RASSEGNA STAMPA DEL 5 MARZO 2020

Page 1

05-MAR-2020 Estratto da pag. 33 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 15 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 18 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 14 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 30 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 30 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 19 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 28 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 10 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 28 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 32 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 32 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 32 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 29 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 38 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 20 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 16 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 17 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 20 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


05-MAR-2020 Estratto da pag. 20 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


10 VE

Giovedì 5 Marzo 2020 Corriere del Veneto

VENEZIA E MESTRE

Le classifiche mondiali VENEZIA Quattro milioni sono già stati sbloccati con una firma del provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone. Un paio arriveranno a breve grazie a un accordo tra lei e il supercommissario Elisabetta Spitz. Si riparte da questi 6 milioni per superare lo stallo del Consorzio Venezia Nuova e delle imprese che lo compongono. Soldi anticipati subito attraverso la contabilità speciale invece che la cassa ordinaria. Un inizio, visto che le consorziate avanzano circa 10 milioni di euro, mentre per gli stipendi del Cvn servono circa 800 mila euro al mese. Per ora però sufficiente a far rientrare entrambe le proteste, in primis quella dei sindacati: la scorsa settimana avevano ricevuto una lettera dei

Ca’ Foscari al top su lingue moderne e scienze umane «Abbiamo investito nella ricerca»

Sollevate Le paratoie di Chioggia in uno dei test che si stanno susseguendo in questo periodo senza grossi problemi

Mose, subito 6 milioni per imprese e lavoratori Soldi Ue per l’acqua alta Bruxelles valuta la richiesta del governo. FI polemica commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola – il terzo, Vincenzo Nunziata, non l’aveva firmata – che preannunciavano l’impossibilità di pagare gli stipendi di marzo (quelli di febbraio saranno saldati domani, con una settimana di ritardo) e l’avvio della cassa integrazione; martedì invece hanno ricevuto rassicurazioni dalla stessa Spitz, tanto che ieri è stato cancellato l’incontro con i commissari. Quanto alle imprese, invece, dopo il vertice di martedì con Spitz, Zincone e i tre commissari, ieri il presidente di Kostruttiva Devis Rizzo ha relazionato ai colleghi che guidano le altre Pmi impegnate nei cantieri, con i quali aveva condiviso le lettere di protesta delle ultime settimane, culminate nella minaccia di bloccare i cantieri e soprattutto i test di sollevamento delle paratoie. L’incontro si è concluso con una nuova lettera al Cvn per chiedere la convocazione di un comitato consultivo per lunedì. «Chiediamo che ci sia davvero un segnale concreto e che ci venga pagata una parte delle fatture scadute», afferma Rizzo. Il timore è che i fondi sbloccati, così co-

me quei circa 10 milioni di fatture già pagate da gennaio a oggi, vengano usati per saldare i fornitori degli impianti, che hanno vinto gare d’appalto esterne e a cui è stato chiesto uno sforzo di accelerazione per arrivare a chiudere le paratoie tutte assieme per l’autunno. Nell’incontro di martedì sera Spitz avrebbe af-

frontato i commissari in maniera anche dura, spiegando di avere i poteri e i soldi per finire il Mose, sottolineando che i rapporti con le imprese devono essere risolti dal Cvn e chiedendo il bilancio 2019 e i piani di budget 2020 e 2021. Non è un segreto che ci sia un piccolo scontro aperto sui costi della struttura consortile,

Il progetto di 23 ettari

Parco del Marzenego, sì bipartisan ma dubbi su viabilità e piani di Alì

S

ul parco fluviale tutti d’accordo, ma divisi sulla viabilità collaterale. Ieri in commissione consiliare è tornato al centro del confronto il progetto per l’area verde sul Marzenego, un piano da 23 ettari spinto dal Consorzio di Bonifica e da diverse associazioni del territorio. Le stesse che, però, chiedono un’alternativa alla strada sulle carte, con un raccordo tra le vie Brendole e Castellana e l’eliminazione dei passaggi a livello della Gazzera, che recuperi la strada di servizio di Cav senza cancellare quindi via Rio Cimetto ma rendendola parte del Parco: ipotesi che ha raccolto oltre 700 cittadini. La richiesta è stata ribadita dalla Municipalità e, ieri, dal Pd. Bisognerà poi capire i progetti di Alì, la catena di supermercati che ha acquistato l’ex Umberto I: il parco e il futuro del vecchio ospedale non possono prescindere, ma la famiglia Canella non ha ancora © RIPRODUZIONE RISERVATA un piano dettagliato. (gi. co.)

che con i dipendenti delle partecipate Thetis e Comar conta 250 persone, una trentina delle quali sono però distaccati presso il Provveditorato, anch’esso in grave crisi di personale. Spitz e Zincone starebbero inoltre lavorando per sbloccare i 138 milioni già disponibili nel 2019 e non usati e almeno una quota dei 413 milioni di interessi accantonati negli anni e ritenuti recuperabili per il Mose. Ieri intanto è arrivata una buona notizia da Bruxelles per Venezia. La commissaria Ue Elisa Ferreira per la Coesione, rispondendo a un’interrogazione del gruppo di Forza Italia sull’uso del Fondo di solidarietà europeo per riparare le conseguenze dell’acqua alta a Venezia, ha detto che il governo ha mandato una richiesta più ampia di 5,6 miliardi per tutti i danni del maltempo dello scorso autunno, che ha riguardato ben 15 regioni dal Nord al Sud del paese. «La stiamo valutando», ha aggiunto, spiegando però che «L’Italia non ha chiesto il versamento di un anticipo». Su questo Forza Italia ha polemizzato sia con il deputato Renato Brunetta che con l’europarlamentare Antonio Tajani. «Perché quell’anticipo non è stato chiesto - commenta il primo - Non avere risorse per poter intervenire sembra un vero delitto. Per Venezia e i veneziani». «Il governo è stato poco efficiente - aggiunge il secondo - Avrebbe dovuto agire come fece il governo Berlusconi nel caso del terremoto a L’Aquila». Alberto Zorzi

I ruoli ● Il Mose è un sistema di dighe mobili composto da 78 paratoie per proteggere Venezia dall’acqua alta ● A realizzarlo è il Consorzio Venezia Nuova, un pool di imprese che da fine 2014, quando ci fu lo scandalo delle tangenti, è retto da commissari della Prefettura di Roma: Giuseppe Fiengo, Francesco Ossola e, da poco nominato, Vincenzo Nunziata ● A novembre il governo ha nominato anche il commissario «sblocca cantieri» Elisabetta Spitz ● Di recente invece Cinzia Zincone è diventata provveditore alle opere pubbliche

VENEZIA Ca’ Foscari si conferma tra i migliori atenei al mondo per lo studio delle lingue moderne, oltre che terza in Italia e 130esima al mondo nelle scienze umane. A metterlo nero su bianco è l’ultima edizione del «QS World University Rankings by subject», una delle classifiche universitarie più influenti e più consultate dagli studenti.Il ranking viene elaborato ogni anno dagli analisti di «QS Quacquarelli Symonds», compagnia britannica specializzata nel settore «education», comparando ben 13 mila e 138 programmi universitari di 1368 atenei diversi di 83 paesi del mondo.Tenendo conto sia della reputazione di Ca’ Foscari nel mondo accademico sia in quello del lavoro, la classifica inglese ha confermato i risultati già ottenuti negli scorsi anni, classificando l’ateneo tra i primi novanta a livello globale per lo studio delle lingue, area didattica che a Ca’ Foscari comprende 42 lingue e culture. «Anche quest’anno Ca’ Foscari raggiunge posizionamenti importanti nel ranking by subject che valuta le performance di migliaia di atenei in tutto il mondo e la loro qualità nella didattica e nella ricerca – commenta soddisfatto il rettore Michele Bugliesi – Il nostro ateneo guadagna posizioni e incrementa i pun-

In aula Studenti di Ca’ Foscari a una lezione: l’ateneo si conferma in buona posizione

teggi di valutazione in ben otto discipline su nove, un risultato che premia le nostre politiche di investimento nella ricerca e nell’internazionalizzazione, e l’eccellente lavoro scientifico e formativo dei docenti dei nostri dipartimenti, oggi sempre più riconosciuto anche sul piano accademico internazionale». Con un salto di quasi trenta posizioni, l’ateneo ha poi raggiunto il 113esimo posto al mondo per didattica e ricerca in Storia, mentre Linguistica rimane nella top 200, che vale il terzo posto in Italia. Nelle altre aree, conferma nella top 200 in Geografia e top 250 per Economia, Econometria, Finanza e Ragioneria, proseguendo il trend di forte miglioramento anno dopo anno sia in Italia che a livello internazionale.Nel ranking britannico figura ben piazzato anche l’altro ateneo veneziano, lo Iuav. Dopo una discesa in classifica nel 2018, l’istituto ha confermato in architettura la posizione dello scorso anno tra la 51esima e la 100esima al mondo. Mantiene invece una posizione tra la 101esima e la 150esima nel campo di arte e design, in linea con quella dell’anno precedente Camilla Gargioni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Consiglio comunale a porte chiuse e a scranni alternati Seduta confermata, ma con precauzioni. Pellicani (Pd): solo per portare a casa delibere elettorali Uno scranno sì e uno no, mentre pubblico e stampa saranno relegati al piano terra, ammesso che arrivino prima dell’esaurimento dei posti. Il consiglio comunale di oggi – preceduto un’ora prima da una seduta di commissione consiliare – si svolgerà all’ombra del coronavirus con particolari accortezze. Come prima misura di sicurezza, Ca’ Farsetti ha raccomandato a tutti i consiglieri che avessero avuto sintomi influenzali negli ultimi dodici giorni di stare a casa; lo stesso personale di supporto sarà presente in aula in forze ridotte, mentre i consiglieri e i tecnici dovran-

VENEZIA

no prendere posto ad almeno un metro l’uno dall’altro. Verrà persino cambiata la routine delle tessere di presenza, indispensabili per attivare i microfoni dei banchi: saranno disponibili sul tavolo della segreteria e andranno lasciate poi negli scranni, per ridurre al minimo ogni contatto. Il pubblico dovrà accontentarsi di seguire la diretta streaming proiettata in androne, così come i giornalisti (fanno eccezione un fotografo alla volta e i primi firmatari di eventuali petizioni all’ordine del giorno), ma anche qui non ci si potrà ammassare e sarà cura dei vigili contingen-

tare l’accesso. «Una scelta senza senso - contesta Nicola Pellicani (Pd) - in un momento in molte città d’Italia si decide per prudenza di congelare tutte le attività, a Venezia si vuole per forza continuare pur di portare a casa una manciata di delibere in tempo per le elezioni imminenti». Una delle partite da chiudere con più urgenza è quella sull’adeguamento energetico delle scuole comunali: Ca’ Farsetti ha fretta di aggiornare l’elenco delle schede del piano d’azione per l’energia sostenibile in modo da poter partecipare all’assegnazione attraverso la Regione di fondi

europei, motivo per cui ha convocato una commissione ieri mattina e discuterà la cosa già oggi, nonostante la perplessità delle opposizioni, che hanno avuto pochissimo tempo per presentare eventuali emendamenti. «Si tratta di un intervento su solai e serramenti da 1,5 milioni - ha spiegato l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin - che però permetterà di risparmiare fino a 320 tonnellate di Co2 l’anno e che ci avvicin e r à a l l ’o b b i e t t i vo d i abbattere le emissioni del 30 per cento entro il 2030». Gi. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Energia Si discute il piano di adeguamento energetico delle scuole


10 VE

Giovedì 5 Marzo 2020 Corriere del Veneto

VENEZIA E MESTRE

Le classifiche mondiali VENEZIA Quattro milioni sono già stati sbloccati con una firma del provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone. Un paio arriveranno a breve grazie a un accordo tra lei e il supercommissario Elisabetta Spitz. Si riparte da questi 6 milioni per superare lo stallo del Consorzio Venezia Nuova e delle imprese che lo compongono. Soldi anticipati subito attraverso la contabilità speciale invece che la cassa ordinaria. Un inizio, visto che le consorziate avanzano circa 10 milioni di euro, mentre per gli stipendi del Cvn servono circa 800 mila euro al mese. Per ora però sufficiente a far rientrare entrambe le proteste, in primis quella dei sindacati: la scorsa settimana avevano ricevuto una lettera dei

Ca’ Foscari al top su lingue moderne e scienze umane «Abbiamo investito nella ricerca»

Sollevate Le paratoie di Chioggia in uno dei test che si stanno susseguendo in questo periodo senza grossi problemi

