PassaParola Magazine

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6 APRILE 2009 • 6 APRILE 2010

Anno VII, Numero 4 • MAGGIO 2010

2€

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EDITORE PassaParola a.s .b . l . 52, rue Goethe L-1637 Luxembourg www.passaparola.info info@passaparola.info

DIREZIONE

REDAZIONE

Maria Grazia Galati mariagraziagalati@gmail.com tel. 621 75 80 50 Paola Cairo redazionepp@gmail.com tel. 691 72 04 96

Remo Ceccarelli Gilda Luzzi Erika Maddalena Daniele Rossini Paolo Travelli

HANNO COLLABORATO

GRAFICA STAMPA

Sonia Sion Wanda Senese

PRINTOPOLIS

L’Aquila, non spegniamo i riflettori Non siamo andate a L’Aquila per "raccontare" il terremoto. Non abbiamo parlato con la gente del luogo dopo la tragedia né tantomeno vissuto nelle tendopoli come molti colleghi hanno fatto. Non abbiamo realizzato nessuna inchiesta, nessun articolo è stato scritto sulle pagine di questo giornale da persone che si sono recate direttamente sul luogo. Ma già lo scorso anno un piccolo contributo lo abbiamo dato anche noi, ospitando durante la trasmissione di VoicesbyPassaParola del 4 luglio 2009 i responsabili del comitato "Emergenza Abruzzo", risultato di un grande spirito di solidarietà locale. Neanche quest’anno, ad un anno di distanza, abbiamo potuto direttamente essere lì, tra la gente, per

vedere, capire, raccontare le piccole, grandi storie di chi vive ogni giorno una realtà ancora dura, una ricostruzione soltanto lontanamente iniziata e soltanto da pochi media raccontata nel segno della verità. Nel nostro piccolo vogliamo rendere conto di quello che accade qui: abbiamo dedicato le pagine dell’ Obiettivo su... di questo numero alle iniziative locali di commemorazione, organizzate nei prossimi mesi. Come la mostra "Il coraggio della speranza" e come la presentazione del libro che racconta quei tremendi giorni a cura del giornalista Jean Portante. E, con l’intervista al signor Calvisi, abbiamo reso conto dei fondi raccolti qui. Perché, anche se non abbiamo i mezzi delle grandi testate nazionali o

internazionali, vogliamo anche noi contribuire alla conoscenza e commemorare le vittime. Ma soprattutto ricordare a tutti di non distrarsi dall’argomento. Di non affidarsi solo ai media tradizionali ma cercare anche fonti alternative (per es. i reportage quotidiani di Abruzzo24ore.tv, televisione locale che per mesi ha lavorato nella precarietà dei container; ed ancora i reportage dei grandi media internazionali: uno tra tutti Der Spiegel che ha raccontato come l’aiuto promesso dagli amici del G8 sia rimasto in gran parte inatteso). Per restare vigili, anche da lontano, su quello che succede. Per non spegnere i riflettori.

MGG & PC Garage Vigliotti s.à.r.l.

PassaParola - Editoriale

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Il centro Italia visto attraverso Viterbo e la Tuscia

Sulle pendici dei Monti Cimini si nasconde uno dei tanti gioielli del Bel Paese: Viterbo e la sua provincia, denominata la Tuscia. Quando si entra in questa città medievale si viene rapiti dal fascino del suo centro storico, con il Palazzo dei Papi risalente alla seconda metà del 1200, accanto al quale sorge il Duomo di San Lorenzo. Vicino alla sua piazza si estende, poi, il vecchio quartiere medievale di San Pellegrino, conservato quasi completamente integro e dove si trovano tante botteghe artigiane dove acquistare le ceramiche della zona. La storia di questa città laziale è 4

PassaParola - Destinazione Italia


profondamente legata al cristianesimo per due ragioni: essa divenne sede papale nel 1243 ed è, inoltre, l’ultima tappa del pellegrinaggio sul percorso della via Francigena, prima di arrivare a Roma. Con la curia papale Viterbo raggiunse il suo massimo splendore e, grazie al continuo passaggio dei pellegrini, la città e tutta la sua provincia si arricchirono economicamente e culturalmente. E se questo è vero per la città, lo è altrettanto per le famose terme, che si trovano poco fuori le mura e si chiamano, appunto, Terme dei Papi. Le origini delle terme viterbesi risalgono agli etruschi e, dopo di loro, i romani ampliarono e valorizzarono questi luoghi nati, come vuole la leggenda, dalla sorgente "Bullicame". Ma furono ancora una volta i papi, dopo il declino delle invasioni barbariche, a ridar loro nuova vita. Ancora oggi le bellissime Terme dei Papi sono frequentatissime da giovani e meno giovani per scopi terapeutici, ma anche semplicemente per rilassarsi e divertirsi. Ed è per le stesse ragioni che, oltre a Viterbo, vale la pena inoltrarsi nella provincia della Tuscia, alla scoperta dei tanti centri di interesse storico e culturale e delle bellezze naturali della zona. Solo per citarne alcuni: Tarquinia e la sua necropoli, Civita di Bagnoreggio con il borgo arroccato su uno sperone di tufo, Bomarzo con il suo Parco dei Mostri. E, per gli amanti della natura: i boschi dei Monti Cimini, il Lago di Vico e quello di Bolsena, che è il lago vulcanico più grande d’Europa. Mille motivi per scoprire quest’angolo d’Italia, che fonde cultura e tradizioni romane, toscane e umbre, anche per quanto riguarda la gastronomia: prodotti come il pecorino romano, le nocciole dei Cimini, l’olio d’oliva e i vini, il più famoso dei quali è l’EST! EST! EST!. O piatti prelibati come il Fieno di Canapina (una pasta sottilissima) e l’Acquacotta (vedi foto), a base di pane raffermo, cicoria, mentuccia e olio. E se non vi fidate di chi scrive, non potrete non fidarvi del sommo Dante: "Qual del Bulicame esce ruscello che parton poi tra lor le peccatrici tal per la rena giù sen giva quello… ". Inferno XIV, 79-81. Erika Maddalena

