFIDA DEL TRASPORTO SOSTENIBILE Sostenibilità per Foppiani Shipping&Logistics significa innovazione responsabile verso l’ambiente e le comunità con cui l’azienda specializzata nel trasporto internazionale entra in contatto, oltre che verso i propri clienti. “Molte delle nostre ‘sustainability actions’ sono volutamente locali e incentrate sulle attività quotidiane – spiega il presidente e CEO Enrico Rossi –. Ad esempio, pannelli fotovoltaici sui tetti, piantumazione a bambù o sempreverde degli spazi adiacenti ai piazzali di carico/scarico, riuso sistematico dei materiali di protezione e imballaggio esterno, colonnine di ricarica per auto elettriche e conversione della flotta prevista entro il 2025”. Inoltre, Foppiani si dedica alle esigenze specifiche del settore tessile-moda. “Siamo partiti anni fa con lo studio del sistema capi appesi green-GOH, ossia container speciali a bassissimo impatto ambientale ed energetico che utilizziamo regolarmente, e siamo oggi in grado di proporre un servizio di premium filming con materiali tecnologicamente avanzati in sostituzione della pellicola plastica solitamente impiegata”, conclude Rossi.

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BENETTON LANCIA GREEN B, IL SUO COLLETTORE DI INIZIATIVE SOSTENIBILI In occasione della Giornata Mondiale della Terra dello scorso 22 aprile, Benetton Group ha presentato Green B che raccoglie tutte le iniziative di sostenibilità dei marchi dell’azienda (dalla concezione e realizzazione del prodotto alla catena di fornitura, dall’efficientamento energetico all’attenzione per le comunità). Con questo progetto, l’azienda si impegna nei prossimi anni ad incrementare il suo impegno per avere “prodotti ancora più sostenibili, una catena di fornitura ancora più rispettosa dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori, e sedi e negozi ancora più efficienti dal punto di vista energetico e della gestione degli sprechi, come quello inaugurato a Firenze a inizio marzo 2021”, sottolinea Massimo Renon, CEO Benetton Group. Il nuovo store fiorentino, caratterizzato dall’impiego di materiali sostenibili e tecnologie all’avanguardia per il risparmio energetico, si candida a essere un vero e proprio apripista per un nuovo approccio al retail a basso impatto ambientale. Il progetto Green B, per il quale è stato scelto come logo il disegno di un’ape, avrà un’ampia declinazione su tutti i touchpoint di Benetton Group.

FULGAR PARTECIPA AL PROGETTO SULLA LANA Fulgar ha da tempo raccolto la sfida della sosteniblità anche nel mondo della calzetteria impegnandosi per un approccio green in tutte le fasi del processo produttivo. Fulgar vanta un intero portfolio eco-sostenibile, in costante crescita, con EVO, filato bio-based ricavato dall’olio di ricino; Q-NOVA, fibra ricavata da materie prime rigenerate; AMNI SOUL ECO, la poliammide biodegradabile. Inoltre Fulgar e i suoi filati green sono protagonisti del progetto ‘Knitting the future 3D printing meets merino wool’. D-house in partnership con The Woolmark Company, autorità globale della lana Merino, e Stratasys, leader nelle soluzioni di stampa 3D a base di polimeri, propone una soluzione d’avanguardia tecnologica per il settore: la stampa 3D Stratasys applicata sulla maglieria in lana Merino. Fulgar, tra le aziende di maglieria e filati che hanno supportato il progetto, ha fornito ai giovani il suo innovativo filato di origine bio-based EVO by Fulgar. La volontà di posizionarsi sempre più come incubatore di innovazione nel comparto tessile non è una novità per Fulgar, che ha già realizzato progetti speciali di filiera in partnership con Naba.

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BULGARELLI PRODUCTION PER LA RIFORESTAZIONE DI ENEGO Sostenere attivamente iniziative mirate alla salvaguardia dell’ambiente è un impegno che Bulgarelli Production, azienda produttrice di cartellini, etichette e accessori moda made in Italy, si è assunta da oltre dieci anni, tanto da potersi oggi definire Carbon Positive. Vale a dire che le emissioni di CO2 generate dalla sua attività sono assorbite e anzi superate dall’impatto dei provvedimenti adottati. A cominciare dalla sede di Carpi, disegnata per essere green, e dai processi di produzione certificati climaticamente neutrali che contengono i consumi di energia e di acqua, fino al sostegno di diverse iniziative di riforestazione. Tra queste, l’evento di impianto WOWnature che si è svolto il 5 giugno in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente a Enego, dove nel 2018 la tempesta Vaia rase al suolo un intero bosco di abeti rossi. “I nostri progetti tengono sempre in considerazione le regole della buona gestione forestale, nel rispetto degli standard ambientali, sociali ed economici certificati dal Forest Stewardship Council”, ha commentato il titolare e CEO Davide Bulgarelli.

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EXPEDITION HYBRID HOOD jacket è prodotta con tessuto e materiale isolante riciclati. PFC free DWR

Re-source è il nostro programma di responsabilità sociale d’impresa dolomite.it/resource



WHAT’S NEW? Back to reality

di Marco Caruccio

Le collezioni maschili per la primavera/estate 2022 comunicano la voglia di tornare alla normalità. Le proposte informali non mancano ma l’esercito di felpe e maxi T-shirt è ormai in ritirata. Morbidi blazer, camicie a righe e pantaloni leggeri affolleranno i marciapiedi metropolitani in attesa dei weekend fuori porta. La moda sostenibile avanza velocemente, sostenuta da brand eco-friendly e capsule collection speciali. L’activewear introduce nel guardaroba nuovi materiali tecnici, declinati anche nell’abbigliamento urban. La sneakers-mania non rallenta il passo ma cambia pelle, le calzature amate dalla Z generation sono meno chunky ma sempre catchy. Infine, alcuni consigli per i look balneari da sfoggiare durante le vacanze delle prossime settimane. Dai bikini total white alle micro fantasie, la spiaggia è una passerella aperta a tutti.


Menswear IZIPIZI

INCOTEX IL BISONTE

TRAIANO STEFANO RICCI

TOTAL WHITE La nuance dell’estate può essere abbinata facilmente ma la vera sfida è vestirsi di bianco da capo a piedi.

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BERWICH

SANTONI

L.B.M. 1911

TAGLIATORE

Il blazer in stuoia di lino e lana del marchio mantovano è perfetto per i weekend fuori porta. L’armatura hopsack dona al tessuto un aspetto mosso, profondo e tridimensionale.

La giacca diventa impalpabile grazie al tessuto seersucker peso camicia, con volume over, capace di mantenere inalterato l’intrinseco significato di sartorialità e ricerca.

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tendenze

DONDUP

GIANNETTO PORTOFINO

MOORER

RE-HASH CYCLE

DOLOMITE

HANDPICKED

DENIM RELOADED La celebre tela blu torna alla ribalta. Indumenti di ispirazione 90s irrompono negli armadi dei più giovani, e non solo.

BRETT JOHNSON

ROY ROGER’S

Il designer americano originario della Virginia continua a investire nel made in Italy, come confermano i tessuti, le fibre e i pellami delle migliori concerie utilizzati per la P/E 2022.

Cotone organico, riciclato e trattamenti eco wash. Sono questi gli ingredienti di Roy Roger’s Cares, contenitore di prodotti caratterizzati da numerosi elementi green, packaging inclusi.

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tendenze

REGENESI

PAOLONI

MCS

MANUEL RITZ

LARDINI

URBAN SAFARI Colori naturali per capi che sembrano pronti per essere riposti in valigia e partire a sud dell’Equatore.

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OUTFIT ITALY

ECOALF

L’IMPERMEABILE

Da oltre 10 anni il brand fondato da Javier Goyeneche sottolinea l’importanza di un modello sostenibile attraverso indumenti realizzati con materiali riciclati a basso impatto ambientale.

Il marchio di capispalla prodotto dalla storica azienda empolese Landi continua a proporre un’interpretazione moderna dell’autentico trench sixties. Le vie del retrò sono infinite.

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tendenze

BLAUER USA SAVE THE DUCK

LORENZONI

GIMO’S

TOMBOLINI ZERO GRAVITY

ORANGE COUNTY Il colore vitaminico per antonomasia diventa il passepartout perfetto per il casual friday.

WOOLRICH

ZEROSETTANTA STUDIO

MASSIMO ALBA

È tornata l’uniforme del gentleman fiorentino fatta di multitasche attrezzati, di richiamo agli husky anni 80 in trapuntato o alle field jacket. Colletto in velluto a coste incluso.

Realizzata in lino con colletto alla coreana e bottoni personalizzati in corno, la giacca presenta una vestibilità rilassata. Lo stilista ha tinto il capo in una sfumatura strong: paprika.

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tendenze

TINTORIA MATTEI 954 DUNO

GAVAZZENI

HERNO AT.P.CO

CAMOUFLAGE TIME Stampe mimetiche e verde militare à gogo. Il guardaroba si arricchisce di indumenti in sintonia con la natura.

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TELA GENOVA

PHILIPPE MODEL PARIS

AHIRAIN

B.TACTICAL

La moda incontra la tecnologia. Non solo sportswear ma proposte destinate agli universal traveller. Capi che mixano caratteristiche di ricerca tessile ai mood delle ultime tendenze.

La nuova linea maschile di FGF Industry trae ispirazione dall’heritage militare e dalle divise dell’esercito americano reinterpretando il concetto di uniforme con parka, anorak e bomber.

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tendenze

PT TORINO

PAL ZILERI

C.P. COMPANY

COLMAR ORIGINALS

MEN IN BLACK Il casualwear si veste di nero. Capi e calzature pensate per il fitness o per il tempo libero, senza sfumature.

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INVICTA

LOTTO

TEN C

BLUE OF A KIND

Il nylon Crinkle Rip-Stop è la novità di stagione: tessuto resistente e trasparente che viene nastrato. Gli indumenti sono termo saldati nei punti di rinforzo e nei dettagli.

La Buni Jacket è realizzata a partire da un jeans preesistente e senza acqua. Il tessuto extra sul retro proviene da materiali leftover militari riutilizzati. Nulla è stato prodotto appositamente.

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tendenze

BARACUTA ANT45

24BOTTLES

PAUL&SHARK PEOPLE OF SHIBUYA

FLUO FEVER Nuance rubate all’astuccio degli evidenziatori, solo per veri intrepidi. Passare inosservati è impossibile.

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PIQUADRO

NORTH SAILS

ALPHA STUDIO

ALPHATAURI

I filati di origine vegetale e i colori tenui danno vita a una collezione fresca e leggera pensata per look maschili dallo spirito semplice, essenziale, senza tempo ma mai banali.

Un’infusione di stile e tecnologia per la t-shirt in maglia termoregolante realizzata con tecnologia 3D Knit abbinata ai pantaloni in tessuto tecnico, must have di stagione.

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MILANO | BARCELONA | BILBAO | CAGLIARI | COMO | FIRENZE | MADRID | RIO DE JANEIRO | ROMA | SÃO PAULO | TORINO | VENEZIA

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tendenze

ARMATA DI MARE

DRUMOHR

ANTONY MORATO

ALESSANDRO GHERARDI RED

BLUE MOOD L’essenziale dell’abbigliamento maschile riassunto nei pezzi must have per la primavera 2022.

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YATAY

ROBE DI KAPPA

GIAMPAOLO

Realizzata in maglia di cotone con motivo a trecce e lettere patch in punto spugna applicate sul fronte. La polo in coordinato riporta lo storico logo Omini applicato sul petto.

Righe di spessori diversi decorano la camicia evergreen del marchio italiano nato nel 1988 da un’intuizione di Stefano Giampaolo, oggi guidato dalla giovane figlia Cristina.

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tendenze

IMPULSO CALIBAN

GANDHARA

MONTECHIARO

BIKKEMBERGS

POP STAR Stampe a contrasto e pattern multicolor danno vita a un vero e proprio vortice di allegria.

POLLINI

LA MARTINA

DISTRETTO12

Il mix and match di tessuti e colori rende subito riconoscibile l’ispirazione ippica del noto brand argentino. Un total look intriso di tradizione ma sempre al passo con le ultime tendenze.

