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Anno XI, Numero 4/5 • Maggio 2014

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Un A N N A I G amore La Siria vista con occhi italiani

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[EDITORIALE]

PassaParola L’ITALIA dei CAFFÈ STORICI

Addio DANIELE!

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SPECIALE ELEZIONI EUROPEE

Foto copertina www.shutterstock.com - © vvoe EDITORE PassaParola a.s.b.l. - 32, rue Demy Schlechter L-2521 Luxembourg DIREZIONE Paola Cairo - p aola@passaparola.info tel. 691 72 04 96 Maria Grazia Galati - mgg@passaparola.info tel. 621 75 80 50 REDAZIONE Remo Ceccarelli - remo@passaparola.info Elisa Cutullè - e lisa@passaparola.info Maria Grazia Peresi - chikka@passaparola.info Paolo Travelli - p aolo@passaparola.info COLLABORATORI Jos Boggiani / Amelia Conte / Alessia D’Ippolito Daniela Fusillo / Rosalba Gentile / Giuseppe Giannini Sabino Lenoci / Gilda Luzzi / Rita Marsico Maria Elena Petrelli / Elisa Pizzi / Daniele Rossini Cristina Salio / Eloisa Salomone / Sonia Sion VERSIONE FRANCESE Bernadette Aliberti GRAFICA E LAYOUT TESTATA Eleonora Costa - eleonora@passaparola.info ABBONAMENTI abbonamenti@passaparola.info Aderente a FUSIE e ClubMediaItalie www.passaparola.info info@passaparola.info

Anno XI - Numero 4/5 Maggio 2014

CHIUSO IN REDAZIONE 29 aprile 2014

Ogni tanto, purtroppo, succede di trasformare un editoriale in quel tipo di articolo che, in gergo giornalistico, si chiama “coccodrillo”. Succede anche a noi, in questo mese di maggio, per ricordare un prezioso collaboratore, ma prima ancora un grande amico e un ottimo giornalista: Daniele Rossini. Chi ci segue da tempo lo conosce bene, perché per anni ha avuto il piacere di leggere i suoi articoli nella rubrica Europarliamone. Daniele Rossini aveva 75 anni ed un male incurabile. È mancato l’8 aprile scorso. Avvocato e giornalista, ha vissuto a Bruxelles, dove è stato per molti anni direttore dell’unico mensile italiano in Belgio Qui Italia, coordinatore del Patronato ACLI per il Belgio e per il Lussemburgo e grande esperto di questioni legate all’Unione Europea. Soprattutto Daniele è stato uno di quegli avvocati che, fin dagli Anni ‘60, sotto l’egida delle ACLI, ha perorato presso la Corte di Giustizia delle Comunità europee le cause di decine e decine di lavoratori italiani emigrati, relative alla corretta applicazione dei principi comunitari di cittadinanza, di libera circolazione, di diritto alla salute, invalidità e malattia professionale. Sentenze trasformate in storie, che ha raccolto nel libro “L’altra Marcinelle” (2006), sulle vittime della silicosi: la malattia che ha ucciso moltissimi minatori non meno tragica né meno terribile della tragedia che si è consumata nell’agosto del 1956, quando morirono 262 minatori, di cui 136 italiani, nell’incendio della miniera di carbone Bois du Cazier. Con la tanta umiltà proporzionale alla sua competenza, ci ha offerto la sua periodica collaborazione: gratuita, precisa, professionalissima e puntuale. Ironia della sorte, proprio l’ultimo articolo che ci ha scritto, è quello che potete leggere a pagina 7, dedicato alle imminenti elezioni europee. Nel suo pezzo, come nei precedenti, Rossini scrive con la forma garbata di chi conosce la materia senza ostentare troppo sapere. Di chi fa questo mestiere con rispetto per il senso della notizia e porgendosi sempre con umiltà verso i proprio lettori. Questo era Daniele e questa la lezione di vita e di giornalismo che ci ha lasciato. A Claudio Chirco, che “eredita” la rubrica (e del quale avete già letto alcuni articoli nei recenti numeri di PassaParola Magazine) un “grazie” ed un “in bocca al lupo”. Benvenuto Claudio, Grazie Daniele! Maria Grazia Galati e Paola Cairo

[PILLOLE DI SOMMARIO]

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FINANZA La moneta elettronica

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MODA Quando il riciclo è chic

TANTI ITALIANI FA 1985: quando il Lussemburgo sfidò la Juventus

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MAGGIO 2014


[OBIETTIVO SU...]

QUANDO “EMMANUEL” TI INDICA IL GIUSTO CAMMINO Spesso sottovalutate, la droga e le dipendenze continuano ad essere un grande problema per la società. Ne parliamo, in un’intervista esclusiva, con Padre Mario Marafioti, fondatore della Comunità Emmanuel TESTO Maria Elena Petrelli

L

a COMUNITÀ EMMANUEL nasce a Lecce, la notte di Natale del 1980, da un gruppo di uomini e donne che, guidati nel cammino di fede da padre Mario Marafioti, hanno voluto dare corpo al Vangelo incarnandolo nel servizio a favore di persone svantaggiate o emarginate.

IN PARTICOLARE NEL GRANDUCATO LA COMUNITÀ OPERA IN MANIERA DEL TUTTO GRATUITA E ANONIMA La Comunità ha allargato gli orizzonti non solo in Italia, dove è presente in 9 regioni italiane, ma anche all’estero: Albania, Egitto, Ecuador e Lussemburgo. In particolare in quest’ultimo la Comunità, considerata la struttura più piccola per budget e dipendenti del Granducato, opera aiutando, in maniera del tutto gratuita e anonima, le persone adulte con problemi di tossicodipendenza (coinvolgendo nella cura anche le famiglie in progetti di terapia familiari o individuali), programmando

