La Pasta
S coprirla a L ussemburgo
Intervista esclusiva a Daniele Silvestri
Un GRANDE regalo per le nostre lettrici a pag.
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Anno VI, Numero 1 • FEBBRAIO 2009 PORT PAYE PS/578
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EDITORIALE A 2 VOCI
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Cari lettori, lettrici, abbonati, amici, Eccoci di nuovo insieme pronti ad affrontare nuove sfide. Editoriali, perché PassaParola è aperto a nuove collaborazioni e si rinnova nell’intento di migliorare. Radiofoniche, perché forti delle 50 puntate di VoicesbyPassaParola vi proponiamo nuovi modi e approfondimenti per essere informati su temi d’interesse italiano. Associative perché siamo pronte, con la nostra asbl, ad organizzare eventi e a collaborare con le associazioni del territorio. “Internettiane”, perché il nostro sito è sempre aggiornato e pieno di esclusive. Vi chiediamo di leggerci, sostenerci, interpellarci e perchè no? Criticarci, perché questa testata diventi sempre di più, IL mensile degli italiani, italofili, amanti dell’Italia del Granducato.
Paola Cairo e Maria Grazia Galati
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Conferenza sulla pasta
GRANDE regalo per le nostre lettrici Enrico Lunghi nuovo direttore MUDAM
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DESTINAZIONE ITALIA
I l n o s t r o BelPaese: i suoi colori, i p i sapori, l’arte ed il des proprio tutto quest’anno allo stand della AIIL (Ass Imprenditori Italo Lussemburghesi: www.aiil.lu - sito in cos Presso il padiglione 7 del Salone del Turismo Vakanz 2009 avuto luogo con grande successo nel weekend 9-10-11 gennaio) lo st di ben 30 mq arredato in stile sobrio e raffinato dall’azienda italiana PERLINI MOBILI di Pesaro (www.perlinimobili.it) ha accolto numerose realtà turistiche italiane. Dalla città di Venezia con una mostra-vendita di gioielli in vetro di Murano a due strutte turistiche in Toscana. La prima, Il Pino (www.ilpino.com), è un agriturismo che offre, in una struttura rustica e confortevole, alloggi, attività ludiche, piscina, servizi benessere; e che produce diversi prodotti rigorosamente “bio”, fra cui vino, miele, confetture. La seconda, Dionora (www.dionora.it) è un resort a stelle dove spiccano lusso d e servizi al top. I titolari d producono anche un ottim di Montepulciano e un gu extravergine d’oliva. Ben anche il sud Italia, che hanno “bis dello scorso Botrugno (L gibo.it), Ques lu
o di il Salone del Turism , 09 20 nz ka Va di la recente edizione ello registrato dallo qu e om C . so Anche quest’anno es cc tenuto un grande su e belle proposte ed nt ta n co , a) ol Lussemburgo, ha ot ar P sa i era partecipe Pas stand dell’AIIL (di cu lia. iniziative targate Ita
DESTINAZIONE ITALIA
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TUTTO IL MONDO E TANTA BELLISSIMA ITALIA IN MOSTRA A LUSSEMBURGO
profumi, sign. C’era sociazione struzione). (che ha tand
a5 discreto dell’albergo mo vino rosso ustosissimo olio n rappresentato , con due clienti ssato” la presenza anno: il Comune di Lecce) ed il Gibò (www. il club esclusivo salentino. st’anno affiancati da una albergo ussuosissimo di prossima apertura a Presicce (pochi km da Santa Maria di Leuca – Lecce): il Resort Villa Giuliana (www.resortvillagiuliana. it), un’antica villa patrizia con giardino terrazzato, che offre mini-suite, spa, piscina,ristorante e sala banchetti . Il Salento, presente anche con un consorzio gastronomico, ha offerto piatti tipici locali, preparati al momento da uno chef giunto appositamente dal “Tacco d’Italia”, il signor Giampiero Bene. E preparati su una moderna c u c i n a attrezzata dalla stessa azienda di Pesaro, che arreda appartamenti ed uffici ed ha pure un ufficio in Lussemburgo, nel quartiere di Bonnevoie.
