RASSEGNA STAMPA DEL 12 FEBBRAIO 2020

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Mercoledì 12 Febbraio 2020 Corriere del Veneto

PD

Padova

NUMERI UTILI Comune

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0498205111

Provincia Polizia Ospedali GuardiaMedica

0498201111 0498205100 0498211111 0498216860

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Operazione Giro d’Italia una tappa nel 2021 «Puntiamo alla crono» Bonavina in missione per il ritorno della Carovana in città Obiettivo ● Un arrivo a Padova di una tappa del Giro d’Italia manca da vent’anni. L’ultimo passaggio è invece del 2009, quando Prato della Valle ospitò una partenza (assai meno attrattiva come evento) ● Il Comune punterebbe a una crono nel 2021 con partenza e arrivo in città e percorso lungo i Colli e le Terme ● Quest’anno invece il Giro avrà un arrivo a Monselice

PADOVA Sono passati quasi vent’anni dall’ultima volta che la città del Santo ha ospitato un arrivo di tappa del Giro d’Italia. Era il 23 maggio del 2000, un martedì. E sul traguardo di Prato della Valle, dopo 253 chilometri di gara, partita circa sette ore prima da San Marcello Pistoiese (Pistoia), s’impose in volata il velocista Ivan Quaranta, battendo allo sprint il ceco Jan Svorada e il grande Mario Cipollini. Ne sono invece trascorsi quasi undici, di anni, dall’ultima volta che sempre Prato della Valle è stato teatro di una partenza della corsa rosa: era il 12 maggio del 2009, ancora un martedì, e sulle montagne di San Martino di Castrozza (Trento), dopo 162 chilometri e più di quattro ore di salita, vinse lo scalatore Danilo Di Luca. I tempi, insomma, sono maturi per far sì che il Giro, organizzato da Rcs Sport, torni a rallegrare Padova e i tantissimi padovani appassionati di ciclismo. E proprio con quest’obiettivo, ieri, l’assessore comunale allo Sport, Diego Bonavina, è andato a Milano per incontrare il direttore della manifestazione, Mauro Vegni, ed espri-

Anche alle Terme Iniziativa in sinergia con Abano e Montegrotto. Entro fine aprile il responso

mergli il desiderio della città di vestirsi nuovamente di rosa. «Il percorso dell’edizione di quest’anno, che scatterà da Budapest il 9 maggio, è ovviamente già tutto delineato. E quindi - ha spiegato l’esponente della Lista Giordani al termine della chiacchierata milanese - ho domandato al

La candidatura in Regione

Lorenzoni, i dubbi di Coalizione & C. «Ripercussioni su Padova»

«Sì, è vero. Nel giro di una settimana, a meno di ripensamenti da parte di qualcuno, la cosa dovrebbe diventare ufficiale». L’altra sera, dopo aver preso parte (insieme con le assessore Francesca Benciolini, Chiara Gallani e Marta Nalin) al raduno delle Sardine in via del Portello, il vicesindaco Arturo Loren-

PADOVA

Sardine L’incontro è avvenuto dopo il raduno al Portello

zoni è stato «convocato» dai vertici di Coalizione Civica e della Lista che porta il suo nome nella sede di corso del Popolo. E lì, di fronte alla richiesta di chiarimenti in vista delle prossime elezioni regionali, il professore ha appunto confermato che, tranne sorprese dell’ultima ora, sarà lui il candidato alla

Innovazione, l’accordo

Tutela dei marchi e dei brevetti Lo Iov «consulente» delle Pmi PADOVA Che

cosa centra lo Iov, centro di eccellenza per la cura dei tumori, con la tutela dei brevetti e della proprietà intellettuale che sono così necessari alle imprese venete? C’entra, perché l’istituto ha un ufficio specializzato proprio per la tutela dei brevetti dei macchinari utilizzati in ambito medicale e ha implementato così bene le proprie conoscenze che, grazie a un accordo reso noto ieri, ora è pronto a trasferire il suo know-how a tutte le imprese associate ad Assindustria Venetocentro. Tante di queste, pur realizzando macchine e progetti innovativi, spesso non conoscono tutti gli aspetti normativi e non hanno dimestichezza con l’accesso ai finanziamenti che consentono di mettere al riparo e far fruttare le loro invenzioni. Ecco perché il personale specializzato dello Iov incontrerà gratuitamente gli imprenditori interessati a questo argomento per spie-

gare norme, regole e modalità di accesso a una protezione necessaria per non subire contraffazioni e per sviluppare ancora di più innovazione e sviluppo tecnologico. La collaborazione nasce da un bando ministeriale vinto dallo Iov che finanzia proprio il trasferimento di conoscenze tra chi, negli enti pubblici, ha sviluppato un particolare approfondimento sul tema marchi, brevetti, e proprietà intellettuale e le Pmi sprovviste di strutture adeguate ad affrontare il tema. «È un accordo che nasce dal territorio e rende le competenze presenti nello Iov accessibili anche alle imprese – dichiara Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro – la proprietà intellettuale e industriale è un asset spesso poco valorizzato dalle imprese, specie le più piccole, che rischiano di vanificare il loro patrimonio». (r.pol.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ultima volta Folla davanti Palazzo Moroni durante la partenza di una tappa del Giro nel 2009

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Trib.delMalato

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direttore Vegni la possibilità di far passare il Giro a Padova nel 2021, coinvolgendo anche i Colli Euganei con Abano e Montegrotto». Una richiesta, quella di Bonavina, che i vertici di Rcs Sport hanno accolto positivamente, prospettando tre soluzioni: partenza di tappa, arrivo di tappa e cronometro con partenza e arrivo in città. «La cosa più bella ha ammesso l’assessore - sarebbe chiaramente ospitare una cronometro con partenza e arrivo a Padova, facendo transitare la corsa pure per i Colli e le Terme. Ma anche un arrivo di tappa, a livello d’immagine e non solo, sarebbe fantastico. Mi piacerebbe invece un po’ meno, per ovvie ragioni, una partenza di tappa. Però la decisione finale non spetta a noi». In merito alla candidatura padovana, Vegni e colleghi dovrebbero pronunciarsi, in maniera pressoché definitiva, entro la fine di aprile. E in questo senso, Bonavina spera nell’aiuto (economico e non, si parla di almeno 200 mila euro complessivi) del governatore del Veneto, Luca Zaia: «La Regione, in questa partita, riveste un ruolo non proprio secondario - si è limitato a dire l’assessore - E sono certo che, se sarà necessario darci una mano, il presidente non si tirerà indietro». Già quest’anno, comunque, la corsa rosa approderà nuovamente nel territorio padovano. Venerdì 22 maggio, infatti, partendo da Cervia (Ravenna), la tredicesima tappa del Giro passerà per Boara Pisani, Pozzonovo, Battaglia, Galzignano, Cinto, Este e Baone per poi concludersi a Monselice. Un tracciato di 190 chilometri fatto su misura per i velocisti. Davide D’Attino

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Smog, superati i limiti di legge per il ventesimo anno di seguito PADOVA Smog, città già «fuorilegge» per il ventesimo anno consecutivo. La legge, infatti, dice che il valore limite di Pm10, pari a 50 microgrammi per metro cubo d’aria, può essere oltrepassato al massimo per 35 giorni. E tale soglia, come denuncia il portavoce di Legambiente, Lucio Passi, è già stata raggiunta da due delle 4 centraline dell’Arpav presenti a Padova, ovvero quella dell’Arcella e quella dell’Internato Ignoto. «Dall’inizio del 2020, in queste due stazioni, le polveri sottili più inquinanti e dannose per la salute hanno già superato il limite di legge per 35 volte in appena 41 giorni. Ed è ancor più preoccupante sottolinea Passi - il fatto che ciò sia avvenuto così presto. L’anno scorso, infatti, la soglia venne toccata il primo marzo. E nel 2018, il 26 marzo. È evidente, insomma, che anno dopo anno le cose peggiorano». Per Legambiente, la ricetta per invertire la rotta è sempre la stessa: «Disincentivare l’utilizzo dei veicoli privati – riassume Passi – e promuovere quello del trasporto pubblico». (d.d’a.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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presidenza del Veneto per l’intero centrosinistra. A quel punto, alla presenza anche dei due membri padovani del coordinamento regionale de «Il Veneto che vogliamo» (Elena Ostanel e Marco Carrai), tutti gli attivisti hanno promesso a Lorenzoni il massimo sostegno possibile, fatta eccezione soltanto per quelli di Rifondazione Comunista, guidati dalla consigliera comunale Daniela Ruffini. Allo stesso tempo, però, non pochi hanno criticato il fatto che, se a vincere la contesa sarà di nuovo il governatore leghista uscente Luca Zaia, il professore abbandonerà comunque il suo posto in giunta a Palazzo Moroni, preferendogli un seggio da consigliere regionale. «Per quale motivo - si è domandato più di qualcuno - dopo aver combattuto e perso questa difficile battaglia, Lorenzoni non dovrebbe restare a Padova a fare il vicesindaco?». In pratica, il timore è che, in assenza del professore, possano rischiare di rompersi sia l’equilibrio tra Coalizione e Lista Lorenzoni

che quello tra «lorenzoniani» e «giordaniani». Inoltre, sempre nel corso della riunione dell’altra sera in corso del Popolo, alcuni hanno espresso la paura che un eventuale risultato troppo deludente del professore alle regionali di primavera possa ripercuotersi negativamente su tutta la maggioranza di Palazzo Moroni, in particolare proprio sulla metà che fa capo allo stesso Lorenzoni. Intanto, per ereditare la poltrona di vicesindaco (comprese le deleghe «pesanti» all’Urbanistica e alla Mobilità), restano in pole position le assessore Gallani e Benciolini. Ma, nell’inevitabile rimpasto che avverrà tra qualche mese, non va sottovalutato il nome del delegato allo Sport, Diego Bonavina, che da sempre gode dell’amicizia e della stima del primo cittadino Sergio Giordani. La fibrillazione, insomma, è tanta. E non si possono escludere sorprese. (altro servizio a pagina 6) D.D’A. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Incontro e presidio in prefettura

«Legge impugnata, a rischio i fondi per noi ospedalieri»

PADOVA I lavoratori del comparto dell’Azienda ospedaliera continuano la loro battaglia per i fondi accessori, cioè tutto ciò che va ad aggiungersi allo stipendio base (premi, straordinari, aumento per incarichi) e che li attesta come i meno pagati del Veneto con circa duecento euro mensili di differenza. «Con la legge 44 del 2019 la Regione aveva inserito nei vari commi anche alcune modifiche al fondo accessorio ma il governo ha deciso di impugnarla perché ritiene che non sia competenza regionale – spiega Alessandra Stivali, Fp Cgil – Dobbiamo ri-

Cartelli in piazza La protesta di ieri

solvere la situazione prima che arrivi in Corte Costituzionale, altrimenti si bloccherà tutto per almeno un altro anno». Per questo ieri i sindacati sono andati dal prefetto. «Ha promesso di consegnare la

nostra lettera, con una sua nota personale, al ministro della Salute, Roberto Speranza, e dell’Autonomia, Francesco Boccia – riferisce Achille Pagliaro, Fp Cisl – Dobbiamo ripristinare la dignità di questi lavoratori». Pare anche che l’Azienda ospedaliera voglia allargarsi senza assumere. “Il bunker per i detenuti, altri posti letto in neurochirugia e patologia neonatale e tutto senza nuove assunzioni – attacca Luigi Spada, Fpl Uil – Se già il personale è stressato da turni massacranti, cosa accadrà dopo?». (si.mo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE ATTUALITÀ

Mercoledì 12 Febbraio 2020 Corriere del Veneto

IL RITRATTO ARTURO LORENZONI PADOVA I più accaniti tra i suoi detrattori, certo non per fargli un complimento, lo dipingono come «un visionario». E pure i tanti che negli ultimi tre anni hanno imparato a conoscere l’accademico, il professionista e l’amministratore pubblico, ritengono che certe sue idee, soprattutto nel campo della mobilità sostenibile e in quello dell’innovazione tecnologica, siano «un po’ troppo avanti», per non dire «azzardate», per una città conservatrice come Padova. A tal punto che lui stesso, ammettendo che concretezza e testardaggine sono rispettivamente il suo maggior pregio e il suo peggior difetto, non fa che ripetere: «I sogni aiutano a vivere meglio». Arturo Lorenzoni, l’uomo su cui si sta spaccando il Pd del Veneto alla disperata ricerca dell’alfiere da contrapporre a Luca Zaia (metà lo vorrebbe candidare subito, qui e ora, nel nome dell’apertura ai civici e ai movimenti invocata dal segretario Nicola Zingaretti; l’altra metà lo considera una sorta di usurpatore, arrivato ad occupare il posto che spetterebbe di diritto a un dem), Arturo Lorenzoni, si diceva, è un personaggio tutto da scoprire. Basti infatti pensare che fino a febbraio 2017, prima che diventasse ufficiale la sua corsa a sindaco in vista delle elezioni comunali di giugno, a capo della neonata Coalizione Civica, lo conoscevano davvero in pochi anche all’ombra di Sant’Antonio. Se non altro perché, prima di allora, non aveva mai fatto politica attiva e si era tenuto ben distante, come fa ancora oggi, dai salotti che contano del capoluogo euganeo. Il professor Lorenzoni, ingegnere con master alla Scuola Enrico Mattei di San Donato Milanese (forse più nota come Eni Corporate University), docente di Economia Applicata al Bo e vicesindaco di Padova da giugno 2017, ha 53 anni e da 27 è sposato con Anna (socia dello studio Cortellazzo-Soatto, uno dei più rinomati della città nel settore della consulenza legale e contabile), dalla quale ha avuto tre figli. Tutti assieme, rigorosamente senza tivù, abitano

L’exploit al Geox

PADOVA Prima l’imbarazzo («Chi è questo, che vuole?»). Poi la sorpresa («Boh, sentiamo un po’ che dice...»). Infine l’ovazione a scena aperta, gli applausi, le grida di sincera approvazione: «Uno di noi!». Billy è stato la variabile impazzita della serata allestita l’altro ieri dalla Lega al Gran Teatro Geox di Padova - ospite d’onore Matteo Salvini - per il lancio ufficioso della campagna elettorale di Luca Zaia. Il fuori copione che non t’aspetti. Salvini se l’era appena presa con i giornali colpevoli di dare troppo spazio alle Sardine (e troppo poco a lui e al suo partito), Zaia stava rassicurando: «Il Veneto è una terra ospitale,

Oggi vedono Boccia

Autonomia, le Sardine si schierano «Non ci piace»

Il professore cattolico del «sogno civico» che spacca il Pd e vuole sfidare Re Zaia

Dal «miracolo» di Padova alla contesa «impossibile» Chi è ● Arturo Lorenzoni, nato a Padova il 19 settembre del 1966, è vicesindaco di Padova ● Sposato con tre figli è professore all’università di Padova. È il leader del movimento Coalizione Civica

in un’elegante palazzina in vicolo Cigolo, a due passi da Prato della Valle. E da lì, ogni mattina, dopo aver canticchiato sotto la doccia «L’ombelico del mondo» di Jovanotti, l’anti-Zaia in rampa di lancio monta in sella alla sua bicicletta per dirigersi in Comune piuttosto che all’Università. Già, la bicicletta. Nessuno, da quando è diventato un personaggio pubblico, l’ha mai visto su un altro mezzo di trasporto. Nemmeno sotto la neve. Di formazione cattolica, prima dalle suore delle Dimesse e poi dai gesuiti dell’Antonianum, Lorenzoni è stato un discreto giocatore del Petrarca Rugby (di ruolo apertura, anzi «aperturo»), ama sciare, passeggiare e arrampicare in montagna, legge almeno tre libri a settimana (in

In Comune Senza precedenti esperienze politiche nel 2017 ha conquistato il 23% al primo turno ed è stato determinante per la vittoria di Giordani

particolare romanzi e biografie), va letteralmente matto per la cioccolata, è impegnato nella cooperazione internazionale con la Fondazione Fontana e sostiene che l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sia una delle figure più carismatiche e rivoluzionarie di sempre. Inoltre, ultimo ma non ultimo, il professore parla e scrive correttamente in inglese, francese e spagnolo. E con buoni risultati, sta prendendo dimestichezza pure con il cinese. Okay, ma cosa c’entra tutto questo con la sua prossima avventura alle Regionali di primavera? C’entra eccome. Perché è proprio grazie a tale bagaglio, culturale, sociale, sportivo e di relazioni, che il leader di Coalizione Civica, alle Comunali di poco più di due anni e mezzo fa, è riuscito

Billy, un africano con Salvini «Ha ragione, basta sbarchi E vogliamo città più sicure» tanto è vero che i migranti qui non hanno paura della Lega» quando Billy, nigeriano sulla cinquantina, stazza imponente e voce tonante, si è alzato in piedi tra i 2.500 seduti in platea ed ha sentenziato: «La Lega ha ragione, Salvini ha ragione!». Ovviamente è venuto giù il Geox, della serie: se lo dice perfino lui... Del perché uno straniero un africano ad essere precisi debba apprezzare la Lega, che non vuole far sbarcare i migranti in Italia e molta parte del suo consenso ha costruito sul sillogismo immigrato-insicurezza, la Lega a detta dei suoi detrattori «razzista e xenofoba», è argomento di di-

Platea leghista Billy interviene durante l’evento di Padova con Matteo Salvini e Luca Zaia

battito da anni, perlomeno da quando si è imposto agli onori della cronaca l’oggi senatore Toni Iwobi. Bill la vede così: «Sono giusti gli sbarchi? Quante persone stanno morendo in mare, quante madri

e quanti padri stanno piangendo i loro figli, quanti mariti le loro mogli? E questo deve continuare o deve finire? Non è cattiveria. Io penso che chi ha diritto di entrare, entra, chi non ne ha diritto, non entra.

«Civico» Arturo Lorenzoni è stato proposto da una parte del Pd come possibile candidato del centrosinistra contro Zaia

nell’«impresa» di tenere assieme cattolici di sinistra, ambientalisti, ex democratici delusi, progressisti in cerca di nuove esperienze, esponenti di Rifondazione Comunista, qualche attivista dei centri sociali (ragione per cui i «renziani» di Italia Viva e i «calendiani» di Azione hanno già fatto sapere che non lo sosterranno «mai») e chi più ne ha più ne metta, raccogliendo prima un inaspettato 22,8% al primo turno e poi rivelandosi fondamentale per l’elezione a sindaco dell’imprenditore Sergio Giordani, pure lui civico, vittorioso al ballottaggio contro il leghista Massimo Bitonci. Uno schema, tutti uniti contro il campione salviniano, che Lorenzoni è convinto di poter replicare anche nei prossimi tre mesi. «So bene che il Veneto non è l’Emilia Romagna - continua a ribadire -. Ma so altrettanto bene che, costruendo un programma serio, concreto e davvero alternativo a quello di chi ci governa da venticinque anni e facendo una campagna elettorale innovativa, entusiasmante e tra la gente, pure la nostra regione può diventare contendibile». D’altronde, per dirla con le sue stesse parole, «i sogni aiutano a vivere meglio». Anzi, come canta Jovanotti, «questo è l’ombelico del mondo, senti che sale questa energia». Davide D’Attino

VENEZIA Non è proprio paura, diciamo piuttosto una leggera apprensione, quella che si respira in queste ore tra i sostenitori dell’autonomia. E d’altronde già il percorso della riforma è accidentato e si procede a singhiozzo, se poi si mette di traverso pure un movimento capace di portare migliaia di persone in piazza e di dettare l’agenda al governo e al centrosinistra... «Domani con il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia parleremo di autonomia differenziata ha annunciato ieri Mattia Santori, leader delle Sardine, all’uscita dall’incontro a Roma con il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, presenti quattro portavoce del movimento in altrettante regioni del Sud -. Se ne è iniziato a parlare oggi, ma è un tema molto delicato, quello da cui dipenderà lo sviluppo futuro delle Regioni del Sud e del Nord, che determinerà come si garantisce l’equità, l’essenzialità dei servizi ai cittadini. Se siamo a favore dell’autonomia differenziata? Non molto, non in questa forma. Ne abbiamo discusso, ci sono alcuni punti da chiarire». E le Sardine non intendono fermarsi qui: «Vedremo domani il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e poi il premier Giuseppe Conte, a loro daremo gli altri due brani necessari per completare la frase il cui incipit è stato dato al ministro Provenzano: “Il viaggio più lungo...”». Nell’attesa di scoprire il rebus, fonti di Palazzo Chigi confermano: ci sono stati contatti e ora si cerca una data in agenda per fissare un incontro che si terrà presto. (Ma.Bo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’interrogazione Perché non fanno come in Canada? Io ho parenti in Nigeria, in Senegal, in America, sono arrivato in Italia in aereo, col visto, e ora sono 31 anni che sono qui. Mia figlia vive qua e quando va in stazione a Padova deve essere sicura, perché se uno la tocca, poi se la vede con me». La sicurezza è ciò che sta più a cuore a Billy: «Quella roba lì deve finire - ha spiegato a Ivan Grozny Compasso di PadovaOggi -. Non puoi venire qua spacciare, stuprare, rubare, non va bene. Se io vengo a casa tua senza essere invitato, armi in mano, tu che fai? E poi il giudice dice che non puoi fare niente per la tua difesa personale... ma se capita a casa sua, il giudice che fa? Questo è un Paese perbene - conclude Billy - e la gente che viene qua deve essere perbene. Perché se tu vieni a casa mia e ti comporti male, io mi incazzo. Per questo sto con Salvini». Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Targa indipendentista, il bollo è stato pagato?» VENEZIA Da alcuni giorni circola sui social la foto di un’auto targata «Serenisima Nasion Veneta dela Venesia», con diffuso gradimento degli indipendentisti. «Ma è in regola con il pagamento della tassa automobilistica?». Lo chiede il consigliere regionale di LeU Piero Ruzzante, con un’interrogazione alla giunta. «Zaia prenda provvedimenti: com’è possibile che sia consentito al sedicente “Stato Veneto dele Venesie” di utilizzare lo stemma del Leone di San Marco?».


