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AGORDINO
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
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livinallongo
il nuovo impianto sarà montato in estate
Collegamento con Cortina: Fodom dice no al progetto
Esposta ai Bec de Roces la seggiola a otto posti della seggiovia “Le Pale”
“Ju le mán da nosta tiera”: martedì alle 20.30 nasce il comitato popolare Dorigo: «È un’iniziativa calata dall’alto, gran parte della popolazione è contraria» LIVINALLONGO. “Ju le mán da
nosta tiera, no al collegamento Cortina Arabba”. Questo lo slogan con il quale i promotori del comitato popolare contro il collegamento sciistico Cortina – Arabba hanno indetto una riunione pubblica, prevista per martedì 18 alle ore 20.30 nella Sala Taulac a Pieve di Livinallongo, per ufficializzare la nascita del movimento che si opporrà alla realizzazione di piste ed impianti tra il Setsass e il Col di Lana. Un progetto rilanciato alcune settimane fa dalla dall’assessore al turismo Federico Caner e per il quale la Regione avrebbe pronti ben 100 milioni di euro di soldi pubblici, ai quali andrebbero aggiunti quelli dei privati, in particolare gli impiantisti di Cortina, intenzionati a realizzare le opere. Un’ipotesi contro la quale c’è stata l’immediata levati di scudi dell’amministrazione comunale fodoma con in testa il sindaco Leandro Grones che l’aveva bollata come «fantascienza allo stato puro. «È un tracciato improponibile», secondo il primo cittadino, «perché ricomprese in un’area di Rete Natura 2000, nel Parco della Memoria della Grande Guerra, nell’area archeologica del Castello di Andraz e nell’area Dolomites Unesco. Quei luoghi di rara bellezza ambientale, naturalistica e paesaggistica, che custudiscono i tesori archeologici della nostra millenaria storia, ma anche migliaia di giovani soldati che non fecero più ritorno a casa. Mai e poi mai le ruspe calpesteranno quei luoghi che me-
La seggiola della nuova seggiovia Le Pale LIVINALLONGO. In antepri-
Il logo del nuovo comitato. Sotto Leandro Grones e Denni Dorigo
ritano rispetto e silenzio», aveva postato su facebook, lasciando intendere nello stesso momento che contro quel progetto sarebbe pronta ad opporsi la popolazione con la costituzione di un comitato. E così in poche settimane dalle parole si è passati ai fat-
ti. «L’iniziativa è nata su pressione di tanta gente di Fodom», spiega Denni Dorigo, uno dei promotori. E così un piccolo gruppo di persone si è messo insieme per avviare la costituzione del comitato. Le motivazioni e gli obiettivi sono molto semplici. «Questo
progetto è stato calato dall’alto, senza tenere conto dell’opinione dell’amminstrazione comunale attuale e nemmeno dei quelle passate, che si erano già espresse contro», spiega Dorigo. «Ma soprattutto della popolazione residente, alla quale non è mai stato chiesto se fosse favorevole o contraria. La serata di martedì prossimo servirà proprio a sentire questa voce, che, siamo convinti, è a stragrande maggioranza contraria al progetto. Oltre a questo, durante la riunione presenteremo l’atto costitutivo del comitato. Ovviamente tutta la popolazione è invitata». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
ma ai Bec de Roces la seggiola della nuova seggiovia Le Pale. L’impianto sarà pronto per l’inverno 2020 – 2021 e sarà la prima a otto posti ad Arabba e nel Veneto. Le migliaia di sciatori che in queste settimane transitano ai Bec de Roces, tra Arabba e il Passo Campolongo, possono ammirare la seggiola della nuova seggiovia ad otto posti, esposta proprio nella zona dove sarà realizzata la stazione a monte. L’impianto, che sarà realizzato nel corso dell’estate, sostituirà l’attuale seggiovia a quattro posti nel circuito della Sellaronda. L’impianto quest’anno avrebbe raggiunto il 20° anno di funzionamento e per le normative vigenti dovrebbe essere sottoposto a un radicale e oneroso intervento di revisione generale. Per questo la società Sit Boé ha deciso di attuare un intervento radicale per aumentarne la portata. Nel corso degli ultimi quindici anni infatti, il livello qualitativo delle infrastrutture sciistiche dei comprensori che gravitano attorno al circuito del Sellaronda è aumentato con continuità, tanto da raggiungere i mas-
simi livelli di eccellenza a livello mondiale. La realizzazione di nuove piste da sci, l’ampliamento di quelle esistenti e l’estensione a tutto il demanio sciabile degli impianti di produzione neve hanno determinato un costante aumento dell’affluenza sui singoli impianti di risalita con il risultato che, in molti casi, l’afflusso medio di sciatori ai singoli impianti di risalita ha superato la capacità di trasporto per i quali gli stessi impianti erano stati pensati non più di 20 anni or sono. La seggiovia seguirà il tracciato di quella attuale per una lunghezza di 921 metri che saranno coperti in solo tre minuti di viaggio a una velocità di 5 m/s. Con la portata iniziale di 3 mila persone/ora sarà dotata di 44 seggiole chiuse da una cupola per aumentare l’offerta qualitativa, che diventeranno 55 in caso di aumento a 3.400 persone/ora. I piloni saranno 12. Nel progetto sono previsti anche alcuni interventi sulle piste servite dalla seggiovia. In particolare sarà reso meno ripido il tratto finale che scende dal Burz che si raccorda con l’accesso alla nuova seggiovia. — Lorenzo Soratroi
rocca pietore
Falcade
Scarsa sintonia col sindaco lascia la maggioranza il consigiere Diana Iraci
Danneggiato dal vento anche un tabià a Valt
«Spiegherò la mia decisione nel prossimo consiglio Alla base del mio gesto le diversità di vedute e i difficili rapporti con De Bernardin» ROCCA PIETORE. «Diversità di
vedute e difficoltà nei rapporti con il sindaco». Queste le motivazioni di fondo con cui il consigliere comunale di Rocca Pietore, Diana Iraci Borgia Mandolini, ha deciso di lasciare il gruppo di maggioranza consigliare guidato dal sindaco Andrea De Bernardin. Una decisione che verrà ufficializzata nel prossimo con-
siglio comunale, dato che il consigliere ha chiesto, il 6 febbraio scorso, che all’ordine del giorno della prima seduta consiliare utile sia inserito il punto: “Uscita dal gruppo di maggioranza del consigliere comunale Diana Iraci Borgia e sua dichiarazione di indipendenza”. Diana Iraci, avvocato, era entrata in consiglio con la lista “Progetto Rocca” in seguito alle elezioni del 26 maggio scorso: con 33 preferenze era stata la seconda più votata della lista e la terza in assoluto a dimostrazione di un ottimo grado di apprezzamento fra la gente. Qualcosa, tutta-
via, deve essersi guastato nel corso del tempo relativamente ai rapporti con De Bernardin. L’avventura di Iraci Borgia nella maggioranza finisce dunque dopo neanche nove mesi. Rimarrà però in consiglio nel rispetto del mandato che gli elettori le hanno conferito. «Spiegherò le mie motivazioni in consiglio», dice Diana Iraci, «alla base della mia decisione comunque ci sono le diversità di vedute e le difficoltà di rapporti con il sindaco». Questi, nel frattempo, ha provveduto a ritirare al consigliere “i compiti di collabora-
FALCADE. Oltre all’albergo
Andrea De Bernardin
zione” in materia di ambiente, boschi e agricoltura, urbanistica, sport e cultura assegnati il 4 giugno. Tali compiti sono quindi stati ripartiti tra i consiglieri Carlo Bernardi, Danilo Fersuoch, Gianni Pezzè e Virgilio Rudatis. — G. San.
Val Garés di Canale d’Agordo, in valle del Biois un altro immobile è stato vittima del vento che martedì ha soffiato con grande intensità. Si tratta di un tabià (fienile), simbolo dell’architettura rurale di un tempo, in località Valt a Falcade che è stato anch’esso scoperchiato. «È uno dei tanti fienili multiproprietà», spiega il sindaco di Falcade, che era stato informato dell’accaduto. «Sono intervenuti i vigili del fuoco volontari di Canale d’Agordo che ringrazio per il consueto prezioso lavoro. Per fortuna ci sono stati solo danni materiali e non alle persone». «Di certo», continua Costa, «questi eventi conti-
I danni al tabià (foto Radio Più)
nuano a far pensare: ogni giorno il meteo ci regala qualche sorpresa. Ho letto ora il bollettino Arpav che per la prossima notte prevede delle nevicate e poi venti fino a 130 chilometri orari». — G. San.
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CORTINA
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Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967
verso le olimpiadi 2026
“Infrastrutture Milano-Cortina” i lavori li deciderà il territorio La prima parte della nuova Legge Olimpica stasera all’esame del Governo Il sindaco Ghedina: «Abbiamo chiesto e ottenuto il federalismo olimpico»
Francesco Dal Mas CORTINA. Nel Consiglio dei ministri di questa sera sarà varata la nuova Legge Olimpica, che riguarda la governance dei Giochi, ma che non dettaglierà le opere infrastrutturali da fare. Il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, ammette la sua soddisfazione dopo aver letto la bozza: «Abbiamo chiesto e ottenuto il federalismo olimpico. La legge, infatti, recepisce sostanzialmente le proposte che abbiamo avanzato come Veneto e Cortina e tra queste le sedi decisionali sul territorio per avere voce in capitolo sulle infrastrutture, ma non solo», anticipa il sindaco, mentre da Bruxelles, dove è in missione, il presidente Luca Zaia conferma che le linee guida sono state suggerite dalla Regione, oltre che dagli altri protagonisti in campo. I punti fermi sono questi: un Consiglio olimpico congiunto, formato da 15 rappresentanti, con funzioni di “indirizzo generale e di alta sorveglianza sull’attuazione del programma di realizzazione dei Giochi”; le funzioni di Comitato organizzatore dei Giochi assegnate
La delegazione italiana in festa dopo l’assegnazione delle Olimpiadi 20206
alla Fondazione Milano Cortina 2026, costituita lo scorso 9 dicembre, con compiti di “gestione, organizzazione, promozione, comunicazione degli eventi sportivi relativi ai Giochi, tenuto conto degli indirizzi generali del Consiglio Olimpico congiunto”; una nuova società denominata Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026 Spa, partecipa-
ta dai ministeri dell’Economia (35%), delle Infrastrutture (35%), dalle Regioni Lombardia (10%) e Veneto (10%), dalle Province autonome di Trento e Bolzano, col 5% ciascuna. E proprio qui si sofferma il sindaco Ghedina per far sapere che questa società sarà ramificata, non solo operativamente, ma anche sul piano gestionale. «In so-
stanza, ciò che ci sarà da fare nel nostro territorio», spiega, «lo deciderà la Regione insieme a Cortina. E in Regione avremo uffici distaccati di “Infrastrutture”, come pure a Cortina, in modo da non avere sorprese». Strategico il compito di Infrastrutture Milano Cortina. Opererà quale centrale di committenza e stazione appaltante delle opere. Le
quali – fa sapere il parlamentare Roger De Menech - saranno individuate con un separato decreto che prevederà anche norme di semplificazione per superare i tempi lunghi, anzi lunghissimi della legislazione vigente, di cui si è sofferto per tanti cantieri dei Mondiali 2021. Il capitale sociale di Infrastrutture ammonta a un milione di euro. Il cda sarà composto da cinque membri, tre dei quali nominati dal ministero delle Infrastrutture di concerto con il Mef e il Ministero dello sport, tra cui saranno scelti il presidente e l’amministratore delegato, e due nominati congiuntamente da Regione Lombardia, Veneto, e Province autonome di Trento e Bolzano. Al Cda potrà partecipare, ma senza diritto di voto, l’ad della Fondazione. È previsto anche l’Ufficio dello Sport con un Forum per la sostenibilità e l’eredità olimpica, in modo da evitare gli sprechi e la dissipazione del patrimonio olimpico. L’Istituto per il credito sportivo sarà potenziato in modo da poter attivare un apposito fondo speciale destinato al finanziamento di attività e interventi strumentali all’abbattimento delle barriere architettoniche e al potenziamento della sostenibilità ambientale delle infrastrutture sportive. Tra i 15 componenti del Consiglio olimpico congiunto, vi saranno rappresentanti anche di Regione e Cortina. Lo Stato, sul piano delle garanzie, parteciperà con circa 58 milioni, ossia per un settimo del totale. Quest’ultimo è valutato in circa 420 milioni di euro. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
l’appuntamento
Lunedì a Milano l’investitura a Novari CORTINA. Il federalismo olimpico scaturirà anche dalla relazione programmatica che il Ceo del Comitato organizzativo delle Olimpiadi, Vincenzo Novari, illustrerà nel primo incontro del Cda della Fondazione lunedì 17 a Milano. «Ho avuto modo di leggere alcune sue anticipazioni e come territorio, mi riferisco a Cortina e al Veneto, possiamo ritenerci rassicurati dalle sue garanzie», anticipa il sindaco Gianpietro Ghedina, che sarà anche lui presente all’assemblea di Milano. In quella sede, infatti, Novari riceverà l’investitura ufficiale di Ceo, dal momento che Cio, Regioni e Comuni l’hanno solo indicato. La seduta si terra al Pirellone, dove ben due piani saranno riservati al Comitato organizzatore. «Quando parlo di Giochi federalisti», spiega ancora il sindaco, «intendo che non tutto sarà concentrato a Milano, ma specifici uffici saranno aperti anche a Cortina e Venezia». E a questo riguardo si sa che la nuova legge olimpica tutelerà puntualmente la titolarità delle proprietà olimpiche che sono, ad esempio, la bandiera, il simbolo, il motto e gli inni. — F.D.M.