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MAGGIO 2014

percorsi di reinserimento sociale, legati per esempio, alla ricerca di una casa; oltre a fare informazione e sensibilizzazione pubblica. La Comunità Emmanuel ha una caratteristica che ha segnato la differenza con altri progetti di carattere terapeutico-riabilitativo: la coerenza nel tempo. Come avviene l’accoglienza e la cura di chi chiede aiuto o sostegno alla Comunità? Quali sono i servizi offerti e con quali modalità vengono svolti? L’accoglienza avviene mettendo in contatto la domanda (di persone bisognose, dei loro familiari, di avvocati, amici e volontari, dei Servizi Sociali) con la Comunità, che, attraverso i centri di ascolto e le varie unità di servizio, presenta le possibilità di rispondere in maniera diversificata, per settori o ambiti di attività/assistenza/accoglienza: famiglia e minori, disabilità fisica e mentale, dipendenze patologiche, prevenzione e inserimento sociale, migrazioni e Sud del mondo. La cura degli accolti avviene costruendo anzitutto ambienti di vita familiare e offrendo un programma psico-pedagogico che ha, come suo nucleo centrale, il mettere “vita-con-vita”. È stata la carta vincente che ha dato ai primi volontari la forza generativa della Comunità: chiamandola

“Emmanuel” (Dio con noi) hanno visto Cristo che mette vita-con-vita con noi e hanno voluto incarnare la fede nel servizio, mettendo concretamente vita-con-vita con chi ne ha bisogno e bussa alla porta del cuore. Nell’accompagnamento delle persone, in un itinerario a tappe, inteso a portare dalla dipendenza alla libertà, dall’immaturità alla maturità, dall’emarginazione e dall’isolamento alla socialità, fondamentale è il coinvolgimento della famiglia, il dialogo e la cooperazione con i Servizi Sociali, l’apertura e l’inserimento sul territorio, l’elaborazione di un progetto di vita, il sostegno nella fase di rientro nella vita corrente (casa, lavoro, società, amicizie, gestione dei soldi e del tempo libero), il riproponimento dei valori riscoperti. Lei è un conoscitore dei mali che si annidano in un certo tipo di “pseudo-benessere”, in una società babelica di stimoli, promesse spesso infrante o false e di contrastanti messaggi di vita. In questi ultimi anni di crisi economica è cambiato qualcosa per le famiglie e per i giovani? È diventato tutto più difficile!

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MAGGIO MAGICO! I vostri appuntamenti con l’Europa nel Gran-Ducato

MAI

Conférence: L’Europe avant les élections Jean Monnet Kirchberg

MAI

François Biltgen: la Cour de justice de l’UE Maison de l’Europe

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Grande Finale Shining Stars of Europe Utopolis

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MAI

10 MAI

14 MAI

Fête de l’Europe Place Clairefontaine Klaus Regling et le MES: les sauveurs de l’Euro Maison de l’Europe

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ING Marathon Luxembourg-ville

JUIN

Conférence: L’Europe après les élections Maison de l’Europe

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Commission européenne au Luxembourg

UEauLuxembourg @UE_Luxembourg UELuxembourg

[OBIETTIVO SU...]

A cominciare dalla famiglia che, in genere, è andata più in crisi! Molte coppie vivono, in misura maggiore di prima, tensioni o separazioni. Il clima socio-culturale è più disperso e frantumato, vuoto; è sempre troppo grande lo spazio lasciato alla disuguaglianza, alla corsa individualistica, al conflitto o alla solitudine. La corruzione dei costumi e della mentalità si respira quasi continuamente.

INVITO GLI ITALIANI DI LUSSEMBURGO A NON DIMENTICARE E A NON RECIDERE LE PROPRIE RADICI CULTURALI E RELIGIOSE; ANZI DI RITROVARLE E RIGENERARLE Chi arriva in Comunità mostra chiari i segni del deterioramento. Oltre a quelli che vengono dal carcere, con le loro particolari e gravi problematiche, molti portano con sé condizioni di maggiore ignoranza, maggiore compromissione delle loro condizioni di salute (spesso grave stato di malattia fisica e mentale), maggiore demotivazione, una reale mancanza di prospettive future (alcuni, al di là della Comunità, non hanno nessuno o nessuno che li voglia!). Non una, quindi, ma tante sfide! Per noi e per tutti! La sua opera è un esempio di impegno per i più bisognosi, per le persone schiave di un sistema che attanaglia e spesso non rende veramente liberi. Quale pensiero si sente di dedicare alle famiglie e ai giovani italiani che vivono in Lussemburgo, lettori di PassaParola, che pur amando la propria patria si sono dovuti allontanare? Di custodire la propria “identità” e aprirla a obiettivi e scopi più grandi, preoccupandosi, oltre che di guadagnare i soldi necessari per vivere, di una qualità della vita più

degna di sé e degli altri! Di unire, quindi, la ricerca del proprio benessere alla ricerca dell’anima, all’apertura umana e di fede, alla solidarietà! Di sentirsi, quindi, non solo “stranieri”, fuori patria, ma anche “pellegrini”; stranieri, cioè, non tanto al Lussemburgo quanto al mondo, cercatori di una “patria” più bella e più grande, comune a tutti gli uomini di buona volontà, a tutti i piccoli e i poveri della terra, a tutti quelli che credono e lottano per il bene comune. Di non dimenticare e non recidere le proprie radici culturali e religiose; anzi di ritrovarle, rigenerarle e rafforzarle in modo da viverne e testimoniarne i valori, incarnando quelle radici in terre e contesti storico-sociali diversi e portando anche qui fiori e frutti di vita per sé e per gli altri. PP

PER MAGGIORI INFORMAZIONI Service Centre Emmanuel c/o Arcus asbl 57, av. de la Gare info@autonomie.lu tel. 26480490

INFO La relazione 2013 sullo stato del fenomeno della droga nel Granducato del Lussemburgo (Relis) mira a definire il contesto sull’uso e il traffico di droga e la tossicodipendenza a livello nazionale, offrendo un punto di vista sugli sviluppi storici e le tendenze attuali nel campo. Editore: CRP-Santé - Centre d’études en Santé, Point focal OEDTAutore: Alain ORIGER, coordinatore nazionale sulle droghe presso il Ministero della salute (www.sante.public.lu)

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MAGGIO 2014


[OBIETTIVO SU...]

