PassaParola Magazine

febbraio 2011

PassaParola VINCI UN WEEKEND DA FIABA A

VENEZIA Te lo regala la nostra rivista

10 / ITALIA A TAVOLA /

Cari

/ EDITORIALE /

LETTORI e LETTRICI

Dieta Mediterranea

Tante novità e…tante grazie!

20 / VIA ETERE / Melba Ruffo

PILLOLE

di sommario

24 / FEMMINILE PLURALE / Donne e Risorgimento

Un inizio d’anno, il settimo, che vuole essere ricco di novità. Per premiare i lettori fedeli e strizzare l’occhio a chi magari ci ha scoperto da poco. A partire dalla grande novità dal totale restyling del nostro giornale, per il quale ringraziamo Eleonora Costa, a cui diamo il benvenuto in redazione. Grazie a Vincenzo Ruggieri, che finora si è occupato della mise en page e che rimane parte integrante della redazione, soprattutto per la collaborazione videofotografica. Grazie a Vitor Oliveira, che sta rinnovando e arricchendo il nostro sito internet www.passaparola.info; grazie ad Elisabetta Fatichenti e Marina Moretti, preziose collaboratrici del settore marketing della rivista. Ed ancora grazie al grande fotoreporter Cesare Gerolimetto (www.cesaregerolimetto.com), che ci ha offerto la splendida immagine di Venezia in copertina. Ed infine un grazie speciale a tutti gli sponsor che offrono i ricchi premi della Campagna Abbonamenti 2011, di cui potrete leggere dettagli e Regolamento a pagina 7. L’ultimo grazie lo riserviamo a voi, cari lettori, che ci seguite non solo lungo i “sentieri” della carta patinata, ma anche su Radio Ara, sulle pagine di facebook (PassaParola Magazine e Voices by PassaParola) e sul sito.

A tutti voi auguri di un felice 2011: fate ciò che vi piace, ma fate….”passaparola”!

Maria Grazia Galati e Paola Cairo

Editore / PassaParola a.s.b.l. - 52, rue Gothe - L-1637 Luxembourg Direzione / Maria Grazia Galati - mgg@passaparola.info / Paola Cairo - p aola@passaparola.info Redazione / Remo Ceccarelli - r emo@passaparola.info / Elisa Cutullè - e lisa@passaparola.info / Gilda Luzzi - g ilda@passaparola.info Erika Maddalena - erika@passaparola.info / Daniele Rossini - daniele@passaparola.info / Paolo Travelli - p aolo@passaparola.info Collaboratori / M ariagrazia Peresi - chikka@passaparola.info Grafica / Eleonora Costa - eleonora@passaparola.info / Vincenzo Ruggieri - vr007@me.com Foto copertina / Cesare Gerolimetto - www.cesaregerolimetto.com www.passaparola.info / info@passaparola.info / Anno VII - Numero 1 - Febbraio 2011

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/ DESTINAZIONE ITALIA /

D’INVERNO È DURA. VERO. LE MONTAGNE ITALIANE SONO LO SCENARIO QUASI ESCLUSIVO DEGLI SCIATORI. MA NON DAPPERTUTTO È COSÌ.

PassaParola HA SCOVATO PER VOI QUALCHE LOCALITÀ DAVVERO BELLA, DOVE TRASCORRERE UNA SETTIMANA BIANCA LONTANO DALLE PISTE

Santa Caterina Valfurva (SO) Valtellina Vuoi trascorrere una vacanza invernale senza sci? Santa Caterina Valfurva e l’Alta Valtellina hanno molto da offrire anche a chi non scia; ecco alcune proposte interessanti: • Passeggiate nel Parco Nazionale dello Stelvio con le ciaspole; si tratta di racchette che, applicate agli scarponi o doposci, permettono di camminare con maggior sicurezza sulla neve fresca.

• Escursioni a piedi sui sentieri del Parco dello Stelvio.

• Discese con slittino e snow tubing, simili a delle grandi ruote lisce, con il posto per almeno due passeggeri.

• Nordik walking, una particolare camminata che coinvolge molti muscoli del corpo. Utilizzando i baston-

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In montagna senza sci Testo / Maria Grazia Galati (ha collaborato Erika Maddalena)

cini e una cadenza di movimento sincronizzato, questa attività sportiva permette anche di perdere peso senza patemi d’animo.

• Gite in motoslitta: gita di giorno, di notte o salita nei rifugi per cenare al caldo di un camino acceso o per ballare e bere una grappa in allegria.

• Pattinaggio all’aperto con possibilità di noleggio pattini.

• Tour del paese su slitta trainata dai cavalli.

• Sleddog, escursione in slitta trainata dagli husky ad Arnoga in Valdidentro, a soli 30 minuti di macchina • Gita a St. Moritz con il caratteristico trenino rosso del Bernina, che da Tirano porta a S.Moritz.

• Benessere nei centri termali di

Bormio: Bagni Vecchi e Bagni Nuovi.

• Relax sotto le stelle al centro termale di Bormio Bagni Nuovi.

• Abbonamenti termali come fanghi, massaggi, trattamenti di bellezza presso Bormio Terme.

• Visita al museo vallivo di Valfurva, per conoscere usi e costumi di un tempo ormai lontano.

• Visite guidate al centro storico di Bormio e di Tirano.

• Visita alle cantine dell’amaro Braulio a Bormio.

• Shopping extradoganale a Livigno.

• Degustazioni di prodotti tipici locali in baita (i rifugi sono raggiungibili con gli impianti di risalita o con la motoslitta).

/ DESTINAZIONE ITALIA /

Sestriere (TO) - Piemonte GOLF AD ALTA QUOTA A Sestriere, quando i green del bellissimo Circolo Golf sono ormai coperti di neve, innovativi sistemi tecnologici hanno trasformato il Palazzetto dello Sport in un divertente campo da golf indoor. 10 postazioni per praticare, in cui la rete di contenimento delle palline è posizionata davanti alla vetrata principale alla cui base è stata riprodotta un’immagine tipicamente montana: in fase di swing (il caricamento) il giocatore ha l’incredibile sensazione di avere davanti a sé un ampio spazio libero inserito in un paesaggio naturale. Chi è desideroso di imparare non potrà perdere l’occasione di cimentarsi con il sofisticato simulatore, grazie al quale si possono avere informazioni su come è stata colpita la pallina, sulla potenza e sulla direzione esatta del tiro.

Altopiano di Brentonico Rovereto e dintorni (TN) Trentino Le proposte di svago sono svariate: locali “après-ski” per momenti di relax con gli amici, ristoranti per gustare i prodotti tipici, centri benessere, manifestazioni ed eventi.

Per gli inguaribili “romanticoni”: escursioni con la luna piena in Vallarsa. Con ciaspole o slittini e cena al rifugio di Campogrosso.

Su prenotazione possibilità di un accompagnatore.

Tel. +39/347/5430806. E sempre in zona: campo di eis stocker. Unico in Trentino! A Riva di Vallarsa, gioco a squadre di 4 giocatori con particolari birilli su ghiaccio.

Tel. +39/0464/869140 www.circolamber.it

Bordala, frazione di Isera (TN) - Trentino Parco giochi invernale (che funziona ovviamente anche in estate!) con una struttura dotata di giochi gonfiabili, tappeti elastici, tunnel per la discesa con i gommoni, slittini gonfiabili (air board), pista per snow tubing estivo ed invernale in plastica, pista di discesa per le slitte.

Struttura recintata e priva di pericoli. Attrezzatura a noleggio o propria.