Antico casale del 1400 nel cuore della campagna viterbese: Podere dell’Arco Country Charme Strada Signorino, 3 - Viterbo tel. 0761 308688 info@poderedellarco.com www.poderedellarco.com

Dormire alle terme: Hotel Niccolò V Terme dei Papi Strada Bagni, 12 - Viterbo tel. 0761 3501 www.termedeipapi.it

B&B nel centro storico: B&B Orchard Via Ortaccio, 8 – Viterbo tel 340 0664177 www.bborcard.it

Le ceramiche viterbesi rappresentano una peculiarità artigianale dalle origini antichissime, una tradizione che risale addirittura agli Etruschi, che abitavano la Tuscia viterbese. Sono ceramiche artistiche "doc" lavorate quasi completamente a mano. Tipici anche i cosidetti "Vinarelli", quadri realizzati col vino. PassaParola - Destinazione Italia 5


Una giovane mamma italiana, autrice di libri per bambini, ha ideato con la sua associazione un gioco didattico davvero eccezionale. Ce lo racconta lei stessa Alessandra Toma vive a Lecce, lavora in banca, ha due bambini, scrive libri per l’infanzia ed è un vulcano di idee! Ha fondato l’associazione GIROTONDO DI PAROLE girotondodiparole.it Con essa ha creato e commercializzato le cosidette CARTE DI PROPP, un gioco dove i bambini sono coinvolti in prima persona allo scopo di inventare, seguendo schemiguida, delle favole. Come è nata l’idea dell’associazione e con chi lavori? Per lo scopo di invogliare i più piccini alla lettura e alla scrittura, supportando il lavoro svolto in classe dalle maestre e cercando di coinvolgere le famiglie. Faccio tutto da sola! Cosa sono le LE CARTE DI

PROPP? Sono uno strumento utile per lo studio delle fiabe che non esisteva in commercio, ma che veniva realizzato solo "manualmente" dalle maestre. Vladimir Propp era uno studioso di fiabe popolari. Dopo averle studiate e analizzate, stabilì che in ogni racconto ci sono degli elementi fissi, chiamati

"funzioni", che si ripetono nelle fiabe mantenendo sempre la stessa successione. Lui ne indicò ben 31, che puntualmente si ritrovano in tutte le fiabe. Successivamente Gianni Rodari ridusse le funzioni da 31 a 21.

In cosa consiste l’attività della tua associazione oltre alla realizzazione di questi prodotti? Periodicamente incontro i bambini nelle scuole, nelle biblioteche e nelle librerie sia per la presentazione dei miei libri che per corsi di scrittura creativa e filastrocche. Stai scrivendo altri libri? Si: sto lavorando ad un progetto per avvicinare i bambini all’opera lirica, trasformando i libretti delle opere più famose in racconti; ed ancora: scriverò favole che facciano conoscere ed accettare il problema della celiachia ai bambini che ne sono affetti. Sto preparando anche un libro (per ragazzi questa volta) che affronta il tema della morte e dell’aldilà. MGG

E’ possibile contattare direttamente Alessandra Toma per avere informazioni sulle sue pubblicazioni, le sue attività e per acquistare le CARTE DI PROPP: www.girotondodiparole.it alessandra_toma@yahoo.it 0039-328-3766627 6 PassaParola - Italia Giovane


Educatore alla Maison des jeunes del Clausen e vice presidente di Terres des Hommes Luxembourg (www.terresdeshommes.lu), organizzazione presente in tutta Europa, che ha come scopo la difesa dei diritti dell’infanzia in difficoltà senza discriminazioni di ordine politico, razziale o religioso Terres des Hommes Luxembourg (TDHL). TDHL fu fondata nel lontano 1966 sulla scia di Terres des Hommes Svizzera per sostenere adozioni, organizzare collette di fondi per bambini indigenti e progetti umanitari internazionali. Nel 2008 dopo un ricambio generazionale vengono eletti il medico Joseph Faber alla presidenza e Domenico Laporta alla vice - presidenza. Classe 1980, italiano nato in Lussemburgo, Domenico fin da adolescente si appassiona alla figura di Che Guevara. Impegnato per molto tempo nel sociale con varie associazioni, Laporta racconta la nascita del suo impegno: "Dopo due viaggi a Cuba, ho capito che c’era moltissimo da fare in quel Paese ma sopratutto nel mondo". Domenico viene da un ambiente

