RASSEGNA STAMPA DEL 10 FEBBRAIO 2020

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LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

il governatore replica alle critiche di un lettore

Zaia: «Niente tagli nella sanità bellunese Ci sono importanti investimenti in corso» I due sindaci di Belluno e Feltre replicano: non basta l’elicottero, restano irrisolti i problemi dei collegamenti con la periferia Francesco Dal Mas BELLUNO. Per la sanità in montagna sono stati fatti solo tagli? «È una bugia» replica Luca Zaia, presidente della Regione, in una risposta al nostro lettore Diego De Toffol che in una lettera al giornale pubblicata ieri aveva evidenziato una serie di problemi. Il lettore, in verità, aveva soprattutto elogiato il reparto di dermatologia dell’ospedale di Belluno, e anche il pronto soccorso, chiamando eroi coloro che ci lavorano e sottolineando la carenza di personale. In un passaggio della lettera ha chiamato in causa “i signori della Laguna che si vantano dei meriti”. Tanto è bastato a Zaia per inviare al giornale una lettera in risposta al lettore. Dice Zaia: «Non abbiamo chiuso o ridimensionato nessun ospedale o servizio: abbiamo tenuto aperti tutti i punti nascita in montagna lottando contro il Ministro che voleva chiuderli; abbiamo salvato con un’operazione difficile e nuova il Codivilla di Cortina; abbiamo evitato la chiusura della struttura (privata) di Misurina garantendo 1,3 milioni l’anno di convenzione pubblica per tre anni; nel solo 2019 abbiamo investito in montagna in interventi e apparecchiature 13 milioni 505 mila euro». Il governatore ricorda anche il nuovo pronto soccorso di Pieve di Cadore e la nuova piazzola dell’elisoccorso, che tra poco avrà il via libera per il volo notturno; il rilancio dell’ospedale di Feltre con il nuovo pronto soccorso

Il governatore del Veneto Luca Zaia con il direttore generale dell’Usl Rasi, in occasione della donazione di Fiabane per i farmaci antiblastici

Il dibattito è molto vivo in questi giorni con le polemiche sulle ambulanze e una nuova risonanza magnetica; la struttura a Belluno per autoprodurre farmaci antiblastici contro il tumore. «Stiamo lavorando per dare tutto ciò che serve al Punto di Primo Intervento di Auronzo – assicura il presidente – così come pensiamo anche al futuro avendo inserito nei progetti per accedere ai fondi nazionali del Cipe il miglioramento sismico dell’o-

spedale di Belluno per più di 39 milioni e l’adeguamento e riqualificazione del padiglione Della Palma dell’Ospedale di Feltre per 20 milioni». Quanto alla mancanza di medici, «è vero – ammette Zaia – ma in tutta Italia e non per colpa delle Regioni, ma di una programmazione nazionale sbagliata. Da anni. E tra le specialità in cui si fatica a trovare professionisti c’è proprio anche la dermatologia» citata dall’interlocutore bellunese. Rivolgendosi sempre a De Toffol, Zaia conclude: «Sono tutte circostanze verificabili. Se Lei ha dati diversi, li renda pubblici».

La lettera cade in un momento di particolare fibrillazione della sanità bellunese, a partire dal dibattito sul servizio di emergenza in Val d’Ansiei e in Val Comelico. «Se è vero che la Regione ha consolidato tanti servizi sanitari sulle Dolomiti (si pensi solo a Feltre) e se è vero che il problema più grave, la mancanza di medici, è il risultato di un’errata programmazione nazionale, è anche vero – ammette il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin – che rimane parzialmente irrisolto il nodo dell’emergenza nella nostra periferia più estrema, dove ci vuole spesso ben più di un’ora per ricoverare un inci-

Massaro: «Ci sono troppe dismissioni di servizi sul territorio» dentato un malato in ospedale». Perenzin riconosce che su questo versante «non si è fatto ancora abbastanza da parte della Regione», ma la responsabilità – aggiunge – è anche nostra, di noi sindaci di città o di fondo valle, con gli ospedali sottocasa, che non ci rendiamo conto, ad esempio, che non basta l’elicottero per raggiungere i bor-

ghi e le case, o le strade più lontane e, magari, anche più inaccessibili. Jacopo Massaro, sindaco di Belluno e presidente della Conferenza dei sindaci, è ancora più perentorio. «Diciamo pure che la Regione ha disatteso le richieste delle terre più alte di poter contare su tempi di percorrenza accettabili per salvare una vita umana», puntualizza Massaro. «Il tempo di un’ora per soccorrere un malato grave, come prevedono le disposizioni, non è rispettato in troppi casi. E l’elicottero non può rappresentare un’alternativa». Secondo il presidente della Conferenza, inoltre, l’esternalizzazione del servizio di emergenza, come progressivamente di altre attività, aggrava la situazione, avvantaggiando di fatto la privatizzazione. E, restando nell’emergenza, la prospettiva si aggraverà perché dall’Agordino al Comelico si contrae ogni anno di più la disponibilità di volontari che recuperano con l’ambulanza chi ha bisogno. E i sindaci per primi sono preoccupati. Massaro riconosce quanto la Regione ha fatto, ma pone sotto i riflettori quanto resta da fare. Anche relativamente al personale sanitario, medico in particolare, la cui carenza, secondo lui, non ha solo responsabilità nazionale. O, ancora, per quanto riguarda l’assistenza psichiatrica, con dismissioni di servizi sul territorio. Qualche risposta, probabilmente, già sabato prossimo, nell’incontro dell’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, con i sindaci del Cadore e del Comelico». —


II

Belluno

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Dal centro storico a Borgo Piave: la città si fa bella in tv `Giornata di riprese

per “La Zanzega” in onda su Antenna 3 IL FOCUS BELLUNO Dal centro storico a Villa Buzzati fino su, alle scuole Agosti di Baldenich. Il capoluogo dolomitico torna a farsi bello sul piccolo schermo. Questa volta lo fa dall’emittente Antenna 3, all’interno del programma La Zanzega. Le immagini sono state girate la scorsa

settimana. In due giorni la troupe con il conduttore Daniele Marcassa ha girato il centro cittadino a caccia degli scorci più belli, è entrato a Palazzo Fulcis e si è spinto fino a Villa Buzzati San Pellegrino per un focus dedicato allo scrittore bellunese. La puntata andrà in onda giovedì alle 21.15, con replica domenica alle 17. A raccontare la città si vedrà anche un volto noto per i bellunesi, quello dell’assessore Marco Perale che di tanto in tanto interviene nella passeggiata del conduttore lungo le vie e le piazze di Belluno per regalare perle stori-

che su monumenti, porte e luoghi. I bellunesi riconosceranno la loro città e le zone più frequentate, forse dai racconti impareranno anche qualcosa di nuovo. «Siamo stati a Villa San Pellegrino – spiega Marcassa entusiasta -, quindi abbiamo girato all’interno di un’osteria tipica, del museo civico Fulcis, della chiesa di Santo Stefano». Ma non solo, ci saranno vedute di piazza dei Martiri e del Duomo. La troupe si è poi spinta fino all’estremità sud del centro, a Borgo Piave, per raccontare la storia degli zattieri, della loro economia e del loro coraggio a solcare le acque tur-

bolente del Piave dal Cadore a Venezia in equilibrio su pochi tronchi di legno e fino all’Istituto Agosti a Baldenich. Non è la prima volta che la provincia di Belluno è protagonista all’interno del programma La Zanzega. Lo scorso fine dicembre, infatti, la troupe era arrivata per girare immagini tra il Feltrino e Cortina, peraltro già andate in onda. In quell’occasione aveva anche fatto tappa al jazzclub Unisono, condendo con la musica la puntata. Antenna 3 è visibile ai canali 13 - 16 e 17 e in live streaming sulle piattaforme web. (atr)

Dopo gli insulti per Vaia minacce ai magistrati

Gli Amici del Museo tra bilanci e iniziative L’ASSEMBLEA BELLUNO Sorretta dall’impegno di dare continuità ad un sodalizio che gli anni (40 dalla fondazione) e l’attività svolta hanno reso tanto meritorio nella realtà culturale cittadina, l’Associazione Amici del Museo domani si riunirà in assemblea (ora 17.30) in Sala Bianchi per un bilancio dell’anno appena trascorso, approvare il bilancio 2019 e presentare le iniziative in programma nel 2020. Ad ordine del giorno esaurito, Giorgio Ghe, socio e membro del consiglio direttivo, proietterà alcune foto scattate durante le visite guidate a Venezia, in Val Zoldana e a Vallada Agordina. Il programma 2020 avrà uno sviluppo analogo a quello del 2019, che si è concluso con un bilancio positivo. Nel primo semestre Mario Po’ parlerà della Scuola Grande di San Marco di Venezia di cui è direttore; Gabriele Mancuso, ebraista e docente universitario, muovendo dalla realtà del Ghetto veneziano, ci guiderà alla conoscenza dei Ghetti d’Italia e delle problematiche connesse a tale sistema socio-politico. Ritornerà poi la storica dell’arte Benedetta Fanciulli per parlarci di Tiziano e completare così con il sommo Maestro la triade dei pittori protagonisti del Cinquecento veneziano. Ed infine accoglieremo in veste di scrittore Mario Brunello, che ci introdurrà nelle vie del “Silenzio”, lungo le quali ha condotto una ricerca spirituale e di costume confluita nel libro omonimo, edito da “il Mulino”.