BREVE INTERVISTA A Gianni Micucci, RESPONSABILE DELLA COMUNITÀ IN LUSSEMBURGO Da quando lavora per Emmanuel? Ho incominciato a tempo pieno nel 2002 come assistente sociale. Ho avuto modo di conoscere l’associazione Centre Emmanuel Luxembourg, fondata nel 1996 da una iniziativa privata, durante la mia breve formazione presso l’ospedale neuro-psichiatrico di Ettelbruck (l’attuale CHNP), nel settore delle dipendenze, dove i ragazzi venivano a disintossicarsi dalle sostanze stupefacenti. Dopo il periodo di disintossicazione, alcuni di loro erano disposti ad intraprendere un percorso terapeutico all’estero e, in quel periodo, c’era la possibilità di orientarli verso la Comunità Emmanuel di Lecce, grazie agli interventi dell’operatore del Centre Emmanuel del Lussemburgo. Col passare degli anni le attività del Centre Emmanuel asbl sono state riconosciute dal Ministero della Salute del Lussemburgo (Agrément n° 58/01), ma non in maniera sufficiente da poter sopravvivere. Abbiamo quindi dovuto sciogliere l’associazione per diventare un servizio facente parte di Arcus asbl, un’associazione che si occupa di bambini, adolescenti e famiglie. Oggi, il Centre Emmanuel è diventato Quai57 Suchtberodungsstell (Quai = binario, visto che ci troviamo vicino alla stazione e 57 è il nostro numero civico; Suchtberodungsstell, aiuto alle persone con problemi di dipendenza) e le nostre attività principali non sono cambiate. Ad oggi la nostra equipe è composta da 3 persone: uno psicologo, una educatrice e me come responsabile - assistente sociale. Quali sono le persone che aiutate? Aiutiamo persone maggiorenni che hanno problemi di dipendenza (droghe, farmaci, alcol, giochi e altro). Le cosiddette dipendenze comportamentali (giochi d’azzardo, internet, shopping) stanno prendendo sempre più piede. Nel 2013 abbiamo potuto seguire 110 persone con un’età media di 34 anni. Può farci qualche esempio di gente che ne è uscita? Certo! Mi viene subito in mente un ragazzo lussumburghese di 35 anni, con problemi legati all’uso di cocaina, alcol e farmaci da oltre 15 anni. Mi diceva che a causa delle sostanze stava prendendo completamente il controllo della sua vita. Aveva perso il lavoro nell’azienda familiare e si ritrovava anche senza alloggio. Si preoccupava molto della sua salute ed era convinto che fosse gravemente malato. Chiedeva, quindi, di andare in un centro specializzato e soprattutto necessitava di sostegno per un alloggio e possibilmente di un lavoro. Dopo un anno di disintossicazione in un centro tedesco, al suo ritorno siamo riusciti a trovargli una struttura semi-protetta dove ha vissuto in comunità con altri ragazzi. Dopo un anno, ha passato l’esame di Stato e oggi lavora come funzionario nella pubblica amministrazione. Naturalmente mantiene contatti regolari con noi e si rende spesso disponibile alle attività organizzate dal Quai57. Un altro esempio positivo è quello di una ragazza di 25 anni, di origini italiane, con disturbi alimentari e che faceva uso di eroina. Dopo aver seguito un percorso di recupero personale a lungo termine è tornata a trovarci, dopo sette anni, raccontandoci di essere ricaduta nella tossicodipendenza dopo una delusione d’amore. Aveva ripreso a consumare regolarmente eroina e cocaina e, anche se per un breve periodo, si era prostituita. Dopo aver capito che stava proprio perdendo il controllo della sua vita, si è fatta coraggio ed ha ripreso il cammino insieme a noi. Oggi sta bene ed ha superato il dramma della droga, anche se deve stare sempre in allerta e sa bene che non deve mai sottovalutare le situazioni spiacevoli della vita. A chi rivolgersi in caso di aiuto? Dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17. Telefono 26480490, e-mail quai57@arcus.lu

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(Paola Cairo)

La TOSSICODIPENDENZA nel GRANDUCATO Qualche dato Il numero di consumatori problematici di stupefacenti illeciti indicizzati dalle istituzioni nazionali nel 2012 è pari a 4.739 persone; erano 4701 dieci anni fa. L’attuazione dei Piani d’azione nazionale in materia di droghe e dipendenze è stata accompagnata da un calo discontinuo ma tangibile del tasso di morte per overdose: 8 casi nel 2012 contro i 27 nel 2007. Nel 2012 sono stati registrati 169 arresti per droga. Secondo i dati forniti dalla Polizia, la stragrande maggioranza delle droghe illecite presenti in Lussemburgo è originaria dei: Paesi Bassi (cannabis e altre droghe di transito); Belgio (ecstasy e anfetamine) e Marocco (cannabis). L’importazione di cocaina dall’America Latina è spesso fatta dall’Europa meridionale (Spagna, Portogallo) attraverso la Francia, la Svizzera, l’Austria e la Germania verso i Paesi Bassi; mentre i transiti di eroina provengono da Romania, Bulgaria, Polonia, Turchia, Bielorussia; il principale Paese produttore resta l’Afghanistan. L’età media dei consumatori recensiti passa da 28 anni e 4 mesi nel 1995 a 33 anni e 2 mesi nel 2012. L’età media dei consumatori Lussemburghesi è inferiore a quella dei non Lussemburghesi. La spesa nazionale per il trattamento dei problemi legati all’uso di droghe illecite è di 16.200.000 euro nel 2012. Una somma in costante aumento dal 1999 (quasi 7 milioni al momento). Tuttavia, questa cifra rappresenta la stessa percentuale dal 1999 (0,15% del bilancio dello Stato). PP

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[EUROPARLIAMONE]

2014

Parte la campagna d’informazione e di sensibilizzazione dei cittadini

L

e prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo si svolgeranno fra il 22 e il 25 maggio 2014. La decisione di indire le elezioni a maggio invece che a giugno è stata presa per dare tempo al nuovo Parlamento di prepararsi per l’elezione a luglio del presidente della Commissione europea. La partecipazione alle elezioni europee è in calo costante dal 1979. Alle ultime elezioni nel

PER INVERTIRE IL TREND DI SFIDUCIA VERSO LE ISTITUZIONI EUROPEE LA COMMISSIONE E IL PARLAMENTO SI SONO ATTIVATI PER ORGANIZZARE CAMPAGNE D'INFORMAZIONE

2009 ha votato solo il 43% degli aventi diritto e si paventa una partecipazione ancora minore. Invertire questa tendenza è importante per la democrazia nell’UE, poiché i membri del Parlamento europeo sono i rappresentanti diretti dei cittadini, che li eleggono ogni 5 anni. Da una recente indagine Eurobarometro sui diritti elettorali è emerso che: - l’84% degli europei ritiene che il tasso di partecipazione alle elezioni aumenterebbe se gli

