RASSEGNA STAMPA DELL'8 FEBBRAIO 2020

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PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Sabato 8 Febbraio 2020

L’omaggio che il presidente Mattarella ha voluto rendere a questi luoghi, in particolare agli Scrovegni, ci dà ancora più forza per questa sfida

Sergio Giordani Sindaco di Padova

La visita in città

di Davide D’Attino

PADOVA Più che una visita, un vero e proprio «tour de force». Ieri mattina infatti, di nuovo a Padova per la terza volta in poco più di tre anni, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è riuscito nell’«impresa» di toccare quattro luoghi distinti della città in meno di tre ore. Precisamente, in 161 minuti. Ovvero quelli passati tra l’arrivo in Fiera alle 10,55 e l’uscita dalla Basilica di Sant’Antonio alle 13,36, da dove poi, scortato da sette berline e due furgoni, si è diretto all’aeroporto Marco Polo di Venezia per fare ritorno a Roma. D’altronde, malgrado il programma dettagliato dei suoi spostamenti sia stato tenuto coperto fino all’ultimo, si sapeva che il capo dello Stato, accompagnato dalla figlia

Giordani: «Ora la candidatura Unesco è più forte»

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versità, Rosario Rizzuto, e il questore del Senato, Antonio De Poli), Mattarella si è recato a Palazzo Moroni, sede del Comune, per poi da lì entrare direttamente nel Salone del Palazzo della Ragione. Il presidente, proprio mentre le campane del municipio 1 Il presidente Mattarella stringe la mano al governatore Zaia davanti agli occhi del sindaco di Padova Giordani 2 Il presidente saluta i bambini al Santo 3 Le bandiere tricolori portate dai più piccini 4 Mattarella davanti alla Basilica del Santo (Foto servizio Fossella Bergamaschi)

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Operosità silenziosa, moderazione, capacità di trovare soluzioni strutturate a dossier complessi: la politica deve imparare dal volontariato.

La preghiera al Santo le mani dei cittadini e il sorriso a Giotto Laura, non avrebbe fatto tappa soltanto al padiglione 8 del quartiere espositivo di via Tommaseo per inaugurare, di fronte a più di 4.500 persone, le iniziative di «Padova capitale europea del volontariato 2020». E così, dopo il suo intervento in Fiera, seguito come un’ombra da un autentico capannello di autorità (basti citare, tra le tante, il prefetto Renato Franceschelli, il sindaco Sergio Giordani, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Regione, Luca Zaia, quello della Provincia, Fabio Bui, il rettore dell’Uni-

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Federico D’Incà Ministro M5s

stavano suonando l’Inno di Mameli, è arrivato intorno a mezzogiorno e mezza e, sceso dalla macchina nel cuore del Listòn, si è fermato a stringere le mani di alcuni dei circa cinquecento cittadini che lo aspettavano da più di un’ora e piuttosto infreddoliti. Quindi, dopo aver salutato nel cortile del municipio gran parte della giunta comunale di Padova (assenti soltanto gli assessori Andrea Colasio, influenzato, e Antonio Bressa, a Berlino con il Maap), Mattarella ha appunto visitato la sala pensile più grande del mondo, omaggiando uno dei siti che compongono la candidatura di «Padova Urbs Picta» a patrimonio mondiale dell’umani-

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tà. Dopodiché, una ventina di minuti più tardi, il capo dello Stato si è fermato nel monumento che, forse più di ogni altro, aspira al riconoscimento Unesco. Cioè la Cappella degli Scrovegni dove, raccontano, guardando il cielo stellato di Giotto, Mattarella ha sussurrato: «E’ sempre magnifico, ogni volta che lo vedo è come se fosse la prima». Infine, poco prima dell’una e mezza, il presidente si è recato alla Basilica del Santo, un altro dei luoghi dell’«Urbs Picta», dove ad accoglierlo c’erano non solo il delegato pontificio, monsignor Fabio Dal Cin, e il rettore del santuario, padre Oliviero Svanera, ma anche i bambini (tra cui molti cinesi) della vicina scuola materna e primaria Monsignor Liviero, che il capo dello Stato ha voluto salutare uno a uno al termine della visita. Dentro la Basilica, riferiscono i pochi che erano al suo fianco, Mattarella si è raccolto in preghiera prima davanti alla tomba di Sant’Antonio e poi in quello che era il confessionale di padre Placido Cortese, il frate francescano ucciso dai nazifascisti nel 1944 e insignito della Medaglia d’oro al merito civile dallo stesso Mattarella nel 2017. «E’ stato per me un grande onore - ha commentato, in serata, il sindaco Giordani - a nome di tutta la città e indipendentemente dal colore politico di ciascuno, accompagnare il capo dello Stato in alcuni dei siti che fanno parte della candidatura di “Padova Urbs Picta” a patrimonio mondiale dell’umanità. L’omaggio che il presidente Mattarella ha voluto rendere a questi luoghi, in particolare alla Cappella degli Scrovegni, ci dà ancora più forza per affrontare con sempre maggior convinzione gli ultimi mesi di questa vera e propria sfida». L’esito della candidatura padovana si conoscerà a luglio, in occasione dell’assemblea dell’Unesco in programma nella città cinese di Fuzhou. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Legambiente

«Vite Vere»

«Percorso Vita»

«Salvalarte», volontari e pensionati riaprono i monumenti

Se la sagrestia diventa un hotel gestito dai ragazzi Down

L’integrazione dei più deboli passa per ristorante e campus

PADOVA Tutto è cominciato a fine anni ‘90, con la Scuola della Carità. Per rivitalizzare questo luogo dimenticato, Legambiente Padova ha fondato «Salvalarte», gruppo di volontari per la tutela del patrimonio artistico cittadino. «Nel 2007 questa sala è stata restaurata ed è tornata all’antico splendore, tanto che oggi continua ad ospitare concerti e altri eventi», racconta Tiziana Mazzucato, responsabile di «Salvalarte». Oggi il gruppo conta un’ottantina di volontari, in maggioranza pensionati, e garantisce l’apertura di altri tre monumenti che altrimenti resterebbero chiusi: la Torre dell’Orologio, l’oratorio di Santa Margherita e la Reggia Carrarese, uno dei siti candidati a patrimonio Unesco. «Si può dire che i monumenti camminano da soli e ci piacerebbe riaprire anche il ponte San Lorenzo — dice Tiziana —. I nostri volontari non devono essere per forza storici dell’arte: chi vuole partecipare riceve una formazione, ma deve garantire soprattutto tempo». (a.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Responsabile Tiziana Mazzuccato (Salvalarte)

PADOVA Trasformare l’ex abitazione del sacrestano, concessa in comodato d’uso dalla chiesa di Santa Sofia, in un piccolo albergo gestito da ragazzi down: è l’ultima sfida della cooperativa «Vite Vere Down Dadi», attiva nell’inclusione di persone con disabilità intellettive. La palazzina era chiusa da più di vent’anni e se tutto andrà bene «Dadi_Rooms» aprirà a giugno. «La ristrutturazione è quasi finita — spiega Patrizia Tolot, presidente della coop — lo spazio misura 150 metri quadri e avrà cinque camere doppie con bagno indipendente, una sala colazione, la cucina e la reception; il tutto alle porte del centro ma fuori dalla Ztl, con giardino e 4 posti auto». Il vero valore aggiunto però è il personale: «I nostri ragazzi accoglieranno i visitatori, prepareranno la colazione e riassetteranno le camere, per migliorare le loro abilità e raggiungere una piena autonomia. Non è solo un’operazione etica, l’hotel dovrà stare sul mercato: è una grande scommessa che ruota attorno al concetto di integrazione». (a.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Al lavoro Patrizia Tolot, a capo della cooperativa

PADOVA Il ristorante «Strada facendo», il campus per minori non accompagnati «Kidane» e ora La cicchetteria-enoteca «Versi riBelli»: sono i punti cardinali di «Percorso Vita onlus», che mette al centro i bisogni dei più deboli. «Le nostre attività sono una finestra aperta sulle marginalità e sui controsensi dell’attualità — spiega don Luca Favarin, presidente —. La gente viene da noi perché i prodotti sono buoni e diventa il pretesto per intercettare storie di accoglienza e solidarietà, con momenti di condivisione tra volontari e cittadini». Nel personale dei due locali gestiti da «Percorso Vita» ci sono diversi migranti. «Il nostro è un percorso di inserimento che tende all’autonomia — aggiunge don Luca — non puntiamo all’assistenzialismo e a far passare il messaggio che tutto è dovuto, ma a far emergere le qualità degli individui e a farli uscire dalla loro comunità di riferimento. Prima devono imparare a essere puntuali e a gestire i rapporti con i colleghi, poi possono entrare nel mondo del lavoro». (a.m.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sacerdote Don Luca Favarin, guida la onlus


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Sabato 8 Febbraio 2020

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Politica I fronti aperti

Regionali,ipartiti allegrandimanovre Letatticheleghiste eitormentidelPd Venetisti su Brazzale, Cappelletti agita il M5s

Zuin Ho visto Berlusconi, la Lega scalpita ma non andrà da sola

Berlato Un patto nazionale unisce i partiti di centrodestra

Mancano poco più di tre mesi alle elezioni Regionali (data presunta il 24 maggio; c’è chi dice il 31 ma una chiamata alle urne durante un ponte feriale non si è mai vista prima) e nei partiti si intensificano le manovre per la scelta dei candidati presidente, degli aspiranti consiglieri, delle alleanze. La Lega dorme sonni tranquilli: il campione è in casa, si chiama Luca Zaia, e questo risolve un bel po’ di problemi. Quelli seri sono semmai sui territori, dove vista l’annunciata man bassa di scranni è guerra per accaparrarsi un posto nelle tre liste in via di allestimento (Lega, lista Zaia e lista degli amministratori). Gli uscenti sono a caccia della riconferma, gli Zaia-boys esclusi dal giro delle Politiche scalpitano, molti sindaci chiedono di essere della partita. Un bel rebus. Quanto alle alleanze, come ad ogni elezione puntualmente è ripartito il leit motiv«si va da soli». Un sistema rodato per scaldare i motori, compattare la base, tenere sulla corda Forza Italia e Fratelli d’Italia, che qui - lo sanno pure loro - non sono decisivi. Il punto è che la Lega, se vuole arrivare al governo domani, deve tenere tutti insieme fin da oggi, non può sperare di farcela se alimenta divisioni sui territori. «Ne ho parlato con Meloni qualche giorno fa, c’è un patto nazionale è sarà rispettato» ha detto Sergio Berlato nel giorno in cui si è dimesso da coordinatore (a proposito: ieri è stato nominato al suo posto Luca De Carlo, deputato e sindaco di Calalzo). E anche Michele Zuin, coordinatore di Forza Italia, conferma: «Mercoledì ho visto Berlusconi a Roma,

VENEZIA

Alle urne ● Il Veneto si avvicina all’elezione del nuovo presidente della Regione e al rinnovo del consiglio (49 consiglieri più il primo dei candidati presidenti sconfitti) ● La data più probabile per la chiamata al voto è domenica 24 maggio

non ci sono cambi di rotta. Capisco che i leghisti chiedano garanzie, ad esempio sull’autonomia, ed è giusto che le abbiano. Ma se andiamo uniti in Liguria, Puglia, Toscana, Campania, Marche, perché non in Veneto?». In realtà più che gli azzurri, i leghisti temono i «Fratelli», in rapida ascesa: «Stanno facendo campagna acquisti tra ex leghisti, post fascisti, vecchi democristiani - spiega un colonnello che garanzie ci danno in termini di tenuta in aula? Vogliamo una squadra compatta». Fino al contrordine di Salvini e Zaia, comunque atteso non appena le trattative a livello nazionale entreranno nel vivo, si va quindi avanti così, con cadenzati avvisi ai naviganti affinché «stiano in campana». Nel centrosinistra continuano i tavoli interlocutori (uno si è tenuto pure ieri) nel-

Autonomia

Boccia: «Multe per chi ostacola i Lep» PADOVA «Ho trasmesso proprio ieri ai rappresentanti dei partiti della maggioranza l’ultima mia mediazione fatta con tutti i gruppi parlamentari» spiega il ministro agli Affari Regionali Francesco Boccia. Il nodo sono i tempi dei Lep. «Si è trovato l’accordo - spiega - sull’aspettare che i Lep siano definitivi entro 12 mesi ma anche sull’aspetto sanzionatorio per chi non ci consegna i dati. Il lavoro è finito, ora, finito il confronto nella maggioranza, si trasmetterà il testo al parlamento entro il mese. L’approvazione della legge quadro entro giugno e nell’anno vorrei vedere le prime intese». (m.za.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

● L’editoriale

I nostri volontari un ponte contro i rancori

Centrodestra Luca Zaia, governatore uscente, si ripresenta per un terzo mandato

Centrosinistra Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, ha estrazione civica

Indipendentisti Roberto Brazzale, imprenditore, potrebbe guidare il Partito dei Veneti

Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti, ex senatore, si sottoporrà al voto su Rousseau

la speranza che il Pd decida il da farsi. Le prospettive sono sempre quelle: presentare un proprio candidato (in corsa il capogruppo Stefano Fracasso) oppure convergere su una figura civica (il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni). I sostenitori della prima soluzione sono pronti alle primarie di coalizione, ma per fare le primarie occorre che il Pd sostenga unito il suo uomo, Fracasso, il che non è visto che pezzi importanti dei dem sostengono apertamente Lorenzoni nel nome dell’apertura ai «mondi altri». Un terzo nome che metta tutti d’accordo? Al momento non c’è. Siamo allo stallo. E dalla scelta di appoggiare o meno Lorenzoni, considerato «troppo di sinistra» dipende pure la scelta di «renziani», «calendiani», +Europa: se così sarà, loro si sganceranno. I Cinque Stelle (o meglio, i vertici dei Cinque Stelle) puntano sull’ex senatore vicentino Enrico Cappelletti - che ancora non ha sciolto le riserve e comunque dovrebbe sot-

toporsi al voto su Rousseau ma devono superare le perplessità di una parte della base che vede male la candidatura di un ex leghista (Cappelletti provò ad entrare alla Camera nel lontano 1996), «imposto dall’alto» e per di più con due mandati alle spalle, visto che prima che senatore è stato consigliere di circoscrizione a Vicenza (ma secondo le nuove regole questo varrebbe come «mandato zero»). Cappelletti è il braccio destro al Viminale di Vito Crimi, il nuovo capo politico del Movimento, e questo di sicuro aiuta. Infine, il Partito dei Veneti. Il nome a cui stanno lavorando da settimane è quello di Roberto Brazzale, imprenditore di Zanè che insieme ai fratelli gestisce l’impero del burro e dei formaggi. La famiglia lo sconsiglia vivamente, lui è affascinato all’idea. In alternativa, gli indipendentisti punterebbero su Matteo Macilotti, sindaco di Chiampo. Ma. Bo.

