01-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 22 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 21 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 21 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 32 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 37 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 37 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 12 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 19 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 19 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 4 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 36 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 36 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 21 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
01-MAR-2020 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
L'ARENA
Provincia 31
Domenica 1 Marzo 2020
PESCANTINA. Acque Veronesiinterviene sull’inquinamento.Previstal’interconnessionecon una fontesenza sostanzee lachiusuradel trafficosulponte diArcè
Pfas,chiusoilpozzo e arrivaacquapulita Domaniinizierannoi lavori perilcollegamento conilsistema idrico diBussolengo Luca Fiorin
Il pozzo di alimentazione dell’acquedotto di Pescantina al cui interno si trovavano i Pfas è stato chiuso. A comunicarlo è Acque veronesi, l’azienda che per conto del Comune gestisce i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. «Come annunciato nei mesi scorsi, ed in accordo con il Comune, lo scorso mercoledì è stata portata a compimento l’opera di dismissione del pozzo di Balconi, di cui era già stato quasi azzerato l’utilizzo da oltre un anno e mezzo a causa della presenza di sostanze perfluoro-alchiliche», dice una nota emessa ieri dalla società del servizio idrico. Nota nella quale si precisa che il livello degli inquinanti è stato «sempre al di sotto degli stringenti parametri fissati dalla Regione». L’esistenza del caso-Pfas era emersa nel dicembre scorso. A parlarne per la prima volta era stata la stessa Acque Veronesi. Aveva spiegato che, a causa della contaminazione, avrebbe realizzato una forma di alimentazione dell’acquedotto diversa rispetto all’attuale. Poi, in seguito al diffondersi di uno stato di preoccupazione fra i cittadini pescantinesi, l’azienda ha affermato pubblicamente che nell’acqua che esce dai rubinetti la presenza complessiva dei Pfas è al di sotto dei livelli di rilevabilità. Sia a di-
cembre che gennaio, secondo le analisi di cui parlano sia Acque Veronesi che il sindaco Davide Quarella, le sostanze perfluoro-alchiliche sono a livello di zero tecnico. Va comunque ricordato che il Movimento ambiente e vita-il quale da anni si batte per la soluzione dei problemi ambientali, come quello dei Pfas nella falda profonda, legati alla presenza della discarica di Ca’ Filissine-sull’intera gestione di questa situazione ha sollevato dei dubbi. Il piano anti-Pfas, comunque, non consiste solo nella chiusura del pozzo più contaminato. Anche perché presenze di queste sostanze, seppur nettamente più basse, sono state riscontrate in passato anche in due degli altri tre pozzi dell’acquedotto. Gli interventi più rilevanti sono quelli che faranno si che la rete comunale non sia più autonoma, bensì collegata ad altri acquedotti, che portano acqua pulita. Per questo domani verrà dato il via ad un’interconnessione con la rete di Bussolengo. «Questo tipo di operazioni normalmente servono per garantire la fornitura idrica nei casi di emergenza, come nei periodi di siccità o quando si verifica l’improvviso cedimento di un pozzo e permettono di prevenire i disagi che possono verificarsi in particolare dove, come accade a Pescantina, ci sono dei sistemi chiusi», spiega l’azienda.
Ilpozzo di Balconi di Pescantinachiuso daAcque Veronesi
«Sono opere che abbiamo in programma nel nostro piano degli investimenti e che andiamo a realizzare per migliorare sempre di più la qualità del servizio», aggiunge il presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli. «Le interconnessioni permettono in generale di dare risposta a due problematiche importanti», spiega il presidente. La prima è dovuta al fatto che le reti, che Acque Veronesi gestisce dal 2007, erano state realizzate seguendo ottiche strettamente locali. La seconda è data dai problemi
causati dal passare del tempo a condotte che nella maggior parte dei casi sono state realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta. Interventi di questo tipo, dovuti a problemi imprevisti, sono stati realizzati a Soave e Buttapietra ed interconnessioni sono state programmate fra Erbè e Sorgà, Palù e Oppeano, San Giovanni e Zevio, Zevio e Ronco all’Adige. «Rendere comunicanti i sistemi acquedottistici significa poter compensare carenze o criticità di aree specifiche, con flussi d’acqua provenien-
ti dai comuni vicini», rimarca Mantovanelli. A Pescantina, però, l’interconnessione avrà anche l’effetto di misura anti-Pfas. Il collegamento sarà realizzato con i pozzi di via Molini, a Bussolengo. Comporterà la posa di oltre 500 metri di tubazione attraverso il ponte di Arcè, per una spesa complessiva di circa 180mila euro. I lavori dureranno circa tre mesi e comporteranno, da domani sino a domenica 19 aprile, il divieto di transito sul ponte di Arcè. • © RIPRODUZIONERISERVATA
La stufa provoca l’incendio Stanzadistrutta dalfuoco piano terra dell’abitazione. Attimi di paura, grande preoccupazione. Ha chiamato lei i vigili del fuoco e, non riuscendo ad avere risposta dal fratello e temendo fosse stato colto da malore, anche il 118: in pochi minuti si sono precipitati sul posto i vigili del fuoco partiti dal distaccamento di Caldiero, ai quali si è poi unita una seconda squadra con l’autobotte partita da Verona, e un’ambulanza. Sono stati loro a verificare subito
dopo l’intervento che l’uomo non era fortunatamente in casa e così, mentre i soccorritori se ne sono andati, per i pompieri sono iniziate due ore di intenso lavoro che hanno permesso di contenere l’incendio alla sola stanza che accoglieva la stufa a legna dalla quale erano scaturite le fiamme. Da lì, probabilmente a causa di una adeguata pulizia, si sarebbe innescato l’incendio. Se il danno è fortunatamente limitato a questa so-
Vigilidelfuocoin azione in viaBinellia Terrossa
la stanza, l’intera abitazione è stata dichiarata però inagibile fino al momento dei necessari ripristini. Sino a quel momento l’uomo, che ai familiari è risultato irreperibile al
telefono, potrà scegliere se essere ospitato da qualche congiunto oppure decidere di trasferirsi in una seconda abitazione di cui, stando ai familiari, dispone. • P.D.C.
PESCANTINA. Festaper ilgenerale Tomezzolie suamoglieMaria
Lino Cattabianchi
Hanno celebrato i 65 anni di matrimonio il 20 febbraio scorso Renato Tomezzoli di 90 anni e Maria Novani di 87. Renato, generale dell'esercito in pensione, originario di Pescantina, classe 1929, è una firma nota tra i lettori dell’Arena per le sue lettere sui temi di attualità. La moglie Maria, è toscana di Massa Carrara e lo ha seguito durante la sua carriera. Si sono
conosciuti a Roma nel 1953, alla Fontana di Trevi in occasione di una festa degli Autieri. Ricorda Renato: «Maria accompagnava una cugina, fidanzata con un ufficiale, mio carissimo amico. Ci siamo incontrati alla Fontana di Trevi e da allora non ci siamo più lasciati. Dopo due anni di fidanzamento ci siamo sposati a Massa nel 1955: io ero in alta uniforme da tenente di Accademia, lei in bianco. È stato bellissimo». Renato, quando parla di Maria, s’illumina:
«Abbiamo fatto 12 trasferimenti da Novara a Firenze, da Roma, a Verona, durante la mia carriera e Maria è sempre stata al mio fianco». E Maria aggiunge: «C’è stata subito una grande simpatia, un affetto profondo: ci siamo innamorati e lo siamo ancora dopo 65 anni». Il segreto? «Una grande tolleranza», dicono i due sposi, «e la gioia di scoprire insieme tante cose». «Quando ero in servizio», racconta Renato, «d’estate Maria si trasferiva al mare a
Tassarifiuti Verificadelle superfici
Ildirettivo dell'Aidocomunale diSant'Ambrogio,checonta 511iscritti, convoca l'assembleaelettivadel Gruppochesiterrà giovedì 5 marzoalle 21 alleOpere Parrocchiali,invia Chiesa nuova.All'ordine delgiorno l'elezionedel presidenteedel segretariodell'assemblea. Seguiràlapresentazione, discussioneeapprovazione sullarelazione sociale sull'attivitàsvolta nel2019dal ConsiglioDirettivo. Verràquindi illustratoil bilancioconsuntivo equello preventivopropostodal Direttivo. Siprocederàalla determinazionedelnumero di consiglieriper ilprossimo mandatoquadriennale con l'elezionedel presidente. Seguiràlavotazioneela proclamazionedegli eletti. L'Aidocomunale opera sul territorioambrosiano damolto tempo,organizzando manifestazioniper la sensibilizzazioneal donodegli organieal loroespianto, promuovendoraccoltadifondi periniziativebenefiche e tenendoincontrinelle scuole conunità didattiche che illustranoi motivi egli scopi delladonazione. M.F.
Ilservizio diverificaecontrollo dellesuperficiindustrialie commercialiaifini dell’applicazionedellatassa sui rifiutisarà effettuato dalla dittaArea srl,incaricata dal Comunedi Bussolengo. Losportello per gli utenti, previaprenotazionetelefonica dell’appuntamentoal numero verde800135533 (chiamata gratuitadarete fissa)o al numero0283591708, sarà attivomartedì3marzo nella salaa pianoterradell’edificio ex-Danese,con accessodavia SanValentino. «Questoservizio», spiegail vicesindacoGiovanniAmantia, «èstato attivatoper dare modoai cittadinidiconoscere conesattezzal’entità della tassarifiuti applicata dal Comuneagli esercizi commercialieindustrialial fine dirisolvereeventuali incertezzeedubbi». Peri casidiinesattezza, c’è un’altraprocedura,anche per limitarela multa.«Sì,per i casi accertatidiinesattezza», confermail vicesindaco, «prossimamenteinconsiglio comunaleapproveremo la possibilitàdimettereinattoil ravvedimentooperosoinmodo dalimitarela eventuale sanzione». L.C.
NEGRAR UN TRATTO DI VIA DA VINCI CHIUSAALTRAFFICO DAMARTEDÌA VENERDÌ Da martedì a venerdì, dalle 7 alle 18, un tratto di via Leonardo da Vinci ad Arbizzano sarà chiuso al transito dei veicoli. Il provvedimento è necessario per permettere i lavori di sistemazione dello scolmatore per il torrente Novare. Si tratta di un cantiere previsto per consentire un miglior funzionamento dell’impianto. Maggiori dettagli sulla chiusura al traffico sono contenuti nell’ordinanza della polizia locale di Negrar pubblicata sul sito www.comunenegrar.it. C.M. ARBIZZANO OGGINONSITIENE ILLABORATORIO PERI BAMBINI È annullato il laboratorio per bambini dai 6 ai 13 anni dedicato alla fotografa Vivian Maier che era in programma oggi alle 16.30 a La Coopera 1945 di Arbizzano. C.M.
Ilcolpodi fulminea Roma Sonosposati da65 anni
Ilgenerale Tomezzoli e suamoglie Mariacon i lorofamiliari
Massa con le bambine, dai suoi genitori, con cui ho avuto un bellissimo rapporto, e la raggiungevo nelle licenze». Renato e Maria vivono a Pescantina da 45 anni, han-
no avuto due figlie, Emanuela e Pinuccia che li hanno festeggiati col genero Piero e i nipoti Nicola, Francesca, Federico e Andrea. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Bussolengo
Assemblea elettiva dell’Aido
Brevi
RONCÀ. Lacasaora èinagibile, mail proprietario haun altroalloggio
Prende fuoco la stufa, paura per un sessantanovenne fortunatamente non in casa al momento del rogo: è successo ieri pomeriggio in una abitazione di via Binelli a Terrossa di Roncà. A lanciare l’allarme, ieri poco dopo le 16, è stata una delle sorelle di un sessantanovenne che abita da solo una casa a due piani: la donna, vicina di casa del fratello, si è accorta del fumo nero che usciva da una delle stanze al
Sant’Ambrogio
PESCANTINA MOSTRAFOTOGRAFICA IMMAGINIALFEMMINILE DADOMANIIN MUNICIPIO In occasione della festa della donna, da domani fino al 15 marzo, il Gruppo fotografico Pescantina allestisce nel palazzo comunale la mostra dedicata a Immagini al femminile. L.C.
SANBONIFACIO
Radunoscout percelebrare laGiornata delpensiero Prima che scoppiasse l'emergenza Coronavirus anche gli scout in servizio all'ospedale Fracastoro avevano festeggiato la Giornata mondiale del pensiero. Una decina tra medici, infermieri, tecnici e impiegati che sono cresciuti con lo scoutismo, hanno infatti aderito all'invito per il World thinking day. Si tratta di una sorta di raduno diffuso che in tutto il mondo unisce tutte le guide scout e gli scout impegnati nei diversi ambiti dell'agire umano attorno ai valori del movimento scout. La data prescelta, dalla prima edizione del 1926, è il 22 febbraio cioè il giorno in cui è nato Lord Robert Baden-Powell, il fondatore dello scoutismo. Per questa ragione anche quest'anno gli scout in servizio al Fracastoro, indossando il fazzolettone che ricorda la loro Promessa scout e che li impegna ad agire secondo i principi dello scoutismo anche nel proprio luogo di lavoro, si sono dati appuntamento sulle gradinate nell'atrio dell'ospedale e si sono fatti immortalare per condividere poi l'immagine nella rete mondiale del movimento. Tra i vari obiettivi della Giornata c'è anche, dal 1932, la raccolta di fondi a sostegno dei gruppi femminili scout e per altri progetti in tutto il mondo. • P.D.C.