LE RIPRESE La troupe guidata dall’assessore Marco Perale

`Protagonista

ancora Laura Internicola: bresciana già nei guai IL CASO IL CASO I furti di nanetti non rappresentano una novità: vanno a ruba nei giardini delle case

I nanetti vanno a ruba: spariti dal Monte Serva Posizionati da un residente lo scorsa estate: denuncia social

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IL FURTO BELLUNO Ladri di nanetti nei boschi del Monte Serva. Sono spariti i nani e la Biancaneve sistemati da un residente sotto un albero, nel bosco a pochi metri dalla chiesetta antica di San Liberale. L’uomo, P.D.S., li aveva appoggiati lì la scorsa estate insieme ai nipoti per ingentilire il luogo e per l’allegria dei bambini. Le mini sculture, colorate e buffe come se ne vedono tante nei giardini delle abitazioni, sono rimaste al loro posto per meno di un anno perché di recente l’uomo, tornato da quelle parti, non ne ha più trovata traccia. Subito è scattata la denuncia del furto, sebbene di poco valore, al popolo di Facebook at-

traverso il gruppo “Sei di Cavarzano o di Cusighe se...”. «Ringrazio quel morto di fame che se li è portati a casa», ha scritto il derubato pubblicando anche due foto dei nani nella loro posizione sotto la pianta e dando così il via ad una lunga colonna di commenti indignati. Certo sarà praticamente impossibile risalire all’autore o agli autori del gesto, ma qualcu-

IL PROPRIETARIO: «RINGRAZIO QUEL MORTO DI FAME CHE SE LI È PORTATI A CASA» MA DIFFICILMENTE SI SAPRÀ IL SUO NOME

no nel gruppo apre alla speranza di poter ritrovare i personaggi della fiaba poco distante dal boschetto, magari spostati da qualcuno in vena di dispetti. Non è la prima volta, d’altra parte, che la zona ai piedi del Serva diventa obiettivo di incivili e maleducati. Facilmente raggiungibile in auto e relativamente isolata, perché le case attorno sono una manciata, l’area della chiesetta antica è stata a più riprese minacciata da adolescenti che si ritrovano per mangiare la pizza dai cartoni e bere birre proprio davanti all’ingresso lasciando tutti i rifiuti sul luogo, quando non si arrampicano sulla fragile strutture dell’edificio del Trecento per scattarsi selfie dal tetto di pietra. Alessia Trentin

BELLUNO «Caro Pm di Belluno se non ti dai una regolata alla svelta lo sai dove te lo ficco sto proiettile vero?». Parole accompagnate dalla fotografia di un proiettile d’artiglieria: una bomba. Alza il tiro Laura Internicola, una residente nella cittadina lombarda di Carpenedolo e appassionata di sci e montagna. La donna era finita nei guai dopo un altro post, sempre affidato al social network Facebook, tre mesi dopo Vaia. In quell’occasione se l’era presa con i bellunesi. «Siete semplicemente indegni ed indecenti. A 3 mesi dalla frana e devastazione pensate solo a prendere i soldi del parcheggio, del trenino estivo e a pulire per terra in paese, canyon chiuso e alberi sulle strade lasciati a remengo. Popolazione di lazzaroni ed assistenzialisti. Ma piegate la schiena a lavorare, che vivete di questo e rendete il paradiso in cui state un inferno (...) E c’è gente che gli vuol pure dare soldi… Per cosa, quando la mentalità è marcia». Un commento che aveva scatenato indignazione ed ha spinto il Sindaco di Rocca Pietore e la Regione ad avanzare una richiesta di risarcimento per i danni d’immagine, oltre ad una denuncia in sede penale per la diffamazione a mezzo

stampa. Andrea De Bernardin, primo cittadino di Rocca Pietore, aveva anche chiesto l’oscuramento delle pagine web. E all’epoca ad intervenire in prima persona era stato addirittura lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia che si era detto esterrefatto delle offese rimarcando gli sforzi dei bellunesi. A quindici mesi di distanza Internicola restringe il campo. E punta dritta al Pm che indaga sulla vicenda. A chiarire che l’obiettivo della bomba è la magistratura sono le parole che seguono: «Te e tutti i togati del circo, quindi a mali estremi, estremi rimedi». Difficile immaginare possa finire a tarallucci e vino. Andrea Zambenedetti

PROIETTILE D’ARTIGLIERIA La foto a corredo della minaccia

CONTRO LA DONNA C’È GIÀ UNA RICHIESTA DI RISARCIMENTO PER DANNO D’IMMAGINE A SPORGERLA REGIONE E COMUNE

Legno ed elettronica: il Centro Consorzi “sforna” tredici nuovi operatori `I corsi di qualifica

professionale conclusi: 800 ore di formazione LA SPECIALIZZAZIONE BELLUNO Ci sono 8 nuovi operatori del legno e 5 operatori elettronica in provincia. Sì, perché sono da pochi giorni terminate le lezione dei corsi di qualifica professionale rivolti a persone adulte del territorio, sia occupate che disoccupate, organizzate dal Centro Consorzi di Sedico. Con 800 ore di formazione, di cui 600 dedicate alle discipline relative all’area professionale del legno o dell’elettronica e 200 alle materie culturali come ita-

liano, diritto, matematica e inglese, il percorso ha portato 13 persone a ottenere una qualifica e competenze facilmente spendibili nel mercato del lavoro. I nuovi operatori sono: Andrea Bortolas, Gianluca Casanova, Arrigo Da Rozze, Marika De Moliner, Antonio Mattiuzzo, Erika Paolin, Oscar Saorin e Antonella Sartoni per il settore legno; Giovanni Abate, Michele Balen, Rabii Jabal, Mark Qarraj e Sabina Susana per l’elettronico. Per alcuni corsisti è stata prevista la misura del tirocinio curriculare: della durata di 120 ore per coloro che avevano già maturato esperienza di lavoro affine e di 320 ore per chi era alle prime armi in ambito affine e doveva quindi approcciare ex novo al settore di interesse. I professori

QUALIFICATI Gli operatori del legno a corso ultimato dopo le lezioni che si sono svolte al Centro Consorzi di Sedico

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sono rimasti soddisfatti, perché al termine del corso, conclusosi con il mese di gennaio, quasi tutti i disoccupati hanno trovato lavoro. La novità positiva di questa edizione è stata la presenza di ben quattro donne in due settori generalmente di interesse prettamente maschile. «Il valore aggiunto di queste proposte di formazione – spiegano dalla scuola - è l’attenzione rivolta alle persone da parte del corpo docente e del personale del Centro di formazione. Risorse personali e aspettative dei corsisti sono i nodi su cui il lavoro di tutti viene indirizzato. Con la formazione si possono così valorizzare le potenzialità di ciascun corsista andando anche ad arricchire le conoscenze ed abilità in ingresso».

Il Centro Consorzi è un organismo di formazione con sede a Sedico presente e attivo da oltre trent’anni. Forma ragazzi e adulti e affianca le imprese bellunesi offrendo servizi nel settore, anche, della sicurezza, delle reti di impresa e della connessione internet/telefono. La formazione rivolta agli adulti è una novità abbastanza recente, per il Centro, questa infatti è stata la terza edizione; l’interesse e la partecipazione dimostrati anche da questi ultimi corsisti dimostrano come la proposta continui a piacere e a rispondere alle esigenze di chi è senza lavoro e cerca una specializzazione per rientrare nel mercato e di chi, invece, l’impiego ce l’ha ma vuole affinare le proprie competenze. (atr)


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Cronaca

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Il Pums: «Prandina, sì al parcheggio» La parola fine sul destino dell’area è stata messo dal piano `La zona di sosta sostituirà quella di piazza Insurrezione, urbanistico della mobilità sostenibile “targato” Lorenzoni dove verrà avviato dal Comune un progetto di riqualificazione `

LA CITTÀ CHE CAMBIA PADOVA Alla Prandina si dovrà

realizzare un parcheggio e dovrà sostituire l’area di sosta di piazza Insurrezione. A mettere la parola fine sul destino dell’ex caserma, affacciata su corso Milano, è il Piano urbanistico della mobilità sostenibile, il così detto Pums. Di fatto, uno dei fiori all’occhiello del vicesindaco Arturo Lorenzoni. Un piano che va a disegnare la mobilità della Grande Padova da qui ai prossimi 20 anni.

IL PROGETTO Nel dispositivo si mettono in fila una serie di interventi che dovrebbero rendere più sostenibile il modo di muoversi dei padovani del futuro. Si va dal potenziamento del trasporto su rotaia, all’istituzione nei centri urbani, delle aree trenta, ovvero interi rioni dove le auto non potranno superare i 30 chilometri orari. Nel capitolo dedicato ai parcheggi, però, si affronta anche la questione Prandina. “La città di Padova parte da una buona dotazione

degli spazi di sosta: ammontano a poco meno di 9.700 di cui il 30% a bordo strada tariffati, più del 50% affidati alla gestione di Aps e altri operatori privati e il rimante 20% rappresentato dai parcheggi scambiatori – si legge nella relazione allegata al Pums - Lo scenario di riferimento ci consegna l’inserimento di spazi di sosta nell’area dell’ex caserma Prandina”. “Il numero di stalli da precisare, così come la tipologia e il modello di gestione dell’impianto terrà conto dell’esito del percorso di partecipazione avviato nell’ambito di Agenda 21 – si aggiunge - Tale intervento dovrà assorbire la dotazione di sosta attualmente presente nel parcheggio di piazza Insurrezione, quest’ultimo interessato da un progetto di riqualificazione”. Insomma, una circostanza viene data per scontata: aldilà del numero dei posti auto, il futuro dell’ex caserma non può prescindere dalla realizzazione di un nuovo parcheggio, anche perché ci sono da recuperare i posti auto che si perderanno in piazza Insurrezione. Una conclusione che mal si

concilia con la recente presa di posizione di Coalizione civica.