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BELLUNO

le coltivazioni in valbelluna

«Nel Bellunese vigneti senza pesticidi» Piazza: il nostro prosecco è particolare Le viti stanno diventando una produzione diffusa da Belluno al Feltrino. Nenz: «La qualità deve vincere sulla quantità» Francesco Dal Mas BELLUNO. Via gli erbicidi, il glifosato in particolare, dalle coltivazioni agricole in provincia di Belluno. Lo ribadiscono un po’ tutti in Valbelluna. Dal direttore della Coldiretti, Michele Nenz, dall’assessore regionale all’ambiente, Gianpaolo Bottacin al vignaiolo Bernardo Piazza, al presidente del Consorzio Doc, Stefano Zanette, con vitigni anche ai piedi delle Prealpi bellunesi, e, più su ancora, al presidente della Regione, Luca Zaia. È accaduto, nei giorni scorsi, che la United States Environmental Protection Agency (Epa) abbia stabilito che il glifosato, la sostanza chimica utilizzata come erbicida e finita sotto accusa per i possibili effetti sulla salute dell’uomo, non è cancerogeno. La rassicurazione è arrivata a due anni di distanza da un report dell’Epa che già nel 2017 aveva escluso l’insorgenza di tumori a causa dell’utilizzo del prodotto. Confagricoltura del Veneto ne ha preso atto con soddisfazione, aggiungendo che l’evidenza scientifica va rispettata e che, di conseguenza, è il caso di riprendere l’uso del glifosato. «Mai e poi mai – ha reagito il governatore Zaia -. Noi, anzi, vogliamo un’agricoltura a chimica zero». Il terrore di tantissimi vignaioli è che la sostanza possa ricomparire tra i vigneti, in particolare quelli di Prosecco, come una mina vagante contro la sostenibilità. Bernando Piazza, che si trova a Parigi per partecipare a fiere dove promuo-

Vigneti a Trichiana nella zona di Casteldardo

ve i suoi vini bellunesi, sbotta di brutto: «Il glifosato fa bene? Che se lo tengano gli americani. Noi certamente non lo adopereremo. Mai». Piazza coltiva 15 ettari di prosecco a Limana, mentre a Trichiana coltiva 30 ettari di altri vitigni (Igt Dolomiti) e 10 ettari anche a Cesiomaggiore. Il biologico è la sua scommessa. «Non oso dire che il prosecco delle Dolomiti sia migliore di quello delle Colline Unesco o della pianura, però è altrettanto pregiato per la sua diversità. Non avrà un sapore fruttato, ma sicuramente floreale. Avverti distinta-

terza generazione della falegnameria

De Biasi eletto al vertice dei Serramentisti di Confartigianato BELLUNO. È Andrea De Biasi il nuovo presidente del mestiere Serramentisti di Confartigianato Belluno. Lo ha eletto l’assemblea riunita in questi giorni. Subentra a Gianluigi Collazuol, che ha guidato il mestiere e la Federazione del Legno per oltre vent’anni. Andrea De Biasi rappresenta la terza generazione della storica falegnameria alle porte di Belluno avviata dal nonno, punto di riferimento per la clientela privata della zona, nonché dei professionisti bellunesi del comparto. Sono già chiari i punti su cui il neo presidente De Biasi si impegnerà a favore del mestiere. «Abbiamo bisogno di recu-

Andrea De Biasi

perare un gap di informazione, che sta interessando il nostro mestiere. Ma anche di monitorare le bozze di nuove normative attualmente in fase di esame parlamentare, che potrebbero condizionare il futuro di

mente che profuma dei fiori e dell’aria della Valbelluna. E manca dell’acidità data dalla mineralità delle terre trevigiane». Quindi? «Quindi è un’eccellenza di quella biodiversità che ci fa onore e dalla quale vogliamo tener bandita la chimica». L’assessore regionale all’ambiente, Bottacin, è perfettamente d’accordo con Piazza e con gli altri produttori che non ricorrono alla chimica neppure in altre coltivazioni, ad esempio il mais. «Da quando la regione ha esteso l’area doc anche alla Valbelluna non c’è dubbio

molte delle nostre piccole imprese, come ad esempio l’obbligo di un patentino europeo per la posa in opera di serramenti perché la spesa possa essere detraibile ai fini fiscali. Altro tema non meno pressante sono le complesse modalità di fatturazione degli infissi ai sensi della normativa sui beni significativi. Poi ci sono gli aspetti tecnici di aggiornamento professionale. Proprio su questi argomenti dovremo indirizzare il nostro lavoro di tutela della categoria». De Basi pensa anche di coinvolgere il più possibile i colleghi, facendoli partecipare alla definizione dell’attività di sindacato del mestiere. «Vorrei raggiungere tutti gli associati per raccogliere la loro attenzione verso il programma di lavoro della categoria, capendo quindi il loro interessamento a un argomento anziché a un altro e per individuare la miglior modalità per la loro più ampia partecipazione». —

che si siano aperte anche nuove opportunità per l’agricoltura bellunese con la produzione del Prosecco. Per anni infatti il tormentone era che i trevigiani facevano i soldi col prosecco e i bellunesi non potevano fare altrettanto. Già da tempo è possibile e quindi disponiamo di una nuova opportunità che però va gestita nel migliore dei modi. La produzione del prosecco e del vino in generale non può prescindere dagli aspetti ambientali e, dunque, è necessario un approccio il più conservativo possibile senza l’utilizzo di prodotti pericolosi come il glifosato

e spingendo verso le nicchie bio». I comuni, da Belluno a Borgo Valbelluna, a Limana si stanno adoperando per la definizione dei regolamenti di utilizzo di queste sostanze anche considerando le distanze dalle abitazioni e credo che questa sia la strada giusta. «Sì alle produzioni che possono creare sviluppo economico ma no all’utilizzo di sostanze potenzialmente pericolose per la popolazione» rilancia Bottacin. In prima linea il Comitato Belluno Ambiente e Salute, con Fabio Guglielmi che ripetutamente è intervenuto con-

solidarietà

Va al Comitato Pollicino il ricavato dei mercatini di Deutsches Haus

La consegna del mega assegno BELLUNO. Anche quest’anno i mercatini di Natale organizzati in piazza dei Martiri a Belluno hanno avuto un risvolto benefico a favore dell’Associazione Pollicino. Come da consuetudine infatti, gli organizzatori delle

Deutsches Haus, specializzata in prodotti tipici bavaresi, hanno devoluto l’intero ricavato a favore della gestione della Casa Alloggio Pollicino di Petrosani in Romania, dove sono ospitati ed accuditi 90 bambini diversamente abi-

tro il proliferare dei pesticidi. Il direttore della Coldiretti, Nenz, ricorda che la sua associazione si è sempre schierata per la sostenibilità e, quindi, la biodioversità. «I nostri produttori sanno bene che la sensibilità dei consumatori si è affinata e che oggi pretende produzioni a km zero, garantite anche dal punto di vista dei trattamenti». Per Nenz non ci sono dubbi: la qualità deve vincere sulla quantità. E da questo punto di vista il presidente del Consorzio Doc, Zanette, conferma che sta lavorando per una direttiva che renda obbligatoria, per i suoi associati, l’esclusione dei fitofarmaci e degli erbicidi in particolare. «In merito all’opportunità di reintrodurre l’uso del glifosato nei vigneti prosecco – interviene Paolo Casagrande, con azienda a Chies; è il presidente del sindacato Anpa -, mi pare assurdo tornare indietro rilevato che già da due anni non si usa questo erbicida e i viticoltori hanno ormai intrapreso tecniche di lotta alle malerbe con mezzi meccanici dotandosi di attrezzature specifiche o fisici». Per Casagrande, non ha senso quindi riusare la chimica dove si sono trovate gia’altre soluzioni. «Ormai tutte le aziende hanno comprato gli apripiante per lavorare il terreno sulla fila, attrezzo che costa intorno ai 15mila euro, o lo fanno fare da conterzisti. È una pratica agronomica sempre usata in passato, poi dismessa dal diserbo glifosate, ma ora reintrodotta, quindi facciamo buttar via gli apripiante?». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

li o in grave disagio economico e familiare. La somma raccolta è stata di 9.400 euro ed è stata consegnata nelle mani di Morena Pavei ed Enrico Collarin durante una cena conviviale con la partecipazione di tutte le anime ed i sostenitori dell’iniziativa. «L’impegno è stato sicuramente tanto» afferma Claudio Sovilla anima della Deutsches Haus «ma il risultato finale ripaga di tutti gli sforzi ed il freddo patito durante i quaranta giorni di apertura della casetta». «Tutto ciò è reso possibile dall’impegno di tante persone Nicola, Andrea, Domenico, Livio e tanti altri che si alternano dietro il banco in legno a preparare bratwurst, currywurst, gulasch e tante altre specialità montane e bavaresi» «Quest’anno inoltre va fatto un plauso al Consorzio BellunoCentro ed alla amministrazione comunale per l’eccellente organizzazione degli spazi e le molte iniziative a corollario dei mercatini». —


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Emergenza ambiente Luca Marchesi, direttore di Arpav, spiega il coordinamento tra Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte

Stufe a legna e traffico avvelenano l’aria Pm10 vera emergenza 50 milioni da spendere L’INTERVISTA

Albino Salmaso ista dal satellite la pianura Padana è una macchia rossa di smog, alla pari del bacino della Ruhr. Ma se in Germania i venti del Baltico spazzano l’aria dalle polveri di carbone, in Italia il Pm10 da traffico e stufe a legna è un flagello che si estende da Bardonecchia a Lubiana, dal Piemonte fino alla Slovenia. Come se ne esce? Luca Marchesi, 55 anni, è il direttore generale dell’Arpav. Laurea al Politecnico di Milano, ha diretto l’Arpa in Friuli e in Lombardia ed è il presidente di Assoarpa. Il ministro Sergio Costa ha stanziato 170 milioni per le 4 regioni padane, 41 dei quali al Veneto. Come pensate di spenderli, dottor Marchesi? «La domanda va girata alla politica, io posso fare il quadro tecnico della situazione. Questi 41 milioni erogati in via straordinaria, come una-tantum dal governo, hanno un vincolo preciso. Sono destinati al trasporto

V

Protesta ambientalista a Mestre

La rottamazione va estesa anche agli impianti domestici Allarme benzopirene pubblico locale per il rinnovo dei bus e agli impianti di videosorveglianza. Poi ci sono altri 8-9 milioni assegnati al Veneto ogni anno con la legge 2019 per contrastare l’inquinamento con un ventaglio d’interventi più ampio: si va dalla sostituzione delle caldaie, ai contributi per la rottamazione delle auto vecchie, all’agricoltura. L’uso coordinato di questi 50 milioni consentirà alla re-

gione un piano molto organico per l’ambiente». Come mai il governo ha destinato solo a Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna i 170 milioni straordinari della legge 2017? «Perché queste regioni confinate tra le Alpi e il Po non sono attraversate da venti e soffrono un’emergenza che inizia a dicembre e si protrae fino a marzo. Con sforamenti del Pm10 che quando superano i 35 giorni consecutivi diventano un allarme per l’Oms. Queste regioni hanno avviato un perfetto coordinamento tecnico tra le 4 agenzie: noi utilizziamo gli stessi indicatori e protocolli di misura dei fenomeni. Gli inventari di emissione sono gli stessi e c’è sintonia con il progetto Ue Prepair. Stazioni di misura e modelli sono analoghi nelle quattro regioni». Perché soffriamo di una così grave emergenza dell’aria? «La situazione orogeografica ci condanna a lunghi inverni con poca pioggia e senza vento. La pianura padana è una conca e l’effetto negativo del Pm10 si vede anche in Slovenia, che collabora con

La cartina del Pm10 e in alto Luca Marchesi, direttore Arpav

In vent’anni crollati i valori delle emissioni Biossidi di azoto e monossido a norma noi. A giugno 2019 a Torino le 4 regioni hanno incontrato la commissione Ue per valutare le strategie e sono stati elaborati dei modelli da cui emerge che se noi avessimo avuto le stesse condizioni meteo della Ruhr avremmo già raggiunto tutti gli obiettivi comunitari. Siamo penalizzati sotto il profilo geografico e non ci possono chiedere le prestazioni della Danimarca o del Nord della

il commiSSario nicola dEll’acqua

Allarme Pfas, i 4 acquedotti da rifare «Siamo a metà strada, ce la faremo» PADOVA. Ottanta milioni di euro per rifare 4 acquedotti avvelenati dai Pfas. Nicola Dell’Acqua, commissario straordinario per l’emergenza da sostanze perfluoro-alchiliche nelle province di Vicenza, Verona e Padova, vuole assolutamente garantire acqua «pulita» in tempi molto stretti. E fa sapere che sono arrivati 23 milioni da Roma. Dell’Acqua ha avviato anche il piano di bonifica della Miteni di Trissino e a fine mese ci sarà il vertice operativo con l’azienda e gli enti pubblici coinvolti nel risanamento. Intanto a Vicenza si attende la nuova udienza del processo per capire chi verrà rinviato a giudizio e poi chiamato a rifondere i danni alla 26 parti ci-

vili. «Siamo arrivati a metà dell’opera, il piano è realizzato al 50 per cento per il primo lotto e ciò consentirà di superare l’emergenza alle famiglie. Tutte le opere procedono secondo il cronoprogramma, i tempi sono stati rispettati. I cantieri, nel rispetto della pausa invernale che consente scavi limitati nel terreno, procedono a marce spedite e riprenderanno a ritmo più intenso a marzo e aprile. Si conferma che il primo lotto dei lavori sarà completato entro novembre 2020, mentre il secondo entro la primavera del 2021», spiega il commissario Dell’Acqua. Ma a che punto siamo? Quattro sono gli interventi. Si

Nicola Dell’Acqua è il commissario straordinario all’emergenza Pfas

Francia e minacciare procedure d’ infrazione. Non è giusto». Ma cosa va messo sotto accusa? Il traffico, le caldaie a gasolio, la legna? «Dalle nostre analisi emerge che la legna bruciata nelle stufe incide per il 63% come contributo primario nelle emissioni in Veneto. Questo settore va messo assolutamente sotto controllo. Il benzopirene, cancerogeno di prima classe, lascia tracce indelebili nelle polveri del Pm10, alla pari del biossido di azoto, dell’anidride carbonica, del monossido e del piombo della benzina. Il benzopirene prodotto da legna compare sempre e se a Pado-

parte dalla condotta Lonigo-Belfiore e campo pozzi Bova, sotto la guida di Acque Veronesi. I lavori sono stati consegnati il 30 maggio 2019 e sono stati posati 8 chilometri di condotte sui 18 totali. Per quanto riguarda le nuove opere di captazione (campo pozzi) a Belfiore, è stata superata positivamente la procedura di valutazione di impatto ambientale (Via) e quindi gli ostacoli non esistono più. Passiamo alla condotta tra Montecchio-Brendola-Lonigo, con Veneto Acque che coordina l’intervento. Lavori consegnati il 27 gennaio scorso, l’impresa sta realizzando il campo base principale a Brendola in via Giolitti. Sono poi in corso le attività di fornitura e stoccaggio dei materiali per la posa della condotta. I lavori di bonifica bellica sistematica terrestre sono stati eseguiti dall’ottobre 2019 a dicembre 2019 con esito positivo da parte del 5° reparto Bcm ministero della Difesa. Parallelamente sono state avviate le verifiche sull’interesse archeologico dei siti coin-

va è pari a 1, a Feltre arriva a 2,5. Il caminetto a fiamma libera va messo al bando. Il 19 febbraio a Verona presentiamo alcuni dati sulla combustione a legna: la Lombardia ne ha meno, il Veneto arriva al 30 mentre a Trento e Bolzano il 40% degli impianti domestici brucia legna. Bisogna correre ai ripari. La tecnologia dà una mano ma non sarà facile “rottamare” 1 milione e mezzo di vecchie stufe e caminetti. Un patrimonio immenso da riconvertire, con gli stessi incentivi utilizzati fino ad oggi per le auto e i veicoli a motore». Quindi il traffico privato non è l’imputato principale. E allora perché si vogliono chiudere le strade? «Non è proprio così. Se guardiamo le emissioni secondarie il traffico privato copre un ruolo fondamentale. Poi è assai più pratico limitare la circolazione del traffico che vietare i caminetti e le stufe. Chi può controllare? La combinazione delle sostanze in aria fa decrescere il contributo del legno, ma questi 50 milioni di euro vanno dirottati su una pluralità d’ interventi. È evidente che bisognerà cambiare i vecchi autobus, ma il Veneto del policentrismo e delle città diffuse non potrà mai bloccare le auto come a Milano, perché qui non c’è una rete ferroviaria capillare come in Lombardia. Insomma, a Milano ci si sposta con il metrò, l’auto è un problema». Ma la qualità complessiva dell’aria è migliorata o peggiorata negli ultimi anni? «Le faccio vedere la serie storica dei grafici dal 2000 ad oggi. Emerge che il Pm10 da 40 microgrammi di media annua è sceso entro i valori di legge. E lo stesso vale per la CO, NO2: biossido di azoto e anidride solforosa siamo in regola, anche per il Pm2. La tecnologia dei motori ha fatto passi da gigante. Ora siamo alla svolta elettrica». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

volti, per superare i veti ella Soprintendenza. Terzo impianto: la condotta di collegamento che va da Ponso-Montagnana- Pojana Maggiore affidata sempre ad AcqueVenete. I lavori per la realizzazione dei 22 chilometri di tubazioni da posare ed il serbatoio di accumulo da 10.000 metri cubi di Montagnana sono in corso di aggiudicazione. E nel frattempo sono state avviate le procedure di esproprio e amministrative propedeutiche alla consegna dei lavori. Ma si pensa di rispettare la tabella di marcia. Infine il nuovo pozzo di Recoaro , il progetto che darà acqua pulita a Trissino, Montecchio e alla valle martoriata dai Pfas. Il coordinamento dell’appalto è affidato a ViAcqua. E’ partita la posa della condotta, mentre le opere di captazione sono in fase di aggiudicazione. Entro il 2020 le opere saranno concluse. C’è da ricordare che dallo Stato arrivano 80 milioni, e 20 saranno finanziati dalle bollette dei contribuenti. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE

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verso le elezioni regionali

L’ultimatum di Salvini irrita il centrodestra «Alleati, non satelliti» De Carlo (Fdi): «L’autonomia al palo? Al governo c’era lui... » Zuin (Fi): «Senza la nostra legge né referendum né riforma»

REAZIONI PUNGENTI

Filippo Tosatto VENEZIA. Matteo Salvini fa la

voce grossa e detta le regole ai potenziali partner del centrodestra: «La Lega stringerà alleanze elettorali solo con chi, prima del voto, sottoscriva la proposta sull’autonomia di Luca Zaia, e ciò vale sia per le regionali del Veneto che in vista del governo nazionale». LE CONDIZIONI DETTATE

Il diktat, pronunciato lunedì davanti alle migliaia di militanti che gremivano il Gran Teatro Geox a Padova, scalda il cuore della base (notoriamente allergica ai compagni di cordata) e ancor più dei colonnelli, per nulla entusiasti alla prospettiva di spartire le poltrone assicurate dal prevedibile successo.E i destinatari dell’ultima-

noi siamo all’opposizione dall’inizio della legislatura, Salvini non incolpi noi se il regionalismo differenziato è al palo. Detto ciò, con Sergio Berlato abbiamo sostenuto a suo tempo il referendum popolare e ribadiamo la nostra posizione: maggiore autonomia abbinata al presidenzialismo per garantire la tenuta complessiva del Paese. Come finirà? Mi auguro prevalga il buonsenso, certo in Veneto i leghisti sono forti ma ricordino che in Lombardia noi votammo Maroni presidente quando superavano a fatica il 4%. Alleati sì, satelliti mai».

Centrodestra veneto:Luca De Carlo (Fdi) e Michele Zuin (Forza Italia)

tum? «Mi sorprendono questi toni», replica Luca De Carlo, deputato-sindaco di Calalzo e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia «noi abbiamo sempre creduto che l’unità del centrodestra rappresenti la formula vincente,

quella premiata dal nostro elettorato, e ci comportiamo con coerenza. L’autonomia? A differenza della Lega, che per 14 mesi ha condiviso il governo con il M5S e ha condotto la trattativa Stato-Regioni con il ministro Stefani,

Dai toni spicci del cadorino quelli felpati (ma incisivi) del veneziano Michele Zuin, parlamentare e assessore in laguna: «Nessun problema sull’autonomia e mi stupisce che gli amici leghisti la sollevino in termini divisivi», le parole di Michele Zuin, il coordinatore dei forzisti veneti «faccio notare che la legge regionale promossa dal Corte costituzionale, e poi sottoposta a referendum, reca la firma di Forza Italia: altri all’epoca inseguivano la secessione ma senza la nostra iniziativa non saremo qui a discutere di materie e competenze. Detto ciò, esiste un’intesa nazionale tra i leader del centrodestra e sono convinto che a maggio, anche in Veneto, correremo uniti a sostegno dell’ottimo governatore Zaia». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sanitÀ, l’incontro in regione

Dieci milioni di premio ai medici in prima linea C’è il sì dei sindacati VENEZIA. I sindacati dei camici bianchi accolgono con sostanziale favore la mossa della Regione che ha stanziato 10 milioni di fondi aggiuntivi per compensare i medici ospedalieri del Veneto che operano nella “linea del disagio” rappresentata da pronto soccorso, emergenza-urgenza, reperibilità, guardie festive e notturne. Nell’atteso incontro tra le parti svoltosi a Venezia, il direttore dell’area sanità e sociale Domenico Mantoan - affiancato per l’occasione dal responsabile personale Claudio Costa - ha illustrato al ventaglio dei rappresentanti sindacali lo spirito del provvedimento (che si tradurrà in un fondo annuale permanente alimentato dal Patto della salute) raccogliendo gran parte delle osservazioni e delle richieste emerse dal tavolo. A cominciare dall’esigenza di linee guida da parte dell’amministrazione, cosi da evitare confusione e disparità applicative: la legge al momento non consente contrattazioni su base regionale (è una delle principali richieste del “pacchetto autonomia” di Luca Zaia) perciò la definizione dei compensi

avverrà su base aziendale ed è essenziale che manager delle Ulss e organizzazioni sindacali agiscano secondo criteri omogenei; a riguardo, Mantoan ha promesso che al prossimo incontro, fissato per il 3 marzo, presenterà un protocollo dettagliato. Di che parliamo nel concreto? Di riconoscere il valore di prestazioni fin qui compensate con cifre irrisorie: dalla reperibilità - i 20 euro oggi “elargiti” dovrebbero diventare 200 - all’indennità domenicale e notturna che dai 20-30 euro attuali balzerebbe a 250; prima tappa di un’azione perequativa a vasto raggio. «A tutt’oggi siamo in concorrenza con le elemosine», il commento sarcastico di Giovanni Leoni, segretario regionale del Cimo, che saluta con soddisfazione l’inizio di un«percorso comune per correggere le disuguaglianze di retribuzione, a parità di attività svolta, per i colleghi di tutte le aziende del Veneto» dove la “forbice stipendiale” raggiunge i «500-600 euro netti al mese in più o in meno per singolo medico». — Filippo Tosatto © RIPRODUZIONE RISERVATA

nuovo centro logistico

Amazon apre nel Rodigino e assume 900 dipendenti CASTELGUGLIELMO

(ROVIGO).

Amazon bis in Veneto, è ufficiale: il centro di distribuzione di Castelguglielmo, nel Rodigino, entrerà in funzione entro il prossimo autunno e impiegherà fino a 900 dipendenti a tempo indeterminato. A partire da ieri sono aperte anche le candidature per le posizioni manageriali, tecniche e per le funzioni di supporto. Ieri mattina Amazon ha ufficialmente annunciato l’apertura dei due nuovi centri di distribuzione in Italia che saranno operativi entro la fine del 2020: uno a Colleferro, nella città metropolitana di Roma, e l’altro tra Castelguglielmo e San Bellino, in provincia di Rovigo. Concretizzato in numeri, si tratta di un doppio investimento che vale 140 milioni di euro e 1.400 posti di lavoro, che si sommano ai 4 miliardi già investiti nel nostro Paese dal 2010 e ai 6.900 dipendenti attualmente impiegati da Amazon in Italia (fra questi ci sono gli addetti in servizio a Vigonza, nel Padovano). «Nel 2020 celebriamo i dieci anni dal nostro arrivo in Italia, periodo in cui abbiamo destinato considerevoli investimenti a questo Paese e dato lavoro a migliaia di persone qualificate, che ricevono una retribuzione competitiva e benefit sin dal primo giorno» commenta Roy Perticucci, vicepresidente di Ama-

Un magazzino Amazon

zon Operations in Europa «Questo nuovo investimento rappresenta un’ulteriore dimostrazione del nostro impegno nei confronti della comunità locale: ci consentirà infatti di creare oltre 1.400 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato e di potenziare la nostra rete di consegna per raggiungere sempre più persone in tutto il Paese». Rimanendo in Veneto, il centro di distribuzione polesano – si trova a 25 chilometri da Rovigo – impiegherà fino a 900 dipendenti a tempo indeterminato entro tre anni dall’inizio delle attività. Il si-

to, i cui lavori di costruzione sono stati affidati a P3 Logistic Parks, sarà equipaggiato con la più avanzata tecnologia di Amazon Robotics per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro dei dipendenti, riducendo ad esempio i loro spostamenti grazie a speciali scaffali di stoccaggio dei prodotti che si muovono in modo automatizzato verso la postazione degli operatori. Amazon promette massima attenzione anche nella realizzazione di strutture sostenibili, capaci di integrare sistemi per il risparmio energetico riducendo l’impronta ambientale grazie a ridotti livelli di emissioni. Attraverso il link www. amazon. jobs/en/locations/castelguglielmo è possibile candidarsi per una posizione manageriale, tecnica e per le funzioni di supporto. Le selezioni per operatori di magazzino saranno invece aperte in estate. Per queste figure professionali è previsto un inquadramento al quinto livello del Ccnl della Logistica e dei Trasporti, con salario d’ingresso pari a 1.550 euro lordi e un pacchetto di benefit che include gli sconti su Amazon.it e l’assicurazione sanitaria privata contro gli infortuni, oltre a un serio percorso formativo. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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futura sede di protezione civile e altri uffici

Ex giocatore del Milan dona tre immobili alla Regione dano di Dario Barluzzi, classe 1935, ex portiere di calcio e vecchia gloria del Milan, che ha finito la propria carriera a Varese dove attualmente risiede» è il grazie di Luca Zaia, presidente della Regione. «Barluzzi non ha dimenticato la propria terra, tanto da voler donare alla Regione del Veneto di assoluta generosità: quegli spazi – centralissimi a Belluno – saranno prestissimo messi a disposizione dei servizi regionali per la Difesa del Suolo e della Protezione Civile, ed utilizzati per incrementare la sicurezza del territorio». Zaia rivolge a Barluzzi «il più sincero ringraziamento da parte mia e della gente veneta per la concreta iniziativa solidale che ha voluto destinare alla comunità di Belluno. Un gesto concepibile

solamente dall’animo di un grande campione, che nella sua città natale ha compiuto l’impresa più bella in una vita piena di successi sportivi. Un dono da “numero 1” nei fatti». In questi giorni, per la verità, si sono valutate anche altre possibilità, rispetto alla sede della Protezione civile. Il genio Civile, per esempio, rimanendo dov’è adesso potrebbe approfittare degli nuovi spazi per implementare qualche ufficio, ma soprattutto i magazzini. Dei rumors ipotizzavano anche un trasferimento della stessa sede del Genio, ma proprio l’assessore Bottacin ieri l’ha escluso. «Ci siamo dati qualche mese di tempo per individuare le proposte di maggiore utilità» fa sapere l’assessore. — Francesco Dal Mas

Torna lo sbocco a nord convegno della Cisl per parlare di prospettive

rinzia. Seguirà la tavola rotonda “Una porta a nord per il Veneto” con la partecipazione dell’assessore regionale Elisa De Berti, l’assessore del Comune di Venezia allo Sviluppo economico del territorio – Infrastrutture, Simone Venturini, il sindaco di Treviso, Mario Conte e il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. Concluderà i lavori il segretario della Cisl nazionale Andrea Cuccello. «Si tratta di un’occasione importante di vero confronto e approfondimento, senza pregiudizi, per definire cosa serve al territorio in tema di viabilità. Per noi è importante tornare a ragionare su un reale sbocco a nord con una strada a scorrimento veloce e anche sul miglioramento della viabilità ordinaria, con particolare riferimento ai collegamenti intervallivi». Nessuna paura, conclude Roffarè, delle possibili contestazioni ambientaliste, perché quello che andremo a realizzare sarà puntualmente compatibile. — F. D. M.