popolare ed ha molti amici capoverdiani. Dirige quindi la sua attenzione all’isola di Fogo (Capoverde) detta l’isola del grande vulcano. Prima di avviare progetti si reca sul posto per conoscere i luoghi, le persone e avviare rapporti di collaborazione. Capoverde è Paese di forte immigrazione verso il Lussemburgo che vi ha aperto anche un Consolato per orientare chi desidera lasciare il Paese. L’associazione si innesca nell’economia della piccola isola portando soldi e competenze. In una località del TDHL interno avvia la costruzione di una casa per giovani, la ristrutturazione di un campo da calcio, una piccola scuola e uno studio medico (in collaborazione con un ospedale italiano). "Non vogliamo, spiega il vicepresidente, solo portare le infrastrutture e andarcene, bensi avviare progetti di microfinanza e formazione professionale per i giovani dai 15 ai 20 anni che sono la fascia più debole della società. Tutto questo coinvolgendo anche le associazioni capoverdiane in Lussemburgo per il miglioramento progressivo dell’intera comunità". Laporta da bravo italiano adora il calcio. E ha pensato di esprimere questa sua forte

vocazione sportiva nella formazione di giovani. Da qualche anno allena squadre di streetsoccer, freestyle football, pallone di strada, foot tennis, di beach soccer che spiega cosi: "Sono sport considerati varianti informali del calcio e servono per valorizzare i bambini e i giovani che spesso non rientrano nelle squadre di calcio agonistiche, le quali puntano troppo sulla competizione. Grandi risultati stiamo ottenendo nel Torneo nazionale con la squadra Calcio ALSS Quadro Delizioso". La Caritas gli offre una nuova opportunità: allenare la squadra nazionale dei sans abri (senza fissa dimora, ndr) in vista della partecipazione all’Homless Word Cup (Rio de Janeiro 2010, ndr). Quest' anno sarà il nuovo l’allenatore che porterà la squadra in Brasile. "Perchè il calcio non deve essere solo visto come fonte di guadagno ma soprattutto uno sport con un grande significato umano". www.chesolidarite.com w w w. a l s t r e e t s o c c e r. c o m Contact: alstreetsoccer@gmail. com 661 921 482 picci PassaParola - Personaggio

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Da Daniela Priori alla "Feuillantine" di nuovo tante buone specialità italiane: dolci e salate

La simpatica e gentile titolare della panetteria/pasticceria di Val Saint Croix ha riaperto i battenti. Stessi orari, stesse specialità italiane. Si chiama Feuillantine adesso, ma il negozio è sempre lo stesso e a gestirlo è sempre Daniela Priori, che dopo qualche mese di chiusura, ha riaperto la sua vetrina e soprattutto il suo forno! Per la gioia di molti, che da settembre a febbraio si erano sentiti un po' "orfani"... Si, perché da Daniela Priori non

si va solo per comprare il pane, ma lare del pane, fatto ancora secondo le anche per bere il caffè, fare due più antiche e genuine regole di casa chiacchiere, comprare i pasticcini nostra. della domenica ed ordinare la torta di compleanno. Nel pieno rispetto delle più classiche ed amate tradizioni italiane. Daniela Priori offre, specialmente in questo periodo, tanti prodotti su richiesta, apposta per cerimonie (Cresima e Comunione). E con la bella stagione arriverà pure il gelato: buono e italianissimo! Per non par-

La Feuillantine Pasticceria e Panetteria Pasticceria e Panetteria

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PassaParola - L’Italia a Tavola


Il nuovo Cherubino trasloca e lo fa...alla grande! Il ristorante, dopo la chiusura in città (a rue de Notre Dame, insieme al Cherubino Cafè), ha riaperto i battenti a LIVANGE, appena fuori città. In un ambiente elegante e minimalista, con salette private ed una splendida terrazza, si potranno sempre gustare le ottime specialità pugliesi, coccolati dalle attenzioni di Tonio Pica e del suo staff. Il Cherubino vi aspetta per mostrarvi la nuova ubicazioni, per offrirvi tante belle sorprese e...presto, di nuovo, tanti eventi gastronomici in collaborazione con PassaParola. Rue de Turi L-3378 LIVANGE Tél.: +352 26 52 26 26 Fax: +352 26 52 26 27


Sconto del 50% sui biglietti ferroviari andata e ritorno per Metz dal 11 al 18 maggio centrepompidou-metz.fr

A Metz apre il Centre Pompidou; sarà il punto di riferimento per l’arte moderna e contemporanea della Grande Regione e luogo di scambi interdisciplinari e di ricerca Apre il 12 maggio il Centre Pompidou-Metz ideato dall’architetto giapponese Shigeru Ban, noto per aver progettato unità abitative ecologiche in carta per risolvere l’emergenza dopo un terremoto.

Questo nuovo centro culturale e museale opererà scelte culturali indipendenti rispetto al Centre Pompidou di Parigi e valorizzerà un’area geografica nevralgica nel panorama europeo.

L’edificio del nuovo Museo ricorda un cappello cinese e la complessa struttura architettonica è stata pensata in modo da suggerire l’apertura e lo scambio tra culture e il dialogo con l’ambiente circostante. L’edificio, con pianta esagonale, è attraversato da tre gallerie tubolari a forma di parallelepipedo, orientate sui punti più importanti della città: la Cattedrale, la stazione ferroviaria e il Parco della Seille.

Il Centre Pompidou-Metz è stato concepito per far scoprire al grande pubblico la creazione artistica sotto tutte le sue forme, a partire dal 1905 in poi e stimolare la frequentazione dello spazio suscitando l’interesse per l’arte moderna e contemporanea.

