PassaParola Magazine

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Anno VII, Numero 1 • Febbraio 2010

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Cari lettori, Resistere,

proporre, partecipare, crescere: queste parole vogliono essere il nostro impegno prioritario per il 2010. Il nostro giornale, che nel 2009 ha registrato qualche difficoltà finanziaria ha però rafforzato la sua Redazione e grazie all'apporto di nuovi collaboratori cercherà di diventare sempre di più una testata di riferimento per la comunità italiana in Lussemburgo. Con l’ausilio della nostra trasmissione radiofonica VoicesbyPassaParola, del sito e del social network Facebook. In modo da conquistare lettori e abbonati in maniera sempre più capillare e soprattutto di informare. Come, ad esempio, sul dibattito di noi italiani all’estero, che è in corso da qualche mese sia in Parlamento che all’interno delle comunità locali e sulla stampa italiana all’estero. Molti ancora i problemi da risolvere per avere maggior peso sulle politiche nazionali. Quello di accertare i ruoli del CGIE e dei Comites nella riforma in atto degli organismi di rappresentanza; la questione dei diritti e dei criptaggi televisivi che fa arrabbiare ancora molti; le continue chiusure dei consolati (una per tutti quella della vicina Saarbrücken) che creano

PassaParola a.s.b.l.

52, rue Goethe L-1637 Luxembourg www.passaparola.info info@passaparola.info

forti disagi per i nostri connazionali. E vogliamo ricordare soprattutto la questione dei finanziamenti per le scuole e la cultura italiana nel mondo, resi sempre più esigui dai tagli delle ultime finanziarie. E ancora quella di molti vecchi italiani, che si trovano in situazione di indigenza. Non crediate che nel ricco Granducato non ci siano difficoltà: una fra tutti il Comites (comitato degli italiani residenti all’estero), di cui ci occupiamo in questo numero e che negli ultimi mesi dello scorso anno ha visto le dimissioni di una buona parte dei Consiglieri di maggioranza. Ma qualche buona notizia è in arrivo. Come quella che ci segnala Giovanna Esposito, delegata italiana per il Lussemburgo alla Conferenza dei Giovani italiani nel Mondo (dic.08) e strillata in copertina. I giovani italiani avranno un proprio social network di riferimento: www.giovanitaliani.it. E speriamo che con il nuovo anno, i giovani e i meno giovani si impegnino davvero più attivamente nella nostra comunità, partecipando con interesse alle tante iniziative in corso ed ai dibattiti sul futuro di tutti noi. MGG & PC

DIREZIONE

REDAZIONE

Maria Grazia Galati mariagraziagalati@gmail.com tel. 621 75 80 50 Paola Cairo redazionepp@gmail.com tel. 691 72 04 96

Arsenico Remo Ceccarelli Gilda Luzzi Erika Maddalena Daniele Rossini Paolo Travelli

HANNO COLLABORATO Sonia Sion Mariagrazia Peresi Giovanna Esposito

GRAFI CA STAMPA


Foto Ruggieri.v (c) 2010

in vetro di Murano, che uniscono tradizione veneziana e creatività lussemburghese. E ovviamente non poteva mancare la buona cucina italiana, con i suoi prodotti tipici. I proprietari dell’Hotel Catignano (www.hotelcatignano. com), che si trova nella bellissima Gubbio, hanno presentato il loro agriturismo: un albergo-ristorante che offre, nel cuore dell’Umbria,

città più belle del mondo. Accanto ad essi Katia Widauwski ha presentato i suoi originali gioielli

una cucina genuina a base dei prodotti dell’azienda agricola di famiglia. Con sé hanno portato salumi, vini, pane e dolci tipici, per la gioia di tutti i visitatori. Anche gli squisiti prodotti del Salento erano presenti allo stand dell’AIIL, cucinati da uno chef giunto per l'occasione dalla province de Lecce. "Conditi" da un piatto di pasta al sugo con ricotta forte e da pittule (frittelle salate), si sono fatti notare: l'esclusivo club Gibò (gibo.it), 4 PassaParola - Destinazione Italia

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Anche quest’anno VAKANZ, la fiera del turismo di Lussemburgo, ha avuto un grande successo e come sempre lo stand dell’Associazione Imprenditori Italo Lussemburghesi (www.aiil. lu) ha fatto la sua parte. Per tre giorni (dal 15 al 17 gennaio) quest’angolo d’Italia all’interno del 7° padiglione di Luxexpo ha accolto i tanti visitatori attirati dalle diverse realtà turistiche presenti allo stand. Il 2010 ha visto presenti la città di Venezia (www.turismovenezia.it) e l’hotel 5 stelle lusso Ca’Sagredo (www. casagredo.com) che, affacciato sul Canal Grande, fa rivivere tutta la storia e la magia di una delle


il Comune di Brotugno (Lecce) e l’artigianato di Antonella Merico che, nel laboratorio “Arteggiate” in provincia di Lecce, realizza le “Massaie Salentine”, da argille lavorate interamente a mano (arteggiate@libero.it). E.M.

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Autore: Corinne Kohl-Crouzet Illustrazioni:Iva Mrazkova Traduzione italiana e testi filastrocche: Maria Grazia Galati presentazione, lettura, filastrocche, disegni bambini dai 4 anni in poi La guida bilingue (lux-it) che racconta la storia di un uccellino blu chiamato Lucky: un uccellino viaggiatore che, spinto dal suo spirito curioso, arriva fino alla città di Lussemburgo, dove svolazza con allegria di monumento in monumento sabato 6 febbraio dalle 15.30 alle 17.30 Biblioteca dell’Istituto Italiano di cultura 15, rue St.Ulric Luxembourg Grund Per informazioni: 6 PassaParola - Italia Giovane

tel. 403421 / mail: libreria@pt.lu


Come trasformare le avversità in forza di vivere? Come impegnarsi per aiutare gli altri? Come restare sereno, lavorare, avere una ragazza, trasferirsi in un altro Stato e vincere un torneo di nuoto se si é disabili? Ecco cosa si pensa incontrando Giovanni Padovani: energia e positività. Impegno e fermezza. “Mi chiamo Giovanni Padovani e sono un giovane veronese che vive in Lussemburgo - racconta - dove lavoro per l’Unità Pari Opportunità del Parlamento europeo dal 2007 e seguo le questioni legate all’uguaglianza e alla diversità. Sono una persona disabile”. Lo dice senza remore né falsi imbarazzi. Con gli occhi puntati negli occhi e senza abbassare lo sguardo. Giovanni ha subito l’amputazione della gamba destra nel 2002, in seguito ad un incidente stradale. Ma la sua vita non si è fermata. E’ partito dalla sua menomazione per ricominciare. Fisicamente grazie ad una protesi. Mentalmente grazie al sostegno della famiglia, la forza di volontà e un pizzico d’organizzazione. Laureato a Padova in Scienze Politiche, con con un master in Diritti umani e disabilità , è attivo nella promozione dei diritti delle persone disabili sia a livello nazionale, come membro

