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GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
gruppo leghista a Vicenza e ai bastoni tra le ruote che i meloniani riservano alle amministrazioni “amiche”, Castelfranco in primis: «È una tattica un po’ subdola, di certo non ci fa paura ma conferma i dubbi circa la loro lealtà».
verso le elezioni regionali
Marcato: nel Veneto la Lega corra da sola Fdi e i berlusconiani autonomisti a parole
SPINA INDIPENDENTISTA
L’assessore “bulldog” morde: «Meloni e Berlusconi alleati solo se sottoscrivono il federalismo di Zaia prima del voto» Filippo Tosatto VENEZIA. Bulldog che abbaia
stavolta morde. «Proporrò alla Lega di correre da sola alle elezioni regionali perché sul versante di gran lunga decisivo, quello dell’autonomia, Fratelli d’Italia e i forzisti non offrono garanzie in una prospettiva di governo nazionale. L’abbiamo già sperimentato nella disgraziata alleanza con i 5 Stelle: grillini federalisti a chiacchiere in Veneto e strenui difensori del centralismo a Roma. Adesso basta». Parole di Roberto Marcato, assessore regionale allo sviluppo e figura influente nel partito: affianca Lorenzo Fon-
tana, Luca Zaia, Erika Stefani e Nicola Finco nel direttorio che pilota il leghismo veneto nella stagione congressuale; siede accanto a Matteo Salvini nella segreteria federale di Via Bellerio. È un sasso nello stagno, il suo, scagliato all’indomani della sortita veneziana di Ignazio La Russa, lesto a sentenziare che l’inclusione della destra tricolore nella coalizione zaiana è «ovvia, naturale, direi scontata». DALL’ALTO DEL 50%
A riguardo, Marcato dà voce all’insofferenza della base verso gli ingombranti alleati e, dettaglio non trascurabile, si fa interprete del dispetto dei candidati del Carroccio,
tutt’altro che entusiasti all’idea di spartire la prevedibile scorpacciata di poltrone in Regione con compagni di strada diventati scomodi. «Ma non è un calcolo opportunista», obietta lui «io non dico sbarazziamoci degli alleati perché in Veneto siamo al 50%, pongo una questione programmatica: Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sono disponibili a sottoscrivere in caratteri cubitali la riforma autonomista messa a punto dal governatore Zaia con 23 materie e relative risorse finanziarie? Ad oggi, non mi pare. Se cambiano idea, possiamo discutere; viceversa, non ci accontenteremo di vaghi impegni verbali, meglio
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Il governatore Luca Zaia e l’assessore Roberto “bulldog” Marcato
andare avanti da soli. Tanto saremo noi, non altri, a rendere conto ai milioni di veneti che al referendum del 22 ottobre hanno risposto sì». OPA OSTILE DELLA DESTRA
Difficile intuire se il combattivo “bulldog” esprima un sentire condiviso da Zaia, muto come un pesce a riguardo. Certo si fa portavoce di un fa-
stidio diffuso allorché denuncia il «tentativo di Opa ostile» condotto qua e là dal partito di Sergio Berlato. Dove il riferimento non corre tanto all’ingresso in Fdi dei consiglieri di centrodestra Andrea Bassi e Stefani Casali («Sono reduci dalla fallimentare avventura di Tosi, per noi è un’operazione a saldo zero») quanto all’arruolamento del capo-
Una spina nel fianco arriva anche dal Partito dei veneti che raggruppa dieci sigle indipendentiste a attacca aspramente la Lega... «Denigrano la nostra battaglia solitaria per l’autonomia, chiacchierano di “autogoverno”, abbiano il coraggio di chiedere ai veneti un voto sulla secessione, il loro vero obiettivo, così vedremo chi rappresentano davvero». A primavera Zaia schiererà un tridente esteso alla lista degli amministratori locali? «Non sono in grado di prevederlo ma l’ipotesi è obiettivamente interessante, noi abbiamo sempre privilegiato il territorio: in Parlamento non mandiamo funzionari di partito ma sindaci espressi dai cittadini». A quattro mesi dalle urne - la data più gettonata è il 24 maggio già si sgomita tra gli aspiranti candidati e i colpi bassi non mancano... «Non mi sorprendo che la disponibilità sia elevata, in fondo un veneto su due vota per noi. Attenzione però: a differenza delle politiche, nella corsa alla Regione non ci sono i nominati, occorre conquistare il consenso sul campo attraverso le preferenze. Padrini e palazzi, per fortuna, contano ben poco». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
lo scenario dopo l’addio del ministro degli esteri
M5S, le senatrici Vanin e Guidolin guidano il team dei sei “facilitatori” Da Roma il ministro D’Incà ringrazia Di Maio per il «suo ruolo svolto con grande impegno. A lui va tutta la nostra gratitudine» VENEZIA. Il terremoto del pas-
so indietro di Luigi Di Maio arriva in Veneto con il tweet del ministro Federico D’Incà. «Di Maio ha svolto il suo ruolo con grande impegno, dovendo spesso confrontarsi con situazioni complesse, e merita la gratitudine di tutto il @Mov5Stelle. La sua scelta di
fare un passo indietro va rispettata. MoVimento e Governo devono proseguire sulla strada tracciata», dice il ministro per i rapporti con il Parlamento. Sabato scorso a Padova, D’Incà aveva proposto di valutare il patto elettorale tra M5S, Pd e gli altri partiti di centrosinistra in vista delle elezioni regionali contro Zaia. Ma la reazioni dei delegati del movimento era stata di tutt’altro avviso, un coro a sostegno della corsa solitaria alle regionali di maggio. La senatrice Orietta Vanin ha ricor-
la riunione a padova
Renzi diserta il vertice del centrosinistra Pd, rebus Lorenzoni PADOVA. Il primo vertice del
centrosinistra a Padova nasce con il forfait di Italia Viva. Il partito di Renzi che in Veneto ha raccolto le adesioni di Sara Moretto, deputata veneziana e Daniela Sbrollini, senatrice vicentina, non ha raccolto l’invito di Alessandro Bisato che ha convocato nella sede regionale dem tutta la compagine per lanciare la sfida a Luca Zaia. «Si è trattato
Arturo Lorenzoni
dato con orgoglio che la coerenza va misurata in termini di consenso. Ieri Luigi Di Maio, prima di rassegnare le dimissioni da capo politico del M5S, ha diffuso la lista dei facilitatori regionali, prima struttura organizzativa del movimento. Gli iscritti abilitati al voto sono stati 53.846 su tre aree: Formazione e coinvolgimento;Relazioni interne (rapporti con gli eletti del MoVimento della regione, punto di supporto per le liste). Relazioni esterne (rapporti con gli stake-
holder, le associazioni, i comitati). Per quanto riguarda il Veneto non è arrivata alcuna candidatura per il primo ruolo e così Di Maio, d’intesa con Jacopo Berti, ha nominato due parlamentari: la veneziana Orietta Vanin e la vicentina Barbara Guidolin che godono della massima fiducia. Le relazioni interne saranno affidate a Cristina Manes e ad Antonio Codemo, le relazioni esterne invece a Ulderica Mennella e a Simone Contro. Si tratta di attivisti di lunga data. Il neologismo “facilitato-
di un primo passo avanti concreto per arrivare all’appuntamento elettorale di maggio e sono stati varati due gruppi di lavoro, uno per il programma e l’altro per la scelta del candidato», spiega Piero Ruzzante, consigliere regionale di Veneto 2020, ex LeU. Com’ è andata la riunione? Il vero nodo da scegliere è quello del candidato che dovrà sfidare la Lega. Il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni, che gode dei favori del pronostico, ha partecipato per la prima volta al dibattito allargato e ha fatto capire che il vero tema sarà quello della riconversione ambientale. Il Veneto in sintonia con l’Ue e il new green deal, con i fondi strutturali dell’Ue alle
imprese che riconvertono le loro attività. Il Pd sta già portando il dossier ambiente ai dibattiti con il professor Lorenzoni che fa spesso coppia con Stefano Fracasso, capogruppo in regione. Il segretario Bisato dopo aver registrato i pareri di tutti i partiti, ha spiegato che il 31 gennaio il Pd sarà chiamato a decidere con tre scenari: primarie di coalizione, corsa solitaria o sostenere Lorenzoni con tutto il centrosinistra. Il via libera deve arrivare dai due terzi dell’assemblea regionale e il pd sembra orientato a trovare un proprio candidato, visto che è l’unico partito che può arrivare a due cifre nelle urne. Dipende se sotto o sopra il 20 per cento. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Un’immagine dell’assemblea del M5s sabato a Selvazzano
re” indica in realtà il bisogno di avviare il dialogo tra i militanti che, almeno a giudicare dall’assemblea di sabato scorso a Selvazzano, spesso si disperde in analisi effimere, senza entrare nel merito dei temi. Alla Piroga, Berti e i consiglieri regionali sono stati sommersi da domande di caratte-
re personale e non da questioni di programma. Ma quando il ministro D’Incà ha proposto il patto con il centrosinistra, è scattata la corsa agli interventi per dire di no. Ora sarà la piattaforma Rousseau a decidere quale alleanza stringere. Ma l’esito sembra già scontato. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
IN BREVE IN REGIONE /1 Welfare complementare e Family Card
IN REGIONE /2 Cna applaude le nuove regole sui referendum
Due misure di welfare al centro dei lavori della prima commissione regionale. Via libera della maggioranza Lega-centrodestra all’accredimento dei soggetti promori e gestori della previdenza complementare e del welfare integrato regionale del Veneto; illustrazione della Family Card proposta dal Pd a supporto delle famiglie in condizioni di disagio e difficoltà economica, finalizzata ad ottenere riduzioni di costi e tariffe per la fornitura di beni e servizi.
«Serve una campagna massiva della Regione per trasferire all’opinione pubblica la bontà della fusione dei Comuni». Così il presidente di Cna Veneto Alessandro Conte dopo l’approvazione della nuova legge in consiglio regionale. «Il fatto che la Regione si sia decisa a legiferare, dopo tante richieste da parte nostra, rappresenta di certo un buon segno». Gli artigiani confidano in risparmi pari a 50 milioni per le pubbliche amministrazioni.
