RASSEGNA STAMPA DEL 28 GENNAIO 2020

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Martedì 28 Gennaio 2020 Corriere del Veneto

VENEZIA E MESTRE

Suicida dal terzo piano Ilgiallodell’ostello Il pm apre un fascicolo «Miofiglioinfluenzato per omicidio colposo einunperiododifficile» Verifiche sulle dimissioni da Psichiatria il giorno prima Disposta l’autopsia sul corpo di Matteo Voltolina Oggi il medico legale Giovanni Cecchetto eseguirà l’autopsia sul cadavere. Ma la novità è che il pm di turno Massimo Michelozzi ha deciso di aprire un fascicolo, per ora senza indagati, con l’accusa di omicidio colposo. La procura di Venezia vuole dunque vederci più chiaro sul suicidio di Riccardo Festari, il 76enne veneziano che sabato mattina, poco dopo che la moglie era uscita di casa, si è lanciato da una finestra dell’appartamento al terzo piano in cui viveva a Santa Marta, in uno dei palazzi della zona di proprietà dell’Ater. Una tragedia vissuta in diretta da alcuni studenti che stavano giocando a basket nel campetto lì sotto: hanno sentito il tonfo per terra e sono accorsi per cercare di salvarlo, purtroppo inutilmente. Da quello che si può intuire, l’inchiesta della procura vuole valutare le cure che l’Usl 3 Serenissima aveva garantito all’uomo negli ultimi mesi. Mesi difficili per lui, a causa di una fortissima depressione, che l’ha portato fino al gesto estremo. E proprio per questo dallo scorso autunno era seguito dai servizi di Psichiatria. Per due volte era stato ricoverato al Civile, l’ultima un mese fa, il 27 dicembre. Dopo il primo ricovero, era infatti stato dimesso con un quadro migliore, ma poi aveva avuto una ricaduta. Proprio il giorno prima della tragedia era però stato di nuovo dimesso e bisognerà capire se c’erano le condizioni per lasciarlo ritornare a casa, nella «vita reale». Scelta che però l’Usl 3 difende a spada tratta. «La decisione è stata determinata dal miglioramento delle condizioni, ma anche dal disagio del paziente, che tollerava male il regime di ricovero, in cui si sentiva a disagio spiega il direttore del Dipartimento di Salute mentale Moreno De Rossi - Dopo i colloqui con i familiari, e anche a

Un ultimo messaggio alla madre verso sera, per chiederle se preferiva che rientrasse a dormire a casa, invece che rimanere in ostello. «Dormi lì, ci vediamo domani», aveva risposto lei, preoccupata dal fatto che era uscito con la febbre. Ma il giorno dopo, Matteo Voltolina, 38 anni, era morto. Avrebbe dovuto lasciare la stanza dell’ostello Anda a metà mattina, quando non si è visto, il personale ha provato a chiamarlo, ha bussato e poi è entrato: lo hanno riverso sul pavimento, in pigiama, probabilmente morto da qualche ora. La procura di Venezia per scoprire la verità sulla morte ha disposto l’autopsia sul corpo del veneziano, figlio di uno dei fondatori dello storico marchio di gioielli e accessori in vetro artistico «Antica Murrina Veneziana». Matteo Voltolina non stava attraversando un momento facile. Dopo la separazione dalla compagna, conosciuta nel mondo dello spettacolo nel periodo in cui aveva vissuto a Roma, era tornato ad abitare dalla madre a Venezia, in campo San Maurizio. Venerdì, però, aveva deciso di trascorrere la notte in terraferma. Aveva prenotato una stanza all’ostello Anda Venice e dopo aver pagato il conto si era diretto in camera. I carabinieri non hanno trovato segni di violenza sul corpo, né tracce di effrazione. Solo alcuni farmaci che il veneziano stava assumendo in questo periodo e che sono stati sequestrati. Secondo il medico legale, che ha eseguito una prima analisi sul corpo, Voltolina potrebbe essere rimasto vittima di un malore, ma bisognerà attendere l’esito dell’autopsia. Anche perché l’uomo qualche tempo fa aveva sporto denuncia alla polizia di Venezia dicendo di sentirsi minacciato da gente poco raccomandabile che ruotava intorno al mondo dello spettacolo e di temere per la sua incolumità. Di certo nella stanza non c’era alcuna traccia di droga e ciò che sanMESTRE

VENEZIA

Gesto disperato L’uomo soffriva da tempo di depressione ed era stato ricoverato a lungo in ospedale. Era stato dimesso il giorno prima ed era tornato a casa

seguito dell’esperienza di un permesso a casa avvenuto la settimana precedente, si è giunti alla decisione, concordata con i familiari stessi, di acconsentire alla sua richiesta di dimissioni, verificato anche che la prospettiva dava sollievo al paziente e che questi si dimostrava disponibile alla prosecuzione delle cure a livello ambulatoriale». In realtà chissà che cosa è scattato nella testa di Festari non appena è arrivato a casa: ha atteso il primo momento in cui è rimasto da solo per lanciarsi dalla finestra. «Il quadro complessivo era compatibile con una dimissione, avvenuta in accordo con i familiari - ribadisce però De Rossi - Il paziente ha lasciato il reparto

Il caso Ater L’assessore Boraso: aveva ricevuto la lettera sui parametri e ne aveva fatto una malattia

molto sereno». L’assessore comunale Renato Boraso, che lo conosceva bene perché andavano a funghi assieme e perché nel 2015 era stato uno dei candidati della sua lista, aveva rivelato però che venerdì i famigliari si sarebbero opposti alle dimissioni. Boraso ha inoltre spiegato che l’uomo, ex messo comunale, era stato uno delle migliaia di inquilini dell’Ater che nei mesi scorsi aveva ricevuto la famosa lettera che rivedeva i criteri di accesso alla case pubbliche, sulla base delle nuove norme regionali. «Ne aveva fatto una malattia», ha raccontato l’assessore. E sebbene l’Ater abbia spiegato che non era certo a rischio di sfratto, anche perché nel frattempo le soglie sono state alzate proprio a causa della protesta degli inquilini, ora anche in consiglio regionale qualcuno chiede spiegazioni. «Il presidente Luca Zaia e l’assessore Manuela Lanzarin vengano a riferire in aula», dice il consigliere Pd Claudio Sinigaglia. (a. zo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Trovato morto Matteo Voltolina sabato sera aveva deciso di dormire fuori casa dopo una discussione con i familiari per le questioni legali dovute all’affido del figlio piccolo

no i genitori è che il figlio è morto per arresto cardiocircolatorio. «Era un ragazzo fragile, solare e generoso, dava fiducia a tutti». Lo ricorda così il padre Francesco, tra i fondatori dell’Antica Murrina Veneziana che ha sede a Olmo di Martellago, ceduta un paio di anni fa. «Viveva malissimo la separazione, con scarsa o nulla possibilità di vedere suo figlio». Una questione per la quale il 38enne aveva perso il sonno e che venerdì sarebbe stata causa di uno screzio in casa: il giudice aveva preso ulteriore tempo per decidere riguardo alle visite al minore che vive con la madre, e questo avrebbe provocato una discussione sulle scelte di natura le-

Il padre Era sotto pressione per la custodia del figlioletto, aveva discusso a casa per questioni legali

gale. «Non chiedeva molto – aggiunge – solo di poter vedere suo figlio. Noi quello che potevamo fare lo abbiamo sempre fatto». Matteo Voltolina aveva lavorato con il padre per anni, perlopiù nell’azienda di famiglia a Venezia e poi in quella in Tunisia e Marocco. Cinque anni fa aveva deciso di aprire dei negozi con i gioielli di Murano nelle Mercerie a San Zulian e poi nella zona di Santi Apostoli. Sulle condizioni di salute, il padre ricorda che il figlio era ingrassato e dimagrito più volte. «L’ultima volta l’ho visto giovedì – spiega Voltolina – mia moglie invece un’ora prima che uscisse di casa e poi si sono messaggiati tutto il pomeriggio. Era arrabbiata perché era uscito nonostante la febbre». Per quanto sanno i genitori, il figlio aveva assunto delle medicine per tenere a bada la febbre. Numerosi i messaggi di cordoglio giunti alla famiglia. I funerali si terranno a fine della settimana, a Santo Stefano. Eleonora Biral Giorgia Pradolin © RIPRODUZIONE RISERVATA

Inquinamento dell’aria, di nuovo allerta arancione Le concentrazioni di polveri sottili sopra i limiti da cinque giorni, Da inizio anno 23 giornate di smog L’ultima settimana di gennaio si è aperta come la prima, sotto l’arancione del secondo livello di allerta Arpav per le polveri sottili in atmosfera. L’inasprimento delle misure di contenimento degli inquinanti è scattato ieri, primo giorno di controllo settimanale, in seguito a cinque giorni consecutivi di sforamento del limite dei 50 microgrammi di Pm10 ogni metro cubo d’aria, sempre secondo i rilevamenti della centralina di parco Bissuola, riferimento per tutto l’agglomerato urbano di Venezia. Fanno eccezione, in questo senso, solo i Comuni del Sandonatese e quelli del Clodiense, dove Arpav si affida a un modello previsionale matematico per calcolare le concentrazioni di polveri,

VENEZIA

non alle centraline: entrambi i blocchi sono così rimasti al livello verde, almeno fino a giovedì, seconda giornata di controllo settimanale. Nessuno sconto invece per i veneziani: fermi i diesel fino a Euro 4 e i benzina fino a Euro 1, tutti i giorni dalle 8.30 alle 18.30, stop anche alle caldaie a biomassa e allo spargimento di liquami. D’altronde i nu-

meri non lasciano scampo: dallo scorso mercoledì le medie giornaliere non sono mai scese sotto quota 55, restando in media nell’orbita dei 70 microgrammi di Pm10; guardando la curva oraria la situazione appare pure più drammatica, visto che anche nell’arco di una sola giornata è difficile scendere sotto il livello di guardia, non è mai successo

domenica e neppure ieri. Non c’è neppure troppa speranza di un miglioramento: è sempre Arpav che, nelle sue mappe di previsione, ipotizza per oggi picchi da 100 microgrammi in tutto il Veneziano, con una punta ancora superiore proprio ai margini del Sandonatese, a Portogruaro, mentre per domani si spera in un marginale riduzione

delle concentrazioni. In totale, dall’inizio dell’anno, si contano già 23 giorni sopra soglia, su un totale di 35 «concessi» nell’arco di dodici mesi; difficile quindi pensare che il 2020 si chiuda con un miglioramento rispetto al 2019, che aveva visto 56 sforamenti totali alla centralina di parco Bissuola (solo per quanto riguarda il Pm10, Le-

Quarto D’Altino

I carabinieri sequestrano 50 mila oggetti irregolari

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ggetti per la casa, utensili da lavoro, materiale di cancelleria, accessori. Cinquantamila articoli, tutti posizionati tra gli scaffali e in vendita. Peccato che non fossero regolari. Le etichette sui prodotti non erano a norma, quindi non potevano essere venduti. I carabinieri li hanno individuati durante un

controllo all’interno di un negozio gestito da cittadini cinesi a Quarto d’Altino e hanno sequestrato tutto. Al titolare del punto vendita, adesso, spetterà pagare una multa da migliaia di euro. I militari hanno anche denunciato tre persone, due uomini e una donna, per furti nei supermercati. (e.bir.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

gambiente ne conta addirittura 109, calcolando anche gli altri punti di rilavamento e inserendo nel totale anche Pm2.5 e ozono). Ecco allora che, da palazzo Balbi, i consiglieri regionali in quota Cinque stelle sono tornati a battere alla porta della giunta per chiedere la revisione degli accordi di bacino: «Che fine ha fatto il piano di studio dell’incidenza dei tumori? - si chiedono Jacopo Berti, Erika Baldin, Simone Scarabel e Manuel Brusco - Porteremo nel nostro programma la richiesta di un piano generale per la mobilità sostenibile, per i controlli a tappeto sulle emissioni da riscaldamento e per una vigilanza costante sulle emissioni industriali». Gi.Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MARTEDÌ 28 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO l’appello della fillea cgil

Incidenti con escavatori «Serve più formazione per evitare tragedie» BELLUNO. «Sono troppi gli in-

L’impatto delle Olimpiadi sull’economia provinciale il tema della tavola rotonda che si terrà durante l’assemblea di Confindustria

Oggi alle 12.30 inaugurazione della Business School a Palazzo Bembo Alle 15 al Teatro Comunale si parlerà dell’importanza dei grandi eventi

