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VII
Cronaca
Lunedì 17 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Lorenzoni, FdI chiede la sfiducia di Giordani Oggi in consiglio comunale sarà presentata la mozione `Il sindaco aveva annunciato che chi correva per la Regione dopo che l’assessore ha ufficializzato la candidatura avrebbe dovuto dimettersi da ogni incarico nella Giunta `
LA POLEMICA PADOVA La candidatura di Artu-
ro Lorenzoni in Regione questa sera rischia di infiammare il consiglio comunale e Matteo Cavatton ufficializza una mozione di sfiducia nei confronti di Giordani. La notizia che il vicesindaco sarà lo sfidante di Luca Zaia nella corsa alla poltrona più alta di palazzo Balbi, fa salire sulle barricate l’intera opposizione. Particolarmente duro è l’attacco del capogruppo del “misto” Matteo Cavatton. «In più occasioni il sindaco ha ribadito che la permanenza in giunta è incompatibile con un’eventuale candidatura in Regione - spiega Cavatton – dal momento che non si ha notizia delle dimissioni del vicesindaco, né tanto meno del ritiro delle sue deleghe da parte del primo cittadino, già oggi provvederò a depositare una mozione di sfiducia nei confronti di Giordani». «Se, poi, nel consiglio comunale di questa sera verrà ufficializzato il passo indietro di Lorenzoni, io sono pronto a ritirare il dispositivo – rincara la dose l’esponente di Fratelli d’Italia – diversamente porterò avanti questa iniziativa. Un sindaco non può mentire davanti ai suoi concittadini, di conseguenza come previsto dal regolamento, l’assemblea dovrà decidere se Giordani è ancora degno o meno della fiducia del consiglio».
L’ATTACCO
Dal momento che, in tempi brevi, non è verosimile che il neo candidato governatore de-
CAVATTON: «PASSO INDIETRO O RITIRO DELLE DELEGHE, ALTRIMENTI SIGNIFICA CHE IL SINDACO MENTE AI CITTADINI»
cida di lasciare palazzo Moroni, questa sera è più che probabile che Cavatton ufficializzi all’assemblea la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Una circostanza che, sicuramente, infiammerà gli animi. A chiedere un passo indietro del leader arancione, infatti, sono anche il leghista Alain Luciani, il capogruppo del Movimento 5 Stelle Giacomo Cusumano ed Elena Mosco di “Cambiamo!”. Anche in seno alla maggioranza non mancano voci che chiedono, in tempi rapidi, un passo indietro del vicesindaco. Di conseguenza, questa sera il clima in aula rischia di essere rovente. In attesa degli inevitabili attacchi che arriveranno dal consiglio comunale, ieri Lorenzoni si è consolato con le “congratulazioni” della vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein che alle ultime regionali ha incassato la bellezza di 22.000 preferenze. «Dal Veneto arriva una splendida notizia che mi riempie di gioia – ha spiegato sui social Schlein - sarà Arturo Lorenzoni il candidato che sfiderà Zaia per la presidenza del Veneto, sostenuto da un bel percorso partecipato nato mesi fa, e anche dal Partito democratico che ha deciso ieri di appoggiarlo dando un bel segnale, e speriamo anche da tutte le altre forze progressiste, ecologiste, civiche e della sinistra». «Ho conosciuto Arturo quando andai con entusiasmo a sostenere lui e Coalizione Civica per Padova e ne è nata una bella amicizia – ha aggiunto - è la persona giusta per il Veneto, perché tiene insieme competenza, serietà e grande umanità, e sta già facendo molto bene come vicesindaco. In bocca al lupo Arturo, noi saremo al tuo fianco». A fronte dell’entusiasmo di Schlein, c’è da registrare la sostanziale freddezza con cui Coalizione civica ha accolto l’investitura di Lorenzoni. Il popolo arancione, infatti, tanto sabato scorso, quanto ieri, non ha pubblicato sul suo profilo Facebook ufficiale neppure una riga per “festeggiare” la nuova avventura del vicesindaco. Anzi, a quanto pare, la sua candidatura avrebbe letteralmente spaccato il movimento. Alcuni suoi esponenti, in primis la consigliera Daniela Ruffini, parlano, di un vero e proprio venir meno all’impegno preso con gli elettori tre anni fa. Malumori che potrebbero avere un loro peso ora che la campagna elettorale inizia a muovere i primi passi. Alberto Rodighiero
Controlli sulle strade, ritirate tre patenti SAONARA/TREBASELEGHE
ACQUE AGITATE La candidatura di Lorenzoni in Regione provocherà una mozione di sfiducia a Giordani
Due cagnolini salvati dentro al pozzo CITTADELLA I vigili del fuoco di Cittadella hanno salvato due cagnolini meticci, finiti all’interno di un pozzo in cemento facente parte del sistema di regolazione delle acque in via Beltramina, zona della città murata in cui ci sono dei fondi agricoli. L’allarme alle 14 di domenica è stato lanciato da un residente, Devis Calderaro. «Nel tardo pomeriggio di sabato avevo sentito abbaiare ma qui in zona ci sono vari cani - ha spiegato - li ho risentiti oggi (ieri per chi legge), ho capito che erano nel pozzo e ho chiamato i soccorsi». Il sistema d’irrigazione è formato da due pozzi paralleli sui lati opposti della via e collegati nel sottosuolo da un canale. Sono fondi circa due metri. I pompieri hanno bloccato il primo accesso, operando su quello più ampio e attirando i cagnolini con del ci-
bo. Un operatore è sceso nel pozzo a tranquillizzarli. Impossibile per loro risalire in superficie. Per fortuna il sistema irriguo era privo d’acqua. Gli animali non erano feriti. É stato così allertato il servizio di recupero dell’Ulss 6 Euganea con l’addetto giunto da Vigonza. Sotto la sua direzione sono stati presi e messi in salvo
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dai vigili del fuoco. «Non hanno il microchip - ha evidenziato l’esperto - rimarranno 10 giorni nel canile sanitario di Selvazzano. Poi saranno sterilizzati e portati nel parco zoofilo di Presina. Con tutta probabilità gli animali sono entrati da un lato del pozzo, rimasto aperto». M.C. IL RECUPERO I due meticci sono stati recuperati dai vigili del fuoco di Cittadella all’interno di un pozzo di via Beltramina, che fa parte del sistema di regolazione delle acque nella cittadina
Controlli a raffica l’altra notte nelle principali arterie del Camposampierese e della cintura urbana. A Saonara i carabinieri della stazione di Legnaro hanno fermato due automobilisti entrambi trovati positivi all’alcoltest. Il caso più grave ha riguardato E.M., di 26 anni, di Monselice, fermato in via Vittorio Emanuele. L’automobilista, che si trovava al volante di una Ford Fiesta quando ha visto il posto di controllo ha cercato di svoltare per evitare gli accertamenti. Una volta fermato è risultato positivo con un tasso di 1,93 g/lt, quasi quattro volte il limite consentito dal codice della strada. É stato denunciato per guida in stato d’ebbrezza con contestuale ritiro della patente. Sempre a Saonara è finito nei guai anche un neopatentato di Noventa su Mini, positivo con 0,64. Immediato il ritiro della patente. A Trebaseleghe i carabinieri hanno fermato F.N., di 22 anni, di Borgoricco. Il giovane al volante ha manifestato un certo nervosismo che ha indotto gli investigatori dell’Arma di Cittadella ad approfondire gli accertamenti. In auto deteneva un coltello a serramanico con lama di 10 centimetri e una dose di hashish. É stato segnalato alla Prefettura in qualità di assuntore, denunciato per porto abusivo di strumenti atti ad offendere e gli è stata ritirata la patente di guida. C.Arc.
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Nordest
LEGA, IN VENETO 3.500 NUOVI ISCRITTI Al termine del fine settimana di gazebo per il tesseramento sono oltre 3.500 i nuovi iscritti alla Lega in Veneto. Lo rende noto il commissario Lorenzo Fontana
Lunedì 17 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’intervista Ettore Rosato rriveremo terzi, aveva detto il deputato veronese Gianni Dal Moro ai colleghi del Partito Democratico del Veneto durante la riunione notturna della direzione regionale in quel di via Beato Pellegrino, Padova. Ancora non si sapeva se il candidato governatore in pectore, Arturo Lorenzoni, sarebbe riuscito a ricucire i rapporti con l’intero centrosinistra. Non solo i civici, non solo il Pd, non solo gli esponenti di Articolo Uno Leu che entreranno nel listone de Il Veneto che Vogliamo. Il punto era: cosa faranno i centristi ora che il Pd ha deciso di convergere sul vice del sindaco padovano Sergio Giordani? Ebbene, adesso è ufficiale: in Veneto i centristi di Matteo Renzi e di Carlo Calenda correranno da soli. La conferma arriva dall’onorevole Ettore Rosato, presidente nazionale di Italia Viva, vicepresidente della Camera dei deputati.