Il valore è di 250mila euro Gli spazi si trovano in via Simon da Cusighe Zaia ha ringraziato Dario Barluzzi per la generosità BELLUNO. Dario Barluzzi ha donato alla Regione Veneto tre immobili commerciali in via Simon da Cusighe, a Belluno, per un valore catastale di circa 250 mila euro. Le tre unità sono comprese in un complesso condominiale ai civici 35 e 37. «Non abbiamo ancora deciso come utilizzarli» informa l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin. «Abbiamo chiesto al Genio Civile e ai Servizi Forestali se questi ambienti possono interessarli». La Regione ha coinvolto anche la Protezione Civile. Ed ecco la novità. Questi spazi potrebbero

Le vetrine degli spazi commerciali donati alla Regione

tribunale

essere la sede distaccata, provinciale, della Protezione Civile che oggi esercita a Marghera. «Abbiamo introdotto una riforma che coinvolge anche il territorio – fa sapere Bottacin – e che prevede la possibilità di distaccamenti locali, quanto meno provinciali. È evidente che Belluno sarà il primo a materializzarsi, per ragioni più che evidenti». L’intenzione, insomma, è quella di creare in via Simon da Cusighe una “cittadella del territorio”, con servizi che attendono alla sicurezza idraulica, forestale e dell’emergenza. In questa prospettiva la Regione è riconoscente al donatore per la sua generosità che viene incontro ad un’esigenza precisa di implementazione di servizi in città. «A Belluno – e non solo – in molti si ricor-

la mobilità

Lesioni al vicino di casa altri sei mesi di carcere per il croato Ahmetovic BELLUNO. È stato condannato a sei mesi di reclusione per lesioni, il croato Paso Ahmetovic difeso dall’avvocato Erminio Mazzucco. L’uomo è già detenuto in carcere per il tentato omicidio del consigliere comunale Bruno Longo. I fatti risalgono al 4 settembre 2016, in via Vittorio Veneto, davanti al bar all’Angolo. L’imputato avrebbe colpito con una testata al volto un vicino, provocandogli una frattura scomposta al naso per una prognosi di 25 giorni. Il gesto sarebbe arrivato durante una discussione nata per il rumore che stavano provocando le figlie del vicino, mentre stavano giocando in strada. Ieri mattina al tribunale di Belluno gli avvocati hanno presentato al giudice Cristina Cittolin le loro arringhe. Il pubblico ministero Gialuca Tricoli ha chie-

sto una condanna a nove mesi di reclusione. A questa richiesta ha risposto l’avvocato Mazzucco che ha precisato come il suo assistito non ha mai negato di aver dato una testata al vicino, ribadendo la legittima difesa in quanto Ahmetovic in quel momento si era sentito minacciato. Il difensore ha anche evidenziato come la parte offesa, nel frattempo, ha ritirato la querela. Per questo ha chiesto l’assoluzione dell’imputato perché il fatto non sussiste, o in subordine il proscioglimento per estinzione del reato visto il ritiro della denuncia. Richiesta che è stata contestata dal pm il quale ha precisato come le lesioni con una prognosi oltre i 20 giorni si perseguono di ufficio. Alla fine il giudice, pur riconoscendo la responsabilità dell’imputato, non ha considerato le aggravanti. —

tribunale/1

Maltratta la moglie condannato il marito BELLUNO. Per anni ha sopportato i maltrattamenti fisici, verbali e psicologici del marito anche davanti alla loro figlia minorenne. Ma ieri mattina F.M., 42 anni (difeso dall’avvocato Alessandra Conti) è stato condannato a un anno e cinque mesi di reclusione e al pagamento di ottomila euro come risarcimento all’ex convivente costituitasi parte civile con l’avvocato Giuseppe Triolo. Per l’imputato il pm Rober-

ta Gallego aveva chiesto 2 anni e otto mesi di reclusione. Le violenze sono andate avanti per anni dal 2012 al 2018 quando la donna è finita all’ospedale dopo che l’uomo le aveva mandato a sbattere la testa contro un termosifone. Ma le violenze e le umiliazioni erano pressoché quotidiane e neppure quando la moglie era incinta l’uomo si sarebbe fermato, sferrandole una gomitata dritta sulla pancia. —

Auto incolonnate sulla A27 nella zona di Pian di Vedoia

BELLUNO. Una strada a scorrimento veloce, comunque con pedaggio, da Pian di Vedoia fino al confine con l’Austria, anzi con sbocco verso Lienz. La chiederà la Cisl Bellunese e del Veneto in un convegno a Mestre venerdì. La proposta di uno sbocco a Nord è già stata condivisa da tutte le categorie economiche e pure dal sindacato (Cgil, Cisl e Uil) nella piattaforma che la presidente di Confindustria, Lorraine Berton, ha presentato al Governatore Zaia. Di nuovo c’è che la Cisl esce dal Bellunese, con questa richiesta, coinvolge la sua organizzazione regionale e soprattutto il porto di Venezia. Un salto di qualità, dun-

que. Meglio un’autostrada che il Treno delle Dolomiti? «Intanto noi parliamo di una strada a scorrimento veloce – risponde il segretario aggiunto della Cisl di Belluno Treviso – e per quanto riguarda il treno, questo ha una sua funzione, che però non è quella di sfondare a Nord, che è la nostra priorità, ma anche di Treviso e Venezia». Per quanto riguarda le risorse necessarie si sa che al convegno sarà annunciato il budget auspicato. Su queste considerazioni si svilupperà il convegno «Il Veneto nelle nuove rotte economiche globali. Porto di Venezia e autostrada A27», organizzato da Cisl Veneto e Unioncamere Veneto, in programma per ve-

nerdì all’Hotel NH Laguna Palace di Mestre. I lavori saranno introdotti dal segretario generale della Cisl Veneto, Gianfranco Refosco e dal presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza. Interverranno Iolanda Conte di Uniontrasporti, che illustrerà il sistema infrastrutturale del Nordest; il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Pino Musolino, che parlerà del Porto di Venezia; il rappresentante del Veneto in Eusalp – mobilità Giovanni Campeol, che tratterà del valico alpino con l’Austria, e il deputato al Parlamento austriaco Christian Ragger, che descriverà le politiche infrastrutturali della Ca-


XIV

Cortina

MOBILITÀ Il vertice si è tenuto a Palazzo dei Rettori mettendo a punto le strategie anti-ingorghi

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

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Assalto alle Finali di Coppa: c’è un piano smista-traffico Tavolo in prefettura per organizzare `Saranno allestiti parcheggi scambiatori la mobilità durante le gare di sci alpino agli ingressi del paese e lungo l’Alemagna `

CORTINA

L’AREA DI ACQUABONA

OBIETTIVO FLUIDITÀ Obiettivo comune è rendere più fluido possibile il traffico veicolare a Cortina, anche per garantire l’ordinato svolgimento delle manifestazioni e di eventuali servizi di soccorso.

`Ieri primi testi

per il presunto abuso edilizio sul Boite CORTINA

Dai progetti della Fondazione Cortina 2021 passa sul tavolo della Prefettura di Belluno il piano della mobilità nella conca d’Ampezzo, da attuare nel mese di marzo, nella settimana dal 16 al 22, per le Finali di Coppa del mondo di sci alpino 2020, considerate la prova generale dei ben più impegnativi Campionati del mondo 2021. Si tratterà di regolare il flusso degli sportivi, con migliaia di arrivi, lungo le principali strade. Per questo saranno allestiti parcheggi scambiatori agli ingressi del paese, lungo la statale 51 di Alemagna; uno nel piazzale ricavato ad Acquabona, dove erano stati depositati provvisoriamente i grandi cumuli della ghiaia delle frane degli anni passati. Un altro parcheggio sarà a nord, a Fiames, sulla pista del vecchio aeroporto, per intercettare i tifosi che verranno dai paesi di lingua tedesca, tradizionale bacino degli sport invernali: Austria, Svizzera, Germania. Da lì gli spettatori proseguiranno verso le piste da sci della Tofana con le navette dell’organizzazione. Il tavolo di lavoro è stato presieduto dal prefetto Adriana Cogode, con Roberto Padrin presidente della provincia, Gianpietro Ghedina sindaco di Cortina, con i vertici provinciali delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, rappresentanti del comune capoluogo, della Ulss 1 Dolomiti, della Fondazione Cortina 2021, di Anas, Veneto Strade e Dolomitibus.

Spiaggiaverde finisce in aula: due alla sbarra

MOBILITÀ Il piano ha messo a punto le aree dove bloccare il traffico. Sopra, il prefetto Adriana Cogode

Già per le gare di Coppa del mondo del gennaio 2019 si sperimentò la chiusura della regionale 48 delle Dolomiti, dal centro di Cortina in direzione del passo Falzarego, in particolare sino all’incrocio con la strada comunale che sale verso le piste della Tofana, attraverso l’abitato di Gilardon. Anche quest’anno ci

L’EVENTO IN AGENDA DAL 16 AL 22 MARZO PORTERÀ MIGLIAIA DI ATLETI E SPETTATORI SARÀ LA PROVA GENERALE DEI MONDIALI

saranno provvedimenti analoghi di limitazione al transito dei veicoli, in determinate aree del territorio comunale. Per definire tutti gli aspetti ci saranno altri tavoli tecnici, con particolare riguardo all’ordine e alla sicurezza pubblica. Saranno avviati, in primo luogo dall’amministrazione comunale, confronti con tutte le associazioni di categoria, affinché le limitazioni alla circolazione tengano conto anche delle esigenze degli operatori economici e di tutti coloro che, per motivi di lavoro, avranno la necessità di raggiungere Cortina.

ANCHE L’ULSS IN CAMPO Ci sarà una particolare cura

nella comunicazione, coordinata da un’unica cabina di regia, con l’impiego di tutti i mezzi, compresi i pannelli a messaggio variabile, su strade e autostrade. E’ stato esaminato anche il piano sanitario, strettamente connesso a quello per la mobilità, che la Ulss Dolomiti sta definendo con gli organizzatori e con il comune. Infine si guarda alle possibili nevicate, che dovessero verificarsi in quei giorni; fenomeni intensi sono del tutto usuali nel mese di marzo. Ci sarà un piano di emergenza e un’apposita pianificazione per gestire la mobilità, prevedendo il coinvolgimento di tutto il sistema di protezione civile. Marco Dibona

È iniziato ieri in Tribunale a Belluno il processo per il presunto abuso edilizio dello chalet Spiaggiaverde (ex Lido Capo Verde). Alla sbarra due imputati, che si sono opposti al decreto penale di condanna emesso dal giudice, perché vogliono dimostrare la loro innocenza in aula: si tratta di Diego Dal Cin, 44enne di Conegliano, uno dei titolari del bar e il 50enne imprenditore Gianmarco Mattiazzo di Valdobbiadene, che costruì, tramite l’impresa De Rigo di Cortina, il bar finito nel mirino. Un basamento in cemento realizzato su area demaniale sottoposta a vincolo paesaggistico, vicino al Boite, che in realtà doveva essere una struttura provvisoria. Agli imputati viene anche contestato di non aver rispettato l’ordinanza di rimozione del bar, che aveva avuto il via libera dal Comune come installazione provvisoria per 110 giorni mentre si lavorava alla pratica definitiva. «Il 27 aprile del 2017 - ha spiegato ieri in aula Silvia Balzan dell’Ufficio Edilizia del Comune - sono andata a farmi un giro sul territorio e vedo che il manufatto esisteva ancora, a quel punto ho preso provvedimenti e ho avviato il procedimento affinché venisse smontato. In quella zona c’è non solo il vincolo idraulico, ma quello paesaggistico, che con decreto del 1952 riguarda tutta Cortina». La dipendente comunale ha anche spiegato che aveva dato il via libera per i 90 giorni previsti come installazione temporanea, nel 2016, vedendo che c’erano tutti i pareri positivi necessari, a cominciare da quello del Genio Civile. «Dissi prendo atto - ha proseguito -, ma sappiate che è per un tempo limitato: il termine

di 90 giorni iniziava dalla comunicazione ed era precisato che il 22 settembre 2016 avrebbero sgombrato». Così però non fu e scattò l’inchiesta della Procura. I militari forestali andarono in Municipio a Cortina ad acquisire atti sulle pratiche edilizie e posero i sigilli all’area Spiaggiaverde. L’inchiesta venne aperta a carico di 5 indagati, ma il processo pubblico è stato voluto solo dai due imputati. Ieri non erano presenti in aula: per Dal Cin c’era l’avvocato Letizia Parpinel del Foro di Treviso (in sostituzione del collega Giuseppe Antoniazzi), per Mattiazzo l’avvocato Paolo Tabasso, sempre del Foro di Treviso (in sostituzione del collega Fabio Pinelli). Si torna in aula il 14 aprile quando il costruttore Mattiazzo si difenderà di fronte al giudice. La zona Spiaggiaverde rappresenta un punto di ritrovo sia d’estate che di inverno, con area ristoro, nella parte nord di Cortina, dopo Fiames. Nel 2013 i precedenti gestori del punto diedero forfait, arrendendosi ai problemi burocratici che erano insorti. Dopo qualche tempo, a fine agosto del 2016, riaprirono la spiaggetta, con tanto entusiasmo, gli imprenditori coneglianesi Diego Dal Cin e Edoardo Paggiaro, che però finirono nei guai.

I SIGILLI al bar Spiaggiaverde, quando scoppiò il caso nel 2017

Due congressi medici tra screening agli occhi e focus sul Coronavirus CORTINA La prevenzione delle malattie dell’occhio e l’attualità più pressante della medicina mondiale, data dalla diffusione dell’epidemia di Coronavirus, sono fra gli argomenti di maggior interesse di due congressi medici, che Cortina ospita in questi giorni, in concomitanza fra i due eventi, dal 13 al 15 febbraio. La società italiana laser in oftalmologia, in prima linea per la prevenzione delle malattie dell’occhio, durante il suo trentottesimo congresso scientifico, propone incontri con la popolazione locale e due giornate di screening.

PREVENZIONE GLAUCOMA Si comincia giovedì 13 febbraio, dalle 14 alle 16, nel municipio

di Cortina, con la prevenzione del glaucoma, mediante la misurazione gratuita della pressione oculare. Un altro screening gratuito sarà fatto sabato 15 febbraio, dalle 10 alle 12, negli stessi locali del municipio, a lato dell’ingresso, con fotografie del fondo oculare, quale prevenzione della degenerazione maculare. Venerdì 14, dalle 11 alle 12, all’Alexander Girardi, nel corso dei lavori del congresso, ci sarà l’incontro aperto al pubblico, con le relazioni e la discussione sulle patologie più importanti dell’occhio.

la robotica, che si svolgerà all’hotel Miramonti. E’ organizzato dagli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri di Belluno, Rovigo e Trieste, con la partecipazione degli ordini del Triveneto.

PRIVACY E SANITÀ

IL VIRUS CINESE Dell’attualità del Coronavirus cinese si tratterà nel convegno medico triveneto sui temi delle innovazioni in medicina, dell’intelligenza artificiale e del-

SCREENING Domani, dalle 14 alle 16, in municipio, misurazione gratuita della pressione dell’occhio. Il giorno dopo convegno

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E’ un momento importante di approfondimento e confronto su temi rilevanti e ad alto impatto, sia nella vita dei cittadini, sia per i professionisti medici. Nel pomeriggio di giovedì 13 si affronta la tavola rotonda “Informatica – privacy e intelligenza artificiale in sanità: quale equilibrio tra tecnologia e umanità”. Venerdì 14 e sabato 15 saranno affrontati, con interventi di esperti, argomenti di innovazione in sanità, intelligenza artificiale, robotica, il ruolo delle

neuroscienze e la loro applicazione in ambito sanitario, come l’assistenza territoriale ad anziani e soggetti con deficit cognitivo e motorio. Si parlerà del cuore artificiale, in via di sviluppo da parte del professor Gino Gerosa della cardiochirurgia di Padova. Ci si occuperà della relazione fra salute pubblica a comunicazione, tra social e media. Particolare importanza avrà la presenza, alla luce degli ultimi eventi, del professor Roberto Burioni, ordinario di microbiologia e virologia al San Raffaele Milano, che farà il punto sulla preoccupante questione Coronavirus. Manuela Lanzarin, assessore regionale alla sanità, ha confermato la sua presenza nella giornata conclusiva, sabato 15 febbraio. M.Dib.


II

Primo Piano

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Rimpasto a Palazzo Moroni LO SCENARIO PADOVA Il conto alla rovescia è cominciato. A Palazzo Moroni tutti sanno che questa potrebbe essere la settimana in cui il vicesindaco Lorenzoni uscirà allo scoperto annunciando la sua candidatura a governatore del Veneto. Ci vorrà probabilmente un altro mese di attesa, invece, per sapere se anche l’assessore Micalizzi lascerà il municipio correndo per il consiglio regionale. Le trattative tra il Pd e Coalizione Civica non sono ancora entrate nel vivo, ma il rimpasto di giunta è sempre più probabile e le due forze di maggioranza hanno iniziato a studiare le proprie carte ben sapendo che su alcuni nodi ci sarà da battagliare. Un esempio? Il popolo arancione è determinato a non cedere le deleghe all’urbanistica e alla mobilità, ma gli alleati democratici frenano: «Si sceglierà in base alle competenze, non alle casacche politiche».

LA SPARTIZIONE Partiamo proprio dalle deleghe che potrebbe lasciare vacanti Arturo Lorenzoni. «Urbanistica e mobilità sono per noi due settori fondamentali, come ambiente e sociale» ripetono in coro gli esponenti di Coalizione. I democratici, però, temporeggiano. Nessuno si espone ufficialmente, ma a microfoni spenti il ragionamento è unanime: «Quelle deleghe erano state date a Lorenzoni perché aveva le competenze necessarie. Non per forza l’assessore arancione che andrà a sostituirlo dovrà occuparsi degli stessi settori. Potrebbe esserci una redistribuzione più ampia». La matassa potrebbe rivelarsi molto intricata e tra gli ambienti democratici serpeggia una convinzione: «Il sindaco appoggerà e sosterrà la scelta di Lorenzoni, ma vorrà una certa autonomia nelle scelte per il rimpasto».

L’ALTRA PARTENZA L’ufficio di Lorenzoni, ma non solo. In ballo, la prossima primavera, potrebbe esserci anche l’ambita scrivania di Andrea Micalizzi. L’assessore ai Lavori Pubblici guarda con fisiologico interesse alla partita regionale, ma la sua candidatura non è affatto certa. Prima di tutto la direzione regionale del Pd dovrà definire l’accordo per il candidato governatore (Lorenzoni, appunto) e poi si penserà alle liste. I posti padovani non saranno molti: in lizza potrebbero esserci anche l’attuale consigliere regionale Claudio Sinigaglia e il sindaco di Noventa Padovana Alessandro Bisato, segretario regionale del partito. Micalizzi in ogni caso è una figura molto quotata, con un’importante platea elettorale in città. Il sin-

LA GIUNTA GIORDANI Nei prossimi mesi potrebbe subire due rimpasti. Fino ad ora non c’è stata nessuna variazione rispetto alla squadra presentata nell’estate 2017

Mobilità, il Pd frena: ipotesi di un tecnico Lorenzoni verso la Regione. I suoi fedelissimi vorrebbero mantenere le deleghe ma i democratici sono prudenti: «Scelte da prendere in base alle competenze» `

daco Giordani, che non ha mai nascosto l’apprezzamento per il suo assessore, è consapevole che presto potrebbe vederlo partire. A marzo se ne saprà di più.

in consiglio comunale, anche se più di qualcuno ritiene che non sarebbe così facile convincerlo ad accettare un posto in giunta. Poi c’è Davide Tramarin, segretario cittadino del Pd, che ripercorrerebbe così il percorso già fatto dal suo predecessore Bressa. Infine Anna Barzon, consigliera comunale di grande esperienza fin dai tempi dell’amministrazione Zanonato. Ma attenzione: non è affatto escluso che alla fine il sindaco punti su un nome esterno, pescato dalla società civile, con le competenze adeguate a seguire proprio i Lavori pubblici. Padova ha spesso guardato al “modello Milano” dove il sindaco Sala si è già rivolto a figure considerate “tecniche” e non politiche.

LA TRIADE In caso di uscita di Micalizzi che farebbe il Pd per sostituirlo? Ufficialmente nessuno si sbilancia, ma è inevitabile che nella sede di via Beato Pelegrino sia già tempo di riflessioni. Tra i papabili in questo momento troviamo una “triade istituzionale”. Anzitutto Gianni Berno, capogruppo

SE LASCIASSE ANCHE MICALIZZI POTREBBE ESSERE SOSTITUITO DA TRAMARIN, BERNO O BARZON, MA C’È L’IDEA DI UN ESTERNO

ESPERIENZA SEGRETARIO Davide Tramararin guida il circolo cittadino Pd

CAPOGRUPPO Gianni Berno è il capogruppo Pd in Consiglio

ASSESSORE Diego Bonavina ha le deleghe a sport e avvocatura

L’intervista Diego Bonavina

ce sembra ad un passo dalla candidatura a governatore del Veneto. «Per me Arturo in questi anni è stato un punto di riferimento e continua ad esserlo. È una persona che riesce a portare avanti con determinazione le proprie idee, ma sempre nel pieno rispetto delle opinioni degli altri. Questo è un grandissimo pregio che gli riconosco».