La sahariana Pop Reverse è il jolly della collezione: double face con tasche a contrasto in maglia. La parte reversibile è realizzata con un tessuto speciale arancio in rete traspirante.

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tendenze

GOODYEAR CARBON COLLECTION

NINA RUBENS

RBRSL

PANTOFOLA D’ORO

MOACONCEPT

BRO

STREET FRIENDS Le sneakers si confermano immancabili compagne di viaggio per la Z generation.

VOILE BLANCHE

LUMBERJACK

PANCHIC

Il marchio fonde activewear e mood urban per una collezione che strizza l’occhio allo sport seguendo la tendenza athleisure e athflow. Materiali leggeri e logo a contrasto.

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La label conferma la sua anima sostenibile scegliendo materie prime eco-friendly e certificate come nylon derivati da plastiche marine, tessuti rigenerati, neoprene e pelli riciclate.



beachwear BLUMARINE

ERES

24BOTTLES ALVIERO MARTINI 1A CLASSE FISICO

U&B TWINSET BEACHWEAR

WHITE LADY Proposte candide da sfoggiere in barca o durante i cocktail pomeridiani a bordo piscina.

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ERMANNO SCERVINO

KAMPOS

ALTO MILANO

PATRIZIA PEPE

FEEL ME FAB

Filati e materiali responsabili per la prima collezione del brand interamente dedicata al mondo beachwear. I cartellini illustrano l’origine e la composizione dei tessuti.

Costumi che nascono per (ri)scoprire il corpo, scorgere in texture rétro un passato romantico e avventuroso. La collezione fonde il rosa delle dune di Merzouga con l’argento delle gole di Dades.

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tendenze

BEST COMPANY

MISSONIMARE

CALVIN KLEIN JEANS YAMAMAY

DRUMOHR GALLO

INTIMISSIMI UOMO

CHIMBORAZO

IZMEE

RED

READY TO SAIL Boxer con microfantasie per lunghi weekend di relax tra le onde e il bagnasciuga.

GO CARPISA

VILEBREQUIN X PALM ANGELS

HiQ è il trolley che combina design e tecnologia avanzata. Realizzato in 100% Gotech, è dotato di superficie anti-graffio e QR code per avere i documenti a portata di click.

La capsule è una collisione tra due mondi diversi: l’eleganza casual del brand di Saint-Tropez, che celebra 50 anni, incontra l’energia disruptive del marchio di Francesco Ragazzi.

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tendenze

SHOPDISNEY MANGO KIDS

GUESS EYEWEAR KIDS

SIMONETTA

IL GUFO MOSCHINO BABY KID TEEN

MONNALISA

ROMANTIC TIME Il rosa impazza per le piccole sirenette tra pois, stampe floreali e rouches a contrasto.

IDO PER BING

BLAUER JUNIOR

Il brand di Fgf Industry accosta due stampe, camouflage e animalier, tra le proposte pensate per la primavera/estate 2021. La linea include anche capispalla e accessori.

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NATURINO

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI KIDS

Il romanticismo contemporaneo della griffe viene tradotto in taglie mini con profusione di tulle, volant e fiocchi. Abiti ideali per feste e cerimonie sul bagnasciuga.


tendenze

RAY-BAN KIDS

H&M

MAWI

ZARA KIDS OVS KIDS

ORIGINAL MARINES PETIT BATEAU CALZEDONIA

CROCS

KIABI KIDS

GREEN LIGHT Pattern tropicali per shorts e slip all’insegna della vivacità. Da abbinare agli accessori in coordinato.

FENDI KIDS

PRIMIGI

L’inconfondibile sguardo dei Monster del brand romano decora la t-shirt pensata per essere indossata dai più piccoli prima di tuffarsi tra le onde del mare (o in piscina).

I giovanissimi esploratori del marchio italiano non possono che indossare una stampa comouflage all over prima di avventurarsi nei giochi estivi all’aria aperta. Chi arriva ultimo paga pegno.

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ADV Arcade-lab.com

I tessuti Sensitive® Fabrics sono adatti al tuo stile di vita. Durevoli nel tempo. Realizzati per ridurre l’impatto sull’ambiente. SENSITIVEFABRICS.IT

ORA LO SAI


Le AZIENDE si raccontano in collaborazione con: 18 Montenapoleone Alpac Bertone Design Coronet Compagnia del Denim Creazioni Lorenza Eddy Ricami Fazzini Isko Nhood Outhere Pal Zileri Plus Polartec Retex Salesforce Sanrio Solos Sopra Steria Verguenza


Fazzini

Fazzini tiene nel 2020 e investe in retail, prodotto e internazionalizzazione Investire in retail e crescita estera anche in tempi pandemici; collaborare con i clienti per un supporto reciproco; fare ricerca sui materiali e raccontare la propria identità. Con questo approccio l’azienda varesina ha retto l’impatto del Covid. La storica azienda specializzata in tessile casa di alta gamma, dopo aver chiuso il 2019 con un fatturato di quasi 13,8 milioni di euro, ha attraversato l’anno pandemico 2020 con una sostanziale tenuta, registrando una lieve flessione del 3%. “Per affrontare le difficoltà compatti – esordisce Marco Fazzini alla guida dell’azienda con il fratello Paolo e la madre Maria Alberta Zibetti – abbiamo collaborato con i nostri clienti per un reciproco supporto, riducendo le nostre marginalità applicando sconti sulle nuove collezioni, a fronte del

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saldo degli ordini già in essere”. Ordini che, dopo il primo lockdown, sono ripartiti velocemente già da aprile: “La biancheria per la casa e le spugne sono state protagoniste nei lunghi periodi di chiusura forzata in casa – spiega l’imprenditore – quindi hanno continuato a essere molto richieste”. Nel mercato interno, a soffrire le limitazioni agli spostamenti sono stati soprattutto i negozi nelle grandi città, per lo svuotamento a seguito dello smartworking, e quelli nei grandi centri commerciali per il bacino di utenza regionale. “I passaggi davanti al

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nostro negozio di Brera, ad esempio, sono diminuiti in tutto l’anno del 55%; nei centri commerciali abbiamo registrato un -35%. Per fortuna nei periodi di apertura il numero di ingressi è rimasto costate e il tasso di conversione decisamente incrementato. All’estero, che incide sul fatturato per il 13% con 1,8 milioni di euro, a soffrire è stata la piazza londinese, meta di clienti arabi e russi. Hanno tenuto, invece, Svizzera e Russia. Il buon trend è confermato dal fatturato record del primo trimestre 2021”. L’azienda, dalla forte identità e attenta alla ricerca sui materiali - tra le ultime novità introdotte un percalle 250 Tc e un raso 600 Tc -, per raccontare questo approccio, oltre a formare in azienda i venditori affinché sappiano illustrare nel dettaglio le proposte presenti in negozio, utilizza lo storytelling. È, infatti, di Fazzini il primo press day digitale in Italia. “Durante il lockdown abbiamo presentato le novità tramite videoconferenza - è nostro il primo press day digitale in Italia - e vedere mia madre, anima creativa dell’azienda, che, pur con la mascherina, raccontava con tutta la sua passione la storia del campionario, l’ispirazione, i temi e le scelte cromatiche, è stato coinvolgente e ci ha dato forza - ricorda emozionato – Ha rappresentato il coraggio dell’impresa che non si arrende mai”. Oltre a comunicare il brand, l’online ne ha supportato le vendite. “Nel 2020 gli acquisti online in Italia sono triplicati, ma alla riapertura dei negozi i consumatori sono tornati volentieri anche nei nostri spazi fisici dove abbiamo riscontrato ottime vendite recuperando fino ad avere quasi un bilancio Covid-free”. Fazzini, che ad oggi conta 12 negozi diretti ma punta a raggiungere quota 25, ha aperto due nuovi punti vendita tra novembre e dicembre: uno all’interno del centro commerciale Maximo di Roma, in via Laurentina, l’altro nel centro commerciale Fiordaliso di Rozzano, in provincia di Milano. “Il progetto retail e l’espansione internazionale, partiti sei anni fa, hanno richiesto ingenti investimenti che nel corso dell’ultimo quinquennio sono stati pienamente ripagati. Il nostro bilancio dimostra quanto la nostra azienda sia solida e in grado di portare avanti tutti i futuri progetti”. L’interconnessione tra i canali di vendita sarà una delle strategie chiave dell’azienda per crescere in futuro. Dopo il progetto ‘Click and drive’ che permette di ordinare online e ritirare in negozio, è in corso l’implementazione SEO del sito internet. Anche la sicurezza del prodotto e la cura dell’ambiente sono tra le priorità dell’azienda: Fazzini è l’unica azienda del settore in Italia

a possedere la certificazione Ecolabel. Intanto, l’azienda valuta la sua partecipazione all’Edizione Speciale del Salone di settembre: “Prima di decidere vogliamo vedere gli sviluppi – conclude l’imprenditore -, molto dipenderà dalla presenza dei nostri clienti esteri”.

Dall’alto, proposte Fazzini. Ph. Mattia Aquila In apertura da sinistra, Paolo Fazzini, Maria Alberta Zibetti e Marco Fazzini

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Salesforce

Come ripensare il rapporto con i consumatori in ottica digital-first Empatia, personalizzazione e digitale diventano fattori sempre più importanti nella costruzione di relazioni con i propri clienti, ormai fondamentali per farli sentire unici e “compresi” dai brand.

Senza dubbio il 2020 verrà ricordato come un anno fuori dall’ordinario: la pandemia di Covid-19 ha profondamente influenzato gli scenari mondiali, portando con sé cambiamenti epocali su larga scala ma anche nuove abitudini quotidiane. Anche le aziende stanno navigando in uno scenario che mai avrebbero potuto immaginare e, proprio alla luce di questo, fattori come l’empatia, la personalizzazione e la trasformazione digitale diventano ogni giorno sempre più importanti nella costruzione delle relazioni con i propri clienti, necessarie per farli sentire unici e “compresi” dal brand. Questo è 86

quanto è emerso dalla quarta edizione del report State of the Connected Customer di Salesforce che ha analizzato le opinioni di oltre 15.000 consumatori e responsabili d’acquisto aziendali in 27 paesi a livello globale, tra cui l’Italia, per cercare di delineare le tendenze principali per il futuro post-pandemico. Dal report è emerso che in un momento quanto mai delicato come quello che stiamo tutti vivendo, diventa di estrema importanza per i brand ricostruire e rafforzare la fiducia che i nuovi clienti e i clienti già fidelizzati nutrono nei loro confronti. In particolare, in Italia il 92% dei consumatori afferma

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che il comportamento di un’azienda durante la crisi sanitaria ne ha rivelato la vera affidabilità. Inoltre, in questo preciso momento storico la società e i consumatori chiedono alle imprese di fare la propria parte per correggere ciò che ancora non funziona. Di conseguenza, il mancato rispetto delle responsabilità sociali e ambientali che azionisti e consumatori attribuiscono a ogni azienda rappresenta una minaccia per i suoi profitti. L’87% dei consumatori italiani afferma però che il ruolo sociale delle aziende sta effettivamente subendo cambiamenti. Man mano che il coinvolgimento digitale cresce, crescono anche le aspettative dei consumatori nei confronti delle aziende e del loro processo di digitalizzazione. Secondo i dati raccolti da Salesforce, il 68% dei consumatori italiani afferma che l’emergenza Covid-19 ha aumentato le proprie aspettative circa l’avere relazioni digitali con le aziende. I consumatori stanno chiedendo quindi alle aziende di diventare digitali sempre più velocemente. Stiamo quindi vivendo un periodo di profonda trasformazione per il commercio: le aziende e i marchi poco proiettati verso il futuro digitale hanno dovuto adattarsi rapidamente per non soccombere, mentre gli innovatori hanno colto la grande opportunità offerta da tutte le sfide presentate

dalla crisi pandemica per sperimentare e proporre nuove soluzioni. Secondo gli ultimi dati dello Shopping Index di Salesforce, nel primo trimestre del 2021 il commercio digitale globale è infatti cresciuto del 58% su base annua, ben al di sopra dei livelli pre pandemia. Se addirittura guardiamo a casa nostra, l’Italia è il quarto paese al mondo in cui è cresciuto maggiormente (78%) dopo Canada (111%), Paesi Bassi (108%) e Regno Unito (91%). In seguito alla pandemia e al conseguente spostamento online di rivenditori e consumatori, i dati del primo trimestre 2021 confermano che le abitudini di spesa formatesi nel corso dell’anno e delle festività natalizie del 2020 sono destinate a restare. Tuttavia, con la progressiva riapertura in paesi come gli Stati Uniti e in gran parte dell’Europa, i rivenditori e le aziende dovranno ripensare al ruolo del punto vendita (e dei suoi dipendenti) e a come il digitale può fungere da componente fondamentale dell’esperienza di acquisto nel corso del 2021. Questo tema verrà trattato anche al Retail Summit 2021, l’evento online organizzato da Salesforce il prossimo 30 giugno 2021 dove clienti ed esperti del settore cercheranno di delineare il futuro del commercio nel nostro paese.