la polemica
Regole vietate alle donne: «Cortina è retrograda» Laura e Paola Valle contestano la mancata apertura: «Voi regolieri vi state costruendo il recinto Sarete una riserva indiana» CORTINA D’AMPEZZO. Si alzano le voci delle donne rimaste escluse dallo status di Regoliere. I “fioi de sote famea”, cioè i figli dei consorti regolieri che hanno compiuto il 25° anno di età, sono a un passo dal diventare regolieri a pieno titolo, mentre le donne aventi fratelli maschi restano ancora escluse. Il lavoro degli undici marighi per il parziale rinnovo del laudo delle undici Regole ampezzane (due alte e nove basse) è arrivato quasi alla fine. All’appello manca soltanto la Regola Alta di Ambrizzola, che dovrà riconvo-
La Casa delle Regole a Cortina d’Ampezzo
care l’assemblea “sotto pena del laudo”, cioè con qualsiasi numero di partecipanti, per modificare gli articoli 5 e 7 alla presenza del notaio e permettere ai giovani che hanno compiuto i 25 anni di età di godere dei diritti
di regoliere all’interno di ogni singola Regola di appartenenza e non solo in seno alla Comunanza. L’ultimo passaggio sarà poi l’approvazione da parte della Comunanza, che dovrà adeguarsi di conseguenza per
permettere alla stessa persona di ricoprire le cariche di marigo nella Regola Bassa e di deputato nella Comunanza delle Regole. Le donne, tuttavia, restano escluse da questa apertura. Così, Laura e Paola Valle hanno mandato una lettera alle Regole d’Ampezzo relativamente alla «perenne mancanza di apertura dell’ente a favore delle donne». «Fa specie vedere come un paese in questo mondo moderno e sulla bocca di tutti per manifestazioni quali Mondiali di sci e Olimpiadi sia, in realtà e per molti versi, del tutto retrogrado», spiega Paola Valle. «Leggo sull’ultima edizione del Notiziario delle Regole che le 9 Regole Basse con la Regola alta di Larieto hanno modificato il loro laudo
inserendo la variante che riguarda i “fioi de sote famea” . Il tutto viene espresso con ampia soddisfazioni e orgoglio di chi scrive l’articolo», si legge ancora nella lettera. «Mi sorge spontanea la domanda: a quando una qualche apertura alle donne?». Paola Valle ha fatto parte di più commissioni per la revisione del laudo, iniziate circa 30 anni fa, ma che si sono risolte con un nulla di fatto. «È noto che la Regione del Veneto nel momento di istituire il Parco d’Ampezzo aveva espressamente chiesto di riconoscere anche alle donne la possibilità di entrare in Regola, ma ciò è stato sempre disatteso: tanto i contributi arrivano sempre e comunque», spiega nella lettera. «Recentemente,
con mia sorella, abbiamo avuto modo di riscontrare che, anche nella gestione delle nostre prestigiose ed antiche cappelle, è e resta in vigore del relativo capitolo la regola che la donna non può ereditare il titolo di consorella che aveva la madre: cosa vuol dire? Che la fede della donna vale meno di quella dell’uomo? Strana questa cosa, avevamo capito che davanti al Signore siamo tutti uguali». «Bene», concludono Paola Valle anche a nome della sorella, «spesso sentiamo dire dai più pessimisti che finiremo o, meglio, finirete – perché chi scrive non è Regoliera – in una sorta di riserva indiana. Quello che nessuno realizza è che siete voi regolieri che vi state costruendo il recinto». Marina Menardi
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REGIONE
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La sfida delle Regioni Zaia applaude
«Benvenuto tra noi e a fianco di Mattarella»
Luca Zaia VENEZIA. «Benvenuto tra
nazionale. Le differenze tra le Regioni a statuto ordinario e le Regioni a statuto speciale e quanto siano cambiate le prassi e gli spazi legislativi dal 2001 in poi, anche attraverso le sentenze della Corte Costituzionale. Quest'anno le Regioni a statuto ordinario compiono 50 anni ed è un dovere proiettarsi nei prossimi 50 indicando una rotta. I rappresentanti delle Sardine hanno posto quesiti e temi rilevanti con la chiarezza e la semplicità di una forza civica e sociale. Dalla lotta alle diseguaglianze, all'impegno per le aree interne e le aree di montagna a rischio spopolamento. Dalla perequazione infrastrutturale alla perequazione dei servizi passando per una moderna stagione di responsabilità amministrative dei livelli più vicini ai cittadini. Il disegno di legge quadro esposto oggi impone il rispetto di tutti gli articoli della costituzione correlati al 116. Dal 114 al 119 avendo come stella polare l'articolo 3 che impone allo Stato di rimuovere ogni ostacolo di ordine economico e sociale. La legge quadro è una cintura di sicurezza al Paese che obbliga in sede di intesa istituzionale il rispetto della Costituzione». Ma il via libera del governo quando arriverà? — Albino Salmaso
noi, ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del Presidente Mattarella sul fatto che l’ autonomia è un valore costituzionale, che non mina solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obbiettivo». Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, la prima ad avviare e portare a termine positivamente un referendum costituzionale sulla materia, commenta le dichiarazioni del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia in audizione in commissione Bicamerale per le questioni regionale. Dalle 8,30 alle 9,45 il ministro ha sottolineato come chi è contrario all'autonomia differenziata delle Regioni sia contrario alla Costituzione». Infatti, come ha ribadito il Presidente della Repubblica, l'autonomia rafforza l'unità nazionale. «Dico benvenuto tra noi al ministro Boccia - prosegue Luca Zaia - non per spirito polemico, ma perché ha detto finalmente quello che noi dicemmo fin dall'inizio del nostro cammino referendario, anche a chi, come il governo Renzi, tentò di impedirci di fare il referendum e ci costrinse a celebrarlo senza poter usare la tessera elettorale». —
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2002 contro i 107 del 2019 (dati Arpa Lombardia). «L’aria è migliorata perché sono state adottate infatti misure strutturali e non emergenziali, in molte regioni e in particolare in quelle del bacino padano. Infatti si è sancito per legge di non poter utilizzare generatori fino a 2 stelle a parti-
lo nel Bacino Padano». Ma la quota di emissioni imputabile alla combustione di biomasse legnose è aumentata? «No, anche questa affermazione non è corretta. Le rilevazioni di Arpa Lombardia danno evidenza che dal 2010 al 2015 le emissioni di Pm10 dalla combustione di biomasse in Regione Lombardia sono diminuite di circa il 30%. Anche un’indagine condotta da Arpa Veneto ha confermato una riduzione del 20% delle Pm10 prodotte da legna e pellet dal 2006 al 2013. Questo grazie al “turnover tecnologico”, ovvero alla sostituzione dei vecchi apparecchi con generatori sempre a biomasse ma più performanti dal punto di vista tecnico-ambientale». —
A sinistra Mattia Santori, leader della “Sardine”, mentre entra nella sede del ministro Boccia. A destra i governatori delle 20 Regioni con il premier Conte e Boccia
Sardine, richiesta a Boccia «Garanzie sull’autonomia» Tre ore di colloquio, le risposte del ministro soddisfano il movimento di Santori I delegati del Sud: incontro costruttivo, fondamentale il rispetto della Costituzione PADOVA. L’autonomia? Sta scolpita nella Costituzione e rafforza l’unità del Paese, come ha spiegato il presidente Mattarella nel suo messaggio di fine anno. Con questi due concetti, il ministro Francesco Boccia ieri ha convinto le “Sardine” che la sua legge quadro non è un atto sacrilego, una sorta di attentato al Sud, come pensano l’ex ministra grillina Lezzi e Faraone, di Italia Viva. Mattia Santori, leader del del movimento sceso in piazza a Bologna e poi in tutt’Italia contro Salvini, ieri ha varcato la soglia del ministero degli Affari regionali in via del Tritone e per tre ore ha tentato di demolire la strategia di Boccia. Con lui la delegazione del Sud, i veneti non sono stati convocati. Il braccio di ferro, con discussioni molto animate, si è concluso con un’analisi
che mette fine a tutte le ambiguità. Zaia, Bonaccini e Fontana possono stare tranquilli: la pacifica protesta di piazza non bloccherà l’autonomia, gli ostacoli vanno rimossi dal Parlamento e dai partiti di maggioranza, che alzano ancora i muri sulla strada del federalismo. Alle 19,40 Jasmin Cristallo, portavoce delle “Sardine” in Calabria ha messo fine a tutti i dubbi: «Abbiamo posto delle domande e avuto risposte e rassicurazioni. Il ministro Boccia si è detto disponibile a venire nei territori per esporre il suo progetto in maniera più chiara, anche di fronte a una folla di detrattori, di fronte a quelli che hanno il dubbio sul rispetto della Costituzione e che il Sud possa essere spazzato via da questo tipo di provvedimento. Dal confronto nascono le cose buone. Siamo pron-
ti a condividere con gli altri l’esperienza di oggi ». Boccia ha sfoderato la sua dialettica da docente universitario per spiegare che i Lep e il fondo di perequazione da 3,4 miliardi l’anno sono l’unica strada per annullare il gap tra Nord e Sud, tra la montagna e l’area metropolitana. Non è stato facile. «Ci è stato garantito che qualsiasi testo approvato si muoverà nell’alveo della Costituzione» ha detto Lorenzo Donnoli. «Il disegno di legge come strumento garantisce che sia il Parlamento a decidere su questa materia». E dopo i ministri Boccia e Provenzano ora c’è in agenda il summit con il premier a Palazzo Chigi. «L’incontro con Giuseppe Conte? Non abbiamo ancora una data», ha risposto Cristallo. «Il confronto con Boccia è partito dal tema delle diseguaglianze in generale,
le analisi dell’osservatorio aiel
«Il legno non avvelena l’aria rottamare un milione di stufe» l Pm10 è un pericolo per i polmoni. Negli ultimi sei anni il consumo di biomasse è sceso da 260 mila tonnellate Il nodo della riconversione PADOVA. Il Pm10 è un pericolo per la salute dei polmoni, le polveri sottili nell’aria hanno superato i livelli di guardia Oms per 35 giorni e le città vietano il traffico, fino ai diesel euro 6, come a Roma. Ma an-
che il riscaldamento a biomassa legnosa, legna e pellet, è stato additato da più parti come principale responsabile dell’emergenza smog. Ma è vero che il Pm10 è legato alle legna che brucia nelle stufe che sono da rottamare? Non è così. L’ultimo rapporto statistico GSE attesta che negli ultimi 6 anni il consumo di legna e pellet nel settore residenziale è rimasto sostanzialmente stabile e a livello re-
gionale una indagine di Arpa Veneto del 2013 ha registrato un calo dei consumi di legna rispetto al 2006 di ben 260.000 tonnellate. Chi afferma il contrario è ente disinformato. I dati dell’Osservatorio Aiel, l’associazione italiana energie agroforestal i che ha sede ad Agripolis a Legnaro, sostiene che il numero dei generatori sia addirittura in leggero calo passando da 9,4 milioni nel 2014 a 9,1 nel 2018.
come ad esempio nei trasporti al Sud: da Messina a Palermo 11 ore di treno. Poi abbiamo parlato e di luoghi comuni, come il Trentino Alto Adige che ha tre volte i dipendenti pubblici della Puglia anche se ha quattro volte e mezzo in meno di popolazione», ha spiegato Massimiliano Perna, portavoce della Sicilia. «Abbiamo raccolto una grande disponibilità da parte di Boccia, ora siamo pieni di documenti da studiare» aggiunge Alessandra Caiulo, portavoce della Puglia. «Dobbiamo condividere tutto con la comunità delle Sardine da nord a sud. Sicuramente non vogliamo leggi che ci tutelino come luogo geografico, ma come cittadini». E il ministro Boccia? Su Facebook spiega com’è andata. «Oltre due ore e mezzo di confronto sui principi di autonomia, sussidiarietà e unità
Anche a livello regionale si conferma questo trend, Arpa Lombardia ha rilevato che nell’arco di 8 anni dal 2008 al 2015 i generatori sono rimasti intorno alle 600.000 unità, mentre Arpa Veneto ha rilevato solo un lieve incremento dell’1% dal 2006 al 2013 (672.000). La qualità dell’aria è peggiorata in questi ultimi anni? No, anzi. Lo dice l’Agenzia Europea per l’ambiente che attesta negli ultimi 30 anni un generale miglioramento della qualità dell’aria. Ad esempio a Milano nel 2005 i giorni oltre i limiti consentiti furono 152, mentre nel 2019 sono stati solo 72. Nelle serie storiche il picco massimo nel capoluogo lombardo fu di 309 microgrammi/metro cubo nel
Per l’Agenzia Europea dell’ambiente la qualità dell’aria è migliorata in 30 anni re dal 2018 e fino a 3 stelle a partire dal 1° gennaio di quest’anno», dice l’Aiel. «Stiamo parlando di almeno 1 milione di generatori so-
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GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Regionali Veneto 2020
Tra borghesia cattolica e centri sociali la sfida di Lorenzoni, professore green Il vicesindaco di Padova, con la sua coalizione a tinte civiche, ha il via libera di Zingaretti e Martella: sarà lui a sfidare Zaia li; nella manica, il jolly borghese rappresentato dalla moglie Anna, socia del potente studio di consulenza Cortellazzo & Soatto, in portafoglio clienti del calibro della Compagnia delle Opere.