LA POLITICA «Senza ombra di dubbio, una delle nostre priorità resta la lotta all’inquinamento – ha spiegato la settimana scorsa Susanna Scotti, del coordinamento politico del popolo arancione - Per questo siamo per il potenziamento del trasporto pubblico e per dire basta alle nuove aree di sosta. In modo particolare, vogliamo ribadire che per noi alla Prandina non deve essere realizzato alcun parcheggio. Al massimo si possono ricavare dei posti auto da destinare a chi lavorerà all’interno delle strutture che troveranno posto nell’ex caserma». Indirettamente ora la rispo-

SUSANNA SCOTTI DI COALIZIONE CIVICA: «IL NOSTRO OBIETTIVO È LA LOTTA ALLO SMOG, VOGLIAMO POTENZIARE IL TRASPORTO PUBBLICO»

L’operazione L’agenzia del Demanio è padrona del terreno La caserma Prandina, attualmente di proprietà dell’Agenzia del Demanio, entrerà nella disponibilità del Comune entro la prossima estate. L’operazione, infatti, prevede che palazzo Moroni permuti l’area di via Anelli (liberata dalle 6 palazzine) con l’ex caserma. Al posto del complesso Serenissima, verrà realizzata la nuova questura. Alla Prandina, invece, troverà posto un mega parcheggio a servizio del centro storico. Un’operazione che il Comune ha già finanziato con 4.5 milioni di euro. Il cantiere in via Anelli, intanto, dovrebbe chiudesi entro l’estate. Sabato scorso, per esempio, sono iniziate le demolizioni della seconda palazzina. La prima, invece, è stata rasa al suolo a dicembre. A breve, le ruspe dovrebbero poi aggredire lo stabile al civico 25, quello che fino ad una decina di anni fa ospitava una moschea.

sta arriva dal piano su cui, per anni, ha lavorato proprio Lorenzoni. Il Piano urbanistico della mobilità sostenibile dà per scontato che nell’ex caserma troverà posto un’area di sosta. Una circostanza che rischia, ancora una volta, di infiammare gli animi in maggioranza. Sulla questione, per esempio, a più riprese, ha avuto parole molto dure anche la consigliera arancione Daniela Ruffini che ha insistito sul fatto che, un nuovo parcheggio a ridosso del centro storico, rischia di trasformarsi in un attrattore del traffico. Al contrario, soprattutto tra le fila della lista Giordani, c’è chi preme sull’acceleratore per realizzare all’interno dell’ex caserma un maxi parcheggio. Alberto Rodighiero

LA CONSIGLIERA RUFFINI HA SEMPRE DICHIARATO COME UN NUOVO PARKING IN CENTRO POSSA SOLO ATTIRARE ALTRO TRAFFICO

EX PRANDINA Il posteggio all’interno dell’ex caserma adesso è realtà grazie al piano urbanistico della mobilità sostenibile voluto da Lorenzoni

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Salvini al Geox, Sardine al Portello INCONTRI POLITICI PADOVA Matteo Salvini al

Gran Teatro Geox e le sardine al Portello. Quella di oggi sarà una giornata decisamente intensa per la politica padovana. Alle 18 e 30, infatti, al Gran teatro Geox di corso Australia arriverà il leader della Lega. Ad accompagnare Matteo Salvini ci saranno il governatore Luca Zaia e l’ex ministro Lorenzo Fontana. L’incontro, che si concentrerà soprattutto su questioni legate al mondo vitivinicolo, del turismo, dell’Università e dello sport, vedrà partecipazione, tra gli altri, del campione di sci alpino Kristian Ghedina. Sempre alle 18.30, ma in piazza Portello, si sono date appuntamento, per protestare contro la presenza dell’ex ministro dell’Interno in città, le sardine padovane. Ad aderire all’evento sono anche l’attore Andrea Pennacchi e il cantautore Giorgio Gobbo. «Saremo in tante, saremo colorate, saremo decise e belle strette, ma di questi tempi è meglio stringersi che perdersi. Non credete? – spiegano le sardine - quando Salvini inizierà il suo show, noi saremo lì fuori, , in mezzo alla gente, ci stringeremo fino a soffocare per far arrivare un segnale forte e chiaro: noi siamo in tanti e siamo veri, e voi?». «Padova non ha bisogno della politica dei citofoni, del bullismo sui social, della propaganda costruita sulle bugie, fatta a spese dei più deboli. Abbiamo un’altra idea di politica, partecipata ed inclusiva, con parole d’ordine di speranza, non di odio – aggiungono gli organizzatori dell’evento Per questo lanciamo un flash-mob nella nostra Padova». Al.Rod.


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Provincia

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

La Marca in lutto GODEGA «Foscolo, nei Sepolcri, dice che solo chi ha fatto cose grandi nella vita si garantisce l’immortalità. Bepi, perché per noi suoi concittadini era semplicemente l’amico Bepi, l’ha sicuramente conquistata, per l’impegno sociale, il successo imprenditoriale, il suo amore per l’arte e la cultura che lo facevano del tutto speciale». Con queste parole, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda Giuseppe Da Re, l’industriale trevigiano che ha inventato i “Bibanesi”, morto sabato all’età di 76 anni dopo una lunga malattia.

IL CORDOGLIO «Il primo pensiero e il mio profondo cordoglio vanno alla moglie Adriana, ai figli Francesca, Nicola e Armando, a tutti i suoi familiari e amici. Bepi è stato un grande per tanti motivi – aggiunge il Governatore – non solo per aver trasformato un piccolo panificio di famiglia in un’azienda conosciuta e apprezzata in Italia e nel mondo, ma per averlo fatto realizzando anche una straordinaria difesa identitaria del suo paese. In una fase storica in cui tutti cer-

Zaia: «Caro Bepi sei diventato immortale» Il dolore del presidente della Regione ` Cordoglio anche dal Premio Campiello per la morte di Da Re, papà dei Bibanesi «Personaggio unico, di rara sensibilità» `

cavano di affermare i loro prodotti con i nomi più strani, spesso “americanizzandoli”, Bepi chiamò la sua creatura, i buonissimi Bibanesi, con il nome della gente del borgo omonimo. Per di più portando al successo un prodotto in un settore che sembrava già saturo, fino a riuscire a farlo inserire nell’Atlante dei Prodotti tipici». «Con dolore e nostalgia – conclude Zaia - saluto per l’ultima volta un pezzo di storia della

IL LUTTO Il governatore Luca Zaia ha ricordato l’amico Giuseppe Da Re, crerato del colosso dei Bibanesi

mia terra e dell’imprenditoria nazionale, arricchito da straordinarie sensibilità per l’arte e per il sociale, da un’inarrestabile carica positiva, da un sorriso aperto e sincero che non dimenticheremo mai».

L’OMAGGIO Un ricordo di grande stima e dolore arriva anche dal Premio Campiello, del quale Da Re era componente del Comitato di Gestione. «Con la scomparsa di

«HA CONQUISTATO UN POSTO TRA I GRANDI PER IL SUO IMPEGNO SOCIALE E PER IL SUCCESSO IMPRENDITORIALE»

IL FUNERALE Sarà una Bibano blindata quella che oggi si appresta a dare l’ultimo saluto al suo Giuseppe Da Re. Alle 15.30 nella chiesa della frazione di Godega di Sant’Urbano sono attesi nomi illustri della politica, dell’economia e della cultura. Personaggio eclettico il padre dei “Bibanesi” lascia dietro si sè tracce che non si limitano al suo percorso professionale, ma spaziano dall’impegno sociale al mondo dell’arte.

L’ORGANIZZAZIONE In diversi oggi vorranno portare il loro saluto, omaggio all’uomo, e all’imprenditore. In quella chiesa che porta, un po’, anche la sua firma: suo è il crocefisso bronzeo collocato in prossimità del presbiterio. «Per

GRANDE ESEMPIO L’imprenditore Giuseppe Da Re, l’inventore dei Bibanesi, è morto all’età di 76 anni: oggi a Bibano si terrà il funerale

Attesi big, politici e artisti Bibano blindata per l’addio noi la sua morte rappresenta una perdita importante sia sotto il profilo umano, che imprenditoriale - afferma il sindaco Paola Guzzo - Domani (oggi, ndr) sarò presente per portare l’affetto e la stima di tutta la comunità. Sono certa che la funzione sarà molto partecipata, perchè lui era conosciutissimo

IL SINDACO GUZZO ALLERTA I VIGILI: «PER LA NOSTRA COMUNITÀ È UNA PERDITA IMMENSA»

e molto amato». L’afflusso di gente, prima e dopo la funzione, verrà regolato dalla polizia municipale.

IL DOLORE Il prossimo 20 aprile Giuseppe avrebbe compiuto 77 anni. Si è fermato prima, ucciso da un cancro contro il quale lottava da

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LE ISTITUZIONI Il sindaco Paola Guzzo oggi sarà al funerale

Giuseppe Da Re viene a mancare un personaggio unico, imprenditore lungimirante e creativo, con una spiccata sensibilità artistica». Così la Fondazione e il Comitato di Gestione Premio Campiello che lo ricordano con grande affetto: «Un uomo generoso e altruista che il Campiello ha avuto l’onore di avere nella sua squadra. Il cordoglio è profondo. Siamo vicini ad Armando Da Re e alla famiglia tutta».

SENZA TEMPO Imprenditore innovativo e creativo Da Re strinse importanti legami di amicizia con vari personaggi emblematici del mondo dell’arte e della cultura: dal premio Nobel Dario Fo a illustratori come Altan, Nicoletta Costa, Giannelli, Forattini e Mordillo. Il suo nome rimarrà per sempre indissolubilmente legato ai suoi Bibanesi, i “panetti arcaici”, come li chiamava Dario Fo, prodotti negli stabilimenti di Bibano e Zoppè di San Vendemiano e le cui confezioni sono state disegnate dai suoi amici artisti. I “Bibanesi” danzanti, per esempio, portano la firma della matita pungente proprio di Fo, che inviò un manoscritto, riprodotto poi nelle confezioni destinate ai supermarket. Nel cuore di Giuseppe Da Re infatti c’è sempre stata l’arte. La sua grande e vera passione della quale avrebbe voluto vivere. Ma la sorte per lui aveva in serbo ben altro destino. Un panificio di famiglia, il padre che chiede aiuto, lui giovane liceale che corre. Il resto è divenuto storia. Manuela Collodet

tre anni. Ha scelto di morire a casa, nella sua Bibano, tra l’amore della moglie Adriana, dei figli Nicola, Francesca e Armando, dei nipoti, del fratello Luigi, della sorella Noemi. Una storia, una vita di famiglia, la sua. Che nella famiglia su è conclusa. Interrotti gli studi d’arte, la sua passione folle, si dedicò completamente al piccolo panificio artigianale di casa per risollevare le sorti delle famiglia in quegli anni difficili. Sul finire degli anni Settanta i suoi sforzi venero ripagati: rinnovati gli impianti il piccolo panificio diventò uno dei più importanti di tutto il Nord Est. La svolta geniale con la creazione dei Bibanesi, un ibrido tra pane e grissini, lavorati un po’ a mano e un po’ a macchina. Un successo che lui presto aggancia al mondo dell’arte, facendo firmare le confezioni da grandi nomi del design e della cultura.