Mose, subito 6 milioni per imprese e lavoratori Soldi Ue per l’acqua alta Bruxelles valuta la richiesta del governo. FI polemica commissari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola – il terzo, Vincenzo Nunziata, non l’aveva firmata – che preannunciavano l’impossibilità di pagare gli stipendi di marzo (quelli di febbraio saranno saldati domani, con una settimana di ritardo) e l’avvio della cassa integrazione; martedì invece hanno ricevuto rassicurazioni dalla stessa Spitz, tanto che ieri è stato cancellato l’incontro con i commissari. Quanto alle imprese, invece, dopo il vertice di martedì con Spitz, Zincone e i tre commissari, ieri il presidente di Kostruttiva Devis Rizzo ha relazionato ai colleghi che guidano le altre Pmi impegnate nei cantieri, con i quali aveva condiviso le lettere di protesta delle ultime settimane, culminate nella minaccia di bloccare i cantieri e soprattutto i test di sollevamento delle paratoie. L’incontro si è concluso con una nuova lettera al Cvn per chiedere la convocazione di un comitato consultivo per lunedì. «Chiediamo che ci sia davvero un segnale concreto e che ci venga pagata una parte delle fatture scadute», afferma Rizzo. Il timore è che i fondi sbloccati, così co-

me quei circa 10 milioni di fatture già pagate da gennaio a oggi, vengano usati per saldare i fornitori degli impianti, che hanno vinto gare d’appalto esterne e a cui è stato chiesto uno sforzo di accelerazione per arrivare a chiudere le paratoie tutte assieme per l’autunno. Nell’incontro di martedì sera Spitz avrebbe af-

frontato i commissari in maniera anche dura, spiegando di avere i poteri e i soldi per finire il Mose, sottolineando che i rapporti con le imprese devono essere risolti dal Cvn e chiedendo il bilancio 2019 e i piani di budget 2020 e 2021. Non è un segreto che ci sia un piccolo scontro aperto sui costi della struttura consortile,

Il progetto di 23 ettari

Parco del Marzenego, sì bipartisan ma dubbi su viabilità e piani di Alì

S

ul parco fluviale tutti d’accordo, ma divisi sulla viabilità collaterale. Ieri in commissione consiliare è tornato al centro del confronto il progetto per l’area verde sul Marzenego, un piano da 23 ettari spinto dal Consorzio di Bonifica e da diverse associazioni del territorio. Le stesse che, però, chiedono un’alternativa alla strada sulle carte, con un raccordo tra le vie Brendole e Castellana e l’eliminazione dei passaggi a livello della Gazzera, che recuperi la strada di servizio di Cav senza cancellare quindi via Rio Cimetto ma rendendola parte del Parco: ipotesi che ha raccolto oltre 700 cittadini. La richiesta è stata ribadita dalla Municipalità e, ieri, dal Pd. Bisognerà poi capire i progetti di Alì, la catena di supermercati che ha acquistato l’ex Umberto I: il parco e il futuro del vecchio ospedale non possono prescindere, ma la famiglia Canella non ha ancora © RIPRODUZIONE RISERVATA un piano dettagliato. (gi. co.)

che con i dipendenti delle partecipate Thetis e Comar conta 250 persone, una trentina delle quali sono però distaccati presso il Provveditorato, anch’esso in grave crisi di personale. Spitz e Zincone starebbero inoltre lavorando per sbloccare i 138 milioni già disponibili nel 2019 e non usati e almeno una quota dei 413 milioni di interessi accantonati negli anni e ritenuti recuperabili per il Mose. Ieri intanto è arrivata una buona notizia da Bruxelles per Venezia. La commissaria Ue Elisa Ferreira per la Coesione, rispondendo a un’interrogazione del gruppo di Forza Italia sull’uso del Fondo di solidarietà europeo per riparare le conseguenze dell’acqua alta a Venezia, ha detto che il governo ha mandato una richiesta più ampia di 5,6 miliardi per tutti i danni del maltempo dello scorso autunno, che ha riguardato ben 15 regioni dal Nord al Sud del paese. «La stiamo valutando», ha aggiunto, spiegando però che «L’Italia non ha chiesto il versamento di un anticipo». Su questo Forza Italia ha polemizzato sia con il deputato Renato Brunetta che con l’europarlamentare Antonio Tajani. «Perché quell’anticipo non è stato chiesto - commenta il primo - Non avere risorse per poter intervenire sembra un vero delitto. Per Venezia e i veneziani». «Il governo è stato poco efficiente - aggiunge il secondo - Avrebbe dovuto agire come fece il governo Berlusconi nel caso del terremoto a L’Aquila». Alberto Zorzi

I ruoli ● Il Mose è un sistema di dighe mobili composto da 78 paratoie per proteggere Venezia dall’acqua alta ● A realizzarlo è il Consorzio Venezia Nuova, un pool di imprese che da fine 2014, quando ci fu lo scandalo delle tangenti, è retto da commissari della Prefettura di Roma: Giuseppe Fiengo, Francesco Ossola e, da poco nominato, Vincenzo Nunziata ● A novembre il governo ha nominato anche il commissario «sblocca cantieri» Elisabetta Spitz ● Di recente invece Cinzia Zincone è diventata provveditore alle opere pubbliche

VENEZIA Ca’ Foscari si conferma tra i migliori atenei al mondo per lo studio delle lingue moderne, oltre che terza in Italia e 130esima al mondo nelle scienze umane. A metterlo nero su bianco è l’ultima edizione del «QS World University Rankings by subject», una delle classifiche universitarie più influenti e più consultate dagli studenti.Il ranking viene elaborato ogni anno dagli analisti di «QS Quacquarelli Symonds», compagnia britannica specializzata nel settore «education», comparando ben 13 mila e 138 programmi universitari di 1368 atenei diversi di 83 paesi del mondo.Tenendo conto sia della reputazione di Ca’ Foscari nel mondo accademico sia in quello del lavoro, la classifica inglese ha confermato i risultati già ottenuti negli scorsi anni, classificando l’ateneo tra i primi novanta a livello globale per lo studio delle lingue, area didattica che a Ca’ Foscari comprende 42 lingue e culture. «Anche quest’anno Ca’ Foscari raggiunge posizionamenti importanti nel ranking by subject che valuta le performance di migliaia di atenei in tutto il mondo e la loro qualità nella didattica e nella ricerca – commenta soddisfatto il rettore Michele Bugliesi – Il nostro ateneo guadagna posizioni e incrementa i pun-

In aula Studenti di Ca’ Foscari a una lezione: l’ateneo si conferma in buona posizione

teggi di valutazione in ben otto discipline su nove, un risultato che premia le nostre politiche di investimento nella ricerca e nell’internazionalizzazione, e l’eccellente lavoro scientifico e formativo dei docenti dei nostri dipartimenti, oggi sempre più riconosciuto anche sul piano accademico internazionale». Con un salto di quasi trenta posizioni, l’ateneo ha poi raggiunto il 113esimo posto al mondo per didattica e ricerca in Storia, mentre Linguistica rimane nella top 200, che vale il terzo posto in Italia. Nelle altre aree, conferma nella top 200 in Geografia e top 250 per Economia, Econometria, Finanza e Ragioneria, proseguendo il trend di forte miglioramento anno dopo anno sia in Italia che a livello internazionale.Nel ranking britannico figura ben piazzato anche l’altro ateneo veneziano, lo Iuav. Dopo una discesa in classifica nel 2018, l’istituto ha confermato in architettura la posizione dello scorso anno tra la 51esima e la 100esima al mondo. Mantiene invece una posizione tra la 101esima e la 150esima nel campo di arte e design, in linea con quella dell’anno precedente Camilla Gargioni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Consiglio comunale a porte chiuse e a scranni alternati Seduta confermata, ma con precauzioni. Pellicani (Pd): solo per portare a casa delibere elettorali Uno scranno sì e uno no, mentre pubblico e stampa saranno relegati al piano terra, ammesso che arrivino prima dell’esaurimento dei posti. Il consiglio comunale di oggi – preceduto un’ora prima da una seduta di commissione consiliare – si svolgerà all’ombra del coronavirus con particolari accortezze. Come prima misura di sicurezza, Ca’ Farsetti ha raccomandato a tutti i consiglieri che avessero avuto sintomi influenzali negli ultimi dodici giorni di stare a casa; lo stesso personale di supporto sarà presente in aula in forze ridotte, mentre i consiglieri e i tecnici dovran-

VENEZIA

no prendere posto ad almeno un metro l’uno dall’altro. Verrà persino cambiata la routine delle tessere di presenza, indispensabili per attivare i microfoni dei banchi: saranno disponibili sul tavolo della segreteria e andranno lasciate poi negli scranni, per ridurre al minimo ogni contatto. Il pubblico dovrà accontentarsi di seguire la diretta streaming proiettata in androne, così come i giornalisti (fanno eccezione un fotografo alla volta e i primi firmatari di eventuali petizioni all’ordine del giorno), ma anche qui non ci si potrà ammassare e sarà cura dei vigili contingen-

tare l’accesso. «Una scelta senza senso - contesta Nicola Pellicani (Pd) - in un momento in molte città d’Italia si decide per prudenza di congelare tutte le attività, a Venezia si vuole per forza continuare pur di portare a casa una manciata di delibere in tempo per le elezioni imminenti». Una delle partite da chiudere con più urgenza è quella sull’adeguamento energetico delle scuole comunali: Ca’ Farsetti ha fretta di aggiornare l’elenco delle schede del piano d’azione per l’energia sostenibile in modo da poter partecipare all’assegnazione attraverso la Regione di fondi

europei, motivo per cui ha convocato una commissione ieri mattina e discuterà la cosa già oggi, nonostante la perplessità delle opposizioni, che hanno avuto pochissimo tempo per presentare eventuali emendamenti. «Si tratta di un intervento su solai e serramenti da 1,5 milioni - ha spiegato l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin - che però permetterà di risparmiare fino a 320 tonnellate di Co2 l’anno e che ci avvicin e r à a l l ’o b b i e t t i vo d i abbattere le emissioni del 30 per cento entro il 2030». Gi. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Energia Si discute il piano di adeguamento energetico delle scuole


2

GIOVEDÌ 5 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

L’allarme globale: la sanità

Il Veneto si prepara al picco di ricoveri 534 posti letto in più nei reparti-chiave Elevata del 78% la capacità ricettiva di Terapia intensiva, Pneumologia e Malattie infettive. Coinvolti una trentina di ospedali

Una sala di Terapia intensiva per malati ricoverati agli Infettivi

Filippo Tosatto VENEZIA. La prospettiva di

una brusca impennata di contagi e ricoveri - emersa nei costanti contatti della Regione con l’Istituto superiore di sanità - induce il Veneto ad assumere provvedimenti straordinari, elevando di 534 unità la dotazione ospedaliera di posti letto nei reparti cruciali in tempi di coronavirus ovvero Terapia intensiva (+82), Pneumologia (+103), Malattie infettive (+349). Uno sforzo poderoso, senza precedenti in epoca recente, che consentirà un incremento dell’attuale capacità ricettiva pari al 78%, a testimonianza della serietà della crisi in atto e dei timori diffusi nella comunità scientifica circa un imminente aggravamento della situazione. La rimodulazione investe gran parte del circuito ospedaliero regionale, dalle nove Ulss territoriali alle aziende universitarie di Padova e Verona, privilegiando i sette “hub” dei capoluoghi nonché il presidio di Schiavonia dove, nonostante le proteste dei sindaci della Bassa Padovana che vogliono la piena ripresa dell’attività, un’intera ala sarà riservata a rianimazione e cure respiratorie semi-intensive. IL WORK IN PROGRESS

«La definizione di questo piano, sollecitato dal Governo in via cautelativa, è stata preceduta da una ricognizione accurata da parte dei direttori generali delle aziende sanitarie», puntualizza l’assessore Manuela Lanzarin «abbiamo indivi-

duato e acquisito spazi e dotazioni inutilizzate, riconvertendone altre, e ciò è stato possibile grazie alla deroga rispetto agli standard strutturali ordinari richiesta al ministero dal governatore Zaia per fronteggiare una congiuntura che richiede flessibilità gestionale e prontezza esecutiva». RICHIAMO IN SERVIZIO

Si profila così un work in progress concentrato nei prossimi due, tre giorni: «Le nuove apparecchiature acquistate, a cominciare

L’assessore Lanzarin «Macchinari in arrivo Pronti a reclutare nuovi medici e infermieri» dai ventilatori meccanici per l’assistenza respiratoria ai malati gravi, sono già in arrivo e così il materiale sanitario aggiuntivo. Sul versante del personale, ribadito il ringraziamento a quanti si stanno prodigando con uno spirito di sacrificio straordinario, ricordo che oltre alle 215 assunzioni già previste c’è la possibilità di richiamare in servizio, su base volontaria, medici, infermieri e operatori sociosanitari in quiescenza. La spesa? Non disponiamo ancora di cifre in dettaglio, certo sarà un investimento importante». PROCEDURE ACCELERATE

