WEEK
Poste Italiane - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
N째 1/ VII - 11 gennaio 2011- QUINDICINALE - 5 Euro
NUMERI, FATTI E PROTAGONISTI DELLA MODA E DEL LUSSO
PITTI UOMO Analisi, anteprime e trend del menswear on air a Firenze TOP RETAILER Fatturati e classifiche 2009 dei multibrand italiani INCHIESTA Quale futuro per i multimarca? AZIENDA DEL MESE Internazionalizzazione e corner: Bramante guarda al futuro
SOMMARIO
93 PAI Partners rileva Hunkemöller da Maxeda
8 STUDI
45 AZIENDA DEL MESE
8 Nove mesi 2010: i gruppi accelerano la crescita
45 Internazionalizzazione e corner: Bramante guarda al futuro
12 ITALIA
50 STUDI
96 Barneys, arriva Daniella Vitale
12 Ricavi 2010 in crescita per Pomellato
50 Abbigliamento 2010: il formale torna in positivo, cresce lo sportswear
96 Alberto Paccanelli alla guida di Euratex
96 GIRO POLTRONE
16 Cisalfa, parte da Grugliasco la nuova generazione dei megastore sportivi
52 I top retailer italiani tengono fatturati e redditività nel 2009
98 UPCOMING BRANDS 98 Happiness is a 10 $ tee, Band of Outsiders, D21,Volta
58 INCHIESTA 18 Elisabetta Franchi perde Celyn b. e fa rotta verso l’estero 18 Al via il piano industriale per Mariella Burani Fashion Group
58 Quale futuro per i multimarca?
101 APERTURE MONOMARCA
64 INTERVISTE
101 Hermès si tuffa nella Ville Lumière
64 Enzo Fusco: “Con me C.P. Company sarà bello e possibile”
22 Il 2010 di Cadica segna +10% e punta sulla Cina 24 Cinellistudio, i piumini spiccano il volo Hermès rue de Sèvres, Parigi
Enzo Fusco
68 Retail e Liberty London per il 2011 di Slowear Nicola Cinelli
26 Boglioli, l’internazionalizzazione guida la crescita 28 VicenzaOro First, rinnovare è d’obbligo
74 Rivoluzione Ballantyne, obiettivo sell-out! 76 Le cronache di Roy Roger’s: la sede, i jeans e i capispalla 78 Ciesse Piumini, riparte l’avventura!
30 MONDO 30 Adidas accelera nel terzo quarter (+10%)
101 Replay rinnova lo store parigino 103 Ruco Line parla napoletano 104 Burberry Brit trova casa a Milano 106 Marc Jacobs sceglie Tokyo per un mega-flagship
108 COMUNICAZIONE & EVENTI 108 Alexander McQueen vincitore postumo dei British Fashion Awards 110 La “It girl” Alexandra Richards testimonial di Fred Mello
32 Tommy Hilfiger spinge i conti di Phillips-Van Heusen
112 LIFESTYLE
34 Carine Roitfeld lascia Vogue Paris
114 Grey Goose, il 2011 sarà l’anno della comunicazione in Italia
36 Tiffany, boost di vendite e rialzo previsioni per fine anno 38 Quiksilver: ricavi in calo (-7%), ma cresce l’utile operativo
Flavio Milani
114 Cafè&Cycles, Bianchi apre il suo primo concept store a Stoccolma
81 PREVIEW PITTI UOMO
116 CASA & DESIGN
81 La stagione dell’upper casual
116 Flagship store parigino per Cappellini
40 Nove mesi in crescita per Inditex
93 M&A 42 Mulberry va a gonfie vele
93 J.Crew passa a TPG Capital e Leonard Green & Partners
118 FontanArte cede il 60% a Nice Spa 11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 3
shop tommy.com
Editoriale
L’ANNO CHE VERRA’
In copertina: Giacca, pantaloni in pelle e maglia John Richmond. Moto Samurai Chopper replica Junkyard. Location Officine Mermaid, Via Thaon de Revel 4, Milano. Modello Antonio Catalani / Fashion Model Management. Styling Anna Gilde. Foto Gianni Rizzotti.
di David Pambianco
Come sarà il 2011 appena iniziato? Dati, interviste e analisi che abbiamo effettuato suggeriscono finalmente un anno di ripresa anche per i mercati maturi come Europa e Nord America. Attenzione però, non sarà ripresa per tutti, ma solo per quelle aziende che in questi ultimi anni hanno lavorato sui propri punti di forza, sulla focalizzazione dei marchi, sul taglio dei rami secchi e che avevano accumulato le risorse necessarie a sostenere la crisi degli anni difficili. Per le altre aziende, che non hanno aree di eccellenza, che non hanno un’offerta competitiva, che avevano una bassa redditività anche quando il mercato tirava, ci saranno ancora difficoltà. Un mercato competitivo come quello odierno non lascia spazio a chi non ha buoni argomenti per competere. In questo numero di Pambiancoweek, ampiamente dedicato a Pitti Uomo, vorrei segnalarvi lo studio sui Bilanci 2009 dei negozi multimarca, che sono andati discretamente bene. Sulle prospettive di questo importante canale distributivo abbiamo effettuato anche un’inchiesta intervistando sia i retailer che le aziende. Sempre sul tema uomo viene presentata un’analisi degli investimenti pubblicitari 2010 sulla carta stampata delle aziende di sportswear e formalwear, nonché diverse interessanti interviste a imprenditori e top manager del mondo dell’abbigliamento maschile. Infine due parole sul logo Pambiancoweek. Negli ultimi mesi abbiamo sottoposto il nostro magazine ad una leggera rivisitazione sia della grafica che dei contenuti. Ora è arrivato anche il momento di ritoccare la grafica del logo, con l’obiettivo di renderlo più essenziale e moderno. Speriamo di esserci riusciti... Buona lettura!
QUINDICINALE, IN EDICOLA IL GIOVEDÌ (SCHEDA ABBONAMENTI ALL’ULTIMA PAGINA)
11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 5
STUDI /9 MESI 2010
9 MESI 2010: I GRUPPI ACCELERANO LA CRESCITA
di Milena Bello
I Paesi emergenti, dalla Cina al Brasile, spingono in positivo i conti dei maggiori gruppi di moda sia italiani che esteri nei primi tre trimestri 2010. E contribuiscono così, se non alla chiusura definitiva della terribile crisi internazionale del 2009 e di conseguenza di quella dei consumi, quanto meno ad allontanare il ricordo dei mesi più duri. È questo il quadro dell’analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa che ha preso in considerazione le principali voci di bilancio di 13 aziende italiane, da Aeffe a Bottega Veneta, da Geox a Gucci, Luxottica e Tod’s, solo per citarne alcune, alle quali si aggiunge Prada nonostante non sia quotata e 18 estere, tra cui Fossil, Hermès, Lvmh e Gap. RIPARTE L’ITALIA, PRADA FA L’EXPLOIT, CALA GEOX “Anche nell’anno di maggiore crisi e cioè nel 2009 tutte le aziende quotate, sia italiane che estere, hanno registrato performance soddisfacenti”, ha spiegato Carlo Pambianco. “Il fatturato di quelle italiane, infatti, nei primi mesi del 2009 era sceso di appena il 2,9% rispetto al 2008. Nel 2010 poi ha ripreso a correre, tanto che nei primi nove mesi dell’anno è aumentato dell’11,3%”. Nei tre trimestri dell’anno infatti i ricavi del campione sono passati da €11.676 milioni a € 12.998 milioni mentre l’Ebitda è passato da 14,5% a 16,9%. Ai primi posti delle classifiche per incremento di fatturato, Ebitda e utile netto si piazza Prada. La griffe ha archiviato i primi nove mesi del 2010 con una crescita dei ricavi del 31% a 1.386 milioni di euro. Va sottolineato che già nei tre analoghi trimestri del 2009 aveva ottenuto ottimi risultati mantenendo, pur in un contesto di mercato non semplice, le vendite. In forte crescita anche le altre principali voci: l’Ebitda percentuale sul fatturato ha raggiunto il 23,8% (era al 15,7% nei tre trimestri del 2009), e l’utile netto, balzato da 51 milioni (4,8% rispetto al fatturato) a 156 milioni (11,3% rispetto ai ricavi dei nove mesi 2010). Le successive cinque posizioni della classifica per crescita del fatturato sono occupate da gruppi che hanno chiuso i nove mesi con incrementi a doppia cifra. Al secondo posto infatti si trova Bottega Veneta che, a fronte di un leggero rallentamento dei ricavi nei tre trimestri del 2009 (-0,2%), ha rePRADA P/E 2011 gistrato nell’analogo periodo del 2010 un incremento del giro d’affari del 22,5% a 367 milioni di euro. Ottimo andamento anche per il brand ammiraglio Gucci, al quarto posto con un progresso dei ricavi del 15,4% a 1.885 milioni di euro. L’EYEWEAR SI RIMETTE IN MOTO Anche il settore dell’eyewear torna a crescere nel corso dell’anno appena concluso. Marcolin, che nei tre trimestri del 2009 perdeva il 7,2%, ha innescato una incisiva rimonta chiudendo i nove mesi del 2010 con un incremento del 18,6% a 155 milioni di euro, anche per effetto del lancio dei marchi recentemente acquisiti in licenza, quali Tod’s, Hogan (dal gruppo Tod’s, il cui azionista di riferimento è lo stesso di Marcolin) e John Galliano. E anche per il 2011 le attese sono positive grazie alla licenza appena siglata con Diesel. Luxottica, al quinto posto, 8 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
ha incrementato le vendite del 13,1% toccando così 4.452 milioni di euro. Il colosso dell’eyewar guidato da Andrea Guerra, cui fanno capo i brand Ray-Ban, Persol e Oakley e le licenze di maison come Chanel, Dolce & Gabbana, Prada e Burberry, ha tra l’altro siglato recentemente un accordo di licenza con l’americana Coach per il design, la produzione e la distribuzione a livello mondiale degli occhiali a marchio Coach, Coach Poppy e Reed Krakoff. In netto miglioramento anche i conti di Safilo che nei nove mesi del 2010 ha messo a segno una crescita dei ricavi del 5,6% a 818 milioni di euro contro la pesante flessione del 10,5% registrata nel corso dello stesso periodo del 2009. LA RIORGANIZZAZIONE SALVA I CONTI Tornando alla classifica per crescita percentuale del fatturato, al sesto posto si piazza Bulgari (+13% a 711 milioni di euro e un Ebitda a 5,5%), al settimo Tod’s (+8,9% a 609 milioni di euro e un Ebitda in ulteriore miglioramento al 25,8%), mentre Safilo si posiziona all’ottavo con un incremento del fatturato de 5,6% attestandosi a € 818 milioni. Comincia a dare i primi risultati anche la strategia di riposizionamento di Stefanel (9° posto).
AZIENDE ITALIANE Primi 9 mesi 2010 Rank 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
Azienda Prada Bottega Veneta Marcolin Gucci Luxottica Bulgari Tod’s Safilo Stefanel Benetton Aeffe Csp Geox TOTALE
Valori in milioni di Euro
Fatturato
Δ%
Ebitda %
Utile netto %
1.386 367 155 1.885 4.452 711 609 818 139 1.498 173 69 737 12.998
31,0 22,5 18,6 15,4 13,1 13,0 8,9 5,6 1,8 0,5 -1,4 -3,2 -5,6 11,3
23,8 14,6 18,9 5,5 25,8 10,1 -13,6 13,8 3,4 7,1 19,5 16,9
11,3 9,0 7,8 1,3 -0,4 -17,7 5,5 -2,9 3,6 9,8 6,4
Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
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STUDI /9 MESI 2010
Il marchio di Giuseppe Stefanel è cresciuto nei primi nove mesi dell’anno dell’1,8% a 139 milioni di euro, un risultato importante se si considera che nei tre trimestri del 2009 la flessione dei ricavi aveva raggiunto il 18%. Stabile infine Benetton, al decimo posto, (+0,5% a 1.498 milioni di euro e un Ebitda al 13,8%). Chiudono la classifica Aeffe (undicesima posizione) che ha però ridotto il rosso a -1,4% (173 milioni di euro) contro il crollo del 25,9% dei primi nove mesi del 2009 e Csp in dodicesima posizione con un -3,2% a € 69 milioni e un Ebitda del 7,1%. In ultima posizione, continua a perdere terreno Geox, che ha archiviato i primi nove mesi con un calo dei ricavi del 5,6% a 737 milioni, un Ebitda che scende dal 24,6% al 19,5%. Questo risultato comunque ha permesso al gruppo guidato da Mario Moretti Polegato di ottenere la medaglia di bronzo nella classifica dei migliori per Ebitda percentuale. In questa classifica il brand di Montebelluna è infatti preceduto solo da Tod’s con il 25,8% e Prada con il 23,8%. ANCHE L’ESTERO CRESCE A DOPPIA CIFRA Ancora più incisivo il recupero dei gruppi stranieri. “Il fatturato delle aziende estere – ha dichiarato Carlo Pambianco - era sceso nei primi nove mesi del 2009 in maniera più consistente rispetto a quelle italiane (-6,3%) ma è poi velocemente risalito nei primi mesi del 2010, dell’11,3%”. Nei tre trimestri del 2010 i 18 maggiori gruppi internazionali hanno raggiunto € 61.326 milioni di ricavi. In positivo anche i parametri che riguardano la redditività, con l’Ebitda (riferito a 11 aziende) aumentato di circa 2 punti e mezzo percentuali, dal 13,2% al 15,8% e l’utile netto (riferito a 16 aziende, con l’esclusione di Lvmh ed Hermès) cresciuto dal 6,1% al 9%. FOSSIL È LA SORPRESA DELL’ANNO La sorpresa nella classifica dei migliori gruppi per incremento del fatturato è Fossil. Il gruppo americano di orologi e accessori ha messo a segno un balzo del 30,3% raggiungendo i 931 milioni di euro (perdeva l’8,9% nei nove mesi del 2009). Un incremento significativo perché, seppur la dimensione del giro d’affari di Fossil sia più contenuta rispetto ai colossi del lusso, ha comunque superato la performance di leader del calibro di Hermès e Lvmh, che si sono piazzati rispettivamente al secondo (+25,4% a 1.665 milioni di euro) e al terzo posto (+19% a 14.210 milioni di euro). Torna Fossil ampiamente in positivo anche Abercrombie & Fitch che, con una crescita del 16,4% a 1.624 milioni di euro, ha recuperato in parte il pesante risultato dei nove mesi del 2009 (-21,7%). In progresso anche Tiffany & Co. al settimo posto (+14,8% a 1.389 milioni di euro), Adidas all’ottava posizione (+14,3% a 6.341 milioni di euro rispetto ad una caduta dei ricavi del 32% nei primi nove mesi del 2009) e Limited Brands (+10,6% a 4.310 milioni di euro). I migliori per Ebitda percentuale sul fatturato sono H&M (22,3%), Guess (17,8%) e Gap, il gruppo americano che ha appena aperto a Milano i megastore del marchio omonimo e di Banana Republic, con Ebitda del 17,5%. 10 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
AZIENDE ESTERE Primi 9 mesi 2010 Rank Azienda 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
Fossil Hermès Lvmh Guess Abercrombie & Fitch Columbia Sp. Tiffany & Co. Adidas Limited Brands Hanes Brands The Jones Group H&M Puma Hugo Boss VF Corporation Timberland Gap Quiksilver TOTALE
Fatturato
Δ%
Ebitda %
Utile netto %
931 1.665 14.210 1.211 1.624 718 1.389 6.341 4.310 2.224 1.938 8.665 2.083 1.307 3.903 657 7.210 940 61.326
30,3 25,4 19,0 16,4 16,4 15,9 14,8 14,3 10,6 9,5 8,6 7,3 5,7 5,6 5,1 4,5 3,4 -6,7 11,3
17,8 9,2 9,5 12,0 9,5 22,3 16,2 16,5 14,9 9,8 17,5 15,8
11,9 10,9 2,5 5,0 9,4 6,2 5,7 5,8 3,4 16,7 9,9 11,8 9,3 5,8 8,1 0,9 9,0
Valori in milioni di Euro Cambio: CHF 0,66 - $ 0,7 - SEK 0,11 - £ 1,1
Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
I BRIC SEGNANO LA SVOLTA Insomma, se le vendite natalizie appena concluse confermeranno la performance dei primi tre trimestri dell’anno, i gruppi della moda possono guardare al 2011 con un rinnovato ottimismo. Ma cosa ha spinto a conquistare buoni risultati pur in un periodo di crisi generalizzata? Secondo Carlo Pambianco le cause sono diverse ma principalmente ascrivibili a due fattori. “Sicuramente la dimensione, che consente di ottenere cospicue sinergie in tutte le aree della gestione aziendale, dal prodotto agli acquisiti alla distribuzione e alla comunicazione, e che quindi genera utili maggiori. Ma – ha aggiunto – anche la presenza all’interno dei vari gruppi quotati di marchi di grande prestigio che hanno trovato ampi spunti di crescita nei Paesi emergenti, gli unici a crescere negli ultimi due o tre anni”. Non a caso il PIL dei Paesi dell’area Ocse, ossia i mercati più maturi, tra il 2007 e il 2010 è sceso del 4% mentre nello stesso periodo quello dei BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) è salito del 28%. “Questa situazione – ha concluso Pambianco – ha permesso quindi ai gruppi i compensare nei nuovi mercati le perdite di fatturato registrate nei ‘vecchi’”.
ITALIA
DELLA VALLE CEDE IL 10% DI AZIONI TOD’S RICAVI 2010 IN CRESCITA PER POMELLATO Pomellato torna in positivo e stima di chiudere il 2010 con un fatturato in crescita del 20%, a quota 120 milioni di euro, grazie alle ottime performance di Europa e Stati Uniti. Proprio in questo mercato è stato da poco inaugurato uno store a Chicago, dove per l’occasione è stata anche organizzata una vendita speciale di anelli haute couture della collezione Pom Pom. Ma nei piani futuri di Pomellato c’è la Cina, come spiega Andrea Morante, Ceo di Ra.Mo, la holding che controlla il brand di gioielli. A breve, infatti, verrà aperta una boutique a Pechino alla quale farà seguito una a Shanghai.
Diego Della Valle ha affidato a Mediobanca il mandato per collocare sul mercato il 10% del capitale del Gruppo Tod’s, ovvero oltre 3 milioni di azioni che valgono circa 230 milioni di euro. Le azioni provengono dalla Diego Della Valle & C. SAPA (6,09%), mentre i due fratelli Della Valle, Diego e Andrea, cedono entrambi l’1,96%. Se la famiglia Della Valle mantiene il controllo del gruppo (la Di Vi Finanziaria SAPA mantiene il 53,6% del capitale), aumenta invece il flottante effettivo che raggiunge il 43%. Ufficialmente è proprio la necessità di aumentare questo valore e di incrementare la liquidità del titolo che ha spinto l’azienda mar-
SASCH IN CRISI: ANNUNCIATA LA LIQUIDAZIONE Sasch annuncia la liquidazione e la cessazione delle attività. La notizia è stata comunicata durante un incontro con le organizzazioni sindacali per trattare della difficile situazione dell’azienda di Capalle. Il debito del gruppo di moda che fa capo alla famiglia del sindaco di Prato Roberto Cenni e alla famiglia Giovannelli, ammonta a circa 175 milioni di euro. L’accordo con le
SEMESTRE IN LIEVE CALO (-1,5%) PER I GIOIELLI DAMIANI
Damiani ha chiuso il primo semestre con un fatturato consolidato di 55,5 milioni di euro, in calo dell’1,5% rispetto ai 56,3 milioni realizzati nello stesso periodo dello scorso esercizio. Nei primi sei mesi il canale retail è comunque cresciuto del 19% passando da 14,7 a 17,5 milioni di euro. Il margi12 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
chigiana alla vendita. “Da tempo stavamo ricevendo indicazioni dal mercato sulla necessità di aumentare la liquidità del nostro titolo, per meglio agevolare le operazioni di investimento dei primari investitori istituzionali, oggi spesso frenati da un flottante ritenuto troppo limitato”, ha commentato Diego Della Valle, presidente e AD del gruppo. “La scelta ci pare coerente con la nostra strategia di cercare di avere sempre più un’azienda che performi molto bene e che al tempo stesso sia sempre più visibile e interessante sui mercati finanziari, sicuri che anche questo sarà un fattore importante per incrementare il valore del gruppo”.
ne operativo lordo è stato negativo per 4,7 milioni di euro, in miglioramento però rispetto al rosso di 6,8 milioni del primo semestre del 2009. Di conseguenza, la perdita netta si è ridotta da 9,5 milioni a 8,5 milioni di euro. “In questo secondo trimestre il nostro gruppo ha registrato una buona crescita grazie, in particolare, agli ottimi risultati ottenuti dai nostri negozi a gestione diretta, sia monomarca che ad insegna Rocca, e al buon andamento dei mercati esteri”, ha detto a margine dei dati il presidente e AD Guido Damiani. Il gruppo ad oggi possiede nel mondo 32 boutique dirette e 49 in franchising e nel primo semestre sono stati inaugurati due monomarca Damiani in franchising a Singapore e a Ning Bo (Cina) e due monomarca Bliss a Shanghai e Haerbin Quilin (Cina).
banche creditrici (tra cui Mps, Intesa SanPaolo e Unicredit) per la ristrutturazione del debito non è stato raggiunto, di conseguenza sono state fissate dal 30 novembre al 16 gennaio le date della chiusura delle singole aziende del gruppo, oggi guidato dal figlio di Cenni, Giacomo e dal manager Michele Tardi. Sono in totale 395 i dipendenti del gruppo che rischiano il posto di lavoro.
LE LANCETTE DI BULGARI SEGNANO L’ORA DELLA CINA Bulgari ha siglato una partnership di cinque anni con Hengdeli Holdings Limited, la più grande società di vendita di orologi di lusso in multimarca di orologeria in Cina, che diventerà il distributore esclusivo del marchio. Gli orologi Bulgari saranno quindi distribuiti in oltre 50 punti vendita multimarca nelle principali città della Cina Continentale, che verranno inaugurati nei prossimi cinque anni. “L’accordo con Hengdeli - ha affermato Francesco Trapani, AD del Gruppo Bulgari - ha per noi un’importanza strategica e ci consentirà di presidiare in modo ancora più efficace il mercato dell’orologeria in un’area dalle enormi potenzialità come la Cina Continentale, dove siamo peraltro già presenti con 20 negozi monomarca”.
ITALIA
SUBDUED E FAIRE DODO: UN PIANO PER LA CRESCITA
Alessandro Orsini e Enrico Sconciaforni
Subdued e Faire Dodo mettono in cantiere un piano strategico per incrementare del 50% il giro d’affari in tre anni dai 20 milioni di euro del 2009 e approdare sul mercato estero. Il primo passo su questa strada è stato il cambiamento della ragione sociale di Gfs Fabric srl che diventa Osit Impresa S.p.A. La nuova azienda, che fa capo ad Alessandro Orsini e Enrico Sconciaforni, ha stimato di chiudere il 2010 con un fatturato di circa 25
KAISER KARL DESIGNER PER SWAROVSKI Dopo Chanel, H&M, Hogan e Macy’s, ora per Karl Lagerfeld è la volta di Swarovski. Lo storico marchio di gioielleria e oggettistica in cristallo ha infatti arruolato lo stilista per la nuova collezione della linea Atelier Swarovski. Si tratta di un progetto lanciato alcuni anni fa e che vede la collaborazione di vari designer quali Marios Schab, Holly Fulton e appunto, Kaiser Karl. “Per Swarovski – commenta Michele Molon, director del consumer goods business di Swarovski Italia - è un onore associare il proprio nome a quello di Karl Lagerfeld. La sua versatilità lo accomuna ai cristalli Swarovski, declinabili in modi sempre diversi.” La linea di Lagerfeld è ispirata alla cultura Inca ed è stata in vendita per tutto il mese di dicembre nei negozi di Roma, Venezia e nei due di Milano. Il lancio è avvenuto proprio in occasione del re-opening della boutique di via Dante nel capoluogo lombardo. Il look dello store è stato rinnovato secondo il concept ‘Crystal Forest’, che sarà adottato da tutti i punti vendita Swarovski in Italia e nel mondo. “Il nostro difficile ma stimolante obiettivo – afferma Molon - è completare entro
14 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
6 anni il restyling di tutte le 800 door che abbiamo in Italia. Nel 2011 diverranno ‘foreste di cristallo’ ben 60 dei nostri 250 monomarca nel Belpaese, di cui l’80% è in franchising. Inoltre miriamo ad aprire un flagship store nel centro di Milano entro l’anno prossimo.” La collezione di Lagerfeld e il restyling degli store indicano la nuova immagine di Swarovski, più fresca e fashion, sempre però nel rispetto della tradizione e focalizzata sul core business, il cristallo in tutte le sue sfaccettature. “I risultati ottenuti finora dimostrano che l’idea è vincente – conclude Molon - Il negozio di Roma, riaperto lo scorso luglio, ha subito recuperato il mese di chiusura ed ora le vendite crescono tra il 15 e il 20%”.
milioni di euro con l’obiettivo di superare i 30 milioni nel 2012. Attualmente la società possiede 27 negozi diretti, 15 in franchising e oltre 30 corner in shop e l’obiettivo per il 1° semestre 2011 è di aprire 10 tra negozi diretti Subdued e altri in franchising a marchio Subdued e Faire Dodo. Entro la fine dell’anno inoltre, è previsto il lancio del sito di e-commerce dedicato al marchio Subdued che sarà impostato anche in lingua inglese e tedesca.
EMPORIO ARMANI LANCIA LO STORE ONLINE IN CINA
Giorgio Armani ha aperto il primo free standing store online emporioarmani.cn in Cina. “Visto il crescente entusiasmo per lo shopping online e la sempre maggiore importanza che sta acquistando il mercato cinese, ho deciso - ha affermato Giorgio Armani - di aprire uno store online Emporio Armani anche in Cina, dove abbiamo individuato un forte gruppo di consumatori di moda che, sono certo, apprezzeranno questo nuovo modo di fare shopping, oggi sempre più di tendenza”.
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ITALIA
CISALFA, PARTE DA GRUGLIASCO LA NUOVA GENERAZIONE DEI MEGASTORE SPORTIVI
Marco Giunta
Oggigiorno nella moda le dimensioni contano, si sa. E lo sa bene anche Marco Giunta, AD del Gruppo Cisalfa, che lo scorso 25 novembre ha inaugurato uno store di 4mila m² a Grugliasco (TO) presso lo ShopVille Le Gru. “Con questo punto vendita abbiamo dato il via al nuovo corso dei megastore Cisalfa – ha spiegato Giunta – Il nostro focus ora è la presenza nei migliori centri commerciali o appena fuori da questi, con negozi di grandi dimensioni, che ci garantiscano adeguata visibilità e affluenza di pubblico”. Il negozio di Grugliasco è un perfetto esempio di tutto ciò. Sorto negli spazi ex Ikea, è il più grande degli store a insegna Cisalfa in Italia (che diverranno 164 con i prossimi opening a Conegliano Veneto e Riccione). Al suo interno è stata operata una razionalizzazione
degli spazi e della merce, posizionata per categorie (ad esempio calcio, sci, urbanwear) e non più per tipologia di prodotto (scarpe, outerwear), per garantire la giusta visibilità anche alle attrezzature tecniche. Il punto vendita è poi gestito da due direttori, oltre a un manager che segue i negozi con superficie superiore ai 2mila m². Per il primo anno di attività dello store il fatturato stimato è 10 milioni di euro. “Ipotizziamo questa cifra – prosegue Giunta – basandoci sulle vendite di negozi simili per struttura e sui risultati del centro commerciale Le Gru, tra i più performanti d’Italia. Qui siamo presenti dal ’93 nello spazio di 800 m² dove ora c’è Apple”. Il Piemonte e in particolare la zona di Torino, come ha precisato l’AD, sono di grande importanza per l’azienda. Il Gruppo Cisalfa presiede l’area sabauda con i negozi ex Milanesio Sport, catena di sportswear per eccellenza dei piemontesi. Sono proprio gli house brand uno dei punti di forza del gruppo, che dal 2002 ha scelto di concentrare la propria offerta su note insegne sportive di proprietà (tra cui Germani, Longoni, Este Sport e Cammarata) e marchi in licenza (come Ellesse, Champion e Fila) e controlla la quasi totalità del gruppo d’acquisto Intersport Italia. “Vogliamo posizionarci su un segmento più alto di quello del nostro
principale competitor Decathlon, che vende perlopiù prodotti della sua private label a un target di prezzo basso – afferma Giunta - Noi puntiamo invece su un giusto rapporto qualità-prezzo e su marchi con un appeal specifico per i consumatori”. Tutti i punti vendita delle insegne del gruppo sono in affitto, per garantire la giusta flessibilità, ha aggiunto Giunta. Una strategia ben precisa che ha portato esiti soddisfacenti. Nel 2009 l’azienda fatturato 487 milioni di euro con Ebitda di 26 milioni, ed ha mantenuto i risultati nell’esercizio in corso. Il gruppo prevede infatti di chiudere il 2010 con ricavi oltre 480 milioni di euro ed Ebitda sopra i 23 milioni. “Dati i tempi che corrono – ha concluso Giunta - non c’è da lamentarsi.”