Tel. +39/0464/802999 - www.baitabordala.com

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PREMI

1° 2° 3° 4°

5°

Weekend per due persone, trattamento bed&breakfast, presso l’hotel 5 stelle lusso di Venezia CA’ SAGREDO (*) del valore di 800 euro Weekend per due persone, trattamento bed&breakfast, presso l’albergo Plata (due stelle) di Finale Ligure (*), del valore di 170 euro Un “BUONO ” del valore di 50 euro da utilizzare presso il ristorante di Lussemburgo LA VERANDA Un “BUONO ” del valore di 50 euro da utilizzare presso il ristorante di Lussemburgo LA VERANDA Sei bottiglie di PROSECCO DOC DI VALDOBBIADENE del valore di 44 euro, offerto da Amorvini (*): previa prenotazione e secondo disponibilità. Non valido nel periodo di Pasqua dal 22 al 27 aprile 2011 e nei mesi di luglio-agosto 2011

SORTEGGIO

A PREMI Data del sorteggio ed elenco dei premi:

20 marzo 2011 ore 17:30 Luogo:

Stand PassaParola, Festival des Migrations, des cultures et de la citoyenneté 2011

REGOLAMENTO INTEGRALE DEL SORTEGGIO A PREMI Il sorteggio “PassaParola” è indetto da PassaParola a.s.b.l. ed è svolto secondo quanto definito dai seguenti articoli: Articolo 1. Denominazione del sorteggio e periodo di svolgimento Sorteggio “PassaParola” inizia il 1° dicembre 2010 e scade il 20 marzo 2011, ore 13.

Articolo 2. Destinatari del sorteggio Possono partecipare al sorteggio tutti i membri aventi sottoscritto l’abbonamento annuale Amico di un valore di 100 € (cento euro); Sostenitore di un valore di 50 € (cinquanta euro); Standard di un valore di 25 € (venticinque euro); Standard Estero di un valore di 30 € (trenta euro) per il periodico italiano in Lussemburgo “PassaParola” dal 1° dicembre 2010 al 20 marzo 2011 ore 13.

Articolo 3: Tempi e modi di svolgimento Il sorteggio “PassaParola” si svolge presso lo stand di PassaParola, nell’ambito della 28ma edizione del Festival des Migrations, des cultures et de la citoyenneté che ha luogo nei giorni 18, 19 e 20 marzo 2011 a LuxExpo, Kirchberg, Lussemburgo. L’entrata al Festival des Migrations è completamente libera e gratuita.

Tutti i membri aventi sottoscritto l’abbonamento annuale Amico, Sostenitore, Standard e Standard Estero per il periodico PassaParola tra il 1° dicembre 2010 e il 20 marzo 2011 ore 13, potranno partecipare all’estrazione dei premi che si terrà domenica 20 marzo 2011, alle ore 17.30. Il nome e cognome di ciascun membro abbonato Amico, Sostenitore, Standard e Standard Estero saranno riportati su una delle due parti di un foglietto; il foglietto sarà ripiegato, in modo da mostrarne unicamente la parte bianca e sarà introdotto in un’ urna/contenitore per la successiva estrazione. Il nome e cognome dell’abbonato riportati sul foglietto saranno quelli che verranno utilizzati come riferimento per l’estrazione e l’assegnazione dei premi in palio.

Articolo 4: Modalità di estrazione dei premi L’estrazione dei premi avverrà domenica 20 marzo 2011, alle ore 17.30, durante l’ultimo giorno della 28ma edizione del Festival des Migrations, des cultures et de la citoyenneté, presso lo stand PassaParola. Un responsabile, preposto da PassaParola a.s.b.l., provvederà ad estrarre a sorte, pubblicamente, il foglietto e quindi il nome e cognome dei membri vincenti tra tutti quelli inseriti nell’apposita urna/contenitore dal 1° dicembre 2010 e fino al 20 marzo 2011, alle ore 13. Il primo estratto vincerà il 5° premio, il secondo estratto vincerà il 4° premio, il terzo estratto vincerà il 3° premio, il quarto estratto vincerà il 2° premio, il quinto estratto vincerà il 1° premio. Qualora i vincitori non siano presenti si procederà all’estrazione di un altro nominativo ad eccezione degli Abbonati Standard Estero che saranno avvisati per lettera.

Articolo 5: Modalità di comunicazione e consegna dei premi Essendo l’estrazione effettuata alla fine della 28ma edizione del Festival des Migrations, des cultures et de la citoyenneté, presso lo stand di PassaParola, il vincitore sarà chiamato a ritirare il relativo premio il giorno stesso. Il tutto solo esibendo un documento d’identità valido. I premi non possono essere scambiati contro denaro o qualsiasi altro oggetto o servizio.

Articolo 6: Modalità di partecipazione La partecipazione al concorso comporta l’accettazione incondizionata da parte dei partecipanti di tutto quanto disposto dal presente regolamento. La partecipazione, nel rispetto della meccanica della stessa, è legata alla sottoscrizione dell’abbonamento annuale Amico, Sostenitore, Standard e Standard Estero al periodico PassaParola.

Articolo 7: Modifica del regolamento PassaParola a.s.b.l. si riserva il diritto di modificare il contenuto del presente regolamento avendo cura che le modifiche siano comunicate con le stesse modalità della comunicazione originaria o in forme equivalenti.

Articolo 8: Annullamento, sospensione o abbreviazione della manifestazione a sorteggio PassaParola a.s.b.l. si riserva il diritto, per cause di forza maggiore, di abbreviare, sospendere o annullare l’iniziativa oggetto del presente regolamento. In tale caso, sarà data adeguata comunicazione agli interessati.

Articolo 9: Reperibilità del regolamento Il testo completo del regolamento viene messo a disposizione per consultazione sul numero di PassaParola di febbraio 2011 e su quello di marzo 2011; oltre che sul sito Internet dell’Associazione PassaParola asbl: www.passaparola.info

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/ SPORT /

Francesca

FORNER una passione per il nuoto sincronizzato

Testo / Erika Maddalena

Francesca Forner (nella foto in bas-

so a destra, nel centro) ha cominciato come nuotatrice in Italia, da bambina, nuotando per quasi 15 anni e militando nella nazionale juniores italiana dai 16 ai 18 anni. Ha vinto un campionato italiano, si è laureata in scienze motorie all’Università di Padova, ha preso un Master in management e gestione dello sport all’Università Statale di Milano. In Lussemburgo da quasi 2 anni, si dedica al lavoro di “coach” sportivo e continua a nutrire la passione per lo sport che per lei è il più bello del mondo: il nuoto sincronizzato. Insieme a due ragazze lussemburghesi Francesca coordina e allena la squadra della Swimming Luxembourg (www.swimming.lu). Il sincro è una disciplina feminile molto interessante perché al nuoto associa la danza, la tecnica delle acrobazie acquatiche e tanta ginnastica. Il gruppo attuale è composto da circa 30 ragazzine dai 9 ai 16 anni.

Come sei arrivata a Lussemburgo?

In Lussemburgo ci sono arrivata per seguire il mio compagno che lavora

ITALIANA, VIVE A LUSSEMBURGO ED ALLENA UNA SQUADRA DI 30 AGONISTE, FRA BIMBE ED ADOLESCENTI. PassaParola L’HA INCONTRATA PER VOI ormai da qualche anno in città.

All’inizio non è stato semplice, anzi diciamo pure che è stata durissima, ma poi, pian piano, sono riuscita ad integrarmi e ora ci sto bene!

Cosa pensi dell’approccio alla disciplina sportiva in Lussemburgo rispetto all’Italia?

In Lussemburgo possiamo utilizzare strutture eccellenti, piscine provviste di tutto, in cui è possibile lavorare bene ed offrire ai ragazzi spazio, acqua e un’attività ricreativa ben organizzata. Le ragazze non si limitano a frequentare la piscina per allenarsi, ma frequentano anche un corso di danza propedeutico per apprendere il senso della ritmicità, per armonizzare i movimenti e per allenarsi in modo completo e femminile. In tutto questo, partner di Swimming Luxembourg è Proj’danse (www.proj’danse. lu) che, con la supervisione di Claudia Losito, aiuta me, Carmen e Carole (le ragazze che insieme a me insegnano nuoto sincronizzato) ad offrire a tutte le bimbe una formazione completa.

Le bimbe fanno sia nuoto che danza;

questo è uno sport bellissimo che permette alle ragazze di perfezionare differenti capacità motorie, ma richiede anche impegno e disciplina.

Cosa consigli alle ragazze che vogliono avvicinarsi a questo sport?

La prima cosa da fare è chiedere ai genitori di poter imparare a nuotare.

Quando la tecnica comincerà ad essere “buona” allora si potrà cominciare a parlare di nuoto sincronizzato e “danzare” nell’acqua. Questo sport richiede solo tanta passione per la musica, per la danza e per il movimento: il resto viene da solo! Danzare nell’acqua è qualcosa di speciale.