YOUTH ON THE

elettori avessero più informazioni sull’impatto dell’UE nella loro vita quotidiana e sui programmi dei partiti; - il 73% degli intervistati sarebbe più incline a votare se avesse più informazioni sulle affiliazioni politiche dei candidati; - il 62% degli intervistati è dell’avviso che l’affluenza alle urne aumenterebbe se i partiti indicassero il loro candidato alla carica di presidente della Commissione e se le elezioni si

Une initiative de l’Union européenne

Rives de Clausen 16 et 17 mai 2014

MOVE

TESTO Daniele Rossini

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ELEZIONI EUROPEE

ns! Élargie tes horizo


[EUROPARLIAMONE]

tenessero in tutta Europa nello stesso giorno. I cittadini sono e devono essere al centro dell’integrazione europea. Non a caso il 2013 è stato proclamato “Anno europeo dei cittadini”, con lo scopo di dare nuovo impulso alla cittadinanza dell’Unione e alla dimensione civile del progetto europeo. In un momento in cui l’Unione europea sta avanzando, sia pure faticosamente, verso un’unione economica e monetaria in prospettiva di un’unione politica, è importante concentrarsi su ciò che essa sta facendo per semplificare la vita dei cittadini, aiutarli a comprendere i loro diritti e incoraggiarli a prendere parte a un dibattito sull’Europa in cui vogliono vivere e che vogliono costruire per le generazioni future. Attualmente la crisi finanziaria e le relative conseguenze economiche sono la preoccupazione dominante tra i cittadini. Per lottare contro la disoccupazione giovanile i 28 hanno deciso al Vertice del 28 giugno scorso di sbloccare 6 miliardi di euro da spendere entro la fine del 2015 nei 13 paesi più colpiti dal fenomeno (tre miliardi in più arriveranno dai fondi inutilizzati). All’Italia tocca un miliardo e mezzo. È sicuramente un primo passo, ma non può bastare. I progressi sono lenti, sono ostacolati dalla crisi economica mondiale e non è certo con 6 miliardi di euro

I CITTADINI EUROPEI, SMARRITI DI FRONTE A POLITICHE INCONCLUDENTI, NON CREDONO NELLA CAPACITÀ DELL'EUROPA DI DARE RISPOSTE CONCRETE ALLA DRAMMATICA EMERGENZA SOCIALE che si ridà la speranza ai 5.600.000 giovani disoccupati UE di età inferiore ai 25 anni. I cittadini europei, smarriti di fronte

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MAGGIO 2014

LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2014 Le elezioni europee del 22-25 maggio 2014 daranno agli elettori la possibilità di influenzare le politiche future dell’Unione europea, eleggendo i 751 deputati al Parlamento europeo che rappresenteranno i loro interessi per i prossimi cinque anni Quali sono le funzioni del Parlamento europeo? Discutere e approvare le normative europee insieme al Consiglio: controllare le altre istituzioni dell’UE, in particolare la Commissione, per accertarsi che agiscano democraticamente; discutere e adottare il bilancio dell’UE insieme al Consiglio. Quanti cittadini hanno diritto di voto? 500 milioni di cittadini di 28 Stati membri. Quanti deputati saranno eletti? A seguito dell’adesione della Croazia all’UE nel luglio 2013, i deputati al Parlamento europeo sono diventati 766, ma questo numero sarà ridotto a 751 alle elezioni del 2014 e rimarrà allo stesso livello in futuro. Questi deputati rappresenteranno oltre 500 milioni di cittadini di 28 Stati membri. I seggi sono ripartiti tra i vari Stati dai trattati dell’UE secondo il principio di “proporzionalità decrescente”, in base al quale i paesi con una maggiore consistenza demografica dispongono di più seggi rispetto ai paesi meno popolosi, ma questi ultimi hanno più seggi di quanti sarebbero previsti applicando strettamente il principio di proporzionalità. Quanti seggi spettano all’Italia? 73 Quanti seggi spettano al Lussemburgo? 6 Come saranno distribuiti i seggi nell’emiciclo? I candidati si presentano alle elezioni in quanto membri di partiti politici nazionali, ma, una volta eletti deputati al Parlamento europeo, la maggior parte di loro decide di aggregarsi a gruppi politici transnazionali. I partiti nazionali appartengono in maggioranza a una famiglia politica europea, per cui una delle principali questioni della notte elettorale è sapere quale di questi gruppi europei avrà il peso maggiore sulle decisioni che saranno adottate nel corso della nuova legislatura. a politiche inconcludenti, non credono nella capacità dell’Europa di dare risposte concrete alla drammatica emergenza sociale, di assicurare una vecchiaia serena, di garantire, insomma, quel patrimonio di diritti e di protezioni sociali che nel passato era il collante più efficace degli ideali europei. Per questa ragione una larga fetta del corpo elettorale non si sentirà motivata a partecipare alle prossime elezioni. Per invertire il trend di sfiducia

verso le istituzioni europee e convincere i cittadini a non disertare le urne, la Commissione e il Parlamento si sono attivate per organizzare un ampio ventaglio di eventi, manifestazioni e campagne d’informazione finalizzate a mettere in rilievo gli aspetti positivi dell’integrazione europea. Oltre a spiegare il significato della cittadinanza europea e a sensibilizzare, soprattutto i giovani, all’importanza della partecipazione. PP

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Restaurant

Cuisine traditionnelle soignée et sushi-bar

La terrasse

Espace clos fumeur

La cuisine

Les maîtres sushi

Dans un cadre unique et harmonieux, le restaurant DOGADO est né de l’envie de satisfaire les différents goûts culinaires et de proposer une carte accessible à tous. La cuisine ouverte permet d’admirer le savoir-faire du maître sushi préparant ses plats à la minute et d’apercevoir les deux autres chefs qui élaborent avec talent une cuisine traditionnelle soignée italienne et française. 75, route d’ESCH LUXEMBOURG Tél.44 29 31- 26 45 84 19 Fax. 26 44 18 38 info@restaurantdogado.lu www.restaurantdogado.lu LIVRAISON GRATUITE DE SUSHIS A DOMICILE LUXEMBOURG VILLE ET ALENTOURS FERME SAMEDI MIDI, DIMANCHE ET JOURS FERIES

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[FINANZA]