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Nordest

IL CASO VENEZIA Vogue, la celebre rivista di moda, ha architettato bene la provocazione: tutta pubblicità gratuita. Ecco in copertina il volto dolce e gli occhi, nerissimi e profondi, di una diciottenne di Chiampo, la valle delle concerie in provincia di Vicenza. Italian beauty, bellezza italiana, è la scritta in corsivo che Vogue sbandiera in copertina. E come se non bastasse, la splendida figliola regge, tra le mani affusolate, la parola ITALIA più grande di lei, scolpita nel marmo con l’imperial megalomania di certi monumenti fascisti. Piccolo particolare: la splendida figliola ha la pelle nera. Volete che qualcuno non abboccasse? Maty Fall Diba, così si chiama la giovanissima modella, abita a Chiampo da nove anni e ne ha compiuti 18: un equilibrio quasi simbolico, metà della sua vita in Senegal, metà in Italia, e la cittadinanza italiana fresca fresca. Non per nulla, appena il sindaco di Chiampo, Matteo Macilotti, ha visto la copertina di Vogue, è corso a congratularsi con l’illustre «bellezza chiampese»: «Orgoglioso di te Maty!». Ma pochi chilometri più in là si leva la voce di Daniele Beschin, consigliere comunale ad Arzignano, coordinatore di Forza Nuova per la provincia di Vi-

IL SOTTOSEGRETARIO VARIATI: «RAZZISMO DISGUSTOSO» CIAMBETTI: «CONTENTO PER LEI, UNA RAGAZZA AFRO-VENETA»

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Bellezza italiana, pelle nera Lite sulla modella vicentina Maty Fall Diba in copertina su Vogue ` Forza Nuova: «Una chiampese doc deve Nata in Senegal, in Veneto da nove anni essere bianca». Da Pd a Lega tutti contro `

cenza e capogruppo di maggioranza con la Lega. «Una gran bella ragazza - ammette Beschin - ma da qui a dire che è una “bellezza italiana” ce ne passa. Ormai il politicamente corretto e il terrore di essere razzisti ci ha portato a perdere di vista il buon senso. È una bellissima senegalese. Per me una chiampese doc è una ragazza solare, bianca».

I precedenti

CAPOGRUPPO PD 1996, Denny Mendez «Nella valle della concia vivoMiss Italia e nel 2015 no migliaia di cittadini nati in Ahlam el Brinis in finale terra straniera, ad Arzignano

LE REAZIONI E sono proprio queste parole ad alzare il livello dello scontro e a spingere Achille Variati, già sindaco di Vicenza e presidente della Provincia, ed ora sottosegretario nel governo Conte II, ad intervenire: «Solo un bianco può essere italiano. Depurata di tutte le finte e ironiche chiacchiere sul politicamente corretto, questa è la posizione di Boschin. Ed è una posizione semplicemente, incontrovertibilmente, disgustosamente razzista - tuona Variati, annunciando la volontà di segnalare l’episodio a chi di dovere - una posizione che non possiamo accettare e che è incompatibile con la funzione pubblica di un consigliere comunale. Non può esserci spazio per il razzismo nelle istituzioni della Repubblica italiana». «Maty non sarebbe una “bellezza italiana”? A dir poco,

l’uscita di Daniele Beschin è infelice» afferma Roberto Ciambetti (Lega), presidente del Consiglio Regionale del Veneto: «Maty Fall Diba è una bellezza afro-veneta. Non è nemmeno la prima, né sarà l’ultima: ricordate Anna Zonta, modella afro-veneta, nata in Uganda se ben ricordo, che posò per il calendario di Raixe Venete? Il problema - osserva - è lo stereotipo che si vorrebbe consolidare attorno alla nostra società veneta che sarebbe impregnata di razzismo e xenofobia, quando non è così. Il Veneto ha attratto migliaia di lavoratori stranieri, e ci sono anche veneto-senegalesi, come Maty: è la normalità in una regione ricca di storia e di incontri. Come il sindaco di Chiampo anch’io sono contento se una veneta conquista la copertina di Vogue».

IN COPERTINA Il numero di Vogue Italia dedicato a Maty Fall Diba, 18enne, nata in Senegal e in Veneto da nove anni, cittadina italiana.

VENEZIA Correva l’anno 1996, e forse non era un caso. Il problema extracomunitari cominciava a imporsi. E proprio in quell’anno Denny Andreina Mendez de la Rosa (nella foto) nata a Santo Domingo, arrivata in Italia a 11 anni, fu eletta Miss Italia. Il televoto fu un plebiscito per lei, ma la madrina del concorso, Alba Parietti, protestò: «Non rappresenta la bellezza italiana». Nel 2015 la veneta Ahlam el Brinis, musulmana di famiglia marocchina ma nata a Padova e residente a Montebelluna, arrivò in finale a Miss Italia. Per lei fece il tifo anche il governatore del Veneto, Luca Zaia.

sono il 20% - annota Stefano Fracasso, capogruppo Pd in Consiglio regionale del Veneto - quindi male ha fatto il consigliere della Destra arzignanese a sollevare la polemica: Maty è una vera bellezza italiana». La consigliera regionale Cristina Guarda (Veneto2020) attacca il Carroccio: «Se Beschin non verrà immediatamente espulso dal gruppo consigliare della Lega di Arzignano, e se nessun elemento di spicco della Lega si scuserà, allora significa che quel pensiero razzista è il pensiero del movimento salviniano, che a favore di telecamera si finge moderato, ma in privato neanche tanto di nascosto, liscia il pelo agli estremisti teorici delle differenze razziali ed etniche». Alvise Fontanella © RIPRODUZIONE RISERVATA

GIOVEDI' 13 FEBBRAIO

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Chioggia

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«Romea, 10 anni di cantieri aperti con le rotatorie» `Il comitato: «La Regione che e l’amministrazione citta-

sbaglia a sottovalutare i problemi della statale» CHIOGGIA

TERMINAL D’ALTURA Il progetto della piattaforma per l’attracco delle navi porta-container al largo di Chioggia.

Il Vgate approda in Consiglio Operatori e cittadini potranno intervenire `Il terminal marittimo avrà bisogno di addetti sulle conseguenze economiche e turistiche ma taglierà fuori degli insediamenti turistici `

CHIOGGIA Il progetto ”Vgate”, visto con sospetto se non con ostilità dalle associazioni degli operatori turistici (a causa dell’inevitabile impatto ambientale), accende, invece, le speranze di molti giovani. Confidano, infatti, che il terminal marittimo d’altura ed il potenziamento dei collegamenti stradali e ferroviari possano generare un cospicuo numero di nuovi posti di lavoro. Se ne parlerà in Consiglio comunale. «Nel corso di una seduta aperta che si terrà entro una decina di giorni – annuncia il presidente Endri Bullo – potranno intervenire anche i portavoce delle categorie interessate ed i cittadini» Presentato lo scorso anno da una società veneziana, il progetto per la creazione della piattaforma d’attracco dedicata alle navi porta container, collegata alla terraferma mediante un ponte ferroviario e stradale (dotato di marciapiedi, piste ciclabili e di una campata alta 20 metri a garanzia del passaggio dei pescherecci), lungo quasi due chilometri e mezzo, imbarazza la politica. Nessuno oggi dispone di stime attendibili dalle quali si possano desumere i potenziali esiti, positivi o negativi,

sull’ambiente e sull’economia. E’, comunque, certo che l’accesso al ponte comporterebbe almeno l’eliminazione di un campeggio e di alcuni pubblici esercizi che si trovano a Punta Bacucco, vicino alla foce del Brenta. Scontato pure l’esproprio della fascia, lunga alcuni chilometri, che dovrebbe accogliere i binari e la nuova strada di raccordo con la Romea. Inevitabili, i rumori dovuti al passaggio dei camion e dei convogli ferroviari. Tutto lascerebbe presumere che la vocazione turistica di una

buona porzione dell’Isola Verde e dell’estremità meridionale della spiaggia di Sottomarina ne risulterebbe sacrificata. Mancano, inoltre, dettagliati studi sugli effetti che la presenza della piattaforma e dei piloni del ponte potrebbero determinare sulle correnti e sull’apporto della sabbia che scende dal Brenta. D’altro canto, come prevede Alessandro Santi, presidente della società titolare del progetto, l’avveniristica piattaforma al largo di Sottomarina attrarrebbe le principali compagnie di naviga-

zione. Consentirebbe, infatti, di risparmiare ben 5 giorni di viaggio per le merci provenienti da Suez, dirette all’Europa centrale. Per questo, a suo avviso, le future attività collegate ai traffici marittimi compenserebbero ampiamente la perdita di posti di lavoro nel settore turistico tradizionale. Da tenere conto che le nuove, gigantesche navi, a causa del forte pescaggio, non possono varcare il “Mose” di Malamocco per poi raggiungere Marghera. Roberto Perini

Chioggia

Da oggi cinque incontri sulla violenza contro le donne «La violenza sulle donne è “democratica”, non conosce estrazione sociale, né luogo di provenienza, e nemmeno fascia d’età». E’ la frase centrale dell’opuscolo con cui la parrocchia di Borgo San Giovanni presenta una serie di cinque incontri a teatro parrocchiale, a partire da questa sera, alle 20.45, sul delicato tema della violenza contro le donne che, ogni anno, fa registrare parecchi episodi anche a Chioggia. Lo scopo

dell’iniziativa è insegnare a riconoscere le dinamiche psicologiche, a volte impercettibili, ma sempre devastanti per le vittime, che stanno dietro a questi episodi e offrire l’aiuto per uscire da tali situazioni. Un team di esperti ne illustrerà i vari aspetti, da quello medico a quello psicologico e religioso. Oggi la dott.ssa Alice Zorzan, del Centro antiviolenza di Chioggia, parlerà degli aspetti culturali e antropologici della

violenza di genere; il 24 febbraio l’avv. Davide Vianello e un ispettore della Polizia illustreranno la rete di aiuto esistente; il 7 marzo visione del film “Ti do i miei occhi”; il 30 don Alberto Alfiero interverrà sull’aspetto religioso; l’11 maggio “Dalla violenza alla libertà: in viaggio verso la gioia”. Tutti gli incontri saranno condotti da Anna Paola Lova, del sindacato Fsp Polizia di Stato di Venezia. D.Deg.