cultura eventi la.info o r a p a s s www.pa attualità spor t costume s f o g liare da appuntamen talia I T u tta l ’ ti OGGII C CO ON N L’ L’A AB BBONAMENTO BONAMENTO A A OGG PAS SAPA ROLA OLA VINC VINCII TA TANTI NTI P PR RE EMI MI PASS A PA R
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GRANDE CONCORSO
L a fedeltà dei nostri “ve c c h i ” a b b o n a t i e l a f i d u c i a d i q u e l l i “ nuovi” meritano senz’altr o u n p r e m i o . P e r q u e s t o l a r e d a z i o n e d i P assaParola lancia dal mes e d i n o v e m b r e 2 0 0 8 u n ’ i n i z i a t i v a v a l i d a f i no a marzo 2009. Chi si ab b o n a o r i n n o v a l ’ a b b o n a m e n t o a p a r t i r e d al primo novembre 2008 e d e n t r o i l 3 1 m a r z o 2 0 0 9 r i c e v e r à u n r egalo a sorpresa da uno d e i n o s t r i t r e s p o n s o r a s c e l t a . B a s t e r à c onsegnare u na copia d e l b olle t t ino pos t a le o ba nc a r io, c he p ro va l’avvenut o v e rs a m e nto , ne gli e s e r c iz i c om m e r c ia li c onv e nz i o n ati c on l a ri vis ta: To nio Coiffe ur, L’Int e m por e l ( pa gina 8 ) , Pa s t i cceri a D ’Arrigo (pagina 23). Un re g a l o p e r v o i c h e è u n G R A Z I E i n f i n i t o p er il prezioso sostegno ch e t u t t i v o i l e t t o r i c i d a t e , s o t t o s c r i v e n d o u n abbonamento annuale, c h e v i r i c o r d i a m o , è d i 2 5 e u r o p e r i l Gr anducato e 3 0 pe r l’Eu ropa . B uona c a c c ia a i pr e m i! ! ! Abbonamento a 10 numeri per un anno: 25 euro (Granducato) 30 euro (Europa)
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GIULIANA ANDREINI PSICOLOGA
PERSONAGGIO 7
Di matrice cognitivistica, specializzata in psico-oncologia, la dottoressa Andreini ci racconta un mestiere difficile e interessante. di Paola Cairo
Bergamasca, 40 anni, sposata con due figlie, Giuliana si laurea in Psicologia a Padova, con una tesi sugli operatori dei reparti di oncologia. Dopo l’esame di Stato lavora nell’assistenza domiciliare all’interno di una ASL per conto di una cooperativa sociale di Bergamo, occupandosi di cure palliative e assistenza ai pazienti affetti da patologie invalidanti e con problemi neurologici e psichiatrici “Quella di occuparmi della psico-oncologia - racconta Giuliana - è stata una scelta vera e propria”. All’Ist. Nazionale Tumori di Milano segue una formazione completa per incoraggiare il paziente a verbalizzare pensieri e sentimenti negativi relativi alla malattia, chiarificare ed interpretare comportamenti ed emozioni disadattive relative al cancro, aiutare il paziente e la sua famiglia ad affrontare l’incertezza del futuro e le tematiche esistenziali. Trasferitasi in Lussemburgo per seguire il marito, lavora prima al Foyer Reckental dove, grazie al riconoscimento del diploma e ad un corso di lussemburghese, ricopre il ruolo di psicologa d’equipe e poi come psicologa all’Ospedale di Kirchberg, dove esercita tutt’ora. Al suo attivo uno stage di psichiatria al Centre Hospitalier (CHL) e un Corso di specializzazione in Psicoterapia cognitivocomportamentale all’Università di Louvain-la Neuve (B). “Sono stati anni duri di studio e lavoro – racconta - ma oggi posso dire che sono contenta della scelta di lavorare in psichiatria perché non si può fare questo mestiere senza essere passati da li”.
“
Oggi posso dire che sono contenta della scelta di lavorare in psichiatria perché non si può fare questo mestiere senza essere passati da lì
”
Dal 2005 l’Ospedale di Kirchberg grazie ad una modifica della legge del 26 maggio 1988 (che prevede che in ogni città del Granducato ci sia un centro di cura per situazioni di crisi, ndr) si occupa dei trattamenti sanitari obbligatori di pazienti con disturbi mentali, funzione che veniva esclusivamente ricoperta in precedenza dall’ospedale di Ettelbruck, CHNPE. L’Ospedale si occupa della presa in carico in fase acuta del paziente, della sua stabilizzazione, del trasferimento in altre strutture di riabilitazione e/o del reinserimento sociale.
“Ci occupiamo dei pazienti ospedalizzati (15 posti letto, ndr) che soffrono di vari disturbi mentali: depressione, dipendenza da sostanze, ansia, psicosi, disturbi del comportamento, ecc. Esiste anche una forma di dayhospital, nei casi in cui il paziente può rientrare a casa la sera dopochè, durante il giorno, segue in ospedale i gruppi terapeutici, arte terapia, ergoterapia, sport terapia”. Principalmente Giuliana si occupa di pazienti adulti. “Dopo i colloqui individuali e l’affiancamento dell’equipe medica per le diagnosi, si passa ai gruppi terapeutici, i trattamenti, i colloqui con le famiglie. L’approccio del paziente all’equipe multilinguistica – ci spiega la Andreini - è molto positivo perché non si rischiano casi di isolamento”. Partendo da una generale riflessione sulla Legge Basaglia, ci addentriamo nel discorso sulle particolarità dei servizi di salute mentale in differenti Paesi europei.
“
L’approccio del paziente all’equipe multilinguistica è molto positivo
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Senza voler essere esaustive, conveniamo entrambe sui limiti di quella legge che, in Italia, fu positiva perchè chiuse i manicomi e identificò il malato mentale come una persona con diritti e doveri ma che in pratica, in molti casi, fu di difficile applicazione. Lo scorso anno, a 30 anni dalla sua approvazione, tanti sono stati i convegni per celebrarla o accusarla. E il mondo della psichiatria si è spaccato in due. Per alcuni è troppo ideologica mentre per altri è una legge di civiltà. “Anche se non lavoro più in Italia – conclude la psicologa - questa legge rimane un faro per la psichiatria moderna; anche qui in Lussemburgo l’orientamento è verso le strutture di recupero sociale, l’inserimento lavorativo, le comunità protette, piuttosto che il ricovero a lungo termine”.
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I N T E R V I S TA A S A N D R O A N D R O N I C O Alla scoperta del grande movimento internazionale dei Masters di nuoto, che ha un suo club anche a Lussemburgo. Da due anni il responsabile è un italiano nato in Sicilia, che nuota e allena con passione la sua squadra. di Erika Maddalena Come nasce la tua passione per il nuoto e da quanto tempo alleni la squadra dei Masters di Lussemburgo?
Che differenze vedi tra italiani e stranieri nel vivere lo sport?