A
Presidente Rosato, il Partito Democratico del Veneto ha deciso di appoggiare la candidatura a presidente della Regione del Veneto del professor Arturo Lorenzoni, attuale vicesindaco di Padova, espressione di una lista civica. Voi di Italia Viva cosa farete? «Noi, insieme a +Europa e insieme ad Azione, lavoreremo su una nostra candidatura». Vuol dire che correrete da soli? «Sì, costruiremo un polo autonomo che parli a quel pezzo del Veneto che si aspetta una proposta veramente riformista». È Arturo Lorenzoni o è il Partito Democratico che non vi va bene? «Noi non siamo in polemica con nessuno. Noi vogliamo lanciare la nostra proposta. Del resto loro hanno fatto i loro tavoli, hanno fatto le loro discussioni, hanno assunto le loro decisioni. Noi assumiamo le nostre». Avete già un’idea di chi candidare alla presidenza della Regione Veneto? «Abbiamo più di qualche idea. Le costruiremo insieme anche ad altri movimenti e ad altri partiti che con noi vogliono fare questo percorso».
Lo strappo dei renziani «Noi corriamo da soli» Il presidente di Iv: «Con Azione e +Europa `«Nessuna polemica con Lorenzoni e Pd costruiremo una candidatura autonoma» ma una proposta riformista per il Veneto»
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LA DECISIONE Ettore Rosato con Matteo Renzi. Alle Regionali in Veneto Italia Viva ha deciso di non correre con il Pd e di presentare un proprio candidato assieme ad Azione e +Europa
UN REGALO A ZAIA? NO, PIUTTOSTO LUI È STATO FAVORITO DA UNA SCELTA MOLTO APPIATTITA A SINISTRA CONTE E DEMOCRATICI STANNO CERCANDO UN’ALTRA MAGGIORANZA PER NOI STARE ASSIEME NON VUOL DIRE ESSERE SUPINI AI LORO DIKTAT
I Verdi con Lorenzoni, liste in tutte le province `Zanella: «Saremo
presenti dappertutto con il nostro simbolo» LA DECISIONE VENEZIA «Ci sarà il nostro Girasole, il simbolo dell’European Green Party, anche nel Veneto alle prossime elezioni regionali, a sostegno di Arturo Lorenzoni». È quanto annuncia Luana Zanella (foto), portavoce del coordinamento Verdi - Europa Verde del
Veneto. Il coordinamento si è riunito sabato scorso e, visto «il buon risultato ottenuto in Veneto alle recenti elezioni europee (2,7 media regionale, 4% nelle grandi città capoluogo)», si è prefissato di far crescere ulteriormente il consenso all’ecologia politica. Tre le decisioni assunte. La prima: è stata accolta con favore ed è stata condivisa la scelta del Partito Democratico del Veneto di
candidare a presidente del Veneto nella prossima competizione elettorale il professor Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova. «Si ritiene questa candidatura ha detto Zanella un passo importante a garanzia della svolta politica e programmatica di una coalizione che deve affrontare in modo coerente ed efficace le emergenze ambientali, climatiche e sociali della nostra regione,
VENEZIA Una settimana fa era seduto in prima fila al Gran Teatro Geox di Padova, ad applaudire Matteo Salvini. Nel weekend è stato presente al gazebo di Portogruaro, per promuovere il tesseramento 2020. Ogni giorno è attivo su Facebook, per condividere pensieri, parole, opere (e rimediare a eventuali omissioni) di Luca Zaia. Insomma, Fabiano Barbisan è un fervente leghista, ma nonostante ciò da due anni e nove mesi figura all’opposizione in Consiglio regionale. E così sarà fino al termine della legislatura, a leggere la delibera con cui
l’ufficio di presidenza di Palazzo Ferro Fini ha decretato lo scioglimento del gruppo Centro Destra Veneto, da cui il 56enne di Fossalta è uscito «dichiarando altresì la propria appartenenza alle minoranze».
LA STRATEGIA Eletto nel 2015 con la lista Zaia Presidente, riscuotendo 2.182 preferenze nella circoscrizione di Venezia, nel maggio del 2017 Barbisan era entrato nel Cdv con gli ex tosiani Stefano Casali e Andrea Bassi. «Zaia mi ha detto: “Fabiano tocca a te”. E io obbedisco», aveva spiegato il consigliere, fazzoletto verde nel taschino e leone appuntato sul bavero, fa-
cendo capire di dover assecondare la svolta nazionale della Lega allora Nord appena annunciata da Salvini. Allora era evidente la strategia zaiana di allargare il perimetro della maggioranza di fatto, al di là dell’opposizione di nome, come si è successivamente visto con le votazioni pressoché sempre allineate a quelle dell’asse di governo. Un obiettivo poi clamorosamente centrato in occasione del rinnovo delle commissioni a metà mandato, quando la vicepresidenza della Sanità (ruolo istituzionalmente riservato alle minoranze) era passata senza troppe polemiche dal pentastellato Jacopo Berti proprio al pur leghista Barbisan.
Dopo che Casali e Bassi sono andati con Fratelli d’Italia, rilevando il gruppo lasciato da Sergio Berlato e sparpagliando il personale della segreteria, anche Barbisan ha deciso di traslocare ed è andato nel Misto, dove ora ha per capogruppo Piero
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Chi seguirà la trattativa in Veneto? «I nostri parlamentari Davide Bendinelli, Sara Moretto, Daniela Sbrollini. Stanno seguendo loro tre di concerto assieme al gruppo di lavoro di Azione e assieme al gruppo di lavoro di +Europa». Da Venezia a Roma: dura o non dura questo governo giallo-rosso? Cosa dobbiamo aspettarci? «Dipende dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Dipende dal Partito Democratico. Stanno cercando un’altra maggioranza, quando la troveranno ce lo diranno. Noi siamo interessati che questo governo assuma dei provvedimenti economici in grado di dare fiato all’economia. Questa è la nostra agenda. L’agenda di altri mi sembra diversa». Sta dicendo che sono Conte e il Pd a voler rompere? Non voi renziani di Italia Viva? «Beh, sono loro che stanno cercandosi un’altra maggioranza. Probabilmente devono dire di sì a tutto quello che concordano tra Pd e Movimento 5 Stelle. Per noi una cosa è essere in maggioranza insieme, una cosa è essere supini ai loro diktat. Ed essere supini ai loro diktat, noi non abbiamo nessun interesse di esserlo». Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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FEDELISSIMO Il leghista Fabiano Barbisan è stato eletto nel 2015 con la lista del presidente Luca Zaia
AL K3
È possibile immaginare una alleanza tra voi e il Partito dei Veneti? O sono due candidature e due percorsi politici completamente diversi? «Ci ragioneremo, lo valuteranno i nostri referenti territoriali in Veneto».
emergenze che la giunta Zaia non solo non ha cercato di risolvere, ma ci consegna ulteriormente aggravate». Il coordinamento ha deliberato che i Verdi/Europa Verde si presentino alle elezioni regionali, in coalizione con la guida di Arturo Lorenzoni, con il proprio simbolo in tutte le provincie e con liste aperte a candidate e candidati espressioni delle realtà ambientaliste, civiche e sociali del territorio, per rendere più forte e adeguata la sfida per la conversione ecologica del Veneto.
Lo strano caso di Barbisan il leghista che sta in minoranza LA DELIBERA
Onorevole, non crede che il fatto che l’opposizione alla Lega di Luca Zaia si sia frantumata - voi da soli con il terzo polo, il Pd per conto suo con i civici di Arturo Lorenzoni - alla fine favorisca lo stesso Zaia? «Mi sembra che Luca Zaia sia stato favorito da una scelta molto appiattita a sinistra. Una scelta legittima, che rispettiamo, ma a cui noi non ci accomodiamo».