Crescita su base annua del commercio digitale nel primo trimestre 2021

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Sopra Steria

La supply chain e le sfide del new normal: la risposta è l’ottimizzazione continua La pianificazione integrata, che connette tutte le funzioni aziendali, è il modello operativo adatto a reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato. A spiegarlo è Sopra Steria Italia, le cui soluzioni consentono di monitorare e migliorare ogni processo. La Covid disruption impatta sulla supply chain delle aziende di tutto il mondo, accentuando la necessità di una continua revisione degli obiettivi strategici (ad esempio numero di collezioni e vita dei prodotti) rendendo necessario dotarsi di un modello operativo flessibile rispetto a cambi di direzione e calcolando in modo preciso gli impatti finanziari. Diventa anche fondamentale rispondere in maniera efficace alla variazione della domanda in termini di volume, intensità, mix di prodotti, servizi e canali, sia per B2C che B2B, in un’ottica di interazione digitale potenziata. Sopra Steria, tra i leader europei attivi nella trasfor88

mazione digitale, grazie a un’offerta end-to-end di consulenza di business e tecnologica, si propone come partner ideale per le aziende che ambiscono a una maggiore flessibilità e quindi a una gestione ottimale dei rischi della domanda e della fornitura. “La necessità di adattarsi in tempi rapidi – ha spiegato Emmanuele Gallo, Head of Supply Chain Management Consulting Sopra Steria Italia – è fondamentale non solo di fronte a un profondo cambiamento del mercato, ma anche ogni qual volta, ad esempio, la creatività di un prodotto cambi a ridosso dei lanci di stagione o gli assortimenti si adeguino all’interno della stagione stessa. È neces-

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saria un’integrazione tra pianificazione strategica ed esecuzione operativa, dalla materia prima al capo finito in ogni nodo della supply chain, con l’obiettivo di anticipare ogni possibile scenario, e rispettare le tempistiche di fornitura del servizio rimanendo comunque in linea con gli obiettivi strategici e finanziari”. Tutto questo è possibile grazie a un modello di pianificazione integrata - un framework in continua evoluzione che connette tutte le funzioni aziendali, monitorabile in ogni sua fase, i cui ingranaggi sono le persone, i processi e le tecnologie. “Il consumatore non sceglie più tra cosa gli viene proposto, ma cerca e compra quello che vuole e lo fa in un modello omnichannel: questo cambia radicalmente i paradigmi sia della pianificazione che dell’execution, rendendo sempre più necessario che tutti gli stakeholder e funzioni aziendali lavorino in sinergia condividendo lo stesso obiettivo. Si va verso una supply chain sempre più strategica, incentrata sul cliente, ottimizzata e automatizzata grazie all’analisi dei dati e ad algoritmi specializzati - ha continuato Emmanuele Gallo -. Sopra Steria è in grado di sfruttare l’enorme mole informativa che arriva dall’interno di un’azienda (struttura delle collezioni, caratteristiche dei prodotti, obiettivi finanziari, performance di vendita, fasi di produzione, giacenze nei vari periodi dell’anno, …) e dall’esterno (trend di mercato, fattori macroeconomici, customer behaviours) e di affiancare il cliente nella fase di innovazione e di change management. Accompagniamo i nostri clienti dal disegno alla messa a terra di nuovi processi e tecnologie condividendo knowhow e rilasciando framework di controllo in grado di accelerare il miglioramento continuo”. Uno degli strumenti più innovativi di supporto alla definizione della strategia è il DIGITAL TWIN, una replica virtuale di un sistema fisico, in grado di mappare l’intero network distributivo e produttivo, garantendo una simulazione end to end che evidenzi colli di bottiglia, opportunità, in diversi scenari strategici e di allocazione dello stock. “Un gemello digitale – ha precisato Emmanuele Gallo - è una replica virtuale dell’intera filiera, che ha l’obiettivo di simulare e confrontare diversi scenari strategici ed esecutivi consentendo di prevedere il funzionamento ottimale, in linea con l’obiettivo finanziario. La precisione di questo tipo di pianificazione mette le aziende nelle condizioni di far fronte ai cambiamenti, senza penalizzare il time to market”. Il modo in cui gli operatori di moda saranno in

grado di utilizzare i dati sarà il punto di svolta per essere veramente resilienti: sono i dati il vero asset da cui partire per abbattere i silos aziendali facendo leva su automazione e scienza avanzata. “Sopra Steria – ha concluso Enrico Cantoni, Direttore della Divisione Retail, Fashion & Industria di Sopra Steria Italia - ha un approccio consulenziale, volto a portare valore al cliente. Innovare non vuol dire stravolgere e noi siamo in grado di consigliare i clienti in base alle loro necessità, valorizzando gli asset e le best practice che in molti casi già ci sono. Infine, non siamo a nostra volta vincolati da un partner tecnologico specifico (conosciamo diverse tecnologie), quindi c’è una totale apertura nella valutazione delle soluzioni migliori per ogni azienda. Affianchiamo i nostri clienti nella gestione del cambiamento affinchè i benefici di questi ultimi si esprimano al massimo”.

Enrico Cantoni, Direttore della Divisione Retail, Fashion & Industria di Sopra Steria Italia Sopra, Emmanuele Gallo, Head of Supply Chain Management Consulting Sopra Steria Italia

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Polartec

Polartec celebra i 30 anni e accelera sul progetto di economia circolare Il marchio, nato con l’invenzione del moderno pile realizzato da fibre sintetiche (e dal 1993 con introduzione di tessuti prodotti a partire da materie prime riciclate), ha da sempre legato il suo nome alla sostenibilità. Ora, con Power Air si pone nuovi importanti obiettivi in tema di ecologia e fine vita del prodotto. Quarant’anni fa nasceva il primo pile moderno, Polarfleece. Indiscutibilmente il tessuto che forse più di ogni altro ha cambiato le abitudini delle persone nelle attività all’aria aperta in ogni latitudine. Dieci anni dopo, con Polartec, si continua ad offrire nuove soluzioni innovative a milioni di appassionati nel mondo dello sport e non solo. Una storia di trasformazione, iniziata nel ’91, che ha reso il brand uno dei leader mondiali nella produzione di un’ampia gamma di tessuti performanti e innovativi, progettati per tutte le condizioni atmosferiche. “Ventisei anni fa abbiamo lanciato il primo pile sintetico realizzato con bottiglie di plastica e la sostenibilità è sempre rimasta un elemento fondamentale”,

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racconta Steve Layton, presidente di Polartec dal 2019, da quando Polartec è stata acquisita da Milliken and Company . Numerose le tecnologie che si sono susseguite nella sua storia. “Quando si parla di active insulation si fa riferimento a una categoria nata in seno all’azienda, ovvero la tecnologia Alpha che tiene al caldo quando si è fermi ma riduce al minimo il surriscaldamento quando si è in attività”. Altrettanto importante nella storia di Polartec è La tecnologica membrana impermeabile piu’ traspirante sul mercato, Neoshell. Quando si parla di Cooling fabric non dimentichiamo Delta, la tecnologia in grado di mantenere il corpo al fresco in condizioni di estremo calore, solo sfruttando la

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gestione del sudore. L’ultima nata in casa Polartec è Power Air, una tecnologia progettata per ridurre la dispersione di microfibre. Le fibre vengono incapsulate all’interno di una struttura di tessuto multistrato e in questo modo viene offerta anche un’efficienza termica avanzata. “Molte persone sono attratte dal modo in cui si presenta e per la sensazione al tatto. Ha anche un ottimo rapporto calore/peso. Ma il grande vantaggio è ambientale ed è la riduzione dell’80% della dispersione delle fibre”. Il debutto di Power Air è solo l’inizio di un lungo percorso in questa direzione. “Abbiamo investito molto in modo da poter sviluppare diverse versioni. Il nostro obiettivo sarà l’utilizzo di questa tecnologia variando trame e tessuti. Stiamo testando diverse fibre, per esempio quelle naturali o quelle biologiche. Ci saranno degli sviluppi interessanti”. Le basi per l’evoluzione futura di Polartec sono già definite. “Lo vedo come un viaggio in quattro step con quattro mandati di prodotto. Qualsiasi prodotto sviluppato in futuro ne dovrà soddisfare almeno uno, si spera tutti e quattro. Il primo è incentrato sulla durabilità, spesso molto sottovalutata. Ad esempio Power Houdi di Houdini realizzato in Polartec Power Stretch Pro ha un ciclo di vita medio di 1200 utilizzi, mentre l’uso medio di indumenti negli Stati Uniti è di soli sette utilizzi. Il secondo punto - continua Steve Layton - si concentra sulla sostenibilità e su una chimica più intelligente e rispettosa dell’ambiente. Polartec infatti sta procedendo nell’ eliminazione dei PFC dai trattamenti idrorepellenti di lunga durata (DWR) e dai processi di produzione delle proprie membrane. Un punto importante per l’intero ciclo di vita del prodotto. Il prossimo elemento chiave è la riduzione delle dispersioni di microfibra mentre il quarto mandato è la circolarità. Abbiamo una lunga tradizione nell’utilizzo di bottiglie riciclate post consumer, ma non si è ancora risolto il problema del fine ciclo vita. Il nostro obiettivo è creare materiali riciclati che possano durare a lungo e risolvere il problema della trasformazione di quel prodotto in tessuto e filati. Questa è un’altra area in cui avere alle spalle un gruppo come Milliken ha aiutato”. Proprio sul tema della circolarità, il marchio ha organizzato lo scorso 23 marzo il panel virtuale The Science of Sustainable Fabric che ha visto la partecipazione di più di 900 addetti ai lavori. Per celebrare, invece, l’anniversario di Polartec è stata appena lanciata la campagna Peaking Since’91. “Celebriamo le principali innovazioni avvenute negli ultimi 30 anni e la campagna include anche album fotografico, che

grazie al contributo di tutti gli appassionati andrà a costruire una memoria digitale che racconti attraverso le immagini le esperienze di coloro che hanno indossato capi in Polartec. È la nostra eredità e questo è davvero fantastico. Vogliamo celebrare le generazioni di appassionati che hanno indossato Polartec ed i brand partners che hanno collaborato con noi nel corso della nostra storia, il punto di partenza che costruirà il futuro per noi. Sicuri di poter concludere l’anno con importanti novità rivolte sempre verso una moda più circolare e sostenibile. La scienza sostenibile è la forza innovativa che guiderà anche i prossimi 30 anni di Polartec”, conclude Steve Layton.