Sfrattano l’inquilino (moroso) e lo derubano CHIOGGIA Hanno sfrattato l’inquilino moroso e poi non hanno esitato a impossessarsi dei suoi oggetti personali lasciati nell’appartamento. Sono finiti in guai seri due professionisti della provincia padovana. Lei, D. B. E., 55enne di Codevigo, medico anestesista, e lui, C. C., 52enne di Chioggia, agente di commercio, sono infatti stati denunciati dai carabinieri della Compagnia di Este per appropriazione indebita in concorso. La coppia aveva affittato un appartamento a Este a un 51enne del posto, che però negli ultimi mesi non era più riuscito a pagare l’affitto. Per questo i due avevano infine deciso di sfrattare l’inquilino, seguendo regolarmente tutto l’iter previ-

sto in casi come questi. Al momento di uscire di casa, però, il 51enne ha lasciato all’interno dell’appartamento alcuni oggetti di sua proprietà: alcuni elettrodomestici e alcuni strumenti musicali. Nei giorni successivi, il 51enne ha tentato di contattare la coppia, chiedendo che gli venissero restituiti i propri averi. Ma nonostante i ripetuti tentativi di contatto, non è mai riuscito a farsi ridare quanto gli apparte-

I PROPRIETARI SI SONO IMPOSSESSATI DEGLI ELETTRODOMESTICI E DEGLI STRUMENTI MUSICALI DELL’AFFITTUARIO

CARABINIERI I due proprietari sono stati denunciati

neva. Non vedendo altra via di uscita, l’uomo si è infine deciso a rivolgersi ai carabinieri di Este, che hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire tutti i tasselli della vicenda. Ad un certo punto è pure scattata la perquisizione nelle abitazioni dei due affittuari, con tanto di elenco dei beni mai restituiti al 51enne di Este, che ha riportato a un esito clamoroso. A casa del chioggiotto, infatti, i carabinieri hanno trovato due apparecchiature musicali appartenenti al vecchio inquilino: un amplificatore e una tastiera Yamaha. Entrambi gli strumenti sono stati sequestrati per essere restituiti al legittimo proprietario. I due vecchi affittuari sono stati denunciati per appropriazione indebita. Ca.B.

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«Ma il vostro Comitato vorrebbe che Chioggia diventasse la capitale del Veneto». È stata questa frase, pronunciata del presidente della II commissione regionale, Francesco Calzavara, a rinsaldare l’idea dell’avvocato Giuseppe Boscolo, presidente del Comitato per la legge speciale regionale per Chioggia, che la Regione abbia «una percezione insufficiente dei problemi che riguardano la viabilità di Chioggia. In particolare il fatto che la Romea non è “uno” dei punti critici della viabilità regionale, ma è “il” punto critico». L’avvocato Boscolo ha svolto queste considerazioni venerdì pomeriggio, all’incontro pubblico cui erano presenti amministratori e consiglieri comunali, all’indomani dell’audizione che il suo Comitato ha avuto, appunto, in II Commissione. Lo scopo era esaminare le osservazioni, presentate a suo tempo dal Comitato, al Piano regionale trasporti e le controdeduzioni della Giunta che, nell’arco di questo mese, andranno all’esame del consiglio regionale, per la formulazione finale del Piano. Nelle osservazioni il Comitato aveva chiesto una programmazione pluriennale che contemplasse il potenziamento della ferrovia Chioggia Adria, anche in relazione alle esigenze del porto di Chioggia e al collegamento con il percorso cicloturistico Ven.To (Venezia Torino), l realizzazione della linea ferroviaria Chioggia Piove di Sacco, uno studio di fattibilità per la messa in sicurezza della Romea, per la quale ci sono 250 milioni e varie ipotesi di intervento, la limitazione del traffico pesante sulla statale alle sole ore notturne fino a quando non sarà completata la messa in sicurezza. La Giunta regionale ha accolto solo la prima richiesta ma non ha escluso le altre, rimandandone la valutazione a momenti successivi. Il senso dell’incontro di venerdì era, quindi, quello di fare squadra con le forze politi-

dina per far sì che le richieste “rinviate” vengano prese in considerazione dal consiglio come «attuali», ha spiegato Boscolo. Va da sé, quindi, che le parole di Calzavara non abbiano accontentato l’avvocato-presidente che insiste nelle sue richieste, anche “tirando le orecchie” all’assessore regionale De Berti che aveva cassato la ferrovia Chioggia Piove definendola troppo costosa, «oltre 500 milioni». «Non è vero – replica Boscolo – uno studio di fattibilità del 2010 (che ora potrà essere aggiornato in base all’ok espresso del Mit e Rfi) esaminava cinque ipotesi di tracciato, 3 delle quali erano molto costose, compresa questa dei 500 milioni, ma altre due sostenibili. Una delle quali dal costo di 130 milioni, più altri 70 per il prolungamento a Padova». Quanto alla Romea, «le dieci rotonde previste dall’Anas tra Chioggia e Mestre, trasformeranno la strada in un cantiere per i prossimi dieci anni», da cui l’opportunità di limitare il traffico pesante e la necessità di uno studio di fattibilità delle “varianti”, per le quali il Comitato non esprime scelte, ma chiede dati tecnici in base ai quali scegliere. Diego Degan © RIPRODUZIONE RISERVATA

«BISOGNA LIMITARE IL TRAFFICO PESANTE E TROVARE DELLE VARIANTI. SERVONO DATI TECNICI PER SCEGLIERE»

STATALE 309 La viabilità della Romea, tra code e incidenti

Gpl, Marcato replica a Baldin «Si rivolga ai sui ministri» CHIOGGIA «La Regione non ha mai avuto alcuna competenza sull’autorizzazione al deposito gpl. La Baldin si rivolga ai suoi ministri». Polemica risposta dell’assessore regionale Roberto Marcato (Lega) alla consigliera regionale Erika Baldin (M5S) che aveva invitato il presidente regionale Luca Zaia a ritirare la sua firma sull’intesa Stato Regione del 2015 che ha portato all’autorizzazione interministeriale per il deposito. In realtà la Baldin non aveva fatto altro che ripetere la richiesta già formulata dal Comitato No-gpl che aveva invitato, alcuni giorni fa, Zaia a recarsi

a Chioggia, compiendo questo gesto di discontinuità, anche come stimolo verso i ministeri (Mit e Mise, rispettivamente Pd e 5S) che, da mesi, non danno segnali sull’argomento. Al di là degli effetti pratici poteva essere un segnale. La Baldin, sollecitando, a sua volta, Zaia, ha portato il confronto su un piano più politico ed è arrivata la risposta di Marcato che definendo la firma di allora di Zaia «priva di contenuti tecnici», ossia solo formale, rilancia la palla in campo romano. Dando, però, anche l’impressione che la Regione, sul Gpl non voglia prendere un’esplicita posizione contraria ma preferisca evidenziare le contraddizioni dell’altra parte. (D.Deg.)


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Nordest

CERVI E DAINI TRIPLICATI IN VENETO In 30 anni la presenza di caprioli, cervi e daini in Veneto è quasi triplicata: dai 20mila capi censiti nel 1990 ai quasi 53 mila del 2019. Così il report presentato a Hit Show di Vicenza

Lunedì 10 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Regionali, ticket Lorenzoni-Possamai Nel centrosinistra cresce l’ipotesi di intesa. Il vicesindaco `Variati promuove Arturo: «Può unire mondi diversi» di Padova verrebbe affiancato dal giovane vicentino del Pd Moretto (Italia Viva) respinge l’ultimatum di Bisato `

potrebbe essere il via libera a un ticket Lorenzoni-Possamai.

VERSO LE ELEZIONI VENEZIA Mentre i renziani di Italia Viva respingono l’ultimatum del segretario del Pd, Alessandro Bisato, di dire subito cosa intendono fare, nel centrosinistra si profila un ticket tra il civico Arturo Lorenzoni e l’ex capogruppo dem in consiglio comunale a Vicenza Giacomo Possamai. Un ticket sì perdente stavolta contro la Lega di Luca Zaia, ma con la prospettiva di costruire una progetto per un Veneto diverso: Lorenzoni, oggi vicesindaco di Padova, sarebbe il candidato in pectore per Palazzo Balbi, mentre il giovane Possamai, 30 anni compiuti ieri, sarebbe la persona in grado di aggregare e fare da catalizzatore per il Partito Democratico.

IL PD

TERZO POLO

ITALIA VIVA La deputata Sara Moretto

PD Il vicentino Giacomo Possamai

CIVICO Il consigliere Franco Ferrari

Stasera, intanto, ci sarà una riunione tra Italia Viva, i calendiani di Azione, +Europa e Partito Socialista. «Parteciperemo all’incontro - ha detto la deputata di Italia Viva, Sara Moretto - con l’obiettivo di fare squadra tra noi quattro e provare ad essere un unico interlocutore». Ma, al di là dei tempi, Bisato vi ha chiesto di dire come intendete comportarvi alle prossime elezioni regionali: rientrerete nella coalizione di centrosinistra o farete una corsa solitaria? «Dipende dalla progettualità e dal candidato. Noi siamo

Le piazze Santori: «Foto con Benetton? Abbiamo imparato»

In un’intervista al Giornale di Vicenza, il sottosegretario dem Achille Variati ha fatto il nome di Giacomo Possamai e l’ha elogiato: «Esprime la forza delle idee, non ha pesi del passato sulle spalle, non è polemico, può mettere insieme più generazioni». Occhio, non per candidarlo a governatore: «Il punto vero è che, candidatura o non candidatura, un Pd che guarda avanti deve puntare su figure come la sua». Ai più non è sfuggito il fatto che Variati non ha fatto il nome del capogruppo in Regione Stefano Fracasso che invece vorrebbe candidarsi a governatore, mentre ha avuto parole di apprezzamento per Lorenzoni: «Lo considero un uomo molto capace, può unire mondi diversi». Non solo: il sottosegretario ha escluso le primarie: «Troppo tardi». Traduzione del Variati pensiero? Secondo alcuni

M5S, OGGI IL TERMINE DELLE “REGIONARIE”. IN CAMPO ENRICO CAPPELLETTI MA C’È IL PROBLEMA DEI DUE MANDATI

pronti sia ad una coalizione larga che a una corsa per conto nostro come terzo polo». Il civico Lorenzoni vi andrebbe bene? «Ne parleremo alla nostra riunione. Di sicuro non accettiamo ultimatum. L’appello del Pd a sbrigarci fa sorridere: noi siamo nati lo scorso settembre, praticamente l’altroieri, mentre il Partito Democratico aveva cinque anni di tempo, per non parlare del “tavolo” che non ha prodotto niente. E a muoverci dovremmo essere noi? Non mettiamo veti sul Pd, ma devono essere loro a darsi delle scadenze».

FERRARI CORTEGGIATO In campo c’è anche Futuroggi, il braccio politico dell’associazione Semplice Italia che fa capo al banchiere Ubaldo Livolsi. Referente in Veneto di Futuroggi, di cui a livello nazionale è presidente l’ex dg della Rai Lorenza Lei, è l’avvocato padovano Riccardo Ronchitelli. Che sta cercando di convincere il consigliere regionale Franco Ferrari a candidarsi alla presidenza della Regione: «È un ottimo consigliere, sarebbe il candidato governatore ideale. Potrebbe coagulare attorno a sè anche partiti, movimenti, liste civiche per portare avanti un progetto per il Veneto». Tradotto: Ferrari dovrebbe essere il candidato di tutti quelli che non staranno con il Pd e con Lorenzoni. Azione e Italia Viva, però, sul nome di Ferrari nicchiano. E nicchia lo stesso Ferrari.