BITCOIN: LA MONETA VIRTUALE CHE COMPRA IL REALE TESTO Eloisa Salomone

E

ccola qui! Ne sentiamo parlare spesso al telegiornale, si chiama Bitcoin, è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo hacker giapponese, noto ora con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Siamo abituati a pensare ai soldi nella loro forma fisica, cartacea o metallica. Il bitcoin invece è totalmente virtuale e consiste in una stringa di codici, lettere e numeri elaborati da un software open source, quindi gratuito. Il processo di “coniatura” è chiamato “bitcoin minig” e consiste in un computer o, meglio ancora, molteplici computer che, utilizzando un sistema a rete, generano pacchetti di bit crittografati che una volta decriptati diventano soldi. Più potenza computazionale si usa e più bitcoin si riescono a creare. C’è però un limite fisiologico e matematico in questa produzione: la soglia massima calcolata è di 21 milioni di bitcoin, mentre quelli attualmente in circolazione sono circa 9 milioni. Non c’è una Banca Centrale e, quindi, nessuno può controllarne arbitrariamente il valore o la svalutazione dato il suo metodo di creazione. Non ci sono intermediari o banche, i costi di transazione sono bassissimi o nulli e la tracciabilità assicura l’anonimato, ma non la provenienza, garantendo così la sicurezza della transazione. Inoltre, possono essere venduti per qualunque valuta disponibile, sia euro che dollari, per quanto il lato negativo sia che i tassi di cambio

LA SPENDIBILITÀ DI QUESTA MONETA SI BASA SULLA "FIDUCIA" DISTRIBUITA CHE HA OTTENUTO IN RETE PassaParola Magazine

Era inevitabile che sarebbe arrivata! In un mondo dove tutto si può comprare e vendere su internet, dove ci innamoriamo, facciamo amicizia, studiamo, ci informiamo nel web, era logico che prima o poi qualcuno inventasse una moneta via internet tendono ad essere estremamente volatili. Ma come e dove vengono spesi? Vengono accettati sia per servizi online sia per beni tangibili venduti su internet, ma cominciano ad essere accettati anche da alcune attività fisiche come bar e pizzerie. Soldi virtuali che comprano beni reali. La spendibilità di questa moneta si basa sulla “fiducia” distribuita che ha ottenuto in rete, diventando quasi un bene rifugio, come è accaduto a Cipro durante il 2013. In quell’occasione il prezzo intrinseco del bitcoin è salito vertiginosamente fino a 1200 dollari a unità. Si pensi che dal novembre 2013 l’Università di Nicosia li accetta come mezzo di pagamento delle tasse universitarie. Secondo l’ex presidente della Fed (Federal Reserve, ndr) Ben Bernanke, pur parlando di rischi di natura legale e in materia di supervisione legati, appunto, alla mancanza di tracciabilità e di una Banca Centrale, il Bitcoin può rappresentare un vantaggio a lungo termine in particolare per quanto riguarda l’innovazione di un sistema di pagamento più veloce, più efficiente e più sicuro. Possibile, ma non probabile. Ciò non toglie che la genialità del processo e l’eccezionale seguito ottenuto in pochi anni rende questa valuta online un successo a dir poco globale. PP

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[FEMMINILE PLURALE]

CINQUE COLORI INSIEME FANNO…IL

ROSA!

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imona Barbieri Bunting vive a Londra ed ha avuto una semplice (grandissima) idea. Far incontrare le donne scavalcando la complicazione degli approcci, arrivando subito al sodo. Per non perdere tempo e trovare subito le giuste affinità elettive. E questo ovunque nel mondo, ritrovandosi tra perfette sconosciute, che, orientate attraverso il colore di distinzione incollato addosso, capiscono già cosa hanno in comune e cosa possono fare insieme. Dal realizzare un’idea a condividere un’esperienza di vita o una collaborazione di lavoro. Dal concretizzare un sogno a lanciare un messaggio di speranza. Simona sarà una delle protagoniste del lancio di HUB DOT Luxembourg (vedi box). L’abbiamo intervistata.

TESTO Maria Grazia Galati

Una rete che unisce donne di tutto il mondo per scambiarsi esperienze, emozioni, idee, progetti. La forza dell’incontro “faccia-a-faccia” per trovarsi e scoprirsi. Questo e tanto altro è HUB DOT, che ora arriva anche in Lussemburgo. In attesa del grande evento - lancio di inizio giugno abbiamo intervistato l’ideatrice (italiana!) di questo immenso network tutto al femminile

Cosa è esattamente Hub Dot? Hub Dot nasce a Londra nel giugno 2012 da un’idea semplice: connettersi dal vivo. Non è un movimento politico, non è un club esclusivo per fare business. Nasce da una donna per le donne. Un modo di ritrovarsi che abbraccia non solo il campo professionale, ma tutte le sfere della vita e che intende aiutare così le donne a creare connessioni di significato. In cosa si differenzia da tante altre associazioni di donne? Hub Dot è un movimento, è una filosofia: è credere che la comunicazione più efficace sia quella che si realizza nel mondo reale quando si condividono le stesse emozioni, quando a parlare di noi non sono le categorie professionali, ma le nostre passioni. È facilitare le connessioni non solo nel campo professionale, ma in tutte le sfere della vita aiutando le donne a creare connessioni di significato. Ci spieghi il significato dei 5 colori che caratterizzano il logo e la vostra associazione? Sono i colori dei “Dot” (adesivi circolari colorati), icona del movimento. Per riconoscersi, identificarsi e ritrovarsi: rosso per “ho un’identità professionale”; verde per “sono in cerca di una nuova ispirazione”, blu per “sono qui per socializzare”; giallo per “ho un’idea: mi

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L’EVENTO DI GIUGNO Appuntamento mercoledì 4 giugno 2014 alle ore 19 presso lo show room BoCONCEPT a Bertrange (74, route de Longwy: 26 25 9001 - boconcept.com). Come partecipare? Basta iscriversi su www.thehubdot.com e inserire nella sezione “about you” la richiesta di registrazione pagando la quota di 10 € (necessaria per coprire le spese dell’evento). I canapé sono gentilmente offerti da Jana di Happ, Carole (foodblogger di Gigiandfood.com), Pitou di Amapura e Luca (chefcyrano@gmail.com). Evento in lingua inglese e francese. Per saperne di più: Carlotta Benedetti (carlotta@thehubdot.com) Twitter: https://twitter.com/hubdot Facebook: https://www.facebook.com/hubdot Instagram: https://instagram.com/hubdot Pinterest: https://www.pinterest.com/hubdot