Richiede un enorme sacrificio, ma quello che si prova quando si è a testa in giù, lasciando spazio al proprio corpo che fluttua nell’acqua a ritmo di musica, è inspiegabile! È questo messaggio che cerco di far passare alle ragazze. Poi qualunque sia il livello non importa; nella vita tutto torna utile e quello che impari nello sport di squadra, torna sempre!

CONTATTI:

Swimming Luxembourg Signora Carmen THOLL-BIEWER febbraio 2011

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/ ITALIA A TAVOLA /

DIETA MEDITERRANEA: patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO

Un “numero 17” che ha portato si-

curamente fortuna. Perché è proprio il 17 novembre scorso che l’UNESCO ha iscritto la Dieta Mediterranea nel firmamento di ciò che viene considerato “Patrimonio Culturale Immateriale”. Uno “stile a tavola”, una filosofia del mangiare sano che d’ora in poi sarà obbligatorio salvaguardare e promuovere. Tutto è cominciato nel settembre del 2008, con la candidatura sostenuta da 4 paesi: Spagna, Grecia, Italia e Marocco. La denominazione “Dieta Mediterranea” indica un elemento del patrimonio culturale immateriale relativo alla cultura del mangiare in ambito mediterraneo. Il termine “Dieta” si riferisce all’etimo greco “stile di vita” ed è l’insieme delle pratiche, delle rappresentazioni, delle espressioni, delle conoscenze, delle abilità, dei saperi e degli spazi culturali con i quali le popolazioni del Mediterraneo hanno creato e ricreato nel corso dei secoli una continua interazione tra l’ambiente culturale, la organizzazione sociale, l’universo mitico e religioso intorno al mangiare. La Dieta si fonda sul rispetto per il territorio e la biodiversità e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del

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Testo / Maria Grazia Galati (ha collaborato Erika Maddalena)

COME I CANALI DI VENEZIA, LE DOLOMITI E LE MEDINA DI MARRAKECH. ORA ANCHE LA FILOSOFIA GASTRONOMICA SULLA QUALE SI BASA LA NOSTRA BUONA CUCINA ITALIANA HA RICEVUTO IL PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO DI “PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE”.

UN BUON MOTIVO PER CONOSCERLA PIÙ DA VICINO

Mediterraneo: nelle zone della Soria in Spagna, Koroni in Grecia, Cilento in Italia e Chefchaouen in Marocco. Una nota interessante: le donne svolgono un ruolo indispensabile nella trasmissione delle competenze, così come della conoscenza di riti, gesti tradizionali e celebrazioni e nella salvaguardia delle tecniche.

/ ITALIA A TAVOLA /

La Dieta Mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai sistemi alimentari tradizionali dei paesi europei del bacino mediterraneo, in particolare Italia, regioni peninsulari e insulari, Francia meridionale (specialmente Provenza e Linguadoca), Grecia e Spagna. Questo modello nutrizionale è stato abbandonato nel periodo del boom economico degli Anni Sessanta e Settanta perché ritenuto troppo povero e poco attraente rispetto ad altri modelli alimentari provenienti in particolare dalla ricca America; ma ora la dieta mediterranea sta sicuramente riconquistando, tra i modelli nutrizionali, l’interesse dei consumatori e sta conoscendo una grande diffusione, specie dopo gli Anni Novanta, in alcuni paesi americani fra cui l’Argentina, l’Uruguay e alcune zone degli Stati Uniti d’America.

Nel 1939, il primo a intuire la connessione tra alimentazione e malattie del ricambio come diabete, bulimia e obesità fu il medico nutrizionista italiano Lorenzo Piroddi, considerato il “padre” della Dieta Mediterranea. In seguito lo scienziato americano Ancel Keys si fece promotore dell’ampio programma di ricerca noto come Seven Countries Study (grazie al quale scoprì con i suoi studi fatti su 12.000 persone fra i 40 e i 59 anni in sette Paesi del mondo: Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, Olanda, Stati Uniti e Jugoslavia) che il tasso di mortalità per infarto dei paesi mediterranei era molto più basso rispetto ad altri quali ad esempio la Finlandia (dove si consuma molto burro e carne rossa). Keys è stato insignito nel 2004 della medaglia al merito alla salute pubblica dello Stato Italiano.

Ed ha fondato a Pioppi, nel Cilento, “l’Associazione per la Dieta Mediterranea, Alimentazione e Stile di Vita”.

OLIO e VINO

per essere SANI.... anche di TESTA!

alimenti principali

UN PO’ DI STORIA

La Dieta Mediterranea prevede un elevato consumo di pane, frutta, verdura, erbe aromatiche, cereali, olio di oliva, pesce e vino (quest’ultimo in quantità moderate) ed è basata su un paradosso (almeno dal punto di vista nutrizionistico tradizionale): i popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo consumano quantità relativamente elevate di lipidi (grassi) ma, nonostante ciò, hanno minori tassi di cardiopatia e malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione statunitense, nella cui alimentazione sono presenti livelli simili di grassi animali. La spiegazione è che la gran quantità di olio d’oliva usata nella cucina mediterranea controbilancia almeno in parte i grassi animali. L’olio di oliva sembra infatti abbassare i livelli di colesterolo nel sangue; si pensa inoltre che il consumo moderato di alcool durante i pasti sia un altro fattore protettivo, forse per gli antiossidanti contenuti nelle bevande alcoliche. Secondo lo studio, la Dieta Mediterranea diminuisce il tasso di mortalità da coronaropatia del 50%. Ma quali sono esattamente gli alimenti principali della Dieta Mediterranea? Eccoli: cereali, legumi, frutta fresca, verdura, carne, pesce, uova e latticini. Secondo alcuni studi la dieta mediterranea ha effetti protettivi sul cervello, contribuendo a prevenire il declino cognitivo; essa è molto importante per i suoi effetti benefici sulla salute.

PATRIMONIO IMMATERIALE Lo dice la parola stessa: qualcosa di molto prezioso ma “astratto”. L’UNESCO ne ha dichiarati finora circa 170, fra cui il TANGO e la SCRITTURA CINESE. E due sono tipicamente italiani: l’Opera dei Pupi siciliana e il Canto a tenore sardo.

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/ ARTE /

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ARTISTE ITALIANE in lizza per rappresentare il Lussemburgo nel progetto

BIENNALE di VENEZIA nel MONDO

IRINA GABIANI

UNA DI ESSE RAPPRESENTERÀ IL LUSSEMBURGO NEL “PADIGLIONE ITALIA NEL MONDO” PER LA “GIORNATA DELLA BIENNALE DI VENEZIA”

E’ nato per iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero per i Beni e

le Attività Culturali, promosso dal Comitato ministeriale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, progettato da Vittorio Sgarbi (Commissario del Padiglione Italia della Biennale). Lo scopo: promuovere giovani artisti italiani operanti fuori dai confini nazionali. Seguendo le modalità previste dal Comitato organizzatore, l’Istituto Italiano di Cultura di Lussemburgo ha istituito una commissione composta dalla direttrice dell’Istituto, la dottoressa Roberta Alberotanza e da Enrico Lunghi, direttore del Mudam. Dopo due “scremature”, la commissione ha scelto una rosa di 4 artiste, rimettendosi al giudizio finale della Commissione istituita ad hoc dal Comitato ministeriale. Rosa che (neanche a dirlo!) è proprio “rosa”.

Sono tutte donne difatti le artiste. Eccone una breve presentazione.

Irina Gabiani, nata in Georgia nel 1971, cittadina italiana dal 2007, attiva in Lussemburgo dal 1998. La sua arte si esprime soprattutto attraverso la video-arte e le installazioni.

Claudia Passeri, classe 1977, italiana nata a Lussemburgo; mezzi espressivi: scultura ed installazioni.

Marilena Romano, nata in Italia nel 1952 ed attiva in Lussemburgo dal 1976; si dedica alla pittura.

Sonia Sion, nata in Italia nel 1975, attiva in Lussemburgo dal 2005; si dedica al disegno ed alla pittura.