Sonia Sion 12 PassaParola - Arte


Uno strumento unico di apprendimento delle lingue. Una sfida corale. Un momento creativo. Un ottimo metodo per conoscere la cultura italiana

15 studenti di 13 nazionalità diverse è il variegato gruppo che l’insegnante Luisella Piccoli Suberni dirigerà l’8 e 9 giugno (ore 19) nello spettacolo "Ridere e Sorridere", tre atti unici di Luigi Pirandello,liberamente adattati: "Cecè", "La Patente" e "La Giara". E’ dal 2004 che la professoressa Piccoli dirige i suoi «attori» con successo. Gli anni scorsi gli allievi si sono

cimentati in opere come "l’Isola dei pappagalli" di Sergio Tofano, "Aggiungi un posto a tavola" di Garinei e Giovannini, "Occhiali neri" di Eduardo De Filippo, "Ti ho sposato per allegria" di Natalia Ginzburg e in opere di loro creazione. Il corso era organizzato all’ interno, dal

Centre de Langues, oggi Institut National de Langues, che quest’anno non ha voluto più ospitarlo. La Piccoli non si è persa d’animo e si è rivolta all’Istituto italiano di Cultura (IICL), che ha accettato di integrare il gruppo « Teatrolingua » all’interno delle sue attività rivolte all’insegnamento e alla diffusione

della lingua italiana. « Il nostro obiettivo finale - racconta la Piccoli - è la rappresentazione teatrale, ma è soprattutto il percorso per arrivarci che conta, fatto di tanti piccoli compiti comunicativi. Si sa che le diverse strutture linguistiche entrano a far parte del sistema di competenze se hanno un preciso riferimento operativo. E poi l’uso creativo e artistico della lingua riesce a motivare maggiormente gli allievi, tra i quali si crea, oltretutto, una specie di solidarietà, di responsabilità reciproca e di amicizia,che dal punto di vista umano è qualcosa di magnifico, di arricchente per tutti. » Adulti che studiano la nostra lingua con entusiasmo e perseveranza e che considerano lo studio

attraverso il teatro come un’ esperienza straordinaria. C’è chi ha la moglie italiana, chi ama la nostra cultura e la nostra arte, chi fa il traduttore e vuole imparare una nuova lingua in maniera giocosa, chi ama il teatro. C’è chi ha già fatto teatro a scuola, chi ha avuto esperienze di teatro in altre lingue, chi è completamente debuttante. Il collante per tutti è imparare divertendosi. In scena e fuori scena la lingua italiana è per loro lingua veicolare. Biglietto 10 euro luxembourgticket.lu

PassaParola - Arte 13



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LISTINO PREZZI STAGIONE 2010 dal

al

05 maggio

17 giugno

Pensione completa 38,00

Mezza Pensione 35,00

B&B

Settimana

26,00

266,00

18 giugno

25 giugno

39,00

36,00

27,00

273,00

26 giugno

16 luglio

43,00

39,00

29,00

301,00

17 luglio 07 agosto

06 agosto 22 agosto

45,00 58,00

41,00 54,00

30,00 -

315,00 406,00

23 agosto

30 agosto

45,00

41,00

30,00

301,00

31 agosto

15 sett.

39,00

36,00

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Uno dei primi problemi da affrontare per le famiglie italiane che arrivano in Lussemburgo è la scuola per i figli. Oggi ci sono diverse soluzioni, pubbliche e private, qualcuno riesce addirittura ad iscrivere il proprio pargolo alla classe italiana presso le istituzioni europee. Che condizioni trovarono invece i figli dei primi immigrati italiani? Irma B., nata ad Esch nel 1931, figlia e moglie di minatori, apre per noi un album di ricordi amari… Irma : hai ricordi della scuola prima della guerra? Si, frequentavo la normale scuola pubblica lussemburghese. Stavo al Brill, in mezzo al quartiere italiano di Esch. Molti dei 25-30 bambini di ogni classe erano figli di immigrati. Maschi e femmine erano separati fino alla terza elementare, poi ci mischiavano. In che lingua parlavano tra di loro i ragazzini italiani? Nessuno di noi capiva il lussemburghese prima di frequentare la scuola, ma lo imparammo in fretta, anche perché i maestri sgridavano chi parlava in italiano; tuttavia nel cortile spesso usavamo la nostra lingua quando giocavamo tra di noi o per non farci capire dagli altri.

Per « gli altri » intendi i bambini lussemburghesi suppongo; andavate d’accordo con loro? Mica troppo! Oggi c’è gente di ogni provenienza, ma quella volta c’erano solo italiani e lussemburghesi e le due comunità si mescolavano poco. Gli insegnanti, per lo più donne obbligatoriamente nubili, ci consideravano il minimo e controllavano appena i nostri compiti. Francamente nemmeno i nostri genitori dedicavano grandi energie ai nostri studi. Era così !

in Sicilia e rimase vittima di un bombardamento aereo alleato. Nel settembre 1943 tornammo tutti nelle scuole lussemburghesi.

In cosa cambiò la scuola durante la guerra? Si studiava poco a causa dei ripetuti allarmi aerei, ma fino al 1942 rimase tutto invariato direi. Nel settembre 1943 invece cambiò tutto: le autorità consolari italiane decisero di raggruppare tutti i bambini italiani di Esch presso la scuola che sorgeva laddove ora c’è la piazza della Frontiera (l’edificio oggi non esiste più, ndr) per educarci all’italiana. C’erano 4 o 5 classi miste ; io ero nella VI assieme ad altri 31 alunni e avevamo un maestro siciliano che si arrabbiava spesso con noi, soprattutto quando parlavamo in dialetto; infatti all’epoca in casa si parlava piuttosto in dialetto e ci veniva spontaneo anche in classe. Per Pasqua questo maestro rientrò

Che atteggiamento avevano i lussemburghesi verso gli italiani nell’immediato dopoguerra? Di certo non ci volevano bene. Ricordo benissimo un episodio molto triste: durante l’ora di religione volò un elastico e il prete vide benissimo che il tiratore era lussemburghese, eppure se la prese con me urlandomi di tornare dal « moi » Mussolini. E dire che noi eravamo una famiglia conosciuta proprio per essere antifascista, con un parente deportato! Quindi risposi per le rime, dicendo che non ero stata io e che comunque non era una colpa essere nata italiana. Al che mi corse dietro per menarmi, ma allora ero troppo veloce per lui!