Fondi annuali per i viadotti veneti

Veneto Strade, censimento con il Bo. I ponti orfani ora in carico ad Anas VENEZIA Ponti e viadotti hanno conosciuto in questi anni una lugubre notorietà. E nella galassia di responsabilità incrociate fra gestione autostradale, regionale e provinciale esiste anche una densa zona grigia di «ponti figli di nessuno» per così dire. Ponti la cui proprietà, cioè, è sconosciuta al catasto di Anas. Il Corriere del Veneto ne scriveva esattamente un anno fa contando ben 112 «ponti orfani». Almeno una ventina soltanto lungo la Transpolesana. Non è un caso, infatti, se proprio dalla statale 434 si sia partiti per sanare la situazione. «Si stanno definendo i verbali – spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti – dopo che Anas ha avuto il via libera

dal ministero per le Infrastrutture ad accollarsi formalmente queste opere. Si inizia dalla Transpolesana e si continua su tutti i ponti orfani. Resta aperta una questione cruciale, i ponti di competenza provinciale. Le province non hanno più le forze per intervenire, il governo deve farsene carico perché dei 10 mila di km di strade venete, 8000 sono provinciali». E a proposito di ponti, ieri Veneto Strade ha presentato il «censimento veneto». «Noi la pensiamo diversamente da Oliviero Toscani e crediamo che la statica dei ponti sia importante». La stoccata è del direttore generale di Veneto Strade, Silvano Vernizzi. L’occasione è la pre-

sentazione del mastodontico lavoro di censimento dei 494 ponti e viadotti cui si aggiungono 60 gallerie nel Bellunese per stilare una scala di priorità negli interventi di manutenzione. La «cura da cavallo» per i manufatti gestiti da Veneto Strade è iniziata, specifica De Berti, «prima di Genova»: «A fine 2017 di ponti, in Italia ne erano già crollati due, risale a quel periodo lo stanziamento straordinario di 15 milioni di euro spalmati su 2018, 2019 e 2020 per intervenire immediatamente sui ponti che necessitavano di cure. A questi se ne aggiungono altrettanti, spalmati su 2020, 2021 e 2022. E abbiamo intenzione di stanziare stabilmente 5 milioni l’anno perché gli interventi si-

ano costanti nel tempo». Con questa corposa dotazione Veneto Strade ha ingaggiato «i massimi esperti del settore» spiega Vernizzi: Claudio Modena membro del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e Carlo Pellegrino, direttore del dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale del Bo. Modena, per inciso, è l’uomo che sta ultimando (se ne prevede la diffusione a metà febbraio) le linee guida del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici decise dopo Genova per uniformare le procedure di monitoraggio dei manufatti per la gran parte ormai datati. «È impossibile pensare di dotare oltre 500 manufatti di sensori per il monitoraggio – spiega Vernizzi – ma, nono-

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stante non ci siano situazioni critiche in regione, soltanto una decina di opere su cui si appunta la nostra attenzione soprattutto nel Bellunese, abbiamo deciso di censire tutto il patrimonio». E qui entra in gioco un’app pensata da Pellegrino che permetterà ai tecnici di avere sott’occhio lo stato di salute del manufatto. E compito del team di accademici sarà anche formare al monitoraggio costante il personale di Veneto Strade. Nel frattempo proseguono le sperimentazioni in continuo sul ponte del Rudavoi vicino a Cortina attraverso sensori a basso costo che trasmettono on line i dati e quella attraverso sensori cablati sul ponte di San Giuliano. «Senz’altro utilizzeremo i sensori a basso costo dove la graduatoria di priorità del censimento ci indicherà – spiega Vernizzi – e i fondi stanziati dalla Regione basteranno». Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SEGUE DALLA PRIMA

ensiamo alle dipendenze vecchie (alcool, droghe) e nuove (ludopatie) con numeri pazzeschi. Sappiamo che le mense della Caritas e i banchi alimentari sono frequentati sempre più da italiani, di provenienza anche di ceto medio. Fragilità che derivano dalla tenaglia del cedimento della comunità tradizionale e dei tagli alla spesa pubblica per welfare. Alcuni pezzi, fortunatamente ancora minoritari, di quella che ritenevamo la società centrale sono attraversati da processi striscianti di impoverimento e di precarizzazione. Si vive una condizione di perifericità rispetto a un centro che non si capisce neppure dove si trovi. In molti casi, questi processi si traducono in storie di impressionante sofferenza personale. Con esiti a volte tragici. Ebbene, è proprio per questo mutato segno della società dell’integrazione che dobbiamo scavare nella sorta di deserto che avanza. Il nostro welfare è vecchio. Non affronta le nuove fragilità con strumenti adeguati. Ogni strumento per essere adeguato deve presupporre una relazione tra persone, «il valore dello stare accanto» ha detto il Presidente Mattarella ieri in Fiera a Padova. Oggi c’è molto più bisogno di volontariato perché si sono indeboliti tutti i riferimenti. Quando pezzi di società si percepiscono in impoverimento, anche minimale, e si saldano a vicende personali di difficoltà che non trovano nessun sostegno, partono macchine di produzione di un sentimento che è il rancore. Durante una ricerca sulla povertà ho intervistato un veneto, un «nostrano», rimasto senza lavoro e senza casa. Ha detto una cosa, probabilmente molto urticante per chi ragiona con schemi buonisti: «Avrei bisogno di un alloggio del Comune ma li danno solo agli immigrati. Il mio non è razzismo. Il mio è rancore». Ebbene, dietro il rancore esiste una sofferenza non risolta, un isolamento affettivo, un invincibile senso di sfiducia. Diffida del buonismo perché ritiene che la solidarietà sia solo per i «soliti noti». L’Anno Europeo del volontariato, questo straordinario laboratorio padovano non rimarrà una bella cittadella. Ci vogliono ponti proprio verso le piccole ma diffusissime comunità del rancore. Luca Romano © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

SABATO 8 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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Padova capitale europea

il caso

Zaia invoca l’autonomia scatta la contestazione La sala si spacca tra i fans del governatore e chi dissente Omaggio a Tina Anselmi e alla sua riforma della sanità

Il presidente della Regione Luca Zaia durante il suo intervento PADOVA. L’’autonomia, la “madre di tutte le battaglie” che Zaia cita come magico passepartout in ogni comizio e intervista, non piace all’esercito di volontari accorso a celebrare Padova capitale del no profit. Nel suo intervento di otto minuti, recitato a braccio con la solita verve oratoria, e in mezzo a salve di applausi a scena aperta, Zaia incassa il primo “Nooo” con qualche sonoro fischio, se-

dato poi dalle truppe leghiste nascoste in ordine sparso e solerti all’applauso per mettere fine alla contestazione. Lui si ferma per un attimo, dopo una rincorsa infinita sulle virtù dei veneti, iperbole su iperbole. E fa subito osservare e rimarca che il tema della autonomia era stato appena affrontato da Mattarella e che lui lo stava appunto citando. Sillogismo: i ragazzi che fi-

schiano sono andati in cortocircuito, perché in fondo hanno fischiato il presidente della Repubblica. Tale è la tesi dell’entourage del governatore, resta la ferita dei fischi. «Lasciatemi dire che questa terra ha grandi primati». E parte non dal Prosecco marchio Unesco, ma dai missionari: «Ne abbiamo 3500 in giro per il mondo. Ecco don Dante, del Cuamm. Ciao». Applausi bipartisan. «Tu sei il nostro orgoglio perché in Africa sub-sahariana e in Sierra Leone avete creato il 118 per salvare le mamme durante il parto». Tra i 25 mila scout e i 185 mila donatori di sangue dell’Avis, sottolinea un altro primato con le 30 mila realtà associative che coinvolgono 900 mila persone. Il governatore della Lega spiega infine che Roma è in debito con il Veneto, che con i suoi 1900 asili per l’infanzia accoglie 90 mila bambini: «Lo Stato grazie alle nostre paritarie risparmia 200 milioni di euro l’anno, questa è nostra prerogativa nata nell’Ottocento che ci teniamo stretta». Parla con stile rassicurante e

nella galleria di citazioni infila Tina Anselmi, staffetta partigiana di Castelfranco, prima donna ministro Dc legata ad Aldo Moro: sua è la strepitosa riforma della sanità del 23 dicembre 1978. L’applausometro va alle stelle. Sembra di essere al festival di Sanremo con Fiorello. Poi la buccia di banana che non ti aspetti. «Se un cittadino veneto su 5 fa volontariato, significa che si sostituisce alla carenza delle istituzioni e voglio dire che nei nostri tratti somatici entrano anche l’autonomia e la sussidiarietà». E qui la sala si spacca. «Nooo». Fischi. «Bravo» gridano i consiglieri comunali della Lega. Finisce lì. Con Zaia che butta acqua nel fuoco della polemica: «Questi ragazzi non sanno cosa c’è scritto nella Costituzione...».Stop. Nessuna polemica. E le reazioni? Piero Ruzzante, consigliere regionale di Veneto 2020, coglie la palla al balzo. «Ci vuole rispetto per le idee di tutti, l’esercito di Padova capitale del volontariato ha scelto uno slogan chiarissimo: ricucire l’Italia dalle mille fratture. Se Zaia invoca l’autonomia va esattamente nel segno opposto. La garbata contestazione ci sta tutta» . Sul palco verso le 13.30 sale anche Andrea Pennacchi, il “Pojana” de La 7. La sua satira resuscita i leghisti dopo i buu. «Il Cuamm che fa nascere i bambini in Africa? Sono già troppi, poi vengono tutti qui e ci invadono... Fermatevi: ma siò mati». E sullo schermo ecco comparire le navi delle Ong del salvataggio in mare, quelle che Salvini ha bloccato nei porti. Il volontariato ha il cuore grande... — Albino Salmaso

Il ministro D’Incà e il sottosegretario Martella

«Subito i decreti attuativi il governo raccoglie l’appello del Quirinale»

Il ministro Federico D’Incà e il sottosegretario Andrea Martella PADOVA. Come risponde il go-

verno al presidente Mattarella, che ha sollecitato ad approvare la legge sul terzo settore? Federico D’Incà, ministro dei rapporti con il Parlamento, ricorda che da ragazzo ha fatto volontariato aiutando i disabili nel Bellunese. «Condivido tutte le parole del Capo dello Stato. I decreti attuativi sono fermi e sarà mio compito stimolare i ministeri perché chiudano il processo che consentirà di approvare la legge sul terzo settore. Abbiamo il dovere di rispondere a 340 mila associazioni, 800 mila persone impiegate, i 6 milioni di operatori. Questi sono i numeri in Italia. Da Padova, capitale del volontariato europeo, ho voluto ribadire l’importanza di un settore che rappresenta la colonna vertebrale del Pae-

se. I volontari ci insegnano che si può collaborare con il dialogo e i toni moderati. A loro va la nostra gratitudine e da loro la politica deve prendere esempio per ricucire l’Italia. Soprattutto nelle realtà associative, le future generazioni degli amministratori del nostro Paese crescono forti di valori e principi sani», conclude D’Incà. Al suo fianco è seduto il sottosegretario alla presidenza del consiglio Andrea Martella: «Il presidente Mattarella ha come sempre ragione: c’è grande attesa per i decreti attuativi, che daranno seguito alle riforme del terzo settore». E la scivolata di Zaia sull’autonomia? D’Incà e Martella sorridono: «Tranquilli, la legge Boccia verrà approvata». — AL.SAL. © RIPRODUZIONE RISERVATA


XVII

Cadore Comelico

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Sanità: Corona accusa, la Regione risponde Dopo le prese di posizione dello scrittore sul depotenziamento `L’esponente della giunta Zaia, illustrerà i progetti realizzati dei servizi, l’assessore Lanzarin pronta a chiedere un confronto e gli investimenti messi in campo nelle aree della montagna `

L’acqua è torbida: interviene il Bim Gsp

CADORE «Uno dei peggiori nemici della montagna, perché crea timori e fa scappare la gente, è la disinformazione». A sostenerlo è l’assessore veneto alla sanità Manuela Lanzarin, le cui parole irrompono nella levata di scudi in atto in Cadore, contro ogni forma di privatizzazione o esternalizzazione dei servizi sanitari essenziali nonché contro la riduzione delle risorse. E per far chiarezza la titolare veneta del vitale settore chiama in causa Mauro Corona, che martedì era intervenuto sull’argomento durante la consueta finestra di Cartabianca, ricorrendo ad espressioni critiche. Lanzarin chiede all’opinionista un incontro per ristabilire la verità, grazie alla visibilità ed autorevolezza dell’ospite di Bianca Berlinguer su Rai3. «Mauro Corona è un uomo di montagna, concreto e innamorato della sua terra – afferma l’assessore della giunta di Luca Zaia –. Mi dispiace che si sia fatto un’idea sbagliata della sanità bellunese e mi piacerebbe incontrarlo per descrivergli, documenti alla mano, l’impegno della Regione per la salute dei territori montani». Se sui vincoli imposti dal Ministero dei beni culturali sul comprensorio di Auronzo e del Comelico non vi sono divergenze, tanto che la Regione si è schierata apertamente con i territori e ha attivato tutti i ricorsi possibili nelle sedi giurisdizionali, opinioni diverse emergono sulla questione sanitaria.

L’ASSESSORE «Sulla sanità – aggiunge Lanzarin – non vorrei che Corona, per amore delle sue terre, fosse per una volta scivolato nella banalizzazione. Da uomo di montagna a tutto tondo, Corona forse si è dimenticato per un paio di minuti che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Per questo mi piacerebbe incontrarlo per fargli sentire e vedere che la foresta della sanità in montagna cresce, nonostante tanti problemi, primo fra tutti la carenza di medici». Proseguendo con la metafora forestale, l’assessore spiega che nella selva sanitaria bellunese sono stati inve-

SANTO STEFANO

SANITA’ Lo scrittore ertano Mauro Corona e la sindaca di Auronzo Tatiana Pais Becher in prima fila in difesa della montagna

stiti in interventi e apparecchiature 13 milioni e 505 mila euro nel solo 2019; di come il Codivilla di Cortina sia stato rilanciato e siano stati salvati tutti i punti nascita in montagna che il governo e il ministro Lorenzin volevano chiudere. Nell’elenco non potevano poi mancare il Centro (privato) per le malattie respiratorie dei bambini a Misurina, la realizzazione del nuovo pronto soccorso e il potenziamento dell’elisoccorso di Pieve di Cadore, che tra

IL CONSIGLIERE ROGER DE BERNARDIN: «DOVE ERA QUANDO HANNO TAGLIATO IL PUNTO NASCITE DI PIEVE DI CADORE»

Cortina Al Cason de Formin soccorso escursionista L’altro pomeriggio l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato in direzione Cason de Formin, dove, facendo il giro della Croda da Lago, un escursionista si era trovato in difficoltà e, temendo di mettersi in condizione di pericolo, aveva preferito chiedere aiuto al 118 fornendo le coordinate del punto in cui si trovava. Individuato dall’equipaggio, il 32enne trevigiano è stato recuperato con un verricello di 20 metri dal tecnico di elisoccorso e trasportato a valle.