CLAUDIA PASSERI

MARILENA ROMANO

A tutte queste artiste verrà conferito il logo della Biennale. Una tra esse sarà scelta dal Comitato ministeriale e rappresenterà il Lussemburgo nel Padiglione Italia nel Mondo per la “Giornata della Biennale di Venezia” (4 giugno 2011).

Presso il “Padiglione Italia nel Mondo” saranno per l’occasione proiettate in simultanea le immagini delle opere di tutti gli artisti selezionati a rappresentare i vari paesi di accreditamento degli Istituti Italiani di Cultura partecipanti. Le opere dell’artista che rappresenterà il Lussemburgo saranno esposte presso la Biblioteca dell’Istituto Italiano di Cultura per tutta la durata della Biennale (fino al 27 novembre) e saranno raccolte in un catalogo trilingue (italiano, inglese, francese) distribuito in Italia presso la Biennale di Venezia e le principali librerie d’arte e, nel mondo, in tutte le sedi degli Istituti partecipanti.

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SONIA SION

/ TANTI ITALIANI FA /

Casa OLIVO o casa MEDER? Testo / Remo Ceccarelli

FRETTOLOSAMENTE DEFINITA UNA CITTÀ PRIVA DI INTERESSE CULTURALE, ESCH-SUR-ALZETTE SA INVECE STUPIRE PER LE SUE NUMEROSE OPERE ARCHITETTONICHE IN STILE LIBERTY (O FLOREALE) E ART DÉCO. FRA QUESTE, SPICCA LA CASA CHE SORGE AL 53 DI VIA ZENON BERNARD, IN MEZZO AL QUARTIERE STORICO DELLA NOSTRA COMUNITÀ

Correva l’anno 1907 quando l’im-

prenditore di generi alimentari Mosè Olivo (nato a Paderno del Grappa, TV) si decise a costruire una villa a Esch, città d’adozione nella quale fece fortuna. Secondo la romantica leggenda, Olivo avrebbe chiesto al suo architetto di ispirarsi ad una villa del lago di Garda, oggetto dei suoi nostalgici ricordi d’infanzia. Stando invece alle accurate ricerche di alcuni esperti, che non hanno comunque dubbi nell’indicare in questa residenza borghese il gioiello più pregiato dello stile floreale « made in Lux », la realtà sarebbe più prosaica: l’architetto di Olivo avrebbe largamente copiato l’Hôtel de Montessuy costruito nel 1899 da Jules Lavirotte a Parigi, riducendone le misure ed arricchendolo di numerosi elementi decorativi carichi di simboli (busti, statue,…).

Diciamo pure che le foto facilmente reperibili su internet lasciano poco spazio al dubbio, ma la leggenda è

dura a morire. Soprattutto nel cuore della gente di Esch, che va orgogliosa della casa di Olivo, anche se è nota come Casa Meder, dal nome del lussemburghese che l’acquistò e la mantenne intatta per quasi 50 anni.

Nel 1974, gli eredi di Charles Meder ebbero la funesta idea di mettere la casa in vendita al miglior offerente, ma un energico “tam tam” mediatico obbligò la città di Esch ad acquistarla per 6.000.000 di franchi (circa 150.000,00 €), cifra astronomica nel delicato contesto economico dell’epoca. L’imbarazzo dei politici cittadini era evidente quanto all’uso cui destinare la nobile dimora, mentre il mondo artistico seguiva tante confuse piste: qualcuno la indicava come museo civico o museo del Liberty, altri l’avrebbero vista come centro culturale e/o sociale; emerse persino l’idea di trasformarla in asilo nido!

Il dibattito andò avanti per anni, mentre la casa fu abbandonata a sé stessa;

ne conseguì un rapido degrado, che rischiò di esserle fatale. Le intemperie misero a dura prova la costruzione, ad incominciare dal tetto che dovette essere rifatto in mezzo a mille polemiche: 1.500.000 franchi erano tanti per una città in cerca di riconversione dopo la recessione dell’industria del ferro! L’evidente disinteresse delle autorità finì per incoraggiare un bieco vandalismo predatorio: scomparvero così diverse statue, il busto di Dante (maggior simbolo del legame con l’Italia) e la splendida vetrata del portone che raffigurava un cigno; intanto andava sfaldandosi il muretto del giardino, oggi scomparso sotto i muri di un’anonima palazzina. Un professore di educazione artistica si rese disponibile a prenderla in affitto per porre fine al rovinoso degrado, ma la sua iniziativa fu inspiegabilmente respinta.

Fatto sta che oggi la Casa Olivo è stata salvata, anche se purtroppo la facciata è praticamente l’unico elemento liberty realmente conservato.

Alla fine, il sogno floreale del nostro connazionale è stato trasformato in un centro sociale e culturale per giovani (www.crijesch.lu), ma questa è già un’altra storia che ci sarà raccontata il mese prossimo dal direttore del Centro, il quale vanta origini italiane…naturalmente!

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/ OBIETTIVO SU... /

Rapporto italiani nel Mondo 2010:

chi siamo e quanti siamo Testo / Paola Cairo

PRESENTATO LO SCORSO DICEMBRE A ROMA, IL RAPPORTO È SUDDIVISO IN PIÙ DI 50 CAPITOLI, 60 AUTORI, OLTRE 500 PAGINE CHE, PARTENDO DAI DATI UFFICIALI DELL’ANAGRAFE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO E COMPLETATI DA QUELLI DI DIVERSE ALTRE FONTI, PRESENTANO LA SITUAZIONE DEI CITTADINI ITALIANI CHE VIVONO ALL’ESTERO

O

ltre 4 milioni i residenti italiani nel mondo. Tra i Paesi d’insediamento l’Argentina supera di poco la Germania (600.000 unità), la Svizzera, che accoglie mezzo milione di italiani, la Francia (370.000), il Brasile (273.000) e Australia, Venezuela e Spagna che superano le 100.000 unità. Più della metà non è sposato, quasi la metà è costituito da donne, più di un terzo è nato all’estero; 121.000 coloro che hanno acquisito la cittadinanza. 790 media in lingua italiana, 418 lettori presso università estere in 90 Paesi diversi,

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23.988 i corsi di lingua italiana (curricolari, extracurricolari, per adulti).

Un dato su tutti: 106.354 le persone che in Africa studiano la nostra lingua.

“Il Rapporto Migrantes – spiegano i promotori - nasce come manuale da consultare ma anche come sussidio per la sensibilizzazione al fine di favorire una migliore conoscenza dell’emigrazione italiana che è stata, in prevalenza, un’epopea popolare, fatta di povera gente e a costo di notevoli sofferenze, ma complessivamente gli italiani sono riusciti a raggiungere un positivo e stabile inserimento sul posto. E da ultimo è caratterizzata da flussi altamente qualificati”. Migranti comuni e cervelli in fuga, raccontati dalla Fondazione Migrantes che conduce, annualmente, un’indagine

sul campo incentrata sulle attuali condizioni dei connazionali residenti all’estero. Ne esce l’immagine di una emigrazione matura e consapevole, che merita una riconsiderazione da parte italiana dove c’è uno scarso livello di sensibilità nei confronti degli italiani all’estero.

“Questa carenza – dicono gli autori del Rapporto – oltre a generare una profonda amarezza, priva il paese di possibili piste di rinnovamento. Chi ha fatto un certo periodo l’esperienza in emigrazione, sia che sia rimasto oltre confine, sia che sia tornato, è portatore di altre impostazioni nazionali in grado di correggere e arricchire i difetti del sistema Italia”.

/ OBIETTIVO SU... /

TRE DOMANDE A Delfina Licata, CAPOREDATTORE RAPPORTO EMIGRAZIONE L’emigrazione italiana è un tema estremamente vivo e attuale. Quanto incide numericamente e concretamente il fenomeno de «la fuga dei cervelli»?

Purtroppo non è possibile quantificare le fughe annuali dall’Italia perchè non esiste una statistica dell’argomento. Tuttavia attraverso diverse altre fonti quest’anno il Rapporto Migrantes ha puntato molto a capire e descrivere questi flussi. In particolare sono due gli studi presi in considerazione. Da un lato la recente indagine (2010) sui ricercatori italiani all’estero, svolta dal Centro Nazionale delle Ricerche sulla Popolazione/CNR e curata da Carlotta Brandi, conferma che in prevalenza si tratta di giovani (anche se non più giovanissimi), all’estero da più di dieci anni (ma nei due terzi dei casi ancora con la cittadinanza italiana), in prevalenza impegnati nelle materie scientifiche e riconoscenti per avere trovato all’estero una maggiore gratificazione professionale, le attrezzature necessarie e i fondi indispensabili.