Un percorso inedito, assolutamente emergenziale sia nei tempi che nell’entità: allo scopo Luca Zaia agirà in veste di “soggetto attuatore” delle ordinanze dell’Uni-

tà di crisi coordinata dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli e la circostanza (abbinata alla supervisione di garanzia dell’Authority anticorruzione sugli stanziamenti in programma) consentirà a Palazzo Balbi di eludere le aggrovigliate procedure abituali. L’impressione è quella di una corsa contro il tempo dove la sconfitta comporterebbe un tributo collettivo inaccettabile. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

lettera al ministro della giustizia

I presidenti dei tribunali del Nordest chiedono la sospensione dei processi Hanno chiesto la sospensione dell’attività processuale, fatti salvi i casi urgenti, come avviene in agosto per la pausa feriale. Convinti che solo così sia possibile immaginare «una altrettanto consistente diminuzione del rischio di

contagio del coronavirus». Sono 14 i presidenti di tribunale che, ieri mattina, hanno sottoscritto una lettera inviata al ministro della Giustizia, per proporre che sia verificata la «fattibilità di un provvedimento normativo di sospen-

sione del decorso dei termini processuali della giurisdizione ordinaria». All’iniziativa, promossa «in pieno spirito collaborativo, cogliendo le istanze del personale, degli avvocati e di chi normalmente frequenta le aule giudiziarie», hanno aderito i presidenti dei tribunali di Udine, Pordenone, Rovereto, Belluno, Cuneo, Treviso, Venezia, Verona, Rovigo, Vicenza, Padova, Bolzano e dei tribunali per i minorenni di Trieste e Venezia. —


10

GIOVEDÌ 5 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

L’allarme globale: l’economia la solidarietÀ

Conferenze episcopali preoccupate per il turismo

La giunta regionale riunita nella sede della Protezione civile, a Marghera, in occasione della videoconferenza del governatore Luca Zaia con il premer Giuseppe Conte e i ministri

Zaia a Conte: è l’ora dell’unità ma servono misure più efficaci Le proposte congiunte al premier dei governatori di Veneto, Lombardia ed Emilia «Il fondo di 3,6 miliardi è solo l’inizio, senza risorse straordinarie sarà recessione» Filippo Tosatto VENEZIA. Veneto, Lombardia

ed Emilia Romagna - epicentri dell’epidemia virale - segnalano al Governo la necessità di «operare, in primo luogo, per il mantenimento della continuità produttiva, sostenendo la continuità nei flussi di approvvigionamento e distribuzione, nonché definendo interventi specifici sulle dinamiche occupazionali e a sostegno della liquidità delle imprese, anche al di fuori della zona rossa». È quanto emerge dal documento congiunto illustrato al premier Giuseppe Conte dai governatori Luca Zaia, Attilio Fontana e Stefano Bonaccini, convinti che «le misure finora messe in campo», ovvero il fondo di 3,6 miliardi annunciato da Palazzo Chigi, «risultano insufficien-

ti» o meglio, «rappresentano solo l’inizio»; «Deve essere immediatamente attivato un piano straordinario di investimenti», affermano «bisogna agire dal lato delle opere pubbliche, semplificando l’iter burocratico e della spesa sul mo-

«Investimenti urgenti per restituire fiducia al circuito delle famiglie e imprese» dello del “Ponte Morandi”, attribuendo poteri speciali. Le proposte che possono essere messe in campo debbono pertanto ridurre i fattori di incertezza, sostenere investimenti e redditi, re-iniettare fiducia nel sistema e nelle aspettative degli operatori e delle famiglie». La volontà è quella di

trasmettere un messaggio di fiducia ma l’orizzonte non è roseo. I CONTAGI? SALIRANNO

«Purtroppo gli algoritmi ci dicono che i contagi saliranno, è l’ora dell’unità, della leale collaborazione e dell’impegno totale aldilà delle casacche politiche», la riflessione di Zaia a margine della prolungata videoconferenza con il presidente del Consiglio e i ministri che ha calamitato l’intera Giunta regionale nella sede della Protezione civile, a Marghera; «Abbiamo individuato nelle famiglie e nelle imprese i soggetti da sostenere in via prioritaria, consentendo la sospensione del rimborso dei mutui e dei leasing nonché l’accesso eventuale al credito al consumo a tassi particolarmente agevolati», afferma il governatore veneto, che - ol-

tre al ristoro dei danni patiti dagli esercizi commerciali costretti alla chiusura - sollecita la tutela dell’occupazione e del lavoro attraverso «l’estensione del periodo di copertura degli ammortizzatori sociali in deroga e il riconoscimento

«Noi confidiamo nella scienza ma parli all’unisono, i cittadini chiedono certezze» dell’assegno ordinario del Fondo di integrazione salariale all’intera regione in analogia a quanto già previsto per la zona rossa». IL TRIBUTO SPECIALE A VO’

Numerose le criticità - a cominciare dal circuito turistico-alberghiero-ristorativo in

ginocchio - e ma un cenno particolare, Zaia l’ha riservato alla popolazione di Vo’: «Vorrei esprimere a tutti i cittadini la mia vicinanza solidale, spesso mi sento con il sindaco Martini e percepisco la sofferenza di un’intera comunità costretta alla quarantena. Il loro comportamento è encomiabile, abbiamo chiesto loro il sacrificio più alto perché la scienza ci imponeva di procedere all’isolamento del focolaio, siamo loro debitori: sono i primi a meritare un risarcimento». CAMPAGNA MEDIATICA

C’è altro? Sì. Nell’immediato futuro Zaia suggerisce una campagna mediatica globale che ribalti l’immagine devastante di un’Italia appestata diffusa dai media di mezzo mondo: «Non basterà qualche spot nelle fiere internazionali, occorrerà coinvolgere gli opinion leader dei principali Paesi, agire sul fronte degli influencer, viceversa, qui non verrà più nessuno». Ce n’è anche per gli scienziati: «Noi confidiamo nel sostegno di virologi e infettivologi e seguiamo le loro indicazioni anche quando comportano scelte dolorose, però chiedo loro di parlare all’unisono, in questi giorni abbiamo ascoltato pareri contrastanti che disorientano un’opinione pubblica già inquieta e provata». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

FRANCESCO JORI

IL COMMENTO

L’Italia galleggia ma ormai l’economia ha l’acqua alla gola iange il telefono. Se tra le persone il coronavirus si propaga attraverso il contatto diretto, tra le imprese dilaga via etere: le chiamate al centralino sono crollate, segnalano migliaia di aziende. E se qualcuno si fa vivo, è solo per far sapere che non se la sente proprio di mandare i Tir con i materiali che servono per produrre, o non glielo lasciano fare. Così al momento si galleggia, ma con l’acqua sempre più alla gola: rendendo non utile

P

VENEZIA. «Condividere il momento difficile con tutti gli operatori del comparto turistico e rivolgere a loro e alle loro famiglie un pensiero grato e un forte incoraggiamento». È il pensiero espresso in una lettera comune dagli incaricati regionali per il turismo delle Conferenze episcopali di Lombardia, Emilia-Romagna e Triveneto, i territori più colpiti dall’emergenza Coronavirus. «Non è una categoria, bensì una filiera» continuano don Massimo Pavanello, don Tiziano Zoli e don Fabio Mattiuzzi «L’impatto economico, di un flusso asciugato, mostra già i primi segni. Quanti sono impiegati in questo settore, poi, normalmente presidiano il front desk della generale accoglienza. Una posizione che li porta ad essere, insieme ad altri, soggetti a maggior rischio di contagio sanitario. Per tanti motivi, allora, siamo loro vicini». I tre sacerdoti ricordano inoltre la crisi per «le esperienze dei viaggi dello spirito. Sia quelli in entrata, nelle nostre regioni, sia quelli in uscita. Basti pensare, ad esempio, alle città d’arte, ovunque per lo più arte sacra, agli antichi cammini, agli isolati monasteri e a quei luoghi scelti per ritrovare spazi di comunione con la famiglia. Tutte ricchezze dei nostri territori ora poco frequentati. Neppure i pellegrini verso le mete classiche del mondo godono riparo. La nostra preghiera è soprattutto per i malati. I primi a risentire di questo stallo. La solidarietà, poi, va a quanti li assistono, sia quando intraprendono un viaggio sia quando restano a casa. Condividiamo volentieri la speranza, non ipotetica, che ogni quaresima (quarantena) termina con la Pasqua di Resurrezione», concludono. —

ma indispensabile il salvagente delle misure di sostegno del governo per l’economia. Sperando che a questo cruciale intervento non vengano riservati a Palazzo i riti romani di una politica più che mai imbelle e rissosa: con i giochi al rialzo di cifre sparate per la solita meschina caccia al consenso. Proprio come per il coronavirus, tuttavia, se ricadute pesanti e al limite letali ci saranno comunque, non dipenderà tanto dai suoi effetti, quanto dalla diagnosi di fondo del

Grande Ammalato Italia, affetto da almeno vent’anni da una broncopolmonite recidivante per mancanza o inefficacia di cure. I provvedimenti immediati del governo si aggirano sotto i 4 miliardi, di cui poco meno di un terzo andrà alle aziende; il resto verrà giustamente ripartito tra sanità e protezione civile. Poi verranno altri fondi, certo. Ma il problema non è solo e tanto di quattrini, quanto di una terapia d’urto sistemica per un Paese che cresceva

meno degli altri competitori già prima della fatidica crisi del 2008. Da allora, la prognosi è peggiorata, e piantiamola con le filippiche sovraniste contro l’Europa: dal 2014 il nostro reddito nazionale è aumentato del 5 per cento, metà della media dei Paesi dell’area euro, e registriamo la crescita più bassa dell’area Ocse. Perfino la derelitta e scalcinata Grecia ha fatto meglio. E nella cartella clinica del paziente Italia figura un parametro che più di ogni altro rivela

il suo stato comatoso: oggi produciamo 7-8mila miliardi in meno di reddito che nel 2000. Un fatto è indiscutibile: Europa o no, il nostro Paese è agganciato più indissolubilmente di altri all’economia globale per la debolissima crescita degli ultimi anni e per l’enorme stock di debito pubblico che ci costa ogni anno fior di interessi. Nonostante ciò, si è continuato e si continua a indebitarsi in scoperta funzione della ricerca di un peraltro vo-

latile successo elettorale; e intanto le tasse aumentano, al di là dei funambolismi verbali. Per tutto questo, a chi fa impresa non bastano le pur utilissime aspirine: serve una terapia organica per rilanciare l’economia, secondo ricette che tanti autorevoli medici hanno indicato da tempo. Peraltro inascoltati: perché quel che conta, in Italia, non è risolvere i problemi, perché costerebbe consenso, ma fingere di farlo. Tattica lucidamente esposta due secoli fa da un fine diplomatico quale Talleyrand: in fondo, la politica non è altro che un certo modo di agitare il popolo prima dell’uso. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


VI

Primo Piano

Giovedì 5 Marzo 2020 www.gazzettino.it

I giorni del virus CAVALLINO-TREPORTI Un fronte comune per superare la psicosi e studiare delle linee di promozione uguali per tutte le località balneari. Emergenza Covid-19, i sindaci della costa veneta si ritroveranno a Cavallino-Treporti per affrontare assieme l’emergenza. La riunione è in programma domani (venerdì 6), alle 15, nella sala del centro polivalente, dove si riunirà la conferenza che rappresenta tutte le città balneari del Veneto, da Porto Tolle a Bibione. L’emergenza coronavirus sarà il tema principale dell’incontro, al quale sarà presente anche il vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin oltre ai rappresentanti dei Consorzi di promozione turistica delle spiagge del litorale veneziano e polesano. «Valuteremo assieme – dice il presidente della Conferenza, Pasqualino Codognotto - quali azioni intraprendere in merito a tale emergenza. Avremo l’occasione di coordinarci ulteriormente con rappresentanti della Regione che saranno presenti alla nostra Conferenza per fare gioco di squadra, come fatto finora».

