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GIOVEDÌ 12 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
L’allarme globale: gli aiuti del governo
«Con questi fondi si può uscire dall’incubo» Il sottosegretario Variati: tutelare la salute. Brunetta dà il via libera di Forza Italia, l’assessore Marcato: stop ai contributi a pioggia VENEZIA. Basteranno 25 miliardi? I conti si faranno ad aprile e maggio, quando l’emergenza si sgonfierà. Ma il segnale è chiaro: i 3,5 e i 7,5 miliardi iniziali non bastano. Il consenso è bipartisan, con Renato Brunetta che alla Camera ha assicurato l’appoggio di Forza Italia ai provvedimenti del governo. E in Veneto? «Per salvare l’economia bisognerà agire con coraggio sul Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Usare il metodo delle emergenze sanitarie, evitare aiuti a pioggia utili alla politica, ma disastrosi per riavviare l'Italia», afferma l’assessore regionale allo Sviluppo Economico del Roberto Marcato. «Siamo stati i primi a dire al Governo che doveva intervenire con decisione e senza sconti. Siamo stati i primi a dire che l'emergenza economica doveva essere tamponata con misure urgenti e che le deroghe dovevano essere la conditio sine qua non per sostenere quelle Regioni che compongono la metà del Pil nazionale. Ora siamo i primi a dire al governo che, quando si tratterà di intervenire per uscire dall’emergenza, il governo dovrà usare lo stesso metodo per le emergenze sanitarie: intervenire subito su chi sarà in grado di risollevare le sorti dell'intero Paese. Non serviranno gli aiuti a pioggia ma un intervento deciso, coraggioso, urgente e strutturale che riguardi in primis Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna». Il sottosegretario agli Interni Achille Variati ricorda che «i 25 miliardi di euro stanziati per affrontare l’emergenza Coronavirus scongiurano che a pagare il costo della crisi siano le imprese e i lavoratori. Il Governo ha stanziato una somma straordinaria. 4 i fronti: quello sanitario; quello delle imprese, che riceveranno aiuti immediati; quello del lavoro, rivolto alla salvaguardia dell’occupazione. E quello delle famiglie, con i congedi parentali». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il sottosegretario Pier Paolo Baretta: questa crisi ricorda il 2007 La svolta è arrivata dopo l’accordo con il commissario Ue Gentiloni
«Cig anche sotto cinque dipendenti tasse e mutui sospesi alle famiglie» L’INTERVISTA
Albino Salmaso
«I
25 miliardi per salvare la salute degli italiani e far ripartire l’economia: mai come oggi l’Unione europea è al nostro fianco. Ce la faremo a uscire da questa crisi che ricorda quella del 2007-’8. Per fortuna oggi la finanza è solida e la Bce è pronta a collaborare». Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, evita ogni polemica. «Meglio tardi che mai: condivido l’appello che il pre-
sidente del Veneto Zaia ha lanciato, ma i suoi sbandamenti hanno provocato disorientamento. Io l’ho invitato alla prudenza. Bisogna stare a casa, non affollare le piazze e le spiagge. L’idea dell’autosufficienza del Veneto non sta in piedi: il tema decisivo è l’isolamento delle persone. Solamente così si sconfigge il virus e le scelte drastiche aiutano a spiegare la gravità Pier Paolo Baretta dell’epidemia». Confindustria però non indietreggia: le associazio- «Meglio tardi che mai ni di Treviso-Padova e ora Venezia-Rovigo con il presi- la correzione di Zaia dente Marinese chiedono La gente deve stare al premier Conte di non a casa non al mare» chiudere le aziende.
«La loro preoccupazione sulla tenuta del sistema è comprensibile, ma anche gli industriali veneti si debbono convincere che l’economia si salva solo se fermiamo la diffusione del virus. Bisogna evitare di contagiare la popolazione e quindi prima o poi resteranno aperti solo i servizi essenziali». Il governo sta adottando dei provvedimenti straordinari: siete passati da 3,5 a 7,5 e ora a 25 miliardi. Come mai? «La svolta è arrivata ieri, dopo aver esteso la zona rossa a tutto il Paese. Si va verso due mesi di paralisi e il governo ha deciso il salto di qualità: 12 miliardi sono impegnati nel decreto di domani, l’altra metà andrà in un fondo riserva attivato per tamponare ogni singola emergenza». Nel merito cosa pensate di fare? «Almeno due miliardi sono destinati all’acquisto di strumenti e macchinari per la rianimazione e poi all’assunzione di medici e infermieri. Il secondo filone riguarda il lavoro e la famiglia per evitare gli effetti drammatici sull’occupazione: verrà estesa la cassa integrazione a tutti i settori che non ce l’hanno. Gli alberghi sono a terra, il Veneto è primo in Italia per le presenze turistiche sulle spiagge, a Venezia e nelle città d’arte: vanno evitati i licenziamenti anche per le aziende con meno di 5 dipendenti». Come verrà erogata? «Con la Cig a disposizione e con l’integrazione salariale. Oggi questo fondo scatta dai 6 dipendenti in su, lo estenderemo anche sotto i 5, alle partire Iva e agli autonomi con un contributo iniziale di 500 euro al mese ma poi ci sarà un indennizzo in base al fatturato perso. Penso alle palestre e alle piscine. Poi ci saranno i congedi parentali con i voucher ai genitori». Tasse e mutui che fine faranno? «Vanno sospesi tutti i paga-
LA PROPOSTA
Il veneto Bond: anno scolastico da far concludere a fine giugno Il parlamentare si rivolge al ministro all’Istruzione Lucia Azzolina: «A maggio e nel mese finale lezioni anche al pomeriggio» BELLUNO. «L'emergenza Coronavirus ha avuto pesanti ricadute anche sull'attività scolastica che rimane sospesa fino al prossimo 3 aprile, con la probabilità che il fermo della didattica si prolun-
ghi anche fino a dopo Pasqua. La scuola italiana già soffre, mediamente, di una efficacia largamente migliorabile in ampie zone del Paese, come dimostrano i risultati dei test Invalsi. Ritengo quindi sia necessario che il ministro all'Istruzione Lucia Azzolina inizi da subito a prevedere il prolungamento dell'anno scolastico almeno fino alla fine di giugno, con la possibilità di isti-
tuire per i mesi di maggio e di giugno lezioni anche al pomeriggio per recuperare il programma che, causa forza maggiore, non è stato possibile effettuare». Così in una nota il deputato di Forza Italia, il bellunese Dario Bond. «Credo fermamente – continua il parlamentare veneto – che uno dei compiti primari dello Stato sia, oltre che assicurare la salute
Telelezione all’istituto Deca degli Abruzzi di Padova
menti fiscali, il versamento dell’Iva non ci sarà mentre la dichiarazione dei redditi è già stata posticipata. Discorso analogo per i contributi all’Inps e all’Inail. Le rate dei mutui saranno bloccate senza la penale degli interessi di mora per garantire la liquidità alle aziende. Vanno rivisti i ratio di classificazione delle banche, per evitare contraccolpi sui bilanci e la Bce è pronta a collaborare. Il commissario Ue all’Economia Gentiloni e il ministro Gualtieri hanno concordato tutte le misure necessarie per garantire la tenuta sociale del Paese. Il governo tedesco ha aperto a una ridiscussione del patto di stabilità Ue e ad altre clausole di salvaguardia. In una fase così delicata è bene predisporre tutti gli strumenti per superare la crisi economica: insomma, il modello Draghi va rilanciato». Questa crisi rischia di metterci in ginocchio sine die? «La pandemia coronavirus sul piano economico avrà effetti simili a quelli del crac dei mutui subprime del 2007 negli Usa. Anzi, è più grave perché si rischia la vita: è in gioco la salute di tutti. Nel 2020 ci sarà un abbassamento del Pil e del tenore economico ma il Paese è solido, con un’ottima struttura finanziaria. Alle banche chiediamo solo di sospendere i mutui e noi forniremo tutte le garanzie pubbliche per la tenuta dei bilanci, ma deve scattare una grande solidarietà». Il Veneto richiede un’iniezione particolare di risorse oppure anche questa volta ce la caveremo da soli? «La Cassa integrazione per gli alberghi e gli operatori del turismo è stata modellata sulla base delle esigenze del Veneto, dalle spiagge agli impianti di sci in montagna. E verrà estesa anche alle aziende di trasporto, compresi i vaporetti dell’Actv di Venezia».— © RIPRODUZIONE RISERVATA
dei propri cittadini, anche il curare una preparazione culturale adeguata delle persone in età scolastica, dell'obbligo e non. L'Italia non può permettersi il lusso di avere giovani con una preparazione inferiore alla media europea. Auspico che il ministro Azzolina dimostri piena sensibilità su questo aspetto, coinvolgendo da subito il personale scolastico per programmare il proseguimento dell'attività didattica fino alla fine di giugno e, magari, il suo rafforzamento nei mesi di maggio e di giugno. La preparazione culturale adeguata dei nostri giovani è una sfida che il Paese deve accettare e dimostrare di saper vincere», conclude. —
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GIOVEDÌ 12 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
L’allarme globale: la Regione Veneto
Zaia: «Rigore sulle nuove misure il virus è un flagello, tutti a casa» Anche Confindustria Veneto appoggia Conte. Il presidente Carraro: «Decisioni equilibrate, ora un tavolo per l’applicazione» tatti, anche lievi, con persone contagiate. Per vigilare sul rispetto di una “quarantena di massa” che non trova precedenti nella storia recente, è prevista una procedura di «sorveglianza telefonica»: i trasgressori, trattandosi di una norma “a cascata” rispetto alle misure adottate dal Governo di Roma, si esporranno a sanzioni penali.
Filippo Tosatto VENEZIA. Il Veneto in trincea e barricato in casa. Come tutta l’Italia. La clamorosa decisione del governo di tenere aperti solo i negozi di generi alimentari e le farmacie non coglie di sorpresa Luca Zaia che fa sentire la sua voce alle 10 di sera, pochi secondi dopo la conferenza stampa di Conte. La nota che arriva da palazzo Balbi è perentoria: «Applicheremo le nuove misure con rigore e andremo quanto prima al confronto con le imprese e col mondo produttivo per verificare e concordare i modi di applicazione dei provvedimenti e le conseguenze. In Veneto
Ordinanza regionale: isolamento per chi entra in contatto anche lieve con i positivi siamo impegnati h 24 nella difficile opera di contenere la diffusione del virus. Tutti i nostri sforzi vanno in questa direzione. Qualsiasi misura di ulteriore contenimento ci vede dunque assolutamente a favore e la condividiamo. Ma fondamentale, ripeto, è la collaborazione dei cittadini. Non mi stanco di ripetere che la prima e più importante misura resta il rimanere a casa, evitare assembramenti, proteggere coi nostri comportamenti i più deboli e chi ha la salute più fragile della nostra. La miglior cura contro il virus siamo noi stessi col nostro senso civico. Sono certo che i veneti, col loro senso di responsabilità, sapranno essere al nostro fianco quando chiederemo loro di interpretare le norme con la maggio-
RISPETTO DELLE REGOLE
In mattinata, nel corso del briefing quotidiano dal comando della Protezione civile a Marghera, il governatore si è rivolto direttamente ai cittadini senza celare una forte preoccupazione: «I nostri modelli matematici ci di-
Venezia: piazza San Marco deserta per l’emergenza coronavirus che ha messo in fuga i turisti
lettera del presidente ana favero
Alpini, Adunata nazionale in bilico Il presidente dell’Ana, il trevigiano Sebastiano Favero, ha inviato una lettera agli associati da cui si ricava che l’Adunata nazionale, in programma a Rimini-San Marino dal 7 al 10 maggio prossimi, potrebbe essere a rischio. Ad oggi l’ultimo Dpcm emanato dal Governo, ricorda Favero, vieta qualsiasi manifestazione fino al 3 aprile prossimo. «Ogni
re severità possibile», afferma il presidente Zaia. GLI IMPRENDITORI
Arriva subito anche l’adesione di Confindustria Veneto di Carraro: «Apprendiamo con grande rispetto e responsabilità le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte. Queste decisioni, per quanto dure, vengono incontro alle richieste del sistema produttivo veneto
decisione – scrive quindi il presidente dell’Ana – sarà presa nel rispetto delle disposizioni vigenti e delle direttive della Regione Emilia Romagna e del Comune di Rimini. Tutto questo per ribadire che l’Ana e i suoi associati si attengono alle disposizioni, anche le più dure, senza anticipare autonome decisioni come ogni buon cittadino dovrebbe fare».