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GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
Il presidente di Confartigianato Treviso lancia un appello a Zaia: va trovato un accordo con il Friuli su Cimpello-Gemona
Sartor: «Gli utili di Cav alla Pedemontana e prolungare la A27 fino a Tai di Cadore» L’INTERVISTA
Albino Salmaso
«L
e statali che Zaia ha regalato all’Anas? Sono la prova che noi veneti non abbiamo mai superato la sindrome del mezzadro. Ci serve un padrone che ci dica cosa fare, per poi imprecare». Vendemiano Sartor, 67 anni, trevigiano, imprenditore dell’autostrasporto, è una delle bandiere storiche di Confartigianato e tra il 2008-2010 ha ricoperto la carica di assessore all’Economia nella giunta Galan. Si definisce un democristiano mai pentito, orgoglioso della prima Repubblica. Lei è stato uno degli artefici di Cav, nata dal patto tra Anas e Regione: cosa ne pensa dell’idea della holding delle autostrade a Nordest? «Cav è la società che controlla il Passante di Mestre, unico caso di federalismo autostradale in Italia, nato da una proposta dirompente della
nostra classe politica. Non bisogna dimenticare la spinta riformista figlia dei decreti Bassanini del 2001, oggi va ripreso l’intero disegno attorno a due assi: il completamento della Pedemontana e il prolungamento della A27 fino a Tai di Cadore in previsione delle Olimpiadi di Cortina 2026». Sfide complesse: forse per la Pedemontana si potrà tagliare il traguardo entro l’anno, ma i costi sono esorbitanti. 12 miliardi in 39 anni... «Sono ottimista e credo che i
«Le strade all’Anas dimostano che abbiamo ancora la sindrome del mezzadro» Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Treviso
ricavi incassati dai pedaggi ripagheranno l’investimento ma ad una sola condizione: vanno realizzate tutte le opere complementari di viabilità nei paesi per favorire l’accesso ai 16 caselli dislocati lungo i 94 km da Montecchio a Spresiano. Gli utili di Cav
vanno assolutamente vincolati a questo obiettivo, altrimenti c’è il rischio che la Pedemontana non venga utilizzata dai residenti ma solo dai Tir stranieri». Perché mai il grande traffico merci sull’asse Mila-
no-Tarvisio-Trieste dovrebbe abbandonare la A4 e il Passante? «La Pedemontana è nata proprio con l’obiettivo di spostare il traffico merci internazionale a Nord per liberare la Patreve e quindi va costruito un
accordo con il Friuli tra Cav e Autovie per completare il tratto tra Pordenone e Gemona. Zaia e Fedriga si debbono parlare, indicare le priorità e questi 58 chilometri sono fondamentali per consentire a chi entra sulla Pedemontana a Montecchio nel Vicentino di sbucare sulla A27 a Spresiano e poi salire fino all’innesto con A28 e raggiungere Tarvisio o il valico per Trieste. Solo con il raccordo Ci mpello-Gemona avremo un anello alternativo alla A4 Milano-Venezia-Udine-Trieste». Cos’altro c’è da realizzare sulle grandi opere? «Il governo ha stanziato 1 miliardo per le Olimpiadi di Milano e Cortina e nuove risorse sono previste con i fondi Cio e la legge speciale per i Giochi 2026 sulla neve. Credo sia un’occasione unica per superare quel collo di bottiglia che paralizza il traffico a Pian di Vedoia, alle porte di Longarone: la A27 va prolungata almeno fino a Tai e Pieve di Cadore e poi si tratta di decidere come arrivare in Austria». Se questo è lo scenario, an-
che lei scommette sulla revoca delle concessioni ad Aspi-Atlantia per punire Benetton dopo Genova? «No. Io penso che lo Stato abbia due ruoli fondamentali: programmare lo sviluppo e controllare la gestione che va affidata ai privati. La revoca delle concessioni non può essere una battaglia ideologica perché c’è il rischio della paralisi con un contenzioso infinito. Alla fine lo Stato sarà costretto a pagare le penali ad Atlantia e a farsi carico della manutenzione delle autostrade senza incassare più i canoni delle concessioni. Meglio tornare alla cura Di Pietro: quand’era ministro aveva avviato rigorosi controlli» Confindustria ha lanciato il dibattito su Patreve, lei che ne pensa? «Il tema esiste da 30 anni. Il Veneto della fabbrica diffusa si snoda tra la pedemontana da Pordenone a Verona e lungo l’asse centrale metropolitano: siamo la terra del policentrismo perfetto, con 5 province che producono al ritmo della Baviera e due realtà piccole ma altrettanto strategiche. Stiamo perdendo colpi rispetto all’Emilia Romagna, che in termini di export e Pil ci sta superando. Vanno quindi organizzati i servizi della Patreve senza formule burocratiche, ma con gli accordi tra le categorie economiche e le istituzioni. Un ruolo decisivo lo deve giocare il metrò di superficie, l’Sfmr va tirato fuori dal cassetto della Regione». —
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Primo Piano
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L’associazione Unesco
«La Docg deve voltare pagina Io presidente? Sarei onorato» Lodovico Giustiniani, 50 anni, ad di Borgoluce Susegana nominato nel Cda: «Lavorerò per unire questo territorio»
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L’INTERVISTA CONEGLIANO «La presidenza del Consorzio? Sarei onorato. Oggi però è davvero prematuro fare proiezioni, a marzo si voterà. Ma se il consiglio di amministrazione dovesse chiedermelo mi metterei a disposizione». Lodovico Giustiniani, 50 anni, marito della contessa Caterina Collalto e amministratore delegato di Borgoluce oltre che presidente di Confagricoltura Veneto, siede in terza fila, insieme agli altri cinque designati nel consiglio della nuova associazione Unesco. Il suo nome, ieri, è improvvisamente rimbalzato sui media. Sono in molti a guardare con interesse la sua escalation nel mondo della Docg. Oggi la nomina a rappresentante delle bollicine superiori all’interno dell’associazione Unesco. Domani chissà.
DA DUE ANNI MANCA LA FIGURA DEL DIRETTORE «MA TUTTE LE STRUTTURE DEVONO AVERLO»
Si aspettava questa nomina? «Mi aspettavo un cambiamento. Siamo un consiglio in scadenza, abbiamo messo a segno risultati importanti come il raggiungimento Unesco. Oggi si tratta però di mettere a punto nuove strategie». In continuità o in rottura col passato? «In continuità senza dubbio. Ma con un’impostazione diversa. E’ necessario voltare pagina».
LA REGIONE Luca Zaia: per Giustiniani il merito del riconoscimento Unesco è tutto suo (Foto NuoveTecniche/ DA RE)
Cosa si sente di dire al Presidente Nardi, che ha avuto il merito di portare questa iscrizione che equipara le colline al Gran Canyon o alle cascate del Niagara? «Come ha sottolineato anche il Governatore Zaia, si è trattato di un lavoro di squadra. Bisogna dare atto al Consorzio e al Presidente di essere stato il fautore iniziale di questo progetto a cui si sono poi aggiunti gli stakeholders del territorio. A Nardi va dato il merito di aver saputo mantenere un equilibrio tra le diverse anime della Docg. Ma, se a Baku abbiamo ottenuto questo risultato, il ruolo essenziale è stato quello giocato dalla Regione Veneto». La sua nomina all’interno dell’associazione Unesco è un’anticamera a un ruolo di primo piano anche in seno alla Docg? «Prima di parlare di uomini e di candidati, bisogna parlare di programmi e di obiettivi. A fine marzo saremo tutti in scadenza e tutto verrà messo in discussione. Io oggi inizio a lavorare per l’associazione Unesco. Questo riconoscimento impone una grande sfida al nostro territorio. Dobbiamo lavorare per unire, non per dividere, con l’idea ben chiara di dove vogliamo andare». Come membro del Consiglio di
AL TIMONE Lodovico Giustiniani rappresenta la Docg nella neonata associazione Unesco amministrazione su cosa lavorerà? «Sulla valorizzazione del prodotto. L’Unesco, è bene ricordarlo, non è solo portare turisti. Le colline entrano come l’unico paesaggio viticolo al mondo. Questo significa che il riconoscimento ha voluto mettere in luce la tutela di un territorio in cui il lavoro dell’uomo è stato fondamentale per disegnare un paesaggio che esprime un prodotto di valore».
secco no in etichetta? «Il Conegliano Valdobbiadene rappresenta la storia del Prosecco, oggi questo vino viaggia sui circa 90 milioni di bottiglie. Il nome Prosecco ha molta importanza e deve rimanere in etichetta. Sempre, però, vicino alla denominazione Conegliano Valdobbiadene. Dobbiamo far capire la differenza, ma, insieme dirci la verità. Oggi non siamo pronti a lasciare il nome Prosecco».
Il nome Prosecco è stato messo in discussione nella Docg. Una parte ritiene che l’unico modo per marcare la differenza e tutelare il vino di collina sia rinunciare al nome. Per i produttori più glocal invece è follia perderlo. Secondo lei Prosecco si o Pro-
Da due anni la Docg non ha un direttore. Questo è stato un tema particolarmente diviso all’interno del consorzio. Cosa ne pensa? «Tutte le strutture di un certo peso devono avere un direttore. E il suo ruolo è complementare ma
Villa dei Cedri apre le porte «Sarà una sede preziosa» LA DECISIONE VALDOBBIADENE Sarà Villa dei Cedri, storica dimora di villeggiatura circondata da un parco di cedri secolari, la sede di rappresentanza dell’associazione Unesco. Nelle intenzioni del sindaco Luciano Fregonese non l’ex opificio oggi restaurato, ma la villa padronale. «Il presidente Zaia ha spiegato come la necessità della sede sia quella di alcuni uffici. La villa al primo piano ha un’ala che può essere interamente destinata a questo scopo. Ma il valore aggiunto è dato dalla presenza di un auditorium e di un’aula seminari. Oltre alla bellezza degli spazi». Fregonese si è già messo a disposizione dell’associazione (che ieri ha inaugurato il primo tavolo) per un sopralluogo. «L’ex opificio diventerà invece sede del museo multimediale. L’intero complesso può essere ade-
L’EX OPIFICIO DI VALDOBBIADENE SARA’ INVECE LA “CASA” DEL MUSEO MULTIMEDIALE A TARZO INTANTO EROGATI DUE CONTRIBUTI PER IL RESTAURO DI ANTICHI RUDERI «C’E’ INTERESSE»
tà della maggioranza dei sindaci della core e della buffer zone.
POLEMICHE SUPERATE Quanto alle polemiche che hanno accompagnato i tempi e i modi della decisione, già superate dalle ultime riunioni dell’Ipa, Fregonese ha ribadito come ora “tutti i luoghi del territorio entreranno in un itinerario unico, così come le manifestazioni culturali, per creare un calendario condiviso che non immagini nuovi eventi ma sappia valorizzare le esperienze di successo già maturate in questi anni”. A rappresentare invece i sindaci all’interno della nuova associazione Unesco sarà Vincenzo Sacchet, primo cittadino di Tarzo, cuore di eccellenza dell’Unesco. L’urbanistica sarà uno dei primi temi ad essere affrontato per adeguare gli strumenti di pianificazione attuali e procedere alla catalogazione di
Se a marzo, dopo le elezioni, dovesse emergere convergenza sul suo nome, cosa farebbe? «Io da anni milito all’interno del Consiglio. Sotto un certo profilo rispondo che ho già dato e potrebbe bastare così. Se ci fossero anche forze e mentalità nuove le vedrei con favore, perchè abbiamo bisogno di un’evoluzione». Ma se glielo chiedesse il nuovo Cda lei si metterebbe a disposizione? «Non sarebbe certo un onere, ma un onore». Elena Filini
LA STORICA DIMORA La sede dell’associazione a Villa dei Cedri con un meraviglioso parco per gli eventi
I sindaci Valdobbiadene e Tarzo
guato alle esigenze dell’associazione anche con il parco esterno per eventi e attività» conclude, manifestando la soddisfazione di Valdobbiadene per la scelta. Emersa, si ricorderà, dalla volon-
diverso rispetto a quello di un presidente. Io sono convinto che i presidenti debbano fare i presidenti, e i direttori i direttori».
tutte le emergenze architettoniche, agricole e religiose, oltreché al recupero delle strutture esistenti. A Tarzo infine è partita con successo un’azione di supporto alle nuove riqualificazioni. «Abbiamo erogato già due contributi per restauro di antichi ruderi, e posso affermare che c’è molto interesse per mutuare questa esperienza».