IN PRIMA FILA DA SALVINI E AL GAZEBO DELLA LEGA L’IMPRENDITORE PASSA AL MISTO (CON RUZZANTE DI LEU PER CAPOGRUPPO): «SONO UOMO DI SQUADRA»
Ruzzante di Liberi e Uguali. Perché? «Per una scelta fatta e condivisa quasi tre anni fa», risponde serafico l’imprenditore zootecnico. Aver ribadito di stare in minoranza gli permette di rimanere vicepresidente della commissione, a quanto pare senza scalfire la sua appartenenza alla Lega. «Questa mia collocazione in Consiglio – assicura – non toglie niente al mio essere leghista, anzi, tant’è vero che partecipo alle riunioni di gruppo al K3. Non appena il presidente Zaia scioglierà la sua riserva, mi ricandiderò anch’io in una delle sue liste. Magari la prossima volta spererei di restare a tutti gli effetti in maggioranza, ma siccome sono un uomo che fa squadra, mi adeguerò alle eventuali necessità...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LEGA, IN VENETO 3.500 NUOVI ISCRITTI Al termine del fine settimana di gazebo per il tesseramento sono oltre 3.500 i nuovi iscritti alla Lega in Veneto. Lo rende noto il commissario Lorenzo Fontana
Lunedì 17 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
L’intervista Ettore Rosato rriveremo terzi, aveva detto il deputato veronese Gianni Dal Moro ai colleghi del Partito Democratico del Veneto durante la riunione notturna della direzione regionale in quel di via Beato Pellegrino, Padova. Ancora non si sapeva se il candidato governatore in pectore, Arturo Lorenzoni, sarebbe riuscito a ricucire i rapporti con l’intero centrosinistra. Non solo i civici, non solo il Pd, non solo gli esponenti di Articolo Uno Leu che entreranno nel listone de Il Veneto che Vogliamo. Il punto era: cosa faranno i centristi ora che il Pd ha deciso di convergere sul vice del sindaco padovano Sergio Giordani? Ebbene, adesso è ufficiale: in Veneto i centristi di Matteo Renzi e di Carlo Calenda correranno da soli. La conferma arriva dall’onorevole Ettore Rosato, presidente nazionale di Italia Viva, vicepresidente della Camera dei deputati.
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Presidente Rosato, il Partito Democratico del Veneto ha deciso di appoggiare la candidatura a presidente della Regione del Veneto del professor Arturo Lorenzoni, attuale vicesindaco di Padova, espressione di una lista civica. Voi di Italia Viva cosa farete? «Noi, insieme a +Europa e insieme ad Azione, lavoreremo su una nostra candidatura». Vuol dire che correrete da soli? «Sì, costruiremo un polo autonomo che parli a quel pezzo del Veneto che si aspetta una proposta veramente riformista». È Arturo Lorenzoni o è il Partito Democratico che non vi va bene? «Noi non siamo in polemica con nessuno. Noi vogliamo lanciare la nostra proposta. Del resto loro hanno fatto i loro tavoli, hanno fatto le loro discussioni, hanno assunto le loro decisioni. Noi assumiamo le nostre». Avete già un’idea di chi candidare alla presidenza della Regione Veneto? «Abbiamo più di qualche idea. Le costruiremo insieme anche ad altri movimenti e ad altri partiti che con noi vogliono fare questo percorso».
Lo strappo dei renziani «Noi corriamo da soli» Il presidente di Iv: «Con Azione e +Europa `«Nessuna polemica con Lorenzoni e Pd costruiremo una candidatura autonoma» ma una proposta riformista per il Veneto»
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LA DECISIONE Ettore Rosato con Matteo Renzi. Alle Regionali in Veneto Italia Viva ha deciso di non correre con il Pd e di presentare un proprio candidato assieme ad Azione e +Europa
UN REGALO A ZAIA? NO, PIUTTOSTO LUI È STATO FAVORITO DA UNA SCELTA MOLTO APPIATTITA A SINISTRA CONTE E DEMOCRATICI STANNO CERCANDO UN’ALTRA MAGGIORANZA PER NOI STARE ASSIEME NON VUOL DIRE ESSERE SUPINI AI LORO DIKTAT
I Verdi con Lorenzoni, liste in tutte le province `Zanella: «Saremo
presenti dappertutto con il nostro simbolo» LA DECISIONE VENEZIA «Ci sarà il nostro Girasole, il simbolo dell’European Green Party, anche nel Veneto alle prossime elezioni regionali, a sostegno di Arturo Lorenzoni». È quanto annuncia Luana Zanella (foto), portavoce del coordinamento Verdi - Europa Verde del
Veneto. Il coordinamento si è riunito sabato scorso e, visto «il buon risultato ottenuto in Veneto alle recenti elezioni europee (2,7 media regionale, 4% nelle grandi città capoluogo)», si è prefissato di far crescere ulteriormente il consenso all’ecologia politica. Tre le decisioni assunte. La prima: è stata accolta con favore ed è stata condivisa la scelta del Partito Democratico del Veneto di
candidare a presidente del Veneto nella prossima competizione elettorale il professor Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova. «Si ritiene questa candidatura ha detto Zanella un passo importante a garanzia della svolta politica e programmatica di una coalizione che deve affrontare in modo coerente ed efficace le emergenze ambientali, climatiche e sociali della nostra regione,
VENEZIA Una settimana fa era seduto in prima fila al Gran Teatro Geox di Padova, ad applaudire Matteo Salvini. Nel weekend è stato presente al gazebo di Portogruaro, per promuovere il tesseramento 2020. Ogni giorno è attivo su Facebook, per condividere pensieri, parole, opere (e rimediare a eventuali omissioni) di Luca Zaia. Insomma, Fabiano Barbisan è un fervente leghista, ma nonostante ciò da due anni e nove mesi figura all’opposizione in Consiglio regionale. E così sarà fino al termine della legislatura, a leggere la delibera con cui
l’ufficio di presidenza di Palazzo Ferro Fini ha decretato lo scioglimento del gruppo Centro Destra Veneto, da cui il 56enne di Fossalta è uscito «dichiarando altresì la propria appartenenza alle minoranze».
LA STRATEGIA Eletto nel 2015 con la lista Zaia Presidente, riscuotendo 2.182 preferenze nella circoscrizione di Venezia, nel maggio del 2017 Barbisan era entrato nel Cdv con gli ex tosiani Stefano Casali e Andrea Bassi. «Zaia mi ha detto: “Fabiano tocca a te”. E io obbedisco», aveva spiegato il consigliere, fazzoletto verde nel taschino e leone appuntato sul bavero, fa-
cendo capire di dover assecondare la svolta nazionale della Lega allora Nord appena annunciata da Salvini. Allora era evidente la strategia zaiana di allargare il perimetro della maggioranza di fatto, al di là dell’opposizione di nome, come si è successivamente visto con le votazioni pressoché sempre allineate a quelle dell’asse di governo. Un obiettivo poi clamorosamente centrato in occasione del rinnovo delle commissioni a metà mandato, quando la vicepresidenza della Sanità (ruolo istituzionalmente riservato alle minoranze) era passata senza troppe polemiche dal pentastellato Jacopo Berti proprio al pur leghista Barbisan.
Dopo che Casali e Bassi sono andati con Fratelli d’Italia, rilevando il gruppo lasciato da Sergio Berlato e sparpagliando il personale della segreteria, anche Barbisan ha deciso di traslocare ed è andato nel Misto, dove ora ha per capogruppo Piero
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Chi seguirà la trattativa in Veneto? «I nostri parlamentari Davide Bendinelli, Sara Moretto, Daniela Sbrollini. Stanno seguendo loro tre di concerto assieme al gruppo di lavoro di Azione e assieme al gruppo di lavoro di +Europa». Da Venezia a Roma: dura o non dura questo governo giallo-rosso? Cosa dobbiamo aspettarci? «Dipende dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Dipende dal Partito Democratico. Stanno cercando un’altra maggioranza, quando la troveranno ce lo diranno. Noi siamo interessati che questo governo assuma dei provvedimenti economici in grado di dare fiato all’economia. Questa è la nostra agenda. L’agenda di altri mi sembra diversa». Sta dicendo che sono Conte e il Pd a voler rompere? Non voi renziani di Italia Viva? «Beh, sono loro che stanno cercandosi un’altra maggioranza. Probabilmente devono dire di sì a tutto quello che concordano tra Pd e Movimento 5 Stelle. Per noi una cosa è essere in maggioranza insieme, una cosa è essere supini ai loro diktat. Ed essere supini ai loro diktat, noi non abbiamo nessun interesse di esserlo». Alda Vanzan
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FEDELISSIMO Il leghista Fabiano Barbisan è stato eletto nel 2015 con la lista del presidente Luca Zaia
AL K3
È possibile immaginare una alleanza tra voi e il Partito dei Veneti? O sono due candidature e due percorsi politici completamente diversi? «Ci ragioneremo, lo valuteranno i nostri referenti territoriali in Veneto».
emergenze che la giunta Zaia non solo non ha cercato di risolvere, ma ci consegna ulteriormente aggravate». Il coordinamento ha deliberato che i Verdi/Europa Verde si presentino alle elezioni regionali, in coalizione con la guida di Arturo Lorenzoni, con il proprio simbolo in tutte le provincie e con liste aperte a candidate e candidati espressioni delle realtà ambientaliste, civiche e sociali del territorio, per rendere più forte e adeguata la sfida per la conversione ecologica del Veneto.