nell’ottica auspicata di trovare l’equilibrio tra le esigenze di prevenzione e contenimento sanitario e quelle di garantire la continuità produttiva. Opereremo tutti nel rispetto delle regole imposte, avendo come priorità la salute di cittadini, famiglie e lavoratori. Auspichiamo un rapido incontro con il presidente Zaia per concordare insieme le modalità operative per le imprese» af-
i provvedimenti austriaci
Iniziato il blocco al Brennero passano solo gli italiani sani VENEZIA. Veneto tagliato fuori
dai collegamenti ferroviari e stradali con l’estero. Nelle ultime 24 ore si sono intensificati i blocchi per chi ha necessità di lasciare la regione o arrivare. Sul Brennero, a partire dalle 12 di ieri, tutti i veicoli sono controllati. Per quanto riguarda i mezzi pesanti viene rilevata la temperatura dei conducenti (senza febbre si passa). Agli italiani che viaggiano in auto è richiesto un certificato
di negatività al Covid-19 (buona salute), chi non ce l’ha viene respinto. Via libera invece per gli stranieri che devono attraversare l’Austria. Tutto questo sta bloccando la A22, che ieri ha registrato code per decine di chilometri. I controlli sono attivi anche per chi intende passare il confine sulla statale. Collegamenti chiusi pure per chi ha deciso di muoversi sulla rete ferroviaria: Obb, Thello e Società Ferrovie Udi-
ne Cividale, che durante l’anno servono i capoluoghi del Nordest, hanno bloccato i collegamenti. Obb ha annunciato la sospensione di tutti i servizi ferroviari fino al 3 aprile compreso. «Il servizio ferroviario da e per l’Italia non è temporaneamente possibile: l’operatività dei treni DB-ÖBB EuroCity sulla linea del Brennero è sospesa» fa sapere la società austriaca di trasporti «I treni a lunga percorrenza da e per l’I-
ferma in una nota il presidente Enrico Carraro. Non è finita. Perché sta per arrivare un’ulteriore stretta sul versante della prevenzione, alla luce dell’inquietante escalation del coronavirus: è pronta un’ordinanza regionale d’urgenza che, a prescindere dall’eventuale esito negativo dei test, impone 14 giorni di isolamento domiciliare a tutti coloro che abbiano avuto con-
talia sono attestati a Villach o Innsbruck. I treni notturni da e per l’Italia fanno capolinea a Villaco. Fino al 3 aprile, salvo nuove disposizioni, non ci saranno treni diretti a lunga percorrenza tra l’Austria e l’Italia». Questo blocco è valido solo nei confronti dell’Italia. Sospesi anche i treni transfrontalieri tra Villach e Tarvisio Boscoverde, tra Sillian e San Candido (trasporto ferroviario per Weitlanbrunn). I biglietti Öbb già acquistati possono essere cancellati gratuitamente. Prosegue invece il trasporto di merci. Sospeso fino al 3 aprile anche il servizio Mi.Co.Tra. realizzato da Società Ferrovie Udine-Cividale con Obb, che serve la linea transfrontaliera tra le stazioni di Udine, Trieste e
«Se non seguiamo le norme ci ritroveremo con 2 milioni di contagiati» cono che stiamo entrando in una fase di turbolenza, tra cinque giorni toccheremo il picco nelle terapie intensive e se continuiamo a non rispettare le regole entro il 15 aprile avremo due milioni di veneti contagiati. Chiamo tutti alla responsabilità: non andate al mare nei fine settimane né a fare passeggiate, evitate i centri commerciali e le piazze, non andate a cena dagli amici, muovetevi soltanto per andare al lavoro, fare la spesa e tornare a casa. Alle sei di sera voglio vedere le strade vuote e le luci spente. Bisogna limitare al massimo i rapporti sociali, non avrei mai pensato di doverlo dire ma questo è il mio appello»; «La Regione adotterà ulteriori misure sanitarie, ancora più incisive e invasive pe-
Villach. Stessa decisione anche per la società francese Thello (Gruppo Trenitalia), che ha deciso di cancellare i treni notte Venezia-Parigi e Parigi-Venezia fino al 2 aprile incluso. Stessa sorte infine per il NightJet, che collega quotidianamente Milano e Verona con Vienna. Per ottenere il rimborso integrale del biglietto è disponibile sul sito internet il modulo da utilizzare. Anche in ingresso in Slovenia sono iniziati i controlli alla frontiera con l’Italia: l’accesso è consentito solo ai cittadini sloveni o ai possessori di un permesso di residenza permanente o temporanea. Agli altri solo se in possesso di un certificato medico.— Nicola Brillo © RIPRODUZIONE RISERVATA
rò guardiamoci negli occhi: se i veneti non seguiranno con rigore queste indicazioni, saremo costretti a svuotare gli ospedali dai pazienti normali per riempirli di infetti da coronavirus. Sia chiaro che questa è un’emergenza che ci trascineremo per un bel po’, non per qualche settimana». PRESSIONE LOMBARDA
In tarda serata è maturata la decisione del blocco totale delle attività produttive e commerciali «non essenziali», una misura estrema, richiesta al premier Conte dalla Lombardia stremata per voce del governatore Attilio Fontana e dei sindaci dei dodici capoluoghi. A caldeggiarla fin da martedì sono stati i leader del centrodestra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni in primis, con l’adesione immediata dei presidenti di Piemonte e Friuli Venezia Giulia. A riguardo, Zaia nella sua comunicazione alla stampa di mezzogiorno a Marghera, ha sottolineato la diversa condizione del Veneto rispetto al vicino: «La situazione della Lombardia è tragica e mi vede al fianco di Fontana, la chiusura totale è la soluzione più consona, ma dev’essere presa in accordo con tutti, il governo deve dare indicazioni precise». E il suo appello è stato premonitore: «Certo, se continua così si chiuderà tutto per forza, perché saremo tutti contagiati. Perciò dico ai veneti: dateci una mano a rallentare la diffusione, lasciamo perdere quanto è stato detto in passato, la verità è che il virus fa danni peggiori di qualsiasi influenza, non è normale che sul nostro territorio muoiano 29 persone in meno di quindici giorni». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
palaZZo BalBi
Emergenza: la Regione apre un conto corrente per le donazioni «Stanno affluendo, con la consueta generosità e senso di solidarietà dei veneti, tante offerte di sostegno al sistema sanitario impegnato nell’immane sforzo di fronteggiare il coronavirus». Lo comunica Luca Zaia annunciando l’attivazione di un conto corrente regionale per convogliare le tante offerte di aiuto che si stanno palesando. Nel dettaglio, le coordinate del conto corrente sono IBAN IT 71 V 02008 02017 000105889030. La causale: Sostegno Emergenza Coronavirus, intestato a Regione del Copia Veneto. di promopress
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Giovedì 12 Marzo 2020 www.gazzettino.it
I giorni del virus
«Operatori funebri costretti a lavorare con rischio contagio» `Eliana Busolin: «I nostri colleghi Lo sfogo di chi si trova a contatto con i cadaveri: «Non abbiamo direttive» sono esposti, protezioni a nostre spese» `
IL CASO MESTRE Ci sono i medici, gli infermieri, gli operatori sociosanitari, tutti al fronte per affrontare l’emergenza. Ma in prima linea, anche se per gestire quello che è il “dopo”, cioè la morte che avviene spesso in ambienti ospedalieri, ci sono pure gli operatori delle imprese di onoranze funebri. E che, garantiscono, non hanno ricevuto alcuna informazione su come comportarsi.
«COLLEGHI CONTAGIATI» Ad uscire allo scoperto è stata, ieri mattina, Eliana Busolin, titolare della Iof Busolin, con un post sulla pagina Facebook dell’impresa di onoranze funebri di Carpenedo. «Inizia una nuova giornata di tensione e stress - scrive Eliana Busolin -. Non abbiamo
avuto a tutt’oggi nessuna direttiva (a parte quella Ministeriale) su misure di sicurezza da adottare, mentre gira voce di due nostri colleghi di Venezia che sono stati contagiati da familiari o defunti infetti». Una voce non ancora confermata, ma tanto basta per diffondere ansia e preoccupazione. «Quasi ogni giorno dobbiamo recuperare salme di persone che muoiono nelle abitazioni e trasportarle all’obitorio del cimitero di Mestre con il rischio e pericolo del caso - prosegue -. Di
MANCA UN PROTOCOLLO CON LE REGOLE DI COMPORTAMENTO IL PROBLEMA DEI FUNERALI BLOCCATI
mia iniziativa ho fornito ai miei dipendenti le protezioni necessarie (tuta, occhiali, guanti, mascherine FFP2, e copriscarpe, tra l’altro introvabili), ma ci sentiamo abbandonati dalle nostre associazioni di categoria e dalle istituzioni, mentre dobbiamo svolgere un servizio di pubblica utilità. Negli obitori, come in quello dell’ospedale dell’Angelo, vediamo colleghi e operatori che svolgono il lavoro senza protezione alcuna. Regna sovrana una sorta di confusione mista a menefreghismo e nessun controllo da parte delle autorità competenti».
SOLO UNA TELEFONATA All’impresa Zara di Spinea si è affidata la famiglia di Mario Veronese, il 67enne di Oriago che è stato il primo morto del Veneziano contagiato da coronavirus, il 1. marzo scorso. «Non abbiamo
avuto nessuna comunicazione scritta su come comportarci spiegano da Spinea -. Ci hanno solo riferito verbalmente che “le salme non sono più infette”, quindi abbiamo proceduto con i consueti strumenti, guanti e mascherine. Sul funerale, poi, abbiamo mantenuto il più stretto riserbo, come ci è stato chiesto dalla famiglia». Elisabeth Grasselli e Manuel Piasenti, delle Onoranze funebri Coppolecchia di Marghera, hanno invece assistito i familiari di Umberto Pavan, il 79enne
ELISABETH GRASSELLI: «CI SONO SITUAZIONI UMANAMENTE DRAMMATICHE» LETTERA A LUCA ZAIA SUL RISCHIO CHIUSURA
Le rubano amuchina dall’auto SPINEA Quando ha aperto il cassetto del cruscotto non poteva credere ai suoi occhi. D’accordo, un furto in auto, di notte, può succedere. Ma che i ladri arrivassero a rubarle anche l’amuchina non l’avrebbe mai pensato. Protagonista una donna di Spinea: la donna aveva parcheggiato nel solito posto, vicino a
casa. I ladri avevano aperto la macchina e avevano fatto razzia di ogni cosa: in primis il pc portatile che la donna teneva nel bagagliaio, nascosto dentro a una coperta. I ladri avevano provato anche a rubarle il carburante (ha trovato lo sportello aperto) ma senza però riuscirci. Poi, le minutaglie: oltre a qualche cavo, i delinquenti si sono portati via persino un gettone del carrello del supermer-
cato. Infine il pezzo forte: una confezione del famoso gel igienizzante, a ruba (è proprio il caso di dirlo) in questi giorni caldi di piena emergenza sanitaria. Un flaconcino standard, non chissa quale stock industriale. Viene da chiedersi se, in tempi meno sospetti, quella confezione di amuchina sarebbe rimasta al suo posto anche dopo la visita dei ladri. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Videoletture per i bambini e telefonate a tutti gli anziani NUOVI SERVIZI Attivate a Campolongo Maggiore, in Riviera del Brenta, videoletture per i bambini e telefonate di cortesia e raccomandazione delle misure di sicurezza agli anziani. L’amministrazione ha avviato due importanti iniziative rivolte a bambini e anziani: attraverso la pagina Facebook “Biblioteca Luigi Meneghello Campolongo Maggiore” sono partite in questi giorni le “Letture a distanza”, ossia video letture di favole e storie per bambini grazie alla voce della bibliotecaria, per cercare di coinvolgere e impegnare i bambini in questo momento particolare. «Anche se la nostra biblioteca è chiusa al pubblico - dichiara l’assessore alla Cultura Mattia Gastaldi - non deve certo perdere i suoi compiti, ossia coinvolgere e appassionare alla lettura. Abbiamo pertanto pensato, grazie alla collaborazione del nostro personale, di realizzare dei pic-
coli video racconti per bambini e ragazzi, su diverse tematiche. Per essere aggiornati sui prossimi racconti basta lasciare il proprio “like” alla pagina social della nostra biblioteca». Un pensiero importante è stato poi rivolto alla fascia più anziana della popolazione che in questo momento va aiutata, anche solo con un piccolo gesto. Infatti, oltre alle ordinarie attività svolte dai servizi sociali, quali gli accompagnamenti medici, le assistenze domiciliari, la consegna dei pasti, il Comune in collaborazione con l’associazione “Anteas Campolongo” ha attivato un servizio quotidiano di “compa-
L’INIZIATIVA DEL COMUNE DI CAMPOLONGO IN RIVIERA DEL BRENTA IN COLLABORAZIONE CON ANTEAS
gnia”, ovvero una telefonata ogni giorno agli anziani del territorio, specie i soggetti che vivono soli e non hanno il supporto della famiglia. Una telefonata di cortesia che vuole però essere anche un importante contatto per capire se l’anziano abbia qualche necessità importante come la spesa a domicilio, i medicinali, visite mediche, dato che si devono evitare spostamenti, utile però anche per monitorarne lo stato di salute. «Gli anziani che vivono soli nel nostro territorio dichiara l’assessore ai Servizi sociali Cinzia Milani - sono circa un migliaio, quasi il 10% della popolazione. Già per le attività ordinarie aggiorniamo costantemente il dato e la mappatura dei casi particolarmente sensibili, ma come amministrazione abbiamo ritenuto importante in questo periodo di emergenza attivare un canale specifico aggiuntivo di comunicazione per chiedere eventuali necessità e fornire anche informazioni e raccomandazioni». Gaia Bortolussi
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«SENZA MISURE DI SICUREZZA» L’obitorio dell’ospedale dell’Angelo
mestrino morto dopo oltre dieci giorni di ricovero per aver contratto il coronavirus. Il fratello e la moglie erano però in quarantena «quindi abbiamo trattato solo con una parente che poteva uscire di casa - spiega Elisabeth Grasselli -. Con il fratello ci siamo sentiti per telefono, abbiamo inviato via WhatsApp la foto e l’epigrafe per avere il loro assenso... Una situazione drammatica e molto difficile umanamente, tenendo presente il fatto che in questi giorni non è nemmeno possibile celebrare il funerale in chiesa, né dare un addio sul sagrato, ma solo una benedizione in cimitero riservata ai parenti più stretti. Sappiamo che, una volta che si sarà tornati alla normalità, i familiari faranno celebrare una messa commemorativa per ricordare Umberto». E Manuel Piasenti ha scritto l’altra sera anche al Governatore Luca Zaia per chiedere chiarimenti in caso di “chiusura
totale” di imprese ed attività: «Vorremmo sapere se il comparto funerario verrebbe equiparato a servizi di prima necessità come farmacie e alimentari, oppure le istituzioni si occuperebbero anche dei trasporti funebri come in caso di eventi straordinari o calamità naturali. La clientela già si vede privata della funzione religiosa o laica, e noi dobbiamo poterci organizzare a livello aziendale nel caso si confermi la chiusura delle attività commerciali». E così, in attesa di risposte, anche negli uffici di molte imprese funebri tutti i familiari dei defunti (indipendentemente dal coronavirus) sono accolti con le mascherine e i locali vengono sanificati. «Sì, - riprende Eliana Busolin -, anche noi siamo in prima linea. Ma siamo mandati allo sbaraglio, senza nessuna linea guida». Fulvio Fenzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
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La lotta al Covid-19
Da oggi l’Italia è chiusa L’Oms: una pandemia E ci prende ad esempio Il premier accetta le richieste della Lombardia `Arcuri commissario per le attrezzature In vigore fino al 25 marzo: ne vedremo gli effetti sanitarie. Industrie aperte ma in sicurezza
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L’EMERGENZA ROMA Chiudere tutto perché il virus non arretra. Il premier Giuseppe Conte lo aveva già lasciato intuire ieri mattina che, al Decreto del 9 marzo, ne sarebbe stato aggiunto un altro ancora più rigoroso, visto che la situazione sanitaria nel Nord Italia è vicina al collasso e che solo riducendo ulteriormente circolazione e spostamenti si potrà sperare di vedere qualche risultato positivo. Così, alla fine, la decisione non si è potuta più rinviare, soprattutto dopo le dichiarazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità che hanno valutato la diffusione del Covid-19 «una pandemia globale». L’Italia, a questo proposito, ha fatto la sua parte - ha sottolineato l’Oms - e non rientra nell’elenco di quegli Stati che «non agiscono come dovrebbero». Ma troppa gente si vede ancora in giro e troppo grave è il bilancio di questi ultimi giorni. Le insistenze del governatore della Lombardia Attilio Fontana
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: I CONTAGI CRESCERANNO ANCORA MA SE RISPETTIAMO LE REGOLE FORSE NON SERVIRANNO ALTRE STRETTE
che, nella mattinata di ieri, aveva inviato le sue proposte a Palazzo Chigi, e di quello del Veneto Luca Zaia, preoccupato del rischio di avere due milioni di veneti contagiati entro il 15 aprile, hanno convinto il governo a scegliere una strada unica per tutti, perché si teme che nei prossimi giorni anche il Centro e il Sud del paese registreranno aumenti importanti della malattia. Alla fine non è stata «una chiusura totale», ma sono state selezionate particolari attività: tutte quelle commerciali al dettaglio, a eccezione delle relative ai servizi di pubblica utilità. Supermercati aperti, non si corra dunque a riempire i carrelli di notte. E aperte le farmacie, le poste, le banche, le edicole, i tabaccai. I servizi pubblici continueranno a funzionare, anche perché continueranno a svolgere il proprio lavoro industrie e fabbriche, anche se dovranno predisporre misure adeguate alla sicurezza dei lavoratori. Chiusi tutti i grandi centri commerciali, così come i mercati su strada e al coperto. E ancora serrata per i bar, i pub, i ristoranti, gli alberghi e ogni struttura di ricezione, i centri estetici e i parrucchieri.