del Forum Italiano sulla Disabilità, sia a livello europeo, come membro del Comitato Giovani dell’European Disability Forum Lo scorso 4 novembre, Padovani è stato proclamato vincitore del concorso “Atmospheuropa” riservato a giovani cittadini europei appartenenti ad una minoranza, grazie ad un video di tre minuti nel quale Giovanni mette tutto se stesso, le sue idee, per le quali combatte ogni giorno, il suo forte impegno: “Credo fortemente nello straordinario potere arricchente che la diversità può trasmettere alla società europea. La disabilità è una delle espressioni di questa diversità”. Ha il piglio talentuoso Giovanni e non stupisce sentirlo dire che vede la politica nel suo futuro. Snocciola dati importanti sulle statistiche dei disabili in Europa - 50 milioni di persone, approssimativamente il 10% dell’intera popolazione. E ricorda che: “La vita di tutti i giorni continua a presentare situazioni, che coprono tutte le attività umane dove le persone con disabilità sono discriminate non a causa di loro menomazioni, ma a causa di una società cieca e inaccessibile”. E soprattutto si impegna personalmente per il cambiamento. “Il fattore decisivo - dice - per cambiare dall’interno le politiche sull’integrazione delle

minoranze, di cui la disabilità fa parte, è quello di partecipare in prima persona e dare spazio alle nuove generazioni”. Lui partecipa in prima persona; è considerato un giovane leader ed ha le idee chiare su cosa fare. “E’ necessario avere gli stessi rappresentanti dei gruppi di minoranza nel cuore del processo decisionale europeo. Per questo sogno di dare vita ad un coordinamento di giovani italiani”. Giovanni Padovani crede anche nello sport come fattore di stimolo e motivazione. "Sono l’unico italiano a far parte dell’associazione lussemburghese di nuoto per persone disabili. Penso che il nuoto, come tutti gli sport, sia utile per socializzare. Spero di poter continuare, lanciando anche qualche idea per sensibilizzare gli impianti sportivi all’accoglienza dei giovani con disabilità”. Lo scorso anno ha vinto il torneo di nuoto per persone disabili organizzato dall’Amicale sportif des handicapées phisyque di Lussemburgo, a cui hanno partecipato club provenienti anche da Francia e Germania. Un ragazzo tenace e caparbio che si impegna aldilà del pietismo e che crede nella partecipazione e nell’inclusione, sotto il segno dei diritti umani. P.Cai. PassaParola - Personaggio 7


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Guardarlo

prima di tutto, poi toccarlo, sentire lo scricchiolio gentile del tabacco; ed ancora avvicinarlo alle labbra e gustarne il sapore…ed infine percepirne l’aroma… Ben 5 sensi, tutti: consacrati ad unico rito. Quello che si celebra fumando un sigaro. L’ho scoperto per la prima volta (molto scettica all’inizio, ma subito conquistata!) ad un evento davvero eccezionale, organizzato a Brindisi lo scorso ottobre dall’ALTO SALENTO CIGAR CLUB (è su FB), un gruppo di amanti di sigari cubani capeggiati da un attivissimo e simpatico Presidente, Nicola Pileggi, che (ironia della sorte) ha vissuto e lavorato a Bruxelles e Lussemburgo nelle Istituzioni Europee negli Anni Ottanta. Durante il weekend, nella splendida cornice dell’hotel La Fontanina, è stato presentato in anteprima mondiale assoluta il nuovo, lussuosissimo sigaro della maison Diadema. La “due giorni” salentina ha alternato degustazioni di sigari&champagne a ottima cucina locale, sia nell’hotel che nel rinomato ristorante di Brindisi “L’Araba Fenice”. La storia del sigaro è antichissima. Ne coltivavano la pianta già i Maya (nella loro lingua “sikar” – da cui deriva lo spagnolo “cigarro” - voleva dire fumare). Nel 1500 è sinonimo di gran benessere sociale. E’ un comandante dell’esercito USA che lo esporta da Cuba al suo paese; sarà il Connecticut a

diventarne un grande produttore. Ma è Cuba a detenere il primato: ben 1300 fabbriche di sigari nel 1800; poi, nel 1959, con Fidel Castro, si impone il monopolio di stato e molte famiglie di produttori espatriano nella Repubblica Dominicana. Sebbene d’istinto si associ l’immagine del sigaro alla figura maschile, le donne l’hanno fumato sempre e molte sono le figure leggendarie in tal senso. Una per tutte la “Carmen” di Prosper Merimee. Mentre fu la Berlino degli Anni Venti a vedere le prime donne più emancipate liberarsi da tanti tabù sociali e fumare i sigari. Fino a giungere ai giorni nostri, dove molte donne non solo fumano sigari, ma ne producono accessori che disegnano loro stesse. Per conoscere un po’ più da vicino questo affascinante universo, abbiamo rivolto qualche domanda a Nicola Pileggi. Cosa distingue un fumatore di sigarette da un fumatore di sigari? Chi fuma sigarette aspira il fumo e ne è dipendente. Chi fuma il sigaro non aspira il fumo (ne morirebbe!), non ne dipende e lo sceglie (cambiando tipologia e marche) per puro piacere. Toscano e Cubano: differenza sostanziale? Il Toscano è un prodotto italiano composto da tabacco battuto

e non da foglie intere come il Cubano, che è un prodotto D.O.C. Quest’ultimo si conserva a 17-18 gradi centigradi ed una umidità del 70%, anche al fine di evitare l’attacco di un insetto di nome bicho, che si nutre del tabacco; qualcuno dice del tabacco buono visto che non attacca il toscano... Consiglio sigaro?