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L’ATTO COSTITUTIVO Al varo dell’atto costitutivo della nuova associazione ha partecipato anche Massimo Riccardo, rappresentante Permanente d’Italia all’Unesco. «Abbiamo avuto la fortuna di avere l’ambasciatore giusto al momento giusto» lo ha salutato Zaia. E Riccardo ha approfittato per citare una frase
emersa dagli studenti del Cerletti (“non è solo casa mia ma patrimonio dell’Umanità”) sottolineando così il valore dell’azione di tutela del World Heritage. Subito dopo il saluto di Fabio Chies, sindaco di Conegliano, hanno firmato lo Statuto del nuovo ente, in qualità di soci fondatori, Mario Pozza, numero uno della Camera di Commercio di Treviso-Belluno e presidente di Unioncamere Veneto, Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Stefano Marcon e Stefano Soldan, i sindaci di Castelfranco e di Pieve di Soligo, che rappresentano rispettivamente la Provincia di Treviso e l’Intesa Programmatica d’Area (Ipa) “Terre Alte della Marca Trevigiana”. «Oggi i turisti arrivano già con la guida in mano- ha concluso il presidente Zaia- dobbiamo valorizzare il nostro territorio facendo capire che non siamo in un luna park. Quindi sì al turismo esperienziale e di qualità, sì all’ospitalità diffusa e al recupero dei manufatti. No agli alberghi». (e.f.)
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Nordest
AUTONOMIA, TESTI SOTTO ESAME Autonomia, legge quadro e proposte delle Regioni sotto esame. «Il lavoro prosegue - ha detto il ministro Francesco Boccia - e va avanti senza sosta».
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Il Mose potrà alzarsi da fine giugno L’annuncio del Consorzio Venezia Nuova durante la riunione `Di fatto, visto che l’estate non è un periodo di acqua alta, della Cabina di regia: dighe in funzione da quota 140 centimetri l’attivazione in caso d’emergenza avverrà solo in autunno `
mitatone, per rifinanziare la legge speciale. La salvaguardia della laguna e della città di Venezia, infatti, deve avere una visione complessiva e può passare solo attraverso investimenti su tutto il bacino scolante». Ma il Comitatone annunciato entro Natale, non è ancora stato convocato. E Marcato ha polemizzato: «Questa Cabina è davvero un tavolo operativo, non capita di trovarne tanti. Penso proprio al Comitatone. Qui decidiamo, lì siamo in attesa».
LA GRANDE OPERA VENEZIA Il Mose, da fine giugno, metterà al sicuro Venezia dai disastri. Non dalle acque alte per così dire “normali”, ma da quelle più dannose. Per questo si sta valutando a che previsione di marea sollevare le enormi dighe, da giugno e fino a fine 2021, fase di avviamento dell’opera. L’ipotesi è di puntare su una previsione di marea attorno ai 140 centimetri sopra il medio marea, una quota che comporta l’allagamento del 59% per cento della città storica, con disagi notevoli per tutte le attività a pianterreno e per la vivibilità stessa di Venezia. Una soglia ben più alta dei 110 centimetri, previsti dai protocolli del sistema Mose a regime, ma che a Venezia sono ben tollerati, consentono l’utilizzo di passerelle nei punti strategici e comunque comportano l’allagamento “solo” del 12% della città. Altra cosa rispetto ai 140 o peggio, con disastri come quelli del 12 novembre scorso, con i suoi 187 centimetri, che il Mose a questo punto eviterebbe.
QUESTIONE DI SCADENZE Si è parlato anche di questo, ieri, in Prefettura a Venezia, dove il prefetto Vittorio Zappalorto ha convocato la Cabina di regia sul Mose. Al centro dell’incontro quel cronoprogramma accelera-
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L’ULTIMO TEST Le paratoie del Mose affiorano alla bocca di porto di Chioggia (foto NUOVE TECNICHE)
to che dovrà consentire proprio la funzionalità dell’opera, in casi di acque alte particolari, anche prima della sua consegna a fine 2021, già tra sei mesi. Scadenza che era stata annunciata dal commissario straordinario del Mose, Elisabetta Spitz, un paio di settimane fa. E che ieri è stata confermata dagli amministratori del Consorzio Venezia Nuova. Il si-
stema potrà essere messo in funzione per fermare le acque alte sulla carta già da fine giugno, ma visto che l’estate non è stagione di acqua alta, la scadenza effettiva slitta all’autunno. Comunque un punto fermo che pare abbia soddisfatto i tanti partecipanti a questa Cabina di regia, pensata soprattutto per tenere informata la città sull’opera.
IN ATTESA DEL COMITATONE
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«Un incontro veramente proficuo - ha commentato l’assessore regionale Roberto Marcato -. È un risultato importante sapere che per l’estate di quest’anno il Mose sarà operativo a fronte delle più urgenti necessità. A nome della Regione ho ribadito anche la richiesta di 150 milioni di euro, già fatta al Governo in sede di Co-
BRUGNARO: «CAMBIATA L’IMPOSTAZIONE CHE PREVEDEVA IL COMPLETAMENTO DEI LAVORI E POI 3 ANNI DI AVVIAMENTO»
Soddisfatto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: «Siamo riusciti a cambiare i termini rispetto all’iniziale impostazione, che prevedeva prima il completamento dell’opera e poi i tre anni di avviamento». Resta l’incognita dei finanziamenti necessari a questa fase, che già in passato hanno visto scontrarsi Provveditorato e Cvn. «Andranno rivisti i contratti tra lo Stato e il Cvn Nuova per normare i pagamenti» ha annotato il sindaco. Questione non semplicissima. Brugnaro ha portato anche altri argomenti sul tavolo, a cominciare dal quel protocollo fanghi, che in attesa di una revisione, sta bloccando gli scavi in laguna, con ripercussioni sui lavori del Mose, ma soprattutto sull’operatività del Porto. «Ci hanno assicurato tempi brevi, pare che stavolta ci siamo». Il tavolo tecnico del Provveditorato ha licenziato l’ultima versione del testo ribattezzato protocollo sedimenti che è stato inviato all’Istituto superiore di sanità per il parere. Poi mancherà solo la firma dei ministri. Roberta Brunetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
offra l’intera visita a tutti gli aspetti della Basilica».
IL PROGETTO VENEZIA Biglietti, alcuni a pagamento e prenotazioni. È il futuro molto vicino - sarà realtà a inizio marzo, al più tardi ad aprile - per la visita a San Marco. Che, come detto, diverrà prenotabile e, prima volta nella sua storia secolare (ma soltanto in caso di prenotazione), anche a pagamento. Come avviene in un museo. È la rivoluzione «intelligente» disegnata in ogni suo aspetto dalla Procuratoria di San Marco con l’obiettivo di ridurre le code all’esterno della cattedrale di Venezia, soprattutto nei giorni in cui la città d’acqua è sommersa da turisti. C’è poi l’intenzione di «rendere fruibile e consapevole la visita alla Basilica senza affollarla - spiega Pierpaolo Campostrini, Procuratore di San Marco - Magari prevedendo accessi contingentati e numerati su fasce orarie. Con entrambi i biglietti verranno date anche delle audioguide per capire ciò che si guarda». Sparirà anche il deposito zaini all’Ateneo San Basso, a due passi dalla Basilica, sostituito da una biglietteria per gli accessi giornalieri e programmati
DA FANGHI A SEDIMENTI
TICKET OBBLIGATORI
SAN MARCO A sinistra turisti in coda a uno degli ingressi della Basilica e, sopra, il Procuratore Pierpaolo Campostrini
San Marco, prenotazioni a pagamento per entrare in basilica senza fare la fila all’interno di San Marco.