I TEMPI «Abbiamo cominciato a cambiare piano piano le nostre abitudini - ha spiegato il premier in diretta Facebook - Gli effetti non si vedranno già domani, i numeri del contagio cresceranno ancora, ma
se rispettiamo le regole non è detto che si debba ricorrere a nuove misure. Ma per dirlo dovremo attendere un altro paio di settimane». Conte ha poi annunciato di aver nominato un nuovo commissario per le attrezzature sanitarie, che si coordinerà con il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. La scelta è caduta su Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, con un passato da allievo alla Nunziatella. Il presidente del Consiglio illustra il piano che sarà in vigore fino al 25 marzo, e usa toni morbidi, da padre di famiglia, per convincere i cittadini ad avere un ruolo da protagonisti in questa vicenda. La scelta del rigore - ha aggiunto - è necessaria. La nostra è una comunità di individui. Rimarremo distanti per correre più veloci domani». Nel frattempo, sulla diffusione del coronavirus è intervenuta l’Oms e ha avvertito gli Stati: «Sono stati superati i 4.500 morti nel mondo - ha dichiarato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus -. Abbiamo valutato questa epidemia giorno dopo giorno e siamo profondamente preoccupati sia dai livelli allarmanti di diffusione e gravità, sia dai livelli allarmanti di inazione». In questo senso il dg ha rivolto un plauso agli interventi messi in campo dal governo italiano: «Siamo incoraggiati dalle misure aggressive adottate dall’Italia, speriamo che abbiano effetti nei
Il personaggio L’amministratore delegato di Invitalia Non un tecnico alla Bertolaso, un risolutore di emergenze. Il nome di Domenico Arcuri è ormai quasi completamente identificato con Invitalia, la società controllata dal ministero dell’Economia che nel suo oggetto sociale ha l’attrazione degli investimenti. Arcuri guida Invitalia dal 2007, tredici anni consecutivi. Ma in realtà, prima di prendere le redini della società pubblica, si è costruito una lunga carriera nel settore privato. Classe 1963, calabrese, Arcuri ha studiato economia all’università Luiss di Roma. Nel 1992 è entrato in Pars, joint venture Arthur Andersen e GEC, di cui è stato amministratore delegato e nel 2001 è stato partner responsabile italiano «Telco, Media e Technology» di Arthur Andersen. Nel 2004 ha poi ricoperto lo stesso ruolo in Deloitte Consulting. Il manager si è formato all’ Iri.
DESERTO Due giovani solitari in piazza Gae Aulenti a Milano
prossimi giorni». Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha espresso apprezzamento per «gli sforzi del Governo» e «riconosciuto il peso economico e sociale che la crisi attuale impone sulla popolazione». «Non abbiamo mai visto una pandemia di un coronavirus, questa è la prima - ha spiegato ancora Ghebreyesus - e non abbiamo mai visto una pandemia che può, allo stesso tempo, essere controllata. La decisione non era rinviabile, nelle ultime due settimane il
L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ: NON ABBIAMO MAI VISTO QUESTO VIRUS E NON SAPPIAMO CHE FARE
Il pressing di governatori, destra e Pd costringe Conte alla linea del rigore IL RETROSCENA ROMA La decisione arriva dopo una giornata di vertici e riunioni. Sul tavolo di palazzo Chigi la lettera del presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, ma anche il pressing della Campania Vincenzo De Luca, che non scrive, ma lancia ripetuti e preoccupati appelli. Il primo governatore di centrodestra, il secondo sulla barricata opposta, ma entrambe d’accordo, insieme ai colleghi di Calabria (Santelli), Sicilia (Musumeci), Piemonte (Cirio) e Veneto (Zaia), nel chiedere una nuova stretta.
GLI INTERESSI Troppi sono quelli che passeggiano, troppi sono ancora coloro che - privi di giustificazioni reali ancora girano per le strade e affollano i bar. «Chiudere tutto, servizi essenziali esclusi», è la richiesta. Anche forse nell’illusione che basti questo a fermare, dall’oggi al domani, il numero dei contagi.
Conte sostiene di non avere ha nulla in contrario ma resiste. Si dice pronto alla stretta, ma prende tempo e chiede alle regioni di mettere nero su bianco le loro richieste e i limiti dell’intervento. Quando a metà mattinata scende con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nella sala stampa di palazzo Chigi per annunciare il corposo extradeficit chiesto ed ottenuto dalla Commissione europea, la lettera della Lombardia non è ancora arrivata e così quella delle altre regioni. Si aspetta, ma nel frattempo Conte avvisa: «Non affidiamoci a scelte emotive, non vorrei che si iniziasse a chiedere misure restrittive e un domani - avverte - il Paese si dovesse svegliare e accorgersi che si è concentrato su un obiettivo prioritario», la salute, ma si sono tralasciati altri interessi Costituzionali, primo tra tutti il lavoro». La grande disponibilità della Commissione europea a considerare la situazione di emergenza economica rincuora il premier, ma deve fronteggiare le spinte opposte che si agitano nella mag-
gioranza e non solo. Gli industriali del Nord sono contrari alla serrata, è perplessa anche la ministra Teresa Bellanova (Iv) e nel Movimento 5S la contrarietà è forte, anche se allo scoperto esce solo il sottosegretario Stefano Buffagni. La riunione del comitato tecnico scientifico sforna i dati con l’impennata Lombardia di contagiati e deceduti, ma Conte non è ancora convinto e punta a limitare la chiusura alle regioni del Nord che hanno fatto richiesta e resiste all’idea di sfornare un nuovo Dpcm. Quando il ministro Francesco Boccia mette in videoconferenza i presidenti di regione l’allarme è corale e, alle pressioni di Lombardia, Piemon-
IL CAPO DELL’ESECUTIVO PROVA A RESISTERE MA ALLARME CORALE IN VIDEOCONFERENZA DEI PRESIDENTI DELLE REGIONI: NON REGGIAMO
te e Veneto, si aggiungono quelle delle regioni del Sud e soprattutto della Campania che ieri ha registrato una vera e propria impennata di contagiati. «O si fa per tutta Italia o per nessuno», continuano a ripetere dal Nazareno. I Dem chiedono al premier misure omogenee. Ciò che è accaduto la sera della caotica decisione di istituire una zona arancione in Lombardia e Veneto, brucia ancora. Le fughe in treno rischiano di trasformarsi in un pendolarismo dalla regioni chiuse del tutto a quelle che hanno ancora aperti i centri commerciali o i parrucchieri. «Chiudere ancora?», non lo escludo aveva sostenuto di prima mattina a °Radio Anch’io° il vicesegretario del Pd Andrea Orlando che in serata, insieme al capodelegazione dem Dario Franceschini, preme sul capo dell’esecutivo affinchè rompa gli indugi. Poco dopo le otto di sera il presidente del Consiglio riunisce a palazzo Chigi i capidelegazione della maggioranza, ma la decisione di chiudere tutti gli esercizi e le attività commerciali, lasciando
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numero dei casi di Covid-19 al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte e il numero di Paesi coinvolti è triplicato. Ci sono ora oltre 118 mila casi in 114 paesi».
LE INDICAZIONI L’Organizzazione mondiale della sanità non ha poteri coercitivi, ma detterà indicazioni comuni da seguire che sono quelle prese dal nostro paese. «Eravamo già al quinto livello su sei, era solo questione di giorni prima dell’annuncio - ha confermato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, una delle figure chiave nella gestione dell’emergenza in Italia - Quello che cambia è che ora l’Oms ha un potere molto più importante di moral suasion. Ora può emanare indicazioni più cogenti alle nazioni e avere un peso maggiore su di loro per invitarle ad agire con tempestività». Cristiana Mangani © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (foto ANSA)
Antonio Tajani (foto ANSA)
fuori i servizi di pubblica utilità e le fabbriche, è presa. Si deve però stilare l’elenco e, soprattutto, scrivere chiaramente chi è esente dall’obbligo. Una richiesta di maggiore chiarezza era già arrivata in mattinata dal ministero dell’Interno di Luciana Lamorgese che faticava a dare indicazioni circostanziate ai prefetti e alle forze dell’ordine. Il plauso per la decisione di chiudere tutte le attività commerciali in tutto il Paese, arriva immediatamente da tutto il centrodestra, anche se rivendica di averlo chiesto già da qualche giorno. Ciò, insieme al voto
unanime in Parlamento sulla richiesta di scostamento di bilancio, permette a Conte di allargare la condivisione nell’adozione di misure oltremodo complicate. La nomina di un commissario agli acquisti sanitari, nella persona di Domenico Arcuri, contribuisce ad allargare la squadra di emergenza che opera a palazzo Chigi e fa sentire meno il premier quell’uomo solo al comando che si è avvertito sino al giorno della caotica decisione di chiusura delle scuole. Marco Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
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FONTE: REGIONE VENETO
Casi confermati (al 11.03) TOTALE REGIONE VENETO
89 Vo’
92
14
Rovigo
185
Vicenza
110
deceduti
30
Treviso
179
Verona Venezia Casi collegati alla Lombardia 5 35 Assegnazione epidemiologica in corso
30
1023
54
dimessi
343
ricoverati
Belluno
284
Padova
Pazienti Sars- Pazienti in Cov-2 in area terapia non critica intensiva
Strutture di ricovero Azienda Ospedale Università Padova 42 Azienda Ospedaliera Univ. Integrata Verona 19 ULSS1 - Ospedale Belluno 8 ULSS1 - Ospedale Feltre 1 ULSS2 - Ospedale Treviso 70 ULSS2 - Ospedale Conegliano 4 ULSS2 - Ospedale Vittorio Veneto 4 ULSS2 - Ospedale Castelfranco 5 ULSS3 - Ospedale Mestre 19 ULSS3 - Ospedale Venezia 8 ULSS3 - Ospedale Mirano 5 ULSS3 - Ospedale Dolo 2 ULSS3 - Ospedale Chioggia 1 ULSS3 - Ospedale Jesolo 1 ULSS5 - Ospedale Rovigo 4 ULSS6 - Ospedale Schiavonia 21 ULSS6 - Ospedale Piove di Sacco 4 ULSS6 - Ospedale Cittadella 4 ULSS7 - Ospedale Santorso 6 2 ULSS7 - Ospedale Bassano ULSS8 - Ospedale Vicenza 10 ULSS8 - Ospedale Arzignano 1 ULSS9 - Ospedale Legnago 5 ULSS9 - Ospedale di Villafranca 3 Ospedale Sacro Cuore Don Calabria 13
Tot. Regione Veneto persona. «Sarà un isolamento di massa, il che vuol dire che le persone resteranno a casa, poi faremo la sorveglianza telefonica».
RESPONSABILITÀ Un appello ai cittadini è arrivato anche dal presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: «Comportatevi in modo responsabile. Rispettate le prescrizioni delle autorità e i consigli degli esperti. Chi non le rispetta fa un danno a tutta la nostra comunità». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN ARRIVO ULTERIORI RESTRIZIONI: IN QUARANTENA TUTTI I “CONTATTI” DI CHI SARÀ TROVATO POSITIVO AL TAMPONE
denziando un crollo della positività dal 3% allo 0,05%? «Esatto. Il paesino padovano non è un modello di popolazione, ma un piccolo cluster che merita comunque di essere studiato, in rapporto al controllo della diffusione, alle caratteristiche della trasmissione in famiglia, ai fattori di rischio, alla durata di vita del virus e al tempo di secrezione delle mucose nasali. Insomma è un caso interessante per tanti parametri, ma non come modello predittivo». Condivide dunque l’idea della stretta sulle chiusure? «Assolutamente sì. La gente è in preda alla confusione: prima tieni aperto, poi chiudi un po’ qua ma non là, poi chiudi questo ma non quello, poi un altro po’ ancora... Il problema è che qui non ci sono i mezzi per fare i dovuti controlli: l’altro ieri per lavoro sono andato da Treviso a Padova e non mi ha fermato nessuno...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Italia, 2.000 malati al giorno Veneto, i morti salgono a 30 Nel totale dei contagi ci sono i 600 casi `In tutto il Paese i decessi saliti a 827 lombardi che non erano stati registrati Prima vittima all’ospedale di Vicenza
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IL QUADRO VENEZIA Nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara la pandemia, l’Italia conta i morti: 827 le vittime a causa del Covid-19, mentre i contagi sono saliti a quota 10.590. Duemila malati in più in un solo giorno, ma inclusi i 600 che la Lombardia non aveva comunicato martedì per un ritardo nei risultati dei test.
3 persone decedute ieri in Veneto: tutte anziane
I DATI 1 4 1
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Brugnaro: «Bene la gestione centralizzata» I SINDACI VENEZIA «Sono sempre stato e resto filogovernativo e quindi sono d’accordo che l’attuale situazione di crisi legata all’emergenza Coronavirus sia gestita in maniera centralizzata». Così il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro in video-conferenza ai i sindaci delle altre città metropolitane d’ Italia, organizzata dal presidente Anci, Antonio De Caro.«In primis - ha aggiunto -dobbiamo fare in modo di pensare a dare risposte chiare e concrete per gestire l’aspetto sanitario. Dobbiamo lavorare uniti e il sistema ospedaliero del Paese deve rispondere compatto tanto che, se dovesse essere necessario, lanceremo delle sottoscrizioni, perché possano arrivare alle Regioni del Sud delle risorse. In questo momento siamo tutti in una situazione di totale emergenza, ma siamo a disposizione per fare in modo che anche negli ospedali del Meridione abbiano tutte le unità di protezione per affrontare un virus che ha dimostrato di camminare veloce». «Tutto questo, però, - ha rilevato Brugnaro - non può prescindere da un’attenzione particolare alla salvaguardia di tutto il mondo legato all’economia e al lavoro». Brugnaro ha tra l’altro informato i colleghi di aver «formalizzato al Governo, per il tramite del Prefetto di Venezia, una serie di manovre che noi riteniamo importanti, come l’ampliamento dei provvedimenti già presi per le zone rosse a tutta l’Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
I numeri forniti dal capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel corso del bollettino delle 18 sulla diffusione del coronavirus in Italia, dimostrano che la situazione è seria: a ieri erano 10.590 i malati, più della metà in Lombardia che ha anche il più alto numero di ricoverati in terapia intensiva, 560 su un totale di 1.028. E i morti sono arrivati a 827 (di cui 617 in Lombardia), altri 196 in 24 ore. I guariti, invece, sono meno del 10% del totale dei contagiati: 1.045 su 12.462. «Abbiamo dei numeri che fanno sì che i dati possano apparire come un numero elevato, ma in realtà la crescita odierna è nel trend dei giorni scorsi», ha detto Borrelli spiegando il perché di una crescita che, finora, non si era mai registrata. Che però si sia ancora ben lontani dal picco l’ha confermato il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza: «I prossimi 14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio. Gli effetti delle misure restrittive non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo». Ai cittadini che chiedono ancora come comportarsi nel quotidiano, Borrelli ha ribadito che il consiglio è sempre lo stesso: «Uscire per lo stretto necessario e indispensabile». Tra l’altro, anche chi si muove a piedi «deve portare l’autocertificazione».
PADOVA Una delle tende attrezzate davanti all’ospedale di Schiavonia
sti Egidio Toniolo, un anziano di 93 anni di Sant’Anna Morosina di San Giorgio in Bosco, in provincia di Padova: faceva l’imprenditore agricolo e non soffriva di particolari patologie. Il contagio è avvenuto in un bar di Villa del Conte dove l’uomo era solito andare per giocare a carte con gli amici e dove ci sono stati in totale cinque contagiati da un uomo che era andato a prendere il vino a Vo’. Nel Trevigiano è morto Ampelio Simioni, 86 anni, di Ponzano. L’uomo era stato bene fino al venerdì di due settimane fa. Dopo essere stato dal dentista, in farmacia e in posta, la sera ha iniziato ad avere della tosse. Martedì della scorsa settimana il ricovero, ieri il decesso. Aveva lavorato per 23 anni come operatore al Ca’ Foncello in Chirurgia. E ieri sera il primo decesso per coronavirus all’ospedale San Bortolo di Vicenza: si tratta di una donna di 84 anni, che soffriva di altre patologie e che è deceduta poco dopo la conferma della diagnosi. L’anziana era stata trasferita dall’ospedale di Arzignano.