Filippo Tosatto PADOVA. Dal cilindro di un
centrosinistra in debito d’ossigeno, spunta, faticosamente, il profilo di Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova e alfiere di una coalizione variopinta, riflesso delle energie degli antagonismi di una modernità spesso estranea al Veneto profondo. Ma chi è davvero “King Arthur” («Per favore, non chiamatemi così») e perché - in vista delle regionali di maggio - la sua figura sta persuadendo i dem, azionisti di maggioranza, a desistere da una candidatura di partito, rinunciando perfino alle sospirate primarie?
DECISIVO NEL KO BITONCI
Tant’è: al primo turno raccoglie a sorpresa 22. 357 voti (il 23%) piazzandosi alle spalle del leghista Massimo Bitonci e di Sergio Giordani, imprenditore civico di rito Pd; l’alleanza con quest’ultimo risulta decisiva al ballottaggio e gli vale la piazza d’onore a Palazzo Moroni scandita da una pioggia di deleghe: politiche del territorio e sviluppo urbano sostenibile, università, mobilità e viabilità, agen-
LO STATUS ACCADEMICO
Cinquantatré anni, sposato e padre di tre ragazzi, Lorenzoni insegna Economia dell’Energia ed Electricity Market Economics alla Scuola di ingegneria industriale dell’Università patavina dove coltiva un ventaglio di interessi scientifici che includono l’economia applicata al settore dell’energia, la regolamentazione del settore, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, l’efficienza dei consumi. Già consulente di istituzioni pubbliche e aziende private, collabora a progetti finanziati dall’Unione europea e nel suo medagliere spicca lo spin off Galileia, che impiega giovani ingegneri. Non propriamente incolto (mastica tre lingue e sta prendendo lezioni di cinese), cattolico praticante educato dai gesuiti, debutta in politica nel 2017, candidandosi a sindaco di Padova sotto le bandiere di Coalizione civica, un’alleanza che tiene insieme ambientalisti e sinistra radicale, volontariato e mondo delle professioni; al suo fianco, Rifondazione comunista e i centri socia-
La sua scommmessa abbina le suggestioni dell’economia digitale alla piazza delle Sardine
LA BENEDIZIONE DEL PD
da digitale, servizi informatici e telematici, in primis. Il bilancio amministrativo? Luci e ombre, a sentire gli osservatori indipendenti. I progressi importanti sul versante del bike sharing (che rende la città del Santo capitale delle due ruote) e dell’innovativo servizio di night bus; i ritardi evidenti nel capitolo tram dove la seconda linea, pur finanziata, resta ancora malinconicamente sulla carta. SCINTILLE CON GIORDANI
Arturo Lorenzoni insegna Economia dell’Energia alla Scuola di ingegneria industriale dell’ateneo di Padova
le eleZioNi ComUNali Nel CapolUogo
Venezia, primo sì a Chiellino dall’alleanza di centrosinistra L’imprenditrice cattolica titolare di un’azienda al Vega è fortemente sostenuta dai dem Rischi di conflitto d’interessi? Bettin: vogliamo serie garanzie VENEZIA. Fumata grigia. Il centrosinistra si muove verso l’unità per il candidato sindaco. Non c’è ancora la firma degli alleati, ma un importante passo avanti è stato fatto ieri pomeriggio. Il Pd ha ufficializzato il
l’aperto contrasto in occasione dello sgombero dell’ex Macello e la cacciata delle 13 associazioni occupanti: «Ero all’oscuro», sbotta pochi istanti dopo l’intervento della polizia «è un precedente grave che non deve ripetersi». Il fuoco sotto la cenere, è il timore di qualche caporione del Pd. Incluso Massimo Bettin, portavoce e “guardia del corpo” del sindaco; grande sponsor di Lorenzoni in seno ad un partito diviso e recalcitrante, ne caldeggia la candidatura con un ardore a tratti sospetto: «Con lui a Venezia, Giordani avrebbe finalmente campo libero», malignano i rivali dem, per nulla entusiasti alla prospettiva di cedere il passo «all’unto del signore» senza colpo ferire. Apocalittici e integrati, new economy e avanti popolo, con il soccorso di piazza delle Sardine e l’occhiolino all’establishment acculturato: eccola, la scommessa arturiana.
nome che gira da giorni. Quello di Gabriella Chiellino, imprenditrice cattolica e titolare di azienda al Vega. Il tavolo della coalizione ha alla fine convenuto sul percorso e firmato un comunicato congiunto: «Tutte le forze civiche e politiche riunite al tavolo di coalizione hanno ritenuto di verificare se attorno a Gabriella Chiellino ci sono le condizioni per un’ampia condivisione per la candidatura a Sindaco di Ve-
nezia. Il tavolo si è riconvocato a lunedì per assumere una decisione finale». Nelle prossime ore, forse già oggi pomeriggio, cominceranno le riunioni bilaterali sul programma tra le forze politiche e la candidata. Rimasta a questo punto l’unica ipotesi su cui i partiti, i comitati e le civiche potranno trovare l’unità. Per andare insieme al primo turno alla sfida con il sindaco uscente Luigi Brugnaro. La proposta del nome l’han-
no fatta i due segretari del Pd veneziano, Giorgio Dodi e Luciano Favaron. «Segno di responsabilità per non rompere la coalizione». La prima proposta, quella del rettore Michele Bugliesi non era stata accolta con entusiasmo dalla sinistra e dagli ex rossoverdi. Da Roma e dal segretario Zingaretti è arriva l’indicazione: «Non rompiamo con la sinistra». Così è spuntata l’idea Chiellino. Donna, volto nuovo per la grande politica. L’ala che rappresenta la sinistra ha accolto la proposta con interesse. Qualche dubbio sulla sua attività che ha incrociato più volte interessi «forti» di aziende e Autorità portuale. La sua azienda «e-Ambiente», con sede al Vega, ha elaborato studi e consulenze anche sul contestato canale Contorta.
La coabitazione con il riformista Giordani? Rapporti umani distesi, qualche boccone amaro da ingoiare - leggi il nuovo policlinico universitario a est, una destinazione a lungo osteggiata - l’insofferenza dell’elettorato progressista per il proliferare senza freni dei centri commerciali,
Gabriella Chiellino, imprenditrice
Qualcuno evoca anche il possibile «conflitto di interessi». Ecco che allora che da sinistra si chiedono «garanzie». Il programma sottoscritto dagli alleati parla di «città differente» e «sviluppo sostenibile»: «Su
Certo, se otterrà la nomination – sempre più probabile vista la benedizione romana impartita da Nicola Zingaretti e Andrea Martella – il professoregreen dovrà vedersela con un avversario meno divisivo e assai più trasversale rispetto all’antico rivale bitonciano. Luca Zaia, governatore uscente, è il grande favorito della vigilia, abile a cementare il consenso dando voce senza strillare - al sentiment identitario e autonomista di una “piccola patria veneta”, troppe volte misconosciuto o schernito dalla sinistra salottiera. Arturo Lorenzoni vive in centro storico ma, dalle arrampicate alla bicicletta, ama gli sport di fatica : l’opportunità della scalata, banco di prova dei ciclisti di razza, non gli mancherà. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
questo chiederemo garanzie precise», dice a riguardo Gianfranco Bettin. Aperture importanti sono venute dai socialisti «Siamo disponibili a valutare la proposta per mantenere l’unità e costituire una forte alternativa a Brugnaro», dice Luigi Giordani. Ugo Bergamo annuncia la sua disponibilità. «Per senso di responsabilità siamo pronti a parlarne». Intorno al nome di Chiellini potrebbero convergere dunque anche gli altri partecipanti al tavolo. Come «Più Europa», a cui ha aderito anche l’ex candidato dei movimenti e della Lega nel 2015 Gian Angelo Bellati, e gli autonomisti dell’ultimo referendum. E poi «Azione» di Carlo Calenda, Italia in Comune dell’ex grillino Pizzarotti. —
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Belluno
Giovedì 13 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Lotto: «Per portare qui i medici servono gli incentivi» `La segretaria Dem
interviene sulla carenza di camici bianchi LA PROPOSTA BELLUNO «Dobbiamo attrezzarci
per rendere attrattivo il lavoro dei medici in montagna e in provincia di Belluno. Lo dico senza alcuno spirito polemico nei con-
fronti della Regione Veneto, ma con l’urgenza di dover fare fronte a un’emergenza lunga e alla necessità di garantire il servizio sanitario e dunque il diritto alla salute a tutti i cittadini, a chi abita in città e chi vive nei piccoli comuni di montagna». La segretaria provinciale del Pd, Monica Lotto, fa la sintesi di una serie di incontri con medici e operatori del settore sanitario avvenuti negli ultimi giorni. «La parola chiave è una sola - dice Lotto - incentivi. Più soldi per i medici che de-
cidono di trasferirsi nel Bellunese, benefit che riguardano gli alloggi e qualsiasi altra azione che renda appetibile il lavoro dei medici e degli operatori sanitari in periferia e in montagna in particolare». Del resto, negare l’esistenza del problema o «continuare a spiattellare gli investimenti realizzati, come continuano a fare la giunta regionale e i dirigenti dell’Usl non cambia di una virgola la situazione. Ci sono reparti che sono di fatto chiusi, come Dermatologia a Belluno, o come
il punto nascite a Pieve di Cadore, formalmente aperto ma privo di ginecologi e pediatri, quindi inattivo, ci sono liste di attesa lunghe e chi ha bisogno di una visita specialistica lo sperimenta tutti i giorni, c’è un aumento del flusso di pazienti che si rivolge a strutture esterne o ai privati». «La raccolta firme avviata da alcuni sindaci del Bellunese per la difesa del diritto alla salute afferma la segretaria - è positiva e va sostenuta perché pone il tema all’attenzione dei decisori.
SEGRETARIA Monica Lotto partito democratico provinciale
Tutti hanno il diritto alla sicurezza e qui non chiediamo di avere un ospedale in ogni comune, ma solo di garantire le strutture indispensabili per salvaguardare la possibilità di vivere in montagna. Inoltre, con l’organizzazione dei Mondiali di Sci 2021 e delle Olimpiadi 2026, il territorio dovrà essere attrezzato anche dal punto di vista sanitario per assistere le migliaia di atleti e le decine di migliaia di turisti e visitatori che parteciperanno ai grandi eventi».
Riforma Province: Bard e sindaci dal sottosegretario `Per
del testo unico sugli enti loca-
i piccoli Comuni li». ad andare a Roma TEMPI LUNGHI Il Bard ha consegnato nelle è stato Carlo Zanella L’INCONTRO BELLUNO Il Bard a colloquio
LA DECISIONE Arrivando a Belluno da Venezia l’unica alternativa per arrivare a Cortina è la Statale 51 di Alemagna
Prolungamento dell’A27: il sindacato convoca tutti `La camera di commercio spiega: Al dibattito organizzato dalla Cisl parteciperà anche l’assessore regionale «Sbocco a nord utile a tutta la Regione» `
IL DIBATTITO BELLUNO L’appuntamento è per
domani a Mestre. Il tema però riguarda Belluno da vicinissimo. Si parlerà di “rotte economiche globali”. Del porto di Venezia e dell’autostrada A27. Non è certo il primo incontro sul tema, né il secondo. Forse non sarà neppure l’ultimo. Basta affacciarsi ad una qualsiasi discussione su Facebook tra chi interviene sul prolungamento dell’autostrada per rendersi conto che l’arrivo di un’arteria di scorrimento veloce a Cortina non è considerata come un’ipotesi impossibile. Ma di più. «Se ne parla da 50 anni» è il refrain. «Il fatto che se ne parli da anni spiega Rudy Roffaré della Cisl non deve essere una giustificazione. C’è voglia di discutere di questi temi. Il declino di questa provincia è già in atto ci deve essere una risposta forte e coesa, si tratta di decidere in un confronto serrato quali sono le priorità. Le Olimpiadi sono un occasione ma non lo snodo cruciale del futuro». «Non possiamo mettere in contrapposizione treno e viabilità su strada - anticipa il presidente della provincia di Belluno, Roberto Padrin - tutte le soluzioni infrastrutturali pos-
sono portare benefici. Poter collegare più velocemente e in maniera più strategica il capoluogo regionale con il nostro territorio è una partita che dobbiamo giocare fino in fondo.