Nuoto da quando avevo 6 anni, è sempre stato il mio hobby, accentuato dalla presenza del mare nella mia città natale, ovvero Catania. Quando sono arrivato qui, per continuare a nuotare e anche per trovare un modo di socializzare, sono approdato alla Coque e ho ripreso ad allenarmi in questo club. Ho continuato a fare gare in Italia fino al ‘93, anno in cui è nato il movimento dei Masters anche a Lussemburgo; io l’ho seguito, cominciando anche a fare l’allenatore a partire dal ‘96. Da settembre del 2008 abbiamo ricominciato a partecipare alle gare internazionali e quest’anno sono previste competizioni in Germania, Olanda, Italia, Inghilterra, Spagna ecc.
Gli stranieri sono un po’ più chiusi di noi italiani. Noi creiamo uno spirito di spogliatoio in cui cerchiamo di coinvolgere tutti, se possibile, e devo dire che dopo un po’ anche i non italiani apprezzano e partecipano agli scherzi e alle battute che ci scambiamo. Cosa ha da offrire, secondo te, il movimento dei Masters oltre alla possibilità di nuotare? I Master sono un movimento mondiale che riunisce persone con la stessa passione ed è un modo per creare solidarietà. Quello che vorrei oggi è coinvolgere un po’ di più i meno giovani, poco presenti nel club lussemburghese e invece numerosi nei Masters di altri Paesi. Ho conosciuto in Italia e in Brasile persone di 80 anni e più, che partecipano ai Masters per continuare a tenersi in forma e per creare una rete di amicizia e solidarietà che li salva dalla solitudine, spesso tipica di quella età. Inoltre, si ha la possibilità di fare del bene, come è successo con l’iniziativa “Swimming against malaria”, a cui abbiamo partecipato recentemente. Per ogni vasca percorsa si donavano dei soldi utili a comprare delle zanzariere che, speriamo, salveranno molta gente dalla puntura degli insetti portatori di questo virus. Qual è la vostra fonte di finanziamento?
Nella foto S. Andronico e la sua squadra
Quante nazionalità ci sono all’interno della squadra e quanti italiani? La squadra dei Masters conta 65 persone di cui 20 italiani e in tutto ci sono 14 nazionalità diverse. E’ un gruppo strutturato non necessariamente in base alla bravura dell’atleta ma, da quando io ne ho la responsabilità, in base soprattutto alle esigenze pratiche. Quindi ci sono persone che per questioni di famiglia e di lavoro vengono a nuotare alle 6 di mattina, per esempio. Ci sono anche molti ex nuotatori. Inoltre, possiamo utilizzare la piscina riservata alla Federazione di nuoto, così ci alleniamo più tranquillamente, soprattutto in quegli orari di maggior affluenza nella piscina aperta al pubblico.
Il club dei Master di Lussemburgo è un’associazione senza scopi di lucro e veniamo appoggiati da una fondazione privata che finanzia anche tanti altri sport. Questo fa sì che, a meno di problemi tecnici, la piscina sia sempre aperta e in perfetto funzionamento. Grazie a questi soldi, tra le altre cose, siamo in grado di organizzare, ogni anno nel terzo week end del mese di ottobre, un meeting internazionale degli Open Masters a livello europeo. Il prossimo si terrà il 16/17/18 ottobre del 2009.
Info: www.masters.lu Salvo Andronico 621 251236 Espedito Iasevoli 621 672468
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L’ITALIA A TAVOLA • L’ITALIA A TAVOLA • L’ITALIA A TAVOLA • L’ITALIA A TAVOLA • L’ITALIA A TAVO
W LA PASTA!
E’ il simbolo del nostro Paese, della nostra italianità, della nostra buona cucina. E’ la pasta. A cui Lussemburgo dedica a giorni una conferenza ed una cena a tema.
Buona, sana. Conquista, sazia, senza dubbio Fara San Martino soddisfa. Croce e delizia della (provincia di Chieti), seguita nostra dieta quotidiana. Goloso meritatamente da Gragnano peccato veniale, a cui proprio non ( C a m p a n i a ) . Q u a l c h e riusciamo a resistere. E’ la pasta: numero? Eccolo: gli italiani ne simbolo della nostra bellissima mangiano (ma guarda un po’!) Italia a tavola. Una storia antica tantissima, fra i 25 ed i quasi e tanti luoghi comuni da sfatare. 45 kg pro-capite l’anno. Al Come quello ad esempio che faccia primo posto c’è la Basilicata, ingrassare. Niente di più falso. all’ultimo Trentino ed Emilia Semplicissima Anzi: i suoi carboidrati sono fonte Romagna. di energia. E la pasta, soprattutto nella sua composizione: quella integrale, mantiene attivo acqua, farina o semola. La l’intestino e contrasta l’obesità. prima sostituita semmai dalle Basta fare attenzione (questo si!) uova nella relativa versione. a come la si condisce. Il segreto La pasta fa talmente parte della linea è tutto lì. Scagionato della nostra cultura che Roma dunque il piatto tipico più italiano le ha persino dedicato un per eccellenza. Che la leggenda museo. Il Museo Nazionale vuole sia nato in Sicilia nel 1154, di delle Paste Alimentari (www. origine araba. La pasta si è diffusa, museodellapasta.it). Ma sulla poi, in tutta Italia e la sua “capitale” pasta si potrà sapere a giorni molto di più, produttiva in 1279… la pasta“legale” assoluto è
© Pastificio Sebastiano D'Apuzzo
proprio a Lussemburgo e grazie alla presenza della dottoressa Oretta Zanini De Vita (bolognese che vive e lavora a Roma). La Zanini, esperta in materie scientificogastronomiche, è presidente del Centro Studi Gastronomici Archestrato e terrà una conferenza organizzata da Congusto, CCIL e Accademia Italiana Cucina all’hotel Sofitel di Kirchberg il 16 febbraio 2009 a cui seguirà una cena a tema presso il ristorante dell’albergo “Oro e Argento”. La cena, a pagamento, è aperta a tutti.