Dall’altra parte, una curiosa graduatoria di ottobre 2010 ha richiamato l’attenzione della stampa poichè ha curato la classifica degli scienziati italiani attraverso l’indice di Hirsch (h-index), elaborato per misurarne

il grado di produttività. Risulta, in generale, che solo 7 scienziati su 10 lavorano ancora in Italia, tuttavia con queste particolarità: mentre tra le prime 20 posizioni il 60% è all’estero, tra gli ultimi 100 in graduatoria il 71% è in Italia.

Esiste un filo conduttore tra gli italiani che espatriano oggi e i migranti che arrivano in Italia?

Il filo conduttore esiste se pensiamo che chi decide di partire lo fa perchè spinto da una necessità e che questa necessità è diversa a seconda dei luoghi considerati. Oggi gli italiani non partono più per fame e povertà materiali ma perchè ricercano all’estero una situazione lavorativa che rispecchi i tanti sacrifici fatti per studiare e specializzarsi. In Italia, invece, arrivano persone che partono da situazioni di povertà differenti e che ricercano in Italia una vita migliore o le condizioni per vivere in maniera più dignitosa. Il desiderio di migliorarsi è comune, ma i profili sono completamente differenti. In Italia arrivano soprattutto migranti soli che nel giro di poco ricostituiscono i nuclei familiari divisi con l’emigrazione. Gli attuali migranti italiani, invece, sono per lo più celibi e nubili.

Il Rapporto Migrantes del 2005 chiedeva una politica migratoria organica per gli italiani nel mondo e una nuova progettualità dell’accoglienza per i migranti che sceglievano l’Italia come Paese d’accoglienza. Qual è il messaggio di quest’anno?

Tutti gli italiani all’estero, anche coloro il cui progetto migratorio non ha avuto un successo eccezionale,

hanno stabilizzato la loro situazione. Non è più tempo di mantenere una mentalità rivendicazionista o assistenzialista nei confronti della Patria, sempre più in difficoltà nei confronti di nuovi e agguerriti competitori sullo scenario mondiale.

Secondo la Fondazione Migrantes, è tempo di affermare un nuovo concetto di solidarietà. Non è accettabile il sentimento di disaffezione che si diffonde nei confronti dell’Italia attuale, quasi che la Patria possa essere grande solo per il suo passato, come un museo e non come una protagonista di quanto avviene attualmente a livello economico, culturale, artistico e politico. Affinché l’Italia riassuma il suo ruolo e rivitalizzi il dinamismo del passato, è indispensabile un aiuto di ritorno da parte degli emigrati italiani, protagonisti in paesi le cui esperienze presentano stimoli utili. Solo così si potrà riattivare un dinamismo rimasto inceppato e rinascerà la convinzione che l’Italia può riprendersi e cambiare in meglio.

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/ VIA ETERE /

da Santo Domingo

con furore Testo / Mariagrazia Peresi Foto / Novaseta

Sei stata addetta culturale all’Unesco e consigliere della Repubblica Dominicana presso la Fao. Quanto conta per te l’impegno politico e civile?

Sono fiera di poter dar voce a chi non ne ha e lo faccio con molta autodeterminazione e fiducia, attingendo in questa prolifica attività alla mia coscienza civile.

Hai lavorato nella tv italiana, spagnola, americana. Quale esperienza è stata per te più significativa?

Non mi stanco di ribadire che ho amato l’Italia da sempre considerandola la mia seconda patria e che attraverso Aristotele, Socrate e i filosofi del Rinascimento ho alimentato il mio essere.

Hai collaborato a programmi con Rispoli (Il Tappeto Volante, ndr) e Costanzo (Buon Pomeriggio, ndr).

Quale è stato il loro insegnamento più grande?

Ricordo con piacere Rispoli e la sua trasmissione “Tappeto volante”.

Sotto la sua guida ho apprezzato di poter parlare senza gridare e di poter esprimere i miei concetti senza doverli criptare dietro ad una maschera di metafore.

MELBA VINCENS BELLO OVVERO MELBA RUFFO. MODELLA, PRESENTATRICE TELEVISIVA, ATTRICE, DOPPIATRICE. MA SOPRATTUTTO PROMOTRICE DELL’ITALIAN STYLE

Sei arrivata in Italia nel periodo dei festeggiamenti per i 500 anni della colonizzazione europea delle Americhe. Cristoforo Colombo era un tuo idolo?

Indiscutibilmente questo ammiraglio ligure era il mio idolo. Figura straordinaria che mi piace non collocare solo nel suo tempo; metaforicamente Cristoforo Colombo è ancora in continua espansione europea.

Lo scorso anno hai condotto “Italia segreta”, su Dove TV (Canale 412 di Sky). Alla luce di questa tua nuova esperienza satellitare, come pensi sia cambiata la TV italiana?

Sono stata contattata da Sky e Live Stay. Questa esperienza satellitare è ai miei occhi una fusione di tutte le culture, una colossale globalizzazione che colma il vuoto della “vecchia” televisione.

Hai una personalità europea: come si ci apre a nuove frontiere e a differenti culture?

I miei nonni erano spagnoli di Maiorca, uno tra loro è stato il primo ad esportare caffè a Trieste. Ho fatto tesoro di questo epocale mutamento e ho alimentato rispetto per il vissuto di ognuno.

Hai mai ricevuto condizionamenti nel tuo percorso lavorativo?

Non sono mai stata condizionata da niente e da nessuno, né sul posto di lavoro né tanto meno dalla società. Posso dunque dire che le mie emozioni più profonde hanno sempre trovato un’ espressione adeguata.

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/ ONDE SONORE / Sei uno dei pianisti più eclettici del panorama mondiale. Come spieghi questo tuo amore per la musica a 360° gradi?

Penso che sia legato ai miei primi anni, alla mia casa in Lussemburgo. Mia madre ascoltava molto musica classica e barocca, ma anche molta world music (Ravi Shankar, Chants Bulgares) e gruppi come Pink Floyd e Tangerine Dream.

Questo ha lasciato delle tracce indelebili in me, che fin da bambino, improvvisavo e componevo con il piano.

anima cosmopolita

Francesco Tristano

SCHLIMÉ Testo / Paolo Travelli

Come si conciliano progetti sperimentali come quelli con Murcof e Arandel (musicisti strumentali, ndr), con la disciplina ferrea della musica classica?

La verità è che non rifletto mai in termini di “generi musicali”.... la musica è un lungo continuum non lineare, non ci sarebbe Carl Craig senza Mozart e non ci sarebbe stato, senza dubbio, Mozart senza Carl Craig; in questo senso la musica non obbedisce ad alcuna regola: tutto è permesso. Naturalmente dopo diventa una questione di gusti.....

Tua madre è italiana; hai studiato a Bruxelles, Riga e Parigi; vivi in Spagna, incidi a Detroit. Cosa ti porti dentro di tutte queste esperienze cosmopolite?

Sono sempre stato attirato dalle città. Senza dubbio perché provengo da una grande metropoli europea.... Lussemburgo! La città m’ispira, mi fa vibrare.

C’era un tempo in cui ogni città aveva la sua anima, la sua atmosfera, il suo scenario ma purtroppo oggi si rassomigliano l’una con l’altra sempre di più.

Mi ritrovo quindi a voler fuggire, a cercare rifiugio nella natura.

“Idiosynkrasia”, tuo ultimo disco, è un album molto sperimentale. Ci racconti che emozioni provavi durante la scrittura dei brani?

La produzione di “Idiosynkrasia” ha richiesto più di un anno e mezzo. Alcune composizioni erano più o meno strutturate, ma nella mia testa altre si venivano ad aggiungere durante la registrazione. In totale, ho fatto tre viaggi a Detroit per registrare e mixare l’album. La città e la sua gente sono state di un’importanza fondamentale per l’atmosfera del disco ed ho cercato di sfruttarle al massimo. Direi che tra tutti i dischi che ho registrato questo è quello che mi sta più a cuore, è il mio omaggio a Detroit in qualche modo.

