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FENOMENI

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APPROFONDIMENTO

APPROFONDIMENTO

Il prêt-à-porter

conquista la MIXOLOGY

di Giulia Mauri

LA PANDEMIA HA FATTO SALIRE ALLA RIBALTA IL COCKTAIL ‘READY TO DRINK’, GIÀ MISCELATO E PRONTO ALL’USO. E ORA, NEL SETTORE DELLE BEVANDE ALCOLICHE, SI È AFFERMATO CON AMBIZIONI DA PROTAGONISTA. SECONDO LE STIME, NEI PROSSIMI CINQUE ANNI DOVREBBE METTERE A SEGNO IL RADDOPPIO DELLE VENDITE NEI PRINCIPALI MERCATI. Se i brindisi in videochiamata che hanno allietato i lockdown sembrano ormai aver lasciato il posto al ritorno alla convivialità, i cocktail pronti all’uso sono destinati a restare a pieno titolo nel mondo della mixology. A dirlo sono i dati raccolti da Iwsr Drinks Market Analysis, secondo cui i volumi dei ‘ready to drink’ (Rtd), dal 2018 ad oggi, sono cresciuti più rapidamente di qualsiasi altra categoria di bevande e, nel più ampio scenario degli alcolici, aumenteranno la loro quota di mercato dal 4% detenuto nel 2020 all’8% entro il 2025. “I Rtd stanno continuando a crescere a tassi più elevati rispetto a liquori, vino e birra”, commenta Brandy Rand, COO delle Americhe di Iwsr, evidenziando che si sta anche affermando “una significativa tendenza alla premiumizzazione”, per via dell’ingresso di nuovi

player. Tra questi, brand specializzati, aziende che investono nell’ampliamento dell’offerta e gruppi che studiano la messa in produzione di dispenser automatici. In comune hanno il cambio di paradigma dal ‘ready to drink’ al ‘ready to share’.

LE SFIDE DEL BUSINESS Agitare, strappare, versare. La semplicità di un gesto per degustare il proprio cocktail preferito ovunque si desideri. A partire da questa intuizione, Luca Quagliano e Alessandro Palmarin fondano nel 2017 Nio Cocktails - “Needs-Ice-Only”, già nel nome un intento - che porta la firma di garanzia di Patrick Pistolesi, master mixologist italiano, considerato tra i primi 50 bartender al mondo da World’s 50 Best Bars. “Cinque anni fa i cocktail ‘ready to drink’ esistevano già, ma gli abbiamo dato una forma, una qualità e un mood, un po’ come ha fatto Nespresso con le capsule pur senza inventarsi il caffè”, racconta Quagliano. Ora, quell’intuizione vale 6 milioni di euro, sviluppati per il 90% in Italia e Uk, e ha conquistato 12 Paesi nel mondo, dove continuano a nascere partnership sia verticali nel mondo degli spirits, sia trasversali nel mondo del lifestyle. “Nel 2020, l’anno della pandemia che ha dato una grandissima spinta soprattutto in termini di brand awareness sia alla nostra categoria che al nostro brand, abbiamo raggiunto i 4 milioni di euro di fatturato e venivamo da un anno, il 2019, in cui avevamo sfiorato il milione”, sottolinea Palmarin. “Il 2021 è stato ancora più significativo e per il 2022 abbiamo l’ambizioso obiettivo di raddoppiare il fatturato grazie soprattutto allo sviluppo estero”. Ma i fondatori di Nio Cocktails non sono gli unici a guardare oltre confine. Ad affiancare l’impresa sul territorio nazionale è la linea di cocktail ‘ready to enjoy’ lanciata nel 2016 da Gianni Merenda, Max e David Razionale sotto il brand The Perfect Cocktail, allo scopo di offrire un drink “di alta qualità, come quello dei locali con i migliori mixologist, a un prezzo accessibile, da poter consumare ovunque”. Dopo l’esordio sul mercato americano e il lancio in Italia con 11 differenti ‘Perfect Cocktail’, il brand ha chiuso il 2020 con

Dall’alto, Luca Quagliano, Patrick Pistolesi e Alessandro Palmarin. Sotto, una delle proposte di The Perfect Cocktail (ph. Ftfoto-Ichi Station)

In apertura, il cofanetto ‘Bitter-Sweet Love’ proposto da Nio Cocktails per San Valentino