ASSUNZIONI IN VENETO In Veneto le persone malate di coronavirus, stando al bollettino diffuso ieri sera, sono l.011. Un miglioramento rispetto ai dati del mattino, quando i casi positivi erano 1.023 perché nel conteggio vanno inserite anche le persone guarite, 38 in tutto. Se i pazienti ricoverati in area non critica sono 262 (+58), quelli in Terapia intensiva sono 81 (+13) di cui 18 all’Azienda ospedaliera di Padova e 15 all’ospedale All’Angelo a Mestre. Trenta invece i decessi, tre in più rispetto a martedì. Tra que-
I GUARITI SONO MENO DEL 10 PER CENTO DEI CONTAGIATI: APPENA 1.045 SU 12.462
VENEZIA «Stanno affluendo, con la consueta generosità e senso di solidarietà dei veneti, tante offerte di sostegno al sistema sanitario impegnato nell’immane sforzo di fronteggiare il coronavirus. Questo è grande segnale di una comunità coesa: anche questa volta, quando il gioco si fa duro, tutti scendiamo in campo». Lo dice, con «profonda gratitudine», il governatore Luca Zaia, annunciando l’attivazione di un conto corrente della Regione: IBAN IT 71 V 02008 02017 000105889030; causale: Sostegno Emergenza Coronavirus, intestato a Regione del Veneto.
Capitolo personale. Le 525 assunzioni di varie figure professionali della sanità, già decise con procedura d’urgenza dal presidente della Regione Luca Zaia, nella sua veste di soggetto attuatore per il Veneto dell’emergenza coronavirus nazionale, non sono le uniche alle quali la Regione, attraverso la sua Azienda Zero, sta lavorando per fronteggiare le eccezionali necessità di cura e assistenza. Ieri Azienda Zero ha emesso un avviso pubblico di manifestazione d’interesse per formare elenchi di medici disponibili a lavorare nelle aziende sanitarie della Regione, con incarichi libero professionali o di collaborazione coordinata e continuativa. Una volta definiti, tali elenchi saranno inoltrati alle Ulss e Aziende ospedaliere, che potranno conferire per proprio conto gli incarichi professionali. Alda Vanzan
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Solidarietà Un conto corrente per gli aiuti in Veneto
Medici di base, scatta la controffensiva `Il
piano della Fimmg anti-contagi: denunce, autotassazione e limiti
dottori di famiglia e della continuità assistenziale, tanto da indurli a una controffensiva che passa per acquisti, chiusure, sospensioni e denunce.
I DISPOSITIVI
L’ALLARME VENEZIA Camici bianchi in prima linea, ma senza adeguate protezioni. «Come le reclute mandate avanti a sacrificarsi, per salvare i veterani dietro», dice Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg, con un’immagine bellica che dà il senso della guerra in corso al Coronavirus e dei suoi costi umani fra i medici di medicina generale: in videoconferenza dai rispettivi studi, i referenti delle province venete apprendono con preoccupazione la notizia del ricovero in Terapia Intensiva a Schiavonia di un collega padovano. La generale difficoltà di reperimento delle mascherine grava con particolare pesantezza sui
I medici di base citano i dati diffusi dall’Ulss 3 Serenissima, segnalando che le forniture complessive si traducono in «2,19 mascherine, 0,5 camici e 5,25 paia di guanti per medico al giorno». Troppo poco per una categoria che le direttive ministeriali indicano come il primo riferimento per i casi di sospetto contagio. «La situazione potrebbe peggiorare, le aziende sanitarie devono supportarci», lamenta Maurizio Scassola (Venezia). Per questo la Fimmg ha scelto di autotassarsi per un ordine da 298.000 euro che dovrebbe arrivare lunedì («a ciascuno servono almeno una mascherina Ffp2 e dieci chirurgiche al giorno»), cifra che sarà in parte sostenuta dal gruppo Alì.
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LO STOP
IN PROCURA
Gli iscritti all’organizzazione limiteranno poi l’accesso ai loro ambulatori: d’ora in poi solo per il ritiro delle prescrizioni cartacee e per le visite autorizzate al telefono. Inoltre stop all’attività di assistenza programmata ai 16.000 pazienti allettati che settimanalmente vengono monitorati dal medico di famiglia, «fino al ripristinarsi delle condizioni minime di sicurezza attiva e passiva». Saranno comunque garantite le acuzie e l’assistenza ai malati terminali. «Non possiamo fare altrimenti: siamo diventati dei veicoli di contagio», dicono.
Due le denunce già presentate alla Procura di Venezia dall’avvocato Giulia Businaro: contro l’Inail, che ha chiuso le sedi «riversando sul servizio sanitario nazionale» i propri adempimenti, e contro un’azienda padovana, che pretende dai lavoratori un certificato del curante che ne attesti la guarigione e la negatività al virus «dopo un qualsiasi periodo di malattia». Sottolinea Umberto Rosso (Belluno): «Si moltiplicano richieste ingiustificate di certificazione da parte dei datori di lavoro e pure delle famiglie in vista del ritorno a scuola». Aggiunge Brunello Gorini (Treviso): «Addirittura le organizzazioni sindacali vorrebbero che certificassimo l’ansia dovuta al Coronavirus per i 1.500 dipendenti di Electrolux». Conclude la Fimmg: «Speriamo che l’unità di crisi della Regione e la Protezione civile ci tengano un po’ più in considerazione». A.Pe.
UN COLLEGA PADOVANO IN TERAPIA INTENSIVA A SCHIAVONIA «SIAMO IN PRIMA LINEA CON DUE MASCHERINE E 0,5 CAMICI AL GIORNO»
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12
Nordest
CASE ATER, IN VIGORE I NUOVI CANONI In arrivo i bollettini a 40.000 inquilini, con effetto retroattivo dal 1° luglio. Il limite Isee sale a 35.000 euro: sarà restituito l’importo versato in più.
Giovedì 12 Marzo 2020 www.gazzettino.it
Regionali, M5s punta su Cappelletti Veneto, l’ex senatore batte la consigliera Baldin nel ballottaggio `«Dobbiamo porre la campagna elettorale nel cassetto e pensare per la scelta del candidato governatore: 844 voti, pari al 51,7% all’emergenza sanitaria. Priorità all’ambiente, stop ai project»
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H-Farm
VERSO LE ELEZIONI VENEZIA Enrico Cappelletti è il candidato governatore del Movimento 5 Stelle in Veneto. L’ha deciso la maggioranza dei partecipanti al ballottaggio delle “regionarie” sulla piattaforma Rousseau, assegnando all’ex senatore il 51,7% dei consensi (844 in termini assoluti), a fronte del 48,3% andato alla consigliera uscente Erika Baldin (788). Una designazione inevitabilmente avvolta nel clima Coronavirus, che lascia tuttora nell’incertezza perfino la data del voto: «Per ora dobbiamo mettere la campagna elettorale in un cassetto e concentrarci sull’emergenza sanitaria», dice il 52enne nato a Padova, cresciuto a Vicenza e ora residente in provincia di Treviso, che lavorava nella segreteria particolare del viceministro Vito Crimi ma si è dimesso per affrontare questa nuova sfida.
Grignolo affianca Ricavi in crescita, Donadon al vertice perdite a 4 milioni
LE LISTE Le votazioni online sono durate ventiquattr’ore e terminate ieri a mezzogiorno, terzo e ultimo passaggio dopo la scelta degli aspiranti consiglieri regionali e il primo turno di selezione dello sfidante di Luca Zaia e Arturo Lorenzoni. «Anche se ufficialmente non ha mai sciolto la riserva – afferma Cappelletti – diamo per scontata la ricandidatura del leghista. Quanto al centrosinistra, avremmo potuto stringere un’alleanza, se avessimo visto il desiderio di fare un’opposizione diversa, dopo venticinque anni di centrodestra in maggioranza. Ma così non è stato e allora andiamo da soli, orgogliosi del bell’esempio di democrazia che ancora una volta ci ha distinti dagli altri, permettendo ai nostri iscritti di scegliere i loro candidati». La definizione delle liste è in via di chiusura: «Varrà l’ordine delle preferenze espresse dagli attivisti, come da regolamento», assicura il pentastellato.
LE BATTAGLIE L’ormai ex sfidante Baldin si è congratulata con Cappelletti, de-
Safilo
IN CORSA NEL TREVIGIANO Enrico Cappelletti, 52 anni, è nato a Padova e candidato in provincia di Treviso
finendolo «un grande uomo, un amico» e annunciando su Facebook: «Sono felice di sostenerlo perché sono certa che si impegnerà al massimo per portare in alto i valori del Movimento 5 Stelle». L’aspirante presidente ringrazia: «È stato bello confrontarmi con lei, pur con le limitazioni di questo periodo. Abbiamo entrambi un passato di attivismo e di impegno nelle istituzioni. Per quanto mi riguarda, ripartirò dalle battaglie sul territorio che ho continuato a portare avanti anche dopo la fine dell’esperienza parlamentare. Penso ad esempio alla Pedemontana, che lascerà sulle spalle dei veneti 10 miliardi di sprechi, soldi che potevano essere utilizzati per garantire servizi di eccellenza alla popolazione. Questa è una vergogna che grida vendetta a cielo e terra, per la quale ho combattuto firmando personalmente gli esposti alla Procura, al-
la Corte dei Conti, all’Autorità anticorruzione».
LA RAPPRESENTANZA Ecco allora le sue priorità: «Non rappresenteremo solo gli iscritti al M5s, ma le istanze di tutti i veneti che chiedono un cambio di paradigma, uno sviluppo non più basato sull’inquinamento, l’abbandono del project financing e il ritorno ai bandi di gara normali. Se sapremo far conoscere bene i nostri obiettivi, nessun risultato potrà esserci precluso. Dopodiché se sare-
«AVREMMO STRETTO UN’ALLEANZA CON IL CENTROSINISTRA SE AVESSIMO VISTO IL DESIDERIO DI FARE DAVVERO OPPOSIZIONE»
mo maggioranza o opposizione, lo decideranno i cittadini. Di sicuro siamo nati proprio perché a livello nazionale e locale c’era un’opposizione che non faceva l’opposizione e una maggioranza che non la trattava da tale. Perciò, di fronte all’incapacità della politica di rappresentare la società, tocca ancora una volta a noi rispondere alle istanze della società, dell’economia e della cittadinanza».
L’IPOTESI Quando? «L’ipotesi è che le Regionali vengano spostate in avanti – conclude Cappelletti – e sinceramente mi dispiacerebbe: vorrebbe dire che l’emergenza Coronavirus non è ancora passata. Quindi adesso non pensiamo alla campagna elettorale, ma a collaborare, perché si vince tutti insieme». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
`TREVISO Alberto Grignolo nominato co-amministratore delegato di H-Farm, affiancherà il presidente Riccardo Donadon nello sviluppo della società di sviluppo digitale trevigiana che ha sede a Ca’ Tron, vicino a Roncade. A Grignolo sono state affidate le deleghe relative all’organizzazione, la gestione e il controllo delle attività Corporate e delle business unit Education e Innovation. Grignolo (foto) è entrato a far parte del cda di H-Farm lo scorso 14 gennaio. Ha contribuito per quasi 20 anni a far diventare Yoox (poi Yoox Net-a-Porter Group, acquisito nel 2018 per 5.3 Miliardi di euro dal gruppo del lusso svizzero Richemont) uno dei leader globali nel commercio elettronico con oltre 2,5 miliardi di dollari di fatturato e 4000 dipendenti. L’ingresso di Alberto Grignolo si inserisce in una strategia di forte rafforzamento dell’organizzazione. H-Farm si appresta, a settembre 2020, ad aprire i nuovi spazi del suo Campus che, con i suoi 51 ettari finali di superficie e gli oltre 42mila mq destinati all’innovazione digitale, è destinato ad affermarsi come il più grande e importante ecosistema privato a livello europeo.
Il cda Safilo approva il bilancio 2019, che si è chiuso con vendite nette pari a 939 milioni, in crescita del 3,1% a cambi correnti e del + 0,9% a cambi costanti grazie al traino dei principali marchi di proprietà Carrera, Polaroid e Smith. Ebitda a 51,8 milioni, rispetto a 57,3 milioni. Il risultato netto ha segnato una perdita di 4 milioni contro i 14 nel 2018. Indebitamento netto di gruppo a 27,8 milioni, in calo rispetto ai 32,9 milioni del precedente esercizio. L’assemblea degli azionisti è prevista il 28 aprile 2020 in unica convocazione. Nessuna distribuzione di dividendo. A dicembre l’Ad Angelo Trocchia ha presentato un piano di ristrutturazione che prevedeva la chiusura dello stabilimento di Tavagnacco (Udine) e in totale 700 esuberi. I 400 di Longarone potrebbero essere trasformati in contratti di solidarietà. «Il 2020 è iniziato con l’acquisizione a febbraio di Privé Revaux - avverte Trocchia in un comunicato -. Dopo un inizio d’anno molto promettente per tutti i nostri principali marchi di proprietà e licenze, stiamo affrontando ora le sfide poste dalla diffusione del coronavirus, monitorandone da vicino gli impatti e pianificando azioni di mitigazione».
`PADOVA
La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano
Quotaz.
Var.%
1,1336 118,5500 0,8769 1,0591 335,4600 25,7700 4,3180 18,2100 7,8801 4,0316 5,2874
-0,474 -0,084 0,349 -0,028 -0,220 0,175 -0,185 0,278 -0,554 0,421 -0,693
Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano
Max anno
Quantità trattate
A2a Atlantia
1,242
-2,09
1,261
1,894
2131487
13,900
-1,66
13,804
22,98
546686
14,000
1,27
13,897
24,39
337843
Banca Mediolanum
5,400
-1,10
5,484
9,060
342638
Banco Bpm
1,323
7,65
1,278
2,481
5279047
Bper Banca
2,518
0,24
2,521
4,627
741888
Brembo
7,475
-1,39
7,453 11,170
121592
15,930
-0,22
15,883
23,50
91975
Azimut H.
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu. Finecobank
FTSE MIB
Buzzi Unicem
ORO E MONETE
Min. anno
Generali
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Max anno
Quantità trattate
7,876
4,51
7,776 11,694
867385
Ubi Banca
2,756
6,08
2,701
4,319
1665394
13,550
0,00
13,540 18,823
1019624
Unicredito
8,540
2,72
8,474 14,267
3170366
Intesa Sanpaolo
1,779
4,12
1,759
2,609 24774891
Unipol
3,378
0,84
3,374
5,441
905024
Italgas
4,765
-0,46
4,825
6,264
589279
Unipolsai
1,810
-0,69
1,807
2,638
1270297
Leonardo
7,386
-2,40
7,545 11,773
328586
NORDEST Ascopiave
3,440
-3,10
3,474
4,606
41375
10,200
-0,29
10,234 15,695
42355
1,200
1,35
Mediaset
1,629
-2,31
1,646
2,703
402141
Mediobanca
5,940
2,84
5,877
9,969
1062879
Moncler
29,36
-2,59
29,20
42,77
292046
Carraro
B. Ifis
1,213
2,231
9370
5,181
7,880
0,03
854101
Cattolica Ass.