Parlamentari bellunesi in difesa della Polfer `L’allarme di De Carlo

sulla sede di Calalzo raccolto da De Menech CALALZO I parlamentari bellunesi impegnati contro la chiusura della Polfer a Calalzo di Cadore. Dopo l’allarme dell’onorevole di Fratelli d’Italia Luca De Carlo ecco l’iniziativa di Roger De Menech del Partito Democratico. De Menech ha incontrato nei giorni scorsi il sottosegretario all’Interno Matteo Mauri in merito al progetto di riorganizzazione della Polizia di Stato che prevede, tra l’altro, la soppressione del Posto di Polizia Ferroviaria di Calalzo. «Come evidenziato in una nota del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia -dice De Menech- ho chiesto al sottosegretario di riconsiderare il progetto e di ripianare l’organico del posto di Calalzo azzerato a fine 2018 a causa di pensionamenti e provve-

rio quotidianamente. «Dov’è stato mantenuto il punto nascite in montagna: dica dove, di certo non a Pieve di Cadore – sbotta, esemplificando, Roger De Bernardin, capogruppo della minoranza consiliare di Santo Stefano –. La situazione al Codivilla di Cortina? Al momento sono nel caos più totale e la sala operatoria a Pieve non è nemmeno aperta. È vero che stanno sistemando il pronto soccorso del Giovanni Paolo II, ma stanno svuotando l’intero ospedale con il solo elicottero. Le parole dell’assessore sono come fumo negli occhi: come se l’elicottero risolvesse tutti i problemi e dov’è garantita la golden hour se l’ambulanza, sempre se disponibile, partirà da Pieve per arrivare in Comelico quando quella di Auronzo sarà impegnata?». Yvonne Toscani

Na Fuoia in trasferta a Barcellona per la 33. edizione di “Tradicionarius”

dimenti di mobilità. I prossimi grandi eventi che coinvolgeranno l’alto bellunese, Mondiali di Sci nel 2021 e le Olimpiadi nel 2026, richiameranno un maggiore numero di turisti, visitatori e appassionati alle discipline sportive invernali. Sono da prevedere flussi di persone in aumento con migliaia di persone che utilizzeranno la ferrovia oltre che la viabilità FONDAMENTALE Il servizio Polfer ordinaria per raggiungere le lo- alla stazione di Calalzo calità turistiche. Inoltre, il piano di elettrificazione dell’inte- mento del numero di viaggiatora tratta ferroviaria, da Vene- ri sui treni da e per la pianura». zia e da Padova fino a Calalzo, E’ dal 2014 che si parla della renderà più veloce, comodo e soppressione del presidio calalcompetitivo il trasporto su fer- tino. Nelle ultime settimane si ro ed è quindi facilmente ipo- è riacceso il dibattito sulla fertizzabile un sensibile increrovia che verrà e su quel treno verso nord ma nel contempo è arrivato questo nuovo allarme. «Il sottosegretario Mauri, -conclude De Menech- ha assicurato di approfondire la questione sotto il profilo tecnico, anche con i responsabili della Polizia di Stato e con i sindacati per verificare lo spazio di eventuali modifiche al piano». (gbol)

IL DEPUTATO DEL PD HA INCONTRATO IL SOTTOSEGRETARIO ALL’INTERNO MAURI: DISCUSSO IL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE

poco avrà anche il via libera per il volo notturno. E poi ancora il rilancio dell’ospedale di Feltre, con il nuovo pronto soccorso e una nuova risonanza magnetica, la dotazione in quello di Belluno della struttura per autoprodurre farmaci antiblastici contro il tumore, il lavoro per dare tutto ciò che serve al punto di primo intervento di Auronzo. «Pensiamo anche al futuro – conclude l’esponente di Palazzo Balbi – avendo inserito nei progetti per accedere ai fondi nazionali del Cipe il miglioramento sismico dell’ospedale di Belluno per più di 39 milioni e l’adeguamento e riqualificazione del padiglione Della Palma dell’ospedale di Feltre per 20 milioni. Sentire che in montagna manca la sanità di sicuro non aiuta la verità». Le parole della Lanzarin vengono smentite da chi vive sul territo-

Il Consiglio di bacino Dolomiti Bellunesi, cioè l’ente di governo che pianifica e controlla il servizio idrico integrato, nella recente seduta di fine gennaio, ha apprezzato le considerazioni di Bim Gsp sul fatto che la critica situazione della torbidità dell’acqua di Campolongo non sia stata risolta definitivamente, nemmeno dopo l’inserimento di un sistema di filtrazione. Lo scrive, in una lettera indirizzata al gestore del servizio idrico e, per conoscenza, al Comune di Santo Stefano, il direttore Giuseppe Romanello. È stato inoltre preso atto che il Bim Gsp ha già autonomamente inserito nel proprio piano industriale 2020 un ingente investimento per la realizzazione di un nuovo collegamento acquedottistico, con una sorgente alternativa, purtroppo non previamente proposto all’ente di programmazione e quindi non contemplato nella programmazione di bacino. Pertanto è stato chiesto di trasmettere un esaustivo studio di fattibilità, che consenta di valutare esattamente le azioni non più provvisorie per garantire la risoluzione delle problematiche di approvvigionamento idrico della frazione, entro i termini stringenti di predisposizione del programma degli interventi aggiornato da sottoporre alle decisioni dell’assemblea dei sindaci. Per quanto riguarda gli aspetti tariffari, anche l’ente di controllo concorda che l’autorizzazione concessa sulla riduzione per le utenze di Campolongo sia ancora valida, seppur parzialmente, involgendo anche la cosiddetta “addizionale” riferita alle annualità pregresse. (Y.T.)

SAN PIETRO DI CADORE Palcoscenico internazionale per il duo cadorino Na Fuoia. Oggi a Barcellona, nell’ambito del festival di musica popolare “Tradicionarius”, si esibiranno anche Andrea Da Cortà e Annachiara Belli con un repertorio di musiche e danze delle Dolomiti e del Nord Italia. Andrea, polistrumentista, e Annachiara al violino saranno affiancati dai ballerini Arianna Rossetto e Attilio Baccarin. L’invito a partecipare ad una delle più prestigiose manifestazioni culturali spagnole, qual è Tradicionarius, giunta alla 33. edizione, conferma il valore della ricerca che da oltre vent’anni Andrea Da Cortà sta realizzando, con recupero di musiche della tradizione e con la creazione di brani originali sul filone della musica popolare confrontata con diverse realtà italiane e europee. Da solo o con altre formazioni, come il Al Tei e di recente Na Fuoia, Andrea Da Cortà si è fatto conoscere nel panorama musicale popolare in

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vari contesti nazionali ed internazionali, partecipando a rassegne in Ungheria, Germania, Francia. Con il gruppo Al Tei e lo spettacolo “Se fossi una rondinella” che proponeva le più conosciute canzoni degli anni della prima guerra mondiale sono stati ospiti della casa della cultura italiana a Hong Kong. Nella presentazione del programma della manifestazione catalana il duo Na Fuoia viene segnalato così: “ Il progetto di Na Fuoia è il risultato di oltre venti anni di ricerca e lavoro sulla tradizione musicale della bella terra delle Dolomiti in Italia settentrionale, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2009. Na Fuoia rappresenta il ponte tra tradi-

L’INVITO ALLA RASSEGNA CATALANA TESTIMONIA LA VALENZA DEL DUO DA CORTÀ-BELLI E DEI LORO COLLABORATORI

zione e modernità , il recupero e riproposizione di brani antichi, festival di danza, cerimonie, riti religiosi e pagani, una componente fondamentale per la socializzazione”. Numerose le pubblicazioni di brani originali di Andrea Da Cortà su cd, e recentamente il gruppo Na Fuoia ha collaborato alla realizzazione di un disco intitolato “Sconfini- No Borders”, un’idea di “colonna sonora transfrontaliera”, nata con l’obiettivo di realizzare una compilation di brani che narrassero le radici culturali dei territori coinvolti nel progetto e allo stesso tempo esprimessero lo spirito transfrontaliero di condivisione e contaminazione. Al progetto hanno partecipato, oltre a Da Cortà e Belli, Patrizia Bertoncello, Francesca Gallo, Corina Kush, Lorenzo Marcolina, Renato Tapino. Sul cd sono stati registratri 11 brani di diverse tradizioni dolomitiche, austriache, slovene, in una esibizione dal vivo al Teatro delle Voci di Treviso. Lucio Eicher Clere


XIII

Padova

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

“Nostra terra”, lunedì al Geox arriva Salvini

Fiaccole e veglia di preghiera contro la tratta delle persone

`Il leader della Lega

apre la campagna elettorale in Veneto

In cento dalla chiesa di San Lorenzo da Brindisi fino a quella di Sant’Antonino `

L’IMPEGNO PADOVA Un fenomeno spesso

sommerso, senz’altro scomodo e che cela interessi enormi ma macchiati di sangue. É la tratta delle persone, una piaga che nelle sue mille forme è presente in tutto il mondo e contro cui dal 2015 la Chiesa cattolica ha indetto una giornata mondiale di preghiera fortemente voluta da Papa Francesco. Una ricorrenza che cade ufficialmente oggi ma che a Padova è stata preceduta ieri sera da un’iniziativa della diocesi. Un evento in concomitanza con l’inizio ufficiale dell’anno di Padova capitale europea del volontariato presieduto ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Due storici luoghi di culto del quartiere Arcella hanno ospitato il cammino e la veglia contro la tratta organizzati dalla Caritas, dalla Pastorale sociale e dalla Pastorale dei migranti con Usmi (Unione superiori maggiori d’Italia), le suore francescane dei poveri del progetto Miriam che da anni sostengono le donne vittime di tratta, i Comboniani e la Società missioni africane. Il cammino è partito dalla chiesa di San Lorenzo da Brindisi per proseguire alla volta di quella di Sant’Antonino, dove il vicario episcopale don Leopoldo Voltan ha presieduto la veglia di preghiera alla presenza di religiosi e fedeli.

RIFLESSIONE Un centinaio sono partiti dal sagrato di via Perosi e, fiaccole alla mano, hanno raggiunto viale dell’Arcella. Tra loro suore, volontari della protezione civile, adulti di ogni età e alcuni gruppi di giovani scout. Numerosa anche la partecipazione di uomini e donne di origine straniera che al ritmo dei tamburi

NEL CAMMINO TANTI STRANIERI, VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE, ADULTI DI OGNI ETÀ, GRUPPI DI GIOVANI SCOUT E SUORE

hanno scandito con i canti l’intera camminata. A Sant’Antonino tanti altri li hanno attesi per partecipare quello che non è stato solo un rito religioso, ma un vero e proprio momento di riflessione. «Il fenomeno della tratta è ammantato di tanta ignoranza unità alla poca volontà di conoscerlo: è qualcosa di scabroso, che fa vergognare, genera un senso di disagio - è stato spiegato lungo il percorso - Talvolta siamo portati a pensare che da soli possiamo andare più veloci, viaggiare leggeri verso la meta. Invece la realtà è che da soli ci perdiamo nell’isolamento e diventiamo impotenti. Dobbiamo promuovere la dignità di ogni persona, perché solo insieme possiamo realizzarci». Le stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro riferite al 2014 parlano di almeno 21 milioni di persone nel mondo vittime di sfruttamento. «Oggi diamo una testimonianza di speranza in un giorno speciale per la città: essere capitale del volontariato è un’opportunità per prendere coscienza dei volti e delle storie di chi ci sta accanto nel segno della solidarietà», ha commentato don Leopoldo Voltan. «Il

PADOVA Due giorni di presenta-

zioni e confronto tra i ricercatori dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare, con il fine ultimo di presentare lo stato e i risultati dei progetti di ricerca. È con questa finalità che i ricercatori del Vimm si sono ritrovati ieri e oggi per un vero e proprio ritiro di due giorni in un albergo del territorio, per condividere idee spunti e suggerimenti al fine di sviluppare collaborazioni scientifiche virtuose tra le varie anime della ricerca portata avanti dall’Istituto. Braccio operativo della Fon-

PADOVA La campagna elettora-

NO ALLA TRATTA Il cammino dalla chiesa di San Lorenzo da Brindisi fino a quella di Sant’Antonino

primo esempio che generalmente viene alla mente parlando della tratta di persone è quello della prostituzione – hanno spiegato gli organizzatori – I tipi di sfruttamento sono però molteplici: c’è il racket dell’accattonaggio di ogni genere, c’è quello lavorativo. Questa serata e la giornata di domani (oggi, ndr) vogliono auspicare alla fine di ogni tipo di sfruttamento in ogni parte del mondo». Per questo oltre alla pre-

ghiera un ruolo fondamentale è assunto dalla sensibilizzazione che con essa va di pari passo. «Per far conoscere il tema bisogna parlarne, dobbiamo venire a contatto con il dramma profondo delle vittime»: per questo gli organizzatori hanno coinvolto in prima persona le nuove generazioni attraverso l’Ufficio pastorale dei giovani della diocesi, riuscendo a richiamarne diverse decine. Serena De Salvador

Micio nel motore salvato dai pompieri L’INTERVENTO PADOVA Nel primo pomeriggio di

ieri i vigili del fuoco hanno dovuto rendersi protagonisti di un salvataggio. Questa volta ad aver bisogno dell’aiuto dei pompieri era un gattino che era rimasto incastrato nel vano motore di un’auto dove si era rifugiato probabilmente per scaldarsi un po’. L’allarme l’ha dato una giovane donna che stava per mettere in moto in via Peschiera la propria Opel Corsa quando ha sentito un forte miagolio provenire proprio da sotto l’auto. Troppo strano, tanto che la ragazza ha deciso di dare un occhio e cercando la fonte del lamento, si è accorta che il miagolio proveniva dal motore. I pompieri dopo aver localizzato l’animale, ben mimetizzato nel

Vimm, due giorni sulla ricerca delle malattia autoimmuni L’APPUNTAMENTO

IL CARROCCIO

dazione per la Ricerca Biomedica Avanzata Onlus, il Vimm ospita oggi ben 150 ricercatori provenienti da tutto il mondo, impegnati quotidianamente nella lotta alle principali malattie del nostro tempo, come tumori, diabete, malattie cardiovascolari e muscolari. Le tematiche che oggi saranno approfondite al Vimm Retreat sono cinque: la tecnologia per la medicina, i meccanismi di base delle malattie, immunologia e dermatologia, i meccanismi e le conseguenze pato-fisiologiche del cancro, la biologia molecolare, cellulare e dei sistemi dei tessuti. Oltre ai ricercatori del Vimm, saranno presenti illu-

vano motore, hanno alzato l’auto, riuscendo non senza difficoltà ad estrarlo dal sotto scocca della

stri esponenti del mondo della ricerca scientifica, provenienti dall’Italia e dall’estero, come Iain Mattaj, scienziato britannico, ora Direttore dello Human Technopole a Milano, Sadaf Shadan, senior editor dell’area riservata alla biologia cellulare e vegetale della rivista scientifica Nature, e Sandra Zatti, Program Manager di Fondazione Telethon. Proprio Fondazione Telethon sta finanziando quattro progetti di ricerca dei principal investigator del Vimm (Luca Scorrano, Maria Pennuto, Claudia Lodovichi e Massimo Zeviani). Importante anche il contributo delle aziende sponsor dell’edizione numero 18 come AlfaTest, EuroClone, PeproTech, Promega Italia, Voden Medical Instruments e Carl Zeiss, che illustreranno le ultime novità tecnologhiche proposte al mondo della ricerca.