E dopo la guerra cosa accadde? Con la Liberazione la scuola fu riorganizzata e aggiunsero un 9° anno obbligatorio per tentare di rimediare alla scarsità dell’istruzione pubblica del periodo bellico. Fu ripristinato l’insegnamento del francese e facemmo addirittura un pò d’inglese. Ma ormai era tardi…

Remo Ceccraelli PassaParola - Tanti Italiani Fa

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308 vittime 65 000 sfollati 52.275 sono gli aquilani assistiti

27.316 sono

in sistemazione autonoma (assegno mensile)

14.642 sono in

alloggi del Progetto Case

4.594 sono in

strutture ricettive situate per lo più sulla costa adriatica

269 affitto nel fondo immobiliare

1.945 sono in

affitto con contratto concordato con il Dipartimento della Protezione civile

1.837 ospiti nei

Map situati nelle 18 frazioni dell’Aquila

6000 sono i

contributi concessi per le case classificate B e C, pochissimi però i cantieri partiti almeno 10 miliardi il costo stimato della ricostruzione di L’Aquila

45 le opere d’arte

dell’Aquila distrutte

di euro sono arrivati dal MIBAC che, attraverso il c/c "salviamo l’arte in abruzzo"

dal sisma

493,7 milioni di

euro approvati dal Fondo di solidarietà dell’Unione Europea.

4 milioni di euro

3,2 milioni di

dalla Banca di credito Cooperativo e dall’associazione che riunisce le banche di credito cooperativo,

euro dalla Francia

3 milioni dalla

Germania La Russia ed il Kazakhstan hanno contribuito con donazioni.

250 mila euro

Fondazione Carispaq

110 mila dollari

dall’Italia American Museum di New York

800 mila euro

grazie al Cd "Domani" nato per iniziativa di molti cantanti italiani

2 milioni e mezzo

Gli aquilani aspettano ancora oggi gli aiuti promessi dagli Stati Uniti, Cina, Canada, Giappone, Spagna, Australia e Gran Bretagna. (Fonte: abruzzo24ore.tv)

Intervista al responsabile del comitato Emergenza Abruzzo L’ass. Abruzzesi di Dudelange, insieme ad altre realtà associative italiane del Granducato attivarono un conto bancario per la raccolta fondi subito dopo il sisma. Noi di PassaParola, ospitammo in radio, ad una puntata di voicesbyPassaParola il signor Antoine Calvisi, responsabile della raccolta fondi. Ecco cosa ci dice un anno dopo Quanti soldi avete raccolto ? La somma è di 265 000€ e aspetto un altro montante interessante, risultato di un mercatino organizzato in nostro favore. Quali sono i progetti a 18

PassaParola - Obiettivo su . . .

cui avete destinato il denaro ? I progetti sono 3 : una scuola a San Demetrio ne' Vestini, per la quale abbiamo finanziato la caldaia e i pannelli solari; un centro culturale nel Comune di Barisciano, frazione di Picenze: abbiamo finito la pavimentazione e aspetto gli studi di fattibilità

per il resto ; poi un locale di refezione in un locale destinatio a persone anziane a Rocca Preturo. Per concludere quest' ultimo mancano le autorizzazioni tecniche. Con quali enti collaborate ? Direttamente con i Comuni, gli architetti e il personale tecnico. A chi sono destinati ? Per la scuola oltre ai bambini di san demetrio, anche quelli di altri comuni. degli altri due progetti speriamo possano usufruire un centinaio di persone.


L’Istituto italiano di Cultura Lussemburgo, in collaborazione con il Consiglio Regionale dell’Abruzzo presenta « Il Coraggio della speranza » 100 fotografie di 15 fotoreporter che hanno raccontato gli ultimi mesi della città de L’Aquila. Si chiama Il coraggio della speranza, presentata lo scorso gennaio in avant premier presso la Biblioteca dell’istituto di cultura, verrà ripresentata la versione integrale, in collaborazione con il Consiglio Regionale dell’Abruzzo il 16 giugno prossimo all’Abbazia di Neunmünster, per poi essere ridistribuita presso IICL, la Libreria Italiana, l’Enoteca Italiana, il Curiel. Queste foto rappresentano un avvertimento molto chiaro: anche se molto è stato fatto nel corso dei mesi scorsi, c’è ancora una città in rovina come pure i dintorni , che necessita di un grande impegno da parte della classe politica italiana e di tutti noi che non dobbiamo dimenticare. Vernissage: mercoledi 16 giugno ore 19h00 presso l’ Agora dell’ Abbazia di Neunmünster.