per

neofiti

del

Iniziare a fumare moduli grossi, fumare lentamente, iniziare sempre con gradualità e recarsi presso un tabaccaio di fiducia con cui instaurare un buon rapporto; frequentare se possibile un “cigar club” e dei corsi per “sommelier di sigari”. Donne & sigari: il “PileggiPensiero”? Tutti possono fumare sigari. Sicuramente a livello estetico certi sigari troppo grossi potrebbero risultare scomposti nella fisiognomica complessiva di una donna…ma in ogni caso… evviva le donne che fumano sigari! Quale bevanda sigaro?

esalta

il

Se lo si deve degustare, nessuna bevanda al di fuori di acqua gassata o acqua fresca; a livello edonistico vanno bene le bevande che non coprano molto il sigaro; come esperienza personale sicuramente Champagne o Franciacorta. MG Galati PassaParola - Costume 9


Moda del momento o futuro a senso unico? Tanti i miti da sfatare e le informazioni da sapere sull'universo del biologico alimentare. Per conoscerlo meglio abbiamo rivolto qualche domanda a Giuliano D'Antonio, agronomo e Consigliere Nazionale dell' Ordine degli agronomi. Responsabile in Regione Campania di ICEA (Istituto per la certificazione Etica ed Ambientale), D'Antonio è stato fra i relatori della conferenza sul bio italiano tenutasi a Lussemburgo nello scorso ottobre. A lui la parola.

Perché mangiare biologico? La base per un’alimentazione sana è costituita da cibi, per i quali è fondamentale garantire l’assenza di fitofarmaci e la certificazione di provenienza da colture esenti da sostanze chimiche pericolose. Il cibo riguarda tutti gli aspetti del nostro essere, l’umore, i livelli di energia, la capacità di concentrarsi, gli impulsi sessuali, il sonno e la salute in generale: in breve, mangiare in modo salutare è la chiave del nostro benessere. Come distinguere i prodotti realmente bio da truffe? I prodotti devono riportare sulle etichette i riferimenti all’Organismo di Controllo e Certificazione che ne garantisce l’autenticità. Per questo ogni consumatore deve imparare a leggere le etichette con la dovuta attenzione. In italia si sta diffondendo una mentalità orientata al biologico? e in europa? In Europa, in particolare in nord Europa, è da tempo diffusa la consuetudine al consumo dei prodotti biologici ed in generale verso prodotti ecosostenibili, molto più che nel sud Europa che, al contrario, è il maggiore

produttore di prodotti biologici. Le aziende biologiche sono incentivate da una politica di mercato favorevole? Sicuramente oggi le aziende trovano un incentivo da una condizione di mercato più favorevole, in particolare di una domanda che è sempre più attenta agli acquisti e, per quanto ridotta dalla crisi economica, con minori acquisti punta alla migliore qualità.

Perché costano di più i prodotti biologici? I maggiori costi dei prodotti da Agricoltura Biologica sono legati alle minori rese produttive e ad una maggiore difficoltà logistica che ne aumenta i costi nel sistema distributivo, in quanto abbiamo una dispersione di piccoli produttori distribuiti su ampi territori che richiedono maggiori spese per concentrare i prodotti e poi inserirli nei canali distributivi.

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Il futuro del cibo sarà il biologico? Non so se domani tutto il cibo che mangiamo sarà biologico; lo posso sperare, certamente la quota di mercato dei prodotti biologici si consoliderà aumentando leggermente ed acquisendo una stabilità e costanza di prodotto richiesto. La produzione di prodotti biologici è la conseguenza di una mentalità orientata all’ecologia? Scegliere di produrre biologico nasce da due principali mentalità: la prima è quella degli imprenditori che hanno maturato delle forti scelte ideali che li hanno spinti a produrre biologico per una mentalità e sensibilità verso le tematiche ambientali molto forte e sentita. Il secondo gruppo di imprenditori sceglie il biologico avendo visto in esso un'opportunità economica, una possibilità di mercato che non aveva. Sono questi imprenditori con un buon livello imprenditoriale e professionale che forniscono le grosse produzioni e che spero maturino in sé anche la necessaria sensibilità ambientale che fortifica e dà spessore alle scelte imprenditoriali. Sonia Sion


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26 Febbraio 2010 Carpaccio di manzo con burratina Strozzapreti all'arrabbiata con ricotta piccante Torta al formaggio 29â‚Ź (comprensivo di un calice di Prosecco) bevande escluse

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Paola Castellani

Guardarsi dentro, scoprire energie nell’ anima, conoscersi a fondo per darsi delle risposte e vivere meglio con sé stessi e con gli altri. In armonia. Lo si può fare da soli, ma anche partecipando, se si vuole, alle iniziative di un’associazione senza scopo di lucro che opera da tempo in città, di cui fa parte una signora italiana: Paola Castellani. Può essere solo per curiosità o magari per un forte bisogno interiore. Per scoprire una prospettiva nuova della nostra esistenza o magari semplicemente per capire che questo universo ci 12 PassaParola - Arte

appartiene da sempre e non lo sapevamo. Ogni motivo è buono per conoscere l’associazione “CULTIVER L’ETRE “(asbl), ubicata a HOWALD, 16 Ceinture des Rosiers L-2446 (tel: 26119244; www.cultiverletre. org; cultiverletre@yahoo.fr Paola Castellani ha fatto l’Accademia delle Belle Arti, in parte a Roma, in parte a Liegi e lavora come grafica pubblicitaria, ma nel suo tempo libero insieme ad altre quattro persone, si occupa dell’associaizone Cultiver l’être. Organizza conferenze, distribuisce materiale pubblicitario, cerca locali per meeting e stage, cura il sito e lo aggiorna, smista posta

elettronica, lavora in segreteria. Lo scopo dell’associazione è quello di far luce sull’ evoluzione della società, i drammi della terra, su uno stile nuovo di valori qualitativi di vita, capace di trasmettere sinergie positive. Importante da segnalare che una parte delle entrate (grazie ai tesserati ) di Cultiver l’être vengono donati ad opere di beneficenza. Concludiamo con una frase che è il motto dell’associazione: "Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo" (GANDHI) Maria Grazia Peresi


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Si chiama MEI e si trova nella Gipsoteca del Vittoriano, a Roma, il primo Museo nazionale dell’Emigrazione italiana, aperto a fine ottobre. Un Museo atteso dagli italiani all’estero, per far comprendere a quelli che in Patria ci sono rimasti la parabola dell’emigrazione italiana degli ultimi 150 anni. Un’apertura che ha subìto una notevole accelerazione anche grazie alla preparazione dei festeggiamenti programmati per l’Anniversario dei 150 anni del