L’ORDINE DEL GIORNO «Un passaggio diretto, un valico, tra il Veneto e l’Austria che colleghi l’Autostrada A27, con la rete autostradale che percorre l’Europa Centro Orientale. L’idea non è nuova, anzi c’è un progetto vecchio di trent’anni che però è rimasto nei cassetti a seguito di numerosi veti - spiega la Cisl, che ha organizzato il convegno - ora questa idea torna di grande attualità, anche a seguito della fame di infrastrutture connettive che caratterizza l’economia regionale, cresciuta grazie all’export e al turismo, settori dove le comunicazioni sono strategiche per la competitività».Seguirà la tavola rotonda con la partecipazione dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti e il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. A salire sul palco anche Iolanda Conte di Uniontrasporti: «Da ottobre del 2018 anticipa da Milano - il Sistema camerale sta eseguendo un attento monitoraggio su quello che sta succedendo. Dal contin-
gentamento ai divieti di transito per le merci lungo il Brennero dove, per esempio le piastrelle o l’acciaio, possono transitare solo su camion Euro 6 immatricolati dopo l’agosto del 2018. Per il prolungamento dell’A27 c’è uno studio di fattibilità che è fermo dal 2011». «Il problema dello sbocco del Veneto verso il nord – aggiunge il Presidente di Unioncamere del Veneto – è un tema che da tempo stiamo af-
frontando attraverso lo studio e l’analisi dei dati del traffico, flussi di merci, scelte politiche. Il prolungamento dell’A27 è un’infrastruttura fondamentale non solo per il territorio montano bellunese per i flussi turistici abituali e in vista dei grandi eventi Cortina 2021 e Milano-Cortina 2026, ma anche per tutto l’asse infrastrutturale del Veneto». Andrea Zambenedetti
Gli artigiani
De Biasi alla guida dei Serramentisti E’ Andrea De Biasi il nuovo presidente del mestiere Serramentisti di Confartigianato Belluno. De Biasi subentra a Gianluigi Collazuol, che ha guidato il mestiere e la Federazione del Legno per oltre vent’anni. Andrea De Biasi rappresenta la terza generazione della storica falegnameria alle porte di Belluno. Sono già chiari i punti su cui il neo presidente si impegnerà. «Abbiamo
bisogno - ha spiegato - di recuperare un gap di informazione, che sta interessando il nostro mestiere. Ma anche monitorare le bozze delle nuove normative attualmente in fase di esame parlamentare».De Basi pensa anche di coinvolgere il più possibile i colleghi, facendoli partecipare alla definizione dell’attività di sindacato del mestiere.
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con il sottosegretario agli interni. Il tema sul tavolo: le province e l’elettività. Un mandato diretto dai cittidini. La necessità per Belluno di avere una maggiore autonomia. «Incontro cordiale, ma tra luci e ombre». Sono queste le parole usate dal Bard per commentare l’incontro al Viminale con l’ex sindaco di Vicenza Achille Variati. Ad aggiungersi alla delegazione del movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti anche il sindaco di Cesiomaggiore, Carlo Zanella, a rappresentare i piccoli comuni. «Il sottosegretario Variati ci ha illustrato l’iter delle riforme delle legislazioni sulle province, in particolare della legge Delrio - spiega il presidente Andrea Bona, anche lui a Roma con il vice Roberto Brustolon – quello che ci preoccupa però è il tempo preventivato dal sottosegretario per il completamento di questi passaggi, stimati in un paio di anni per la riscrittura
mani del sottosegretario anche il report del Consiglio d’Europa che “bacchetta” l’Italia anche per la riforma delle province, non resterà ad attendere: «Abbiamo già chiesto di tener conto e di inserire in questo cammino la specificità montana della Provincia di Belluno, con un riconoscimento di autonomia, soprattutto per il suo particolare status di realtà incastrata tra enti a statuto speciale e confinante con stato estero e di territorio abitato da una consistente minoranza linguistica», sottolinea Bona.
PROVVEDIMENTI URGENTI «Il sottosegretario Variati si è impegnato ad individuare comunque nel frattempo dei provvedimenti urgenti a favore delle province interamente montane. - aggiunge Zanella – Inoltre, ha annunciato per aprile il decreto di aumento di indennità dei sindaci fino a 3000 abitanti e, per il 2021 e 2022, il rifinanziamento del fondo di solidarietà con somme più cospicue, fino a ripristinare i trasferimenti ai comuni per spesa corrente ai valori antecedenti alle modifiche della legge»
Vigne e Zollet nella giunta di Confindustria Veneto LA SQUADRA BELLUNO C’è un tandem bellu-
nese nella giunta degli industriali del Veneto. A trovare posto Vittorio Zollet, che avrà la delega all’Ecological Flow (Deflusso ecologico), e Gianluca Vigne che si occuperà di organizzare la formazione tecnica superiore. Con la condivisione e l’approvazione definitiva in Consiglio di Presidenza, è stato deliberato il nuovo impianto organizzativo di Confindustria Veneto, che dà vita alla squadra del presidente Enrico Carraro. Sono stati confermati i principali coordinamenti settoriali mentre si è proceduto, in sostituzione del classico modello della “delega”, alla definizione di un nuovo format: quello dei progetti strategici. «La filosofia - spiegano gli Industriali - è di lavorare su alcuni temi strategici, finalizzati ad obiettivi misurabili
e con un orizzonte temporale definito (quello di febbraio 2021, termine del mandato dell’attuale presidenza). Ciascun progetto strategico è in capo ad un Advisor, che ne gestirà le attività e lo sviluppo». A spiegare il cambio di strategia lo stesso Presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro: «Ho proposto, sempre nell’ottica dell’unitarietà, questo nuovo modello organizzativo a tutte le Associazioni Territoriali. Insieme abbiamo condiviso da un lato la necessità di mantenere l’attività dei gruppi settoriali in grado di raccogliere e convogliare le istanze della nostra base associativa verso le istituzioni e gli stakeholder regionali; dall’altro di dare una impronta più “target oriented” ad alcune tematiche trasversali, oggi fondamentali come leva di sviluppo, al fine di raggiungere più velocemente obiettivi concreti».
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MonseliceCarceri
Giovedì 13 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Squadra lombardo veneta per la “Sr 10” Aperte le buste per aggiudicare la progettazione definitiva `Assegnato l’incarico provvisorio a un raggruppamento della variante della Padana inferiore tra Carceri e Legnago di imprese composto da realtà di Milano, Venezia, Verona `
CARCERI Giornata storica quella di martedì scorso per la Bassa Padovana. Nella stazione appaltante Veneto Strade sono infatti state aperte le buste per l’aggiudicazione della progettazione definitiva ed esecutiva della nuova strada regionale 10 “Padana Inferiore” tra Carceri (Padova) e Legnago (Verona). Hanno partecipato dodici raggruppamenti di studi ingegneristici, rispondendo al bando di gara europea pubblicato nello scorso mese di novembre. La seduta pubblica per l’apertura delle offerte economiche si è conclusa con l’aggiudicazione provvisoria al raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dalla “Pro Iter Progetto Infrastrutture Territorio” di Milano e con mandanti Sinergo Spa di Martellago (Venezia), Erre Vi. A. Ricerca Viabilità Ambiente srl di Trezzano sul Naviglio (Milano) e Sp Ingegneria srl di Verona.
RIBASSO DEL 31,13% Il pool di imprese ha avuto la meglio grazie al ribasso presentato, pari al 31,13%, sulla cifra a
“PRO ITER PROGETTO” PROPONE UN IMPORTO CONTRATTUALE DI 2.170.000 EURO PRIME PREVISIONI: PRONTA NEL 2024
stato presentato in Regione il primo progetto.
La nuova Variante
18 ANNI FA ILPRIMO PROGETTO Provincia di Verona
Provincia di Padova Strada Regionale 10 Montagnana
Megliadino San Fidenzio Bevilacqua Urbana
Boschi Sant’Anna
Santa Margherita d’Adige Provincia di Verona
Provincia di Padova
Carceri
Megliadino San Vitale Ponso
Legnago
base d’asta di 3.152.000 euro, proponendo quindi un importo contrattuale di 2.170.000 euro. «Finalmente si riparte concretamente per il completamento della sr10, un’arteria di collegamento importante tra due realtà territoriali rilevanti della nostra regione – ha dichiarato l’assessore alle Infrastrutture della Regione, Elisa De Berti –. L’offerta presentata ieri non è anomala, quindi, dopo le necessarie verifiche di legge, si procederà con la stipula del contratto». L’assessore De Ber-
ti ha sottolineato lo sforzo dell’amministrazione regionale per arrivare all’aggiudicazione dell’appalto: «Con questa aggiudicazione provvisoria abbiamo raggiunto un importante obiettivo – ha evidenziato l’assessore -. Dopo aver sbloccato una lunga impasse che aveva ingessato per anni il progetto della nuova sr10, che doveva essere realizzato da un privato aggiudicatario di una concessione, ci siamo impegnati per raggiungere la riclassificazione della strada da regionale a sta-
L’ASSESSORA REGIONALE Elisa De Berti soddisfatta: «Superata l’impasse che aveva ingessato l’iter»
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tale, ma in modo che la gestione restasse in capo a Veneto Strade, al fine di recuperare le risorse per la sua realizzazione. Nel contempo abbiamo stanziato quanto necessario per la progettazione definitiva ed esecutiva. Il processo di riclassificazione si è concluso a fine gennaio ed oggi, nel mese successivo, possiamo dichiarare conclusa anche la gara di progettazione. Un altro impegno rispettato». Per arrivare a questo risultato, di tempo ne è trascorso parecchio. Era il 2002 quando è
Ma ora, grazie anche alla disponibilità economica dello Stato, che è pronto a stanziare 50 milioni per completare la variante della strada regionale 10, la realizzazione degli ultimi 23,5 chilometri di asfalto che collegheranno i comuni di Carceri e Legnago, in provincia di Verona, sembra finalmente più vicina. La nuova opera consentirà di bypassare i centri storici della Bassa Padovana e, al tempo stesso, garantirà un accesso più rapido all’ospedale di Schiavonia. Il tutto garantendo ogni comfort ai mezzi in transito, grazie alle due corsie (per una larghezza complessiva di 10 metri e mezzo) e alla totale gratuità. Ma come si dipanerà l’iter burocratico da qui in avanti? Per redigere il doppio progetto ci vorranno circa 10 mesi: l’obiettivo è indire la gara d’appalto per aggiudicare i lavori nella seconda metà del 2021. Sarà così spianata la strada all’apertura del cantiere, con l’avvio dei lavori previsto a cavallo tra il 2021 e il 2022. Quanto alla durata dell’intervento, per realizzare 23 chilometri di strada potrebbero volerci tra i due e i tre anni. La nuova arteria, salvo intoppi e imprevisti, potrebbe quindi essere pronta nel 2024. Camilla Bovo
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Nordest
Giovedì 13 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’ACCORDO dal nostro inviato
TRIESTE Tic, toc, tac. Prima un rimbalzo, poi un secondo, quindi un terzo: il suono del sasso, scagliato per 170 metri giù nell’abisso di Plutone, squarcia il silenzio del Carso. Adesso che la ricorrenza del 10 febbraio è passata, portando via con sé l’enfasi delle cerimonie e il clamore delle polemiche, nel vicino sacrario di Basovizza restano le corone d’alloro e i nastri tricolore. Ma la commozione è già qui, in questa gola intitolata al dio degli inferi che si apre in fondo alla dolina, dove una rappresentanza del Consiglio regionale del Veneto ascolta ammutolita il tonfo della pietra, lanciata da Massimiliano Lacota proprio per far sentire l’effetto che fa. «Ecco, ventuno persone vennero buttate nello strapiombo così, legate l’una all’altra con il filo di ferro, sotto una scarica di mitra che colpì quelle davanti affinché il loro peso trascinasse pure quelle dietro», spiega il presidente dell’Unione degli Istriani, l’associazione che ha appena disertato la solenne celebrazione del Giorno del ricordo al Senato per protesta contro la mancata revoca del cavalierato repubblicano al maresciallo Josip Broz Tito, «il criminale responsabile della tragedia delle foibe e dell’esodo di 350.000 italiani»: una richiesta condivisa all’unanimità dall’assemblea legislativa veneta (e invece solo a maggioranza da quella friulgiuliana), arrivata in delegazione a Trieste per sottoscrive-
«VIA IL CAVALIERATO AL CRIMINALE TITO»: A VENEZIA RICHIESTA ALL’UNANIMITÀ, A TRIESTE SINISTRA E SLOVENI CONTRARI
Foibe, l’impegno veneto «Coltiviamo la memoria» Visita del Consiglio regionale a Basovizza `Politici e studenti lungo il confine orientale e firma dell’intesa con l’Unione degli Istriani «Siamo di esempio contro il negazionismo» `
re un accordo che punta a promuovere le visite dei politici e degli studenti nei luoghi della memoria lungo il confine orientale.