2
PRIMO PIANO
DOMENICA 1 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
L’allarme globale: le mosse del governo
Scuole, stop in tre regioni per un’altra settimana Oltre mille i contagiati Lezioni sospese fino all’8 marzo in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto Niente aperture per cinema e teatri. Ingressi contingentati nei musei MILANO. Le più arrabbiate sui social sono le mamme: «Un’altra settimana a casa. Me lo tengano loro mio figlio». L’Italia al tempo del coronavirus ha i nervi scoperti, ma anche il buon senso supportato dalla scienza. Meglio non rischiare, lo ha deciso il Consiglio dei ministri: in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, le scuole di ogni ordine e grado rimarranno chiuse un’altra settimana, fino all’8 marzo. Possibile l’e-learning a distanza con i tablet, più facile per le università. Spiega Giuseppe Conte, quando i morti sono 29 e 1128 gli infettati: «È una misura di prudenza». In Piemonte si tornerà sui banchi mercoledì, dopo due giorni di disinfezione delle strutture, in Liguria da domani tranne che a Savona (alla luce degli ultimi dati che la Liguria ha condiviso con l’Istituto superiore di sanità e che registra i noti contagi negli alberghi di Alassio. Assicura il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina: «Anno scolastico salvo, anche se non si arriverà ai 200 giorni di frequenza». Ma non è finita. Nelle tre regioni più coinvolte il decreto del Governo di cui si aspetta ancora l’ufficialità interviene anche su chiese, musei, cinema e teatri. Recita il decreto sul punto: «Sospensione, sino all’8 marzo 2020, di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in
luoghi chiusi, ma aperti al pubblico quali, a titolo di esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose». I musei potranno riaprire, ma con visite contingentate e garantendo la distanza di sicurezza di almeno un metro. Si aspetta di capire, come sembra, se anche per le chiese si adotterà un sistema flessibile. Ma a quei sindaci o governatori che pensano di poter fare di testa loro, arriva lo stop. In sostanza decide il Governo anche per i Comuni, come era già scritto nella bozza del decreto di cui si aspetta il testo ufficiale: «Non possono essere adottate e sono inefficaci le ordinanze sindacali
contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza predetta in contrasto con le misure statali». Quello che più conta è però la spinta all’economia. Il premier Giuseppe Conte promette che il Governo farà di piu: «Stiamo lavorando a una terapia d’urto, non ci fermiamo qui». Stefano Buffagni del Movimento 5 Stelle e sottosegretario al Mise promuove il piano con riserva: «Bene, ma non basta». Matteo Salvini è prontissimo a sparare a zero: «Questi primi provvedimenti del Governo sono bolle di sapone. Il Governo sospenda le tasse in tutta Italia». Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio mette comunque le mani
avanti: «Il problema non è se regge il Governo di fronte alla recessione, il tema è se può reggere il Paese». Mercoledì a Roma si terrà una riunione ristretta tra il
Finita la quarantena del 17enne di Grado bloccato a Wuhan da gennaio «Ora voglio stare coi miei. Faremo una vacanza, poi tornerò al liceo»
«Finalmente esco all’aria aperta» Niccolò libero dopo 40 giorni IL PERSONAGGIO
Antonio Boemo
«È
strano trovarmi nuovamente all’aria aperta». È la prima dichiarazione rilasciata ieri
mattina da Niccolò, subito dopo essere uscito di corsa in macchina dall’ospedale Spallanzani di Roma per sfuggire a fotografi e giornalisti. Con lui i genitori, Jessica e Simone. Per lo studente gradese di 17 anni, un «ritorno in libertà». «Sono barricato dal 20 gennaio, una quarantina di giorni – dice Niccolò -. Prima ero chiuso in casa
in Cina, poi sono stato un paio di settimane in albergo a Wuhan e ora una dozzina di giorni in isolamento qui» a Roma. Un periodo lungo, specie per una persona sottoposta più volte e sempre con esito negativo ai test del coronavirus. Quando è esploso il caso, Niccolò – in Cina da agosto per un soggiorno studio con Inter-
Governo e i Governatori delle Regioni interessate. La situazione è grave, ammette il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che propone: «Rischiamo che si fermi la parte più
produttiva del Paese. Necessario trovare un accordo con l’Unione europea per sforare il patto di stabilità». Luca Zaia, governatore del Veneto, avrebbe voluto di più: «Voglio vedere il documento per capire le indicazioni precise, ma ho chiesto anche la riapertura della zona rossa di Vò, visto e considerato che sembra passato il periodo canonico dell’incubazione». Per ora non se ne parla. La quarantena nelle zone rosse va avanti. I numeri rimangono da emergenza: 29 le vittime, le ultime 3 in Emilia Romagna, 1049 gli infettati, il primo anche in Friuli Venezia Giulia, ma ci sono pure 50 pazienti dimessi dagli ospe-
dali. Angelo Borrelli a capo della Protezione Civile spiega che solo il 10 per cento degli infettati è in terapia intensiva, il 38 per cento in ospedale e il 52 per cento a casa in autoisolamento. Numeri che rischiano di mandare in tilt la sanità nelle Regioni più colpite. In Lombardia hanno chiesto al Governo di coinvolgere medici e infermieri già in pensione. L’Organizzazione mondiale della sanità avrebbe suggerito di dedicare un solo ospedale a tutti i malati di Covid-19. A Palazzo Lombardia ci stanno riflettendo. L’idea non è nuova. L’aveva già raccontata Alessandro Manzoni. —
cultura -, si trovava casualmente nella zona rossa di Wuhan, dove trascorreva il Capodanno coi suoi «genitori cinesi». Da allora ha vissuto tanti momenti difficili. Ma non si è fatto abbattere. Lui, racconta al telefono, è rimasto sempre lucido, tranquillo e fiducioso. «Il momento più brutto, il colpo più duro, è stato il primo tentativo di rientro in Italia andato a vuoto». Il ragazzo era fra i 56 italiani destinati a rientrare con un volo dell’Aeronautica militare. Ma qualche linea di febbre l’aveva costretto a terra. Poi il secondo tentativo, con un aereo inglese, anche quello naufragato per poche linee di febbre. Solo la terza volta, su un volo speciale di cui era l’unico passeggero, è rientrato in Italia. Un viaggio in
una “incubatrice” d’isolamento installata nel Boeing dell’Aeronautica. «Non riesco a descrivere le ore trascorse dentro quella struttura; per fortuna ho dormito quasi sempre». Niccolò dice di voler restare lontano dalle scene. «Non ho voluto nemmeno che ci riprendessero all’uscita dell’ospedale. Ora voglio stare tranquillo coi miei genitori». L’ha riabbracciati dopo 6 mesi. «È stato un momento particolare. Comunque siamo sempre rimasti in stretto contatto». Un assaggio della gioia di ieri Niccolò l’aveva avuto venerdì quando, dal vetro della sua stanza d’isolamento allo Spallanzani, aveva finalmente i genitori vicini. «Non posso dire sia stato un periodo triste, ma un’esperienza di vita che mi servirà per sem-
pre». Ora, il ritorno a casa. «A dire il vero non ci andremo subito – confida -. Io e i miei genitori faremo una vacanza; poi ci sarà un periodo di tranquillità prima di riprendere la scuola» (il liceo a Udine). E cosa si aspetta al ritorno a Grado, dove il sindaco vuole incontrarlo? «Non so come sarò accolto. Intendo fare una vita normalei. Per prima cosa incontrerò i nonni. Poi gli amici». Niccolò ringrazia gli operatori di Farnesina e Ambasciata italiana, e il personale di Intercultura. Un pensiero va ai volontari che a Wuhan, e allo staff dello Spallanzani. Poi un messaggio agli italiani: «Quello che mi sento di dire è che con le dovute precauzioni si possono evitare i contagi». —
La sanità rischia di andare in tilt: chiesto al governo di chiamare i medici in pensione
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 1 MARZO 2020
y(7HB5J2*TKKKKT( +z!"!%!z!#
QUOTIDIANO D’INFORMAZIONE € 1,20 ANNO XLIII-N¡ 60
PADOVA -VIA NICCOLÒ TOMMASEO, 65/B TEL. 049/80.83.411 (12 LINEE R.A.) -FAX 049/80.70.067
www.mattinopadova.it
POSTEITALIANE S.P.A. -SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353 / 2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46)ART. 1, COMMA 1,PD
l’emergenza coronavirus
Il Veneto bloccato per decreto Scuole chiuse un’altra settimana Misure fotocopia del governo, unica novità i musei aperti a ingresso contingentato. Zaia: «Fiducia negli scienziati» Tutto chiuso per un’altra settimana. Ieri sera il governo ha preparato il decreto sulle misure di contenimento del contagio da coronavirus e per il Veneto ha deciso di allungare lo stop per scuole, chiese ed eventi sportivi. / DA PAG. 2 A PAG. 33
Le idee COMUNICAZIONE E DIRITTI AI TEMPI DELLE PANDEMIE BORDIGNON / A PAG. 33
REGOLE CHIARE: NO AL CONFLITTO STATO-REGIONI DALLA ZUANNA / A PAG. 33
QUESTA FRENATA PUO’ PORTARCI ALLA RECESSIONE GURISATTI / A PAG. 33
NOI FEDELI APPESI A QUEI RINTOCCHI ORA SILENZIATI DON POZZA / A PAG. 9
QUESTO TEMPO CI INSEGNA IL SENSO DELLA COMUNITA’ SLEPOJ / A PAG. 8
Schiavonia, l’ospedale riparte venerdì con un’ala per tutti i contagiati L’ospedale di Schiavonia riaprirà il prossimo 6 marzo, ma un’ala sarà interamente dedicata ai contagiati da coronavirus. Lo ha confermato ieri l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, in un incontro che si è tenuto con
Giorgia Bedin, presidente del Comitato dei sindaci dell’ex Usl 17, e il deputato Arianna Lazzarini, sindaco di Pozzonovo proprio per trattare la spinosa questione del presidio ospedaliero. CESARO / PAGINE 16 E 17
l’epicentro
il contagio
l’economia
Prime aperture per Vo’ blindato «Più libertà per le merci»
Crisanti: tra poco il picco e rischiamo il collasso
Grande amarezza al mercato in Prato «Vendite crollate dobbiamo reagire»
In municipio a Vo’, hanno fatto visita all’amministrazione comunale il prefetto Franceschelli e il questore Fassari. / PAGINE 18 E 19
L’attesa si fa parte attiva nella sfida al coronavirus. Dopo lo choc dei primi giorni ai veneti viene chiesto di aspettare. Che arrivi il picco e, parallelamente, le prime risposte del cosiddetto modello Vo’. «Il sistema in
questo momento regge perché non abbiamo ancora raggiunto il picco dell’epidemia» sostiene Andrea Crisanti direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Università di Padova. / PAGINE 12 E 13
este
borgo veneto
Un’auto pirata ha travolto l’uomo trovato senza vita nel canale Bisatto
Encefalopatia spongiforme Addio alla 64enne colpita dal morbo
Si era ipotizzato che si potesse trattare di una caduta o anche di un omicidio, visto che il cranio del 73enne di Este era sfondato. Invece la realtà potrebbe essere che lo sfortunato ciclista sia stato vittima di un incidente. Di un’auto pirata per l’esattezza. BELLOTTO / A PAG. 47
Si è spenta ieri la donna di 64 anni colpita dal morbo di Creutzfeldt-Jakob. Era ricoverata da due settimane in Neurologia a Schiavonia. La morte è avvenuta alle 21 di venerdì. Severina Manfrin viveva a Borgo Veneto ed era madre di due figlie, Marika e Catia. / A PAG. 46
C’è grande amarazze tra i banchi del maercato in Prato della Valle. «Le vendite sono crollate, adesso dobbiamo reagire». / A PAG. 26
4
DOMENICA 1 MARZO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
PRIMO PIANO
L’allarme globale: governo e territorio
Zaia: fiducia nella scienza Il Veneto è in emergenza servono atti straordinari Il governatore: «I virologi contrari alla nostra proposta di riaprire le scuole e l’area di Vo’ mercoledì saremo a Roma per discutere immediate misure di sostegno all’economia» Filippo Tosatto VENEZIA. Non si allenta il cordone sanitario. Nel Veneto gli asili, le scuole e le università resteranno chiusi fino al 7 marzo: un ulteriore stop – quello sancita dal Governo Conte – abbinato alle restrizioni già vigore sul versante delle manifestazioni pubbliche (che restano vietate) mentre si consentirà «un graduale e contingentato ritorno» alla vita di musei, teatri, cinema e luoghi di cultura. Il decreto del consiglio dei ministri – preceduto da 40 minuti di confronto in videoconferenza con i governatori – accoglie così la richiesta «cautelativa» avanzata dalla Lombardia, la regione italiana più colpita dal coronavirus, deludendo invece le aspettative coltivate da Luca Zaia e dal collega emiliano Stefano Bonaccini, inclini al ripristino della normalità invocato a gran voce dalle categorie economiche. DIALOGO CON IL PREMIER
«Le misure annunciate dal premier sembrano riflettere le valutazioni del comitato scientifico, che rispettiamo», il primo commento del governatore veneto «certo, noi evitiamo di drammatizzare la situazione e ci concentriamo piuttosto sul contrasto alla diffusione del virus e la cura dei malati, ma l’emergenza è un fatto reale, anzi, il contagio si va espandendo in tutta Europa». Nel merito: «Le attività scolastiche restano sospese per una settimana, il che vuole dire che potrà andarci