vettura. Il gatto, un micio rosso bello grosso, è stato preso in custodia dalla proprietaria dell’auto, che si è offerta di adottarlo e tenerlo con gli altri suoi due mici.

le del Carroccio per riconquistare il Veneto alle Regionali parte da Padova. Lunedì, alle 18.30, al Teatro Geox il leader della Lega Matteo Salvini parlerà di sport, turismo, università e agricoltura. Le sardine sono pronte a manifestare contro la sua presenza in città e così manifesteranno alla stessa ora. Ma dalla parte opposta di Padova, al Portello. Nessuna possibilità di incrociarsi e nemmeno di scontrarsi. Si chiama “La nostra terra” l’incontro organizzato dalla segreteria provinciale del Carroccio che vedrà protagonista in vista delle prossime elezioni Regionali Matteo Salvini, impegnato nella perenne campagna elettorale del tour “Giro d’Italia 2020”. Oltre al leader della Lega saliranno sul palco per il dibattito il deputato, vicesegretario federale e commissario della Liga Veneta Lorenzo Fontana, il campione di sci alpino Kristian Ghedina, Marco Michielli di Confturismo e Federalberghi Veneto, Francesco Cavalla, professore emerito di filosofia del Diritto all’università di Padova, Camilla Rossi Chauvenet, imprenditrice e Ceo di Massimago Wine. A far da padrone di casa, sarà il governatore Luca Zaia. L’iniziativa ha subito messo in allarme le sardine padovane, che al grido di “Padova non si Lega” hanno lanciato la contromanifestazione. Ma non davanti al Geox, ma proprio agli antipodi: al Portello. «Salvini è tornato per dividerci: vuole iniziare subito la campagna elettorale, vuole il Veneto, vuole noi - dichiara Antonio Alaia, uno dei volti delle sardine padovane - Abbiamo cominciato il nostro percorso con la volontà di mostrarci unite contro la politica dell’odio, del sovranismo, delle discriminazioni, chiedendo ai nostri politici di ritrovare un dialogo che porti con sé i valori fondamentali del rispetto e della nostra Costituzione. E lunedì saremo in piazza per ribadire questo messaggio». Un messaggio che, dunque,

I residenti lamentano degrado L’Ater: «Manutenzione fatta» PALESTRO PADOVA I residenti di via Amba Aradan lamentano una situazione di degrado, ma l’Ater assicura la sua attenzione. Un re-

sidente aveva chiamato in causa proprio l’Ater per il problema di degrado che infastidisce chi abita nei dintorni. Per questo l’azienda ha deciso di rispondere spiegando la situazione reale. «L’immobile, composto da sei appartamenti (oggetto delle perplessità di chi vive in zona, ndr), è stato oggetto nel corso degli anni di interventi di manutenzione, in particolare al tetto. Gli alloggi sono stati inseriti in un piano vendita,

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che vede come interlocutori prioritari gli attuali assegnatari, la cui conclusione è prevista entro la fine del mese di lugliodi quest’anno. Diversamente l’Azienda inserirà l’immobile in un piano di manutenzione e riqualificazione co-

è rivolto al resto della città e non direttamente a Salvini o a chi è interessato all’incontro al Geox, visto che per le due fazioni agli antipodi, non ci sarà alcuna possibilità di incrociarsi. «Non possiamo accettare la politica degli slogan, delle citofonate, dei pregiudizi e dell’odio. Padova è altro: è cultura, è arte, è accoglienza, senza lasciare indietro nessuno, e solidarietà. Oggi cogliamo pure i frutti di tutto ciò, celebrando la città come capitale europea del volontariato. Non dimentichiamo tutto questo, la nostra storia, non lasciamoci trascinare dalla pancia e dall’odio, non lasciamoci dividere, come invece vorrebbe qualcuno - continua Eleonora Cannavacciuolo - Restiamo uniti. Stretti in un’unica massa, come le sardine che siamo, difendendo i nostri valori e la nostra terra dalla retorica dell’odio e della divisione. Ricordiamoci chi siamo: noi siamo sardine. Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto».

TRA GLI OSPITI LO SCIATORE GHEDINA. A FARE GLI ONORI DI CASA ZAIA. SARDINE IN MANIFESTAZIONE AL PORTELLO

L’INIZIATIVA Matteo Salvini lunedì alle 18.30 al Geox

me sta già facendo per altri fabbricati, liberi da vincoli, individuati nel piano triennale di edilizia popolare». Per quanto riguarda le strutture irregolari, presenti nelle pertinenze dell’immobile, «sono state avviate da parte dell’azienda tutte le procedure per la verifica della presenza di eternit ed il ripristino degli eventuali abusi, ad esclusione delle strutture regolarmente condonate». LA SITUAZIONE In via Amba Aradan i residenti si lamentano per le condizioni di uno stabile Ater. L’azienda: «Manutenzione fatta»


VII

Primo Piano

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Zaia: «Pediatria in dirittura e il progetto non si cambia» Il presidente del Veneto: «Padova Est? Non ha senso, sarebbe soltanto una perdita di tempo. Con il soprintendente troveremo presto un accordo» `

LA DECISIONE «La nuova Pediatria? Non è previsto alcun cambio di progetto e la struttura verrà realizzata in via Giustiniani». A dirlo è stato ieri il presidente della Regione Luca Zaia, arrivato in città per accogliere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Dove troverà posto la nuova Pediatria è già stato deciso – ha scandito il governatore – realizzarla in altri luoghi, per esempio a Padova est, non avrebbe senso, si perderebbe troppo tempo. Noi andiamo avanti con questo progetto». «Bisogna rendersi conto che c’è un crono programma e che questo va rispettato – ha aggiunto –: è stato deciso di realizzare l’opera in via Giustiniani e lì si deve fare. Diversamente, infatti, si rischia di far passare ancora molti anni e questo non possiamo permettercelo». «Io mi limito a prendere atto del lavoro che sta facendo il tavolo tecnico – ha continuato – Per come la vede il sottoscritto, la partita è in dirittura d’arrivo e lo dice chi ha stanziato i soldi per realizzare il progetto. Se oggi si parla della nuova Pediatria di Padova è proprio perché la Regione ha stanziato i fondi per realizzala. E stiamo parlando di milioni di euro». LA DISCUSSIONE Luca Zaia, nella foto con Giordani, dice che per Pediatria saranno rispettati i tempi

L’INTESA tutte rivolte a Lorenzoni con grande pacatezza. Ad esempio, su come coprire la distanza di 400 metri che separa la fermata del tram dal Sant’Antonio, ha ri-

sposto che saranno predisposte delle navette di collegamento tra il Parco Iris e l’ospedale. Alcuni residenti che vivono in vie chiuse hanno poi chiesto lumi sui tempi per poter uscire, o entrare, dalle abitazioni: tra il passaggio di un tram e l’altro, avranno a disposizione un lasso di 4 minuti. Diverse, infine, le domande sul numero dei semafori fra via Piovese e la parallela, dove ci saranno le rotaie: attualmente sono 5, ma diventeranno 13. Luisa Morbiato

mosaico molto più complesso che prevede, tra le altre cose, il Parco delle Mura, la demolizione del policlinico universitario e, alla fine, la realizzazione del complesso ospedaliero previsto a Padova est. Al termine di questo percorso, dunque, avremo tutti i tasselli al loro posto. Come Regione Veneto vogliamo far capire al Soprintendente che la Pediatria è solo una parte e che l’elaborato va considerato nel suo insieme. Sono però fiducioso che alla fine certamente troveremo un’intesa».

IL CANTIERE

Via Anelli, oggi l’abbattimento di un altro edificio

A EST

ra concentrati lungo via Venezia – via San Marco». Un cambio di pelle che, in qualche modo è legato alla trasformazione complessiva della nostra zona industriale, che ha contribuito a convincere i soci pubblici a dare il via libera alla liquidazione della Zip.

Sempre rimanendo a est, come potenziale strutture in grado di aumentare il traffico, si individuano la nuova questura che verrà realizza in via Anelli e il centro congressi che, entro la fine dell’anno, verrà ultimato in fiera. Spostandoci in centro, invece, due sono gli interventi che potrebbero incrementare i flussi del traffico: il recupero, da parte dell’università, dell’ex Caserma Piave e la Prandina. Evidentemente, nel caso dell’ex caserma che si affaccia su corso Milano, si dà quasi per scontato che al suo interno venga realizzato un parcheggio. Andando a ovest, infine, vengono citati due interventi che, per forza di cose, avranno un impatto importante sulla viabilità della zona: il nuovo punto vendita di Leroy Merlin, che verrà realizzato all’interno dell’ex Foro Boario di corso Australia, e l’arena della musica che dovrebbe trovare posto a Padova Ovest, a ridosso dello stadio Euganeo, dove da settembre cominceranno i grandi lavori per la trasformazione della curva. Al.Rod.

LE CONSIDERAZIONI

«Sono anche convinto che, alla fine, un accordo si troverà anche con il Sovrintendente – ha detto ancora Zaia - In fin dei conti, stiamo parlando di un progetto che non viene realizzato su un prato a ridosso di una necropoli. Qui si parla della demolizione di un vecchio edificio che, di sicuro, non faceva parte delle bellezze architettoniche padovane, per realizzane un altro in accordo con la Sovrintendenza». «Questo progetto va visto come il tassello di un mosaico – ha concluso il governatore –. Un

PADOVA Ruspe in azione per la seconda volta stamane in via Anelli. Alle 10.30, infatti, ad aggredire la palazzina al civico 27 sarà una pala meccanica che, entro qualche giorno, dovrà radere al suolo l’edifico. A dare il via ai lavori sarà l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Micalizzi che festeggerà l’evento con spumante e crostoli, assieme ai comitati che si battono contro il degrado della Stanga. Micalizzi, però, sta già lavorando a un’altra demolizione. Un intervento che, anche dal punto di vista simbolico, avrà sicuramente il suo peso. A breve, infatti, inizieranno lo svuotamento e la bonifica dello stabile al civico 25, quello che fino al 2012 ospitava la moschea che faceva capo all’associazione islamica “Rahma”. Le demolizione dell’ex moschea, invece, scatteranno a marzo. Nonostante il cantiere proceda abbastanza rapidamente, l’operazione via Anelli, però, potrebbe rivelarsi per palazzo Moroni più dispendiosa del previsto e i tempi per la chiusura del cantiere rischiano di dilatarsi. E’ di una de-

Insomma, il messaggio che arriva dalla Regione è forte e chiaro: si va avanti con il progetto messo nero su bianco studio di progettazione Striolo-Fochesato & Partners. Un elaborato che, a più riprese, è stato avvallato anche dal sindaco Sergio Giordani e dal suo vice Arturo Lorenzoni, il quale, però, in questi giorni deve fare i conti con i distinguo di Coalizione civica. Nonostante questo, l’amministrazione non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro su un inter-

I LAVORI Questa mattina alle 10,30 comincerà la demolizione della seconda palazzina dell’ex bronx di via Anelli

DOPO LA BONIFICA DALL’AMIANTO, ALLE 10,30 RUSPE IN AZIONE PER DEMOLIRE IL SECONDO PALAZZO DELL’EX BRONX

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cina di giorni fa, per esempio, la delibera presentata da Micalizzi con cui sono stati stanziati 500.000 euro per la bonifica dell’amianto all’interno dei 5 condomini ancora in piedi. La settimana scorsa, invece, il settore Lavori pubblici, con una determina ad hoc, ha approvato

vento che è considerato la “prima pietra” del rinnovamento complessivo di tutta l’area di via Giustianiani. Inoltre, il Partito democratico, un paio di settimane fa, ha anche provveduto a stoppare sul nascere l’ipotesi messa in campo da Legambiente di realizzare la nuova pediatria all’interno dell’ex ospedale psichiatrico a Brusegana. Un’iniziativa che aveva come finalità quella di tutelare l’antico sistema delle Mura patavine. Alberto Rodighiero

una perizia suppletiva in favore della Maroso Ivo Enzo S.r.l. (mandataria) - Brenta Lavori srl (mandante) che, ditte che lo scorso luglio si sono aggiudicate i lavori di abbattimento del complesso Serenissima per 623.000: l’ultima perizia riconosce alle due aziende altri 119.307 euro: nel frattempo, considerato che dovevano terminare i lavori entro la fine del 2019, hanno ottenuto una proroga di 120 giorni per ultimare gli abbattimenti. Poi sarà la volta della bonifica dei terreni. Comune e Agenzia del Demanio si sono dati tempo fino al 30 giugno per la permuta tra l’area di via Anelli, dove verrà costruita la nuova questura, e la caserma Prandina, dove il Comune vuole realizzare un grande parcheggio. Ma cosa ha determinato l’aumento dei costi dei lavori? A giustificare i 120.000 euro supplementari, messi sul piatto dalla giunta Giordani è stato lo sgombero degli alloggi e l’esecuzione di campionamenti su tutti i rivestimenti di cucine e bagni di ogni singolo appartamento delle palazzine, tramite prelievi, per verificare l’eventuale presenza di amianto. Al.Rod.


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VITTORIO SELLE

Mestre

Il direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica: «Gli orientali sul territorio stanno dando una grossa mano»

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Coronavirus, i cinesi mobilitati in aiuto degli operatori sanitari Il riconoscimento degli esperti dell’Ulss 3 `Dopo il vertice con i sindaci previsto «La comunità locale sta facendo tantissimo» incontro con le associazioni di categoria `

SANITÀ

`Strumento

innovativo sperimentato alla residenza Contarini RICERCA

MESTRE Molti punti interrogativi

e alcune certezze. L’emergenza coronavirus è in continua evoluzione. La risposta organizzativa dell’Ulss 3 Serenissima si sta sviluppando su più livelli, rapportandosi con sindaci, Protezione civile, Prefettura, Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera, coinvolgendo in una rete di competenze coordinate Suem 118, Pronto soccorso, reparti Malattie infettive e Microbiologia, Servizio di Igiene e Sanità pubblica, medici e pediatri di famiglia. «Lavoriamo secondo le indicazioni ministeriali e regionali - precisa il direttore generale Giuseppe Dal Ben - applicando i protocolli. La delibera regionale di riferimento - spiega - prevede l’istituzione di un Gruppo operativo e due comitati, il cui elemento fondamentale è il “Punto di contatto”, un ponte tra noi e il territorio».