PassaParola HA INCONTRATO PER VOI UNO DEI MUSICISTI PIÙ VIRTUOSI ED ECLETTICI DEL PANORAMA MONDIALE. CAPACE DI SPAZIARE TRA L’ELETTRONICO E LO SPERIMENTALE, QUESTO GIOVANE PIANISTA FONDE IL SUO AMORE SCONFINATO PER TUTTO CIO’ CHE È SUONO CON UNA CHIARA MATRICE CLASSICA. Francesco Tristano SARÀ IN CONCERTO CON PASCAL SCHUMACHER E BACHAR KHALIFÉ GIOVEDI 17 FEBBRAIO ALLA PHILHARMONIE

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/ PASSAPAROLE /

Lorenza Ghinelli

È USCITO IN ITALIA A FINE GENNAIO “Il divoratore”, ROMANZO D’ESORDIO DI Lorenza Ghinelli, CHE HA CONQUISTATO GLI ADDETTI AI LAVORI ALLA FIERA DEL LIBRO DI FRANCOFORTE, LO SCORSO ANNO. LA NEWTON COMPTON HA FATTO SAPERE CHE DOPO APPENA DUE ORE DALLA PRESENTAZIONE DEL ROMANZO AGLI EDITORI, SONO STATE CHIUSE IMPORTANTI TRATTATIVE CON VARIE CASE EDITRICI EUROPEE PER I DIRITTI DI TRADUZIONE. PassaParola INCONTRA UNA GIOVANE SCRITTRTICE CHE INDAGA I LATI PIU’ OSCURI DELL’ANIMA

Ti definisci una losca creatura con i ricci. Chi è Lorenza Ghinelli? Come è per una donna trovarsi al centro del mondo della scrittura?

Sembrerà banale, ma ho a che fare con me stessa tutti i giorni. Ed è attraverso questo continuo confronto/scontro che imparo a conoscermi e soprattutto ad accettarmi come sono. Le definizioni non mi interessano. Non mi interessa chiedermi chi sono o chi non sono. Mi interessa esplorarmi. E questa ricerca, questa curiosità di conoscermi, è alla base di tutto il mio lavoro di scrittura.

Non so se mi trovo al centro del mondo della scrittura, non so a quale latitudine o longitudine io mi trovi. Mi seguo. Cerco di ascoltarmi, quello che succede lo scopro passo passo. Non mi interessano i calcoli.

So solo che quello che mi sta ac-

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un ciuffo di capelli

RIBELLI...

Testo / Elisa Cutullè Foto / Grazia Ippolito

cadendo è stato fortemente voluto e desiderato, ma mai progettato. Il desiderio è un motore potente, anche i sogni lo sono; e attraverso la penna diventano carne.

credo tutt’ora, ho trovato chi ci ha creduto assieme a me. Credo sia questo che ha permesso a questo sogno di prendere corpo. Ora ho altre storie da raccontare.

“Il Divoratore” ha riscosso un grande successo al Salone Internazionale del libro di Francoforte. La tua casa editrice Newton Compton ha già venduto i diritti per la traduzione.

Raccontaci.

Ho scritto “Il Divoratore” prima di tutto per me stessa. È una storia che mi appartiene. Amo questo libro, ci ho creduto da subito e ci

Nella tua opera tratti il tema della pedofilia: è una denuncia di una problematica scottante oppure una mera scelta stilistica da intendersi anche come omaggio ad una tua fonte ispiratrice?

In realtà non parlo di pedofilia. La pedofilia, come il bullismo, come la xenofobia, come ogni forma di violenza e sopraffazione, entra nelle

/ PASSAPAROLE /

pagine perché scrivo di paure. Scrivere “Il Divoratore” è stato come aprire le segrete della mente e ascoltare ciò che di più violento e terrifico c’è dentro di noi. Cos’ho scoperto? Che tutto ciò che è violenza ha a che fare con parti negate del nostro essere.

E che divoriamo simbolicamente tutto ciò che non riusciamo a contenere e a comprendere. L’arte è uno strumento catartico per dare voce a queste parti e condividerle. Nel mio romanzo l’unico testimone oculare di chi (o cosa) abbia divorato bambini, non viene ritenuto attendibile perché giovanissimo e autistico. Ma col dono del disegno in prospettiva dall’età di tre anni. Un autistico geniale, ma quello che disegna, ossia la sua testimonianza, non viene ritenuta reale, né tantomeno possibile.

Mi interessava raccontare come la chiave di risoluzione di problemi che ci coinvolgono nel profondo, spesso sia depositata in persone e luoghi non convenzionali. Per risolvere il mistero del libro è necessario quindi un ribaltamento di prospettive, uno sguardo nuovo. Inoltre mi interessava raccontare tutto questo senza cadere in moralismi patetici che non mi appartengono. La vita credo sia questione di strumenti, non di bianco o nero. Sono gli strumenti di cui disponiamo al momento a decidere come e se potremo far fronte alle situazioni. Il mio romanzo si apparenta ai generi noir e horror, ma credo di avere raccontato una storia vera. Mi avvalgo di simboli per farlo, racconto favole nere, ma è il mio modo per raccontare il reale.

Il tuo percorso di formazione tu lo definisci schizoide; il tuo utilizzo delle diverse forme di scrittura è la tigmatizzazione o l’esaltazione del tuo “seme di follia”?

Non ho mai dato per scontato di essere tagliata per una cosa piuttosto che per un’altra. Io devo provare, mi

J.A.S.T (Marsilio Editore) Acronimo di: Just Another Spy Tale Lorenza Ghinelli, Daniele Rudoni, Simone Sarasso Un’avvincente e innovativa spy-story scritta da un collettivo di scrittori capitanato da Simone Sarasso New Jersey, 2007: qualcosa di molto pericoloso viene rubato da una base militare del governo americano. Quattro agenti segreti si mettono sulle tracce dell’oggetto misterioso, lo inseguono attraverso tre continenti sfidando la morte per portare a termine la missione. Un oggetto narrativo senza precedenti, un’esperienza d’intrattenimento unica nel suo genere: J.A.S.T. è un romanzo, ma non è solo un romanzo.

devo testare e devo sentire quali emozioni si mettono in circolo. È da quando son piccola che mi sento dare dell’incoerente. Come se la coerenza fosse un valore. E poi quale sarebbe il metro con cui misurare la coerenza? Io non ho bisogno di rassicurarmi. Non penso che seguendo un percorso rettilineo giungerò a qualcosa. L’unico percorso rettilineo è quello che dalla pancia di nostra madre ci porta dritti dritti alla tomba. È il tempo. E a pensarci bene nemmeno lo so cos’è il tempo, anche lui è un’invenzione umana.

Probabilmente la sua natura è tutt’altro che rettilinea. Insomma, non parlerei né di stigmatizzazione né di esaltazione. Io mi sperimento perché se non lo faccio avvizzisco.

Hai sperimentato una scrittura collettiva, J.A.S.T., (ed. Marsilio).

Come sei riuscita a coniugare le tue idee con quelle degli altri scrittori? È stata una vera e propria esperienza formativa! Stimo tantissimo sia Simone sia Daniele, sono grandi.

Lavorare con loro mi ha permesso di sperimentarmi moltissimo. Abbiamo negoziato ogni scelta, discusso e ridiscusso ogni dettaglio, ci siamo concessi la libertà assoluta di scrivere e di seguire quello che sentivamo dentro e solo in un secondo tempo abbiamo operato in maniera chirurgica sulla nostra creazione. Per il mio ego è stata una bella lezione.

Ogni scrittore è legato al suo stile in modo spesso ottuso. Pensa che il modo in cui ha descritto una certa cosa sia il migliore. Scrivendo a più mani questa assurda convinzione è destinata ad essere smantellata. È il modo più creativo per confrontarsi e sporcarsi le mani. Durante la stesura di J.A.S.T ho sentito la mia scrittura cambiare, asciugarsi e rafforzarsi. Lo rifarei mille volte. Anzi, lo rifarò!

“Lorenza Ghinelli è l’ulteriore esempio di un miracolo ricorrente.