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[FEMMINILE PLURALE] LA DANZA E LA SACRALITÀ FEMMINILE TRA

ITALIA E INDIA

ANNA LUISA SPAGNA è danzatrice Odissi e Chhau. Da vent’anni vive fra l’Italia e l’India, dove a marzo scorso ha ricevuto l’International Women Excellence Award 2014. L’abbiamo intervistata Ci racconti l'esperienza di questo premio? È arrivato dopo che ho presentato per due volte il nuovo spettacolo Yogini Dance sul progetto musicale di Paolo Pacciolla Enchanting Circles. Sono arrivata in India nel 1995 per studiare danza Odissi e Chhau, ma nello stesso tempo io e Paolo abbiamo creato spettacoli originali. Negli ultimi anni le mie danze si basano sui miti e gli archetipi del femminile. Questo elemento di fusione fra India e Occidente, fra tradizione e contemporanietà mi ha portata a ricevere il premio. aiuti?”; viola per “ti racconto la mia storia, la mia attività di beneficenza, passione, lavoro”. Un sistema semplice e divertente che aiuta tutti a fare connessioni senza preconcetti. E che funziona benissimo! Quali sono finora i vostri traguardi e quali le vostre ambizioni? Il grande traguardo è sicuramente il fatto che Hub si è divulgato così velocemente riscontrando il consenso di donne da tutto il mondo. In particolare, dopo il singolo evento, c’è un lavoro preciso e minuzioso, sviluppato dal team che lavora e si impegna a far sì che queste connessioni accadano anche in tempi successivi. La novità è inoltre rappresentata da “la piazza digitale Hub Dot”, progetto in via di sviluppo che intende creare sempre più connessioni on line in tutto il mondo, ma che NON si sostituirà mai alla missione di Hub Dot rivolta al potere dei contatti “faccia-a-faccia”. A che punto siete con il progetto Hub Dot in Italia? Hub Dot Italia, dopo il lancio a Napoli nel maggio 2013 e il recente incontro a Milano nel marzo 2014, va verso incontri più piccoli, tematici, con meno di 100 persone. Si sceglie un argomento, un tema, un pretesto attraverso cui connettersi. A giugno “anima, corpo e dintorni”, a settembre “la passione per il cibo”. Il calendario è fitto e coinvolge varie città dello Stivale. Ci puoi dare qualche anticipazione sul grande evento del 4 giugno in Lussemburgo? La serata sarà scandita da due interventi principali, un intervallo per gli incontri “vis-à-vis” e 10 interventi da 1 minuto circa. Si tratta di donne invitate a raccontare la propria storia di vita con il linguaggio delle emozioni. I temi spaziano dal sociale alla piccola imprenditoria, dall’arte al vissuto vero. Sono storie che potranno offrire spunti di riflessione, incoraggiare il cambiamento, facilitare le connessioni attraverso i sentimenti. PP

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Sei una ricercatrice spirituale e ti occupi di sacro femminile. La danza aiuta la donna a riscoprire il proprio corpo e la sacralità che ne è insita? Il corpo è il luogo d’elezione per riscoprire antiche saggezze per ogni essere umano. Certamente ciò vale per la donna ancora di più per il suo naturale legame con la luna e i cicli. Dopo anni di studi e lavoro in India, insieme al tuo compagno di vita e lavoro Paolo Pacciolla, hai scritto il libro La gioia e il potere. Musica e danza in India (ed. Besa). Vuoi parlarcene? Il libro è stato ad un certo punto una tappa fondamentale della nostra ricerca. Studi, ricerche, soggiorni, incontri, ricordi: tutti insieme per un libro a quattro mani. È una sorta di viaggio nella cultura indiana attraverso la musica e la danza. Cosa ti ha attratto degli stili Odissi e Chhau della danza tradizionale indiana? Ho sempre studiato danza. Con Odissi prima e Chhau dopo ho sentito che finalmente il mio corpo era a proprio agio. Le danze classiche indiane sono complesse: movimenti del corpo e mimica facciale, mudra (linguaggio delle mani). Sono di fatto un teatro-danza. Cosa hanno in comune il Salento in cui sei nata e l’amata India? Io dico un po’ scherzando e un po’ sul serio di essere un’indosalentina. Il salento è il corpo, le radici, la base solida da cui provengo, ma è in India che ho imparato a far emergere la mia anima e ad esprimere le creazioni del mio sentire. Forse è in quel mondo antico, evocativo e prezioso di tradizioni millenarie che le due terre si incontrano ed è nella loro sintesi che mi ritrovo. (Sonia Sion)

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[FEMMINILE PLURALE]

TESTO Amelia Conte

SCOPRIAMO

LE PRIME DONNE ITALIANE

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egli 81 seggi spettanti all’Italia, ben 10 seggi furono assegnati a donne di diversa estrazione politica. Nella rosa dei dieci vi sono nomi conosciuti e forse meno noti: Susanna Agnelli, Emma Bonino, Luciana Castellina, Maria Fabrizia Baduel Glorioso, Carla Barbarella, Tullia Carettoni Romagnoli, Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti, Maria Lisa Cinciari Rodano, Paola Gaiotti De Biase, Maria Antonietta Macciocchi. L’appartenenza a diversi gruppi politici fece sì che le deputate italiane si trovassero a dibattere in commissioni diverse

A QUESTE EURODEPUTATE SI DEVONO TANTE CONQUISTE SUI DIRITTI DELLE DONNE

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© - emmeviphoto

L’appuntamento con le nuove elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo è vicino. In vista di questo importante momento per l’Europa dei 28 ci sembra opportuno fare un passo indietro, ricordando quali furono le prime eurodeputate italiane elette al Parlamento europeo durante la prima legislatura del 1979-1984