Regno d’Italia perchè, come si legge dal programma, ... oltralpe, oltremare e oltreoceano gli emigrati hanno capito e accettato di far parte di una medesima nazione... Un modo ufficiale per rendere omaggio a tutti i nostri antenati che, alla ricerca di lavoro e di nuove opportunità di vita, sono emigrati per mare e per terra in tutta Europa e nel mondo. All'inaugurazione il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha detto: "Anche noi siamo stati un Paese di emigranti. Accogliamo gli immigrati, ricordando la nostra storia". E il Sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica ha dichiarato: "Riteniamo che da parte dell’Italia esista un profondo debito di riconoscenza rispetto alla vicenda dell’emigrazione, che ha cosi profondamente influito sulla nostra storia nazionale". “Il Museo è costato 800 mila euro, ha spiegato il direttore Nicosia, anche se i fondi stanziati

dall’allora Ministro Danieli (sottosegretario agli esteri del Governo Prodi, ndr) erano molti di più. Grazie a numerosi Enti prestatori, che vanno dall’Istituto Luce alla Società Dante Alighieri, alla Fondazione Cresci, fino ai Musei Regionali italiani e molti collezionisti privati, abbiamo raccolto così tanto materiale - ha proseguito il direttore - che il Museo sarebbe potuto essere molto più grande". Il Comitato scientifico si è impegnato a vagliare una serie

di documenti originali, fotografie, lettere autografe, testi rari, video d’archivio, giornali, riviste, oggetti caratteristici, che sono diventati, anche grazie al supporto di nuove tecnologie, la struttura portante di questo nuovo polo italiano, che è concepito attraverso cinque percorsi storico/cronologici. Anche se, agli occhi di un visitatore esperto, il periodo "DAL 1977 AI NOSTRI GIORNI" è stato accorpato in maniera troppo compressa, considerando limitatamente il nuovo secolo, che invece si è arricchito di nuove forme di espatrio ovvero quelle cosidette altamente qualificate, si

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riconosce agli ideatori il merito di varie novità. La prima, che ospita interventi di dieci registi, tra i quali Pasquale Scimeca, Daniele Vicari e Giuliano Montaldo su “L’emigrazione italiana e il cinema”. Attraverso spezzoni di loro film, i ceneasti spiegano il loro punto di vista sulle migrazioni di ieri e di oggi. La seconda: una Biblioteca specialistica di 500 volumi, che verrà arricchita nel tempo, a disposizione di curiosi e studiosi.

La terza è una sezione fotografica con i volti degli immigrati contemporanei, per indurre i visitatori ad un’attenta riflessione su "come eravamo noi e come sono quelli che da noi arrivano", alla luce dei troppi avvenimenti di intolleranza subiti dagli immigrati in Italia negli ultimi tempi. E' vero: mancano le storie di successo degli italiani nel mondo, manca un approfondimento sulle seconde e terze generazioni di italiani, manca quel tocco di attualità che lega la storia passata e quella presente; ma il Museo è un primo passo. Che serve a svegliare le coscienze ed a recuperare la memoria.

MEI, Complesso del Vittoriano, Piazza dell’Ara Coeli. Orario dal lunedi al giovedi 9.30 / 18.30; venerdi, sabato e domenica 9.30 / 19. 30. INGRESSO LIBERO. Per informazioni: 06/69202049


Ex minatore di 81 anni suonati e… suonatore dal settembre 1936 : Nello Baschera, nato a Esch-surAlzette da padre veneto e madre romagnola, è probabilmente l’ultimo membro vivo della Garibaldina, fanfara che ha fatto ballare i nostri nonni e bisnonni. Quando inizia la tua avventura musicale? Mio zio e mio padre erano membri della fanfara "G.Verdi" fino al 1925, quando passarono alla "Garibaldina", appena nata e apertamente antifascista. Mi tirarono dentro all’età di otto anni, mettendomi un flauto in bocca. Il maestro Donnini (credo si chiamasse così) mi insegnò tutto. Cosa accadde all’arrivo dei tedeschi? I tedeschi ci sciolsero subito per evidenti motivi politici. Fu chiesto ai membri di aderire alla fanfara del Dopolavoro fascista e tutti gli adulti rifiutarono, lasciando andare solo noi ragazzi, per non farci perdere la mano. Alla Liberazione volevamo ricomporre la "Garibaldina", ma siccome l’Italia aveva firmato l’armistizio e non ancora la pace con gli Alleati, i nostri strumenti rimasero sotto sequestro al Consolato italiano. Per recuperarli, passammo tutti alla fanfara di un sindacato lussemburghese. Della "Garibaldina" poi non si fece nulla e andai alla banda "Municipale di Esch.

Raccontaci la storia del tuo Sax americano. I GI’s (soldati americani, ndr) hanno portato il jazz e lo swing. Parlavamo con loro, li sentivamo suonare: noi ragazzi volevamo emularli. Io suonavo il flauto, ma sognavo il clarino e il sax. Un bel giorno mi dissero che un GI di Metz voleva vendere il suo sax. Andai là e comprai lo strumento, ma c’era il problema della dogana. Grazie ad un amico musicista che guidava i treni della miniera da Audun-leTiche a Esch, il mio sax, che ho ancora, passò la frontiera sottoterra. È vero che hai creato una "Bigband" di jazz? Certo, nel 1950 con i miei cugini abbiamo riunito 17 ragazzi per fondare il nostro Jazz Club. Si suonava di tutto, ma lo swing imperava: le ragazze volevano sentire quello! Riempivamo le balere, a volte si andava in Francia o in Germania. Eravamo bravini, ma nel 1956 finì tutto. Ormai eravamo tutti sposati e si faceva spesso il doppio turno per guadagnare di più: come sostenere le prove la domenica

mattina subito dopo il lavoro senza aver dormito, per poi suonare in pubblico lo stesso pomeriggio? Allora raggiunsi la Banda dei Minatori, che da 50 anni è la mia fanfara. Con loro ho ottenuto molti riconoscimenti di gruppo e personali. Sarebbe stata possibile la tua vita senza musica? Ma no! Da bambino giocavo a pallone o suonavo; quando ero minatore, appena avevo un minuto andavo ad ossigenarmi nel bosco o mi divertivo col sax o col clarino. Ancora oggi non vedo l’ora di prendere in mano uno strumento. Un giorno senza musica non esiste. Prima di salutarci, puoi dirci quali rapporti hai con l’Italia? Amo l’Italia, è il paese dei miei genitori e delle mie origini. Ogni anno trascorriamo le nostre ferie sulla riviera romagnola, anche se purtroppo non possiamo più ballare il liscio.