Primo round della due giorni anti-Salvini delle Sardine in Veneto. Sulle note di “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla ha esordito a Vicenza la sardina Tina che, dopo essere stata srotolata dalla struttura del park Fiera ha dato il via alla manifestazione che anticipa la visita del segretario della Lega, Matteo Salvini, e l’analogo flash mob di oggi a Padova sempre in concomitanza con il tour del leader del Carrocio. Circa 150 i manifestanti. Intanto il portavoce dei “pesciolini” Mattia Santori andava in tv a “Che tempo che fa” per parlare (anche) della contrastata visita a Fabrica - nella foto sopra - con Luciano Benetton e Oliviero Toscani: «C’è chi ha approfittato di quella foto per fare finta di spaccare il movimento... Abbiamo imparato che prima di fare una foto bisogna pensarci molto».

Raccolta firme dei pensionati Cia per la sanità

Oggi a mezzogiorno scadrà il termine per presentare le candidature al M5s attraverso le “regionarie”. Quanto al candidato governatore, il Movimento avrebbe puntato sul padovano Enrico Cappelletti, ma dovrà inventarsi qualcosa per aggirare il limite dei due mandati elettivi. «Questa regola non si cambia né esisteranno mai deroghe», ebbe a dire Beppe Grillo. Cappelletti nel 1995 è stato eletto consigliere al Cdq 7 S. Croce - S. Osvaldo a Padova per la Lega e nel 2013 è stato eletto senatore per il M5s. Alda Vanzan

VENEZIA «Le politiche della Regione Veneto in materia di sanità sono insufficienti, soprattutto per i territori rurali, cioè quelli più lontani dai servizi sanitari e dalle strutture ospedaliere. E quelli che più di altri subiscono queste scelte sono gli anziani, in particolare nelle aree montane e interne, dove la carenza delle strutture e dei servizi, unitamente agli effetti della crisi economica, costringono tanti anziani a rinunciare alle cure, anche a quelle essenziali». È quanto sostiene Anp Veneto (l’associazione dei pensionati di Cia Agricoltori Italiani) che ha lanciato una petizione indirizzata al presidente della Regione Luca Zaia e all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin. «Serve – spiega il presidente di Anp Veneto Giuseppe Scaboro uno sforzo per affrontare le criticità ancora presenti nel nuovo Piano socio-sanitario del Veneto». Le richieste: rafforzamento dei punti di emergenza e assistenza, garantendoli h 24, 7 giorni su 7; accorciamento delle liste d’attesa; estensione del sistema delle cure primarie con realizzazione su vasta scala di poliambulatori.

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M5S

Sardine, primo round a Vicenza e oggi tocca a Padova

La petizione

Carnevale, partenza con protesta: corteo senza remiere LA FESTA VENEZIA È iniziato ufficialmente il Carnevale veneziano. La festa ha registrato nel fine settimana circa 70mila persone in laguna, 7mila dei quali erano presenti all’inaugurazione il sabato sera. Per gli albergatori però i problemi legati all’errata percezione dell’acqua alta di novembre e al coronavirus continuano. Infatti, le camere disponibili per la festa sarebbero ancora il 30%, fatto anomalo rispetto al solito, quando si registra il tutto esaurito. E anche le feste private registrano mediamente il 50% di prenotazioni in meno. Oltre a questo, c’è anche da segnalare la protesta delle remiere veneziane che si sono rifiutate di prender parte alla ma-

nifestazione inaugurale di ieri mattina, con la sfilata della pantegana in Canal Grande, a causa dei mancati provvedimenti da parte del Comune sul moto ondoso. L’amministrazione aveva negato il 19 gennaio scorso alle remiere stesse la possibilità di manifestare in corteo in Canal Grande e così la “pantegana” (la barca a forma di topo emblema della festa, ndr) ha aperto i festeggia-

LA DISERZIONE PER I MANCATI PROVVEDIMENTI SUL MOTO ONDOSO ENTRA IN FUNZIONE IL CONTATURISTI

menti con meno della metà dei soliti accompagnatori.

LA PANTEGANA

LA PANTEGANA La tradizionale parata remiera di Carnevale

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Ma l’affluenza dei veneziani alla tradizionale parata non è venuta meno. Rive di Cannaregio affollatissime, pubblico in maschera, tra costumi d’epoca, balli e travestimenti stravaganti. Intorno a mezzogiorno il corteo ha solcato le acque di Cannaregio scortando l’ospite d’onore, da anni al centro della scena: la celebre pantegana. A bordo della sua peata, imbarcazione storica per i materiali pesanti, l’animale di cartapesta è giunto al Ponte dei Tre Archi, esplodendo con tanto di coriandoli e stelle filate colorate. In questo contesto nasce il contaturisti. Il sistema entrerà in vigore la prossima settimana, ha

annunciato l’assessore al turismo di Venezia Paola Mar. «Sono 34 telecamere posizionate in punti strategici della città. Il sistema prevede una telecamera che individui i passanti ed elabori attraverso un software le immagini ogni 25 centesimi di secondo, trasmettendo il segnale alla smart control room ogni cinque secondi. Non violeremo la privacy di nessuno - continua Mar - dato che non monitorerà i visi. Potremmo però capire la provenienza delle persone perché, interfacciandosi alle celle telefoniche saremo in grado di comprendere la provenienza della persona. Non riconosceremo il signor Bob, ma sapremo che qualcuno di statunitense è transitato lì». Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA


DEL LUNEDÌ

il Quotidiano

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del NordEst

ANNO 134- N° 6

VENEZIA MESTRE

Lunedì 10 Febbraio 2020

Mestre Raid di sbandati in edifici pubblici e privati: tanti danni per pochi spiccioli

La storia In principio fu il ciclostile, ora è la piccola Amazon della cancelleria

L’analisi

Il peggior rimedio al processo senza fine Carlo Nordio on sappiamo quale sarà l’epilogo delle attuali convulsioni della maggioranza governativa sulla prescrizione. L’incertezza maggiore riguarda l’atteggiamento di Italia Viva che forse voterà la fiducia, o forse insisterà per una “sospensione lunga”, cioè un rinvio della riforma Bonafede, che nel frattempo è stata imbastardita dal cosiddetto “Lodo Conte bis”. Il grottesco spettacolo cui stiamo assistendo è così umiliante per chi abbia a cuore quel che resta della nostra civiltà giuridica che possiamo solo attendere gemendo, con fatalistica rassegnazione. Quando, su queste colonne, definimmo l’originario progetto un mostro giuridico, intendevamo usare questo termine nel suo significato originario coniato dai latini, cioè di “monstrum, vel portentum vel prodigium”: una strana creatura che nella sua singolarità ha qualcosa di terrificante. E in effetti la mostruosa proposta del ministro Bonafede vaporizzava, come poi autorevoli giuristi hanno confermato, i principi elementari del diritto. Tuttavia un “monstrum”possiede un connotato di potente identità, per quanto negativa: esso ispira appunto terrore e sgomento, non disgusto. Peggio del mostro c’è invece il mostriciattolo. Il quale senza tenere la valenza dirompente del fratello maggiore, suscita solo un sentimento di ripugnanza. Il lodo Conte bis, che dovrebbe, nell’accordo compromissorio (...) Continua a pagina 23

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Calcio L’Inter ribalta il derby e aggancia la Juve in vetta

Pittalis a pagina 12

Tamiello a pagina V

www.gazzettino.it

A pagina 16

Virus cinese, tappa a Venezia La famiglia di Taiwan risultata contagiata `Già ispezionato l’hotel del centro storico: ha soggiornato anche due giorni in laguna nessuno dei dipendenti ha mostrato sintomi `

E adesso l’allarme coronavirus tocca anche Venezia. Una famiglia di cittadini di Taiwan, la piccola isola che dista 180 chilometri dalla Cina, alla fine dello scorso mese di gennaio era in vacanza in laguna e non sapeva di essere stata contagiata. La malattia è stata diagnosticata una volta che la coppia è tornata a casa: marito, moglie e due figli positivi al 2019-nCov. Così sono stati ricoverati e alle autorità sanitarie del loro paese hanno dovuto ricostruire tutte le tappe del tour in Italia. Confermando: erano stati anche a Venezia. Per due notti. Dopo l’allarme l’hotel in centro storico

dove la comitiva ha alloggiato le notti del 24 e del 25 gennaio è stato controllato. L’Ulss ha inviato nella struttura gli operatori del Servizio di prevenzione per due volte. In entrambi i casi l’esito del sopralluogo è stato negativo: nessuno - né tra i camerieri né tra gli addetti alla reception - ha presentato sintomi. È probabile peraltro che il contagio sia avvenuto alla partenza del viaggio, forse all’aeroporto di Hong Kong e che, quindi, al momento della visita in laguna la famigliola taiwanese non fosse ancora contagiosa. Evangelisti e Vanzan alle pagine 2 e 3

Vicenza. La modella su Vogue. FN: non è italiana. Lega e Pd: razzisti

Le misure

Controlli sui voli nazionali Oggi vertice a Palazzo Chigi Il governo valuta se non sia il caso di riattivare i voli diretti Italia-Cina, potenziando semmai altri tipi di controlli. La novità potrebbe essere il termoscanner, la misurazione automatica di tutti i passeggeri che

arrivano negli aeroporti, anche per i voli nazionali. Di questo si parlerà oggi nel vertice a Palazzo Chigi al quale parteciperanno il premier Conte, i ministri Di Maio e Speranza. Evangelisti e Scarpa a pagina 4

Regionali in Veneto, stop dei renziani al Pd «Niente ultimatum» Ipotesi ticket Lorenzoni-Possamai “Benedizione” di Variati per entrambi `

Il caso

Patto con la Libia motovedette e radar per fermare i migranti

Bellezza veneta di pelle nera, è bufera POLEMICA Maty Fall Diba, la modella dell’Alto Vicentino in copertina su Vogue. Fontanella a pagina 11

Radar e motovedette per il controllo dei confini. In sei pagine spedite ieri alle autorità libiche, la Farnesina fissa i termini della proposta con la Libia. Guasco e Mangani a pagina 7