Cisalfa Sport Grugliasco (TO)
MODA E LUSSO SONO I PRODOTTI PIÙ RUBATI IN ITALIA
Un modello Gucci
16 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Abbigliamento di lusso e accessori firmati sono i prodotti più rubati in Italia. È il risultato dello studio Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, la ricerca, giunta alla decima edizione e condotta dal Centre for Retail e patrocinato da Checkpoint Systems. Nella classifica dei prodotti più rubati figurano anche gli articoli per la cura del corpo e l’hi-tech. Secondo l’indagine, le differenze inventariali (ossia le perdite causate da
furti di clienti e dipendenti ma anche da errori amministrativi) in Italia sono pari a 3,2 miliardi di euro, in calo del 5,9% rispetto al 2009. Nonostante la diminuzione, il livello dei furti nel retail nel nostro Paese resta però più alto rispetto alla media dell’Europa Occidentale. Dallo studio è infatti emerso che il 35,1% dei retailer italiani continua a registrare un aumento dei tentativi di furto o dei furti effettivi.
MILANO
VIA MANZONI 46
SEVENTY.IT
ITALIA
ELISABETTA FRANCHI PERDE CELYN B. E FA ROTTA VERSO L’ESTERO “Non bisogna mai abbandonare la propria femminilità, perché è una grande dote ed è quello che ci differenzia dagli uomini”. Ne è assolutamente convinta Elisabetta Franchi, a capo della Celyn b. Elisabetta Franchi, una macchina da guerra che la crisi non è riuscita a scalfire e che prevede di chiudere il 2010 con un fatturato di 90 milioni di euro, in crescita sul 2009 del 50%. Il marchio fondato negli anni ‘80 dall’imprenditrice bolognese fa capo all’azienda Betty Blue Spa, un’ex azienda farmaceutica alle porte di Bologna riconvertita in un complesso di 6.000 m² in acciaio e cristallo. “Quattro anni fa ho intrapreso l’espansione verso l’estero ed i risultati sono stati al di sopra delle aspettative”, ha affermato l’imprenditrice. Dal 2006 il fatturato è balzato da 2 milioni di euro ai 20 milioni del 2010, e la percentuale di crescita ha oscillato tra il 30 ed il 50% l’anno. “Il mercato che ci ha accolto meglio è quello russo, dove, dal 2006 ad oggi, abbiamo aperto 21 monomarca e, a breve, ne apriremo un altro a Voronijez”. Nei piani di espansione, risposte positive arrivano anche da Cina e Giappone dove presto Elisabetta Franchi aprirà rispettivamente il terzo e quarto monomarca a Pechino ed il primo a Tokyo. “Tutti i negozi che abbiamo all’estero – afferma l’imprenditrice – sono realizzati con dei partner locali ed entro due anni vorremmo sbarcare
anche in Usa e in Canada. Certo non sono mercati semplici… ma amo le sfide”. L’Italia resta comunque il primo mercato del marchio made in Bologna, con 30 monomarca diretti e la previsione di aprirne un altro, a breve, a Verona. “Stiamo cercando una location anche a Milano nel quadrilatero – ha continuato – ma deve avere una metratura adeguata ed un giusto prezzo”. Nel futuro di Elisabetta Franchi si profila anche un piano di durata biennale che la porterà, nel 2012, al cambio di nome e logo. Celyn b. sparirà infatti del tutto per lasciare spazio al nome dell’imprenditrice e designer Elisabetta Franchi. “Voglio che i miei prodotti si identifichino completamente con il mio nome, è importante che abbiano una forte riconoscibilità”, prosegue la Franchi. Da circa un mese inoltre il marchio bolognese ha lanciato l’e-commerce, che per il primo anno di vita punta ad un fatturato di circa un milione di euro. “Per adesso siamo sul web solo in Italia – afferma l’imprenditrice – ma da qui a pochi anni apriremo in tutto il mondo”. Prodotte interamente in Italia, ad eccezione dei ricami che vengono fatti in India, le collezioni Elisabetta Franchi sono caratterizzate da innovazioni continue. “Non mi stanco mai di sperimentare. Nel 2008 ho introdotto la linea di calzature che è andata molto bene da subito. Per la P/E 2011 ho creato la Box à porter,
un’elegante scatola nera che contiene una camicia bianca, una gonna, un paio di pantaloni e due cinture con fibbie intercambiabili. Un accessorio studiato per tutte quelle donne che devono fare un breve viaggio e non sanno mai cosa mettersi”. Ultima arrivata è anche la linea 24 ore, una capsule collection che partirà anch’essa con la P/E 2011 e che nasce da un’esigenza della donna di avere una capo adeguato al giorno, come alla sera.
Elisabetta Franchi
AL VIA IL PIANO INDUSTRIALE PER MARIELLA BURANI FASHION GROUP Passo avanti nell’affaire Mariella Burani Fashion Group. I tre commissari straordinari dell’azienda, in amministrazione straordinaria da maggio 2010, hanno infatti illustrato il piano industriale per il rilancio societario al comitato di sorveglianza nominato dal Ministro per lo Sviluppo Economico. Il piano presentato dai commissari Martini, Strippoli e Ruscigno, che mira
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alla salvaguardia delle realtà dell’impresa e degli interessi dei creditori, è incentrato sull’unitarietà del gruppo, da perseguire attraverso un’incisiva gestione delle partecipazioni dirette ed indirette ed in alcune società controllate. In effetti alcuni risultati rilevanti in questo senso sono già stati ottenuti, come il recupero di Fashion Network
Spa, il rilancio di Rene Lezard Mode GmbH, il raggiungimento dell’intesa con il fondo 3i, socio di maggioranza di Mosaicon Spa, e gli accordi di licenza per i marchi Matthew Williamson, Alessandro Dell’Acqua, Ungaro e Lancetti.
ITALIA
MUSTO PUNTA SULL’ITALIA PARTENDO DA PITTI Da gennaio 2011 Musto, produttore di abbigliamento tecnico da vela, si occuperà direttamente del mercato italiano con la filiale Musto Italia. Questo cambiamento strutturale porterà una gestione diretta dei clienti, per favorire una maggiore penetrazione del mercato italiano. La rete vendita rimarrà invariata, risultato della fiducia attribuita all’attuale distribuzione, ma si annunciano iniziative volte a un aumento dei volumi di vendita. Prima fra tutte, la presentazione della nuova collezione casual, in occasione di Pitti Uomo, che sarà rivolta a un pubblico più ampio rispetto alla nicchia amante dello yachting.
MORELLATO NEL MIRINO DELLA CONTRAFFAZIONE
Massimo Carraro
DEBUTTA ADD BAGS, NON PIÙ SOLO PIUMINI PER COMEI & CO Comei & Co, azienda milanese che produce e distribuisce il marchio Add, conosciuto per i piumini ultra-leggeri, prevede di chiudere il 2010 con un fatturato di 30 milioni di euro (+10% rispetto al 2009) e per l’anno nuovo si regala il progetto borse. La nuova collezione, sviluppata in collaborazione con Andrea Incontri, vincitore della seconda edizione di Who is On Next / Pitti Uomo, verrà presentata in anteprima nella maxi vetrina fiorentina di quest’edizione di Pitti Uomo. Funzionalità e quotidianità sono i fili conduttori dell’innovativa proposta di 13 pezzi unisex declinati in sacche ripiegabili, cartelle reversibili e zaini, realizzati in pelle e nylon. La linea Add Bags sarà disponibile nei negozi a partire da settembre 2011 e inizialmente sarà distribuita in Italia e alcuni mercati europei.
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Dagli orecchini ai bracciali, dalle collane fino ai pendenti. Tutti rigorosamente falsi, probabilmente made in China, pronti per essere messi in vendita nel mercato italiano come originali. Sono 12mila i gioielli contraffatti di Morellato sequestrati lo scorso 17 novembre al porto di Ostia. “Si tratta di un problema diffuso – commenta Massimo Carraro, AD del Gruppo Morellato & Sector – basti pensare che nel solo mese di novembre sono stati intercettati oltre 100mila pezzi Morellato falsi, per un valore di circa 11 milioni di euro.” Alla lotta contro la contraffazione l’azienda dedica un ufficio legale dedicato e un dipartimento qualità che visiona i prodotti seque-
strati e monitora i canali di vendita a rischio. Ma non sempre è sufficiente a fronteggiare il fenomeno. Il gruppo di gioielleria e orologeria fashion di base a Padova conta di chiudere il 2010 con un giro d’affari di circa 190 milioni di euro, in progresso del 6-7% rispetto al 2009. All’estero l’aumento è del 10-11% mentre in Italia è meno marcato restando al 2-3%. Secondo l’AD, una delle cause della più contenuta crescita nel Belpaese è rappresentata proprio dal problema della contraffazione. “Oltre che danneggiare noi – prosegue Carraro – questi criminali ingannano i consumatori con prodotti di qualità scadente. Per questo auspichiamo una maggiore reattività delle autorità. Non sono le leggi che mancano, ma una loro rapida applicazione”.
NUOVA DIVISIONE LICENSING PER ALBERTO DEL BIONDI Alberto Del Biondi Industria Del Design cresce ancora ed estende il proprio raggio d’azione anche al settore licensing. Attraverso questa nuova divisione, che vede a capo Catia Fusaroli Casadei, con esperienze maturate nel gruppo Fashion Box e in Benetton, la società Alberto Del Biondi sarà in grado di offrire un servizio di brand extension
studiato in base alle esigenze specifiche di ogni singolo progetto. L’azienda si propone si garantire un servizio di consulenza globale grazie all’analisi dei rischi e dei vantaggi legati a un’operazione di brand extension, la selezione e gestione del licenziatario, lo studio di trademark strategy e il supporto creativo, con un focus particolare sulla moda.
ITALIA
MCARTHURGLEN, RICAVI E VISITATORI IN CRESCITA NEL 2010 McArthurGlen non conosce crisi. Dopo aver segnato un aumento di fatturato del 10% nel 2009, il gruppo si appresta a chiudere l’esercizio in corso con un giro d’affari di oltre 649 milioni di euro, in crescita del 5% rispetto al 2009 a parità di perimetro. Se poi oltre ai 4 outlet attivi lo scorso anno (Barberino, Castel Romano, Noventa di Piave e Serravalle) si considera anche La Reggia Designer Outlet, aperto a Marcianise a febbraio 2010, l’incremento tocca quota 16%. In crescita a doppia cifra (+20%) anche il numero di visitatori, per un totale di 15 milioni di presenze, 12,5 milioni escludendo La Reggia. “Merito soprattutto dei turisti – sottolinea Roberto Meneghesso, nuovo country manager per l’Italia - che in tutti e cinque gli outlet del gruppo hanno dato un forte input alle vendite”. A Serravalle, “bandiera” del gruppo nel Belpaese, il fatturato legato al turismo (perlopiù dalla Russia) sfiora per esempio i 40 milioni di euro, pari al 16% degli oltre 250 milioni di ricavi totali, in aumento del 70% sul 2009. Ma non
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sono solo i visitatori internazionali ad alimentare i risultati del gruppo. I suoi centri stanno infatti divenendo un punto di riferimento per il tempo libero dei cittadini, anche grazie agli eventi che offrono. Con l’ingresso di Meneghesso (“un uomo di retail”, come si definisce egli stesso), McArthurGlen mira sempre più a non offrire solo un servizio di real estate, ma anche più marcatamente commerciale. In questo senso il gruppo punta a “coccolare” i consumatori con servizi ed eventi per una sempre più coinvolgente shopping experience, con festival estivi ed eventi per il Natale. Guardando al futuro, i piani del gruppo riguardano l’ampliamento dei centri di Noventa di Piave e Marcianise di rispettivamente 6.500 e 4.500 m² entro metà del 2011, e di Castel Romano di 8.000 m² entro il 2012. In Europa, la primavera 2011 vedrà l’inaugurazione del primo outlet in Grecia, ad Atene, e il rilancio di quello in Lussemburgo. Per il 2012 è invece prevista l’apertura di un centro ad Amburgo.
IL 2010 DI CADICA SEGNA +10% E PUNTA SULLA CINA
Cadica Group, azienda italiana specializzata nel labelling, hangtags e packaging d’alta gamma, archivia il 2010 registrando un fatturato di 29,5 milioni di euro, in crescita del 10% sul 2009. “Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti”, ha commentato il DG Lorenzo Lugli. “Il merito va ai nostri continui investimenti in ricerca e sviluppo ed alla capacità di contenimento di costi. Ma soprattutto al nostro expertise nel risolvere le problematiche dei clienti relative alla programmazione e alla logistica”. La capacità dell’azienda, sul mercato dal 1973, di soddisfare le esigenze dei clienti è anche dovuta alle varie sedi ed impianti produttivi dislocati in aree strategiche come gli Stati Uniti, la Cina ed Hong Kong, che vengono riforniti di tessuti, filati e pelli per la lavorazione direttamente dall’Italia. Il migliore riscontro del gruppo arriva comunque dall’Asia, Continente in cui ha registrato nel 2010 un +16% del fatturato rispetto al +4% dell’Italia. Forte di questo buon andamento a livello internazionale, il gruppo è passato nell’ultimo anno da circa 70 a120 dipendenti, e deve la sua crescita ad un rafforzamento della collaborazione con i propri clienti, circa 600 tra i principali brand di moda.
ITALIA
CINELLISTUDIO, I PIUMINI SPICCANO IL VOLO
Nicola Cinelli
Ha piani ambiziosi per il futuro Cinellistudio, l’azienda produttrice di piumini, 100% italiana, che annovera nel suo portafoglio i marchi Crust, Cby, Cby+White e Cstudio. Fondata nel 1964 inizialmente per confezionare cuscini per divani, è la sola con altre 4 aziende a lavorare la materia prima in Italia. “La nostra produzione ha sempre avuto al centro la piuma ed il piumino” ha affermato Nicola Cinelli, a capo dell’azienda. “Andiamo personalmente a scegliere il materiale grezzo e lo lavoriamo presso la nostra sede in provincia di Pistoia. La lavorazione è molto complessa ed avviene attraver-
so dei macchinari che funzionano a getto d’aria, costruiti interamente in legno per eliminare l’elettrostaticità. Il procedimento è molto delicato e necessita di personale specializzato, perché ogni partita è differente e ogni volta si deve essere in grado di dosare il getto d’aria per dividere la parte più nobile della piuma, che è il fiocco, dal resto”. L’azienda pistoiese ha chiuso il 2010 con un fatturato pari a 11 milioni di euro e per il prossimo triennio punta al raddoppio del fatturato.
vada bene per quei mercati, sulle attività di distribuzione e sulla comunicazione. In Francia, Corea, Benelux e Scandinavia entreremo invece nel 2012, con un partner locale.
Cosa avete intenzione di fare da qui a 3 anni? Abbiamo un piano ambizioso, ma necessario. Già nel 2009 abbiamo iniziato a lavorare sull’organizzazione sia a livello manageriale sia a livello industriale. Ad oggi abbiamo inserito un direttore di produzione, un responsabile commerciale ed un controller di gestione e da qui al 2012 abbiamo in programma l’inserimento di altre figure chiave per l’azienda. Questi interventi ci permetteranno di raggiungere gli obiettivi di fatturato che ci siamo posti.
Per chi sono pensati i vari marchi che avete in portfolio? Crust è un progetto di recupero di capi vintage provenienti dal mondo dell’alpinismo piuttosto che dallo sci, e con questa linea all’estero siamo presenti solo in Germania, Russia e Giappone. Cby è il marchio da cui abbiamo iniziato ed è sinonimo di tradizione ed eccellenza della lavorazione del piumino. Cby+White è invece un glam leggero, mentre Cstudio è pura sperimentazione.
Su quali mercati? In primo luogo sul mercato italiano e in seguito anche su quello estero. Nel 2011 affronteremo Germania, Austria e Giappone concentrandoci sullo sviluppo di un prodotto che
ANTONY MORATO ACCELERA NEL 2010 Antony Morato chiude il 2010 in forte crescita. Il brand di abbigliamento fondato nel 2007 dai fratelli Raffaele, Giovanni e Tania Caldarelli ha infatti registrato ricavi per 68 milioni di euro, +43% rispetto ai 47,5 del 2009. Il fatturato è cresciuto costantemente nelle ultime stagioni e la prospettiva è di toccare quota 80 milioni nel 2011 con un’incidenza del 60% dal solo
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mercato estero. Per fare ciò, l’azienda mira a consolidare la propria attività nei mercati primari quali Italia e Spagna, intensificarla in quelli ritenuti più interessanti come Francia, UK e America Latina ed espandersi in nuovi come l’Europa dell’Est e il Marocco. Ad oggi, Antony Morato è già presente in 800 multibrand in Italia e 2000 in Europa e nel mondo.
E per quanto riguarda l’Italia? Nel nostro Paese la comunicazione è il nostro primo focus. Il secondo passo sarà migliorare la distribuzione nei vari punti vendita. Il nostro grado di penetrazione all’interno dei multimarca non è male, ma possiamo decisamente migliorare.
Realizzerete delle campagne di comunicazione ad hoc? Per far conoscere i marchi stiamo lavorando su campagne di comunicazione ed eventi e co-branding ad hoc. Ma stiamo lavorando anche sul web, Crust ad esempio sta andando molto forte anche sui social network.
CARUSOMENSWEAR.COM
ITALIA
ADDIO A FAUSTO SARLI, MAESTRO DELLO STILE ITALIANO Si è spento a Roma Fausto Sarli, firma dell’haute couture italiana. Nato a Napoli nel 1927, lo stilista ha debuttato nell’alta moda a soli 29 anni con una sfilata a Palazzo Pitti a Firenze. Sarli aveva atelier a Roma, Milano e Napoli e ha vestito dive come Mina e Liz Taylor negli anni Sessanta e Monica Bellucci e Carol Alt negli anni Novanta. Lo scorso maggio, a coronamento della sua carriera, ha ricevuto dal sindaco di Roma Gianni Alemanno la Lupa Capitolina con cui il primo cittadino della capitale ha celebrato il “maestro dell’eccellenza dello stile italiano nel mondo’’.
Fausto Sarli
HSE 24 SI ESPANDE IN ITALIA Dopo l’arrivo in Italia di QVC, il canale televisivo retail statunitense fondato nel 1986 da Joseph Segel, anche la catena tedesca di teleshopping HSE 24 (Home Shopping Europe 24 ore su 24) ha annunciato il suo arrivo nel nostro Paese. Il mercato italiano è, secondo la società, il terzo in Europa per lo shopping in televisione e le sue cifre dovrebbero raddoppiare tra il 2007 e il 2012. In un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco “Handelsblatt”, Richard Reitzner, titolare di HSE 24, ha annunciato per il 2010 un fatturato totale di 440 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto ai 394 milioni del 2009. 26 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
BOGLIOLI, L’INTERNAZIONALIZZAZIONE GUIDA LA CRESCITA
Mario Boglioli
La crisi dei mercati non ha risparmiato neanche gli abiti ben fatti di Boglioli che però, grazie al nuovo piano industriale, è pronto per tornare a crescere. Il 2010 verrà archiviato con un fatturato di 26 milioni di euro, in calo di circa il 10% rispetto ai 28,8 milioni del 2009, e un Ebitda pari al 10%, in flessione di 4 punti percentuali. “La riduzione dei fatturati è stata determinata dall’ondata di crisi che ci ha colpiti a cavallo tra il 2009 e il 2010” ha commentato il presidente Mario Boglioli. “Siamo comunque ottimisti per l’anno a venire. In base alla raccolta ordini realizzata fino ad oggi e che si concluderà a gennaio, infatti, possiamo già dire che nel 2011 torneremo all’incirca ai valori pre-crisi del 2009”. Come previsto dal piano varato dall’AD Roberto Falchi, a determinare la crescita dei ricavi saranno soprattutto i mercati internazionali, che rappresentano ora più del 50% delle vendite, Giappone e Nord Europa in testa. Nel Paese del Sol Levante, dove è stato recentemente stipulato un accordo di distribuzione con un partner locale, il brand darà anche il via al progetto corner. “A partire dal prossimo autunno, infatti, abbiamo in programma 4 opening in altrettanti department store, per arrivare poi a 7/8 unità entro l’estate 2012” ha precisato Boglioli.
Naturalmente, lo sviluppo retail andrà di pari passo con la brand extension: “L’abbigliamento uomo è ancora il nostro core-business, non per niente rappresenta circa il 90% delle vendite. Da un paio di stagioni però abbiamo introdotto una capsule collection dedicata alla donna. È un progetto nel quale crediamo molto, per questo abbiamo chiamato a far parte del team creativo il designer Michael Tapia”, ha continuato Boglioli. Inoltre, a partire dalla prossima stagione invernale, l’offerta di capispalla, pantaloni, maglie e camicie verrà arricchita anche dagli accessori, presentati per la prima volta in questa edizione di Pitti Uomo. In Italia, in particolare, l’obiettivo sarà di raggiungere un centinaio di clienti tra i 300 che già distribuiscono l’abbigliamento. “Questo allargamento dell’offerta per noi è fondamentale, ma lo è soprattutto per il nostro impegno sul mercato giapponese, dove avremo presto dei corner. Gli accessori rappresentano infatti un completamento alla linea e sono indispensabili per dare un’immagine più completa dell’offerta”, ha concluso Boglioli. In Nord Europa la nuova linea - 5 modelli caratterizzati da “dettagli maschili, riporti in pelle e cuciture dal sapore selleria” - sarà distribuita direttamente dallo showroom inaugurato nel mese di dicembre a Monaco di Baviera.
Pitti Immagine Uomo 79: Padiglione Centrale – Piano Terra – Stand: J9/K12
LaPresse LaPresse
ITALIA
VICENZAORO FIRST, RINNOVARE È D’OBBLIGO di Valeria Garavaglia Roberto Ditri, ingegnere, imprenditore, nonchè amministratore delegato di Marelli Motori, da gennaio 2010 è anche il numero uno di Fiera di Vicenza Spa. Di origini goriziane, ma vicentino d’adozione, ha il compito di implementare il piano di rilancio e consolidamento del polo fieristico veneto. Alla vigilia di VicenzaOro First, il primo salone del settore orafo nel calendario in scena dal 15 al 20 gennaio, il neopresidente ci racconta progetti e strategie di Fiera di Vicenza.
Quali sono le priorità che si è dato quando un anno fa ha assunto la presidenza della Fiera? “Fare molto, fare bene”: questo mi hanno chiesto gli orafi italiani lo scorso 16 gennaio, il mio primo giorno di presidenza. “First, rinnovare”, risposi. Pensavo alle difficoltà commerciali, alla situazione che richiede una svolta. Il gioiello di massa dei decenni passati è stato la prima vittima della crisi. Oggi bisogna rivolgere i produttori italiani verso mercati più sensibili al bello e al made in Italy. Mercati abbastanza evoluti da ambire a uno status symbol come il gioiello italiano. Anziché attendere tempi migliori, non è meglio puntare altrove?
Roberto Ditri
E quali sono i mercati a cui guardare in questo senso? Ad esempio Paesi emergenti come Russia, India, Cina e Brasile, con classi medie e medio-alte in formazione, e con dinamiche di crescita promettenti, dazi doganali permettendo. Le difficoltà oggettive di penetrazione e di distribuzione che incontriamo oggi, in futuro potrebbero venir meno, quindi bisogna essere pronti a cogliere le chance offerte. È il made in Italy la ricetta giusta per uscire dalla crisi? Non parlerei di ricette, partiamo dai puri e semplici dati di fatto. Il gioiello italiano nel mondo è riconosciuto per la creatività e il suo intrinseco valore emozionale. Il made in Italy rappresenta la nostra storia e il nostro lifestyle ed è un lasciapassare verso tutti i mercati. Per questo è fondamentale promuoverlo. A questo aggiungo che chi ha saputo attuare strategie di branding continuerà ad avere successo, mentre verranno marginalizzati quegli operatori sopravvissuti solo grazie a congiunture favorevoli, probabilmente irripetibili. In tutto ciò che ruolo avrà la Fiera? La transizione verso un nuovo assetto legato al made in Italy va governata. Le istituzioni come Fiera di Vicenza hanno responsabilità di analisi e di leadership. Devono approfondire 28 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
e poi agevolare le professionalità e sollecitare la produzione verso il brand o l’unbranded di qualità, ossia alzare il livello di competitività. In questo sono assai convinto delle potenzialità dell’iniziativa VicenzaOro Italian Club. Di che cosa si tratta? È un progetto orientato alla ricerca di nuovi mercati e all’organizzazione di eventi internazionali che promuovano la gioielleria italiana e la sua immagine. Un’etichetta attraverso cui la Fiera offre agli operatori opportunità e rapporti diretti. Da questo punto di vista l’immagine classica della Fiera è restrittiva: con VicenzaOro Italian Club l’orizzonte si allarga tra mercati tradizionali, come gli Stati Uniti che si incontrano a Las Vegas, e rotte inedite come Shanghai. In un tale scenario, qual è il ruolo degli operatori del settore orafo made in Italy? Invito gli operatori ad un atteggiamento attivo. Secondo dati Istat e studi di Intesa Sanpaolo (diffusi da Club degli Orafi) nel primo semestre del 2010 i ricavi del settore sono cresciuti del 20% e l’export pare riprendersi. In realtà non bisogna sedersi sugli allori perché i dati sono influenzati dai rincari delle materie prime preziose. Ora è previsto un ennesimo “rimbalzo” provocato dalle vendite di fine 2010 e dalla ricostituzione delle scorte. Il problema dei mercati rimane immutato e ognuno deve fare la propria parte. Cosa vi aspettate da questo 2011? Il 2011 deve essere l’anno della svolta. Il mondo è cambiato e anche le fiere devono seguire i cambiamenti del mercato. Stiamo progettando un nuovo layout espositivo e dei percorsi interni ai padiglioni per consentire ad operatori e buyer di ottimizzare i tempi. Continueremo infine a mantenere vivo il legame con la città, perchè gli eventi fieristici sono un’attrattiva importante non solo dal punto di vista del business, ma anche turistico e per la scoperta del territorio vicentino.
MONDO
ADIDAS ACCELERA NEL TERZO QUARTER (+10%) Salgono ricavi e profitti del Gruppo Adidas nel terzo trimestre 2010. Il colosso tedesco di abbigliamento e calzature sportive ha chiuso il quarter con un utile netto in rialzo del 25% a 266 milioni di euro ed un giro d’affari di 3,47 miliardi di euro, in crescita del 10% rispetto al 2009. La forte accelerazione è dovuta soprattutto alla crescita in Nord America, dove il gruppo ha fatturato 828 milioni di euro
OTTIMI RISULTATI PER IL TERZO TRIMESTRE DI LE COQ SPORTIF Le Coq Sportif, marchio francese di proprietà della svizzera Aresis holding, chiude il terzo trimestre con un fatturato di 72,9 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto ai 64,8 milioni dello stesso periodo del 2009. L’utile netto è stato di 6,4 milioni di euro in aumento del 135%, mentre l’Ebitda è cresciuto dell’81% a quota 8,6 milioni di euro.
(+27,4%), in Cina, con 317 milioni (+21,4%) e nei mercati emergenti europei con 400 milioni (+28,8%). I Mondiali di calcio Fifa 2010 hanno sicuramente dato un impatto positivo alle vendite dei principali brand del gruppo, Adidas e Reebok. La società ha infine annunciato di aspettarsi per il 2010 un aumento delle vendite dell’8% e per il 2011 un ulteriore rialzo di ricavi e utili intorno al 5%.
PERRY ELLIS, FATTURATO A +13% NEL TERZO TRIMESTRE Perry Ellis International, il cui portafoglio di brand e licenze comprende Perry Ellis, Savane, Manhattan, John Henry, Nike Swimwear e Pierre Cardin sportswear, ha chiuso il terzo trimestre con un fatturato in aumento del 13%, a 201,3 milioni di dollari (147 milioni di euro), contro i 178,6 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Anche l’Ebitda è aumentato del 37%, a 16,9 milioni di dollari (12,3 milioni di euro), mentre l’utile netto è salito del 73% a 7,2 milioni di dollari. Il gruppo americano ha archiviato i nove mesi con fatturato in crescita del 5%, a 583,4 milioni di dollari (426 milioni di euro), con un utile netto di 16,4 milioni di dollari (12 milioni di euro), in crescita del 250% rispetto ai 4,7 milioni dello stesso periodo del 2009. Perry Ellis infine, stima di chiudere positivamente l’anno in corso con un fatturato di 785 milioni di dollari (574 milioni di euro).
GUESS RIAPRE A MILANO E CHIUDE IL TRIMESTRE A +17% È decisamente un periodo positivo quello che sta vivendo Guess. Il gruppo americano ha chiuso il terzo trimestre 2011 con un fatturato in crescita del 17% sullo stesso periodo dell’anno precedente, a 614 milioni di dollari (463 milioni di euro circa). Sale anche l’utile, che ha registrato in questi tre mesi 69 milioni di dollari (52 milioni di euro), in crescita sul 2010 dell’8%. “Sono molto soddisfatto – ha affermato il CEO Paul Marciano – perché il nostro business è cresciuto in tutto il mondo e abbiamo avuto dei buoni risultati su molte iniziative chiave”. Bene anche i nove mesi appena conclusi in cui l’utile del gruppo è stato di 186,2 milioni di dollari (140,4 milioni di euro), con un progresso del 19,2% sullo stesso periodo del 2010. Il fatturato infine è stato
di 1,7 miliardi di dollari (1,3 miliardi di euro), in crescita del 16,4%. Fra i focus di Guess c’è senz’altro il retail, negli ultimi tre mesi infatti il gruppo ha inaugurato in tutto il mondo ben 84 nuovi store. In questo piano rientra anche la recente riapertura del flagship Guess di Piazza San Babila, a Milano.