RIPERCUSSIONI NEGATIVE La paura è che l’effetto Covid-19 si traduca in una serie di ripercussioni negative per la prossima, imminente, stagione. «Nelle nostre spiagge – aggiunge il sindaco di San Michele - si registrano oltre 30 milioni di presenze durante l’estate e grazie al turismo lavorano alcune migliaia di addetti. Uno dei nostri principali timori è che il coronavirus potrebbe determinare ricadute negative sull’occupazione e sulle imprese, per questo motivo vogliamo condividere una strategia comune e condivisa con la Regione». Chi sta già toccando con mano gli effetti della psicosi del coronavirus è Jesolo dove il mercato legato alle comitive dirette a Venezia, concentrato tra febbraio e marzo, si è letteralmente azzerato. Ad annullare il soggiorno in città sono stati soprattutto gruppi stranieri, in particolare provenienti dai paesi dell’est Europa e dalla Francia. «Il problema – spiega Alberto Maschio, presidente dell’Associazione jesolana albergatori – si sta concentrando adesso. Le nostre strutture hanno registrato diverse disdette dai gruppi e gli hotel che dovevano aprire sono rimasti chiusi. Per Pasqua la situazione è ancora in una fase di stallo perché in questo caso il mercato si muove all’ultimo momento. Per quanto riguarda l’estate, ci sono tante ri-

JESOLO La spiaggia “fuori stagione”: gli alberghi hanno sofferto per l’allarme legato al coronavirus. Sotto, Roberta Nesto e Valerio Zoggia, sindaci di Cavallino e Jesolo

«Promozione comune per “salvare” la costa» È la strategia che verrà proposta domani dalla sindaca di Cavallino-Treporti al vertice tra i primi cittadini delle località balneari. «Serve un gioco di squadra»

`

chieste di informazioni ma poche disdette. E’ una situazione in evoluzione, che stiamo monitorando costantemente, basta poco per stravolgere gli equilibri».

nei ristorati della zona. Il mercato è completamente bloccato, possiamo tranquillamente dire di aver perso l’intero mese di marzo. Ma la preoccupazione è anche per il futuro, le richieste di informazioni di chi ha già prenotato sono continue. Servono azioni per sostenere le imprese e studiare nuove strategie di comunicazione». E in questo senso è arrivato proprio ieri anche l’appello di Roberta Nesto, sindaco di Cavallino-Treporti e vicepresidente della Conferenza dei sindaci della costa veneta. «Nella riunione di domani – annuncia – proporrò di avviare una nuova promozione che sia condivisa da tutte le città balneari venete. In questo momento dobbiamo essere compatti, dobbiamo lanciare dei messaggi rassicuranti, sia verso l’estero che per il

LA RISTORAZIONE Sulla stessa lunghezza d’onda Angelo Faloppa, presidente di Confcommercio Jesolo-San Donà: «La criticità è adesso – ribadisce – e riguarda anche la ristorazione: ogni giorno ci sono gruppi che disdicono la presenza negli hotel ma anche la cena

IL COMPARTO VALE 30 MILIONI DI PRESENZE TURISTICHE E DA’ LAVORO A MIGLIAIA DI ADDETTI

mercato italiano che mai come in questo momento va consolidato». Fondamentale, poi, sostenere le imprese. «Vanno studiati – aggiunge la prima cittadina – degli ammortizzatori sociali per i dipendenti delle nostre imprese, compresi i lavori stagionali. La Naspi, per esempio, non deve essere ridotta». Infine, una precisazione tutta locale e legata alla tassa di soggiorno: «Non ci saranno nuovi aumenti rispetto a quelli già previsti nel bilancio – conclude Roberta Nesto - . Quindi rispetto al 2019, per il 2020 resta confermato l’aumento di 10 centesimi. In 5 anni è stata cambiata due volte la tariffa dell’imposta di soggiorno, ora non è possibile nessuna variazione». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

Venezia, hotel con una sola stanza occupata: è crisi nera GLI ALBERGHI VENEZIA Non c’è pace per il settore alberghiero di Venezia. Dopo l’acqua alta del novembre scorso, la “Caporetto”, come l’ha definita l’Ava (Associazione Veneziana Albergatori), non finisce. Dal drammatico 12 novembre scorso, quando Venezia ha dovuto fronteggiare l’acqua “granda”, ad oggi il solo settore alberghiero avrebbe visto svanire nel nulla 500 milioni di euro (stima il direttore dell’Ava Claudio Scarpa). Se invece si parla di turismo, la cifra potrebbe anche raddoppiare. Analizzando invece l’impatto economico diretto sui lavoratori, spiega il vicedirettore Daniele Minotto, la situazione non è affatto rosea: «Solo oggi (ieri, ndr) ho visto 24 aziende che chiedevano in-

formazioni sulle richieste per gli ammortizzatori sociali, ma ancora non c’è il provvedimento per le realtà sotto ai cinque dipendenti. Pensiamo che dalla settimana prossima partiranno circa 1500 richieste di supporto all’Inps, su un totale di circa 8mila lavoratori diretti nel settore». Un valore che quindi prescinde dall’economia indotta dal settore alberghiero, stimata in 30mila persone, quindi escludendo servizi come lavanderia, il sistema turismo o il bar che lavora grazie all’hotel: «Ad esempio il bar a Mestre che lavora soprattutto grazie al vicino albergo è fermo», continua Minotto. Ma al peggio non c’è mai fine: «Se le cose proseguiranno così - prosegue il vicedirettore - si rischia di arrivare a 4mila persone, cioè la metà del lavoratori, nell’arco di un

mese. A meno che non ci siano provvedimenti forti». E questo porterà alla richiesta di aiuto, conclude Minotto: «Si farà ricorso al fondo di integrazione, cioè una sorta di cassa integrazione, che prevede un assegno pari all’80% dello stipendio, poi, speriamo di non arrivarci, c’è l’assegno di solidarietà, che può arrivare fino a 26 settimane, che è l’anticamera del licenziamento». Numeri da capogiro, che dan-

PRONTE 1500 RICHIESTE DI AMMORTIZZATORI SOCIALI ALL’INPS L’AVA APRE UNO SPORTELLO DI CONSULENZA

ALBERGATORI Daniele Minotto, vicedirettore dell’Ava

7ad16a9f-6c10-4e7b-bdbf-74c3d448c884

no la misura di quanto la crisi stia mordendo con ferocia una città inerme di fronte ad una serie di coincidenze che non lasciano respiro. E il risultato sono chiusure temporanee e cassa integrazione «a nastro», come afferma Scarpa. Però l’ottimismo non manca: «Dopo la Caporetto avremo sicuramente un nostro Piave, credo che questo sia il momento più nero dalla seconda guerra mondiale, c’è un tasso di presenze tra lo zero e il 10%, grandi hotel hanno anche una sola stanza occupata e ad oggi sono 18 gli hotel che hanno chiuso temporaneamente. Solo tre sono avvenute nella giornata odierna (ieri, ndr)». Per far fronte all’emergenza è stato aperto uno sportello a sostegno delle aziende: «Si chiama “Emergenza coronavirus”- spiega il direttore - e aiuta

gli albergatori nella consulenza su cassa integrazione, disdette, sicurezza e ambiente, ma anche sul credito, perché gli hotel esposti si trovano in difficoltà». L’auspicio è che ci sia un cambio di comunicazione sulla città, che oggi offre estremo lusso ai (pochi) ospiti: «L’altro giorno ho viaggiato su una specie di taxi privato, il vaporetto Actv, ma anche su un aereo quasi privato, dato che eravamo in dieci. Non so finché si potrà reggere così». Da ultimo, Scarpa spiega il motivo del suo ottimismo: «Ho parlato con Baretta (Pierpaolo, sottosegretario all’Economia, ndr), l’ho visto molto attento, credo che il Governo proceda per passi, ma farà qualcosa, siamo fiduciosi». Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA


11

Primo Piano Le decisioni

1 2

3 4

Vinitaly a giugno Lunedì anche Veronafiere si è arresa al coronavirus e ha rinviato il Vinitaly, che era in calendario ad aprile, di quasi due mesi, fissandolo dal 14 al 17 giugno.

Mobile rinviato Milano rinvia il Salone del Mobile, calendarizzato inizialmente ad aprile, e lo sposta a giugno, tra il 16 e il 21, sperando che il virus, come le influenze, sia stato “vinto” dall’estate

Cinema stop sotto il metro Il nuovo decreto chiude in tutta Italia cinema e teatri a meno che non possano garantire il mantenimento della distanza di almeno un metro tra le persone.

Stadi vuoti in marzo Stadi vuoti per tutto il mese di marzo. «Si va verso partite a porte chiuse» ha annunciato il ministro per lo Sport, Spadafora. E con controlli su atleti, dirigenti e tecnici.

LA POLEMICA VENEZIA In principio, ieri mattina, fu Burioni Roberto, virologo e voce chiara del mondo della scienza. Senza mezzi termini aveva cinguettato su Twitter contro l’iniziativa dell’Associazione Piazza San Marco e dei suoi caffè: di qui a fine mese prendi un aperitivo tra le 17 e le 20 e l’altro lo offre la ditta. In una città inserita dal Governo nella zona gialla cioè intermedia - del diffondersi del contagio. «“Venezia: aperitivo gratis in Piazza San Marco per ripartire.” Ma lo avete capito che la gente deve stare a casa altrimenti quello che riparte è il virus?», il tweet di ieri mattina del virologo che sul proprio profilo ha scatenato una ridda di commenti legati all’iniziativa, spaccando anche la platea.

IL GAMBERO Una presa di posizione ripresa nel pomeriggio di ieri dalla pagina internet ufficiale del Gambero Rosso. «Venezia non può essere lasciata sola - è l’inizio del passaggio chiave del post - Diverso, però, ci sembra l’appello a contravvenire al sopraccitato buon senso: se è giusto non svuotare i

Giovedì 5 Marzo 2020 www.gazzettino.it

Biennale, rinviata Architettura Cortina, Coppa di sci in bilico Venezia, l’apertura fissata per il 23 maggio slitta `Flavio Roda (Fis): «Il destino della competizione al 29 agosto, a ridosso della Mostra del cinema sarà deciso domani. Aspettiamo Palazzo Chigi»

`

GLI APPUNTAMENTI VENEZIA Slitta a fine estate la Biennale Architettura. Per la Coppa del mondo di sci a Cortina, domani, sarà il “giorno della verità”. E si capirà se la competizione sportiva si potrà svolgere normalmente tra mercoledì 18 e domenica 22 marzo o se invece sarà annullata del tutto. La prima conseguenza dell’emergenza Coronavirus arriva dalla Fondazione Biennale che ha deciso di posticipare la mostra di Architettura da metà maggio al 29 agosto prossimo. È bastata una riunione “volante” del cda, il primo presieduto da Roberto Cicutto, che dal 2 marzo scorso ha preso il testimone della Fondazione dalle mani di Paolo Baratta, a dare una conferma ai timori di questi giorni. «Non è stata una decisione sofferta, ma un atto preso in piena consapevolezza - sottolinea il neo presidente - Era indispensabile prendere delle misure immediate per evitare ulteriori difficoltà in un clima già molto complicato. Così, insieme al curatore Hashim Sarkis abbiamo condiviso questo nuovo percorso».

Cortina

Venezia

CORTINA E LO SCI

BIENNALE ARCHITETTURA L’inaugurazione della Mostra spostata dal 23 maggio al 29 agosto

COPPA DEL MONDO DI SCI In programma a Cortina dal 18 al 22 marzo: probabile l’annullamento

Canal Grande Traghetto contingentato

PROBLEMI ORGANIZZATIVI Le nuove date - come riferisce una nota della Biennale - sono state stabilite in conseguenza delle recenti disposizioni in materia di mobilità prese dai governi di vari Paesi, che indubbiamente hanno effetti a catena sul movimento delle persone e del trasferimento delle opere nei prossimi mesi. «Si tratta - dicono a Ca’ Giustinian - di un periodo che riguarda il delicato avvio dell’allestimento di una mostra internazionale visto che Architettura coinvolge architetti e istituzioni di oltre 60 Paesi di tutti i continenti». Una situazione che, nonostante l’emergenza, viene gestita con cautela e sangue freddo. «Non vogliamo arrenderci sottolinea ancora Cicutto - ma

del Cinema. «Sarà una Biennale più bella - chiosa Cicutto - e che accompagnerà ancora di più la città di Venezia. Architettura andrà a fare da “battistrada” alla Mostra del Cinema che prenderà via il 2 settembre. Sarà una estate targata Biennale in tutti i sensi con un unico articolato programma che inizierà il Festival di Danza (5 giugno-14 giugno); poi il Teatro (29 giugno-13 luglio); Architettura (29 agosto-29 novembre); il cinema (2-12 settembre) e infine Musica (25 settembre-4 ottobre)».

vogliamo che tutto venga gestito nel migliore dei modi». Cicutto ieri ha incontrato anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Un incontro cordiale con l’augurio di buon lavoro del primo cittadino veneziano e che ha avuto al centro proprio l’evoluzione della situazione e la presa d’atto dello slittamento di Biennale Architettura per non pregiudicarne la qualità e l’organizzazione.

ESTATE VENEZIANA

In gondola al massimo in sette E fu così che il coronavirus toccò anche le gondole. In tempi di provvedimenti sempre più stringenti, anche il simbolo di Venezia si adegua: un gondoliere allo stazio di San Tomà ha affisso il cartello: «Massimo 7 persone» a bordo per rispettare le distanze nel servizio di traghetto in Canal Grande.

«Un rinvio a breve termine chiarisce ancora Cicutto - non avrebbe avuto alcuna efficacia vista la complessità della macchina organizzativa, il numero e l’importanza dei soggetti coinvolti e l’assenza di molti di essi. Quindi no ad una mostra incompleta». In qualche modo (facendo buon viso a cattivo gioco) è quasi un ritorno alle origini per Biennale Architettura che, nel periodo 2002-2012 si era sempre svolta nell’ultima parte dell’estate, quasi a ridosso della Mostra

Spritz scontati in Piazza, l’ira del virologo I bar tirano dritto: «Rispettate le regole» ristoranti (di Venezia, come delle altre città d’Italia), è certamente meno prudente incentivare raduni di piazza e assembramenti al banco del bar proprio quando l’unica arma che abbiamo per ridurre l’impatto del contagio è minimizzare le relazioni sociali».