«Vice? Lusingato come quando mi chiamò il Brescia in serie A» IL PROTAGONISTA PADOVA «Non sono abituato a queste logiche perché questa è la mia prima esperienza politica. Sento circolare un nome, poi un altro e un altro ancora. Mi sembra di tornare ai tempi in cui giocavo e c’era il calciomercato. Partiva un centrocampista e iniziava il toto-nomi su chi doveva sostituirlo». L’avvocato Diego Bonavina, assessore con un passato da calciatore professionista, assisterà al probabile rimpasto in giunta

da spettatore interessato. Risponde al telefono mentre è in viaggio istituzionale verso Milano, ma non si tira certo indietro.

CONSIGLIERA Anna Barzon ha una lunga esperienza a Palazzo

Chi ha vissuto moltissime situazioni come questa è l’assessore alla Cultura Andrea Colasio. «Sono avvicendamenti fisiologici

Assessore, come vive questo scenario che sta per verificarsi a Palazzo Moroni? «Ciò che sta accadendo è molto lontano da me, ma comprendo che in politica siano situazioni normali. Dico subito che sarei in ogni caso molto dispiaciuto, perché ad Andrea e ad Arturo io mi sono affezionato».

Micalizzi. Quale sarebbe il problema più grande nel rimpiazzarlo? «Ad Andrea io sono davvero molto legato, professionalmente ma anche umanamente, anche perché abbiamo l’ufficio accanto. Spesso ci confrontiamo su questioni di varia natura. Molte volte i nostri settori di riferimento, per me sport e avvocatura e per lui patrimonio e lavori pubblici, si sono intersecati. Lo stimo molto e sarebbe una grande perdita».

Ipotizziamo una partenza di

Il vicesindaco Lorenzoni inve-

«SEMBRA DI STARE AL CALCIOMERCATO, MA A DUE COLLEGHI COME ANDREA E ARTURO IO MI SONO AFFEZIONATO»

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L’uscita di Lorenzoni lascerebbe vacante la carica di vicesindaco. Non è mistero che Giordani vedrebbe bene un uomo di fiducia come lei. «L’ipotesi mi lusinga, mi sembra di rivivere il momento della mia carriera da calciatore quando, prima di arrivare al Padova, il Brescia mi chiamò per giocare in serie A. All’epoca rifiutai perché stavo intraprendendo la

strada dell’avvocatura e non volevo rinunciare, ma resta tutt’ora un mio rammarico sportivo». Oggi, invece, alla chiamata del sindaco cosa risponderebbe? «Non ci ho mai pensato perché non ne abbiamo minimamente parlato. Diciamo che è una bella soddisfazione il gradimento personale di Giordani, ancor più che l’ipotesi di una carica politica». Nel centrosinistra molti la indicano anche come possibile futuro candidato sindaco, nel dopo-Giordani. «Per ora non ci penso assolutamente. Ripeto sempre che Padova ha un grandissimo sindaco e spero che rimanga ancora a lungo». G.P.


III

Primo Piano

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Ora Coalizione incalza il professore: «Senza te cosa ne sarà di noi?» Affollata assemblea del popolo arancione. Tanti dubbi sui successori e una certezza: «L’urbanistica va mantenuta» `

L’ATTESA

PALAZZO MORONI Il sindaco Sergio Giordani si prepara ad un rimpasto di giunta. Il vicesindaco Lorenzoni è pronto a correre da governatore del Veneto per un movimento unitario di centrosinistra mentre l’assessore Micalizzi potrebbe essere scelto dal Pd come candidato consigliere regionale

- allarga le braccia - già capitati più volte anche nella giunta Zanonato. Il ruolo di assessore è un ottimo trampolino per il Parlamento o per altre cariche e certe ambizioni personali dei colleghi di giunta sono comprensibili. La macchina comunale assorbirà in fretta gli eventuali cambiamenti. Dico solo che mi dispiacerebbe perché Micalizzi è una “macchina da guerra” sempre sul pezzo e perché Lorenzoni è una persona molto saggia con cui si trova sempre una soluzione». Trovare soluzioni, forse, sarà più difficile per il Pd e per Coalizione. Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA

COLASIO: «SONO AVVICENDAMENTI FISIOLOGICI, CAPISCO LE AMBIZIONI PERSONALI DEI MIEI COLLEGHI»

Le successioni

Tarzia: «Si scelga tra i nomi eletti» «Non so cosa accadrà nell’eventuale rimpasto in giunta, ma ho due desideri». Il consigliere comunale Luigi Tarzia, eletto nella lista Giordani e delegato alla sicurezza, risponde al telefono mentre è sulle piste da sci. Dalla montagna si tiene ovviamente aggiornato sugli scenari futuri di Palazzo Moroni e sa bene che nelle prossime settimane inizieranno manovre decisive per una o due sostituzioni in giunta. «Anzitutto - spiega Tarzia - mi auguro che l’area moderata e centrista di cui faccio parte abbia l’opportunità di ricoprire con un proprio rappresentante un incarico, anche se so bene che nessuno potrà andare a dettare la linea al sindaco Giordani. La seconda condizione che mi auguro si verifichi - chiude Tarzia - è che

si vada a pescare tra gli eletti. Tra chi si è candidato mettendoci la faccia». E se arrivasse una chiamata proprio a lui? «A chi non piacerebbe fare l’assessore ammette Tarzia - ma oggi il tema non è questo. L’importante è che arrivino persone competenti che diano nuovo slancio». (g.p.)

PADOVA Una sala piena, una platea in fibrillazione e un professore con decine di occhi puntati addosso. Sono state due ore molto intense, lunedì sera, quelle che hanno contraddistinto la riunione degli attivisti di Coalizione Civica nella sede arancione di Corso del Popolo. Non è stata la serata degli annunci ufficiali come qualcuno immaginava, ma di fatto è stata la prima volta che Arturo Lorenzoni si è presentato alla propria “base” da candidato governatore in pectore. Fosse per lui ogni riserva sarebbe già sciolta e la corsa regionale verso Palazzo Balbi sarebbe già cominciata. Se la sfida a Zaia non è ancora stata lanciata, è perché la direzione regionale Pd deve ancora sciogliere le ultime riserve. Sabato è in programma a Vicenza un’assemblea del “Veneto che vogliamo”, movimento civico promosso proprio da Lorenzoni, e il diretto interessato auspica che per quel giorno l’accordo sia chiuso.

to un messaggio importante agli alleati democratici: «Qualunque sarà la mia scelta, io rimarrò garante di un accordo elettorale per Padova fatto nel 2017. Gli equilibri non dovranno cambiare». Tradotto: anche senza Lorenzoni, il popolo arancione dovrà continuare a mantenere un peso importante nella giunta Giordani. Da Coalizione trapela l’orgoglio di aver avviato un modello poi replicato in tutto il Veneto («Il movimento regionale che è appena nato è una conseguenza del successo ottenuto a Padova») ma al tempo stesso si respira un’aria di fermento accompagnata da diversi interrogativi.

I SUCCESSORI Per il ruolo di vicesindaco sono circolati negli ultimi mesi

due nomi: Chiara Gallani, assessore all’Ambiente apprezzata dagli attivisti fin dai tempi delle sue battaglie ecologiche a sostegno del movimento civico “Padova 2020”, e Francesca Benciolini, alla quale il sindaco riconosce importanti doti di diplomazia e mediazione. Proprio quest’ultimo appare il nome più quotato, in grado di ottenere il gradimento del Pd. Per il ruolo di nuovo assessore, invece, non c’è ancora stata una vera discussione interna. Restano salde le candidature del capogruppo Nicola Rampazzo (il nome più caldo e ben visto, tra quelli interni a Coalizione) e di Stefania Moschetti, eletta con la Lista Giordani. Dalla stessa area proviene pure Meri Scarso. Una volta che Lorenzoni avrà annunciato la propria candidatura in Regione, la successione non sarà in ogni caso immediata. Passeranno infatti alcune settimane di transizione in cui lo stesso professore si farà garante del passaggio di consegne. G.Pip.

LA PLATEA

OLTRE CINQUANTA ATTIVISTI IN SEDE LUNEDÌ SERA PER IL CONFRONTO CON IL LEADER, MA LUI TEMPOREGGIA

Intanto, però, c’è da fare i conti con la base padovana. Quella che l’ha supportato, votato e sostenuto negli ultimi due anni e mezzo. Il momento è decisivo non solo per Lorenzoni ma per tutta Coalizione. Per questo motivo lunedì sera gli attivisti in sede erano oltre una cinquantina. «Arturo, ti prego, non te ne andare» gli ha detto più di qualcuno. Il vicesindaco ha sorriso, ma ha glissato. Ha spiegato di credere nel percorso regionale indipendentemente da una sua candidatura e non si è sbilanciato oltre. «È prematuro» è la frase ripetuta come un mantra da Lorenzoni. Al di là della scelta del vicesindaco, c’è in ogni caso un’ampia fetta di elettorato che non vuol vedere dispersi i voti decisivi conquistati del giugno 2017. «Che ne sarà di Coalizione? Ci terremo le deleghe all’urbanistica e alla mobilità?». Queste sono le domande-chiave rivolte da molti attivisti. Lorenzoni mantiene un aplomb istituzionale e non prende posizione, ma l’altro ieri ha lancia-

POPOLO ARANCIONE Il vicesindaco Lorenzoni, decisivo per la vittoria

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Le opposizioni: «Nomi nuovi, ma stessi litigi interni» `Il centrodestra punge

ancora la maggioranza: «Resteranno i problemi» LA MINORANZA PADOVA La partita sul rimpasto di giunta è ovviamente tutta interna alla maggioranza, ma tra le file dell’opposizione tutti guardano con interesse allo scenario che si sta verificando a Palazzo Moroni. La probabile uscita di scena del vicesindaco Lorenzoni e la possibile contemporanea partenza dell’assessore Micalizzi, infatti, potrebbe cambiare molti tasselli nella composizione della giunta e, di conseguenza, nel proseguimento del

mandato. Anche perché in ballo ci sono deleghe molte pesanti: dall’urbanistica alla mobilità, dai lavori pubblici al patrimonio. L’ex assessore al Commercio Eleonora Mosco (Cambiamo!), commenta la situazione parafrasando il Gattopardo. «Tutto cambia perché nulla cambi. Anche con dei nomi nuovi - punge la consigliera - continueranno le divisioni e le liti in maggioranza. Dalla mobilità ai parcheggi, dalla sicurezza al sociale, Pd e Coalizione hanno e continueranno ad avere delle visioni differenti. Continueranno - insiste l’ex assessore - la decrescita felice che Padova sta subendo. Penso all’assenza di parcheggi e ai numerosi episodi di criminalità, per esempio. In maggioranza i problemi ci sono e continue-

ranno ad esserci».

casa nessun progetto valido se quello legato a via Anelli ma con enormi ritardi». Va detto che le candidature di Lorenzoni e Micalizzi non sono ancora state ufficializzate. Qualora lo fossero, sarà interessante capire se si dimetteranno immediatamente (come invocato dalla Lega) oppure no.

LA STOCCATA È molto duro nel proprio attacco all’amministrazione anche un altro ex assessore della giunta Bitonci, il consigliere comunale leghista Alain Luciani. «Innanzitutto va detto che il sindaco aveva dichiarato che chiunque volesse candidarsi per le regionali lo poteva fare ma doveva dimettersi preventivamente senza aspettare l’esito - è la stilettata di Luciani -. Qualcuno ha scambiato la città di Padova e il voto dei padovani come un autobus con poltrone belle comode, questo fa capire quanto hanno a cuore la città di Padova, ecco che fine fanno i progetti per la città di Lorenzoni: “darsi alla fuga”. Micalizzi, allo stesso modo, non è riuscito a portare a

CAMBIAMO Eleonora Mosco

FRATELLI D’ITALIA Matteo Cavatton

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I VANTAGGI È polemico e sarcastico un altro volto nome della minoranza come Matteo Cavatton, avvocato nelle file di Fratelli d’Italia. «La candidature di Lorenzoni alle elezioni regionali - evidenzia l’esponente del centrodestra padovano - produrrà indubbi e molteplici vantaggi per Padova, che si libererà di un capocorrente che ha tenuto ferma la città per due anni e mezzo, bloccan-

do ogni prospettiva di sviluppo con motivazioni ideologiche e modalità ricattatorie. Ed è un vantaggio anche per il Veneto - è l’ulteriore attacco di Cavatton dal momento che il vicesindaco Lorenzoni sarà sicuramente sconfitto dal governatore Zaia e stando tra i banchi dell’opposizione potrà sicuramente fare meno danni di quelli provocati fino ad ora. Il rimpasto di giunta - conclude - in ogni caso non ci appassiona: siamo solamente sollevati dal fatto che chiunque sostituirà gli uscenti non potrà fare peggio di quanto fatto loro». Una presa di posizione forte, ma la campagna elettorale per le regionali sta entrando nel vico e lo scontro politico si sta accendendo sempre più anche a Padova. G.P.


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Primo Piano

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Ora Coalizione incalza il professore: «Senza te cosa ne sarà di noi?» Affollata assemblea del popolo arancione. Tanti dubbi sui successori e una certezza: «L’urbanistica va mantenuta» `

L’ATTESA

PALAZZO MORONI Il sindaco Sergio Giordani si prepara ad un rimpasto di giunta. Il vicesindaco Lorenzoni è pronto a correre da governatore del Veneto per un movimento unitario di centrosinistra mentre l’assessore Micalizzi potrebbe essere scelto dal Pd come candidato consigliere regionale

- allarga le braccia - già capitati più volte anche nella giunta Zanonato. Il ruolo di assessore è un ottimo trampolino per il Parlamento o per altre cariche e certe ambizioni personali dei colleghi di giunta sono comprensibili. La macchina comunale assorbirà in fretta gli eventuali cambiamenti. Dico solo che mi dispiacerebbe perché Micalizzi è una “macchina da guerra” sempre sul pezzo e perché Lorenzoni è una persona molto saggia con cui si trova sempre una soluzione». Trovare soluzioni, forse, sarà più difficile per il Pd e per Coalizione. Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA

COLASIO: «SONO AVVICENDAMENTI FISIOLOGICI, CAPISCO LE AMBIZIONI PERSONALI DEI MIEI COLLEGHI»

Le successioni

Tarzia: «Si scelga tra i nomi eletti» «Non so cosa accadrà nell’eventuale rimpasto in giunta, ma ho due desideri». Il consigliere comunale Luigi Tarzia, eletto nella lista Giordani e delegato alla sicurezza, risponde al telefono mentre è sulle piste da sci. Dalla montagna si tiene ovviamente aggiornato sugli scenari futuri di Palazzo Moroni e sa bene che nelle prossime settimane inizieranno manovre decisive per una o due sostituzioni in giunta. «Anzitutto - spiega Tarzia - mi auguro che l’area moderata e centrista di cui faccio parte abbia l’opportunità di ricoprire con un proprio rappresentante un incarico, anche se so bene che nessuno potrà andare a dettare la linea al sindaco Giordani. La seconda condizione che mi auguro si verifichi - chiude Tarzia - è che

si vada a pescare tra gli eletti. Tra chi si è candidato mettendoci la faccia». E se arrivasse una chiamata proprio a lui? «A chi non piacerebbe fare l’assessore ammette Tarzia - ma oggi il tema non è questo. L’importante è che arrivino persone competenti che diano nuovo slancio». (g.p.)

PADOVA Una sala piena, una platea in fibrillazione e un professore con decine di occhi puntati addosso. Sono state due ore molto intense, lunedì sera, quelle che hanno contraddistinto la riunione degli attivisti di Coalizione Civica nella sede arancione di Corso del Popolo. Non è stata la serata degli annunci ufficiali come qualcuno immaginava, ma di fatto è stata la prima volta che Arturo Lorenzoni si è presentato alla propria “base” da candidato governatore in pectore. Fosse per lui ogni riserva sarebbe già sciolta e la corsa regionale verso Palazzo Balbi sarebbe già cominciata. Se la sfida a Zaia non è ancora stata lanciata, è perché la direzione regionale Pd deve ancora sciogliere le ultime riserve. Sabato è in programma a Vicenza un’assemblea del “Veneto che vogliamo”, movimento civico promosso proprio da Lorenzoni, e il diretto interessato auspica che per quel giorno l’accordo sia chiuso.

to un messaggio importante agli alleati democratici: «Qualunque sarà la mia scelta, io rimarrò garante di un accordo elettorale per Padova fatto nel 2017. Gli equilibri non dovranno cambiare». Tradotto: anche senza Lorenzoni, il popolo arancione dovrà continuare a mantenere un peso importante nella giunta Giordani. Da Coalizione trapela l’orgoglio di aver avviato un modello poi replicato in tutto il Veneto («Il movimento regionale che è appena nato è una conseguenza del successo ottenuto a Padova») ma al tempo stesso si respira un’aria di fermento accompagnata da diversi interrogativi.

I SUCCESSORI Per il ruolo di vicesindaco sono circolati negli ultimi mesi

due nomi: Chiara Gallani, assessore all’Ambiente apprezzata dagli attivisti fin dai tempi delle sue battaglie ecologiche a sostegno del movimento civico “Padova 2020”, e Francesca Benciolini, alla quale il sindaco riconosce importanti doti di diplomazia e mediazione. Proprio quest’ultimo appare il nome più quotato, in grado di ottenere il gradimento del Pd. Per il ruolo di nuovo assessore, invece, non c’è ancora stata una vera discussione interna. Restano salde le candidature del capogruppo Nicola Rampazzo (il nome più caldo e ben visto, tra quelli interni a Coalizione) e di Stefania Moschetti, eletta con la Lista Giordani. Dalla stessa area proviene pure Meri Scarso. Una volta che Lorenzoni avrà annunciato la propria candidatura in Regione, la successione non sarà in ogni caso immediata. Passeranno infatti alcune settimane di transizione in cui lo stesso professore si farà garante del passaggio di consegne. G.Pip.

LA PLATEA

OLTRE CINQUANTA ATTIVISTI IN SEDE LUNEDÌ SERA PER IL CONFRONTO CON IL LEADER, MA LUI TEMPOREGGIA

Intanto, però, c’è da fare i conti con la base padovana. Quella che l’ha supportato, votato e sostenuto negli ultimi due anni e mezzo. Il momento è decisivo non solo per Lorenzoni ma per tutta Coalizione. Per questo motivo lunedì sera gli attivisti in sede erano oltre una cinquantina. «Arturo, ti prego, non te ne andare» gli ha detto più di qualcuno. Il vicesindaco ha sorriso, ma ha glissato. Ha spiegato di credere nel percorso regionale indipendentemente da una sua candidatura e non si è sbilanciato oltre. «È prematuro» è la frase ripetuta come un mantra da Lorenzoni. Al di là della scelta del vicesindaco, c’è in ogni caso un’ampia fetta di elettorato che non vuol vedere dispersi i voti decisivi conquistati del giugno 2017. «Che ne sarà di Coalizione? Ci terremo le deleghe all’urbanistica e alla mobilità?». Queste sono le domande-chiave rivolte da molti attivisti. Lorenzoni mantiene un aplomb istituzionale e non prende posizione, ma l’altro ieri ha lancia-

POPOLO ARANCIONE Il vicesindaco Lorenzoni, decisivo per la vittoria

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le opposizioni: «Nomi nuovi, ma stessi litigi interni» `Il centrodestra punge

ancora la maggioranza: «Resteranno i problemi» LA MINORANZA PADOVA La partita sul rimpasto di giunta è ovviamente tutta interna alla maggioranza, ma tra le file dell’opposizione tutti guardano con interesse allo scenario che si sta verificando a Palazzo Moroni. La probabile uscita di scena del vicesindaco Lorenzoni e la possibile contemporanea partenza dell’assessore Micalizzi, infatti, potrebbe cambiare molti tasselli nella composizione della giunta e, di conseguenza, nel proseguimento del

mandato. Anche perché in ballo ci sono deleghe molte pesanti: dall’urbanistica alla mobilità, dai lavori pubblici al patrimonio. L’ex assessore al Commercio Eleonora Mosco (Cambiamo!), commenta la situazione parafrasando il Gattopardo. «Tutto cambia perché nulla cambi. Anche con dei nomi nuovi - punge la consigliera - continueranno le divisioni e le liti in maggioranza. Dalla mobilità ai parcheggi, dalla sicurezza al sociale, Pd e Coalizione hanno e continueranno ad avere delle visioni differenti. Continueranno - insiste l’ex assessore - la decrescita felice che Padova sta subendo. Penso all’assenza di parcheggi e ai numerosi episodi di criminalità, per esempio. In maggioranza i problemi ci sono e continue-

ranno ad esserci».

casa nessun progetto valido se quello legato a via Anelli ma con enormi ritardi». Va detto che le candidature di Lorenzoni e Micalizzi non sono ancora state ufficializzate. Qualora lo fossero, sarà interessante capire se si dimetteranno immediatamente (come invocato dalla Lega) oppure no.

LA STOCCATA È molto duro nel proprio attacco all’amministrazione anche un altro ex assessore della giunta Bitonci, il consigliere comunale leghista Alain Luciani. «Innanzitutto va detto che il sindaco aveva dichiarato che chiunque volesse candidarsi per le regionali lo poteva fare ma doveva dimettersi preventivamente senza aspettare l’esito - è la stilettata di Luciani -. Qualcuno ha scambiato la città di Padova e il voto dei padovani come un autobus con poltrone belle comode, questo fa capire quanto hanno a cuore la città di Padova, ecco che fine fanno i progetti per la città di Lorenzoni: “darsi alla fuga”. Micalizzi, allo stesso modo, non è riuscito a portare a

CAMBIAMO Eleonora Mosco

FRATELLI D’ITALIA Matteo Cavatton

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I VANTAGGI È polemico e sarcastico un altro volto nome della minoranza come Matteo Cavatton, avvocato nelle file di Fratelli d’Italia. «La candidature di Lorenzoni alle elezioni regionali - evidenzia l’esponente del centrodestra padovano - produrrà indubbi e molteplici vantaggi per Padova, che si libererà di un capocorrente che ha tenuto ferma la città per due anni e mezzo, bloccan-

do ogni prospettiva di sviluppo con motivazioni ideologiche e modalità ricattatorie. Ed è un vantaggio anche per il Veneto - è l’ulteriore attacco di Cavatton dal momento che il vicesindaco Lorenzoni sarà sicuramente sconfitto dal governatore Zaia e stando tra i banchi dell’opposizione potrà sicuramente fare meno danni di quelli provocati fino ad ora. Il rimpasto di giunta - conclude - in ogni caso non ci appassiona: siamo solamente sollevati dal fatto che chiunque sostituirà gli uscenti non potrà fare peggio di quanto fatto loro». Una presa di posizione forte, ma la campagna elettorale per le regionali sta entrando nel vico e lo scontro politico si sta accendendo sempre più anche a Padova. G.P.


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Nordest

MANOVRE VENEZIA Un uomo in Regione Veneto, una donna in Comune di Venezia. Né l’uno né l’altra con la tessera del Partito Democratico in tasca. Civico il primo, un po’ più avvezza ai partiti la seconda. Innegabilmente entrambi sullacarta perdenti perché a Venezia Luigi Brugnaro ha il vento in poppa e in Regione Luca Zaia resta sempre il governatore più amato d’Italia. Tra l’altro l’uno e l’altra non potranno neanche presentarsi come l’unica alternativa perché l’opposizione - di qua e di là rischia di frammentarsi. Eppure, se non altro per le 2.500 sardine riunite a Padova in contemporanea alla kermesse con Matteo Salvini, la partita di Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino potrebbe farsi interessante.