il personale ma non i ragazzi, la grande preoccupazione dei clinici e degli esperti circa il rischio di contagio riguarda soprattutto gli istituti scolastici e i luoghi di culto e in proposito abbiamo sollecitato un po’ di respiro per ai fedeli». Una questione delicata e controversa riguarda Vo’, dove cresce la protesta della popolazione segregata: «Ho chiesto al Governo di riaprire la zona rossa visto che sembra ormai trascorso il periodo canonico dell’incubazione ma su questo fronte ho visto che non ci capiamo», afferma Zaia «non ne faccio un momento di polemica, prendo atto che la comunità scientifica
Da Palazzo Balbi anche la richiesta di consentire l’accesso ai luoghi di culto ha espresso forti timori per la presenza di 77 contagiati e ha suggerito di protrarre la chiusura dell’area per altri sette giorni. Di certo, anche in presenza di punti di dissenso, non forzeremo la mano ai virologi, né tanto meno ci assumeremo la responsabilità di scelte che possono mettere a repentaglio la salute dei cittadini veneti». LE TERAPIE INTENSIVE
Ancora, nell’interlocuzione a distanza con il presidente del Consiglio e il ministro della salute Roberto Speranza, il governatore leghista ha chiesto di definire con maggior chiarezza le misure sul “dro-
plets”, la distanza minima di salvaguardia fra clienti e avventori in negozi e pubblici esercizi che il comitato tecnico-scientifico istituito da palazzo Chigi ritiene indispensabili: «Per evitare interpretazioni a macchia di leopardo fra le regioni, occorre che le circolari esplicative vengano emesse direttamente dai ministeri interessati, sentito il board scientifico». Sul versante ospedaliero, invece, la preoccupazione investe l’afflusso straordinario di pazienti nei reparti di terapia intensiva: «Proponiamo al ministero di rivalutare gli standard dei posti letto alla luce della particolare situazione. In tempi normali possiamo pensare al mazzolino di fiori sul comodino, oggi la priorità è garantire il ricovero e la cura a tutti. È chiaro che in Veneto siamo in emergenza: abbiamo focolai a Treviso, Mira e Dolo, a Belluno, in Polesine, a Venezia, a Limena e poi c’è il caso di Vo’. Non bastasse, gli algoritmi prevedono un’impennata di infezioni, stiamo cercando in ogni modo di contenerle». IL LAVORO E LE IMPRESE
La salute non ha prezzo ma le imprese e il mondo del lavoro stanno pagando un tributo pesante... «Conte ci ha garantito provvedimenti urgenti di sostegno all’economia, noi già a metà settimana, penso mercoledì, saremo in delegazione ristretta a Roma per affrontare questo problema: se il Veneto e il Nord non ripartono, le recessione nel Paese sarà devastante». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le decisioni di Roma, Bisato (Pd): «Aiutare artigiani e commercianti» Bonomo (Confartigianato): «Altro stop di 7 giorni? Ricavi giù del 3%»
Marcato: «Il decreto è sbagliato Tutta la regione è zona rossa» LE REAZIONI
Roberta Paolini cco le misure. E con esse il malcontento. La critica che viene mossa è che le moratorie, dedicate alle sole zone rosse, sono insufficienti per
E
fronteggiare l’impatto del Coronavirus sull’economia regionale. Il testo licenziato dal Consiglio dei Ministri, ha spiegato ieri il premier Giuseppe Conte, è solo un primo pezzo di un più ampio disegno. Finora le misure riguardano la sospensione dei versamenti per tutti gli alberghi, essendo il settore turistico quello immediatamente dan-
neggiato, con la raffica di disdette sia nelle città d’arte che nelle località montane. Poi slittano i pagamenti delle tasse per le zone a rischio. Proroga anche per le bollette fino al 30 aprile. Tra le misure più estese invece l’aumento del Fondo centrale di garanzia per le pmi maggiorato di 50 milioni. L’indennità mensile fino a 500 euro per
anci e ferro-fini
Conte per l’unità Ciambetti: tutela ai più deboli «Questo è il momento di lavorare uniti per accelerare le informazioni necessarie per organizzare il quotidiano dei cittadini, quindi si lavora a testa bassa». Così Mario Conte, presidente di Anci Veneto, commenta la proroga delle misure sul Convid-19 in Veneto, invitando a fare squadra e soprattutto ad evitare le inutili polemiche. Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, parla del capodanno “more veneto” ai tempi del Coronavirus. «Nel calendario “more veneto”, quello in uso ai tempi della Serenissima, il “cao de l’ano”, il capodanno coincideva con l’inizio di marzo secondo il costume romano che faceva coincidere appunto con questo mese l’inizio dell’era cristiana», scrive Ciambetti. L’augurio del presidente è quello di riconquistare la speranza, ritornare alla normalità. «Manteniamo grande il nostro Veneto. Ma la grandezza, nel nostro caso, è quella di una realtà che ha scelto di stare dalla parte dei più deboli, degli anziani, dei più esposti e di chi aveva gravi patologie».
gli autonomi. Infine l’incremento di 350 milioni di euro dei fondi destinati al sostegno delle imprese esportatrici. Eppure l’elenco di quello finora previsto non ha trovato il favore degli esponenti veneti. A cominciare da Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo economico: «Tutta la Regione è zona rossa» ha tuonato. «Ho sempre detto e ribadisco: il Governo deve intervenire con iniezioni di liquidità per il sistema produttivo di tutto il Veneto». Un’ ingiustizia enorme, aggiunge l’assessore. «Tutte le imprese venete devono vedere che il nostro sistema funziona con aiuti concreti. Se così non fosse saremmo di
fronte ad un attacco al sistema economico della nostra Regione. Il coronavirus ha messo in ginocchio tutta la regione non solo la zona rossa. Non posso credere che il Governo non capisca questo concetto basilare». Marcato domani sarà a Venezia al Tavolo di concertazione delle categorie economiche, allargato per l’occasione ai principali enti fieristici, per affrontare il tema dell’emergenza. In quell’occasione si parlerà di tutto quel che serve per far risollevare e far ripartire la nostra economia dopo questa emergenza. «Le moratorie, come ho sempre detto, sono delle precondizioni – attacca ancora – è ovvio che le zone colpite
dall’emergenza ne siano oggetto. Ma a preoccupare è tutto il resto. Ciò che serve è un intervento serio e deciso, soldi veri, liquidità da mettere in un sistema che rischia il tracollo. Mi aspetto che il Governo non si limiti a mettere pa-
5
Primo Piano
Domenica 1 Marzo 2020 www.gazzettino.it
L’impresa
L’intervista Vincenzo Marinese
Il peso economico del Nord Coronavirus e Pil Pil 2018 (mld €) Gettito tributario (mld €) Export 2018 (mld €) VENETO 48,4 63,6
LOMBARDIA 123,2 127,3 PIEMONTE 44,4 48,3
390,3
163,2
«La scienza come alibi la politica ha sbagliato» «Si rinnova un’ordinanza senza senso, `«Rispetto al resto d’Europa abbiamo poi si sceglie Amadeus come testimonial» molti più contagiati: siamo meno furbi?»
`
incenzo Marinese è il presidente di Confindustria dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo. «Ma innanzi tutto sono un imprenditore, un padre e un cittadino avvelenato. La classe politica afferma che deve affidarsi alla comunità scientifica. Ma poi da una parte reitera un’ordinanza che poco senso aveva prima e poco senso ha adesso. E dall’altra sceglie come testimonial Amadeus, cioè il conduttore di Sanremo, per dirci che “insieme ce la facciamo”, come se fosse l’ultimo grido di battaglia. Mi chiedo allora se è la scienza che influenza la politica, o se è la politica che influenza la scienza».
ca chiudere tutti in casa. Noi in queste due settimane continuiamo a muoverci, a lavorare anche se a scartamento ridotto, a interagire. Così si diffonde solo il panico, senza azzerare il rischio. A questo punto avrei capito di più una grande Vo’ estesa a tutto il Veneto, piuttosto di queste ordinanze che ci fanno sentire fuori dal mondo. Rispetto alla Cina guariamo serenamente in otto casi su dieci, ma rispetto all’Europa abbiamo un numero di positivi enormemente superiore, pur essendo stati i primi a fermare i voli. Allora delle due l’una: o la politica qui ha sbagliato, oppure altrove sono più furbi di noi».
Dunque non condivide la preoccupazione che sta alla base delle nuove restrizioni? «Non l’ho mai condivisa, fin dall’inizio. Qui ci hanno tolto pure la speranza».
Che risposta si è dato? «Dal punto di vista politico questa vicenda è stata gestita malissimo e la scienza è diventata un
V
Perché? «Leggo che in Germania ci sono stati 80.000 casi di influenza, di cui la metà nelle ultime due settimane, con 13.300 ricoveri, ma solo 17 casi di Coronavirus, tra cui un 25enne che si sarebbe contagiato durante viaggio a Milano. Noi del Nord Italia invece siamo diventati gli untori dell’Europa, le nostre aziende stanno facendo una fatica enorme, torniamo a chiudere scuole e cinema. Qualcuno vuole spiegarci che differenza c’è tra i tedeschi e noi?».
alibi. Sono arrabbiato perché fra i miei associati sento disperazione e preoccupazione: i fatturati crollano, all’estero non ci consegnano più merce, in molti Paesi non ci fanno entrare. Lo dico in maniera molto forte perché tengo a questo Paese e soprattutto alle imprese e al lavoro: nella vita bisogna ammettere di avere sbagliato, dall’errore magari diventiamo più forti». Cos’è che è stato sbagliato? «L’altro giorno sono andato a Roma in treno. Una desolazione: nel mio vagone c’erano quattro passeggeri e per almeno dieci volte lo speaker ha parlato del Coronavirus, scandendo le istruzioni di igiene in italiano e in inglese. Ma che sensazione trasmettiamo a chi arriva da fuori? Chiaro che poi anche il Congo ci chiude la porta».
ANZICHÉ FAR FARE GLI SPOT A UNO SCIENZIATO LI AFFIDIAMO AL DIRETTORE ARTISTICO DI SANREMO MISURE PICCOLE DETERMINANO EFFETTI PICCOLI QUI SERVE UNA CURA DA CAVALLO
AREA METROPOLITANA Vincenzo Marinese guida la Confindustria di Venezia e Rovigo
Se fosse uno scienziato, anziché un imprenditore, cos’avrebbe fatto? «Non mi sarei fatto influenzare dalla politica e non la avrei influenzata. Avrei fornito solo dati oggettivi, inequivocabili e al di sopra delle parti». Vuol dire che non è stato così? «Non voglio dire niente, non voglio sembrare presuntuoso. Ma torno a dire che non ho capito la differenza tra noi il resto e l’Europa. Ho capito solo che la politica italiana, anziché far fare gli spot a uno scienziato, li fa fare al direttore artistico del Festival della canzone italiana e intanto inonda treni semivuoti di messaggi allarmanti. Noi invece avremmo bisogno di essere incoraggiati a girare senza mascherina, a lavorare, ad andare avanti». Che giudizio dà delle prime misure decise dal Consiglio dei ministri? «Misure piccole determinano effetti piccoli, mentre qui serve una cura da cavallo. Come per la quarantena di scuole e cinema, il Governo procede di settimana in settimana con un decretino alla volta, quando invece dovrebbe prendere il toro per le corna e strutturare un pacchetto unico. La sospensione di mutui e bollette nella zona rossa non può certo rasserenare le imprese di un’intera regione che a fine anno rischiano di veder crollare il fatturato di almeno il 30%. Come minimo il Veneto si troverà a pagare un conto di 7-8 miliardi a causa di questa situazione. Per questo sarebbe il caso che del Coronavirus si occupasse il ministro della Salute e che il suo collega all’Economia andasse piuttosto a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo, a costo di spaccarlo, pur di ottenere i soldi che servono a finanziare una manovra forte». Cosa si sente di dire al governatore Luca Zaia? «Nulla, non ha bisogno dei miei consigli. Piuttosto voglio dire un’altra cosa. Siccome in Europa qualcuno gioca contro di noi, ho deciso che quest’anno farò le mie vacanze in Veneto o al massimo in Italia. A chi specula sulle nostre disgrazie, non darò nemmeno un centesimo». Angela Pederiva
La diffusione del contagio, secondo la comunità scientifica. «Ecco, appunto: la stessa comunità scientifica secondo cui l’80% dei contagiati guarisce tranquillamente senza sintomi e senza ricoveri. Chiudere le università e i teatri, non signifi-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
137,5 50,1
LIGURIA 16,2 7,5
161,7
EMILIA ROMAGNA 50 63,8
SU TOTALE ITALIA
PIL
51,1%
VENEZIA Ci hanno sperato fino all’ultimo, ma alla fine le categorie hanno dovuto rassegnarsi. Per quanto le limitazioni decise dal Governo e dalla Regione tocchino direttamente “solo” le aggregazioni, quindi scuole e chiese, cinema e teatri, stadi e palasport, il clima di incertezza finisce inevitabilmente per avvolgere tutte le imprese. Così alla vigilia del tavolo di concertazione, convocato per domani a Venezia dall’assessore Roberto Marcato, sale la preoccupazione.