CHE VENNERO ELETTE EURODEPUTATE AL PARLAMENTO EUROPEO

Susanna Agnelli

o su diversi argomenti, ma ciò non escluse la possibilità di trovarsi a firmare risoluzioni comuni e redigere relazioni su tematiche che ritennero essere importanti per tutte, come per esempio il ruolo delle donne, la fame nel mondo, la lotta alle discriminazioni. Ecco, quindi, una breve carrellata delle figure femminili che contribuirono, con il loro spirito indomito e le loro competenze ad arricchire il dibattito politico europeo di quegli anni. Susanna AGNELLI fece il suo ingresso nel Parlamento nel 1979 nelle fila del Gruppo liberale e democratico. L’esperienza da eurodeputata fu relativamente breve, dato che diede le dimissioni nel 1981. In uno dei primi dibattiti del Parlamento la Agnelli assunse una posizione netta contro la fame nel mondo e il dramma del popolo

cambogiano. Si faceva riferimento alla tragica situazione di migliaia di bambini che morivano ogni giorno in Cambogia e nei campi profughi della Thailandia. Bisognava tener conto dei diritti dell’uomo e far sì che in quel Paese si creasse una sinergia fra autorità nazionali e organizzazioni internazionali per poter porre fine a quella tragica situazione. Emma BONINO iniziò la sua attività nel 1979, ma molto più lunga fu la sua permanenza nel PE, essendo stata rieletta anche per la II e la VII legislatura. Nel ’79 approdò nel gruppo misto e dall’Europa alzò la voce contro il sottosviluppo e contro la fame nel mondo, ritenendo che si potessero “censurare i governi”, ma non “aiutare le persone a sopravvivere”. La Bonino fu una forte sostenitrice - assieme ad altre

Emma Bon ino

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llina Luciana Caste

Unite del 18 dicembre 1979 e l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne, dove certo non venne a mancare il supporto dell’on. Bonino. Paola GAIOTTI DE BIASE, esponente della Democrazia Cristiana, entrò dopo il primo suffragio europeo nel gruppo del PPE (partito popolare europeo, nrd) divenendo membro della Commissione per la gioventù, la cultura, l’educazione, l’informazione e lo sport; della Commissione per il regolamento

e le petizioni; della Commissione di inchiesta sulla situazione della donna in Europa e della Delegazione per le relazioni con la Jugoslavia. Da deputata non poté esimersi dal prendere posizione nel dibattito sul ruolo della donna e su come favorire la sua partecipazione in tutti i settori della vita sociale, soprattutto in vista dell’importante Conferenza delle Nazioni Unite che si sarebbe tenuta a Copenhagen nel luglio 1980, dove si sarebbe fatto il punto sulla situazione della donna in campo occupazionale, sanitario ed educativo (Risoluzione 1-345/79 del 27 settembre 1979, ndr). Nel dibattito al Parlamento europeo del gennaio 1984 la De Biase pose all’attenzione dell’assemblea la questione della disparità di salario e di trattamento. PP Articolo redatto grazie ai documenti reperiti negli Archivi storici del Parlamento europeo (Unité Archives historiques, Historical Archives Unit) di Lussemburgo.

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deputate, fra cui Luciana Castellina, - della risoluzione che proponeva l’istituzione di una Commissione per i Diritti della donna. Partendo dalla considerazione che il principio della parità dei diritti fra l’uomo e la donna era riconosciuto da tutti gli Stati membri dell’allora CEE (Comunità economica europea, ndr) ma che lo stesso principio non fosse ancora applicato in modo integrale in nessuno Stato membro, occorreva prendere misure che potessero migliorare la situazione. Per questo, la Commissione ad hoc per i Diritti della donna avrebbe avuto il compito di preparare e di concertare con le commissioni esistenti una discussione sul tema della parità ed elaborare proposte al Parlamento. Le donne continuarono ad essere al centro del dibattito politico europeo tra il 1979 e il 1980 per un’altra importante lotta nell’Euroassemblea: quella per la firma e la ratifica della Convenzione delle Nazioni

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LO STILE

r.pl

E LA NOSTALGIA DEI BEI TEMPI ANDATI Crisi economica e voglia di creatività. Un connubio perfetto che ha dato vita a una moda di gran successo. Volta al recupero di vecchi abiti, oggetti e mobili destinati all’oblio

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anticati, per un risultato d’antan. Una moda che combina lo stile provenzale, quello country e un pizzico di immancabile retrò. Immaginiamo di voler dare un nuovo aspetto proprio a quella scatola in legno la cui utilità è direttamente proporzionale alla sua bruttezza: decorarla con questa tecnica può essere una soluzione semplice e d’effetto. Protagonisti assoluti di questa tendenza sono i colori chiari e pastello; il beige la © - www.eleuteriart.com

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l bello dei tempi di crisi è che si comincia a dar valore ad oggetti, abiti o mobili che forse qualche anno fa non avremmo neanche considerato. Non a caso la nuova tendenza che dilaga nel campo della moda, così come per l’oggettistica e l’arredamento, prende il nome di Shabby (termine inglese che si usa per indicare qualcosa di logoro, usurato dal tempo) e che diventa “chic” ai giorni nostri. Ed ecco che le camicie e le sottovesti della nonna, quelle datate e quelle che forse volevate buttare, ritornano di gran moda; basta abbinarle con quel tocco di modernità che può essere un jeans consunto e anche scolorito. Insomma, tutto quello che è segnato dal tempo, se rielaborato con stile, è moda. Basti pensare ai gioielli. Vi è un ritorno di fiamma per i “camei”: che siano originali o di plastica, sono diventati un must have per questa primavera, insieme alle borsette o alle pochette color pastello, da “signora bon ton”. Questa tendenza è ancora più evidente nel campo dell’arredamento, facilmente individuabile in quanto si tratta di complementi e accessori che impiegano per lo più materiali di riciclo o opportunamente

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“shabby-chic”

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TESTO Amelia Conte

fa da padrone, ma anche le tinte avorio, gli azzurri grigiastri e il bianco candido. Le rose e i fiori in generale diventano interpreti delle atmosfere più romantiche. Ritroviamo lo stile vittoriano su tazze, teiere e dai cassetti della nonna rispuntano preziosi pizzi e centrini. Tempo di “vintage” anche per gli elettrodomestici: designer e case produttrici hanno in catalogo collezioni dedicate al design di metà Novecento, ma nascondono un’anima hi-tech per consentire il minimo consumo energetico e la massima funzionalità. Oltre alla moda, la vena nostalgica dilaga anche sul web. Nei principali social network vi sono numerosi gruppi di shabby style che offrono consigli per individuare l’oggetto di culto da non perdere o addirittura da poter riprodurre. In questo “amarcord” generale meritano di essere citati i gruppi su facebook legati alle città, dove vi è un ritorno alle origini e dove spesso vengono nominati luoghi, negozi, bar che non ci sono più. Insomma, come dicevano le nonne: si stava meglio quando si stava peggio! PP