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Regione, Padova e Venezia a sinistra un difficile risiko Pd e alleati e il nodo candidature: verso ` Anche se M5s non farà alleanze coi dem, la scelta di 2 civici contro Zaia e Brugnaro Renzi e Calenda orientati ad andare da soli `

Autonomia la bicamerale in trasferta a Venezia

CHI SONO Le candidature di Lorenzoni e di Chiellino circolano sui tavoli della politica - quello di lui ormai da mesi, quello di lei da una manciata di giorni - ma dai rumors tutto lascia presagire che otterranno il via libera. Lui è noto: docente universitario, leader di Coalizione Civica a Padova dove è il vicesindaco di Sergio Giordani. I detrattori lo definiscono un catto-comunista, vicino al mondo della Chiesa, sensibile ai temi della sostenibilità ambientale. Gli è riconosciuta la capacità di essere riuscito ad aggregare in Coalizione Civica vecchi e giovani. Compirà 54 anni il prossimo settembre. Lei è una mestrina di adozione, imprenditrice della green economy. Vanta il primato di essere stata la prima laureata in Scienze Ambientali a Ca’ Foscari. Cattolica, fa parte del consiglio di amministrazione del Duomo di Mestre. Dall’inizio del 2017 è la delegata veneziana della Fondazione Bellisario, che punta a costruire un paese a misura di donne e di crescita. Da giovanissima è stata consigliera comunale per la Margherita a Conegliano, dove nel 2002 è

MARCO CARRAI: «L’ASSEMBLEA A VICENZA PER L’AVVIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE NON DEL CANDIDATO»

LA SEDUTA

IN PISTA Arturo Lorenzoni e Gabriella Chiellino: sono i papabli sfidanti di Luca Zaia e Luigi Brugnaro. A lato Marco Carrai del coordinamento Il Veneto che Vogliamo

Anci Veneto

Nuove assunzioni, riparte la battaglia dei Comuni VENEZIA Riparte la battaglia di Anci Veneto per il turnover dei dipendenti municipali. «I Comuni del Veneto sono virtuosi e lo dicono i numeri – dice il presidente regionale Mario Conte – infatti il rapporto tra popolazione e personale nelle nostre amministrazioni è tra i più bassi d’Italia, con 5,07 dipendenti ogni mille abitanti. Ci sono Regioni in cui si sforano gli 11 dipendenti ogni mille abitanti. È evidente che i criteri del personale non possono penalizzare i Comuni

del Veneto e i sindaci che hanno bisogno di assumere». Dal 2010, per effetto della spending review, si calcola che i municipi abbiano perso circa ottantamila dipendenti, pari al 20% del totale, andati in pensione e non rimpiazzati. Lo scorso 11 dicembre è stato dato il via libera in Conferenza Stato-Città al decreto attuativo sulla nuova disciplina delle assunzioni a tempo indeterminato, da considerare in aggiunta alla sostituzione del personale che va in pensione. Ma secondo

l’associazione quella bozza contiene delle criticità, al punto che in alcuni casi i sindaci sarebbero costretti paradossalmente a ridurre la dotazione organica e non ad assumere. «Se non saranno modificati i criteri – promette il leghista – siamo pronti a battere i pugni sul tavolo come fatto con il Fondo di Solidarietà per trovare una soluzione condivisa che non penalizzi chi ha i conti in ordine ed amministra in modo corretto senza sprecare un euro».

VENEZIA Per capire cosa vuole il Veneto con la sua richiesta di autonomia differenziata, deputati e senatori arriveranno a Venezia. Accadrà martedì 18 febbraio, con la seduta in esterna della commissione bicamerale per le Questioni Regionali, attorno a cui prevedibilmente sarà imperniato l’iter parlamentare della riforma. La presidente pentastellata Emanuela Corda ha accolto l’invito del governatore Luca Zaia a svolgere una missione sul territorio interessato. In questi giorni è in corso di definizione il programma dei lavori, che potrebbero vedere l’audizione della delegazione trattante della Regione e forse anche dei capigruppo consiliari. L’idea era maturata lo scorso 30 gennaio, quando lo stesso Zaia era intervenuto a Roma, per fare il punto sul negoziato. In quella stessa sede stamattina sarà sentito il ministro dem Francesco Boccia, che ieri ha dichiarato: «L’autonomia è a buon punto: il mio lavoro l’ho completato e ora penso sia utile, giusto e corretto dare la parola al Parlamento». Sempre a proposito della riforma, ieri è stato pubblicato sul Bur il decreto con cui Zaia ha nominato il direttore dell’Osservatorio regionale sull’autonomia differenziata. Si tratta dell’avvocato Mario Caramel, attuale segretario della Giunta regionale. (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

stata anche candidata sindaco. Ha 50 anni. Saranno incoronati Arturo e Gabriella? A Venezia, come dice il sociologo ed esponente dei Verdi Gianfranco Bettin, «è un mix tra una corte di Bisanzio e un’assemblea al Petrolchimico dei bei tempi». Tutto può succedere. Senza contare che in laguna ha fatto più vittime il toto-candidati che il coronavirus: esempio illustre il rettore Michele Bugliesi. Il tavolo del centrosinistra veneziano è convocato per oggi. Resta poi da capire - e vale sia per il capoluogo che per la Regione - quanto peserà la forza interna del Pd che spinge per le primarie visto che l’orientamento è di non farle.

IL VERTICE DEI CIVICI Capitolo regionali, la settimana in corso prevede due appuntamenti: venerdì a Padova la direzione del Pd, sabato a Vicenza l’assemblea del Veneto che vogliamo (Vcv), cioè il ressemblement che ha messo assieme associazioni e movimenti a partire da Coalizione Civica. Ma non per ufficializzare la candidatura di Lorenzoni, com’era parso nei giorni scorsi: «Con l’assemblea di Vicenza - dice Marco Carrai del coordinamento regionale del Vcv - continueremo i gruppi di lavoro e si ufficializzerà l’inizio della campagna elettorale, non la candidatura di Arturo Lorenzoni. Arturo è un soggetto importante per Vcv, ma intendiamo ragionare con le altre forze politiche, in primis con il Pd, con il quale si sta facendo un approfondito ragionamento per individuare la candidatura più idonea a contrastare il centrodestra. Lorenzoni si messo a disposizione di questo progetto, ma da parte nostra non ci sarà nessuna fuga in avanti».

IL TERZO POLO Mentre a Padova già si parla di rimpasto di giunta per sostituire Lorenzoni a Palazzo Moroni (in pole position l’assessore Francesca Benciolini), i più danno per scontato che calendiani e renziani correranno da soli: avevano messo il veto sui grillini, ora che il M5s nonostante i tentativi del suo ministro Federico D’Incà ha deciso di fare una corsa solitaria nulla osterebbe a far parte della coalizione. Ma Azione e Italia Viva paiono intenzionate a snobbare il Pd. Il ragionamento sarebbe: vincerà comunque Zaia, tanto vale cominciare a farsi conoscere sul territorio. Alda Vanzan

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Olimpiadi 2026, organi e funzioni: presentata la legge né gettoni. La Fondazione Milano-Cortina 2026, costituita il 9 dicembre da Coni, Comitato Paralimpico, Regione Lombardia e Veneto e Comuni di Milano e Cortina, assume le funzioni di Comitato Organizzatore dei Giochi. E cioè le attività di gestione, organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi. Anche questo ente è a costo zero per la finanza pubblica. Poi c’è la spa Infrastrutture Milano-Cortina 2026, con sede a Ro-

IL TESTO VENEZIA La legge olimpica è pronta. Porta la data del 10 febbraio e il premier Giuseppe Conte l’ha trasmessa ai capi dell’Ufficio legislativo in vista della discussione in Consiglio dei ministri previo esame del preconsiglio. In tutto sono 24 articoli, comprendenti anche le Finali Atp Torino 2021-2025. Oltre a stabilire chi fa cosa, la legge individua i capitoli di spesa per il finanziamento dei Giochi: 350mila arriveranno da una minore spesa inizialmente destinata anche a interventi a favore di categorie sociali svantaggiate.

700mila euro e la legge riporta i capitoli di spesa: da una parte il fondo del Mef di cui all’articolo 1 comma 95 della legge 145/2018, dall’altra una riduzione dell’autorizzazione di spesa recata dall’articolo 145, comma 33, della legge 388/2000. In pratica i 350mila euro del Mit vengono presi dal capitolo di spesa per “iniziative relative a studi, ricerche e sperimentazioni in materia di edilizia residenziale e all’anagrafe degli assegnatari di abitazioni” e per “interventi a favore di categorie sociali

Cosa dice il provvedimento

GLI ORGANI La legge definisce i compiti di tre organi: il Consiglio Olimpico Congiunto, il Comitato Organizzatore, la Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 spa. Il Consiglio Olimpico Congiunto è composto da 15 membri (dentro ci sono tutti, dal Cio alle Regioni a Palazzo Chigi) e ha funzioni di indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Non sono previsti compensi

ma e così partecipata: ministero dell’Economia e delle Finanze 35%, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 35%, Regione Lombardia 10%, Regione Veneto 10%, Provincia di Trento 5%, Provincia di Bolzano 5%. La vigilanza è in capo al Mit. Lo scopo statutario è la realizzazione, quale centrale di committenza e stazione appaltante, delle opere. La società ha durata fino al 31 dicembre 2026, il capitale sociale è fissato in un milione di euro. I due ministeri mettono complessivamente

PREPARATIVI Pronta la legge olimpica per Milano-Cortina

I 350.000 EURO DEL MINISTERO DEI TRASPORTI PRESI DAL FONDO PER LE CATEGORIE SVANTAGGIATE

Distinzione dei ruoli Un Cda di 5 membri Monete e francobolli tra Consiglio e Comitato per la spa Infrastrutture E sui proventi niente tasse Il Consiglio Olimpico Congiunto ha funzioni di indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi. Il Comitato Organizzatore dei Giochi coincide con la Fondazione Milano-Cortina 2026 costituita il 9 dicembre scorso.

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Infrastrutture Milano-Cortina 2026 è la spa partecipata da Mef (35%), Mit (35%), Lombardia (10%), Veneto (10%), Trento (5%), Bolzano (5%). Il Cda è composto da 5 membri; presidente e amministratore delegato spettano ai due ministeri.

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Per finanziare i Giochi il Comitato Organizzatore potrà far coniare monete celebrative e stampigliare francobolli commemorativi. Sui proventi percepiti anche nell’esercizio di attività commerciali, svolte in conformità agli scopi istituzionali, non pagherà l’Ires.

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svantaggiate”. Il Cda è composto da 5 membri dei quali 3 nominati dal Mit di concerto col Mef (uno presidente e uno ad), gli altri 2 congiuntamenti da Regioni e Province.

GARANZIE Ammonta a un massimo di 58.123.325,71 euro la garanzia dello Stato per rimborsare quanto ricevuto dal Cio a titolo di anticipo sui diritti televisivi «laddove l’evento sportivo dovesse subire limitazioni, spostamenti o venisse cancellato». La legge contempla anche il “diritto di circolazione”, con procedure “rapide e semplificate” quanto ai visti e ai permessi di soggiorno. Al Comitato Organizzatore è consentito, per supportare il finanziamento dei Giochi, un programma di coniazione di monete e stampigliatura di francobolli. Infine i proventi percepiti dal Comitato organizzatore - anche nell’esercizio di attività commerciali svolte in conformità agli scopi istituzionali - non concorreranno a formare reddito imponibile ai fini Ires. Ossia, non pagheranno le tasse. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

PFAS, ARRIVANO I FONDI DELLO STATO Il ministero dell’Ambiente liquida 23,5 milioni al commissario regionale Nicola Dell’Acqua per le nuove condotte. I lavori finiranno per primavera 2021.

Mercoledì 12 Febbraio 2020 www.gazzettino.it

Acqua alta, il progetto per San Marco Venezia, presentato il piano per dotare la piazza di un sistema `Costo previsto di 30 milioni, ma c’è incertezza sui tempi di protezione invisibile. Oggi si allaga a metà già a 87 centimetri «Saranno movimentate e classificate 90.000 lastre di pietra» `

SALVAGUARDIA VENEZIA Un sistema di protezione invisibile, che metterà all’asciutto Piazza San Marco senza farsi notare troppo. «Sarà come nel gioco della Settimana enigmistica “Trova le differenza” - ha scherzato l’architetto Raffaele Germetta, presidente della società di progettazione Mate -. Prima e dopo gli interventi che proponiamo, la Piazza dovrà apparire uguale, anzi con qualche piccolo dettaglio migliorativo». L’atteso progetto per la salvaguardia di Piazza San Marco dalle acque alte intermedie - quelle fino ai 110 centimetri, quando dovrà entrare in funzione il Mose - è pronto. Era stato il Provveditorato alle opere pubbliche a rimettere in moto il Consorzio Venezia Nuova, che a sua volta aveva affidato la progettazione a Kostruttiva, con la sua consorziata Mate, e Thetis. Dopo due anni di lavoro che hanno coinvolto anche l’università di Padova e lo Iuav, il progetto definitivo è stato consegnato al Consorzio il 15 gennaio. E ieri è stato presentato alla stampa. Un’iniziativa presa dalle imprese, che hanno organizzato questo incontro, in Marciana, ancora prima dell’avvio dell’iter autorizzativo che coinvolgerà lo stesso Consorzio, ma soprattutto Provveditorato e Soprintendenza. «Non vogliamo sostituirci a nessuno - ha chiarito Devis Rizzo, il presidente di Kostruttiva ma dopo i fatti di novembre, volevamo dare un messaggio di speranza, mostrare che c’è gente che sta lavorando per risolvere i problemi». Insomma la strada è ancora

lunga. Ma il progetto definitivo è un primo passo importante verso la realizzazione di un’opera di difesa indispensabile. Anche con la messa in funzione del Mose, infatti, San Marco è destinata a finire sott’acqua spesso. Un problema qui particolarmente drammatico, visto che già con una marea tra gli 87 e gli 89 centimetri la Piazza è per metà allagata, ma che interessa anche tanti altri luoghi della città che finiscono sott’acqua prima dei 110

centimetri, fissati come soglia per l’innalzamento delle dighe mobili. «Il sistema Mose non è fatto solo dalle opere alle bocche di porto - ha ribadito ieri Rizzo -. E non ci sono dighe mobili che tengano, senza gli altri interventi. Servono opere di difesa diffuse in città per raggiungere l’obiettivo della vera salvaguardia».

UNA SOLUZIONE ARTICOLATA Per la Piazza la soluzione pro-

posta è articolata. Abbandonata la vecchia (e costosissima) idea di impermeabilizzare San Marco con una sorta di guaina, il nuovo progetto punta, da un lato, sulla difesa dei marginamenti con piccole paratoie e barriere mimetizzate, dall’altro, sulla chiusura della rete sotterranea di cunicoli (i cosiddetti “gatoli”) da cui risale l’acqua con un sistema di valvole e pompe da sistemare in un impianto di sollevamento che smaltirà anche le ac-

La marea a San Marco

La scheda

La situazione dell’acqua alta in piazza San Marco a seconda del livello di marea

I lavori L’intervento proposto interesserà i 20mila mq della Piazza, con l’innalzamento dei marginamenti, la sistemazione dei 2mila mt di cunicoli sotterranei e l’inserimento di quattro valvole per bloccare il passaggio dell’acqua. Saranno movimentati 90mila dei 100 mila pezzi che compongono il selciato

110

70 cm 70-80 cm

centimetri: il livello di marea di entrata in funzione del Mose

80-90 cm 90-100 cm

INIZIATIVA DELLE IMPRESE La presentazione di ieri è stata promossa «per dare un messaggio di speranza»

La spesa Il costo previsto è di circa 30 milioni. Dopo due anni di cantiere gli impianti potrebbero già entrare in funzione e mettere all’asciutto la piazza.

L’iter Il progetto definitivo ultimato da Kostruttiva, Mate e Thetis è stato consegnato al Consorzio Venezia Nuova. Ora dovrà essere approvato dallo stesso Cvn, dal Provveditorato e dalla Soprintendenza. Poi si procederà alla stesura di progetto esecutivo. Infine potrà essere cantierato.

(LUIGI COSTANTINI / FOTOATTUALITÀ)

LO STUDIO AFFIDATO A KOSTRUTTIVA, CON LA CONSORZIATA MATE, E THETIS, COINVOLTI PURE LO IUAV E IL BO

acqua, perché qui le onde - è stato calcolato dall’università di Padova - possono raggiungere il mezzo metro. Mentre l’angolo di Palazzo Ducale sarà protetto con un altro tipo di barriera mimetizzata. L’impianto di smaltimento con le pompe sarà inserito in un pontile, per una manutenzione più facile. Invisibili, ma raggiungibili anche le quattro valvole per chiudere la rete dei cunicoli che saranno sistemate in Bacino Orseolo, in calle della Canonica, in rio della Luna e al Molo. Imponente anche lo sforzo immaginato per non alterare nulla dei 20mila metri quadri di superficie della Piazza. «Su circa 100mila lastre di pietra, ne saranno movimentate 90mila - ha spiegato l’architetto Arturo Augelletto - ma con l’obiettivo di non perdersi alcun pezzo. Ognuno sarà classificato».

TEMPI, COSTI & POLEMICHE Un intervento invisibile, ma impegnativo, che costerà circa 30 milioni. «Difficile calcolare i tempi - ha precisato Rizzo - Dipende dal cronoprogramma che dovrà essere concordato con tutti i soggetti interessati. Il cantiere non potrà intercludere in modo eccessivo un luogo come Piazza San Marco, ci sarà un percorso da studiare con tutti». In un paio d’anni dall’inizio dei lavori, però, Rizzo calcola che si potrebbero già vedere gli effetti della protezione con gli «impianti in esercizio provvisorio». I primi complimenti al progetto sono arrivati ieri dalla presidente di Italia Nostra di Venezia, Lidia Fersuoch, e da professor Stefano Boato, figura storica dell’ambientalismo lagunare, entrambi molto critici, invece, verso il nuovo progetto della Procuratoria di San Marco che vorrebbe proteggere la Basilica con dei parapetti in vetro. «Un obbrobrio» per Fersuoch. «Non conosco il progetto della Procuratoria. Non posso valutarlo. Ma anche il nostro progetto metterà al sicuro la Basilica», ha risposto Germetta. Roberta Brunetti © RIPRODUZIONE RISERVATA

Spitz: «Mose, non abbiamo i soldi necessari per i test»

L’AUDIZIONE VENEZIA Ha raccontato del «grande sforzo organizzativo fatto» per accelerare i lavori del Mose, in modo da poter alzare le dighe mobili, in casi di emergenza, già da giugno. Ma ha ammesso anche che le risorse per i test di sollevamento in corso - costosi, ma fondamentali per la messa in funzione del sistema - «ad oggi, febbraio, non sono del tutto disponibili». Ha sottolineato come «il ruolo del Consorzio Venezia Nuova si concluderà con il 31 dicembre 2021, data di consegna dell’opera». E ha ricordato come in questi diciotto mesi bisognerà «decidere chi farà il clic», chi cioè dovrà stabilire quando e come far entrare in funzione il sistema di paratoie. Ieri, in commissione ambiente

que piovane. «Le chiusura saranno limitate a quando necessario. Il sali e scendi della marea, che ha dato stabilità alla Piazza, non sarà interrotto», ha precisato l’ingegner Lino Pollastri che ha illustrato tanti dettagli del progetto, tutti improntati al minimo impatto. Ed eccole le paratoie in legno e acciaio rimovibili nei punti più bassi del molo, dove sarà creata anche una pedana-barriera in legno, tipo panchina. Sarà rifatto anche il frangiflutti in

IN COMMISSIONE AMBIENTE Elisabetta Spitz, commissaria straordinaria per il Mose, è stata sentita in audizione

della Camera, è stato il giorno della commissaria straordinaria per il Mose, Elisabetta Spitz, che ha parlato a tutto campo. La prima di una serie di audizioni sulla salvaguardia di Venezia e sulla proposta di nuova Legge speciale presentata dal deputato dem Nicola Pellicani.

LE COMPETENZE

LA COMMISSARIA ALLA CAMERA CON LA PROVVEDITRICE ZINCONE: «LAVORI AL 93% MA NON MANCANO COSE SOSTANZIALI»

Prima della commissaria, la commissione ha ascoltato anche la provveditrice vicaria alle Opere pubbliche del Triveneto, Cinzia Zincone, che ha sostenuto la necessità di non dividere le competente su un “unicum” come la laguna e di ricostituire il Magistrato alle acque. Zincone ha riba-

dito che l’opera è al 93% della spesa, che è una percentuale da prendere con le molle. «L’opera è enorme, manca ancora tanto. La gran parte degli impianti sarà terminata ad ottobre, novembre, invece che a giugno». Più ottimista Spitz sulla stessa percentuale: «Ci sono da pagare lavori non ancora conclusi per 500 milioni. Ecco il 93%. Ma l’opera è tutta lì, non mancano cose sostanziali». Ad entrambe Pellicani ha chiesto chiarimenti sui ritardi di pagamenti alle imprese che ora minacciano di bloccare i lavori a fine mese. Spitz ha glissato, Zincone si è limitata a dire che i «ritardi non dipendono dal Provveditorato, che ha concesso anticipazioni

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con generosità. Ci sono regole e meccanismi che l’amministrazione deve rispettare. La nomina della commissaria ci sta aiutando molto, cercheremo di sperimentare altre vie». Spitz ha fatto, invece, il punto sul lavoro fatto in questi mesi per arrivare ad alzare le paratoie in emergenza. Ha spiegato che, non essendo ancora pronta la control room che governerà il sistema, in questa prima fase «le operazioni saranno coordinate da una sorta di ponte radio che sarà allestito nei prossimi due mesi». Ha spiegato che è stato avviato uno studio sulla possibilità di alzare solo parte delle paratoie, per mitigare le acqua alte, senza intralciare

troppo il porto. È stato chiesto quanto costerà la manutenzione. Zincone ha citato i 100 milioni all’anno di cui si parla da tempo. «Più una stima di scuola che effettiva. Faremo studi puntuali» ha precisato Spitz, anche per decidere dove fare queste attività: all’Arsenale o in zona industriale. Intanto la commissaria ha chiesto al Consorzio Venezia Nuova di ridurre le aree di cantiere dove non necessarie, in particolare a Cavallino. «Danno una brutta impressione ai territori». In chiusura di audizione, Pellicani ha chiesto di conoscere l’entità delle consulenze attivate dai commissari del Cvn. Richiesta a cui si è associato anche il deputato di Fi, Renato Brunetta. «Mi impegno ad attivarmi, se è nelle mie competenze» ha assicurato Spitz. R. Br. © RIPRODUZIONE RISERVATA


30 Provincia

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 12 Febbraio 2020

OVESTVICENTINO Via Rizzetti, 1 - Arzignano | Telefono 0444.396.302 | red.arzignano@ilgiornaledivicenza.it

CRESPADORO

Un incendio si è sviluppato ieri pomeriggio, poco dopo le 16, a Marana di Crespadoro. In fiamme sterpaglie e parte di un campo dicircamillemetriquadrati,sottoilmonteMarana,dopocontrada Gebbani.I vigilidelfuoco di Arzignanohannoestintoil rogoinbrevetempo. Accertamentiin corsosulle cause. M.P.