AMAREZZA E RABBIA GETTITO TRIBUTARIO
EXPORT
però tutti gli occhi sono puntati sulle misure che il Governo deve mettere in campo per le nostre aziende. Sarà molto importante il confronto che avremo con l’assessore Marcato, a cui presenteremo proposte suffragate da numeri».
LE CATEGORIE
50,8%
66,7%
Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat e Unioncamere
Il giudizio di Marco Michielli (Confturismo) è perentorio: «Il massimo del peggio. Auspicavamo che lunedì finisse tutto ed eravamo già pronti anche con la comunicazione a dire che l’emergenza era passata, invece purtroppo si protrae. Pensavamo di cavarcela con una donazione di sangue, ma qui siamo al salasso da dissanguamento. Alberghi e ristoranti sono vuoti, le prenotazioni risultano bloccate e le disdette fioccano. Dopo aver dato per persa la Pasqua, ora rischiamo di perdere pure l’estate. Amareggia-
«Speravamo fosse finita, così per le aziende è un salasso» ti? Sì, ma anche arrabbiati, soprattutto con il Governo che comunica nella maniera più sbagliata». Confartigianato ha avviato una campagna sui social, con gli slogan “#ricominciamoavivere” e “#artigianicoraggiosi”, ma i divieti sono invalicabili. Spiega Agostino Bonomo: «Non saremo
CONFTURISMO: «DOPO PASQUA A RISCHIO ANCHE L’ESTATE» CONFARTIGIANATO: «CI ASPETTA UN’ALTRA DIFFICILE SETTIMANA»
certo noi a contestare una scelta del Governo a quanto pare condivisa anche con i presidenti di Regione, ponderata e supportata da valutazioni medico scientifiche: se la quarantena deve essere di 14 giorni, che siano 14. Ma la chiusura per altri 7 delle scuole è decisamente una pessima notizia. Ci eravamo illusi, di fronte ai segnali di speranza lanciati da più parti in questi ultimi giorni, che la scelta fosse diversa. Sarebbe stato un bel segnale, per rimediare almeno in parte alla psicosi da contagio che ha bloccato di fatto migliaia di attività in regione, che così dovranno affrontare una nuova difficile settimana». Concorda Matteo Ribon (Cna): «Ri-
32c242d4-30de-4b2c-a799-b80bd71f2831
spettiamo le indicazioni dei sanitari, ma avremmo tutti sperato in un esito diverso. Se fino ad oggi facevamo i conti con lo stop di una settimana, ora le imprese rischiano di pagare il doppio del conto. Reagiremo da veneti, ancora una volta, rimboccandoci le maniche e andando avanti. Ora
CNA: «CI RIMBOCCHIAMO LE MANICHE MA SERVE L’AIUTO DEL GOVERNO» COLDIRETTI: «IL SISTEMA DI VENDITA AGRICOLA È IN SOFFERENZA»
FASCIA ROSSA Peggio ancora va poi nella fascia rossa, come sottolinea Coldiretti: «Le limitazioni della circolazione di merci e persone impediscono una adeguata assistenza nelle stalle e il normale svolgimento delle lavorazioni nei campi e nelle strutture di trasformazione dei prodotti agricoli. I problemi riguardano il blocco delle visite nelle cantine e negli agriturismi che sono praticamente vuoti da giorni, ma in sofferenza è in generale il sistema delle vendite dirette degli agricoltori, con la sospensione ingiustificata dei mercati di Campagna Amica in alcune realtà dove svolgono un ruolo centrale per garantire l’approvvigionamento locale di beni alimentari». Mario Conte (Anci) invita però a evitare le polemiche: «Questo è il momento di lavorare uniti per accelerare le informazioni necessarie per organizzare il quotidiano dei cittadini. Quindi si lavora a testa bassa». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
V
Primo Piano
Domenica 1 Marzo 2020 www.gazzettino.it
L’emergenza coronavirus
Scuole chiuse: «Piani da rivedere» Preoccupazione per le classi che dovranno affrontare gli `Don Bratti: «L’avvio delle lezioni via skype è stato posivito esami di Stato: più aule virtuali sono la soluzione al vaglio all’ora prevista tutti gli studenti erano davanti al computer»
`
FORMAZIONE BELLUNO Prima ancora di sapere con certezza che la chiusura delle scuole sarebbe stata prorogata di un’altra settimana, tutti gli Istituti avevano già messo in campo una serie di ipotesi per fronteggiare l’emergenza.
AMUCHINA IN RITARDO A partire dall’assicurare una sicurezza igienica al più alto livello possibile. Due giorni fa, alcuni Istituti superiori della città avevano fatto richiesta alla Provincia di essere dotati di dispenser di amuchina, ma nel frattempo tre di essi, Galilei-Tiziano, Renier e Segato-Brustolon, si erano mossi autonomamente, ordinandoli da una ditta privata. «All’Istituto Renier – fa sapere la dirigente Viola Anesin sarebbero dovuti arrivare oggi (ndr, ieri) 96 flaconi, due per ogni classe per due settimane. Invece la consegna è stata posticipata a mercoledì».
no suscitato favore ed interesse da parte di tutti, sia degli studenti sia dei genitori. Già mercoledì mattina, tutti quelli cui avevamo comunicato dell’avvio delle lezioni via skype, all’ora concordata erano presenti davanti al loro computer di casa». Soddisfatti anche gli insegnanti: «Tutti e 13 i nostri docenti hanno partecipato a questa attività, compresi gli insegnanti di Educazione Fisica e Religione». Un’attività, quella della Modalità formativa a distanza come recitava il primo decreto firmato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Salute per l’emergenza - intrapresa a partire dall’ultima classe del Liceo che conta 13 studenti e che a giugno sosterrà gli esami. Ma che ha coinvolto anche le altre classi con lezioni registrate e messe a disposizione sul canale youtube della scuola. «Ora, a fronte di un’ulteriore chiusura, il prossimo passo sarà capire come organizzarsi per tutti i circa 70 studenti del Lollino e per le verifiche, sia scritte sia orali».
po che è nuovo e diverso, serve avere certezze. Cioè sapere se servirà. Qualcuno degli insegnanti ha già preparato del materiale e io stesso mi sono visto sei lezioni dedicate all’opera di Italo Svevo. In alcuni casi, per singoli alunni in malattia prolungata, è una pratica già sperimentata, ma pensare ad un gruppo di 27 persone, questo è il massimo di alunni in una classe del Catullo, è tutt’altra cosa. La didattica a distanza, se fatta bene, è tutt’altro che una passeggiata». Riguardo agli strumenti tecnologici in dotazione alla scuola, De Lazzer dice: «Esistono, al Catullo, già alcune classi virtuali, ma di certo non siamo in grado di attivare questa modalità per tutte».
INSEGNANTI A DISTANZA
PREVENZIONE Un altra settimana difficile anche per le scuole che cercano di attrezzarsi virtualmente
TIMORI PER I MATURANDI Per le scuole superiori di II grado la preoccupazione di tutti – degli stessi dirigenti, degli insegnanti e degli studenti – riguarda soprattutto la classe terminale che farà pochi mesi affronterà gli esami di Stato. È proprio per essi che è partita l’attività di didattica a distanza che il liceo Lollino ha già avviato a partire dalla scorsa settimana. Dice don Giuseppe Bratti, dirigente del liceo paritario: «Le prime giornate di didattica han-
«CI STIAMO PREPARANDO PER LA DITATTICA A DISTANZA MA NON È CERTO UN PASSEGGIATA»
DUBBI SUL NUOVO DECRETO Fino a prima del nuovo decreto che confermava la chiusura delle scuole, i dirigenti ragionavano su più ipotesi: «Non sappiamo ancora niente – diceva Mauro De Lazzer, Dirigente dell’Istituto Catullo – e quello che sappiamo ci arriva dai giornali». I dubbi circa il nuovo decreto riguardavano il tipo di stop: sarebbero state fermate solo le attività didattiche o sarebbero state off limits anche gli Istituti? Nel primo caso, potendo recarsi a scuola, si sarebbero potute tenere riunioni, organizzarsi ed usare gli strumenti in dotazione per le diverse attività. «Ma la comunicazione ai docenti di preparare lezioni per l’attività didattica a distanza è già stata fatta da tempo – dice De Lazzer – anche se, prima di chiedere un lavoro di questo ti-
L’ordinanza allargata
Sotto chiave anche musei, spettacoli e mostre L’ordinanza del Ministro della salute di intesa con il presidente della Regione Veneto, emessa il 23 febbraio, già aveva fatto intendere che tra le misure restrittive rientravano anche i diversi ambiti deputati a iniziative e manifestazioni culturali: «Sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura… nonché dell’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero o gratuito a tali istituti e luoghi». Prima conseguenza: chiusura di musei, teatri, sale da concerto, gallerie d’arte e via dicendo. I chiarimenti del giorno dopo, inviati ai prefetti,
non hanno fatto altro che ribadire tali disposizioni. Intendendo che il problema fondamentale sia quello che riguarda occasionali aggregazioni di persone, va da sé che nelle disposizioni restrittive si debbano considerare, oltre ai musei, anche le gallerie d’arte o, comunque, tutti quei luoghi dove si stanno svolgendo esposizioni di pittura, scultura, fotografie e via dicendo, sia in ambito pubblico che privato. In tali luoghi, sino ad oggi, viene inibito l’accesso del pubblico, mentre sono state rinviate a data da destinarsi le manifestazioni di
inaugurazione di nuove mostre ed esposizioni di varia natura, come tempestivamente comunicato agli interessati da parte degli organizzatori attraverso i più veloci canali di informazione. Porte chiuse anche, in anticipo sulla data prevista di oggi, per la grande mostra “Da Tiziano a Rubens”, allestita nell’appartamento del Doge a Palazzo Ducale a Venezia. Gli organizzatori, nel ringraziare i 179.924 visitatori che vi hanno apprezzato i capolavori delle collezioni fiamminghe, comunicano che l’esposizione non sarà comunque prorogata. Dino Bridda
Incognita Finali di Coppa del Mondo: «Non si escludono gare a porte chiuse» IL TIMORE CORTINA A Cortina si attende con trepidazione la decisione delle autorità, in merito al piano della sicurezza, per contrastare la diffusione del coronavirus Covid 19. In ballo c’è la disputa delle Finali di Coppa del mondo di sci alpino, dal 18 al 22 marzo. Le disposizioni diramate il 23 febbraio si concludono oggi: non resta che attendere le decisioni del governatore veneto Luca Zaia sui giorni a venire. Dalla Federazione internazionale sci arriva intanto la posizione dell’italiano Markus Waldner, il direttore per la Fis della Coppa del mondo. In conferenza stampa ha dichiarato che le gare in Italia, sulla Tofana, si faranno, ma ha pure espresso delle perplessità sulle modalità di svolgimento: «Potrebbero essere a porte chiuse – ha detto il tecnico altoatesino – ma stiamo tenendo sotto controllo la situazione, che si evolve continuamente. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni». Intanto la Fis si è già
espressa sulle gare di Coppa in calendario e in corso a La Thuile in questa limitando l’accesso del pubblico: e dire che la Valle d’Aosta non è una zona rossa come il Veneto.