Lingua perfetta, lontanissima dai luoghi comuni dei generi noir e horror, cui pure si apparenta. Efficacia stilistica totale, con frasi talora elaborate che nulla tolgono alla scorrevolezza del testo e al fluire della trama. Un crescere della suspense ottenuta evitando mezzucci ed espedienti di seconda mano”.

Valerio Evangelisti

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/ FEMMINILE PLURALE /

Donne e Risorgimento:

un omaggio a tante sconosciute

Donne senza volto e quasi senza

storia, donne eroine che latitano nei nostri libri di storia; figure femminili che hanno contribuito al processo risorgimentale ma la cui storia è nota solo a pochi.

Eppure sono tante le donne, che scavando nella memoria, si trovano a combattere, aiutare, soccorrere, costruire, morire per gli ideali di libertà e indipendenza per i quali molti morirono.

La storica Elvira Landò, che ha scritto tante pagine sulle donne e il Risorgimento dice : « Sia che aprano i loro salotti al nuovo spirito libertario come Nina Schiaffino Giustiniani o Bianca De Simoni Rebizzo, sia che accolgano gli esuli nelle loro case, come

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Testo / Paola Cairo

MENTRE SI FESTEGGIANO DAPPERTUTTO IN ITALIA E ALL’ESTERO I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA, NOI VOGLIAMO APPROFONDIRE UN TEMA QUASI IGNOTO: QUELLO DELLE FIGURE FEMMINILI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA NASCITA DELLO STATO UNITARIO. LIBRI (POCHI), RICERCHE PERSONALI, RIFERIMENTI WEB CI HANNO PERMESSO DI SCOVARE LE DONNE TESSITRICI DELLA NOSTRA STORIA, LE PROTAGONISTE DAME, PATRIOTE, EROINE CHE SONO LE NOSTRE AVE, CHE SONO LE NOSTRE PROGENITRICI, CHE CI HANNO PERMESSO DI CRESCERE E DI DIVENTARE QUELLE CHE SIAMO OGGI. RIPERCORREREMO, ATTRAVERSO LE VITE DI MOLTE PROTAGONISTE DELLA STORIA ITALIANA, QUEI DECENNI CHE DALLA RESTAURAZIONE (SEGUITA AL CONGRESSO DI VIENNA 1814), PASSANDO PER LE GUERRE DI INDIPENDENZA, TERMINARONO CON LA PROCLAMAZIONE DELLO STATO UNITARIO NEL 1861

/ FEMMINILE PLURALE /

Giuditta Sidoli o svolgano nuovi ruoli, come prodigarsi come infermiere, fondare scuole e istituti professionali, asili per gli orfani, studiare problemi sociali e del lavoro, come Bianca Rebizzo, Cristina Trivulzio, Elena Casati Sacchi, Luisa Solera Mantegazza, sia che combattano cavalcando come a Milano Cristina Trivulzio o sulle barricate, come a Novara Teresa Durazzo Doria o Anita Ribeiro Garibaldi a Roma - vicina al suo José a Villa Spada nel giugno 49, incinta del quinto figlio e destinata a spirare il 3 agosto dopo un calvario di 33 giorni, di marce forzate a cavallo, a 28 anni - oppure sostengano con la loro fede destini di esilio e di prigionia, esse consegnano alla storia e al futuro dell’Italia un patrimonio di valori morali e civili che accompagnerà il faticoso percorso dell’Unità ».

Poetesse, madri, giornaliste, insegnanti molto apprezzate ma poco valorizzate in una storia scritta soprattutto da uomini, che ridussero spesso le loro figure a personaggi romanzeschi. Donne che hanno gettato il seme di quell’emancipazione ancora non completamente realiz-

zatasi oggi, che ha avuto il suo massimo apice nel diritto di esprimere il loro voto solo nel 1947.

Gaetano Afeltra su La Repubblica (2003) scrisse: «L’Italia è donna, si dice, alludendo al fatto che, nell’iconografia ufficiale, la Repubblica Italiana è rappresentata da una statuaria figura femminile col capo cinto dalla corona turrita. E le donne, nelle imprese che hanno portato all’unità d’Italia, hanno compiuto azioni di grande coraggio e intraprendenza, forse non ancora conosciute quanto meriterebbero».

Rachele Farina, Laura Aveta, che hanno riportato alla luce personaggi che non languiscono nel mito della donna del Romanticismo, ma anticipano la dimensione femminile della storia moderna e contemporanea.

Numerosi, dunque, furono gli episodi di cui furono protagoniste, forse inconsapevoli o forse no, le patriote italiane. Che oggi ci riempiono di stupore, considerando la passione, l’intraprendenza, il coraggio di molte di loro che parteciparono a battaglie, cucirono bandiere, fondarono giornali, aprirono i propri salotti, scrissero poemi, combatterono, diedero alla luce futuri patrioti, furono carbonare. Difficile la ricerca storica che hanno fatto in questi anni le intellettuali come Donatella Massara, Renata Pescanti Botti,

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/ AGENDA /

DOVE

QUANDO

SILHOUETTENWECHSEL. La moda decreta la fine del corsetto Un viaggio nella storia della moda, in tutte le sue sfaccettature e le la sua sensualità, ma anche un viaggio speciale che ripercorre l’ascesa e la decadenza del corsetto, capo d’abbigliamento femminile molto discusso. La mostra vanta anche dei veri e propri “gioielli” come un abito da passeggio della principessa Sissi, un abito da cocktail di Romy Schneider ed un vestito da ballo dell’Imperatrice Soraya di Persia.

Fino al 13 Marzo 2011

martedì, mercoledì, venerdì, domenica / 10-18 giovedì / 10-20 sabato / 12-18 lunedì chiuso

Historisches Museum Saar Saarbrücken - Schlossplatz (EC)

Tante altre notizie disponibili giorno per giorno sul nostro sito alla voce AGENDA ed ogni sabato mattina in diretta a VOICES BY PASSAPAROLA (Radio Ara - 103.3/105.2)

www.passaparola.info

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Direttamente da Bra, provincia di Cuneo, SIMONA BRERO, giovane piemontese con una sorella in Lussemburgo, ha creato un SITO DI E-COMMERCE DI PRODOTTI ENOGASTRONOMICI di alta qualità e prodotti d’eccellenza. Il sito è affiancato da un blog nel quale si possono trovare informazioni culturali, storiche, culinarie sulla regione. www.langood.it

www.ptd.lu Paul Thiltges della Paul Thiltges Distributions sta promuovendo la serie “PIPÌ, PUPÙ & ROSMARINA” di Enzo d’ALÒ (scritta da Vincenzo CERAMI pubblicata in dvd (DVD 1, 13 episodi x 7 minuti) in lussemburghese, inglese e ITALIANO!!

Pipì, Pupù e Rosmarina è una serie animata prodotta da Cometafilm-Rai Fiction-PTD, sceneggiata da Vincenzo Cerami e AnnaLaura Cantone.

L’autore, che ha anche curato La gabbianella e il gatto e La Pimpa, altro storico cartoon Rai, ha presentato Pipì, Pupù e Rosmarina al Giffoni Film Festival riscuotendo un grande successo tra i bambini presenti. Per acquistare una copia, scrivi a info@ptd.lu.

APPELLO ALLA SOLIDARIETA’ Lo scorso 11 novembre, un incendio ha devastato l’intero deposito del CLAE situato negli uffici in 26, rue de Gasperich a Lussemburgo.

Il danno è stato notevole: il deposito, come pure le sue infrastrutture sono state distrutte. In questo spazio era stata riposta tutta l’attrezzatura necessaria per l’organizzazione del Festival des migrations, des cultures et de la citoyenneté: cavi elettrici, attrezzature da cucina professionale, in particolare forni, frigoriferi, friggitrici, griglie, e molto altro. I danni stimati sono decine di migliaia di euro. Il Clae chiede la solidarietà del mondo associativo, in modo da poter ricomprare alcune delle attrezzature essenziali per le cucine del Festival.