LE EMOZIONI La firma matura al culmine di una mattinata ad alto tasso di emozioni, che oltre alle foibe di Plutone e Basovizza vede pure la visita al centro raccolta profughi di Padriciano, ora museo di carattere nazionale, ma che a partire dagli anni ‘50 fu un campo di concentramento capace di rinchiudere fino a 4.000
sfollati in contemporanea. Qui morì anche la piccola Marinella, omaggiata da Simone Cristicchi nello spettacolo “L’esodo”. E qui sabato arriverà da Roma la sindaca Virginia Raggi, con un gruppo di giovani. Le foto in bianco e nero degli esuli, i loro mobili numerati e ammassati, le immagini sacre che le famiglie non riuscirono a mettere in valigia prima di essere imbarcate sul piroscafo Toscana che da Pola le avrebbe deportate a Venezia o Ancona. «Questa è la Pompei di un mondo che improvvisamente si è
AL SACRARIO I rappresentanti del Consiglio regionale del Veneto davanti a una lapide a Basovizza
«Il convegno sulle Olimpiadi? Non so niente, quindi non serve» LA POLEMICA VENEZIA «Io non so niente, e se non lo so io che sono l’ideatore della candidatura di Cortina vuol dire che non serve». Così il governatore del Veneto, Luca Zaia - da Bruxelles dove si trova per partecipare alla plenaria del Comitato europeo delle Regioni che inaugura il nuovo mandato 2020-2025 - risponde alle polemiche scatenate nei giorni scorsi dal mancato invito dei presidenti delle Regioni di Veneto e Lombardia a un evento sulle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 organizzato al Parlamento Ue dal gruppo dei Socialisti e democratici. A chi gli chiedeva aggiornamenti su un possibile invito alla conferenza dopo le polemiche politiche, Zaia risponde: «Io me ne sono accorto dagli articoli di giornale», e ricorda che «molti esponenti del Pd mi hanno preso in giro quando ho candidato Cortina. Addirittura hanno protestato in consiglio regionale perché non ero presente ma ero a Tokyo alla presentazione della candidatura». Il convegno in questione è fissato per il 22 aprile in una sala
IL GOVERNATORE: «HO APPRESO LA NOTIZIA DAI GIORNALI» OGGI LA LEGGE A PALAZZO CHIGI
interrotto», mormora Lacota, mostrando i quaderni su cui i bambini scrivevano i dettati della propaganda comunista: «Tito è il nostro compagno». Aggiunge il leader dell’Unione: «Il guaio è che ancora oggi nei testi scolastici sloveni troviamo pagine tratte dalla narrazione degli anni ‘50. Purtroppo la polemica con la Slovenia non finirà mai, perché il problema da storico è diventato culturale. E certo non aiuta il fatto che in Italia l’estrema destra gonfi i numeri degli infoibati, che invece noi stimiamo prudentemen-
del Parlamento Europeo a Bruxelles. I politici italiani chiamati a intervenire, insieme ai rappresentanti del Coni, sono tutti del Pd e del M5s (tranne il sindaco bellunese Gianpietro Ghedina, espressione di una civica dall’orientamento di centrodestra). Lega e Forza Italia, partiti che governano Veneto e Lombardia e cioè le Regioni che sono il motore della macchina organizzativa olimpica, sono insorte, accusando il Pd di voler «intestarsi i Giochi», mentre l’eurodeputata dem Alessandra Moretti, che è tra i relatori, ha parlato di «polemica senza senso».
LA LEGGE Oggi intanto sul tavolo del Consiglio dei ministri - inizialmente in agenda alle 16 ma poi spostato alle 20 - dovrebbe approdare anche una misura per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026 e per lo svolgimento delle finali Atp, il torneo di tennis che si disputerà nel 2021 a Torino. In Preconsiglio è stata presentata la bozza di Legge olimpica che definisce la struttura organizzativa dei Giochi. Sono confermati i quattro organi di gestione e organizzazione. La legge prevede anche 58 milioni di garanzie da parte dello Stato nei confronti del Cio e un ruolo per l’Istituto per il Credito sportivo. Da chiarire il nodo relativo alla governance dell’Istituto, essendo prevista una riforma dello statuto e una riformulazione del consiglio entro 30 giorni dall’approvazione del decreto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervento
Autonomia e Costituzione Il plauso di Zaia a Boccia VENEZIA «Benvenuto tra noi, ministro Boccia. Spero che dopo il pronunciamento del presidente Mattarella sul fatto che l’autonomia è un valore costituzionale, che non mina solidarietà, sussidiarietà e coesione nazionale, possiamo arrivare tutti assieme all’obbiettivo». Con queste parole, il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato le dichiarazioni del ministro Francesco Boccia in audizione in Commissione Bicamerale per le Questioni regionali. «Chi è contrario all’autonomia differenziata delle Regioni - ha detto Boccia - è contrario alla Costituzione. Autonomia e sussidiarietà sono scolpite nella nostra Costituzione. Il nodo è come attuare l’autonomia: se lo si fa perequando, attuando il principio di sussidiarietà e contrastando le disuguaglianze allora si rispettano tutti gli articoli. Come sottolineato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “l’autonomia rafforza l’unità nazionale”».
Il commissario
«Mose, più che i soldi mancano gli uomini Quello che manca per sollevare tutte le barriere del Mose, non sono le risorse finanziarie, ma quelle umane. Un problema che sarà superato nel giro di qualche mese, come ha assicurato il commissario straordinario Elisabetta Spitz, l’altro giorno, in audizione alla commissione ambiente alla Camera. «Per consentire l’attivazione delle quattro barriere è stato necessario fare una verifica della disponibilità di risorse già addestrate. Queste risorse oggi, a febbraio, non sono ancora del tutto disponibili. É stato avviato un piano di formazione di altro personale. La formazione si concluderà nel mese di maggio. Questo il motivo per cui si è ritenuto di attivare le barriere non prima di giugno».
te in 5-7.000 se consideriamo solo i civili e in 10-15.000 se sommiamo pure i militari».
IL CONSENSO In questi luoghi, ma anche sulle trincee della Grande Guerra e sulle tracce della Serenissima, dal prossimo anno scolastico verranno invitate le scuole superiori venete, in forza del protocollo d’intesa siglato per il Consiglio regionale dal segretario generale Roberto Valente, che porta così il saluto del presidente leghista Roberto Ciambetti: «Raccogliamo l’invito di Sergio Mattarella a coltivare la memoria, nella consapevolezza che il vero avversario insidioso da combattere è l’indifferenza». Su questo il consenso è traversale a Palazzo Ferro Fini: «Nelle votazioni abbiamo registrato l’unanimità perché la politica deve essere di esempio, tanto più in tempi di negazionismo», afferma lo zaiano Alberto Villanova, numero uno della commissione Cultura che ha promosso l’iniziativa. «Invece qui il Secondo Dopoguerra brucia ancora moltissimo nella contrapposizione e nel silenzio», osserva Alessia Rosolen, assessore nella Giunta di centrodestra del Friuli Venezia Giulia. «Vedremo come andrà in aula la prossima settimana con il progetto di legge dedicato al Giorno del ricordo», dice Mauro Bordin, capogruppo friulgiuliano della Lega, ricordando la contrarietà di centrosinistra e minoranza slovena alla mozione su Tito. «Queste divisioni non hanno più senso di esistere», concordano dal fronte veneto la dem Francesca Zottis e il pentastellato Simone Scarabel, presente con la collega Erika Baldin. «Peccato però – sottolinea il leghista vicentino Maurizio Colman – che ci siano Comuni come Schio che, dopo aver rifiutato le pietre d’inciampo in memoria delle vittime della Shoah, ora non vuole deliberare nemmeno l’omaggio ai martiri delle foibe...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN CORSA Stefano Zecchi con Alessio Morosin. Ieri l’ufficializzazione della candidatura del filosofo
L’ANNUNCIO VENEZIA Dopo essersi battuto per la separazione di Venezia da Mestre, ora Stefano Zecchi si lancia in una nuova avventura: il filosofo, accademico e scrittore che compirà 75 anni martedì prossimo, sarà candidato sindaco di Venezia per il Partito dei Veneti. Anche se la sua residenza è a Milano, Zecchi ha una casa in città, per la precisione al Lido. A Venezia è nato e cresciuto. Per dire: era in classe con Massimo Cacciari. In laguna, poi, ha già svolto per due mandati l’attività di consigliere comunale: nel 2000 è stato capolista del Pdl quando Renato Brunetta perse contro Paolo Costa e nel 2010, dopo la parentesi di assessore e consigliere delegato a Milano, è stato capolista della lista Brunetta quando l’economista si ricandidò contro Giorgio Orsoni. E tre anni fa, durante l’amministrazione di Luigi Brugnaro, è stato il curatore del Padiglione Venezia alla Biennale Arte. Adesso l’impegno con gli autonomisti/indipendentisti di Alessio Morosin e Antonio Guadagnini. «Gli amici, soprattutto quelli scontenti dell’attuale ammi-
IL FILOSOFO SI ERA BATTUTO PER LA SEPARAZIONE DALLA TERRAFERMA «MI PIACE IL PROGETTO DI CAPITALE D’EUROPA»
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Venezia, Stefano Zecchi candidato sindaco per il Partito dei Veneti nistrazione, mi hanno chiesto: perché non fai qualcosa per la nostra città? Ed eccomi qua racconta Zecchi - Mi piace il progetto di Venezia capitale d’Europa, Venezia ha bisogno di una sua autonomia mentre Mestre può diventare una city».
IL MONITO Per quanto riguarda le elezioni regionali, il candidato governatore del Partito dei Veneti dovrebbe essere Roberto Brazzale, 57 anni, vicentino di Thiene, conosciuto per essere il signore del Gran Moravia, il re del burro. «Nessuna anticipazione - dice Alessio Morosin Posso solo dire che il Partito dei Veneti conta di arrivare al secondo posto dopo Luca Zaia. Al PalaGeox l’altra sera Zaia è stato condannato da Salvini a confermare la coalizione di centrodestra e questo significa che sarà schiavo di Fratelli d’Italia che lo terranno in scac-
co. Zaia sappia che ci saremo noi a salvare il Veneto, ma il prezzo sarà molto alto».
CENTROSINISTRA Sul fronte del centrosinistra, la candidatura di Arturo Lorenzoni a candidato governatore del Veneto si avvia all’ufficializzazione. Ieri un vertice tra big a Roma, domani sera la direzione regionale Pd. Analogo via libera si prospetta per la candidatura a sindaco di Venezia dell’imprenditrice Gabriella Chiellino: “Tutte le forze civiche e politiche riunite al tavolo di coalizione - recita la nota diffusa ieri dopo la riunione - hanno ritenuto di verificare se attorno a Gabriella Chiellino ci sono le condizioni per un’ampia condivisione per la candidatura a sindaco di Venezia. Il tavolo si è riconvocato a lunedì per assumere una decisione finale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PRIMO PIANO
Gli Stati Generali
Per Padova opere da 7 miliardi di euro «Il primo pericolo è la Pedemontana» Il futuro pensato dagli amministratori: realizzare la Tav, potenziare 308 e Valsugana, puntare sulle rigenerazioni gno della Tav. Ma della tratta Vicenza-Padova non c’è neppure il progetto, mentre Palazzo Moroni sta lavorando in queste settimane con Rfi e Regione per ipotizzare la “penetrazione” dell’alta velocità in città, con una piastra sopraelevata per la nuova stazione centrale. Il tutto mentre a Bologna la stazione Tav interrata è aperta dal giugno 2013 e a marzo sarà inaugurato il “people mover” che garantirà un collegamento in 8 minuti con l’aeroporto. I padovani per andare in treno fino all’aeroporto Marco Polo dovranno aspettare il 2025 e ringraziare i fondi per le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina. «Abbiamo perso competitività – ammette
Claudio Malfitano PADOVA. Infrastrutture, rige-
nerazioni, idee, soldi, condivisione: le parole chiave della Padova del futuro ci sono. Una Padova capitale del Nordest auspicata da tutti ieri mattina nel convegno che ha chiuso l’iniziativa “Tutti convocati”, organizzata dall’Ascom. Chiamati a raccolta dall’associazione dei commercianti guidata da Patrizio Bertin, i massimi vertici delle istituzioni cittadine hanno risposto presente. «Dobbiamo fare sistema», ha insistito Bertin. «Lo facciamo già», hanno risposto quasi tutti. Ma qui servono opere da 6-7 miliardi di euro e nessuno pare avere realmente idea di come si realizzeranno. Se non per il lungo quaderno dei sogni sciorinato nel corso di una mattinata. Aperta dall’appello del vescovo Claudio Cipolla: «Mettiamo al centro l’uomo, cerchiamo di fare il bene delle persone».
All’iniziativa Ascom c’è anche il vescovo «Mettere la persona al centro di tutto» Marcato – Ma spesso non siamo capaci di valorizzarci: perché si fanno fare studi e perizie al Politecnico di Torino quando Ingegneria di Padova è all’altezza se non meglio?».