C’È CHI PAGHERÀ I dettagli su come si entrerà a San Marco da qui a poco più di un mese, sono allo studio della
L’INGRESSO RESTERÀ GRATUITO MA SI PENSA ANCHE A CHI VUOLE PROGRAMMARE UNA VISITA SENZA PERDITE DI TEMPO
Procuratoria che li sta limando. Il grosso del lavoro però è già stato fatto e tutto è pronto per entrare a regime tra inizio marzo e inizio aprile. L’accesso in Basilica sarà sempre gratuito a tutti i turisti (lo dice una disposizione della Conferenza episcopale italiana per le basiliche, ndr) anche se per la prima volta è stato previsto un biglietto a pagamento per accedere dagli ingressi che danno sulla Piazza. “Chi”, “come” e “cosa” pagherà, è lo stesso Campostrini a spiegarlo: «Ci sarà la possibilità di prenotare il proprio tour alla
Basilica. Nel caso di un turista che arriva a Venezia e decide da casa, con settimane di anticipo, di visitare l’interno della Basilica scegliendosi giorno e orario dell’ingresso, sarà chiesto un contributo per l’accesso, anche in caso di visita solo nella chiesa». Quanto si pagherà, è in via di definizione: «Ci saranno tre livelli di pagamento che dobbiamo ancora definire nei dettagli, ma il biglietto a pagamento comprenderà la visita alla Pala d’oro, al Tesoro e magari anche l’accesso al campanile. L’ottica nella quale sono state prese que-
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ste decisioni - continua - è quella di contingentare i flussi, spingendo i turisti che arrivano in città da altre parti del mondo a prenotarsi con un biglietto che
CI SARANNO TRE LIVELLI TARIFFARI E IL BIGLIETTO COMPRENDERÀ ANCHE PALA D’ORO, TESORO E CAMPANILE
Chi invece deciderà all’ultimo di entrare nella chiesa che ospita i resti mortali dell’evangelista Marco, dovrà comunque avere tra le mani un ticket d’accesso. Sarà un biglietto gratuito fornito all’Ateneo San Basso, negli stessi locali che ora ospitano il deposito degli zaini. «La biglietteria alla mattina venderà gli accessi per la mattinata e al pomeriggio quelli per la seconda parte della giornata - spiega Campostrini - La chiesa è piccola al suo interno e va difesa» anche dalle migliaia di turisti che ogni anno ne calpestano i marmi. «Resterà l’accesso sempre libero a qualsiasi ora dalla Porta dei Fiori (lato Piazzetta dei Leoncini, ndr) per i fedeli che intendono entrare in chiesa per pregare». L’idea, insomma, è quella di mettere un limite nel rapporto turisti/ora per l’ingresso. «Seguiremo le disposizioni della Questura sui controlli, come avviene a Palazzo Ducale e per altri musei», la chiude Campostrini. Nicola Munaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Jesolo Eraclea San Donà
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Stazione di travaso, raccolta firme per la nuova sede `I comitati di Passarella
e Ca’ Pirami chiedono di spostarla da via Pantiera JESOLO Stazione di travaso, avviata una raccolta firme per chiedere una nuova sede. È l’iniziativa dei comitati delle frazioni di Ca’ Pirami e Passarella che chiedono una sede alternativa per il centro di travaso. Si tratta della stazione presente all’interno della discarica di via Pantiera in via temporanea ma che Veri-
tas vorrebbe far diventare definitiva. Completamente opposto il pensiero dei residenti che temono disagi per il continuo passaggio di camion e per le varie lavorazioni. A schierarsi dalla parte dei residenti gli attivisti legati al Movimento 5 Stelle: «I residenti di Passarella e Ca’ Pirami – dice Antonio Lunardelli, portavoce del Movimento – da 40 anni convivono con la discarica e da anni si trovano ad avere sulle spalle anche il fardello della stazione di travaso che moltiplica i problemi. Nei vari incontri pubblici è stato chiesto che la nuova stazione di travaso venga realizza-
ta altrove. Gli amministratori ascoltino questa richiesta: serve una decisione politica affinché questo impianto venga realizzato altrove». E proprio sul fronte politico si è attivata la lista di opposizione “Jesolo Bene Comune” che ha chiesto la convocazione di una conferenza dei capigruppo per affrontare le tema legato alla localizzazione della nuova stazione di travaso e analizzare tutti gli elementi emersi nei due studi, quello dei residenti che chiedono una sede alternativa a Jesolo e quello di Veritas, invece più possibilista sull’ipotesi di mantenimento del centro all’inter-
no della discarica di via Piave Nuovo. «Si tratta di un tema fondamentale per la città – dicono i consiglieri Christofer De Zotti e Lucas Pavanetto - e che quindi merita, a nostro avviso è come tra l’altro si è fatto finora, un approfondimento condiviso da parte di tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale e se possibile una condivisone di visioni. Abbiamo quindi chiesto la convocazione di una conferenza dei capigruppo allo scopo di analizzare tutti assieme la situazione, anche alla luce dell’arrivo lo scorso mese dello studio richiesto a Veritas». Gli stessi consiglieri chie-
dono poi una discussione anche tra i banchi del Consiglio comunale. «Non siamo contrari alle opere necessarie per la comunità – aggiungono De Zotti e Pavanetto - ma continuiamo a mantenere i nostri dubbi sulla localizzazione a Jesolo della stazione di travaso, per ragioni pratiche, come la questione del traffico, e perché comunque Jesolo ha dato e darà nei prossimi anni con la discarica. L’opera è al servizio di vari comuni e quindi non possiamo ritenere che a prescindere debba essere situata a Jesolo». G.Bab. DISCARICA L’impianto di via Pantiera
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Mafia a Eraclea, parola alla difesa Questa mattina udienza in aula bunker a Mestre: tocca `Al via anche il processo al clan Bolognino, per reati societari ai difensori del boss Luciano Donadio e dei suoi familiari commessi anche in Riviera del Brenta: la Regione parte civile
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«Mafia, Jesolo aderisca ad “Avviso pubblico”»
ERACLEA Camorra e ‘ndrangheta alla sbarra. Questa mattina l’aula bunker di Mestre, la stessa che negli anni Ottanta ospitò i processi alle Br, sarà teatro di due maxi udienze di mafia, che si svolgeranno in contemporanea, per un totale di 129 imputati. Da una parte il clan che secondo la procura fa capo al boss di Eraclea, Luciano Donadio, affiliato ai casalesi (75 persone a vario titolo sotto accusa); dall’altra la famiglia calabrese dei Bolognino, della cosca “Grande Aracri”, accusata di una lunga serie di estorsioni e di reati societari commessi in gran parte in provincia di Padova e nell’area della Riviera del Brenta (54 imputati). L’udienza preliminare a carico dei presunti camorristi, accusati di una lunga serie di fatti criminali commessi nel Veneto orientale, ha già preso il via nelle scorse settimane e oggi prenderanno la parola i primi avvocati, tra cui i difensori dello stesso Donadio e dei suoi familiari, Renato Alberini e Giovanni Gentilini.
JESOLO
PAROLA ALLE DIFESE In questo momento non è ancora definito se e quanti imputati opteranno per il rito abbreviato in quanto si saprà soltanto a fine mese chi sarà il giudice incaricato di occuparsi del caso: di conseguenza la discussione riguarda unicamente la richiesta di rinvio a giudizio formulata dai pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini. In calendario è previsto che parlino le difese del consulente del lavoro Angelo Di Corrado (avvocatessa Stefania Pattarello), del bancario Marco Donati (avvocato Marco Vassallo), di Antonio Pacifico (Mauro Serpico), Giuseppe Daniel (Fabio Crea), Antonio Basile (Enrico Cancellier), Michela Basso (Francesco Petrelli), Raffaele Buonanno (Giuseppe Brollo), Raffaele Celardo (Giuseppe Muzzupappa), Milva Zangrando (Giuseppe Vio) e Fabio Sartore (Roberto Bolognesi). Il gip Andrea Battistuzzi deve decidere se disporre il rinvio a giudizio e applicare il patteggiamento a due imputati entro il prossimo 18 febbraio, per evitare la scadenza dei termini di custodia cautelare e, dunque, la scarcerazione di tutti. Entro la stessa data dovrà essere fissata l’udienza del pro-
IL GIP DEVE DECIDERE ENTRO IL 18 FEBBRAIO PER EVITARE CHE TUTTI SIANO SCARCERATI
IL BLITZ DEL FEBBRAIO SCORSO Agenti di polizia davanti alla villa del boss Luciano Donadio a Eraclea
cesso abbreviato per chi ne farà richiesta. Anche la Città metropolitana ha deciso di costituirsi parte civile, ma lo potrà fare soltanto successivamente, nei confronti di coloro i quali saranno rinviati a giudizio e andranno a dibattimento.
GRANDE ARACRI Il processo al clan Bolognino è, invece, alla prima udienza. La Regione Veneto ha già annunciato che si costituirà parte civile con l’avvocato Renzo Fogliata e, dunque, sarà presente fin dal primo momento a differenza di quanto accaduto nel processo ai casalesi. L’inchiesta è coordinata dalla pm antimafia Paola Tonini. “Grande Aracri” ha preso il via sull’onda della prima grande indagine sulla ’ndrangheta al Nord Italia, la cosiddetta operazione Aemilia, avviata a Bologna e conclusasi con numerose condanne. Anche in questo filone, come nell’inchiesta sulla camorra, a colpire in maniera particolare è la presenza tra gli indagati di numerosi insospettabili, di imprenditori che ora sono accusati di essere diventati complici dei gruppi criminali. Tra loro figura il veneziano Federico Semenzato, accusato di aver riciclato il denaro dell’organizzazione mafiosa. Gianluca Amadori © RIPRODUZIONE RISERVATA
Bici-raduno invernale tra storia e folclore SAN DONÀ Folclore e storia sulle due ruote con la corsa “Basso Piave d’inverno”. A lanciare il progetto di un giro-raduno annuale per gli amanti delle bici d’epoca è Renato Bozzo, presidente dell’associazione Bea, Biciclette d’epoca di San Donà. Domenica scorsa, infatti, gli appassionasti di bici storiche esclusivamente da corsa, e datate al massimo agli anni Cinquanta, hanno percorso un itinerario di circa 40 chilometri. I cicloturisti con tanto di abbigliamento d’epoca hanno pedalato tra il vecchio corso del Piave e la Laguna, lungo stradine sterrate e argini golenali. Tra le tappe del percorso non sono mancati alcuni locali storici della zona tra cui l’osteria Pavan di Santa Maria di Piave, le trattorie Murer e Tonetto. «La pedalata di gennaio può diventare un ritrovo annuale – spiega Bozzo – il percorso curato in modo attento può richiamare tanti appassionati del Veneto e da altre regioni,
rappresentando una novità che mette insieme folclore, cultura e aggiunge un tassello allo sviluppo turistico della zona». Fermata d’obbligo e foto di gruppo, sempre domenica, in piazza Trevisan davanti al duomo dove, tra la curiosità dei cittadini, gli appassionati sono stati accolti dal sindaco Andrea Cereser. «L’iniziativa merita di essere ripetuta – spiega Cereser programmata per tempo con il Comune in modo da essere inserita nel calendario ufficiale degli eventi cittadini. Il Comune è disponibile a sostenere il progetto degli amici della Bea in un’ottica di interesse turistico e storico legato al nostro territorio». Costante, infatti, l’attenzione della Giunta Cereser al mondo delle due ruote e alla mobilità sostenibile in genere. Nelle prossime settimane il gruppo si ritroverà per progettare la prima edizione ufficiale della “Basso Piave d’inverno” e un altro evento sempre legato alle due ruote d’epoca. Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
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San Donà Autismo, donazione a un’associazione Un assegno di 1.500 euro all’associazione di promozione sociale “La Bussola” che si occupa di giovani affetti da autismo. Si tratta della bella iniziativa promossa dal gruppo “Amici del musetto” che da sei anni promuove una cena a base di musetto il cui ricavato è devoluto in beneficenza ad associazioni del Sandonatese. Anche quest’anno il banchetto, a cui hanno aderito circa 300 persone, si è svolto a San Giovanni di Motta di Livenza. La somma è stata consegnata nei giorni scorsi da Enzo Bergamo e Francesco Gabatel alla presidente Sabrina Stefani e a Vania Vendrame de “La Bussola”. L’associazione di San Donà stata fondata nel maggio del 2016 da alcuni esperti nell’ambito dell’autismo, dei disturbi dell’età evolutiva e della disabilità, con l’obiettivo di garantire alle famiglie un punto di riferimento. (d.deb)
«Anche il Comune di Jesolo aderisca ad Avviso Pubblico». E’ l’appello lanciato da Jesolo in Movimento, per sollecitare l’adesione del Comune all’associazione che riunisce gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità. Di fatto la richiesta è quella di seguire l’esempio di San Donà, visto che le indagini sul caso Eraclea hanno fatto emergere un interesse della criminalità organizzata anche a Jesolo. Senza dimenticare le indagini della Dda di Torino che hanno comportato il commissariamento della gestione del golf club. «Ci chiediamo perché – dicono da Jesolo in Movimento – il Comune di Jesolo non compare ancora nella lista dei Comuni aderenti a questa associazione. Eppure anche Jesolo è stata toccata dalla mafia e la stessa associazione ha realizzato degli incontri a Eraclea, Jesolo e Caorle, per approfondire le questioni legate alla criminalità organizzata e far conoscere alla cittadinanza la facilità con cui i mafiosi si insinuano nel nostro territorio. Perché la nostra amministrazione non sente il bisogno di aderire a questa associazione che si è prefissa lo scopo di promuovere la cultura della legalità, di informare e sostenere i Comuni antimafia?». Secondo Jesolo in Movimento, a ribadire l’importanza dell’adesione a questa associazione è il fatto che gli argomento trattati non hanno colore politico. «Chiediamo pertanto – concludono gli attivisti del movimento jesolano - all’Amministrazione comunale di aderire ad “Avviso Pubblico”, ma anche di promuovere nel nostro Comune degli incontri con gli studenti e con la cittadinanza per mantenere alto il livello di guardia e favorire le occasioni di riflessione». E in attesa che venga ufficializzata la decisione di sciogliere il Comune di Eraclea per mafia, il 1. febbraio, alle 11, alla sala Palladio del Kursaal si terrà la conferenza “Le imprese contro la mafia” alla quale parteciperà Nicola Morra, presidente della Commissione nazionale Antimafia. (G.Bab.)