Paul Marciano
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MONDO
MCQ, IL NUOVO CORSO PARTE CON LA PRE-COLLEZIONE DONNA A/I 2011 A pochi mesi dalla conclusione della licenza McQ con Sinv il brand che fa capo al Gruppo Gucci si accinge a presentare la prima collezione sviluppata internamente. Lo sviluppo della linea, infatti, è stato affidato ad un team di designer capitanato da Pina Ferlisi sotto la guida del direttore creativo Sarah Burton, succeduta al designer prematuramente scomparso lo scorso febbraio. Per il debutto delle nuove collezioni McQ
CORTEFIEL SI SPINGE AD EST
Grupo Cortefiel continua la sua espansione internazionale e sbarca in Corea del Sud con JK Partners, compagnia coreana con la quale ha siglato un accordo per l’apertura di oltre 80 negozi a insegna Springfield e Women’secret. Il nuovo partner si occuperà della gestione dei punti vendita nel Paese, sui quali il gruppo spagnolo avrà la possibilità di esercitare un’opzione di acquisto entro 7 anni. La sottoscrizione di questa collaborazione ha coinciso inoltre con l’inaugurazione a Londra di due nuovi flagship Springfield e Women’secret in partnership con Brand Empire, all’interno del centro commerciale “One New Exchange”, nel quartiere the City. Grazie gli accordi siglati nel corso del 2010, il gruppo, cui fanno capo le insegne Cortefiel, Pedro del Hierro, Springfield e Women’secret, si prepara ad aprire nei prossimi quattro anni più di 500 punti vendita internazionali. 32 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
- che Jonathan Akeroyd, presidente e CEO di Alexander McQueen, ha definito “un brand nel brand, non una seconda linea” - sarà necessario attendere la pre-collezione donna dell’A/I 2011. In seguito verranno poi presentate le intere proposte per uomo e donna, inclusi gli accessori. Per il lancio della linea che punta a raccogliere consensi sia tra i clienti di lusso che presso un pubblico più gio-
vane, è stato scelto proprio il canale media più vicino al mondo giovanile: il web. Così il brand ha scelto di presentare le nuove proposte con un film che racconta momenti di vita quotidiana di quattro ragazze. “McQ è una collezione nuova, fresca e piena di energia e vogliamo parlare ai suoi fan attraverso i media che prediligono per rafforzare il rapporto con loro e creare un rapporto più diretto”, ha concluso Akeroyd.
TOMMY HILFIGER SPINGE I CONTI DI PHILLIPS-VAN HEUSEN Phillips-Van Heusen Corporation ha chiuso il terzo trimestre in crescita, superando le attese, con un fatturato di 1.516,4 milioni di dollari (pari a 1.143 milioni di euro), in aumento del 117% rispetto ai 697,4 milioni di dollari del terzo trimestre dell’esercizio precedente. L’incremento del fatturato di 819 milioni di dollari è stato determinato per 708,4 milioni dal fatturato del brand Tommy Hilfiger, appena acquisito, e per 110,6 milioni dall’aumento delle vendite di Calvin Klein e del business degli Heritage brands. “Siamo estremamente soddisfatti degli ottimi risultati del terzo trime-
stre, che ci ha consentito di superare di nuovo le nostre stime. Sia il business internazionale di Tommy Hilfiger che quello Calvin Klein hanno performato particolarmente bene”, ha detto Emanuel Chirico, presidente e CEO del gruppo. Il fatturato complessivo del business di Calvin Klein è cresciuto del 16% nel trimestre a 272,6 milioni dollari, con una forte crescita nelle vendite, royalties e introiti pubblicitari. L’attività di Tommy Hilfiger ha generato invece un fatturato di 708,4 milioni, trainato da ottime performance del business sia in Europa che in Nord America.
ELIZABETH ARDEN FIRMA IL PROFUMO DI TAYLOR SWIFT
Taylor Swift
Dopo Britney Spears, Elizabeth Taylor, Mariah Carey, Hilary Duff e Usher, anche la pop star Taylor Swift ha scelto Elizabeth Arden come partner esclusivo per la sua prima linea di fragranze. L’accordo di licenza include produzione, marketing e distribuzione dei profumi firmati dall’idolo dei teenager, il cui lancio è previsto per l’autunno 2011 in selezionati retailer del Nord America. La cantante sarà coinvolta in tutti gli aspetti dello sviluppo, del packaging e della pubblicità della nuova linea.
MONDO
LIMITED BRANDS CONTINUA A CRESCERE
Limited Brands sta vivendo un ottimo momento. Il gruppo proprietario fra gli altri dei brand Victoria’s Secret, Bath and Body, La Senza e Pink e del grande magazzino Henri Bendel ha visto incrementare il fatturato nel terzo trimestre dell’11,6%, a 1,98 miliardi di dollari (pari a circa 1,49 miliardi di euro) rispetto ai 1,77 miliardi dello stesso periodo del 2009. Anche l’utile netto è cresciuto a 61,3 milioni dollari (circa 46,1 milioni di euro) pari al 3,1% del fatturato rispetto allo 0,8% registrato nello stesso periodo del 2009. “Il significativo aumento dei nostri ricavi e l’accurata gestione interna hanno determinato un cash flow molto forte e una buona posizione di liquidità. Siamo fiduciosi nelle reali possibilità di crescita del nostro business e di generare significativi flussi di cassa”, ha detto Leslie H. Wexner, presidente e CEO di Limited Brands.
OMEGA SI ESPANDE NEGLI USA Omega, il brand svizzero della scuderia Swatch, ha deciso di investire in modo sostanziale negli Stati Uniti, aprendo 9 nuove boutique nel quarto trimestre del 2010 alle quali ne seguiranno altre 20 nel 2011. Come sottolineato dal presidente di Omega Stephen Urquhart, le nuove boutique serviranno a supportare la rete di distribuzione multimarca già presente negli Stati Uniti. I nuovi negozi rappresenteranno “un investimento ingente e porteranno molti nuovi posti di lavoro”. Omega ha da sempre sviluppato la propria rete di vendita attraverso la creazione di flagship store, di conseguenza, la decisione di aprire nuove boutique negli Stati Uniti è la continuazione logica di questa strategia. Infatti la rete di monomarca della maison svizzera di orologi comprende già più di 60 negozi nel mondo. “Ci sono
una serie di ottimi motivi che ci hanno portato alla costituzione di questa nuova rete di distribuzione sul territorio americano. In primis siamo in una posizione di forza grazie al nostro successo globale, poi crediamo nella ripresa degli Usa e siamo sicuri che si tratta del momento ideale per portare avanti questo grande impegno”, ha concluso il presidente.
PVH, NUOVA DIVISIONE EUROPEA PER LO SVILUPPO DI ARROW Il gruppo americano Phillips-Van Heusen (PVH), proprietario dallo scorso maggio anche di Tommy Hilfiger, ha annunciato la creazione di PVH Europe con l’obiettivo di rafforzare la sua posizione in questo mercato, in particolare per il marchio di camicie da uomo Arrow. La nuova struttura, basata ad
Amsterdam, sarà guidata da Michael Arts, vice presidente di Tommy Hilfiger, e si occuperà dell’introduzione e dello sviluppo del marchio Arrow in tutta Europa. Il debutto del brand è in programma in occasione di Pitti Immagine Uomo.
CARINE ROITFELD LASCIA VOGUE PARIS Le strade di Carine Roitfeld e Vogue Paris si separano. Dopo 10 anni di collaborazione il numero uno della testata francese del Gruppo Condé Nast ha infatti annunciato di aver rassegnato le proprie dimissioni per concentrarsi su “progetti personali”. Al momento, quali siano questi progetti non è ancora dato sapere, così come il nome del successore alla guida del magazine, ma rumors insistenti smentiti dal diretto interessato parlano del suo possibile approdo alla corte di Tom Ford, anche alla luce del forte legame tra i due. La figlia della 34 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Roitfeld, Julia Restoin, in passato è stata anche la testimonial profumi dello stilista statunitense. In base a quanto riportato dal sito web di Vogue Paris la Roitfeld lascerà il proprio incarico alla fine di gennaio. “Il contributo di Carine nei confronti di Vogue, della moda e dell’editoria sono inestimabili” ha commentato Jonathan Newhouse, CEO di Condé Nast International. “Dietro la sua direzione Vogue Paris ha raggiunto livelli record di tiratura, raccolta pubblicitaria e successo editoriale” ha concluso Newhouse.
Carine Roitfeld
GO•UP COMMUNICATION
WHY FOLLOW TRENDS, WHEN YOU CAN FOLLOW THE WIND? PITTI IMMAGINE UOMO Firenze, 11-14 January 2011 Sala della Scherma Area Monumentale northsails-sportswear.com
MONDO
PARTE LA RIORGANIZZAZIONE DI NEIMAN MARCUS
Dopo aver chiuso il primo trimestre dell’esercizio in corso con una crescita esponenziale dell’utile netto, triplicato da 8,5 milioni di dollari dei primi tre mesi del 2009 a 25,7 milioni di questo quarter, il gruppo Neiman Marcus punta a riorganizzare la società con l’obiettivo di tener saldi i risultati positivi dopo la pesante perdita dei volumi di vendita archiviata lo scorso esercizio fiscale. Così il gruppo da 927,2 milioni di dollari di fatturato nel primo trimestre, che comprende oltre all’omonima catena anche l’insegna Bergdorf Goodman, ha nominato Jonathan Joselove come nuovo responsabile del design sportivo, alta moda, borse, scarpe da donna e accessori. Ann Stordahl, sovrintenderà invece gioielli e bellezza mentre Lisa Kazor, sarà responsabile della progettazione II, la denominazione che Neiman usa per abbigliamento sportivo, St. John, pellicce, cappotti, abbigliamento intimo e bambino. Russ Patrick, si occuperà dell’uomo, i regali e la divisione Cusp, che opera attraverso i freestanding store e i negozi all’interno di Neiman, sia di abbigliamento sportivo che di accessori. Tutti i manager riporteranno a Jim Gold, presidente del gruppo.
TIFFANY, BOOST DI VENDITE E RIALZO PREVISIONI PER FINE ANNO
MARIAH CAREY DISEGNA UNA LINEA LIFESTYLE PER HSN
Tiffany & Co ha chiuso il terzo trimestre con dati sopra le attese grazie alla domanda estera e al rimbalzo del mercato Usa. Il fatturato è cresciuto del 14% a 681,7 milioni di dollari (511,7 milioni di euro). In particolare sono state messe a segno ottime performance nell’area Asia-Pacifico con un +24% (il solo Giappone è cresciuto del 12%), in Europa con un +22% e in Usa +9% grazie alla ripresa degli acquisti dei consumatori in gioielleria. La catena newyorkese di gioielli ha riportato anche un utile di 55,1 milioni di dollari (41,4 milioni di euro), in crescita del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio. “La crescita delle vendite della stagione natalizia, che rappresenta circa un terzo delle vendite annue di Tiffany, ha superato le nostre aspettative”, ha detto l’AD Michael Kowalski. Il gruppo ha infatti previsto vendite a livello mondiale in crescita del 12% nell’ultimo trimestre e ha alzato le stime sull’intero anno.
Mariah Carey ha creato una linea lifestyle in esclusiva per la rete americana dedicata allo shopping HSN. La collezione, che comprende gioielli, scarpe e profumi, è stata lanciata a fine novembre su HSN e HSN.com con prezzi tra i 40 e i 200 dollari. Si sale invece a 275 dollari per le 25 boccette in edizione limitata di Luscious Pink, la fragranza creata dalla cantante nel 2008, con il caratteristico tappo a forma di farfalla ricoperto di cristalli Swarovski.
HOLLISTER SI ESPANDE IN EUROPA Il marchio Hollister, che fa parte del gruppo Abercombie & Fitch, ha avviato un piano di espansione retail in Europa, che ha già portato all’apertura di un totale di 20 negozi in Italia, Inghilterra, Germania e Spagna. Ma questo è solo l’inizio. È stato dato mandato alla società di real estate Jones Lang Lasalle per trovare 36 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
ulteriori location idonee per Hollister (nelle zone centrali o nei centri commerciali) in Italia, Spagna, Germania e Francia. Nel nostro Paese in particolare, Hollister ha appena aperto un punto vendita all’interno del centro commerciale Orio Center in provincia di Bergamo e uno al Carosello di Carugate (Mi).
FAÇONNABLE LANCIA LA SUA PRIMA BOUTIQUE ON-LINE IN EUROPA
Il produttore di abbigliamento francese Façonnable lancia il sito e-commerce anche in Europa. Dopo l’apertura dello shopping online negli Usa, che ha ottenuto ottimi risultati sia in termini di visibilità che di vendite, è stata la volta dell’ampliamento anche per il continente europeo. Il sito, disponibile in francese e inglese, offre tutto il panorama dell’abbigliamento e accessori di Façonnable. Questo lancio consentirà all’azienda di dare maggiore completezza alla rete di distribuzione, che ad oggi conta 9 flagship store negli Stati Uniti e 63 nel resto del mondo, circa 30 dei quali in Francia.
MONDO
THOM EUROPE, FOCUS SUL VECCHIO CONTINENTE Diventare il leader in Europa nei prossimi cinque anni. Questo è l’obiettivo di Thom Europe, la nuova struttura nata dalla fusione dei gioiellieri Histoire d’Or e Marc Orian, acquisita a metà ottobre dal fondo britannico Bridgepoint (59,5%), con Apax e Amboise Altamir (25,5%) e Qualium Investissement (6,5%). Il nuovo gruppo manterrà tre marchi, Histoire d’Or, Marc Orian e TrésOr e un totale di 500 negozi. I due pilastri di Thom Europa saranno un’offerta generale media di orologi e
LAMARTHE FESTEGGIA GLI 80 ANNI CON UNA ICON BAG
Lamarthe, il marchio di pelletteria fondato del 1930 a Parigi e recentemente acquisito dalla bolognese Sergiolin, festeggia i suoi 80 anni con una Icon Bag. Realizzata in collaborazione con il negozio di tessuti Liberty Art Fabric di Londra, la Icon bag rende omaggio all’estro del fondatore Albert Lamarthe, riprendendo le famose chiusure a scatto, che permettono alla borsa di aprirsi a cerchio in modo tale da avere una visuale dell’interno a 360°. La Icon bag sarà venduta nei tre store monomarca di Parigi e Madrid, e nei department store e corner più esclusivi di tutto il mondo.
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gioielli, e un focus sul lusso con il marchio modaiolo Marc Orian. Il nuovo gruppo, con un fatturato di 340 milioni di euro, ha obiettivi ambiziosi: raddoppiare le vendite e arrivare a 700 milioni di euro entro il 2015. Nel frattempo, Thom Europe intende aprire 115 nuovi punti vendita in Francia e 80 all’estero. “È senz’altro un obiettivo ambizioso ma possibile, perché tutte le opportunità di crescita all’estero sono aperte”, osserva Eric Belmonte.
QUIKSILVER: RICAVI IN CALO (-7%), MA CRESCE L’UTILE OPERATIVO Nonostante un calo nei ricavi del 7% (a 1,84 miliardi di dollari), Quiksilver archivia l’esercizio fiscale con un utile operativo pari a 123,5 milioni di dollari, in aumento dell’80% rispetto all’anno precedente. Nel corso del fiscal year, chiuso il 31 ottobre 2010, le vendite del gruppo californiano cui fanno capo i brand sportswear Quiksilver, Roxy e DC sono diminuite sia nell’area Americas (-9%) che in Europa (-8%), mentre l’Asia/ Pacifico ha registrato un aumento del 4%. Inoltre il gruppo, che pare essere nel mirino di PPR, ha notevolmente ridotto le perdite, che sono passate da 192 a 9,7 milioni di dollari.
BALLY, NUOVO PROGETTO CON IL CENTRAL SAINT MARTIN’S
Graeme Fidler e Michael Herz
Dopo il successo della partnership dello scorso anno, Central Saint Martin’s è di nuovo in squadra con Bally, questa volta per un progetto che si concentrerà sulla progettazione di scarpe da uomo. “La collezione femminile in collaborazione con i giovani della Saint Martin’s è stata un clamoroso successo a tutti i livelli”, hanno detto i direttori creativi di Bally, Michael Herz e Graeme Fidler. “La nostra partnership è sempre stata vista a lungo termine, quindi è molto eccitante per noi intraprendere questa nuova collaborazione sull’uomo”, hanno continuato gli stilisti. “Ci piace molto lavorare con gli studenti e questo progetto non solo ci permette di condividere la nostra esperienza e conoscenza, ma è anche molto stimolante, per il continuo confronto con giovani designer così talentuosi”.
VERA WANG LANCIA I COSMETICI CON KOHL’S Vera Wang ha deciso di lanciare una linea di make-up in esclusiva per il department store Kohl’s che dovrebbe essere disponibile entro la primavera del 2012. La collezione includerà anche una linea di skin care, prodotti per il bagno e per il corpo e accessori di bellezza. “Sarà un approccio semplice, leggero, moderno alla bellezza e alla creatività. Come la moda anche il makeup è trasformazione. Amo l’arte del
trucco per accentuare, rafforzare o creare uno stato d’animo ad ogni ora del giorno e in ogni occasione”, ha detto la stilista. Inoltre Vera Wang ha appena rinnovato l’accordo di licenza a lungo termine con Kohl’s per tutte le linee di abbigliamento a marchio Simply Vera Wang. Infine la prossima primavera debutterà anche la linea sposa White by Vera Wang in collaborazione con David Bridal’s.
MONDO
GALERIES LAFAYETTE RITORNA IN CINA
Paul Delaoutre
Tre anni dopo la firma della lettera d’intenti con I.T Limited, nasce formalmente la società di diritto cinese Galeries Lafayette (China) Limited. Con un giro d’affari di 303 milioni di euro nell’esercizio 2009, il nuovo soggetto economico, controllato al 50% dalle due imprese, si occupa di amministrare, gestire e sviluppare i grandi magazzini a marchio Galeries Lafayette nella Repubblica Popolare
Cinese. Questo è il secondo tentativo del gruppo francese dopo quello fallito del 1990. “Oggi, la scelta di partner affidabili ha l’obiettivo - secondo le parole di Philippe Houzé, presidente del CdA di GL - di creare un nuovo concept di grandi magazzini” adatti alle diverse caratteristiche della clientela cinese: più giovane di quella europea e con un minore potere d’acquisto. L’offerta spazierà da prodotti più accessibili fino al lusso dei marchi francesi e quelli più importanti della regione asiatica. L’apertura del primo punto vendita in Cina avverrà nella galleria commerciale di Xidan Square a Pechino. Il flagship store avrà una superficie di circa 18mila m² e aprirà le porte nel 2013. Il gruppo francese ha in prospettiva di aprire, entro i prossimi 5 anni, tra i 10 e 15 grandi magazzini in Cina, con l’obiettivo di generare un fatturato annuo di 50 milioni di euro per ciascuno di esso.
LAURA ASHLEY, CRESCE IL FATTURATO NEL SECONDO SEMESTRE Il brand britannico Laura Ashley Holdings ha riportato un leggero incremento delle vendite nel secondo semestre, ma continua a chiudere punti vendita. Laura Ashley infatti, ha sottolineato di aver aperto due nuovi punti vendita, ma di averne chiusi 12 quest’anno, per continuare a razionalizzare il proprio portafoglio store “nel tentativo di ottimizzare la redditività”. Nelle prime 19 settimane del secondo semestre, le sue vendite complessive al
dettaglio nel Regno Unito sono cresciute dell’1,3%, con vendite like-for-like del 2,7%. “Anche se stiamo vivendo una crescita più lenta nel secondo semestre a causa dell’impatto di un’economia stagnante e le avverse condizioni atmosferiche del Regno Unito, la crescita del fatturato per l’anno fino ad oggi è del 4,6%. Nello stesso periodo di riferimento, il canale e-commerce ha registrato una crescita del 28,7%”, riferiscono dalla società.
NOVE MESI IN CRESCITA PER INDITEX
Inditex ha chiuso i primi mesi dell’anno con un utile in crescita del 42% a 1.179 miliardi di euro. Nel periodo in esame il gruppo di abbigliamento spagnolo, a cui fanno capo i marchi Zara, Massimo Dutti, Bershka, Pull & Bear, Stradivarius, Oysho e Uterqüe ha registrato un fatturato di 8,86 miliardi, in aumento del 14% rispetto a 7,76 miliardi di dodici mesi prima. In salita del 33% anche il margine operativo lordo (Ebitda) che ha raggiunto quota 2,06 miliardi rispetto a 1,56 miliardi conseguiti nell’analogo periodo 2009.
NUOVA CAPSULE COLLECTION FIRMATA JONATHAN SAUNDERS PER ESCADA SPORT Non accenna a rallentare la febbre dei co-branding tra i designer famosi e le aziende di abbigliamento. Ora è la volta del britannico Jonathan Saunders a legarsi con Escada Sport per una capsule collection. La linea farà parte della collezione Resort 2012 del marchio tedesco e sarà lanciata a novembre 2011. Saunders disegna le collezioni a suo nome da cinque anni e le sue creazioni colorate con stampe particolari sono ven40 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
dute in tutto il mondo da retailer come Bergdorf Goodman, Harrods, Selfridges, Lane Crawford e sul sito di e-commerce net-a-porter.com. La sua capsule collection per Escada Sport sarà incentrata sul “buy now, wear now”, principio per cui i singoli capi sono pensati per essere indossati in occasioni particolari della stagione. La capsule si comporrà di una ventina di pezzi di diversi gruppi di prodotti, compresi gli accessori in pelle.
Jonathan Saunders
MONDO
PPR PRONTA A VENDERE CONFORAMA
François-Henri Pinault
PPR ha ricevuto un’offerta d’acquisto per il Gruppo di arredamento Conforama da parte della sudafricana Steinhoff International Holdings Ltd. È quanto si apprende da un comunicato stampa diffuso dalla stessa PPR secondo il quale l’accordo comporta un incasso immediato di 1,2 miliardi di dollari, mentre il saldo del working capital che Conforama deve a PPR sarà ripagato alla chiusura dell’operazione. “Questo progetto di cessione ad un protagonista mondiale dell’arredo è un’enorme opportunità strategica per Conforama – ha dichiarato il presidente di PPR François-Henri Pinault – il prezzo dell’offerta farà riconsiderare il valore industriale e la qualità del marchio Conforama”. Dal canto loro i vertici di Steinhoff International Holdings Ltd. fanno sapere che l’acquisizione di Conforama permetterà al gruppo sudafricano di rafforzare la propria presenza nel settore dell’arredamento. Fonti non ufficiali indicherebbero il prezzo totale della transazione a 1,62 miliardi di dollari.
MILLE PEZZI PER IL TEMPO DI BALENCIAGA Il debutto internazionale dei segnatempo di Balenciaga è stato celebrato durante la sfilata parigina della collezione P/E 2011 al polso delle modelle. Ma il primo orologio creato da Nicolas Ghesquière, stilista della maison francese che fa capo al gruppo Ppr-Gucci, ha fatto da poche settimane il suo ingresso ufficiale sul mercato. L’orologio è sofisticato e molto particolare con un quadrante tondo incastonato in una placca rettango-
lare. All’interno ore e minuti sembrano scorrere parallelamente, le prime indicate con i numeri romani, i secondi con le classiche cifre arabe. A rendere l’orologio un vero e proprio accessorio fashion è il cinturino - in pitone, pelle, coccodrillo oppure lucertola - con maxi fibbia. Il modello, che sarà in edizione limitata di 1000 pezzi, è in vendita in esclusiva nelle 40 boutique Balenciaga nel mondo ad un prezzo tra i 945 e i 1.245 euro.
NANCY GONZALEZ LANCIA LA COLLEZIONE TRAVEL Il brand Nancy Gonzalez sta allargando l’offerta dei suoi prodotti in pelle già molto apprezzati dalle celebrities americane. Saranno 11 i nuovi pezzi della collezione da viaggio in coccodrillo che verranno venduti esclusivamente presso il department store Bergdorf Goodman.
“Mia madre e io siamo sempre in viaggio, e non aveva senso acquistare valigie di altri brand”, ha detto Santiago Gonzalez figlio della designer e presidente di Nancy Gonzalez. “ Ma è stato molto difficile progettarli perchè non volevamo bagagli pesanti e volevamo creare valigie perfette”. La collezione comprende porta iPad, porta passaporto e diversi modelli di trolley. Il porta passaporto sarà in vendita a 600 dollari, mentre il prezzo medio per le valigie sarà di 8.000 dollari.
di euro). Il marchio, per cui borse e accessori rappresentano ancora il core business con il 90% delle vendite, tra marzo e settembre ha incrementato i ricavi retail del 30%. Questo trend, che nelle 10 settimane successive (fino al 4 dicembre) ha subìto un’ulteriormente accelerazione, è stato anche sostenuto dall’apertura di nuovi punti vendita. Gli ultimi in ordine cronologico sono
stati quelli di Manchester e il flagship di Londra, al 50 di New Bond Street (sostituisce il punto vendita al numero 42), entrambi inaugurati nei primi giorni di dicembre. Per quanto riguarda invece l’Asia, nel semestre chiuso a settembre, nuovi opening sono stati finalizzati dai partner operativi in Hong Kong, Korea, Qatar e Emirati Arabi Uniti.
MULBERRY VA A GONFIE VELE Decisamente positiva la semestrale Mulberry chiusa il 30 settembre 2010 che evidenzia la forte crescita di fatturato e redditività. Nel periodo considerato, infatti, le vendite del brand inglese sono aumentate del 38% a 44,7 milioni di sterline (pari a 53,2 milioni di euro) e il margine operativo è esploso (+219%) arrivando a raggiungere i 5,6 milioni (6,7 milioni 42 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
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AZIENDA DEL MESE di gennaio
INTERNAZIONALIZZAZIONE E CORNER: BRAMANTE GUARDA AL FUTURO
di Emanuela Dalle Molle
La terza generazione della famiglia Conti. Da sinistra: Elena, Eleonora, Riccardo e Francesca
Ha da poco compiuto 30 anni Bramante, proprio come il suo direttore commerciale Elena Conti, membro della famiglia che controlla e gestisce il marchio. Un progetto che partito dalla maglieria uomo, tocca oggi un mondo più ampio, fatto di total look e linea femminile, con la qualità come faro, per affermarsi in un mercato sempre più complesso e competitivo. Senza dimenticare che oggi, senza un brand forte e coerente, non si va da nessuna parte.
Il marchio Bramante ha più di 30 anni. Ripercorriamo un po’ di storia? Volentieri. Bramante è stato fondato dalla mia famiglia nel 1978 in seno al gruppo Co.Fin.Co., allora specializzato nell’ingrosso, con l’intento di creare un brand per il mercato al dettaglio. Da produttori di maglieria (dal 1947, ndr) ci siamo infatti trovati a competere in un mercato in cui non bastava più solo un buon prodotto, ma occorreva anche uno stile e un’immagine altrettanto qualificati.
Quali sono state le tappe fondamentali? Una delle tappe fondamentali è stata il lancio del triploritorto prodotto in esclusiva da Zegna Baruffa per Bramante. Questo filato conferisce infatti alla maglia un aspetto elastico, compatto e sempre nuovo perché ha un ridotto effetto “pilling” che ci ha consentito di accrescere la nostra riconoscibilità sul mercato. L’altra tappa è stata l’introduzione della collezione donna, presentata ufficialmente 6 anni fa e che ci sta dando un notevole riscontro. 11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 45
AZIENDA DEL MESE di gennaio
Da sinistra: campagne pubblicitarie per l’A/I 2010-11
Per me è anche una doppia soddisfazione, visto che è un progetto che abbiamo lanciato noi della terza generazione, composta da una maggioranza femminile!
però un controllo maggiore del territorio per cui stiamo investendo su nuove figure professionali per analizzare costantemente il mercato, carpirne gusti e tendenze e, a volte, sviluppare anche piccole collezioni ad hoc.