Campoin fiamme spentodai pompieri

ARZIGNANO. DopoledichiarazionidaluipostatesuFacebookcontrolamodella18ennediChiampo

Beschin,nodoespulsione «Io minacciato sui social» LaLegaadessovuoleallontanarlo dalgruppomailregolamentonon loprevede.IlleaderdiFn denuncia gliattacchiecontestailsindaco Giorgio Zordan

«Le strade sono due. O stare nel gruppo della Lega o creare un gruppo misto». Daniele Beschin sta meditando dopo che il gruppo della Lega in cui è stato eletto lo ha espulso, anche se «il regolamento non contempla tale eventualità». Intanto è nell’occhio del ciclone. «Sono stato minacciato e insultato - dice - Farò denuncia ai carabinieri». Prosegue “l’effetto onda” della bufera innescata dai commenti su Facebook del coordinatore provinciale di Forza Nuova che ha messo in dubbio l’italianità della bellezza di Maty Fall Diba, modella 18enne originaria del Senegal ma cittadina italiana residente a Chiampo, apparsa sulla copertina di Vogue. «La decisione se andarmene o restare - puntualizza - spet-

ta solamente a me. Mi confronterò anche con il mio movimento per decidere come portare avanti le nostre battaglie in Consiglio. Ribadisco: sono stato votato in quella lista. Ho sposato un progetto: le mie alzate di mano saranno da uomo libero ma in linea con il programma elettorale che ho condiviso. Sono deluso dal comportamento del sindaco Alessia Bevilacqua. Domenica ha fatto un tipo di dichiarazioni, rimanendo estranea, e il giorno dopo ha assunto un altro atteggiamento». Sull’espulsione di Beschin il direttivo locale della Lega non ammette repliche e si appresta, in accordo alle altre liste che sostengono il sindaco, a modificare il regolamento per poter realizzare le intenzioni. «Beschin - fa sapere il direttivo - è stato espulso dal gruppo Lega e ciò è già stato comunicato al pre-

MatyDiba,18enneitalianadioriginesenegalese,sullacopertinadiVogue

Ladichiarazione LAFRASECHEHA INNESCATOLAPOLEMICA L’espulsionedal gruppo consiliaredella Lega chiestadai vertici provincialidel Carroccioè derivatada questafrase sullaquestione legataalla modellaMaty Diba: «Una chiampesedoc è una ragazzasolare,bianca». G.Z. © RIPRODUZIONERISERVATA

DanieleBeschin

ARZIGNANO. LaconfermadiAcquedelChiampo sidente del consiglio con una nota del capogruppo Maddalena Zorzin. La stessa procedura vedrà formale conclusione nel prossimo consiglio comunale: sarà aggiornato il “Regolamento del consiglio comunale” nel rispetto di quanto indicato dal parere del ministero degli Interni del 3 maggio 2019». Sul fronte delle minacce ricevute in rete, Daniele Beschin si aspettava «solidarietà da parte del consiglio comunale che ho messo al corrente. Spiace che in questo caso nessuno abbia preso posizione. Insulti e minacce, in tutto una decina». Anche un messaggio minatorio con gravi allusioni sessuali rivolte a Beschin e alla famiglia, postato su un profilo social che non è ben chiaro se corrisponda realmente all’intestatario. Dichiara poi di aver ricevuto «centinaia di messaggi di solidarietà, anche da ragazzi e ragazze di colore, che mi sono pervenuti. Resta però una cosa grave, frutto di una campagna basata sull’ipocrisia. I miei commenti su Maty di razzismo non avevano niente». Di tutt’altro avviso sono tutte le forze del Consiglio comunale, Lega compresa. Anche il leader Matteo Salvini («È fuori dal mondo») e il governatore Zaia («Maty è veneta al 100%») lo hanno scaricato. «I loro commenti - attacca lui - sono arrivati su imbeccata del commissario provinciale della Lega, Matteo Celebron». • © RIPRODUZIONERISERVATA

MONTECCHIO. Due imputati aprocessoanche perdanneggiamento

Unmaxi serbatoio anti-blackoutidrico Bandotra duemesi

Sitratta di un’operada 7,5 milioni SaràrealizzatoinlocalitàCanova Entro il 7 aprile gli enti convocati nella Conferenza dei servizi dello scorso 8 gennaio dovranno far pervenire pareri e autorizzazioni. Fra un paio di mesi dunque, salvo imprevisti, sarà messo in gara il progetto per la realizzazione del nuovo centro idrico che sorgerà in via Canove. È quanto annunciato ieri nella sede di Acque del Chiampo dal consigliere delegato Andrea Pellizzari, affiancato dal direttore generale Alberto Piccoli e dal direttore dell’area tecnica Giovanni Stevan, alla presenza dell’assessore all’ambiente di Arzignano, Giovanni Fracasso. L’opera che prevede la costruzione di un maxi serbatoio che potrà contenere 7 milioni 700 mila litri d’acqua nel Centro idrico di località Canova ad Arzignano dove sono in funzione quattro pozzi. Il serbatoio potrà rifornire non solo la città del Grifo ma pure altri Comuni serviti da Acque del Chiampo, anche in assenza di energia elettrica e quindi in grado di superare eventi straordinari come av-

Lapresentazionedelprogetto. G.Z.

venuto nel 2017 quando un fulmine mandò in tilt le pompe di sollevamento. A motori fermi, è stato assicurato, gli utenti potranno contare sull’acqua dal rubinetto per un paio di giorni. Sarà dotato di un impianto di filtrazione a carboni attivi per abbattere i Pfas. Il tempo per vederlo in funzione? L’obiettivo è entro il 2022. Il costo s’aggira sui 7,5 milioni di euro. «Peccato - ha sottolineato Fracasso non aver potuto contare sulle norme emergenziali delle zone rosse». • G.Z. © RIPRODUZIONERISERVATA

ARZIGNANO. Iscrizionialserviziogestito dalla cooperativaMoby Dick ARZIGNANO

Occupanoun alloggio Genitorifuoripercena «Unafattura fasulla l’evasione» erapinanopensionato Bimbi con “baby sitter” per Dueagiudizio Selasarebbero presa conl’incaricatodelpadrone DuenuoviprogettidellaFondazioneSilvanaeBruno aggredendoloperportargli via lechiavi dicasa Ilaboratoriognivenerdìseraelapettherapyilsabato Gliene avrebbero combinate di tutti i colori: avrebbero occupato un alloggio per mesi, lo avrebbero danneggiando, minacciando e rapinando l’anziano che era stato incaricato dal proprietario di andare a controllare. Sono le accuse che il pubblico ministero Chimichi muove a due imputati, che ieri mattina su sua richiesta sono stati rinviati a giudizio dal giudice Maria Trenti. Il cittadino egiziano Kamal Abdelmonem Mekkawi Abdellatif, 37 anni, sulla carta residente ad Alte Ceccato di Montecchio, e il marocchino Mohammed Boukhalfa, 48, di Noventa, dovranno presentarsi in aula in luglio. Assistiti dalle avv. Claudia Longhi e Alessandra Bocchi, dovranno difendersi dalle accuse di occupazione abusiva, danneggiamento e, il solo egiziano, di rapina. I fatti contestati sarebbero avvenuti ad Alte fra il febbraio e la metà di agosto del 2015. Teatro della vicenda il condominio “Monteberico” di via Stazione, noto alle cronache per svariate vicende, risalenti appunto a quegli anni, con una serie di blitz delle forze dell’ordine.

Ilcondominio “Monteberico” in viaStazionead AlteCeccato. ARCHIVIO

In base a quanto ricostruito dalla procura, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri di Montecchio, i due imputati avrebbero occupato senza averne titolo l’appartamento di proprietà di Giorgio Gallo; Boukhalfa per tutti i se mesi, Abdellatif solamente fino ad aprile. Lo avrebbero deteriorato e reso in parte inservibile, come ha annotato il magistrato nel capo di imputazione; non solo, avrebbero anche minacciato Silvano Peretti, 81 anni, di Costabissara, che vi si recava per controllare su incarico di Gallo.

L’episodio più grave sarebbe avvenuto il 14 agosto di cinque anni fa, quando Peretti era andato in via Stazione a dare un’occhiata: sarebbe stato aggredito dall’egiziano, che lo avrebbero schiaffeggiato, gli avrebbe intimato di non sostituire la serratura, avrebbe cercato di trascinarlo all’interno dell’appartamento e infine gli avrebbe portato via un mazzo di chiavi e il telefonino che aveva in tasca. Ora Peretti potrà costituirsi parte civile per chiedere un risarcimento dei danni patiti. • D.N. © RIPRODUZIONERISERVATA

Dal 14 febbraio il venerdì sera “Libera uscita per mamma e papà”. Ma c’è di più: il sabato mattina arriva il progetto “Officina pet therapy”. Due iniziative del doposcuola della Fondazione Silvana e Bruno per bambini dai 5 agli 11 anni e per agevolare i genitori. Si parte venerdì prossimo: libertà ai genitori e giochi, letture e laboratori per i figli. Il sabato mattina, invece, compagnia con gli animali domestici. Due iniziative che dureranno fino a maggio al doposcuola “La Tribù del Sole”, spazio che la Fondazione Silvana e Bruno dedica ai minori ad Arzignano. «Abbiamo ascoltato le esigenze dei genitori dei bambini del doposcuola come quella di poter uscire a cena in serenità spiega Giovanna Mastrotto presidente della Fondazione Silvana e Bruno - sapendo che i figli non passeranno la serata davanti a uno schermo e saranno accuditi e affidati a figure professionali esperte. Ma ci siamo spinti oltre: spesso il sabato mattina per i genitori è una giornata di lavoro o di incombenze da sbrigare. Per questo abbiamo pensato, insieme e grazie alla Cooperativa Moby Dick cui è affidato

Alvialeiscrizioniperleattivitàaldoposcuolaancheconlapettherapy

il doposcuola, a un momento educativo speciale come quello della pet therapy che avvicina in maniera dolce e consapevole i bambini alla relazione con il cane». Il progetto “Libera uscita… a mamma e papà” sarà attivo due venerdì al mese: le famiglie possono accompagnare i figli dalle 19.30 al doposcuola “La Tribù del Sole” in via Sega 4 e ogni serata proporrà fino alle 22.30 attività per intrattenere i bimbi. “Officina di pet therapy” invece partirà a marzo con l’obiettivo di favorire il corretto approccio dei bimbi con gli animali domestici sot-

to l’occhio attento di un’équipe multidisciplinare composta da educatori professionali ed educatori cinofili. L’appuntamento è il sabato dalle 9.30 alle 12. Il doposcuola “La Tribù del Sole” accoglie quest’anno 26 bambini con il lavoro di 4 educatrici e una coordinatrice pedagogica. «Ci piace pensare al doposcuola come ad un “luogo di crescita” per i bambini», spiega Emanuela Groppo in rappresentanza della Cooperativa Moby Dick. Per adesioni ai due progetti contattare la Cooperativa. • G.Z. © RIPRODUZIONERISERVATA

Il giudice Maria Trenti, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Pilla, ieri ha rinviato a giudizio Silvio Vany Peroni, 64 anni, di Arzignano, e Nazzareno Basile, 33 anni, di Fonte, nel Trevigiano. I due imputati, difesi dagli avv. Gianfranco Magnabosco e Giuseppe Prencipe, dovranno presentarsi in aula in luglio per rispondere di un’ipotesi di evasione fiscale. I fatti contestati dalla procura, che aveva coordinato le indagini della guardia di finanza, risalivano al biennio 2015-2016. In base a quanto contestato, Basile, amministratore unico della società “Futura srl”, avrebbe emesso nel novembre di cinque anni fa una fatture, per un imponibile superiore a 14 mila euro e un’Iva di poco superiore a 3 mila euro, per un’operazione inesistente. La avrebbe emessa a favore della società “Per-Pel srl” di Arzignano, che l’aveva così inserita nella dichiarazione dei redditi dell’anno d’imposta successivo, abbassando l’imponibile con un costo ritenuto fittizio dagli inquirenti per pagare meno tasse del dovuto. I due imputati contestano le accuse e sostengono che quella fattura sia relativa a un’operazione reale; dovranno dimostrarlo direttamente al giudice. • © RIPRODUZIONERISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 12 Febbraio 2020

VENETO

BELLUNO.Ilforteventoscoperchiaunalbergo

Fortiraffichedivento,stimateintornoai120chilometriorari,hannoinvestitoieriil Belluneseprovocandonumerosidannitracuiloscoperchiamentodiunalbergo(per fortunaprivodiospiti)aCanaled’AgordoinvaldiGares:nessunapersonaferita.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

POLITICA. Il leader della Lega a Padova ha candidato Zaia. Nel partito avanza la riorganizzazione

Salvini:«AlleaticonFdI? Servepattosuautonomia» Finco:«Adessochiederà a Melonil’accordo scritto perchélei sultema nonèmai statachiara.Senzafirma,noiin Venetocorriamodasoli» Cristina Giacomuzzo

Dal palco del PalaGeox di Padova, Matteo Salvini, leader della Lega, detta la linea del partito. Sono due le dichiarazioni che brillano come un faro nella notte per i leghisti veneti. Prima. L’investitura dell’uscente Luca Zaia a candidato alla presidenza del Veneto. Sì, perché, alle precise e reiterate domande dei cronisti, in questo periodo il governatore ha sempre dribblato: «Intanto, penso a finire il mandato». Dal palco padovano Zaia ha ricevuto l’incarico ufficiale per la corsa numero tre a governatore veneto. «Con Zaia - ha detto Salvini qui non c’è bisogno di fare campagna elettorale. Verrò solo a bermi un bicchiere di amarone». La seconda dichiarazione che sgombera il campo riguarda le alleanze. La Lega in Veneto potrebbe correre da sola. Tutto dipenderà dalle altre forze politiche. Gli occhi sono puntati in

particolare su FdI. Salvini l’ha spiegato così: «A Roma, come a livello locale, siamo disponibili ad allearci solo con chi, prima del voto, sottoscriverà l’impegno ad approvare la legge per l’autonomia».

tutti a costi. E il punto cruciale si chiama autonomia. Serve un accordo scritto con la leader di FdI, Giorgia Meloni, che ha sempre dato segnali contrastanti sull’argomento. A questa partita, ovviamente, ne vanno aggiunte altre per definire l’alleanza a livello nazionale. Ma diciamo che questa è per Salvini fondamentale. Noi andremo di conseguenza, fosse solo perché non dobbiamo certo convincere i regionali di FdI che si sono impegnati fin dall’inizio, dalla campagna referendaria sull’autonomia. L’incognita, insomma, è Meloni a Roma perché è lì che il nuovo Governo deciderà davvero sul futuro dell’autonomia». LISTE E LEGA SALVINI. L’altro

L’ATTESA. Con questi due

punti fissi si può finalmente parlare di campagna elettorale in casa Lega. L’immobilismo imposto da Zaia stava facendo salire la tensione soprattutto tra chi scalpita per correre ed entrare in consiglio regionale. E sono tanti che nutrono speranze visto che la Lega in Veneto è data per favorita. O meglio, per scontata vincitrice. A fronte di questo, tuttavia, non sono state convocate riunioni del direttorio. E non si sono tenuti incontri con le altre forze politiche che compongono la coalizione con cui Zaia ha vinto nel 2015 cioè FdI, FI e indipendentisti. Non si muove foglia. Volutamente. La scelta del silenzio di Zaia in questo

INQUINAMENTO. Per l’acquedotto in zona rossa

AlcentroMatteo Salvini con LucaZaia e NicolaFinco sulla destra

periodo potrebbe essere pura tattica. Starebbe cioè lasciando gli onori della cronaca agli avversari, al centrosinistra in particolare che, scomposto, sta tentando di organizzarsi. LECONSEGUENZE. Adesso che

Salvini ha indicato la via, il quadro è più chiaro e le truppe di “Zaia boys” sono pronte a mobilitarsi. Il rapporto con

FdI è il prossimo nodo da sciogliere. Ne è convinto Nicola Finco, capogruppo Lega in Regione. Lui siede nel direttorio ed è vice commissario veneto: «Qui anche da soli vinciamo, si sa. Salvini da Padova ha ribadito che sta lavorando per un centrodestra unito ed è quello che si augura. Ma ha pure detto chiaramente che non si può unire a

nodo da chiarire sono le liste. Quante saranno oltre alla Lega e alla lista di Zaia? Se ne ipotizza una terza, una civica. Intanto, una certezza: è stato ufficializzato nome e simbolo che correrà alle elezioni. È “Liga Veneto-Lega Salvini Premier” dove confluiranno le new entry. Questo perché nei giorni scorsi sono state costituite le 13 associazioni regionali, tra cui la veneta, che si aggiungono a quelle già avviate al Sud. In pratica sono i primi passi del nuovo soggetto politico che manda in pensione la Lega con la parola Nord. In Veneto la segreteria è formata dal direttorio. È stato nominato come amministratore l’ex sottosegretario, Massimo Bitonci. • © RIPRODUZIONERISERVATA

EmergenzaPfas Arrivatigliultimi 23milionidalloStato Salgonocosì a 80imilioni in cassa «Primitubiprontiperfineanno» Lo scorso 6 febbraio è stata pubblicata l’ordinanza del Dipartimento di protezione civile nazionale che stanzia gli ultimi 23 milioni e mezzo di euro che servono per realizzare in emergenza le nuove tubature che porteranno acqua pulita nella “zona rossa” dei Pfas, cioè tra le province di Vicenza, Padova e Verona. Questa è l’ultima tranche di soldi che arriva dallo Stato che ha finanziato in totale 80 milioni di euro. L’intera opera ammonta a 120 milioni. I restanti 40 arrivano dai gestori (e quindi anche dalle tariffe) che sono in prima linea nella lotta all’inquinamento da Pfas. Non solo. Queste opere, va ricordato, rientrano in una programmazione più ampia pianificata dalla Regione che ha respiro decennale che si chiama Mosav, cioè Modello strutturale degli acquedotti in Veneto, che ha un obiettivo ambizioso, come annunciato da tempo dal governatore, Luca Zaia: riuscire ad affrontare le emergenze come quella dei Pfas. Come?

Creando una rete di acquedotto capace di isolare l’eventuale zona che risulti inquinata e supplendo con acqua pulita che arriva da altri tubi. Con l’emergenza Pfas è cambiata la priorità degli interventi del Mosav, realizzando cioè prima quelli funzionali alla zona rossa. Le opere, coordinate dal commissario regionale Nicola Dell’Acqua, stanno procedendo come da programma. Il primo stralcio - cioè il pozzo a Recoaro e condotte di collegamento (soggetto attuatore ViAcqua) - è realizzato al 50% e terminerà entro fine anno. La condotta LonigoBelfiore sta procedendo bene: i lavori (il soggetto attuatore è Acque Veronesi) sono stati affidati lo corso 30 maggio. Poi c’è il collegamento Montecchio-Brendola (soggetto attuatore: Veneto Acque): lì il cantiere si è aperto lo scorso mese. Infine, il tratto Ponso-Montagnana-Pojana (Acque Venete) è in corso di aggiudicazione. • © RIPRODUZIONERISERVATA

AUDIZIONEALLACAMERA. Ilneo-supercommissario Spitze ilprovveditorealle opere Zincone

«VediamoseilMoseèefficace conbarrierealzatesoloinparte» «Èundovereverificarlo:si potrebberotutelarele attività delporto» Piero Erle

Di sicuro sa già quello che succederà venerdì, il supercommissario governativo per il Mose, Elisabetta Spitz, chiamato ieri per la prima volta a fare il punto in Parlamento. Venerdì infatti scatterà l’evento-manifestazione “E se Rovesciamo Venezia?”, promosso da Assoagenti con il mondo delle imprese della laguna: «Spedizionieri, agenzie marittime, terminalisti, armatori, e industriali, con l’appoggio esterno delle parti sindacali - dice una nota - faranno sentire la loro voce per sbloccare la situazione del porto di Venezia, la cui sopravvivenza e competitività a livello commerciale sono messe a rischio da anni a causa di ritardi burocratici e immobilismo della politica sulla manutenzione ordinaria portuale». “Rovesciare Venezia”, per gli organizzatori, significa «riaffermare che il porto è la vita della città». APRIRE SOLO IN PARTE. Di si-

curo lo sa, il commissario Spitz. Tant’è vero che ieri di fronte alla commissione “Ambiente” della Camera ha aperto uno spiraglio su una delle questioni più dibattute per il

ElisabettaSpitz

CinziaZincone

sistema Mose: la possibilità che si riesca ad evitare livelli alti di marea a Venezia senza però alzare proprio le barriere con tutte le 110 paratoie del Mose, in modo da lasciare un “varco” per le navi che devono entrare o uscire dal porto. «La navigazione è garantita comunque anche con le barriere tutte alzate - ha precisato Spitz ai parlamentari - perché ci sono le conche di navigazione, e vi posso dire che abbiamo approvato da poco la modifica della conca di Malamocco che era stata danneggiata nel 2015. È anche vero però che i tempi di navigazione con questo sistema sono più lunghi». Nulla di deciso, quindi, ma «è un dovere verificare se, ad esem-

pio, è ipotizzabile in alcune condizioni di acqua e di vento ci sia la possibilità di chiudere solo metà barriera alla bocca di porto di Chioggia». E far passare navi. ACCELERATA SUI LAVORI. Ri-

spondendo alle domande dei deputati (tra cui, a più riprese, Nicola Pellicani del Pd e il forzista Renato Brunetta), Spitz ha anche confermato vari punti. Ritiene l’opera pronta al 93% e che i lavori sono in corso. Gli operatori saranno formati fino a maggio, in parallelo alle prove, per arrivare a luglio a poter attivare le paratoie in caso di emergenza anche se non tutta l’opera è completa. Un’area adeguata per alcune ma-

nutenzioni del Mose potrebbe essere la “Pagnan” di Marghera, «ma prima c’è da decidere come organizzarle: vanno divise le manutenzioni “hardware” da quelle “software”». Infine ha annunciato di aver chiesto al consorzio Venezia Nuova di «ridurre le aree di cantiere, cosa mai fatta: è un segnale anche per la gente vedere che i cantieri cominciano a chiudere, e ci sono zone ad esempio al Cavallino che ormai sono inutilizzate». Prima di lei Cinzia Zincone, provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto, aveva confermato ai deputati che dall’estate sarà possibile un utilizzo provvisorio del Mose e che «è progettato per contenere maree fino a tre metri di altezza: in novembre avrebbe ridotto a 113 centimetri il picco che salì invece a 187». Zincone ha spiegato che c’è un ritardo dei lavori ma che adesso si sta accelerando, unendo lavori e avviamento dell’opera, per averla pronta a fine 2021. E ha ammesso che c’è corrosione di alcune parti del sistema, ma «questo non influisce sul funzionamento, semmai accorcia i tempi previsti di durata dei materiali». Con costi futuri maggiori, quindi. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Èstatoaffidatoa Konstruttiva,conThetise Mate Engineering

MaSanMarcofiniscesottocomunque Prontoil progetto specialeper la piazza Alberto Minazzi VENEZIA

Ilsistema diparatoiemobili Mose,alle bocchediportodi Venezia,èingradodigarantire cheillivello dell’acqua, all’internodellaLaguna, non superii 110 centimetri sullo zeromareografico dipunta dellaDogana.Una quota “gestibile”per la città,ma che nonsalvaguarda le zonepiù basse,come piazzaSan Marco. Bastipensare chegià a +60sul mediomare ilnartece della Basilicainiziaad allagarsi,a +71iniziano a formarsi in piazzale prime “pozzanghere”, a+81%èallagato il 20% della piazzaetra 87 e89centimetri metàdiPiazzaSan Marcoè sottoacqua, con l’acquache iniziaa entrarenelnartece ancheper sormontodelle barriere.Bastanoqueste cifre percapire cheil Moseè fondamentaleper scongiurare eventidrammaticicome quelli delloscorsonovembre,ma chiaramentenonbasta. Servonocioè opere diffusee progettispecificiper tutelare lavita quotidianadellacittà, oltrechei capolavoriartistici cherendonounicaVenezia. Eccoperché, suimpulso del Provveditore,nel2017èstato avviatouniternel qualeil ConsorzioVenezia Nuovaha affidatoa un’associazione temporaneadiimprese(Thetis eConsorzioKonstruttiva,che

Acquaalta inpiazza S.Marco hapoi indicatoMateEngineering comesua consorziataper la materialeesecuzione dell'incarico)ilcompito di realizzareun progettoper salvaguardarePiazzaSan Marco daquelleacquealte chenonsono copertedal Moseo dal recente sistemarealizzato appositamente peril nartece(che adesso èin gradodifronteggiare le maree finoa 89centimetri). Il progetto definitivoèorapronto:èstato consegnatodall’Atial Consorzio a metàgennaioeieri èstato ufficialmenteillustratodai presidentidi Kostruttiva(Devis Rizzo)eMate(Raffaele Gerometta)e daitecnici chene hannoseguito le varie fasi,a

partiredal massiccio lavorodi indaginesvolto sulla piazza,il cui perimetro,per inciso,sarà l’unicoa esseretutelatodal sistema di valvole,mentreadesempio l’adiacentecalledellaCanonica saràancora soggettaall’acqua alta,nellafascia tra 90 e112 centimetri.Èun progetto complessoedarticolato, delcosto stimatodicirca unatrentina di milionidieuro.Prevede interventi diprotezionedelbordo di sormonto,dichiusura controllata dialcuneconnessioni idrauliche (mentrealcune, nonpiù funzionali, sarannodefinitivamentechiuse), dirisanamento deicunicoli edi riordinodeisottoservizi (compresala separazionedelle acquenere). Con laconsegnaal committente,chesvolgerà adessola faseistruttoria interna, parteadesso ilvagliodelle autoritàedeglienti (apartire dal ProvveditoratoalleOpere Pubblicheedalla Soprintendenza),dopo dichesi potràpassareallaprogettazione esecutiva.«Dall’approvazione e dall’iniziodeilavori- hadichiarato Rizzo-posso dire chepensiamo cheinunpaio d'annisi possa passareall’esercizioprovvisorio, perevitare l’allagamento della piazza».Unimpianto diquesto tipo,con ilsistema di valvoleche verràchiuso con unlivellodi mareadi70centimetri, necessiteràinfatti diunaintera stagioneinvernale perla taratura definitiva. © RIPRODUZIONERISERVATA


MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO

CITTADELLA - CAMPOSAMPIERO

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I disoccupati snobbano il lavoro in Comune Al bando pubblicato due volte si presentano solo 9 candidati per 15 posti, il sindaco: «È colpa del reddito di cittadinanza» Silvia Bergamin CITTADELLA. Il Comune pro-

muove progetti di lavoro per persone disoccupate, non sarà il mitico posto fisso pubblico, ma comunque di una opportunità si tratta; il problema è che si sono presentati in pochissimi rispetto agli anni precedenti. E il motivo qual è? «Non ci sono storie, è tutta colpa del reddito di cittadinanza», scandisce il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon, che stigmatizza la negatività della misura simbolo varata dal M5S al governo. A scuotere l’amministrazione e a far scattare il campanello d’allarme sono i dati: per i lavori di “pubblica utilità”, di solito si

presentavano quaranta persone già alla prima chiamata; in questo caso – invece – è stato necessario pubblicare il bando due volte e, alla fine, si sono presentati in nove su quindici posti a disposizione. La misura è stata esposta alla cittadinanza nei mesi scorsi ed è stata finanziata dalla Regione Veneto con un decreto, il numero 739, di inizio ottobre dello scorso anno. Il progetto è “Cittadella per la pubblica utilità” e permette al Comune di assumere 15 persone con contratto a tempo determinato per la durata di 6 mesi; grazie al contributo di Venezia, le persone beneficiarie dell’opportunità verranno impiegate sia nell’area amministrativa sia nell’area tecnica del munici-

Un cittadino chiede una consulenza al centro di assistenza fiscale

pio. Per chi è pensata la politica attiva del lavoro? Essenzialmente per i disoccupati di lunga durata, con più di trent’anni, residenti nel terri-

torio di Cittadella e che non percepiscano ammortizzatori sociali o pensioni ed abbiano un Isee non superiore ai 13 mila euro. La misura è sta-

Ruzzante (Leu) incalza il governatore del Veneto: «La Lega ex-Nord prenda provvedimenti» E sui social continuano a volare insulti e colpi bassi tra gruppi autonomisti e indipendentisti

«Zaia spieghi chi paga il bollo per le targhe Serenissime» LA POLEMICA

Giusy Andreoli auto targata “Serenisima Nasion Veneta dela Venesia” è in regola con il pagamento della tassa automobilistica? Lo chiede il consigliere regionale di Veneto 2020 – Leu, Piero Ruzzante, che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata indirizzata alla Giunta regionale. «Zaia e i suoi assessori non dovrebbero limitarsi a prendere atto della situazione» scrive Ruzzante «mi permetto di ricordare loro che, oltre a essere in campagna elettorale permanente, sarebbero anche al governo della nostra regione da venticinque anni». Per Ruzzante, insomma, è doveroso un control-

L’

lo per verificare se il proprietario della Suzuki paghi la quota dovuta alla Regione. Resta, però, da capire, chi deve versare la gabella. Secondo quanto sostenuto da Roberto Fongaro, sedicente funzionario della “motorizzazione” dello Stato Veneto che l’avrebbe immatricolata, la Suzuki con targa venetista è di proprietà dello Stato Veneto. Inutile chiedere al “funzionario” se il veicolo è in regola con il bollo. «Se volete sapere qualsiasi cosa mandate una richiesta via mail al “funsionariovenezia@libero.it” e vi risponderemo» ha tagliato corto Fongaro. Per la mail non c’è ancora il riconoscimento dello Stato veneto... Ovviamente l’incombenza del pagamento del bollo si estende anche alle altre auto venetiste. Chi, invece, non ha problemi a dire che il bollo non lo paga è Gabriele De Pie-

campo san martino

Derubavano gli anziani Stanati i finti tecnici CAMPO SAN MARTINO. Anziani

nel mirino dei ladri senza scrupoli: falsi addetti comunali nei guai. I carabinieri della stazione di Piazzola sul Brenta hanno denunciato in stato di libertà per furto e tentato furto in abitazione D. R., 22 anni, e D. F., di 25, entrambi originari della Romania, pregiudicati per reati della stessa specie e senza fissa dimora. Gli accertamenti, eseguiti

anche attraverso individuazione fotografica, hanno permesso ai militari del luogotenente Pietro Ligorio di stabilire che i denunciati, il 9 gennaio dello scorso anno, a Campo San Martino, si erano spacciati per dipendenti del Comune e con la scusa di verificare alcune perdite d’acqua, si erano introdotti nell’abitazione di una pensionata di 81 anni, rubandole 70 euro in contanti. La malcapitata si era resa

La targa della “Nasion Veneta” al centro delle polemiche

ri, “presidente” dell’autoproclamato “Governo Nasionae Veneto”, nemico giurato di Serenisima Nasion. «Abbiamo cinque auto con targa veneta e il bollo non lo paghiamo» fa sapere De Pieri. E la copertura assicurativa? «Stiamo aspettando che la compagnia ce le assicuri» affer-

ma De Pieri «Quale? Una compagnia straniera». Dopo la targa, la questione del bollo auto si sposta sul piano politico. Ruzzante accusa il Carroccio di tollerare le posizioni dei venetisti. «La Lega ex-Nord continua a strizzare l’occhio agli indipendentisti. Basta, la facciano finita e prendano

conto dell’ammanco troppo tardi, quando ormai i delinquenti erano lontani dalla sua proprietà e pronti a colpire un’altra ignara vittima. Successivi sviluppi investigativi hanno infatti consentito di accertare che la coppia, pochi istanti dopo il primo blitz, aveva tentato – utilizzando lo stesso modus operandi – di mettere a segno un secondo furto nell’appartamento di un’altra 81enne: l’anziana, in questo caso, aveva intuito le cattive intenzioni della coppia, ed era riuscita ad allontanarla senza che le portasse via nulla. Entrambi gli episodi erano stati denunciati alle forze dell’ordine, che in questi mesi hanno chiuso il cerchio. — S. B.

san martino di lupari

ta seguita da un ente di formazione, Attivamente Srl, e dalla società cooperativa consortile Veneto Insieme. «Grazie, si fa per dire, al reddito di cittadinanza», sottolinea il primo cittadino, «si sono presentati solo in nove, ma di solito erano una quarantina i candidati». Quindi ci sarebbero altri sei posti di lavoro a disposizione. «Abbiamo pubblicato il bando due volte», sottolinea l’amministratore. La prima scadenza era in autunno, si è dovuto rilanciare, ed ancora quota 15 non è stata raggiunta. Pierobon non nasconde una certa sorpresa: «Non me lo aspettavo, credevo ci sarebbe stata una risposta immediata da parte della cittadinanza, come avvenuto nel-

le passate edizioni. Considerando poi che questo tipo di percorso porta ad un’occupazione stabile per il 30-40% dei partecipanti. Ed invece probabilmente il sistema di pagare la gente spinge a rimanere a casa, a rinunciare. E questo è un approccio negativo. Con il reddito di cittadinanza tutto rimane fermo, è un approccio da stato assistenzialista», insiste il sindaco, «e chi è abituato a vivere senza fare nulla può continuare a farlo. Riproporremo comunque ancora il bando, anche se dovessimo aiutare una sola persona. È un peccato dovere rinunciare ad un’opportunità di questo tipo per le persone che sono in difficoltà». —

provvedimenti» sbotta Ruzzante «com’è possibile che sia consentito al sedicente “Stato veneto dele Venesie” di utilizzare lo stemma del leone di San Marco?». E chiede al governatore Zaia di adottare gli opportuni provvedimenti, anche in via giudiziale, per tutelare i simboli di rappresentanza della Regione e le forme di autogoverno previste dallo Statuto regionale. Ma c’è un episodio che la dice lunga sulla volontà di osservare le norme in tema di veicoli dello Stato italiano. L’esperienza è stata vissuta dal coordinatore triveneto dell’Unasca (Unione autoscuole e agenzie pratiche automobilistiche) Carlo Rizzardi nella sua veste di consulente sulla sicurezza di mezzi pericolosi. Era andato a fare un contratto a un autonomista, ma quando ha cominciato a elencare leggi e norme si è sentito dire: «Noi siamo del Veneto e mi dai leggi italiane? Non voglio saperne niente e se non fai presto ad andar via tira fuori lo TDJPQP». Intanto rimane d’attualità la contesa della primogenitura della targa venetista, rivendicata da De Pieri che mal sopporta la “pubblicità” ottenuta dall’auto di Fongaro e del suo sodale Enrico Vella, l’ex imprenditore di Cerea al vertice dello Stato Veneto delle Venesie o Serenisima Nasion Vene-

ta Sovrana dela Venesia. Ieri De Pieri ha lanciato una provocazione sulla mancata assicurazione delle auto indigene. «Se trovo per strada il veicolo di Vella mi faccio investire, voglio proprio vedere come andrà a finire, chi mi pagherà i danni?». Una rivalità conclamata. Sul sito del suo Governo nasionae, De Pieri mette in guardia «iscritti e simpatizzanti sulle voci riguardanti una possibile adesione del Governo a progetti o gruppi con altre pseudo realtà fantasiose che compongono la galassia venetista. L’unica autorità riconosciuta a rappresentare il popolo veneto a livello nazionale e internazionale è solamente ed esclusivamente il Governo nasionae veneto del popolo veneto» aggiunge «Pertanto il Governo nasionae proseguirà il suo percorso giuridico per il diritto di “autodeterminazione del popolo veneto” scevra da influenze, affiliazioni o apparentamenti con pseudo indipendentisti da strapazzo». Da parte sua Fongaro aveva già dichiarato che l’ «abusivo» è De Pieri poiché presenta documenti “in lingua italiana”, al contrario della Serenisima Nasion che scrive e parla solo in dialetto. Ma il segretario della Lega di Trebaseleghe Gianni Carraro mette a posto tutti e due: «Sono carnevalate» .—

Precipita per 8 metri È salvo per miracolo SAN MARTINO DI LUPARI. Cade

dal tetto del capannone e si fa un volo di otto metri, ma – miracolosamente – non corre pericolo di vita. Tragedia sul lavoro sfiorata, ieri mattina, a San Martino di Lupari. Vittima dell’incidente un giovane di 22 anni, originario del Marocco e residente a Bondeno, in provincia di Ferrara, che era impegnato in un lavoro di bonifica delle celle frigorifere sistemate sopra il tetto di un

capannone di via Palù, all’interno del quale svolge la propria attività la ditta “Agostini Elio snc”. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di San Martino di Lupari, che hanno svolto i rilievi e si sono occupati di ricostruire la dinamica dell’accaduto. Secondo quanto è emerso finora, l’operaio – che lavora per la Ma Srl di Napoli – era impegnato nello svolgimento delle sue mansioni di

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bonifica delle celle frigorifere quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato nel vuoto, schiantandosi a terra dall’altezza di otto metri. Immediatamente è scattato l’allarme e sul posto è intervenuta una ambulanza del pronto soccorso di Cittadella che ha accompagnato il ferito in ospedale, dove ha ricevuto le cure necessarie. Al momento la prognosi è in via di definizione, quello che fortunatamente è però certo è che il malcapitato non corre pericolo di vita. La procedura è seguita ora dai tecnici dello Spisal di Camposampiero, che stanno cercando di appurare cosa sia accaduto nei dettagli. — S. B.


MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 IL MATTINO

PADOVA

le manovre politiche

C’è un esterno dopo Lorenzoni Giordani non pensa al rimpasto Se il vicesindaco diventasse l’anti-Zaia potrebbe arrivare un nome da fuori In pole position l’ex assessore Francesco Bicciato, altrimenti Carrai o Rampazzo didatura a governatore di Lorenzoni si concretizzasse? Non c’è nessun problema di incandidabilità o ineleggibilità. Per cui Lorenzoni potrebbe continuare a fare il vicesindaco fino alla data delle elezioni. Ma potrebbe anche decidere di dimettersi prima, come un gesto dal valore simbolico.

Claudio Malfitano Un esterno, un nuovo “garante” per il patto di coalizione, un esperto meglio se già con qualche esperienza amministrativo. È l’identikit di colui (difficile purtroppo che sia colei) che sostituirà Arturo Lorenzoni nel ruolo di vicesindaco nel caso, come ormai ritenuto molto probabile, fosse lui l’anti-Zaia per le prossime regionali. Una “grana”, quella della sostituzione in giunta, che potrebbe scoppiare presto per il sindaco Sergio Giordani: Lorenzoni infatti potrebbe decidere di dimettersi già al momento dell’annuncio della candidatura. Il primo cittadino potrà quindi sostituirlo subito o congelare tutto fino a fine maggio, tenendo per sé ad interim le deleghe.

In caso di dimissioni già nei prossimi giorni sostituzione sprint o deleghe congelate

L’INCOMPATIBILITÀ

Cosa accadrebbe dunque alla compagine di giunta se la can-

"... Mamma bella, brava e buona come la definiva ANDREA che ora rivedrà…" La Divina Provvidenza ha liberato dalle sofferenze terrene l'anima nobile di

MARIAEUGENIA DI LORENZO In BAGAGIOLO di anni 78

Ne danno il triste annuncio: il marito CLAUDIO, le figlie ANNA e PAOLA con il genero ANDREA, le adorate nipoti SILVIA, FRANCESCA e parenti tutti. I funerali avranno luogo venerdì 14 febbraio alle ore 10.30 nella chiesa S. Maria di Mandria. Padova, 12 febbraio 2020 I.o.f. Pax-Trevisi - Padova - Tel.049/503209

Arturo Lorenzoni, probabile candidato del centrosinistra alle regionali

IN BREVE

coalizione civica

Lonardi «Bus, troppi colori Va fatta una scelta» Ubaldo Lonardi, vicepresidente del consiglio comunale, interroga il sindaco Sergio Giordani sui colori degli autobus, contestando l’eccessiva varietà di colori che contraddistingue i messi di trasporto urbani. «Tanto da renderli difficilmente identificabili: gialli i più vecchi, biancorossi quelli di mezzo e grigi con strisce blu gli ultimi arrivati, senza contare il blu-giotto del metro bus. Poter riconoscere i mezzi pubblici della nostra città è importante. E se posso suggerire una soluzione, il colore bianco/rosso mi sembra il più adeguato a identificare i bus della nostra città».

ANNIVERSARIO 12-2-2019

C’è però un problema di incompatibilità: sia in caso diventasse governatore che, in caso di sconfitta, consigliere regionale. Lorenzoni dovrebbe lasciare la carica di vicesindaco. A quel punto toccherà al sindaco Sergio Giordani indicare un nuovo vicesindaco, dopo aver trovato la quadra con la sua maggioranza. Due

12-2-2020

Il Consiglio di Amministrazione e tutto il personale del Gruppo Affidea si uniscono al dolore della signora NELLY TURRA per la scomparsa del suo amato padre.

«L’eventuale sostituto dovrà essere deciso in assemblea» «In caso di candidatura di Arturo Lorenzoni alle regionali il suo sostituto verrà deciso con il consueto percorso in Coalizione civica, con dei nomi votati dall’assemblea». Il movimento arancione ha messo i suoi paletti lunedì sera in vista di una probabile candidatura del vicesindaco come governatore per sfidare Luca Zaia. Proprio Lorenzoni infatti si è confrontato con un’ottantina di attivisti nella “sede pensante” del movimento in

Nicola Rampazzo

oggi in camera di commercio

Stati generali sul futuro De Poli: «Opportunità decisiva per la crescita»

CELSO TURRA Padova, 12 febbraio 2020

PIETRO VOLPIN In uno degli infiniti mondi paralleli prima o poi ci ritroveremo. LELLA, PAOLA, BETTY. Una messa in ricordo sarà celebrata oggi, mercoledì 12 febbraio ore 18.30 chiesa di Cristo Re. Padova, 12 febbraio 2020

«“Padova tutti convocati” è uno stimolo forte per la politica». Così il senatore Udc Antonio De Poli, che impossibilitato a partecipare all’iniziativa di Ascom Padova per impegni parlamentari in Senato, ha scritto una lettera indirizzata al presidente Patrizio Bertin. Secondo De Poli il tavolo in programma oggi alle 10.30 nella sede della Camera di

commercio e voluto da Ascom è positivo in quanto «ispirato dalla volontà di dare una visione e una strategia sul futuro della città». Entrando nel merito, secondo il senatore questore, «Padova che verrà non può che partire dalle sue grandi e straordinarie potenzialità come l’Università, dalla grande prospettiva della smart city e da questioni cruciali come le

le opzioni in campo: l’arrivo di un esterno che possa ben rappresentare i mondi e le liste che hanno sostenuto Lorenzoni o la promozione a vicesindaco di un attuale assessore. L’ARRIVO DI UN ESTERNO

L’ipotesi più probabile, al momento, è quello di guardare fuori dalla squadra di giunta. Serve un nome esterno, che possa farsi garante di un equilibrio tra Coalizione civica e lista Lorenzoni (oggi confluita nell’associazione Orizzonti). Ovvio che la prima scelta e quella più calzante per l’identikit sarebbe Francesco Bicciato. L’ex assessore all’ambiente (quindi già con una esperienza amministrativa) è molto amico di Lorenzoni ed è stato tra i promotori della sua candidatura a sindaco nel 2017. In più è segretario generale del Forum per la finanza sostenibile, una “medaglia” in più nell’anno in cui Padova è capitale europea del volontariato. Cinque anni fa rifiutò un impegno diretto in campagna elettorale per motivi di lavoro, ma adesso molte cose sono cambiate. Certo si tratterebbe di un impegno per soli due anni, ma con l’eventualità di un “rinnovo” per altri cinque. Altrimenti nella rosa dei possibili nomi c’è Marco Carrai, anch’egli ex assessore e anch’egli tra i promotori della candidatura di Lorenzoni. Salvo poi però lavorare molto sulla costruzione della lista e di Orizzonti, allontanandosi dunque da Coalizione.

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Possibili esterni provenienti invece dal movimento arancione sono invece il capogruppo Nicola Rampazzo (che però si troverebbe di fronte a una scelta lavorativa impegnativa) oppure, nell’improbabile caso di una svolta rosa ci sarebbe la docente Francesca Contarello. PROMOZIONE IN GIUNTA

Nel caso, invece, Giordani optasse per una promozione interna alla giunta in pole position ci sarebbe Francesca Benciolini, attuale assessora al decentramento, vicinissima proprio a Lorenzoni. A quel punto però non si può escludere anche un rimescolamento delle deleghe tra gli assessori: Lorenzoni lascerebbe due referati pesantissimi come la mobilità (con il progetto della seconda linea del tram da gestire) e l’urbanistica. Coalizione civica ha già fatto sapere che non intende rinunciare a queste deleghe. Ma i centristi rivendicano spazio e importanza. Giordani dunque avrà il difficile compito di mediare tra le diverse sensibilità della sua eterogenea maggioranza. In più dovrà capire la tempistica di un eventuale “rimpasto”, perché se Lorenzoni potrebbe lasciare subito, altri assessori potrebbero dimettersi solo dopo l’eventuale elezione a consigliere regionale, in giugno. Dunque l’altro dubbio è: rimpasto in due tempi o una sorta di “sospensione” per alcuni mesi? La risposta arriverà in poche settimane. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

corso del Popolo. Ha spiegato la situazione, con le possibilità in campo e la necessità di attendere i tempi della politica. Ma anche assicurato che, anche in caso di candidatura, resterà il garante della coalizione che ha dato vita al “modello Padova” in grado di battere il leghista Massimo Bitonci. Anche se nulla è ancora deciso, è ovvio che dagli attivisti sono arrivate una raffica di domande e di riflessioni sul futuro della giunta, sulle decisioni da prendere nelle prossime settimane e sulla necessità di garantire la stabilità dell’amministrazione. Di certo, nelle riflessioni degli attivisti, è stato assicurato che «Coalizione civica è un progetto che pre-esiste e che andrà avanti anche al di là di Arturo Lorenzoni». Se dovesse porsi il proble-

ma di una sostituzione di Lorenzoni nel ruolo di vicesindaco, il movimento arancione ha già rivendicato per sé le deleghe pesanti che ha fin dal 2017: la mobilità e l’urbanistica. Ma non ha blindato in modo netto il ruolo di vicesindaco. Dall’assemblea di lunedì sera però è sicuramente emersa un’indicazione di metodo. Che poi è quello che ha caratterizzato Coalizione civica sin dalla sua nascita: la decisione finale sarà assembleare. Certo, poi la scelta è tutta sulle spalle del sindaco Sergio Giordani. Ragion per cui dall’assemblea arancione, come già accaduto per gli assessorati e per alcune nomine, potrebbe arrivare una terna di nomi, lasciando poi a Giordani la possibilità di decidere. — C.MAL.

infrastrutture: Tav, Pedemontana, Strada statale 10 nella Bassa Padovana e Strada provinciale 47 nell’Alta Padovana solo per fare alcuni esempi. Fondamentali, inoltre», continua De Poli, «la partita sul nuovo ospedale, il ruolo del piccolo commercio che svolge una funzione sociale determinante nei piccoli centri e il turismo». «C’è la volontà di fare squadra per il territorio: se i percorsi sono condivisi, i risultati si possono raggiungere», conclude De Poli nella sua lettera al presidente Bertin. Sempre De Poli fa sapere che è stata presentato «in Senato un disegno di legge sulle Pro Loco: è una battaglia che non ha colori politici. L’obiettivo è valorizzare il patrimo-

nio culturale dei nostri territori», ha spiegato. «Una squadra di parlamentari di tutti gli schieramenti politici si schiera in favore del mondo delle Pro Loco», sottolinea De Poli che è primo firmatario del ddl sottoscritto da rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Senato. «Con questo provvedimento intendiamo ridurre il peso della burocrazia sia a favore delle associazioni che - lo ricordiamo operano in modo volontario (oltre 600.000 volontari delle Pro Loco in Italia) , sia a favore degli amministratori locali, a partire dai sindaci. Una piccola sagra di paese, d’altronde, non si può paragonare al grande concerto di Vasco Rossi con migliaia e migliaia di persone». —


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REGIONE

MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA

verso le elezioni regionali

L’ultimatum di Salvini irrita il centrodestra «Alleati, non satelliti» De Carlo (Fdi): «L’autonomia al palo? Al governo c’era lui... » Zuin (Fi): «Senza la nostra legge né referendum né riforma»

REAZIONI PUNGENTI

Filippo Tosatto VENEZIA. Matteo Salvini fa la

voce grossa e detta le regole ai potenziali partner del centrodestra: «La Lega stringerà alleanze elettorali solo con chi, prima del voto, sottoscriva la proposta sull’autonomia di Luca Zaia, e ciò vale sia per le regionali del Veneto che in vista del governo nazionale». LE CONDIZIONI DETTATE

Il diktat, pronunciato lunedì davanti alle migliaia di militanti che gremivano il Gran Teatro Geox a Padova, scalda il cuore della base (notoriamente allergica ai compagni di cordata) e ancor più dei colonnelli, per nulla entusiasti alla prospettiva di spartire le poltrone assicurate dal prevedibile successo.E i destinatari dell’ultima-

noi siamo all’opposizione dall’inizio della legislatura, Salvini non incolpi noi se il regionalismo differenziato è al palo. Detto ciò, con Sergio Berlato abbiamo sostenuto a suo tempo il referendum popolare e ribadiamo la nostra posizione: maggiore autonomia abbinata al presidenzialismo per garantire la tenuta complessiva del Paese. Come finirà? Mi auguro prevalga il buonsenso, certo in Veneto i leghisti sono forti ma ricordino che in Lombardia noi votammo Maroni presidente quando superavano a fatica il 4%. Alleati sì, satelliti mai».