5,185
0,39
7,477
86450
Prysmian
16,335
0,86
16,342
24,74
270730
Danieli
10,120
-3,62
10,301 16,923
4653
Recordati
33,83
-1,51
34,19
42,02
63994
De’ Longhi
12,710
-3,20
12,980 19,112
23259
Poste Italiane
7,804 11,513
Denaro
Lettera
Campari
6,640
-2,57
6,730
9,068
764246
44,30 436,45 332,00 257,00
48,00 482,35 366,00 288,00
Cnh Industrial
6,790
-1,59
6,812 10,021
498718
Saipem
2,195
-1,30
2,235
4,490
1691300
Eurotech
Enel
6,520
-2,74
6,626
8,544
6727399
Snam
3,936
1,52
3,937
5,085
1936256
Geox
Eni
8,050
-1,41
8,175 14,324
4689192
Stmicroelectr.
20,68
-1,99
20,88
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738231
Exor
54,32
-1,13
54,69
75,46
81300
Telecom Italia
0,3817
Fca-fiat Chrysler A
9,522
2,08
9,408 13,339
1435019
Tenaris
5,504
-2,06
11,355
1,20
11,219 19,241
193562
Terna
5,540
2,21
Ferragamo
Min. anno
6584501b-0c5a-4ee6-b449-24c70c2e210d
3,95 0,3805 0,5621 20431036
M. Zanetti Beverage
5,750
0,35
5,777
8,715
102484
0,5920
0,85
0,5859
1,193
173850
4,190
-6,26
4,222
6,025
2672
Ovs
0,8330
-3,25 0,8386
2,025
533057
5,553 10,501
1072571
Stefanel
0,1100
0,00
0,1103 0,1103
N.R.
5,530
1383931
Zignago Vetro
10,340
0,58
10,384 14,309
7550
6,752
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Mestre Marghera
Giovedì 12 Marzo 2020 www.gazzettino.it
Nuovi limiti alle navi per la darsena di San Leoanrdo `Ridotto il pescaggio
A rilento le pratiche per lo scavo dei canali PORTO MESTRE Un altro passo indietro nell’operatività del porto. Si tratta di un piccolo passo ma sempre nella direzione sbagliata: la Capitaneria di porto ha emesso una nuova ordinanza che riduce i limiti massimi di pescaggio anche per accedere alla darsena San Leonardo che, lungo il canale Malamocco-Marghera, il ca-
nale dei Petroli, ospita le navi chimichiere e quelle che portano petrolio. Questo tipo di traffico si è ridotto negli anni a causa della chiusura delle fabbriche del petrolchimico e della riconversione della raffineria in bioraffineria, ma navi di quel tipo continuano ad entrare e a scaricare i loro prodotti che, via pipeline, vengono inviati a Marghera e, da lì, anche ai petrolchimici della pianura Padana. La nuova riduzione di pescaggio per le navi più grandi di questo genere (con larghezza fino a 33 metri il pescaggio scende a 11 metri, e per quelle fra i 33 e i 45 metri scende a 10,50 metri) se-
gue quella decretata lo scorso ottobre che ha portato il limite di pescaggio per tutto il canale dei Petroli a 10,20 metri dagli 11,50 concessi dalla Legge Speciale, riduzione che ha portato alcune compagnie di navi container ad abbandonare lo scalo veneziano. Intanto le pratiche per sbloccare gli interventi di escavo dei canali, in modo da riportare la profondità ai livelli ottimali e far cambiare le ordinanze alla Capitaneria di porto, vanno a rilento a causa delle lungaggini dei vari Ministeri competenti nel dare autorizzazioni per un’attività che è di ordinaria manutenzio-
ne. Dopo le interminabili attese per ottenere i permessi per scaricare fanghi all’isola delle Tresse e al molo Sali nel canale industriale Nord, e le altrettanto infinite attese per il nuovo Protocollo fanghi e il Piano morfologico della laguna (che, con l’emergenza coronavirus, sono finiti ancora più sotto nella pila di faldoni sistemata nei vari uffici che se ne occupano), un’altra doccia fredda per il porto veneziano è arrivata alla fine dello scorso mese quando il Provveditorato alle Opere pubbliche del Triveneto (Piopp) ha inviato a Roma la richiesta (già sollecitata da mesi dal ministero dell’Ambien-
te) di un parere preventivo della commissione Via per il progetto di dragaggio del canale Malamocco Marghera, una sorta di screening sulla assoggettabilità o meno dell’intervento a una valutazione di impatto ambientale vera e propria. Un altro inciampo che allungherà ulteriormente i tempi: se va bene per la valutazione di assoggettabilità ci vorranno un paio di mesi, se invece va male e la commissione dovesse sottoporre il progetto a Via, l’intera procedura potrebbe richiedere due-tre anni. E nel frattempo il porto, in una lenta agonia, perderà altri traffici. (e.t.) PORTO Pescaggio ridotto
Ultimo miglio per la laguna Quasi completo il marginamento del polo industriale `Rimane da isolare un chilometro e mezzo di costa con lo stanziamento regionale di 102 milioni di euro Le acque di falda saranno poi depurate a Fusina
`
INQUINAMENTO MESTRE Sembra quasi impossibi-
le ma dopo lunghi anni di blocco dei cantieri e di attesa, finalmente per i marginamenti di Porto Marghera si sta arrivando alla fine. Ieri abbiamo annunciato che la Regione del Veneto ha approvato lo schema dell’accordo (che diventerà presto operativo con la firma tra ministero dell’Ambiente, Regione e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Adspmas), che consentirà di realizzare altri due chilometri circa della “grande muraglia” che isolerà i 2 mila ettari di aree industriali, impedendo così che le acque di falda trascinino in laguna i veleni sepolti sotto alle fabbriche. La barriera, fatta di palancole di ferro piantate a una profondità di 17 metri lungo le rive della zona industriale, dovrà essere lunga 42 chilometri; fino ad oggi ne sono stati realizzati 38 e mezzo, con l’accordo approvato dalla Giunta regionale se ne costruiranno, appunto, altri 2 con un costo di poco più di 102 milioni di euro già disponibili. I lavori, ha detto ieri l’assessore regionale allo Sviluppo economico ed energia Roberto Marcato si concluderanno per il 2023, nel frattempo occorrerà trovare gli altri 100 milioni di euro che mancano all’appello per tappare gli ultimi buchi della muraglia, nel complesso un chilometro e mezzo di lunghezza. Una volta chiusi anche questi ultimi tratti, i 2 mila ettari di Porto Marghera saranno completamente isolati dalla laguna e non ci sarà più pericolo che la inquinino: le acque delle falde che continuano ad arrivare dalle montagne attraverso il sottosuolo verranno raccolte a ridosso della “muraglia” grazie a pozzetti e pompe di emungimento, e inviate al depuratore di Fusina; una volta che l’impianto di Veritas le avrà ripulite dai veleni, le acque potranno essere immesse in laguna e, da lì, in mare. Vale la pena, a questo punto, capire dove le imprese interverranno da qui al 2023 e dove si trovano gli ultimi buchi che verranno tappati quando verranno reperiti i fondi mancanti: fino ad oggi sono stati spesi circa 800 milioni di euro per buona parte pagati dalle industrie, tra la fine
I LAVORI SERVIRANNO A METTERE IN SICUREZZA LA MACROISOLA FUSINA POI SI INTERVERRÀ LUNGO IL PERIMETRO DEL PETROLCHIMICO
LA MAPPA
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Soldi al posto di nuovi park Polemica in Comune MOGLIANO
degli anni Novanta e i primi del Duemila, come risarcimenti dei danni provocati dall’inquinamento; inoltre il Patto per Venezia del 2017 tra l’ex premier Renzi e il sindaco di Venezia Brugnaro, e altri canali hanno portato altri 178 milioni che comprendono i 102 che la Regione si appresta a spendere; mancano, quindi, poco più di altri 100 milioni di euro. Con i 102 milioni i lavori, di competenza della Regione, serviranno a realizzare pezzi di barriera nella macroisola “Fusina”, nei tratti antistanti le società Alcoa ed Enel lungo la sponda sud del canale Industriale Sud per circa un chilometro: in buona sostanza verranno messe al sicuro le rive dell’ex impianto di acido solforico e dell’ex Montefibre oggi destinata ad area logistica. Inoltre si interverrà nella macroisola “Nuovo Petrolchimico”, nel tratto lungo circa 800 metri antistante la Darsena della Rana, lungo la sponda sud del Canale Industriale Ovest in corrispondenza dell’attraversamento (sotto al canale) dei sottoservizi di società insediate nell’area. In questo caso c’era un problema piuttosto grosso da superare perché lì sotto passano tutti i fluidodotti, i tubi che collegano gli impianti del Petrolchimico con l’altra sponda del canale Ovest, soprattutto le tubazioni di Edison e di Sapio che va ad approvvigionare Pilkington: spostare queste tubazioni sarebbe costato troppi soldi per cui, alla fine, hanno trovato una soluzione intermedia, vale a dire che le palancole non verranno piantate sulla riva ma più all’interno del petrolchimico nel punto in cui i tubi entrano sotto terra; in tal modo una parte di sponda rimarrà aperta alla laguna ma è stato verificato che lì non ci sono particolari problemi di inquinamento. Fatti questi due interventi, rimarrà un solo chilometro da chiudere ed è di competenza del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche (l’ex Magistrato alle acque): un primo tratto è davanti alla Pilkington sul canale industriale Nord vicino al Vega e a Fincantieri; il secondo è davanti all’Intermodale Marghera (ex Italiana Coke), in buona sostanza lungo le rive dove dovrebbe essere realizzato il porto per le grandi navi da crociera. Questi due pezzi sono i più lunghi, poi ci sono alcuni piccoli tratti secondari in giro per Porto Marghera, dopodiché finalmente l’opera avviata una quindicina d’anni fa potrà essere completata. Elisio Trevisan
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MARGINAMENTI L’intervento in corso lungo gli argini della zona industriale di Porto Marghera
Mazzata per le offese alla polizia locale Paga 1.500 euro a Comune ed agenti `La somma devoluta
all’amministrazione destinata a fini sociali IL CASO MESTRE Offendere i vigili? Può
costare caro. Anzi, ormai ci sarebbe perfino qualcosa di simile ad un “listino prezzi” per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale che - sempre che non si arrivi ad accuse estreme - prevede qualcosa come 500 euro per ogni agente offeso: la metà per il vigile e l’altra metà per l’amministrazione comunale. Ma se in quel momento sono presenti più agenti, la somma viene moltiplicata, e a quel punto arriva il (giusto) salasso. Ne sa qualcosa il signor A.D.M. che, imputato in un processo penale per il reato di oltraggio previsto dall’articolo 341 bis del Codice penale, ha scelto di “riparare il danno” versando 750 euro al Comune e altrettanti ai tre agenti ai quali
aveva rivolto una raffica di insulti durante un controllo, aggiungendo anche le “pubbliche scuse” come prova del ravvedimento. Con l’accordo transattivo il reato viene estinto e la querela rimessa. «Abbiamo una decina di cause all’anno di questo tipo spiega il comandante della Polizia municipale, Marco Agostini - e casi come questo sono la prova che chi offende non la passa liscia né “gratis”. Ma si deve pa-
COMANDANTE Marco Agostini
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gare». Denaro che (a parte quello spettante agli agenti oltraggiati) l’amministrazione ha scelto poi di destinare a finalità sociali, girandolo così alla Direzione Coesione sociale che deciderà come utilizzarlo. Nell’ultimo caso del procedimento a carico di A.D.M., per ottenere l’estinzione del reato l’avvocato difensore ha presentato un’istanza al Comune dopo aver, nel contempo, raggiunto l’intesa per la transazione con gli operatori della Polizia municipale. “Dato atto che il difensore ha offerto al Comune di Venezia la somma di 750 euro a titolo di risarcimento, dando atto del rammarico del suo assistito in merito all’increscioso episodio si legge nella determinazione firmata dal comandante Agostini -, la proposta è stata ritenuta congrua, oltre che sottendere ad alti valori morali poiché vengono rese pubbliche scuse”. Pace fatta, dunque, ma a caro prezzo per chi aveva oltrepassato i limiti. Fulvio Fenzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Monetizzazione parcheggi: l’opposizione accusa la Giunta Bortolato di consentire con troppa disinvoltura questa possibilità per nuove costruzioni o cambio di destinazioni d’uso. «Senti chi parla. Hanno monetizzato il monetizzabile per 4 anni. Poi l’assessore Mancini si mise di mezzo ponendo dei parametri rigorosissimi, decisamente superiori alla media italiana» ribatte Bortolato. «Da quanto si è insediata la nuova amministrazione - afferma l’ex sindaco Carola Arena- almeno una quarantina di parcheggi sono stati convertiti in compensazione monetaria. E meno male che Bortolato aveva a cuore il tema dei parcheggi e aveva proposto anche la realizzazione di un multipark». Nel concreto ogni volta che un’amministrazione si trova a dover approvare un progetto di urbanizzazione, per dare l’assenso deve verificare la presenza di una serie di opere viarie e di utilizzano che rendano il nuovo edificio “sostenibile”. Anche a livello di parcheggi. La normativa ha introdotto però la possibilità di “monetizzare” gli standard urbanistici minimi previsti, ove fosse impossibile rispettarli, permettendo di corrispondere alla pubblica amministrazione, in questo caso il Comune, un canone in danaro in alternativa ad ogni metro quadrato non ceduto o ad opere di urbanizzazione non realizzate, da utilizzare per la realizzazione di opere pubbliche. Cosa che è avvenuta a Mogliano in diverse occasioni proprio per l’impossibilità concreta di costruire un numero di parcheggi commisurato alle abitazioni. «Qui però si sta esagerando - ribadisce Arena perchè poi il problema dovrà in ogni caso essere affrontato». Il sindaco Bortolato spiega che con la prossima Giunta sarà affrontata la questione. «Supereremo l’attuale regolamento con il Ret (regolamento edilizio tipo) riparametrandoci sugli standard della legge Tonioli. Quindi di norma un parcheggio scoperto in meno. Ad Arena vorrei ricordare cosa hanno fatto con la lottizzazione ex Tombacco. Noi, nel caso specifico di piazza Donatori abbiamo monetizzato solo il secondo parcheggio scoperto. Attenendoci alla legge Tonioli». (e.f.)
SCAMBIO DI ACCUSE SULLA POSSIBILITÀ DI MONETIZZARE I POSTI AUTO NON REALIZZATI CON LE LOTTIZZAZIONI
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Primo Piano
Giovedì 12 Marzo 2020 www.gazzettino.it
La stretta anti-virus
Zaia: «State a casa rischiamo 2 milioni di contagi entro la metà di aprile» `«Sì alle nuove norme. Le applicheremo L’ira del governatore: «Se continua così terapia intensiva piena in 4 giorni» con rigore. Incontrerò presto le imprese» `
L’APPELLO VENEZIA Non era il solito Luca Zaia. Non era il governatore del Veneto usualmente pacato, impassibile, a tratti anche sornione. Quello apparso ieri, poco dopo mezzogiorno, in diretta Facebook dalla sala della Protezione civile di Marghera, era un presidente di Regione quasi disperato, pronto a ripetere una, due, dieci volte lo stesso, accorato appello: «I veneti devono capire che devono stare a casa». Ancora non si sapeva quali misure avrebbe deciso il governo per limitare la diffusione del contagio da coronavirus, si conoscevano solo le richieste della Lombardia e cioè la proposta di chiudere negozi, centri commerciali, bar e ristoranti senza neanche più finestre orarie. Ma quello che a Zaia premeva dire ai veneti era che, indipendentemente dall’inasprimento delle misure, tutti devono fare i bravi. E cioè stare a casa. Perché gli scenari in Veneto sono allarmanti: con l’attuale tasso
«I VENETI DEVONO CAPIRE CHE LA PRIMA CURA SIAMO NOI NIENTE GITE AL MARE NON ANDATE IN CENTRI COMMERCIALI E PIAZZE»
di contagio, domenica prossima, e cioè tra quattro giorni, nei reparti di Terapia Intensiva non ci sarà più un posto libero. E se tutti continueranno a girare come se nulla fosse, tra un mese «i contagiati in Veneto saranno due milioni». La metà della popolazione. Con effetti devastanti: «Dovremo svuotare gli ospedali dei pazienti ordinari e purtroppo li dovremo riempire di pazienti con il coronavirus». Ecco perché in serata, dopo l’annuncio del premier Conte di chiudere tutti i negozi, Zaia ha apprezzato: «Applicheremo le nuove misure con rigore e andremo quanto prima al confronto con le imprese e col mondo produttivo per verificare e concordare modi di applicazione dei provvedimenti e le conseguenze».