VUOTI E Venezia? Ieri sera, alle 18, Piazza San Marco, quello che è uno dei salotti più belli del mondo, non brulicava. Sotto i portici delle Procuratie Vecchie circa duecento persone brindavano e chiacchieravano all’esterno e sui tavolini dei caffè Lavena e Quadri, di solito imbottiti di turisti da ogni parte del globo e svuotati della loro anima veneziana. La stessa che l’Associazione Piazza San Marco vuole ora recuperare. «Volete parlare di Burioni immagino» scherzano Claudio Vernier, presidente dell’Associazone e titolare del caffè Al Todaro e Raffaele Alajmo, titolare del Gran Caffè Quadri. Assieme, seduti al Quadri, alzano lo scudo a difesa dell’iniziativa. «Forse il

IN PIAZZA Spritz per due al prezzo di uno in San Marco. Sopra, Roberto Burioni

BURIONI: «SE LA GENTE NON STA IN CASA IL VIRUS RIPARTE» MA NEI LOCALI ENTRA UN CLIENTE ALLA VOLTA fb62475b-9825-4391-a653-5c68d94dc0cc

Intanto Flavio Roda, numero uno della Federazione degli sport invernali, respinge il pessimismo. Il fronte Cortina è senza dubbio il più importante. Tutti vogliono sapere se da mercoledì 18 a domenica 22 marzo le piste ampezzane potranno ospitare le finali della Coppa del Mondo. Fin da lunedì scorso, la decisione è stata di attendere e studiare l’evoluzione del problema. «Decideremo venerdì», era stato detto. Un “confine” che esiste tuttora. E a chi gli chiede se sia pessimista, Roda risponde semplicemente che «io non ragiono in questo modo. Insieme a Regione Veneto e Fondazione Cortina 2021 abbiamo portato avanti una proposta alla Fis (la Federazione internazionale, ndr). Le ragioni della salute pubblica vengono prima di ogni altra cosa. Io rimango in costante contatto con il Governatore del Veneto, Luca Zaia». Maurizio Ferin Paolo Navarro Dina © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL NEOPRESIDENTE DELL’ENTE CULTURALE ROBERTO CICUTTO: «NON CI ARRENDIAMO L’ESTATE SARÀ RICCA DI INIZIATIVE»

professor Burioni si immaginava un rave party in Piazza San Marco - attacca Alajmo - Ci sono i tavoli pieni, ma non è un’idea lanciata per guadagnare: con il prezzo di un aperitivo se ne vendono due. La Piazza non è invasa da un assembramento di persone». «Bene, e se chiudessero i caffè di piazza allora? - si chiede Vernier - Noi rispettiamo le regole nell’alveo di quelle che ci sono state date. I tavoli sono a distanza, non serviamo al banco. Se cambiano ancora la normativa ci adegueremo. Siamo con gli occhi del mondo puntati addosso, non possiamo sbagliare, per noi è un momento importante e decisivo per rinascere». Poco più in là al caffè Lavena è lo stesso direttore Massimo Milanese a far rispettare il decreto del Consiglio dei ministri filtrando gli ingressi, come scritto sul cartello affisso alla porta. Si entra, quando un altro esce. «L’iniziativa va bene - commenta, mentre fa da usciere - Siamo sotto pressione perché lo è tutta la città. È un aperitivo per Venezia, questo il senso. Meno male che c’è questo». Di giorno i gran caffè sono vuoti. Ed è il senso ultimo della paura. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


II

Primo Piano

Giovedì 5 Marzo 2020 www.gazzettino.it

I giorni del virus

Un decesso a Venezia L’ottico Danilo Carraro stroncato in ospedale Ricoverato in Medicina per altre patologie `Apprezzato artigiano, grande creativo Condizioni compromesse negli ultimi giorni Gestiva il negozio di calle della Mandola

`

Nell’incontro di ieri con i sindacati la direzione dell’Ulss 3 ha comunque rassicurato che il paziente, anche se non inserito tra i positivi al Covid-19, era già in isolamento. Non ci sarà bisogno di svuotare nuovamente il reparto - è stato detto - né di altri interventi. Il paziente era ricoverato in Medicina, allo Jona, dunque, dove proprio ieri è stato ripristinato il quarto piano, dopo una completa sanificazione.

LA PRIMA VITTIMA VENEZIA Morto al Civile un paziente gravemente malato, risultato poi positivo anche al coronavirus. Si tratta di Danilo Carraro, 80 anni, noto ottico veneziano. L’uomo era ricoverato da qualche giorno al Santi Giovanni e Paolo. Malato da tempo aveva poi contratto un’infezione importante e per questo era già in isolamento. In questi giorni era stato sottoposto al tampone per il coronavirus che è risultato positivo, anche se pare in modo debole. Martedì l’aggravamento e la morte.

IL RICORDO

IL BOLLETTINO Si tratta della prima vittima collegata al Covid-19 a Venezia. Il primo a spirare su un letto dell’ospedale Santi Giovanni e Paolo. Il bollettino regionale lo ha inserito tra i deceduti a causa del coronavirus. Carraro è quindi la seconda vittima del Covid-19 nel Veneziano certificata dal bollettino della Regione Veneto. Lunedì sera c’era sta-

LA SECONDA VITTIMA NEL VENEZIANO AVEVA 80 ANNI. NON ERA TRA COLORO CHE ERANO ENTRATI IN OSPEDALE COL VIRUS

SAN MARCO Il negozio di ottica Carraro in calle della Mandola

to il primo morto nel territorio dell’Ulss 3: Umberto Pavan, 79 anni, residente alla Gazzera, spirato nel reparto di Terapia Intensiva dell’Angelo. C’era poi stato Mario Veronese, “paziente 1” del veneziano, morto domenica sera all’ospedale di Padova. Ad ucciderlo però un’emorragia cerebrale e non un’insufficienza respiratoria. Per questo la sua morte non è inserita nel bollettino ufficiale della Regione Veneto. A dare la notizia di questa nuova morte legata al coronavi-

rus è stato ieri proprio il bollettino regionale delle 8 del mattino, dove l’ospedale di Venezia risultava avere 10 ricoverati, due in più del giorno precedente: una paziente di Psichiatria e uno di Medicina deceduto, Carraro appunto. La prima vittima veneziana non rientra dunque nella lista dei ricoverati positivi che erano stati, via, via segnalati, da domenica 23 febbraio, in poi. Un caso nuovo, insomma, che come tale dovrà essere trattato anche sul fronte della prevenzione.

Carraro era persona nota e stimata a Venezia. La sua bottega in calle della Mandola è da anni un punto fermo per gli amanti degli occhiali. «Piangiamo un valente artigiano, un imprenditore che ha lasciato il segno nel suo campo - commenta il segretario della Confartigianato di San Lio, Gianni De Checchi - Una pietra miliare dell’artigianato veneziano. In attività per decenni, Danilo Carraro è stato un innovatore nel suo campo. Uno dei primi a costruire occhiali di fogge strane e con materiai innovativi, quando queste cose ancora non si vedevamo». Sulle cause della morte dell’artigiano, De Checchi tiene a fare una precisazione: «Sapevamo da tempo che era gravemente malato. E non voglio affrettare le conclusioni. Per quel che mi riguarda restano da capire le cause reali della sua morte». Roberta Brunetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ARTIGIANO Danilo Carraro aveva 80 anni

Lo stop a Udine

Passeggera di Lodi parte da Venezia Sta male in viaggio, cancellato il treno VENEZIA Al tempo del coronavirus, la paura viaggia anche sui binari di un treno. Per la precisione di un treno regionale di Trenitalia che, partito ieri pomeriggio dalla stazione di Venezia Santa Lucia e diretto a Trieste, è stato fermato alla stazione ferroviaria di Udine dopo che era stata segnalata a bordo la presenza di una persona probabilmente contagiata dal morbo del Covid-19 Secondo quanto si è appreso, dal convoglio, fermato dagli agenti della Polfer, sono stati fatti scendere tutti i passeggeri mentre la persona probabilmente affetta dal virus, sarebbe stata portata via in ambulanza. Il treno è stato poi soppresso. Il treno è arrivato in orario alla stazione di Udine alle 13.51, come precisa una nota di Rfi, e tutti gli 80 passeggeri sono stati fatti scendere. I passeggeri che viaggiavano

nella stessa carrozza in cui si trovava anche la persona sospettata di aver contratto il coronavirus, una decina, sarebbero stati identificati dalla Polfer. Sul posto anche i servizi sanitari del 118. Una volta soppresso, il treno è stato sanificato ed ora è di nuovo pronto a finire nel parco mezzi di Trenitalia. Questo mentre tutti i treni regionali sono stati sottoposti nei giorni scorsi - e in questi - a una sanificazione e gli stessi comandamenti del Governo su come comportarsi dal punto di vista igienico vengono ripetuti agli altoparlanti delle vetture e pubblicati sui tabelloni informativi degli stessi treni e anche nelle stazioni. Stazioni che, in questi giorni, vivono un calo di traffico come mai s’era visto. Santa Lucia, in queste settimane, nemmeno sembra la stazione di Venezia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono 69 i casi positivi in provincia All’Angelo ricoverati altri 4 pazienti IL BILANCIO VENEZIA Dodici tamponi positivi in più, quattro dei quali sono di pazienti ricoverati. E per la prima volta un caso accertato in veneto Orientale, nel territorio dell’Ulss 4. Per una somma generale che alla sera di ieri, nella giornata in cui Venezia ha annoverato il primo decesso per Covid-19 all’ospedale Civile, quello di Danilo Carraro, arriva a 69 casi di persone positive al coronavirus nel veneziano. Venticinque sono pazienti ricoverati, compreso l’anziano di San Donà di Piave. Sessanta casi sono tra Venezia e Mestre, 8 nell’area tra Mirano e Dolo e uno nel Veneto Orientale. Di questi, 12 sono all’ospedale di Mestre che ieri ha visto il ricovero di quattro nuovi accessi (uno da Chioggia), 11 sono ricoverati al Civile di Venezia - che ha accolto anche il paziente di San Donà di Piave, come comunicato ieri dall’Ulss

4 - mentre uno a testa sono ospitati agli ospedali di Dolo e Mirano. Sono 9 i casi gravi, quelli ricoverati in Terapia Intensiva: 6 all’ospedale dell’Angelo (che martedì ha registrato il primo veneziano dimesso) e 3 al Civile. Si tratta di persone che soffrono

SONO 9 I MALATI IN GRAVI CONDIZIONI CHE VENGONO ASSISTITI IN TERAPIA INTENSIVA ENTRO DOMENICA DOVREBBERO RIENTRARE IN SERVIZIO 200 DEI 300 SANITARI ANCORA IN QUARANTENA

già di precedenti patologie, come per le persone decedute nel veneziano tra lunedì sera e ieri. Salgono invece a 44 le persone asintomatiche: si tratta di personale ospedaliero, medici e parenti delle persone che sono ricoverate in Terapia Intensiva nei vari ospedali del veneziano. Tra i sanitari, un altro operatore del Suem di Venezia, che finisce in quarantena.

PERSONALE Entro domenica dovrebbero rientrare circa 200 degli oltre 300 sanitari ancora in quarantena. Una boccata di ossigeno per i reparti degli ospedali dell’Ulss 3 alle prese con l’emergenza ormai da 12 giorni. Una situazione che sta creando disagi. A Venezia ieri si stava ancora valutando la possibilità di chiudere il reparto di Psichiatria, dove una paziente è risultata positiva al Covid-19. Ha riaperto Medicina a Venezia e Mirano, verso la riapertura anche la Rianimazione di Dolo. Sempre a Dolo sospesa

la Cardiologia per mancanza di medici tutti in quarantena, mentre gli infermieri e gli operatori sono stati dirottati a supporto degli altri reparti. Un quadro in continua evoluzione, con l’Ulss impegnata ad aggiornare i sindacati ogni pomeriggio. Il segretario della Cgil Fp, Daniele Giordano, sottolinea gli «sforzi fatti per contenere i disagi ai cittadini e tutelare gli operatori. La spinta alla tutela dei lavoratori ha prodotto che l’Ulss 3 abbia messo in quarantena 324 lavoratori a differenza di altre Ulss con numeri analoghi di operatori, ma un numero analoghi o superiore di casi. Numeri che dimostrano come grazie al lavoro di tutti sia stato adottato un atteggiamento prudenziale e a tutela dei lavoratori in modo da evitare la diffusione dei contagi che, vedremo nei prossimi giorni, quali effetti avrà prodotto». Giordano torna a ringraziare il personale. E un ringraziamento ai lavoratori e un inviato alla calma arriva da

022f61b0-2e36-47ad-bbe3-5e46491eeecc

L’ANGELO Sono in tutto 12 i pazienti ricoverati a Mestre

Francesco Menegazzi della Uil: «Non crediamo sia il caso di scatenare conflitti e polemiche che non servirebbero a nessuno. Il nostro obiettivo, in questa delicata situazione di emergenza è di dare una corretta informazio-

ne al personale. Arriverà anche il momento delle rivendicazioni. Ma non crediamo che sia ancora giunta l’ora». R.Bru. N.Mun. © RIPRODUZIONE RISERVATA


9

Primo Piano

Giovedì 5 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest

Veneto, altri due morti Allarme per i sanitari: in 500 costretti a casa In un giorno una cinquantina di casi Medici e infermieri in isolamento in più: le vittime di Venezia e Treviso Lanzarin: autorizzate 215 assunzioni

`

IL QUADRO VENEZIA Altri due morti da coronavirus in Veneto, uno all’ospedale civile di Venezia (un anziano di 81 anni) e uno a Treviso (un’anziana di 88). Il bollettino aggiornato a ieri sera porta dunque a 7 i decessi, senza considerare altre tre persone morte per patologie diverse ma comunque positive al Covid-19. I contagiati in tutto sono 386, di cui 100 ricoverati di cui 23 sono in Terapia intensiva. Un quadro preoccupante perché aumentano i casi di contagio tra gli operatori sanitari - oltre 500 - e sia i medici che gli infermieri risultati positivi, anche se non malati, devono comunque restare in isolamento. Il caso limite alla Geriatria di Treviso: l’80% del personale, compreso il primario, è in quarantena. Il rischio, come dice il segretario dei medici ospedalieri Anaao, Adriano Benazzato, è di trovarsi con reparti sguarniti.