Lo strano caso di Barbisan il leghista che sta in minoranza LA DELIBERA
Onorevole, non crede che il fatto che l’opposizione alla Lega di Luca Zaia si sia frantumata - voi da soli con il terzo polo, il Pd per conto suo con i civici di Arturo Lorenzoni - alla fine favorisca lo stesso Zaia? «Mi sembra che Luca Zaia sia stato favorito da una scelta molto appiattita a sinistra. Una scelta legittima, che rispettiamo, ma a cui noi non ci accomodiamo».
IN PRIMA FILA DA SALVINI E AL GAZEBO DELLA LEGA L’IMPRENDITORE PASSA AL MISTO (CON RUZZANTE DI LEU PER CAPOGRUPPO): «SONO UOMO DI SQUADRA»
Ruzzante di Liberi e Uguali. Perché? «Per una scelta fatta e condivisa quasi tre anni fa», risponde serafico l’imprenditore zootecnico. Aver ribadito di stare in minoranza gli permette di rimanere vicepresidente della commissione, a quanto pare senza scalfire la sua appartenenza alla Lega. «Questa mia collocazione in Consiglio – assicura – non toglie niente al mio essere leghista, anzi, tant’è vero che partecipo alle riunioni di gruppo al K3. Non appena il presidente Zaia scioglierà la sua riserva, mi ricandiderò anch’io in una delle sue liste. Magari la prossima volta spererei di restare a tutti gli effetti in maggioranza, ma siccome sono un uomo che fa squadra, mi adeguerò alle eventuali necessità...». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Lunedì 17 Febbraio 2020 www.gazzettino.it
Allarme incendi
Bruciano gli schianti: ettari in fumo Mentre ieri si concludeva la bonifica a Col Melon-Pedavena `Il rogo è stato subito circoscritto, ma è stato necessario scattava un nuovo allarme a Auronzo: il fuoco in via ospedale realizzare un “maxi-tubo” di 400 metri per portare l’acqua
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L’ALLARME BELLUNO Continuano a bruciare gli schianti di Vaia. Non c’è pace per i boschi bellunesi, che in queste settimane di siccità hanno visto andare in fumo diversi ettari su cui si erano adagiate le piante piegate dalle raffiche dell’uragano del 29 ottobre 2018. Mentre ieri i vigili del fuoco stavano terminando la bonifica dell’incendio che era scoppiato a Col Melon, sopra Pedavena, un altro allarme nel pomeriggio ad Auronzo di Cadore, nella boscaglia della zona chiesa-ospedale. Il bilancio in questo caso è molto meno grave, ma dopo i 3mila ettari di bosco andati in fumo sul Col Curiè, a Presenaio di San Pietro, il prezzo che la provincia sta pagando diventa veramente troppo alto. E la siccità non accenna a fermarsi.
AD AURONZO Erano le 17.15 di ieri quando un residente di Auronzo ha chiesto aiuto al 115 per l’incendio che vedeva dietro l’ospedale, nell’omonima via. Bisognava fare presto perché se il fuoco non veniva fermato poteva raggiungere fino a 2mil a metri di quota, rovinando il bosco, Sul posto sono intervenute subito due squadre dei vigili del fuoco da Santo Stefano e altrettante dei pompieri volontari di Auronzo. L’area boschiva, dove erano visibili gli schianti, si trova a 200 metri all’ospedale ed
NUOVO ALLARME ieri ad Auronzo nei boschi a 200 metri dall’ospedale Le fiamme fermate con un tubo di 400 metri
è stato fondamentale il tempestivo intervento dei pompieri e dei volontari della protezione civile. Hanno organizzato un maxi-tubo da 400 metri, unando 20 tubi, per portare l’acqua. «Ottimo lavoro - diceva ieri pomeriggio l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin -. Grazie ai nostri volontari di Auronzo guidati da Adriano Zanella che, insieme ai vigili del fuoco, in poche decine di minuti hanno circoscritto l’area di incendio e spento il focolaio principale. Adesso si procede con le azioni di bonifi-
NEL FELTRINO SONO ANDATI PERSI 20MILA METRI QUADRATI DI LEGNAME DI PRIVATI E COMUNE
L’ANALISI «Questo mese è risultato molto mite e siccitoso - ha detto l’Arpav nell’analisi di gennaio -. Quest’anno si è dimostrato molto anomalo, con precipitazioni praticamente assenti, temperature quasi sempre più alte del normale e ben 26 giorni di bel tempo. Per ritrovare un mese di gennaio simile, cioè sia molto mite, sia siccitoso, bisogna risalire al 1983. Le precipitazioni totali mensili sono state quasi assenti, generalmente inferiori a 10 mm».
A PEDAVENA E pensare che era appena stata stabilizzata la situazione dell’incendio boschivo che aveva colpito il Col Melon sopra Pedavena nella tarda serata di sabato. Ieri nel pomeriggio erano ancora presenti i volontari feltrini con l’autobotte. Sono rientrati intorno alle 15. Il bilancio è ancora una volta grave: sono andati persi due ettari di bosco e schianti, ovvero sono stati interessati 20mila metri quadrati di terreno. «Tutto Col Melon - spiega il sindaco di Pedavena Nicola Castellaz - è stato interessato dagli schianti di Vaia. La parte che è andata a fuoco era di provati e per una piccola particella del Comune. Ma quella zona comunale non era coinvolta rispetto alla raccolta del legname che si sta svolgendo nella parte comunale del Col Melon. Ci saremo arrivati successivamente». Ma il fuoco è arrivato prima. Le cause che hanno scatenato l’incendio non sono ancora note. «Un grazie ai nostri operatori forestali regionali e ai volontari dei gruppi della Protezione Civile Feltrina e dell’Ana Feltre», ha detto l’assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin. Olivia Bonetti
incendio in aree boscate, cespugliate o arborate, e comunque entro la distanza di cento metri dai medesimi terreni».
LE CONDIZIONI BELLUNO Non era allerta incendi. Ma il mix micidiale di condizioni meteo, vento di Fohen che nei giorni scorsi ha fatto danni, e siccità hanno di fatto innescato una situazione esplosiva.
ca».
IL DANNO persi 20mila metri quadrati di schianti sul Col Melon a Pedavena, a causa del fuoco che si è scatenato sabato sera
Vento e settimane di siccità: un mix esplosivo per il fuoco LA PERICOLOSITÀ Una decina di giorni fa la Direzione della Protezione Civile della Regione del Veneto aveva dichiarato lo stato di grave pericolosità per incendi boschivi ma solo nelle province di Verona e Vicenza. «Viste le condizioni meteo-climatiche - diceva la Regione - e vegetazionali, è stato
MA AL MOMENTO LA REGIONE NON HA DICHIARATO LA PERICOLOSITÀ, SCATTATA SOLO PER VICENZA E VERONA
dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi per tutti i territori comunali a rischio delle province di Verona e Vicenza. Fino alla comunicazione di revoca dello stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi, sono pertanto vietate tutte le operazioni che possono creare pericolo o possibilità di
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IL PREVISORE dell’Arpav Thierry Robert Luciani
PAZZO METEO «Andiamo a chiudere - conferma il meteorologo Thierry Robert-Luciani, dall’Ufficio Meteorologia Alpina e Climatologia Arpav del Centro Valanghe di Arabba - un trimestre con pochissime precipitazioni, quasi di assenza di neve in montagna. In alta quota ci siamo salvati solo grazie alle precipitazioni di novembre, ma le prealpi pagano dazio». E sulle raffiche che nei giorni scorsi non hanno dato pace e hanno causato danni: «Non hanno niente a che vedere con Vaia sono situazioni diverse - spiega Thierry Robert-Luciani, che fu il previsore di Vaia - sono raffiche di Fohen: ma ora c’è una sensibilità particolare legata al post Vaia».