È il giorno della Luiss e dell’assemblea olimpica di Confindustria Belluno L’APPUNTAMENTO

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rima l’inaugurazione della sede bellunese della Luiss Business School, poi l’assemblea generale al teatro Comunale, dove sono attese oltre cinquecento persone, tra imprenditori, autorità militari e civili, amministratori, ex atleti e protagonisti del mondo dello sport italiano. Belluno diventa il palcoscenico nazionale per un tema che, dopo il no alle Olimpiadi romane, tanto ha fatto discutere in Italia: il rapporto tra sport, grandi eventi e il loro impatto economico sui territori. Dopo la relazione introduttiva del presidente bellunese di Confindustria Lorraine Ber-

ton, ci sarà l’intervento di Luigi Abete, presidente Luiss Business School che parlerà dell’Hub di Belluno e della sfida per il Nordest. “2026: in che mondo vivremo?”, sarà invece il tema della presentazione di Francesco Morace, presidente di Future Concept Lab, che introdurrà la tavola rotonda sul rapporto tra grandi eventi sportivi ed economia, cui prenderanno parte, tra gli altri, Alessandro Benetton, presidente Fondazione Cortina 2021, Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina, Giovanni Malagò, presidente Coni, Antonio Rossi, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. A concludere i lavori sarà il presidente di Confindustria Vincenzo

Boccia. Ad assistere ai lavori ci sarà anche una nutrita delegazione dell’Associazione Italiana Azzurri d’Italia guidata dal presidente Stefano Mei (mezzofondista, olimpionico a Los Angeles e campione europeo dei 10 mila a Stoccarda 1986) e dalla sua vice Fiona May, due volte campionessa mondiale nel salto in lungo. Ci saranno Roberto Zandonella, campione olimpico nel bob nel 1968 a Grenoble (con il leggendario Eugenio Monti), Sergio e Gildo Siorpaes, bronzo olimpico nel 1964 a Innsbruck (sempre con Monti), Oscar De Pellegrin, campione paraolimpico nel tiro con l’arco a Londra 2012. Ci sarà anche un testimonial d’eccezione come Lorenzo Cappello,

uno degli ultimi tedofori a Cortina 1956 e storico comandante del Gs Fiamme Oro di Moena. Arrivata la conferma di Chiara Simionato, campionessa e primatista mondiale di pattinaggio. Saranno accompagnati dal presidente dell’Associazione Azzurri d’Italia di Cortina d’Ampezzo, Giorgio Triches. Si comincia alle 12,30, a palazzo Bembo in via Loreto 34, quando sarà tagliato il nastro all’Hub veneto delle Dolomiti della Luiss Business School, che farà di Belluno la terza città in Italia – dopo Roma e Milano – a ospitare la prestigiosa scuola di alta formazione. A fare gli onori di casa saranno il primo cittadino Jacopo Massaro, il Presidente della Provincia Roberto Padrin e la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton. La parola poi passerà a Luigi Abete, presidente Luiss Business School, e a Vincenzo Boccia, presidente Luiss e presidente di Confindustria. La Regione del Veneto sarà rappresentata dal governatore Luca Zaia, mentre per il Governo interverrà il ministro per gli Affari col Parlamento Federico d’Incà. La benedizione sarà affidata a monsignor Renato Marangoni, vescovo della diocesi di Belluno-Feltre. Confermata anche la presenza straordinaria di Giovanni Malagò, numero uno del Coni. —

cidenti che coinvolgono gli operai che lavorano nei cantieri del post Vaia. Per fortuna a oggi non ci sono state vittime, ma le tragedie sono sempre in agguato. Per questo dico che è necessaria più formazione e una responsabilità maggiore da parte del lavoratore e del suo datore». L’appello arriva direttamente dal segretario della Fillea Cgil, Marco Nardini, all’indomani di alcuni indicenti, che hanno visto il ribaltamento di escavatori. «Sono ormai una decina gli incidenti verificatisi lungo i pendii delle nostre montagne», precisa Nardini. «Alcuni sono accaduti in Agordino, durante i lavori lungo gli alvei dei torrenti, altri a Cortina e anche in Comelico. Per ora non ci sono stati esiti gravi, ma questo non vuol dire che possiamo stare tranquilli», sottolinea il sindacalista. «Le ditte, viste le temperature più miti, hanno ripreso le attività nei boschi, ma il problema è che, se di giorno siamo qualche grado sopra lo zero, di notte c’è una forte escursione termica. Questo fa sì che il terreno sia morbido in superficie e gelato qual-

che centimetro più sotto, creando problemi a chi ci lavora». Per la Fillea una delle criticità sta nel fatto che «a svolgere questi interventi sono chiamati giovani o comunque persone alle prime armi, lavoratori senza una preparazione adeguata alla conduzione di questi mezzi. Per questo motivo», insiste Nardini, «invito i lavoratori a rifiutarsi di svolgere alcune attività se ravvisano dei pericoli. E se i datori di lavoro fanno dei problemi, venite da noi». L’appello è rivolto anche alle ditte appaltatrici: «I lavoratori devono avere un’adeguata formazione per operare in queste situazioni. L’ideale sarebbe che, qualche anno prima del pensionamento, un movimentatore terra sia affiancato da un giovane, in modo da potergli trasmettere conoscenze e competenze. Questo è un lavoro duro e pericoloso, che non può essere preso alla leggera. Molte ditte che vengono da fuori arrivano con certificati di formazione fatti sulla carta, qui invece serve la formazione fatta sul campo, cosa che qui a Belluno facciamo». — P.D.A.

polizia ferroviaria

Controlli a raffica sui treni e nelle stazioni BELLUNO. Quattro denunce,

tre per furto e una per violazione del Daspo urbano, 440 soggetti controllati, 83 agenti di polizia ferroviaria impiegati e 98 treni controllati in 18 stazioni. Sono i numeri a livello regionale dell’operazione Rail Action Day – Active Shield, che ha visti impiegati anche gli uomini della Polfer bellunese il 21 e il 22 scorsi. Il servizio ha visto la Polfer attivata in controlli preventivi a viaggiatori e relativi bagagli, presenti sui convogli e all’interno delle stazioni ferroviarie, tra le

quali anche quelle bellunesi. Quattro le denunce di altrettante persone: tre sono state denunciate per furto aggravato e una per la violazione al daspo urbano, provvedimento antidegrado e a tutela della sicurezza dei cittadini, con cui gli era stato vietato l’accesso alle aree urbane per 12 mesi. Tra le persone indagate, una è risultata anche in posizione irregolare sul territorio nazionale e sottoposta ad espulsione. Un giovane è stato invece segnalato per 1,90 grammi di droga “annusati” da una unità cinofila. —

Ultimi giorni per l’iscrizione on line: www.dobbiacocortina.org


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Nordest

L’ANNUNCIO DI DARIO FRANCESCHINI «Una candidatura prestigiosa per una delle più importanti istituzioni culturali italiane Auguri per questa fantastica sfida»

Martedì 28 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Biennale, il ministro sceglie il produttore veneziano Cicutto Fine dell’era Baratta Scartati i politici, la Fondazione affidata al presidente dell’Istituto Luce Gli auguri di Brugnaro e Zaia. «Un giusto curriculum per questo incarico» `

LA NOMINA VENEZIA È Roberto Cicutto, 72 anni, veneziano di origine, produttore cinematografico, dal 2009 al vertice dell’Istituto Luce-Cinecittà, il nuovo presidente della Biennale. La nomina è stata comunicata ieri, poco dopo mezzogiorno, dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. «I miei sinceri auguri, viva la Biennale» si è subito complimentato il presidente uscente Paolo Baratta. Il decreto di nomina si perfezionerà dopo il parere delle competenti commissioni di Camera e Senato, sta di fatto che la scelta politica è compiuta. A causa del veto del M5s, il ministro non ha potuto riconfermare Baratta, anche perché, dopo quattro mandati di cui tre consecutivi, sarebbe stata necessaria una legge per modificare lo statuto dell’ente (e l’emendamento al Milleproroghe presentato dalla Lega è stato dichiarato inammissibile). Escludendo gli ex ministri alla Cultura che erano entrati nel toto-nomi (Melandri, Rutel-

L’ITER PREVEDE CHE IL DECRETO OTTENGA UN PARERE DALLE COMPETENTI COMMISSIONI DI CAMERA E SENATO

li, Veltroni, Bray), Franceschini ha dimostrato di non voler fare scelte politiche o partitiche. Ha preferito un profilo più tecnico. E Cicutto, oltre a essere un esperto nel settore cinematografico, vanta anche un buon rapporto con Baratta. Di lui ha detto: «Spero che non ci molli, che ci dia una mano e ci stia dietro».

L’ANNUNCIO «Una candidatura prestigiosa per una delle più importanti istituzioni culturali italiane» ha detto Franceschini avviando la procedura di nomina. Il ministro ha ringraziato Baratta: «Negli ultimi anni la Biennale ha vissuto un processo di rinnovamento in tutti i settori di attività e ha incrementato la sua già notevole fama sulla scena internazionale. Questo è stato possibile grazie al prezioso lavoro di Paolo Baratta e della sua squadra che ringrazio. Sono certo che Baratta, con la sua autorevolezza, continuerà a impegnarsi per La Biennale».

LE REAZIONI Tra i primi a complimentarsi con Cicutto il presidente uscente Baratta, che ha anche ringraziato il ministro Franceschini «per le sue parole». Commenti positivi anche da parte del sindaco di Venezia e vicepresidente della Biennale Luigi Brugnaro e del governatore del Veneto Luca Zaia, che pure si erano spesi per la riconferma di Baratta. «A nome di tutta la Città di Ve-

nezia e mio personale auguro al nostro concittadino Roberto Cicutto un buon lavoro - ha detto Brugnaro - Ho già avuto modo di sentirlo telefonicamente e ci incontreremo a breve a Cà Farsetti. A Paolo Baratta il più sincero grazie per l’impegno e la tenacia con cui in questi anni è stato in grado di dare a La Biennale e alle sue prestigiose attività un ruolo sempre più internazionale e di assoluto livello. Un lavoro importantissimo che ha contribuito a fare di Venezia un luogo d’avanguardia e proiettato verso il futuro». «Auguro buon lavoro al nuovo presidente della Biennale, ricordandogli che eredita una macchina super performante sia sul fronte della Mostra del Cinema sia su quello della Biennale Arte e Architettura - ha detto Zaia - Noi abbiamo difeso la proroga di Baratta certi che abbia fatto un buon lavoro in tutti questi anni: lascia una Biennale con i conti a posto, una Mostra del Cinema in grande spolvero. La nomina è una prerogativa del ministro e Cicutto ha il curriculum

UNA CARRIERA NEL CINEMA Il neo presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto, nominato ieri dal ministro dei beni culturali Dario Franceschini

giusto per questo incarico. Questa mattina (ieri, ndr) mi hanno chiamato sia il ministro, che mi ha presentato e motivato la scelta, sia Cicutto al quale ho rivolto il mio in bocca al lupo. Sarà giudicato sulla base dei risultati e del contesto nel quale opererà. La biografia professionale di Cicutto testimonia che sicuramente saprà raccogliere l’eredità di Baratta, traghettando l’istituzione culturale veneziana verso nuovi successi».

Messaggi di congratulazioni ma anche ringraziamenti a Baratta - sono arrivati dall’Anac (autori cinematografici), dalla presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri, dal presidente dell’Apa (produttori audiovisivi) Giancarlo Leone, dal presidente di Anica Francesco Rutelli, dal direttore di M9-Museo del ‘900 Marco Biscione, dai parlamentari Maria Elena Boschi, Michele Anzaldi, Sara Moretto, Andrea Ferrazzi.

La settimana prossima si terrà l’ultimo Consiglio di amministrazione della Biennale sotto la presidenza di Baratta. Il nuovo Cda si completerà invece a maggio, dopo le elezioni amministrative, con il sindaco di Venezia (che al momento ricopre anche il posto spettante al presidente della Città metropolitana) e il presidente della Regione. Un altro componente sarà di nomina ministeriale. Alda Vanzan

to meglio e di più. Bisognava trovare una soluzione. Abbiamo lavorato assieme per tutti questi anni e credo che i risultati si siano visti sul campo».

sionalità elevate e mi fa piacere che sia stato scelto lui, perché il suo arrivo non può che tranquillizzarci. Alla Mostra è in atto da tempo un rinnovamento su va-

Arriva comunque un uomo di cinema, quindi un cambiamento che può essere oggettivamente importante per il settore e la Mostra. «Senza dubbio. Cicutto, con il quale ho sempre avuto un ottimo rapporto fin dai tempi, ormai lontani, del Torino Film Festival, ha competenza e profes-

IL DIRETTORE DEL FESTIVAL: «MASSIMA COLLABORAZIONE, LAVOREREMO SU UN PERCORSO CONSOLIDATO»

sta scala, progetti che investono strutture e programmi, che dovrà essere portato avanti. Da parte mia ci sarà la massima collaborazione e anche se è difficile per tutti prendere il posto di Baratta, mi auguro che il nostro lavoro congiunto raggiunga quei risultati di cui abbiamo bisogno».