I PREPARATIVI A Cortina intanto si lavora per preparare il grande evento sportivo. Sono giunti in valle uomini e mezzi dell’Esercito, per dare una
mano. Da oggi saranno all’opera le squadre per l’allestimento delle piste e degli spazi attigui, una forza lavoro ben più importante degli anni passati, perché le Finali raddoppiano lo sforzo. Dal 1993 Cortina ha organizzato solo gare femminili; quest’anno torneranno anche gli uomini, che mancavano dal 1990. Inoltre ci saranno tutte le specialità dello sci alpino, con diversi tracciati in-
LA VISITA
1953102c-0b60-4d5a-8b49-99b038641077
«IL REGISTRO ELETTRONICO CHE ABBIAMO ADOTTATO PREVEDE GIÀ LA CREAZIONE DI LEZIONI WEB» CORTINA D’AMPEZZO Le Finali di Coppa del Mondo sono in agenda dal 18 al 22 marzo Un evento atteso legato tra l’altro ad un grande giro d’affari ora a rischio
teressati: l’Olympia delle Tofane per le gare delle donne; la nuova Vertigine per gli uomini. Non si userà invece la pista “A” del Col Druscié, rifatta e potenziata negli ultimi anni: servirà soltanto per le gare di slalom dei Mondiali. Se davvero fossero disposte limitazioni di accesso del pubblico, per gli organizzatori si profilerebbe una perdita finanziaria, per il mancato apporto dei biglietti degli spettatori, ma sarebbe anche semplificato l’allestimento degli spazi e la predisposizione dei servizi, per la settimana di prove e gare. Sarebbe però confermata la fonte principale di introiti derivanti dai diritti televisivi e commerciali.
L’IMPORTANTE EVENTO SCIISTICO DOVREBBE ESSERE CONFERMATO A LA THUILE NIENTE PUBBLICO
Anche ai Liceo Renier la dirigente Anesin attendeva comunicazioni ufficiali: «Appena saprò cosa accadrà lunedì, valuterò se sarà possibile convocare un collegio docenti, cioè con la presenza di tutti gli insegnanti, o almeno dei capi-dipartimento per valutare e decidere come muoversi. Fra l’altro il registro elettronico che abbiamo adottato, prevede già la creazione di aule virtuali. E nel frattempo so che alcuni insegnanti si sono già attivati e hanno fatto pervenire materiale agli studenti». Insomma, tutto è chiuso, ma tutto è in movimento. Di certo, anche nella scuola, l’emergenza coronavirus ha cambiato e cambierà l’approccio di molti alle modalità telematiche. Giovanni Santin
E l’altra sera a Cortina l’eurodeputata Alessandra Moretti e la sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessia Morani hanno incontrato il sindaco Gianpietro Ghedina. Tra i temi affrontati nella riunione, i grandi eventi che coinvolgeranno Cortina e l’impatto della crisi coronavirus
sui flussi turistici. «In vista dei Mondiali di sci del 2021 e ancor più delle Olimpiadi invernali del 2026, Cortina ha urgente bisogno di sostenere la ricettività», ha detto Moretti. «Serve un piano di riqualificazione del settore alberghiero che può essere sostenibile se articolato su tre livelli con finanziamenti regionali, statali ed europei. A Bruxelles faremo la nostra parte». Preoccupazioni sono emerse dal sindaco sull’incidenza della crisi coronavirus sui flussi turistici. «Anche questa settimana Cortina ha retto, come ci ha spiegato il sindaco», riferisce Moretti, «ma l’aumento delle restrizioni di viaggio verso l’Italia da un numero sempre più ampio di paesi potrebbe avere presto riflessi negativi». Da parte del governo sono in arrivo «fondi straordinari e un forte taglio del costo lavoro per le imprese della zona rossa e c’è un impegno dell’esecutivo a sostenere la parte più produttiva del Paese», ha ricordato Alessia Morani. Marco Dibona
IV
Primo Piano
Domenica 1 Marzo 2020 www.gazzettino.it
I giorni del virus I VERTICI MESTRE Domani si terrà un doppio “corona vertice”: a Mestre il sindaco Luigi Brugnaro incontrerà le categorie economiche e sociali del territorio comunale, e a Venezia l’assessore regionale allo Sviluppo economico ed Energia, Roberto Marcato, ha riunito il tavolo di concertazione delle categorie economiche del Veneto, allargando l’invito ai principali enti fieristici. Il primo appuntamento è alle 9.30, nell’Auditorium al piano terra della sede della Città Metropolitana di Venezia in via Forte Marghera 191. In quell’occasione, è annunciato, il sindaco darà comunicazioni in merito all’impatto dell’emergenza Covid-19 (il nome del nuovo virus). Il secondo incontro si terrà alle 11 nella sala polifunzionale al secondo piano del palazzo della Regione (ex Grandi Stazioni) a fianco della stazione ferroviaria di Santa Lucia. In entrambi i casi si farà il punto dell’emergenza in attesa che il Governo vari il promesso pacchetto di aiuti, oltre ai 200 milioni di euro già autorizzati dal Consiglio dei Ministri per la cassa integrazione in deroga di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, fondi che, però, le regioni hanno già in cassa.
MASSIMA ATTENZIONE La situazione economica, come quella sanitaria, richiede totale attenzione da parte delle istituzioni, gli analisti temono il verificarsi di una recessione mondiale pari o peggiore di quella scatenata nel 2009 che indebolirebbe soprattutto le nazioni più in difficoltà, e tra queste purtroppo c’è anche l’Italia, dove molti imprenditori si sono indebitati per fare investimenti contando sui bassi tassi di interesse per avere il denaro e sulla crescita, ma ora molte fabbriche sono ferme e altre hanno ridotto la produzione. In Lombardia, nella zona di Lodi, ma anche nel Veneto molte aziende che producono componenti di macchinari o per l’edilizia o, ancora, per altri settori, sono ferme: così, ad esempio, i pezzi delle automobili di quasi tutte le marche non arrivano più e si rischia quindi che si blocchi anche la produzione di auto. Ma è solo uno dei tanti settori in difficoltà, perché pure l’abbigliamento, se non arrivano le stoffe, non può confezionare vestiti. Idem per le scarpe e qualsiasi altro pezzo del vestiario. Il fatto è che le parti di ogni prodotto vengono costruite in giro per il mondo, Cina, Italia, piccoli paesi asiatici... e il meccanismo si sta inceppando, come si poteva prevedere già un mese fa quando i porti hanno cominciato a veder rallentare i traffici e, al solito, proprio i porti
L’EMERGENZA Il sindaco Luigi Brugnaro all’incontro di qualche giorno fa e, sotto, la sanificazione dei mezzi Actv
Le imprese e l’emergenza «Ripartire quanto prima» Domani doppio appuntamento: a Mestre il sindaco illustrerà le misure per uscire dalla crisi, a Venezia l’assessore Marcato riunirà le categorie `
rati da nessuno comportamenti a rischio, anzi, significano un riappropriarci della nostra vita».
suonano la prima campanella di allarme. Non a caso il presidente della Confartigianato Metropolitana Città di Venezia, Salvatore Mazzocca, ha lanciato l’ennesimo appello a cittadini e istituzioni perché si cominci a praticare «ottimismo senza superficialità: se si seguono le prescrizioni e i consigli sanitari diffusi dagli organi competenti, i piccoli gesti quotidiani come quello del bere un caffè al bar, andare in un salone di bellezza o dal calzolaio per farci aggiustare le scarpe non sono conside-
RICONQUISTARE LA NORMALITÀ Per Mazzocca è fondamentale provare a «riconquistare una normalizzazione della nostra vita, consentendo così al tessuto economico di riavviare tutte le attività ora frenate se non addirittura bloccate. Bisogna mettere in condizione di far lavorare le imprese e i lavoratori, perché le nostre famiglie e il nostro benessere dipendono dal lavoro, nostro e degli altri». In secondo luogo «cercare di riconquistare una dignitosa normalità può solo aiutarci a vivere meglio» anche allo scopo di «non diffondere una immagine e una percezione sbagliata del nostro territorio e di quanto stiamo facendo in questi giorni complicati». Elisio Trevisan
SALVATORE MAZZOCCA (CONFARTIGIANATO): «IL NOSTRO TESSUTO ECONOMICO DEVE RIAVVIARE LE ATTIVITA’ BLOCCATE»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ulss 4: «Ospedali a pieno regime» SAN DONA’ DI PIAVE (f.cib.) Tutti i servizi ospedalieri garantiti e massima attenzione su coronavirus. E’ il direttore generale dell’Ulss4, Carlo Bramezza, ad intervenire per tranquillizzare la cittadinanza sulla operatività delle strutture ospedaliere per le consuete attività e per fare il punto sul virus. «Le attività nei tre ospedali dell’Ulss4 stanno funzionando a pieno regime, infatti gli interventi chirurgici proseguono regolarmente, così come le attività ambulatoriali, i prelievi di laboratorio e tutto il resto. I casi di coronavirus restano uno nel Veneto orientale, l’infermiere dell’ospedale Civile di Venezia e residente a Cavallino-Treporti, il quale sta bene e si avvia verso
la fine dell’isolamento al domicilio. Manteniamo alta l’attenzione per evitare un’eventuale diffusione del coronavirus nel nostro territorio ma allo stato attuale possiamo affermare che non ci sono motivi di preoccupazione». Nel territorio rimane, dunque, l’unico caso, quello dell’infermiere residente a Cavallino-Treporti, in isolamento do-
IN VENETO ORIENTALE SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO INSTALLATE LE TENDE FUORI DAI TRE PRONTO SOCCORSO
miciliare fiduciario con la famiglia: monitorato dal personale del dipartimento di prevenzione, viene confermato il buono stato di salute suo e dei suoi familiari, risultati negativi al tampone. Da giovedì pomeriggio è attivo il numero verde aziendale gratuito, 800497040, tutti i giorni dalle 8 alle 16, per rispondere ai quesiti della popolazione. Numero che si integra a quello regionale, l’800462340, e a quello nazionale di pubblica utilità 1500. Intanto sono ultimate le installazioni delle tende della Protezione civile all’esterno dei tre pronto soccorso ospedalieri (San Donà, Portogruaro e Jesolo) nelle quali viene svolto il pre-triage allo scopo di intercettare eventuali casi sospetti da gestire in percorsi dedicati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Come comportarsi con i dipendenti Incontro di Confcommercio per aziende SAN DONÀ DI PIAVE (ddb) Un incontro informativo sui riflessi del coronavirus nel mondo del lavoro e sul comportamento da tenere con i dipendenti. Si tratta della nuova iniziativa promossa da Confcommercio San Donà-Jesolo rivolta alle imprese del turismo: alberghi, bar e ristoranti. La flessione dei flussi di clientela connessa alla diffusione dell’emergenza rende talvolta necessario individuare strumenti per una gestione flessibile della prestazione lavorativa dei dipendenti. Si può ricorrere alle disposizioni in materia di orario medio in regime di flessibilità, accanto agli strumenti le-
59d09108-450b-4a86-87ed-422a9d061cd6
L’ECONOMIA Ricadute sul turismo
gati a ferie e permessi accumulati o agli strumenti di sospensione e integrazione salariale. L’incontro a cura della consulente del lavoro Laura Bincolet-
to si terrà domani, lunedì 2 marzo alle 14.30 nella sede di via Como a San Donà. Nei giorni scorsi Ascom-Confcommercio aveva lanciato un appello per il ritorno alla normalità, rivolto agli strascichi del coronavirus che stanno mettendo in difficoltà il comparto economico del territorio. Il direttore dell’associazione che rappresenta i commercianti Andrea Granzotto spiega che «serve tornare ad avere un atteggiamento positivo pur nel rispetto delle norme e delle ordinanze e assumendo tutti gli atteggiamenti necessari dovuti all’emergenza. Soprattutto diffidiamo dei messaggi che girano su social e chat, spesso si tratta di notizie false». © RIPRODUZIONE RISERVATA
2
Primo Piano
Domenica 1 Marzo 2020 www.gazzettino.it
L’emergenza a Nordest
TUTTI IN VIDEOCONFERENZA Sullo schermo del lombardo Attilio Fontana, ecco il collegamento di tutte le Regioni e del Governo (FACEBOOK)
LA DECISIONE VENEZIA Emergenza coronavirus: in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna le scuole resteranno chiuse un’altra settimana. Il Comune di Vò, così come quelli del Lodigiano, resta zona rossa: fino all’8 marzo non si entra, non si esce, uffici e negozi chiusi. La novità è che in queste tre regioni da domani si potrà entrare nei musei solo se tra i visitatori sarà rispettata la distanza minima di sicurezza oltre la quale il contagio da gocce di saliva non può avvenire. È la regola del “droplet”, letteramente “gocciolina”. E l’altra novità è che anche nei ristoranti e nelle pizzerie e in tutte le attività commerciali dovrà essere rispettata questa regola: i tavoli dovranno essere a prova di “droplet”, altrimenti dovranno restare chiusi. È quanto prevederebbe la bozza di Dpcm preparata dal premier Giuseppe Conte e che dovrebbe avere l’intesa dei governatori Luca Zaia, Attilio Fontana, Stefano Bonaccini. Alla mezzanotte di oggi scadrà dunque l’ordinanza contingibile e urgente numero 1 di domenica 23 febbraio, ma scatterà questo nuovo decreto.
ZONE ROSSE Fino all’8 marzo il Comune di Vo’, dove c’è stata la prima vittima italiana, rimane zona rossa, completamente inaccessibile: non si entra e non si esce. Il governatore Luca Zaia aveva chiesto un allentamento delle prescrizioni («Lasciateli uscire») visto che su 3.400 abitanti sono stati fatti 2.800 tamponi e i contagiati sono “appena” 78. Appello a quanto pare vano. A Vo’ non solo resterà tutto chiuso, tranne i servizi essenziali, ma per andare a comprare il pane o un’aspirina in farmacia da domani bisognerà indossare la mascherina.