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Primo Piano
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IL REDDITO E LA PENSIONE A diffondere i dati aggiornati ieri è stato l’osservatorio dell’Inps che fornisce le essenziali informazioni statistiche sui nuclei familiari percettori del beneficio economico
Il sussidio di Stato
Reddito cittadinanza: è un “affare” per 1500 Più di ottocento famiglie ricevono il sostegno che ammonta in media a 363 euro Il sindaco parlamentare De Carlo: «Fallimento, nessuno è arrivato in municipio» sono state respinte o cancellate, 56 sono invece quelle decadute. Al netto dei decaduti dal diritto per rinuncia del percettore, variazione della situazione reddituale o della composizione del nucleo familiare - a beneficiare della misura introdotta dalla Legge di bilancio di fine 2018, sono dunque 863 famiglie nel Bellunese, per un totale di 1.574 persone coinvolte e un contributo mensile medio, come già detto, di 363 euro.
NUMERI BELLUNO È come se in due piccoli Comuni della provincia di Belluno percepissero tutti il reddito o la pensione di cittadinanza. Il paragone non è campato in aria, anzi, è al ribasso rispetto alla realtà. Rivamonte Agordino ha 612 residenti mentre San Tomaso Agordino ne ha 610, stando ai dati Istat aggiornati al 2019. A prendere il sussidio in provincia di Belluno sono addirittura di più: 1356 persone (se si aggiunge anche la pensione di cittadinanza si arriva a 1574), 863 nuclei familiari che ricevono, in media, 363 euro. A certificarlo è L’Osservatorio statistico dell’Inps, che fornisce le essenziali informazioni statistiche sui nuclei familiari percettori del beneficio economico introdotto alla fine del 2018 dal Governo giallo-verde.
L’ANALISI Da marzo 2019 al 7 gennaio 2020 in provincia di Belluno 1.641 nuclei familiari hanno presentato una domanda di Reddito o Pensione di Cittadinanza all’Inps: 919 il 56 per cento sono state accolte, 72 sono in lavorazione, 650 circa il 40 per cento
A CHIEDERE LA PENSIONE SONO 189 FAMIGLIE, CHE RICEVONO UN BONIFICO DA 190 EURO DI MEDIA
NEL DETTAGLIO
TUTTI IN CODA Un terzo delle pratiche è stato presentato attraverso gli sportelli della Cisl
L’OSSERVATORIO CISL
Le indagini
Non ci sono “furbetti”: sono poveri, ma onesti Non ci sono “furbetti” del reddito di cittadinanza nel Bellunese. O meglio, nessuna segnalazione o esposto è arrivato alla Procura, come risponde il procuratore Paolo Luca alla domanda di eventuali inchieste in corso. Ma è facile ipotizzare che ci siano stati incroci di dati e accertamenti della Finanza sulle autocertificazioni e sulle persone che hanno goduto del beneficio in questi mesi. D’altronde era stato lo stesso
Degli 863 nuclei familiari coinvolti, 674 percepiscono il reddito di cittadinanza, con un importo medio mensile di 412 euro e un totale di 1.356 persone coinvolte, mentre 189 sono le famiglie beneficiarie della pensione di cittadinanza, con un assegno medio pari a 190 euro e un totale di 218 persone coinvolte.
comando generale della Guardia di finanza, attraverso una circolare operativa, a sollecitare i controlli puntando a individuare chi aveva provato ad approfittare. Molto probabilmente, però, qui in provincia, non hanno dato risultati. Insomma ci sono bellunesi poveri, ma onesti. Eppure nelle altre regioni di Italia c’era chi aveva auto di lusso e percepiva il sussidio mensile. Il «campionario» dei «furbetti», denunciati
comprende imprenditori, negozianti, soci di Onlus, cassieri, baristi, camerieri, lavoratori in «nero» ma anche fotografi, cantanti neomelodici, venditori ambulanti. Non mancano delinquenti, spacciatori, mafiosi e, in qualche caso clamoroso, persino persone che erano già morte. Situazioni lontane anni luce dal Bellunese, dove con poco meno di 1500 persone che hanno incassato il sussidio, nessuna ha dichiarato il falso.
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Un terzo delle pratiche, per un totale di 467 richieste, è stato presentato tramite il caf e il Patronato Inas della Cisl territoriale. Di queste, 287, il 61 per cento, sono state presentate da cittadini italiani e 180 da stranieri. 298, il 64 per cento, sono le richieste di cittadini sopra i 50 anni di età. «La maggior parte delle domande - spiega il sindacato - è stata avanzata subito dopo l’entrata in vigore del provvedimento, nella primavera dello scorso anno, quando si è registrato un notevole afflusso nelle sedi Cisl di cittadini che avevano bisogno di informazioni sui requisiti per accedere al contributo e di supporto per presentare la doman-
da e attivare la card. Come noto, il Reddito di cittadinanza e un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari finalizzato al reinserimento lavorativo e sociale introdotto dalla Legge di bilancio 2019».
L’ANALISI «Il Reddito di cittadinanza commenta Massimiliano Paglini dal quartier generale di Cisl Belluno Treviso - ad oggi non ha portato gli effetti sperati, ossia la creazione di posti di lavoro e prospettive per lo sviluppo e la crescita». Il sindacato indica poi le priorità per superare l’assistenzialismo e puntare agli investimenti. «Continuiamo a pensare che puntare su Reddito di cittadinanza e salario minimo per legge sia controproducente per lo sviluppo e la crescita dell’occupazione. Non è procrastinando forme di assistenzialismo fini a se stesse che si creano le condizioni per far ripartire il Paese. Serve invece sbloccare i cantieri, investire nella formazione, nella ricerca e nell’innovazione tecnologica, tenendo ben presente che gli ammortizzatori sociali devono sostenere chi sta cercando lavoro e chi lo ha perso e non sostituirsi al lavoro stesso».
IL COMMENTO «Una misura assurda, fallimentare - taglia corto il deputato di Fratelli D’Italia e sindaco di Calalzo Luca De Carlo - si potevano ampliare gli strumenti che c’erano già. Si tratta di persone che percepiscono il reddito da aprile e nessuno ha ancora passato un minuto in municipio. Una misura che sottrae otto miliardi alla crescita del Paese. Erano strumenti che avevano radicamento sul territorio e avevano esperienza decennale dei Comuni e delle reti di assistenza. Questa è una misura anti-federalista che accentra tutto con i centri dell’impiego e getta all’aria il lavoro fatto fino ad adesso. Pagare qualcuno per non lavorare non stimola le persone a trovare lavoro. Non capisco come un navigator assunto a tempo determinato possa trovare lavoro ad altri a tempo indeterminato. A quel punto, se ne fosse capace, potrebbe trovarlo per sé».
«UNA MISURA CHE SOTTRAE OTTO MILIARDI AL PAESE BASTAVA MIGLIORARE QUELLO CHE C’ERA»
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LA FIRMA CONEGLIANO (TREVISO ) Dice il profilo: giovane, manager, poliglotta. Uomo? Ebbene no, donna. E non una, oltretutto nel ruolo di presidente, ma “addirittura” due. La padovana Marina Montedoro e la trevigiana Silvia Mion sono le rappresentanti della Regione nel consiglio direttivo della neonata “Associazione per il patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, ufficialmente costituita a sei mesi dalla vittoria di Baku, con l’obiettivo di gestire il futuro agroambientale, urbanistico e turistico dell’unico paesaggio viticolo al mondo riconosciuto dall’Unesco. «Un soggetto agile e operativo, non certo un carrozzone di poltrone», si era raccomandato il governatore Luca Zaia al ritorno dall’Azerbaijan, salvo scoprire in questi giorni che all’interno del Consorzio di tutela della Docg si era consumata una faida tale da richiedere ieri mattina un suo intervento al piano nobile della storica Scuola Enologica di cui è stato giovane allievo.
IL RETROSCENA
Attorno all’austero tavolo a ferro di cavallo, nella gloriosa aula di degustazione, erano riuniti i soci fondatori della nuova entità: Regione e Consorzio, appunto, ma anche Provincia di Treviso, Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Intesa programmatica d’area “Terre Alte della Marca Trevigiana”. Gli occhi ai documenti redatti dal notaio Paolo Broli, le orecchie per la tirata di Zaia. «Un forte appello al lavoro di squadra, nello spirito che ci ha portati all’iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità», hanno riferito i presenti all’incontro ristretto, mentre in sede pubblica il governatore ha glissato sulla polemica della mancata designazione a consigliere del presidente consortile uscente Innocente Nardi, in favore dell’imprenditore Lodovico Giustiniani: «Non entro nelle partite altrui, preferisco pensa-
IL PASSO INDIETRO DI NARDI A FAVORE DI GIUSTINIANI: «HO LAVORATO E LAVORERÒ SEMPRE PER QUEST’AREA»
LA POLITICA VENEZIA I renziani di Italia Viva hanno disertato l’incontro convocato martedì sera a Padova per scegliere il candidato governatore del centrosinistra da contrapporre a Luca Zaia. C’erano tutti: Pd, i civici del Veneto che Vogliamo (il cartello di Arturo Lorenzoni, candidato in pectore), socialisti, Verdi, +Europa, Italia in Comune del sindaco di Parma Pizzarotti, Sinistra Italiana, Azione di Carlo Calenda. Mancava solo Italia Viva. Il motivo? «A parte un qui pro quo sulla convocazione, su cui comunque non vogliamo fare polemica, la verità è che si trattava di un tavolo confuso - ha detto la deputata veneziana di Italia Viva, Sara Moretto - con un dibattito ancora aperto su primarie sì o primarie no, sul candidato civico o non civico, insomma è un confronto ancora molto arretrato». Moretto ha puntualizzato: «Non stiamo chiudendo la porta, anzi, abbiamo occhi e orecchie aperte, ma vogliamo capire se questo progetto assumerà caratteristiche e confini più concreti». Ma Italia Viva ci sarà o no alle elezioni regionali del Veneto?