PERICOLO PEDEMONTANA
Il primo campanello d’allarme lo lancia l’assessore regionale alle attività produttive Roberto Marcato: «Per noi padovani la Pedemontana, che sarà pronta entro un anno, è un problema. Perché ci taglia fuori sulla direttrice est-ovest – spiega – Dobbiamo pensare a dei collegamenti stabili come il raddoppio della 308, la nuova strada del Santo, e una tangenziale che da Limena si sviluppi fino a Cittadella come la Valsugana». Opere di cui si parla da anni (c’è traccia di un’interrogazione in Provincia di Dino Scantamburlo del 2010 in cui si definiva «prioritario» il raddoppio della 308) ma di cui non c’è traccia di finanziamento. Restando in tema infrastrutturale, non manca il so-
LE RIGENERAZIONI
Altra parola chiave del futuro è “rigenerare”. Ridare vita a luoghi e funzioni in disuso. Il presidente della Camera di commercio Antonio Santocono si sta applicando sul fronte della Fiera: «Con centro congressi e competence center sarà un ponte tra formazione permanente e impresa, tra ricerca e sviluppo sostenibile – osserva – E con la smart city saremo capitale dell’innovazione in Veneto» («Su esposizioni e manifestazioni però mettiamoci i guantoni e cominciamo a picchiare duro,
Il sindaco Giordani rilancia l’ipotesi di un accordo di lungo periodo E sul nuovo ospedale annuncia: accordo di programma ad aprile
«Basta cambiare idea ad ogni voto Serve un piano da qui al 2030» IL PROGETTO
L’esempio è Milano. «Ho la fortuna di conoscere Beppe Sala e diverse volte sono andato a chiedergli consigli: dobbiamo realizzare un piano per il decennio iniziato fino al 2030 con dei progetti condivisi portati avanti da qualsiasi ammini-
strazione verrà». Nel mare della condivisione e della concordia Sergio Giordani sguazza come un pesce. E intanto ieri ha annunciato che ad aprile si firmerà l’accordo di programma per il nuovo ospedale. Il convegno “Tutti convocati” dell’Ascom è stata l’occasione per rilanciare il suo piano Padova 2030, prospettato lo scor-
so Natale: «Serviranno dai sei agli otto mesi ma iniziamo a confrontarci su questo – è l’invito del sindaco ai vertici delle altre istituzioni cittadine – Il Comune farà da guida ma non vuole imporre nulla: siamo qui per confrontarci e pensare alla crescita della città». Un piano aperto anche ai sindaci dei comuni contermini: «È fini-
to il tempo dei campanili. Padova deve essere centro di un sistema complesso, non chiudersi nei suoi confini in un recinto», spiega Giordani davanti ai primi cittadini di Abano, Sant’Angelo di Piove, San Giorgio delle Pertiche, Ponso, Montagnana, Ospedaletto, Borgo Veneto, Saonara, San Martino di Lupari, Vigonza, Ponte San Nicolò, Pontelongo, Vighizzolo e San Pietro Viminario. Un invito che si apre anche all’opposizione: «Perché non può esserci un’amministrazione che arriva e cancella quanto programmato dalle precedenti. Io ho fatto molte cose buone immaginate non dalla precedente giunta ma anche da due, tre sindaci fa», chiarisce Giordani raccogliendo ampi cenni di consendo da parte di Giustina
SERGIO GIORDANI IL SINDACO HA PROPOSTO UN PATTO PER LO SVILUPPO DI PADOVA FINO AL 2030
«L’esempio è Milano partecipi anche l’opposizione» Ma Lonardi si tira fuori «Possono produrre solo piccole cose»
visto che gli altri non hanno rispetto per noi», provoca sempre Marcato). Il Comune si trova alle prese con tante riqualificazioni: via Anelli che sarà nuova questura, l’ex Prandina, piazzale Boschetti, l’ex macello, il Castello dei carraresi, i vecchi cinema abbandonati in centro. E poi c’è l’Università con la straordinaria capacità di trasformare luoghi abbandonati in centri di formazione: è accaduto all’ex geriatrico di via Beato Pellegrino, accadrà all’ex caserma Piave e pure al padiglione 2 della fiera per Ingegneria. «Dobbiamo avere il coraggio di costruire nuovi spazi del sapere – spiega il rettore Rosario Rizzuto – Perché questo significa rigenerare la città. E dargli anche identità visiva: pensiamo a quello che sono oggi il Liviano e il Bo, realizzati o trasformati nel Novecento». GLI INVESTIMENTI
Sul tema ambientale pone l’accento il presidente della Provincia Fabio Bui, che lancia un’idea: «Vogliamo un bosco per ogni paese del territorio, in un’opera di rimboschimento urbano». E poi lancia il tema della programmazione scolastica (quella delle superiori è una competenza delle Province): «Il tema della disoccupazione è legato al tema della formazione». L’appoggio esterno arriva dalla Fondazione Cariparo, sempre pronta a supportare finanziariamente molti progetti: «La nostra scelta strategica è stata la sussidiarietà, siamo elemento di complemento del territorio – ha sottolineato il presidente Gilberto Murato – Ma abbiamo anche un know how sugli studi e le ricerche attraverso Sinloc. Anche questo ci può aiutare a crescere». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Destro, seduta in prima fila. Quasi in ultima invece era seduto Ubaldo Lonardi, vicepresidente del consiglio comunale in quota di minoranza, che non aspetta neppure la fine del convegno per bocciare l’idea: «Su viabilità e opere pubbliche la visione della giunta guidata da Giordani-Lorenzoni è opposta a quella emersa in questo convegno – osserva – L’idea di un patto di sviluppo fino al 2030 lanciata da Giordani resterà lettera morta, bloccata da veti incrociati che produrranno solo piccole cose La fortuna è la prosecuzione del progetto del nuovo ospedale, voluto da Bitonci e l’importantissima attività immobiliare dell’università, vero motore urbanistico della città». – C. MAL.
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Comunali 2020
Stefano Zecchi si candida «Serve la grande Venezia» Il filosofo ed accademico correrà con il Partito dei Veneti di Guadagnini Con lui Del Zotto, Mirto, Busetto e Bernardi: «Guardiamo ai delusi della Lega» Marta Artico Il Partito dei Veneti lancia Stefano Zecchi candidato sindaco di Venezia. C’è un nuovo volto nel parterre – per ora scarno – di aspiranti allo scranno di primo cittadino. Il docente, ex ordinario di estetica, filosofo e scrittore milanese, con casa a Venezia, sarà il candidato del Partito dei Veneti. All’hotel Bologna ieri mattina aveva al suo fianco il consigliere regionale Antonio Guadagnini e il futuro capolista, Pierangelo Del Zotto, già assessore provinciale. Presenti i vertici del partito: Giacomo Mirto, coordinatore provinciale, Cesare Busetto e Fabrizio Bernardi. Zecchi, 75 anni, si getta dunque nell’arena deciso a erodere voti al centrodestra e a quella parte dei leghisti scontenti dell’alleanza tra il parti-
Stefano Zecchi durante la presentazione con Pierangelo Del Zotto
to di Salvini, il presidente della Regione, Luca Zaia, e il sindaco Luigi Brugnaro, mal di pancia che arriva da lontano. «La mia candidatura a sindaco» spiega «interpreta un’esigenza internazionale in grado di affrontare un problema a carattere locale che, tuttavia, esige con urgenza la presa di coscienza collettiva per amministrare un bene che oltrepassa i confini cittadini su cui sono rivolti gli occhi di tutto il mondo: la nostra Venezia che attende nuove risposte ai suoi problemi antichi». E ancora: «Venezia sollecita l’abbandono di un’idea amministrativa ordinaria. La città deve essere gestita superando le logiche dell’interesse personale, quelle che degradano la politica rendendola. Questa è la nostra sfida: una politica per la città che non sia succube di decisioni legislative utili solo a retoriche mediatiche che al-
la fine risultano ostili a una cultura del cambiamento». «Venezia deve diventare capitale europea» ripete Zecchi «e il Veneto area metropolitana di questa capitale europea, una "Grande Venezia"». Zecchi sogna una città dove i veneziani possano vivere e lavorare senza essere schiacciati da un turismo “usa e getta” alla base del quale non c’è una “visione”. E per Mestre una vera «anima» come la definisce l’accademico, che si traduce in investimenti importanti e in un progetto ben definito di terraferma che oggi manca. Precisa: «Spero di dare un senso alla nostra partecipazione alle elezioni attraverso il reclutamento di un pensiero leghista che non trova nell’alleanza con Brugnaro la sua espressione, spero che tanta gente moderata di centrodestra, della Lega e di sinistra non contenta, voti me». «Quella con la Lega» sintetizza Guadagnini «è un’alleanza mal digerita, perché ai leghisti Brugnaro non piace, fatta a vantaggio reciproco dei candidati presidente e sindaco, che non scalda i cuori di militanti ed elettori: noi siamo la vera alternativa e faremo di tutto per far capire che Mestre è come Padova e Vicenza, Mestre è il capoluogo di provincia alla pari delle altre sei, Venezia lagunare è capitale del Veneto». Prosegue: «Finora non siamo stati percepiti per quello
che siamo realmente, noi siamo il popolo veneto che si pone in mezzo e in alternativa alternativo alle forze nazionali di destra e di sinistra. Siamo l'unica novità di queste elezioni comunali e regionali. Siamo il popolo dell’autogoverno e siamo qui per governare la città di Venezia e il Veneto». Chiude: «Ho rispetto per Brugnaro, che sarà un grande imprenditore, ma per Venezia oggi vedo meglio Zecchi come sindaco di lui». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
la risposta della lega
«Si era proposto a noi appena un mese fa» «Stefano Zecchi candidato a sindaco di Venezia con il ‘Partito dei Veneti’? In bocca al lupo, lo stimo molto come filosofo e come professore». Caustico il commissario provinciale della Lega, Andrea Tomaello: «Ricordo al ‘Partito dei Veneti’ che Zecchi, solo fino a qualche settimana fa, si era proposto come candidato sindaco della Lega, dicendo che aveva già l’appoggio di Fratelli d’Italia. Saremo tipi all’antica, ma per noi della Lega le idee e la coerenza sono ancora dei valori. E ne siamo orgogliosi».