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PADOVA
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Scossone Regionali sul Comune la scelta
La decisione dei Verdi «Anche noi con il prof»
Il sindaco Sergio Giordani e il suo vice Arturo Lorenzoni: guidano il Comune dal giugno del 2017
«Rimpasto, nessuna fretta Centrodestra smemorato» Carrai, presidente di Orizzonti, anticipa l’agenda post-candidatura di Lorenzoni E ricorda: «Nel 2010 Zaia e nel 2014 Bitonci non si erano affatto dimessi» Claudio Baccarin «Le dimissioni da vicesindaco? Calma e gesso. Deciderà Arturo. Ne discuteremo insieme alla Lista Lorenzoni Sindaco, a Coalizione Civica, e soprattutto con il sindaco Sergio Giordani. Ma nei tempi dettati dalla politica e scanditi dalla legge. Insomma, non c’è nessuna fretta». L’ex assessore comunale Marco Carrai, presidente dell’associazione Orizzonti-Il Futuro insieme, è uno degli uomini più vicini ad Arturo Lorenzoni, 53 anni, docente di Economia dell’Energia al Bo, pronto a sfidare il governatore uscente Luca Zaia, che sta per compierne 52. Carrai, adesso cosa succede? In vista delle elezioni Regionali, che dovrebbero svolgersi il 31 maggio, il
professor Lorenzoni lascia la giunta? «Arturo non è ancora formalmente il candidato governatore del centrosinistra. Lo sarà quando saranno perfezionati gli apparentamenti con le altre liste della coalizione e verrà raccolta la documentazione che deve accompagnare la candidatura. Le norme sono sostanza». E quindi a che punto siamo? «Il Partito democratico ha dato mandato al suo segretario regionale Alessandro Luigi Bisato di sondare la disponibilità di Lorenzoni a guidare la coalizione. Lunedì (oggi, OES) o martedì si terrà un tavolo al quale siederanno i rappresentanti de “Il Veneto che vogliamo” e dei Verdi. Verificheremo anche le intenzioni di Italia Viva e di +Europa. Magari qualcuno avrà bi-
sogno di più tempo per sciogliere la riserva. Il cantiere pertanto resterà aperto in attesa di nuove adesioni. La strada però è tracciata». Quindi il vicesindaco Lorenzoni non abbandonerà immediatamente l’esecutivo di Padova? «Come ho detto, ci sono alcuni passaggi da fare fino alla formalizzazione della candidatura. Poi si avvierà una riflessione insieme al sindaco Giordani nei tempi che ci daremo tutti insieme». Alcuni consiglieri di opposizione come Alain Luciani della Lega, Eleonora Mosco di Cambiamo! e Matteo Cavatton di Fdi, chiedono che il primo cittadino revochi immediatamente le deleghe al vicesindaco. «Mi sa che per questi signori s’impone un bel ripasso delle norme. Nel contempo li invi-
MARCO CARRAI È IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ORIZZONTI
«Nei prossimi giorni si terranno i tavoli per la definizione delle liste che aderiranno alla coalizione»
to a prendere qualche buon integratore per la memoria». Cosa intende dire? «Beh, nessuna legge impone in questo momento ad Arturo Lorenzoni di dimettersi da vicesindaco. Nel contempo mi pare che qualcuno abbia dimenticato, ad esempio, che Massimo Bitonci ha affrontato nel 2014 la campagna elettorale per Palazzo Moroni mentre sedeva in Senato e che ha lasciato Palazzo Madama quasi un mese dopo che era stato eletto sindaco. E Luca Zaia, nel 2010, ha fatto la campagna elettorale per le Regionali vestendo i panni di ministro dell’Agricoltura, dando poi vita a uno scambio di poltrone con Giancarlo Galan. Insomma, per gli amici del centrodestra un po’ di sano fosforo risulterebbe utile». Il calendario dice che più o meno mancano tre mesi al voto per le Regionali. Lorenzoni avrà il tempo necessario per presentare il suo programma in giro per il Veneto? «Il tempo c’è. Non appena la coalizione di centrosinistra sarà costituita, Arturo comincerà a girare la regione per presentare le sue proposte. Con la serietà e la competenza che ha dimostrato nel suo impegno a Padova». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
elly schlein
«Arturo è la persona giusta per il Veneto» «Arturo è la persona giusta per il Veneto perché tiene insieme competenza, serietà e grande umanità. E sta già facendo bene come vicesindaco di Padova». Il professor Lorenzoni incassa il sostegno entusiasta di Elly Schlein, neo-vicepresidente della giunta regionale dell’ Emilia-Romagna.
La richiesta di necrologie potrà essere effettuata contattando il n. verde, attivo tutti giorni, compresi i festivi, dalle h. 10:00 alle h. 19:30. A. Manzoni & C. S.p.A.
«Ci sarà il nostro Girasole, il simbolo dell’European Green Party anche nel Veneto alle prossime elezioni regionali, a sostegno di Arturo Lorenzoni». Ad annunciarlo è il coordinamento Verdi-Europa Verde del Veneto, che si è riunito sabato. «Infatti, a partire dal buon risultato ottenuto in Veneto delle recenti elezioni europee (2,7 media regionale, il 4% nelle grandi città capoluogo) e puntando a far crescere ulteriormente il consenso all’ecologia politica», il coordinamento dei Verdi del Veneto ha deciso «di accogliere con favore e di condividere la scelta del Partito Democratico del Veneto di candidare a presidente del Veneto nella prossima competizione elettorale il professor Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova». I Verdi del Veneto ritengono che «questa candidatura rappresenti un passo importante a garanzia della svolta politica e programmatica di una coalizione che deve affrontare in modo coerente ed efficace le emergenze ambientali, climatiche e sociali della nostra regione, emergenze che la giunta guidata da Luca Zaia non solo non ha cercato di risolvere, ma ci consegna ulteriormente aggravate». Il coordinamento dei Verdi-Europa Verde ha stabilito che la lista si presenti alle elezioni regionali, in coalizione con la guida di Arturo Lorenzoni, con il proprio simbolo in tutte le province e «con liste aperte a candidate e candidati espressioni delle realtà ambientaliste, civiche e sociali del territorio, per rendere più forte e adeguata la sfida per la conversione ecologica del Veneto». Lorenzoni incassa pertanto un nuovo, significativo, sostegno.