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Unesco, una donna al top sulle colline del Prosecco La padovana Montedoro è la presidente `Tensioni nella Docg, richiamo di Zaia: dell’associazione che curerà il sito tutelato «Ora lavoriamo per 1 milione di presenze»
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in Economia e Pubbliche Relazioni, arriva invece dalla scuderia di H-Farm, dove ha consolidato la sua esperienza nel marketing digitale lanciando la startup Zooppa. «Due ragazze che parlano l’inglese come l’italiano», ha rimarcato Zaia, ricordando quanto cruciale sia questo aspetto nelle relazioni internazionali di un sito Unesco. In attesa che l’assemblea dei soci possa indicare tre ulteriori componenti, per il momento con loro in squadra ci sono quattro uomini: Giuseppe Maset per la Provincia, Ivo Nardi per la Cciaa, Vincenzo Sacchet per l’Ipa e appunto Giustiniani per il Consorzio.
L’IMBARAZZO
PROTAGONISTI Lodovico Giustiniani, Luca Zaia, Marina Montedoro, il notaio Paolo Broli, Silvia Mion, Giuseppe Maset, Ivo Nardi e Vincenzo Sacchet (foto
Marina, l’esperta di agraria ex Ue La padovana Marina Montedoro, classe 1976, è stata designata alla presidenza. Laureata in Agraria, è direttore dell’istituto Spallanzani di Brescia, ma le sue esperienze pregresse spaziano dall’Unione Europea al ministero delle Politiche Agricole
Silvia, la manager di startup digitali La trevigiana Silvia Mion, classe 1982, è stata scelta come consigliere. Laureata in Economia e Pubbliche relazioni, proviene dalla scuderia di H-Farm, dove ha consolidato la sua esperienza in marketing digitale lanciando la startup Zooppa.
FRANCESCO DA RE)
re alle nostre nomine, due donne...». E che donne, come emerge dal curriculum di entrambe.
A Verona l’edizione numero 114
LA SQUADRA
Mobilitazione contro la cimice a Fieragricola
Montedoro, classe 1976, laureata in Agraria, è l’attuale direttore dell’istituto Spallanzani di Brescia, ma le sue pregresse esperienze professionali spaziano dall’Unione Europea al ministero delle Politiche Agricole, dove ha conosciuto Zaia, al quale si è ispirata per la sua prima promessa: «Lavoreremo pancia a terra, già da questo pomeriggio, per essere un alleato di queste colline. Un territorio caratterizzato da cultura, storia, arte e agricoltura, in cui il popolo veneto ha messo tutta la sua passione e dedizione». Mion, classe 1982, laureata
VENEZIA Per fermare i danni («Una strage nei campi») provocata dalla cimice killer, migliaia di agricoltori della Coldiretti delle diverse regioni saranno con i loro trattori all’apertura, mercoledì 29 gennaio, di Fieragricola a Verona, la più grande manifestazione dedicata al settore in Italia, dove sono attesi esponenti delle istituzioni europee, nazionali e regionali. La 114ª edizione di Fieragricola è stata presentata ieri a Roma. E dai numeri si è visto che è una
Regionali, i renziani disertano il vertice del centrosinistra «Noi vogliamo esserci - ha detto Moretto - Da soli è impossibile, guardiamo con interesse alla Puglia». In Puglia Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda hanno deciso di non sostenere Michele Emiliano, che però non ha più la tessera Pd in quanto magistrato, ma di correre assieme con un proprio candidato.
RENZIANI CIVICI Che in Veneto il modello Puglia sia riproducibile appare al momento difficile. Non solo per-
MORETTO: «È ANCORA UN TAVOLO CONFUSO, CI PIACEREBBE UN’ALLEANZA SOLO CON AZIONE DI CALENDA COME IN PUGLIA»
ché Azione con Emanuele Cagnes (ex segretario organizzativo del Pd regionale) e Federico Vantini (che è stato forse il primo renziano di tutto il Veneto, già sindaco di San Giovanni Lupatoto) erano all’incontro di martedì sera con il resto della costruenda coalizione, ma anche perché ci sono dinamiche territoriali confliggenti: a Padova, ad esempio, i referenti di Italia Viva Antonino Pipitone e Romualdo Zoccali hanno aderito al manifesto de Il Veneto che Vogliamo, rassemblement di movimenti e associazioni, a partire da Coalizione Civica del vicesindaco arancione di Padova Artuo Lorenzoni, che sabato terrà la sua assemblea regionale.
IL RINVIO Renziani a parte, l’incontro del centrosinistra di martedì sera non ha segnato battute d’arresto,
fiera in assoluta crescita: 10 padiglioni occupati, 900 espositori, due aree esterne, 800 capi di bestiame, oltre 130 convegni in quattro giorni, delegazioni estere provenienti da 30 nazioni per un evento che punta su innovazione, sostenibilità ed economia circolare. «Fieragricola 2020 accende i riflettori sulle grandi sfide alle quali l’agricoltura è chiamata a dare risposte, a partire dal Green Deal illustrato dalla Commissione Ue presieduta da Ursula von der
anche se il tema caldo - come scegliere il candidato governatore, se con riunioni e trattative tra gli alleati o se con elezioni primarie aperte - è rinviato a martedì 28. Un altro passaggio cruciale sarà la direzione regionale del Partito Democratico convocata per venerdì 31 gennaio: sarà in quella sede che i dem avranno l’ultima parola in merito e sarà interessante capire con quale relazione si presenterà il segretario Alessandro Bisato: appoggiando una candidatura civica o insistendo per una scelta interna? Per ora i possibili alleati hanno trovato una intesa di massima sul programma, con sanità e ambiente quali cavalli d battaglia. Le porte restano aperte al M5s, anche se qui bisognerà capire dopo il voto di domenica in Emilia Romagna se in Veneto vincerà l’ala governista del ministro Federico D’Incà o quella refrattaria a qualsiasi alleanza con il Pd dell’attuale capogruppo in Regione Jacopo Berti. Resta il fatto che, con o senza M5s, il tentativo di Pd & C, è di andare oltre il cartello elettorale e di diventare massa critica in consiglio regionale. Il dilemma, però, è sul candidato governatore: civico o tesserato? Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Leyen e che coinvolge anche il sistema agricolo in maniera articolata», ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. A sfruttare il palcoscenico della fiera veronese sarà intanto la Coldiretti per parlare della cimice: «Si tratta della prima mobilitazione degli agricoltori italiani contro l’invasione di insetti alieni portati in Italia dai cambiamenti climatici e dai ritardi nella prevenzione e nei controlli dell’Unione Europea».
Inevitabilmente sulla cerimonia è aleggiato un velo di imbarazzo, viste le tensioni interne all’ente dei produttori, pare legate anche alla corsa per la successione di Nardi alla presidenza del lo stesso Consorzio. Un possibile ruolo rispetto a cui Giustiniani, esponente della nobile famiglia Collalto e presidente di Confagricoltura Veneto, non si è tirato indietro: «Se il consiglio di amministrazione me lo chiedesse, mi metterei a disposizione». Decisamente signorile, comunque, l’uscita di scena di Nardi: «Auguro buon lavoro alla nuova associazione ed è chiaro che le sarò sempre amico. Ho lavorato, lavoro e lavorerò sempre per queste colline, perché ci credo sia come agricoltore che come cittadino».
IL PATTO
Un territorio che «non è casa mia, ma patrimonio di tutti», come hanno ricordato gli studenti dell’istituto guidato da Mariagrazia Morgan, citati per questo da Massimo Riccardo, ambasciatore italiano all’Unesco e fra i protagonisti della missione azera, insieme ai curatori del dossier Mauro Agnoletti, Amerigo Restucci e Leopoldo Saccon. Si è affidato ai ragazzi pure Fabrizio Megani, nuovo soprintendente del Veneto Orientale, per dare la misura «di quello che si potrà e non si potrà fare» nella zona: «Serve un patto tra scuola, istituzioni, viticoltori e cittadini per il bene comune». Zaia ha però fissato anche un più prosaico obiettivo numerico: «Portare le presenze da 350.000 a 1 milione, in alberghi diffusi da raggiungere a piedi, in nome di un turismo informato sui luoghi e rispettoso dell’ambiente». Angela Pederiva
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«Servizi per i neonati non bandiere venete» `Formalizzata
la Family Card del dem Sinigaglia LA PROPOSTA VENEZIA «Fatti contro propaganda, servizi anziché bandiere se davvero vogliamo aiutare le famiglie venete in difficoltà e incentivare la natalità, che è il vero problema della nostra regione». A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Claudio Sinigaglia che ieri in Prima commissione a Palazzo Ferro Fini ha illustrato il progetto di legge sulla Family Card di cui è primo firmatario e che è stato sottoscritto da tutto il gruppo. «La Regione - ha detto Sinigaglia - invece di spendere 400mila euro in due anni per regalare le bandiere con il Leone di San Marco ai nuovi nati, destini quei soldi agli enti locali che decideranno di istituire la Family Card. I neo genitori non hanno bisogno di simboli per
essere orgogliosi di appartenere a un territorio, ma di servizi, a partire dagli asili nido a cui ha diritto appena un bambino su quattro». Sinigaglia ha ricordato che «in Veneto il calo della natalità è costante e drammatico, -25% in dieci anni: davvero Zaia e la Lega pensano di risolverlo regalando la bandiera di San Marco? Se ci sono delle risorse per le famiglie, poche o tante che siano, vengano spese in modo efficace, garantendo agevolazioni economiche a chi è in difficoltà per l’acquisto di pannolini, omogeneizzati e altri alimenti».
WELFARE La Prima commissione del consiglio veneto ha dato inoltre il via libera ad ampia maggioranza, senza voti contrari, al provvedimento della giunta sulla previdenza complementare di natura collettiva con lo sviluppo di sistemi di welfare integrato. È prevista l’istituzione di un ente regionale denominato Veneto Welfare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano
Giovedì 23 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Il Giorno della memoria IL CASO VENEZIA Oggi il Veneto sarà il primo in Italia a varare una legge per la conoscenza della Shoah e per il Giorno della memoria. Una ricorrenza che lunedì il governatore Luca Zaia onorerà al Ghetto di Venezia indossando la sua kippah viola, dopo che l’altro ieri la sua Lega in Consiglio regionale ha assicurato l’appoggio alla risoluzione dell’opposizione a sostegno della commissione parlamentare contro il razzismo, quella che al Senato era stata approvata con la contrarietà del centrodestra. Nel 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, il presidente della Regione pone le sue personali e politiche pietre d’inciampo all’intolleranza, affermando princìpi che marcano una netta distanza da certe posizioni antisemite: «Ma proprio perché non ci devono essere ambiguità – dice – mi permetto di suggerire alla senatrice Liliana Segre, una donna dalla storia tragica e dalla levatura straordinaria, di rinunciare alle troppe cittadinanze onorarie che sono solo strumentalizzazione politica, chiedendo che vengano conferite piuttosto alla Comunità Ebraica».