Per ulteriori informazioni contattare Carlotta Benedetti (621 309950) e/o Daniela Urzì (691-821867)
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ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE • ARTE •
ENRICO LUNGHI, DIRETTORE GENERALE MUDAM Dopo anni alla direzione del Casinò-Museo d’art Contemporaine, l’esperto d’arte di origine italiana è stato nominato dal 1 gennaio alla guida del Museo più discusso del Granducato. Come direttore del Mudam che progetti hai in mente per il prossimo futuro? Inanzitutto, vorrei far sì che il Mudam entri nel cuore degli abitanti del Lussemburgo e dei dintorni. Siamo fortunati ad avere un’offerta artistica e culturale così ricca in un piccolo paese come questo, ma molti non l’hanno ancora riconosciuta. Continuando a garantire l’ alta qualità delle mostre e un’esplorazione dell’universo artistico contemporaneo - che ci aiuta tutti a capire un pò di più il nostro mondo - cercherò di convincere molti che il Mudam è un luogo aperto, ideale per la contemplazione individuale, la discussione fra amici, ma anche la visita in famiglia.
Le esposizioni temporanee quale idea espositiva e curatoriale seguiranno? E quali saranno le prossime acquisizioni, se ce ne saranno? Il programma per il 2009 è già stato definito dalla direttrice precedente, dunque le nuove orientazioni incominceranno a farsi sentire solo dal 2010 in poi. Però già quest’anno ci saranno novità, specialmente nell’informazione per il pubblico e la convivialità del Mudam-café (un luogo d’altronde molto bello e dove si mangia bene!). La mia prima mostra avrà luogo in gennaio 2010 - sarà costruita intorno alla collezione. Quest’ultima continuerà a crescere e ad essere più visibile, ma è troppo presto parlarne: il meglio è venire a scoprirla sul posto !
Cosa ti auguri per l’arte moderna nel Granducato? Sarebbe bello che la gente - e anche gli immigrati o figli d’immigrati capissero che i musei e le istituzioni culturali in generale - sono a disposizione di tutti. Andarci regolarmente è une esperienza piacevole. Non c’è bisogno di avere paura di non capire tutto - è la curiosità e le proprie riflessioni che contano di più. Penso che ognuno dovrebbe andare al museo due o tre volte l’anno, solo o coi bambini (che non pagano l’ingresso, ndr), passarci qualche ora, guardare, scappare un po’ dal quotidiano (e dai divertimenti abituali), berci un caffè... È così che la cultura diventa parte della vita. di Sonia Sion. Ha collaborato Picci
Il libro sarĂ presentato al Salon du Livre del Festival des Migrations (weekend 13-14-15 marzo 2009) In vendita presso la Libreria Italiana; 11, rue St. Ulrich - Grund
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Le emozioni, le storie, i sapori, le atmosfere, le donne del Salento nel nuovo libro di Maria Grazia Galati. Cinque racconti “declinati al femminile� e da gustare. In tutti i sensi... !
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INTERVISTA A MARCO FRANCHETTI: RESPONSABILE DEL PATRONATO ACLI Il Patronato ACLI nasce nel 1945 per volontà delle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), con l’intento di garantire informazione, assistenza e tutela ai lavoratori e ai cittadini, in Italia e all’estero, per il conseguimento di ogni prestazione previdenziale, assitenziale e socio-sanitaria prevista da leggi, contratti o regolamenti. Seguendo i flussi migratori dei lavoratori nel secolo scorso, il Patronato ACLI ha aperto man mano, dal 1947, uffici di assistenza in Europa e nel mondo, in ogni Paese dove si sono stabilite le collettività italiane più numerose. Oggi è presente in una ventina di Stati. Il Patronato ACLI opera nel Lussemburgo dal 1952. L’anno scorso ci sono state due novità importanti: l’entrata in servizio di un nuovo responsabile e il cambio della sede. L’ufficio, situato originariamente a Esch-sur-Alzette, aveva sede, da 20 anni, nelle immediate vicinanze della stazione di Lussemburgo, al terzo piano di un immobile privo di ascensore e quindi di difficile accesso alle persone anziane o invalide. L’ufficio si trova adesso al pianoterra, in Rue Michel Welter (angolo Rue Goethe – Boulevard de la Pétrusse), in un locale luminoso e completamente rimesso a nuovo. L’attuale responsabile, Marco Franchetti, 39 anni, di Parma, in servizio dal mese di novembre 2007, è accompagnato nell’apprendimento della professione di operatore sociale da Daniele Rossini, che vanta una lunga e vasta esperienza nel campo sociale per essere stato durante oltre 40 anni coordinatore del Patronato ACLI per il Belgio e il Lussemburgo. Quali servizi offre il Patronato ACLI? La legge italiana affida agli enti di patronato il ruolo di tutelare i diritti individuali per il conseguimento di ogni prestazione previdenziale, sanitaria e di carattere socio-assistenziale. Operando in questo contesto, il Patronato ACLI offre gratuitamente servizi di consulenza, di assistenza e di tutela. Non solo. Il Patronato ha accesso, su specifico mandato degli assistiti, alle banche dati degli enti preposti all’erogazione delle prestazioni e può tra l’altro svolgere attività di supporto alle autorità consolari nell’espletamento di alcune pratiche.