L’ALGORITMO La previsione in Veneto del “picco” nelle Terapie intensive e poi dei 2 milioni di contagiati deriverebbe da modelli matematici già testati dall’Azienda Zero, l’ente sanitario regionale. A Palazzo Balbi dicono che in base a quegli algoritimi si è già constatata la crescita degli attuali contagi e, quindi, si tratta di previsioni affidabili. Il pericolo sarebbe rappresentato dai positivi asintomatici, persone che non hanno raffreddore né febbre ma sono positive al coronavirus e, di conseguenza, lo spargono senza neanche saperlo. Il termine è brutto, ma
I numeri
2 I milioni di cittadini veneti che a metà aprile potrebbero essere contagiati se continuerà l’attuale sviluppo del virus. Lo prevedono i modelli matematici di Azienda Zero.
2,4 Il valore riproduttivo R0 del Sars-CoV-2, il virus che causa il Covid-19: una persona infetta può cioè contagiarne altre 2,4. Per questo si chiede di restare il più possibile in casa.
30 Il numero delle vittime in Veneto. Molte erano anziane e con altre patologie, tutte comunque positive al coronavirus.
DISINFEZIONE A destra un addetto irrora gli angoli di piazza San Marco a Venezia. A sinistra il governatore del Veneto, Luca Zaia
rende l’idea: untori. La capacità di diffusione del coronavirus è calcolata in base al valore riproduttivo R0 che esprime il numero di persone che possono essere contagiate da un unico paziente infetto. L’R0 di Sars-CoV-2, il virus che causa Covid-19, è stimato su circa 2,2-2,4, mentre l’influenza si attesta su 1,3. Una persona infetta può dunque contagiare almeno altre due persone. L’obiezione alla previsione enunciata da Zaia è: se adesso abbiamo “solo” un migliaio di contagiati, come si fa tra un mese ad arrivare a 2 milioni? In Regione dicono che non è una sproporzione perché nel modello matematico bisogna inserire anche le 4mila persone in isolamento fiduciario e un numero imprecisato di positivi asintomatici. È per questo che Zaia ha implorato i veneti: «Bisogna stare a casa perché solo stoppando i contatti sociali, si può frenare la diffusione della malattia».
STRADE VUOTE «I veneti devono capire che la prima cura contro il virus siamo noi», ha detto il presidente della Regione, invitando tutti a rispettare le regole: «Non andare nel fine settimana al mare a fare passeggiate, non andare ai centri commerciali, non andare nelle piazze, non andare in nessun posto che non sia il lavoro o il negozio di alimentari. Dobbiamo limitare al minimo i rapporti personali, meno persone frequentate anche tra i familiari e meglio è. Voglio vedere le strade vuote la sera alle sei e i ragazzi possono
darci una mano: non andate a cena da amici. Ce la faremo, ma dobbiamo uscirne con le ossa poco rotte: per me sono già tante 29 persone (ma in serata sarebbero diventate 30, ndr) che hanno perso la vita». E perché allora non chiudere tutto? «Se continua così si chiuderà tutto per forza perché saremo tutti con il virus».
L’ORDINANZA Zaia ha preannunciato una ordinanza con ulteriori misure: ogni volta che sarà accertato un caso positivo scatterà l’isolamento per tutti i contatti di quella
VIROLOGO Il trevigiano Giorgio Palù è docente emerito dell’Università di Padova
L’intervista Giorgio Palù l professor Giorgio Palù è docente emerito all’Università di Padova e già presidente delle Società italiana ed europea di Virologia. «Quindi non sono un matematico e non conosco i calcoli sviluppati per conto della Regione», premette l’esperto, alludendo a «funzioni, equazioni della retta tangente alla curva, derivate» e via di questo passo. «Ma se il risultato finale è stato divulgato per invitare la gente a stare a casa – rimarca – sono perfettamente d’accordo con questa iniziativa: ora è quanto mai fondamentale contenere i contagi».
I
In precedenza ha visto e analizzato studi simili? «Sì, quello condotto in Cina, dove i matematici ci hanno azzeccato. Basandosi sul modello sperimentale costituito dall’andamento del numero di contagi, gli analisti cinesi hanno fissato il punto di partenza all’8 dicembre, quando a Wuhan venne registrato il primo caso e il famoso dottor Li (Wenliang, poi censura-
«I cinesi hanno azzeccato i calcoli qui serve una previsione europea»
«SE IL RISULTATO È STATO DIVULGATO PER FAR CAPIRE ALLA GENTE CHE DEVE STARE A CASA SONO DEL TUTTO D’ACCORDO»
to e deceduto, ndr.) cercò di lanciare l’allarme. A cominciare da quel tempo zero, è stata misurata la curva: ascesa, picco e discesa. In quel modo gli autori hanno predetto che il virus avrebbe avuto una vita di 20 giorni, che il plateau (la fase in cui il picco rimane fermo nel tempo, prima di iniziare a calare, ndr.) si sarebbe attestato a 85.000 casi in febbraio e che l’epidemia si sarebbe spenta in 100 giorni. Ecco, è andata proprio così». Ma allora si può replicare automaticamente quello schema anche in Veneto e ipotizzare che pure qui si concluderà tutto in poco più di tre mesi? «No, per due ragioni. La prima è
che non possiamo guardare al solo Veneto bensì almeno all’Italia e, ancora meglio, all’Europa. Il virus non conosce frontiere, ma sappiamo che nel Vecchio Continente sta circolando la stessa tipologia, cioè il Coronavirus cinese che si è modificato di poco. A dircelo sono le ricerche del professor Christian Drosten dello Charité University Hospital di Berlino, il virologo che ha sviluppato il test molecolare per la diagnosi e che ha sequenziato i casi del tedesco che era stato in Italia e del bavarese che era entrato in contatto con una cinese, pubblicate su The New England Journal of Medicine. Partendo da qui, va fatta una proiezione complessiva, a livello europeo».
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La seconda ragione? «Lo studio cinese riguarda un Paese in cui sono stati isolati 60 milioni di persone, con misure drastiche e sanzioni severissime. Invece in Italia, cioè al di là del Veneto, le restrizioni sono state attuate in maniera più graduale e non certo con quel rigore. Inoltre sul nostro territorio nazionale i focolai epidemici sono sparsi un po’ dappertutto fra le varie regioni». Per questo non può essere proiettato sul Veneto il caso di Vo’, che nell’immaginario collettivo è stato considerato il nostro “Wuhan” e che stando al secondo screening di massa sta evi-
«A WUHAN PREDETTI 100 GIORNI DI EPIDEMIA MA LÌ CI SONO STATE MISURE SEVERISSIME CHE QUI NON POSSONO ESSERE ATTUATE»
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Primo Piano
Giovedì 12 Marzo 2020 www.gazzettino.it
FONTE: REGIONE VENETO
Casi confermati (al 11.03) TOTALE REGIONE VENETO
89 Vo’
92
14
Rovigo
185
Vicenza
110
deceduti
30
Treviso
179
Verona Venezia Casi collegati alla Lombardia 5 35 Assegnazione epidemiologica in corso
30
1023
54
dimessi
343
ricoverati
Belluno
284
Padova
Pazienti Sars- Pazienti in Cov-2 in area terapia non critica intensiva
Strutture di ricovero Azienda Ospedale Università Padova 42 Azienda Ospedaliera Univ. Integrata Verona 19 ULSS1 - Ospedale Belluno 8 ULSS1 - Ospedale Feltre 1 ULSS2 - Ospedale Treviso 70 ULSS2 - Ospedale Conegliano 4 ULSS2 - Ospedale Vittorio Veneto 4 ULSS2 - Ospedale Castelfranco 5 ULSS3 - Ospedale Mestre 19 ULSS3 - Ospedale Venezia 8 ULSS3 - Ospedale Mirano 5 ULSS3 - Ospedale Dolo 2 ULSS3 - Ospedale Chioggia 1 ULSS3 - Ospedale Jesolo 1 ULSS5 - Ospedale Rovigo 4 ULSS6 - Ospedale Schiavonia 21 ULSS6 - Ospedale Piove di Sacco 4 ULSS6 - Ospedale Cittadella 4 ULSS7 - Ospedale Santorso 6 2 ULSS7 - Ospedale Bassano ULSS8 - Ospedale Vicenza 10 ULSS8 - Ospedale Arzignano 1 ULSS9 - Ospedale Legnago 5 ULSS9 - Ospedale di Villafranca 3 Ospedale Sacro Cuore Don Calabria 13
Tot. Regione Veneto persona. «Sarà un isolamento di massa, il che vuol dire che le persone resteranno a casa, poi faremo la sorveglianza telefonica».
RESPONSABILITÀ Un appello ai cittadini è arrivato anche dal presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: «Comportatevi in modo responsabile. Rispettate le prescrizioni delle autorità e i consigli degli esperti. Chi non le rispetta fa un danno a tutta la nostra comunità». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN ARRIVO ULTERIORI RESTRIZIONI: IN QUARANTENA TUTTI I “CONTATTI” DI CHI SARÀ TROVATO POSITIVO AL TAMPONE
denziando un crollo della positività dal 3% allo 0,05%? «Esatto. Il paesino padovano non è un modello di popolazione, ma un piccolo cluster che merita comunque di essere studiato, in rapporto al controllo della diffusione, alle caratteristiche della trasmissione in famiglia, ai fattori di rischio, alla durata di vita del virus e al tempo di secrezione delle mucose nasali. Insomma è un caso interessante per tanti parametri, ma non come modello predittivo». Condivide dunque l’idea della stretta sulle chiusure? «Assolutamente sì. La gente è in preda alla confusione: prima tieni aperto, poi chiudi un po’ qua ma non là, poi chiudi questo ma non quello, poi un altro po’ ancora... Il problema è che qui non ci sono i mezzi per fare i dovuti controlli: l’altro ieri per lavoro sono andato da Treviso a Padova e non mi ha fermato nessuno...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Italia, 2.000 malati al giorno Veneto, i morti salgono a 30 Nel totale dei contagi ci sono i 600 casi `In tutto il Paese i decessi saliti a 827 lombardi che non erano stati registrati Prima vittima all’ospedale di Vicenza
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IL QUADRO VENEZIA Nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara la pandemia, l’Italia conta i morti: 827 le vittime a causa del Covid-19, mentre i contagi sono saliti a quota 10.590. Duemila malati in più in un solo giorno, ma inclusi i 600 che la Lombardia non aveva comunicato martedì per un ritardo nei risultati dei test.
3 persone decedute ieri in Veneto: tutte anziane
I DATI 1 4 1
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Brugnaro: «Bene la gestione centralizzata» I SINDACI VENEZIA «Sono sempre stato e resto filogovernativo e quindi sono d’accordo che l’attuale situazione di crisi legata all’emergenza Coronavirus sia gestita in maniera centralizzata». Così il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro in video-conferenza ai i sindaci delle altre città metropolitane d’ Italia, organizzata dal presidente Anci, Antonio De Caro.«In primis - ha aggiunto -dobbiamo fare in modo di pensare a dare risposte chiare e concrete per gestire l’aspetto sanitario. Dobbiamo lavorare uniti e il sistema ospedaliero del Paese deve rispondere compatto tanto che, se dovesse essere necessario, lanceremo delle sottoscrizioni, perché possano arrivare alle Regioni del Sud delle risorse. In questo momento siamo tutti in una situazione di totale emergenza, ma siamo a disposizione per fare in modo che anche negli ospedali del Meridione abbiano tutte le unità di protezione per affrontare un virus che ha dimostrato di camminare veloce». «Tutto questo, però, - ha rilevato Brugnaro - non può prescindere da un’attenzione particolare alla salvaguardia di tutto il mondo legato all’economia e al lavoro». Brugnaro ha tra l’altro informato i colleghi di aver «formalizzato al Governo, per il tramite del Prefetto di Venezia, una serie di manovre che noi riteniamo importanti, come l’ampliamento dei provvedimenti già presi per le zone rosse a tutta l’Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
I numeri forniti dal capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel corso del bollettino delle 18 sulla diffusione del coronavirus in Italia, dimostrano che la situazione è seria: a ieri erano 10.590 i malati, più della metà in Lombardia che ha anche il più alto numero di ricoverati in terapia intensiva, 560 su un totale di 1.028. E i morti sono arrivati a 827 (di cui 617 in Lombardia), altri 196 in 24 ore. I guariti, invece, sono meno del 10% del totale dei contagiati: 1.045 su 12.462. «Abbiamo dei numeri che fanno sì che i dati possano apparire come un numero elevato, ma in realtà la crescita odierna è nel trend dei giorni scorsi», ha detto Borrelli spiegando il perché di una crescita che, finora, non si era mai registrata. Che però si sia ancora ben lontani dal picco l’ha confermato il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Iss Giovanni Rezza: «I prossimi 14 giorni saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio. Gli effetti delle misure restrittive non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo». Ai cittadini che chiedono ancora come comportarsi nel quotidiano, Borrelli ha ribadito che il consiglio è sempre lo stesso: «Uscire per lo stretto necessario e indispensabile». Tra l’altro, anche chi si muove a piedi «deve portare l’autocertificazione».
PADOVA Una delle tende attrezzate davanti all’ospedale di Schiavonia
sti Egidio Toniolo, un anziano di 93 anni di Sant’Anna Morosina di San Giorgio in Bosco, in provincia di Padova: faceva l’imprenditore agricolo e non soffriva di particolari patologie. Il contagio è avvenuto in un bar di Villa del Conte dove l’uomo era solito andare per giocare a carte con gli amici e dove ci sono stati in totale cinque contagiati da un uomo che era andato a prendere il vino a Vo’. Nel Trevigiano è morto Ampelio Simioni, 86 anni, di Ponzano. L’uomo era stato bene fino al venerdì di due settimane fa. Dopo essere stato dal dentista, in farmacia e in posta, la sera ha iniziato ad avere della tosse. Martedì della scorsa settimana il ricovero, ieri il decesso. Aveva lavorato per 23 anni come operatore al Ca’ Foncello in Chirurgia. E ieri sera il primo decesso per coronavirus all’ospedale San Bortolo di Vicenza: si tratta di una donna di 84 anni, che soffriva di altre patologie e che è deceduta poco dopo la conferma della diagnosi. L’anziana era stata trasferita dall’ospedale di Arzignano.