Veneto, una legge per la Shoah Zaia: «I giovani devono sapere» Il governatore: «Prima Regione ad emanare norme `Appello alla Segre: «Troppe cittadinanze strumentali in materia, contro il negazionismo che dilaga in rete» Rinunci e le faccia assegnare alle Comunità ebraiche» `
Gli appuntamenti
Dibattito in Consiglio e cerimonia in Ghetto I COMUNI
IL PROGETTO Zaia è solito condannare pubblicamente gli episodi di violenza e offesa nei confronti degli ebrei e delle vittime dell’Olocausto, ultime in ordine di tempo l’aggressione in piazza San Marco all’ex deputato Arturo Scotto e la mancata posa delle Stolpersteine nelle strade di Schio. Ma indubbiamente il progetto di legge che stamattina sarà licenziato dalla commissione Cultura di Palazzo Ferro Fini, nel corso di una seduta straordinaria a cui assisterà anche un centinaio di ragazzi, è un’iniziativa senza precedenti: ogni anno la Regione stanzierà 100.000 euro per finanziare svariate iniziative dedicate al 27 gennaio, fra cui un concorso studentesco, viaggi di istruzione nei lager, eventi con deportati ed esperti, premi per tesi di laurea. «Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani – spiega il governatore
LA POLEMICA MILANO Settemila abitanti all’estrema periferia di Bologna, un quartiere di edilizia popolare con poco spazio, tante etnie, una storia di degrado e tensioni sociali. E di violenza: al Pilastro il 4 gennaio 1991 la banda della Uno bianca crivellò di colpi tre carabinieri di pattuglia. E qui abita Anna Rita Biagini, 61 anni: «Ci vivo da trent’anni, ma le cose negli ultimi tempi sono peggiorate. La sera quando porto il cane a fare una passeggiata ho una pistola in tasca, regolarmente registrata. Mi spiace ma è così», raccontava martedì a Matteo Salvini in campagna elettorale per le regionali.
DOSSIER CONTRO I PUSHER Poi si è spinta oltre, indicando al leader della Lega il citofono di un ragazzo tunisino che, a suo dire, spaccia. E Salvini, ripreso dalle tv, schiaccia il bottone: «Buonasera, suo figlio è un pusher?». Risponde il padre di Y., balbetta qualcosa e appende. Ora la citofonata è un caso diplomatico e politico, con le proteste ufficiali della Tunisia e l’indignazione dell’opposizione. «Se avesse bussato alla mia mamma, che abita al Pilastro, gli sarebbe andata molto peggio», commenta il sindaco Pd di Bologna, Virginio Merola. Oggi dovrebbe partire la denuncia della famiglia del diciassettenne contro Salvini: «Le possibili ipotesi di reato sono molteplici, a
ambiguità, ribadisce Zaia: «Non ho mai visto posizioni antisemite nella Lega. Ma se ci fossero, sarei io il primo a intervenire».
CON LA KIPPAH Luca Zaia onorerà il Giorno della memoria indossando il copricapo degli ebrei
E la senatrice annuncia: «Basta visite alle scuole» LA TESTIMONIANZA ROMA Dal prossimo aprile la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, non andrà più nelle scuole per raccontare l’inferno che provò a 13 anni quando, in conseguenza delle leggi razziali, fu espulsa da scuola, arrestata e portata nel più famigerato campo di sterminio. «Questo non vuol dire che non continuerà a testimoniare la sua esperienza», spiega il figlio della senatrice a vita, Luciano Belli Paci: «Dopo 30 anni di continui appuntamenti è stanca, provata», ma ha in programma un «ultimo, grande incontro» tra qualche mese, in provincia di Arezzo.
Agli studenti di tutt’Italia Liliana Segre ha descritto, con la sua voce calma ma risoluta, l’orrore del tentativo di fuga verso la Svizzera, l’arresto, i mesi passati nel carcere di San Vittore, in cella col padre, e poi l’orrore di Auschwitz. L’ultimo incontro nella casa circondariale milanese, dove ha voluto tornare: «Della cella 202 del quinto raggio ricordo tutto: in quel nulla mi sono impressa ogni dettaglio», ha detto ai detenuti. Non più tardi di due giorni prima aveva lanciato un messaggio agli oltre duemila studenti incontrati al teatro Arcimboldi di Milano - che l’avevano salutata con una standing ovation - invitandoli a «battersi sempre per la libertà».
– perché sappiamo quanto possono essere coinvolti dal negazionismo che dilaga in Rete. Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia, nella consapevolezza di custodire a Venezia il Ghetto più antico del mondo, che per noi è continua testimonianza dell’orrore rappresentato dalla Shoah». Relatore del provvedimento in aula sarà lo zaiano Alberto Villanova, il quale ne sottolinea la valenza anche politica: «Questa norma scardina una diffusa quanto immotivata narrazione che vorrebbe la Lega guardare a presunte posizioni di tipo fasciste». Nessuno spazio alle
Lunedì 27 gennaio, nel 75° anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, la cerimonia nel Ghetto di Venezia promossa dalla Comunità Ebraica e dalla Regione si terrà a partire dalle 11 alla presenza dei presidenti Paolo Gnignati (Comunità), Luca Zaia (Giunta) e Roberto Ciambetti (Consiglio). Proprio nella sede dell’assemblea legislativa, questa mattina alle 10 si svolge la seduta straordinaria della commissione Cultura, chiamata a licenziare il progetto di legge sulla Shoah in vista del via libera definitivo da parte dell’aula. L’evento istituzionale “Educare alla Memoria” vedrà l’intervento, oltre che di Gnignati, anche di Davide Romanin Jacur, rappresentante dell’Unione comunità ebraiche italiane.
VILLANOVA: «COSÌ SI SCARDINA LA DIFFUSA E IMMOTIVATA NARRAZIONE DI UNA LEGA CHE GUARDA A POSIZIONI FASCISTE»
IL RAGAZZO ACCUSATO DI SPACCIARE: «STO MALE, SONO STATO SOMMERSO DA BUGIE» PRIVACY, IL GARANTE APRE UN FASCICOLO
zo tranquillo. E mi sono visto piombare Matteo Salvini in casa». Y. gioca a calcio e va a scuola, ma vuole abbandonarla per trovarsi un impiego e aiutare la famiglia. Il padre lavora come corriere alla Bartolini, ha un fratello più grande con un precedente per rissa, «la droga non c’entra nulla». E allora perché la signora Biagini ha scelto proprio il suo citofono? «Si incontrano la sera mentre portano a spasso il cane, sotto il portico del condominio del ragazzo si spaccia e l’ha tirato in mezzo», è la ricostruzione del legale. Lei, mentre scorta Salvini tra le aiuole del quartiere, racconta la sua vita difficile, del fi-
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BOLOGNA Il blitz del leader della della Lega Matteo Salvini che, a favore di telecamere, ha suonato al citofono di un presunto spacciatore di droga tunisino
Citofonata, la famiglia denuncia Salvini E protesta anche la Tunisia: «Razzista» memoria mi vengono in mente almeno sei o sette illeciti tra civili e penali», dice l’avvocato Cathy La Torre, che segue il ragazzo. Ieri pomeriggio era nel suo studio: «Come sto? Male. Sono stato sommerso dalle bugie, non sono uno spacciatore, sono un ragaz-
Con questo stesso spirito, il presidente della Regione motiva il voto favorevole annunciato dal capogruppo leghista Nicola Finco alla proposta di Patrizia Bartelle (Italia in Comune), condivisa pure da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, di aderire alla mozione Segre per l’istituzione della commissione bicamerale: «Sì, senza se e senza ma. Proprio per questo mi dispiace vedere la senatrice al centro, suo malgrado, della sceneggiata delle cittadinanze onorarie, un’evidente strumentalizzazione politica ai suoi danni. Lo vediamo nei Comuni: troppe dediche non sono fatte con il cuore, né per legame territoriale, ma solo per antagonismo locale. Segre faccia un passo a lato e chieda che le cittadinanze onorarie vadano alla Comunità Ebraica». Vale anche per Treviso, città a guida leghista, dove l’idea del conferimento è stato oggetto di una disputa con i dem? «Vale per tutti – conclude Zaia – anche per Verona, dov’è stato veramente brutto vedere la cittadinanza a Liliana Segre contrapposta all’intitolazione di una via a Giorgio Almirante. Serve una riconciliazione e penso che si possa ottenere nel nome della Comunità Ebraica». Angela Pederiva
glio trentenne malato di Sla e stroncato da un’overdose. Da quel momento la lotta allo spaccio è diventata la sua missione e per questo, afferma, la minacciano e lei gira con un’arma in tasca. Consegna all’ex ministro il dossier di una personale indagine, con foto e segnalazioni dei pusher di zona. «Chiedo semplicemente di poter uscire di casa tranquillamente e qui da un po’ non mi sento sicura. Ho visto questa zona peggiorare con gli anni. E dal presidente di quartiere mi sento dire che invece le cose vanno bene. Per questo apprezzo Salvini, mi è sembrato che su questi problemi abbia le
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idee chiare e mi convince. Da tempo ci promettono una nuova caserma dei carabinieri, ma rimandano sempre».