LE CIFRE Sono 53 i casi positivi registrati ieri. Treviso si conferma il mag-

LA MARCA SI CONFERMA IL FOCOLAIO PIÙ GRANDE: QUASI CENTO CONTAGI ZAIA: «ATTUALMENTE LA SITUAZIONE È BEN MONITORATA»

IL PIANO VENEZIA Il Veneto si prepara ad affrontare l’emergenza dei ricoveri da coronavirus con 534 posti letto in più arrivando a un totale di 1220 tra Terapia intensiva, Semintensiva respiratoria, Malattie infettive. Come richiesto a livello centrale, la Regione ha predisposto un piano in caso di necessità. Ma non c’è solo l’ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova. Anche altri nosocomi, a partire da quello di Jesolo, nel Veneziano, vedranno un significativo incremento della capienza. Il problema, però, è che per essere operativi servono le “macchine”: attrezzature, a partire dai ventilatori meccanici, che il governatore Luca Zaia, in quanto “soggetto attuatore” di Protezione civile, ha fatto acquistare. Solo che, dalle mascherine alle tute, si fatica a trovare il materiale, le consegne avvengono con il contagocce anche perché il mondo intero sta facendo scorta di dispositivi e macchinari.

I NUMERI I nuovi 534 posti letto aggiuntivi in Veneto sono suddivisi tra le Terapie intensive e i reparti di

`

In Friuli

In quarantena otto consiglieri regionali E uno era allo stadio `Sono stati quattro, ieri, i nuovi contagi da Coronavirus in Friuli Venezia Giulia: due a Trieste e due a Gorizia. Il conto sale quindi a 18 pazienti risultati positivi al doppio tampone previsto dal protocollo del sistema sanitario regionale. Solo due di essi sono ricoverati in ospedale: si tratta del sacerdote del seminario di Udine e del consigliere regionale del Pd Igor Gabrovec. Non sono in gravi condizioni. La positività al Coronavirus di Gabrovec ha costretto altri otto consiglieri regionali (Sergio Bolzonello, ex sindaco di Pordenone, Franco Iacop, Francesco Russo e Diego Moretti del Pd, Giampaolo Bidoli e Massimo Morettuzzo del Patto per l’Autonomia, infine i leghisti Stefano Mazzolini e Antonio Lippolis) all’isolamento domiciliare. L’organo legislativo resterà paralizzato almeno sino a domenica. Bolzonello martedì sera ha assistito alla Dacia Arena di Udine alla partita di Serie B tra Pordenone e Juve Stabia ed è rimasto in tribuna nonostante fosse già a conoscenza della positività al tampone del collega. Gabrovec, dal suo letto dell’ospedale Maggiore di Trieste, ieri ha chiesto scusa ai consiglieri regionali: «Sono rammaricato - ha detto -, nemmeno il mio medico pensava al Coronavirus. Ora vi prego di non infierire. Ho solo la febbre, penso di essere dimesso venerdì». M.A.

giore “cluster” con 96 contagiati, superando per il secondo giorno consecutivo Vo’ (90). Nessuna delle sette province è indenne, Belluno è a quota 4 casi, Rovigo 3. Dodici complessivamente i pazienti dimessi a partire dal 21 febbraio, quando è esploso il contagio. E la curva dei casi positivi è destinata a crescere. «Ragionevolmente ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia - gli algoritmi ci dicono che i contagi saliranno in maniera importante, ma attualmente la situazione è ben monitorata, purtroppo un virus è come l’acqua quando rompe gli argini: si trova ogni tipo di canale. L’unica soluzione è quella del contenimento del contagio».

LA PREOCCUPAZIONE A preoccupare è la situazione del personale medico. Perché anche tra i dottori, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari risultano casi di contagio. L’Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri, ne ha contati oltre 500 dai resoconti di cronaca. «Sono dati parziali, ma preoccupanti», ha detto il segretario veneto dell’associazione,

Adriano Benazzato. Il dettaglio: 360 casi positivi negli ospedali della provincia di Venezia, 60 a Belluno, 20 a Padova, 60 a Treviso, una decina a Verona. Per il solo fatto di essere positivi al coronavirus, devono tutti stare in isolamento domiciliare, sempre che non abbiano bisogno di cure sanitarie.

I PROVVEDIMENTI L’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha ricordato che «dopo aver autorizzato 215 nuove assunzioni tra medici, infermieri e operatori socio-assistenziali a tempo indeterminato scorrendo le graduatorie già vigenti in Azienda Zero, siamo pronti a farne delle altre con celerità se l’evolversi della situazione lo richiedesse». La Lombardia ha ricordato l’assessore - ha chiesto di richiamare il personale in pensione. «Si vedrà di attivare tutti i canali possibili», ha rassicurato Lanzarin escludendo peraltro blocchi di ospedali: «È successo solo a Schiavonia, quell’ospedale l’abbiamo chiuso perché faceva parte del primo “cluster”. Altrove

Terapia intensiva

I posti letto

Posti attuali Posti letto terapia intensiva aggiuntivi

Dolomiti Marca Trevigiana Serenissima Veneto Orientale Polesana Euganea Pedemontana Berica Scaligera Aou Padova Aoui Verona Irccs Iov Totale

18 49 54 16 22 49 25 42 22 69 78 6 450

7 11 16

8 16 12 12

82

Casi confermati (al 04.03) TOTALE REGIONE VENETO

90

3

Vo’

Rovigo

25

96

Verona

Treviso

60

60

16

Posti letto aggiuntivi

23 91 97 16 28 49 29 86 27 120 114 6 686

39 45 47 42 61 100 44 12 42 26 76

7

12

deceduti

dimessi

MA SOLO 40 NEI REPARTI DI TERAPIA INTENSIVA, PER ROVIGO E BELLUNO QUASI UN RADDOPPIO, IN VENETO ORIENTALE TUTTI A JESOLO

9a52e14b-e9c8-485a-b56a-529577778752

Ricoverati totali

(di cui in Terapia Intensiva)

Strutture di ricovero

33 Azienda Ospedaliera Univ. Integrata Verona 4 ULSS2 - Ospedale Treviso 25 ULSS3 - Ospedale Mestre 12 ULSS3 - Ospedale Venezia 10 ULSS3 - Ospedale Mirano 1 ULSS3 - Ospedale di Dolo 1 ULSS5 - Ospedale Rovigo 4 ULSS8 - Ospedale Vicenza 5 ULSS9 - Ospedale Legnago 3 Ospedale Sacro Cuore Don Calabria 2 Tot. Regione Veneto 100 Azienda Ospedale Università Padov

abbiamo provveduto a sanificare i reparti, li abbiamo chiusi per un giorno. Ma a Treviso, ad esempio, è stata realizzata una geriatria “parallela” per i nuovi ingressi, il reparto è operativo».

L’APPELLO Quello di Geriatria a Treviso non è un esempio casuale: è qui che il primario è risultato positivo al coronavirus ed è qui che l’80% del personale è in quarantena. E poi c’è Feltre, dove il contagio ha colpito un chirurgo e una infermiera. E la paura è che, senza protezioni, altri risultino positivi. È

11 1 6 3

2

23

per questo che l’Anaao, con il segretario Benazzato, lancia un appello alla Regione: «Il personale sanitario va protetto, c’è bisogno di mascherine filtranti facciali e di visiere protettive soprattutto per chi opera nei Pronto soccorso, in Terapia intensiva, Pneumologia, Otorinolaringoiatria, Urgenza ed Emergenza, ma anche per i medici di famiglia». Occhio: medici e infermieri non hanno bisogno delle mascherine di carta, «quelle non servono a niente, per proteggersi ci vogliono le mascherine filtranti». Perché, dice Benazzato, se non si proteggono i medici e in tanti si ammalano o devono stare in quarantena perché positivi, «si possono creare le condizioni per non tenere aperti i reparti». Ma le mascherine non sono state ordinate? «Sì, ma arrivano con il contagocce». Il paradosso sarebbe di trovarsi con mezzo migliaio di posti letto in più, ma senza medici. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

sti agli attuali 28, l’Ulss 6 Euganea raddoppia (49 posti attuali, altri 100, di cui 52 a Schiavonia), l’Ulss 7 Pedemontana oggi ha 29 posti, ne aggiungerà 44, l’Ulss 9 Scaligera aggiunge agli attuali 27 posti altri 42, mentre l’Ulss 8 Berica vede 12 posti in più agli attuali 86 . Aumentano i posti anche nelle Aziende ospedaliere: più 26 a Padova e più 76 a Verona.

534

li 23 posti a 39, con il maggiore incremento a Belluno; nell’Ulss 2 Marca Trevigiana si passa da 91 a 145 con i maggiori incrementi a Treviso e Conegliano. Nell’Ulss 3 Serenissima agli attuali 97 posti se ne aggiungono 47, ripartiti principalmente tra Mestre, Venezia, Dolo, Chioggia, Mirano. Triplica invece l’Ulss del Veneto orientale: oggi ha 16 posti letto tra Rianimazione e Malattie infettive, ne aggiungerà altri 42, di cui 12 in Semintensiva respiratoria, tutti concentrati all’ospedale di Jesolo. L’Ulss 5 Polesana aggiunge 61 po-

4

14

Limena Belluno

# 8 Assegnazione epidemiologica in corso

In tutta la regione 534 posti letto in più Corsa contro il tempo per i macchinari al Coronavirus – recita una nota di Palazzo Balbi citando il parere degli esperti – in una percentuale di soggetti, seppur relativa, può presentare quadri di aggravamento con la necessità di cure maggiormente intensive. Il provvedimento è stato preso per assicurare al sistema sanitario la disponibilità di un più ampio numero di posti letto in questo ambito e gestire l’eventualità di picchi tra le persone ricoverate”. La suddivisione dei 534 posti letto aggiuntivi è così riassunta: l’Ulss 1 Dolomiti passa dagli attua-

*#

* 2 Casi collegati alla Lombardia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pneumologia (Ospedali Hub) e Malattie infettive. E vanno ad aggiungersi ai 686 esistenti per un totale di 1220. “La patologia legata

8 Mirano

Venezia Padova

Vicenza

Totale Posti attuali

386

ASSESSORE Manuela Lanzarin

IL MATERIALE «Sono richieste che ci arrivano dal Governo», ha detto l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin riferendosi all’aumento dei letti. Intanto si attende l’arrivo dei materiali sanitari di vario tipo - tra i quali mascherine, kit diagnostici, gel e camici - per fronteggiare l’emergenza coronavirus, in tutto 3.401.545 pezzi. Per oggi, ha detto l’assessore, è atteso l’arrivo dei ventilatori meccanici, poi serviranno altri due giorni per attrezzare i posti letto. «La spesa? È sicuramente una spesa importante, anche se non ancora quantificata». Si tratta di fondi di Protezione civile, gli ordini autorizzati dal governatore in quanto “soggetto attuatore” passano l’esame dell’Anticorruzione. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


7

Primo Piano

Giovedì 5 Marzo 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest LA CONFERENZA VENEZIA Luca Zaia parla di Coronavirus con la stessa faccia tirata dei giorni di Vaia: «Non me ne voglia Vo’, che deve avere la priorità nelle linee di finanziamento, ma anche Rocca Pietore ha disdette, quindi per noi la zona rossa si chiama Veneto». E anche Lombardia, e pure Emilia Romagna: tre aree che insieme rappresentano «il 54% del totale Italia», come scrive nero su bianco la Conferenza delle Regioni nel documento presentato in videocollegamento al premier Giuseppe Conte e ai suoi ministri, durante l’incontro con le categorie economiche e le parti sociali. Sul tavolo di Palazzo Chigi c’è la bozza del decreto da 3,6 miliardi, «che non bastano ma aiutano a partire» concede il governatore, sintetizzando nella sede della Protezione civile regionale a Marghera sei pagine di richieste, a cui ne aggiunge un altro paio: «Due robuste campagne di comunicazione, ma non con i manifesti e le solite menate, bensì l’una diretta ai cittadini che giustamente devono capire il senso delle ordinanze e l’altra affidata agli opinion leader di oggi e cioè agli influencer».