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REGIONE
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La lotta alle organizzazioni malavitose Allarme del prefetto Rizzi: «Ricchezza della regione nel mirino dei boss È una criminalità in doppiopetto che si infiltra nell’economia legale»
Il vice capo della Polizia «Le mafie in Veneto più che comandare vogliono fare soldi» Gli arresti, un anno fa, del clan Donadio a Eraclea e, sotto, il vice capo della Polizia Vittorio Rizzi
L’INTERVISTA
Carlo Mion ento misure cautelari eseguite, per associazione mafiosa, in un mese nel 2019. In Veneto si può parlare ancora di infiltrazioni? «Il Veneto, in ragione della posizione strategica nonché delle numerose imprese attive, è una delle regioni trainanti per l’economia italiana. Le infrastrutture e la ricchezza prodotta dalle aziende rappresentano obiettivi di grande interesse per la criminalità mafiosa che cerca di infiltrare, in maniera “silente”, l’economia le-
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«Il “modus operandi” è di avvicinare le imprese in difficoltà per poi acquisirne la proprietà» gale. Il modus operandi è quello di avvicinare le imprese in difficoltà, proponendosi come soci e finanziatori, per poi acquisirne la proprietà. In alcuni casi sono gli stessi imprenditori in difficoltà a rivolgersi a soggetti vicini alle consorterie mafiose per la risoluzione di problemi economici. D’altra parte le organizzazioni criminali non esitano, poi, a far ricorso all’intimidazione per raggiungere i propri obiettivi». Inizia così l’intervista su “Mafia a Nordest”, al Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Capo della
Polizia e direttore centrale della Polizia Criminale e già capo della Squadra Mobile di Venezia. C’è stata disattenzione nel valutare i segnali che qualche cosa, anche nel tessuto socio-economico della “locomotiva d’Italia”, stava cambiando? «C’è sempre stata da parte della Magistratura e delle Forze di Polizia forte consapevolezza della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata. Le Istituzioni e le Forze di Polizia hanno sempre vigilato utilizzando gli strumenti normativi a disposizione per prevenire e contrastare i tentativi di infiltrazione criminale nel tessuto socio economico e nel settore pubblico. A riprova di tale attività, ci sono i positivi risultati conseguiti con i numerosi arresti e con le disarticolazioni di propaggini di organizzazioni mafiose nel Veneto. Solo per citarne alcune si pensi alle operazioni “Terry”, del 12 febbraio 2019 a Verona, Venezia, Vicenza, Treviso, Crotone, Ancona e Genova, “Camaleonte”, del 12 marzo 2019 a Padova, Venezia, Vicenza Treviso, Belluno e altre province italiane e “Maestrale 2017”, del 16 maggio 2019 a Verona, Bari, Molfetta (Ba), Trani, Augusta e Lecce. Queste attività hanno portato, nel complesso, all’arresto o al deferimento di oltre 130 persone». Al Nord la mafia non usa la lupara, ma le mazzette. L’effetto è lo stesso. È cambiata la mafia o si è solo adeguata al territorio da conquistare? «La mafia adotta il metodo
della cosiddetta “colonizzazione”, cerca cioè di espandersi nei territori dove c’è ricchezza, cerca di investire e riciclare i proventi delle attività delittuose. Le consorterie hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento e di mimetizzazione nel tessuto sociale al fine di non attirare su di sé l’attenzione delle Forze di Polizia. La scelta è stata quella di accreditarsi presso imprenditori, professionisti, politici, funzionari e amministratori pubblici per raggiungere i propri scopi attraverso le promesse di guadagni o più banalmente con il metodo corruttivo». In un’intercettazione il capoclan Luciano Donadio dice: Noi siamo i casalesi di Eraclea”. Le cosche al Nord
«Cercano credito con la classe dirigente per raggiungere i propri scopi» godono di autonomia, rispetto alla “casa madre”? «Nel Veneto, come altrove, le diverse organizzazioni mafiose mantengono i collegamenti con le regioni d’origine. A seconda del tipo di organizzazione è evidente che si cerchi di riproporre le stesse strutture criminali della zona di provenienza e di ricevere appoggi da esse. In taluni casi può esistere dipendenza, in altri potremmo parlare di autonomia. Di fatto la criminalità è in continua evoluzione e dimostra grandi capacità imprendi-
toriali e di adattamento. In particolare, i modelli criminali tradizionali così come venivano rappresentati nel passato sono mutati: oggi le organizzazioni criminali pongono al centro il business e quindi c’è trasversalità e i modelli orizzontali (che prevedono autonomia) coesistono con quelli verticali (che fanno riferimento a strutture gerarchiche)». Camorra, ‘ndrangheta e mafia. Sono presenti in Veneto, ma non si registra conflittualità. È possibile che ci sia un accordo? «La criminalità oggi fa affari e non ha come obiettivo prioritario l’affermazione di una supremazia con l’uso delle armi. Se è funzionale al business si fanno accordi e ci si arricchisce anche in ragione del fatto che più le organizzazioni criminali si mimetizzano meno attirano l’attenzione delle Forze di polizia. Una criminalità non conflittuale può realizzare una penetrazione profonda e silente del tessuto economico, politico e sociale di un territo-
rio». Nordest e Grandi opere. Sono sufficienti gli strumenti di controllo esistenti, per impedire che quanto sarà realizzato, diventi business per le cosche? «Gli strumenti di controllo e la normativa italiana rappresentano un modello per tutti i paesi che subiscono l’aggressione delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Lo stesso articolato sistema delle misure di prevenzione costituisce uno straordinario strumento per aggredire i proventi illeciti delle organizzazioni criminali. Le cosche, per mere ragioni di business, immettono nel circuito economico legale, i proventi delle attività illecite tipiche dei grandi gruppi crimi-
«Tra il 2014 e il 2018 sono state emesse interdittive pari al 10% del dato nazionale» nali (il traffico di stupefacenti e di armi, l’usura, l’estorsione, la tratta degli esseri umani) facendo venir meno il principio della libera concorrenza di mercato. Il riciclaggio di questi proventi rende il territorio apparentemente e illusoriamente ricco di risorse, ma in realtà svuotato di ogni contenuto imprenditoriale legale e di prospettive future. L’attività di prevenzione è particolarmente complessa ed anticipata in quanto riguarda anche le fasi autorizzative e di aggiudicazione degli appalti, nel cor-
L’INIZIO DEL CARNEVALE
Volo dell’Angelo per 25 mila E Venezia torna a fare il pieno VENEZIA. Ritorno alla normalità, nella speranza che Venezia si sia messa alle spalle il dramma dell’acqua alta di novembre e che il Carnevale prevalga anche sulla psicosi coronavirus cinese. In 25 mila ieri mattina hanno assistito da una piazza San Marco gremita al tradizionale Volo dell’Angelo, con la Maria del 2019 Linda Pani a librarsi dal Campanile fino al palco allestito al centro della piazza. Altri 5 mila sono stati
bloccati ai varchi d’accesso allo spettacolo a causa della capienza massima raggiunta. In giro per le calli e i campielli, però, i numeri dicono 100 mila presenze tra turisti e visitatori di giornata che, complice il sole, hanno attraversato la città storica colorandola di maschere e travestimenti. Numeri di una città che si rimette in moto, con una boccata d’ossigeno anche per gli alberghi le cui prenotazioni nel
week end hanno raggiunto l’80%, grazie ai last minute e a prezzi ribassati. Tolto l’aspetto festoso, però, di ritorno alla “normalità” parlano i residenti costretti ancora una volta allo zig zag lungo le principali (e ingolfatissime) direttrici: città bloccata e calli intasate. Già dalle 11 di mattina, ben un’ora prima dello spettacolo più atteso, i varchi di accesso a piazza hanno dovuto bloccare l’accesso agli spettatori. Inevitabili le
Il Volo dell’Angelo ieri in Piazza San Marco
so delle quali non sono infrequenti fenomeni di corruzione e turbativa d’asta. I Prefetti, avvalendosi dei Gruppi Investigativi Antimafia, prevengono le infiltrazioni criminali con lo strumento delle Interdittive Antimafia. Nell’ambito della Direzione Centrale della Polizia Criminale - Servizio Analisi Criminale, opera, inoltre, un gruppo specializzato proprio nell’effettuare questo tipo di controlli, nel 2019 ha infatti controllato 3248 società e in 360 casi sono state evidenziate criticità che hanno portato all’emanazione di provvedimenti interdittivi. Nel Nordest tra il 2014 e il 2018, sono state emesse Interdittive Antimafia pari al 10% del dato nazionale». Il Nordest è lo sbocco, nel sud Europa, della “rotta balcanica”. Droga, armi e traffico di esseri umani, passano anche di qua. Ci può essere una saldatura tra i gruppi criminali stranieri e le cosche che operano da noi? «Sarebbe riduttivo pensare che il Nordest sia solo lo sbocco naturale della “rotta balcanica”, intesa in senso criminale. Oggi la criminalità organizzata non ha confini, il business è l’obiettivo di tutte le consorterie criminali. Un esempio per tutti è quello della cosiddetta tratta delle bianche, che viene gestita dalle mafie balcaniche sia nella fase del reclutamento che del trasferimento in Italia. La gestione poi dei proventi, se necessario, viene condivisa con le mafie italiane». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