Remo Ceccarelli

PassaParola - Tanti Italiani Fa

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Si riunisce poco, non organizza attività e soprattutto rischia lo scoglimento dopo la dimissione dei membri della maggioranza facenti parte dell’esecutivo. Per qualcuno è come la teoria di Hobbes della "guerra di tutti contro tutti". Per altri un polpettone all’italiana. O anche una vergogna. Fatto sta che da qualche mese il Comites di Lussemburgo naviga in acque stagnanti. Il Comites è un organo rappresentativo della nostra collettività, eletto direttamente dagli italiani residenti all’estero. Con le ultime elezioni del 2004, con mandato di 5 anni, è stato eletto un esecutivo formato da membri provenienti dalla lista che allora si chiamava dell’Ulivo. Alla Presidenza: Maria Antonietta Lorenzi, alla vice-Presidenza: Pietro Benedetti; di seguito il Segretario Isabella Tuvo, il Tesoriere Laura Totaro e i consiglieri Pacioni, Tommasi, Serra, Natalino. All’opposizione Manzella, Preta, Sabbatucci, Annese. Dal febbraio 2009 il vicepresidente, il tesoriere e i membri Tommasi (anche rappresentante CGIE), Pacioni e Serra hanno tutti rassegnato le proprie dimissioni, donando di fatto al Comites l’impossibilità di avere un esecutivo e quindi di decidere. Ma cosa è successo? Analizziamo la situazione in base ai resoconti delle Assemblee che si sono svolte nel 2009. Il Comites si è

riunito cinque volte. Il 12 febbraio presso l’Ambasciata d’Italia, avendo all’Odg l’approvazione del bilancio consuntivo del 2008. Ma ci sono troppe assenze, il quorum non viene raggiunto e l’Assemblea viene rinviata al 14 febbraio, quando viene adottato il consuntivo all’unanimità. Emergono i primi dissidi circa le assenze giustificate o no. Nessuna

critica ad personam – emerge dal verbale - ma rammarico per l’impossibilità di approvare il bilancio, vista la mancanza del quorum e l’assenza del Tesoriere. Il 6 aprile il sisma in Abruzzo. Il Comites si riunisce in riunione staordinara solo 10 giorni dopo a ora di pranzo, presso l’hotel Novotel di Kirchberg con solo 4 persone presenti, 5 assenti e 4 dimissionari, ovvero: Sabbatucci, Preta e Pacioni. Il Comites non propone iniziative collettive, ma si affianca a quelle già in atto dell’Alamel e degli Abruzzesi nel Mondo Dudelange. Si rimanda alla prossima riunione

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la trasmissione del parere del Comites alla Cancelleria consolare di 4 richieste di sovvenzioni alla stampa estera (tra cui PassaParola); il Consigliere Manzella ricorda che occorre nominare i tre successori sulle rispettive liste dei membri dimissionari. Viene convocata un’altra riunione per il 18 maggio. L’Odg è consistente. Si tratta di approvare i verbali delle precedenti riunioni, emettere un parere sul sussidio alle testate in lingua italiana, parlare delle elezioni europee e del referendum, della formazione della segreteria, delle iniziative a favore dei terremotati d’Abruzzo e delle attività future. Nel sito (www.comites. lu) non ci sono rapporti su questa assemblea ma a questo punto alcuni consiglieri fanno notare che le riunioni non possono essere convocate con pochi giorni di preavviso, che il Novotel (scelto per la riunione) non è la sede appropriata, che ci sono le vacanze scolastiche e che, quindi, potrebbe di nuovo mancare il quorum. Inoltre si insiste su un calendario cioè sul fatto che l’attività del Comites andrebbe programmata semestralmente e che ci sono priorità da affrontare. Emerge chiara la difficoltà di scegliere una data e organizzarsi, mentre alcuni membri dell’Esecutivo insistono con il resto della maggioranza al


fine di condividere le responsabilità e lavorare con criterio. Ma il Comites sembra paralizzato e non si muove in nessuna direzione. Passa l’estate è convocata una nuova riunione per il 29 settembre per la discussione e l’approvazione del Bilancio Preventivo 2010. Alla fine della riunione Benedetti, Tommasi e Totaro rassegnano le proprie dimissioni. Una decina di giorni prima si era dimesso il consigliere Serra. Il Vice Presidente spiega il suo gesto in una lunga lettera aperta agli italiani in Lussemburgo nella quale sostiene che: "Ormai da troppi mesi il COMITES si trovava in una situazione di totale incomunicabilità tra la Presidentre e la Segretaria da una parte ed il resto della maggioranza dall’altra". Da queste dichiarazioni si evince che i conflitti interni al maggiore partito del centrosinistra in Lussemburgo - PD del Lussemburgo - prima e durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2008, si sono successivamente riverberati sul COMITES e sui rapporti, anche personali, tra i consiglieri della maggioranza. Benedetti conclude chiedendo nuove elezioni il più rapidamente possibile. Tesi non condivisa da Serra, ex segretario del PD Lussemburgo, che spiega: “Non condivido il pensiero di Benedetti e mi sento parte in causa. Se non ci fosse stato il PD credo che saremmo arrivati allo stesso problema. Per fare il presidente di qualsivoglia associazione bisogna avere capacità di dialogo, di mantenimento del consenso e spirito d’unione. Il modo diverso