MESTRE Lorenzo passeggia tra i

LA PREVENZIONE L’Azienda sanitaria ricorda però di non avere competenza su porto e aeroporto. Solo quando questi segnalano un caso interviene il Suem 118. «Per le tratte internazionali - spiega il direttore Nicola Bortoli - è attiva la procedura di screening. Se la febbre supera 37,5 un medico visita il passeggero e decide se contattarci. Per l’utente che ci chiama spontaneamente è previsto un primo filtro di domande. Se si sospetta l’infezione contattiamo il reparto Malattie infettive, che decide dove trasferirlo. In pronto soccorso esiste un percorso protetto, e i casi gravi vengono portati a Padova». Il concetto chiave è quello dell’isolamento, chiudendo intorno al caso il cordone preventivo. Le precauzioni da adottare sono le norme igieniche consuete, come lavarsi di frequente le mani, coprirsi naso e bocca quando si tossisce e starnuta, evitare contatti con persone con febbre e tosse, vaccinarsi contro l’influenza. Per quanto riguarda la mascherina, va ricordato che

Uno “scheletro” aiuta gli anziani a camminare

CONTROLLI La comunità cinese sta collaborando con le istituzioni saniterie

Villa Salus Arriva il robot per la riabilitazione MESTRE Un robot per la riabilitazione della mano. All’ospedale Villa Salus è arrivato Amadeo, un complesso sistema di rieducazione motoria computerizzato, basato su esercizi attivi e passivi di uno o più dita, già in uso all’Irccs San Camillo del Lido. La possibilità di personalizzazione dell’esercizio rende lo strumento un supporto al lavoro dei fisioterapisti dell’Unità di Medicina fisica e riabilitazione per il raggiungimento dell’autonomia funzionale della mano, obiettivo riabilitativo primario e imprescindibile.

questa protegge gli altri, non se stessi. Inoltre, per i viaggiatori di ritorno dalle zone colpite che dovessero presentare entro due settimane i sintomi è attivo il numero telefonico 1500. «Questo coronavirus è nuovo - spiega il direttore del Servizio di Igiene e Sanità pubblica Vittorio Selle è mutato rispetto a quelli che conoscevamo, perché i microorganismi nel tempo si evolvono, soprattutto in luoghi con scarsa igiene e pressione ambientale. È avvenuto un salto di specie, dal pipistrello all’uomo attraverso un altro mammifero, ancora ignoto. Quello che sappiamo con certezza è che si tratta di un virus molto diffusivo, ma poco mortale». Selle precisa inoltre che «la comunità cinese del territorio sta facendo moltissimo, più del richiesto, per aiutarci». Il primario del reparto Malattie infettive Sandro Panese spiega come al momento si possa agire solo sui sintomi, non esistendo

ancora la terapia specifica, ricordando tuttavia come questa emergenza stia avvenendo durante il picco della normale influenza, cosa che può portare a inutili allarmismi. Per parlare di caso sospetto devono infatti sussistere criteri precisi, ovvero un’infezione respiratoria e la provenienza cinese. «La sopravvivenza del virus fuori dalla cellula in cui alberga e di cui necessita per moltiplicarsi - prosegue Panese - si riduce a qualche ora, e il tasso di mortalità è del 2%, mentre la Sars era al 10 e l’ebola tra 60 e 90%». Intanto Dal Ben, definendo «di buon senso» la proposta di quarantena per gli studenti di rientro dalla Cina del governatore Zaia, annuncia che, dopo aver parlato con i sindaci, presto incontrerà le associazioni di categoria. Martedì, per esempio, è previsto il “tavolo” con gli albergatori. Luca Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

corridoi della casa di riposo sorridente, spingendo il suo deambulatore. Da quando Fausto gli ha fatto indossare il nuovo esoscheletro intorno al bacino, cammina con sollievo. Lorenzo è ospite del Centro Servizi Contarini, la prima casa di riposo in Italia a dotarsi di Exoband, l’innovativo dispositivo per il supporto del cammino realizzato da Moveo Walks, startup padovana creata da Fausto Panizzolo, giovane ingegnere biomedico. Exoband permette di supportare l’azione dei flessori dell’anca, garantendo agli utilizzatori una maggiore capacità di cammino e autonomia all’interno e all’esterno della struttura. La maggiore attività fisica associata al cammino con Exoband porta benefici dal punto di vista motorio e fisiologico. Sono una decina gli anziani con problemi di mobilità nella struttura Contarini, tra cui Lorenzo, che stanno utilizzando il dispositivo, accompagnati da fisioterapisti. «Volevamo trovare qualcosa che potesse aiutare alcuni anziani ospiti della casa di riposo, persone con difficoltà di mobilità - spiega Andrea Zampieri, direttore del Centro - a individuare un dispositivo, qualcosa che potesse aiutarli quando una parte si blocca oppure fargli semplicemente voglia di fare esercizio».

INNOVAZIONE Un recente studio preso in considerazione da Zampieri, testimonia che nelle case di riposo non si fa innovazione. Ma il suo incontro con Fausto Panizzolo dimostra che la sperimentazione e l’innovazione passano anche attraverso i giovani. Fausto ha studiato ingegneria all’università di Padova. È stato un cervello in fuga, ha fatto il ricercatore in Ca-

Compie mezzo secolo il mercatino del Corso “targato” Invaso TRADIZIONI MESTRE Mezzo secolo e non sentire il peso. E l’orgoglio di fare parte della storia di Mestre. Stiamo parlando del mercatino di Corso del Popolo che si tiene ogni primo sabato del mese: la prima volta fu un giorno di febbraio del 1970 e Mestre era diversa da oggi, anche Corso del Popolo era differente. Il fondatore è uno dei personaggi noti della crescita mestrina: Antonio Invaso, 83 anni, ora pensionato ma fino a poco tempo fa proprietario di una delle pasticcerie più famose. Invaso si muove tra le bancarelle e sa-

luta tutti. Lo fermano e lo ringraziano, anche se le generazioni sono passate. Eppure è grazie al suo impegno che Mestre si è fatta conoscere con le grandi manifestazioni come il Chilometro del Corso che ha visto partecipare i più grandi campioni della bicicletta, o i raduni delle Ferrari che da Mestre arrivavano alla pista di Adria. Senza dimenticare la “Pasqua di Mestre” che raccoglieva somme da donare in beneficenza all’associazione di don Armando Trevisiol. Come è nato il mercatino? «Come tutte le sfide. Per fare qualcosa di nuovo a Mestre, per regalarle qualcosa che non

c’era e dare una nuova vita all’arteria principale della città». Cosa è cambiato in tutti questi anni? «Dal punto di vista economico non certo in meglio e non soltanto per la mancanza di liquidità, ma anche per un graduale declino di alcuni espositori. Oggi in quello che era nato e cresciuto come mercatino dell’antiquariato, manca la vera antichità. Poi sono stati aperti molti altri mercatini in comuni limitrofi e chi spende da una parte poi non spende qui. Ma bisogna dire che Mestre ha sempre mantenuto le sue presenze: una media di 75 piccoli commercianti che hanno assicurato la tradi-

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nada, ad Harvard, e poi in Australia. Appassionato di biomeccanica del cammino, ovvero di come i muscoli si accendono e si spengono anche con l’età, una volta rientrato nella sua città natale, ha realizzato un dispositivo che permettesse di camminare meglio. Exoband è passivo, leggero perché basato su tessuti, e immagazzina energia durante il cammino quando si tira indietro la gamba nella prima fase del passo, restituendola nella seconda fase del ciclo, aiutando la persona ad alzare la seconda gamba. Migliora la stabilità del tronco, si stabilizza il bacino, strisciano meglio i piedi. La camminata diventa più funzionale e diminuisce il rischio di cadute. «Si pensa spesso che le case di riposo siano statiche - afferma il presidente dell’Ipav Luigi Polesel - invece noi crediamo che tutto ciò che si può introdurre per migliorare la vita degli anziani sia da sperimentare in maniera scientifica e professionale». Testato sui pazienti del Centro medico di Fisioterapia di Padova, Exoband sarà sperimentato anche in alcune sedi di Venezia. «Sosteniamo il percorso di innovazione verso dispositivi e ausili che possono essere utilizzati in una struttura per anziani - dichiara l’assessore Venturini - sempre con l’idea di prolungare l’autonomia». Filomena Spolaor

zione». Per anni presidente degli esercenti mestrini, Invaso ribadisce che grazie anche al mercatino oggi i proprietari dei banchetti che arrivano spesso da fuori regione hanno una loro “casa” in terraferma. Ma il futuro? «Molto dipenderà da quanto reggerà il mio fisico e da chi avrà voglia di prendere il mio posto. Ci vuole la forza di lavorare ogni giorno, ma soprattutto onestà e rettitudine. Le varie amministrazioni comunali ci hanno sempre sostenuto, spesso dietro nostra sollecitazione. Mancavano tante cose. Hanno creato l’illuminazione e gli impianti e così ogni pri-

ESOSCHELETRO L’apparecchio spesimentato a Mestre

mo sabato del mese centinaia di persone passeggiano tra i banchetti». Naturalmente, non mancano le richieste dei commercianti. Tra i banchetti si muovono gli agenti della Polizia locale che controllano licenze e permessi. Gli espositori vorrebbero più attenzione. È un problema di spazi, di attrezzature più adeguate, di considerazione da parte del Comune. «Corso del Popolo non era come oggi, molti palazzi sono stati costruiti negli anni ’70, a incominciare dal grattacielo. Il Corso verso la rampa quasi finiva col Franchetti». Tra le cose che in mezzo secolo uniscono quella Mestre a quella di oggi ci sono il mercatino e protagonisti come Antonio Invaso. Gian Nicola Pittalis


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Primo Piano

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Verso le elezioni

In calo le quotazioni di Bugliesi: mercoledì la scelta sul candidato `Continui appelli ad evitare una rottura Il rettore potrebbe “pagare” il fatto di non essere un nome che unisce tutti nel centrosinistra, tutti aspettano il Pd `

ELEZIONI AMMINISTRATIVE MESTRE Il centrosinistra, la sini-

stra e i movimenti civici vogliono presentare mercoledì prossimo il candidato che sfiderà Luigi Brugnaro. E quindi, dal marasma più totale di questi giorni, proveranno a far uscire la sintesi in grado di tenere insieme tutte le anime delle opposizioni che vogliono evitare la rielezione dell’ex presidente degli Industriali perché, sostengono, non è più un candidato civico come sembrava nel 2015 ma un uomo sostenuto dalla destra sovranista.

IL NOME Chi sarà, dunque, il “campione” dei progressisti scelto perché in grado di sostenere la battaglia? Ieri sera il Pd ha riunito il tavolo di partiti e movimenti per fare il punto della situazione, dopo l’esito dell’incontro della sera prima tra i componenti de “Il nostro impegno per la città” che riunisce le forze della sinistra, da Articolo 1, a Verdi, Possibile, Sinistra italiana e Rifondazione, e dopo che “Un’altra città possibile” ha messo sul piatto i propri tre candidati ideali: Maria Rosa Vittadini, Monica Coin e Chiara Sabbadini. A sostenere la candidatura del retto-

MOVIMENTI CIVICI E SINISTRA HANNO MESSO SUL PIATTO PROPRI CONCORRENTI PER ANDARE DA SOLI ATTESE E PREOCCUPAZIONI

AREA MODERATA Ugo Bergamo

SEGRETARIO PD Giorgio Dodi

re di Ca’ Foscari in scadenza, Michele Bugliesi, ci sono dunque il Pd, i moderati di Ugo Bergamo, Più Europa, Italia in Comune, Italia Viva e qualche civica come il Gruppo 25 Aprile che, inizialmente, si era speso per Bu-

gliesi e anche per Giuseppe Dal Ben (il direttore generale dell’Ulss 3 che, di centrosinistra, forse ha la piega dei pantaloni) per poi convergere decisamente sul rettore dato che Dal Ben, pur rispondendo alle carat-

teristiche individuate alla civica come necessarie a un candidato, «è legato a Zaia, che a sua volta ha stretto un patto con Brugnaro». La sinistra de “Il nostro impegno per la città” l’altra sera, dopo che nei giorni precedenti aveva diffuso una nota affermando che «con tutta evidenza, Michele Bugliesi non sembra ora in grado di rappresentare la sintesi necessaria», ha ribadito di volere le primarie perché, essendoci più possibili candidati in gioco, è l’unico modo più trasparente e democratico di coinvolgere il popolo e chiamarlo a decidere, naturalmente con il patto reciproco, tra tutte le forze partecipanti, che chiunque vince andrà sostenuto. Se non sarà possibile trovare l’accordo sulle primarie, ha fatto sapere ancora la sinistra, il rischio rottura è

RETTORE IN CORSA Michele Bugliesi: una candidatura possibile

elevato e quindi la possibilità che si vada divisi al primo turno, ma bisogna evitarlo il più possibile.

L’OBIETTIVO PRIMARIO Dopo che nei giorni scorsi il segretario comunale del Pd, Giorgo Dodi, aveva ribadito che il partito ha «cercato di mettere sul tavolo una proposta unitaria di alto livello che posa andare bene a tutti» e che Bugliesi «è la soluzione migliore» anche considerando che «fino ad ora non ne sono uscite altre», ieri, visto che altre proposte sono uscite come i tre nomi di “Un’altra città possibile”, ha posto decisa-

I democratici

I big a San Tomà: il “fattore primarie” resta una mina vagante

SENATORE Andrea Ferrazzi

VENEZIA E il Pd? Il principale partito dello schieramento di centrosinistra appare in ritardo nella competizione elettorale che il 24 maggio eleggerà il nuovo sindaco di Venezia. A differenza del sindaco uscente Luigi Brugnaro, che invece ha cominciato a muoversi per tempo e a stringere alleanze. Ieri il popolo dem si è dato appuntamento nella scoletta dei Calegheri a San Tomà, dove erano presenti anche alcuni parlamentari come il senatore Andrea Ferrazzi e il sottosegretario alla presidenza

del Consiglio Andrea Martella. Le indicazioni sono ancora molto vaghe, ma il refrain che si è sentito di più è quello di “lavorare per una coalizione unita. Se si riesce con un accordo politico, se non si riesce anche ricorrendo alle primarie”. Soluzione che finora è stata scartata e che appare fuori tempo massimo. Il fatto che si punti ad avere una coalizione il più ampia possibile, quindi raccogliendo l’appoggio anche della sinistra, delle associazioni e dei movimenti, significa che il nome del rettore di Ca’ Foscari

Michele Bugliesi (caldeggiato proprio dal Pd) potrebbe essere sulla via del tramonto, dal momento che non sarebbe gradito a sinistra. Per quanto riguarda le primarie e il fatto che in Regione si farebbero e in Comune no, è Ferrazzi a tagliare corto: «A parte che si tratta di due sistemi elettorali differenti, non è ancora scritto da nessuna parte che per la Regione si faranno le primarie». In ogni caso, il tempo è poco e il nome del candidato dovrà uscire nei prossimi giorni.