«Credo sia presto per parlare di questo. Pensiamo a lavorare bene e poi si vedrà. Io resto sereno: il nostro lavoro di questi anni ha dato rilancio a Venezia, oggi di nuovo meta preferita sia per il cinema d’autore sia per le grandi produzioni. La Mostra è ritornata a essere fortemente competitiva, rafforzando la sua immagine nel mondo. Con Cicutto lavoreremo sicuramente su questo percorso consolidato e ricco di soddisfazioni». adg

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CINEMA Da sinistra, il presidente uscente della Biennale Paolo Baratta e il direttore del festival Alberto Barbera

L’intervista Alberto Barbera

«Scelta che ci tranquillizza anche se è difficile per tutti prendere il posto di Paolo» al 2012 al timone della Mostra di Venezia, con una parentesi precedente di tre edizioni (1999-2001) a cavallo del nuovo millennio, interrotte come si ricorderà un po’ bruscamente, Alberto Barbera ha ancora un anno di mandato, prima di capire se resterà ancora direttore del festival lagunare, ipotesi quasi scontata se fosse rimasto Baratta, ora sicuramente ancora possibile, ma non altrettanto “automatica”.

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Alberto Barbera, cosa pensa

della nomina di Roberto Cicutto alla presidenza della Biennale? «Non mi sento di esprimere un giudizio in merito alla decisione del ministro Franceschini, che avrà avuto i suoi motivi per non confermare il presidente attuale. Nei confronti di Baratta, in questo periodo di incertezza sul futuro della Biennale, sono arrivati molti attestati di stima e di richiesta per una sua conferma, logica di un lavoro straordinario fatto in questi anni. Credo che nessuno più di lui abbia fat-

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La tranquillità si riferisce anche al futuro: quest’anno, ultimo sulla carta per lei, sarà utile per capire cosa succederà dopo.

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Venezia

Martedì 28 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Giorno della memoria «Riportiamo i bambini a giocare nel Ghetto» L’appello del rabbino capo Touitou alla cerimonia ufficiale Zaia: «Renderei obbligatorio il Diario di Anna Frank a scuola»

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IL GOVERNATORE

LA RICORRENZA VENEZIA La Giornata della Memoria, per non dimenticare la Shoah con i suoi più di 6 milioni di ebrei uccisi e deportati nei lager nazisti e per contrastare un negazionismo che troppo spesso circola in rete e non solo. Numeri che ancora oggi fanno riflettere. E che rappresentavano il 70% della popolazione ebrea europea di quegli anni. Lo ha ricordato il governatore del Veneto Luca Zaia, ieri presente – con la sua kippah viola – in campo del Ghetto per l’ormai tradizionale cerimonia di celebrazione del Giorno della Memoria, organizzata dalla comunità ebraica.

«Questo Ghetto, il più antico, nasce nel 1516», ha esordito Zaia. E in merito al progetto di legge per la memoria della Shoah – un atto senza precedenti nel nostro Paese, che verrà approvato oggi in Consiglio regionale e che vedrà la Regione stanziare 100mila euro da destinare ad iniziative dedicate al 27 genna-

LA COMUNITA’ EBRAICA

IL RABBINO Un Ghetto che, ha detto il nuovo rabbino capo Daniel Touitou, arrivato in città a settembre, «deve tornare a vedere giocare i bambini, come una volta». «La mia missione - ha aggiunto - è cercare di far crescere questa comunità, composta oggi da circa 450 persone tra centro storico e terraferma, attraverso un grosso lavoro di studio, insegnamento e cultura pratica dell’ebraismo. Bisogna lavorare molto per tornare a vivere una vita ebraica attiva e dinamica. Spero di riuscire a farlo, per dare alla comunità un futuro attraverso le nuove generazioni e portando qui coppie e bambini». La cerimonia ieri è iniziata con l’alzabandiera a mezz’asta da parte degli alpini dell’Associazione nazionale alpini, è proseguita con la deposizione di una corona d’alloro, con l’accensione di alcune candele al monumento “L’ultimo treno” e con un minuto di silenzio. Una scultura dedicata a tutte le vittime dell’Olocausto e in particolare ai 246 ebrei veneziani deportati ad Auschwitz tra il ‘43 e il ‘44, di cui solo 8 fecero ritorno. Tra i presenti, anche il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti e il consigliere comunale Maurizio Crovato.

io – ha aggiunto: «Un grande segnale in un contesto in cui il negazionismo, contro il quale dobbiamo batterci, e i messaggi che raggiungono i nostri ragazzi sono di tutt’altro genere». E se da un lato l’auspicio è stato che l’anno prossimo il campo del Ghetto si riempia per l’occasione di studenti, dall’altro il governatore ha sottolineato: «Mi domando se i ragazzi a scuola leggano ancora il “Diario di Anna Frank”. Io lo renderei obbligatorio».

RICORDO La corona in Ghetto

LA COMUNITA’ EBRAICA: «LA LEGGE REGIONALE SULLA SHOAH UN BELL’ESEMPIO DI PARTECIPAZIONE»

«Il progetto di legge regionale che impegna a ricordare e a compiere azioni significative che portino le nuove generazioni a far tesoro di quanto successo – il commento del presidente della comunità ebraica veneziana, Paolo Gnignati – è stato un bellissimo esempio di come l’istituzione entri nella vita positivamente». Riuscire a parlare con i giovani, formando la loro coscienza, è fondamentale. «Ci sono delle recrudescenze forti, per questo è necessario trovare delle formule appropriate che “tocchino” gli altri nell’immediato». Marta Gasparon © RIPRODUZIONE RISERVATA

GHETTO Tanta gente ieri mattina per il Giorno della memoria

CERIMONIE In alto, un momento in Ghetto. Qui sopra, la consegna delle medaglie in Prefettura

Le 17 medaglie in ricordo degli internati veneziani IN PREFETTURA VENEZIA Con una suggestiva cerimonia, ieri mattina il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, per il Giorno della Memoria, ha consegnato le medaglie d’onore alla memoria di 17 arrestati in provincia ed internati nei campi di sterminio. Sono Gaetano Arrigo, Amelio Boscolo Chio Sante, Giuseppe Ceccon, Michele Cominelli, Aldo Finotto, Antonio Formenti, Gino Geremia, Giulio Longo, Carlo Marcon, Sergio Solari, Armando Sponchiado, Arturo Trevisan, Luigi Viotto, Giuseppe Giamboni, Daniele Zampieri, Giovanni Zanovello, Adriano Zoia. La cerimonia è stata arricchita dalla presenza degli allievi dell’istituto comprensivo “Filippo Grimani” di Marghera (coro della scuola primaria ed ensemble strumentale dell’indirizzo musicale della scuola secondaria) che si sono prodigati, applauditissimi, a suonare e cantare l’Inno di Mameli, e a leggere brani tratti da “Il banco vuoto - Scuola e leggi razziali, Venezia 1938 -

Il contenzioso Crovato contro Scarpa

VENEZIA (t.borz.) La lite tra i consiglieri Renzo Scarpa e Maurizio Crovato sul presunto utilizzo di espressioni diffamatorie via whatsapp è stata rigettata. Il consigliere Scarpa aveva citato il collega fucsia in tribunale per aver utilizzato frasi poco consone nei suoi confronti, chiedendo un indennizzo di 55mila euro per il risarcimento del danno non patrimoniale. Il giudice ha però stabilito che le frasi utilizzate via chat, acquisite dal tribunale, non erano altro che valutazioni soggettive politiche. In merito alla definizione utilizzata dall’ex giornalista, cioè “Quartetto Cetra e sfasciacarrozze”, attribuite a consiglieri che si erano espres-

se con valutazioni fuori dal coro, queste sono state definite: «Non lesive dell’altrui onore e dignità, rientrando appieno nell’ambito della critica politica e ponendo l’accento sulla dissonanza dell’operato dello Scarpa rispetto al resto del gruppo consiliare di appartenenza». Anche l’espressione “comunista” è stata ritenuta coerente con una valutazione soggettiva: «Non appare diffamatoria, laddove si consideri la militanza dello Scarpa nel Pci». Il dibattito si era acceso fino a far definire Scarpa da Crovato: «Uno che spara c... con messaggi trasversali modello mafia». Pure in questo caso, il giudice ha ribadito che: «Va inserita nell’acceso conflitto che era insorto tra le parti». All’interno della sentenza si può quindi no-

«BISOGNA TRASMETTERE QUEI FATTI ALLE NUOVE GENERAZIONI» Vittorio Zappalorto

una determinazione ed una organizzazione che non ha pari nella storia dell’umanità. Nel 1938 vennero emanate le leggi razziali in Italia, che diedero il via libera alla persecuzione degli ebrei anche nel nostro Paese e spalancarono loro le porte dei campi della morte». «Chi non ha visto e vissuto quella tragedia – ha concluso Zappalorto – è come se non fosse vaccinato dal morbo dell’intolleranza ed è proprio per questo che bisogna far vivere la memoria e trasmettere la conoscenza di quei fatti alle giovani generazioni, perché l’unico vaccino è proprio la conoscenza storica». «Oggi con un atto simbolico, ma carico di significato, noi rendiamo onore a voi tutti e alla memoria dei vostri cari - ha dichiarato Ermelinda Damiano porgendo con umiltà la nostra mano in segno di ringraziamento per aver contribuito a costruire la nostra Storia più recente con perseveranza e senso di abnegazione». Tullio Cardona © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alle Gallerie dell’Accademia

Accuse al veleno via whatsapp Per il giudice “valutazioni politiche» COMUNE

1945” scritto da Maria Teresa Siega, impreziositi dal sottofondo musicale dei docenti di strumento. Le medaglie sono state consegnate ai parenti delle vittime della Shoah, molti accompagnati dai sindaci dei paesi di provenienza. Per il comune di Venezia era presente la presidente del consiglio Ermelinda Damiano, mentre la Comunità ebraica era rappresentata da Enrico Levis. «È importante la memoria – ha esordito il prefetto – richiamare alla memoria non semplicemente per ricordare ma per conoscere e capire quello che è successo nella nostra Europa e qui, fuori dalla porta di casa nostra, 75 anni fa. Il progetto nazista era di sterminare un intero popolo e tale progetto fu portato innanzi con

tare che: «Appare evidente che le espressioni forti, talvolta pungenti, utilizzate dal Crovato siano, ancora una volta, espressione di un’accesa critica politica… Deve escludersi, quindi, che le espressioni utilizzate siano consistite in offese gratuite, lesive della reputazione dello Scarpa». Ironico nel commento Crovato: «Leggendo la sentenza mi pare una storia alla Peppone e Don Camillo, il giudice ha spiegato che si è trattato di controversia politica e basta». Più cauto sul futuro Scarpa: «Altrettanto aveva fatto Maurizio dicendo che l’avevo minacciato, entrambe le valutazioni non sono state ritenute valide. È stata una sentenza che ha annullato le due querele. Devo ancora valutare la sentenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovedì prende il via il ciclo di lezioni sulla storia del mercato di Rialto

CONSIGLIERI CONTRO Dall’alto, Maurizio Crovato e Renzo Scarpa

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VENEZI A Parte giovedì alle 17 alle Gallerie delll’Accademia il ciclo di conferenze a cura dell’Associazione Progetto Rialto. Donatella Calabi (Iuav) parlerà sul tema “Di tutto il mondo la più ricchissima parte: l’insula realtina in età moderna”. Il ciclo di conferenze si intitola “Le lezioni della storia” ed è frutto della collaborazione tra l’Associazione veneziana Progetto Rialto e le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Il primo incontro di giovedì vedrà un approfondimento della storia e delle tradizioni realtine in età moderna. Tutti gli appuntamenti si tengono sempre il giovedì alle 17 nella Sala Conferenze. L’ingresso è gratuito su presentazione dell’invito (scaricabile dal sito del museo, presentabi-le anche

con smartphone) a partire dalle ore 16.30, fino ad esaurimento posti. Il mercato di Rialto ha più di mille anni di storia. Le origini della città raccontate dalle antiche cronache si confondono con quelle del mercato. Eppure, oggi le vicende del commercio e dell’industria veneziani (merci, imprenditori, navi, rotte, istituzioni), riassunte efficacemente nel di-pinto con il Miracolo della croce di Vettor Carpaccio, sono poco conosciute dai molti visitatori che frequentano la città e perfino dai suoi cittadini. Donatella Calabi già professore Ordinario di “Storia delle città” all’Università Iuav, è stata “visiting professor” in molti atenei stranieri.