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Ateneo Veneto, i Comitati Privati annunciano il cambio di interventi, per salvare il patrimonio dall’acqua alta
Dai restauri di opere alle pompe idrauliche La lezione dei Comitati Privati internazionali di salvaguardia per Venezia. Che dopo aver contribuito per decenni nati dopo l’acqua alta straordinaria del 1966 - a restaurare il patrimonio artistico e architettonico della città, ora, dopo la nuova alluvione del novembre scorso che ha colpito la città, vogliono contribuire anche alla sua salvaguardia fisica. Lo hanno detto con chiarezza ieri nell’affollatissimo di-
battuto che hanno tenuto ieri nell’Aula Magna dell’Ateneo Veneto, chiudendo, inusualmente, l'annuale corso di Storia Veneta dell'istituzione per un confronto sul tema "La tutela e il recupero di Venezia oggi", incentrato sul rapporto fra la riflessione storica in materia di salvaguardia e le drammatiche esperienze più recenti.«Dopo quello che è accaduto a novembre - ha detto infatti all’inizio del dibattito la nuova presidente dei Comi-
tati, la storica dell’arte Paola Marini, già direttrice delle Gallerie dell’Accademia cambia la nostra prospettiva, perché vogliamo impegnarci nella tutela non solo delle opere e dei monumenti - ogni anno circa 5 milioni di euro vengono impegnati per i restauri, più di 800 in oltre cinquant’anni - ma della città stessa, che non può trasformarsi in un museo a cielo aperto, deve continuare a essere viva e vitale». L’esempio
più calzante arriva da Save Venice - il Comitato più attivo sulla scena veneziana - come ha spiegato ieri la sua direttrice Melissa Conn. «A novembre abbiamo subito stanziato 100 mila dollari per interventi solo legati all’acqua alta - ha spiegato - e lanciato una raccolta di fondi che ha già raggiunto quasi 600 mila dollari. Dopo per anni esserci occupati delle tele di Tintoretto, Veronese e Carpaccio, li useremo per acqui-
stare pompe idrauliche, paratie e per cercare di mettere al riparo le chiese anche con la stesura di protocolli di primo intervento contro i danni da acqua alta». Alla tavola rotonda hanno partecipato anche l’ Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani (Daniela Manzoni Suppiej), l’Associazione Cavalieri di San Marco (Giuseppe Vianello), il Centro Tedesco di Studi Veneziani (Petra Schaefer), il Comita-
to Italiano per Venezia (Luigino Rossi), la Fondazione svizzera Pro Venezia (Giordano Zeli), l’Istituto Veneto dei Beni Culturali (Federica Restiani),Save Venice (Melissa Conn), l’Uia (Michele Gottardi), la Venice Gardens Foundation (Adele Re Rebaudengo) e Venice in Peril (Deborah Howard).La volontà generale è quella di continuare ad aiutare in tutti i modi alla città. — Enrico Tantucci
i nodi della salvaguardia
confartigianato
«Mose, eccesso di governance» La proposta di legge Brunetta
Acqua alta Raccolti 20 mila euro dai Savoia
«Troppi decisori, ma i riflettori sono accesi su Venezia. Più trasparenza e informazione sui lavori» Alberto Vitucci Due Proposte di Legge per Venezia.. A quella già depositata e firmata da Nicola Pellicani (Pd) si è aggiunta ieri quella di Renato Brunetta, deputato veneziano di Forza Italia. Che significa? «Che finalmente il caso Venezia è tornato all’attenzione del governo e del Parlamento», dice Brunetta. Ricorda, con una punta di orgoglio che lui, ministro del governo Berlusconi, aveva avviato per primo la proposta di una nuova legislazione speciale. Sono passati dieci anni. E nel frattempo il Mose è stato travolto prima dagli scandali, poi dalle criticità e dai ritardi. «Adesso è necessaria trasparenza e informazione alla cittadinanza», scandisce Brunetta, «Pellicani ha chiesto di sapere l’ammontare delle consulenze affidate negli ultimi anni. Io mi associo». Consulenze affidate dal commissario Ossola per mandare avanti i lavori bloccati. Ma anche quelle affidate adesso dalla commissaria Sblocca cantieri Elisabetta Spitz. Un milione di euro l’anno per pagare la sua struttura. «Qualsiasi azione del governo per accelerare la conclusione dei lavori del Mose va bene», continua l’ex ministro, «ma poi per la fase successiva dovranno decidere le istituzioni». Il rischio, dice Brunetta, è quello dell’«eccesso di HPWFSOBODF». deve decidere sempre il Comitatone. Agli amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova – nominati da Anac e prefetto di Roma dopo gli arresti del 2014 – si
è aggiunta adesso la commissaria Sblocca Cantieri. Poi c’è il Provveditorato, in teoria l’ufficio pubblico che dovrebbe controllare la salvaguardia. Infine la Città metropolitana, che reclama un ruolo di primo piano. Sembra difficile che i commissari del Consorzio vengano esautorati nella fase cruciale della conclusione dei lavori. Lo chiedono a gran voce le imprese coinvolte nello scandalo e adesso anche un gruppo di parlamentari leghisti del Veneto. Ma sarebbe forse un segnale di inversione di tendenza nella lotta alla corruzione. Difficile anche che il governo Pd-Cinquestelle possa rinun-
Spitz: «Pronti a giugno». Ma servono soldi per i test di sollevamento ciare alla sua commissaria appena nominata. Dunque, la convivenza sembra obbligata. «Il Mose sarà finito come previsto il 31 dicembre 2021», hanno detto Spitz e Zincone alla commissione Ambiente della Camera, «ma sarà in grado di funzionare per le emergenze già a partire da luglio». Ma c’è da testare il sistema in condizioni di mare agitato, per eliminare tutti i dubbi di natura tecnica emersi in questi anni. Per questo saranno intensificate le prove di sollevamento, a partire dal 17 febbraio. Ma per le prove occorrono soldi. In mancanza di questo, i tempi si dilateranno ancora di più. —
Brunetta con Berlusconi a San Marco il 14 novembre. Sotto, Pellicani con Massimo Cacciari
Ventimila euro per Venezia. E’ quanto raccolto in questi mesi grazie all’appello lanciato da Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto di Savoia a sostegno di artigiani e commercianti colpiti dall’ alluvione del 12 novembre scorso. In meno di due mesi, le varie Delegazioni che hanno organizzato eventi di raccolta fondi per contribuire al progetto, oltre a numerosi Confratelli e Consorelle che hanno fatto giungere la propria donazione. Alla fine, la somma raccolta è pari a circa 20 mila euro. Il denaro, come spiega Confartigianato in una nota, è stato appena erogato dalla Gran Cancelleria a favore della Confartigianato «per supportare i piccoli artigiani che non riceveranno i finanziamenti statali». —
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Nel centrodestra lo schema nazionale Alla Lega il vicesindaco e le municipalità Lista fucsia alleata con Salvini, Fratelli d’Italia e Forza Italia: sicurezza e commercio tra le richieste. Colle in uscita Un vicesindaco forte, espressione diretta della segreteria politica della Lega. «Non voglio perdere tempo a parlare con intermediari» fa sapere Brugnaro dopo l’incontro con Matteo Salvini in piazza San Marco. Il primo e più importante nodo legato all’accordo nel centrodestra sembra essere stato superato in questo modo: Brugnaro accetterà che il suo vice sia un leghista, alla condizione però che sia un uomo (o una donna) che parla direttamente con Matteo Salvini e Luca Zaia, senza anticamera. Il profilo sembra tendere sul giovane Andrea Tomaello, commissario provinciale della Lega, ma il suo nome potrebbe anche lasciar posto a un professionista di partito calato dall’esterno. A Salvini è piaciuta l’idea del voucher sport destinato ai ragazzi: «La proporrò in tutte le città» ha detto. Nei prossimi giorni l’incontro che dovrebbe perfezionare l’accordo: Brugnaro attende sul suo tavolo il «decalogo» che i circoli leghisti hanno elaborato, una serie di richieste che spaziano dalla sicurezza al rilancio del commercio. Le deleghe pesanti sono altre, naturalmente, e su quelle Brugnaro certamente farà muro: urbanistica, pianificazione, bilancio, edilizia privata e lavori pubblici sono tutti assessorati di serie A. Difficile che il sindaco, in caso di vittoria, scarichi i fedelissimi Renato Boraso e Michele Zuin, qust’ultimo pure coor-
a murano
Striscione sul futuro “cancellato” dai social
Luigi Brugnaro con Matteo Salvini a San Marco. A destra, il “ritocco” sulla foto apparsa sulle pagine social del sindaco
dinatore regionale di Forza Italia da poche settimane. Più delicata la situazione della vicesindaco Luciana Colle, mai del tutto leghista e dunque esclusa dall’identikit che lo stesso Brugnaro ha descritto nelle trattative con la Lega. La sua sarebbe una “testa” destinata a essere sacrificata sull’altare dell’accordo. L’alleanza sin dal primo turno, comunque, si farà: conviene a entrambi. A Brugnaro per affrontare la corsa con il bagaglio di voti portati
dal simbolo di Salvini, alla Lega per entrare finalmente a pieno titolo nella stanza dei bottoni cittadini, con la prospettiva di un ticket da gestire tra cinque anni. Dove il candidato potrebbe essere espressione proprio della Lega. A scanso di equivoci e conoscendo la scaltrezza dell’imprenditore Brugnaro, la Lega chiederà un accordo scritto, suggellato alla presenza dei big. Ancora forte è la scottatura di cinque anni fa, quando
alla Lega erano state promesse alcune partite, poi vanificate dopo il voto, a partire dal referendum sulla separazione. Per questo la Lega correrà con una sua lista e un capolista forte, per portare quanti più consiglieri a Ca’ Farsetti ed essere determinante. L’alleanza elettorale di centrodestra dovrebbe presentarsi unita: Lista Brugnaro “fucsia”, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e un altro paio di liste civiche che il sinda-
co ha in testa. Uno schema che ricalca l’alleanza nazionale, dove Salvini, Berlusconi e Meloni daranno l’imprimatur definitivo. Sulle municipalità, la partita resta aperta: la Lega è disposta a lasciare la presidenza di Favaro all’uomo di Boraso ma punta alle altre, a partire da quella di Mestre centro. Di sicuro, con l’alleanza le municipalità torneranno ad essere centrali: un rospo che Brugnaro dovrà ingoiare. —
Se non fosse stata ritoccata nessuno se ne sarebbe accorto, ma quella foto con lo striscione «Venezia è il mio futuro» oscurato con photoshop non è passata inosservata. Lunedì sera è stata inaugurata la sede della lista fucsia a Murano, in Calle del Convento. Proprio sopra la sede, nel terrazzo al primo piano a sinistra, un inquilino aveva appeso lo striscione con la scritta “Venezia è il mio futuro” del Gruppo 25Aprile, parte di una campagna iniziata due anni fa a favore della residenzialità. Nel tweet del sindaco sull’apertura del nuovo spazio a Murano, lo striscione è però coperto da una nuvola nera che si confonde con i colori della sera, ma è balzato all’occhio di chi aveva visto lo striscione. Insomma, alla fine per coprire un lenzuolo che di notte non si sarebbe nemmeno visto, lo si è reso al contrario ancora più visibile. —
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Presentata la lista civica le città
Dalla giunta Orsoni al centrodestra Panciera e Paruzzolo con Brugnaro “Il sindaco del fare” predomina sulle correnti di pensiero politiche. È con questa motivazione che ieri mattina all’Hotel Nigra Roberto Panciera e Antonio Paruzzolo, protagonisti della scorsa giunta Orsoni, hanno presentato la lista civica Le Città a sostegno di Luigi Brugnaro. I due ex assessori, Panciera del Turismo e Paruzzolo alle Attività produttive, non rinnegano il loro orientamento di centrosinistra, ma spiegano di voler contribuire a rendere Venezia un posto migliore, puntando sul perfezionamento di alcuni settori come il turismo e trasporti. «Già a ottobre avevamo detto che saremmo andati avanti con una nostra civica» hanno detto.
«Ora che Brugnaro non dovrà più pagare lo scotto di dover riorganizzare la macchina, si potranno portare avanti alcuni obiettivi. Brugnaro è un sindaco del fare e contiamo su una collaborazione che c’è già stata in passato». Il simbolo ha i colori rosso è oro del gonfalone che formano dei ponti con una fila di persone stilizzate al centro. Le città sono Mestre e Venezia, due organi dello stesso corpo che hanno esigenze diverse, ma che non possono separarsi. Tra gli obiettivi quello di riprendere lo statuto delle città d’arte: «Esiste e prevede che si possano utilizzare uno o due punti dell’Iva per finanziare progetti rivolti alla città» spiega il capolista Pancie-
ra. «In questo modo si può andare a Roma e presentare un vero progetto di autofinanziamento». Per Paruzzolo la civica può controbilanciare la coalizione che si sta formando di centrodestra: «Brugnaro ha inizialmente pagato l’inesperienza della macchina comunale, ma dobbiamo constatare che ha dato un contributo alla città. Diciamo che si è trovato a dover riparare un rubinetto che perdeva acqua con le soluzioni dell’oggi, ma che ha dimostrato di progettare anche le soluzioni del domani». Un esempio è la questione del turismo: inizialmente per tamponare una situazione emergenziale Brugnaro ha provato con i tornelli, ma poi ha proposto il con-
tributo d’accesso. «Già quando ero assessore si pensava a un modo per prenotare gli arrivi, ora si può andare in quella direzione, per esempio dicendo che da aprile a settembre bisogna prenotare o inserendo una serie di incentivi o disincentivi a seconda del periodo» prosegue Panciera. Insieme a loro i primi sostenitori, pronti a dare un contributo: il ricercatore scientifico Edoardo Peroni che ha come sogno quello di una città che non viva di monocultura turistica, capace di offrire anche al mondo della ricerca delle opportunità; il professore in pensione Giuseppe Gurnari contrario alla cultura del brontolare è pronto a candidare il vetro di Murano Patri-
La presentazione della lista civica Le Città
monio dell'Umanità come il Prosecco; la designer di interni Luisa Cioffi che si impegnerà su diversi fronti e il commerciante Alberto Pietroni che vuole rilanciare il commercio al dettaglio di Mestre: «Ci vuole un vero Piano Marshall perché la situazione è gravissima». Insomma la squadra è fatta e, a mano a
mano che ci si avvicina alle elezioni, le proposte saranno più concrete. Oltre al turismo la civica ha intenzione di lavorare sul piano dei trasporti affinché Venezia diventi una città sempre più moderna e in grado di migliorare le distanze in termini di tempo. — Vera Mantengoli
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GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 LA TRIBUNA
CONEGLIANO - QUARTIER DEL PIAVE
doPo la svolta di confagricoltura
susegana
Legambiente: «Stop al glifosate» appello a Consorzi e viticoltori
Trattativa Electrolux Altro incontro il 26 marzo
Gli ecologisti: «Non venga dato nessun premio alle aziende che continuano a usare l’erbicida» già pronunciato contro l’erbicida. Così pure l’assessore all’ambiente, Gianpaolo Bottacin. Fermamente contrario è Stefano Zanette, presidente del Consorzio Doc, che ribadisce anche l’impegno degli associati nella stessa direzione.
Francesco Dal Mas CONEGLIANO. Legambiente Veneto e Friuli Venezia Giulia avanza una richiesta pubblica alle due Regioni ed alla Doc del Prosecco: la sospensione immediata dell’uso dell’erbicida glifosate, come misura cautelativa per la salute pubblica. Dopo le evidenze scientifiche annunciate negli Usa che non sarebbe tossico, Confagricoltura del Veneto e quella del Fvg hanno chiesto che l’uso del pesticida sia ripristinato. Si è pronunciata allo stesso modo Coldiretti di Pordenone, mentre quella trevigiana e la Coldiretti del Friuli Venezia Giulia hanno ribadito il loro “no”. «VIA PER SEMPRE»
Alle Regioni e al Consorzio Legambiente chiede, dunque, la rimozione definitiva del glifosate da tutti i disciplinari di produzione delle Denomininazioni di Origine Controllata che ne contemplano l’im-
IL DIVIETO ATTUALE
Filari di vigneti “segnati” dall’uso dell’erbicida glifosate
piego e di trovare il modo di escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso, evitando così di premiare e promuovere «l’uso di prodotto possibile cancerogeno». «Serve coraggio e chiarezza - prosegue Legambiente - da parte delle Istituzioni e da parte delle Denominazio-
Studentessa coneglianese su Canale 5
Clarissa sfiora il colpaccio al quiz di Paolo Bonolis
Clarissa Marin, 23 anni, alla trasmissione “Avanti un altro!”