Quali sono i problemi più seri o di maggior rilievo a cui sono confrontati oggi gli italiani residenti nel Granducato? Occorre premettere che raramente sorgono problemi nei rapporti con le istituzioni lussemburghesi, le quali si distinguono per efficienza e trasparenza. I problemi si riscontrano piuttosto nei casi di quelle persone che prima di approdare in Lussemburgo hanno lavorato in Italia e che prima o poi devono rapportarsi alle istituzioni italiane. Quando si ha a che fare con le strutture degli istituti di previdenza italiani, può risultare difficile ottenere risposte pronte a richieste d’informazioni, così come può risultare arduo ottenere documenti o certificati in tempi ragionevoli. Devo però dire che funziona molto bene il polo INPS di Perugia, competente a trattare le domande di pensione degli assicurati residenti nel Lussemburgo. In ogni caso l’azione del Patronato si rivela molto utile per l’informazione, la corretta impostazione delle pratiche e la salvaguardia dei diritti quando nascono le contestazioni. Motivo di disappunto dei pensionati italiani è il modesto importo della quota di pensione italiana. Inoltre, per mantenere alcune prestazioni legate al reddito, come per esempio la pensione d’invalidità, la pensione ai superstiti o gli assegni al nucleo familiare, benché spesso di modesto importo, l’INPS sottopone i titolari di pensione a verifiche reddituali periodiche ed estenuanti, che portano in alcuni casi a un ricalcolo della prestazione stessa con conseguente costituzione di un indebito, minando così la serenità del pensionato ed acuendo il malcontento.
O SU • OBIETTIVO SU • OBIETTIVO SU • OBIETTIVO SU • OBIETTIVO • OBIETTIVO SU • OBIETTIVO S Le piace questo lavoro?
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Sì, nonostante il mio carattere riservato, mi piace stare a contatto con le persone e mi appaga poterle aiutare. Oggi si fa distinzione tra vecchia e nuova emigrazione. Io dovrei appartenere alla seconda, ma stando quotidianamente a contatto con i depositari della memoria storica dell’immigrazione italiana in Lussemburgo e ascoltando i loro racconti, spesso mi sembra che questa discontinuità non esista e mi sembra di essere il famoso anello di congiunzione mancante. Riflettendoci meglio, però, mi accorgo che è il Patronato a svolgere e ad aver sempre svolto la funzione di collante, essendo anche e soprattutto un luogo d’incontro, solidarietà e socialità.
PATRONATO A.C.L.I. LUSSEMBURGO per i servizi sociali dei lavoratori e dei cittadini 2, Rue Michel Welter, L – 2730 Luxembourg Telefono: 49 57 47 – Fax: 48 66 63 E-mail: lussemburgo@patronato.acli.it Gli operatori sociali Marco Franchetti (marco.franchetti@acli.it) e Daniele Rossini (daniele.rossini@acli.it) sono a disposizione per dare informazioni, consigli e assistenza nella rattazione di ogni pratica di tipo previdenziale. L’assistenza è gratuita. Permanenze presso la Missione Cattolica Italiana 5, Boulevard Prince Henri – 4280 Esch-sur-Alzette ogni mercoledì dalle ore 10 alle ore 11,30.
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GRANDE SCHERMO
INTERVISTA A EDOARDO WINSPEARE: L’ANIMA DEL SALENTO IN CELLULOIDE Celebre per le sue tante pellicole ambientate in Salento, dove è cresciuto, vive e lavora, il regista di origine austro-inglese ha registrato anche con il suo ultimo film “Galantuomini” un grande successo di pubblico e critica. PassaParola lo ha incontrato per voi. Nonostante le tue origini straniere (Inghilterra, Austria) la tua espressione cinematografica è fortemente radicata in Salento. Quanto è stato importante per la tua formazione professionale vivere la realtà del Sud d’Italia?
Dopo alcuni anni di crisi il cinema italiano sembra trovare nuova linfa. Come vedi il panorama prossimo della cinematografia italiana e quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ma io “sono” del Sud. Le mie origini (appunto: le mie origini!) sono straniere. Ma io e la mia famiglia siamo da moltissimo sempre radicati qui. Io sono di qui e naturalmente tutto nel mio lavoro parte e si sviluppa dal Salento, dalla mia realtà locale.
Sono ottimista. Noi facciamo il miglior cinema d’Europa, purtroppo “castigato” da troppa, quasi mai buona TV. In futuro prevedo una commedia, ambientata anch’essa in Salento.
La tua carriera cinematografica vede al tuo attivo anche ruoli di aiuto regista, operatore alla macchina, montatore, tecnico del suono fino ad arrivare alla regia e alla sceneggiatura. Quanto è importante per chi lavora nel mondo del cinema conoscere le varie professionalità e chi è stato per te un esempio da imitare, un maestro al quale ti sei ispirato?
Perché questa volta con “Galantuomini” hai deciso di abbandonare in parte l’uso del dialetto sottotitolato?
Conta moltissimo. Io non ho un maestro particolare a cui mi ispiro, ma tanti maestri del campo che stimo. E non prendo ispirazione solo dal mondo del cinema, ma anche dalla letteratura ad esempio. Da tante espressioni artistiche in cui mi ritrovo. E che mi piacciono. Nel tuo ultimo film “Galantuomini” hai raccontato la storia di una donna che è a capo di un clan mafioso – splendidamente interpretata da Donatella Finocchiaro premio Marc’Aurelio d’argento al Festival di Roma. Come vedi il ruolo della donna nella società attuale, sia in Italia che in un panorama più ampio? Credi che la donna italiana sia un po’ indietro nell’affermazione in ruoli di potere rispetto ad altri paesi europei? Purtroppo si. Perché in Italia il potere è ancora (purtroppo) in mano a 50-60enni burocrati. Io credo molto nella donna. E nella donna del Sud, a cui però l’Italia dei “grandi sistemi” ancora concede molto poco spazio.