E per il futuro… Centrale nel futuro del brand Su quali mercati siete focalizè il retail. Nel 2009 abbiamo zati? I nostri capi sono decisamente trasversali, iniziato con l’apertura di corOltre all’Europa, che presidiatant’è che non abbiamo un vero e proprio ner e shop in shop. Noi abbiamo da molto tempo, negli ultarget di riferimento, perché esprimono mo un rapporto molto stretto timi anni ci stiamo muovendo con i nostri clienti negozianti, bene anche nei Paesi ex Urss e più che altro uno stile che in Italia sono circa 600 proprio a Mosca siamo presenper l’uomo e circa 250 per ti presso il prestigioso shopping donna e che consideriamo come dei partner, per cui la formula centre “Tsum” del gruppo Mercury. Vorremmo poi anche intensidei corner ci sembra l’ideale. Ad oggi ne abbiamo già aperti 10 ficare la nostra presenza nel nord America e nel sud-est Asiatico. in noti multimarca italiani (fra questi Arteni di Udine, Vidussi di Attualmente l’export costituisce il 30% del fatturato ma prevediaCividale del Friuli, La Corte di Olbia, ndr) e con soddisfazione, abmo che questa percentuale possa crescere. biamo anche inaugurato il nostro primo monomarca a Capalbio, in provincia di Grosseto. Fate parte di un gruppo più ampio, Co.Fin.Co. ci sono sinergie, o Sempre parlando di futuro, vediamo fondamentale lo sviluppo Bramante è totalmente separato? internazionale. Il nostro marchio è discretamente noto in Europa Gli unici elementi in comune con le altre società che fanno parte grazie al lavoro svolto negli anni dai classici agenti. Oggi vogliamo della holding sono la titolarità dell’azionariato e il profondo know46 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
in collaborazione con
BRAMA N T E
Sopra: due immagini del monomarca di Capalbio, in provincia di Grosseto A destra: showroom di Milano, in corso Matteotti
how nella maglieria. Fatta eccezione per questi aspetti, Bramante è un’azienda completamente indipendente sia nel posizionamento, sia nelle scelte distributive e anche nell’immagine. Perché un negoziante dovrebbe oggi comprare Bramante? Decisamente per l’ottimo rapporto qualità-prezzo che ci ha da sempre contraddistinto, ancor più oggi che il consumatore è sempre più consapevole dell’effettivo valore di ciò che acquista. La maglieria Bramante è interamente ideata e realizzata nella nostra sede a Sansepolcro ed è pertanto tangibilmente made in Italy: una scelta questa dettata di un profondo amore verso il nostro Paese e le sue tradizioni. Sì ma oggi un buon prodotto non basta più… Ne siamo consapevoli. È per questo che negli ultimi 4 anni abbiamo intrapreso un’importante politica di investimenti in comunicazione per innalzare la brand awareness di Bramante. Abbiamo utilizzato non solo i canali tradizionali come la stampa e la televisione, ma anche la comunicazione sul territorio: i tornei di golf che organizziamo annualmente con i nostri clienti, il galà organizzato per festeggiare il 30esimo anniversario a Riccione nel 2008 ma anche le aperture dei corner e dei negozi monomarca sono da vedere come investimenti sul brand, per la visibilità che danno su strada. Risultato? Oggi abbiamo un’immagine del brand pulita, raffinata e che interpreta le diverse occasioni d’uso. È insomma attuale e al passo con i tempi. I nostri capi sono decisamente trasversali, tant’è che non abbiamo un
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AZIENDA DEL MESE di gennaio
Da sinistra: corner Bramante all’interno del multimarca “Le Corti” di Olbia e corner Bramante all’interno del multimarca “Arteni” di Udine
vero e proprio target di riferimento, perché esprimono più che altro uno stile. Chi è l’artefice dello stile Bramante? Di fatto il marchio Bramante non è solo maglieria, anche se è il nostro core business. Offriamo un lifestyle che si articola in linee complete composte da pantaloni, giubbotti, camicie, ma anche accessori come borse, guanti e cappellini, che vengono tutti prodotti internamente. Per lo studio delle collezioni ci affidiamo ad importanti stilisti esterni che lavorano e collaborano continuamente con la nostra efficiente squadra dell’ufficio stile. Si tratta di uno staff di 30 per-
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sone con una profonda conoscenza di prodotto che interpreta e traduce tecnicamente i bozzetti. A coordinare con tanta passione principalmente la collezione donna c’è mia cugina Eleonora Conti. Il childrenswear è uno dei settori che ha tenuto meglio la crisi. Avete mai pensato di lanciare una linea per i più piccini? Diciamo che è un sogno nel cassetto, chissà prima o poi… Qual è stato l’andamento del 2010? Come prevedete di chiudere l’anno? Il 2010 è stato decisamente positivo. Prevediamo di raggiungere un fatturato pari a 11 milioni di euro.
STUDI /FATTURATI 2010
ABBIGLIAMENTO 2010: IL FORMALE TORNA IN POSITIVO, CRESCE LO SPORTSWEAR di Milena Bello Tornano a crescere nel 2010, in alcuni casi addirittura con variazioni positive a doppia cifra, le vendite dei principali marchi di abbigliamento sportswear e formale italiano. E, come già evidenziato nel corso dell’anno, è il segmento sportswear il più dinamico dei due. Sono i dati emersi dallo studio condotto da Pambianco Strategie di Impresa sui primi risultati di fatturato relativi al 2010 e presentato in occasione dell’appuntamento con Pitti Immagine Uomo a Firenze. Nella ricerca sono stati presi in considerazione alcuni tra i più importanti marchi che ci hanno inviato i dati di fatturato. In particolare, lo studio ha esaminato i fatturati di 11 aziende italiane di sportswear e di 7 aziende di formalwear. Gli 11 brand di abbigliamento sportswear hanno registrato una crescita dei ricavi dell’11,8% rispetto al 2009. Il fatturato complessivo passa a 606 milioni di euro contro i 542 del precedente esercizio fiscale. Ottima la performance di Franklin & Marshall che nel 2010 ha raggiunto 41 milioni di euro di fatturato con un balzo del 41,4%. Incremento a doppia cifra per la Fgf Industry (Blauer) di Enzo Fusco che ha registrato un fatturato di 70 milioni di euro nel 2010 (+25%), ma l’incremento potrebbe aumentare nei prossimi esercizi fiscali grazie all’acquisizione del marchio C.P. Company dalla Sportswear Company di Carlo Rivetti. In positivo anche i ricavi della società di Rivetti, in crescita del 20,1% rispetto allo scorso anno a quota 37 milioni di euro. Italservices, il gruppo veneto che ha in portafoglio i marchi Met, Cycle, Heavy Project, It’s e Fake London, ha archiviato il 2010 con un incremento del 15,7% a 81 milioni di euro, mentre la partenopea Harmont & Blaine ha registrato un progresso del 12,5% a 49 milioni di euro. Vendite in crescita anche per Mauro Grifoni (+7,9% a 41 milioni di euro), Inco-
Francesco Pesci Brioni
Domenico Menniti Harmont & Blaine
50 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
tex (+7,1% a 60 milioni di euro), Riese (+6% a 42 milioni di euro), Conte of Florence (+4,7% a 45 milioni di euro), G&P, la società di Graziano Gianelli cui fanno capo i marchi Peuterey e Geospirit, cresciuta nel 2010 del 4,5% a 93 milioni di euro e, infine, Seventy che ha archiviato il 2010 in sostanziale stabilità (+0,2%) a 48 milioni di euro. Più contenuto, come già anticipato, l’incremento del settore formale che però comprende un numero limitato di marchi. I sette marchi presenti nello studio hanno registrato una lieve crescita delle vendite dell’1,9%, un dato comunque significativo se paragonato alle flessioni a doppia cifra degli scorsi anni. Il fatturato delle cinque aziende ha così raggiunto 492 milioni di euro contro 483 milioni del 2009. Da sottolineare la performance della mantovana Lubiam che ha aumentato il fatturato del 20% da 32 a 38 milioni di euro. Bene anche Daniele Alessandrini passato da 36 milioni di euro di ricavi nel 2009 a 39 dell’esercizio fiscale appena concluso (+8%). Più contenuta la crescita delle altre aziende considerate nello studio, anche per via delle maggiori dimensioni del giro d’affari. Pal Zileri è passata da 124 milioni di euro di fatturato del 2009 a 128 milioni nel corso del 2010 (+3,2%) mentre Corneliani ha registrato un progresso del 3,1% da 122 a 126 milioni di euro. Resta in calo, seppur limitato, Brioni. L’azienda di Penne (PE), che nel 2010 ha visto il cambio al timone dell’azienda con Francesco Pesci nominato nuovo AD, ha chiuso l’anno con una flessione del 3,4% a 82 milioni di euro. Segno meno, infine, per Cantarelli che ha archiviato l’anno con una contrazione dei ricavi del 3,9% a 23 milioni di euro e Kiton che ha visto una flessione del fatturato del 7% a 56 milioni di euro.
Moreno Giuriato Italservices
Graziano Gianelli G&P
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STUDI /MULTIMARCA 2009
I TOP RETAILER ITALIANI TENGONO FATTURATI E REDDITIVITÀ NEL 2009
di Milena Bello
Se il numero dei monomarca in Italia continua a crescere, è altrettanto vero che non è ancora arrivato il momento di suonare il requiem del canale multimarca. Anzi, come emerge dal servizio di Vanna Assumma proprio nelle pagine di questo numero, quei multimarca che investono in location, servizio e marketing hanno sicuramente un futuro nel nostro Paese. Ma vediamo, dall’analisi dei bilanci, come sono andati i top retailer di fascia alta in Italia nel 2009.
Così come per le aziende, un rallentamento c’è stato anche a livello di distribuzione e ciò era inevitabile. “Il fatturato complessivo del nostro campione di retailer presi in considerazione - ha spiegato David Pambianco - è infatti calato del 6,1% rispetto al 2008, generando comunque un giro d’affari di tutto rispetto (a 599 milioni di euro). “La redditività (Ebitda), è leggermente diminuta passando dal 3,5% al 3,3%”. Sono questi, in sintesi, i risultati emersi dallo studio condotto per il terzo anno consecutivo da Pambianco Strategie di Impresa e che quest’anno prende in considerazione un panel più ampio, composto da 70 multibrand italiani. “Un risultato discreto quindi - ha sottolineato David Pambianco - raggiunto anche grazie ad una buona reattività dei retailer, che non hanno esitato, forse più delle aziende, ad aprirsi all’e-commerce, che hanno spinto molto sulla comunicazione, gli eventi nel punto vendita, il direct marketing e che hanno aumentato l’attività di ricerca di nuovi brand, di nicchia e meno distribuiti”. TENGONO I CONTI DEI MAGGIORI PLAYER Ma vediamo più nel dettaglio la classifica. Prendendo in considerazione i top five per fatturato, al primo posto si conferma San Carlo dal 1973. Il negozio fondato 37 anni fa da Giorgina Siviero proprio nell’omonima piazza torinese di San Carlo e che ora conta cinque punti vendita a Torino, presidia la prima posizione pur registrando nel 2009 un calo delle vendite annuali del 10,3%. Il giro d’affari è così sceso a 19,9 milioni di euro contro i 22 milioni del precedente esercizio fiscale, ma
MULTIMARCA Top 5 per fatturato Insegna
Fatturato 2009
Δ%
Ebitda %
1
San Carlo dal 1973
19.866
-10,3
2,7
2
Folli Follie
19.692
1,0
3,2
3
Tiziana Fausti
19.282
35,2
3,0
4
Coltorti
18.892
-12,0
3,3
5
Ratti
18.285
-14,4
4,2
Valori in migliaia di Euro 52 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Folli Follie a Brescia
ancora più netta è stata la flessione della redditività. Il valore percentuale dell’Ebitda dal 10,6% è sceso verso un risicato 2,7%. Sale in seconda posizione Folli Follie, l’insegna mantovana, fondata nel 1970 da Giuseppe e Lucia Galli come negozio di scarpe e accessori. Grazie al contribuito del figlio Francesco, oggi conta sette punti vendita in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Il gruppo ha scalato ben tre posizioni rispetto alla classifica del 2008 e soprattutto, ha recuperato in parte il calo delle vendite con cui ha archiviato il 2008. Nel 2009 i ricavi complessivi delle sette insegne hanno raggiunto i 19,7 milioni di euro in crescita dell’1%, mentre l’Ebitda è sceso al 3,2% dal 4,1%. La prima new entry nella classifica dei migliori per fatturato è Tiziana Fausti che nel 2009 ha registrato un incremento dei ricavi pari al 35,2% a 19,3 milioni di euro. “Il 2009 è stato un anno positivo ma l’incremento a doppia cifra che abbiamo archiviato non è del tutto reale perché è il risultato della fusione di due società che operano in due diversi settori – ha spiegato Tiziana Fausti – un’operazione che abbiamo deciso per poter gestire in modo armonico tutte le strutture del gruppo, a partire dal magazzino”. Va da sé quindi che nel 2010 Tiziana Fausti non potrà fare il bis della performance di crescita del 2009. È pur vero però che le quattro boutique del centro di Bergamo (Tiziana Fausti, Fausti Uomo, Tiziana Fausti Città Alta e Tiziana Fausti Accessori) hanno visto un incremento
STUDI /MULTIMARCA 2009
delle vendite nel corso dell’anno appena concluso di circa il 10%. “Certo – ha aggiunto l’imprenditrice – bisogna fare dei distinguo perché l’abbigliamento femminile ha sofferto anche quest’anno a differenza della moda uomo e dell’accessorio che è invece sempre in pole position nelle richieste. Non a caso abbiamo deciso di dedicare un intero punto vendita, inaugurato nel 2009, proprio agli accessori”. Scende invece di una posizione Coltorti che, con i suoi negozi a Jesi, Macerata, Ancona e San Benedetto del Tronto, ha realizzato nel 2009 ricavi per 18,9 milioni di euro, in calo del 12% rispetto all’anno precedente. Al quinto posto si piazza la storica insegna pesarese Ratti, presente, oltre che nel capoluogo marchigiano, anche a Bologna. Nel 2009 la boutique ha registrato un calo delle vendite del 14,4% a 18,3 milioni di euro. L’ONLINE ACCELERA I CONTI DI LUISAVIAROMA Si conferma una vera case history la boutique Luisaviaroma a Firenze, che è balzata al primo posto nella classifica delle top five per crescita dei ricavi, entrando così nelle prime dieci posizioni come giro d’affari. Da quando, nel 2007 ha avviato il sito internet, ha visto raddoppiare ogni sei mesi il giro d’affari. Nel 2009 i ricavi legati al canale internet hanno raggiunto oltre il 70% del giro complessivo che ammonta a 17,3 milioni di euro. Grazie al sito quindi, il negozio nel suo complesso ha realizzato una crescita del fatturato del 44,6% nel 2009. E nel 2010 Luisaviaroma si aspetta di incrementare ulteriormente la tendenza. In questo ultimo esercizio fiscale i ricavi dell’online dovrebbero raggiungere i 30 milioni di euro, con un balzo previsto attorno al 150%, mentre le vendite nel negozio fiorentino saliranno solo dell’1/2%. Al terzo posto si piazza Giglio boutiques, la catena fashion che conta tre negozi a Lamezia Terme, Catanzaro e Cosenza, con un incremento dei ricavi de 22% a 4,6 milioni di euro. Quest’ultima non è da confondere con l’omonima insegna Giglio di Palermo che è in ottava posizione per dimensione con un fatturato di 17,1 milioni. Guadagna la quarta posizione la toscana Gianni
Tiziana Fausti
L’abbigliamento femminile ha sofferto anche quest’anno a differenza della moda uomo e dell’accessorio che è invece sempre in pole position nelle richieste
Cuccuini che conta 8 negozi di cui 6 a Livorno e 2 a Punta Ala (Gr). Nel 2009 il progresso delle vendite è stato pari al 19,3% facendo raggiungere così un fatturato di 15,3 milioni di euro e consentendo alla boutique di entrare al quarto posto nella classifica dei top five per crescita. L’ottima performance del 2009 è stato il frutto di un riposizionamento del negozio a livello di proposta commerciale, come ha spiegato il titolare Gino Cuccuini che ha preso insieme al fratello Giulio le redini del negozio dalle mani del padre. “Da qualche anno abbiamo deciso di investire in aziende meno famose. Così, mentre prima ci presentavano come un multibrand shop corner, ora ci siamo messi in moto per trovare aziende che puntano sul prodotto e sulla ricerca”. Il motivo che ha spinto Cuccuini a compiere questa scelta è legato al cambiamento delle abitudini di acquisto dei clienti che si orientano sempre di più “verso gli outlet delle maison di moda, divenute boutique vere e proprie. È una sfida – ha aggiunto Cuccuini - anche perché il mercato non è ancora stabile. La prima parte del 2010 è stata estremamente positiva. Purtroppo la fine dell’anno si sta dimostrando molto fiacca dal punto di vista delle vendite,
MULTIMARCA Top 5 per Crescita % Insegna
Fatturato 2009
Δ%
1
Luisaviaroma
17.325
44,6
2
Tiziana Fausti
19.282
35,2
3
Giglio boutiques
4.653
22,0
4
Gianni Cuccuini
15.337
19,3
5
D’Anna
7.172
10,9
Valori in migliaia di Euro Tiziana Fausti a Bergamo
54 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
allegri.com SHOW ROOM MILANO Via Stendhal 36 - tel. +39 02 4225631 - infomilano@allegri.it
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STUDI /MULTIMARCA 2009
Luisaviaroma a Firenze
anche se contiamo di chiudere l’esercizio comunque in positivo”. Chiude la top five per crescita dei ricavi la boutique D’Anna, che ha registrato un incremento dei ricavi del 10,9% a 7,2 milioni di euro .
MULTIMARCA Top 5 per Ebitda % Insegna
Fatturato 2009
1
Pozzi Lei
12.587
-26,8
14,5
2
Papini
14.236
0,7
12,8
3
Sugar Man
14.997
5,6
11,5
4
Franz Kraler
4.179
-5,3
10,9
5
Russo
14.798
-20,7
9,1
Valori in migliaia di Euro
Δ%
Ebitda %
MIGLIORA LA REDDITIVITÀ DEI TOP FIVE Cambia, rispetto al 2008, il panorama dei top five per redditività. Balza in avanti di quattro posizioni Pozzi Lei, retailer di womenswear presente con diverse boutique in Lombardia, che raggiunge così il vertice nella classifica per Ebitda con un valore pari al 14,5% del fatturato (contro l’8,4% del 2008) a fronte però di un calo dei ricavi del 26,8% a 12,6 milioni di euro. Si conferma in seconda posizione Papini, negozio fondato nel 1973 e presente a Catania e Siracusa, con un Ebitda del 12,8%, in netto miglioramento rispetto al 10,2% del 2008. Al terzo posto per redditività troviamo l’aretina Sugar di Beppe Angiolini, presidente della Camera dei Buyer, con l’11,5% (era al 6% nel 2008) e una crescita delle vendite pari al 5,6%, seguita da Franz Kraler, multibrand con insegne a Dobbiaco (BZ) e Cortina, che nel 2009 ha registrato un Ebitda del 10,9% sul fatturato (rispetto al 5,9% del 2008). Chiude la classifica delle top five per redditività la napoletana Russo con un Ebitda del 9,1% che ha migliorato la posizione rispetto al 5,9% del 2008.
PREMESSA METODOLOGICA Sono stati considerati solo retailer che fanno capo a società di capitali (s.r.l. e s.p.a.), escludendo le società di persone. Il fatturato considerato comprende sia le vendite tramite i negozi multimarca che quelle tramite eventuali franchising che l’operatore ha con i brand. Il fatturato dei negozi con ragioni sociali distinte, ma facenti capo alla stessa proprietà è stato ricondotto nel fatturato complessivo del retailer. Lo studio completo con i singoli bilanci dei 70 negozi multimarca è disponibile a pagamento. Per informazioni scrivere a c.cogliandolo@pambianco.com o telefonare allo 02-76388600 56 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
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INCHIESTA
QUALE FUTURO PER I MULTIMARCA?
Ingresso della nuova boutique Coltorti a Miami
di Vanna Assumma
Il dato è consolidato: la tenuta nel 2009 e la crescita nel 2010 dei gruppi della moda e del lusso sono stati sostenuti dalle ottime performance delle reti monomarca, su cui i gruppi in questione stanno accelerando gli investimenti. Da qui una riflessione: questa tendenza è relativa solo alle grandi realtà, le uniche che hanno risorse per portare avanti aperture a ritmi serrati, o toccherà a tutte le aziende? E in questo nuovo contesto, che futuro avranno i multimarca? La domanda l’abbiamo posta anche alle migliaia di membri del gruppo Pambianconews su LinkedIn. Ne è scaturita una discussione che ci ha sorpreso per il seguito che ha avuto: più di 50 contributi in 15 giorni, tutti interessanti e appassionati. Ma tornando al quesito… la risposta la vediamo qui di seguito. Ragionando sul futuro dei negozi multimarca, la prima cosa da chiedersi è quanti abbiano chiuso i battenti negli ultimi 2 anni in seguito alla crisi e all’evoluzione dei consumi. La Camera dei Buyer ci comunica che, tra i suoi 115 soci che rappresentano la maggior parte della distribuzione di alta gamma italiana, 3 negozi hanno abbassato le serrande tra il 2009 e il 2010, ma 5 nuovi punti vendita sono stati aperti. Si tratta di numeri che sostanzialmente esprimono la tenuta della fascia alta del retail, ma che nulla ci dicono sugli altri livelli del mercato. In effetti i dati relativi ai multimarca scarseggiano, ma siamo riusciti a trovare un risultato molto significativo: Federmoda, l’associazione che riunisce i negozianti moda, ha analizzato la market share coperta dal piccolo dettaglio moda indipendente dal 1995 al 2010, e mentre 15 anni fa questa rappresentava il 70% del mercato, oggi si è ridotta al 40%. Il restante 60% è occupato da 58 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
grande distribuzione e catene. Del resto, stretti tra l’avanzata delle retail chain (di cui ricordiamo l’apertura recente di Gap e Banana Republic a Milano) e quella dei monomarca, su cui le aziende di vari settori e fasce di mercato puntano per avere un feedback diretto dal consumatore, nonché una comunicazione forte derivante dalla presenza su strada del punto vendita, è chiaro che i negozi tradizionali soffrono. Siamo in sostanza di fronte a una moltiplicazione dei canali di acquisto, dove alle grandi superfici e ai monobrand si aggiungono outlet, shopping mall, e-commerce, che erodono quota di mercato soprattutto alle piccole boutique. Un fenomeno ben riassunto da David Ragionieri, brand manager di Testi: “Faccio un esercizio veloce: 10 persone ogni giorno si fermano a prendere un caffè nello stesso e unico bar della zona. Dopo 5 anni nella stessa zona aprono altri 3 bar, di cui il primo è monomarca Lavazza dalle 100 miscele, il secondo
INCHIESTA
è fashion area vip (chissà quanto ha pagato per avere quello spazio), il terzo fa ogni giorno una promozione del 50% e il caffè è veramente ottimo. Le persone sono sempre 10. E allora 4 sceglieranno il risparmio con la promozione 50%, le altre si divideranno nei vari bar. Il fatto è che McArthurGlen chiuderà a 649 milioni di euro il 2010, con un + 20% sul numero dei visitatori, il che significa che la torta si è ridivisa e il comportamento del consumatore ha subìto un cambiamento radicale, ha una mobilità diversa rispetto a 10 anni fa e più opportunità per scegliere”. Claudio Antonioli
Marzio Torcianti
Maurizio Coltorti
David Ragionieri
Negozio Gap a Milano
INVESTIRE SULLA RICERCA Quali le strade allora per garantire lo sviluppo dei negozi indipendenti in un mercato ad altissima competitività come quello attuale? “I negozi che soffrono di più – osserva Claudio Antonioli, titolare delle boutique Antonioli – sono quelli che, pur avendo un posizionamento alto, basano il loro assortimento su prodotti commerciali, e mi riferisco anche a griffe conosciute che lanciano outlet, creano stock, e si ramificano con una distribuzione non più selettiva. La vera via è fare ricerca e personalizzare il negozio con marchi esclusivi che sviluppino una distribuzione molto attenta”. Antonioli, che ha store a Milano e a Lugano, ha appena aperto un altro punto vendita a Torino di 100 metri quadrati. “Non è un grande spazio – commenta – ma abbiamo messo all’interno un touch screen, così il cliente può visionare l’intero assortimento del negozio milanese, che si sviluppa su 400 metri quadrati, e nell’arco di una giornata spediamo l’eventuale ordine. Abbiamo scelto Torino perché è una città sofisticata, legata all’arte, desiderosa di sperimentare e quindi è il pubblico ideale per la moda di ricerca”. Dello stesso parere è Marzio Torcianti, buyer e managing director di Coltorti, che sottolinea come nella fascia molto alta e nelle realtà urbane di piccola o media dimensione, come può essere Ancona (100mila abitanti), sia difficile la gestione di un monobrand che richiede invece un bacino di utenza molto ampio: “Nel target fashion di alta gamma – aggiunge Torcianti – i multibrand hanno spazio per un ulteriore sviluppo perché propongono una selezione di prodotti e soprattutto una scelta di personalità a chi compra. Ormai il total look è morto,
Negozio Antonioli a Milano
11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 59
INCHIESTA
garantire una corretta rotazione degli stock e abbassare gli acquisti di inizio stagione”.
Enrico Montolivo
Fabio Paracolli
Michele Trevisan
soprattutto nella fascia luxury dove le persone vogliono sentirsi diverse, non omologate all’outfit proposto dalla pagina pubblicitaria di un giornale. Il negozio quindi deve essere riconoscibile per la sua estrema personalizzazione, e decisamente esclusivo. Noi magari facciamo solo 3 vendite al giorno, ma da 10mila euro l’una. Così siamo un punto di riferimento, altrimenti saremmo solo uno shop tra i tanti”. Ma può la personalizzazione del negozio, intendendo con questo termine un’identità precisa dettata dalla scelta delle collezioni e dalla ricerca, essere sufficiente come driver di sviluppo? Interessante a questo proposito il parere di Nicola Leonetti, Europe retail operation presso Prada: “Multimarca per lungo tempo ha significato ‘di tutto un pò’. Nella provincia continua a funzionare, nella città no. Prodotti certamente ricercati e di tendenza, di qualità elevata e di nicchia non sono più, a mio avviso, elementi sufficienti a garantire l’esistenza del multibrand, come eravamo abituati a pensarlo. La difficile gestione degli stock, le giacenze di magazzino a fine stagione (certamente non più assorbibili dal saldo) e l’estrema concorrenza non danno sufficiente margine al punto vendita. La chiave? Specializzarsi su una categoria di prodotto molto ristretta, avere nell’offerta un 30% di prodotti continuativi e, se possibile, struttuNegozio Tincati a New York rarsi su almeno 2-3 punti vendita per
SPINGERSI OLTRECONFINE Coltorti ha due boutique ad Ancona, due a Macerata, una a Jesi (An) e una a San Benedetto del Tronto (Ap). La settima l’ha inaugurata lo scorso agosto a Miami. “In seguito alla crisi – spiega Maurizio Torcianti – ci siamo detti: sono due le possibilità, o ci ridimensioniamo o ci ingrandiamo. E abbiamo optato per la seconda, però non abbiamo voluto investire sull’Italia ma all’estero, dando vita ad un progetto di internazionalizzazione del marchio Coltorti. Perché proprio Miami? Perché è la porta verso l’America latina, ci sono molti turisti e benestanti, e perché è votata all’arte moderna, infatti accoglie Art Basel che è la rassegna di galleristi più importante al mondo”. La scelta di andare all’estero è coraggiosa, soprattutto se consideriamo che gli americani sono abituati ai department store e ai monobrand. Altra esperienza interessante è quella di Tincati, multibrand che alcuni anni fa ha lanciato un marchio proprio con distribuzione monomarca. Infatti, oltre ai suoi negozi con offerta diversificata, il retailer ha aperto sette anni fa a Milano in via Gesù una boutique che vende solo prodotti Tincati, e recentemente ha inaugurato un altro monobrand a New York, circa 750 metri quadrati sulla Madison Avenue. L’internazionalizzazione non finisce qui: grazie all’aiuto di Centrobanca, che affianca l’imprenditore milanese sul progetto di promozione della sua etichetta, Tincati ha in programma nei prossimi 18 mesi due opening, in Sud America e nel Far East. “Nelle città estere più importanti – aggiunge poi Enrico Montolivo, a.d. di Giglio Bagnara – c’è ancora spazio per i multimarca. Un esempio tra tutti è Joseph in Notting Hill, a Londra”. ALLEARSI CON LE AZIENDE Giglio Bagnara, che prevede di chiudere il 2010 con un giro d’affari di 15 milioni di euro, nasce con un punto vendita di 4.000 metri quadrati a Sestri Ponente, una grande superficie che è una via di mezzo tra un department store e un negozio tradizionale. Lo scorso ottobre invece ha aperto a Genova il concept store Lux Giglio Bagnara, dal nome dell’ex cinema Lux nei cui spazi ha trovato dimora. Questo progetto è interessante perché, oltre a un recupero conservativo dello storico palazzo, offre soluzioni inedite per un multibrand: lo spazio è collegato a una medical spa con percorso termale, e ospita tre shop in shop (accessori Lc Bijoux, calzature Luca Del Forte, abbigliamento Pinko) e un temporary store, al momento con i guanti Sermoneta. “Ritengo che le alleanze siano molto importanti - sottolinea Montolivo – sia tra commercianti sotto forma di consorzi, sia con i brand. Corner e shop in shop garantiscono pro11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 61
INCHIESTA
fondità di assortimento, maggiore servizio, specializzazione e attrattività a tutto il negozio. Noi stipuliamo un contratto di affido di reparto che prevede forniture di servizi a fronte di una compartecipazione sul fatturato”. Una soluzione, quella degli spazi brandizzati, presente in diversi negozi, tra cui Palazzo della Moda a Urgnano (Bg) o Jdc Urban Store che propone spazi temporary alle aziende. Del resto si diffonde sempre di più il concetto di concept store, anche tra i monobrand. Un esempio è il negozio Larusmiani in via Montenapoleone a Milano, che oltre agli abiti, vende alcuni prodotti elettronici di nicchia, tra cui il nuovo reader di Sony, e libri antichi, come quelli del geografo cinquecentesco Livio Sanudo e dell’astronomo greco Claudius Ptolemaeus, con prezzi che oscillano tra 3.000 e 200.000 euro. HIGH TECH E SERVIZIO Nell’era della rivoluzione tecnologica, il negozio non può rimanere immune al web 2.0 e diventa quindi fondamentale la capacità di gestire i new media. Vanno studiate nuove
Concept store Lux Giglio Bagnara di Genova
forme di coinvolgimento dei consumatori attraverso i social network, la viralità, le sinergie tra mobile e punto vendita. “Bisogna chiedersi – sostiene Michele Trevisan, global head of interior design Diesel Headquarter - come i consumatori faranno shopping fra 5 anni. Tutti i formati di negozi - multibrand, monobrand, outlet, ecc - dovranno fare i conti con clienti che sono nati nell’era di internet, della Psp, dei telefoni cellulari e delle tv satellitari. La tecnologia sta cambiando le nostre abitudini creando consumatori evoluti, esigenti e informati, che navigano e che vogliono acquistare in tempo reale. Lo shopping tradizionale dovrà puntare sulla creazione di esperienze ed emozioni sempre nuove”. Allo stato attuale, già la creazione di un sito di vendite on-line parallelo a quello fisico è un’arma vincente. “Abbiamo aperto due anni fa lo spazio e-commerce – racconta Claudio Antonioli – ed entro il 2012 il fatturato online dovrebbe pareggiare quello del negozio “fisico”. Da quando abbiamo aperto lo shop su internet ovviamente compriamo di più, abbiamo un assortimento più vasto, ma un magazzino unico, e questo ci permette di creare sinergie. Ma ciò che è ancora più interessante è che la boutique virtuale è un volano di comunicazione per quella reale, l’on-line cioè promuove l’offline, e infatti anche le vendite del negozio fisico sono aumentate”. Infine, il servizio: la professionalità del personale, azioni di crm e di fidelizzazione, disponibilità di sartoria e su misura, consegne a domicilio, personal shopper, eventi, targettizzazione della clientela con sms e messaggi personalizzati, sono tutti interventi qualificanti e apprezzati. Ci piace concludere con il messaggio incoraggiante che ha espresso Fabio Paracolli, responsabile commerciale per Armadillo Scootewear in Italia, nel gruppo Pambianconews su Linkedin: “Sento parlare della morte dei multimarca da quando ho iniziato a lavorare. Certamente il loro numero è sceso, la loro professionalità è aumentata e la quota di mercato è diminuita. Non per questo non sono riuscito a immaginare e a mettere in atto strategie multibrand per le aziende per le quali ho lavorato. Lunga vita alla diversità!”.