In alto, immagine del filato Polartec e sotto Tessuto Polartec Power Air l’ultima innovazione nel campo della sostenibilità In apertura, un’immagine del passaggio produttivo;

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Alpac

Con Shopping-Live l’esperienza di acquisto diventa ‘phygital’ Nasce un rivoluzionario modo di fare shopping che, grazie ad una piattaforma digitale e all’alta tecnologia di innovativi visori, indossati da un personal shopper dedicato, proietta l’utente in negozio per un’esperienza ‘live’ del proprio acquisto, da effettuare comodamente da casa o in qualsiasi posto ci si trovi. ALPAC, che nei suoi dieci anni di vita ha ampliato l’attività dalla stampa digitale ad un vero e proprio ‘retail total look’ per brand di alta gamma, dopo aver superato i 7 milioni di euro di fatturato nel 2019, ha attraversato la pandemia e il suo impatto sul retail continuando a investire e tornando a crescere nei primi mesi del 2021. “ALPAC ha un’anima attiva – afferma Mauro Oliva CEO di ALPAC e Zelo21 – per questo motivo anche nel 2020 abbiamo avviato diversi progetti, dalla nuova esperienza di acquisto Shopping-Live all’e-commerce Zelo21 del quale

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abbiamo aperto due negozi fisici a Milano e a Brescia; fino allo sviluppo della prima carta da parati in puro denim che sarà distribuita da una multinazionale in tutto il mondo. Ora che il mercato si sta riprendendo siamo certi che tutte queste iniziative si affermeranno sempre più”. L’attività dell’azienda, che collabora soprattutto con brand del fashion di alta gamma come Armani, Prada, Zegna e Moschino, solo per citarne alcuni, si è sviluppata fino ad offrire un ‘retail total look’ curando, a livello internazionale, allestimenti, eventi, sfilate, installazioni e vetrine

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di negozi. ALPAC come general contractor ha realizzato il nuovo store milanese di Seventy e quello di North Sails all’interno di Green Pea, nuovo centro total green dell’imprenditore italiano Farinetti. Obiettivo dell’azienda è coinvolgere sempre più anche altri settori del lusso come il design, per il quale ha realizzato diversi allestimenti/installazioni in occasione delle passate Design Week milanesi, il beauty, l’automotive (con partner come Ferrari a cui ha fornito particolari pensiline retroilluminate) e il wine&food gourmet. “Andare sempre avanti è la nostra filosofia, è ciò che ci ispira a sperimentare, a dare forme sempre inedite alle idee dei nostri clienti e nuova vita a ogni materiale”, prosegue Oliva. Frutto di questo approccio è Shopping-Live un rivoluzionario modo di fare acquisti che si rivolge ai diversi settori dell’alto di gamma. Si tratta di un portale tramite il quale è possibile entrare virtualmente negli store più importanti dei brand presenti e, con l’ausilio di particolari visori indossati dal personal shopper, osservare le proposte nel dettaglio grazie all’alta qualità delle immagini garantita dalla tecnologia integrata, in continuo

aggiornamento. Usufruire del servizio è semplice: basta collegarsi al portale shopping-live.com da pc, tablet o smartphone, selezionare il brand o la categoria di interesse, avviare la videochiamata e, alla fine dell’esperienza, procedere direttamente all’acquisto senza dover uscire dal portale. “Quello che offriamo – sottolinea il CEO – è un giusto mezzo tra l’esperienza fisica in negozio e quella dell’online, a volte percepita come troppo ‘distaccata e fredda’, garantendo una maggiore vicinanza e assistenza al cliente nell’intero processo di selezione e ordine, senza rinunciare alla comodità dell’acquisto ‘a distanza’ molto apprezzato dal consumatore già in tempi non pandemici e destinato ad affermarsi sempre più anche in futuro”. Sebbene appena nato, il progetto è stato recepito con molto interesse. “Siamo in fase di ‘demo’ con noti brand della moda e dell’arredo – anticipa l’imprenditore – e stiamo ricevendo le prime conferme ufficiali: è già stato siglato un accordo con Harmont&Blaine, North Sails e Wineria, nota enoteca milanese. Ci aspettiamo già dalle prossime settimane nuove adesioni”.

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Verguenza

Sofia Marsili e, a sinistra, un capo di abbigliamento Verguenza

Verguenza, start-up che punta in alto La label lanciata nell’estate 2020 da Sofia Marsili punta su sostenibilità, alta qualità e produzione made in Italy. Dopo il debutto nel canale e-commerce, è arrivato l’accordo di distribuzione con 999 Showroom. Il segreto? Collezioni mirate e capi accattivanti. Un brand di alta gamma nato all’indomani del primo lockdown e già diventato un case history della moda internazionale. Verguenza ha conquistato celebrity (una su tutte: Chiara Ferragni) e comuni clienti grazie ai suoi contenuti qualitativi, alla produzione made in Italy affidata ai migliori artigiani della Toscana e alla volontà della sua fondatrice, la ventiquattrenne Sofia Marsili, di proporre una moda a spreco zero. Così è nato un marchio dal mood chiaro e riconoscibile (“Irriverente, sexy, glamour e divertente” lo definisce Marsili), dedicato a una donna libera e cosmopolita. Le produzioni sono mirate e non creano rimanenze destinate a essere svendute o smaltite: “Ho eliminato le stagionalità e focalizzato le attenzioni sui carry over, sfruttando il mio background manageriale nell’ambito fashion” precisa l’imprenditrice, nel cui background spicca un’esperienza ai vertici in Zara, dove si occupava dei mercati Italia ed ex Jugoslavia curando l’assortimento di ben 140

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punti vendita. Il passato le ha insegnato a parlare il linguaggio delle proprie clienti e a proporre loro quel che poi si vende davvero, alzando però l’asticella della qualità ed evitando la creazione di capi seriali. Il canale inizialmente scelto dalla start-up è stato l’e-commerce, che ha messo Verguenza al riparo dalla crisi del retail durante i vari lockdown. “Abbiamo ideato un sistema estremamente rapido, che ci consente di realizzare un prodotto su misura ed in breve tempo” precisa. Così Verguenza ha superato non solo l’ostacolo dell’intermediario per mirare dritto al consumer ma anche il limite geografico imponendosi in Europa e negli Usa. Poi è arrivato l’accordo con il primo showroom e il partner scelto è Showroom 999 di Milano. Ora, in prospettiva, si punta al total look, allargando le collezioni da abbigliamento e accessori, già presenti, fino alle calzature. “E in futuro vorremmo ragionare in termini di lifestyle, muovendoci anche su casa e hospitality”.

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Pal Zileri

A sinistra, l’attore italiano Andrea Bosca indossa un total look Pal Zileri con Oyster Jacket A/I 21-22 e a destra, i tre modelli di Oyster Jacket per la stagione P/E 22

Pal Zileri scommette sulla Oyster Jacket e spinge sull’urban casual Il brand di abbigliamento formale, da tempo impegnato in un’evoluzione verso l’urban casual ma sempre con una vocazione sartoriale, presenterà a Pitti immagine uomo i nuovi modelli della giacca, diventata in breve un capo iconico del marchio. Pal Zileri torna a raccontare il suo percorso di evoluzione da brand prettamente formale a marchio in grado di coniugare sartorialità e urban casual contemporaneo con una nuova tappa del progetto Oyster Jacket. Il capo iconico, lanciato la scorsa stagione invernale, sarà il focus della collezione estiva 2022 presentato alla 100 edizione di Pitti immagine uomo, dove Pal Zileri ha allestito uno stand aperto e contraddistinto dal colore verde laguna. La giacca, dall’appeal contemporaneo e dalla vocazione active e realizzata con tessuti altamente performanti, introduce per la P/E 2022 anche la versione blouson che si affianca alla field jacket e al parka. Anche per la prossima primavera Pal Zileri punta sulle caratteristiche che contraddistinguono il modello: funzionalità multitasca, traspirabilità del prodotto e tessuti impermeabili, resistenti al vento e termoisolanti. “Oyster Jacket ha ottenuto un riscontro positivo nonostante la stagione non facile”, racconta Leo Scordo, Brand CEO Pal Zileri. “Dalle prossime stagioni diventerà un progetto più

ampio. Inizieremo il prossimo inverno a sviluppare qualche idea”. Tra i punti chiave della strategia del nuovo corso di Pal Zileri ci sarà l’impegno per una maggiore focalizzazione del brand. “Veniamo da anni nei quali, per assecondare attitudini di design, le collezioni si sono espanse al di là della loro effettiva funzionalità”, aggiunge Scordo. “C’è stato un overlapping di prodotto e progetto e i primi ad essere confusi sono i consumatori”. Da qui è nata l’esigenza di fornire invece chiarezza al consumatore, dividendo la collezione in temi chiari per identità e ridurre il numero di SKU per concentrarsi sullo sviluppo di una collezione unica. Infatti, proprio in quest’ottica, la linea Lab di Pal Zileri sarà assorbita dalla prima linea per creare un progetto unico di lifestyle premium. Ultima novità in ordine di tempo sarà l’apertura, prevista in estate, del nuovo negozio Pal Zileri in via Manzoni che svelerà un concept diverso, “più moderno e leggero, luminoso e con una interpretazione degli spazi funzionale alla presentazione di progetti e guardaroba”.

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Compagnia del Denim

TWO WOMEN TWO MEN racconta la storia della Jeans Valley marchigiana Le Marche, la natura, l’acqua, i colori, i tessuti, le tinture naturali sono da sempre parte integrante del DNA dei marchi TWO WOMEN TWO MEN. Quest’anno sono anche l’ispirazione principale per la collezione Spring Summer 2022, dedicata alla riscoperta dei paesaggi e della vita outdoor. La Compagnia del Denim è un’azienda che, con impegno e dedizione, ha creato un vero e proprio laboratorio creativo improntato all’innovazione del denim, senza mai perdere di vista la costruzione autentica del capo e, soprattutto, l’ambiente circostante. “Crediamo nei prodotti di qualità e dedichiamo tempo ed attenzione per realizzarli, dando valore ad ogni fase della filiera, tutta rigorosamente 100% Made in Italy”, sottolinea Alessandro Marchesi, CEO dell’azienda. “Scegliamo solo tessuti, fibre ed accessori che esprimono chi siamo, dal primo filo al dettaglio finale, e - continua - ci impegniamo a progettare un abbigliamento che porti avanti una filosofia eco-friendly, second hand e recycled”. “Abbiamo a cuore il futuro dei nostri capi - sottolinea il CEO - ecco perchè incoraggiamo un consumo consapevole ed invitiamo i nostri clienti a scegliere capi destinati a durare nel tempo”. “Per raggiungere questo obiettivo, lavoriamo prevalentemente all’interno del distretto tessile mar-

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chigiano - continua Marchesi - conosciuto fin dagli anni ‘60, come Jeans Valley”. Un polo d’eccellenza per l’Italia, e un luogo privilegiato per chi ama produrre capi dalla forte identità. Grazie alla sua posizione strategica, i creativi di TWO WOMEN TWO MEN possono confrontarsi quotidianamente con professionisti, laboratori e lavanderie specializzate nella lavorazione di capi in denim e in cotone. Qui viene dato valore ad ogni processo produttivo, a chi segue ogni fase di vita di un capo, dall’ideazione alla lavorazione, dalla produzione alla spedizione. Ecco perché i capi di TWO WOMEN TWO MEN hanno qualcosa in più: la passione. “In quest’ultimo anno, in cui abbiamo re-imparato ad apprezzare la natura, gli spazi aperti, il piacere della brezza mattutina e l’ultimo raggio di sole che si nasconde dietro le nostre morbide colline - racconta il CEO - è nata la voglia di creare capi che possano trasmettere le stesse emozioni e si prestino maggiormente ad una vita outdoor”.

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Outhere

Outhere, la S/S 2022 tra essenzialità e hi-tech Il brand in licenza a Max Moda combina design minimal, innovazione tecnologica e instancabile ricerca sui materiali per una collezione ispirata all’elemento acqua e che mira sempre più alla fascia luxury. Si chiama “Don’t make things complicated” e non poteva che essere un inno all’essenzialità la S/S 2022 di Outhere, label appartenente alla scuderia Max Moda. A partire dall’elemento naturale dell’acqua lo studio creativo del brand dà vita ad una collezione all’insegna di curiosità, instancabile ricerca e concreto studio di materiali. Da qui la filosofia diventa azione a partire dal perfezionamento della tecnologia “water reactive” del nuovo cotton nylon popeline che dimostra l’impegno di Outhere sull’innovazione dei tessuti, ai polimeri di nuova generazione, ai nuovi filati derivati dalla cellulosa fino alla tintura ad ultrasuoni wave dye. A completare la collezione, la water bottle digitale, con verniciatura nera opaca: un vero e proprio device che unisce minimalismo estetico e innovazione tecnologica, grazie al sensore touch posizionato sul tappo da cui è possibile visualizzare la temperatura del liquido contenuto al suo interno, potenziandone così l’utilizzo. Outhere conta circa 400 clienti in tutto il mondo.