Intervista a cura di Gilda Luzzi e MG Galati
Si è reso necessario per via di alcuni protagonisti, i cui ruoli borghesi giustificavano la necessità di usare la lingua italiana nei dialoghi. Grazie ai tuoi film il Salento è diventato celebre ed apprezzato in tutta Italia e non solo. Secondo te è stato solo un bene, oppure….? Non sta a me dirlo. Io faccio film, che a volte i salentini amano di più o di meno. Io non lavoro per l’Azienda di Promozione Turistica del Salento. Le “conseguenze turistiche” positive o negative dei miei lavori non dipendono da me. Spesso il Sud d’Italia (compreso, ovviamente il Salento) è vittima di luoghi comuni negativi. Secondo te cosa è necessario fare per sfatarli? Dove e come si potrebbe intervenire? E’ un discorso di Italia in generale. Di Nord che diventa sempre più mafioso e di Sud che vuole diventare sempre più consumista. Le due realtà si copiano (e male!) a vicenda. Mentre dovrebbero essere entrambe più vere, autentiche, abbandonando i propri lati negativi e impegnandosi nel valorizzare quelli positivi.
Nel numero 10-08 di PassaParola, all’interno dell’articolo “Alba Caterina Rohrwacher la giovane promessa del cinema italiano” la foto dell’attrice è stata pubblicata senza il nome del fotografo Yves Cardellini (Archivio Villerupt). Ce ne scusiamo con l’interessato ed i lettori.
DANIELE SILVESTRI IN CONCERTO
ONDE SONORE 17
Il cantautore romano, famoso non solo per Salirò e la Paranza, incontra i sui fan al D:qliq il 6 e 7 febbraio prossimi. Evento Panoplie in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura. Da molti anni scrivi canzoni con testi molto impegnati. Come ci si sente, in questi tempi sempre più superficiali e materialistici, a proporre brani di questo genere? Sinceramente credo fosse molto più difficile e anacronistico scrivere cose “impegnate” quando ho cominciato, all’inizio degli anni 90. Cioè quando forse l’illusione di vivere in un mondo sicuro e promettente era ancora forte. Ora in realtà il materialismo e la superficialità sono una fuga, ma il malessere è diffuso e evidente. A me sembra che adesso, in realtà, ci sia molto più bisogno di prima di un pò di profondità. Ogni tanto sforni un tormentone che rimane nella testa del pubblico a lungo termine come, ad esempio, “Salirò” e “La Paranza”. Lo fai per brama di successo commerciale o per risvegliare le coscienze collettive? Nessuna delle due cose. Credo di aver sempre alternato canzoni serie a cose molto più leggere. E sono quest’ultime, in genere, ad avere qualche chance in più di diventare appunto - “tormentoni”. Comunque, quando scrivo, non riesco a distinguere molto le cose. Spesso inizio da uno scherzo e proseguo molto più seriamente. O viceversa. E soprattutto non sono davvero capace di capire quand’è che ho per le mani un “successo”. Per fortuna. Quanto ancora c’è di buono nella scrittura musicale italiana? Chi, secondo te, si può menzionare tra gli artisti più interessanti del panorama italiano? Molto, credo. Se penso a gente come Capossela, Caparezza, Bersani, Consoli..o Bollani, gli Avion Travel. O i grandi vecchi ancora grandi..come Conte, Battiato..
Quali sono i cantautori che ascolti di più a livello internazionale? Beck, Ben Harper, i Radiohead, Bjork.. Troppi per dirli tutti. Hai scritto anche per il cinema. Ultimo esempio: “Il mondo stretto in una mano”, brano contenuto nella colonna sonora del film “Questa notte è ancora nostra” di Paolo Genovese. Cosa ti ha dato quest’esperienza? E’ sempre molto interessante scrivere per il cinema, come per il teatro del resto. Scrivere cioè per storie o immagini pensate da qualcun altro. Linguaggi diversi che si incontrano e a volte si scontrano in maniere anche sorprendenti. Daniele Silvestri in procinto di sbarcare in un’importante tournée europea. Quanto consideri migliorata la conoscenza del pubblico straniero verso la nostra musica? Abbastanza, credo. Ma è difficile averne una percezione esatta da qui. Certo è che ormai i confini nazionali sono sempre meno un ostacolo per la circolazione della musica. Personalmente affronto questa tournée con un misto di curiosità e di entusiasmo, per quella che sarà comunque un’esperienza nuova e sicuramente un gran bel viaggio. di Paolo Travelli (Ha collaborato Picci)
In occasione del concerto il 7 /2/ 09 al Miercher Kulturhaus la cantante siciliana Etta Scollo sarà in studio a VoicesbyPassaParola.
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INTERVISTA A MARIA LUISA CALDOGNETTO
In occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio l’Ass. Convivium in collaborazione con il Centre de Documentation sur les Migrations Humaines, l’Istituto italiano di cultura e il Centre culturel de Rencontre Abbaye de Neumuenster hanno ricordato Luigi Peruzzi: emigrato, minatore, deportato, antifascista, resistente, esempio di dignità e solidarietà umana. Nel 2009 finalmente si pubblicano le “Memorie” di Peruzzi in italiano, mentre una versione francese esisteva già. Ci può spiegare il poco interesse degli storici e dell’editoria italiani per le storie della resistenza degli emigrati nei loro vari paesi di adozione? In Italia, la resistenza inizia ufficialmente con l’8 settembre 1943, mentre la resistenza all’estero nasce prima, cioè con l’occupazione nazista dei vari paesi. I due eventi non coincidono quindi né geograficamente, né cronologicamente. Questo potrebbe spiegare in parte il fatto che la resistenza italiana all’estero è rimasta trascurata. L’oggettiva difficoltà di reperire il materiale documentario ha reso senza dubbio meno semplice per la ricerca focalizzare cos’è accaduto agli italiani nei vari paesi di adozione. Solo a partire degli anni ’80 del secolo scorso che in Italia gli scritti autobiografici dei reduci della prigionia vengono effettivamente presi in considerazione come fonte per la Storia.