I renziani respingono l’ultimatum del segretario del Pd, Alessandro Bisato, di dire subito cosa intendono fare, se cioè rientrare nella coalizione di centrosinistra contro la Lega di Zaia o se invece fare una corsa solitaria come “terzo polo”. «L’appello del Pd a sbrigarci fa sorridere», dice la deputata di Italia Viva, Sara Moretto. Variati intanto fa il nome di Giacomo Possamai e spende parole di apprezzamento per Arturo Lorenzoni. Nel centrosinistra cresce l’ipotesi di un ticket tra i due. Vanzan a pagina 10

Passioni e solitudini

Udine

Ascoltiamo i sintomi prima di tutto

Incendio in casa, anziana muore asfissiata dai fumi

Alessandra Graziottin

Morta asfissiata dai fumi del rogo che è divampato nel suo appartamento. Questa la tragica fine della 74enne friulana Renata Ellero, deceduta nella notte di domenica all’interno della sua abitazione di Tricesimo, alle porte di Udine. Ancora da stabilire le cause del rogo, ma pare che all’origine ci sia probabilmente un guasto di natura elettrica.

enorme sviluppo delle tecniche diagnostiche “per immagini” – ecografia, radiografia, risonanza magnetica nucleare (Rmn), tomografia assiale computerizzata (Tac), più tutte le “scopie” oggi disponibili – hanno reso i medici come san Tommaso. Non crediamo (ai sintomi), se non vediamo “lesioni obiettive”. Ne conseguono errori e ritardi diagnostici clamorosi, perché sono stati trascurati aspetti essenziali. Continua a pagina 23

L’

A pagina 8 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111

∆ *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE ∆ “Ritratti Veneziani vol. 3” + € 7,90 ∆ “Il libro dei Pensieri - Agenda 2020” + € 5,90 ∆ “Il Calendario Barbanera 2020” + € 2,90

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LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA

SPORT - VARI

L’INTERVISTA / L’assessore regionale Cristiano Corazzari traccia un bilancio sullo stato di salute dello sport nel Veneto

verso il 2026

Contributi e investimenti I conti in tasca ai Giochi invernali

«Con le Olimpiadi una bella immagine che farà bene a tutto il movimento» Diego Zilio PADOVA. Tra attività di base, im-

pianti e grandi eventi. L’assessore Cristiano Corazzari, 45 anni, avvocato rodigino di Stienta, traccia un bilancio relativo allo stato di salute dello sport veneto. La delega allo sport è infatti in primo piano tra quelle da lui gestite e fra le quali figurano Pianificazione territoriale e urbanistica, Parchi e aree protette, Sicurezza, Cultura e identità veneta. «La Regione ha tra i suoi obiettivi il sostegno dello sport di base, e quindi dilettantistico. I numeri ci dicono che sono oltre 480 mila gli atleti tesserati dalle varie federazioni, il che significa che un veneto su 10 pratica una disciplina sportiva. Un dato che ci pone tra i protagonisti assoluti a livello nazionale: dopo la Lombardia e il Lazio ci siamo noi», spiega l’assessore regionale Corazzari. «Ovviamente questo favorisce l’emergere di risultati agonistici di rilievo, quella che definirei la punta dell’iceberg, vale a dire la parte più visibile del movimento. In Veneto operano 45 federazioni sportive, con 19 le discipline sportive associate. Si tratta di tutte quelle riconosciute dal Coni. Abbiamo 5.549 società, che corrispondono all’8,7% di tutte quelle italiane, numero che ci mette, anche questo, al terzo posto fra le regioni. Ma citare queste cifre significa anche parlare di quella rete di volontariato che in Veneto coinvolge oltre 100 mila persone e che oggi è indispensabile per lo svolgere delle attività». Cosa fa la Regione per il movimento sportivo? «Da un lato sosteniamo i grandi eventi attraverso una legge specifica a supporto di eventi come i campionati italiani ed europei delle varie discipline. Dall’altro ci sono le norme apposite a sostegno dei Mondiali del 2021 di sci alpino e dei Giochi Olimpici del 2026. E poi attraverso l’assessorato sosteniamo l’attività di base attraverso una serie di bandi che si occupano di impiantistica, cioè di quelle strutture che, nel tempo, necessitano di manutenzione, in modo da evitarne l’obsolescenza e metterle in sicurezza: nel 2019 abbiamo destinato circa 2,6 milioni di euro ai piccoli interventi nelle infrastrutture locali, interessando più di 100 comuni della regione. Poi ci sono le iniziative in favore dello sport "inclusivo", rivolte ai disabili e alle categorie più deboli, con un occhio di riguardo nei confronti delle scuole: a riguardo penso alle giornate dello sport proposte

assieme all’assessore Donazzan negli istituti scolastici del territorio. A questo filone nell’ultimo anno abbiamo destinato circa un milione di euro». Soffermiamoci sugli impianti: da qualche tempo state lavorando a un censimento generale, quando sarà pronto? «Prima della fine della legislatura. Un lavoro imponente portato avanti assieme al Coni. Quanto raccolto sarà messo a disposizione degli enti locali e ci permetterà di intervenire dove c’è bisogno». Veniamo adesso al capitolo Olimpiadi. Eventi di questo tenore sono sempre accompagnati da riserve legate a potenziali sprechi, anche se il calcolo costi-benefici ha fatto ricredere pure i più scettici. «Aver ottenuto l’organizzazione dei Giochi è una delle gioie più grandi. Ci siamo riusciti grazie a uno straordinario lavoro di squadra, condotto dal presidente Zaia. E, se li abbiamo ottenuti, è perché abbiamo dimostrato di poterli gestire in modo trasparente. Eventi del genere pongono la nostra montagna al centro del mondo e consentono di poter operare investimenti sul territorio in grado di lasciare qualcosa di concreto e utile». Il beneficio? « Il beneficio è sia nell’immagine che nelle infrastrutture, e questo devono riconoscerlo tutti. Dopodiché sono il primo a dire che se ci sono pratiche da monitorare, occorre farlo nella massima efficienza. Ma eventi come questo faranno da traino anche per tutto il resto del movimento sportivo, non dimentichiamolo. E sarà l’occasione per far conoscere una parte del Veneto che ha potenzialità enormi dal punto di vista turistico». Dal suo punto di vista, cosa si può fare di più? «Lo sport è sempre più centrale nella vita di tutti i giorni, ed è sempre più un veicolo di crescita della comunità. Una delle sfide sarà quella di riuscire a investire ancora di più nell’attività di base». Le elezioni regionali sono alle porte: dove si vede nei prossimi anni? «Ricoprire questo ruolo è stato un onore e una grande opportunità: quella di conoscere in modo più approfondito un mondo fantastico e che mi ha dato tantissimo soprattutto in termini di esperienza umana. Chiaro che per quanto riguarda il futuro non dipende solo da me, e non posso aggiungere altro. Ma io mi metto a disposizione». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cristiano Corazzari

480.000 Gl atleti tesserati dalle varie federazioni sportive del Veneto: questo vuol dire che un veneto su dieci pratica attività sportiva in modo continuativo..

VENEZIA. Ma quanto costerà

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5.549 E’ il numero delle società sportive federate, che corrispondono all’8,7 per cento di tutte quelle italiane.

100.000 E’ il numero stimato di volontari che si impegnano per far funzionare lo sport di base nelle nostre città.

2,6 Sono i milioni di euro destinati dalla regione Veneto ai piccoli interventi nelle infrastrutture sportive locali, interessando più di cento comuni.

845 Sono i milioni di euro che arriveranno come contributo dal comitato olimpico internazionale per i giochi olimpici invernali nel 2026

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4,2 Sono i miliardi stimati come giro d’affari complessivo per i 17 giorni di manifestazione olimpica a Cortina nel 2026

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1. Festeggiamenti per Cortina città delle olimpiadi invernali 2026. 2 Il palaindoor di Padova, una delle più belle strutture venete. 3. Alex Zanardi, campione paralimpico

organizzare i Giochi olimpici invernali del 2026? Intanto va detto che dal Comitato Olimpico Internazionale arriverà un contributo di circa 845 milioni di euro. Dopodiché va aggiunto che una delle ragioni per cui l’Italia si è aggiudicata l’organizzazione risiede nel fatto che buona parte degli impianti è già esistente: si tratta di 14 sedi di gara. Ex novo, a Milano, verrà costruito solo il PalaItalia di Rogoredo, un’arena che diventerà polifunzionale, con una capienza tra i 15 e i 18 mila posti. Quattro di quelle 14 sedi di gara già esistenti saranno da ristrutturare. Tra queste la pista di bob di Cortina, la cui stima di costo attuale è di 42 milioni di euro. Gli investimenti previsti in totale sono pari a circa 346 milioni complessivi, in cui si includono anche la realizzazione dei villaggi olimpici e dei media center. La morale è che alla fine le Olimpiadi dovrebbero portare molti più benefici che costi, visto che uno studio della Bocconi ha previsto che, a fronte di ogni singolo euro speso, ci saranno ricavi pari a 2,7 euro, stimando il giro d’affari complessivo dei 17 giorni di manifestazione in 4,2 miliardi. Oltre agli incassi derivanti dai diritti televisivi, dagli sponsor e dalla vendita dei biglietti per assistere alle varie gare, si è calcolato anche un beneficio per l’indotto pari a 1,5 miliardi derivanti dai consumi e dagli spostamenti delle varie delegazioni e dei visitatori. I Giochi dovrebbero poi portare un aumento medio di 5.500 posti di lavoro a tempo pieno, con un picco di 8.500 nell’anno del loro svolgimento. Le entrate fiscali stimate sono di 601,9 milioni di euro, in ogni caso superiori ai 415 che l'amministrazione centrale conta di spendere per la sicurezza. Un affare, dunque, anche se l’ultimo precedente, i Giochi di Torino 2006, non è molto incoraggiante a riguardo. Il dossier della candidatura, all’epoca, prevedeva costi pari a 500 milioni. Alla fine però il conto è stato molto più salato: 1,5 miliardi sono stati spesi per l’organizzazione dei Giochi e 2 miliardi per la realizzazione delle opere (quasi tutte ex novo). Gli incassi totali invece non hanno raggiunto neanche il miliardo. Per Milano-Cortina, però, sembrerebbero esserci garanzie di tutt’altro tenore. — D.Z.