“L’Italia è il nostro principale mercato con un 50% di fatturato”, ha spiegato il direttore commerciale Leo Padulo. “Seguono l’Europa, con un 30% e la Russia, che rappresenta il 20%. Avevamo iniziato, inoltre, un programma di sviluppo anche in Corea e Giappone, che abbiamo dovuto mettere in stand-by a causa di questa pandemia mondiale”, ha proseguito il manager. La distribuzione, invece, è composta da clienti wholesale di lusso. Per il presente e il prossimo futuro sono tre le direzioni da percorrere secondo Padulo: il posizionamento del marchio e l’incremento della brand awareness, la creazione di vetrine interattive in un’ottica omnichannel e una strategia di marketing che coinvolga il cliente in modo diretto creando all’interno degli store delle vere e proprie experience d’acquisto. Da un punto di vista creativo MoroPigatti Home, cuore pulsante del brand Outhere, vive e pensa lo sviluppo con una prospettiva globale, studiando ogni collezione come un’evoluzione della precedente in un percorso di lifestyle ben definito.

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Sanrio

Gcds per Mr. Men Little Miss e Don’t call me Jennyfer per Hello Kitty

Back to the 2000s: Sanrio pensa al futuro e dal Giappone mira al mercato globale L’azienda nipponica punta su Hello Kitty e i suoi amici, simboli dell’estetica kawaii, e festeggia i primi 50 anni di Mr. Men Little Miss, inno alla diversità e all’inclusione. Hello Kitty, icona pop conosciuta in tutto il mondo, regala sorrisi dal 1974, quando compare per la prima volta su un piccolo portamonete diventando il personaggio più popolare della cultura kawaii. Con un fiocco rosso sull’orecchio sinistro e un’inconfondibile espressione di tenerezza, Hello Kitty è il simbolo più iconico di questo stile, uno dei trend più rappresentativi dell’estetica nipponica che ha permeato manga e anime di inizio millennio. Proprio la moda anni duemila, con le sue caratteristiche più tipiche, è tornata a influenzare i fashion trend del momento. Paris Hilton, Lady Gaga, Britney Spears, Katy Perry sono solo alcune delle super-fan che hanno contribuito a puntare i riflettori su Hello Kitty, proprio quando ha raggiunto il massimo splendore. Tutte le più recenti collaborazioni fashion di Hello Kitty e dei suoi amici – tra i quali ricordiamo My Melody, Cinnamoroll, Kerokerokeroppi, Bad Badtz-Maru, Pompompurin - sono infatti di chiara ispirazione kawaii: da Undercover, il famoso brand giapponese che coniuga stravaganza ed elegan98

za, al francese Don’t call me Jennyfer, sino a Dim Mak del DJ Steve Aoki, Bershka ed H&M, con un concetto mini-me distribuito anche nei mercati asiatici, per citarne alcune. Ma oltre a Hello Kitty & Friends anche Mr. Men Little Miss si sta espandendo velocemente. Nel 2021 si festeggiano i 50 anni di questo brand inglese nato dalla penna di Roger Hargreaves nel 1971 e che ha conquistato rapidamente un pubblico multigenerazionale facendo di diversità e inclusione la propria bandiera. I suoi personaggi, nati tra le pagine dei libri e approdati con successo al fashion, sono tutti diversi e insostituibili, in un inno all’unicità e all’autoaffermazione. Anche questa property annovera svariate partnership di successo: dall’abbigliamento per bambini con Marks & Spencer e Cath Kidston alla linea di casual wear con GCDS per adulti. Ma i festeggiamenti per l’anniversario non finiscono qui: la seconda parte dell’anno vedrà molti eventi in Inghilterra ma anche in Francia e in Asia, dove il brand è molto popolare e in continua espansione.

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ISKO

Comfort, sostenibilità e innovazione: ingredienti imprescindibili del denim Da sempre protagonista e interprete dei trend che vivono e plasmano il mondo della moda, il denim riscopre la comodità con ISKO Recall, avanzata tecnologia stretch sviluppata da ISKO, e la reinterpreta in chiave moderna ed eco-friendly. Mai come nell’ultimo anno il ‘comfort’ è stato un fattore cruciale del nostro quotidiano. Tra incertezze, sfide inedite e la necessità di adattarsi in fretta a cambiamenti inaspettati, scegliere di indossare qualcosa che ci facesse sentire bene ha fatto della comodità un piccolo piacere irrinunciabile. Ma come riuscire a sentirsi sempre a proprio agio, senza rinunciare allo stile e a un look impeccabile? ISKO Recall è la risposta. Sviluppata da ISKO, ingredient brand che produce il denim scelto dai marchi più amati al mondo, questa tecnologia brevettata fa sì che il tessuto avvolga il corpo come una seconda pelle, esaltandone le linee e la silhouette. Grazie alle sue proprietà di ‘recovery’, il capo mantiene inalterata la propria vestibilità più a lungo, eliminando lo spiacevole effetto ‘baggy’ su fianchi e ginocchia. Ma c’è di più, perché questo tessuto stretch ha anche un’anima eco-friendly, che elimina la necessità di lavare il capo frequentemente per fargli recuperare la

sua forma originale. Realizzato a partire da fibre di cotone e poliestere elasticizzato, ISKO Recall deve la sua performance alla tecnologia brevettata che avvolge in una conformazione a spirale dinamica la fibra elastica e il cotone, facendo in modo che quest’ultimo rimanga sempre a contatto con la pelle per un comfort senza precedenti. Ispirato dalla visione di Innovazione Responsabile che è propria di ISKO, ISKO Recall assicura un fit impeccabile, comfort ineguagliato e massima libertà di movimento, e riduce il consumo d’acqua durante il ciclo di vita del capo. Questa tecnologia è il valore aggiunto incorporato di soluzioni incluse tra gli oltre 25.000 prodotti del portfolio ISKO. Tra queste, ISKO Reform, che modella, definisce e valorizza la silhouette, coniugando la capacità di recupero di ISKO Recall a un insuperabile potere di tenuta. Dalla combinazione di queste due avanzate performance deriva un istantaneo effetto ‘taglia in meno’.

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Eddy Ricami

Eddy Ricami, lo specialista delle lavorazioni moda adotta la tecnologia Voxel8 L’azienda di Macerata scommette sull’innovazione, coniugando altissima qualità e tempi di progettazione brevi. All’attivo anche lavorazioni di precisone per la pelletteria. Eddy Ricami, da oltre 20 anni specialista delle lavorazioni per l’alta moda, rafforza la sua offerta grazie a un accordo esclusivo con Voxel8, portando la tecnologia di produzione additiva avanzata nell’industria dell’alto di gamma. La tecnologia Voxel8 trasforma radicalmente il modo in cui vengono sviluppati e prodotti calzature, abbigliamento e accessori fashion, con abbellimenti di design unici, ciclo di progettazione più breve, tempi di produzione e costi di inventario ridotti. Voxel8 è stata fondata nel 2014 come spin-out dell’Università di Harvard. Il sistema ActiveLab® di Voxel8 stampa materiali elastomerici flessibili con proprietà meccaniche specifiche e grafiche di design realizzate sui tessuti durante tutto il processo di stampa. Eddy Ricami è grado di realizzare ricami in 3D, semplici o imbottiti, cornely, paillettes, punto spugna, laser. Eddy Ricami applica strass e borchie termoadesivi di ogni genere e misura, anche su pelli pieno fiore, grazie ad uno speciale procedimento che non utilizza il laser; questo consente di

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ottenere la massima precisione e qualità anche su vitelli, pelli laminate e bottalate. A disposizione del cliente ci sono inoltre lavorazioni ad alta frequenza, ad alta frequenza con serigrafia, stampa digitale su vari supporti, tampografia, applicazione di borchie griffate e accessori in ABS con chiodino, sempre di varie tipologie. La produzione di Eddy Ricami conta 800 paia al giorno di articoli tessuti (con le 41 macchine disponibili), numeri a cui si affianca l’ottimo rendimento del settore ricamo, grazie alle dieci macchine multitesta, e del settore stampa digitale, con circa 600 paia/giorno. Di recente costituzione, è l’innovativo settore di Pelletteria Luxury, con macchinari all’avanguardia per ogni tipo di lavorazione, nonchè la postazione di stampa in pressofusione, iniezione per componenti in TPU, con la possibilità di applicazione diretta su vari supporti. Infine, Eddy Ricami Project S.r.l. ha acquisito dal 1° gennaio 2021, l’azienda TECH AND TREND, specializzata da 20 anni in lavorazioni quali la microiniezione, TPU e alta frequenza.

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Coronet

Umberto De Marco

Coronet si presenta alle firme con una nuova veste Pioniera nella ricerca di materiali cruelty free ad alto valore aggiunto (e basso impatto), la multinazionale italiana trasforma la propria proposta e si afferma sul mercato del lusso, segnando un + 37% nel primo quadrimestre rispetto al 2019. “L’altra pelle”? Non più. A 54 anni dalla nascita, l’azienda abbandona lo storico payoff per abbracciare la filosofia sostenibile cardine del suo management. Il presidente Umberto De Marco e l’AD Jarno Tagliarini sono alla guida di una transizione verde che ha comportato un ingente ciclo di investimenti per modellare la produzione sui nuovi obiettivi di sostenibilità̀: destinare il 60% dei rifiuti industriali a recupero termico, recuperare il 99% dei solventi utilizzati, creare linee produttive focalizzate sul sostenibile, pensate per le future esigenze etiche della moda. Inoltre, ulteriori investimenti “green” amplieranno nel corso del 2021 il focus dell’azienda dalla storica calzatura alla pelletteria, all’arredamento ed all’automotive. I materiali della nuova linea BioVeg, certificati USDA, sostituiscono alle plastiche i bio-polioli, materie prime originate da cereali inadatti al consumo umano e non OGM. Per quanto riguarda il fatturato di Coronet Italia, che negli ultimi

anni ha sofferto delle politiche di acquisto orientate agli stabilimenti asiatici del Gruppo da parte della clientela Americana e del Regno Unito, il trend sembra positivo: nel 2020 ha registrato vendite verso terzi pari a 10M €, dato in linea rispetto al 2019. “Considerata l’emergenza Covid che ci ha costretti da Marzo ad Agosto 2020 a lavorare a ‘mezzo servizio’ e paragonata al 2018 con un +23%, è una dato estremamente incoraggiante”, afferma il presidente Umberto De Marco. Le attese per il 2021 sono di una continua crescita soprattutto nel mercato delle firme. Nel primo quadrimestre, si è infatti registrato un +37% rispetto allo stesso periodo sia del 2020 e sia del 2019. L’innovazione viene portata avanti anche lato digital: il restyling del sito internet include il catalogo – aggiornato in “tempo reale” con le ultime novità - dell’enorme proposta aziendale. Viene inoltre introdotta la possibilità di ordinare campionature direttamente del web.