SPORT Il Dpcm di Conte stabilisce regole uguali per Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, le tre regioni dove maggiormente c’è stato il contagio da coronavirus. Partiamo dallo sport: fino all’8 marzo consentite solo le gare a porte chiuse; idem per gli allenamenti e i tifosi non potranno seguire la
Scuole chiuse altri 7 giorni limiti di accesso per i locali Nel nuovo decreto un modello unico per Veneto, `Per ristoranti, negozi e musei ingressi contingentati Emilia e Lombardia. Isolamento confermato a Vo’ obbligo di rispettare una distanza minima tra clienti `
propria squadra in trasferta. Esempio: i tifosi del Cittadella martedì prossimo non potranno andare a Cosenza e quelli del Venezia a Salerno.
EVENTI E MESSE
RESTANO SOSPESI CERIMONIE RELIGIOSE AVVENIMENTI SPORTIVI SPETTACOLI E MANIFESTAZIONI DI MASSA
LA ZONA ROSSA PADOVA Vo’, per chi vive nel piccolo borgo all’ombra dei Colli Euganei, è diventata “l’isola che non c’è”. Saltata dai mezzi pubblici, isolata dal resto del mondo da un cordone sanitario presidiato da militari e poliziotti: nessuno può entrare e nessuno può uscire. E sarà così fino all’8 marzo. Ieri per i suoi abitanti è stato l’ultimo giorno per fare il tampone che rivela il contagio da coronavirus. E intanto aumentano i casi confermati dall’Azienda zero. A Vo’ in totale sono 78: 49 asintomatici e 13 ricoverati, di cui due in terapia intensiva. Sette le persone dimesse e poste in isolamento e otto quelle il cui stato clinico non è noto. Qui c’è anche l’unica vittima, il 77enne Adriano Trevisan. Da domani, però, oltre all’ufficio postale, riaprirà il Consorzio dei vini dei Colli Euganei e il prefetto di Padova Renato Franceschelli, ieri in visita al borgo con il questore Paolo Fassari, ha promesso l’apertura di un varco commerciale per permettere il passaggio delle merci.
Per un’altra settimana sono sospese tutte le manifestazioni di qualsiasi genere: culturali, sportive, anche religiose. E lo stesso vale per cinema, teatri, discoteche. La Chiesa aveva chiesto di poter riprendere le funzioni liturgiche («Ferisce non poter celebrare la Messa», ha detto il patriarca di
Venezia e presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, Francesco Moraglia), ma il comitato scientifico consultato dal premier ha detto no: non solo oggi, anche domenica prossimo la celebrazione delle liturgie di Quaresima sarà a porte chiuse, senza i fedeli.
SCUOLE Il Dpcm fa una netta divisione tra Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e il resto d’Italia. In Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Liguria le
scuole potranno riaprire subito, anche se in quei territori ci fossero casi di contagi conclamati di Covid-19. Resteranno però sospesi i viaggi di istruzione sia sul territorio nazionale che esterno. Per Veneto, Lombardia, Emilia Romagna ha vinto invece la linea milanese di tenere ancora chiuse le scuole. Il governatore veneto Luca Zaia aveva chiesto la riapertura, pur sottolineando che in merito doveva esprimersi la comunità scientifica. I tecnici ingaggiati dal Governo hanno detto che non se ne parla: prima del 9 marzo i ra-
Vo’, un “varco” per le merci nel paese ancora blindato Schiavonia riapre il 6 marzo Si contano, intanto, i giorni per la “liberazione” dell’ospedale di Schiavonia. L’assessore regionale alla sanità e sociale Manuela Lanzarin ha disposto la fine dell’isolamento per venerdì 6 marzo. Si tratta dell’ospedale dove si sono registrati i primi due contagi veneti da Coronavirus. Per questo sin da subito si era resa necessaria la chiusura di tutta la struttura, in considerazione del fatto che i due anziani risultati poi infetti erano stati ricoverato in quattro differenti reparti. Il periodo di “quarantena” scade il 6 marzo, data fino alla quale l’ospedale resterà isolato. L’assessore ha annunciato ai sindaci della conferenza dell’ex Ulss 17 di Monselice che dopo quella data sarà individuata un’ala
dell’ospedale da dedicare al Coronavirus nell’eventualità, chiesta dalle Autorità Sanitarie nazionali, che sia necessario prevedere una maggiore affluenza sia ai reparti di malattie infettive – per i quali sono disponibili già 145 posti letto a livello regionale – sia alle terapie intensive. Una scelta che non è stata accolta favorevolmente: è stata avviata una petizione on line per l’immediata riapertura dell’ospedale monselicense, respingendo anche l’idea di un’ala destinata ad accogliere i pazienti colpiti di Coronavirus. Nel giro di una manciata di ore si sono contate già 2.500 sottoscrizioni.
I DOTTORI DI FAMIGLIA Nel borgo estense, i medici di
base si erano resi conto che già a metà gennaio c’era stato un inusuale aumento di problemi alle vie respiratorie e di polmoniti atipiche. Lo spiega il presidente dell’ordine dei medici di Padova, Paolo Simioni, che però ritiene sia impossibile distinguere se la causa di questo incremento sia da imputare a complicazioni della normale influenza o al Coronavirus. «È vero - esordisce il presidente - abbiamo avuto una fase di recrudescenza influenzale che si è complicata con polmoniti. Ma è molto difficile capire se queste polmoniti potessero essere correlabili all’infezione da Covid-19. In ogni caso sarebbe irrilevante a questo stato, considerando, oltretutto, che è molto più probabile si sia trattato di com-
5b1e16b9-2759-401f-a000-89473d857183
PETIZIONE CONTR0 L’IPOTESI DI RISERVARE UN’ALA DELL’OSPEDALE AI MALATI DI COVID-19 I MEDICI: NÉ ALLARMI NÉ BANALIZZAZIONI
plicazioni dell’influenza stagionale. Non mi sbilancerei su questo tipo di valutazione». Per il medico non bisogna lasciarsi andare al panico: «Noi siamo più fortunati dei cinesi, perché siamo preparati. Dobbiamo solo non commettere errori. Il contagio da Coronavirus non dev’essere banalizzato, ma
3
Primo Piano
Domenica 1 Marzo 2020 www.gazzettino.it
Il Coronavirus DENOMINAZIONE SARS-COV-2: per la somiglianza con il virus della Sars
TASSO DI MORTALITÀ Sars-Cov-2
2,9% Sars
9-10%
79% del genoma uguale alla Sars
Mers
34%
TAPPE DELL’EPIDEMIA DA SARS-COV-2 Sintomi 4 polmoniti Si cercano nel primo in una famiglia nuovi casi paziente a Wuhan a Wuhan 8 dicembre 26 dicembre 30 dicembre
La Cina lancia l’allarme all’Oms 31 dicembre ROMA Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lascia la sede della protezione civile al termine del vertice sul Coronavirus (foto ANSA)
2019 DICEMBRE
Imposta la quarantena a Wuhan 23-24 gennaio
L’Oms dichiara l’emergenza nazionale 30 gennaio FEBBRAIO
2020 GENNAIO
Il picco in Cina sembra alle spalle 23 gennaio-2 febbraio
VENETO L’assessore alla sanità Manuela Lanzarin e il governatore Luca Zaia
gazzi non andranno a scuola, decisione che riguarda tutti gli istituti, di ogni ordine e grado, dall’asilo all’università. Domani dunque le scuole riapriranno, ma potranno entrare solo il personale per la sanificazione degli ambienti, i docenti per attivare dove possibile l’e-learning, il personale amministrativo per mandare avanti pratiche scolastiche.
DISTANZA I musei e i luoghi di cultura potranno riaprire, ma ad una condizione: l’ingresso dovrà essere con-
Contagiati, l’Emilia supera il Veneto `Accertati 196 casi, ma solo 12 in terapia «Ma tutta la regione è in emergenza» intensiva. “Esploso” il focolaio di Treviso `
tingentato perché bisognerà assolutamente evitare assembramenti di persone. Non solo: bisognerà garantire il “criterio droplet”, cioè la distanza di sicurezza per evitare il contagio: almeno un metro. E lo stesso criterio varrà - almeno secondo le indiscrezioni circolate ieri sera - per le attività commerciali: pare di capire che i tavoli ai ristoranti dovranno essere adeguatamente distanziati, che agli spritz hour nei bar si entrerà a scaglioni. E magari anche al supermercato bisognerà stare a debita distanza dagli altri clienti. Vien da chiedersi come potrà essere controllata una simile disposizione. Eppure il Dpcm al riguardo sarebbe tassativo: apertura di tutte le attività commerciali solo se rispetteranno queste regole. E pare toccherà ai prefetti far eseguire le disposizioni anche avvalendosi delle forze di polizia. Alda Vanzan
1 2
NEGLI ESERCIZI COMMERCIALI ENTRATE A SCAGLIONI E GLI AVVENTORI LONTANI ALMENO UN METRO TRA LORO
SOLIDARIETÀ
non ci si deve nemmeno lasciare andare ad allarmismi. La speranza - ma non abbiamo certezze - è che anche questa malattia, come l’influenza, segua una stagionalità e che l’arrivo dell’estate possa portare a debellare il virus». Il presidente dell’ordine ha ringraziato poi i medici di base «che, coraggio-
Le regole
© RIPRODUZIONE RISERVATA
si e con spirito di sacrificio degno della nostra professione, sono in quarantena a Vo’ e stanno aiutando la comunità».
IL PAESE BLINDATO Il prefetto di Padova in visita a Vo’ e, a sinistra, un posto di blocco
Zaia: «Senza supporto scientifico non si riapre»
Dall’esterno, intanto, arrivano messaggi di solidarietà. A fare da tramite è Umberto Borile, artigiano noto per la realizzazione di motociclette di nicchia, particolarmente apprezzate dagli amanti delle due ruote. Gerry Scotti, Nico Cereghini, Guido Meda, ma anche Max Pezzali ed Eros Ramazzotti, impegnato in un tour in America, hanno inviato all’imprenditore messaggi vocali che Borile ha l’intenzione di far trasmettere a tutti i compaesani attraverso alcuni altoparlanti: «Ci stanno dimostrando la loro vicinanza. Vicinanza che invece non ci dimostra il governo, che ha fatto solo slittare il pagamento di tasse e balzelli. Parlo a nome delle tante partite Iva di Vo’: a noi chi paga le perdite? Se non verranno soppresse queste imposte, per noi sarà un bagno di sangue». Marina Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il criterio “droplet” Al bar e al ristorante bisognerà stare almeno a un metro di distanza l’uno dall’altro: condizione difficile da rispettare, specie nei luoghi e alle ore più affollate
Affollamenti vietati “Assembramenti” ancora vietati, messe comprese quindi, che comportano vicinanza tra i fedeli. Ma anche avvenimenti sportivi, spettacoli e manifestazioni in genere.
3
A casa i tifosi
4
Rimangono le zone rosse
Fino all’8 marzo consentite solo le partite a porte chiuse; stessa regola per gli allenamenti; inoltre i tifosi non potranno seguire la propria squadra in trasferta.
Per lo “zone rosse” del Lodigiano e di Vo’ sui Colli Euganei dove si è concentrato il maggior numero di contagi rimangono le prescrizioni di quarantena fino all’8 marzo
IL QUADRO
Il bollettino
VENEZIA Coronavirus, l’Emilia Romagna supera il Veneto, ma l’allerta rimane. «Il Veneto è tutto in emergenza. Abbiamo focolai a Treviso, a Mira Dolo, un caso a Belluno, uno a Rovigo, e poi o Venezia, Limena, e poi il caso di Vo’. È evidente che la crisi colpisce tutto il Veneto. Gli imprenditori hanno tutta la mia comprensione, ma si sappia che queste non sono scelte che si fanno sulla base di calcoli politici, ma semplicemente di algoritmi e di rischio di incidenza. Speriamo che tutti si siano sbagliati, ma se non fosse così qualcuno dovrà dire: avevano ragione». Lo ha sottolineato il presidente del Veneto, Luca Zaia, dalla sede della Protezione Civile di Marghera, al termine di una giornata trascorsa in collegamento con Roma, fino alla discussione con il premier della bozza di Dpcm, il decreto che dalla mezzanotte di oggi dovrà sostituire l’ordinanza di una settimana fa. Un decreto, come riferiamo nella pagina accanto, che non solo conferma per altri sette giorni i limiti restrittivi a partire dalla sospensione delle lezioni scolastiche, ma estende le prescrizioni anche alle attività commerciali. Per il comitato scientifico che ha supportato la preparazione del decreto, evidentemente, l’emergenza è ancora alta e il rischio che il contagio si diffonde va evitato in tutti i modi.