Il dibattito Nuove prese di posizione

VENEZIA Le elezioni amministra-

tive per la città di Venezia continuano a calamitare l’attenzione. Le sardine metropolitane di Venezia in un comunicato chiedono rapidità nella scelta politica: «Lo scorso dicembre, nonostante la pioggia battente, abbiamo nuotato anche a Venezia per una politica che metta al centro i bisogni delle persone e del nostro territorio». La parola chiave utilizzata dal gruppo è quella che ha contribuito alla crescita del fenomeno, cioè condivisione: «Crediamo che solo coinvolgendo davvero le persone si possa fare la differenza anche a Venezia, attraverso idee, progetti, visioni per il futuro. La campagna elettorale per le amministrative di questa primavera ci preoccupa: sembra esista un dibattito più legato a logiche verticistiche e indirizzate dai personalismi piuttosto che orientato al bene comune». Un’altra preoccupazione manifestata è quella di dare importanza al con-

Le sardine: «Confronto e tempi stretti» Tre donne per “Un’altra città possibile” fronto: «Non è possibile cambiare le cose se non ci si confronta con quel tessuto sociale composto da comitati, movimenti, associazioni e mondo civico... Non ci importa la politica che guarda a sé stessa e non sa sperimentare forme nuove di ascolto, condivisione e parte-

NEL TRIO PROPOSTO DELLE ASSOCIAZIONI VITTADINI, COIN E SABBADINI. INVECE ITALIA VIVA TIENE IL PUNTO SU BUGLIESI

cipazione». Quindi le sardine hanno poi spiegato che l’obiettivo, simile a quello espresso pochi giorni fa da Giovanni Andrea Martini, è l’allargare l’interesse anche a chi non vota: «Ci importa la politica che sa includere e allargare, che non guarda al proprio ombelico replicando schemi vecchi, visti e rivisti, che non hanno saputo essere all’altezza delle sfide». Da ultimo, gli attivisti auspicano in una pronta decisione: «Siamo tante e tanti, vogliamo esserci e vogliamo guardare al futuro, con responsabilità. Non deludeteci: ne va della vita della nostra terra e di chi la vive ogni giorno. Serve agire in

fretta...non c’è più tempo da perdere».

LA VOTAZIONE

SARDINE La manifestazione a Venezia nel dicembre scorso

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Nel frattempo, da Un’altra città possibile, gruppo che racchiude una pluralità di anime provenienti dal mondo dell’associazionismo veneziano, è stato sdoganato il trio che ha raggiunto le maggiori preferenze. Dai circa 400 voti espressi, la prima scelta è andata alla docente Maria Rosa Vittadini, seguita da Monica Coin e Chiara Sabbadini. «Le votazioni sono state effettuate sulla base di un profilo basato su un candidato ideale, e quindi sul profilo che queste persone incarnano», ha

mente l’accento sulla necessità di non spaccarsi e di andare uniti già al primo turno con un candidato. Così ha risposto anche a quella parte dei Dem veneziani che aveva già calcolato di andare divisa al primo turno convinta di poter recuperare dopo. «“Un’altra città possibile” non ha escluso altre ipotesi di candidati, basta che corrispondano al profilo che ha disegnato, la sinistra chiede le primarie, e più di una forza politica ha chiesto un supplemento di riflessione così ci siamo messi d’accordo di ritrovarci mercoledì per l’ultimo definitivo confronto» ha spiegato ieri sera Dodi alla fine della riunione. E Bugliesi? Accetterà di correre alle primarie o si farà da parte? «Ieri sera nessuno ha posto veti su nessuno dei vari possibili candidati ma il fatto di non aver detto no non significa che ci sia stato un sì. Per quello ci ritroveremo mercoledì e anche il ragionamento su Bugliesi si farà su quel che è emerso al tavolo». Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL SEGRETARIO DEM GIORGIO DODI: «NESSUN VETO, MA NON AVER DETTO NO NON SIGNIFICA CHE SI SIA UN SI’» spiegato uno dei portavoce, Andrea Barina. L’associazione non ha ancora però deciso: «Il profilo verrà esplicitato a breve, si andrà a dibattere al tavolo e poi ci auguriamo che chiunque si candidi voglia render noto il proprio profilo». Alla richiesta se Bugliesi potesse esser un candidato da scegliere, Barina ha chiosato: «Posso dire che l’assemblea gli ha attribuito tre voti sui circa 400». D’altro canto c’è chi però al rettore tiene ancora ed è Italia Viva: «È una buona candidatura su cui lavorare pancia a terra - ha dichiarato Sara Moretto -, credo che possa essere un candidato ideale per una coalizione larga che lavori per un progetto civico nuovo per la città». Semmai l’accusa è l’averlo esposto troppo: «Troviamo sbagliato aver esposto una persona a tutto questo dibattito sulla stampa, crediamo si debba decidere e rapidamente, abbiamo dato disponibilità al Pd di lavorare, ma non li aspetteremo all’infinito». Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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LA CERIMONIA

LABORATORIO Per dodici mesi Padova sarà un laboratorio capace di avviare progetti e idee che renderanno il cosiddetto “terzo settore” protagonista a livello internazionale. «Il volontariato non ama il clamore, non gradisce la riconoscenza, preferisce l’operoso silenzio, ma quando abbiamo condiviso con il sindaco la possibilità di candidare la nostra città a capitale europea del volontariato eravamo convinti che ci avrebbe permesso di far emergere una grande funzione educativa e culturale», dice Emanuele Alecci, responsabile del comitato che ha sostenuto la candidatura. Davanti al palco su cui campeggia lo slogan “Ricuciamo insieme l’Italia”, il Capo dello Stato ascolta gli interventi. Lo accompagna la figlia Laura, accanto a

QUADRO DELLA TORRE DELLA SPECOLA OMAGGIO DEGLI SCOLARI ITALIANI E CINESI POI TAPPE AL SANTO E AGLI SCROVEGNI

LA GIORNATA

dal nostro inviato

PADOVA Ci sono i medici clown, quelli che in ospedale cercano di alleviare con un naso rosso e una parrucca le sofferenze dei piccoli e che qui, nel grande padiglione della Fiera, aspettando che la cerimonia inizi, strappano un sorriso anche agli algidi addetti alla sicurezza mimando un selfie con i cartellini delle seggiole che indicano i posti delle autorità. Ci sono i Medici con l’Africa Cuamm (e a guai a dire “per”) che da settant’anni si spendono per portare cure a chi vive nelle località più povere del mondo. Ci sono i giovani delle associazioni che si fanno in quattro per aiutare i disabili e gli anziani di casa nostra. O semplicemente per dare una mano alle mense dei poveri. Sono almeno in quattromila, tra grandi e piccoli, in rappresentanza di 6.466 associazioni presenti nella sola provincia di Padova - un primato che non ha eguali - ad aspettare il presidente della Repubblica e festeggiare con lui un prestigioso riconoscimento: la Città del Santo capitale europea del volontariato. Sergio Mattarella non li deluderà: «Voi contribuite a rendere migliore l’Italia e a presentare una prospettiva di autentica crescita civile in Europa».

IL BAGNO DI FOLLA IN FIERA

TIRATORI SCELTI AL SANTO

Quattromila in fiera per l’arrivo del capo dello Stato che ha aperto le iniziative di Padova capitale del volontariato per il 2020

Tra le misure di sicurezza per la visita del presidente Mattarella anche i tiratori scelti: con vista sulla basilica di Sant’Antonio

La visita del Presidente

Mattarella: «La passione sconfigge l’indifferenza» L’abbraccio dei volontari `«Contribuite a rendere migliore l’Italia: Padova, in 4mila per le celebrazioni del “terzo settore” con il capo dello Stato il riconoscimento è anche responsabilità» `

lui la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il governatore Luca Zaia, il ministro Federico D’Incà, il senatore questore Antonio De Poli, il sottosegretario Andrea Martella, il sindaco Sergio Giordani. Ed è il primo cittadino di Padova a riprendere le parole chiave della giornata: «Che si parli di cambiamenti climatici, di sviluppo sostenibile, di migrazioni, di sanità o di istruzione, la sola opzione è quella del “noi” al posto dell’“io”». Poi è il presidente della Regione Luca Zaia a ricordare che in Veneto ci sono «2.500 organizzazioni di volontariato, 1.500 realtà che si occupano di sociale, 30.000 realtà associative che coinvolgono un veneto su

cinque: 900mila veneti quotidianamente dedicano il loro tempo libero alla quotidianità. Il volontariato - dice il governatore citando il caso delle scuole paritarie è anche sostituirsi alle mancanze delle istituzioni».

RESPONSABILITÀ Prima di salire sul palco il presidente della Repubblica riceve l’omaggio della Città del Santo, un quadro raffigurante la torre della Specola che gli viene consegnato da un gruppo di scolari italiani e cinesi. «Padova capitale europea del volontariato - dice Mattarella - è un prestigioso riconoscimento», ma, ammonisce, è anche «una responsabilità, un impegno affinché questi mesi

non si limitino alla pur legittima celebrazione, ma rappresentino un avanzamento per l’intero Paese». Parla dei valori che animano i volontari: «La gratuità, la condivisione, la costanza nell’azione». Scandisce: «La passione sconfigge l’indifferenza». Cita Placido Cortese, il religioso cui due anni fa, con una cerimonia nella Basi-

lica di sant’Antonio, ha attribuito la medaglia d’oro al merito civile. Poi ricorda il Cuamm con don Luigi Mazzucato e Francesco Canova, il padre della Caritas italiana monsignor Giovanni Nervo e monsignor Giuseppe Pasini, il professor Antonio Papisca e Tom Benetollo. «Commette un errore chi pensa che l’impe-

«APPRENSIONE» PER SILVIA ROMANO LA RAGAZZA RAPITA IN KENYA «DOVE SVOLGEVA LA SUA GENEROSA OPERA»

Quel brusio sull’autonomia “sconfitto” dagli applausi IL CASO dal nostro inviato

PADOVA Chi ha ragione? Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Andrea Martella che parla di «intervento fuori luogo visto il contesto» o il senatore questore Antonio De Poli che giudica «assolutamente in linea con la cerimonia» le parole di Luca Zaia? A dire il vero ci sarebbe anche una terza versione, quella che indirizza il brusìo sorto ieri mattina in Fiera a Padova non al presidente della Regione del Veneto, ma al Capo dello Stato. L’assunto sarebbe che, quando un pezzo di platea ha cominciato a rumoreggiare, il governatore stava citando le parole di Sergio Mattarella. Il dato di fatto è che Zaia, du-

rante il suo intervento alla cerimonia inaugurale di Padova capitale del volontariato, non ha ricevuto solo applausi. A un certo punto si è alzato un brusio, al rumoreggiare si è aggiunto qualche fischio, poi è sopraggiunto un applauso. Zaia stava parla di «volontariato nelle istituzioni», ha citato Tina Anselmi «una grande veneta che il 23 dicembre 1978 ha dato vita al Sistema sanitario nazionale», ha aggiunto - rivolgendosi sempre al presidente Mattarella - che il volontariato è nel Dna dei veneti: «Una persona su cinque, quasi un milione di veneti fa volontariato, io direi che quotidianamente c’è qualcuno che si sostituisce alle istituzioni. Tratti somatici che vengono dalla radice cristiana, però, me lo lasci dire, anche l’autonomia e la sussidiarietà, quella che lei ha definito...».

ia ha fatto sull’autonomia e sulla sussidiarietà parlando del volontariato era a assolutamente a tema, non capisco il motivo dei fischi, non erano certo parole da campagna elettorale».

E qui Zaia si è bloccato perché dalla platea alla sua destra si è alzato un brusio. Quindi è partito un applauso, un «bravo» ha sormontato un fischio. Il governatore ha ripreso a parlare: «Quella che lei - ha detto guardando sempre Mattarella ha definito un valore costituzionale, un vero elemento di unità nazionale. E penso che questi siano i valori che hanno i nostri volontari: avere un problema e autonomamente risolverlo».

OVAZIONI

GOVERNATORE Luca Zaia con il sindaco Sergio Giordani

LE REAZIONI «Il passaggio del presidente Luca Zaia sull’autonomia non era necessario, l’ho trovato fuori luogo tanto più che lo slogan della cerimonia era “Ricuciamo insieme l’Italia”», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella (Pd). «L’autonomia - ha aggiunto l’esponente dem - è importante,

gno volontario e i valori che esso trasmette appartengano ai tempi residuali della vita e che non incidano sulle strutture portanti del nostro modello sociale. I volontari sono diventati, in questi decenni, veri e propri corpi intermedi della Repubblica». L’«augurio» del presidente è che «in questo anno si proceda nell’at-

OLTRE 4 MILA INVITATI. BOATI DA STADIO, ANCHE SE L’ACUSTICA HA PENALIZZATO ALCUNI ORATORI

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la legge quadro è pronta e deve essere approvata». Ha preferito non commentare il ministro Federico D’Incà (M5s), presente ieri mattina alla cerimonia. Il senatore questore Antonio De Poli (Udc) ha invece difeso l’intervento del governatore del Veneto: «Il passaggio che Luca Za-

Quello di Zaia è stato l’unico fuori programma. Gli oltre quattromila invitati alla cerimonia sono stati rigorosi nell’attenersi alle disposizioni, i più si sono presentati con quasi due ore di anticipo come da indicazioni, i giornalisti hanno fatto i bravi in fondo alla sala con il divieto di avvicinarsi al palco, mentre la platea ha distribuito sonori applausi subito dopo l’inno nazionale e quello europeo, quando il primo a salire sul palco è stato il sindaco Sergio Giordani. Parevano ovazioni da stadio, anche se la sala non era piena. E pensare che quando la kermesse è iniziata e sul palco c’era la brava Lella Costa si faticava a sentire. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

LE TRATTATIVE VENEZIA Ultimatum del Partito Democratico ai centristi di Renzi e Calenda: devono smetterla di «traccheggiare» e dire cosa intendono fare alle elezioni regionali della prossima primavera, tanto più che ormai è chiaro - come ha confermato ieri in Fiera a Padova il ministro Federico D’Incà al segretario dem Alessandro Bisato che il Movimento 5 Stelle correrà da solo e dunque non c’è neanche più la scusa della componente grillina indigesta a qualcuno. Nel giorno in cui il tavolo del centrosinistra ha registrato - ieri sera l’ennesima assenza di Italia Viva e di Azione, Bisato ha messo in soffitta equilibrismi e tatticismi: «Mi aspetto che il pezzo di centro del centrosinistra faccia chiarezza». Altrimenti? «Non c’è un altrimenti. Ci sarà solo una conseguenza: la rottura della coalizione». Con tutti gli scenari possibili, compreso quello che il Pd corra con un proprio candidato. «Ma allora non si potrà dire che sarà colpa nostra».