ASSUNZIONI IN VENETO In Veneto le persone malate di coronavirus, stando al bollettino diffuso ieri sera, sono l.011. Un miglioramento rispetto ai dati del mattino, quando i casi positivi erano 1.023 perché nel conteggio vanno inserite anche le persone guarite, 38 in tutto. Se i pazienti ricoverati in area non critica sono 262 (+58), quelli in Terapia intensiva sono 81 (+13) di cui 18 all’Azienda ospedaliera di Padova e 15 all’ospedale All’Angelo a Mestre. Trenta invece i decessi, tre in più rispetto a martedì. Tra que-
I GUARITI SONO MENO DEL 10 PER CENTO DEI CONTAGIATI: APPENA 1.045 SU 12.462
VENEZIA «Stanno affluendo, con la consueta generosità e senso di solidarietà dei veneti, tante offerte di sostegno al sistema sanitario impegnato nell’immane sforzo di fronteggiare il coronavirus. Questo è grande segnale di una comunità coesa: anche questa volta, quando il gioco si fa duro, tutti scendiamo in campo». Lo dice, con «profonda gratitudine», il governatore Luca Zaia, annunciando l’attivazione di un conto corrente della Regione: IBAN IT 71 V 02008 02017 000105889030; causale: Sostegno Emergenza Coronavirus, intestato a Regione del Veneto.
Capitolo personale. Le 525 assunzioni di varie figure professionali della sanità, già decise con procedura d’urgenza dal presidente della Regione Luca Zaia, nella sua veste di soggetto attuatore per il Veneto dell’emergenza coronavirus nazionale, non sono le uniche alle quali la Regione, attraverso la sua Azienda Zero, sta lavorando per fronteggiare le eccezionali necessità di cura e assistenza. Ieri Azienda Zero ha emesso un avviso pubblico di manifestazione d’interesse per formare elenchi di medici disponibili a lavorare nelle aziende sanitarie della Regione, con incarichi libero professionali o di collaborazione coordinata e continuativa. Una volta definiti, tali elenchi saranno inoltrati alle Ulss e Aziende ospedaliere, che potranno conferire per proprio conto gli incarichi professionali. Alda Vanzan
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Solidarietà Un conto corrente per gli aiuti in Veneto
Medici di base, scatta la controffensiva `Il
piano della Fimmg anti-contagi: denunce, autotassazione e limiti
dottori di famiglia e della continuità assistenziale, tanto da indurli a una controffensiva che passa per acquisti, chiusure, sospensioni e denunce.
I DISPOSITIVI
L’ALLARME VENEZIA Camici bianchi in prima linea, ma senza adeguate protezioni. «Come le reclute mandate avanti a sacrificarsi, per salvare i veterani dietro», dice Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg, con un’immagine bellica che dà il senso della guerra in corso al Coronavirus e dei suoi costi umani fra i medici di medicina generale: in videoconferenza dai rispettivi studi, i referenti delle province venete apprendono con preoccupazione la notizia del ricovero in Terapia Intensiva a Schiavonia di un collega padovano. La generale difficoltà di reperimento delle mascherine grava con particolare pesantezza sui
I medici di base citano i dati diffusi dall’Ulss 3 Serenissima, segnalando che le forniture complessive si traducono in «2,19 mascherine, 0,5 camici e 5,25 paia di guanti per medico al giorno». Troppo poco per una categoria che le direttive ministeriali indicano come il primo riferimento per i casi di sospetto contagio. «La situazione potrebbe peggiorare, le aziende sanitarie devono supportarci», lamenta Maurizio Scassola (Venezia). Per questo la Fimmg ha scelto di autotassarsi per un ordine da 298.000 euro che dovrebbe arrivare lunedì («a ciascuno servono almeno una mascherina Ffp2 e dieci chirurgiche al giorno»), cifra che sarà in parte sostenuta dal gruppo Alì.
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LO STOP
IN PROCURA
Gli iscritti all’organizzazione limiteranno poi l’accesso ai loro ambulatori: d’ora in poi solo per il ritiro delle prescrizioni cartacee e per le visite autorizzate al telefono. Inoltre stop all’attività di assistenza programmata ai 16.000 pazienti allettati che settimanalmente vengono monitorati dal medico di famiglia, «fino al ripristinarsi delle condizioni minime di sicurezza attiva e passiva». Saranno comunque garantite le acuzie e l’assistenza ai malati terminali. «Non possiamo fare altrimenti: siamo diventati dei veicoli di contagio», dicono.
Due le denunce già presentate alla Procura di Venezia dall’avvocato Giulia Businaro: contro l’Inail, che ha chiuso le sedi «riversando sul servizio sanitario nazionale» i propri adempimenti, e contro un’azienda padovana, che pretende dai lavoratori un certificato del curante che ne attesti la guarigione e la negatività al virus «dopo un qualsiasi periodo di malattia». Sottolinea Umberto Rosso (Belluno): «Si moltiplicano richieste ingiustificate di certificazione da parte dei datori di lavoro e pure delle famiglie in vista del ritorno a scuola». Aggiunge Brunello Gorini (Treviso): «Addirittura le organizzazioni sindacali vorrebbero che certificassimo l’ansia dovuta al Coronavirus per i 1.500 dipendenti di Electrolux». Conclude la Fimmg: «Speriamo che l’unità di crisi della Regione e la Protezione civile ci tengano un po’ più in considerazione». A.Pe.
UN COLLEGA PADOVANO IN TERAPIA INTENSIVA A SCHIAVONIA «SIAMO IN PRIMA LINEA CON DUE MASCHERINE E 0,5 CAMICI AL GIORNO»
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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 12 Marzo 2020
Nuove abitudini
«Ilcambiodiabitudiperi clientinonpotràavvenirenel girodipocotempo»
Estremo rigore
Puntiamosulsenso diresponsabilitàdeicittadini macisaràestremorigore»
Rispettare lenorme
PIETROSIGNORIELLO PREFETTODIVICENZA
GIANLUCABARATTO FIPECONFCOMMERCIO
Bisognaosservare,inmodo scrupoloso,ledisposizioni emanatedalGoverno RENZOMARANGON SINDACODICAMISANO
IPROVVEDIMENTI.Inaspritelelimitazionidopol’incontro in prefettura
Stretta dei sindaci «Stopaimercati nonalimentari» L’ordinanzagiàfirmatada Ruccoscadrà il3aprile Ammessisolamente ibanchi diprimanecessità vistaladifficoltàdigarantirela distanzaminima Giulia Armeni
Non aprite quei mercati. Nelle ore in cui, ieri, da Breganze a Dueville i banchi punteggiavano ancora strade e piazze dei paesi, in prefettura si delineava, chiara, la volontà dei sindaci dei Comuni vicentini: chiudere le fiere settimanali. In città, da oggi e fino al 3 aprile, stop a bancarelle e strutture ambulanti, ad eccezione di quelle per la vendita di generi alimentari. Firmato, il sindaco Francesco Rucco. E sulla stessa onda sarebbe la maggior parte dei primi cittadini del Vicentino, a cominciare da quelli di Bassano Elena Pavan (che ha disposto lo stesso provvedimento) e di Montebello Dino Magnabosco, rispettivamente presidenti della conferenza dei sindaci dell’Ulss 7 e dell’Ulss 8. Convitati, assieme a Rucco e al consigliere comunale delegato a progetti sulla sicurezza Nicolò Naclerio, alla riunione del comitato ordine e sicurezza presieduta dal prefetto Pietro Signoriello alla presenza del questore Antonino Messineo e dei vertici provinciali dei carabinieri, della guardia di finanza, della polstrada, della polfer e della polizia locale. Un nuovo incontro per proseguire nella decodificazione del Dpcm del 9 marzo, quello che ha esteso la zona rossa anti Covid-19 all’Italia intera, ma che lascia ancora scoperti diversi margini di interpretazione. Tra questi la possibilità, perché non proibita esplicitamente, di continuare a mantenere bancarelle e aree di commercio mobili. Luoghi in cui è notoriamente difficile, nonostante il crollo del gi-
ro d’affari registrato nelle ultime settimane, osservare la distanza “droplet” di almeno un metro tra le persone. Motivo per cui, raccolta la condivisione massiccia dei primi cittadini del territorio ognuno potrà poi procedere in autonomia con specifica ordinanza - Rucco è stato il primo a mettere nero su bianco, a partire da oggi e fino al 3 aprile, la sospensione di tutti i mercati centrali e rionali, eccetto gli alimentari, «trattandosi di beni di prima necessità». «Era qualcosa a cui già stavamo pensando - precisa il sindaco - considerando la necessità di rafforzare le misure di sorveglianza sanitaria». Ed è lo stesso Rucco ad ammettere come, «a questo punto», la soluzione «chiusura totale» prenda sempre più corpo. La chiedono i governatori di Veneto, Lombardia e Piemonte, sembrano ormai propensi ad accettarla i commercianti: alle 12 di un assolato e per questo ancor più
Decineleserrande abbassate tranegoziebar anchesenza l’obbligo “Primalasalute” Restanoancora moltidubbi Ammessal’attività fisicaall’aperto masvolta informaisolata
beffardo mercoledì, le serrande abbassate in centro storico erano decine. “Prima pensiamo alla salute, a presto”, recita il cartello sulla vetrina di una boutique. Dopo le iniziali resistenze, sono infatti gli stessi esercizi, a cominciare da bar e ristoranti, ad alzare bandiera bianca. Se infatti il decreto non ne vieta l’apertura, fino al coprifuoco delle 18, è anche vero che, ufficialmente, nessuno potrebbe uscire di casa se non per lavoro o stringente necessità, vedi spesa o assistenza ai familiari. In questo senso, in aggiunta alle precedenti misure su Tari, Cosap e asili, è stata varata ieri in giunta anche la proroga del pagamento del canone per i plateatici: la seconda rata potrà essere saldata assieme alla terza, dopo l’estate. Ma i dubbi sono numerosi: l’attività fisica all’aria aperta, per esempio, è ammessa? «Non è vietata, nei parchi si può andare, basta rispettare le distanze ed evitare assembramenti», chiarisce Rucco. Gli fa eco il prefetto Signoriello, che puntualizza: «Se vogliamo uscire con il cane lo possiamo fare, ma non spostandoci in un altro Comune». A questo proposito, dopo una prima fase di informazione già in atto, non ci saranno sconti per nessuno, anche perché «non abbiamo tempo». «Puntiamo sul senso di responsabilità dei cittadini ma ci sarà estremo rigore», assicura Signoriello, mentre i telefoni di contra’ Gazzolle suonano ininterrottamente. Aziende, associazioni, privati, ognuno con i suoi dubbi. È l’incertezza, l’altra faccia dell’emergenza. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Isindaci delVicentino sonoorientati asospendere con ordinanzespecifiche i mercatirionalisettimanali, esclusii banchialimentari
INPROVINCIA. Sospesoanchel’appuntamentopiù grandedelVeneto
Chiude anche Camisano «Rischioaffollamento» Marangonhadecisolo stop perl’alto afflusso di persone «Èunafasediemergenza che richiede responsabilità» Marco Marini
Il mercato di Camisano, il mercato vicentino per eccellenza, chiude a causa dell’emergenza coronavirus. A comunicarlo il sindaco Renzo Marangon che, in una nota diffusa nella tarda mattinata di ieri, ha dettato le raccomandazioni e le comunicazioni più importanti tra cui, appunto, quella della sospensione, almeno fino al 3 aprile, dell’evento domenicale camisanese, un appuntamento che richiama solitamente visitatori e clienti da diversi centri del Vicentino e di altre province. Sembra passato un secolo, ma l’appuntamento con il mercato di Camisano era già
Cosìsi presentava domenicascorsa il mercatodi Camisano. M.M.