CASI CONFERMATI al 29.02 ore 17.00
I DATI L’ultimo bollettino diramato ieri sera da Palazzo Balbi dice che su 196 casi di contagio da coronavirus in Veneto i ricoverati sono 58. In pratica uno su quattro. E i pazienti gravi sono 12, mentre le persone positive al tampone ma che non presentano sintomi, né febbre né raffreddore, sono la stragrande maggioranza: 108. Da sottolineare che un caso asintomatico è collegato al focolaio lombardo di Codogno. Infine i dimessi in iso-
UN COLLEGAMENTO CON IL CONTAGIO DI CODOGNO LORENZONI: «IN REGIONE MENO COMUNICAZIONE E PIÙ RIFLESSIONE»
ce2ac433-78db-42a6-a59b-57df190c3523
TOTALE VENETO
196
78
15
35
18
Vo
Venezia
Treviso
Assegnazione epidemiologica in corso
5
10
3
Mirano
Limena
Vicenza
Asintomatici
1 Codogno
stato Ricoverati (di cui Dimessi clinico in Terapia totali in Intensiva) isolamento non noto
Decessi
49
13
2
7
8
1
Mirano
4
1
1
-
-
-
Venezia
9
6
4
-
-
-
Limena
7
2
1
-
1
-
Treviso
20
14
1
-
-
1
Vicenza
3
-
-
-
-
-
Codogno
1
-
-
-
-
-
15
22
3
-
12
-
108
58
12
7
21
2
Vo
Cluster non noto TOT. VENETO
lamento sono 7 (+1) e 21 (-18) quelli il cui stato clinico non è accertato. Il numero dei decessi è rimasto fermo a due. Il focolaio più ampio resta quello di Vò Euganeo, con 78 casi accertati (+6) seguito da Treviso (35, invariati rispetto al mattino). In Emilia Romagna in casi di positività hanno raggiunto quota 217, con altri due i decessi che portano a 4 il numero totale. Il record di contagi, come sottolineato anche dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, continua a detenerlo la Lombardia con 552 pazienti positivi al coronavirus.
LA CONSTATAZIONE «È bene essere chiari - ha detto Zaia - Io sono per una ripresa ma sempre con una validazione scientifica. Ormai siamo 200 casi con 33 persone in cura in ospedale (poi diventati 58, ndr), delle quali 12 in terapia intensiva e i modelli ci danno una impennata dei contagi. Finora abbiamo cercato di contenerli».
Per questo, «noi non possiamo assumerci una responsabilità di scelte che non hanno una base scientifica. Prendo atto delle misure previste dal Dpcm».
LA POLEMICA Intanto lo sfidante di Zaia, Arturo Lorenzoni, attacca il governatore: «La decisione ministeriale di prorogare la chiusura delle scuole nella prossima settimana è evidentemente una misura necessaria perché è suggerita dai tecnici. Quello che sorprende è la comunicazione contraria che ha fatto in pompa magna venerdì il presidente Zaia, creando confusione e disagio nelle famiglie dei veneti - ha detto il vicesindaco di Padova e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Veneto - Sembra evidente la fatica da parte della amministrazione regionale a gestire una situazione che avrebbe bisogno di meno comunicazione e più riflessione e competenza». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
3
Primo Piano
Domenica 1 Marzo 2020 www.gazzettino.it
Il Coronavirus DENOMINAZIONE SARS-COV-2: per la somiglianza con il virus della Sars
TASSO DI MORTALITÀ Sars-Cov-2
2,9% Sars
9-10%
79% del genoma uguale alla Sars
Mers
34%
TAPPE DELL’EPIDEMIA DA SARS-COV-2 Sintomi 4 polmoniti Si cercano nel primo in una famiglia nuovi casi paziente a Wuhan a Wuhan 8 dicembre 26 dicembre 30 dicembre
La Cina lancia l’allarme all’Oms 31 dicembre ROMA Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lascia la sede della protezione civile al termine del vertice sul Coronavirus (foto ANSA)
2019 DICEMBRE
Imposta la quarantena a Wuhan 23-24 gennaio
L’Oms dichiara l’emergenza nazionale 30 gennaio FEBBRAIO
2020 GENNAIO
Il picco in Cina sembra alle spalle 23 gennaio-2 febbraio
VENETO L’assessore alla sanità Manuela Lanzarin e il governatore Luca Zaia
gazzi non andranno a scuola, decisione che riguarda tutti gli istituti, di ogni ordine e grado, dall’asilo all’università. Domani dunque le scuole riapriranno, ma potranno entrare solo il personale per la sanificazione degli ambienti, i docenti per attivare dove possibile l’e-learning, il personale amministrativo per mandare avanti pratiche scolastiche.
DISTANZA I musei e i luoghi di cultura potranno riaprire, ma ad una condizione: l’ingresso dovrà essere con-
Contagiati, l’Emilia supera il Veneto `Accertati 196 casi, ma solo 12 in terapia «Ma tutta la regione è in emergenza» intensiva. “Esploso” il focolaio di Treviso `
tingentato perché bisognerà assolutamente evitare assembramenti di persone. Non solo: bisognerà garantire il “criterio droplet”, cioè la distanza di sicurezza per evitare il contagio: almeno un metro. E lo stesso criterio varrà - almeno secondo le indiscrezioni circolate ieri sera - per le attività commerciali: pare di capire che i tavoli ai ristoranti dovranno essere adeguatamente distanziati, che agli spritz hour nei bar si entrerà a scaglioni. E magari anche al supermercato bisognerà stare a debita distanza dagli altri clienti. Vien da chiedersi come potrà essere controllata una simile disposizione. Eppure il Dpcm al riguardo sarebbe tassativo: apertura di tutte le attività commerciali solo se rispetteranno queste regole. E pare toccherà ai prefetti far eseguire le disposizioni anche avvalendosi delle forze di polizia. Alda Vanzan
1 2
NEGLI ESERCIZI COMMERCIALI ENTRATE A SCAGLIONI E GLI AVVENTORI LONTANI ALMENO UN METRO TRA LORO
SOLIDARIETÀ
non ci si deve nemmeno lasciare andare ad allarmismi. La speranza - ma non abbiamo certezze - è che anche questa malattia, come l’influenza, segua una stagionalità e che l’arrivo dell’estate possa portare a debellare il virus». Il presidente dell’ordine ha ringraziato poi i medici di base «che, coraggio-
Le regole
© RIPRODUZIONE RISERVATA
si e con spirito di sacrificio degno della nostra professione, sono in quarantena a Vo’ e stanno aiutando la comunità».
IL PAESE BLINDATO Il prefetto di Padova in visita a Vo’ e, a sinistra, un posto di blocco
Zaia: «Senza supporto scientifico non si riapre»
Dall’esterno, intanto, arrivano messaggi di solidarietà. A fare da tramite è Umberto Borile, artigiano noto per la realizzazione di motociclette di nicchia, particolarmente apprezzate dagli amanti delle due ruote. Gerry Scotti, Nico Cereghini, Guido Meda, ma anche Max Pezzali ed Eros Ramazzotti, impegnato in un tour in America, hanno inviato all’imprenditore messaggi vocali che Borile ha l’intenzione di far trasmettere a tutti i compaesani attraverso alcuni altoparlanti: «Ci stanno dimostrando la loro vicinanza. Vicinanza che invece non ci dimostra il governo, che ha fatto solo slittare il pagamento di tasse e balzelli. Parlo a nome delle tante partite Iva di Vo’: a noi chi paga le perdite? Se non verranno soppresse queste imposte, per noi sarà un bagno di sangue». Marina Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il criterio “droplet” Al bar e al ristorante bisognerà stare almeno a un metro di distanza l’uno dall’altro: condizione difficile da rispettare, specie nei luoghi e alle ore più affollate
Affollamenti vietati “Assembramenti” ancora vietati, messe comprese quindi, che comportano vicinanza tra i fedeli. Ma anche avvenimenti sportivi, spettacoli e manifestazioni in genere.
3
A casa i tifosi
4
Rimangono le zone rosse
Fino all’8 marzo consentite solo le partite a porte chiuse; stessa regola per gli allenamenti; inoltre i tifosi non potranno seguire la propria squadra in trasferta.
Per lo “zone rosse” del Lodigiano e di Vo’ sui Colli Euganei dove si è concentrato il maggior numero di contagi rimangono le prescrizioni di quarantena fino all’8 marzo
IL QUADRO
Il bollettino
VENEZIA Coronavirus, l’Emilia Romagna supera il Veneto, ma l’allerta rimane. «Il Veneto è tutto in emergenza. Abbiamo focolai a Treviso, a Mira Dolo, un caso a Belluno, uno a Rovigo, e poi o Venezia, Limena, e poi il caso di Vo’. È evidente che la crisi colpisce tutto il Veneto. Gli imprenditori hanno tutta la mia comprensione, ma si sappia che queste non sono scelte che si fanno sulla base di calcoli politici, ma semplicemente di algoritmi e di rischio di incidenza. Speriamo che tutti si siano sbagliati, ma se non fosse così qualcuno dovrà dire: avevano ragione». Lo ha sottolineato il presidente del Veneto, Luca Zaia, dalla sede della Protezione Civile di Marghera, al termine di una giornata trascorsa in collegamento con Roma, fino alla discussione con il premier della bozza di Dpcm, il decreto che dalla mezzanotte di oggi dovrà sostituire l’ordinanza di una settimana fa. Un decreto, come riferiamo nella pagina accanto, che non solo conferma per altri sette giorni i limiti restrittivi a partire dalla sospensione delle lezioni scolastiche, ma estende le prescrizioni anche alle attività commerciali. Per il comitato scientifico che ha supportato la preparazione del decreto, evidentemente, l’emergenza è ancora alta e il rischio che il contagio si diffonde va evitato in tutti i modi.
CASI CONFERMATI al 29.02 ore 17.00
I DATI L’ultimo bollettino diramato ieri sera da Palazzo Balbi dice che su 196 casi di contagio da coronavirus in Veneto i ricoverati sono 58. In pratica uno su quattro. E i pazienti gravi sono 12, mentre le persone positive al tampone ma che non presentano sintomi, né febbre né raffreddore, sono la stragrande maggioranza: 108. Da sottolineare che un caso asintomatico è collegato al focolaio lombardo di Codogno. Infine i dimessi in iso-
UN COLLEGAMENTO CON IL CONTAGIO DI CODOGNO LORENZONI: «IN REGIONE MENO COMUNICAZIONE E PIÙ RIFLESSIONE»
ce2ac433-78db-42a6-a59b-57df190c3523
TOTALE VENETO
196
78
15
35
18
Vo
Venezia
Treviso
Assegnazione epidemiologica in corso
5
10
3
Mirano
Limena
Vicenza
Asintomatici
1 Codogno
stato Ricoverati (di cui Dimessi clinico in Terapia totali in Intensiva) isolamento non noto
Decessi
49
13
2
7
8
1
Mirano
4
1
1
-
-
-
Venezia
9
6
4
-
-
-
Limena
7
2
1
-
1
-
Treviso
20
14
1
-
-
1
Vicenza
3
-
-
-
-
-
Codogno
1
-
-
-
-
-
15
22
3
-
12
-
108
58
12
7
21
2
Vo
Cluster non noto TOT. VENETO
lamento sono 7 (+1) e 21 (-18) quelli il cui stato clinico non è accertato. Il numero dei decessi è rimasto fermo a due. Il focolaio più ampio resta quello di Vò Euganeo, con 78 casi accertati (+6) seguito da Treviso (35, invariati rispetto al mattino). In Emilia Romagna in casi di positività hanno raggiunto quota 217, con altri due i decessi che portano a 4 il numero totale. Il record di contagi, come sottolineato anche dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, continua a detenerlo la Lombardia con 552 pazienti positivi al coronavirus.
LA CONSTATAZIONE «È bene essere chiari - ha detto Zaia - Io sono per una ripresa ma sempre con una validazione scientifica. Ormai siamo 200 casi con 33 persone in cura in ospedale (poi diventati 58, ndr), delle quali 12 in terapia intensiva e i modelli ci danno una impennata dei contagi. Finora abbiamo cercato di contenerli».
Per questo, «noi non possiamo assumerci una responsabilità di scelte che non hanno una base scientifica. Prendo atto delle misure previste dal Dpcm».