L’OSCURO OGGETTO DEL RETAIL, IL PARALLELO L’innominabile: tutti lo conoscono ma nessuno ne parla. Un fenomeno di dimensioni rilevanti, al confine con la legalità, in un certo senso un vizio del mercato, che consiste nell’acquisto di merce da parte del negoziante che viene venduta ad altri commercianti, soprattutto nelle aree asiatiche e mediorientali. Il cosiddetto “parallelo” potrebbe sembrare un danno per le maison perché perdono il controllo della merce, non sanno dove andranno le loro collezioni, magari in negozi che ne svalorizzano l’immagine o che vendono a un prezzo inferiore rispetto al listino consigliato e inflazionano il brand. D’altro canto, le fashion house hanno bisogno di fare fatturato e di smaltire il surplus produttivo, così, quando un negoziante ordina centinaia di pezzi per modello, sanno che la maggior parte di questi prodotti prenderà la via del 62 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
parallelo. Si crea così una bolla, un comparto gonfiato, e le aziende non hanno un feedback reale di quello che è il mercato. Certo il commercio è libero e quindi il parallelo viene tollerato: da un punto di vista fiscale le fatture vengono regolarmente registrate dalle dogane, ma da un punto di vista contrattuale non mancano dubbi perché le licenze dei negozianti prevedono la vendita al dettaglio e non quella all’ingrosso. Ma che futuro ha il parallelo? Nessuno ci ha voluto rispondere, ma una considerazione si può fare: si può immaginare che in un mercato in cui i canali e le formule di distribuzione crescono costantemente (outlet, e-commerce, vendite a tempo…) le aziende riescano a smaltire più facilmente l’eccesso di stock, e questo potrebbe determinare una progressiva riduzione del fenomeno del parallelo.
INTERVISTA
ENZO FUSCO: “CON ME C.P. COMPANY SARÀ BELLO E POSSIBILE” di Carlotta Careccia
Lo sportswear nasce negli Stati Uniti, patria del casual per eccellenza, ed arriva in Italia agli inizi degli anni ‘70. Nel suo affermarsi nel Belpaese, C.P. Company ha avuto un ruolo fondamentale. Acquisito nel febbraio 2010 dal patron di Fgf, Enzo Fusco, qui vi raccontiamo il nuovo corso e la straordinaria storia di questo marchio.
Oramai l’acquisizione di C.P Company risale a circa 9 mesi fa. Qual è il suo bilancio ad oggi? Con C.P. Company abbiamo fatto solo una stagione, la P/E 2011, ed è andata bene. La cosa più importante adesso sarà vedere come va la collezione invernale, dato che il nostro core business sono i capospalla. Una volta superato anche questo step ci focalizzeremo sul lungo periodo. Come state cambiando la distribuzione? Innanzitutto abbiamo deciso di passare da una distribuzione tramite showroom ad una tramite agenti. In Italia ci siamo posti come obiettivo il riposizionamento del marchio verso l’alto, poiché nel corso del tempo è uscito da alcuni impor64 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
tanti negozi ed è entrato in altri, che non riteniamo adeguati. All’estero invece la distribuzione era corretta, perciò non abbiamo intenzione di modificarla. Una rete nuova o quella di Blauer? Tranne due casi in cui abbiamo premiato i nostri storici agenti Blauer dando loro anche la distribuzione di C.P. Company, ci siamo affidati a una nuova rete di agenti. L’abbiamo ritenuta un’operazione necessaria al fine di coprire i 20-25 punti vendita principali di ciascuna regione italiana. Adesso ogni regione ha il suo agente, in modo tale che i capi siano reperibili e che i clienti non pensino che il prodotto sia “bello ma impossibile”.
Che ruolo avrà il bambino? Un ruolo di primo piano. La linea era stata messa un po’ da parte, ma noi l’abbiamo ripresa e vogliamo rilanciarla, anche in questo caso rivedendo la distribuzione. Perché le è piaciuto C.P. Company? Per il prodotto e la sua storia. E’ stato il primo brand a mischiare lo stile militare con l’outdoor e lo sportswear. In più, è riuscito a presentarli in maniera nuova dato che è stato uno dei primi a fare il “tinto in capo”. Ha presentato, per la prima volta in Italia, un fit nuovo, vintage e con dei tessuti estremamente innovativi. Direi che questa è stata la mossa vincente. Nel passaggio Rivetti-Fusco, com’è cambiato lo stile? Sono dell’idea che, se un marchio ha un suo DNA, è stupido cambiarlo, perciò ho cercato di dare continuità a uno stile già esistente, rendendolo più moderno. Ho fuso passato e futuro
in un’unica collezione, facendo un viaggio nel tempo verso le radici dello sportswear, un mix tra il militare outdoor e lo sportswear vero e proprio. Qual è la sua idea di C.P. Company da qui a 3 anni? Far conoscere il marchio a un target diverso, ad un giovane uomo che ama uno stile non convenzionale, dato che è un prodotto ricercato e per questo ha anche un alto posizionamento sul mercato. Credo anche che sia opportuno aprire qualche monomarca d’immagine, sia a Milano che a Roma. Ci stiamo lavorando e non escludo che nel 2012 saremo già pronti per questo passo. Immagino che investirete quindi anche in comunicazione… Certamente, che vada a rafforzare quanto ci siamo detti. La nuova comunicazione sarà sia sulla stampa, che sugli altri mezzi, oramai imprescindibili se si vuole comunicare ai giovani. Avremo una nuova immagine, non tanto nei capi 11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 65
INTERVISTA
quanto nelle persone che li indosseranno. Un’immagine molto moderna, più giovane ed estremamente raffinata. Avete congelato la donna, come mai? L’abbiamo congelata… ma delle donne non si può fare a meno! Voglio prima concentrarmi sull’uomo e sul bambino, l’arco di tempo che mi sono dato è di almeno tre stagioni. Se tutto andrà come spero, la quarta stagione inizieremo a riparlare della donna, che senz’altro occuperà un ruolo molto importante. Blauer Usa, Bpd e Design by Enzo Fusco rientrano nella scuderia di Fgf Industry. Che peso ha ciascuno di essi e che peso ha, o è destinato ad avere, C.P. Company? Blauer fa l’80% del fatturato, mentre il 20% lo fanno Bpd e Design by Enzo Fusco. A partire dalla prossima stagione, si potrà contare anche il peso di C.P., che è destinato ad avere un 30% del fatturato del gruppo. Lei cura lo stile di tutti i suoi marchi? Sì, sono il direttore creativo... ma non solo! Quale marchio della sua scuderia si sente più vicino? A me interessano i nuovi progetti. Ad esempio mi sono sentito molto vicino a Bpd perché mi piace far partire una nuova storia. Certo, ho Blauer nel cuore dato che è partito da zero e in 9 anni l’abbiamo portato a risultati importanti. Mi sento comunque “addosso” sia Blauer che C.P. Company. Con il primo posso esprimere un po’ più di “cattiveria”, mentre con C.P. posso fare più ricerca, senza dover tener sempre conto del prezzo e dei materiali, cosa a cui devo fare molta più attenzione per Blauer. Fra i paesi emergenti è meglio puntare su…? E’ una domanda a cui tutti risponderebbero Cina perché sono in tanti e devono pur vestirsi. Ma anche l’India è un paese che sta crescendo e lo sta facendo bene. Non bisogna però trascurare l’Europa perché ci si lavora bene e perché bisogna aver ben presente che entrare in Cina e India è un percorso lungo, bisogna aprire dei negozi, fare un piano di comunicazione e poi gestire il tutto. Credo che le aziende italiane abbiano bisogno di incrementare le vendite all’estero perché in Italia siamo abbastanza “full”. A questo proposito ritengo che se la nostra azienda nel 2010 riuscirà a segnare in Italia un +10% sarà un successo. Ma dove faremo un +30%-40% sarà nel mondo. A quanto avete chiuso il 2010? A circa 70 milioni di euro. Sicuramente nel 2011, con l’inserimento del fatturato di C.P. Company dovremo arrivare sugli 80 milioni. Considerato che abbiamo fatto tutto in 9 anni e che questo è un momento di crisi posso dire che siamo stati bravini, tenendo anche presente che abbiamo concluso la licenza di Sweet Years questo inverno, privandoci così dei circa 15 milioni che il marchio del cuore ci portava ogni anno.
P/E 2011
66 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Esprima un desiderio per il 2011 Innanzitutto che questa crisi possa passare sia in Italia che nel mondo e per quel che mi riguarda continuare ad avere i risultati che ho raggiunto finora… dato che ci lavoro tanto!
INTERVISTA
C.P. Company, alle radici dello sportswear italiano
I
l marchio C.P Company nasce nel 1975, dalla mente creativa del grafico pubblicitario Massimo Osti che, negli anni del Loden, ne propose un’alternativa basata su due ingredienti: la funzione d’uso del capo affiancata da una profonda ricerca tecnologica. Nacque così la Chester Perry, azienda produttrice del brand che poi negli anni prenderà il nome di C.P. Company. Alla base di questo marchio c’è da sempre una filosofia creativa fortemente improntata alla sperimentazione. Già nel 1975, infatti, Osti lancia l’idea – ancora oggi attuale – di trasformare le uniformi da lavoro e quelle militari in capi di moda, sperimentando forme di finissaggio, spalmature e gommature particolari, tanto da creare un archivio che oggi ha più di 60.000 formule di tintura. La vera rivoluzione, non solo per il marchio ma per tutto lo sportswear italiano, è stata però il “tinto in capo”. Con questo procedimento, Massimo Osti trova, per la prima volta in Italia, il modo di impiegarlo anche sui capi in tessuto a navetta. Un processo che permette di ottenere effetti di tono su tono molto particolari. E’ cosi che Osti cambia in modo irreversibile l’abbigliamento casual italiano e C.P. si posiziona sulla prima linea di questo cambiamento. Nel 1984 Osti, al culmine del successo, cede le quote societarie della C.P. Company al Gft, Gruppo Finanziario Tessile, di Marco Rivetti, pur restando lo stilista del brand.
Precursore non solo in ambito stilistico, nel 1985 Massimo Osti inaugurò una tendenza che più avanti sarebbe stata seguita da molti, diventando editore della rivista-catalogo CP Magazine, venduta nelle edicole in formato extra-large. Nata sotto il segno delle uniformi, nel 1988 C.P. Company partecipa come sponsor alle Mille Miglia e in omaggio ai piloti realizzerà la “Giacca Mille Miglia”, icona del brand e meglio nota come “Goggle Jacket”. Grazie a questo particolare capospalla che copre completamente la testa da vento e intemperie, C.P. diventa famosa a livello internazionale. Il successo del capo è forte anche all’estero, in particolare in UK e USA dove, nel 1991, viene inaugurato un flagship store a New York nel Flatiron, fra i più particolari e rappresentativi grattacieli d’America e quindi, del mondo. Per C.P. Company il 1993 è l’anno della svolta, con l’ingresso nella Sportswear Company di Carlo Rivetti, che prosegue nella grande attività di ricerca specializzandosi su nuovi processi di tintura, lavaggio e spalmatura dei capi. Nel febbraio del 2010, Rivetti passa il testimone a Enzo Fusco, che acquisisce il marchio C.P. Company con l’obiettivo di riportarlo ai fasti degli anni ‘80. Nella scuderia di Fgf Industry C.P. Company si trova in ottima compagnia, avendo lo stesso DNA di Blauer e Bpd e Design by Enzo Fusco.
Goggle Jacket
Campagna stampa P/E 2011
11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 67
INTERVISTA
RETAIL E LIBERTY LONDON PER IL 2011 DI SLOWEAR di Paola Cassola
Officina Slowear, store di via Solferino a Milano
Tante le novità per il 2011 di Slowear, gruppo veneto con 60 anni di storia e un giro d’affari di 60 milioni nel 2010 e che stima una crescita oltre i 70 milioni nel 2011. Una nuova collaborazione e l’ampliamento del retail daranno sfogo alla creatività del Gruppo che punterà ad un’ulteriore crescita nei ricavi. Abbiamo intervistato l’amministratore delegato Mario Griariotto responsabile del nuovo corso dell’azienda. Mario Griariotto
Il gruppo Slowear ha recentemente aperto due nuovi store. Ci vuole parlare della strategia retail del prossimo triennio? Con il mio ingresso, un anno e mezzo fa, il gruppo ha deciso di dare un’accelerata al progetto di retail. Accelerata che si è concretizzata lo scorso settembre con due nuovi store a Milano e Treviso. Al momento gli store diretti sono 4, 2 a Milano, 1 a Treviso e 1 a Parigi. Il nostro obiettivo è di aprirne 25 in 3 anni, circa la metà a gestione diretta e altrettanti in franchising. Una particolarità che vorrei sottolineare riguarda le location. Facendo un esempio milanese, non siamo interessati alle classiche vie del lusso come via Montenapoleone, o altamente commerciali come corso Buenos Aires, preferiamo vie raffinate e alternative che abbiano una maggiore affinità con la marca, come via Solferino. Un approccio strategico, questo, che sarà applicato a tutte le nuove future aperture. 68 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Perché il nome Officina Slowear? Abbiamo scelto Officina Slowear (da una visione strategica di Roberto Compagno, presidente del gruppo ndr), quindi un nome diverso, con l’intenzione di rappresentare un contenitore di tutti e quattro i nostri marchi. Anzi, all’interno vendiamo anche articoli che non sono prodotti da noi, dal profumo alle scarpe, agli accessori e non solo, ai quali viene applicata un’etichetta “Selected by SLOWEAR” che è la garanzia per il consumatore di un prodotto di qualità e ricerca come sono i prodotti del gruppo. Queste caratteristiche danno al nostro negozio monomarca il sapore di un multimarca. Io definisco il mood dei nostri store “spettinato” perché lo ritengo fuori dai canoni rigidi dei monomarca tradizionali. Un’altra caratteristica è che ogni punto vendita, pur mantenendo la medesima atmosfera, non è mai uguale agli altri perché viene personalizzato con arredi e dettagli unici di design vintage e di ricerca.
INTERVISTA
Ma non c’è il rischio che il consumatore non capisca il sistema fatto di tanti “marchi”? Il consumatore è molto più attento di quello che crediamo. Le attività di comunicazione e di direct marketing che attiviamo hanno lo scopo di raccontare la nostra realtà spiegando che i quattro marchi - Incotex per i pantaloni, Zanone per la maglieria, Glanshirt per le camicie e Montedoro per le giacche - appartengono al gruppo Slowear. Inoltre, i responsabili di negozio hanno una specifica formazione per trasmettere ai clienti la nostra filosofia di prodotto. Il feedback che riceviamo è di apprezzamento del valore specialistico dei nostri prodotti e di conseguente fidelizzazione.
Ci vuole parlare dell’accordo con Liberty London? E della nuova collezione? Noi e Liberty London ci siamo scelti perché abbiamo una filosofia di pensiero e un approccio al prodotto molto affine. Liberty è un marchio storico che, come i marchi Slowear, fa della qualità e della ricerca la sua missione principale. Con queste affinità la partnership era una logica conseguenza. Con la collezione A/I 2011 di Liberty presenteremo un total look di prêt-à-porter uomo che attingerà al vasto archivio di stampe di Liberty reinterpretandole con spirito contemporaneo, nel rispetto della grande tradizione sartoriale inglese e con un tocco importante di italianità.
Come è il format? Il format è flessibile e quindi adatto ad ogni tipo di città, dalle capitali come New York, Londra, Roma e Parigi (dove potremmo aprire un secondo store), a città come Anversa o, in Italia, Treviso, dove siamo già presenti con uno store in franchising. Tutti i negozi sono dedicati solo all’uomo e le metrature variano da 70 a massimo 100 m². Nell’ideazione del format, per essere sicuri di centrare l’obiettivo, abbiamo coinvolto diversi architetti con un bando di concorso vinto dallo Studio Carlo Donati di Milano. Sono stati veramente bravi nel riuscire a rappresentare nel concept i valori della marca, ma al tempo stesso a rientrare in determinati valori di costo al metro quadrato necessari allo sviluppo di partnership.
E la distribuzione del marchio Liberty? Per quanto riguarda la distribuzione, la collezione numero uno - ovvero la P/E 2011 - sarà presente in circa 70 prestigiosi punti vendita del mondo, tra gli altri presso Tsum a Mosca, Club 21 a Singapore e in Italia da 10 Corso Como e Ratti. Stimiamo invece per la nuova collezione A/I 2011 circa 200 clienti. Questo accordo di licenza che obiettivi di business ha? In un periodo di circa 5 anni riteniamo che la licenza possa raggiungere circa 30 milioni di fatturato, sempre mantenendo una distribuzione internazionale di alto profilo.
So che il suo obiettivo è di aprire uno store anche a New York… Sì, negli USA da cinque anni siamo presenti con una filiale tramite la quale serviamo i principali department store come Neiman Marcus, Bergdorf Goodman, Saks Fifth Avenue e top specialty store come Mario’s e Mitchells tra gli altri. Ora siamo pronti per aprire un punto vendita. Stiamo verificando varie location, ma non abbiamo fretta. Nella nostra policy i negozi non devono dare solo visibilità, ma anche buoni se non ottimi profitti. Come già avviene per gli store a insegna Officina Slowear esistenti. Come detto avete diversi brand… ma ce n’è uno su cui vi concentrerete nel 2011? Sì, su Montedoro. In occasione di Pitti Immagine Uomo presenteremo una collezione A/I con molti nuovi modelli di giacche e di capi di outerwear, divisi su due grandi temi: le atmosfere degli Hamptons degli anni ‘50 e ‘60, popolati da artisti bohemien e il workwear navy della marina mercantile americana (la Merchant Marine). Altre novità di questo Pitti? Sì, siamo al Pitti con un secondo evento, la presentazione della collezione A/I 2011 a marchio Liberty London, che si terrà l’11 gennaio presso la British Library in Lungarno Guicciardini. Un evento reso possibile anche grazie al sostegno fattivo di Pitti Immagine che oltre ad essere partner dell’evento, si conferma una realtà sensibile e proattiva nel favorire l’incontro tra aziende e operatori.
Nelle foto: lo store in franchising Officina Slowear di Treviso
11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 69
STUDI /INVESTIMENTI PUBBLICITARI IN ITALIA
LO SPORTSWEAR TORNA A INVESTIRE (+18%) di Milena Bello ARRETRA IL FORMALE (-17%) Il 2010 ha visto una sostanziale tenuta degli investimenti pubblicitari su carta stampata in Italia. Se il formale continua ad arretrare, seguendo la performance negativa già evidenziata nei primi cinque mesi dell’anno, lo sportswear si conferma invece più reattivo e dinamico. È quanto emerge dall’analisi condotta da Pambianco sugli investimenti pubblicitari dei brand sportswear e formale sulla stampa italiana nel corso del 2010 IL FORMALE RALLENTA L’analisi ha preso in considerazione 233 brand che hanno investito complessivamente sulla stampa italiana € 25,3 milioni registrando un calo del 17,7% rispetto ai € 30,8 milioni del 2009. Ma i primi cinque marchi di formale hanno incrementato gli investimenti passando da € 4,5 milioni del 2009 a € 5,7 milioni nel 2010 (+27,7%), con la loro quota rispetto al totale degli investimenti che è stata pari al 22,8%. Al primo posto nella classifica dei top spender si piazza Kiton che in un anno ha quasi raddoppiato gli investimenti pub-
ABBIGLIAMENTO FORMALE UOMO Top 5 marchi per valore degli investimenti Rank Marchio
2010
quota %
Δ% rispetto al 2009 94,3
1
Kiton
1.352
5,3
2
Giorgio Armani
1.153
4,5
-1,7
3
Angelo Nardelli
1.151
4,5
23,7
4
Canali
1.093
4,3
-2,2
5
Tagliatore
1.034
4,1
68,8
Totale top 5
5.784
22,8
27,7
Altri (228 marchi)
19.615
77,2
-25,5
Totale 233
25.399
100,0
-17,7
Valori in migliaia di Euro
Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
ABBIGLIAMENTO FORMALE UOMO Top 5 testate per valore degli investimenti CORRIERE DELLA SERA
7.200
IL SOLE 24 ORE LA REPUBBLICA
5.966 2.194
STYLE MAGAZINE
1.973
PANORAMA
1.678
Valori in migliaia di Euro al netto degli sconti
70 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
blicitari, passando da 695,7 mila euro a 1,3 milioni di euro (pari al 5,3% del ttoale) con un balzo in avanti del 94,3%. Giorgio Armani sale invece di due posizioni rispetto all’analoga classifica stilata lo scorso anno, raggiungendo nel 2010 il secondo posto pur registrando una diminuzione degli investimenti. Quest’anno Re Giorgio ha investito in Italia nel solo abbigliamento formale uomo 1,153 milioni di euro (pari al 4,5% del totale) contro 1,73 milioni del 2009. Medaglia di bronzo per Angelo Nardelli che quest’anno ha registrato un incremento degli investimenti del 23,7% raggiungendo 1,15 milioni di euro, pari al 4,5% del totale. Chiudono la classifica dei top five Canali con 1,093 milioni di euro (pari al 4,3%) in leggero calo del 2,2% rispetto allo scorso anno, e la tarantina Tagliatore balzata in avanti del 68,8% nel 2010 con un budget destinato alla pubblicità pari a 1,034 milioni di euro. Se però i top five hanno aumentato la loro capacità di spesa per la voce pubblicità, gli altri 228 brand in classifica, che valgono il 77,2% degli investimenti, hanno invece registrato un calo del 25,5%. I budget destinati alle pubblicità sono passati da 26,3 milioni di euro del 2009 a 19,6 milioni del 2010. Considerando le testate più gettonate per le pubblicità, si nota immediatamente come i quotidiani mantengano il predominio assorbendo il 60,5% del totale, in crescita di cinque punti circa rispetto allo scorso anno. Seguono, con una flessione a doppia cifra degli investimenti pubblicitari sul 2009, i mensili con 22,3% del totale e i settimanali con il 17,3%. E i tre maggiori quotidiani italiani si confermano al vertice
STUDI /INVESTIMENTI PUBBLICITARI IN ITALIA
ABBIGLIAMENTO SPORTSWEAR Top 5 marchi per valore degli investimenti Rank Marchio
2010
quota %
Δ% rispetto al 2009
1
Peuterey
10.885
6,6
-0,6
2
Stefanel
4.459
2,7
94,9
3
Fred Perry
3.363
2,0
-0,4
4
Fay
3.212
1,9
28,5
5
La Martina
2.836
1,7
2.717,9
Totale top 5
24.756
14,9
28,9
Altri (595 marchi)
140.939
85,1
17,1
Totale 600
165.695
100,0
18,7
Valori in migliaia di Euro
Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
SPORTSWEAR Top 5 testate per valore degli investimenti LA REPUBBLICA
17.955
CORRIERE DELLA SERA
17.937
VANITY FAIR IL SOLE 24 ORE D LA REPUBBLICA DELLE DONNE Valori in migliaia di Euro al netto degli sconti
13.665 12.592 9.888 Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa
della classifica per valore degli investimenti, pur con qualche piccolo cambiamento di posizione rispetto allo scorso anno. Il Corriere della Sera sale di una posizione al vertice con 7,2 milioni di euro, pari al 28,3% del totale, seguito dal Sole 24 Ore con 5,9 milioni di euro e da La Repubblica con 2,1 milioni pari all’8,6%. E LO SPORTSWEAR AUMENTA LA QUOTA Se il formale arretra negli investimenti pubblicitari, lo sportswear allunga il passo. I 600 brand presi in considerazione dall’analisi di Pambianco Strategie di Impresa sono cresciuti del 18,7% nel 2010 passando da € 139,5 milioni dell’anno scorso a € 165,6 milioni di quest’anno. Al top della classifica si conferma Peuterey che nel 2010 ha investito 10,9 milioni di euro, pari al 6,6% del totale, in sostanziale stabilità con il budget dello scorso anno. Balza in seconda posizione Stefanel che sta puntando proprio sul rafforzamento della comunicazione all’interno della sua strategia di riposizionamento del brand. Nel 2010 gli investimenti sono cresciuti del 94,9% raggiungendo i 4,4 milioni di euro, pari al 2,7% del totale. L’ascesa di Stefanel ha fatto scendere di una posizione Fred 72 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Perry con 3,3 milioni di euro di investimenti pubblicitari, pari al 2% del totale. Al quarto posto si piazza Fay, brand del gruppo Tod’s, che nel 2010 ha investito 3,2 milioni di euro, pari all’1,9% del totale. Quinta posizione per La Martina. Il brand argentino ha aumentanto in modo esponenziale gli investimenti pubblicitari quest’anno, passando da 100mila euro a 2,8 milioni di euro. C’è però da aggiungere che parte di questa rapida crescita è legata alla serie di aperture di negozi del brand in Italia e alla strategia comunicativa legata al programma di opening. I primi cinque marchi che dominano la classifica hanno registrato una crescita del 28,9% degli investimenti, passando a 24 milioni di euro nel 2010, mentre gli altri 595 brand, che valgono l’85,1% del totale, hanno aumentato del 17,1% la quota pubblicitaria raggiungendo 141 milioni di euro di investimenti. Per quanto riguarda la destinazione del budget pubblicitario, i settimanali si confermano anche quest’anno la tipologia di stampa più richiesta con una quota del 45,5% del totale degli investimenti. Seguono poi i quotidiani con il 28,4% e i mensili con il 27,2% del totale. La testata che ha attirato i maggiori investimenti è stata La Repubblica con 17,95 milioni di euro, pari al 10,8% del totale, a pari merito con il Corriere della Sera con 17,93 milioni di euro, pari al 10,8% del totale. Segue poi Vanity Fair con 13,6 milioni di euro pari all’8,2% del totale.
INTERVISTA
RIVOLUZIONE BALLANTYNE, OBIETTIVO SELL-OUT! di Fosca Palumbo
Ci sono brand che non hanno bisogno di costruirsi una storia. È il caso di Ballantyne che, nato nel 1921 in Scozia, quest’anno festeggia i 90 anni di attività. Sinonimo di cashmere e di “hand made intarsia”, la tecnica dell’intarsio a mano che dà origine ai caratteristici rombi colorati, o “Diamond”, il marchio sta vivendo una vera e propria rivoluzione sia produttiva che distributiva. Autore di questo cambio di rotta è il nuovo AD Franco Natalucci a cui Charme, fondo d’investimento che acquisì il marchio nel 2004, ha da pochi mesi affidato il futuro dell’azienda.