di interpretare la presenza del partito non è una spiegazione delle dimissioni di una parte dell’esecutivo". E Tommasi si interroga : "Perchè non si è discusso delle dimissioni? Qual è la maggioranza con la quale ora, il Presidente governa? Perchè il Presidente non risponde alle sollecitazioni dei suoi Consiglieri? Nel sito non si trova traccia dell’approvazione dei verbali e si mistifica sulle presenze e sulle assenze. In tutta questa faccenda non c’è stato né dialogo né buona volontà da parte della Lorenzi”. Tommasi conclude spiegando che non c’è più un esecutivo e che le dimissioni sono state presentate con grande senso di responsabilità. L’ultima riunione viene convocata il 18 dicembre 2009, con un odg molto succinto: sede del Comites, attività future e varie. A quest’ultima riunione per motivi di lavoro, non partecipano né il dott. D’Andria, che invece era stato presente in tutte le altre riunioni come rappresentante dell’Ambasciata, né la dott.ssa Petracca, nuovo Capo della Cancelleria consolare, che arrivata da poco in Lussemburgo dal Consolato di Manchster, si trova a gestire questa situazione delicata. Il Presidente dà il benvenuto ad un nuovo consigliere, ricorda i nomi dei consiglieri che succedono ai dimissionari e snocciola qualche difficoltà soprattutto di carattere finanziario. Il Presidente spiega al nostro giornale: "Nel 2009 il Comites ha svolto la sua attività regolarmente, anche se ha dovuto prendere atto di diverse difficoltà di ordine interno ed esterno. Abbiamo in effetti

svolto le nostre riunioni ordinarie e straordinarie, ma la nostra attività ha sofferto per la mancata partecipazione di alcuni consiglieri, oltre che per la mancanza di fondi. C’è stato infatti un serio problema di finanziamenti statali già preannunciato e denunciato a mezzo stampa nel 2008 e da me denunciato personalmente al Presidente Napolitano in occasione della sua visita del 4 febbraio 2009; purtroppo la sede Comites di Esch-sur-Alzette- ha perso il suo punto di riferimento da quando il Consolato è stato chiuso e la Cancelleria consolare si è spostata a Luxembourgville". E continua: "All’interno del Comites il clima non era più lo stesso e, aldilà delle posizioni politiche, da parte mia c’è sempre stato un impegno morale forte in quanto il Comites rappresenta tutti gli italiani all’estero e non questa o quella idea politica. Ora si tratta non solo di traghettare il Comites fino alle prossime elezioni (che sono slittate a fine 2010, ndr) ma, una volta ricoperte le cariche rimaste vuote, di riprendere con maggiore lena le nostre attività". Allora troppo rumore per nulla? Oppure l’attuale esecutivo vuole continuare a tenere calda la poltrona fino alle prossima campagna elettorale? In tutto questo, l'Ambasciata il 15 gennaio ha nominato nuovi componenti: De Santis, Mancinelli, Panza, Lauricella. È palese che si siano stati problemi politici o di rapporti interpersonali. Ma ora il Comites riuscirà a lavorare fino a fine mandato?

P.Cairo

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Claudio Casadio che ha presentato il film: "L’uomo che verrà" di Giorgio Diritti a Villerupt 2009 si racconta a PassaParola. L’uomo di teatro si è rivelato appassionato, l’uomo di cinema impegnato e l’uomo tout court sensibile.

Claudio, la tua vita è il teatro? Si, da neodiplomato d’arte drammatica fui tra i creatori dell’Accademia Perduta Romagna Teatri a Ravenna, che oggi gestisce anche teatri di centri più piccoli, come Bagnacavallo, Faenza e Cervia. Da alcuni anni lavoro molto anche in Europa, con spettacoli in italiano o nella lingua locale in Germania, Spagna, Svizzera e soprattutto in Francia, dove ormai lavoro quasi di più che in Italia. Mi manca il Lussemburgo…per ora ! Nel 2009 si può essere attore senza fare cinema ? Sono talmente occupato col teatro che non avevo mai pensato al cinema, fino al giorno in cui Giorgio Diritti, in cerca di attori emiliani per il suo film su Marzabotto, venne a vedermi recitare. Sulle prime il progetto mi sorprese, perché i fatti di Marzabotto mi erano noti fin da bambino, quando i miei tentarono di spiegarmi le orribili vicende della guerra. Poi rimasi coinvolto nel progetto, perché reputo che sia bello e giusto raccontare questa storia ad una generazione che forse la ignorava. Perché raccontare un’epoca dove schierarsi era obbligatorio nella nostra era qualunquista? Il progetto era di rendere omaggio ai civili che da sempre subiscono le guerre, con un approccio

molto rispettoso. Giorgio Diritti non ha voluto dire né troppo, né troppo poco, con una particolare attenzione a non calcare la mano sulle scene forti. Tutta la

troupe ha sposato questa linea. Il film offre spunti per riflettere sull’educazione, vigilare contro la guerra ed è un richiamo al senso civico. Ad esempio, al Festival di Roma il pubblico, spesso giovane, ha dimostrato di essere stato toccato dal nostro lavoro. Altro che qualunquismo direi! Cosa distingue la recita teatrale da quella cinematografica? A teatro si recita con più effetti

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e forza, mentre al cinema devi sottrarre e lavorare sul pensiero. Però il cuore lo devi mettere nei due casi! Inoltre uno spettacolo teatrale lo puoi far crescere nel tempo, modificarlo a seconda delle reazioni che percepisci dal pubblico, mentre una scena cinematografica la puoi girare più volte, ma il montaggio fissa l’opera per sempre. Quindi il dubbio ti resta sempre un po’. Comunque ho scoperto alcuni aspetti nuovi del mio essere attore di teatro grazie a questo primo film: oggi cerco di porre qualche stop al mio slancio sul palco. Quanto al cinema, rifarei volentieri un film, a patto che si tratti di un progetto di qualità. Ci sono differenze tra il pubblico italiano e quello francese per esempio? Siamo storicamente e culturalmente molto simili, ma di sicuro il pubblico francese dispone di strumenti maggiori rispetto all’arte, perché in Francia esiste un progetto culturale globale e condiviso che da noi non c’è. In Francia il modo di fare teatro è lo stesso a Nancy o a Montpellier, mentre in Italia cambiare città significa spesso cambiare progetto culturale. Qui la cultura è vissuta come una necessità e il pubblico è stato educato ad apprezzare un’opera d’arte a più livelli, nelle espressioni, nella fotografia, nelle musiche, eccetera. Remo Ceccarelli