L’OBIETTIVO Il compito di Bisato consegnatogli la settimana dalla direzione regionale del Pd era di mantenere l’unità. Di tutti: del partito e della coalizione. Il problema era ed è - trovare il candidato che vada bene a tutti. Dice Bisato: «Il Pd non può essere solo portatore

«IL VENETO NON È L’EMILIA DELETERIO DIVIDERSI» Alessandro Bisato, Pd

SANITÀ TREVISO Non smetteva di crescere. A nove anni era già alto un metro e 65 centimetri. Uno sviluppo che non era dovuto a una sana e robusta costituzione. Al contrario, il bambino continuava a crescere a causa di un tumore dell’ipofisi, piccola ghiandola alla base del cranio che incide sulla produzione dell’ormone della crescita. Il ragazzino aveva valori dieci volte superiori alla norma. Tecnicamente si chiama gigantismo, una sindrome estremamente rara che, oltre all’aumento di statura fino al 20% in più rispetto alla media, può portare a gravi complicanze sul sistema cardiocircolatorio. Ma ora l’incubo è finito. Nei giorni scorsi il team specialistico allestito nell’ospedale di Treviso, formato da neurochirurghi e otorinolaringoiatri, ha operato il bambino per via endoscopica, attraverso il naso, riuscendo a raggiungere l’ipofisi al centro della base del cranio e a rimuovere il tumore in modo completo. Adesso potrà finalmente avere una vita normale. All’inizio il ragazzino è stato seguito dall’unità di Pediatria di Vicenza, in collaborazione con gli endocrinologi di Padova. Sono stati questi ultimi a individuare i valori degli ormoni completamente fuori scala. La risonanza magnetica cerebrale, poi, ha evidenziato un tumore

A NOVE ANNI ERA GIÀ ALTO UN METRO E 65 CM PER UNA DISFUNZIONE DELL’IPOFISI: VALORI 10 VOLTE LA NORMA

Sabato 8 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Pd, ultimatum ai renziani «Uniti oppure salta tutto»

arrivi in Parlamento – ha detto ancora il ministro – Per il Disegno di legge quadro, mi auguro che si possa chiudere la partita entro giugno. Entro la fine dell’anno, invece, vorrei vedere le prime intese con le Regioni”. “Una cosa molto importante è tenere separata la partita dei livelli essenziali di prestazione, da tutto il resto – ha continuato - Il punto vero è che c’è un accordo di massima tra tutti, anche se, alla fine, ad avere l’ultima parola è sempre il Parlamento. Il testo è quello che ha l’approvazione di tutte le Regioni coinvolte e delle città metropolitane”. Alberto Rodighiero © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il segretario Bisato: «Italia Viva e Azione `Esclusa l’alleanza con il M5s. «Se si rompe facciano chiarezza sulla coalizione larga» il fronte allora torna l’orgoglio di partito»

Luca De Carlo sostituisce Berlato

d’acqua. Dobbiamo trovare una candidatura che sia riconosciuta e condivisa in maniera che raggiungiamo lo scopo, e cioè la coalizione larga, ma se questo diventa un gioco tattico, di posizionamento, allora dico che esistiamo anche noi, che abbiamo anche noi i nostri uomini e le nostre

donne». Benché alle prese con un vivace dibattito interno, il partito di Bisato non ha escluso di prendere in considerazione tutte le ipotesi di candidatura - leggasi il vicesindaco civico di Padova, Arturo Lorenzoni - ma a patto che riescano a tenere unita la coalizione. Restare uniti - dice Bisato -

Convegno Dem

Autonomia, Boccia detta i tempi «Entro giugno la legge, poi le intese» VENEZIA Il nuovo coordinatore regionale di Fratelli d’Italia è Luca De Carlo. Uno e trino: sindaco di Calalzo, deputato, ora anche alla guida del partito. È stata Giorgia Meloni ad annunciarglielo con una lettera, nella quale ha anche ringraziato l’uscente Sergio Berlato per «il prezioso lavoro di crescita e radicamento del partito». «Caro Luca - ha scritto - sono certa che saprai meritare la fiducia che ti è stata accordata svolgendo il tuo compito nell’interesse del partito e della sua crescita». © RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOVA “Entro giugno contiamo di licenziare la nuova legge sull’autonomia da sottoporre, poi, alle Regioni”. A dirlo è stato ieri sera a palazzo Moroni a Padova, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia (sopra a destra). L’esponente Dem è intervenuto ad un convegno organizzato dal Pd sull’autonomia regionale. Convegno a cui hanno preso parte il segretario regionale Pd Alessandro Bisato, il presidente del gruppo regionale Dem Stefano Fracasso, il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui e il responsabile della direzione Lavoro della Regione Veneto

Tumore da crescita operato a Treviso il piccolo “gigante” ipofisario di circa due centimetri, che aveva già iniziato a comprimere i nervi ottici. Dopo la diagnosi, il bambino è stato indirizzato all’ospedale di Treviso, dove da diversi anni è stato attivato un gruppo multidisciplinare che unisce Neurochirurgia e Otorinolaringoiatria e che si è specializzato proprio nel trattamento di simili neoplasie, diventando un riferimento per tutto il nord Italia. Il team che ha operato il bambino era composto dal neurochirurgo Domenico Billeci, tra i primi a livello nazionale a introdurre la tecnica endoscopica per i tumori ipofisari, dal neu-

rochirurgo Jacopo Delverme e dall’otorinolaringoiatra Massimo Sonego.

TUTTO REGOLARE Il decorso post-operatorio è stato regolare. Il paziente, ricoverato nel reparto di Pediatria, è stato dimesso quattro giorni dopo l’intervento. “Il caso rappresenta un’eccezione per la precocità della diagnosi e del trattamento – spiegano dall’Usl della Marca – che consentirà al paziente di poter affrontare la vita senza il rischio di problematiche cardiocircolatorie, come ipertensione e insufficienza cardiaca,

Alessandro Agostinetti. “La bozza dell’accordo è sul tavolo di palazzo Chigi – ha spiegato Boccia – Proprio ieri ho trasmesso a tutti i partiti della maggioranza la mediazione raggiunta con i gruppi parlamentari. Una mediazione che ha fatto tesoro di tutti i contributi che ci sono arrivati”. “Stiamo lavorando per trovare un accordo definitivo sui livelli essenziali di prestazione – ha aggiunto - In tutti i casi, io sono fiducioso. Ora tocca al Parlamento. Non appena sarà terminato questo confronto all’interno della maggioranza, si potrà trasmettere il testo alle Camere”. “Entro la fine del mese, conto che il dispositivo

Botta e risposta scheletriche e successivamente metaboliche, come il diabete, che possono compromettere la qualità della vita”. Ora il ragazzino sta bene. Ma gli studi non sono finiti. Il gigantismo, infatti, può avere delle implicazioni di carattere genetico legate a una possibile mutazione nel Dna. Per questo adesso verrà eseguita un’analisi genetica attraverso il laboratorio dell’Università di Padova. Negli ultimi 35 anni, dal 1984 ad oggi, nell’unità di Neurochirurgia dell’ospedale di Treviso sono stati operati 1.500 casi di tumore ipofisario. Tra questi, solamente tre per gigantismo in età adolescenziale. La sindrome è estremamente rara. Il tasso di incidenza è di otto casi all’anno ogni milione di pazienti. “Quando riusciamo a intervenire con successo su un bambino la soddisfazione è sempre doppia – tira le fila Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl trevigiana – questo era un caso complesso. I nostri specialisti hanno confermato di essere un team di assoluta eccellenza. Tengo anche a sottolineare come nella presa in carico ci sia stata una sinergia tra vari specialisti all’interno del nostro ospedale, così come tra specialisti di vari ospedali del Veneto. A conferma di come la collaborazione tra professionisti rappresenti, soprattutto nel trattamenti dei casi complessi, un valore aggiunto importante”. Mauro Favaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

ÉQUIPE TREVIGIANA I tre medici che hanno condotto l’operazione. Da sinistra Jacopo Dalverme, Domenico Billeci e Massimo Sonego

L’INTERVENTO DI UNA ÉQUIPE DI CHIRURGHI CON UNA SPECIALE TECNICA ENDOSCOPICA

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IL MONITO Dividersi sui particolarismi dice Bisato - sarebbe «deleterio». Ma Italia Viva e Azione hanno già preannunciato un terzo polo, ai tavoli del centrosinistra neanche ci vengono più. «Confido - dice il segretario dem - in un margine di recupero. Una nostra divisione non sarebbe capita da una parte dell’elettorato, da chi va in piazza con le Sardine, da chi partecipa all’inaugurazione di Padova capitale europea del volontariato. Il tentativo di tenere insieme tutti, noi lo facciamo con talmente tanta forza ideale che ci possiamo anche spogliare del ruolo di essere primi attori. A patto che sia funzionale al disegno di tenere davvero assieme tutti». L’ostacolo, ammette Bisato, non è il programma, ma l’individuazione del nome. «L’obiettivo, però, deve restare l’unità della coalizione. Anche perché dell’Emilia Romagna nulla è sovrapponibile al Veneto. Nulla, a partire dal candidato uscente che si ripropone e che noi non abbiamo. L’unico elemento che arriva dalle piazze è che il fronte antisovranista e antipopulista deve stare assieme. La disgregazione darebbe solo una mano a qualcun altro. Ma se fosse così, allora tornerebbe quell’orgoglio di partito che io ho cercato, sempre, di non mettere in campo e che, ripeto, non è l’obiettivo finale». La parola, dunque, passa ai centristi. Si rompesse la coalizione, renziani e calendiani sono avvertiti: il loro terzo polo non si troverebbe a competere contro il civico Lorenzoni, ma contro un candidato del Pd. Alda Vanzan

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Fratelli d’Italia

è la primaria condizione per presentarsi come alternativa, per quanto in un’ottica progettuale, alla Lega di Luca Zaia.

Anaao-Regione Conciliazione sulle denunce sindacali L’ACCORDO

SCRITTORE Mauro Corona

VENEZIA I vincoli da togliere fra Comelico e Val d’Ansiei e le due ambulanze necessarie all’ospedale di Auronzo. Martedì scorso a “Cartabianca” su Rai 3 erano stati questi i temi al centro dell’intervento di Mauro Corona. Ieri allo scrittore di Erto si è rivolta l’assessore zaiana Manuela Lanzarin: «Sul no ai vincoli nazionali siamo assolutamente d’accordo, tanto che la Regione si è schierata apertamente con i territori e ha attivato tutti i ricorsi possibili nelle sedi giurisdizionali. Sulla sanità, però, non vorrei che Corona, per amore delle sue terre, fosse per una volta scivolato nella banalizzazione. Vediamoci e parliamone».

PADOVA La Regione Veneto e l’Anaao Assomed del Veneto si sono dichiarate favorevoli nel concordare la “conciliazione” di fronte al Giudice del Lavoro del Tribunale di Venezia a conclusione di una vertenza giudiziaria iniziata in dicembre 2019 conseguente alla denuncia di Anaao contro la Regione Veneto per comportamento antisindacale (ricorso ex art. 28 Legge 300 del 1970) per la mancata attuazione del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 15 luglio 2019 tra la Regione Veneto e la Dirigenza Medico Veterinaria, la Dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa e il settore. Le parti hanno concordato di incontrarsi il 13 febbraio, con tutte le altre organizzazioni sindacali regionali del settore sanità per dirimere le incomprensioni sorte nell’esecuzione del Protocollo d’Intesa del 15 luglio 2019 e dare attuazione in modo esaustivo a quanto concordato nello stesso Protocollo d’Intesa. La Regione Veneto e Anaao Assomed del Veneto hanno concordato che le materie e gli argomenti di confronto dovranno essere quelli indicati nel Protocollo, stabilendo i termini del dialogo tra le parti in modo concorde su tempi e modalità; le priorità di confronto, la tempistica degli incontri con la partecipazione dell’assessore Lanzarin.

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ASSESSORE Manuela Lanzarin

Lanzarin a Corona: «Sanità? Parliamone»


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Nordest

MOZIONE PER LA “SCUOLA NEL BOSCO” Il consigliere Manuel Brusco (M5s): «La Regione attivi anche in Veneto il metodo pedagogico di tenere i bimbi da 3 a 6 anni immersi nella natura».

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Viadotti, 5 milioni l’anno per i controlli La Regione raddoppia i fondi a Veneto Strade per la sicurezza `Intesa con l’Università di Padova per il monitoraggio dei ponti «Nessun allarme statico, ma attenzione per dieci casi da gestire» e con Anas per i tunnel. Test con i sensori a Mestre e Cortina `

legrino, direttore del dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale: «Da una parte catalogare i manufatti in maniera ordinata, per cui ognuno sarà georeferenziato e corredato di una scheda che ne illustra le caratteristiche. Dall’altra dare una valutazione sommaria dello stato di conservazione: siccome è impossibile un monitoraggio su tutte le opere, verrà effettuato uno screening tramite ispezioni visive, dopodiché l’operatore indicherà gli eventuali difetti su una scheda preparata dall’Università, in modo da far elaborare le informazioni a un algoritmo. A quel punto Veneto Strade avrà il quadro dell’intero patrimonio e potrà affrontare le singole criticità applicando i sensori e intervenendo con il ripristino».

IL SISTEMA VENEZIA Ci manca poco che scandiscano l’hashtag “#ANoiInteressa”, diventato virale sui social dopo le infelici parole dell’ormai ex direttore creativo di Benetton Group. Veneto Strade e Regione, con l’amministratore delegato Silvano Vernizzi e l’assessore Elisa De Berti, sono infatti decisamente perentori: «Diversamente da Oliviero Toscani, per noi la sicurezza dei ponti è importante». Per questo sarà finanziato con 15 milioni di euro il sistema di monitoraggio dei 494 viadotti (di cui 307 in montagna e 187 in pianura) e delle 60 gallerie (tutte situate sui monti) gestiti dalla controllata pubblica: viene così raddoppiato e allungato fino al 2022 l’investimento inizialmente previsto fino al 2020, con l’obiettivo oltretutto di rendere strutturale un’iniezione annua di 5 milioni, a garanzia di infrastrutture «che attualmente non presentano alcun allarme statico, ma che per una decina di casi richiedono comunque attenzione ai fini della manutenzione».

PRIMA DI GENOVA L’iniziale stanziamento di 15 milioni era inserito nella manovra regionale approvata nel dicembre 2017, otto mesi prima della tragedia di Genova. Inevitabilmente la sciagura dell’agosto 2018 ha però intensificato l’attività di Veneto Strade, attraverso un primo censimento dei manufatti e l’osservazione sperimentale, 24 ore su 24, di due esemplari, l’uno nel Veneziano e l’altro nel Bellunese, in collaborazione con due startup di Verona e Treviso. Il primo è il ponte sul canal Salso nella località di San Giuliano a Mestre, monitorato attraverso una rete cablata. Il secondo è il viadotto sul torrente Rudavoi, lungo la Regionale 48 fra Cortina d’Ampezzo e il lago di Misurina, controllato da un sistema Iot (Internet delle cose) che raccoglie i dati registrati dai sensometri e, tramite un’app, li riversa sui telefonini dei tecnici. «Inclinometri, distan-

LA PATERNITÀ

494

150

I ponti gestiti dalla società controllata dalla Regione: 307 sui monti, 187 a valle

Gli euro di costo massimo dei sensori utilizzati per sorvegliare le opere DISPOSITIVO Nella foto a sinistra è evidenziato il sensore posizionato da Veneto Strade sui piloni del viadotto che solca il torrente Rudavoi, lungo la Regionale 48 fra Cortina d’Ampezzo e il lago di Misurina, ritratto nell’immagine grande

ziometri, estensimetri e termometri – spiega Vernizzi – rilevano eventuali anomalie e segnalano la necessità di intervento. Si tratta di strumenti a basso costo, sull’ordine di 100-150 euro ciascuno, dotati di batterie che durano fino a 4 anni».