TRE ASSI Le proposte delle Regioni ruotano attorno a tre assi, «misure concrete e solidali senza bizantinismi», chiosa Zaia, circondato dai suoi assessori. Il primo: «Il danno diretto causato dalle ordinanze. Penso alla chiusura delle attività ma anche delle scuole, con le famiglie che devono pagare una babysitter e magari continuare a versare la retta, per cui chiediamo il riconoscimento del congedo parentale a uno dei due genitori». Il secondo: «Il sostegno alle imprese a 360 gradi. Domandiamo finanziamenti agevolati, sospensione di tasse e mutui, ampliamento dei fondi di garanzia e di rotazione». Il terzo: «Il supporto al mondo del lavoro. L’occupazione viene messa seriamente in discussione, quindi sollecitiamo la cassa integrazione in deroga senza se e senza ma, per tutte le imprese da 5 a 50 lavoratori, intervenendo in maniera chirurgica anche su quelle attualmente prive di ammortizzatori sociali».

LA COMUNICAZIONE Fuori sacco, Zaia cita poi qualche altra idea. «Mi vengono in mente i soci delle ex Popolari, che devono seguire procedure molto laboriose per ottenere gli indennizzi, quindi chiediamo una proroga rispetto alla scadenza del 18 aprile». Ma è soprattutto di comunicazione che il governatore del Veneto riferisce di aver parlato al premier

Zaia: «L’intero Veneto va considerato zona rossa» Il vertice con il governo, le richieste delle Regioni ` «Oltre ai danni diretti si devono valutare anche in 6 pagine: dagli aiuti per l’economia ai tagli fiscali i riflessi sulle famiglie. Campagne con gli influencer»

`

Conte: «Deve essere assolutamente innovativa. Dopo lo sputtanamento del nostro territorio, con la pubblicazione delle rotte mondiali dei contagi che partono tutte dall’Italia e la vicenda scandalosa della pizza in Francia, non si pensi di risolvere il problema con le fiere che intercettano operatori stanchi di messaggi che già conoscono. Oggi servono video in cui gli influencer dicano: quest’anno farò le mie vacanze sulle Dolomiti o sul lago di Garda. È poi necessario che il Governo, che emana i decreti sulla base delle indicazioni della comunità scientifica, spieghi ai cittadini perché la discoteca viene chiusa e il bar viene contingentato, mentre il centro commerciale resta aperto: anche su questo occorre una campagna di giusta, civile e responsabile comunicazione. Dopodiché bisogna però che pure i cittadini collaborino nell’adottare norme igieniche minimali: lavarsi frequentemente le mani, stare ad almeno un metro di distanza dagli altri, evitare i luoghi affollati».

VENEZIA Uno sportello anti-crisi per le aziende del turismo e del commercio. È l’iniziativa promossa dall’Ente bilaterale Veneto Fvg, con un duplice scopo. Da un lato raccogliere le richieste degli iscritti che hanno subìto gravi perdite a causa dell’emergenza Coronavirus. Dall’altro erogare informazioni, mappare il territorio e dare assistenza su gli strumenti messi a disposizione dalla Regione e dal Governo. «I dati di Unioncamere – ricordano il presidente Luigino Boscaro e il vice Maurizio Franceschi – stimano danni per oltre 7 miliardi di euro, di cui un terzo solo per il turismo, nelle tre regioni più colpite: Vene-

1

Investimenti e consumi

2

Lavoro e redditi

SENZA CASACCHE Verranno accolte tutte queste richieste? «Il clima – risponde il leghista – è improntato alla costruzione di un percorso comune. Questa partita ci tocca tutti da vicino, senza casacche politiche. Per questo speriamo che il decreto venga ulteriormente perfezionato in Consiglio dei ministri prima di andare in Parlamento. Noi siamo assolutamente collaborativi, confidiamo che anche alla Camera e al Senato si trovi la quadra per una bella soluzione». Bruttine sono invece le proiezioni sulla diffusione del

«CON LE SCUOLE CHIUSE GARANTIRE A UNO DEI GENITORI IL CONGEDO PARENTALE PER RIMANERE A CASA CON I FIGLI»

Ente bilaterale Veneto-Fvg attivo lo sportello anti-crisi TURISMO E COMMERCIO

I punti del documento

to, Lombardia e Emilia Romagna. E la situazione in Veneto presenta un vero e proprio bollettino di guerra. Il turismo è stato quello più drammaticamente segnato: crollo delle prenotazioni e disdette (-35/-40%) e annullamento delle fiere (-26%); poi il commercio (-37%) e i pubblici esercizi (-50%)».

I CONTATTI Le aziende interessate alle prestazioni dello sportello anti-crisi potranno contattare l’Ente Bilaterale Veneto Fvg al numero 041/5802374 o via email all’indirizzo segreteria@ebvenetofvg.it. Per gli aggiornamenti è possibile iscriversi alla newsletter e alla pagina Facebook. © RIPRODUZIONE RISERVATA

3 4 5 6

Varare procedure straordinarie negli appalti, su modello del ponte Morandi, per accelerare la ripresa degli investimenti e sostenere la domanda dei consumi pubblici.

Sospendere i mutui, accesso al credito a tassi agevolati e alla Naspi per gli addetti stagionali, ristori alle imprese per l’annullamento degli spettacoli, 20 giorni di congedo per ciascun genitore.

7

Made in Italy ed estero

8

Promozione dei privati

Piani industriali pluriennali di sostegno a export e internazionalizzazione, raccordo con la rappresentanza italiana a Bruxelles e le ambasciate all’estero per la libera circolazione.

Potenziamento del fondo Simest per sostenere il settore privato nella promozione e commercializzazione all’estero e la comunicazione continua con i clienti.

Sostegno alle imprese Finanziamenti fino a 60 mesi, rimborso delle disdette per le strutture ricettive, bonus per l’affitto di negozi e capannoni, voucher semplificati in agricoltura, pagamenti della Pa entro 30 giorni.

Aziende e digitale Voucher e contributi per promuovere e sviluppare le tecnologie digitali nelle aziende, anche per favorire il commercio elettronico e l’assistenza a distanza.

Supporto al turismo Azioni integrate a livello nazionale e internazionale attraverso Enit, Cig in deroga, stop ai tributi fino al 30 settembre, sospensione dei mutui, ristoro del minore fatturato.

Sistema fieristico Piano straordinario diretto (per gli organizzatori) e indiretto (per l’indotto). Dall’Ue contributi a fondo perduto per il rinvio delle rassegne e prestiti ponte a tasso zero.

9 10 11

Educazione e istruzione

CON LA GIUNTA Luca Zaia insieme agli assessori e, in alto, in videoconferenza con i colleghi

virus: «Gli algoritmi ci dicono che ragionevolmente i contagi saliranno. Gli esperti ci dicono che il Coronavirus è partito dalla Cina ma nel frattempo può aver avuto delle mutazioni che l’hanno reso intelligente dal punto di vista scientifico e cioè in grado di colonizzare l’ospite. Questo potrebbe spiegare l’impennata di positività e ricoveri. Noi siamo stati accusati di essere un tamponificio, ma oggi abbiamo una situazione ben monitorata. Purtroppo però il virus è come l’acqua quando si rompe un argine: si canalizza dappertutto. E per fermarlo, in assenza di vaccini, l’unico rimedio è l’isolamento, il che purtroppo ci porta a mettere in quarantena anche tanti operatori sanitari. Perciò stiamo correndo contro il tempo: i sistemi hanno un punto di sostenibilità oltre il quale si va in crash e noi ora siamo nella condizione dello stress test». Angela Pederiva

Utilizzo esteso delle piattaforme digitali per le lezioni a distanza, anche per accompagnare i maturandi. Indennizzo ai gestori di mense, servizi educativi e dormitori.

«PROBABILMENTE I CONTAGI SALIRANNO E COSÌ I RICOVERI IN ASSENZA DI VACCINI L’UNICO RIMEDIO È L’ISOLAMENTO»

Politiche tributarie

Niente sindacati al tavolo «Voucher? Idea sbagliata»

Per tutti i tributi, sospensione e rateizzazione fino alla cancellazione degli obblighi per l’anno di imposta in corso, con una compensazione per non alterare gli equilibri degli enti.

Fondi comunitari Attivazione del Fondo di solidarietà, riduzione della percentuale di cofinanziamento Ue per la dotazione dei Fondi strutturali 2021-2027 e posticipo del rendiconto 2014-2020.

6d50ea71-3bdd-41fb-9769-17a0a3cb7a41

AGRICOLTURA VENEZIA I sindacati protestano per la mancata convocazione al Tavolo Verde. Andrea Zanin, Andrea Gambillara e Giuseppe Bozzini, segretari regionali rispettivamente di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, ritengono «singolare e preoccupante» che l’assessore Giuseppe Pan abbia fatto il punto «con le sole imprese» della situazione Coronavirus. Nel merito, le organizzazioni contestano la richiesta al Governo di poter usare i voucher per rimpiazzare i lavoratori stagionali, soprattutto romeni, in fuga dal Veneto: «È una “stupidaggine”. Usare il problema del Coronavirus per ridurre le tutele, la sicu-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

rezza e i diritti dei lavoratori è un atteggiamento della Regione Veneto aberrante e inqualificabile». Le sigle evidenziano l’esistenza di altri strumenti flessibili e utilizzabili, «al posto dei voucher che invece abbassano le tutele dei lavoratori».

MAXI-SANZIONI Reduce invece dal vertice con le altre associazioni di categoria, Coldiretti plaude al passaggio del decreto che definisce «pratica commerciale sleale» la pretesa di fantomatiche certificazioni sanitarie sulle merci da consegnare. I rappresentanti degli agricoltori fanno notare che sono previste maxi-sanzioni da 15.000 a 60.000 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA


GIOVEDÌ 5 MARZO 2020 IL MATTINO

PRIMO PIANO

19

L’allarme globale: gli effetti nel Padovano Borgoricco

vo’

Viticoltura: giro d’affari di 50 milioni prodotti di qualità nel mercato Usa

Per il vino di Vo’ è un momento delicato. I produttori confidano nel rilancio

Sui Colli Euganei si aggira sui 50 milioni di euro a stagione il volume d’affari legato al settore della viticoltura, senza contare l’indotto. Di questi 15 milioni di euro li raggiunge da sola la “Cantina Colli Euganei” che ha lo stabilimento di lavorazione delle uve e di imbottigliamento in centro a Vo’. Le aziende affiliate al Consorzio di tutela della Denominazione d’origine controllata, che da qualche anno ha spostato la sede da Luvigliano a Vo’, quasi tutte di modeste dimensioni, sono circa 500. Di queste, fa sapere il direttore del Consorzio, Andrea Gianesini, 120 lavorano le uve e imbottigliano in

Vinitaly spostato a giugno «Scelta che crea problemi» Il presidente del Consorzio e il direttore della Cantina sociale si adeguano «Dobbiamo riprogrammare gli eventi promozionali, speriamo nel rilancio» Gianni Biasetto VO’. La notizia dello sposta-

mento da aprile a giugno (da domenica 14 a mercoledì 17)dell’edizione 2020 del Vinitaly, il Salone Internazionale del Vino di Verona, non è stata accolta di buon grado dalle aziende vitivinicole del comune di Vo’e dei Colli Euganei più in generale. Molte delle quali, soprattutto quelle che imbottigliano con una etichetta propria, avevano già gli stand assegnati e guardavano alla più importante vetrina mondiale del settore come a un’opportunità di immediato rilancio dopo il periodo nero dovuto al problema del coronavirus. Una decisione che gli operatori del settore si aspettavano dopo quella del rinvio, nei giorni scorsi, del ProWein, l’altra

importante esposizione primaverile del vino e dei liquori di Dusseldorf. IL CONSORZIO

«La scelta di spostare il Vinitaly ci crea ulteriori problemi e ci obbliga a riprogrammare gli eventi promozionali, proprio ora che stiamo preparando il progetto per il Piano di Sviluppo Rurale», spiega il presidente del Consorzio Vini Doc Colli Euganei, Marco Calaon. «Siamo stati costretti ad accettare la cosiddetta Fase 1 del piano di contenimento dell’epidemia e ora contiamo molto sulla Fase 2, quella del rilancio del nostro settore che sta subendo in questo periodo un notevole batosta. È anche vero che un Vinitaly in queste condizioni di emergenza coronavirus e facile prevedere che avrebbe perso di efficacia. Il territorio

camposampiero

Dipendente pubblico contagiato il 14 febbraio alla cena degli Alpini CAMPOSAMPIERO. Anche un

reparto di servizi è rimasto vittima della cena di San Valentino, che si è svolta a Limena nella sede della sezione degli Alpini lo scorso 14 febbraio. Fra i 16 invitati a quella festa c’era anche un dipendente dell’azienda socio-sanitaria che presta servizio nell’Alta Padovana. Da fonti autorevoli si sa che sono tre

i casi di coronavirus confermati sui dipendenti in forza alla struttura; gli altri lavoratori, compresi i dirigenti, sono stati messi in quarantena a casa. Sono rimasti esclusi dalla misura i tre o quattro dipendenti che erano e sono in malattia o in ferie e non hanno avuto alcun contatto con i colleghi. Da martedì 3 marzo la se-

dei Colli Euganei e quello di Vo’ in particolare è sempre stato ben rappresentato alla kermesse scaligera. Come Consorzio ogni anno abbiamo raggruppato nel nostro stand all’interno del padiglione della Regione Veneto una quindicina di aziende oltre a quelle presenti in forma autonoma e nel padiglione Casa Coldiretti. Questo spostamento di data, volendo fare, come si dice, di necessità virtù, speriamo serva al bene della collettività, se pensiamo che a Verona sarebbero arrivati buyer e operatori qualificati da tutto il mondo. In particolare dai paesi asiatici che negli ultime edizioni sono stati molto presenti e attivi anche nei confronti dei vini della nostra zona». CANTINA SOCIALE