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Primo Piano

REGIONALI 2020

Martedì 28 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

I riflessi a Nordest zione di sinistra sia stata scalfita. Lo dimostrano i dati, il centrodestra non ha mai avuto tutti questi voti in Emilia Romagna. Molto probabilmente, vedendo l’alta affluenza, molti di sinistra che non andavano da anni più a votare hanno deciso di andare alle urne».

e elezioni regionali in Emilia Romagna, quelle che dovevano dare la spallata al governo giallo-rosso di Giuseppe Conte, Luca Zaia le sintetizza in quattro punti: «C’è un presidente che ha vinto le elezioni. La Lega ha avuto un exploit di voti pauroso. C’è stata la débâcle del Movimento 5 Stelle. Il governo non se ne va a casa e resta ancora lì». Il governatore leghista della Regione Veneto prossimo alla ricandidatura (tema del quale continua a non voler parlare), non cita Stefano Bonaccini, non concorda con chi sostiene che le elezioni di domenica in Emilia Romagna siano state il fallimento di Matteo Salvini, glissa sui possibili errori della campagna elettorale, ma dice anche di non aver mai creduto a un automatismo tra il voto di Bologna e Palazzo Chigi.

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Presidente Zaia, i commentatori dicono che Salvini è il grande sconfitto. «Siamo abituati a Salvini che fa crescere la Lega, ma in Emilia Romagna un anno e mezzo fa nessuno si sarebbe aspettato di arrivare al 32 per cento. Il dato politico ci dice che la Lega ha avuto un exploit pauroso. E non dimentichiamo che noi, in Emilia Romagna, eravamo tendenti allo zero. La partita l’abbiamo persa, la roccaforte non è stata espugnata, ma il risultato politico c’è e ce l’hanno riconosciuto tutti. E poi in Calabria ha vinto il centrodestra, un ottimo risultato». Il dem Stefano Bonaccini ha dimostrato di essere un valore aggiunto, la leghista Lucia Borgonzoni pare proprio di no. «Il presidente uscente porta sempre un suo bagaglio di consenso personale perché è stato conosciuto, apprezzato da qualcuno e non apprezzato da altri. Diverso chi non ha governato ed esordisce per la prima volta». La gaffe di Borgonzoni sull’Emilia Romagna che confinerebbe con il Trentino, la “citofonata” di Salvini. La Lega ha sbagliato campagna elettorale? «Io non faccio parte degli illuministi che fanno le analisi e i commenti il giorno dopo. La verità è che ogni campagna elettorale è una storia a sé». Un tempo, dopo un risultato del genere, qualcuno avrebbe chiesto le dimissioni del se-

GIORNO DELLA MEMORIA Il governatore Luca Zaia ieri in Ghetto a Venezia per la commemorazione della Shoah (FOTOATTUALITÀ)

L’intervista Luca Zaia

«Exploit Lega e tonfo del M5s ma abbiamo perso la partita» «Emilia, grande risultato per noi, ma non `«Ora spero che il governo non investa sulla siamo riusciti ad espugnare la roccaforte» paralisi: non possiamo fermarci altri 6 mesi»

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Ambiente

«Il Parco della Lessinia non si tocca» VENEZIA Raccontano che sia stato durissimo. Che non abbia neanche preso in considerazione la cartina portata a Treviso dal consigliere regionale cimbro Stefano Valdegamberi secondo cui il Parco della Lessinia non verrebbe affatto ridotto, ma, anzi, aumenterebbe di 50 ettari. Niente da fare. Il governatore Luca Zaia, nella riunione di gruppo della Lega tenutasi ieri pomeriggio, ha dato l’aut aut: la faccenda del Parco della Lessinia va risolta, la proposta di legge di Valdegamberi e dei leghisti Alessandro Montagnoli

ed Enrico Corsi non può essere approvata, anche a costo di ritirarla. La mobilitazione degli ambientalisti, la proteste delle opposizioni di centrosinistra, la marcia sulla neve domenica scorsa con migliaia di partecipanti, hanno colpito nel segno. Ma dal Pd c’è chi torna all’attacco: «Zaia non è il salvatore della Lessinia - ha detto il consigliere regionale Graziano Azzalin - è ridicolo, se non offensivo anche nei suoi confronti, pensare che non sapesse niente della proposta di tagliare il Parco». (Al.Va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veneto, i grillini si giocano il tutto per tutto: soli al voto I TIMORI VENEZIA Visto dal Veneto, il film delle elezioni di domenica scorsa deve sembrare un horror, agli occhi del Movimento 5 Stelle. Qui la curva storica dei risultati ha avuto un andamento analogo a quelli di Emilia Romagna e Calabria nell’ultimo lustro: buona partenza alle Europee 2014, primo calo alle Regionali 2015, eccezionale boom alle Politiche 2018, improvviso crollo alle Europee

2019. Dopo il nuovo tonfo alle Regionali 2020, registrato attorno alle candidature di Simone Benini e Francesco Aiello, la sensazione fra i pentastellati veneti è di vivere un déjà-vu, ma il ministro bellunese Federico D’Incà invita ad evitare «speculazioni in merito al futuro» e il consigliere regionale veronese Manuel Brusco chiama alla battaglia «con coerenza e indipendenza»: già nei prossimi giorni partiranno le autocandidature su Rousseau, in vista di una corsa in solitaria.

I DATI

CATTIVI PRESAGI, NELL’ULTIMO LUSTRO LA CURVA DEI RISULTATI È STATA SIMILE A QUELLA DI EMILIA ROMAGNA E CALABRIA

Brucia ancora a Nordest il milione di voti “bruciati” nel giro di un anno. Tanti infatti ne erano stati persi in termini assoluti fra 2018 e 2019 nella circoscrizione Italia Nord-Orientale, che comprende anche l’Emilia Romagna oltre al Veneto, al Friuli Venezia e al Trentino Alto Adige. A quel-

lo sgradevole ricordo si aggiungono ora i dati dell’altro giorno. In Emilia Romagna i consensi del M5s erano inizialmente scesi dal 19,2% del 2014, al 13,2% del 2015, per poi salire al 27,5% nel 2018, ricalare al 12,9% nel 2019 e quindi planare al 4,7% nel 2020. In Calabria le preferenze erano originariamente calate dal 21,5% del 2014 al 4,9% del 2015, dopodiché si erano impennate al 43,3% nel 2018, salvo poi riabbassarsi al 26,6% nel 2019 e infine atterrare al 7,3% nel 2020 (sotto la soglia di sbarramento dell’8%, dunque senza conquistare seggi). Al netto delle dinamiche locali, la preoccupazione è per una possibile ulteriore contrazione anche in Veneto, dove l’altalena aveva toccato il 19,9% alle Europee del 2014, il 10,41% alle Regionali 2015, il 24,4% alle Politiche 2018 e l’8,9% alle Europee 2019.

«MI ASPETTO ANCORA L’AUTONOMIA: GIOVEDÌ SARÒ IN AUDIZIONE IN COMMISSIONE PER LE QUESTIONI REGIONALI»

gretario o un congresso straordinario. Salvini è in discussione? «Decisamente no, non si mette in discussione un leader che ha portato il partito dal 3% al 32% di ieri in Emilia Romagna». Quanto hanno inciso le Sardine? «Posto che le piazze sono di tutti, non ne ho la più pallida idea. Stiamo parlando di una regione con forte tradizione di sinistra e io penso che questa forte tradi-

M5s alle urne

19,9% L’esito delle Politiche del 2018, dopo il 10,41% delle Regionali 2015

8,9%

Il calo registrato alle Europee 2019: ora l’attesa per le Regionali

D’INCÀ: «RIFLETTIAMO MA SENZA SPECULARE SUL GOVERNO» BRUSCO: «IN BATTAGLIA CON COERENZA E INDIPENDENZA»

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Appunto. Si diceva che se fosse caduto il governo e si fosse andati a elezioni politiche anticipate, un pensierino su Roma l’avrebbe fatto. Visto com’è andata, si ricandida in Veneto? «Parlerò del mio futuro al momento debito, ora sono concentrato sull’amministrazione. Abbiamo un sacco di dossier sul tavolo: i Pfas, la Pedemontana, l’autonomia, le Olimpiadi, le infrastrutture, l’ambiente, il sociale. Spero solo che questo governo non investa sulla paralisi, il paese non si può fermare sei mesi prima e sei mesi dopo le elezioni. E mi aspetto l’autonomia». Convinto? «Se il governo vuole recuperare un minimo di credibilità deve dimostrare che non prende in giro i veneti. Io sarò il primo a riconoscergli coerenza se porterà avanti l’autonomia. E sono convinto che ciò avverrà, il dubbio è sui tempi. Giovedì sarò in audizione in Commissione per le questioni regionali e ho chiesto alla presidente Emanuela Corda, del M5s, di farne una anche a livello regionale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il risultato in Veneto alle Europee 2014: una buona partenza

24,4%

Avesse vinto Lucia Borgonzoni oggi la Lega avrebbe chiesto le dimissioni di Conte. «Io non ho mai creduto nell’automatismo e cioè che una vittoria in Emilia Romagna comportasse il fatto di mandare a casa il governo. Tra l’altro questo governo ha una prerogativa: nessuno dei suoi componenti ha la convenienza di andare a votare, quindi faranno di tutto, specie con la diaspora dei Cinquestelle, per non andare a casa, a maggior ragione avendo vinto in Emilia Romagna. Che poi se fai la somma algebrica dei voti che hanno preso domenica in Emilia Romagna, mica ce l’hanno la maggioranza: Pd 34,69%, M5s 4,74%, Italia Viva manco s’era presentata, in tutto non hanno nemmeno il 40%. Il governo di Conte dovrebbe dimettersi, altroché. Già adesso ci sono 13 regioni a guida centrodestra, aspettate le prossime sei elezioni regionali in primavera».

CONSIGLIERE REGIONALE Il veronese Manuel Brusco è esponente del Movimento 5 Stelle in Veneto

I COMMENTI D’Incà osserva questi dati da una posizione di Governo: «I numeri, come quelli venuti fuori dalle Regionali in Emilia Romagna e in Calabria, sono un’indicazione importante su cui riflettere, e lo si farà certamente durante gli stati generali del Movimento 5 Stelle di marzo, ma non possono essere un dato su cui fondare speculazioni in merito al futuro del Movimento, del Governo o del Paese. L’esecutivo nazionale sta continuando a lavorare, con un orizzonte fino al 2023, per portare a termine le riforme in programma». La proposta di mettere al voto su Rousseau l’ipotesi di un’alleanza con il Partito democratico, avanzata dal ministro ai Rapporti con il Parlamento durante l’assemblea regionale di dieci giorni fa, non è però passata. Sulla piattaforma digitale sa-

ranno presentate solo le candidature degli aspiranti consiglieri regionali, in vista della scelta del candidato governatore. Nessun asse giallorosso, «perché a Roma è stato fatto l’errore di mettersi in giacca e cravatta», spiega Brusco: «In Emilia Romagna si trattava di arginare con coerenza e indipendenza l’assalto da parte di Salvini, che era tutto politico, volto a dare una spallata al Governo. Nulla ha mai avuto a che vedere con i veri problemi della regione. In Veneto si tratta, sempre con coerenza e indipendenza, di svelare la colossale bugia della narrazione di Zaia. L’eccellenza assoluta, il “siamo i migliori”. Che si tratti di una realtà inventata l’hanno detto bene i cittadini che sui social si sono rivoltati contro l’ennesimo racconto di una sanità perfetta». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Le mosse democrat

Zingaretti vuole blindare il governo: con gli alleati non diventiamo arroganti Approccio soft con M5S per favorire il patto `Bonaccini chiede più spazio, il Nazareno alle prossime regionali. Orlando è contrario risponde picche. Congresso verso il rinvio `

IL RETROSCENA ROMA «Conte sta lavorando a una nuova agenda per aprire la fase 2 del governo. Noi sosteniamo questo sforzo». Nicola Zingaretti, nel day after della vittoria di Stefano Bonaccini «e del Pd» in Emilia Romagna e della scoperta di essere «primo partito anche in Calabria», indica la strategia. Fatta di due mosse. La prima: blindare il governo e rafforzare l’asse con Giuseppe Conte che, per il segretario dem, dovrà portare stabilmente i 5Stelle nel «campo progressista» a partire dalle elezioni regionali di primavera in Campania, Toscana, Puglia etc. La seconda: «Nessuna umiliazione» per i 5Stelle usciti con le ossa rotte, praticamente annientati, dal-

IL SEGRETARIO NON RINUNCIA PERÒ A INDICARE I TEMI «PER IL BUONGOVERNO» A PARTIRE DAL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE

L’indiscreto

Dietro il vincitore lo spin di Renzi è la Jump, agenzia fiorentina di comunicazione diretta da Marco Agnoletti, il “mago” della strategia comunicativa di Matteo Renzi, dietro l’organizzazione militare della campagna vincente di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna. La stessa Jump curerà ora la campagna di Eugenio Giani, candidato governatore del centrosinistra (che vedrà insieme dem e renziani) in Toscana. E non a caso Giani era l’altra sera nel quartier generale di Bonaccini per una sorta di “passaggio di consegne”, al fianco dello stesso Agnoletti. B.L.