E’ possibile eseguire un versamento sul conto bancario: IBAN LU32 1111 0184 5121 0000 intestato al CLAE Services asbl, con causale: solidarietà.

un mese d’AMORE

Rose rosse e bollicine per un piccante febbraio all’Hotel Black di Roma

PERCHÉ LIMITARE AL SOLO WEEK END DI SAN VALENTINO LA POSSIBILITÀ DI TRASCORRERE UN INDIMENTICABILE INTERMEZZO D’AMORE? L’Hotel Black DI ROMA HA PENSATO DI OFFRIRE AGLI INNAMORATI UN PACCHETTO MOLTO PARTICOLARE VALIDO PER TUTTO IL MESE DI FEBBRAIO. COME SCENARIO, UNA SPLENDIDA CAMERA ADDOBBATA CON PEPERONCINO, PER RENDERE PIÙ PASSIONALE E PICCANTE LA FUGA D’AMORE. PER “LEI” UN MAZZO DI ROSE ROSSE CON UN ROMANTICO BIGLIETTO DA PARTE DEL PARTNER, E POI UNA BOTTIGLIA DI SPUMANTE PER CELEBRARE L’EVENTO.

lare. Il Black Hotel infatti è un albergo intrigante, perché intimo e riservato all’interno di un parco nelle vicinanze della via consolare Aurelia. Non mancano un’accattivante e ricercata cucina offerta dal ristorante “Edon” all’interno dell’hotel con un menù moderno ispirato però alla più antica tradizione romana e mediterranea, così come una piccola area fitness per tenersi in forma anche lontano da casa. Aperto nel 2005, l’albergo a 4 stelle conta 68 camere, tutte arredate con finiture naturali e di pregio. Ed ancora: la piscina scoperta, l’area meeting e la terrazza completano una struttura assolutamente unica ed esclusiva.

Da non perdere le gustose specialità gastronomiche del ristorante, dove si possono apprezzare anche vini autoctoni.

Black Hotel Via Sardiello, 18 – 00165 – Roma Tel. +39 06 66410148 www.blackhotel.it

pubbliredazionale

E se desiderate qualcosa di più...

Si chiama “Roma Pass” ed è la chiave che apre le porte di musei e palazzi romani. E’ il regalo a chi sceglie di trascorrere un week end al Black hotel della capitale

PACCHETTO “Roma pass con il Black” Valido dal 01 febbraio al 31 marzo 2011 include: 2 notti in camera doppia, 2 cene presso il ristorante Edon, prima colazione e l’omaggio di due “Roma Pass”. Costo: 185 euro per persona

LA NOSTRA OFFERTA

Il tutto in una cornice molto partico-

Il pacchetto, che costa 170 euro per due persone comprende la sistemazione in camera doppia con prima colazione all’americana, mazzo di rose rosse e bottiglia di spumante all’arrivo, una cena per due “à la carte” a lume di candela in camera oppure presso il ristorante “Edon” dell’albergo; ed ancora: quotidiano al risveglio. Per eventuali notti supplementari, il prezzo della camera matrimoniale è di € 90,00 con piccole colazioni comprese.

un mese d’AMORE

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/ EUROPARLIAMONE /

Minori che scompaiono:

che fa l’Unione europea?

Testo / Daniele Rossini

IN TUTTI I PAESI DELL’UNIONE EUROPEA SCOMPAIONO OGNI GIORNO BAMBINI, ADOLESCENTI, ADULTI. IL FENOMENO PIÙ INQUIETANTE RIGUARDA LA SCOMPARSA DI MINORI

Si

possono suddividere in tre categorie i minori che scompaiono: - bambini contesi da genitori in lite: un padre o una madre che nascondono il figlio al coniuge; sono casi di scomparsa spesso anche molto drammatici ma di cui è ben conosciuta la causa e di cui si occupa il tribunale competente; - minori che si allontanano da casa per fughe dimostrative; le loro scomparse vengono denunciate, ma poi i familiari, una volta che i figli ritornano o vengono ritrovati, si dimenticano di ritirare la denuncia e tali dati vanno così ad ingrossare enormemente il numero dei minori presunti scomparsi; - i casi di scomparsa vera e propria, quelli inspiegabili o tragici, quelli di cui non si trova né movente né soluzione; per fortuna questi casi di autentica scomparsa non sono numerosi, ma quando si verificano, trasmettono angoscia ben oltre la cerchia familiare.

Poiché sono sempre di più i cittadini europei che vivono, lavorano e

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viaggiano in altri paesi dell’Unione europea, è importante che sia facilitato al massimo l’accesso ai servizi di assistenza essenziali. Ma a chi possono chiedere aiuto i genitori dei bambini scomparsi? In diversi Stati UE esistono già linee di assistenza telefonica diretta per segnalare la scomparsa di minori, ma il numero varia da un paese all’altro.

In Italia un’àncora di salvezza a cui si ricorre frequentemente è la trasmissione televisiva «Chi l’ha visto?», condotta da Federica Sciarelli su Rai3. Ma cosa si fa in Europa per porre rimedio a questo fenomeno?

Nel febbraio 2007 la Commissione europea ha adottato una decisione (decisione 2007/116/CE in Gazzetta ufficiale L 49 del 17.2.2007) che obbliga gli Stati membri a riservare ai servizi a valenza sociale l’arco di numerazione telefonica a sei cifre che inizia con 116. In forza di questa decisione della Commissione, il servizio 116 deve essere gratuito ed offrire ai cittadini informazioni e assistenza in permanenza, 24 ore.

Il 116 000 è stato il primo numero telefonico riservato in tutti gli Stati UE per la segnalazione di minori scomparsi. Una linea diretta unica in tutti gli Stati UE consente ai minori e ai genitori in difficoltà di chiedere aiuto anche fuori dallo Stato di provenienza, ad esempio se il minore scompare mentre è in vacanza con la famiglia. Nel giugno del 2008 la Commissione ha chiesto agli Stati membri informazioni dettagliate sull’attivazione del 116 000. Dall’inchiesta è emerso che è stato fatto ben poco per rendere nota l’esistenza di questo numero telefonico, con conseguenti ritardi nell’attivazione della linea diretta unica in tutta l’UE. Secondo numerosi fornitori del servizio, due sono gli ostacoli maggiori che rallentano l’introduzione e l’attivazione della linea di assistenza telefonica diretta per minori scomparsi: la carenza di informazioni e i costi di gestione del servizio.

/ EUROPARLIAMONE /

Nella sua comunicazione del 17 novembre 2010 la Commissione evidenzia che questi problemi si possono affrontare seguendo l’esempio dei paesi in cui la linea è operativa con risultati più che soddisfacenti.

Le migliori pratiche sono state individuate in Belgio, Francia, Grecia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Ungheria.

Il problema sta a cuore alla

commissaria per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, la lussemburghese Viviane Reding, la quale ha rivolto un pressante appello agli Stati membri affinché si affrettino a mettere in servizio la linea telefonica speciale per garantire la protezione dei minori.

Il pacchetto di riforme in materia di telecomunicazioni adottato con la direttiva 2009/136/CE, (in Gazzetta ufficiale L 337 del 18.12.2009) conferisce alla Commissione il potere di imporre misure tecniche di attuazione per garantire l’attivazione effettiva dell’arco di numerazione 116, in particolare del numero 116 000 assegnato alla linea di assistenza telefonica per minori scomparsi.

Il termine per il recepimento delle disposizioni imposte da questa direttiva è fissato al 25 maggio 2011. La linea 116 000 è attualmente operativa solo in 13 Stati membri: Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Ungheria e Gran Bretagna (in quest’ultimo paese la linea è parzialmente operativa).

Gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa: in viaggio attraverso i paesaggi europei Testo / Eleonora Berti

In occasione del 10° anniversario della Convenzione Europea del Paesaggio, l’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali

ha proposto lo scorso dicembre all’Abbazia di Neumuenster una conferenza per fare un bilancio sulle ricerche e gli studi realizzati sugli itinerari del Consiglio d’Europa Parchi e Giardini-Paesaggio, a partire dal 1993 ad oggi. Il viaggio lungo gli itinerari permette ai viaggiatori e alle popolazioni che abitano i luoghi, di ritrovare quei segni che la storia vi ha impresso. E il paesaggio diviene una “narrazione” che si snoda, passo dopo passo, lungo questi cammini, che disvelano agli occhi dei viaggiatori la storia europea.

www.culture-routes.lu febbraio 2011

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