code e gli ingorghi lungo il perimetro di San Marco e a Rialto. Un fiume di persone si è riversato lungo Mercerie e Strada Nuova. Chi è riuscito a entrare in piazza si è goduto lo spettacolo del Corteo del Doge, a cura del Cers, con oltre 250 figuranti in abiti storici. A mezzogiorno in punto, scandito dalle campane, Linda Pani ha catturato decine di migliaia di occhi (e smartphone), tutti rivolti all’insù sulle note di “Meraviglioso” dei Negramaro. Poco meno di 5 minuti per il volo che dagli ottanta metri ha portato la vincitrice del concorso delle Marie 2019 (nell’abito confezionato da Stefano Nicolao e in rigoroso arancione color Aperol, principale sponsor dell’evento) fino al centro della piazza. —
LUNEDÌ 17 FEBBRAIO 2020 LA NUOVA
VENETO ORIENTALE
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La Fiera dell’Alto Adriatico
«Uniti per scongiurare l’aumento Iva» Il presidente Zaia, sindaci del litorale e albergatori pronti a fare sistema: «Sarebbe una sciagura per il settore turistico» CAORLE. Lo spettro dell’au-
mento dell’Iva per il comparto turistico rovina la festa del 50º anniversario dalla nascita della Fiera dell’Alto Adriatico. Federalberghi Veneto però rassicura: «Non accadrà». Intanto i timori sono fondati. Ieri mattina al taglio del nastro della manifestazione che durerà fino a mercoledì, c’era il presidente del Veneto Luca Zaia, al quale amministratori e albergatori hanno evidenziato le loro preoccupazioni. «É una vergogna» ha detto Zaia «si tende a punire un settore trainante come il turismo, una vera e propria locomotiva del Veneto e del Paese. Gli albergatori hanno bisogno di aiuti e non di punizioni. Il governo pensi a contenere gli sprechi e lavori per recuperare i 200 miliardi di euro che ogni anno vengono buttati». Rincara la dose il sindaco di Jesolo. «È un disastro annunciato» ha dichiarato Davide Zoggia «Aumentare l’Iva significa fare del male all’Italia». Gianluca Forcolin, il vicepresidente e assessore regionale al Bilancio, va oltre: «Aumentare l’imposta significa far chiudere gli alberghi, far perdere il lavoro a molte famiglie». Anche il sindaco di Caorle Luciano Striuli è molto allarmato: «La politica adotti tutti gli strumenti in suo possesso per bloccare questa proposta». Caorle e Jesolo fanno sistema per la Fiera e in altri ambiti. Tutti, anche Bibione, sottolineano che unendo le forze si possono raggiungere obiettivi ambiziosi. Durante l’inaugurazione si è discusso molto dei concetti di sinergia e lungimiranza. Tutto verrebbe mortificato da un innalzamento delle imposte. «Aumentare l’Iva alberghiera è controproducente, non si deve fare» conferma il presidente della Fiera Raffaele Furlanis. Il discorso più accorato è quello di Alberto Maschio, il presidente degli albergatori di Jesolo. «Abbiamo già sco-
perto cosa significa» dice il leader Aja «nella competizione internazionale ci porterebbe fuori mercato. Io invito tutti a non vedere il turismo come una mucca da mungere ma come un settore strategico. Fare sistema è difficile. Io spero che questo comparto che pesa punti di Pil a livello nazionale venga tutelato dalla politica». Il filo rosso del futuro delle nostre spiagge passa dall’unificazione delle Fiere di Caorle e Jesolo. «Essere riusciti a superare la grande crisi economica è una soddisfazione immensa» ha detto il presidente di Federalberghi Veneto Marco Michielli «Il sogno è coinvolgere anche la costa friulana per presentarci sui mercati con un prodotto turistico che vada da Grado a Chioggia, una grande costa che vada in contrapposizione alla riviera romagnola e alle nazioni turistiche ovvero Egitto, Turchia e Grecia. Tutti uniti battiamo la loro concorrenza, disuniti invece no. Per questo non è giusto si aumentino le imposte. Non c’è una regione più bella del Veneto. Con due ore di auto si può sciare e andare al mare. Abbiamo percorsi strepitosi. Il turismo fa 18 miliardi di fatturato e non possiamo perdere posizioni. Dobbiamo continuare a performare. La qualità che abbiamo noi dobbiamo comunicarla. La qualità dei nostri albergatori è massima. Peccato per la burocrazia. All’estero non sono bravi come a casa nostra». Il sasso è lanciato, la polemica é servita. Sull'aumento dell'Iva prova a fare chiarezza Marco Michielli. «Dal governo ci hanno smentito un aumento dell’Iva, per ora siamo tranquilli. Tutto è nato dall’uscita improvvida di un parlamentare. Si tratta di posizioni estemporanee che non hanno valore, ma che ugualmente ci impongono di mantenere la guardia altissima». — Rosario Padovano © RIPRODUZIONE RISERVATA
In alto il taglio del nastro con il presidente Zaia e i sindaci di Caorle e Jesolo e, sotto, attività tra gli stand della fiera
tra rievocazioni, ringraziamenti e annunci
Furlanis: «Successo corale» Il Santuario sarà restaurato CAORLE. Il governatore Zaia coglie l’occasione per annunciare il restauro della chiesa della Madonnina. «A settembre c’è la processione per mare della Madonna. C’è in ballo il restauro del Santuario della Madonna dell’Angelo. Noi ci siamo». Ma il vero protagonista resta Raffaele Furlanis, il presidente della Venezia Expomar, acclamato dalla gente. Il sindaco Luciano Striuli ha
i presunti abusi in seminario 30 anni fa
Il parroco padovano ai fedeli «Accuse false, lo querelo» SAN MARTINO DI LUPARI. Ha
preso la parola, subito dopo la comunione, e ha detto la sua verità: «Contro di me accuse prive di fondamento, procederò con un esposto per calunnia e diffamazione». Don Livio Buso, 64 anni, parroco di San Martino di Lupari, ha scelto ieri sera di parlare alla sua comunità, senza aspettare, senza convivere con il brusio e le mezze parole. In duomo ha affrontato
con un foglio scritto e un minuto e mezzo di parole emozionate e sofferte quanto affermato da Gianbruno Cecchin, l’ex assessore di Galliera Veneta che lo ha accusato di abusi sessuali in seminario tra il 1990 e il 1991. L’eucarestia è stata celebrata da un suo collaboratore pastorale, in chiesa c'è una buona partecipazione: famiglie, tanti giovani, ragazze e ragazzi. La liturgia prevede un van-
gelo «da vertigini», come definito dal sacerdote nell’omelia: «Gesù ci chiede di fare di più. C’è durezza, ma c’è anche un alzare la posta, un andare oltre. E noi non possiamo mai dirci a posto di fronte alla proposta del comandamento dell’amore. Nessuno si salva da solo e senza Gesù non possiamo proseguire nella vita di un cammino di liberazione». La messa procede, dopo la comunione i parroc-
voluto consegnargli una targa e un quadro che riproduceva lo skyline di Caorle da piazzetta San Giovanni XXIII risalente agli anni 70. La Fiera che partí col bianco e nero oggi è a colori. «Non ci sono parole per ringraziare e ricordare tutti coloro che hanno voluto fare crescere la Settimana acquisti dell’albergatore» ha ricordato Furlanis che ha messo in mostra la prima foto della
chiani tornano a sedere. È in questo momento che don Livio prende la parola al microfono e legge come sempre gli avvisi parrocchiali: c'è la festa del carnevale, la riunione del consiglio degli affari economici, gli appuntamenti. Il primo marzo arriverà per la prima volta il vescovo Michele Tomasi per il percorso del battesimo di alcuni adulti. Don Livio, però, non si ferma qui. «Un avviso particolare», dice. Si prende una pausa, di alcuni secondi, e si schiarisce la voce. Ha un foglio in mano, legge: «Penso che molti di voi abbiate letto o sentito in questi due giorni le pesanti accuse nei confronti miei e di un altro sacerdote». La platea ascolta, in silenzio. Alcuni re-
prima inaugurazione della Fiera di Caorle all’Hotel Nettuno nel 1970 «Eravamo in pieno boom economico e ci voleva una fiera in tutte le spiagge. Caorle e Jesolo hanno tracciato una strada e l’hanno percorsa separati per 28 anni. Ora siamo più uniti che mai. Ringrazio Alessandro Peruch per quello che ha fatto. Roberto Molin e Mario Benatelli mi hanno aiutato in questo percorso
stano sorpresi, ma molti sanno a cosa si riferisce il parroco. Che va avanti e pronuncia le parole forse più difficili e solenni: «Vi assicuro, in coscienza, di fronte a Dio, che quanto dichiarato è privo di fondamento». Poi aggiunge: «Pur in un indescrivibile dolore, nel profondo del cuore sono sereno». Al termine di ogni celebrazione, nella giornata di ieri, è stato comunicato come don Livio respingesse le accuse; alle porte della chiesa sono stati distribuiti i fogli con il comunicato stampa diramato dalla diocesi di Treviso. Don Livio anticipa che adirà le vie legali: «In quanto parte lesa procederò con un esposto per calunnia e diffamazione». Poi conclude, con parole di misericordia anche nei con-
FOTO TOMMASELLA
ricco di crescita e di esperienze. Molti di questi personaggi rivivono nella mostra allestita sui pennoni dello stand di introduzione». Furlanis ha presentato la sua squadra di collaboratori dove, da sempre, c’è una forte componente femminile. Acclamati gli espositori che partecipano dalla prima edizione, gente di Caorle che con il lavoro ha fatto crescere la comunità. Ringraziamenti anche per Confcommercio «che è tornata ad appoggiarci come all’inizio». Unionmare ha tenuto un convegno sulla sicurezza del litorale dopo le gravi mareggiate. Nel pomeriggio successo a tutti gli eventi collaterali. Le celebrazioni continuano. — R.P.