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le elezioni di domenica. «Si governa bene da alleati, non da avversari, c’è chi la chiama subalternità, in realtà è responsabilità». Un approccio garbato per rendere meno perigliosa al premier la verifica di governo. «Queste elezioni», è il ragionamento del segretario, «producono la stabilizzazione del governo, dunque nessuna fibrillazione e nessun rimpasto e tantomeno tracotanzae arroganzaversoi grillini».

QUELLI DELLA RESA DEI CONTI Non la pensa allo stesso modo buona parte del partito. Ora che si è riaffermato il bipolarismo sinistra-destra e il «Pd ha dimostrato ciò che vale», il vicesegretario Andrea Orlando, il capogruppo in Senato Andrea Marcucci e l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia non mostrano lo stesso garbo di Zingaretti. Ai 5Stelle presentano il conto. «E’ giusto che si usi il risultato elettoralepermodificarel’assepolitico del governo», sostiene Orlando, «ad esempio i 5Stelle, dopo questa severa sconfitta, dovrebbero rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficilel’attivitàdel governo». Orlando, e insieme a lui Marcucci, chiede ai grillini di smetterla

con le barricate con cui impediscono da mesi la modifica della riforma della prescrizione. E invoca «forte discontinuità con il governo giallo-verde». In poche parole: «I 5Stelle devono abbandonare definitivamente le impostazioni forcaiole e superare i decreti-vergogna di Salvini contro i migranti». Non solo. Orlando si spinge fino a mettere in discussione il totem del redditodicittadinanza. Zingaretti,cheè corso aBologna a festeggiare la vittoria di Bonaccini e ringrazia (come Orlando) le Sardine «che hanno dato una sana scossa democratica convincendo tanti a uscire di casa e ad andare a votare», ha un approccio decisamente diverso con i 5Stelle: «Non userò mai la parola imporre, spero però in uno spirito di maggiore collaborazione per trovare il compromesso più avanzato insieme a Conte». Ciò però non vuol dire «rinunciare al buongoverno». Dunque, «guai a vivacchiare, ma avanti con il taglio del cuneo fiscale», che i grillini e i renziani la settimana scorsa hanno cercato di depotenziare per il 2021. Insomma, Zingaretti non abdicaaindicare itemi dell’agenda di governo. Ma vuole farlo «senza

FESTA Il segretario Pd Nicola Zingaretti con Stefano Bonaccini

arroganza». Esattamente come suggeriscono i ministri Dario Franceschinie LorenzoGuerini. Il passo successivo del segretario dem, per il quale è indispensabile questo approccio garbato, è spingere i grillini già dalle elezioni regionali di primavera «a entrare nel campo progressista», alleati «di un partito unito e collegiale che ha scelto una linea politica che si sta rivelando vincente: bisogna costruire un progetto comune Regione perRegione». La vittoria in Emilia consiglia poi a Zingaretti una frenata sulla strada del congresso «per la rifondazione» annunciato a metà gen-

naio.Itempi nonsembrano adesso piùcosì stretti,forse dopol’estate. Nel frattempo, nonostante gli elogi, sia Zingaretti che Orlando puntano ad arginare l’assalto del frontedeisindaci e deigovernatori. A Bonaccini che va all’incasso e chiede «più spazio per gli amministratori locali nel gruppo dirigente»,il vicesegretariorisponde:«Ora Bonaccini ha altro da fare e un segretario ce l’abbiamo». Un po’ ciò che afferma Guerini e pensa Zingaretti. A.Gen. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VICENTINA Alessandra Moretti, eurodeputata del Pd e già consigliere regionale del Veneto

LE MANOVRE VENEZIA Era da mesi che in Veneto il Pd aspettava il voto dell’Emilia Romagna: ogni decisione sul candidato governatore da contrapporre alla Lega di Luca Zaia veniva sistematicamente rinviata, il ritornello era: “vediamo come va in Emilia”. Come se la vittoria (o la sconfitta) di Stefano Bonaccini potesse risolvere i dilemmi veneti. È andata che Bonaccini ha vinto, eppure il Pd veneto adesso ha più problemi di prima. Perché il risultato di Bologna ognuno lo interpreta a modo suo. E gli aspiranti alla corsa a Palazzo Balbi sono sempre di più. O perché ci tengono o perché qualcuno gliel’ha chiesto o perché c’è stata pure una raccolta di firme, fatto sta che in ballo adesso sono in cinque: il capogruppo a Palazzo Ferro Fini Stefano Fracasso, i consiglieri regionali Andrea Zanoni e Claudio Sinigaglia, il deputato Roger De Menech, il segretario Alessandro Bisato. Ma il Pd non doveva sostenere il civico Arturo Lorenzoni?

UNITÀ A Roma la linea politica non è cambiata. Il ragionamento è che siccome il Pd veneto un Bonaccini non ce l’ha, nel senso di governatore uscente, bisogna fare l’alleanza più larga possibile, meglio se anche con il M5s. «Abbiamo davanti il voto in altre 6 regioni: Veneto, Toscana, Marche, Puglia e Campania - ha detto ieri il segretario nazionale Nicola Zingaretti - Dobbiamo puntare ad alleanze le più larghe possibili, ri-

DEPUTATO Roger De Menech

CAPOGRUPPO REGIONALE Stefano Fracasso

AMBIENTALISTA Andrea Zanoni

CONSIGLIERE REGIONALE Claudio Sinigaglia

SEGRETARIO VENETO Alessandro Bisato

L’ex sfidante di Zaia rilancia le primarie Per Palazzo Balbi è già ressa di aspiranti volgendoci alle forze di maggioranza, ma anche alle forze civiche». Sulla necessità di non dividersi, anche in Veneto sono tutti d’accordo. “Centrosinistra unito per battere Zaia” è il titolo della nota diffusa ieri dal gruppo consiliare regionale del Pd. Che, tuttavia, non si sbilancia su chi dovrebbe fare il candidato, anche perché tre su otto consiglieri sarebbero interessati. «La vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna ci riempie di soddisfazione - hanno scritto i dem di Palazzo Ferro

ALESSANDRA MORETTI: «FACCIAMOLE, SONO UN GRANDE ATTIVATORE DI ENTUSIASMO E DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA»

Lorenzoni

«Ora anche il Veneto è contendibile» PADOVA (M.G.) L’alternativa a Zaia? Citofonare Lorenzoni. Parla da candidato in pectore del centrosinistra il vicesindaco civico a Padova, docente al Bo. «L’approccio minaccioso di Salvini non ha trovato consenso. E non lo troverà in Veneto. A maggio il mondo democratico lo ribadirà». Veneto contendibile? «Senza dubbio. Se lavoriamo insieme su un progetto condiviso possiamo farcela. Rispettiamo i tempi delle parti politiche ma dobbiamo chiudere nell’interesse di tutti. Compreso Calenda». I

5 Stelle? «Il loro elettorato è sensibile alle tematiche di ambiente energia ed acqua che stanno a cuore a tutto il mondo civico. Si troverà il modo per un progetto comune». Bisognerà domare l’orgoglio Pd. «Ha responsabilità istituzionale, vogliono anche loro un risultato di valore». Zaia? «Medici che mancano, ospedali che quando esci non c’è più nessuno, e poi consumo di suolo dappertutto. E il resto? Chi non fa non sbaglia». Salvini? «Spero venga in Veneto a fare campagna». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fini - Occorre rompere gli indugi e partire con una campagna serrata, casa per casa, smascherando la propaganda populista della Lega che parla di tutto tranne che dei problemi reali del territorio». Ma con chi a capo?

DIVISIONI Nel Pd l’idea di convergere sul civico Lorenzoni non è appoggiata da tutti. Anzi, in parecchi ritengono che il vicesindaco arancione di Padova sia troppo spostato a sinistra e che non porti voti in più. Esattamente quello che pensano i centristi di Azione e Italia Viva che si sono già sfilati e che per essere “recuperati” dovrebbero sentirsi proporre un altro nome. Ma da scegliere come? Oggi a Padova le delegazioni ristrette dei partiti e delle associazioni del centrosinistra dovrebbero decidere le modalità di individuazione del candidato governatore, ma tutto lascia presupporre che

sarà una riunione a vuoto. L’attesa, semmai, è per la direzione regionale del Pd di venerdì. Ed è in vista di quell’appuntamento che l’ex sfidante di Zaia nel 2015, oggi eurodeputata, Alessandra Moretti rinnova l’invito a effettuare le primarie: «Il Veneto può e deve imparare dall’Emilia Romagna. Le primarie possono essere un grande attivatore di entusiasmo e democrazia partecipativa. Facciamole per un centrosinistra che sia davvero largo e inclusivo». Il deputato Diego Zardini è della stessa idea: «O emerge una candidatura autorevole, forte e in grado di mantenere unito tutto il centrosinistra, come ha fatto Bonaccini, oppure non è da escludere il ricorso alle primarie, uno strumento non limitato ai confini del Pd». E Claudio Sinigaglia (che rivela: «Un gruppo di amici padovani sosterrebbe anche la mia candidatura, ma penso sia compito del partito decidere mettendo assieme tutti i tasselli») chiede di non perdere tempo: «Serve il centrosinistra unito, anche con Calenda e Renzi, per battere Zaia. Scegliamo di fare le primarie aperte? Si facciano al più presto». Già: ma Lorenzoni le farebbe? Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA


II

Primo Piano

Martedì 28 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Centro, crisi e rilancio

Piccoli negozi, la Regione apre all’Ascom «Li aiuteremo» L’assessore Marcato: «Il Veneto non ha i soldi di Bolzano ma nell’ultimo anno ha investito oltre 30 milioni di euro» `

IL DIBATTITO TREVISO «Fare paragoni con la provincia di Bolzano non è corretto: noi, la loro autonomia finanziaria, ce la sogniamo e la invidiamo. Però, per i negozi di prossimità, stiamo facendo moltissimo. Nel solo ultimo anno abbiamo stanziato 30 milioni di euro per i distretti commerciali e i piccoli negozi. Soldi veri, cash, a fondo perduto. Non prestiti da restituire». Roberto Marcato, assessore regionale alle Attività Produttive, non rimane insensibile all’appello lanciato dall’Ascom trevigiana a difesa delle piccole attività di prossimità, cuore pulsante del commercio soprattutto nei piccoli paesi e ne quartieri. Anzi, un po’ si irrita: «Non ho visto lettere o inviti, ho appreso dai giornali - precisa - ma con me sfondano una porta aperta. Argomenti simili li ho affrontati anche con altre associazioni, ultima quella di Padova. Figuriamoci se non sono a disposizione per parlare anche dei problemi di Treviso. Ci mancherebbe altro». L’assessore quindi dà la piena disponibilità ad aprire un tavolo «su cui rovesciare tutti i problemi, cercando le soluzioni migliori».