Centrodestra veneto:Luca De Carlo (Fdi) e Michele Zuin (Forza Italia)

tum? «Mi sorprendono questi toni», replica Luca De Carlo, deputato-sindaco di Calalzo e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia «noi abbiamo sempre creduto che l’unità del centrodestra rappresenti la formula vincente,

quella premiata dal nostro elettorato, e ci comportiamo con coerenza. L’autonomia? A differenza della Lega, che per 14 mesi ha condiviso il governo con il M5S e ha condotto la trattativa Stato-Regioni con il ministro Stefani,

Dai toni spicci del cadorino quelli felpati (ma incisivi) del veneziano Michele Zuin, parlamentare e assessore in laguna: «Nessun problema sull’autonomia e mi stupisce che gli amici leghisti la sollevino in termini divisivi», le parole di Michele Zuin, il coordinatore dei forzisti veneti «faccio notare che la legge regionale promossa dal Corte costituzionale, e poi sottoposta a referendum, reca la firma di Forza Italia: altri all’epoca inseguivano la secessione ma senza la nostra iniziativa non saremo qui a discutere di materie e competenze. Detto ciò, esiste un’intesa nazionale tra i leader del centrodestra e sono convinto che a maggio, anche in Veneto, correremo uniti a sostegno dell’ottimo governatore Zaia». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sanitÀ, l’incontro in regione

Dieci milioni di premio ai medici in prima linea C’è il sì dei sindacati VENEZIA. I sindacati dei camici bianchi accolgono con sostanziale favore la mossa della Regione che ha stanziato 10 milioni di fondi aggiuntivi per compensare i medici ospedalieri del Veneto che operano nella “linea del disagio” rappresentata da pronto soccorso, emergenza-urgenza, reperibilità, guardie festive e notturne. Nell’atteso incontro tra le parti svoltosi a Venezia, il direttore dell’area sanità e sociale Domenico Mantoan - affiancato per l’occasione dal responsabile personale Claudio Costa - ha illustrato al ventaglio dei rappresentanti sindacali lo spirito del provvedimento (che si tradurrà in un fondo annuale permanente alimentato dal Patto della salute) raccogliendo gran parte delle osservazioni e delle richieste emerse dal tavolo. A cominciare dall’esigenza di linee guida da parte dell’amministrazione, cosi da evitare confusione e disparità applicative: la legge al momento non consente contrattazioni su base regionale (è una delle principali richieste del “pacchetto autonomia” di Luca Zaia) perciò la definizione dei compensi

avverrà su base aziendale ed è essenziale che manager delle Ulss e organizzazioni sindacali agiscano secondo criteri omogenei; a riguardo, Mantoan ha promesso che al prossimo incontro, fissato per il 3 marzo, presenterà un protocollo dettagliato. Di che parliamo nel concreto? Di riconoscere il valore di prestazioni fin qui compensate con cifre irrisorie: dalla reperibilità - i 20 euro oggi “elargiti” dovrebbero diventare 200 - all’indennità domenicale e notturna che dai 20-30 euro attuali balzerebbe a 250; prima tappa di un’azione perequativa a vasto raggio. «A tutt’oggi siamo in concorrenza con le elemosine», il commento sarcastico di Giovanni Leoni, segretario regionale del Cimo, che saluta con soddisfazione l’inizio di un«percorso comune per correggere le disuguaglianze di retribuzione, a parità di attività svolta, per i colleghi di tutte le aziende del Veneto» dove la “forbice stipendiale” raggiunge i «500-600 euro netti al mese in più o in meno per singolo medico». — Filippo Tosatto © RIPRODUZIONE RISERVATA

nuovo centro logistico

Amazon apre nel Rodigino e assume 900 dipendenti CASTELGUGLIELMO

(ROVIGO).

Amazon bis in Veneto, è ufficiale: il centro di distribuzione di Castelguglielmo, nel Rodigino, entrerà in funzione entro il prossimo autunno e impiegherà fino a 900 dipendenti a tempo indeterminato. A partire da ieri sono aperte anche le candidature per le posizioni manageriali, tecniche e per le funzioni di supporto. Ieri mattina Amazon ha ufficialmente annunciato l’apertura dei due nuovi centri di distribuzione in Italia che saranno operativi entro la fine del 2020: uno a Colleferro, nella città metropolitana di Roma, e l’altro tra Castelguglielmo e San Bellino, in provincia di Rovigo. Concretizzato in numeri, si tratta di un doppio investimento che vale 140 milioni di euro e 1.400 posti di lavoro, che si sommano ai 4 miliardi già investiti nel nostro Paese dal 2010 e ai 6.900 dipendenti attualmente impiegati da Amazon in Italia (fra questi ci sono gli addetti in servizio a Vigonza, nel Padovano). «Nel 2020 celebriamo i dieci anni dal nostro arrivo in Italia, periodo in cui abbiamo destinato considerevoli investimenti a questo Paese e dato lavoro a migliaia di persone qualificate, che ricevono una retribuzione competitiva e benefit sin dal primo giorno» commenta Roy Perticucci, vicepresidente di Ama-

Un magazzino Amazon

zon Operations in Europa «Questo nuovo investimento rappresenta un’ulteriore dimostrazione del nostro impegno nei confronti della comunità locale: ci consentirà infatti di creare oltre 1.400 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato e di potenziare la nostra rete di consegna per raggiungere sempre più persone in tutto il Paese». Rimanendo in Veneto, il centro di distribuzione polesano – si trova a 25 chilometri da Rovigo – impiegherà fino a 900 dipendenti a tempo indeterminato entro tre anni dall’inizio delle attività. Il si-

to, i cui lavori di costruzione sono stati affidati a P3 Logistic Parks, sarà equipaggiato con la più avanzata tecnologia di Amazon Robotics per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro dei dipendenti, riducendo ad esempio i loro spostamenti grazie a speciali scaffali di stoccaggio dei prodotti che si muovono in modo automatizzato verso la postazione degli operatori. Amazon promette massima attenzione anche nella realizzazione di strutture sostenibili, capaci di integrare sistemi per il risparmio energetico riducendo l’impronta ambientale grazie a ridotti livelli di emissioni. Attraverso il link www. amazon. jobs/en/locations/castelguglielmo è possibile candidarsi per una posizione manageriale, tecnica e per le funzioni di supporto. Le selezioni per operatori di magazzino saranno invece aperte in estate. Per queste figure professionali è previsto un inquadramento al quinto livello del Ccnl della Logistica e dei Trasporti, con salario d’ingresso pari a 1.550 euro lordi e un pacchetto di benefit che include gli sconti su Amazon.it e l’assicurazione sanitaria privata contro gli infortuni, oltre a un serio percorso formativo. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA


24 Provincia

L'ARENA

Mercoledì 12 Febbraio 2020

SANBONIFACIO. A sostenere ilritorno delservizio, afiancodel sindacoProvoli, ilconsigliere regionaleValdegamberi, pensandoanche all’Inps

Lacommissione patentiè più vicina Cisono gli spazie l’okdell’Ulss9 ariprendere ilservizio alFracastoro,ma bisogna chealmeno due medici dimedicinalegale partecipinoalbando entroil 16febbraio Paola Dalli Cani

La Commissione medica patenti torna ad Est. Mancano ancora i medici, ma con un po’ di fortuna la soluzione è vicina: basta che ci siano almeno due medici di medicina legale liberi professionisti che entro il 16 febbraio diano la propria disponibilità partecipando al bando pubblicato dall’Ulss 9 Scaligera; una delle destinazioni infatti è proprio San Bonifacio. «L’Ulss, facendosi carico della pressante richiesta del territorio, si è attivata con la Regione Veneto e ha ottenuto l’autorizzazione all’assunzione di medici per ripristinare la commissione che funzionava fino a qualche anno fa all’ospedale Fracastoro di San Bonifacio», annuncia Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del gruppo misto. Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, ma anche con l’avvio della politica di razionalizzazione dei servizi, la commissione medica patenti operante a San Bonifacio era stata accorpata al Palazzo della Sanità, a Verona. Facile intuire i disagi cui sono andati incontro, almeno fino al 2012, gli utenti e soprattutto i guidatori ultraottentenni, che solo da quell’anno sono stati esonerati dall’obbli-

go di effettuare il rinnovo della patente di guida attraverso la visita in Commissione medica. Il disagio però è rimasto per le categorie che, riguardo al rinnovo della patente di guida, la legge indirizza alla Commissione medica locale patenti. «Negli anni mi è stato spesso sollevato questo problema e non ho mai mollato l’osso», dice Valdegamberi e con lui pure Giampaolo Provoli, sindaco di San Bonifacio che più volte si era fatto interprete, spesso anche con i sindaci dei Comuni dell’Est veronese, di richieste formali in questo senso. «Accolgo con grande soddisfazione questo annuncio», dice Provoli, «perché da sei anni, come sindaci, rinnoviamo le pressanti richieste che partono da utenti con diversi tipi di fragilità, che a volte hanno necessità di recarsi con una certa frequenza alla Commissione medica locale patenti e che in molti casi sono costretti a chiedere l’assistenza di familiari per raggiungere Verona». La Commissione medica locale patenti, infatti, valuta l’idoneità alla guida di alcuni utenti particolari, dalle persone che sono affette da specifiche patologie alle persone che presentano con disabilità motorie; dagli utenti ultrasessantenni con patenti per

L’opedaleFracastoropotrebbe accogliere lacommissione patenti

la guida di autobus o di autosnodati a ultrasessantacinquenni che conducono mezzi pesanti; fino alle persone che soffrono di diabete oppure che sono costrette alla revisione periodica della patente su disposizione della Prefettura o della motorizzazione. «Disagi su disagi, tempi lunghi, spese, trasferte: se le cose fileranno lisce, a breve il

problema sarà risolto», assicura Stefano Valdegamberi. Il consigliere regionale aggiunge anche un augurio: «Bello sarebbe,inoltre, se questo esempio di delocalizzazione venisse seguito anche dall’Inps: l’Ulss 9 Scaligera, in seguito a un recente colloquio con il direttore generale Pietro Girardi, è pronta a concedere gli spazi necessari

RICONOSCIMENTI. Unpasso avantifondamentalereso noto dal governatorealla Bit

Zaiasostienelacandidatura Unescodella Val d’Alpone Soprattuttoperi giacimentifossilie perlaloroottima conservazione Alla Borsa internazionale del turismo, Bit, il governatore del Veneto Luca Zaia «lancia» la candidatura Unesco della Val d’Alpone: «Un sito straordinario del nostro territorio», ha detto il presidente Zaia, focalizzandosi soprattutto su Bolca, il cuore pulsante del progetto, che ha definito «uno dei giacimenti fossiliferi più importanti del pianeta, per la varietà delle specie ritrovate e per l’ottimo stato di conservazione dei reperti, unici e spettacolari». Il riferimento alla candidatura della Val d’Alpone è stato agganciato alle cinque eccellenze Unesco della Regione, ai tre siti che in parte ricadono in Veneto, ma anche alla candidatura della Cappella degli Scrovegni a Padova, scrigno dei dipinti di Giotto. L’idea, a sentire l’entourage del governatore, è utilizzare i contatti maturati e le procedure adottate nel corso dell’iter che ha portato al riconoscimento Unesco delle colline del Prosecco. «Accogliamo con grande positività questo segnale che conferma l’attenzione della Regione per il lavoro che si sta portando avanti da anni affinché la Val d’Alpone entro la fine di quest’anno venga inserita nella lista dei ten-

Sottoscrizionedell’atto per lacandidatura Unesco afebbraio2017

tativi di ingresso nei siti Unesco italiana», commenta Giamberto Bochese, presidente dell’associazione temporanea di scopo «Val d’Alpone-Faune, flore e rocce del Cenozoico», costituita proprio con questo obiettivo. «Sono passate solo poche settimane dalla due giorni di approfondimento scientifico, un convegno che per la prima giornata è stato accolto nella sala più prestigiosa di Palazzo Ferro-Fini a Venezia e che è stata l’occasione per il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, per confermare il soste-

gno della Regione al progetto», puntualizza Bochese. Due anni fa ci fu una delibera della Giunta veneta sulla candidatura Unesco mentre lo scorso novembre il «sì» unanime del Consiglio regionale allo stanziamento di un contributo di 10 mila euro a sostegno dell’iniziativa, oltre al lavoro portato avanti negli anni dai consiglieri regionali Alessandro Montagnoli, Stefano Valdegamberi e dall’ex consigliere Gustavo Franchetto. «Sono stati tutti tasselli fondamentali», considera Bochese, «e sarebbe bello, ora, se dopo l’entrata del Co-

mune di Verona nell’Ats, portata avanti nel settembre scorso dall’assessore Francesca Toffali, potessimo annoverare tra i soci anche la Regione Veneto». La Val d’Alpone ha da qualche giorno un’occasione in più per farsi notare: proprio alla Bit, infatti, la Regione Veneto ha presentato «Veneto Outdoor», la app gratuita per cellulari che propone 12.500 chilometri di itinerari e sentieri in Veneto. Le strade del vino dell’Est veronese ci sono già e ad integrare l’offerta può essere anche il singolo cittadino. • P.D.C.

al lavoro della commissione». Dal 2014 la Regione Veneto ha affidato in via sperimentale all’Inps le funzioni di accertamento dei requisiti sanitari per l’ottenimento dei benefici in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità ai fini lavorativi. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Lotteria

Inumeri vincenti diProva Il5.494 vain crociera,in compagnia,per unasettimana: èilnumero delbiglietto della sottoscrizioneache siè aggiudicatoil primopremio alla 153ªsagradiSanBiagio che per10 giornihaanimato la frazionediProva. L’asciugatricevainvece al possessoredelbiglietto4.577 mentrea chi hastaccatoil numero3.430 havintoun aspirapolvereDyson. Finqui il podiodeipremiche sonostati messia disposizionedal Comitatosagra, assegnatia sortedomenica sera calandoil sipariosullafesta. Non meno interessantisonogli altri sei premi:iltelevisore vaal possessoredelbiblietto1.642, il4.539 havintoun prosciutto, il1.230 untagliasiepi a batteria.Il settimo premio,cioè unavvitatore abatteria, vaal possessoredelbiglietto numero4.579 mentrechi hain manoil biglietto3.188 havinto untablet.Gli ultimidue premi sonouna macchinadacaffè Nespresso(biglietto 4.186)ela svegliaintelligenteAlexa (biglietto5.291). C’ètempo un mese,fino al10 marzo,per ritirarei premi:basta rivolgersi incanonicaa Prova (viaProva 44)dal lunedì al venerdìdalle9 alle11. P.D.C.

ZEVIO. Ilbilanciodel 2019di Assomela

Mela,unannobuono esperanzeconcrete perunfrutto«forte» Dicembreè statoilmese migliore elegiacenze sonoin nettocalo Assomela, il consorzio dei produttori delle mele che rappresenta l’80 per cento della produzione italiana, vede rosa sul raccolto del 2019. A Verona, questo frutto rappresenta una fetta di prima grandezza della produzione frutticola provinciale essendo coltivato, secondo l’Istat, su 4.650 ettari: lo scorso anno il raccolto ha dato 2.3000.000 quintali di mele. Su scala nazionale, il raccolto 2019 è stato di 2.095 tonnellate, inferiore del 7 per cento a quello dell’anno precedente. Il quantitativo di frutta destinata al mercato fresco è sono stato tra i più bassi di sempre: 1.726.512 tonnellate. Quantitativo inferiore di ben il 13 per cento sulla media dei tre anni precedenti, se si esclude il 2017. In questo quadro, il mese di dicembre, considerato una sorta di giro di boa per valutare le prospettive del mercato, ha fatto registrare vendite giudicate vivaci (superiori a 165.000 tonnellate), e un’evoluzione positiva per tutte le regioni di produzione. Con un comunicato, il comitato marketing di Assomela spiega che la «Golden» regi-

stra la giacenza più bassa dell’ultimo decennio nei magazzini di conservazione: meno 8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018. Analogamente, le giacenze della «Red delicius» non raggiungono le 125mila tonnellate (quasi il 25 per cento in meno sull’anno precedente) e le vendite di dicembre, «spedite», sono state superiori a 26mila tonnellate. Fa eccezione la varietà «Gala», con produzione 2019 analoga al 2018 e giacenze in linea con gli anni precedenti. La «Granny Smith», invece, il primo gennaio stoccava giacenze per 65mila tonnellate, quantitativo tra i più bassi degli ultimi anni. Buona la performance della Fuji, con vendite superiori a 12.000 tonnellate nel mese di dicembre. Ma anche per tutte le altre varietà, in particolare per le «club». Tutti questi indici, inducono l’associazione di produttori a definire buone le prospettive per uno sviluppo positivo delle dinamiche di mercato future e per le quotazioni di un frutto che, tra l’altro, supera tutti gli altri nella capacità di conservazione. • P.T.

Brevi VALGATARA ILLIBRO «ILBELLO, ILBRUTTO,IL MATTO» DIALESSANDRO NORSA Oggi, alle 20.30, nella sala incontri di Valpolicella Benaco Banca (via dell’Artigianato, 5), presentazione del libro «Il Bello, il Brutto, il Matto», di Alessandro Norsa, antropologo in dialogo con Fiammetta Serego Alighieri del Ctg Valpolicella Genius Loci. C.M. TREGNAGO L’ETICAEL’ECOLOGIA DEICONSUMATORI CONSAPEVOLI Francesca Dal Ben parlerà di etica ed ecologia, per essere consumatori consapevoli, nell’incontro che si terrà oggi, alle ore 15.30, al circolo anziani di vicolo Cipolla, organizzato all’interno dei corsi organizzati dall’università del tempo libero. V.Z. SANBONIFACIO ILMONDO VEGETALE ELABIOCHIMICA ALL’UNIVERSITÀ «Alla scoperta del mondo vegetale e della ricerca biochimica», è l’argomento, attuale, che sarà trattato oggi all’Università Itinerante dell’Auser da Oscar Crepaldi, alle ore 15.30, nella sala civica «Barbarani» di via Guglielmo Marconi 5. G.B. SANMARTINO B.A. POESIA ALFEMMINILE INBIBLIOTECA «Le radici dell’altro» è il titolo del nuovo ciclo di incontri sulla poesia al femminile che sono condotti da Fernanda Nicolis nella biblioteca Don Lorenzo Milani. Il primo incontro in programma oggi, alle ore 21. L’ingresso alla serata è libero. G.C. SANMARTINO B.A. LACITTÀOCCIDENTALE NELPASSATO ENEL PRESENTE «Camminando dentro la città: immagini e spazi della città occidentale del passato e del presente». Ne parlano in sala Donini-Ferrari oggi alle 15, all’Università terza età, Paolo e Giovanni Tricarico, Andrea Masotto, Silvana Bianchi e Daniele Mainente. G.C. COLOGNOLA ILPAESAGGIOVENETO FERITO SPETTACOLOINBAITA Domani, alle 20.45, alla baita alpina, biblioteca e Comune propongono il recital «Paesaggi feriti: un viaggio nel paesaggio veneto per immagini, parole e musica», tenuto da studenti, docenti ed ex allievi del liceo Guarino Veronese. Ingresso libero. M.R. COLOGNOLA IDISTURBI DELSONNO ALL’UNIVERSITÀ Oggi, alle ore 15.30, Barbara Mattellini, medico dell’ospedale «Fracastoro» di San Bonifacio, interverrà all’Università del tempo libero, nella sede del circolo Auser, per trattare il tema «I disturbi del sonno». M.R.


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MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 MESSAGGERO VENETO

REGIONE

La crociata anti-glifosato

Il diserbante per il Prosecco fa litigare il mondo dei viticoltori Coldiretti Pordenone: no ai divieti. Pavan: ci sono alternative. Confagricoltura: stop demonizzazioni Maurizio Cescon UDINE. Tutela ambientale, bio-

diversità, vigneti sostenibili, Prosecco, qualità delle uve. E una dichiarazione un po’ “disinvolta”, che ha sollevato un vespaio e linee telefoniche incandescenti tra Pordenone, Udine e Roma. Casus belli il glifosato, il diserbante che già in passato è stato oggetto di contestazioni in Veneto, dove il presidente Zaia lo ha praticamente bandito. L’altro giorno il leader di Coldiretti Pordenone Matteo Zolin aveva annunciato, papale papale, che «l’uso del glifosato non ha alternative praticabili, soprattutto per gli alti costi» e che quindi «continuerà a essere usato per eliminare le erbacce infestanti dai vigneti, in particolare in quelli di Prosecco». La dichiarazione di Zolin non è passata inosservata ai piani alti di Coldiretti nazionale a Roma, tanto che è stato avviato un giro di

telefonate per “correggere” le parole dell’esponente pordenonese. E alla fine ne è uscito un comunicato, con le dichiarazioni del presidente regionale di Coldiretti Michele Pavan, che anticipa l’addio al tanto criticato disseccante: «il futuro delle vigne del Prosecco è privo di glifosato». Ma non è finita qui, perchè Confagricoltura, invece, prende le difese dei colleghi pordenonesi di Coldiretti e ammonisce: «no agli allarmismi, la comunità scientifica internazionale non demonizza il glifosato». La linea ufficiale di Coldiretti, comunque, è chiara. «Siamo impegnati a garantire un futuro senza glifosato nelle vigne del Prosecco come ci chiedono i cittadini e il mercato per difendere il successo di una eccellenza che ha conquistato la leadership nei consumi a livello internazionale scrive Michele Pavan nel sottolineare il lavoro in corso per raggiungere questo obiettivo

I NUMERI DEL PROSECCO IN FRIULI

Aziende: 1.162 Superficie: 4.528 ettari Occupati: 5.000 Produzione di uva: 900 mila quintali Produzione di vino: 675 mila ettolitri

d’intesa con l’assessore regionale Stefano Zannier - . Con la Regione, nell’ambito della nuova programmazione del Piano di sviluppo rurale, stiamo condividendo una serie di misure che sostengano le imprese agricole in un percorso verso la sostenibilità. Non si possono nascondere le difficoltà, ma bisogna creare le condi-

zioni per dare risposte economiche nel rispetto dell’ambiente alle aziende agricole e venire incontro alle esigenze del territorio nell’interesse dell’intera popolazione. Proprio per garantire questi obiettivi, la Coldiretti Friuli Venezia Giulia ha avviato con l’Università di Udine una collaborazione per definire percorsi di sosteni-

bilità ambientale che, nel contempo, diano anche risposta alla sostenibilità economica e sociale. In provincia di Udine comunque il glifosato lo stiamo già abbandonando, non è molto usato. Ci sono attrezzature meccaniche che sostituiscono il diserbante in fatto di efficacia e molti sono già i vignaioli che vanno verso produzioni totalmente biologiche». Quello del Prosecco, in regione, è un vero e proprio patrimonio da tutelare, fatto di 1.162 aziende produttrici, per circa 5.000 occupati (più di aziende come Fincantieri o Danieli), su una superficie di 4.528 ettari per una produzione di 900 mila quintali di uva e di 675 mila ettolitri di vino. Ma lo scambio di vedute non è rimasto dentro i confini di Coldiretti. Perchè Confagricoltura ha voluto dire la sua, avallando l’utilizzo del diserbante. «L’Epa Usa ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di ti-

po alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni - afferma il presidente di Confagricoltura Fvg Philip Thurn Valsassina - . È proprio questo il verdetto emesso dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti, a proposito del glifosato, l’erbicida utilizzato da numerose imprese agricole e al centro, da anni, di diatribe mediatiche e giudiziarie. Già nell’agosto del 2019 l’Epa aveva sottolineato come, procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva, sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica dell’Agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”. La valutazione dell’Epa statunitense conferma quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, dalla nostra organizzazione: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo da un punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il glifosato è utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici come la diminuzione di emissioni di anidride carbonica». — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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