Da sinistra, il cocktail Beer Hugo del birrificio Baladin; Teo Musso che presenta i sei Cocktail Baladin (ph. Davide Dutto)

un fatturato di circa 230mila euro, prevede di triplicarlo nel 2021 e preannuncia il superamento dei 5 milioni nel 2023. Aumento degli investimenti in marketing, espansione in Italia e all’estero, con l’arrivo di un global CMO e di un team digital interno, sono i primi obiettivi raggiunti velocemente anche grazie alla campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd, conclusasi di recente, che ha raggiunto un hard cap di 800mila euro. Un risultato che sta consentendo al brand di focalizzarsi sull’ampliamento della distribuzione e sullo sviluppo di nuovi prodotti. “Se è vero che la pandemia e i conseguenti lockdown hanno spinto i consumi di tutti gli alcolici, non potendo andare nei locali, i pack monodose hanno offerto una soluzione che permettesse di bere bene e responsabilmente”, afferma Merenda. “Ora è però arrivato il momento di tornare a stare insieme e l’obiettivo di The Perfect Cocktail è continuare a innovare per rispondere alle sempre nuove esigenze dei consumatori, che finalmente tornano a vivere una nuova socialità”. Nascono così alcune novità come i kit esperienziali, le ‘party box’ da 30 cocktail e il servizio in abbonamento. In quest’ottica, s’inquadra anche la neo partnership con Montenegro che, prosegue Merenda, “rappresenta un momento fondamentale volto a consolidare il nostro posizionamento all’estero e, in particolare, in tutta Europa con un focus specifico su Uk, Germania, Francia e, a seguire, Benelux, Austria e Grecia”.

PRODUZIONI IN PROGRESS Con l’aumento dell’attenzione dei consumatori nei confronti delle bevande miscelate, cresce anche “l’interesse ad approfondire la conoscenza del prodotto, tipica del consumo della birra artigianale”. A sostenerlo è Teo Musso, fondatore del birrificio Baladin, nato come brewpub nel 1996 a Piozzo, un piccolo paese che si affaccia sulle Langhe, in Piemonte. Nel suo catalogo, sono attualmente presenti trenta birre e sei cocktail, che ripropongono dei classici della miscelazione, reinterpretando la ricetta con ingredienti riconducibili alla filiera produttiva del birrificio. Studiati nel 2020 per dare nuova vita alla birra in stock che non si era potuta consumare a causa del lockdown, i cocktail sono stati ufficialmente presentati lo scorso maggio. In breve, riassume Musso, “sono ispirati a grandi cocktail; hanno un basso contenuto alcolico, massimo 7% vol.; sono facili da consumare, ‘easy to drink’, grazie all’innovativa lattina che si trasforma in bicchiere; sono unici perché a base birra, tre in particolare, e tutti utilizzano liquoristica originale basata su distillazione di birra;

possono essere consumati molto freschi dalla lattina, ma non escludono un servizio più classico in bicchiere con ghiaccio e topping; hanno un approccio green grazie al packaging riciclabile”. Alla gamma iniziale, che verrà rilanciata in primavera con un target di raddoppio dei risultati ottenuti lo scorso anno, ossia con l’aspirazione a superare le 500mila unità, presto si aggiungerà una referenza analcolica richiesta dal mercato. “Negli ultimi anni la cultura del bere, anche nelle generazioni più giovani, si è spostata molto verso prodotti di più elevata qualità e cocktail di grande ricerca. Tuttavia, i cocktail classici ancora rappresentano la parte più importante delle richieste della clientela, basti pensare che il Negroni è stato nominato il cocktail più ordinato al mondo”, commenta Barbara Kalin, amministratore di Rossi d’Angera. La distilleria nata sul Lago Maggiore nel 1847, ha una tiratura di 150mila bottiglie all’anno tra grappe, gin, bitter, vermouth, amari e altri liquori distribuiti per l’80% in Italia, e lo scorso Natale ha ideato una box contenente Negroni classico; Negroni del Lago con Spitz, un liquore a base di radici di genziana lutea, al posto del vermouth; e Negroni Bianco con Spitz, Cedro e Vermouth Bianco Style.31 Rossi d’Angera. “Riuscire ad avere dei prodotti già miscelati, fatti con materie prime di elevata qualità, può rappresentare una soluzione interessante sia per il consumo privato che per l’offerta al canale horeca, magari in contesti in cui la mixology non rappresenta il core business del locale”, aggiunge Kalin.

BARMAN ALL’OCCORRENZA Dal confezionamento alla spillatura. È questo l’ulteriore passaggio compiuto dal Gruppo Celli, dal 1974 specializzato nel settore degli impianti e accessori per la spillatura di bevande, che ha da poco siglato con la startup milanese Cocktail Machine un accordo di lungo termine per lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di sistemi digitali connessi per la preparazione e l’erogazione di cocktail, sia alcolici che analcolici. Un solo tocco dell’interfaccia touch screen per selezionare il drink desiderato, scegliendo tra più di 80 ricette preimpostate nel software di sistema.

Dall’alto, Arturo e Nicola Rossi in bottaia; la box di Natale di Rossi d’Angera; la Cocktail Machine sviluppata dal Gruppo Celli

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