RISORSE La disponibilità, insomma, è

«TROVIAMOCI PER INDIVIDUARE I PROBLEMI E LE SOLUZIONI DOBBIAMO FERMARE LE CHIUSURE»

massima. Ma bisogna fare un po’ di conti. A Bolzano, la provincia autonoma distribuisce dai 9mila agli 11mila euro alle piccole attività, una vera manna dal cielo per chi rischia di finire strozzato dagli incassi che si riducono e gli obblighi verso il fisco che, invece, diventano sempre più pressanti: «Non dico che non si possa fare anche da noi - ribatte l’assessore - ma partiamo dal presupposto che, purtroppo, si tratta di due realtà profondamente diverse. Noi non abbiamo la disponibilità economica di una regione o una provincia autonoma, e questo è una paletto di cui tenere conto. Poi bisogna vedere come distribuiscono questi contributi: a chi, con che modalità, con quali vincoli si per quanto riguarda la legislazione italiana che europea, con quali obblighi. Però: parliamone. Vediamo che margini ci sono, studiamo le soluzioni più adatte per i nostri territori. Io sono più che disposto a un incontro per verificare ogni cosa».

SOSTEGNO

IN SOCCORSO Roberto Marcato, assessore regionale

I piccoli negozi che chiudono restano un’emergenza che riguarda non solo Treviso. Negli ultimi giorni Marcato ha affrontato la questione a Venezia, dove gli esercizi chiudono anche con la valanga di visitatori in giro per le strade, segno che eventi e richiamo turistico da soli non ba-

L’AIUTO La Regione è pronta a venire in soccorso dei piccoli negozi di prossimità ora in crisi stano, e a Padova. E per stimolare i giovani ad aprire attività in grado di reggere l’urto, la Regione sta anche finanziando bandi che vanno a coprire buona parte delle spese iniziali. Per Marcato il piccolo commercio, i negozi di prossimità, rappresentano una spina dorsale da difendere a tutti i costi: «Il negozi di prossimità è fondamentale - ribadisce l’assessore - oltre a fornire un servizio ai cittadini, garantisce presidio, sicurezza e alimenta la socialità». Stessa visione dell’Ascom trevigiana. Il presidente provinciale Federico Capraro sono mesi che batte il tasto della valenza sociale del “casoin” sperando di smuovere le amministrazioni comunali. Un piccolo negozio che chiude è un grande dramma per

un centro di dimensioni ridotte, ma anche per un quartiere: «Sono perfettamente d’accordo, la penso alla stessa maniera. E per difendere queste realtà abbiamo pensato ai distretti commerciali, ai fondi a disposizione di chi decide di intraprendere questo tipo d’impresa. A novembre, per la finanziaria del 2020, abbiamo già stanziato altri nove milioni di euro. Se poi i problemi sono anche altri, sediamo a un tavolo e discutiamo. Alla fine la soluzione più giusta, la si trova».

LA PROPOSTA L’Ascom, attraverso i suoi vertici, è stata molto chiara su cosa si aspetta dagli amministratori: «a Politica deve sistematicamente garantire fondi strutturali per

LA PROVOCAZIONE Il sindaco Conte chiede l’aiuto dei cittadini per aiutare il commercio cittadino: «Non acquistate online»

Conte, l’appello ai cittadini: «Non fate acquisti online» LA PROVOCAZIONE TREVISO «Possiamo dire tutto quello che vogliamo, dare tutti gli aiuti necessari, come stiamo già facendo. Ma per preservare i piccoli negozi è anche necessario una cosa: che i cittadini si sforzino di fare meno acquisti online e di entrare di più nelle piccole attività commerciali». Il sindaco Mario Conte, al netto di tutte le discussioni, va dritto al punto: un negozio si tiene in piedi solo se ci sono clienti. Questa è la base. Gli eventuali aiuti da parte delle istituzioni vengono dopo.

L’APPELLO «Leggo tanti commenti allarmati perché questo o quel negozio chiudono - osserva il sindaco - e sono tutti condivisibili. Ma poi bisognerebbe fare un passo in più, andare oltre. A mettere in difficoltà i piccoli negozi, le attività di prossimità, è soprattutto l’e-commerce. Fare acquisti su internet è molto facile, comodis-

simo e a volte anche più economico. Però se si fa una cosa, non si fa l’altra. Allora lancio un invito ai consumatori: fate uno sforzo, comprate meno online e più nei negozi della città». Una ricetta così semplice da sembrare semplicistica. Ma il sindaco intende andare fino in fondo nella sua provocazione: «In questo pe-

«INTERNET È SICURAMENTE PIÙ COMODO, MA SFORZIAMOCI DI ANDARE DAI NOSTRI NEGOZIANTI» «L’AMMINISTRAZIONE STA FACENDO TANTO SIA SOTTO IL PROFILO ECONOMICO CHE CON PROPOSTE E NUOVI PROGETTI»

riodo le amministrazioni, come la nostra, stanno facendo molto per sostenere e rilanciare il commercio. Si stanno adoperando sia dal punto di vista delle risorse da mettere a disposizione, sia per quanto riguarda le iniziative. E anche associazioni di categoria e commercianti stanno lavorando molto per alzare la qualità del loro servizio e dei prodotti. Ma tutto questo è inutile se poi il consumatore sceglie l’e-commerce perché è più comodo. I negozi si reggono in piedi solo se la gente ci entra dentro, inutile girarci attorno. Quindi lancio la proposta: vincete la pigrizia e, per i vostri acquisti, scegliete le attività della città. In tanti si lamentano degli esercizi commerciali che chiudono. Allora che ognuno faccia la propria parte».

DIVERSE POSIZIONI Il sindaco è categorico. L’Ascom, invece, sul tema ha una visone leggermente diversa. Il presidente Federico Capraro ripete a ogni occasione che il commercio online non va demoniz-

il sostegno dei servizi garantiti dai negozi di vicinato - ha ribadito Capraro nei giorni scorsi - occorre definire, sul piano economico e sociale, il modello del piccolo esercizio come presidio con valore di welfare. Porteremo in Confcommercio Veneto la richiesta di un tavolo tecnico per una proposta di legge regionale da indirizzare all’assessore Marcato.. In provincia di Treviso, solo il Comune capoluogo ha un bando che ogni anno stanzia un contributo per le nuove attività, ma occorre pensare ad una politica attiva e continuativa che sostenga queste imprese dal fondamentale valore sociale nei centri storici e nei centri minori in via di costante spopolamento». Paolo Calia

zato, ma sfruttato: «Ormai ogni attività, grande o piccola che sia, deve avere il canale dell’e-commerce - è il suo pensiero - non si può più pensare di farne a meno». Il cambiamento delle abitudini di mercato è evidente, la sfida per le amministrazioni comunali e le associazioni di categoria è quella di adattarsi bloccando

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però la desertificazione dei centri storici. Per l’Ascom la via praticabile è riportare residenza in città con politiche mirate. Conte approva, ma invertire il trand non è semplice.

PROVE DI RILANCIO Rianimare il centro storico, farlo vivere sette giorni su sette e

non solo nei fine settimana o durante i grandi eventi, resta la sfida dei prossimi anni. A Ca’ Sugana c’è già un piano che individua la direttrici da seguire, è quello lasciato da Aldo Pellegrino, city manager durante la giunta Manildo. Conte ha detto che è pronto a prenderne in considerazione quelle parti ancora attuali: «Nessuna preclusione - ripete - il piano di Pellegrino è sicuramente valido, magari da aggiornare per quanto riguarda lo stato dell’esistente perché realizzato qualche anno fa. Ma sicuramente lo metteremo a disposizione del prossimo city manager, il professionista che entro breve arriverà a Ca’ Sugana e con cui disegneremo le strategie d’intervento. Condivido con Ascom il giudizio sull’importanza dei negozi di vicinato, sul loro grande contributo in termini di presidio del territorio. E infatti ricordo che la nostra amministrazione, proprio per scelta politica, ha già previsto 900mila euro per rilanciare il settore». P. Cal.


III

Primo Piano

IL MONITORAGGIO VENEZIA Una prima giornata divisa tra Ca’ Farsetti e Palazzo Zorzi. Nella casa del sindaco i commissari dell’Unesco hanno ascoltato, oltre a Luigi Brugnaro, l’assessore all’ambiente Massimiliano De Martin e la soprintendente Emanuela Carpani. Si è parlato del disastro del 12 novembre, con tanto di video che ha impressionato gli ospiti, ma soprattutto delle difficoltà a mettere un freno alle affittanze turistiche, così come a regolamentare in chiave green il traffico acqueo. Nella sede dell’Unesco, poi, seconda tappa con i cosiddetti “portatori di interesse”, associazioni di categoria e non solo, che hanno messo sul piatto tante altre questioni: dai problemi delle Grandi navi allo sviluppo economico di tutto il territorio. É iniziata così, con una giornata decisamente piena, la settimana della delegazione Unesco a Venezia. La cosiddetta “Advisor Mission”, prevista per controllare lo stato di conservazione dei siti patrimonio dell’umanità a rischio di lista nera. In laguna sono arrivati i commissari Bernhard Furrer, Rekà Viragos e Tobias Salath, accompagnati dall’ambasciatore italiano all’Unesco, Massimo Riccardo, nonché dalla direttrice dell’Ufficio Unesco del Mibac, Pia Pietrangeli. A carattere introduttivo l’incontro a Ca’ Farsetti, in vista di cinque giorni in cui si approfondiranno i vari temi: dalle Grandi navi, al turismo, al Mose. E non si poteva che iniziare dalle immagini del 12 novembre, con un video che ha messo davanti agli occhi dei commissari i disastri di quei giorni: i vaporetti scaraventati sulle fondamenta, i muretti abbattuti. Brugnaro ha sottolineato la necessità di un grande piano per la laguna, che va dallo scavo dei canali, alla realizzazione delle fognature, passando per la soluzione alla questione grandi navi. «Abbiamo bisogno di 150 milioni all’anno» ha ribadito il sindaco, riassumendo il senso della ri-

Martedì 28 Gennaio 2020 www.gazzettino.it

Unesco, ispettori e polemiche «Il governo non ci considera» Incontro in Comune. Il sindaco: «Bocciato anche `Sotto esame istituzioni e categorie. E gli ambientalisti l’emendamento dei 5Stelle sui motori elettrici» criticano l’organismo Onu: «Non ha agito come doveva»

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chiesta fatta all’ultimo Comitatone. Brugnaro ha riferito ai commissari anche dell’emendamento presentato dalla deputata pentastellata Arianna Spessotto che avrebbe aperto la strada ai motori elettrici in laguna. «Ci contavamo molto. Purtroppo l’emendamento è stato ritenuto inammissibile. Abbiamo poca considerazione dai Governi nazionali. Ora va trovata un’altra strada». Difficoltà dichiarate anche sul fronte del turismo. Se la soprintendente Carpani, da un lato, ha ricordato i vincoli della città storica, e l’assessore De Martin, dall’altro, ha rivendicato il blocco all’apertura di nuovi alberghi, resta il fatto che sulle affittanze turistiche il Comune non può incidere. I commissari, sul punto, hanno insistito. E alla fine Furrer ha commentato: «Siete gli unici in Europa a non poterlo fare».

A CA’ FARSETTI A sinistra, il sindaco Luigi Brugnaro con Bernhard Furrer e Rekà Viragos due dei commissari dell’Unesco che da ieri saranno in città per cinque giorni per esaminare i progressi fatti sul fronte ambientale e della salvaguardia

LE CATEGORIE Nel pomeriggio a Palazzo Zorzi c’è stata la riunione delle varie categorie economiche e delle associazioni. Tutti hanno sottolineato che si è trattato di un incontro costruttivo. «Da parte nostra - spiega Luca Zambelli presidente Comita-

to Cultura di Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo - abbiamo ribadito all’Unesco l’importanza della portualità e la necessità di tutelare l’ambiente. Penso che l’esempio da seguire sia quello che è stato fatto a Marghera con una nuova forza della raffineria. Il futuro di Venezia deve inoltre tener presente la forza manifatturiera del territorio senza dimenticare il commercio: servono politiche a sostengo della crescita». Poi si è parlato della regolamentazione dei flussi turistici. «Abbiamo spiegato che da quando è entrata in vigore la legge regionale che consente di affittare le case ai turisti - ha aggiunto Lorenza Lain per conto degli Albergatori - la situazione in città è cambiata. Come soluzione abbiamo sostenuto la necessità di un contributo d’ingresso per i turisti, mentre siamo favorevoli allo spostamento dell’accesso in città delle Grandi navi. Abbiamo ricordato all’Unesco che, attualmente, i due terzi dei visitatori arrivano da fuori città. Per questo servono le correzioni, il Comune si sta impegnando parecchio».