I PROTOCOLLI

dov’è estensore delle linee guida, prossime alla pubblicazione, che dopo il crollo del ponte Morandi «dovranno indicare un metodo comune per tutti gli operatori». Con il Bo è stato così siglato un protocollo d’intesa che assicura il supporto scientifico agli interventi tecnici. Due gli obiettivi dell’accordo, come sottolinea Carlo Pel-

Secondo gli esperti, però, è impensabile la costante replicazione di quel test su mezzo migliaio di infrastrutture. «Con le risorse disponibili, in termini di soldi e di tempo, bisogna individuare delle priorità», osserva Claudio Modena, docente emerito di Tecnica delle costruzioni all’Università di Padova e componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici,

L’ASSESSORE DE BERTI E L’AD VERNIZZI: «DIVERSAMENTE DA OLIVIERO TOSCANI NOI PENSIAMO CHE SIA IMPORTANTE»

I promotori del piano stimano di concludere il censimento entro la fine del 2020 e lo screening per metà del 2022. Fino ad allora le attività saranno coperte da un totale di 30 milioni di euro, liquidati a partire dal 2018. «Ma siccome fra gli obiettivi del Piano regionale dei trasporti c’è anche la sicurezza stradale – dice De Berti – contiamo poi di continuare a supportare questo tipo di lavori con una dotazione stabile di 5 milioni di euro. Quando è in ballo la sicurezza stradale, non c’è limite di bilancio che tenga. Per questo sarebbe il caso che il Governo, oltre a tirare le orecchie alle concessionarie autostradali, si preoccupasse anche di garantire alle Province i fondi per le strade di loro spettanza. Per non dire poi dei ponti senza paternità, anche se sappiamo che finalmente Anas ha cominciato a mettere mano intanto a quelli della Transpolesana». Proprio con la società del gruppo Ferrovie dello Stato è stato stretto un altro patto, finalizzato a uniformare il monitoraggio delle rispettive gallerie. Ai 60 tunnel gestiti dalla partecipata regionale, infatti, vanno aggiunti quelli su cui è invece competente l’azienda statale. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Autostrade, ispezioni in 52 gallerie del Nordest IL PIANO

Vendite immobiliari, mobiliari e fallimentari Ancona 071 2149811 Lecce 0832 2781 Mestre 041 5320200 Milano 02 757091 Napoli 081 2473111 Roma 06 377081

VENEZIA Ci sono anche 52 gallerie del Nordest nel piano dei controlli promosso da Autostrade per l’Italia, di concerto con il ministero delle Infrastrutture. Articolato in due fasi, che dovranno concludersi rispettivamente per marzo e per dicembre, l’operazione vede in campo prevalentemente di notte 200 tecnici, con un investimento pari a 70 milioni di euro solo per la sorveglianza. «Nella programmazione la priorità è stata data alla Liguria», fa sapere Aspi, rispetto ad un totale di 587 tunnel da monitorare in tutta Italia.

L’ELENCO Delle opere che fanno capo alla direzione del tronco di Udine,

la società di cui è primo azionista il gruppo Atlantia, controllato dalla famiglia Benetton, ha diffuso un elenco che conta 14 manufatti in Veneto e 35 in Friuli Venezia Giulia. Da un lato è infatti interessato il tratto bellunese e trevigiano dell’A27, nei territori comunali di Ponte nelle Alpi, Alpago e Vittorio Veneto: ecco allora i vari imbocchi delle gallerie Cadola, delle Cave, Paraschegge, Santa Croce, Fadalto, San Floriano e Monte Baldo. Dall’altra parte è invece coinvolta l’A23, tutta udinese, fra le località di Pontebba, Chiusaforte, Moggio Udinese, Resiutta, Amaro, Cavazzo Carnico, Tarvisio, Malborghetto Valbruna, Trasaghis e Dogna.

L’ATTIVITÀ Da gennaio è in corso la pri-

IN AZIONE Un tecnico in galleria

I MANUFATTI DI A27 IN VENETO E A23 IN FRIULI NEL PROGRAMMA DI ASPI: GEORADAR E LASER SCANNER PER SCOVARE DIFETTI DA CORREGGERE

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ma parte dell’attività sulle infrastrutture costruite prima degli anni ‘80, svolta dal consorzio di società esterne composto dalla multinazionale Bureau Veritas e dalle imprese di ingegneria Proger, Tecno Lab e Tecno-Piemonte, realtà che vantano esperienze analoghe su San Gottardo, Bermont, Seelisberg e Agua Negra. Vengono esaminati lo stato del calcestruzzo e l’ancoraggio degli impianti, come ventilatori, telecamere e portacavi, effettuando a stretto giro gli interventi di ripristino eventualmente necessari. Sulla base degli esiti delle prime analisi, sarà poi avviata una seconda tornata di controlli. Dopo aver ripulito la calotta delle gallerie, i tecnici compiono rilievi in profondità anche attraverso l’utilizzo di tecnologie come

il georadar (una specie di radiografia che individua eventuali difetti non visibili a occhio all’interno del calcestruzzo) e il laser scanner (una sorta di tac tridimensionale che accerta la presenza di punti umidi). Dopo aver ultimato l’analisi di tipo strumentale e documentale, i tecnici procederanno a una nuova ispezione visiva e acustica dei tunnel, con percussione a mano del rivestimento. «A supporto di questa attività– specifica Aspi – gli ispettori vengono dotati di un sistema digitale che consente di confrontare la situazione attuale della galleria con quella riscontrata durante l’ultima visita ispettiva effettuata». In questo modo vengono evidenziate le alterazioni intercorse. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


REGIONE

SABATO 8 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO

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SIcureZZa STradaLe

Intesa fra Regione e Università per il monitoraggio di 494 ponti veneti Innovativo sistema di verifica costante della loro salute Già in corso i controlli su due strutture a Cortina e a Venezia Francesco Furlan VENEZIA. Sono 494, si sa che

stanno tutti benino, qualcuno ha qualche acciacco ma non ci sono malati gravi, che poi vuol dire che nessuno ha problemi statici. Ma per monitorare lo stato di salute dei ponti di cui ha la gestione, Veneto Strade ha dato il via al loro censimento, in collaborazione con l’Università di Padova. Sarà infatti il dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale (Icea) diretto dal docente Carlo Pellegrino, a realizzare un portale, che sarà messo poi a disposizione di Veneto Strade, per catalogare tutti i ponti (307 in

montagna, 187 in pianura) attraverso la loro geo-localizzazione. Per ognuno sarà disponibile una scheda tecnica, composta da varie componenti - spalletta, soletta, travi e via dicendo - e dalla loro valutazione. «Sarà poi un algoritmo», ha spiegato ieri il prof Pellegrino durante la presentazione del progetto nella sede di Veneto Strade a Mestre, «a elaborare tutti questi dati per fornire un’indicazione sullo stato di salute del ponte». Le schede saranno realizzate attraverso ispezioni tecniche, durante le quali il personale dell’università formerà quello di Veneto Strade, spiegando anche come ridurre la soggettività della valutazione. Dopo

il censimento è previsto un screening semestrale. Per la sicurezza dei ponti la Regione ha stanziato 5 milioni di euro all’anno negli ultimi tre anni, e altrettanto intende fare per il triennio 2020-2022. «Per il 2020 i soldi saranno stanziati alla prossima variazione di bilancio», ha spiegato l’assessore regionale alla Mobilità Elisa De Berti, «e nel complesso quindi lo stanziamento sarà di 30 milioni, con l’obiettivo di far diventare la quota dei 5 milioni per la sicurezza di ponti e infrastrutture uno stanziamento strutturale del bilancio. Sono interventi non visibili per le persone, e capita spesso che la politica se ne dimentichi, ma sono fondamentali

Il nuovo ponte sul torrente Rudavoi, vicino a passo Tre Croci, oggetto del monitoraggio sperimentale

per la sicurezza». Quei ponti che, durante il censimento, dovessero richiedere un ulteriore approfondimento, saranno oggetto di un sistema di monitoraggio 24 ore su 24. Veneto Strade oggi sta monitorando due sistemi. Al ponte sul torrente Rudavoi sopra Cortina è in fase di sperimentazione un modello basato sul sistema Iot (Internet of Things) ideato dalla startup di Treviso Diecipoints: sul ponte sono stati installati 15 sensori (4 inclinometri, 4 estensimetri, 4 inclinometri e 3 distanziometri) che ne registrano i movimenti 3 volte

ogni 5 minuti e inviano i dati ogni 15 minuti agli ingegneri di Veneto Strade. Sperimentazione diversa al ponte di San Giuliano di Mestre, caratterizzato dal passaggio e del tram e di traffico pesante: i dati vengono raccolti tramite un sistema cablato. «Nessuno tra i nostri ponti presenta problemi di staticità», ha detto Vernizzi, «nessuno rappresenta un pericolo, mentre una decina ha bisogno di manutenzione». Al progetto partecipa anche Claudio Modena, professore emerito di Tecnica delle Costruzioni dell’Università di Pa-

IL PuNTO SuLL’INTerVeNTO dI aSPI

Ispezioni su tutte le gallerie autostradali Investiti 70 milioni, si lavora solo di notte Lungo la A27 le verifiche riguardano quattordici tunnel Invece sulla A23 in provincia di Udine sino al confine di Stato sono 19 i manufatti interessati ROMA. Oltre 580 gallerie su

tutto il territorio nazionale sono al centro dei controlli di sicurezza avviati da Autostrade per l’Italia nell’ambito del piano condiviso con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A oggi, sono state eseguite verifiche preliminari su 135 gallerie:

in molti casi sono state già effettuate anche le attività di lavaggio, controllo con georadar (che indaga oltre la superficie del manufatto), marcatura e caratterizzazione dei calcestruzzi. L’importo complessivo investito da Aspi solo per la realizzazione delle attività di sorveglianza delle gallerie è di circa 70 milioni di euro. I controlli, rende noto Aspi, vengono effettuati «secondo le linee Guida del Centre d’Etudes Des Tunnels del governo francese, impiegate

LO ScONTrO cON I MedIcI SuLLa SaNITÀ

Comportamento antisindacale regionale “conciliato” con l’Anaao VENEZIA. L’accusa lanciata a dicembre era di «comportamento antisindacale»: zero relazioni, mancanza di confronto e scarsa trasparenza istituzionale. A muoverla, nei confronti della Regione Veneto, era stato Anaao Assomed Veneto, il sindacato dei medici dirigenti, che aveva presentato al Giudice del lavoro del Tribunale di Venezia una denuncia per l’asserito atteggiamento antisin-

dacale della Regione. Ora Regione e Anaao Assomed si sono dichiarate favorevoli nel concordare la “conciliazione” di fronte al Giudice. Nello specifico, secondo l’associazione sindacale, l’ente regionale non avrebbe mai messo in atto il Protocollo d’intesa sottoscritto il 15 luglio 2019 per «la strutturazione di un confronto permanente sulle tematiche relative al personale

per la sorveglianza del traforo del Monte Bianco e utilizzando le più avanzate tecnologie oggi disponibili». La prima fase avviata a gennaio viene svolta da un consorzio di società composto dalla multinazionale Bureau Veritas e da Proger, Tecno Lab, Tecno-Piemonte. Le ispezioni sono state pianificate partendo dalle gallerie realizzate prima degli anni 80 e costruite senza impermeabilizzazione. Sulla base dei primi riscontri vengono effettuati gli interventi di ri-

pristino. Le ispezioni e le verifiche preliminari di tutte le gallerie saranno concluse entro la metà del prossimo mese. Per limitare al massimo gli effetti sul traffico, tutti gli interventi vengono organizzati prevalentemente durante l’orario notturno, interrompendo la viabilità dalle 22 alle 6, per riaprire al traffico durante le ore diurne. Con l’attività a pieno regime, ogni notte saranno circa 200 i tecnici impiegati contemporaneamente nelle diverse

del Servizio sanitario». Un impegno al dialogo, per essere concreti. Eppure poco dopo quel 15 luglio, in agosto, la giunta regionale aveva adottato tre delibere particolarmente importanti in tema di personale, fra l’altro per ingaggiare negli ospedali veneti, sulla base la carenza di camici bianchi negli ospedali, i medici che non hanno ancora conseguito la specializzazione. Il primo incontro sul tema con Anaao Assomed era stato convocato solamente il 24 settembre, peraltro “disertato” dal governatore Luca Zaia, dall’assessore Manuela Lanzarin e dal dirigente Domenico Mantoan. Le parti hanno concordato di incontrarsi il 13 febbraio, anche con tutte le altre organizza-

zioni sindacali regionali del comparto sanità: in quell’occasione si tenterà di dirimere le incomprensioni sorte nell’esecuzione (mancata) del Protocollo d’intesa di luglio. L’impegno di Regione e Anaao Assomed è quello di stabilire in modo concorde i tempi e le modalità del dialogo, le priorità di confronto tra le materie, la tempistica dei successivi incontri. «Auspichiamo che il condiviso processo di conciliazione con la Regione Veneto possa contribuire a rasserenare le relazioni sindacali tra le parti nel reciproco rispetto di ruolo e competenze», è l’aspettativa formalizzata dall’associazione dei dirigenti medici. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ispezione di una galleria

sessioni di ispezione. Queste le gallerie in territorio veneto sotto la competenza di Aspi che verranno monitorate: lungo la A27 a Vittorio Veneto la Monte Baldo dx e sx, a Belluno Alpago la Santa Croce dx, a Belluno Ponte nelle Alpi la Paraschegge dx e la Paraschegge

dova e membro del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Consiglio che, entro la fine di febbraio, dovrebbe emanare le linee guida nazionali per il monitoraggio dei ponti. Altro fronte, le gallerie: 60 quelle di Veneto Strade, che sta stringendo un accordo con Anas per le verifiche. C’è poi tutta una viabilità che apre interrogativi: quella provinciale. De Berti: «Le ex province hanno 8 mila chilometri di strade in tutta la Regione, ma non hanno più le risorse dal governo per la manutenzione». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sx, di nuovo a Treviso, Belluno, Vittorio Veneto, Alpago la Fadalto dx e sx, a Vittorio Veneto la San Floriano sx e dx, a Ponte nelle Alpi la Delle Cave sx e dx, a Vittorio Veneto la Fadalto sv. out dx e a Ponte nelle Alpi la Cadola sv. in sx e sv. out sx. Sulla A23, nel territorio di Udine, il controllo riguarderà invece a Malborghetto Valbruna la Pagonia dx e sx, a Dogna, Pontebba la Clap Forat sx e dx, a Tarvisio la Tarvisio dx e la Spartiacque sx e dx, a Dogna la Dogna dx e sx, a Trasaghis, Cavazzo Carnico la Del Lago dx e sx, a Cavazzo Carnico la Di Mena sx, a Malborghetto Valbruna la Pagonia sx e, infine, tutte nel territorio di Tarvisio, la Obuas sx e dx, la Sant’Antonio dx e sx, le Monumento I e II sia dx che sx. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

dePuTaTO e SINdacO dI caLaLZO

De Carlo coordinatore veneto di Fratelli d’Italia BELLUNO. È Luca De Carlo,

sindaco di Calalzo nel Bellunese e deputato, il nuovo Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia per il Veneto. La nomina è stata effettuata ieri dal presidente del partito Giorgia Meloni ed è avvenuta in seguito alle dimissioni di Sergio Berlato, che in questi giorni è divenuto parlamentare europeo in seguito alla Brexit (sono stati surrogati gli europarlamentari inglesi) e ha lasciato nell’occa-

sione anche le cariche di partito. La nomina di De Carlo è stata resa nota dal responsabile nazionale Organizzazione e deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, il quale ha voluto ringraziare nell’occasione Berlato per il lavoro svolto. «Sono certo» ha aggiunto «che De Carlo saprà svolgere nel migliore dei modi il nuovo e importante compito, grazie anche alla sua esperienza politica».


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