Luigi Peruzzi: chi l’ha maggiormente segnata, l’uomo o il resistente? Più che ‘l’uomo o il resistente’ direi che l’uomo è il resistente. Questo atteggiamento a tutto tondo nasce da un’esperienza di vita durissima: Peruzzi è orfano di guerra, poi perde la madre, emigra in Lussemburgo sedicenne, fa il muratore e il minatore. Ma non si piega mai, fa della sua capacità di reazione una filosofia di vita che lo spinge naturalmente all’antifascismo e alla resistenza e che lo aiuta a sopravvivere ai lager. Peruzzi conserva la sua dignità umana e il senso della solidarietà, valori che lo rendono esemplare. Anche nel dopoguerra Peruzzi ha portato avanti l’impegno associativo e politico, diventando uno stimato rappresentante della comunità italiana nel Granducato. Negli anni ’70 arriveranno i giusti riconoscimenti da parte delle istituzioni italiane e lussemburghesi.
Per le opere dei reduci emigrati le cose risultano indubbiamente più complesse. Inoltre è evidente che ogni paese ha concentrato gli studi sui ‘suoi’ resistenti e questo spiegherebbe anche il perchè il Lussemburgo per tanti anni non ha considerato tali gli antifascisti italiani del bacino minerario che durante l’occupazione hanno agito in collegamento con la resistenza lussemburghese, con grande lealtà e assumendo gravi rischi. Addirittura fino agli anni ’70 nessuna pubblicazione storica lussemburghese menzionava l’apporto degli italiani alla resistenza lussemburghese. Quindi, per una sorta di effetto perverso, per tanti anni i nostri eroi non sono stati riconosciuti né nel Granducato, né in Italia e questo fu fonte di sofferenza per gli interessati, a cui Peruzzi ha voluto rimediare tentando a più riprese, di fare pubblicare le sue ‘Memorie’. Se il disinteresse degli storici è stato comprensibile per i motivi evocati, oggi bisogna riprendere i fili di queste vicende esemplari, inserendole a pieno titolo nel contesto storico globale.
Lei ha definito ‘microcosmo’ il mondo dell’immigrazione italiana nel bassin minier. Può quest’opera aiutare a conservare la memoria collettiva di una comunità così particolare?
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Le ‘Memorie’ possono dare l’impulso per ricerche più ampie, che a partire dai lavori di Benito Gallo vedono un nuovo fermento, nei ultimi anni. Rimane a noi il compito di salvare la memoria delle persone che hanno conosciuto quell’epoca, ma anche quella dei luoghi, come i quartieri del ‘Brill’ o della ‘Hoehl’ a Esch, che stanno cambiando fisionomia.
Il microcosmo italiano di Esch era davvero così particolare? Esch all’epoca era famosa in Europa. C’era gran fermento e gusto per la vita, piacere del cibo, del ballo, del teatro, si facevano le grandi manifestazioni rivendicative; Esch di quei tempi rappresenta un luogo e un tempo un po’ mitico, quasi un’ epopea. Europa c’erano altre concentrazioni di italiani (Parigi, Marsiglia...), ma Esch aveva caratteristiche prettamente operaie, che hanno favorito la creazione di movimenti collettivi, mentre altri luoghi offrivano lavori molto più vari frazionando di fatto l’immigrazione. E devo dire che a tutt’oggi si nota quest’impronta di cultura operaia nel bacino minerario, anche se chissà per quanto tempo ancora.
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di Remo Ceccarelli
Luigi PERUZZI Le mie Memorie e Diario di Berlino 1944-1945 a cura di Maria Luisa Caldognetto (Metauro Edizioni) Pesaro 2008. Prezzo: 15€
Maria Luisa Caldognetto, la curatrice del volume delle “Memorie” di Peruzzi, risiede in Lussemburgo e insegna all’Università di Treviri. Autrice di numerosi saggi pubblicati in diverse lingue, ha realizzato numerose ricerche sugli aspetti letterari, storici e linguistici della cultura italolussemburghese, curando altresì l’edizione di varie opere di scrittori italiani e lussemburghesi.