fronti del suo accusatore: «Vi chiedo di pregare per noi preti, per il nostro seminario, per la chiesa tutta e per la persona che ha provocato questo dolore». Prende commiato dicendo semplicemente «grazie». La solidarietà - subito dopo la sua riflessione - gli viene tributata anche dal celebrante: «Diciamo noi grazie a te, don Livio, perché ci sei. E noi siamo con te». Si chiude con la benedizione finale ed il canto. Nel frattempo i parrocchiani commentano, nessuno dubita del proprio prete «che sta facendo moltissimo e dal suo arrivo ha saputo coinvolgere tante persone nella vita della comunità». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LUNEDÌ 17 FEBBRAIO 2020 LA TRIBUNA
REGIONE
Le nostre inchieste: Its “fabbriche” di occupati /6
Turismo, esperienza indimenticabile con la guida degli allievi dell’Academy Cinque sedi in Veneto, tre percorsi biennali e un imperativo: innovazione sostenibile e grande professionalità vantaggi rispetto a un mercato globale sempre più competitivo». La sfida è quotidiana per chi lavora in questo settore. Il Veneto con 70 milioni di presenze annue – dato del 2017 – è la regione più turistica d’Italia. Al servizio di questo esercito, pacifico ma esigente, ci sono 530 mila addetti. La formazione specialista è fondamentale. Richiede conoscenze anche in materia di robotica, big data, intelligenza artificiale, realtà virtuale e aumentata.
Alessia De Marchi JESOLO. Si parte dai numeri: è
d’obbligo per ogni istituto tecnico superiore che si rispetti, tanto più per l’Its Turismo Veneto Academy. 278 allievi – corsisti, il termine esatto per indicare diplomati e laureati che scelgono questo master per completare la formazione nel campo dell’accoglienza –; cinque sedi: Jesolo, Bardolino, Asiago, Valeggio e Treviso, in rigoroso ordine di apertura; due anni di frequenza; mille ore in aula, 800 in azienda; undici corsi attivi suddivisi in tre percorsi: Hospitality Management, Tourism 4.0, Restaurant Business Management; 500 euro come quota di frequenza annua a carico di ogni studente, il resto lo mette la Regione. E poi il dato più significativo: «Il 97 per cento dei nostri allievi trova subito occupazione», rileva Enrica Scopel, che da oltre due anni dirige l’Its. Praticamente lavoro garantito entro un anno dal diploma, «grazie alla collaborazione stretta tra scuola e aziende», spiega la direttrice il segreto del successo. Alla fine del biennio, che ha un obbligo di frequenza per almeno l’80 per cento del monte ore totale e prevede anche esperienze all’estero, si consegue un diploma statale di tecnico superiore. «Corrisponde al quinto livello Eqf ovvero European Qualification Framework, previo esame finale». Un imperativo, valido per tutti i percorsi: innovazione sostenibile e grande professionalità.
LA PASSIONE
Dietro ai numeri, freddi ma indicativi, c’è la passione. Passione di chi insegna. «L’80 per cento dei formatori», dettaglia Scopel, «sono docenti universitari, professionisti, imprenditori e consulenti». I
UNA NUOVA CASA
Ospite per ora dell’istituto professionale Cornaro di Jesolo come sede principale, l’Its sta cercando una casa tutta sua. «La scelta di una nuova sede», afferma Schiavon, «si propone come un’importante opportunità, non solo per i giovani e la loro specializzazione, ma anche per le imprese del territorio. È una totale rottura degli schemi. Risponde alle più moderne metodologie di insegnamento e apprendimento in un mercato che richiede figure sempre più specializzare e con competenze diverse». La sede individuata è l’ex elementare Colombo a Jesolo Lido. Il Comune ha messo a disposizione l’edificio e con la fondazione contribuisce alla ristrutturazione, nell’ottica di un’irrinunciabile sinergia. La cerimonia di consegna del diplomi dello scorso anno con il tradizionale lancio del tocco: una festa per allievi, docenti e partner RUOLO DA PROTAGONISTA
nomi rimandano a grandi personalità del turismo 4.0, quello della quarta rivoluzione industriale che viaggia veloce anche sul web. Passione delle aziende coinvolte negli stage pratici, a cui sono chiamati gli allievi. Erano 78 in tutto il Veneto nel 2017 tra hotel, ristoranti, agenzie di viaggi, organizzatori di eventi, . . . «E il numero cresce con candidature spontanee ogni anno», aggiunge Scopel.
Il presidente Schiavon «Noi, un osservatorio permanente per aziende del settore» Passione dei 46 partner dell’Its, costituitosi nel 2008 come fondazione privata sostenuta dalla Regione. E passione degli allievi. A loro viene chiesta sin dall’inizio:
«Per accedere all’Its si effettua una preiscrizione on line (www.itsturismo.it)», informa Scopel, «C’è un primo test scritto, ma la vera selezione viene fatta con un colloquio motivazionale». È con questo che si misura la passione, prima qualità chiesta a chi deve rendere indimenticabile ogni esperienza di turismo. Che non è solo viaggio, non è solo vacanza, ma è anche un momento conviviale curato in ogni dettaglio, è anche un con-
gresso organizzato senza trascurare alcuna opportunità. Insomma un’accoglienza 4.0. L’INNOVAZIONE
Innovazione è la parola guida dell’Its. Lo ribadisce il presidente della fondazione. l’albergatore Massimiliano Schiavon. «Lo sforzo che stiamo compiendo va sempre più nella direzione dell’innovazione», dichiara, «Anche nel turismo la parola innovazione è una realtà che può dare dei
«L’Academy Its Turismo Veneto, unico nel Nordest e uno dei 10 attivi in Italia, punta, con il supporto della Regione Veneto, dei soci fondatori e dei soci partner», chiude Schiavon, «a diventare un polo di riferimento per il sistema formativo all’avanguardia. Ha avviato partnership con centri di ricerca e studio per diventare un punto di appoggio e osservatorio permanente per le aziende del settore turistico». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
CORSI A JESOLO, ASIAGO, BARDOLINO, VALEGGIO E TREVISO
L’ospitalità è globale Viaggi oltre la realtà
Il ristorante del futuro
L’indirizzo Hospitality Management è attivo nelle sedi di Jesolo, Asiago e Bardolino. Forma specialisti pronti a gestire tutta la filiera dell’ospitalità affrontando le sfide di un mercato sempre più globale. I diplomati sanno adoperare tutti gli strumenti digitali utili negli ambiti del settore turistico, conoscono gli aspetti della gestione economica e finanziaria, elaborano strategie efficaci di posizionamento, commerciali e di marketing, sanno svilup-
A Valeggio sul Mincio e a Treviso si preparano i manager della ristorazione del futuro nel biennio di Restaurant Business Management. Oggi il mondo del food è legato alla qualità di prodotti e servizi forniti e alla capacità di far vivere al cliente un’esperienza originale e unica. Lette le esigenze di un presente proiettato al domani, Its Academy forma tecnici che conoscono territorio e prodotti, sanno usare i canali di vendita e comunicazione per promuoverli e si occupano
pare offerte che valorizzino le specifiche identità territoriali garantendo così competitività a ogni destinazione turistica. —
Nella sede di Jesolo si formano anche gli specialisti del turismo 4.0 in un percorso biennale focalizzato sul digitale. Nella quarta rivoluzione industriale in corso, l’automazione e il digitale sono parte integrante di ogni lavoro. Anche di quello di chi opera nell’ambito del turismo. Da qui la scelta di attivare un percorso (Tourism 4.0) che fornisca strumenti per la gestione di mezzi innovativi per l’operatività delle imprese turistiche, sviluppi la pratica di particolari attività esperien-
ziali grazie a tecnologie ultramoderne (realtà virtuale, aumentata, ...), abbia un occhio di riguardo per clienti con bisogni speciali. —
anche della supervisione di come il menù viene proposto a tavola dando indicazioni su arredi, luci e organizzazione del punto vendita. — Copia di promopress