AMBIENTE Ampio anche il fronte degli

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IL COMMISSARIO BERNHARD FURRER: «SIETE GLI UNICI IN EUROPA A NON FRENARE GLI AFFITTI TURISTICI»

ASSEMBLEA A PALAZZO ZORZI LE RICHIESTE DI ALBERGATORI E INDUSTRIALI IL TEMA DELLE NAVI

I CONTI DEL COMUNE VENEZIA «Quando sono arrivato ho trovato un disavanzo di 72 milioni di euro, da recuperare in 28 anni, secondo i calcoli dei commissari. L’anno scorso lo avevamo ridotto a 29 milioni. E la notizia di oggi è che, con la prossima approvazione del rendiconto 2019, lo avremo azzerato». Gongola il sindaco Luigi Brugnaro, forte di un bilancio in miglioramento che gli ha consentito di scalare una particolare classifica sulla “capacità amministrativa” dei 32 principali Comuni italiani. Si tratta di uno studio indipendente, a firma di Franco Mostacci, ricercatore Istat, che mette a confronto indicatori di bilancio vari per misurare, appunto, la capacità amministrativa dei maggiori Comuni italiani. Ebbene, tra 2017 e 2018, Venezia è passata dalla 14esima alla settima posizione nella classifica generale dei 32 Comuni e dalla quarta alla prima in quella dei capoluoghi di Città metropolitana. Ed ecco la scelta di presentare questi risultati pubblicamente, ieri, in una conferenza stampa con il

ambientalisti che sono tornati a contestare soprattutto la presenza delle Grandi navi. Ambiente Venezia ha anche consegnato un’articolata relazione con tanto di immagini e studi nella quale vengono sottolineati i gravi problemi collegati al passaggio delle grandi navi in laguna. «In questi anni non è stato fatto nulla di concreto - ha poi detto Lidia Fersuoch di Italia Nostra - e la situazione in città è anche peggiorata. Venezia sembra una città fantasma, soprattutto adesso che, in seguito all’altra marea di novembre, la presenza dei turisti si è notevolmente ridotta. In ogni caso le segnalazioni fatte anni fa non sono state recepite, a seconda delle rispettive competenze, da Governo, Regione e Comune. Si erano già elencate le criticità su Grandi navi, aeroporto, navi commerciali e turismo. Sul turismo il Comune, ad esempio, non ha fatto nulla per contrastarlo, mentre sarebbe opportuno creare una sorta di incentivo per far tornare i residenti in centro storico». Anche il Fai ha rimarcato l’immobilismo sulle raccomandazioni dell’Unesco. «Nella relazione del 2014 - aggiunge Francesca Barbini del Fai - la risoluzione di certi problemi, come la pressione turistica, era già definita come urgente. Ma non è stato fatto nulla. E così la situazione ora è peggiorata anche per quanto riguarda lo spopolamento della città, l’aumento delle alte maree e la manutenzione della laguna».

PALAZZO ZORZI Un momento dell’incontro dei commissari dell’Unesco ieri pomeriggio a palazzo Zorzi

Ca’ Farsetti verso il “debito zero” Un bilancio da primato tra le città sindaco e l’assessore al bilancio, Miche Zuin.

I SETTE INDICATORI «Venezia è il Comune che ha fatto il balzo in avanti più significativo. E il nostro vanto è il miglioramento della liquidità. Non usufruiamo più dell’anticipazione di Tesoreria, che costringeva a pagare interessi alle banche» ha sottolineato l’assessore, passando in rassegna i sette indicatori principali della ricerca che promuove Venezia. Primo tra tutti proprio la riduzione del disavanzo che a Venezia è stato del 48%, a fronte di una media dei Comuni esaminati del 12%. Il debito pro capite,

poi, è stato di 1.137 euro, contro una media di 1.723. Altro tema sentito, quello della tempestività nel pagamento dei fornitori passata da un ritardo di 47 giorni rispetto alla scadenza, a un pagamento anticipato di 2 giorni (la media è di 37 giorni dopo la scadenza). E ancora la capacità di riscossione delle entrate di natura tributaria, contributiva e perequativa attestata sul 67%, a fronte di una media del 63%. Quella di pagamento degli impegni di spesa per diritti sociali, politiche sociali e famiglia sul 77%, contro il 69% della media. Altro dato, l’incidenza della spesa complessiva per istruzione e diritto allo studio, sviluppo del

ASSESSORE Michele Zuin (bilancio)

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territorio e dell’ambiente, trasporti e mobilità sostenibile, politiche sociali che ha raggiunto il 55%, rispetto al 53% della media. Infine gli investimenti complessivi pro capite di 288 euro, a fronte dei 171 della media. Anche tra gli altri indicatori Venezia è quasi sempre sopra la media. Poche le eccezioni. Sulle esternalizzazioni che la ricerca giudica negativamente e che a Venezia dunque sono troppe («Ma questa è più una scelta politica» ha osservato l’assessore). E sul personale: troppo. «Qui pesa il fatto che abbiamo uffici doppi. È la specificità di Venezia di cui non si tiene conto» ha annotato il sindaco.

Alla fine Venezia è al settimo posto nella classifica generale, con ai primi tre posti Ravenna, Parma, Modena («Tutti Comuni dell’Emilia Romagna. Non dovrei dirlo io...» ha scherzato Zuin), Verona al quarto, seguita ancora da Rimini e Reggio Emilia.

LA RICETTA VENEZIA Brugnaro ha sottolineato l’importanza di questi indicatori: «A questo guardano gli investitori internazionali quando scelgono. Questi risultati sono più significativi dell’inaugurazione di un ponte o di una pista ciclabile. Questo va spiegato alla signora Maria». Il sindaco ha puntato il dito contro la «vecchia politica che distribuiva risorse e continua a farlo, senza averle, sottraendole alle nuove generazioni, creando debito». Ha rivendicato la sua «ricetta Venezia, fatta di scelte coraggiose per tagliare il debito pubblico ed efficientare i conti. Abbiamo dimostrato che si piò fare». R. Br. © RIPRODUZIONE RISERVATA


MARTEDÌ 28 GENNAIO 2020 IL MATTINO

PRIMO PIANO

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Dopo le regionali Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio sugli scenari politici e sulla sfida a Zaia «La vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna dimostra che siamo tornati al bipolarismo»

Martella: «Pd veneto, nessun ritardo sì a un patto con liste civiche e M5S» L’INTERVISTA

Albino Salmaso

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ottosegretario Andrea Martella, la vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna può ridare entusiasmo anche al Pd Veneto nella sfida contro Zaia? Non siete un po’ in ritardo? «No, assolutamente, ma quale ritardo. A breve il Pd e il centrosinistra sceglieranno il candidato per sfidare Zaia alle elezioni regionali. Ci vuole un’alleanza molta vasta: Pd, tutte le forze di centrosinistra e Coalizione Civica, e, possibilmente, anche il M5S. Il 24 maggio si va al vo-

«Entro febbraio dem e centrosinistra sceglieranno il candidato governatore» to in sei regioni e in città importanti, a partire da Venezia. La straordinaria vittoria di Bonaccini premia il suo buon governo e dimostra anche che quando il Pd si apre alla società civile si possono ottenere grandi risultati. Il Pd è tornato ad essere il primo partito con il 34%, nonostante le scissioni. Le liste civiche a sostegno di Bonaccini e il movimento delle sardine hanno fatto la differenza». Bonaccini ha fatto sparire i simboli di partito e si è presentato con il profilo del governatore che pensa solo ad amministrare. E ce l’ha fatta alla grande. «Bonaccini ha portato alle urne una fetta del popolo di sinistra che nelle ultime tornate elettorali che si era astenuta. In treno sto leggendo le

In primo piano a destra Andrea Martella impegnato nella trattativa per far nascere il governo Conte2 Qui è al tavolo con esponenti del Pd e del M5s: siamo nell’agosto 2019, dopo il ribaltone del Papeete

analisi dei flussi elettorali dell’istituto Cattaneo che spiegano come il governatore del Pd sia stato premiato dal voto disgiunto, anche da parte degli elettori del M5S. In Italia si sta tornando al bipolarismo: il centrosinistra guidato da Zingaretti e la destra di Salvini. Una clamorosa inversione di rotta rispetto alle politiche del 2018. Certo, bisogna prendere atto che siamo tornati al bipolarismo e spero che, nel rispetto della sua autonomia, il M5s negli Stati generali di marzo possa trovare una sua strada autonoma in uno schieramento riformista. Non vogliamo annettere nessuno, ma dialogare con le forze che si riconoscono nell’azione del governo Conte». Dica la verità: non avete deciso chi candidare in Ve-

neto e nelle altre regioni perché se Salvini avesse vinto in Emilia il governo avrebbe fatto fagotto... «No. Abbiamo sempre creduto nella vittoria di Bonaccini. Chi esce con le ossa rotta è Matteo Salvini che ha voluto fare dell’Emilia un test nazionale e ha preso una sonora sconfitta: non basta creare un clima di paura per raccogliere consensi, ci vuole anche una proposta seria, autorevole di governo e la Lega non ce l’ha. Anche in Veneto la proposta politica di Zaia è nettamente in ritardo rispetto alle domande della società». Un passo alla volta. Il governo Conte non rischia di cadere con il M5S al 3 per cento? «Direi di no. Con il premier siamo pronti per una nuova

I consiglieri dem al Ferro-Fini «Scossa utile anche per noi»

VENEZIA. «La vittoria di Bo-

naccini in Emilia Romagna ci riempie di soddisfazione, adesso questo entusiasmo deve trasformarsi in benzina: serve un centrosinistra unito, che lavori compatto

per battere Zaia». È il commento del gruppo del Pd all’assemblea regionale, secondo il quale la conferma del governatore emiliano «può rappresentare una scossa anche per il Veneto». «Può davvero aprirsi una nuova fase per il centrosinistra», aggiungono i consiglieri dem di Palazzo Ferro-Fini «ma non dobbiamo perdere tempo. Occorre rompere gli indugi e partire

con una campagna serrata, casa per casa, smascherando la propaganda populista della Lega che parla di tutto tranne che dei problemi reali del territorio: ambiente, sanità, calo demografico, trasporto pubblico». Nota sferzante: «Visti i risultati dell’iperattivismo di Salvini in Emilia gli chiediamo di venire anche qua a suonare i campanelli: potremmo accompagnarlo da qualche fa-

agenda di governo che partendo dal taglio del cuneo fiscale, come cardine delle politiche a sostegno del lavoro, possa concentrarsi su investimenti nella green economy, infrastrutture e innovazione». Parliamo di Veneto: come pensate di sconfiggere la Lega di Zaia? «Non si parte sconfitti contro Zaia perché il governatore della Lega è in profondo ritardo sulle scelte strategiche del Veneto. Confindustria rilancia il dibattito sulla Patreve e il governatore non ha una sola idea su come organizzare i servizi nell’area metropolitana tra Venezia, Padova e Treviso. La classe politica della Lega è nettamente in ritardo rispetto alle forze economiche e sociali che chiedono riforme ed efficien-

miglia che aspetta da vent’anni un alloggio popolare, o da chi attende anche un anno per una visita specialistica». Reazioni soddisfatte anche dai rappresentanti del Governo: «Con il risultato positivo del governatore Bonaccini, qualcosa è cambiato e può cambiare nel clima del Paese», fa eco il sottosegretario all’Economia ed esponente del partito democratico Pier Paolo Baretta, convinto che «sono stati tre i fattori determinanti. Un popolo, quello emiliano-romagnolo, che ha saputo reagire alle provocazioni di Salvini e della destra. Un partito, il Pd, che è stato capace di ripartire e confermarsi, anche in Calabria, quale

moretti insiste

«Ci vogliono le primarie per lanciare la coalizione»

Bonaccini e la Moretti

Venerdì la direzione regionale del Pd dovrà scegliere chi candidare contro Zaia: lei cosa propone? «Dobbiamo presentarci in Veneto con un modello alternativo, con un programma che abbia al centro sanità, servizi sociali, ambiente, casa e infrastrutture. Il Pd si deve caratterizzare per il massimo dell’apertura alle liste civiche e, se lo vorrà, anche al M5S. Noi siamo pronti a collaborare. Amministriamo tre importanti città come Padova, Rovigo e Belluno. E’ presto per fare nomi ma dopo il via libera all’alleanza e al programma va scelto il candidato migliore, con un accordo tra le forze politiche o, se occorre, con le primarie di coalizione». Italia viva e Azione sembrano pronte a correre ad sole. Lei che ne pensa? «Mi permetto di dire a Renzi e Calenda di fare tesoro del voto in Emilia e Calabria. Non c’è molto spazio al centro, siamo tornati al bipolarismo e l’alleanza che deve sfidare Zaia ha il dovere di presentarsi il più unita possibile». —