Giovani Italiani nel Mondo: una testimonianza. Identità italiana ed interculturalità, Lingua e cultura, Informazione e comunicazione, Mondo del lavoro e lavoro nel mondo, rappresentanza e partecipazione: questi i cinque temi trattati durante la Prima Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo (Roma 8- 12 dicembre 2008), la prima grande occasione di una concreta partecipazione civica per i giovani oriundi italiani residenti all’estero e per i giovani della nuova emigrazione. Per il Lussemburgo hanno partecipato Franco Settani e Giovanna Esposito con Mario Tommasi, Consigliere del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). I 414 delegati provenienti da tutto il mondo hanno steso alcuni documenti finali che sono consultabili sul sito del Ministero degli Affari Esteri www.esteri. it, nella cartella Documenti finali conferenza dei giovani italiani nel mondo. I nostri rappresentanti del Lussemburgo, considerano questa Prima Conferenza una meravigliosa esperienza. Non capita tutti i giorni di poter varcare la porta di Montecitorio, di sedersi nelle porporee poltroncine dei nostri governanti, di poter ascoltare dal vivo il discorso del Presidente della Repubblica Napolitano e di poter incontrare alcuni tra i nostri rappresentanti politici. Così come non capita tutti i giorni di esser parte attiva di un’Assemblea di adozione internazionale ma con radici tutte italiane. E’ stata l’occasione per conoscere più da vicino le realtà dei nostri connazionali residenti nel mondo, di prendere spunto dai loro buoni esempi e di comprendere e valorizzare i benefici del vivere in Lussemburgo. Il gruppo dei giovani del Lussemburgo continuerà a riunirsi con i giovani di Belgio e Olanda. Per partecipare ai lavori scrivere a:giovani_italiani_lussemburgo@yahoo.it
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Orario: Da martedì a domenica: dalle 10.00 alle 17.00 Giovedì: notturna dalle 17.00 alle 20.00 (ingresso gratuito) Chiusura settimanale: lunedì Costo biglietto d’ingresso al museo: 5 euro Pa e t c c h e n i n l u s s e m b u r g h e s e vuol dire “un bicchiere”, metafora di qualcosa che porta allegria, per b r i n d a r e i n s i e m e . Q u e s t o è lo spirito che Denise Huttert e Raymonde Hames vogliono trasmettere q u a n d o a p r o n o l e p o r t e d el loro negozio a Useldange. Vale la pena percorrere 27 chilometri dal c e n tr o c i ttà p e r c o n o s c e r e que s ta boutique d ove è pos s ibile acquis tare vino e gas tro no m ia it a lia na d i a l t i s s i m o l i v e l l o a p r e z zi davvero eccezionali. Il locale fa anche servizio di degustazione ed a c c e t t a d i v e r s e c a r t e d i c r e dito. Aperto sempre (tranne il venerdì) a partire dalle 18.00 circa. Ma è F OT O:Fa bio Bo tta ni
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CITTADINANZA EUROPEA
Daniele Rossini
Piano d’azione della Commissione per una efficace tutela consolare nei paesi terzi «Sono in vacanza in un paese asiatico. Mi rubano tutto: portafoglio, passaporto, carta di credito, biglietto di viaggio …. Che fare? Come tornare in patria?». In una simile situazione il malcapitato turista chiede generalmente assistenza al più vicino Consolato d’Italia. Ma che fare se si trova in un paese in cui non c’è nessuna rappresentanza diplomatica italiana? L’aiuto può venire oggi dall’articolo 20 del Trattato sull’Unione Europea, che fa parte delle norme sulla cittadinanza europea e che dispone quanto segue:
«Ogni cittadino dell’Unione gode, sul territorio di un paese terzo nel quale lo Stato membro di cui ha la cittadinanza non è rappresentato, della tutela da parte delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro ivi rappresentato, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato». Un cittadino italiano che venisse a trovarsi in
difficoltà nel Laos, può dunque rivolgersi, per esempio, alla rappresentanza diplomatica francese. La norma del predetto articolo 20 è però poco conosciuta e poco applicata. In una comunicazione del 5 dicembre 2007 rivolta al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni, la Commissione ha presentato un piano d’azione 2007-2009 sulla necessità di informare i cittadini europei sulla esistenza e il campo d’applicazione dell’articolo 20 del Trattato UE e di rafforzare la loro tutela consolare nei paesi terzi. Attualmente – si legge nella comunicazione della Commissione – tutti e 27 gli Stati membri sono rappresentati solo in tre dei 166 paesi terzi: nella Repubblica popolare cinese, nella Federazione russa e negli Stati Uniti d’America. Vi sono 18 paesi in cui non è rappresentato nessuno Stato membro, 17 paesi in cui è rappresentato un solo Stato membro e 11 paesi in cui ne sono rappresentati due. Fra questi paesi vi sono una serie di popolari destinazioni turistiche per i cittadini dell’Unione (per esempio Bahamas, Barbados, Madagascar, Maldive e Seychelles). Inoltre le rappresentanze diplomatiche e consolari degli Stati membri sono particolarmente limitate in America Centrale e Caraibi, in Asia centrale e in Africa centrale e occidentale. In base al numero dei viaggi effettuati ogni anno dai cittadini dell’UE in paesi terzi, si stima che il numero dei cittadini dell’UE “non rappresentati” che viaggiano ogni anno all’estero sia almeno di 7 milioni. Si stima inoltre che circa 2 milioni di espatriati vivano in un paese terzo in cui il loro Stato d’origine non è rappresentato. Le norme comunitarie che danno concretezza all’articolo 20 sono ancora limitate e consistono in due decisioni adottate dai rappresentanti dei governi degli Stati membri.
La decisione 95/553/CE contiene un elenco degli interventi possibili in casi come: arresto o detenzione, incidente, malattia grave, atti di violenza, decesso, urgente necessità di rimpatrio, difficoltà di vario genere.
La decisione 96/409/PESC dispone che ai cittadini dell’Unione non rappresentati che abbiano perso il documento di viaggio venga rilasciato un documento di viaggio provvisorio da qualsiasi altro Stato membro rappresentato su posto.
Data l’evidente scarsa conoscenza di questa norma comunitaria, la Commissione europea ritiene che è indispensabile garantire una migliore informazione dei cittadini in materia di protezione consolare. Il piano d’azione 2007-2009 ha appunto lo scopo di proporre iniziative volte a dare sostanza all’articolo 20 del Trattato UE e di affrontare le lacune attuali e quelle prevedibili nel tempo.
Ecco, in sintesi, alcune delle misure messe in cantiere: - rivolgere una raccomandazione agli Stati membri affinché riproducano l’articolo 20 del Trattato UE sui passaporti; - predisporre un manifesto sulla tutela consolare da distribuire in luoghi strategici come aeroporti, porti, valichi delle frontiere esterne e stazioni ferroviarie, in partenariato con gli Stati membri; creare sul portale “Europa” un sito web appositamente destinato alla tutela consolare, che servirà per la pubblicazione di informazioni pratiche; semplificare le procedure amministrative spesso complesse ed onerose per l’identificazione e il rimpatrio delle salme nei casi di decesso.
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