Qual è lo stato di salute di Ballantyne? È un brand con un heritage incredibile e una grande considerazione presso il trade e il pubblico in generale, ma che non ha avuto il successo aziendale che ci si aspettava. Il mio compito consiste nel ricondurre velocemente l’azienda al riassetto economico e a questo scopo l’azionista – il fondo Charme – ha posto in essere un’importante ricapitalizzazione della società, a conferma che crede e condivide il progetto che ho messo a punto. Quali sono i punti cardine su cui verte questo progetto? Fondamentalmente tutto il business è stato rivisto. Basti dire che prima Ballantyne era quasi esclusivamente legato al mondo della maglieria in cashmere made in Scozia posizionata nella fascia alta del mercato. Con il nuovo piano triennale non sarà più così. Quali sono i numeri del piano? Prevedo di arrivare entro il 2012 ai 20 milioni di euro di fatturato, per poi raggiungere i 30 milioni nel 2013 perché “o si cresce o non si cresce”. L’aspetto fondamentale comunque non è la crescita delle vendite in sé, ma la marginalità che deve essere riportata su livelli corretti, con un valore aggiunto intorno al 60% del fatturato, se si vogliono poi avere le risorse per investire in comunicazione. Franco Natalucci
74 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
INTERVISTA
Come cambierà l’offerta alla luce del nuovo piano? Le collezioni saranno strutturate in un’ottica di total look con 160 pezzi per l’uomo e altrettanti per la donna. La parte top, ossia la maglieria in cashmere tra cui il classico “Diamond” hand made in Scotland, sarà esaltata all’interno della collezione, ma integrata da maglieria in filati misti di fibre nobili, capi in tessuto navetta e denim. A regime, maglieria e tessuto a navetta arriveranno a rappresentare ciascuno il 50% della proposta complessiva. Sia ben chiaro, non si tratta di un downgrading, ma di essere più vicini al mercato e alle necessità del trade, che sempre più chiede un buon rapporto qualità/prezzo.
E per quanto riguarda la produzione? Manterremo il cosiddetto “made in Scotland” e anche parte del “made in Italy” per i prodotti “storici”, ma ci serviremo molto anche nell’Estremo Oriente. In Cina, ad esempio, sono in grado di produrre a prezzi estremamente interessanti e con standard qualitativi oramai di tutto rispetto. La nostra mission è quella di proporre prodotti che il trade riesca effettivamente a vendere.
... quindi non si rivolge più esclusivamente alla fascia alta? Non vogliamo certo trascurare questa fascia di mercato, che è nel DNA del brand, ma al tempo stesso non possiamo limitarci ad un segmento con poca fruibilità commerciale. Per questo sposteremo il baricentro della collezione verso il basso, con prezzi retail che andranno dai 180 agli 800 euro circa.
E lo stile? È affidato al direttore creativo Yossi Cohen e anche in futuro rispetterà il perbenismo e il bon ton che da sempre caratterizzano Ballantyne, ma in un’ottica sempre più internazionale.
Questo determinerà anche cambiamenti nell’assetto distributivo? Naturalmente. In Italia, per avere costantemente un rapporto diretto con il mercato, siamo passati da una distribuzione tramite showroom (Milano e Roma) ad una su base regionale con 8/9 agenti dedicati. Anche all’estero stiamo seguendo lo stesso principio. In Austria abbiamo già una collaborazione in corso, in Inghilterra amplieremo quella già esistente, mentre ne stiamo definendo una per la Germania. Allargheremo poi la distribuzione verso i mercati dell’Estremo Oriente come Corea e Giappone, oltre ad alcune zone mirate della Russia e dei Paesi del Mediterraneo. Quanto vale oggi l’estero? Al momento molto poco, l’Italia è ancora il nostro primo mercato. Qui, in particolare, vogliamo raddoppiare la nostra presenza e arrivare a toccare quota 400 punti vendita per l’uomo e 300/350 per la donna. Il nostro obiettivo, però, è soprattutto quello di aumentare la penetrazione all’interno dei negozi. Per conquistare il trade farete leva su qualche aspetto in particolare? Sarà una conseguenza naturale della logica di strutturazione del campionario. Nella mia testa c’è l’esempio di Burberry che, partendo da un impermeabile, ha costruito una case history mondiale. Nel nostro piccolo speriamo di replicare questa operazione, naturalmente adattata alla nostra realtà e alle nostre dimensioni aziendali.
Si tratta di cambiamenti significativi... come reagirà il consumatore Ballantyne? In realtà, rispetto al passato, il consumatore di riferimento non cambia. L’unica vera novità è che gli costruiremo intorno una collezione più ampia in modo da incrementare le occasioni di acquisto. Il nostro target è sempre quello che definisco “l’establishment” e quindi l’avvocato, il commercialista, in generale il professionista, italiano e straniero, e i suoi figli.
Torniamo alla comunicazione, quanto intendete investire in questo ambito? Nella fase iniziale potremmo arrivare a toccare punte pari al 10% del fatturato, anche se poi ci assesteremo su una media del 5/6%. La comunicazione però non riguarda solo i cosiddetti mezzi tradizionali, ma anche i negozi. Entro il 2011 rivedremo il format del punto vendita di Milano, dopodiché penseremo a quello di Cortina. Esiste ancora un “progetto monobrand”? Non per almeno tre anni, diciamo che lo riprenderemo in considerazione solo quando saremo sicuri della strada intrapresa. Il prodotto per il momento rimane al primo posto. Non per nulla nel 2012 vorremmo sfilare con una collezione “couture” dedicata alla donna a Milano Collezioni. Vogliamo diventare una maison a tutti gli effetti e al momento giusto considereremo anche progetti di brand extension, primi fra tutti borse e calzature.
11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 75
INTERVISTA
Campagna pubblicitaria Roy Roger’s P/E 2011
LE CRONACHE DI ROY ROGER’S: LA SEDE, I JEANS E I CAPISPALLA di Carlotta Careccia
Da 60 anni “over the top” del jeans italiano, Roy Roger’s si trova in questo momento ad affrontare il passaggio di testimone da Fulvio Biondi ai figli Niccolò e Guido. Qui vi raccontiamo progetti, intenzioni e capacità da vendere di un brand della storia italiana che è destinato a far parlare di sé ancora per molto. Cosa cambierà nell’organizzazione di Manifatture 7 Bell? Un grande merito di mio padre è stato proprio quello di aver lasciato da un anno a questa parte tutta la direzione artistica a mio fratello e la gestione dell’azienda a me. Negli ultimi anni, infatti, mio padre si stava soprattutto divertendo, aveva dato vita alla Pontiac Solstice Roy Roger’s in limited edition, alla linea arredamento… insomma tutte cose extra abbigliamento. 76 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Niccolò Biondi
A Pitti dello scorso gennaio avete lanciato una collezione di capispalla, com’è andata? Molto bene, e a partire da quest’anno i capispalla troveranno la loro maturazione definitiva. A questa edizione di Pitti presentiamo, infatti, la linea Rugged, che sarà l’evoluzione dei capispalla Deluxe di Pitti 79. La parola Rugged, sarà il termine che surclasserà e renderà obsoleto il vintage.
INTERVISTA
Si, ma cosa significa? Innanzitutto è un movimento partito dagli ambienti “giusti” di New York e Giappone, ed è approdato in Italia solo ultimamente. Rugged è sinonimo dell’eleganza senza tempo come possono esserlo una giacca in harris tweed, in lana inglese… insomma è la parte elegante del vintage. Intorno a questa nuova etichetta si sviluppa una parte del pacchetto di capospalla, che saranno realizzati con tessuti particolari ed elaborati come denim cimosati giapponesi, cimosati italiani e ovatte tecniche. Perché la scelta di questo tipo di prodotto? La linea Rugged è un punto d’arrivo, tramite il quale vogliamo dare un segnale molto importante. Oggi comprare un capo è un investimento perchè con la crisi, i tempi del consumismo sfrenato sono finiti e le persone non hanno più voglia di spendere soldi per un capo che dopo sei mesi diventa obsoleto. In fondo anche il modello 5 tasche dei nostri jeans Roy Roger’s ha 60 anni e, a parte leggeri aggiornamenti, è rimasto pressoché immutato. Insomma, è un evergreen, come vogliamo che diventino i nostri capispalla. Altre novità? Ne abbiamo veramente molte. Al prossimo Salone del Mobile probabilmente lanceremo la linea casa griffata Roy Roger’s con una collezione dedicata all’area home design, che fra l’altro sarà co-protagonista insieme ai nostri modelli della nuova campagna pubblicitaria che faremo uscire a partire da Pitti 79. Senza dimenticare che dobbiamo finire la costruzione della sede di 8.000 m² a Campi Bisenzio. Quindi Roy Roger’s avrà una nuova casa … Sì, abbiamo voluto costruire una sede a bassissimo impatto ambientale, dotandola di un impianto di depurazione delle
acque, sia piovane che proprie, e di un impianto fotovoltaico sul tetto in modo tale che possa funzionare ad energia solare. Inoltre la sede utilizzerà l’energia geotermica per il riscaldamento ed avrà di fronte all’ingresso un piccolo impianto mini eolico al posto degli alberi ad alto fusto sulla facciata… questa immagine sarà il biglietto da visita della sede ecocompatibile. L’inaugurazione è prevista per i primi mesi del 2012. Come mai la scelta di investire in un immobile? La nostra azienda è presente sul territorio da 60 anni ed ha sempre prodotto tutto in Italia. Abbiamo voluto sottolineare il fatto che siamo una vera e propria Manifattura che produce in Italia e che investe sul territorio italiano, a differenza delle aziende che si spacciano per “made in Italy” ma che poi fanno fare tutto all’estero. E questo perché mio nonno prima e soprattutto mio padre poi, ci hanno trasmetto l’amore per questo lavoro. Che previsioni di fatturato avete per il 2010? In crescita di circa il 4-5% sui 32 milioni di euro di fatturato del 2009. Che progetti avete per il futuro? Abbiamo in programma di aprire un secondo monomarca a Milano nel 2012 e al di là di questo… dopo la morte di mio padre sia io che mio fratello abbiamo ereditato il compito di portare avanti le nostre idee e poi svilupparle in base al focus Roy Roger’s. Ci sentiamo molte più responsabilità addosso e per questo ci alziamo ogni mattina con la consapevolezza che possiamo contare solo sulle nostre braccia, sulle nostre idee e sulla nostra voglia di fare. E di questo ringraziamo nostro padre, che ci ha trasmesso questo amore sconfinato per il nostro lavoro e la consapevolezza che nessuno ti regala niente.
Campagna pubblicitaria Roy Roger’s P/E 2011
11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 77
INTERVISTA
CIESSE PIUMINI, RIPARTE L’AVVENTURA! di Valeria Garavaglia È tempo di tornare agli antichi fasti per Ciesse Piumini. Fondato nel 1976, Ciesse ha vissuto la sua età dell’oro negli anni ’80 e ’90 con i suoi piumini colorati e realizzati con materiali allora all’avanguardia come il Goretex. Poi il declino e, dopo una lunga serie di cambi di proprietà, il passaggio nel 2010 a Fremil International Spa, già titolare del brand di abbigliamento da sci West Scout. Flavio Milani, presidente di Fremil, spiega a Pambiancoweek come la società di Roma intende ora rilanciare lo storico brand.
Cosa ha spinto Fremil ad acquisire il marchio Ciesse Piumini? Dopo il lancio di West Scout e una volta ben strutturata l’azienda, in Fremil c’era lo spazio per un brand ad esso complementare. Quando ci è stato proposto Ciesse Piumini abbiamo capito subito che era il marchio ideale per noi, per due motivi: da una parte il grande valore del brand, a cui è 78 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Flavio Milani
abbinato un DNA di forte contenuto tecnologico e di innovazione, dall’altra, la bassa sovrapposizione con West Scout. Qual è secondo lei il DNA di Ciesse? Ciesse Piumini nella sua storia è sempre stato vissuto come il brand dell’avventura, anzi, in un certo senso in Italia ha creato il concetto di outdoor. Non a caso, in una delle prime
INTERVISTA
vi dove viene venduto un prodotto tecnico, che negozi più “generalisti” di sportswear di alta gamma. Lo sviluppo avverrà inizialmente solo in Italia o guarderete anche oltre confine? Miriamo già da subito ad espanderci anche all’estero, dove abbiamo focalizzato la nostra attenzione su quattro Paesi: Russia, Norvegia Svizzera e Germania. Anche in questo caso distribuiremo il brand in selezionati punti vendita multimarca.
immagini pubblicitarie c’erano due ragazzi su una moto che trasportavano un sacco a pelo di Ciesse Piumini e il pay-off recitava “Viva la libertà”. E come dimenticare poi il programma tv degli anni ’80 Jonathan – Dimensione avventura, in cui il conduttore Ambrogio Fogar aveva scelto Ciesse come sponsor? “Ciesse piumini è con te nell’avventura”, era questo lo slogan, che sottolineava la vocazione dell’azienda. Oggi, per rilanciare il brand, vogliamo ripartire da questi valori, aggiungendo però un contenuto tecnologico moderno e anche un tocco fashion. Date queste premesse, quale posizionamento intende dare a Ciesse Piumini rispetto a West Scout? West Scout offre un prodotto orientato allo sport sci, mentre Ciesse Piumini ha una storia diversa. Il piumino Ciesse può servire sia per la montagna, l’alpinismo o altri sport estremi che per affrontare un altro tipo di avventura, quella urbana, per coprirci dal freddo in città. Sul mercato, poi, il posizionamento di Ciesse sarà tra il medio-alto e l’alto, mentre quello di West Scout è più di livello medio.
Nel febbraio dello scorso anno, in occasione dell’acquisizione del marchio, si è parlato di una possibile quotazione in Borsa. C’è ancora questa ipotesi? C’è ancora, e diverrà realtà a breve. Mi spiego meglio: a febbraio 2010, abbiamo acquisito il brand Ciesse dal fondo GEM, che ce l’ha dato licenza fino a fine novembre. Il 15 dicembre c’è poi stato il conferimento del brand all’interno della Fremil Holding Spa. Quest’ultima possiede la proprietà sia di Fremil International che della Tianjin West Scout Limited, la nostra azienda di produzione in Cina. Entro il prossimo 30 marzo, quindi, Fremil Holding Spa verrà quotata all’Entry Standard di Francoforte. Aggiungo che il fondo GEM ha messo a disposizione di Fremil Holding anche una equity credit line di 10 milioni di euro per lo sviluppo dei propri obiettivi. Un’ultima curiosità: avete in programma un ulteriore shopping? È probabile. Per ora, abbiamo iniziato a guardarci intorno selezionando brand del nostro mondo di riferimento.
La collezione numero zero di Ciesse Piumini dopo il passaggio a Fremil viene presentata all’interno di Pitti Uomo. Cosa si aspetta da questa partecipazione? Credo che Pitti Immagine Uomo sia la vetrina giusta per far rientrare Ciesse Piumini dalla porta principale del trade. Si tratta di un marchio solido ed affascinante, con un heritage forte alle spalle e che già esponeva in passato a Firenze. Quale sarà la strategia distributiva? Abbiamo già selezionato una rete di agenti di eccellenza in Italia, che posizionerà quindi il prodotto in punti vendita di alto livello e che abbiano un fondamentale requisito: saper valorizzare il marchio e trasmettere lo spirito di avventura insito nella sua identità. Saranno sia multimarca sporti11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 79
PREVIEW / PITTI IMMAGINE UOMO
LA STAGIONE DELL’UPPER CASUAL
di Rocco Mannella
Giocano la carta della disinvolta eleganza le proposte di punta degli espositori del salone fiorentino che per l’autunno/inverno 2011/2012 definiscono un guardaroba rilassato, trasversale e performante.
Allegri
Gazzarrini
Bagutta David & Scotti
Musto
Reebok
Sundek
Dockers
La Martina
Massimo Rebecchi
Bandite le iperboli del “super formale” e le esasperazioni dell’urbanwear di matrice “street”, si fa strada un guardaroba sciolto ed ecletco che si presta ad abbinamenƟ intercambiabili e a combinazioni libere nel segno della nonchalance. La stagione predilige le linee pulite di gusto transeasonal, le silhoue e che esaltano il corpo senza troppo enfa zzarlo, i volumi compa , i pesi leggeri, i tessu dal tocco morbido e dall’ingannevole immagine ruvida, le nture in capo dalle sofis cate imperfezioni, le cromie naturali dall’immagine rassicurante. Si segnalano la moderna rivisitazione del classico blazer sei boƩoni, il confortevole appeal delle nuove giacche destruƩurate, la grinta dei bomber e dei piumini di ispirazione Eigh es, l’avventuroso tocco high-tech di caban marinari e la rus ca grinta di field racket e giubbini biker declina nei colori del so obosco. 11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 81
PREVIEW / PITTI IMMAGINE UOMO
Paoloni
Rodrigo
Manuel Ritz
Eton
NEW ALLURE Il blazer sei bo oni vive una nuova giovinezza e sceglie ves bilità asciu e e linee moderatamente avvitate che regalano slancio alla figura senza costringerla in innaturali costruzioni. L’immagine che ne deriva sdramma zza l’aplomb dello s le “execu ve” e perpetua, anche nella definizione delle giacche monope o, l’inesauribile lezione della sartoria italiana da cui recupera sopra u o l’a enzione per i de agli discre che fanno la differenza.
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Tombolini
Rocco P.
PREVIEW / PITTI IMMAGINE UOMO
Henry Cotton’s
Betwoin
Lubiam
Càrrel
LEISURE TOUCH
Angelo Nardelli
Alexander
Un’eleganza disinvolta e senza tempo che veicola messaggi di grande comfort e scioltezza a raverso l’a uale reinterpretazione della giacca destru urata con i revers so li, l’abbo onatura alta e le spalle leggermente arrotondate da indossare nelle occasioni meno formali. La stagione porta in primo piano tessu dal tocco morbido (come il jersey effe o infeltrito) e par colari mutua dal casual chic (come le toppe scamosciate e le fodere fantasia).
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PREVIEW / PITTI IMMAGINE UOMO
Fred Mello
Bomboogie
Add
Cby
URBAN RHYTHM Caldi, versa li, traspiran e ultracompa : così appaiono i bomber, i piumini e tecnocaban di tendenza del prossimo autunno/inverno. L’ispirazione parte dallo skiwear degli anni O anta che, messa al bando ogni inu le nostalgia, interpreta in maniera assolutamente contemporanea il desiderio di protezione e di elevate performance. I volumi sono morbidi, le imbo ture in ova a e piuma d’oca e i tra amen applica impermeabili e an vento.
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Blauer
Lotto
PREVIEW / PITTI IMMAGINE UOMO
Harmont & Blaine
Del Siena
Peter Brown
Brunello Cucinelli
CLEAN SPIRIT Drill, fustagni, tele compa e, cotoni ba u dalla mano calda, lane co e e flanelle cardate dall’ingannevole ruvidezza: sono i tessu -vede e che rieditano gli intramontabili must della tradizione anglo-biellese, per conferire nuova verve a montgomery perbenis , giubbinicocoon, pantaloni comodi e pull minimalis di vaga ispirazione Six es. Prevalgono gli effe mélange, le nture in capo, i beige freddi e i grigi declina nelle sfumature delle pietre.
86 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Seventy
Crocs
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PREVIEW / PITTI IMMAGINE UOMO
Marina Yachting
Valstar
U.S. Polo Assn.
18CRR81 Cerruti 1881
NORTH SEA Skipper e “lupi di mare” sono gli ideali numi tutelari di un’offerta des nata agli es matori del navy style. L’a enzione degli specialis del se ore si è sopra u o concentrata sull’uso di materiali ingualcibili e super resisten (come il “sailor picot” e il nylon ad alta densità), sulla scelta di studia accessori evoca vi (come gli alamari in corda e le coulisse a nodo scorsoio) e sulla definizione di una pale e croma ca che declina i pici toni dei mari del Nord.
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Moorer
Manas
PREVIEW / PITTI IMMAGINE UOMO
Crust
North Sails
Alfie Bobò
Fred Perry
COUNTRY TRIP Spirito spor vo e anima sofis cata per field jacket, giubbini biker, piumini e parka super light che mixano spun militari e atmosfere vagamente rus che, epurandoli da connotazioni troppo scontate e didascaliche che evocano l’inossidabile fascino della vita “on the road”. Prevalgono le superfici oleate, i tra amen “used”, i lavaggi imperfe e i colori presi in pres to dal so obosco con i verdi (oliva, salvia e muschio) e i marroni polverosi in pole posi on.
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Alviero Martini 1° Classe
Hummel
OPERAZIONI M&A
J.CREW PASSA A TPG CAPITAL E LEONARD GREEN & PARTNERS La catena americana J.Crew Group Inc. sarà acquisita dai fondi di private equity TPG Capital e Leonard Green & Partners. Secondo i termini dell’acquisizione, gli azionisti riceveranno 43,50 dollari per azione in cash, per un totale di 3 miliardi di dollari, prezzo pari a un premio del 29% rispetto alla media dei prezzi di chiusura di J.Crew del mese scorso in Borsa. In assenza di un’offerta concorrente a
OXFORD APPAREL PARLERÀ CINESE La multinazionale di Hong Kong Li & Fung Limited ha annunciato l’acquisizione di Oxford Apparel, dal gruppo Oxford Industries, Inc. Il prezzo dell’operazione, che dovrebbe chiudersi entro poche settimane, si aggira intorno ai 120 milioni di dollari. Oxford Apparel che produce marchi propri e in licenza è specializzato in outerwear, jeanswear e swimwear. Il gruppo inoltre ha anche annunciato il lancio delle nuove collezioni di Jennifer Lopez e Marc Anthony, che saranno disponibili nei negozi Kohl’s e che presenteranno in un primo momento proposte di abbigliamento e accessori uomo e donna, per poi in futuro allargarsi a prodotti per la casa.
prezzi superiori prima del prossimo 15 gennaio, l’operazione si chiuderà nella prima metà dell’anno fiscale 2011. “Sono lieto di annunciare questo accordo in quanto fornisce un valore aggiunto per i nostri azionisti. Inoltre, è una chiara approvazione di J. Crew, del duro lavoro e dell’impegno di ognuno dei nostri soci. Come ho sempre detto, noi pensiamo a lungo termine e facciamo il nostro lavoro giorno dopo giorno
in modo da poter fornire i migliori prodotti possibili ai nostri clienti”, ha detto Millard Drexler, presidente e CEO di J. Crew. “Sono entusiasta di poter collaborare con TPG Capital e Leonard Green & Partners in questa operazione e insieme al nostro team interno, compreso il nostro presidente Jenna Lyons, continueremo a lavorare per garantire continuità e futuro “, ha concluso il manager.
PAI PARTNERS RILEVA HUNKEMÖLLER DA MAXEDA
Philip Mountford
Il gruppo olandese di moda Maxeda Retail Group B.V. ha annunciato un accordo di cessione della catena di lingerie Hunkemöller a PAI Partners, il fondo di private equity che di recente ha messo in vendita la maggioranza di Gruppo Coin e che ha chiuso un accordo con Stefanel per rilevare il 50% della rete aeroportuale Nuance. L’accordo con Pai dovrebbe essere
perfezionato entro i primi mesi del 2011. Hunkemöller conta su una rete di distribuzione internazionale di circa 500 negozi, distribuiti soprattutto in Benelux, è rivenditore leader in Germania e sta sviluppando una rete di store in franchising. “Hunkemöller è cresciuta di anno in anno negli ultimi 10 anni ed ora è pronta ad accelerare ulteriormente nello sviluppo. PAI appoggia e sostiene i nostri progetti e crede fortemente nella nostra strategia e nella capacità del nostro team di realizzare gli obiettivi a lungo termine”, ha detto Philip Mountford, CEO di Hunkemöller: “Hunkemöller ha tenuto anche nell’attuale situazione economica ed è ben strutturata per una futura crescita. Con l’esperienza di PAI siamo sicuri che continueremo a sviluppare la nostra immagine, il prodotto e penetrazione nei mercati “, ha concluso il manager.
COTY FA SHOPPING NELLO SKINCARE Coty Inc. ha annunciato l’acquisizione di Philosophy dal fondo Carlyle. L’acquisizione del brand di skincare permetterà a Coty di espandere ulteriormente la propria divisione Coty Prestige, che gestirà Philosophy, brand di bellezza specializzato nella cura della pelle, che chiuderà il 2010 con un fatturato di 200 milioni di dollari. “Questa acquisizione permetterà a Coty di rafforzare la propria presen-
za nella categoria dei prodotti per la cura della pelle, che è uno dei nostri obiettivi strategici fondamentali”, ha affermato Bernd Beetz, CEO di Coty Inc. Secondo quanto riferito anche da Michele Scannavini, presidente della divisione Coty Prestige, “il marchio ha ancora un significativo potenziale di crescita negli Stati Uniti e delle incredibili opportunità nei mercati internazionali”.
Michele Scannavini
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OPERAZIONI M&A
A VHERNIER GLI ARGENTI DI DE VECCHI Vhernier acquisisce il 90% di De Vecchi, storica argenteria milanese. “Desideriamo dare nuovo impulso a un marchio – spiega Carlo Traglio, presidente dell’azienda orafa di Valenza – le cui creazioni sono state esposte o acquistate da musei del calibro del Victoria and Albert di Londra e il MOMA di New York, e con una solida tradizione alle spalle”. Tradizione che sarà portata avanti da Matteo Devecchi, nipote del fondatore Piero, il quale resterà in azienda con il 10% e con il ruolo di presidente. Devecchi affiancherà inoltre Traglio e Angela Camurati nella direzione artistica del marchio. Il rilancio parte dalla
CSP INTERNATIONAL ACQUISISCE WELL
riedizione in tiratura limitata di alcuni oggetti storici come la lampada Honia del 1970 e il candelabro T8 Pop e dalla nuova collezione. Questa sarà presentata a Milano al prossimo Salone del Mobile, nell’aprile 2011.
H&M CONQUISTA LA TOTALITÀ DI FABRIC SCANDINAVIEN H&M ha assunto il controllo totale di FaBric Scandinavien AB, che gestisce le catene di negozi Weekday e Monki così come il brand Cheap Monday, acquisendo il restante 40% delle azioni dell’azienda scandinava. L’operazione fa seguito a quella della primavera del 2008 quando H&M aveva acquisito il primo 60% delle azioni. Dopo l’acquisizione nel 2008, H&M ha ampliato il numero dei negozi Weekday e Monki che sono passati da 20 a 66 dislocati in 7 Paesi, e per il futuro ha grande fiducia nell’espan-
sione e nello sviluppo delle catene e nel marchio Cheap Monday. Con l’operazione firmata nei giorni scorsi, che prevede quindi il controllo del 100% dell’azienda scandinava, FaBric Scandinavien AB sarà integrato completamente nel gruppo H&M, ma i marchi continueranno ad essere gestiti separatamente. L’investimento complessivo di H&M per l’acquisizione è stato di 59 milioni di euro. La società è stata venduta dai suoi fondatori Adam Friberg, Lars Karlsson, Örjan Andersson e Linda Friberg.
A LVMH IL 100% DE LA SAMARITAINE Il colosso francese Lvmh ha acquisito dalla Fondation Cognacq-Ivy il rimanente 40,1% della Société Samaritaine, realtà cui fanno capo i grandi magazzini parigini La Samaritaine, attualmente chiusi per lavori. Il department store, fondato nel 1870, era stato acquisito per il 59,9% da Lvmh nel gennaio 2001. Recentemente Jean-Jacques Guiony, CFO del gruppo del lusso, era stato nominato presidente del grande magazzino, al centro di un importante
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progetto di restyling. Il palazzo de La Samaritaine, a pochi passi dal Louvre e da Notre Dame, ha un valore stimato intorno ai 315 milioni di euro e sarà trasformato in un complesso con un hotel, negozi di alta gamma, uffici e una parte di appartamenti di edilizia sociale. Il permesso di costruire, ha precisato Lvmh in una nota, sarà depositato nel secondo trimestre del 2011, e il cantiere dovrebbe partire alla fine dello stesso anno, e concludersi entro il 2013.
CSP International fa shopping in Francia. Con l’obiettivo di estendere la propria presenza nel mercato europeo, il gruppo che produce calze, collant, costumi da bagno, intimo a marchio Lepel, Oroblù, Liberti, Sanpellegrino e Le Bourget e che distribuisce sul mercato italiano le calze sportive di Puma, ha acquisito il 100% del Gruppo Well per 16 milioni di euro. “La realizzazione di questa acquisizione permette a CSP di rafforzare in modo determinante la propria presenza su un mercato di grandi dimensioni come quello francese, nell’ambito di un settore merceologico, la calzetteria, in cui CSP potrà sfruttare forti sinergie”, ha detto Francesco Bertoni, Presidente del Gruppo CSP. La società Well, fondata nel 1927, occupa oggi la seconda posizione nel mercato francese della calzetteria femminile e con una media di 25 milioni di paia di calze vendute ha una quota di mercato prossima al 20%. La calzetteria rappresenta l’80% dei ricavi, mentre il restante 20% è realizzato con la vendita di corsetteria commercializzata in gran parte a marchio Well e con il marchio in licenza Elite.
GIRO POLTRONE
BARNEYS, ARRIVA DANIELLA VITALE Daniella Vitale è stata nominata chief merchant ed executive vice-president di Barneys New York, con la responsabilità del settore donna e del sito Barneys.com. La Vitale tornerà così al fianco di Mark Lee, CEO del retailer, con cui aveva condiviso oltre 10 anni di collaborazione in Gucci, dove è
stata presidente dell’area Americas dal 2006. Contestualmente è stato comunicato che Judy Collinson, executive vp e gmm del merchandising donna, e Julie Gilhart, senior vp e fashion director donna, hanno lasciato l’azienda. Resta quindi aperta la posizione di fashion director delle linee femminili.