Imparare la musica giocando è il nuovo corso di musica dedicato ai bambini a partire dai 5 anni, proposto dal maestro Rita Bernardini, dal 6 febbraio a giugno 2010. Le lezioni si terranno il primo e il terzo sabato di ogni mese dalle ore 10.30 nella sede del Circolo ricreativo culturale "E. Curiel" al 107, route d’Esch, Luxembourg. "Sarà un percorso piacevole - racconta il M° Bernardini, diplomata al Conservatorio di Sassari in flauto traverso - per permettere ai bambini di esprimere liberamente la ricchezza multiforme del mondo interiore e di leggere e interpretare l’insieme di stimolazioni acustiche e musicali a cui vengono sottoposti ogni giorno". Il programma si articola sullo sviluppo della sensibilità uditiva, della voce e del senso ritmico, passando per lo sviluppo delle capacità motorie, della socialità e della lettura ritmica e melodica, fino allo sviluppo della capacità di espressione attraverso il linguaggio musicale. "Se ci sarà una buona partecipazione a livello di iscritti, vorrei anche formare un piccolo coro che potrà esibirsi a fine corso - conclude la Bernardini". Per informazioni ed iscrizioni: Aulos72@yahoo.com - tel: 49 17 50 - 35

Voices by PassaParola, la trasmissione del sabato (10 - 11.30) in lingua italiana, su Radio Ara (103.3 - 105.2) è anche su Facebook!!! Più di 150 contatti in pochi giorni, la pagina sul social network più utilizzato in Europa vuole essere un punto di incontro per gli amanti della musica italiana e internazionale del Lussemburgo. "Il nostro fine è non solo promuovere la trasmissione - spiega Paolo Travelli, dj di Voices - ma anche creare dei gruppi di discussione, organizzarsi per partecipare ai concerti e magari, in futuro, riuscire a dare alla musica indipendente più spazio rispetto a quanto vi sia dato oggi". Per iscriversi al gruppo è sufficiente ricercare Voices e cliccare su Iscriviti al gruppo. Per mettersi in contatto con la trasmissione radiofonica, scrivete a: radio@passaparola.info

Perchè vuoi ritrovare le tue radici partendo dalla musica popolare, perchè ami cantare, perchè vuoi ricordare le canzoni che ti cantava tua nonna, perchè sei uno studente di italiano e vuoi imparare la lingua divertendoti. Per questo e anche per molto altro, il Centro ricreativo e culturale "E. Curiel"

ha promosso dallo scorso 14 gennaio una corale di musica popolare con il M° Claude Reckinger, lussemburghese di origine italiana, con alle spalle due decenni di esperienza e direttore di due corali nel Granducato. Questa iniziativa permette agli amanti della musica e del canto di ritrovarsi

ogni giovedi dalle 19 alle 20.30, presso la sede del Curiel (107, route d'Esch, Luxembourg) di trascorrere un'ora e mezzo cantando musica popolare italiana. ISCRIZIONE ANCORA APERTE. INFORMAZIONI SUI COSTI: Tel.:491750-35 biblioteca@curiel.lu

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In

che modo il liberalismo, considerato come modello economico cui si ispirano le politiche nazionali, è il risultato dell’applicazione e dell’evoluzione del diritto dell’Unione europea? E’ partita sottoponendosi questo interrogativo l’ avvocato Celestina Iannone per redigere la sua prima opera monografica dal titolo: "L’ intervento pubblico nell’economia e le regole di concorrenza comunitarie", edita da Giappichelli, per la collana Studi di diritto internazionale, che sarà presentata il 24 febbraio, ore 18.00 alla Biblioteca dell'IICL (15, rue St. Ulric). La Iannone, nata a Caserta, laureatasi a Roma, dal 1991 vive a Lussemburgo e lavora alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Da tre anni è referendaria presso il Gabinetto della giudice romena Camelia Toader. "Negli anni ’80 in Italia – racconta la Iannone gli studiosi di diritto comunitario erano relativamente pochi, quasi tutti erano principalmente esperti di diritto internazionale. All’epoca, la materia raccoglieva ancora poca simpatia tra gli studenti, diversamente da adesso che il diritto dell’Unione è divenuto materia obbligatoria di studio ed è comunque soggetto di interesse generale". "L’Europa e le sue istituzioni sono ancora lontane dalla vita civile, forse non da quella economica; nel mondo civile non si ha coscienza che molte delle norme applicate quotidianamente sono il risultato di regole concepite ed adottate in seno all’Unione”.

Quali sono stati i momenti chiave del suo studio? "Sono partita dalla constatazione generale che gli Stati membri dell’Unione sono stati indotti a liberalizzare nel tempo grandi settori dell’economia e di conseguenza a privatizzare grandi imprese nazionali. L’Europa ha quindi imposto la riduzione dell’intervento pubblico nell’economia. A

questa constatazione semplice si è opposta l’interpretazione complessa delle regole del Trattato CE il quale, a prima vista, non prevede nemmeno in termini programmatici questo tipo di evoluzione delle economie nazionali. Tuttavia, il mio studio, che è soprattutto un percorso attraverso la giurisprudenza della Corte, prova come l’apertura del mercato comune abbia imposto la graduale riduzione dell’intervento pubblico". Il testo è squisitamente giuridico, anche gli intrerrogativi che ne sono alla base sono collegati a curiosità storiche

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dell’autrice stessa. "In questo studio ho cercato di spiegare come la Comunità europea abbia condotto un’opera graduale e intensa verso la liberalizzazione dei mercati nazionali - che ovviamente ha comportato scelte economiche importanti - e come, nello stesso tempo, ci sia stato, a livello comunitario, un altrettanto graduale recupero della nozione di servizio pubblico”. La Iannone fa esempi concreti citando per primo il mercato delle telecomunicazioni in Italia. "Quello delle telecomunicazioni è il mercato in cui c’è stato il più completo processo di liberalizzazione ed in cui, in realtà, si è altresì vista la necessità di slvaguardare una rete nazionale come servizio pubblico di interesse generale. Deve essere offerto il servizio a tutti gli utenti e, allo stesso tempo, deve essere aperta la rete a tutte le imprese interessate. Altro esempio di un problema molto dibattuto oggi in Italia è la privatizzazione dell’acqua, che la Iannone commenta cosi. "Privatizzare l’acqua significa sottrarre dal bilancio pubblico una spesa e soprattutto aprire il settore alle imprese private. Allo stesso tempo, una privatizzazione del genere deve essere accompagnata da tutta una serie di regole di salvaguardia: non solo per dare pieno accesso a chiunque, ma anche per tutelare la qualità dell’acqua e dei servizi connessi alla sua distribuzione". picci