La Commision des etrangers dei Comuni di Bridel e Kopstal organizza il 22 maggio (a partire dalle 18.30) una serata italiana alla « Kulturhaus » di Kopstal (6 rue de Mersch, di fronte all’edificio del Comune, nel cortile della scuola). L’architetto abruzzese Daniela Di Santo, interverrà per raccontare la storia della nascita della mostra « Il coraggio della speranza » e fare il punto della situazione sulla ricostruzione. La serata prosegue con la degustazione di prodotti regiornali e con il concerto del musicista Vittorio Merlo. Entrata libera. Info: 691 527970 Silvia

Un libro a sostegno della ricostruzione dell’Abruzzo Diario incrociato di un terremoto Journal croisé d’un tremblement de terre di Anna Maria Galeota e Jean Portante, Edizioni Convivium, Luxembourg, 2010 Ringraziamo Fabio Sciarra per la Un’opera scritta a quattro mani, tra emergenza quotidiana e partecipazione del cuore, non dimenticare: gentileper concessione delle foto su Presentazione ufficiale del volume: 16 giugno 2010, ore 19, Abbaye questa de Neumünster. pagina. I profitti della vendidta saranno devoluti al Comitato Emergenza Abruzzo. Info: tel. 40 48 98 convivium.lu PassaParola - Obiettivo su . . .

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Fotografo, grafico, illustratore, musicista: le tante anime di uno tra i più quotati giovani cantantori della nuova generazione italiana. Quanto é difficile oggi esporre i propri pensieri, i propri sentimenti, le proprie paure attraverso la "missione" del cantautore? Qualsiasi persona che fa arte la fa con amore per il mondo e per gli altri, per comunicare qualcosa di buono. La difficoltà più grande sta nel differenziarsi, visto che la maggioranza degli artisti, o di chi abusa di questo titolo, non ha abbastanza coraggio per esporre punti di vista personali e di conseguenza intimi. Se si vuole creare qualcosa di valore bisogna partire dall’interessarsi ad autori che amiamo realmente, al di là che siano conosciuti o meno e questo per molte persone è un limite oltre il quale non è concesso andare. 20

PassaParola - Onde Sonore

Tu provieni da Torino, città da sempre prodiga di formidabili artisti anche molto innovatori. Quanto un ambiente incide nella proposta musicale di un artista? Generalmente tendo ad assorbire i suoni dai luoghi. Attualmente sono schiavo delle suggestioni che provengono dall’ambiente che mi circonda. "Dove l’erba é alta" é il titolo del tuo cd. Immagino sia una metafora sui tempi odierni. Come vedi questi tempi? Tutti i brani del disco ruotano attorno ad una critica decisamente aspra verso i tempi che stiamo vivendo. Ci sono veramente tante cose che non funzionano e altre che si stanno perdendo irrimediabilmente per strada, primo fra tutti il rapporto con la natura e il rispetto delle sue creature, quindi inevitabilmente anche di noi stessi, intesi come specie, come esseri umani. C’è in effetti un percorso ben

determinato nella sequenza dei brani che compongono il mio disco: partendo da "Case" fino ad arrivare a "Nell’ombra"; che evidenziano in maniera più o meno evidente il mio modo di vedere tutta una serie di cose che nella società di oggi non funzionano per niente. "Nell’aria", ad esempio, è dedicata a più persone nell’ambito politico ed economico, piccoli e grandi dittatori che accumulano soldi e potere e muoiono da "fessi" in un giorno qualsiasi come persone qualsiasi. Come racconteresti il tuo cd? La mia musica cerca l’anima delle cose e non ci riesce mai in pieno, sfiora sempre la superficie senza mai addentrarvisi completamente; è come un reportage musicale sul mio paesaggio interiore che neanche io conosco veramente bene. Man mano che lo scopro e lo esploro mi piace sempre di più. Paolo Travelli


Lo abbiamo incontrato a Freudenburg (Germania) prima del concerto con il quartetto d’archi Altamarea. L’ex leader degli Agricantus, il più importante gruppo etno-folk a livello europeo degli anni ’90, ha fatto carriera da solista ed è conosciutissimo in Svizzera e in Germania, dove è in tournée con il suo ultimo lavoro "Fra due isole". Com’é cambiata la direzione musicale di Pippo Pollina dall’esperienza etnica con Agricantus a quella più cantautoriale solista? Gli Agricantus sono nati nel quartiere di Palermo dove abitavo. Giochi di bambini. Dopo aver giocato con i soldatini abbiamo preso in mano qualche

strumento e pensato che sarebbe stato bello formare una band. Siamo riusciti ad avere una piccola sala per provare a casa di un nostro amico e da li è cominciato tutto. Poi ad un certo momento bisogna decidere se prendere questa strada in maniera più profonda e coscienziosa o lasciare perdere. E noi abbiamo deciso questo e poi gli eventi ci hanno dato una mano. Poi da solista ho avuto esigenza di raccontare con i testi una realtà, un universo, che esprimeva di più la realtà in cui vivevo. Con i testi in italiano ho potuto comunicare ad un maggior numero di persone. Trovavo che i testi in siciliano restringessero il mio campo d’azione che mi ero previsto. La canzone d’autore è stato come genere il più vicino a quello che io volevo esprimere.

liriche le esperienze che hai vissuto in molti luoghi della terra? Hanno inciso più dopo che durante. Ho lasciato decantare questo bagaglio di esperienze importanti accumulate nei tre anni che ho trascorso in giro per il mondo. Quindi, anni dopo, ho tirato fuori da questo grande serbatoio una serie di vicende, fatti, circostanze, personaggi che mi sono serviti, senza dubbio, per scrivere canzoni che sono state pubblicate negli album che ho inciso.

ma anche per l’uomo per vivere in maniera più sensibile. Anche a partire dalle cose semplici ottengo ispirazioni che trasformo in musica.