Daniella Vitale
JILLIAN SINEL NUOVO PRESIDENTE DI ZAC POSEN Jillian Sinel è stata nominata presidente di del brand a stelle e strisce Zac Posen. Sinel sarà responsabile della supervisione di tutti gli aspetti del business di Posen, che comprende sia l’omonimo brand che il marchio Z Spoke. Riporterà a Susan Davidson, CEO di
Zac Posen e Scoop NYC, entrambi di proprietà di Ron Burkle di Yucaipa Cos. L’assunzione della Sinel, ex direttore operativo di Carolina Herrera e Christian Dior USA, è l’ultimo di una serie di cambiamenti all’interno del brand. Nel mese di ottobre, Susan Posen, la
madre di Zac Posen e socio in affari di lunga data, si è fatta da parte per perseguire altri interessi. Il suo cambiamento di mansioni segue la nomina di Susan Davidson come CEO di Posen nel mese di settembre.
ALEXANDER WANG ARRUOLA RODRIGO BAZAN Alexander Wang ha nominato il suo primo presidente dal lancio del marchio nel 2005. Rodrigo Bazan entra così a far parte del “team Wang” dopo un’esperienza da Marc Jacobs International LLC, dove è stato general manager per Europa, Medio Oriente e India. Prima ancora ha ricoperto
la carica di CFO e successivamente di direttore generale di Alexander McQueen all’interno del Gucci Group. “A questo punto, abbiamo raggiunto un livello di crescita tale da rendere necessaria una figura di leadership che ci guidi attraverso questa nuova fase”, ha detto Wang a WWD. Bazan
si trasferirà da Parigi allo studio newyorkese di Wang per sovrintendere al merchandising, al marketing e alle vendite. Gli stilisti Dennis e Aimie Wang, manterranno i loro titoli di CPO e CEO. Il suo successore da Marc Jacobs sarà Santiago Cuchy, che proviene da Tommy Hilfiger.
ISSEY MIYAKE, GIORGIANA RAVIZZA ALLE PR ITALIA
Giorgiana Ravizza
Giorgiana Ravizza è stata nominata a capo delle relazioni pubbliche di Issey Miyake per il mercato italiano. La manager trentottenne, che ha iniziato la sua carriera lavorativa nei primi anni ’90 come organizzatrice di eventi presso la Gianfranco Ferrè, prima di approdare alla Maison (nata negli
anni ‘70 e che prende il nome dal suo fondatore, l’eclettico stilista nipponico Issey Miyake) è stata partner dell’agenzia di comunicazione Soncini.
ALBERTO PACCANELLI ALLA GUIDA DI EURATEX Alberto Paccanelli, consigliere incaricato per le politiche industriali di Sistema Moda Italia, è stato nominato all’unanimità, per il biennio 20112012 presidente di Euratex, l’associazione rappresentativa degli imprenditori europei del tessile-abbigliamentomoda. 96 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Paccanelli, 50 anni, comproprietario della Tessitura Martinelli Ginetto di Bergamo, azienda specializzata nella produzione di biancheria e di prodotti per la casa di fascia alta, è anche membro del Direttivo dell’Unione Industriali di Bergamo. Alberto Paccanelli
UPCOMING BRANDS
di Carlotta Careccia
Les fleurs du mode Sono le idee che salveranno il mondo e i qua ro brand che qui vi presen amo hanno fa o di questa frase un mantra. T-shirt, pantaloni, scarpe e abbigliamento na dalla voglia di freschezza, di ironia e dalla volontà di infrangere le barriere del già visto e del banale. Anche il modo di comunicare è differente: tramite passaparola, blog o even ques qua ro marchi si sono fa strada infrangendo i soli canoni, e imponendone di nuovi.
HAPPINESS IS A 10 $ TEE “Created from the need of Happiness” e dalla voglia di non uscire infas di da uno store perché si è speso troppo. È questo lo slogan che svela la filosofia alla base di Happiness is a 10$ tee, marchio di T-shirt ideato dalla mente crea va di Michael Scarpellini, italiano naturalizzato americano che vive e lavora a cavallo fra l’Italia e Los Angeles. Forte dell’azienda paterna alle spalle, la Serigrafica Patyuma di Rimini che fra le altre cose ha realizzato capi per American Apparel ed Hanes, Scarpellini ha le eralmente fa o “il bo o” nel giro di tre anni. Le T-shirt di Happiness sono infa entrate in tu i top store a livello mondiale e piacciono perché, oltre al costo rela vamente cheap, rivisitano in chiave ironica icone di s le come Chanel, argomen di a ualità e luoghi comuni. Fra i pun di forza del brand c’è sicuramente la comunicazione, fa a per passaparola, Facebook, Twi er e sopra u o tramite il blog che si trova sul sito. Marchio che si può definire intera vo, Happiness conta una tale schiera di sostenitori che mol dei sogge stampa sulle T-shirt arrivano dai suggerimen dei fan che scrivono sul blog del marchio. Le T-shirt sono prodo e e distribuite per l’Italia dalla stessa Serigrafica Patyuma. php.gruppore na.it/10dollartee/default.php
Michael Scarpellini e sua moglie Eiman Hamza
Co.Co.Co Chanel soƩo l’immagine di un gallo, Sandokan che sguaina la spada o Jimmy Choof Choof sono solo alcuni dei soggeƫ stampaƟ sulle T-shirt. A Happiness piace giocare con significaƟ e simbologie e proprio per questo, nel 2008, Michael Scarpellini ha dato vita a Mycloset, concept store presente sia a Milano che in altre ciƩà d’Italia, in cui sono vendute le T-shirt ma anche il meglio degli upcoming brands in circolazione. “La T-shirt come la intendiamo noi è tornata come negli anni ’70, un foglio bianco su cui l’arƟsta o chiunque può scrivere”. Michael Scarpellini, classe 1984.
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UPCOMING BRANDS
BAND OF OUTSIDERS
Scott Sternberg
Sullo sƟle boho-preppy, ScoƩ Sternberg ha pensato Band of Outsiders per un uomo che usa linee skinny, maglioni oversize di lana lavorata e papillon su camicie serrate fino all’ulƟmo boƩone. Oltre alla prima linea ci sono anche Boy, pensata per una ragazza un po’ maschiaccio e Girl, dallo sƟle più femminile ma sempre con un tocco di eccentricità.
A sinistra: www.bandofoutsiders.com Baseball Jacket. Ringer Tank. Tie. Polo Shirt. Needlepoint Belt. GQ, January 2011.
Ph. Chris Moore
“We make clothes and other stuff like that”. È questo il claim che accoglie gli internau che sia avventurano nel mondo di Band of Outsiders. Fondato nel gennaio 2004, il marchio è stato lanciato da Sco Sternberg, che ne è la mente crea va ed annovera nel suo team la stylist Tina Chai ed il set designer Jared Lawton. Il trio deve il suo nome all’omonimo film di Jean-Luc Godard, del quale riprende la propensione all’irregolarità e ad infrangere le regole. Esempio lampante di questo amore per la ribellione ne è il sito internet, una vera e propria pia aforma virtuale in cui il marchio ha inserito un blog di immagini che riprende lo s le di “The Sartorialist”, una sezione dedicata alle vendite online e molte altre chicche, tra cui una pagina dedicata agli aman dei cookies, in tolata: “If you don’t like cookies, you might not have a soul”. Con sede a Los Angeles, la Band of Outsiders presenta le sue collezioni a New York ed è stata scelta da retailer del calibro di 10 Corso Como e Antonia a Milano, Harvey Nichols e Lane Crowford ad Hong Kong ed Opening Ceremony a New York, LA e Tokyo. www.bandofoutsiders.com
D21
Per andare lontano ci vogliono buone gambe... o pantaloni ada ! La pensa così il marchio D21, nato dall’immagine del globe-tro er di stampo Brit. Proge o ideato dal gruppo D&K Distribu on, sarà distribuito per la P/E 2011 e si focalizza sui pantaloni. La linea si compone di circa 50 pezzi, cara erizza dall’assenza totale di riba ture a vista che lasciano una sola impuntura visibile, in leggero sovratono, sulla tasca. Venduta in Italia da Alibi di Porto Maggiore (FE), punto vendita riferimento dell’Emilia-Romagna, prome e di farsi strada in tu i top store sul territorio nazionale. www.d21pants.it
VOLTA Se mancava una scarpa moderna che unisse il mondo Strada sneaker al mondo casual, ci ha pensato Volta a me erla sul mercato. Il marchio fa capo a Twentyfourseven, neonata società milanese fondata nel 2008 da qua ro ragazzi vene , tu under 30. Così Mauro Simionato, Tommaso Bosco, Giacomo Piazza e Ma eo Mendiola hanno unito le proprie diverse professionalità per dare vita ad un proge o imprenditoriale innova vo. Il brand ha iniziato realizzando calzature di taglio “mid “in collaborazione con Vibram e dopo il lancio della prima Volta, la Classic, questa unione si è ulteriormente rafforzata. Per questa edizione di Pi il marchio dei qua ro Twentyfourseven presenterà la linea Strada, una scarpa tecnica ma di uso quo diano. www.voltafootwear.it
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Mauro Simionato, Tommaso Bosco, Giacomo Piazza e Matteo Mendiola
11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 99
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APERTURE MONOMARCA
HERMÈS SI TUFFA NELLA VILLE LUMIÈRE A Saint-Germain-des-Prés, al 17 di rue de Sévres, l’antica piscina Lutetia è diventata la sede del nuovo flagship store d’Hermès. Dopo 170 anni di fedeltà alla rive droite, la maison francese attraversa la Senna per l’apertura del 313° monomarca nel mondo, il secondo, come metratura (2mila m²) dopo quello di Faubourg Saint-Honoré sempre a Parigi. I due livelli della piscina ospitano le 16 famiglie di prodotto d’Hermès suddivise in moda uomo/donna, equitazione, profumi, orologi e arte della casa. Quest’ultima, in particolare, ha visto la proposta arricchirsi di tessuti d’arredamento, carta da parati, tappeti e la nuova riedizione di mobili in limited edition sviluppata da Jean-Michel Frank. La nuova offerta, che per la prima volta debutta in uno store Hermés, copre più di un terzo della superficie totale ed è protetta da due grosse cabane di frassino intrecciato ideate dall’architetto Denis Montel. La terza cabane ospita, per le prossime settimane, la collezione dei 365 foulard ideati dall’artista francese Daniel Buren. La piscina, monumento storico dal 2005, vuole oltrepassare il concept della vendita aspirando a diventare un luogo di pausa dal caos cittadino. A questo scopo il Plongeoir (trampolino), lo spazio un tempo dedicato ai tuffi, si è trasformato in un salone per degustare tè e cocktail in tutta tranquillità sfogliando uno dei libri in vendita nella libreria Actes Sud. Gli spazi del 1935 ospitano infine Baptiste Pitou: un’area di 55 m² in cui trovare tutto il savoir-faire della maison applicato ai fiori con servizio di consegna a domicilio. Come dicono a Parigi, “un véritable concept store du luxe”.
REPLAY RINNOVA LO STORE PARIGINO Il flagship store Replay di rue Etienne Marcel ha riaperto le porte con una veste completamente rinnovata. Gli interni dello store di circa 500 m², un ex negozio di ceramiche dei primi del novecento dal sapore inconfondibil-
mente parigino, sono stati rimessi in luce e integrati perfettamente con la nuova veste progettata dall’azienda. Il nuovo concept si propone di ricreare ambienti che rappresentino piacevoli soste mentali e fisiche nello spazio urbano. Il piano terra è invaso da alte colonne di piante e da veli d’acqua che scendono dal soffitto mentre l’accesso al piano inferiore passa attraverso un tunnel verde di piante rampicanti che ricorda alcune discese parigine della metropolitana disegnate da Guimard. Nel negozio sono presenti tutte le linee Replay.
DEBUTTA NEL CUORE DI MILANO PIACENZA CASHMERE Piacenza Cashmere apre a Milano il suo primo flagship store. Il negozio, che si trova in via Manzoni 25 si estende su una superficie di 100 m², disposti su due piani. Plus del monomarca è il piano superiore dove i clienti possono trovare anche un corner riservato al
servizio su misura. L’ambiente propone uno stile raffinato e lussuoso con pareti trattate con intonaci di argilla colorata morbidi al tatto, boiserie laccate a pennello con smalti all’acqua, pavimenti a listoni in rovere invecchiato e appenderie in ferro battuto e cerato.
DIESEL APRE A CATANIA IL PRIMO STORE SICILIANO
Apre i battenti in Corso Italia a Catania il primo monomarca siciliano di Diesel. Fedele al DNA del marchio, il negozio che si estende su una superficie di circa 152 m² su un unico piano, unisce tecnologia e vintage, ed è stato pensato anche per essere “vissuto” e diventare il contesto ideale dove assaporare e godere tutto il lifestyle Diesel. Come sempre, sul “denim-wall” si trovano esposti tutti i modelli di jeans declinati in lavaggi differenti. Per l’opening, avvenuto nei primi giorni di dicembre, il punto vendita è stato allestito prendendo come fil rouge il tema creativo della collezione Diesel P/E 2011 ispirato al cinema. 11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 101
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I Designer Outlet McArthurglen sono oggi la scelta privilegiata delle più esclusive firme del lusso. 19 centri in tutta Europa, i migliori marchi della moda in una vetrina unica, meta ogni anno di 75 milioni di visitatori. All’orizzonte ulteriori opportunità di business per dare la possibilità a nuovi brand di entrare a far parte del nostro esclusivo Portfolio.
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APERTURE MONOMARCA
RUCO LINE PARLA NAPOLETANO Le calzature made in Italy di Ruco Line sbarcano a Napoli in via dei Mille 27/29. La location, disegnata secondo il nuovo format inaugurato in via della Spiga a Milano, si esten-
de su una superficie di circa 60 m² e mescola spunti high tech e minimal chic. L’opening è stato organizzato in collaborazione con Carlo Maria e Massimiliano Coppola, patron delle boutique Maxi Ho da oltre trent’anni punto di riferimento per le griffe del lusso nel panorama partenopeo e partner di Rucoline. Con questo progetto Marco Santucci e Daniela Penchini, fondatori e titolari di Rucoline, intendono esprimere la filosofia del marchio offrendo al pubblico un nuovo modo di vivere il loro mondo. “Dopo Napoli abbiamo in previsione nuove aperture sia in Italia che all’estero. Inaugureremo un secondo monomarca a Milano, in Porta Ticinese e un secondo a Bologna nei Portici di via dell’Archiginnasio entro marzo 2011. All’estero 2 nuovi shop a Tokio, uno nell’area dello shopping di tendenza Daikanyama e l’altro nello storico distretto del business internazionale Kotto Dori”, ha spiegato Marco Santucci, presidente e CEO di Rucoline S.p.A. “Per noi il canale monomarca rappresenta ad oggi il 50% del fatturato che nel 2010 prevediamo di chiudere intorno ai 20 milioni di euro”, ha concluso Santucci.
BOUTIQUE ROMANA PER I GIOIELLI MATTIOLI
NEW OPENING PER ALBANO A ROMA
Il gioielliere torinese Mattioli apre a Roma la sua prima boutique monomarca in via del Babuino 105. Lo spazio, accogliente e curato, si sviluppa su una superficie di circa 45 m², ed è espressione del gusto di Licia Mattioli, imprenditrice e ideatrice del brand, che fa parte della storica azienda torinese Antica Ditta Marchisio.
Albano ha inaugurato un flagship store di 100 m² in Piazza di Spagna a Roma, il secondo negozio di proprietà dopo quello di Piazza dei Martiri a Napoli. “Il flagship store di Roma vuole essere, oltre che l’interpretazione di un successo, un luogo di eccellenza per vivere l’esperienza del mondo delle calzature Albano, grazie al design dello spazio che ha permesso di tradurre e trasmettere i valori dell’azienda. Abbiamo scelto una location di prestigio, certi che sarà un punto di riferimento importante sia per la nostra clientela italiana che per quella internazionale che cerca in Italia una calzatura che rappresenti lo stile Made In Italy”, ha detto Sergio Albano, AD dell’azienda di calzature.
FREY WILLE, NUOVE VETRINE A LONDRA E NEW YORK
Il gioielliere austriaco Frey Wille celebra il Natale e il suo 60° anniversario con il lancio di nuovi stand-alone stores in due città chiave del lusso mondiale. Il primo a Londra al numero 45 di Piccadilly, in posizione strategica di fronte Fortnum and Mason e vicino alla Royal Academy of Arts. Il secondo a New York in Madison Avenue, centralissima via dello shopping della grande mela. Lo store di Londra, che si sviluppa su 128 mª ha aperto a dicembre, mentre per quello di New York (269 mª) bisognerà attendere fino a febbraio 2011. Il nuovo layout del negozio di Piccadilly è stato creato dal designer del marchio Simone Grünberger-Wille e dall’architetto giapponese Miyako Niarz. Quest’ultimo ha progettato anche il negozio londinese di Sloane Street, così come Cannes, Madrid, Vancouver e New York.
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APERTURE MONOMARCA
BURBERRY BRIT TROVA CASA A MILANO
Dopo le boutique a Madison Avenue e Columbus Avenue a New York, Burberry ha aperto il primo negozio europeo ad insegna Burberry Brit (la linea più sportiva della griffe inglese) a Milano. Situato in Corso Venezia 9, lo store si sviluppa su una superficie di 250 m² e riflette un nuovo concept sviluppato da Christopher Bailey, direttore creativo di Burberry, dove materiali e temi inglesi sono utilizzati in modo contemporaneo e innovativo, mescolandosi con tecnologie digitali all’avanguardia, come i Led flat video wall che trasmettono contenuti del brand.
FALCONERI APPRODA IN VIA DELLA SPIGA Falconeri ha inaugurato il primo punto vendita monomarca a Milano, in Via della Spiga 1/3, zona strategica della capitale della moda. Il brand di abbigliamento specializzato nella maglieria di cachemire per l’uomo e la donna, che dal 2009 fa parte del Gruppo Calzedonia, apre così il tredicesimo punto vendita sul territorio italiano. Uno spazio caldo ed elegante che si estende su circa 40 m² e si affaccia su tre vetrine.
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RIVIVE A PARIGI L’HAUTE JOAILLERIE DI DIOR Ha riaperto i battenti dopo nove anni il negozio di alta gioielleria e orologeria di Christian Dior nella capitale francese, all’8 di place Vendôme. Lo spazio, di 125 m² su due livelli, è stato ristrutturato dall’architetto Peter Marino secondo il concept utilizzato anche per la storica boutique di avenue Montaigne 30. Lo store riprende lo stile francese del 18° secolo, con pavimenti in marmo nero cabochon e in parquet di quercia sui toni del grigio. Accanto ai preziosi della griffe trova spazio anche l’arte, cara a monsieur Dior. Tra le altre opere, anche due dipinti di Damien Hirst e Martin Kline.
BLAUER APRE IN ALTA QUOTA A CORTINA
Blauer festeggia i suoi primi 10 anni in Italia con un nuovo store a Cortina d’Ampezzo, nel cuore delle Dolomiti. Lo spazio, progettato dagli architetti Dacomo e Leonardi, occupa circa 70 m² al 33/35 di via Cesare Battisti. Il legno è protagonista negli interni, accostato al ferro grigio. Il negozio presenta varie collezioni del marchio: Blauer adulto, Helmets, Blauer elements, una selezione dalla linea junior, più una limited edition di gioielli creata dall’orafo milanese Gialloro. Il brand americano fa capo a FGF Industry, azienda veneta che produce e distribuisce anche C.P. Company e BPD e che stima per l’esercizio 2010 un fatturato di 70 milioni di euro.
TRE NUOVE VETRINE ITALIANE PER CLARKS Clarks prosegue il suo piano di aperture italiane con tre nuovi Clarks Shop, che portano a 26 il totale dei monomarca nel nostro Paese. Dopo aver scelto i centri storici delle principali città italiane, nell’autunno 2010 Clarks punta anche sui centri commerciali. Novità assoluta è il primo Clarks Shop in Campania, nel centro commerciale Campania, a Marcianise (CE). Lo store che si trova al primo piano è disposto su una superficie di vendita di 50 m², con due ampie vetrine. La seconda apertura è nella capitale, al primo piano della moderna e prestigiosa Galleria Commerciale Porta di Roma, mentre la terza si trova in provincia di Milano nel centro Il Globo a Busnago.
I tre nuovi Clarks Shop segnano un ulteriore passo nel piano strategico di Asak & Co., distributore esclusivo del marchio per l’Italia, che prevede tra le 3 e le 4 aperture all’anno nel corso dei prossimi cinque anni.
APERTURE MONOMARCA
GAP RADDOPPIA A MILANO CON BANANA REPUBLIC Lo scorso 3 dicembre Banana Republic è sbarcato a Milano, a pochi giorni di distanza dall’opening di Gap, altro brand del gruppo a stelle e strisce cui fanno capo anche Old Navy, Piperlime e Athleta. Lo store Banana Republic, marchio di “lusso accessibile” da 2,5 miliardi di dollari con all’attivo un network retail di circa 600 boutique, si trova al 24/28 di Corso Vittorio Emanuele II, proprio di fianco a Gap. La struttura del negozio di 1.600 m² è un mix di elementi moderni e tradizionali come il pavimento in marmo bianco e nero, le pareti rivestite con pannelli in noce, il lampadario di Charles Edwards che illumina la scalinata centrale e foto in bianco e nero curate
da Michael Hoppen. Nei due piani saranno in vendita le collezioni di prêtà-porter donna e uomo, di accessori (borse, calzature, gioielli e occhiali da sole), di prodotti per l’igiene personale e Monogram, collezione di capi iconici prodotti in quantità limitata.
VERSACE JEWELLERY DEBUTTA A PECHINO
Dopo Roma e Dubai, Versace apre a Pechino il terzo negozio dedicato alle collezioni orologi e gioielli.
Versace Jewellery nasce in collaborazione con Vertime, azienda svizzera controllata da Timex Group che produce e distribuisce i timepieces e i gioielli della griffe. Il negozio occupa 80 m² all’interno del mall China Central Place. “Questo opening – commenta l’AD della maison Gian Giacomo Ferraris - rientra nei nostri piani strategici di sviluppo in Cina, mercato in cui registriamo una crescita significativa. A fine 2010 saranno 67 le boutique Versace nell’area Greater China, fra quelle gestite direttamente e quelle gestite da business partner”.
BENETTON APPRODA A FRANCOFORTE CON IL NUOVO CONCEPT Benetton ha inaugurato un nuovo store di 1.350 m² a Francoforte, all’interno del centro commerciale Zeilgalerie, arteria dello shopping internazionale, con un nuovo design progettato da Piero Lissoni. Il piano terra espone le collezioni Benetton donna, il piano primo presenta Benetton donna e la collezione 0-12 anni, il secondo piano la collezione Uomo e l’area Sisley Uomo e Donna. La collaborazione con Lissoni rientra nel quadro di “Opening Soon…”, un 106 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
programma di investimenti nella rete distributiva per applicare nuove idee di architettura e design agli spazi di vendita in alcune città-simbolo della trasformazione del mondo: un vero itinerario internazionale dello stile e della modernità, avviato a Istanbul nel 2009 con il flagship store interamente progettato da Piero Lissoni, proseguito con altri negozi in edifici suggestivi di grandi città europee, da Londra a Parigi, a Milano, interpretando di volta in volta le loro culture.
MARC JACOBS SCEGLIE TOKYO PER UN MEGA-FLAGSHIP Marc Jacobs apre a Tokyo un flagship store nella zona di Aoyama. Si tratta del primo negozio interamente costruito per il fashion brand e il progetto dell’edificio, rinominato Marc Jacobs Building e firmato dallo studio Stephan Jaklitsch, ha anche ricevuto l’ Award of Excellence dall’ American Institute of Architects. L’elemento architettonico caratterizzante è la grande struttura a forma di lanterna giapponese sulla parte superiore dell’edificio. Il design dello store, di 2.800 m² su tre livelli, riprende infatti lo stile architettonico e le tecniche di costruzione locali.
Dal 1972 il Gruppo Thermore è specializzato nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione di imbottiture termiche per abbigliamento. Con le tecnologie brevettate Thermore è possibile personalizzare ogni collezione di capi imbottiti. www.thermore.com Thermore® è prodotto in Europa e Asia.
COMUNICAZIONE & EVENTI
SLOWEAR E PHOTOLOGY PORTANO MANUEL ALVAREZ A MILANO ALEXANDER MCQUEEN VINCITORE POSTUMO DEI BRITISH FASHION AWARDS
Alexander McQueen
Già quattro volte vincitore del British Designer of the Year, Lee Alexander McQueen ha ricevuto il premio 2010 per Outstanding Achievement in Fashion Design. Questo premio speciale omaggia la straordinaria carriera di McQueen e l’impatto che ha avuto sulla moda a livello mondiale. “L’Outstanding Achievement Award celebra l’eccezionale talento di un individuo che ha contribuito all’industria della moda britannica sia a livello internazionale, che qui nel Regno Unito nel corso della sua carriera. C’era solo una persona che avrebbe potuto ricevere il premio quest’anno: Lee McQueen”, ha detto Harold Tillman CBE, presidente del BFC. Phoebe Philo, direttrice artistica di Céline, ha vinto invece il premio come British Designer of the Year. Inoltre il British Fashion Council ha assegnato anche altri 11 riconoscimenti: tra questi segnaliamo Mulberry (Designer Brand), Nicholas Kirkwood (Designer Accessori), Alexa Chung (British Style) e Burberry (Innovazione Digitale).
In occasione del centenario della rivoluzione messicana Slowear e Photology presentano il lavoro di Manuel Alvarez Bravo, maestro della fotografia messicana del ventesimo secolo che con le sue immagini ha raccontato il Messico durante il passaggio da dittatoriale a post-zapatista. A Milano, la mostra (fino al 28 gennaio) si sviluppa tra la sede di Photology (in via Moscova) e lo store Officina Slowear (in via Solferino), creando una coerente continuità narrativa tra i due spazi che insieme riuniscono, attraverso una selezione di opere fotografiche originali, i lavori più rappresentativi di Alvarez Bravo. Attraverso i suoi scatti, l’autore, scomparso otto anni fa, ha narrato la rivoluzione messicana con una precisa coscienza storico-politica e con uno sguardo fotografico essenziale e
moderno. Le immagini in mostra, realizzate tra gli anni ‘20 e gli anni ’70, provengono da gallerie e collezioni private americane ed europee.
GERARD BUTLER È IL VOLTO DI MEN EXPERT DI L’ORÉAL PARIS
“ACE” DI ARMANI CON NADAL
L’Oréal Paris ha scelto Gerard Butler come nuovo testimonial di Men Expert a livello mondiale con l’unica eccezione degli Stati Uniti. L’attore di origini scozzesi che ha interpretato il ruolo di re Leonida nel film “300” di Zack Snyder, presta il volto per la gamma Hydra Energetic, leader dei trattamenti per uomo in numerosi Paesi e che nel mondo conta più di 23 milioni di prodotti venduti all’anno. “Con il suo carisma, la sua affidabilità e la sua modernità, Gerard Butler incarna perfettamente lo spirito del marchio Men Expert”, ha dichiarato Cyril Chapuy, direttore generale internazionale di L’Oréal Paris.
Gerard Butler
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Rafael Nadal
Dopo Cristiano Ronaldo, un altro campione dello sport indosserà l’intimo e i jeans Armani nella campagna pubblicitaria della griffe. A partire dalla P/E 2011 sarà infatti Rafael Nadal Parera il testimonial mondiale di Emporio Armani Underwear e Armani Jeans. “Rafa” Nadal, da giugno 2010 il numero uno al mondo del tennis maschile, ha all’attivo due vittorie a Wimbledon e cinque al Roland Garros ed è uno dei sette giocatori nella storia ad aver completato il Grande Slam. Gli scatti con il tennista spagnolo, firmati dai fotografi Mert Alas & Marcus Piggot, debutteranno il prossimo febbraio.
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COMUNICAZIONE & EVENTI
AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA BE LINEN
Frédéric Douchy
Sensibilizzare i consumatori all’utilizzo del lino, un fibra che rappresenta non solo un elemento base di un guardaroba interstagionale, ma anche un prodotto eco-responsabile la cui produzione di eccellenza è realizzata in Europa. È questo l’obiettivo della
campagna promozionale Be Linen, Celc Masters of Linen, Confederazione Europea del Lino e della Canapa. Co-finanziato dall’Unione Europea, dallo Stato francese e dalla filiera Lino (Celc Masters of Linen), con un budget di 3,3 milioni di euro, il programma triennale ribadisce le qualità del lino tessile europeo. Tra i media identificati per la diffusione del messaggio grande rilevanza è stata riservata a blog e social network. “Eco-responsabilità, prossimità, innovazione: le parole chiave del lino concordano perfettamente con le attese delle nostre società contemporanee”, ha detto Frédéric Douchy presidente della Confederazione Europea del Lino e della Canapa.