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Plus

Plus rivoluziona la creatività nella moda La start-up italiana propone un’offerta avanzata ed innovativa di personalizzazione supportata da Seriplanet, azienda leader in campo serigrafico. Plus è un progetto innovativo di personalizzazione avanzata nato durante l’emergenza sanitaria e mira a proporre una nuova ripartenza. Il brand incarna una prospettiva di approccio innovativo al business basato sulla libertà di espressione individuale. Plus nasce dall’ingegno e dalla creatività artigiana italiana legata a Seriplanet, come spiega il fondatore Ibrahim Fadi. In che modo Plus attinge al know-how di Seriplanet nel campo della serigrafia? Seriplanet è leader nel mondo della serigrafia e della stampa digitale; attraverso Plus propone a tutti una possibilità di espressione che fino a poco tempo fa era esclusiva dei luxury brands. I nostri partner commerciali avranno la possibilità di creare un’offerta di prodotto assolutamente unica, acquistabile solo nel loro punto vendita, generando quindi un grande vantaggio competitivo sul mercato. Ciò sarà possibile attraverso il configuratore avanzato ‘My Plus’, una funzione attiva da questo mese con quasi 6mila variazioni disponibili e verrà presentata in anteprima durante l’edizione 100 di Pitti Immagine Uomo. Quali sono le caratteristiche specifiche del progetto Plus? 102

Plus lavora su tre assetti principali. L’esclusività, dando l’opportunità al partner, attraverso ‘My Plus’, di confezionare un’offerta tailor made. Il tempo, ottimizzando un’esperienza unica ed esclusiva, permettendo di “pianificare” in settimane (anziché mesi). Il rischio minimizzato: grazie all’opzione ‘Drop Shipping’ il nostro partner commerciale non avrà più bisogno di caricare il proprio magazzino di tanti prodotti ma potrà integrare la sua proposta in modo continuativo sulla base di riscontri ed informazioni che riceve dal mercato o addirittura comprare prodotti che ha già venduto, consegnandoli al suo cliente dopo qualche giorno. Come è gestita la distribuzione del marchio? La distribuzione avviene attraverso alcuni partner specifici nei vari mercati e dallo showroom Progetto Milano, membro dell’associazione Camera Showroom Milano. Sarà inoltre presente a Pitti Immagine Uomo 100. Quali sono le tipologie di prodotto previste? Plus propone fin da subito la sua creatività in diverse tipologie di prodotto che spaziano dalle calzature all’abbigliamento fino alla pelletteria.

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Creazioni Lorenza

Creazioni Lorenza svela il progetto Forext Gli accessori moda diventano circolari L’azienda, attiva da 50 anni nella produzione di accessori moda per le maggiori griffe del mondo del lusso ha lanciato per prima una filosofia di ricerca e di sviluppo di materiali di nuova generazione per il settore luxury. Parlare di sostenibilità, nel mondo della moda, significa mettere a punto prodotti che lo siano sotto ogni punto di vista, anche nei dettagli. Per venire incontro a questa necessità, Creazioni Lorenza, azienda esperta da oltre 50 anni nella produzione di accessori moda per le maggiori griffe del mondo del lusso, ha lanciato un nuovo modo di pensare e produrre l’accessorio moda garantendo tutti i canoni estetici e funzionali. Il progetto, che rappresenta una assoluta innovazione nell’ambito della sostenibilità legata al mondo della moda, si chiama Forext, Luxury Natural Material ed è una filosofia di ricerca e di sviluppo di nuove soluzioni progettuali e di materiali di nuova generazione per il settore luxury. Il nuovo materiale Forext è frutto di un procedimento naturale di vulcanizzazione di fibre di cellulosa vergine raccolta da foreste gestite responsabilmente ed è certificato FSC. Può essere utilizzato per qualsiasi tipo di accessorio nel settore moda, eyewear, pezzi decorativi e d’arredo, bigiotteria, packaging ad alto valore aggiunto, oggetti di design di nuova filosofia ed è stato progettato per durare nel tempo. L’idea

è nata alcuni anni fa, “quando ci siamo confrontati con alcuni indicatori dell’economia circolare e dell’agenda 2023”, spiega Francesco Bencini, General Manager dell’azienda. “Di fatto ci siamo ritrovati virtuosi, con sorpresa, per molte delle nostre attività. Ora siamo impegnati nel processo che ci porterà alla Certificazione 14001. Con Forext facciamo un ulteriore passo in avanti: andiamo ad utilizzare un materiale nuovo di natura vegetale che alla fine della sua utilità potrà essere riassorbito dall’ambiente che lo ha generato”. Per la sua realizzazione l’azienda ha messo a punto importanti investimenti “non tanto per i macchinari, ma soprattutto per gli utensili con cui il materiale deve essere trattato al fine di poter sfruttare tutte le sue potenzialità e performance. Sono utensili che abbiamo dovuto ideare e perfezionare direttamente in quanto non presenti nel mercato.L’altra innovazione di processo l’abbiamo strutturata sui cicli ed i metodi di trattamento, lavorazione e finalizzazione”. Forext è disponibile da alcuni mesi, in alcune varianti colore e lotti minimi di fornitura e l’azienda sta già realizzando i prodotti.

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Nhood

Merlata Bloom, il primo Urban Smart District di Milano firmato Ceetrus-Nhood Dalla nuova vision di Ceetrus-Nhood, orientata all’impatto positivo e all’ascolto del territorio, prendono forma i centri commerciali Merlata Bloom e TODream, rispettivamente a Milano e a Torino. Due moderni Urban District, in cui si incontrano shopping, food, leisure e business. Un vero e proprio luogo di vita nel primo Urban Smart District di Milano: il centro commerciale Merlata Bloom, tra i più significativi sviluppi nel nord Italia di Ceetrus-Nhood, sarà il cuore pulsante di una delle più grandi aree a destinazione mista, a nord ovest della città: un mix unico di residenze, aree verdi, tecnologia, business e commercio. Oltre 70.000 metri quadrati di GLA, 10.000 metri quadrati di aree dedicate all’intrattenimento e cultura, 20.000 metri quadrati di urban farm, più di 150 store di shopping innovativo, 5 aree Food & Beverage con 40 Food Concept, 1 cinema Multiplex Premium, 1 Fresh Market, 1 area eventi, 10 km di piste ciclopedonali, 300.000 metri quadrati di parco urbano attrezzato, 4.000 posti auto: ecco i numeri di questo progetto di riqualificazione urbana della Holding Merlata Sviluppo, composta da Ceetrus-Nhood, ImmobiliarEuropea e SalService. La progettazione è stata affidata allo studio internazionale di architettura Callisonrtkl,

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mentre la finalizzazione del progetto è seguita dall’italiana Rossetti Engineering. Accessibilità unica e posizione strategica sono tra i plus di Merlata Bloom, ben collegato con Mind, il nuovo distretto dell’innovazione posto nell’ex area Expo, collegato a Rho Fiera e molto vicino al distretto Stephenson, che diventerà sede dell’Università Statale e ospiterà la nuova base dell’Ospedale Galeazzi. In vista della realizzazione attesa entro la fine del 2022, i cittadini sono invitati a contribuire esprimendo opinioni e preferenze tramite una piattaforma digitale, in linea con i valori promossi da Ceetrus-Nhood di ascolto del territorio. Sul pay off “New Living Mood”, ovvero nuovi spazi vitali al servizio del cittadino, si fonda anche TODream, Urban District a Torino che rappresenta un nuovo concetto di offerta commerciale integrata in una centralità urbana. L’apertura prevista entro il 2022 mira a rendere TODream un polo di attrazione della Regione Piemonte.

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18 Montenapoleone Montenapoleone 18

Veduta di via della Spiga

Spiga (r)evolution La ‘principessa dormiente’ del Quadrilatero si ridesta a nuova vita con operazioni immobiliari colossal. Per un restyling al look e ritorno in passerella da destination del luxury shopping. Effervescenza. È questa l’atmosfera che si respira passeggiando tra le vie del lusso di Milano. La brezza primaverile della campagna vaccinale sta rapidamente diradando le nubi della stasi d’investimenti e l’immobilismo progettuale delle aziende. Il mercato retail lo afferma dati alla mano: ora è ritorno al futuro. “Se nel 2019 le quotazioni di Monte Napoleone si aggiravano in media sui 13 mila euro al mq all’anno, oggi la regina del Quadrilatero ha aumentato il suo valore fino a picchi di oltre 15 mila. Non solo: le vetrine chiuse nella via non conoscono vacancy, ma annunciano nuove aperture già suggellate da closing”, dichiara Antonella Mastrototaro dall’osservatorio leader di 18 Montenapoleone Retail Consultancy&Brokerage. “Ma la protagonista indiscussa della rinascita è via della Spiga”, prosegue. “Dopo anni da ‘principessa dormiente’, il vanto dell’unica passerella pedonale del Quadrilatero rinasce sotto il blasone di operazioni immobiliari colossal che l’hanno eletta a fulcro di

investimenti da parte delle proprietà e di player internazionali del real estate”. Entro l’anno è atteso infatti il ritorno di Ralph Lauren nel building al civico 5. L’acquisizione del Carlton Hotel Baglioni di via Senato da parte di Rocco Forte prevede un restyling con importante affaccio d’ingresso sulla via. Al 26 ferve il cantiere del colosso statunitense Hines con un progetto avveniristico da otto flagship che hanno già attirato l’attenzione di big player del fashion con cui 18 Montenapoleone ha avviato concreti dialoghi d’interesse. A pochi passi, Mistral Value Fund realizzerà quattro luxury boutique al numero 30. “Il futuro prossimo di via della Spiga la consacrerà a destination dello shopping e non solo: in arrivo anche ristoranti top level, caffè e pâtisserie”, sottolinea Antonella Mastrototaro. Che a conferma della vitalità del Quadrilatero anticipa “operazioni concluse per nuove aperture in Monte Napoleone, Sant’Andrea, Manzoni, Spiga e trattative in fase avanzata sempre nel Quadrilatero”.

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Bertone Design

Coldwell Banker sbarca a Rimini insieme a Bertone Design Il network immobiliare Coldwell Banker, che conta oggi 3.100 agenzie in 43 Paesi, inaugura una nuova stagione di investimenti in Italia e un innovativo format di agenzia post-Covid, nato dall’estro di Bertone Design. Coldwell Banker, tra i più noti e antichi franchising immobiliari al mondo, ha scelto una località rinomata per la ripartenza post-Covid del real estate italiano, guardando soprattutto agli investitori stranieri e alle nuove esigenze delineate dai trend di mercato. Grazie alla partnership con una firma storica del made in Italy, Bertone Design, l’apertura il 17 giugno della nuova filiale di Rimini, nel centrale corso D’Augusto, inaugura anche un format inedito che trasformerà l’agenzia immobiliare in un luogo di incontro e condivisione. Gli spazi, infatti, sono stati pensati per riavvicinare clienti e agenti immobiliari, creare e consolidare rapporti duraturi ispirati a quel contatto umano così desiderato in tempi post-pandemia. L’ambiente elegante e raffinato, dalle forme e architetture senza tempo di Bertone Design, agevola una socialità ricca di fermento. Anche la filiale di Riccione è stata oggetto di trasferimento e rimodellamento nel solco creati-

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vo del nuovo format, segnando un interesse particolare del franchising per gli sviluppi immobiliari della riviera romagnola. “Le prospettive di ripresa per il 2021 dovrebbero riportare l’Emilia-Romagna al vertice nella classifica delle regioni italiane per ritmo di crescita, con il pil che aumenterà del 5,5%”, commenta il presidente di Coldwell Banker Italy Roberto Gigio. “La scelta della costa romagnola non è casuale – aggiunge Aldo Cingolani, AD di Bertone Design –. Il 9,7% degli utenti in cerca di immobili residenziali in Italia è straniero e le tendenze indicano un interesse crescente verso le piccole città, ricche di storia e tradizioni come Rimini. L’Europa mediterranea sta diventando un luogo al quale gli stranieri guardano anche nella prospettiva di venire a vivere o lavorare a distanza, alla ricerca di dimensioni urbane più verdi e a misura d’uomo”. Il concept così proposto costituisce un progetto pilota per le nuove agenzie.

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Retex Retex

E-commerce in Cina: un nuovo modo di vedere le cose Al giro di boa del 2021 la Cina mette il turbo. Il consumo online cresce e gli utenti cercano interlocutori affidabili e accessibili. Il team Retex: “Un mercato con precise coordinate culturali e sociali, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: arrivare alle persone giuste nel momento giusto.” ‘La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose’ scriveva H. Miller. Dopo una pandemia che ha messo il mondo in discussione, guardare oltre il proprio orizzonte significa dover vedere le cose in modo nuovo. In questo caso la destinazione è un luogo, la Cina. La stima di crescita annuale del PIL è dell’8%, a +39% le vendite online e +43% gli utenti con accesso ad Internet dal 2014. Di questi, quasi l’80% acquista online. Per gli esperti del Gruppo Retex, che supportano da anni i brand nell’approdo digitale sui mercati internazionali, è una questione di mediazione culturale, non solo economica: un nuovo modo di vedere le cose ma, non da meno, di vederne di nuove. L’interazione con il pubblico, il coinvolgimento, sono frutto di un continuo scambio tra i più popolari canali social, uno su tutti, WeChat, dove grazie a Retex è approdato il luxury brand italiano di calzature artigianali Santoni: “L’Asia è un mer-

cato chiave per la strategia globale e il successo di Santoni – commenta il CEO Giuseppe Santoni – Grazie alla collaborazione con partner esperti di innovazione e mediazione sul mercato orientale, stiamo raggiungendo i clienti cinesi in modo innovativo e coinvolgente, facendoli innamorare del nostro marchio grazie alla nostra storia di heritage ed eccellenza.” Marketplace come Tmall, JD, offrono un luogo dove acquistare da brand verificati. Presidiare questi marketplace significa visibilità e fiducia, come per Roberto Coin, marchio di alta gioielleria Made in Italy che sta per esordire su Tmall in una delle aree più in ascesa del mercato orientale: “La Cina rappresenta per noi una grande sfida e Retex si sta dimostrando la scelta giusta per affrontare questo passo – afferma Pilar Cabo Coin, Marketing Director – Il team con cui lavoriamo quotidianamente è preparato sull’innovazione continua sia del mercato che della comunicazione cinese.”