Per il direttore della Cantina

de dell’Alta Padovana è off limits: un cartello indica il divieto di accesso. Tutta l’attività sarebbe stata trasferita nella sede principale di Padova, su cui ora grava un lavoro non indifferente se si considera il numero di aziende presenti nel comprensorio dell’Alta Padovana. La notizia di un dipendente contagiato si era già diffusa la scorsa settimana, ma non si era avuta nessuna conferma in quanto è stata tenuta riservatissima dai vertici dell’azienda. Si è poi saputo che il dipendente aveva partecipato alla cena di San Valentino e, ignaro di aver contratto il virus, è andato regolarmente in ufficio contagian-

MARCO CLAON PRESIDENTE DEL CONSORZIO VINI DOC COLLI EUGANEI

Nei vigneti si corre contro il tempo per completare le operazioni di potatura do suo malgrado il collega. Adesso l’uomo è in via di guarigione, nel frattempo si è ammalato il collega. Dopo il secondo caso è stata fatta una prima sanificazione di tutta la sede territoriale. Poi però è risultato contagiato un terzo dipendente e a questo punto è stato deciso di chiudere e mettere tutti in quarantena nella propria abitazione per almeno due settimane. Una misura obbligata. Sicuramente si procederà con una seconda sanificazione prima della riapertura. Che potrebbe avvenire lunedì prossimo con il rientro del personale da ferie e malattia. — Giusy Andreoli © RIPRODUZIONE RISERVATA

proprio. I vigneti, in gran parte dislocati nella zona pedecollinare all’interno del perimetro del Parco, dove si producono vini Doc, Docg e Igt, si estendono su una superficie di circa 3.000 ettari. La produzione, nelle annate più generose, si attesta sui 20 milioni di bottiglie (4 milioni Doc, 1 milione Docg e circa 15 milioni Igt). Di questi circa un quarto viene prodotto dalla Cantina. Negli ultimi anni, grazie anche alla scelta delle aziende di puntare sulla qualità, i vini euganei hanno conquistato diversi mercati oltreoceano. Stati Uniti d’America in primis. G. B.

Colli Euganei di Vo’, Alessio Equisetto, la scelta di Verona Fiere di spostare il salone da aprile a giugno è una decisione sensata che permette alle aziende di organizzarsi meglio e sopratutto di non rischiare di investire denaro con un risultato che avrebbe potuto essere non in linea con le aspettative. «Partecipare al Vinitaly comporta per i bilanci delle aziende un investimento non da poco», afferma Equisetto che è appena rientrato da un tour di promozione dei vini della cooperativa di Vo’ nei paesi del Centro America. «Credo che per noi che siamo compresi nella zona rossa e che riusciamo a fare un minimo di attività all’interno dello stabilimento, grazie ad alcune deroghe, ci sarebbe stata qualche difficoltà organizzativa. Vista la situazione a livello internazionale sono convinto che molti espositori avrebbero dato forfait e che il risultato non sarebbe stato quello degli altri anni. Due mesi non sono un’eternità, sempreché la situazione si normalizzi a partire dalle prossime settimane». Nei vigneti del comune di Vo, intanto, si sta correndo contro il tempo per riuscire a completare le operazioni di potatura delle viti prima dell’alegagione che quest’anno è in anticipo». —

Stefani in tour per rilanciare il commercio BORGORICCO. Un tour nel-

le attività di Borgoricco per valutare l’andamento del commercio locale in questo momento di contrazione dovuta al coronavirus. È la contromossa del sindaco Alberto Stefani per battere la paura a uscire di casa che si sta diffondendo. «Oltre a concordare futuri progetti di valorizzazione, la scelta è diretta a promuovere il commercio locale e contrastare per quanto poco la psicosi che si è creata» dichiara il primo cittadino, che è anche parlamentare «In questi giorni ho girato e girerò le attività commerciali del mio Comune. C’è tanta voglia di tornare alla normalità. La loro tenacia, la loro passione, la costante dedizione al cliente, nonostante il momento difficile che sta vivendo il tessuto commerciale veneto, è un messaggio straordinario che porto via con me». Con il consigliere comunale delegato alle Attività produttive, Giulio Ruffato, il sindaco Stefani ha lanciato una campagna social con la pagina Istituzionale del Comune per promuovere le realtà. «Stiamo studiando soluzioni per agevolarle, nel perimetro che la legislazione ci garantisce. Compriamo locale, aiutiamo i nostri imprenditori» esorta Stefani. Per ogni azienda o esercizio visitato viene postata una foto. Un’altra iniziativa riguarda la spesa a domicilio: le risorse stanziate per il Carnevale, annullato in seguito alle norme adottate per contrastare il coronavirus, saranno reinvestite per attivare la “Spesa a Domicilio” già dall’anno prossimo in favore di anziani soli e persone non autosufficienti. Saremo un esempio di Welfare City». — G. A.

saonara

Istituto Comprensivo oggi la disinfezione SAONARA. Come già avvenu-

to in diversi Comuni, dentro e fuori dal Veneto, anche a Saonara si approfitta della chiusura forzata delle scuole per sanificare tutti gli edifici scolastici. Ad annunciarlo è una nota del sindaco Walter Stefan, che da una settimana ormai si serve del web, pagine social comprese, per diffondere i comunicati ufficiali relativi all’emergenza coronavirus. La disinfezione profonda

di tutti i locali dell’Istituto Comprensivo, sia nel plesso di Saonara che in quello di Villatora, verrà eseguita oggi, anche se la riapertura delle scuole è stata posticipata al 16 marzo. La decisione è stata presa d’intesa con la dirigente scolastica professoressa Cristina Sorgente, per garantire agli alunni e anche alle loro famiglie di poter frequentare le lezioni in un ambiente sanificato. — Patrizia Rossetti


8

GIOVEDÌ 5 MARZO 2020 LA TRIBUNA

PRIMO PIANO

L’allarme globale: le Ipab trevigiane

E adesso l’onda arriva anche alle case di riposo «L’allerta è altissima» Nelle strutture per anziani due scuole di pensiero. Controlli anche nei centri diurni Ieri la circolare dell’Usl 2 con le linee guida sulle positività: c’è un super-referente TREVISO. E adesso i n allerta ci

sono le case di riposo della Marca. Il collegamento fra i due anziani deceduti e le case di riposo di cui erano ospiti ha alzato il livello di guardia, specie a Treviso e nell’hinterland. E lo stesso comunicato ufficiale dell’azienda sanitaria ha fatto riferimento ad almeno 6 casi di isolamento di anziani ospiti nella strutture sottoposti a regime di isolamento. Ma ci sono altri casi sospetti e monitorati attentamente, in strutture più o meno blindate, con l’adozione delle adeguate misure di protezione da parte degli operatori e del personale. Non è un caso che ieri l’Usl 2 abbia diramato una circolare a tutte le strutture esistenti nel territorio provinciale indicando le linee guida da adottare da parte delle case di riposo e nominando Franco Moretto, già responsabile della unità operativa dei "Controlli delle strutture socio-sanitarie private e convenzionate", nuovo referente di questa ulteriore frontiera della lotta al virus. Moretto sarà anche il riferimento degli operatori del Sisp (Servizio Igiene Sanità Pubblica) in caso di interventi.

ratore interno affiancato da un operatore del servizio di Igiene e sanità pubblica. Eventuali dipendenti positivi resteranno in isolamento domiciliare fino alla risoluzione della sintomatologia, e a nuovo test negativo al termine. Chi risulterà negativo potrà continuare a prestare servizio con mascherina chirurgica, e nuovo test dopo 14 giorni. I dipendenti, all’insorgenza di sintomi, dovranno comunicarlo subito alla rispettiva direzione della casa di riposo. Se un ospite dev’essere ricoverato in ospedale, sarà il Pronto soccorso del presidio con competenza territoriale

Il rigoroso protocollo sui casi accertati negli ospizi e le norme per il personale a valutare clinicamente il malato. Se poi questo dovesse risultare positivo al test, tornerà alla casa di riposo ma in padiglioni e strutture ad hoc, che le case di riposo stanno allestendo o hanno allestito in questi giorni. GLI AFFLUSSI

LE DIRETTIVE

L’Usl 2 ha stabilito un vero e proprio protocollo, nel caso in cui nella strutture sia presente un ospite risultato positivo al test del coronavirus: il test per Covid-19 sarà eseguito su tutto il personale di assistenza venuto a contatto stretto con l'ospite. Il tampone sarà effettuato da un ope-

E i visitatori degli ospiti? Per i parenti degli anziani risultati positivi c’è divieto assoluto. Per tutti gli altri l’Usl 2 raccomanda espressamente «accessi molto limitati», con «frazionamento orario dei visitatori» e l’obiettivo di «limitare il numero complessivo nell'unità di tempo, e un accesso di non più di una unità per ospi-

te». Misure che sono state applicate un po’ ovunque, anche se vi sono strutture che hanno disposto la chiusura a chi viene dall’esterno, con deroghe concesse in via eccezionale LE DUE LINEE

Ma qui emerge, dalle varie realtà, una divisione delle diverse strutture, fra chi ha blindato letteralmente le strutture stesse, creando addirittura una zona “franca” per lo scambio della biancheria (in entrata e in uscita), e chi ha aperto, magari con flussi contingentati (fino a 5-6 persone) per turno, e con scaglionamento del tempo concesso (da 20 minuti a mezz’ora). Anche per i centri diurni, in diverse realtà c’è chi ha attivato controlli sugli accessi degli stessi ospiti, con verifiche sulla temperature corporea, e chi invece ha deciso di sospendere in questi periodi di emergenza gli stessi centri, lasciando ospiti a casa. La conferma arriva dall’Uripa - Unione regionale delle Ipab - che riunisce 58 strutture della Marca, di fatto il 90 per cento della strutture esistenti, pubbliche e private. Differenti le reazionidei familairi degli ospiti. Ma, ad esempio alla struttura delle suore francescane c’è stata comprensione: « A parte alcune proteste iniziali, via via tutti hanno compreso le ragioni del provvedimento, mostrando infine la massima disponibilità», dicono alla struttura di Borgo Cavour.— Andrea Passerini

ciFre & Dati

6 I casi di positività al Covid 1\9 monitorati nelle case di riposo nel teritorio dell’Usl 2

58 La case di riposo pubbliche e private attive in provincia di Treviso aderenti all’Uripa regionale

6.318 I posti letto complessivi esistenti in provincia di Treviso come da schede regionali del 2018

1019 Quelli per ospiti anziani autosufficienti

5061 Quelli per ospiti anziani non autosufficienti

2 Le circolari emanate dall’Usl 2 nelle ultime due settimane sulla base delle direttive di governo e Regione Veneto

le soluZioni

Videochiamate dalle stanze per comunicare con i parenti Prosegue la sperimentazione nelle strutture trevigiane che hanno vietato tutti gli ingressi dei parenti da ormai quasi quindici giorni TREVISO. All’Israa, la realtà più grossa del capoluogo e l’Ipab più grande del Veneto, non ci sono allo stato casi di positività. Lo conferma il neopresidente Mauro Michielon, che certo non pensa-

va di esordire con un’emergenza. «L’emergenza fa sì che monitoriamo costantemente, di fatto h24, la situazione di tutti i nostri residenti», spiega, «L’attenzione più alta è rivolta ai soggetti più deboli e fragili. Per quanto riguarda l’accesso dei familiari, stiamo proseguendo con la limitazione al minimo degli ingressi, già la scorsa settimana, e solo in casi molto parti-

colari e con deroga della capostruttura per gli ospiti più fragili», spiega l’ex assessore al sociale, «Questo non vuol dire che siano isolati, abbiamo attivato adesso anche un servizio di videochiamata perché possano vedere i familiari. Il nostro intento è di tutelarli cercando di farli sentire al massimo a loro a agio in questo momento difficile». «In tutte le strutture l’aller-

La sede Israa di Treviso

ta è molto alta», dice dal canto suo Maurizio Trento, presidente della casa di riposo di Castelfranco, e delegato provinciale dell’Uripa, «Sin dal primo sorgere dell’emergenza coronavirus le strutture si sono prodigate al massimo per dare la miglior applicazione delle misure predisposta dall’autorità sanitaria , unendo il rigoroso controllo delle visite e degli accessi al monitoraggio attento degli ospiti. È vero che c’è chi ha abolito gli accesi e chi li sta invece contingentando? «E’ vero, ci sono linee un po’ diverse, quanto a tolleranza, ma sempre con la dovuta attenzione. E in questi ultimi giorni il livello di guardia, ovunque, si è alzato ancora». — Copia di promopress


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.