Esiste in inglese e in francese e

chi studia le lingue lo sa. Ma non esisteva, fino a poco tempo fa, per la lingua italiana. Invece ora, anche per noi, c’è l’utile dizionario che ci suggerisce come legare il nome al verbo più adeguato, come unirlo all’aggettivo più idoneo e dunque come formulare più correttamente la frase. La novità editoriale destinata alla famiglia intera è il Dizionario delle Combinazioni Lessicali (DCL) di Francesco Urzì, traduttore al Parlamento europeo, con un’esperienza di oltre 27 anni nel campo della traduzione e della terminologia. 6700 lemmi ed oltre 110 mila combinazioni di parole che ci faciliteranno la vita, o meglio la scrittura! "Negli anni successivi alla laurea ho messo a frutto i miei studi di linguistica – racconta l’autore raccogliendo schede lessicali che ho via via arricchito nel corso della mia attività professionale di traduttore. Il progetto DCL, per il quale mi sono avvalso di un’equipe di collaboratori, era in un primo tempo destinato alla creazione di un software per una primaria società italiana di ingegneria linguistica. Ho poi optato per il tradizionale mezzo cartaceo e dopo un breve aggiornamento dell’opera, avvenuto negli ultimi mesi, ho pensato di proporre il Dizionario all’Associazione italo-

lussemburghese Convivium (www. convivium.lu), che promuove la cultura italiana in Lussemburgo fin dal 1994. Convivium ha analizzato l’opera e ha deciso di pubblicarla". Il Dizionario si pone come indispensabile complemento ai dizionari tradizionali e ha come fine principale quello di facilitare la scrittura attraverso la trattazione di quelle che in linguistica si definiscono "solidarietà semantiche" e "collocazioni”. "Partendo da un nome – spiega Urzì – il DCL suggerisce verbi (transitivi e intransitivi), aggettivi o altri nomi che vi si possono abbinare; oppure, partendo da un verbo o un aggettivo, gli avverbi che tipicamente vi sono associati". Si troverà così che l’inquietudine serpeggia, che il debito di un’azienda si ripiana o che un aumento (dei prezzi, della produttività) può essere lieve, leggero, debole, modesto, discreto, continuo, costante, temporaneo, graduale, progressivo, sostenuto, pronunciato, sensibile, significativo, notevole, forte, consistente, netto, esponenziale, vertiginoso, incontrollato, rapido, repentino, drastico …oppure anche che in cucina possiamo trovare uno spicchio, una testa o

anche una resta d’aglio, che uno stormo di anatre è passato sopra le nostre teste, che il figlio ha commesso un atto di indisciplina o che la sera, sulla spiaggia, il mare mormora sommessamente. In questo modo, quando accade che non ci viene la parola, il dizionario ci aiuta a reperire quella giusta. “Questa modalità di ricerca – dice ancora l’autore - definibile come sintagmatica, sfrutta le proprietà di coesione fra le unità lessicali che compongono l’enunciato linguistico e permette una ricerca più efficiente rispetto a quella tradizionale per sinonimi”. Il DCL si rivolge a tutti coloro che usano la lingua in modo attivo: traduttori, giornalisti, studenti o chiunque si trovi a dover redigere un testo e si pone come indispensabile complemento ai dizionari tradizionali. Sarà presentato sabato 27 febbraio alle ore 11 presso la Biblioteca dell’Istituto italiano di cultura (15, rue St. Ulrich). Per avere altre informazioni sul Dizionario e visionare un ampio estratto dell’opera si può consultare il sito: combinazioni-lessicali.com

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E’ nato il social network dei "Giovani Italiani nel Mondo" Il Ministero degli Affari Esteri, seguendo le indicazioni emerse dalla Prima Conferenza dei Giovani Italiani nel mondo svoltasi a Roma nel dicembre del 2008, ha realizzato il Social Network dei Giovani Italiani nel Mondo,

uno strumento di interazione on line aperto a tutti i giovani italiani che si trovano per diversi motivi a vivere in un paese straniero. La registrazione al Social Network permette di ricercare e trovare informazioni di vario interesse, di cercarsi, trovarsi, di scrivere e condividere informazioni specifiche di

carattere professionale, di studio o di svago e di collegarsi a links esterni: denominatore comune è l’italianità e le sue manifestazioni nel mondo. www.giovanitaliani.it (G.E)

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Il 2010 è un anno importante per l’Europa: entra in funzione la nuova Commissione guidata da José Manuel Barroso, entra in vigore il Trattato di Lisbona, entra in applicazione il nuovo regolamento comunitario sulla sicurezza sociale (regolamento n. 883/2004). Il Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007, è rimasto fino ad oggi inapplicato a causa del “no” irlandese al primo referendum di approvazione. Ora che lo scoglio irlandese è superato il nuovo Trattato prende il via. Il Trattato di Lisbona rafforzerà il ruolo del Parlamento europeo e renderà il processo decisionale più efficace e più efficiente, in particolare con l’estensione del voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio. Inoltre, con l’istituzione della figura del presidente del Consiglio europeo, eletto per un mandato di due anni

e mezzo, darà all’Unione europea maggiore coerenza e visibilità sulla scena internazionale. L’integrazione della Carta dei diritti fondamentali nel diritto primario europeo – altra conquista importante - garantirà una migliore protezione dei cittadini europei. Il regolamento n. 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi nazionali di sicurezza sociale verrà applicato dal 1° maggio 2010. Esso è stato adottato il 29 aprile 2004, ma è rimasto inapplicato durante sei anni poiché il processo di elaborazione e di approvazione del regolamento di applicazione a livello di Commissione, Parlamento europeo e Consiglio si era incagliato, dopo l’allargamento dell’Europa a 27 Stati, in molteplici difficoltà di carattere politico, tecnico e giuridico che è stato arduo superare (da non dimenticare che nel campo della

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sicurezza sociale vige la regola dell’unanimità, basta l’opposizione di un solo Stato membro per bloccare tutto!). Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 284 del 30 ottobre 2009 è stato finalmente pubblicato il regolamento n. 987/2009 del 16 settembre 2009 che stabilisce le modalità di applicazione del regolamento n. 883/2004, rendendolo operativo dal 1° maggio 2010. Questo nuovo regolamento apporta miglioramenti al regolamento n. 1408/71 attualmente in vigore, modernizza le norme sul coordinamento dei regimi nazionali di sicurezza sociale, ne precisa le misure e procedure di attuazione necessarie e ne assicura la semplificazione a vantaggio di tutti gli attori interessati: istituzioni, lavoratori, disoccupati, pensionati, ecc. Daniele Rossini


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