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SOLOS

SOLOS e Authentix, anticontraffazione per il fashion (e non solo) Le minacce e i danni della contraffazione aumentano a ritmi allarmanti: due realtà affermate nel mercato delle tecnologie anticontraffazione collaborano per cucire soluzioni su misura e allo stato dell’arte per i brand del fashion e del luxury. Secondo un recente rapporto dell’International Chamber of Commerce’s Business Action to Stop Counterfeiting and Piracy (BASCAP) e dell’International Trademark Association, l’impatto negativo della contraffazione potrebbe drenare fino a 4,2 trilioni di dollari globalmente entro il 2022. Questo problema in continua crescita richiede un team coeso e proattivo per proteggere i brand sul mercato. Per questo 15 anni fa è nata fa la collaborazione tra SOLOS, system integrator specializzato in soluzioni di identificazione, anticontraffazione e tracciabilità, e Authentix, gigante delle tecnologie anticontraffazione a livello mondiale che offre un expertise unica nei più svariati settori – dal food and beverage, alla cosmetica e farmaceutico, al mercato dei carburanti e delle valute. “SOLOS has been working with the Traceless Brand Protection System for over 15 years”, afferma Bert Cholewa, Vice President Product Management di Authentix Americas. “As

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a result, we have gained substantial experience for addressing the brand protection needs of brand owners. By working together, we have continued to improve our Authentix-Traceless System so that it offers an excellent solution for the apparel and luxury goods markets”. “Working with Solos for many years combined with their deep product knowledge, allows Authentix to tailor specific solutions to address the needs and issues that these brands require for product authentication and anti-diversion activities”, commenta Helen Cochrane, Vice President Brand Protection di Authentix EMEA. “L’anticontraffazione è nel nostro DNA: è stato, fin dalla nascita di SOLOS, il nostro core business” dichiara Alessandro Vivarelli, founder di SOLOS. Per l’azienda italiana, l’obiettivo della partnership è quello di garantire un portafoglio di tecnologie che possa coprire le necessità di tutti gli attuali e futuri clienti, tecnologie che devono essere costantemente allo stato dell’arte.

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giro poltrone MICHELE GIACALONE Tod’s

GINO FISANOTTI Moncler Gino Fisanotti è il nuovo chief brand officer di Moncler. Riporterà direttamente al presidente e amministratore delegato Remo Ruffini, e sarà membro del comitato strategico di Moncler. In precedenza Fisanotti ha lavorato per 23 anni in Nike, dove ha ricoperto diverse posizioni.

Tod’s ha annunciato l’ingresso di Michele Giacalone nel ruolo di chief marketing & communication officer. Giacalone ha maturato una lunga esperienza in ambito comunicazione e marketing presso importanti realtà e negli ultimi 10 anni ha ricoperto il ruolo managing director per Kcd Paris.

TODD KAHN Coach La scalata di Todd Kahn ai vertici di Coach ha avuto successo. Dopo nove mesi come amministratore delegato ad interim del marchio di Tapestry, il manager è ora a tutti gli effetti al comando della label americana come presidente e CEO.

PAOLA SACCHI Damiani Il Gruppo Damiani ha nominato Paola Sacchi a capo della divisione comunicazione. Nel corso della sua carriera, la manager ha guidato la comunicazione di Gucci, occupandosi del mercato italiano e del coordinamento internazionale, e ha in seguito assunto il ruolo di global communication and image director per Valentino.

SERHAT ISIK E BENJAMIN A. HUSEBY Trussardi Trussardi ha annunciato la nomina di Serhat Isik e Benjamin A. Huseby come nuovi direttori creativi. Il duo guiderà il nuovo corso del marchio sotto un’unica label Trussardi e supervisionerà tutti gli aspetti riguardanti l’immagine, dal design al branding.

GUILLAUME MOTTE Lvmh SERGIO TAMBORINI Smi Cambio ai vertici di Smi-Sistema moda Italia. Il nuovo presidente designato dell’associazione di categoria del tessilemoda sarà Sergio Tamborini, attuale AD della comasca Ratti. Il manager è stato votato all’unanimità dal Consiglio generale di Sistema moda Italia.

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Guillaume Motte è il nuovo deputy CEO del mondo fashion di Lvmh. Il manager, già presidente della divisione Europa e Medio Oriente di Sephora, affiancherà il presidente e CEO della divisione moda, Sidney Toledano. Prima di entrare a far parte del gruppo nel 2018, il manager ha ricoperto il ruolo di CEO per i fashion retailer francesi Celio e Jennyfer.

ROBERTO D’IMPRIMA Mcs Roberto D’imprima è il nuovo responsabile della direzione commerciale di Mcs. In passato, lungo il corso di un decennio, il manager italiano ha ricoperto il ruolo di country director Italia del brand. Un ritorno che coincide con l’acquisizione della proprietà del brand da parte di Nemesis della famiglia Sovernigo.

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master di Alessia Perrino

Pambianco ACADEMY, punta su social e paid adv Le tematiche scelte sono in linea con le ultime tendenze in materia di gestione aziendale, nettamente caratterizzate dalla richiesta di nuovi punti di riferimento per ripensare i modelli di business.

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ocial media management & New media” e “Paid advertising: le principali piattaforme di sponsorizzazione” sono i nuovi Master online freschi di realizzazione che vanno ad arricchire la proposta di Pambianco Academy, la piattaforma di formazione realizzata da Pambianco. Nel primo dei due Master, protagonisti sono i principali social media tra cui Instagram, Tik Tok, Facebook, Linkedin, Telegram, YouTube, e l’analisi delle strategie efficaci per costruire la propria presenza online su ogni canale, ma anche temi come Google Analytics, l’Inbound Marketing e l’Influencer Marketing. Nel secondo Master invece le stesse piattaforme sono analizzate in ottica paid, con l’obiettivo di comprendere come sponsorizzare i propri contenuti per incrementare la visibilità e le vendite della propria azienda. Il programma formativo online è ricco e propone anche Master in “Aprire e gestire un e-commerce: come sviluppare una strategia di vendita online”, ma anche “Sostenibilità nel Fashion, Design e Beauty”. Recentemente aggiornato e sempre acquistabile è anche l’ultima edizione del Master più venduto: “Digital Marketing and online strategy”, che affronta i temi necessari per creare una strategia digitale efficace e di successo. “Vogliamo diventare il punto di riferimento nella formazione professionale dei settori fashion, design e beauty. La necessità di orientarsi nei nuovi scenari del consumo rende necessario per i professionisti un aggiornamento costante, verticale e dal forte orientamento digital e sostenibile”, ha commentato David Pambianco. Le tematiche scelte per i Master sono infatti in linea con le ultime tendenze in materia di gestione aziendale, con una netta caratterizzazione legata alla richiesta di nuovi punti di riferimento per ripensare i modelli di business nell’ottica della digital transformation. Previsto prima dell’estate il lancio di due nuovi Master: “Linkedin per le risorse umane” e “Start-up e Growth Hacking”. Per i programmi, le info di dettaglio e i costi, potete visitare il sito academy.pambianconews.com oppure scrivere alla nostra Sales manager Chiara Gentilini all’indirizzo c.gentilini@pambianco.com. 112

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di Anna Gilde

OGGETTI DEL DESIDERIO

ABBRONZATI E RISPETTOSI Con una texture super confortevole e una migliore water-resistance, Collistar rivela anche una maggiore attenzione all’ambiente, perché rinnova il packaging utilizzando materiali riciclati e adegua tutte le formule solari per renderle sostenibili e rispettose dei coralli e dell’habitat marino. Latte Spray Abbronzante Idratante SPF 30 svolge inoltre un’azione anti-età e antiradicali liberi. (200ml, € 31)

Ispirate alle sete iconiche di Salvatore Ferragamo, le quattro nuove essenze eau de parfum della collezione Storie di Seta sono caratterizzate da quattro colori; ogni flacone cattura i sensi con un motivo ornamentale che trae ispirazione dai magnifici capolavori in seta del patrimonio tessile della Maison. Sono: Giardini di seta, un’essenza fiorita fruttata, Giungle di seta, un’intensa creazione fiorita verde, Savane di seta, una sensuale essenza agrumata fiorita, Oceani di seta, fragranza fiorita acquatica vigorosa e decisa. La collezione è un invito a giocare e sperimentare, anche mixando tra loro le quattro fragranze per un’esperienza su misura.(100ml, € 98)

ALTA SEDUZIONE Tonalità ultra-pigmentate con finiture opache, satinate, glitterate o metallizzate per le tre nuove palette di sei ombretti firmate Christian Louboutin; altre tre nuove palette racchiudono un illuminante al centro, e due tonalità di blush con pigmenti intensi per valorizzare l’incarnato e donare luminosità immediata. Si inseriscono nella pochette rossa o nera a scelta e si trovano presso La Rinascente di Milano e Roma e online su Luisaviaroma. com. (€ 65)

PINK ADDICTED Toy 2 Bubble Gum di Moschino e’ la nuova fragranza racchiusa nelle forme del Teddy Bear; ha un cuore acceso da un accordo giocoso di bubble gum, per liberare lo spirito dai pensieri negativi; esperidati canditi si uniscono a una succosa pesca e spezie, in un cocktail di legni eleganti e musk. (100ml, € 90)

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SIERO O INIEZIONI? Time-Filler Intensive è il nuovo siero di Filorga, la cui formula si ispira alle più efficaci tecniche di medicina estetica, per un effetto anti-rughe e levigante intenso, grazie ad un polisaccaride ad alto peso molecolare in grado di creare un film sulla superficie cutanea, per un effetto tensore istantaneo. (30ml, € 65)

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Melissa Barrera, talentuosa attrice e cantante messicana, è la nuova global brand ambassador di Clinique, scelta, oltre che per il suo talento, per la sua personalità vivace, la sua intelligenza ed energia.

NASCE IL MAKE-UP DI VALENTINO Sarà disponibile in Italia da settembre la nuova linea di make-up della maison Valentino: una linea completa, con 40 tonalità di fondotinta, 50 nuance di rossetti e prodotti per gli occhi dalle formule couture, che rivelano unicità, stravaganza e sperimentazione, rispettando il DNA del brand. Pierpaolo Piccioli ha scattato in prima persona la campagna del make-up che vede protagonisti 16 talenti eclettici, per una bellezza che definisce “democratica”.