PADOVA. Dal suo seggio a Bruxelles, l’eurodeputata dem Alessandra Moretti non ha perso i contatti con le vicende del pd Veneto e torna a ribadre la necessità di convocare le primarie in Veneto. «In Emilia Romagna ha vinto Stefano Bonaccini grazie alla capacità di unire e promuovere la partecipazione democratica di tante forze politiche, liste civiche e società civile. Il Veneto può e deve imparare dall'Emilia Romagna: non dobbiamo avere timori e giocare di rimessa. Le primarie possono essere un grande attivatore di entusiasmo e democrazia partecipativa. Facciamole per un centro sinistra che sia davvero largo e inclusivo», dice la Moretti. La sua idea era di votare addirittura i contemporanea con le elezioni regionali in Emilia Romagna, ma non è stata accolta. E venerdì sera lei tornerà da Bruxelles per far sentire la sua voce, per nulla scontata, sul dibattito interno al Pd: la Moretti non si rassegna a cedere la poltrona di candidato governatore senza la chiamata alle urne. Ce la farà a convincere l’assemblea regionale che conviene scendere in piazza contro Zaia? Il dibattito è aperto. E i colpi di scena in agguato. —

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punto di riferimento per una larga parte degli elettori. E un candidato, Stefano Bonaccini, che ha fatto la differenza. È su questa strada che dobbiamo continuare a lavorare». E c’è chi guarda già ai futuri equilibri politici nazionali: «Il partito democratico è

politico su quel bipolarismo che in troppi hanno anzitempo dato per finito», commenta il deputato veneto Diego Zardini. «Lo ha giustamente sottolineato anche il segretario nazionale Zingaretti ed è chiaro che sposta anche gli equilibri all’interno del governo. In Veneto, per le prossime elezioni regionali o emerge una candidatura autorevole, forte e in grado di mantenere unito tutto il centrosinistra, come ha fatto Bonaccini, oppure non è da escludere il ricorso alle primarie, uno strumento di democrazia importante da tenere aperto a tutti i soggetti che vorranno partecipare e non limitato ai confini del partito democratico». —

«Occorre aprirsi alla società civile così si possono ottenere grandi risultati»

i commenti del partito veneto

Il sottosegretario all’Economia Baretta: la ricetta vincente è quella di ripartire dopo gli insuccessi individuando un leader che faccia la differenza

za per competere sul mercato internazionale. La Patreve esiste di fatto sotto il profilo economico e sociale, ma non istituzionale perché Zaia si è sempre opposto al suo riconoscimento difendendo l’idea di una regione centralista che mal sopporta l’autonomia delle città». A proposito di autonomia, a che punto siamo con la legge quadro di Boccia? «Il ministro ha già discusso il testo in consiglio dei ministri, se ci sono da fare modifiche migliorative si faranno con il contributo di tutti. Con il via libera alla proposta di Boccia si passerà poi alla fase operativa con ricadute positive molto importanti anche per le province di Belluno e Rovigo che entrano nei progetti dei fondi strutturali europei per colmare il gap delle infrastrutture con l’area metropolitana».

Zardini: «Dalle urne un risultato che sposterà gli equilibri all’interno del governo» centrale nella costruzione di un fronte di centrosinistra alternativo alla destra. Il voto in Emilia e la vittoria di Stefano riportano l’asse


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MARTEDÌ 28 GENNAIO 2020 LA TRIBUNA

REGIONE

nuovo confronto a roma

l’allarme coronavirus nel veneto

Governo pronto a intervenire nella vertenza della Safilo Ad Trocchia presente all’incontro di ieri: disponibilità alla solidarietà a Longarone mentre non si tratta sui licenziamenti a Padova e sulla chiusura di Martignacco

Lavoratori Safilo al presidio davanti al Mise in occasione del primo incontro sui licenziamenti

Nicola Brillo ROMA. «Il Governo si è detto

pronto ad intervenire, con le regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, e mettere in campo gli ammortizzatori sociali per accompagnare i dipendenti. Ma l’incontro è stato assolutamente interlocutorio». Così i sindacati all’uscita della riunione di ieri sera al ministero dello Sviluppo economico con i rappresentanti di Safilo. Sul tavolo il maxi piano di licenziamenti presentato

dall’azienda padovana dell’occhialeria: coinvolti 700 lavoratori in Italia e prevista la chiusura dello stabilimento friulano di Martignacco. «Il ministero ci ha chiesto di condividere un percorso con l’azienda, percorso che sarà accompagnato dal ministero e dalle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto» dichiarano i rappresentanti di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec del Veneto al termine della riunione durata due ore. La delegazione del Gruppo Safilo era guidata dall’am-

intimo e abbigliamento

Crescono fatturato e negozi del gruppo Calzedonia MILANO. Fa un altro passo avan-

ti il gruppo Calzedonia e archivia il 2019 con un fatturato di 2.411 milioni, in crescita del 4,7% (+4,4% a cambi costanti), realizzato per una quota sempre più ampia all’estero (il 56%). E destinata a crescere ancora con aperture di nuovi punti vendita soprattutto nei mercati giudicati strategici di Stati Uniti, Cina e Giappone, coronavirus permettendo. L’espansione nell’anno passato ha già portato a 188 nego-

Sandro Veronesi

il bilancio della legge 68

Sono 37 mila i disabili al lavoro nel Veneto A 20 dalla legge 68 che ha previsto per le aziende con oltre 15 dipendenti l’obbligo di assumere persone con disabilità o appartenenti alle categorie protette, la Regione Veneto ha ottenuto risultati migliori rispetto al quadro nazionale. In Veneto le persone con disabilità o invalidità che hanno un posto di lavoro sono 37 mila, di cui tre quarti impiegati nel privato e circa 9 mila nel pubblico.

zi in più, dei quali ben 138 fuori dalla Penisola, facendo salire i punti vendita del gruppo veronese a quota 4.859, dei quali 3.103 all’estero. Oltre a premere sull’acceleratore dei marchi Calzedonia, Intimissimi e Tezenis, nonché del cashmere Falconeri e i vestiti da sposa Atelier Em, l’azienda di Sandro Veronesi si prepara poi a insediare oltreconfine quest’anno l’eno-bistrot Signorvino, partendo dai Paesi dell’Est Europa. In Italia proseguirà inoltre nell’ammodernamento dei negozi esistenti dei marchi storici della biancheria intima. È peraltro aumentato il volume delle vendite nel canale e-commerce, sostenuto da 200 milioni di investimenti in infrastrutture tecnologiche e digitali. —

ministratore delegato Angelo Trocchia e dal responsabile Risorse umane Alessandro Visconti. Per ora l’azienda padovana non commenta l’incontro. Il nuovo appuntamento del tavolo di crisi non è ancora stato fissato, verrà deciso nei prossimi giorni (per ritrovarsi entro il 10 febbraio). Nel frattempo si continuerà a trattare, con tavoli anche a livello locale tra azienda e rappresentanti dei lavoratori. Il prossimo incontro al ministero dovrebbe dunque essere quello definitivo per trovare l’accordo quadro. Durante l’incontro l’azienda ha tenuto le proprie posizioni, riferiscono i sindacati, ma si è detta disponibile a discutere la solidarietà a Longarone, rimane invece ferma sulla chiusura a Martignacco e non tratta sui 50 esuberi a Padova. Ora i sindacati proseguono nel valutare se all’interno del piano industriale presentato da Safilo ci siano spazi di trattativa e discussione con l’azienda. Non è la prima volta che il ministero convoca a Roma le parti sociali. La scorsa settimana il ministro Stefano Patuanelli ha presieduto il tavolo di crisi sul Gruppo Safilo, con i rappresentanti la Regione Friuli Venezia Giulia, i Comuni coinvolti, l’azienda e i sindacati. A fine anno il gruppo dell’occhialeria padovano aveva varato il piano di riorganizzazione e ristrutturazione. La scelta dell’azienda è motivata dal ridimensionamento delle commesse determinato dalla perdita di importanti licenze e dal cambiamento in atto a livello mondiale nel settore dell’occhialeria. Il management dell’azienda ha inoltre informato di aver già dato mandato a un advisor di verificare la presenza di possibili nuovi investitori interessati al sito di Martignacco. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mascherine obbligatorie nelle sale d’attesa per chi ha la febbre PADOVA. Sale anche nel Veneto il livello di allarme per il nuovo Coronavirus cinese e l’assessorato alla Sanità ha diffuso le nuove linee guida per individuare e curare i possibili casi nel territorio nazionale, arginando il più possibile la diffusione del contagio. Le disposizioni adottate sono le stesse indicate dal ministero della Salute, mentre è stata individuata l’Azienda ospedaliera di Padova quale centro regionale di riferimento per eventuali situazioni gravi e come sede veneta per il numero verde 1500 attivato dal ministero della Salute. Fra le nuove disposizioni, c’è l’obbligo di indossare la mascherina chirurgica per qualsiasi persona febbricitante in attesa di visita sia nelle sale d’attesa dei pronto soccorso che in quelle dei medici di base. Del resto si tratta di una misura utile a rendere più difficile la diffusione di qualsiasi virus che si trasmetta per via aerea, non del solo “2019-nCoV” com’è attualmente definita la nuova malattia. «Come Regione Veneto, tramite la Direzione Prevenzione e le altre nostre strutture, stiamo seguendo con grande attenzione tutte le evoluzioni del contagio, in modo da dare una risposta a qualsiasi eventualità possa coinvolgere anche nostri cittadini» spiega l’assessore alla Sanità, Manuela Lanza-

rin «In queste ore, stiamo attivando una task force regionale con l’apporto di tutte le strutture sanitarie, in particolare le unità di Malattie infettive, i laboratori di Microbiologia e i Dipartimenti di prevenzione, insieme agli altri attori interessati come i medici di medicina generale e altri professionisti operanti sul territorio». Per questo motivo la Regione ha chiesto a tutte le Usl i nominativi dei componenti i Comitati per le emergenze di sanità pubblica e del Gruppo operativo di risposta rapida costituiti a livello aziendale, di comunicare la disponibilità di posti letto nei reparti di malattie infettive e di verificare la fornitura di dispositivi di protezione individuale monouso quali mascherine, camici, calzari, guanti e occhiali. Sono poi stati definiti i protocolli da seguire per ridurre al minimo i contagi da parte di soggetti malati che si rivolgano ai reparti di emergenza e ai medici di base. Il primo punto è attivare procedure per individuare al più presto, fra le persone che chiedono assistenza, quelle che potrebbero essere state contagiate dal 2019-nCoV. Il criterio è dato dalla presenza di febbre e patologie delle vie aeree unite a un recente viaggio in Cina o al contatto con persone che siano state lì nelle due settimane precedenti.

IN BREVE A partire da luglio Quattro nuovi voli Qatar dall’aeroporto di Venezia

Sviluppo economico Imprenditoria giovanile stanziati 2,65 milioni

Piccole e medie imprese Soldi a fondo perduto per ridurre i consumi

Qatar Airways ha annunciato il potenziamento della presenza sull’aeroporto di Venezia Marco Polo, che da sette passa a 11 voli la settimana. A questo si affianca un rinnovamento degli aeromobili, che saranno sostituiti con Boeing 787 Dreamliner e Airbus A350/900. Le quattro frequenze aggiuntive saranno operative dal primo luglio: previsti un volo giornaliero in partenza alle 17.55 e un volo aggiuntivo alle 23.15 ogni lunedì, mercoledì, venerdì e domenica.

Ammontano a 2,65 milioni di euro i contributi a fondo perduto da destinare all’imprenditoria giovanile stanziati ieri, su proposta dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato. Destinatarie sono le imprese individuali i cui titolari hanno un’età tra 18 e 35 anni o le società, anche cooperative, i cui soci sono per almeno il 60% di età compresa tra 18 e 35 anni o il cui capitale sociale è detenuto per almeno i due terzi da persone tra 18 e 35 anni.

La Giunta regionale ha approvato la delibera che destina 13 milioni di euro a contributi finalizzati all’efficientamento energetico delle piccole e medie imprese. L’agevolazione, nella forma di contributo a fondo perduto, è pari al 30% della spesa per la realizzazione del progetto fino a un massimo di 150 mila euro, corrispondenti a un progetto pari o superiore a 500 mila euro. Le richieste potranno essere presentate a partire dal 15 aprile e fino al 10 settembre.


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