stato sospeso lo scorso 23 febbraio, quando il diffondersi del contagio da Covid-19 in Veneto era solo all’inizio, salvo poi svolgersi regolarmente nelle successive due domeniche. «Cari concittadini, mi rivolgo a voi in questo momento di emergenza sanitaria, finora mai verificatosi, per racco-
mandare di osservare, in modo scrupoloso le disposizioni emanate dal governo - sono le parole del sindaco Marangon -. Faccio appello al senso di responsabilità di tutti voi, perché sono convinto che si possa superare questa fase così difficile grazie alla perseveranza e a qualche sacrificio che ben giustifica l’importan-
te obiettivo che dobbiamo raggiungere». Per quel che riguarda il mercato, il primo cittadino ha comunicato che «con il preciso obiettivo di impedire il ciclo di diffusione del contagio da coronavirus, sentito il prefetto di Vicenza e il direttore generale dell’azienda Ulss 8 Berica, ed acquisito apposito parere favorevole del servizio di igiene pubblica, comunico che il mercato è sospeso fino al 3 aprile, per gli operatori ambulanti di tutti i settori merceologici». Tra le motivazioni che hanno portato alla drastica quanto necessaria decisione, elencate nell’ordinanza firmata dal sindaco, quella dell’impossibilità di poter evitare assembramenti (oggi vietati per legge a causa dell’emergenza) durante l’evento domenicale: il mercato di Camisano, il più grande del Veneto, richiama infatti centinaia di bancarelle e migliaia di visitatori da tutta la regione. Il primo cittadino ha infine voluto ricordare che «finora nel nostro Comune, per fortuna, non si sono registrati casi di contagio». Ma questa è un’emergenza che non ha confini. • © RIPRODUZIONERISERVATA
ICONTROLLI. Leforze dell’ordine sonoimpegnatenel pattugliamentodel territorio,verificando veicolo elocali pubblici
In girosenzavalidi motivi:denunciati Ieripomeriggio fermati25mezzi Sanzionataancheuna prostituta Rigore. È questa la parola d’ordine, d’ora in avanti, finché i severi paletti innalzati dal governo per il contenimento del Covid-19 resteranno in piedi. La fase dell’informazione, come specificato del resto dal prefetto Pietro Signoriello, è passata. E già più di qualcuno ne ha fatto le spese. È il caso di un vicentino di 38 anni che martedì sera è stato pizzicato da una pattuglia delle volanti lungo strada Marosticana. L’uomo, in-
torno alle 21.30, si stava infatti recando dalla fidanzata, incurante delle restrizioni sugli spostamenti. Un comportamento che forse sarebbe anche passato inosservato se il conducente, alla vista degli agenti, non avesse compiuto un’improvvisa inversione di marcia, scappando verso la città. Inseguito dalle forze dell’ordine, è stato bloccato all’altezza di ponte Marchese. Dopo aver detto di essere scappato perché non aveva
una ragione valida per essere in giro, l’uomo ha infine ammesso di essersi messo in viaggio per andare dalla fidanzata. Motivazione che non rientra tra quelle di carattere urgente o necessario previste dal Dpcm. Per lui è scattata così una denuncia per violazione dell’articolo 650 del codice penale, oltre ad una multa per il superamento dei limiti di velocità. Ma ad essere denunciata per non aver rispettato le norme anti coronavirus è stata anche una prostituta romena fermata dalla polizia locale in viale Verona, anche lei non in grado di fornire una giustifica-
zione plausibile alla sua presenza in strada. Per questo è stata multata ai sensi del regolamento comunale, perché svolgeva attività di prostituzione in zona vietata ma, al contempo, è stata segnalata per violazione al Dpcm. Ieri pomeriggio a Trissino un magrebino di 45 anni residente a Creazzo è stato denunciato dai carabinieri per non aver rispettato il decreto: stava andando da un amico. Sempre ieri pomeriggio la polizia locale del capoluogo ha verificato 25 veicoli, con una denuncia per violazione del decreto. Si tratta del conducente di un camper fermato in strada
Padana verso Padova che ha spiegato di essere uscito dall’autorimessa per andare a fare il pieno. «I controlli continueranno in tutta la città, non stiamo parlando di fare cassa, ma di tutelare la salute», spiega il consigliere delegato alla sicurezza Nicolò Naclerio. Controlli anche sui locali: un primo verbale è stato redatto martedì sera dai vigili al bar “Ai 2 Calici”, in contra’ Pescherie Vecchie, aperto dopo le 18. Oltre alla sanzione penale dovrà essere valutata, da prefetto e sindaco, la sospensione da cinque a 30 giorni. • G.AR. © RIPRODUZIONERISERVATA
Intensificatii controlliper verificare lalegittimità deglispostamenti
GIOVEDÌ 12 MARZO 2020 LA NUOVA
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edilizia pubblica
Case Ater, in arrivo settemila bollettini «La quasi totalità avrà un affitto ridotto» Soddisfatto il presidente Speranzon: i nuovi canoni tutelano anziani e disabili e sono retroattivi da luglio 2019 Mitia Chiarin Sono in partenza i primi 7 mila bollettini con i nuovi canoni Ater per gli inquilini veneziani, calcolati sulla base della revisione alla legge regionale sugli alloggi pubblici Erp. Un altro lotto di 750 posizioni verrà spedito la prossima settimana dopo gli ultimi conteggi. «C’è soddisfazione per questo risultato. I nuovi canoni sono stati calcolati con tutele per gli anziani e i disabili, e hanno effetto retroattivo da luglio 2019», fa sapere il presidente dell’Azienda territoriale veneziana, Raffaele Speranzon. Uffici a ranghi ridotti ma l’informazione è doverosa: «Abbiamo dovuto sospendere momentaneamente gli incontri sul territorio, per tutelare la salute pubblica e in ottemperanza alle misure di contenimento, ma abbiamo potenziato le linee telefoniche e continuo ad incontrare gli inquilini, solo che gli appuntamenti ora si svolgono con FaceTime», dice il presidente. Ieri in una nota dell’Arav, tutti i presidenti delle Ater del Veneto hanno annunciato che sono in partenza le lettere di comunicazione, con i relativi bollettini precompilati, che in Veneto interessano oltre 40 mila inquilini assegnatari di un alloggio pubblico di proprietà di Ater, Comuni o municipalizzate. I nuovi canoni, in vigore dal primo marzo, sono stati ricalcolati, non senza problemi, sulla piattaforma regionale che raccoglie tutte le informazioni dei nuclei assegnatari e degli immobili destinati ad edilizia residenziale pubblica, hanno valore retroattivo, dal 1° luglio scorso. «Nella quasi totalità
Una protesta degli inquilini della case Ater a Venezia dopo l’annuncio, nei mesi scorsi, della revisione dei canoni d’affitto per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica
dei casi i nuovi conteggi determinano riduzioni del canone dovuto: le Aziende territoriali delle sette province venete provvederanno a restituire agli assegnatari quanto percepito in più dal 1° luglio scorso, data di applicazione delle novità introdotte con la legge regionale 39/2017». Gli importi dovuti saranno ripartiti in più mensilità e dovranno essere corrisposti nel più breve periodo possibile, comunque entro il 31 dicembre di quest’anno. Per i conguagli occorre invece attendere, visto che i calcoli sono complessi e dipendono da casa a caso per le sopraggiunte modifiche di dati reddituali, della composizione del nucleo familiare o altri fattori che so-
no intervenuti a modificare le condizioni oggettive in cui si trovano gli assegnatari di alloggi. Le modifiche sono state introdotte dopo mesi di proteste acuite la scorsa estate con
Gli aumenti dipendono dalle migliorate condizioni economiche degli affittuari l’arrivo dei bollettini rincarati. Il limite di reddito Isee per poter mantenere il diritto all’alloggio pubblico sale da 20 mila a 35 mila euro per gli assegnatari storici, cioè per gli inquilini entrati in base alla vec-
chia legge 10/1996; la permanenza è garantita, indipendentemente dal reddito, se nel nucleo familiare è presente un anziano over 65 o una persona disabile; per gli inquilini che hanno ottenuto la casa con la nuova legge (la 39 del 2017) invece la soglia di reddito annuo per mantenere il diritto all’alloggio sale da 20 a 26 mila euro; nel canone non va applicata l’Iva. Sono cambiati anche i calcoli che portano al valore del canone. Tra le nuove norme c’è anche il fatto che le Aziende e i Comuni agli alloggi valori inferiori con le categorie scadente e normale, anziché quelle superiori normale e ottimo e questo porta ad una diminuzione degli affitti.
controlli delle volenti
Non si fermano all’alt Avevano droga nell’auto nei guai due 40enni Nascondono la droga tra gli indumenti e girano in macchina senza fermarsi allo stop: un arresto ed una denuncia ad opera degli agenti delle volanti. Sono stati sanzionati anche per violazione del decreto “anticoronavirus”. Nel pomeriggio di lunedì, durante i servizi di controllo del territorio, un equipaggio delle volanti notava un’auto che non si era arre-
Una volante della polizia
Le modifiche legislative e regolamentari approvate da Giunta e Consiglio regionale a fine dicembre, hanno reso più graduale l’applicazione della riforma tutelando gli assegnatari a basso reddito, gli anziani, le persone disabili. Le Ater ricordano che «per circa l’85% degli assegnatari l’applicazione dei nuovi canoni comporta una riduzione, a volte anche molto consistente del canone mensile, mentre per il restante 15 % l’aumento è determinato in misura preponderante alle mutate e migliorate condizioni economiche del nucleo assegnatario e quindi alla presentazione di valori di Isee più elevati». — Speranzon, presidente dell’Ater
stata ad uno alt imposto dalla segnaletica stradale. L’autovettura veniva fermata e gli occupanti venivano sottoposti a controllo. Le due persone all’interno venivano identificate in N.M, senegalese e S.E., gambiano, entrambi quarantenni, residenti mel Miranese.Le particolari circostanze del controllo, unitamente ad alcuni elementi notati dai poliziotti all’interno dell’abitacolo, inducevano gli stessi ad effettuare la perquisizione prevista per la ricerca di sostanza stupefacente, che dava esito positivo in quanto entrambi venivano rinvenuti in possesso di diversi involucri di cellophane contenenti marijuana per un totale di 52 grammi suddivisi in 17 in-
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volucri, di cui 16 erano in possesso del gambiano. Questi veniva pertanto arrestato e messo ai domiciliari in attesa del processo per direttissima. Il senegalese, invece, in considerazione del minor quantitativo di stupefacente del quale è stato rinvenuto in possesso, è stato denunciato in stato di libertà. Entrambi sono stati, inoltre, deferiti all’autorità giudiziaria in quanto circolavano senza giustificato motivo in violazione delle norme del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che limitano la circolazione di persone a fini di prevenzione della diffusione del coronavirus. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 12 MARZO 2020 LA TRIBUNA
PRIMO PIANO
L’allarme globale: gli aiuti del governo
«Con questi fondi si può uscire dall’incubo» Il sottosegretario Variati: tutelare la salute. Brunetta dà il via libera di Forza Italia, l’assessore Marcato: stop ai contributi a pioggia VENEZIA. Basteranno 25 miliardi? I conti si faranno ad aprile e maggio, quando l’emergenza si sgonfierà. Ma il segnale è chiaro: i 3,5 e i 7,5 miliardi iniziali non bastano. Il consenso è bipartisan, con Renato Brunetta che alla Camera ha assicurato l’appoggio di Forza Italia ai provvedimenti del governo. E in Veneto? «Per salvare l’economia bisognerà agire con coraggio sul Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Usare il metodo delle emergenze sanitarie, evitare aiuti a pioggia utili alla politica, ma disastrosi per riavviare l'Italia», afferma l’assessore regionale allo Sviluppo Economico del Roberto Marcato. «Siamo stati i primi a dire al Governo che doveva intervenire con decisione e senza sconti. Siamo stati i primi a dire che l'emergenza economica doveva essere tamponata con misure urgenti e che le deroghe dovevano essere la conditio sine qua non per sostenere quelle Regioni che compongono la metà del Pil nazionale. Ora siamo i primi a dire al governo che, quando si tratterà di intervenire per uscire dall’emergenza, il governo dovrà usare lo stesso metodo per le emergenze sanitarie: intervenire subito su chi sarà in grado di risollevare le sorti dell'intero Paese. Non serviranno gli aiuti a pioggia ma un intervento deciso, coraggioso, urgente e strutturale che riguardi in primis Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna». Il sottosegretario agli Interni Achille Variati ricorda che «i 25 miliardi di euro stanziati per affrontare l’emergenza Coronavirus scongiurano che a pagare il costo della crisi siano le imprese e i lavoratori. Il Governo ha stanziato una somma straordinaria. 4 i fronti: quello sanitario; quello delle imprese, che riceveranno aiuti immediati; quello del lavoro, rivolto alla salvaguardia dell’occupazione. E quello delle famiglie, con i congedi parentali». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il sottosegretario Pier Paolo Baretta: questa crisi ricorda il 2007 La svolta è arrivata dopo l’accordo con il commissario Ue Gentiloni
«Cig anche sotto cinque dipendenti tasse e mutui sospesi alle famiglie» L’INTERVISTA
Albino Salmaso
«I
25 miliardi per salvare la salute degli italiani e far ripartire l’economia: mai come oggi l’Unione europea è al nostro fianco. Ce la faremo a uscire da questa crisi che ricorda quella del 2007-’8. Per fortuna oggi la finanza è solida e la Bce è pronta a collaborare». Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, evita ogni polemica. «Meglio tardi che mai: condivido l’appello che il pre-
sidente del Veneto Zaia ha lanciato, ma i suoi sbandamenti hanno provocato disorientamento. Io l’ho invitato alla prudenza. Bisogna stare a casa, non affollare le piazze e le spiagge. L’idea dell’autosufficienza del Veneto non sta in piedi: il tema decisivo è l’isolamento delle persone. Solamente così si sconfigge il virus e le scelte drastiche aiutano a spiegare la gravità Pier Paolo Baretta dell’epidemia». Confindustria però non indietreggia: le associazio- «Meglio tardi che mai ni di Treviso-Padova e ora Venezia-Rovigo con il presi- la correzione di Zaia dente Marinese chiedono La gente deve stare al premier Conte di non a casa non al mare» chiudere le aziende.
«La loro preoccupazione sulla tenuta del sistema è comprensibile, ma anche gli industriali veneti si debbono convincere che l’economia si salva solo se fermiamo la diffusione del virus. Bisogna evitare di contagiare la popolazione e quindi prima o poi resteranno aperti solo i servizi essenziali». Il governo sta adottando dei provvedimenti straordinari: siete passati da 3,5 a 7,5 e ora a 25 miliardi. Come mai? «La svolta è arrivata ieri, dopo aver esteso la zona rossa a tutto il Paese. Si va verso due mesi di paralisi e il governo ha deciso il salto di qualità: 12 miliardi sono impegnati nel decreto di domani, l’altra metà andrà in un fondo riserva attivato per tamponare ogni singola emergenza». Nel merito cosa pensate di fare? «Almeno due miliardi sono destinati all’acquisto di strumenti e macchinari per la rianimazione e poi all’assunzione di medici e infermieri. Il secondo filone riguarda il lavoro e la famiglia per evitare gli effetti drammatici sull’occupazione: verrà estesa la cassa integrazione a tutti i settori che non ce l’hanno. Gli alberghi sono a terra, il Veneto è primo in Italia per le presenze turistiche sulle spiagge, a Venezia e nelle città d’arte: vanno evitati i licenziamenti anche per le aziende con meno di 5 dipendenti». Come verrà erogata? «Con la Cig a disposizione e con l’integrazione salariale. Oggi questo fondo scatta dai 6 dipendenti in su, lo estenderemo anche sotto i 5, alle partire Iva e agli autonomi con un contributo iniziale di 500 euro al mese ma poi ci sarà un indennizzo in base al fatturato perso. Penso alle palestre e alle piscine. Poi ci saranno i congedi parentali con i voucher ai genitori». Tasse e mutui che fine faranno? «Vanno sospesi tutti i paga-
la proposta
Il veneto Bond: anno scolastico da far concludere a fine giugno Il parlamentare si rivolge al ministro all’Istruzione Lucia Azzolina: «A maggio e nel mese finale lezioni anche al pomeriggio» BELLUNO. «L'emergenza Coronavirus ha avuto pesanti ricadute anche sull'attività scolastica che rimane sospesa fino al prossimo 3 aprile, con la probabilità che il fermo della didattica si prolun-
ghi anche fino a dopo Pasqua. La scuola italiana già soffre, mediamente, di una efficacia largamente migliorabile in ampie zone del Paese, come dimostrano i risultati dei test Invalsi. Ritengo quindi sia necessario che il ministro all'Istruzione Lucia Azzolina inizi da subito a prevedere il prolungamento dell'anno scolastico almeno fino alla fine di giugno, con la possibilità di isti-
tuire per i mesi di maggio e di giugno lezioni anche al pomeriggio per recuperare il programma che, causa forza maggiore, non è stato possibile effettuare». Così in una nota il deputato di Forza Italia, il bellunese Dario Bond. «Credo fermamente – continua il parlamentare veneto – che uno dei compiti primari dello Stato sia, oltre che assicurare la salute
Telelezione all’istituto Deca degli Abruzzi di Padova
menti fiscali, il versamento dell’Iva non ci sarà mentre la dichiarazione dei redditi è già stata posticipata. Discorso analogo per i contributi all’Inps e all’Inail. Le rate dei mutui saranno bloccate senza la penale degli interessi di mora per garantire la liquidità alle aziende. Vanno rivisti i ratio di classificazione delle banche, per evitare contraccolpi sui bilanci e la Bce è pronta a collaborare. Il commissario Ue all’Economia Gentiloni e il ministro Gualtieri hanno concordato tutte le misure necessarie per garantire la tenuta sociale del Paese. Il governo tedesco ha aperto a una ridiscussione del patto di stabilità Ue e ad altre clausole di salvaguardia. In una fase così delicata è bene predisporre tutti gli strumenti per superare la crisi economica: insomma, il modello Draghi va rilanciato». Questa crisi rischia di metterci in ginocchio sine die? «La pandemia coronavirus sul piano economico avrà effetti simili a quelli del crac dei mutui subprime del 2007 negli Usa. Anzi, è più grave perché si rischia la vita: è in gioco la salute di tutti. Nel 2020 ci sarà un abbassamento del Pil e del tenore economico ma il Paese è solido, con un’ottima struttura finanziaria. Alle banche chiediamo solo di sospendere i mutui e noi forniremo tutte le garanzie pubbliche per la tenuta dei bilanci, ma deve scattare una grande solidarietà». Il Veneto richiede un’iniezione particolare di risorse oppure anche questa volta ce la caveremo da soli? «La Cassa integrazione per gli alberghi e gli operatori del turismo è stata modellata sulla base delle esigenze del Veneto, dalle spiagge agli impianti di sci in montagna. E verrà estesa anche alle aziende di trasporto, compresi i vaporetti dell’Actv di Venezia».— © RIPRODUZIONE RISERVATA
dei propri cittadini, anche il curare una preparazione culturale adeguata delle persone in età scolastica, dell'obbligo e non. L'Italia non può permettersi il lusso di avere giovani con una preparazione inferiore alla media europea. Auspico che il ministro Azzolina dimostri piena sensibilità su questo aspetto, coinvolgendo da subito il personale scolastico per programmare il proseguimento dell'attività didattica fino alla fine di giugno e, magari, il suo rafforzamento nei mesi di maggio e di giugno. La preparazione culturale adeguata dei nostri giovani è una sfida che il Paese deve accettare e dimostrare di saper vincere», conclude. —