IDRATAZIONE NO-STOP Moisture Surge 100-Hour Auto-Replenishing Hydrator di Clinique è formulato con l’esclusivo fermento bio di aloe vera e arricchito di acido ialuronico; penetra in oltre 10 strati di profondità e rilascia 100 ore di idratazione, rafforzando la barriera della pelle e riequilibrando il microbioma cutaneo. (50ml, € 36,50)

SFUMATURE DI COLORE Per un effetto “bonne mine”, Le Phyto-Blush di Sisley ha una formula ultra-delicata a base di olio di camelia e olio di semi di cotone, che dona morbidezza e confort alla pelle, per un finish setoso e impercettibile. (€ 59)

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DOPO SOLE IN FORMULA “CLEAN” Appartiene alla gamma Sun Sensitive il doposole lenitivo e rilassante After Sun Repairing Balm di Lancaster, dalle proprietà idratanti e nutrienti, che ripara efficacemente la pelle dopo l’esposizione al sole, decongestionando le infiammazioni e restituendo elasticità e luminosità; la formula «clean» contiene il 96% degli ingredienti di origine naturale. (150ml, € 35)

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Beauty

The Longevity Suite si sviluppa con la formula Franchising The Longevity Suite è un format di centri Antiage con posizionamento Luxury, dove anni di ricerca scientifica si integrano con le più avanzate tecnologie della salute e prodotti cosmeceutici d’avanguardia con l’obiettivo di raggiungere un perfetto equilibrio tra bellezza e benessere mentale. The Longevity Suite è il primo, e unico, format in Franchising incentrato sul concetto di Longevità, sviluppato su trend e servizi sempre più richiesti: Crioterapia, Wellness, Antiage, Estetica Avanzata, Fitness, Nutrizione e Mindfulness. Nel Business Model di The Longevity Suite la standardizzazione e l’organizzazione meticolosa di tutti i processi relativi all’avviamento e gestione dell’attività, permettono all’affiliato di risparmiare tempo e denaro, beneficiando di un manuale operativo studiato al dettaglio. The Longevity Suite è un innovativo format di centri Antiage con posizionamento Luxury, dove anni di ricerca scientifica si inte116

grano con le più avanzate tecnologie del mondo della salute e prodotti cosmeceutici d’avanguardia con l’obiettivo di raggiungere un perfetto equilibrio tra bellezza esteriore e benessere mentale. “In soli 18 mesi di attività - sottolinea Luigi Caterino CEO di The Longevity Suite - abbiamo aperto 6 centri diretti (4 a Milano, uno a Roma ed uno in Costa Smeralda) e 4 centri affiliati in franchising , raggiungendo oltre 4.500 clienti soddisfatti. All’inizio del 2021 sono stai aperti altri 4 punti vendita in franchising con una previsione di fatturato che superi 1,6 milioni di euro e un ebitda già positivo”.

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Il metodo Longevity nasce dal lavoro di oltre 20 anni di ricerca del Team del dottor Massimo Gualerzi, cardiologo Antiage di fama nazionale e autore di numerose pubblicazioni e libri sulla salute. Freddo e Detox sono il cuore dei programmi Antiage dei centri The Longevity Suite che, lavorando sulla riduzione dell’infiammazione, consentono di rallentare efficacemente il processo di invecchiamento. Il trattamento più celebre del format prevede la permanenza di tutto il corpo nella “cryosuite” con temperature che vanno da -85 ° C a -95 ° C per un intervallo di tempo tra i 3 e i 5 minuti. La “Criosauna” Elettrica (CryoSuite) è una tecnologia più efficace e sicura per la salute rispetto alla più diffusa tecnologia che prevede l’utilizzo di gas come l’Azoto. Il raffreddamento a breve termine del corpo consente di Bruciare fino a 600Kcal per singola seduta, ha un effetto detossificante, favorisce la circolazione, il drenaggio dei liquidi e inoltre contrasta infiammazioni, dolori e Stress Ossidativo. Attualmente il format prevede 4 esclusivi trattamenti viso e 6 innovativi trattamenti corpo con tecnologie, vanta un catalogo prodotti unico nel suo genere apprezzato e recensito dalle più disparate Celebrities con 4 esclusivi Kit Smoothies Detox e Anti-Age 100% Naturali (18 referenze), 4 Tisane, 8 Integratori, Acqua Alcalina in Brick e una linea cosmeceutica di prima scelta con 10 referenze. Il catalogo Longevity è in continua evoluzione per rispondere costantemente alle esigenze del mercato. La forza del Metodo Longevity è appunto combinare Crioterapia, Trattamenti, Prodotti, Programmi Alimentari, Fitness e Mindfulness al fine di: Perdere Peso, Ringiovanire, Migliorare la qualità del sonno, Detossificarsi, Aumentare la propria energia e Migliorare il proprio sistema immunitario. In funzione di questi sei obiettivi infatti il cliente può scegliere uno o più programmi tra i 6 proposti. Tutti i programmi sono basati sulla sinergia tra le risorse benefiche del freddo della Crioterapia, delle altre esclusive tecnologie previste dal format: Cryo Total Sculpt, CryoAir, Radiofrequenza e Pressoterapia. In The Longevity Suite il “valore” del Tempo assume una forma unica. Il business model è rappresentato da una standardizzazione e organizzazione meticolosa di tutti i processi relativi all’avviamento e gestione dell’attività, con un investimento minimo a partire da 250mila euro, permettendo all’af-

filiato di risparmiare tempo e denaro, beneficiando di un manuale operativo studiato al dettaglio. “The Longevity Suite accompagna il franchisee in tutte le attività, ricerca delle location, affiancamento per la ristrutturazione, sviluppo piani di finanziamento personalizzati, guida nella selezione e formazione del personale, realizzazione delle attività di marketing e assistenza a 360°. La longevità è il più grande mercato dell’epoca moderna, entraci con The Longevity Suite”, conclude il CEO.

Alcuni centri e una criocamera di The Longevity Suite

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openings

Fila apre il più grande store in Cina

Fila Sport Fashion House, il più grande store Fila in Cina, apre le porte a Pechino per celebrare i 110 anni dalla fondazione del brand. All’interno del The Apm Mall, al 138 di Wangfuijing Street, lo store si estende su di una superficie di oltre 1.700 metri quadrati, suddivisi in tre piani, e mescola il dna italiano di Fila alla cultura, all’estetica e all’architettura locale. Così, il tipico tetto Hutong diventa un wall decorativo, i binari della metropolitana milanese connotano la zona fitting room, mentre i tipici colori del brand disegnano un’area dedicata ai fan di Instagram. All’interno, sono disponibili tutte le linee sport e le varie collaborazioni con i brand moda.

Ermenegildo Zegna inaugura a Roma

L’evoluzione di Zegna dal tailoring al luxury leisurewear segna una nuova era per il brand anche in termini di design del proprio retail network. Il flagship store di Roma, rilocato all'interno dello storico Palazzo Maruscelli Lepri, occupa una supeficie di 250 metri quadrati disposti su due piani. Per Zegna questo luogo rappresenta un ritorno: la prima boutique del marchio nella Città Eterna fu aperta nel 1997 proprio tra le mura di questo palazzo che oggi torna ad ospitare il mondo di Zegna con tutte le collezioni, incluso il luxury leisurewear e le sneaker Triple Stitch.

Buccellati debutta in Corea del Sud

Buccellati ha aperto il primo negozio monomarca in Corea del Sud presso il Galleria Mall a Seoul Gangnam. Lo store, gestito direttamente dalla divisione coreana del marchio di alta gioielleria, è caratterizzato da una grande facciata scenografica con le storiche vetrine Buccellati. Continuerà a operare affiancando il nuovo negozio monomarca anche il primo punto vendita aperto nel 2014 in franchising presso lo store Boon the Shop.

Lardini atterra a Hangzhou

Lardini ha inaugurato il primo punto vendita monomarca a Hangzhou, capoluogo della provincia di Zhejiang in Cina, all'interno dello shopping mall di Hangzhou Tower. Con questo nuovo traguardo, il brand di Filottrano potenzia la propria politica commerciale, stringendo un accordo internazionale di franchising con By Creations, partner da anni dell’azienda marchigiana.

Kampos si espande a Panarea

Ray-Ban sbarca a Napoli

Ray-Ban ha aperto le porte del suo primo monomarca a Napoli. Lo store in via Toledo 335 presenta un concept coerente con i valori del marchio di Luxottica e, al tempo stesso, rappresentativo della città partenopea. L’area commerciale dello store è di circa 190 metri quadrati, di cui 118 al piano terra e 114 al piano superiore. Due sono le aree che maggiormente si distinguono: la prima è il Custom Lab situato al piano terra e visibile dalla vetrina su strada. Una stanza dedicata alla personalizzazione del prodotto e caratterizzata da una cascata di box in rame ossidato sulle pareti che corrono lungo tutto il perimetro per l’intera altezza. Al secondo piano, invece, la seconda area è riservata ai modelli più noti del brand, tra cui Aviator, Wayfarer, Clubmaster e Round, esposti tramite un sistema di box intervallato da ampie fasce digitali di ledwall.

120%Lino approda a Beverly Hills

120%Lino inaugura un nuovo store a Beverly Hills. Il punto vendita è situato a 9533 Brighton Way e occupa una superficie di 150 metri quadrati. All’interno, è possibile trovare la collaborazione tra 120%Lino con il brand italiano di accessori di lusso Rosantica, oltre ai capi rappresentativi del marchio, come le camicie da uomo e gli abiti da donna. Con 5 monomarca aperti negli Stati Uniti negli ultimi dodici mesi, 120%Lino continua la sua espansione attraverso le coste statunitensi. Sono stati, infatti, inaugurati due nuovi punti vendita: South Coast Plaza e Palm Desert, nella costa ovest, che si aggiungono a quelli situati a Palm Beach Garden, in Florida e a Nantucket. Con l’apertura della nuova boutique di Beverly Hills, diventano 11 gli store monomarca del marchio.

Camicissima entra nel mercato polacco

Kampos ha aperto il 1° giugno sull'isola più piccola delle Eolie, al largo della Sicilia, una nuova boutique, frutto della partnership con Antonio De Domenico, proprietario della Buganville Boutique, e con l'Hotel Lisca Bianca. Situata in via San Pietro, ospita all'interno di uno spazio di 45 metri quadrati la collezione di costumi da bagno per uomo e donna del brand.

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L'inaugurazione segue l'apertura del secondo negozio sardo del marchio, in piazzetta San Marco a Porto Rotondo, che si aggiunge a quello di Porto Cervo.

Camicissima accelera l'espansione a livello globale, prima con la continua crescita in Asia centrale in Uzbekistan a Tashkent e a seguire con il consolidamento nei mercati dell’Est Europa con l’apertura di uno store di 73 metri quadrati presso il Galeria Mokotow di Varsavia, che ne decreta l'ingresso ufficiale nel mercato polacco. Il polo commerciale, che vanta un’estensione di 62.000 metri quadrati dedicati allo shopping, alla ristorazione, all’intrattenimento e al fitness, è stato scelto da Camicissima per il lancio di un innovativo format di store. Il nuovo punto vendita è caratterizzato dall’installazione in vetrina di video monitor controllati da remoto dalla casa madre del brand per modificare in tempo reale materiali fotografici e video da mostrare ai clienti.

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Courtesy of Caldwell Snyder Gallery, San Francisco CA - www.caldwellsnyder.com

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JAMES WOLANIN Glamour in stile retrò

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ieli azzurri, sorrisi effervescenti e avventure spensierate caratterizzano l’artista, che fonde la nostalgia per gli anni ’50 e ‘60 con un’estetica contemporanea. Ispirandosi ad artisti pop come Warhol, James Rosenquist e Alex Katz, Wolanin crea immagini scintillanti e stilizzate, con tele piene di sole, spiagge, piscine e donne raffinate in costumi da bagno retrò. “Cerco di riportare lo spettatore a un tempo di innocenza”, ha detto Wolanin. I suoi dipinti ci trasportano in un universo ispirato da fotografie, pubblicità vintage del mondo reale, insieme ai ricordi dell’infanzia dell’artista, abitati da figure del sogno americano. Wolanin non si limita a dipingere una scena, ma costruisce ciò che ha chiamato “narrazioni emotive incompiute che lo spettatore deve completare”. Come i migliori ritrattisti, può suggerire per intero relazioni e personalità attraverso la posa o lo sguardo di un personaggio. Il background di Wolanin come designer è evidente nelle sue composizioni dinamiche e nei suoi colori vivaci. Forma ogni dipinto attraverso un’innovativa tecnica di stencil che costruisce strato su strato, colore su colore, e si conclude, opportunamente, con un rivestimento di superficie in resina per tavole da surf. Educato alla scuola di Arti Visive a New York, vive e lavora nel New Jersey. Oltre a numerose mostre personali e collettive, il suo lavoro si trova in una serie di significative collezioni, compreso un recente acquisto da parte della Alex Katz Foundation.

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