LA “IT GIRL” ALEXANDRA RICHARDS TESTIMONIAL DI FRED MELLO
ESTÉE LAUDER SCEGLIE LA CINESE LIU WEN PER PURE COLOR Estée Lauder rimarca la propria presenza sul mercato cinese lanciando la linea di cosmetici Pure Color, insieme ad una collezione in limited edition creata dal direttore creativo del make up Tom Pecheux. Per l’occasione, il brand del beauty ha organizzato a Beijing un evento in grande stile. Protagonista la modella Liu Wen, scelta ad aprile come volto internazionale del brand nonché della nuova linea in edizione limitata, Pure Color Metamorphosis. La Wen, che ha già sfilato per griffe quali Chanel e Jean Paul Gaultier, è la prima testimonial cinese di Estée Lauder e appare nelle campagne pubblicitarie a partire da questo gennaio. “Liu Wen rappresenta il nuovo volto globale della bellezza”
afferma Aerin Lauder, senior vice president e direttore creativo del marchio. Estée Lauder, che è presente nell’ex Celeste Impero dal 1993, oggi vanta 95 negozi in Cina e un sito di e-commerce.
Liu Wen
NARDELLI GIOIELLI SPOSA MSC CROCIERE Nardelli Gioielli si allea con MSC Crociere per il lancio di una promozione riservata alle coppie di sposi ed attiva fino al 30 settembre 2011. Chi sceglierà di viaggiare con la compagnia di navigazione italiana, avrà infatti uno sconto del 10% sull’acquisto di fedi del marchio orafo partenopeo. 110 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Fred Mello sceglie Alexandra Richards come testimonial per la campagna P/E 2011 ambientata a Los Angeles, tra le vie di Rodeo Drive. Figlia di Keith dei Rolling Stones e della ex top model Patti Hanse, la “It girl” ventiquattrenne è anche modella, attrice e deejay. “È una ragazza decisamente speciale – ha commentato Fabio Castelli, direttore marketing e creativo di Five Seasons, azienda proprietaria del brand - La sua passione per l’arte e per la musica e la sua forte personalità sono state decisive per la nostra scelta, da tempo infatti cercavamo una testimonial che trasmettesse qualcosa di più della semplice bellezza. Alexandra è una ragazza come tante altre che segue le sue passioni ed è questa sua semplicità che ci ha conquistato: di giorno ama dipingere, fare shopping, mentre la notte si trasforma in wolfy (“lupetta” questo è il suo soprannome) e anima le notti newyorkesi dei locali più cool”.
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LIFESTYLE
ARGIOLAS, FRA WINE BAR E BENEFICENZA UN ANNO ALL’INSEGNA DELL’IMPEGNO Fra i produttori di vino più apprezzati nel mondo, gli Argiolas chiudono il 2010 con un bilancio d’iniziative importanti. Realtà fra le più attive in Italia, a luglio, la famiglia della
Serdiana ha aperto il primo Wine Bar all’aeroporto di Cagliari dove, oltre alla degustazione di vini Argiolas è possibile assaggiare prodotti di eccellenza gastronomica sarda come la Pompia, agrume tipico e presidio di slow food. Agli Argiolas va il merito di aver dato vita ad una produzione molto particolare, ampliando le vigne di Serdiana ed impiantando uve bianche Nasco e uve rosse Monica di Sardegna. Questi vitigni hanno dato vita a Iselis, bianco e rosso, a cui gli Argiolas hanno dedicato una specia-
LAVAZZA PORTA CAFFÈ E DESIGN IN STAZIONE Sono aperti fino a fine gennaio i due temporary stores Lavazza A Modo Mio realizzati da Retail Group nelle stazioni di Roma Termini e Milano Centrale. I negozi, completamente in vetro, occupano 50 m² a Roma e 20 m² a Milano. Lo spazio, le installazioni con cucchiaini che pendono dal soffitto e l’ideazione dei cubi di ciascun punto vendita sono opera dell’architetto Massimiliano Rubcich, che ha firmato anche il design delle lampade.
ALL’ARENGARIO APRE IL MUSEO DEL ‘900 DI MILANO Milano punta a diventare la capitale dell’arte italiana. È quanto auspica il sindaco di Milano Letizia Moratti con l’apertura del nuovo Museo del ‘900 che ospita, dallo scorso 6 dicembre all’Arengario, quattrocento opere distribuite in 8mila m². La collezione è stata interamente donata da Claudia Gian Ferrari che, in accordo con le sorelle Paola e Grazia, ha lasciato al Comune di Milano l’archivio e la biblioteca della storica Galleria Gian Ferrari, avviata dal padre Ettore, scomparso il 24 gennaio 2010. Il materiale esposto ripercorre la storia del Novecento italiano e delle principali gallerie di Milano. “Da tempo sono impegnato a riconquistare la fiducia di cittadini e amici collezionisti in merito alle donazioni che vedono al centro l’anima di 112 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Milano, ovvero la cultura”, ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory. “Abbiamo, infatti, fortemente voluto che si potesse dare vita a questa importante collaborazione attraverso la quale l’amministrazione intende onorare la figura di Claudia Gian Ferrari”. Per celebrare degnamente l’evento il museo resterà aperto gratuitamente per tre mesi fino al 28 febbraio.
le etichetta “in versi” firmata da Pier Luigi Berdondini. Iselis è inoltre al centro di un progetto di beneficenza, grazie al quale una parte del ricavato sarà devoluto ad “Africadegna”, Onlus nata dall’incontro tra Africa e Sardegna. “Africadegna si occupa di supportare attivamente la creazione e lo sviluppo di un centro medico a Lutendele, nella Repubblica Democratica del Congo”, ha affermato Valentina Argiolas, a capo dell’omonima azienda, oltre che presidente delle Donne del Vino della Sardegna.
IL VINO ITALIANO RIPRENDE QUOTA ALL’ESTERO Torna a crescere l’export di vino italiano. Secondo Assoenologi, associazione di categoria dei tecnici del settore vitivinicolo, a metà 2010 le esportazioni hanno registrato un rialzo del 5,8% nei volumi e del 7,9% nei valori a 1,8 miliardi di euro rispetto a giugno 2009. Grande protagonista lo spumante, con un + 21,2% nei volumi e un +8,3% nei valori, nonostante il valore medio unitario al litro sia sceso del 10,6%. Positivo anche il risultato del vino DOP rosso, in aumento in valore del 27,5%. La ripresa del settore, rimasto in sofferenza per circa 18 mesi, è legata soprattutto ai Paesi extra UE, Nord America in testa che ha segnato un +14,6%. A livello di regioni italiane, bene il Centro con un +13%, a quota 360 milioni di euro. Nel Nord il Veneto si conferma il motore del vino nostrano con oltre 523 milioni e un aumento dell’11,4%. Più contenuta la crescita complessiva del Piemonte (+0,6%), anche se i vini DOP accelerano a + 116% in valore.
LIFESTYLE
PRADA FA GLI OCCHIALI SU MISURA Prada crea il nuovo occhiale personalizzabile PradaPrivate. Non solo lettere, ma anche numeri, cuori, stelle, teschi e altri simboli saranno a disposizione dei consumatori per trasformare questo oggetto comune nel proprio occhiale “personale”.
Gli occhiali PradaPrivate, un brevetto depositato a livello internazionale, sono dotati di aste scomponibili che possono essere cifrate creando molteplici combinazioni a due tasselli per ogni asta. Grazie al particolare sistema meccanico, basato su un’anima in metallo longitudinale, si possono poi sostituire gli elementi aggiuntivi presenti già sulle aste con ulteriori elementi acquistati in concomitanza all’occhiale o successivamente. Il nuovo occhiale PradaPrivate è disponibile in esclusiva da Sunglass Hut negli Stati Uniti e in alcune boutique Prada tra cui quella di Milano.
GREY GOOSE, IL 2011 SARÀ L’ANNO DELLA COMUNICAZIONE IN ITALIA Ha grandi progetti per l’Italia Grey Goose. La vodka premium sbarcata in Italia da soli 5 anni ha infatti chiuso il 2010 con un progetto di temporary store a Milano, in via Montenapoleone 12, in collaborazione con Ladurèe, e per il 2011 ha in programma molte altre iniziative in questo senso. “Siamo la prima azienda – ha affermato l’AD Italia di Bacardi-Martini, Stefano Leonangeli – che porta nel cuore della moda milanese un prodotto come la vodka. In Italia Grey Goose è conosciuta ma abbiamo trovato l’idea originale, perciò l’abbiamo realizzata”. Terzo gruppo a livello mondiale nel mercato delle bevande alcoliche, Bacardi-Martini annovera nella sua scuderia la vodka Grey Goose, che nasce in Francia nella regione del Cognac. “A livello mondiale Grey Goose ha un peso decisamente interessante sul gruppo – prosegue Leonangeli. “È stata lanciata 7-8 anni fa negli Stati Uniti e da allora ha ottenuto un ottimo riscontro. Al momento, infatti, è il più importante marchio di vodka premium a livello di consumi. In Italia siamo presenti solo in un numero selezionato di negozi e, attraverso il passaparola e una tipologia di 114 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
comunicazione mirata, abbiamo una distribuzione di nicchia”. Vodka fra le più amate dai divi di Hollywood, nel 2011 Grey Goose ha in serbo per l’Italia altre iniziative simili. Ma il progetto si estende anche agli altri brand del gruppo, come ad esempio Martini uscito recentemente con un prodotto in collaborazione con Dolce&Gabbana, Martini Gold.
CAFÈ&CYCLES, BIANCHI APRE IL SUO PRIMO CONCEPT STORE A STOCCOLMA
Il gusto su due ruote. È un’iniziativa che Bianchi, storica azienda bergamasca produttrice di biciclette e controllata dalla holding svedese Cycleurope, ha inaugurato a Stoccolma il 26 ottobre, nel 125° anniversario dalla fondazione. Cafè&Cycles è infatti il primo concept store che combina un marchio ciclistico con una selezione ampia di prodotti enogastronomici tipici italiani. L’idea alla base del progetto è creare un luogo di aggregazione per gli amanti delle due ruote. “Il ciclismo è uno stile di vita, così come l’amore per la buona cucina”, ha commentato Bob Ippolito, amministratore di Bianchi, presente nella capitale svedese il giorno dell’inaugurazione. “È per questo motivo che l’abbinamento tra le nostre biciclette di elevata qualità ed uno speciale menu tutto italiano è già vincente nei presupposti. I frequentatori del Bianchi Cafè&Cycles potranno vivere un’esperienza unica nel suo genere, in un’atmosfera accogliente ed elegante, circondati dalle immagini di coloro che hanno scritto la storia della nostra azienda”. Il Cafè conta 94 posti a sedere all’interno e 30 nell’area esterna. Dentro è possibile ammirare i numerosi modelli Bianchi esposti, tra i quali la nuovissima Oltre (presente anche nella versione Black Limited Edition), la Sempre ma anche le modaiole bici a scatto fisso Urban Fixed Gear, le polivalenti Camaleonte. Ora, da Stoccolma, si punta a nuove aperture in altri Paesi del mondo.
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CASA & DESIGN
FLAGSHIP STORE PARIGINO PER CAPPELLINI Ha aperto al 242 bis di boulevard Saint-Germain a Parigi il nuovo flagship store di Cappellini. Lo spazio, che si estende su una superficie complessiva di 200 m², è suddiviso in due livelli: in un’area sono esposti i prodotti icona del marchio, presentati come pezzi da museo, come la Rainbow Chair di Patrick Norguet, la poltrona Proust Geometrica di Alessandro Mendini, il Revolving Cabinet e il mobile Pyramid di Shiro
SICIS APRE UN PICCOLO SCRIGNO NEL CUORE DI ROMA
Sicis apre a Roma e lo fa attraverso un contenitore alternativo: un piccolo showroom prezioso e raccolto nel cuore della capitale, in via Tomacelli 26 dove accogliere i propri clienti. Due aree dedicate all’arredo con le eccentriche Sedie Scultura di Carla Tolomeo, già diventate in brevissimo tempo oggetto cult del design di tendenza. Dal basso si aprono gli eleganti pavimenti Cosmati, rosone accanto a rosone, lucido accanto a opaco, geometria dopo geometria. Le pareti sono impreziosite da platino e oro di Fancy con sfumature di colore, che dal basso, salgono con i viola, gli azzurri e i rossi, fino a virare al giallo del soffitto a cupola. All’interno sono presenti i gioielli di design di Sicis, in mosaico minuto, smalti, oro e pietre preziose.
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Kuramata. Nella seconda parte del negozio si trovano invece le soluzioni modulari “Sistemi”, le collezioni di tappeti Magic Carpet, i diversi pezzi di Giulio Cappellini, Marcel Wanders, Nendo, Jean-Marie Massaud e fratelli Bouroullec. Come nei diversi showroom Cappellini nel mondo, anche qui un colore domina sull’insieme: il porpora, un colore molto utilizzato dal designer Shiro Kuramata, che ha firmato molte creazioni del catalogo.
LE FABLIER SI PRENDE GRANDE ARREDO Le Fablier ha completato l’acquisizione di Grande Arredo, storica azienda veneta specializzata in mobili, imbottiti ed accessori d’arredo. Attraverso questa operazione, il gruppo arricchisce ulteriormente la sua presenza nel settore dell’arredamento, nel quale opera dagli anni ’80 producendo mobili in legno. “Il nostro obiettivo per i prossimi cinque anni – ha spiegato l’amministratore Michela Barona – è di riportare Grande Arredo a livelli superiori, sia di fatturato che di creatività. Più in particolare, prevediamo di inserire nella struttura giovani manager con nuove idee, al fine di garantire, sia
per il mercato italiano che per l’export, l’unicità di una cultura Grande Arredo, diversa da quella Le Fablier”.
Michela Barona
DEVON&DEVON SBARCA A ISTANBUL Apre a Istanbul il più grande flagship store di Devon&Devon. L’azienda fiorentina specializzata nell’interior decoration per il bagno ha infatti inaugurato nel quartiere di Levent uno spazio di 300 m² su due livelli progettato da Dara Kirmizitoprak, architetto molto conosciuto in Turchia. Lo store ospita al piano terra
l’esposizione delle collezioni, fra le quali spiccano Atelier, Intarsia, Wood, i rivestimenti in pelle Patina e quelli in ceramica Lambris e Simply, ma anche la linea dedicata alla casa e alla cura della persona “Home boutique”. Il primo piano invece è adibito a spazio tecnico, con ampie teche e una sala meeting.
CASA & DESIGN
SCAVOLINI APRE IL PIÙ GRANDE FLAGSHIP DI CUCINE DI MANHATTAN
Ha aperto i battenti al 429 di West Broadway, nel quartiere di Soho, il primo flagship store Scavolini di New York. L’opening è un’importante tappa per l’azienda pesarese, che con il progetto Scavolini Store, lanciato circa 4 anni fa, ha inaugurato oltre 100 negozi fra Italia e estero. “È stata scelta New York – ha dichiarato il presidente Valter Scavolini – e in modo particolare, Soho, da sempre punto di riferimento per il design e la moda made in Italy della Grande Mela, per testimoniare la sempre maggiore apertura del nostro gruppo ai mercati interna-
zionali”. “Il continente americano, è per noi un’area in costante crescita con una storicità ben sedimentata “, ha continuato Scavolini. “Il primo punto vendita l’abbiamo aperto circa 15 anni fa a Chicago e oggi contiamo circa 40 negozi, metà dei quali proprio negli Usa. Ma siamo anche particolarmente impegnati nei Paesi emergenti asiatici e africani”. Attualmente sono oltre 50 i punti vendita Scavolini Store in Italia e altrettanti all’estero. “Un percorso senza sosta - ha proseguito Scavolini - che abbiamo intrapreso oltre 20 anni fa con l’apertura del primo negozio in Grecia”. Il punto vendita newyorkese, di 900 m² su due livelli, è il più grande store di cucine di Manhattan, poiché Scavolini Usa ha acquisito lo spazio che prima ospitava la galleria d’arte Nancy Hoffman. All’interno sono presenti 14 cucine fra cui la Crystal texture by Karim Rashid, la Scenery di King&Miranda Design e la Flux di Giugiaro Design. Lo store ha anche ospitato l’inaugurazione di I Saloni Milano in New York, la kermesse in scena fino all’8 gennaio che ha coinvolge 20 importanti marchi del design made in Italy ed è stata organizzata in occasione dei 50 anni del Cosmit, l’ente fieristico milanese che ha ideato il Salone del Mobile.
FONTANARTE CEDE IL 60% A NICE SPA FontanArte, l’azienda milanese di illuminazione fondata dall’architetto Gio Ponti nel 1932 e guidata dal 1979 da Carlo Guglielmi (presidente di Cosmit, ndr) che deteneva il controllo dell’intero pacchetto azionario, ha ceduto per 2,4 milioni di euro il 60% del capitale a Nice Spa, azienda veneta attiva nel settore dell’home automation dal 1993 e che nel 2009 ha registrato un fatturato di 172 milioni di euro. “Sono soddisfatto di questa operazione – ha dichiarato il presidente di Nice Lauro Buoro - che permette a Nice di entrare in un settore complementare e proseguire nel nostro piano strategico di sviluppo di soluzioni integrate per la casa, un nuovo arricchimento alla nostra ricerca di eleganza ed eccellenza”. L’indebitamento finanziario di FontanArte al 31 dicembre 2009 ammontava a 18,7 milioni di euro, mentre lo stato patrimoniale era di 16,4 milioni. Nello stesso periodo l’azienda ha generato ricavi per 21,7 milioni di euro e un Ebitda di 1,7 milioni. Per quanto riguarda il restante 40% del capitale detenuto da Carlo Guglielmi, l’accordo prevede opzioni di put & call esercitabili dal 2014 e fino al 2016.
FAVOLE E CHARITY IN VETRINA PER N-ART DI NESPRESSO Parte N-Art, il progetto Nespresso che promette di dare vita, ogni anno, ad una nuova realizzazione all’insegna dell’arte. Per questa prima edizione il brand di caffé in capsule, che lo scorso 3 novembre si è anche aggiudicato il primo premio nella categoria “Most Innovative Product - Europe” agli European Coffee Shop Awards 2010, ha chiamato Manish Arora, il designer indiano (intervistato nel n.17/V di Pambiancoweek) che fino al 6 febbraio interpreterà le sue vetrine. Le vetrine di boutique e boutique-in-shop si ispireranno ad immagini naïf e fiabesche e “racconteranno la storia” di 16 principesse indiane, ognuna delle quali rappresenterà uno dei 16 Grand Cru 118 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011
Nespresso. L’allestimento giocherà poi su disegni e colori, aspetti che contraddistinguono il designer indiano anche sulle passerelle. L’iniziativa, lanciata nel periodo natalizio, è stata corredata anche dalla creazione di 100 macchine da caffè Nespresso CitiZ Limited Edition personalizzate dall’artista, di cui 8 disponibili per il mercato italiano e in vendita esclusivamente presso la boutique milanese di via Bigli e quella romana di P.zza San Lorenzo in Lucina. Il ricavato della vendita di queste macchine (prezzo di vendita € 499) sarà interamente devoluto a Telefono Azzurro, associazione impegnata nel difendere e promuovere i diritti di bambini e adolescenti.
BELLEZZA / UOMO
di Anna Gilde
Che barba! TRATTAMENTI PRE E POST RASATURA, STUDIATI PER UOMINI SEMPRE PIÙ ESIGENTI AVEDA Men Pure, Performance Dual Action Aftershave La linea Aveda Men si arricchisce di nuovi prodotti per una rasatura perfetta, tra cui la crema aftershave, idratante e lenitiva per la pelle appena rasata. (75ml, € 26)
MATIS, Gel de rasage haute précision È un gel che si trasforma in mousse offrendo una rasatura ultraprecisa e confortevole. Prepara la pelle in modo perfetto ammorbidendola per facilitare lo scorrimento del rasoio. (125ml, € 27)
TRANSVITAL For Men, After Shave Maximum Comfort Adatto a tutti i tipi di pelle, è appositamente formulato per prendersi cura delle pelli sensibilizzate o facilmente irritabili. In un unico momento di relax e di benessere si combinano efficacemente tre azioni: riparatrice, idratrante, anti-age. (75ml, € 36)
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VICHY, Sensi Baume Mineral Ca Dalla texture fresca, non grassa e ultra penetrante, questo balsamo dopobarba per pelle sensibile svolge la duplice azione di dare sollievo immediato alle irritazioni e fortificare la pelle, rasatura dopo rasatura. (75ml, € 20)
MEDITERRANEA, Dynamic After Shave Sensitive Lenitivo e Antiaging, è a base di Glicerina, che rende la pelle del volto più morbida, Allantoina, che col suo potere cicatrizzante attenua le irritazioni provocate dal rasoio, Camomilla, che esercita un’azione addolcente, ed estratti vegetali, che rinforzano l’elasticità dell’epidermide. (125ml, € 13,30)
LA ROCHE-POSAY, XY Homme, Shaving Gel È un gel da barba emolliente micro-esfoliante, con texture ultra-densa senza sapone. Particolarmente indicata per la pelle sensibile, contiene Allantoina lenitiva rigenerante e LHA® anti-batterico. (150ml, € 10)
KIEHL’S, Close Shavers Shaving Formula #31-0 È un olio pre-rasatura per ammorbidire la barba, a base di Menta, Eucalipto, legno di Cedro, Rosmarino e Glicerina. È dedicato agli amanti della rasatura tradizionale con schiuma, pennello e rasoio a mano. (50ml, € 23,50).
BIOETYC Uomo, Crema da Barba 3 in 1 Studiata per venire incontro anche alle esigenze delle pelli più delicate, la sua formula 3 in 1 in un solo gesto prepara alla rasatura, si prende cura della pelle lasciandola morbida e idratata. (150ml, € 5,70)
BELLEZZA / UOMO
Fragranze maschili dalla forte personalità PER UOMINI IMPECCABILI, CON UN TOCCO DI IRONIA! BULGARI, Man Racchiusa in una bottiglia pura ed elegante, Bulgari Man è una fragranza luminosa e sensuale, caratterizzata da accordi legnosi intensi, caldi e avvolgenti, uniti a note vibranti, fresche e radiose. Questa combinazione intrigante richiama i tratti di un uomo contemporaneo, determinato, dalla sensualità decisa, ma mai ostentata. (da 30ml, € 42)
VAN CLEEF & ARPELS, Midnight In Paris La nuova fragranza è ispirata all’orologio della Maison che porta lo stesso nome e che riproduce accuratamente il cielo di mezzanotte visto da Place Vendôme. È una sintesi di eleganza e virilità, con la sua interpretazione del mistero di un appuntamento nella notte di Parigi, con lo sguardo rivolto alle stelle! (da 40ml, € 40)
DOLCE&GABBANA, The one gentleman È un omaggio al moderno gentiluomo. Questa nuova fragranza si rivolge ad un uomo galante ed educato, cosmopolita, di successo, insomma... impeccabile! Il packaging è raffinato e discreto come chi lo indossa. (da 30ml, € 42)
HALSTON Man In collaborazione con Elizabeth Arden, Halston lancia una moderna e fresca interpretazione delle fragranze classiche lanciate dal famoso designer Roy Halston negli anni ’70. Fresca, aromatica, legnosa, la fragranza maschile riflette un’eleganza informale. L’assenza di logo sul flacone esprime la predilezione del designer, a cui si vuole rimanere fedeli, per l’estrema semplicità. (da 75ml, € 63)
JOHN VARVATOS, Artisan Un profumo che ha un sapore inconfondibile di artigianalità, il flacone in rattan intrecciato a mano. Artisan, fresco e intrigante, è il profumo della natura incontaminata e selvaggia. È un approccio virile e contemporaneo al tema degli agrumi, a cui si uniscono note erbose, in una composizione fresca e attuale. (da 75ml, € 72)
CHANEL, Bleu de Chanel La nuova fragranza maschile creata da Jacques Polge per Chanel è racchiusa in un flacone blu notte dal design sobrio e raffinato, in linea con i consueti criteri di eleganza del brand. Il profumo, con le sue note aromatico boschive, parla di eleganza e libertà. (da 50ml, € 51)
MARC JACOBS, Bang È l’esplosiva nuova fragranza maschile di Marc Jacobs, che ne è anche il testimonial, in una campagna dallo spirito moderno e irriverente, che simboleggia un uomo che ama sedurre con ironia. È un bouquet audace, piccante, legnoso e speziato. Il packaging racchiude design, linee eleganti ma giocose. (da 50ml, € 57)
ICEBERG, Eau de Iceberg Un flacone sobrio, pulito e moderno, in cui i numeri 7 e 4 ricordano l’anno del debutto di Iceberg con la sua prima collezione prêt-à-porter: il 1974. La fragranza ha carattere, forte personalità e intenso potere di attrazione: l’eternamente seducente bourbon vetiver si unisce alla vivida freschezza degli agrumi. (100ml, € 30)
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LIBRI
Letture di stile
di Rossana Cuoccio
La moda è un romanzo
I DOLCI SEGRETI DI LADURÉE
L’abito da ballo di Angelica nel Gattopardo, gli stivali di Lisbeth Salander, il tubino nero di Holly Golightly in Colazione da Tiffany, la pelliccia feticista di Crudelia De Mon, il berretto rosso del giovane Holden... La giornalista e scrittrice Fabiana Giacometti volge lo sguardo verso la moda che compare nei grandi romanzi, dal Settecento fino a oggi con un’antologia insolita, un’analisi affascinante per avvicinare gli appassionati di moda alla letteratura e gli appassionati di letteratura alla moda. (€ 16)
Ladurée Dolce è un libro d’arte deliziosamente prezioso. È presentato nel suo cofanetto e avvolto nella carta velina, proprio come i leggendari macarons nelle loro scatole raffinate dai colori pastello. Philippe Andrieu, chef pasticcere di Ladurée, svela 100 ricette della prestigiosa maison, adattate per il grande pubblico. Dalla Fraisier ai bignè alla rosa, passando per i financiers al pistacchio, senza dimenticare gli immancabili macarons nelle loro diverse declinazioni in una ricca palette di pasticcini. L’introduzione “La Petit histoire de Ladurée” racconta la storia di questa piccola pasticceria creata nel 1862 da Louis Ernest Ladurée, divenuta poi un marchio, vera e propria istituzione dalla gourmandise francese. (€ 30)
Kenzo, 40 anni di rivoluzione moda Un libro, edito da Rizzoli, corona i festeggiamenti per il 40° anniversario di Kenzo raccontando, attraverso le immagini e le testimonianze, la storia di un brand che ha rivoluzionato la moda. Il volume, che è la prima grande monografia della Maison, è stato concepito come un dialogo visivo tra due grandi designer, Kenzo Takada, fondatorecreatore del marchio nel 1970, e Antonio Marras, direttore artistico dal 2003. Più che di un libro si tratta di un objet d’art ricco di dettagli e disponibile in 4 copertine realizzate in tessuti stampati differenti, di cui una versione deluxe con una borsa patchwork in tessuto abbinato. (€ 70; edizione deluxe €140)
Muji, 30 anni di lusso nella semplicità
Investire nel franchising... “Progettare il franchising - Scenari e opportunità di investimento” è un libro, a cura di Guido Caufin e Cristina Savoldi, che fornisce tutte le informazioni necessarie a chi vuole intraprendere un’attività in franchising prendendo in considerazione gli scenari competitivi e i business model e, soprattutto, guidando alla realizzazione del business plan, senza dimenticare la normativa e l’analisi dei settori emergenti. Il libro ha la particolarità di chiudersi con un capitolo operativo, in cui vengono fornite tutte le “dritte” per valutare se, come e in quale settore, intraprendere un’attività in franchising, il tutto in funzione del capitale di cui si dispone. (€ 39)
Shopping, raffinatezza e risparmio ai tempi della crisi Pubblicato nel 1937, Chic! ebbe uno straordinario successo di vendite, in un periodo, molto affine a quello attuale, ancora segnato dalle gravi ripercussioni della grande depressione. In dieci capitoli, tutti incentrati su argomenti diversi, dalla cura della casa alla scelta del guardaroba, dai consigli per la vita sociale fino alla scelta del marito, Marjorie Hillis, che ha lavorato per Vogue per oltre vent’anni, suggerisce con garbo e ironia come una buona dose di entusiasmo e immaginazione, una pianificazione intelligente e un pizzico di creatività possano impedire alle finanze ridotte di intaccare classe ed eleganza. (€ 16,50)
Muji festeggia i 30 anni dalla sua fondazione pubblicando un libro che racconta il percorso e l’evoluzione del brand giapponese, che ha saputo imporsi come alternativa al lusso e agli eccessi del mercato contemporaneo. Gli autori del volume, avvolto nella sua copertina, rigorosamente in carta riciclata, sono i cinque fondatori e designer del brand che hanno voluto raccontare il lavoro e le idee che hanno reso grande l’azienda. La grafica e le numerose fotografie, tratte da campagne pubblicitarie e cataloghi, accompagnano i lettori nell’universo del no-logo per eccellenza. Il libro è disponibile in tutti i negozi Muji. (€ 59)
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COVER BACKSTAGE
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Pagina a ďŹ anco e foto 1, 2, 3, 4: Giacca e pantaloni in pelle, maglia, anello e bracciale John Richmond. Foto 5, 6, 7: Giaccone in pelle Blauer, camicia a quadretti Timberland, T-shirt nera Triumph, pantaloni Jeckerson, anello e bracciale John Richmond, occhiali da sole Hydrogen. Foto 8, 9: Giaccone e T-shirt Triumph, camicia a quadretti e pantaloni Timberland, anello e bracciale John Richmond, occhiali da sole Hydrogen. Moto Samurai Chopper replica Junkyard. Location OfďŹ cine Mermaid, via Thaon de Revel 4, Milano. Modello Antonio Catalani / Fashion Model Management. Styling Anna Gilde. Foto Gianni Rizzotti. 11 gennaio 2011 PAMBIANCOWEEK 125
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