Sei un artista molto prolifico. Ci puoi raccontare dove trai le tue fonti ispirative? Le canzoni sono finestre aperte sulla vita, basta aprire le finestre

Come nasce la tua collaborazione con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Zurigo nel tuo ultimo cd? L’idea è stata del direttore del Conservatorio e del Comune di Zurigo mi hanno proposto questa collaborazione. Ho ricevuto, lo scorso anno, la cittadinanza onoraria della città per meriti artistici e sia il direttore che il sindaco non volevano che questa rimanesse una cosa teorica. Quindi, abbiamo deciso di realizzare un’opera e una tournée con i migliori studenti del

con occhi attenti, captare anche nell’esercizio del quotidiano quelle cose che spesso ci sfuggono. Il livello di attenzione con il quale viviamo la nostra vita è importante per un artista

conservatorio. Ed è per questo che è nato questo disco, che ha visto 4 spettacoli in Svizzera preparatori alla tournée italiana che sei mesi fa abbiamo portato in 10 città. ptrav

Quanto hanno inciso nelle tue PassaParola - Onde Sonore

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Ha lavorato come redattrice per "I fatti vostri" (Raidue), occupandosi della ricerca di storie di vita. Nel 1995 è passata a "Mixer", grande programma d’informazione diretto da Giovanni Minoli. Li ricorda come "tre anni meravigliosi e importantissimi" con un direttore che le ha insegnato questo mestiere. Fino a giugno 2009 ha fatto parte della redazione di "Chi l’ha visto" (Rai Tre), il programma che si occupa di persone scomparse, misteri di Stato, omicidi. Per il tuo mestiere di giornalista d’inchiesta credi che essere donna (come per tanti altri lavori) sia uno svantaggio? Non credo sia uno svantaggio. Penso piuttosto che se hai delle qualità, se fai il tuo lavoro con onestà e passione, il fatto di essere donna o uomo costituisce solo un dettaglio. Quanto il programma "Chi l’ha visto" ti ha dato in termini professionali e di celebrità al pubblico? "Chi l’ha visto?" mi ha dato molto. Professionalmente e umanamente. Sono cresciuta enormemente. Grazie a questo programma oggi mi sento un po’ psicologa, detective, criminologa, sociologa... Ho scelto di rimanerci così a lungo, rifiutando altre proposte, perchè per me non 22

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esisteva un altro programma in grado di gratificarmi in modo così assoluto. Entrare nella vita delle persone, nei loro drammi, nelle pieghe delle loro anime, spesso devastate dalla scomparsa di una persona cara, vuol dire immedesimarsi, confrontarsi. Riuscire, poi, a dare risposte concrete, risolvere un caso... beh, non credo ci sia soddisfazione più grande. Gratificazione che va al di là della vanità personale, del proprio egocentrismo, che in qualche modo è presente in tutti noi che facciamo questo mestiere. Sappiamo che contesti la nuova maniera di condurre il programma e per questo ti sei, allontanata. Come dovrebbe essere, secondo te, una trasmissione fatta per il bene della gente, senza speculazioni sulle tragedie personali? Penso che "Chi l’ha visto?" avrebbe dovuto rimanere il programma che era. Identico, cioè, a com’era quando lo facevamo noi. Per il resto non contesto niente. Ognuno di noi fa le sue scelte. Nessuno di noi è insostituibile. Anche se sono fermamente convinta che "Chi l’ha visto" non può farlo chiunque. "Chi l’ha visto" non lo scegli tu, ma è lui che sceglie te. Se dovessi lasciar perdere il giornalismo d’inchiesta, in che

campo della tua professione vorresti lavorare? Se non avessi fatto la giornalista, avrei fatto la poliziotta. Quindi, come vedi, avrei scelto un lavoro dai tratti paralleli. Che cosa guarda Filomena Rorro in tv oggi? Guardo un po’ di tutto. Ballarò su Raitre, Santoro, Matrix. Ma guardo anche i canali del digitale terrestre, o del satellite, Sky. Oggi c’è una vasta offerta. E poi c’è la rete che cresce sempre di più. Come ti descriveresti parlando di te in termini non professionali? Una che dice sempre quello che pensa. Nel bene e nel male. Sono una donna che crede nei valori antichi, che ormai stanno via via scomparendo. Sono una persona corretta, leale, scrupolosa, critica, insomma... una gran rompiscatole! So che ami tanto la musica. Che cosa ti piace ascoltare? La musica mi piace tutta, ma quella italiana è la preferisco. Da Vasco in poi l’elenco sarebbe troppo lungo. Ma amo anche la musica e la danza orientale. Mia grande passione. RED