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REGIONE

LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2020 LA TRIBUNA

il m5s in piazza il 15 febbraio

la commissione

L’appello di D’Incà «Il Senato non tocchi il taglio dei vitalizi Riforma legittima»

Calenda (FI) si asterrà Falomi preoccupato PADOVA. Per mettere fine al-

Il ministro: tra Parlamento e Regioni risparmiati 500 milioni Ho firmato la delibera alla Camera, non si torna indietro Albino Salmaso PADOVA. Il taglio dei vitalizi ai 2300 ex parlamentari? «Non si tocca». Federico D’Incà, ministro dei Rapporti con il Parlamento, è irremovibile nel suo giudizio: «Le delibere adottate dal presidente della Camera Fico e dalla presidente del Senato Casellati sono legittime sotto il profilo costituzionale perché rispondono al principio dell’autodichia, prerogativa esclusiva di autogoverno degli organi parlamentari. Non ha senso rimettere in gioco la riforma introdotta due anni fa, non è tempo di regali alla “casta”. Anche perché il taglio delle indennità è scattato per tutti gli ex consiglieri regionali. E quindi si tratta di un risparmio complessivo di 500 milioni, che possono essere destinati al volontariato e al terzo settore». Apprezzato per il suo ruolo di raffinato mediatore delle difficili dinamiche tra M5S e Pd, D’Incà non vuole aprire polemiche dirette con il Senato perché ne rispetta l’autonomia ma fa capire di condividere l’appello lanciato da Di Maio alla manifestazione del 15 febbraio a Roma. E non polemizza nemmeno con Nicola Zingaretti, che aveva invitato i grillini a non scendere in piaz-

za contro il governo. I 5 stelle fanno capire di avere il pieno appoggio di Giuseppe Conte: «Il governo è al riparo. Andare in piazza per Luigi Di Maio il 15 febbraio per difendere il taglio dei vitalizi non lo vedo affatto come un errore. È una battaglia politica che il movimento ha sempre fatto» ha detto il premier. L’altra vittoria storica dei grillini contro la “casta” riguarda il taglio delle 345 poltrone tra Camera e Senato, sui cui si voterà il 29 marzo anche se ap-

«La politica si deve reggere anche sul volontariato, noi ci tagliamo gli stipendi» pare difficile trovare chi sosterrà il “no” nel referendum. D’Incà ricorda che la politica si regge sul volontariato ed è servizio ai cittadini, come gli ricorda suor Rosetta che ogni giorno gli fa trovare una fetta di dolce per la prima colazione alle 6,30 del mattino nel convento a Roma dove il ministro alloggia. Poi dalle 7 alle 24 è un tour de force tra Palazzo Chigi e vertici di maggioranza su legge elettorale, giustizia e autonomia. «Il voto del referendum sarà

un passaggio importante per le dinamiche parlamentari: si tratta di una riforma storica all’insegna dell’efficienza. I vitalizi? Io come questore della Camera sono il firmatario della delibera approvata dall’ufficio di presidenza di Montecitorio nel 2018. I vitalizi sono stati trasformati in assegni contributivi normali come per tutti i cittadini. Sono state notevolmente ridotte le indennità a 2300 ex parlamentari. La riforma ha coinvolto tutte e 20 le regioni italiane, con un criterio di massimo rigore che non può essere messo in discussione. Solo in Parlamento in 5 anni si risparmiano 280 milioni di euro e altri 200 nelle Regioni. Ecco, a Padova qualche giorno fa è iniziato l’anno dedicato al volontariato, una realtà che conosco perché da ragazzo ho aiutato i disabili. Questi 500 milioni possono essere destinati alle associazioni del No Profit come segno concreto di collaborazione», spiega D’Incà. Ma cosa ne pensa il ministro della procedura avviata in Senato, per valutare i ricorsi degli ex parlamentari, mai rassegnati al taglio? «Non ho capito bene come intenda procedere la Commissione Contenziosa: se sarà chiamata a giudicare i ricorsi sia composta da giudici davvero imparziali, senza al-

12 luglio 2018, il M5s esulta per il taglio dei vitalizi alla Camera.In alto da sinistra Federico D’Incà, Elisabetta Casellati e Sergio Mattarella

cun conflitto d’interessi». Il tam tam avviato da Di Maio, tornato per un giorno leader dopo le dimissioni da capo politico, ha ricompattato il M5S. Tutti d’accordo. «Abbiamo strappato con le unghie e con i denti la riforma del taglio dei vitalizi ma ora la vecchia politica rivuole riprendersi questo assurdo privilegio. Oltre 700 ex senatori hanno presentato ricorso per riavere l’assegno completo. Lo definiscono un loro diritto anche se hanno lavorato solo qualche anno, un privilegio insostenibile rispetto ai cittadini onesti che hanno faticato una vita per guadagnarsi la pensione». E i profili d’ incostituzionalità invocati dall’avvocato Paniz, che difende quasi mille ex parlamentari? «Ci siamo mos-

si dopo aver consultato l’avvocatura di Camera e Senato: l’autodichia consente massima autonomia decisionale. Dev’essere chiaro che la politica non può essere un privilegio di pochi eletti pagato a caro prezzo dai cittadini. No, si deve basare sul volontariato. E noi del M5s abbiamo delle regole ferree: ci tagliamo lo stipendio e per quanto mi riguarda ho restituito 275 mila euro in 7 anni. La politica deve dare l’esempio. Per questo il 15 febbraio saremo in piazza a Roma: questa è battaglia di civiltà. Ci saranno pullman che partiranno anche dal Veneto». Tutti felici? Gli ex parlamentari forse no. Loro confidano nell’avvocato Paniz: il braccio di ferro è appena iniziato. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

la polemica il senatore di Forza Italia Giacomo Caliendo si asterrà dal processo sui vitalizi, su cui dovrà decidere la Commissione Contenziosa di Palazzo Madama che lui presiede. La manifestazione del M5S è commentata con profonda preoccupazione da Antonello Falomi, presidente dell’associazione ex parlamentari. «Vogliamo rispettare l’autonomia, la libertà e l’indipendenza dei giudici chiamati dalla legge e dai regolamenti a giudicare la fondatezza o meno dei rilievi di costituzionalità sollevati dai nostri ricorsi». E il Senato? Con una nota dell’ufficio stampa precisa che «Un organo giurisdizionale come la commissione Contenziosa è autonomo e indipendente. Non può essere sciolto d’autorità, né può interrompere la propria attività in virtù di una deliberazione che al momento non esiste ma è soltanto presunta. Una sentenza può essere condivisa o meno nel merito, può essere criticata ma in ogni caso rappresenterebbe la conclusione legittima di un procedimento che si svolge secondo Regolamento. Così è sempre stato fin dalla costituzione originaria degli organi di autodichia del Senato. Inoltre, è noto a tutti che le designazioni del presidente del Senato riguardo la composizione della commissione Contenziosa avvengono per prassi secondo le indicazioni ricevute dagli stessi gruppi parlamentari, mentre il presidente dell’organo giurisdizionale viene eletto direttamente dagli stessi componenti». — Al. Sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA

l’italian beauty per vogue ha il volto della ragazza di chiampo

Top model a 18 anni: «La bellezza più forte del razzismo» Il sottosegretario Variati, il presidente del consiglio veneto Ciambetti e Fracasso a fianco della studentessa Beschin (FN): «Non è italiana» CHIAMPO. «La bellezza ci salverà. Anche all’idiozia e dal razzismo». Roberto Ciambetti mette fine alla polemica nata tra i banchi del centrodestra ad Arzignano, dove la Lega governa, con il consigliereDaniele Beschin che ha definito la top model Maty Fall Diba una bellezza non italiana. Il motivo? Ha la pelle nera, essendo nata in Senegal. E proprio per questo Vogue l’ha lanciata in copertina con il titolo “Italian beauty”. La ragazza, 18 anni, studentessa del liceo scientifico, ha coronato il sogno della vita: sfilare come modella con le maison più prestigiose, un la-

Maty Fall Diba, 18 anni, top model nella copertina di Vogue

voro che lei vuole conciliare con lo studio. Ma le gelosie sono esplose, come bega di paese dal sapore razzista. Con il sindaco di Chiampo Matteo Macilotti, docente universitario a Trento, che si è detto orgoglioso di avere tra i suoi cittadini la splendida Maty Fall Diba. Chi non torna indietro è Beschin, attivista di Forza Nuova, che Stefano Fracasso, ex sindaco di Arzignano e capogruppo Pd in Regione, bolla come «noto provocatore quando afferma che solo un bianco può essere italiano». «Maty Fall Diba è una ragazza di origine senegalese, cresciuta a Chiampo. Nella valle della concia vivono migliaia di cittadini nati in terra straniera; ad Arzignano, il mio comune, quasi il 20% dei residenti. Male ha fatto il consigliere comunale della destra Beschin a scatenare la polemi-

ca secondo cui Maty Fall Diba non sarebbe una bellezza italiana. Maty Fall Diba è il frutto di chi nella valle ha costruito con-vivenza. La convivenza civile sta scritta nella nostra Costituzione e quindi si può ben dire che è una vera bellezza italiana». Il caso è finito anche nell’agenda del sottosegretario Achille Variati, che ha la delega agli Interni. «Non può esserci spazio per il razzismo nelle istituzioni della repubblica italiana, è una posizione semplicemente, incontrovertibilmente, disgustosamente razzista. Che non possiamo accettare, incompatibile con la funzione pubblica di un consigliere comunale. Idee che richiamano teorie, come quelle sulla purezza della razza di tragica memoria nazista e fascista, che hanno macchiato di sangue la storia. È una

vergogna per la terra vicentina, di cui sono stato presidente della Provincia». Variati ha infine concluso annunciando che «segnalerà l’episodio per ogni utile verifica. La mia solidarietà al sindaco Macilotti, e soprattutto un abbraccio affettuoso alla giovane Maty, nostra connazionale a cui auguro di non farsi abbattere e di ottenere ogni successo». E la Lega che governa il Veneto e Arzignano? Il presidente del consiglio regionale Ciambettim, sull’onda di Sanremo, intona una vecchia canzone: « Di che colore è la pelle di Dio’?. Ricordate il ritornello? E’ nera, rossa, gialla, bruna bianca perché/Lui ci vede uguali davanti a sé». Suonava così il testo tradotto in italiano dall’inglese da Costa e Marchetti». Tutti d’accordo? — Albino Salmaso © RIPRODUZIONE RISERVATA Copia di promopress


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