LA POLEMICA Intanto lo sfidante di Zaia, Arturo Lorenzoni, attacca il governatore: «La decisione ministeriale di prorogare la chiusura delle scuole nella prossima settimana è evidentemente una misura necessaria perché è suggerita dai tecnici. Quello che sorprende è la comunicazione contraria che ha fatto in pompa magna venerdì il presidente Zaia, creando confusione e disagio nelle famiglie dei veneti - ha detto il vicesindaco di Padova e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Veneto - Sembra evidente la fatica da parte della amministrazione regionale a gestire una situazione che avrebbe bisogno di meno comunicazione e più riflessione e competenza». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
DOMENICA 1 MARZO 2020 IL MATTINO
13
L’allarme globale: il contagio CASI CONFERMATI AL 29.02 ORE 17 (variazioni rispetto a 29.02 ore 9) CONTAGIATI Nome CLUSTER
Vo’ Mirano - Dolo Venezia Limena Treviso Vicenza Assegnazione epidemiologica in corso Totale regione Veneto
Asintomatici Totale Totale
Ricoverati (di cui in Dimessi in totali Terapia Intensiva) isolamento Totale
78 49 -1 13 +1 1 5 4 15 9 +1 6 2 10 7 14 +10 35 20 1 3 3 3
Totale
2 1 4 1 1
49 15 -2 22 +12 3 196 108 -2 58 +23 12
Totale
Stato clinico non noto Totale
7 +1
8
Decessi
Casi
Totale
+5
1
+6 +1
1 +1
+1
7 +1
+1 -10
1
12 -14 21 -18 2
+1 -4 +4
NOTA: il Δ casi non corrisponde alle variazioni di dettaglio delle singole voci (un paziente ricoverato trasferito in rianimazione non incrementa il Δ casi)
Le tende attigue all’ospedale di Padova
Nuovi infettati si sfiora quota 200 Ma ora l’Emilia supera il Veneto Cresce il cluster di Treviso e di otto persone quello di Vo’ Oltre la metà dei “positivi” al campione è asintomatico Carlo Bellotto PADOVA. Il Veneto si sta asse-
stando sull’aumento quotidiano del 30 per cento degli infetti da coronavirus. Non una buona notizia anche se, ad eccezione di Treviso, i cluster noti della malattia rimangono sostanzialmente invariati o crescono di poche unità. Ad aumentare sensibilmente sono i pazienti definiti “in corso di assegnazione epidemiologica” che passano da 31 casi a 49.
Si tratta di quelle persone ammalate che non vengono assegnate - o per lo meno non ancora - a gruppi esistenti. Il picco deve ancora arrivare, la crescita prosegue inarrestabile. Ma il Veneto non è più la seconda regione più infettata d’Italia (con due morti) dopo la Lombardia (552 positivi, 40 dimessi e 23 deceduti, tutte persone anziane con patologie pregresse). È stato scavalcato, in questa triste conta, dall’Emilia Romagna con 213 positivi, quat-
tro deceduti e 1.550 tamponi eseguiti. Il Veneto resta in testa ai tamponi eseguiti: si è arrivati a 8.659: staccata di parecchio la Lombardia, ferma a 5.723. E il coronavirus arriva anche in Friuli Venezia Giulia. Il primo paziente della regione positivo al tampone per il Covid-19, e anche alle controanalisi, è un 50enne di Gorizia – non in gravi condizioni e già messo in quarantena domiciliare – che avrebbe contratto il virus all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso
le del reparto Malattie Infettive – di cui peraltro non abbiamo una terapia specifica, possono interagire con altre medicine assunte contemporaneamente. Proprio ieri è arrivato un farmaco antivirale che non è in commercio nel nostro paese e non è stato nemmeno registrato in Italia: si chiama Remdesivir, è stato sperimentato negli Stati Uniti e ne abbiamo fatto richiesta come farmaco compassionevole: significa che noi medici – in accordo con il paziente – ci prendiamo la responsabilità dell’assunzione. È un farmaco che ha dimostrato di essere efficace per il coronavirus». In tutto sono 118 le persone positive al coronavirus nella provincia di Padova, di
le tappe
Mercoledì, 87 casi L’epidemia si allarga e inizia a evidenziare numeri importanti dopo il primo paziente morto all’ospedale di Schiavonia.
Giovedì, 116 infetti L’ambulatorio dell’Azienda Ospedaliera di Padova per i tamponi
– centro di uno dei principali focolai veneti di diffusione – nel corso di una visita a un parente ricoverato nel nosocomio della Marca. Soffermandosi sull’aspetto meno negativo dei casi confermati, questo è il numero dei pazienti asintomatici: sono 108 su 196, quindi oltre la metà. Salgono però i ricoveri totali, a ieri 58 (dei quali 12 in terapia intensiva) con un aumento rispetto a poche ore prima del 23 per cento. Non è poco. Treviso aumenta di 12 pazienti, Vo’ di 8 e ora si attesta su 78. Nel report della Regio-
ne Veneto appare il cluster di Codogno per il paziente bellunese. Nel dettaglio per gruppi di appartenenza i casi di contagio sono i seguenti: 78 nel focolaio di Vo’ (49 senza sintomi, 13 in ospedale), 5 nel focolaio di Dolo (4 senza sintomi, 1 solo ricoverato), 15 nel cluster di Venezia (9 senza sintomi e 6 ricoverati dei quali 4 in Terapia intensiva), 10 nel focolaio di Limena (7 senza sintomi e 2 ricoverati e uno dei quali assistito dai macchinari salvavita), 35 nel focolaio di Treviso (20 senza sintomi, 14 ricoverati), 3 nel cluster di Vicenza (tutti senza sintomi). —
queste 77 riconducibili al focolaio di Vo’ che con Limena sono i due cluster (zone rosse), già collegate fra loro. Inoltre, ci sono 106 persone in isolamento domiciliare. In totale sono 19 i comuni coinvolti in provincia a Padova, su un totale di 101. In aggiunta al numero verde nazionale (1500) e a quello regionale (800462340), l’Ulss 6 Euganea ha istituito un altro numero verde di riferimento: 800032973 che risponde alle domande dei cittadini tutti i giorni dalle 8.30 alle 17.30. Sul campo si va avanti con i tamponi che vengono eseguite nelle tende montate davanti al Pronto soccorso di via Giustiniani e gestite grazie alla collaborazione della
Protezione civile. Ogni test richiede 4-6 ore per il risultato, naturalmente prima vengono analizzati i casi più urgenti, ma la media giornaliera è di 150 al giorno. Il responso del test viene atteso sempre in tenda e tutti i pazienti devono indossare la mascherina chirurgica per proteggere gli altri. Le tende sono state montate venerdì mattina e nella prima giornata hanno accolto 80 persone. «Dopo l’identificazione dei primi casi il test è stato usato in diverse situazioni», riferisce Andrea Crisanti, virolgo, «ed oggi, in totale, ne abbiamo effettuati 8 mila. A Schiavonia invece abbiamo effettuato 1.875 test (il personale, i pazienti e chi stava in quel momento in ospedale)
MOLTI ASINTOMATICI
Cresce il numero dei tamponi e scoppia l’emergenza dei sanitari nel Trevigiano: medici e infermieri contagiati. Aumentano le misure che mirano al contenimento dell’infezione.
Venerdì, si arriva a 151 Il focolaio di Vo’ sale ancora, visto che arrivano i risultati dei tamponi che vengono fatti a tutti i residenti.
Sabato verso i 200 Ieri la Regione ha diffuso il dato giornaliero, sale ancora Vo’ e i casi da assegnare.
trovando 3 casi positivi. I tamponi del focolaio di Dolo sono stati 989, 6 positivi (2%) e altri 1.300 sono di pazienti che si sono presentati spontaneamente da tutto il Veneto, per i quali abbiamo trovato 38 casi positivi (il 3%)». Padova è Centro di riferimento per i test e dunque chiamata a confermare anche test che provengono da altri laboratori. «I positivi non devono spaventarci – spiega Crisanti – ma nemmeno devono essere sottovalutati perché anche se non sono ammalati possono trasmettere la malattia, mentre il malato conclamato sta in ospedale, è isolato e non trasmette niente a nessuno». — Elvira Scigliano © RIPRODUZIONE RISERVATA
16
PRIMO PIANO
DOMENICA 1 MARZO 2020 IL MATTINO
L’allarme globale: la sanità
Riapre Schiavonia Un’intera ala per i contagiati di tutto il Veneto L’annuncio dato ieri dall’assessore regionale Lanzarin Il 6 marzo torna all’attività. In caso di picco ospiterà gli infetti Nicola Cesaro MONSELICE. L’ospedale “Ma-
dre Teresa” di Schiavonia riaprirà il prossimo 6 marzo, ma un’ala sarà interamente dedicata ai contagiati da coronavirus. Lo ha confermato ieri l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, in un incontro che si è tenuto con Giorgia Bedin, presidente del Comitato dei sindaci dell’ex Usl 17, e il deputato Arianna Lazzarini, sindaco di Pozzonovo proprio per trattare la spinosa questione
I sindaci preoccupati Callegaro: non può diventare un hub per i malati di coronavirus del presidio ospedaliero. LA RIAPERTURA
«Come si ricorderà, essendo l’ospedale in Veneto nel quale si sono registrati i primi due contagi da coronavirus, sin da subito si era resa necessaria la chiusura di tutto l’ospedale, in considerazione del fatto che la persona deceduta e il secondo contagiato erano stati ricoverato in quattro differenti reparti» ha ricordato l’assessore. Quindi: «Il periodo di isolamento scade il 6 marzo, data fino alla quale l’ospedale resterà isolato. Nel periodo in-
dicato nessuna nuova degenza o altra attività è prevista ma viene dirottata in altre sedi e strutture sanitarie. Dopo il 6 marzo, riprenderanno le attività ordinarie nel resto dell’ospedale di Schiavonia». UN’ALA PER IL VIRUS
Che, però, dedicherà un’ala alla gestione del coronavirus: «È stato deciso, comunque che Schiavonia sarebbe potuto diventare un punto di riferimento regionale dal momento che, come era stato chiesto dal Governo, potrebbe verificarsi la necessità di avere a disposizione strutture di emergenza per far fronte ad un eventuale picco e incrudimento della diffusione del virus» conferma la nota della Regione «Dal 6 marzo in poi sarà individuata un’ala dell’ospedale da dedicare al coronavirus nell’eventualità che sia necessario prevedere una maggiore affluenza sia ai reparti di malattie infettive – per i quali sono disponibili già 145 posti letto a livello regionale – sia alle terapie intensive». Notizia dolce-amara, questa, per i sindaci della Bassa, soddisfatti dell’imminente riapertura del plesso – che serve una popolazione di 180 mila abitanti – ma non propriamente convinti della scelta di “isolare” uno spazio per la gestione del virus. LA PROTESTA
«Siamo contenti della riapertura dell’ospedale ma al tem-
po stesso preoccupati perché vogliamo sapere cosa significa che una parte verrà destinata alle eventuali urgenze regionali del coronavirus» è la posizione di Loredana Borghesan, sindaco di Montagnana «Il nostro territorio che con tanto sacrificio e dismettendo ben quattro ospedali ha ottenuto di avere una struttura di eccellenza come quella di Schiavonia non può permettere che l’ospedale funzioni solo parzialmente. Visto che ormai il virus è diventato ubiquitario, cioè è presente in tutto il Veneto, è bene che ogni ospedale preveda uno spazio destinato a queste emergenze e che questo compito non ricada solo su Schiavonia». È decisamente più duro sulla questione Luca Callegaro, sindaco di Arquà Petrarca: «È inaccettabile quello che sta succedendo. Il nostro ospedale diventerà forse un hub regionale per malati di coronavirus? Non è chiaro nel comunicato regionale ma tra le righe si può intuire». Chiude il primo cittadino: «Spero tanto che tutto questo non avvenga perché dopo tanta fatica, grazie all’operato di bravi medici e di tutto il personale, il nostro ospedale stava diventando un centro di eccellenza. Spero nell’unità dei sindaci per scongiurare che accada tutto questo». E non si escludono mobilitazioni manifestazione di protesta. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
la mobilitazione
Una petizione con 2.500 firme per riattivare il “Madre Teresa” A poche ore dalla lettera sottoscritta da 36 sindaci dell’Usl 17, una raccolta di firme online ha rilanciato il ritorno all’operatività MONSELICE. Duemilacinquecento firme per riaprire il “Madre Teresa”. A poche ore dalla lettera sottoscritta da 36 sindaci dell’Usl 17, una petizione online ha rilanciato l’auspicio che l’o-
spedale di Monselice ritorni alla piena operatività. A lanciarla sono stati i consiglieri comunali di minoranza a Monselice (Santino Bozza, Sandro Giordani, Angelo Giuliani, Gianni Mamprin, Francesco Miazzi e Silvia Muttoni) e in poche ore è arrivato il boom di adesioni: 2.500. Nella petizione viene ricordato come l’ospedale di Schiavonia abbia a suo tem-
po preso il posto di altri quattro ospedali territoriali: «Sospendere i servizi che normalmente qui sono erogati significa creare un disservizio rilevante alla numerosissima popolazione dell’area della Bassa padovana, senza considerare i tanti pazienti che arrivano qui anche da fuori Usl e da fuori Regione» denunciano i sei «Per tale ragione riteniamo doveroso che siano
Il personale medico all’esterno dell’ospedale di Monselice
valutate con la massima attenzione tutte le possibili soluzioni alternative e che, pur considerando l’emergenza venutasi a creare, non si sottovalutino gli effetti collaterali di decisioni non adeguatamente ponderate. Questa analisi e le relative scelte non possono prescindere dal pieno, responsabile e attento coinvolgimento di tutti i referenti territoriali». Viene inoltre chiesto che tutti i consigli comunali dei quasi 50 Comuni di questa zona approvino un ordine del giorno condiviso, «creando la sinergia di cui c’è bisogno per tutelare al meglio i nostri concittadini». — N.C.