Valeria è una delle attrici più in voga del cinema italiano. Nata in Venezuela, padre di Modica, madre torinese. Ha vissuto un po’ in Sicilia e un po’ in Piemonte. Laureata in filosofia, è stata presente a Villerupt 2009. Ha appena terminato un film sul « Bel René ». Oggi vive a Roma col regista Giovanni Veronesi. L’abbiamo intervistata Sei sempre in giro e raramente rimani a lungo in una città : quale posto definisci casa tua? Non lo so nemmeno io, amo viaggiare e partecipo volentieri ai festival del cinema perché riesco ad abbinare le due cose che preferisco: cinema e viaggi. Comunque sono un pò nomade e mi affeziono più alle persone che non ai luoghi. Sei giovane, ma avendo lavorato con gente come D’Alatri, Labate o Maiorca, hai già un reperterio ricco e molto vario; c’è un film o un regista che ha contato particolarmente per te? Direi che tutti sono stati importanti, tuttavia « Viola di mare » mi ha dato qualcosa di speciale, per la complessità del mio personaggio e per la storia stessa che racconta. Diversi attori italiani hanno tentato l’avventura all’estero; a te piacerebbe provarci? Sto studiando il francese proprio per questo! Il cinema francese mi attira in maniera particolare, perché la Francia protegge la sua produzione cinematografica e la qualità ne risente; cosa che purtroppo da noi non avviene. Una domanda all’attrice laureata in filosofia che sei: è più facile suscitare emozioni con una commedia o con una

tragedia? Fare ridere è difficile, soprattutto se lo si vuol fare con intelligenza. Ma le emozioni nascono dalla qualità di un film più che dal suo genere. In un’intervista dici di temere la curva professionale attorno ai 40 anni: perché? Vedi, in Italia si girano parecchi film per ragazzi e comunque il pubblico tende ad essere piuttosto giovane. Per le tematiche affrontate risulta difficile collocare un attore di mezza età, soprattutto se donna. E infatti da noi oltre alla Buy poche hanno superato bene quella soglia. Sei stata ospite dei maggiori festival in Europa, come hai valutato quello di Villerupt? È un evento atipico e caloroso, come luogo e come clima: si respira ancora un’aria da « cinéclub » ormai quasi introvabile altrove. Esattamente

come viene descritto nel nostro ambiente in Italia. Hai un progetto segreto nel

cassetto e quale film hai appena ultimato? Ho appena finito « Il fiore del male » di Michele Placido, sulla vita di Renato Vallanzasca, film nel quale recito la parte della ragazza del bandito, interpretato da Kim Rossi Stuart. Quanto al progetto che sogno, sarebbe bello montare uno spettacolo teatrale itinerante, per qualche mese, ma non di più. RC PassaParola - Grande Schermo 23


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Il capoluogo lombardo fra tappe obbligate e sentieri del cuore. Scritto da chi lo conosce davvero bene!


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L’aborto e’ regolato da una legge del 1978, ma è poco conosciuta ed applicata. Infatti secondo il Codice penale l’aborto non è punibile se è fatto nelle prime dodici settimane di gravidanza e se è legato a particolari condizioni mediche. Mentre sono punibili penalmente le donne che scelgono di interrompere la gravidanza senza le motivazioni precedentemente elencate. La legge è scarsamente applicata e crea condizioni di disparità e di pericolo per la salute delle donne. Bisogna sapere che dal 2009 l’aborto è praticato nel contesto della legge di Planned Parenthood. Le donne di qualsiasi età, stato di famiglia e condizione socio-economica possono interrompere una gravidanza indesiderata. L’aborto è rimborsato dalla cassa malattia, se fatto a Lussemburgo. Inoltre il governo ha annunciato una riforma della legge 1978 per l’educazione sessuale, la prevenzione dell’aborto e la regolamentazione dell’aborto ed in questo ambito il neonato collettivo "SI JE VEUX " contesta l’articolo 353 del codice penale e propone la depenalizzazione dell' interruzione volontaria di gravidanza Wanda Senese e il rispetto del diritto all’autodeterminazione.

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Questo regolamento interessa tutti i cittadini che si spostano nei 27 Paesi dell’Unione europea. Nella impossibilità di riassumerne i contenuti in un breve articolo, ci limitiamo a illustrare alcune delle novità di maggior rilievo. La normativa comunitaria sulla sicurezza sociale è stata estesa alle categorie di persone che prima ne erano escluse, principalmente i non attivi: disoccupati non indennizzati, disabili, studenti, apolidi, profughi. Il criterio è ora legato all’autorizzazione di soggiorno: si hanno tutti i diritti del Paese di residenza, a condizione di essere stati autorizzati a soggiornarvi legalmente. Sono state inserite nel nuovo regolamento le prestazioni di maternità e paternità, prima abbinate al settore "malattia"; e le prestazioni di pensionamento anticipato. Inoltre viene disciplinata per la prima volta 26

PassaParola - Europarliamone

la presa in considerazione dei periodi dedicati alla cura dei figli.

la presa in considerazione in uno Stato membro di fatti e situazioni verificatisi in un altro Stato.

Il nuovo regolamento riafferma e consolida il principio dell’unicità della legislazione applicabile, che è di norma quella del Paese di occupazione. I lavoratori occupati in uno Stato membro, se distaccati a lavorare per brevi periodi in un altro Stato, rimangono assoggettati alla legislazione del Paese di provenienza. La durata del distacco è stata elevata da 12 a 24 mesi.

Sono chiarite le condizioni di rimborso delle spese legate a prestazioni di malattia in natura nel quadro di "cure programmate", vale a dire le cure a cui una persona assicurata si sottopone in uno Stato membro diverso da quello nel quale è assicurata o risiede.

E’ stato codificato il principio dell’ «assimilazione di prestazioni, redditi, fatti o avvenimenti», che amplia e rafforza il concetto di parità di trattamento, inteso a comprendere il divieto di qualsiasi discriminazione, diretta e indiretta, palese ed occulta. La parità di trattamento implica, col nuovo regolamento, l’assimilazione generalizzata e

Sono state introdotte norme che rafforzano la cooperazione tra le autorità e le istituzioni degli Stati membri.

Daniele Rossini



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