SCONTRO DIPLOMATICO Ieri mattina i familiari di Anna Rita Biagini si sono ritrovati con
LA DONNA CHE HA SPINTO L’EX MINISTRO A SUONARE: «ORA ESCO CON LA PISTOLA» DI NOTTE DANNEGGIATA L’AUTO DEI FAMILIARI
la macchina semi distrutta, il parabrezza danneggiato e i vetri laterali in frantumi. «Tornerò - promette Salvini - Non sono pentito, ho risposto a una madre coraggiosa. Noi siamo andati a disturbare la piazza dello spaccio. In galera in questo momento ci sono più di duemila spacciatori tunisini». Il vicepresidente del Parlamento di Tunisi, Osama Sghaier, irrompe nella polemica definendo il segretario «un razzista, che mina i rapporti tra Italia e Tunisia». L’ambasciatore Moez Sinaoui scrive al presidente del Senato Elisabetta Casellati denunciando «una deplorevole provocazione, fatta in maniera illecita, senza rispetto per il domicilio privato di una famiglia tunisina». E all’autorità per la privacy è già arrivata una segnalazione e il presidente Antonello Soro anticipa: «La esamineremo». Claudia Guasco © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2020 IL MATTINO
REGIONE
il crac delle banche venete
Regione in abituale ritardo quando c’è da chiedere i danni La costituzione di parte civile è stata tardiva al processo Popolare di Vicenza come ora contro la camorra a Eraclea. Il libro di Mazzaro continua a essere attuale
Vera Mantengoli VENEZIA. Il fallimento delle
Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca non fa ancora parte del passato. Basti pensare che, secondo l’avvocato Andrea Arman, a oggi sono soltanto un migliaio le persone che hanno presentato con successo la domanda di risarcimento su un bacino di 100 mila vittime aventi diritto in tutta la regione. La scadenza per presentare i moduli è stata prorogata dal 22 febbraio al 18 aprile, ma la compilazione è complicata. Il dato allarmante è emerso ieri nella Sala del Cuoio della sede del Consiglio regionale di Palazzo Ferro Fini, in occasione della presentazione del libro del giornalista Renzo Mazzaro “Banche, banchieri e sbancati”, edito da Laterza, discusso con i consiglieri Piero Ruzzante del Pd e Antonio Guadagnini di Siamo Veneto e con il do-
I relatori alla presentazione del libro scritto da Renzo Mazzaro
cente padovano Giorgio Rovereto. Presenti molti consiglieri dell’opposizione, come Erika Baldin dei Cinque Stelle, ma nessuno della Lega. L’assenza si è notata soprattutto perché, come ha fatto notare il professor Roverato
e come viene descritto in un capitolo nel libro di Mazzaro, la Regione non si è costituita parte civile al processo per il crac della Banca Popolare di Vicenza, nonostante una mozione votata all’unanimità dal consiglio regiona-
le il 26 giugno 2018. All’epoca aveva giustificato la sua assenza dicendo che, per un problema tecnico, non era riuscita a rispettare i tempi per presentarsi come parte civile. Ieri però Ruzzante ha fatto notare che la stessa dimenticanza è avvenuta in occasione del processo per mafia a Eraclea: la Regione si è costituita parte civile solo in seconda battuta. «La scelta del momento non è secondaria, anche perché se viene chiesto il rito abbreviato prima della costituzione di parte civile non è più possibile intervenirvi, quindi non puoi rappresentare i cittadini che sono parte lesa» spiega Ruzzante «È successo nel processo di Eraclea, e la Regione non sarà ammessa ai riti alternativi. Il sindacato Cgil, che non ha una struttura come la Regione, si è costituito subito e così il ministero dell’Interno. Vogliamo dare alla Regione un’altra possibilità, dato che il prossimo
16 maggio ci sarà l’udienza preliminare nei confronti dell’ex ad di Veneto Banca. Dopo la presentazione del libro abbiamo presentato un’interrogazione in cui chiediamo che questa volta la Regione si costituisca in tempo parte civile». Ieri, nel corso dell’incontro, sono emerse tante questioni ancora bollenti e tante domande che non hanno ancora risposta. Una tra queste è come andrà a finire il risarcimento dei truffati: «Presentare la richiesta è complicato» ha sostenuto l’avvocato Andrea Arman, presidente del coordinamento associazione banche popolari venete don Torta e volontario nel Centro primo soccorso risparmiatori (gratuito, 3478863545) «Ci sono due tipologie di richieste per il fondo indennizzo risparmiatori: a forfait per chi ha un reddito sotto i 35 mila euro e un altro per chi ce l’ha superiore». Il libro è utile per ricostruire lo spaccato sociale in cui si è verificato il crac e e può servire per analizzare anche cosa sta succedendo in altre parti del territorio italiano: «C’è una responsabilità che purtroppo i Tribunali non potranno mai sanzionare: la responsabilità sociale» ha concluso Mazzaro «I risparmiatori truffati sono stati 210mila e ci sono 300 mila ipoteche immobiliari ancora da escutere. Da quanto successo dobbiamo imparare molto, e in fretta, affinché non riaccada ancora». —
le regioni coinvolte e il Governo, per non disperdere il capitale umano molto qualificato e formato, per non indebolire ulteriormente la stessa azienda e per rafforzare la produzione italiana». — Riccardo Sandre © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Caso Safilo, incontro in Regione Donazzan solidale con i sindacati invitato a Padova le segreterie nazionali e locali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uitec Uil per ragionare di ammortizzatori sociali, le tre sigle hanno risposto ieri mattina con una richiesta scritta allo stesso Mise per una nuova convocazione. «Ovviamente non siamo disposti a ragionare di tagli e ammortizzatori sociali» ha detto Michele Corso, segretario della Filctem Cgil del Veneto «prima di avere approfondito gli aspetti industriali del piano 2020-2024 di Safilo. Un piano che ci è stato sottoposto solo
ieri la prima spedizione
Zalando ha attivato il nuovo centro logistico a Nogarole Rocca VERONA. Zalando, la piattafor-
ma europea online di fashion e lifestyle, ha spedito il primo pacco – un giubbotto da donna destinato a Cassino (Frosinone) – dai 130 mila metri quadrati di centro logistico a Nogarole Rocca (Verona). L’operatività sarà gestita dal partner di servizi logistici Fiege, che creerà mille posti di lavoro nel medio termine. Le prime operazioni sono appe-
L’interno del centro logistico
nei suoi aspetti finanziari ma che invece non è chiaro in materia di qualità delle produzioni, futuro degli stabilimenti e dei livelli occupazionali, possibili rientri delle lavorazioni di Safilo fatte negli stabilimenti esteri e così via. Come chiesto dallo stesso Patuanelli, vorremmo poter approfondire questi aspetti nella sede opportuna». Un punto di vista condiviso anche dall’assessore al Lavoro Elena Donazzan, presente all’incontro di ieri. «L’occhialeria è un settore strategico per il Veneto e per l’Italia» ha
na iniziate, mentre i processi logistici saranno accelerati ulteriormente nel corso dei prossimi mesi. Il centro di distribuzione di Nogarole Rocca servirà non solo i clienti italiani ma anche quelli degli altri mercati del Sud-Europa, in particolare il Sud della Francia, Spagna, Austria e Svizzera. «La spedizione del primo pacco» afferma Riccardo Vola, Director Southern Europe and Gift Cards di Zalando «è un traguardo importante per la nostra catena logistica europea e per la nostra storia di successo in Italia. Con l’apertura del centro logistico di Nogarole Rocca stiamo aggiungendo capacità alla nostra catena distributiva e portando l’assortimento rilevante più vicino ai
La manifestazione Safilo di pochi giorni fa davanti al Mise
dichiarato Donazzan «la nostra capacità di essere leader di mercato è legata strettamente a due fattori: la qualità della forza lavoro e il made in Italy. La situazione che Safilo sta affrontando deve vedere il coinvolgimento di diversi attori, in primis il sindacato, ma anche
clienti italiani. Per Zalando l’Italia è un mercato attrattivo, con clienti molto fidelizzati e un segmento online in rapida crescita. Potendo contare su un concetto di intralogistica avanzata e sulla forza del team del nostro partner Fiege siamo in grado di guidare la soddisfazione del cliente con i migliori servizi della categoria e un ampio assortimento di moda». A Nogarole Rocca il sistema di automazione sarà gradualmente implementato. La superficie, inoltre, comprende spazi di interazione sociale e dedicati allo sport, tra cui alcune aree lounge e un campo da basket. La rete di Zalando è composta da 15 centri logistici in 5 Paesi, tre dei quali in fase di costruzione. —
«Risarcire subito chi ha le carte in regola» I risparmiatori chiedono di essere pagati. Subito. «Chi ha la richiesta di ristoro in ordine» sostengono i rappresentanti dei risparmiatori «deve essere saldato, senza aspettare altro tempo». Due funzionari di Consap sono arrivati ieri da Roma per incontrare molte associazioni dei risparmiatori del Nordest nello studio legale Bettiol di Padova. Un incontro durato oltre due ore, durante il quale sono stati “bersagliati” di domande. Attualmente sul sito di Consap sono state caricate 40 mila domande, altre 7 mila sono le persone che hanno le credenziali e stanno completando il caricamento dei documenti. La domanda viene esaminata preventivamente da Consap in merito alla presenza di tutti i documenti, se ci sono problemi il richiedente viene contattato per completare la pratica. Le istanze vengono poi vagliate dalla Commissione tecnica. «Chiediamo che il governo intervenga e introduca una norma che consenta il pagamento di quanti rispettano la norma, una vota avuto l’ok di Consap» dice Patrizio Miatello, presidente Ezzelino III «altrimenti si dovrà attendere molto tempo anche dopo la scadenza della presentazione delle domande il 18 aprile». Secondo i dati diffusi ieri da Consap le domande più numerose caricate nel portale arrivano da Ferrara (5.857), Vicenza (3.718), Macerata (2.639), Treviso (2.697), Padova (1.070), Udine (1.068), Verona (840), Venezia (724), Rovigo (496). Ma 155 richieste giungono anche dall’estero. «Se non arriviamo ad almeno 100 mila richieste l’obiettivo per noi non è raggiunto» dichiara Valter Rigobon, presidente veneto. Nel caso non venisse usato tutto il miliardo e mezzo stanziato si alzerebbe la percentuale, oggi al 30%, dei ristori per tutti gli idonei. Nicola Brillo
700 lavoratori a rischio
VENEZIA. È ancora braccio di ferro tra Safilo e sindacati sul futuro dei 700 lavoratori coinvolti dai tagli previsti dal Piano Industriale 2020-2024. Ieri pomeriggio le categorie dei chimici tessili di Cgil Cisl e Uil hanno incontrato la Regione Veneto per un confronto che è stato in parte il riepilogo dell’attuale vertenza, ma pure la conferma di una linea dura dei sindacati che hanno visto una sponda nello stesso ministro dello Sviluppo economico, il friulano Stefano Patuanelli. E se l’azienda aveva già
risparmio tradito
PADOVA.
delibera di palazzo balbi
In treno con la bicicletta De Berti proroga gli sconti VENEZIA. La Giunta veneta, su proposta dell’assessore ai trasporti Elisa De Berti, ha approvato l’estensione al 2020 di “In treno in bici”, iniziativa promossa dalla Regione che prevede uno sconto sugli abbonamenti trimestrali o annuali di Trenitalia per i possessori di una bicicletta comperata nel corso dell’anno. «Ad agosto», spiega De Berti «avevamo destinato 280 mila euro per assicurare sconti sull’acquisto di abbonamen-
ti del treno (trimestrali o annuali) a favore degli utenti di Trenitalia che avessero acquistato nel corso del 2019 una bicicletta pieghevole. L’iniziativa, entrata in vigore il 24 settembre, prevedeva una scadenza al 24 gennaio 2020 ma il consenso dei fruitori dei servizi ferroviari è stato elevato, sono stati già assicurati 713 bonus per l’acquisto di altrettante bici, perciò abbiamo prorogato l’iniziativa al 24 maggio prossimo». —