L’EXPLOIT
È
arrivata in finale alla trasmissione “Avanti un altro”, ma non è riuscita a superare la serie di ventuno domande per vincere i 225 mila euro. Clarissa Marin, ventitreenne studentessa universitaria e modella di Conegliano, è stata a pochi passi dal conquistare l’ingente cifra. Si è fermata dopo aver risposto a oltre metà dei quesiti del quiz finale, ma per la giovane è stata comunque un’esperienza da incorniciare. «Prendersi in giro fa parte del gioco, sono io la prima a prendermi in giro nella vita di tutti i giorni. È stato davvero divertentissimo», ha spiegato Clarissa, che ha realizzato un suo
piccolo sogno nell’entrare nel mondo dello spettacolo. La studentessa frequenta Scienze della società e del servizio sociale a Ca’ Foscari ed ha la passione per gli animali. Fidanzata, ha scherzato con Paolo Bonolis perché è sempre in ansia quando ha degli appuntamenti con i ragazzi. Anche durante il quiz si è agitata, ma è stata la migliore concorrente nella puntata del 7 febbraio. «Ammetto che la mia paura più grande era uscire alla prima domanda invece ho sorpreso tutti, anche un po' me stessa – ha aggiunto - è stata davvero un'esperienza bellissima e ansiogena allo stesso tempo. Potevo farcela, lo so, se magari avessi bevuto 100 tisane alla camomilla». — Di.B.
Ma solo nei 15 Comuni dell’area Docg vige il divieto, per iniziativa dei sindaci che hanno condiviso il regolamento di polizia rurale. Legambiente ricorda, in una nota, che la scienza e la ricerca «ci stanno dicendo che proseguire con un uso invasivo ed incosciente del suolo - modello che ha purtroppo prevalso fino ad oggi - è mancare di rispetto al naturale equilibrio tra agricoltura e ambiente naturale che porta inevitabilmente a conseguenze negative per la società, per l’economia, per l’ambiente e per la salute». «Le Regioni e il Consorzio Doc - conclude Legambiente battano un colpo». —
SUSEGANA. È dal 2007 che
il contratto collettivo aziendale in Electrolux non viene rinnovato. Dopo lo storico accordo per la nuova fabbrica di Susegana, dello scorso giugno, si sviluppa ora il tavolo negoziale sulla piattaforma approvata con il 93% dei consensi dai lavoratori e dalle lavoratrici del Gruppo a fine 2019. Piattaforma che è stata presentata martedì dal Coordinamento Sindacale - che raggruppa le Sigle di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil ai vertici aziendali all’Electrolux Innovation Factory di Porcia. Nel corso dell’incontro l’azienda ha dichiarato che l’obiettivo è la sostenibilità dei siti produttivi in Italia. Il prossimo appuntamento è previsto per fine marzo, probabilmente il 26. «Una trattativa decisamente di rilievo – aveva dichiarato Enrico Botter, segretario generale Fiom Cgil di Treviso – vista l’importanza che lo stabilimento di Susegana, e l’investimento ad esso correlato, riveste per tutto il metalmeccanico trevigiano». —
ni, che dovrebbero intervenire a tutela degli interessi collettivi, a maggior ragione quando quelli particolari minacciano gli interessi dell’agricoltura, dell’economia locale, della dell’ambiente e della salute dei cittadini». «Bisogna eliminare da subito l’utilizzo del glifosate, molecola
la cui pericolosità è ampiamente dimostrata, senza attendere la scadenza della Commissione europea del 2022. A rischio gli interessi dell’agricoltura di qualità e la salute di cittadini oltre che un crollo dell’immagine dei prodotti nostrani». Il presidente della Regione, Luca Zaia, si è
soligo
da ieri le rilevaZioni
Moschetta è il nuovo capogruppo dell’Ana
Test sull’aria nella zona Unesco La centralina a Valdobbiadene
FARRA DI SOLIGO. Passaggio
Arpav ha deciso di posizionare per 80 giorni in via Piva una stazione mobile Monitorati ozono, Pm10, monossido e altre sostanze
del testimone alla guida del Gruppo Alpini di Soligo: Antonio Moschetta è il successore di Carlo Dal Piva. Dopo tanti anni alla guida del gruppo Alpini di Soligo, nel corso della prima seduta annuale di fine gennaio presso la sede al civico 1 di Piazzetta degli Alpini, il capogruppo uscente delle penne nere di Soligo, Carlo Dal Piva, ha dunque passato le consegne al nuovo dirigente Antonio Moschetta. Il neo capogruppo sarà affiancato da un consiglio direttivo del tutto rinnovato, che vedrà Paolo Zambon e Maurizio Ceschin suoi vice, Rudi Pancot nel ruolo di segretario e Nicola Favretto come tesoriere. Gli altri membri del consiglio, di cui fa parte anche l'ex capogruppo Carlo Dal Piva, sono: Olivo Ballancin, Adriano Benincà, Lino Bernardi, Michele Bonacin, Luigi Busetti, Michele Cietto, Renzo Dalla Longa, Mario De Faveri, Massimo De Faveri, Angelo Dorigo, Gino Dorigo, Mirco Dozza, Dario Frare, Silvano Paset, Martino Quaglio, Roberto Stradiotto, Alessio Tittonel e Federico Zago. Ad oggi, il Gruppo Alpini di Soligo vanta 187 soci alpini e 98 soci aggregati. — R.M.
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VALDOBBIADENE. È iniziata ie-
ri a Valdobbiadene la campagna di rilevamento dello stato di salute dell’aria nel cuore delle colline Patrimonio Unesco da parte dell’Arpav (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto). Mediante una delle due centraline mobili a disposizione dell’agenzia regionale di controllo che per 80 giorni rimarrà posizionata in via Piva, Arpav raccoglierà dati inerenti le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici in modo da comprendere le condizioni tipiche dell'aria sia del semestre freddo, che di quello caldo, al fine di mantenere l’archivio dati sempre aggiornato. La postazione sarà in grado di rilevare i livelli, ad esempio, di biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, Pm10 ed altre particelle presenti nell’aria sul territorio del Valdobbiadene. Dati che, una volta conclusa la campagna esplorativa, verranno elaborati e messi a confronto con quelli delle centraline fisse presenti nel territorio provinciale e raccolti in una relazione tecnica al centro di futuri
Rodolfo Bassan, dirigente provinciale dell’Arpav
studi. «Si tratta di una campagna di nostra iniziativa, voluta da Arpav - dice Rodolfo Bassan, Direttore del dipartimento provinciale di Treviso dell’agenzia di protezione ambientale - questi controlli non hanno alcun motivo di allarme, servono semplicemente a permetterci di completare il monitoraggio del nostro territorio. Grazie alle nostre due centraline mobili - conclude Bassan - spostate periodicamente su tutta la provincia riusciamo ad avere un quadro sempre aggiornato e puntuale sulle condizioni dell’aria che respiriamo in
quelle aree non completamente coperte dalle centraline fisse, e nel caso, agire di conseguenza». Un lavoro assai prezioso e fondamentale, in ambito di prevenzione e salvaguardia della salute collettiva, poiché la Pianura Padana e la provincia di Treviso, purtroppo, risultano tutt’oggi tra le aree più inquinate d’Europa per i livelli di polveri sottili presenti nell’aria legati a vari fattori, come l’inquinamento industriale o le emissioni dei motori diesel. — Riccardo Mazzero © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO 2020 MESSAGGERO VENETO
REGIONE
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Comitato delle Regioni
L’asse da Bruxelles: alleanza col Veneto per un fisco leggero I governatori Fedriga e Zaia per fronteggiare Austria e Slovenia «La concorrenza è il terreno sul quale dobbiamo muoverci» dall’inviato Mattia Pertoldi BRUXELLES. Il rapporto tra i due è stretto da tempo. Non soltanto in virtù della comune appartenenza politica, ma anche, se non soprattutto, a livello personale Massimiliano Fedriga e Luca Zaia dimostrano di parlare la stessa lingua. Pure a Bruxelles dove entrambi siedono nel Comitato delle Regioni e dove i due governatori, ieri, hanno continuato a discutere delle possibili forme di ulteriore collaborazione tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, al di là di quelle – come nel campo del turismo – già messe in atto nel corso del primo anno e mezzo di legislatura regionale.
Da sinistra, Ciambetti, Fedriga, Zaia e Zanin, presidenti di Veneto e Fvg
C’è un campo, in particolare, in cui Fedriga crede che un possibile asse con il Veneto sia in grado di ottenere risultati positivi anche in Europa: la concorrenza. «Stiamo parlando di un tema centrale – sostiene il governatore – e basta pensare alle procedure di infrazione aperte, come nel caso della benzina agevolata, per capirlo. Dobbiamo, però,
riuscire a fare cambiare il modo in cui Bruxelles vede e valuta la concorrenza stessa. Non si può accettare che da una parte esistano Stati “Moloch”, come l’Italia, che non possono varare politiche differenziate rispetto alle necessità dei territori, e dall’altra Paesi più piccoli che, grazie alla dinamicità e alle dimensioni delle Regioni, si muovono at-
traverso regole diverse e più vantaggiose per i propri cittadini». Un obiettivo, questo, che Fedriga spera di ottenere attraverso il lavoro all’interno del Comitato. «Il concetto da trasmettere – prosegue – è quello secondo cui se noi effettuiamo determinati interventi, penso al taglio dell’Irap oppure al bonus carburante, non entriamo nel campo degli aiuti di Stato, ma soltanto nelle politiche che un ente, legittimamente eletto, può portare avanti, ovviamente nel rispetto delle regole generali». La disparità di fiscalità tra Friuli Venezia Giulia e il duo confinante formato da Slovenia e Austria è noto da tempo, ma secondo il presidente, come accennato, anche il Veneto ha i suoi problemi e per questo si può pensare di riuscire a muoversi in sintonia. «Credo che Zaia abbia tutto l’interesse ad affrontare un tema di questo tipo – conferma Fedriga –, perché anche il Veneto vive una situazione simile alla nostra, pur a livello nazionale, con l’Alto Adige». Prospettive e ipotesi, queste, discusse a margine di un Comitato dove la Lega è riuscita a eleggere un proprio esponente come capo delegazione italiana, nonostante uno strappo – netto – con il Pd che ha portato gli esponenti dem a lasciare l’Aula al momento della votazione. «Ab-
biamo dimostrato per l’ennesima volta come la Lega sia in grado di mettere in campo – sostiene il presidente della Regione – esponenti competenti e capaci di rappresentare il nostro Paese ai massimi livelli. Quanto agli esponenti del Pd faccio loro un appello alla responsabilità. Cinque anni or sono, quando i numeri erano a favore del centrosinistra, i leghisti hanno appoggiato l’elezione di un loro rappresentante. Questa volta i rapporti di forza sono cambiati e credo debbano accettarlo perché l’importante è stare insieme e collaborare per il bene dell’Italia e, nel nostro caso, del Friuli Venezia Giulia. Mi auguro che il Pd lo capisca». Per il bene dell’Italia e per cambiare l’Europa. «Sono convinto che il Comitato delle Regioni – conclude Fedriga – sarà in grado di aiutare l’Unione europea a cambiare direzione rispetto a quella tenuta in questi anni molto vicina alla burocrazia, ma lontana dalle imprese e dalle persone. Anche perché, e questo penso sia un particolare da tenere sempre in considerazione, noi siamo rappresentanti eletti dai cittadini a differenza di chi siede, invece, in altre istituzioni». Voluto è il riferimento del governatore alla Commissione europea e ai suoi nuovi componenti. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
zanin
«Vogliamo portare in Fvg risorse vere e importanti» Piero Mauro Zanin punta sulle sinergie con gli altri esponenti dei Consigli presenti al Comitato delle Regioni. Il presidente del parlamentino di piazza Oberdan – supplente di Fedriga per il Friuli Venezia Giulia all’interno del Comitato stesso – ha, infatti, la sua idea su Bruxelles e non la nasconde affatto. «Cercheremo di portare in regione risorse vere e importanti – sostiene – su progetti locali, ma di respiro europeo. Credo che il Friuli Venezia Giulia abbia sempre tenuto nella giusta considerazione l’Europa e sono convinto che la nostra presenza qui sia in grado di aiutare a toccare una nuova definizione di Unione che non può essere quella della tecnocrazia e delle banche, ma quella dei popoli e dei territori che risponda realmente alle esigenze delle persone. Gran parte delle risorse che vedo utilizzate in Parlamento a Bruxelles si sprecano e non servono a nulla. Semplificando la macchina burocratica e amministrative, invece, potremo indirizzarle direttamente a favore dei cittadini europei». M.P.