PER MAGGIORI INFORMAZIONI www.shabbyandcountry.com www.shab.it www.houseoffraser.co.uk

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[PERSONAGGIO]

TESTO Elisa Pizzi

Loris

MATTEA UNA SCALATA PER I BAMBINI DI ARUSHA

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o scorso ottobre Loris resta sorpreso da un invito lasciatogli sulla sua scrivania dall’ex collega, Delphine, che lo sollecita ad unirsi ad un gruppo di altri 22 avventurieri, di 8 nazionalità diverse, pronti a scalare il Kilimangiaro, un antico vulcano formato da tre crateri, situato nel Nord-Est della Tanzania e considerato la vetta più alta del continente africano. Il viaggio prevedeva anche la raccolta fondi destinata all’associazione SOS Village d’Enfants (attiva da 38 anni nel Granducato, ndr) per la realizzazione di case famiglia nel villaggio di Arusha, in Tanzania. A dicembre 2013 Loris incontra i suoi compagni di viaggio, i collaboratori di SOS Village d’Enfants e i rappresentanti di Right Foot, responsabili per la logistica della spedizione. Dopo poco ha inizio anche la campagna di raccolta fondi sul web, fonte principale

DOPO QUATTRO GIORNI PER CIRCA 7 ORE DI CAMMINATA QUOTIDIANA, LA SODDISFAZIONE CHE SI PROVA A 5.895 METRI SUL LIVELLO DEL MARE E IMMENSA!

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Loris Mattea, 44 anni, di Torino, vive da tredici anni in Lussemburgo. Il 6 marzo scorso lascia temporaneamente l’Europa con l’obiettivo di scalare il Kilimangiaro, combinando la sua avventura alla raccolta fondi per l’organizzazione non governativa SOS Village d’Enfants. Ecco la sua testimonianza

del successo benefico dell’impresa. Ed eccoci al 6 marzo 2014: il giorno della partenza. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Kilimangiaro International, il gruppo dei 23 visita il villaggio di Arusha, quinta città della Tanzania. Qui SOS Village d’Enfants sostiene, con i suoi progetti, l’educazione e la scolarizzazione di bambini ed adolescenti orfani, permettendo loro di crescere nella propria realtà e di essere reintegrati nella società una volta adulti. Il secondo giorno la spedizione ha inizio. Prima di arrivare alla vetta sono diverse le difficoltà che uno scalatore del Kilimangiaro deve affrontare, in particolare - racconta Loris - le camminate su polvere lavica, anche in notturna ed il rischio di assiderazione una volta raggiunta la meta. Dopo quattro giorni per circa 7 ore di camminata quotidiana, la soddisfazione che si prova a 5.895 m sul livello del mare è immensa! Il messaggio più importante che Loris ci offre dopo questo viaggio è: Non pensavo di conoscere l’Africa in questo modo, lontano dai villaggi turistici e a contatto con gli abitanti locali. Per loro, quello che in Europa diamo per scontato, è di vitale importanza. L’insegnamento che ne ho tratto è duplice: siamo fortunati e possiamo fare ancora di più. Loris tiene a ringraziare la moglie Marilena per il sostegno che gli porta durante il “viaggio che chiamiamo vita”. PP

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JEUNESSE - JUVENTUS DUE CUGINE LONTANE IN COPPA CAMPIONI

TESTO Remo Ceccarelli

«U

na festa dello sport» titola l’articolo di Armando Sabene, pubblicato contemporaneamente nel Corriere dello Sport e nel Tageblatt alla vigilia della partita d’andata (17/9/85). Ciò che il titolo riassume alla perfezione trova spiegazione nella prima frase: La Juve è capitata contro l’alter ego lussemburghese, che con la squadra torinese condivide la maglia ed il nome, una lunga storia e la stessa passione sportiva. Sabene aggiunge che “la stella” di quella Juve è quasi un vicino di casa; si tratta di Michel Platini, nato a Joeuf, che dista appena 35 km da Esch/Alzette. È un ritorno alle origini per Platini, che conosce bene la Jeunesse, come egli stesso scriverà nel suo contributo al libro sul centenario dei bianconeri di Esch (100 Joer Jeunesse Esch, Editions Guy Binsfeld 2007, purtroppo da anni introvabile in libreria). Mentre in Lussemburgo l’incontro è oggetto di decine di articoli sin dal sorteggio, in Italia questa partita dall’esito scontato stuzzica poco l’appetito sportivo e, di conseguenza, la stampa. È così che qualcuno scopre la strana realtà di Esch/Alzette. Ad esempio Il Giorno confessa la sua sorpresa nel leggere così tanti nomi di chiara discendenza italiana nella Jeunesse: Di Pentima, Ferrassini, Scuto, Ontano, Barboni. Ciò che invece non scrive quel quotidiano, è che gli ultimi due sono “figli” della Hoehl, quartiere che, con le

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Ginevra, 4 luglio 1985: cinque settimane dopo il dramma dell’Heysel, dal sorteggio per il primo turno della Coppa Campioni 1985/1986 esce l’accoppiata Jeunesse Esch - Juventus Torino. Una doppia sfida piena di similitudini e ricca di significati per la comunità italiana sue ciminiere, fa da scrigno allo stadio della Jeunesse. In Italia pochi sapranno che un intero quartiere popolato da migliaia di italiani ha delegato a questi suoi due ragazzi, più ancora che al resto della squadra, l’onore e la responsabilità di vivere il sogno dal campo, a nome di tutti. Nella settimana che precede la partita il Tageblatt è un concentrato di notizie sulla Juve. Scavando negli archivi sportivi emerge che “il Trap” aveva già affrontato la Jeunesse nel 1967, da giocatore del Milan, in un’amichevole legata al trasferimento di un ragazzo delle giovanili della Jeunesse finito via via nella prima squadra del Milan; quel ragazzo era Nello Saltutti, che, dopo una lunga carriera da professionista, si sarebbe ancora reso noto per la sua coraggiosa

Un momento della gara, con Laudrup che ha il pallone fra i piedi. Sullo sfondo gli spalti gremiti

lotta al doping nel calcio. Il Tageblatt è divertito dalla strana maniera di comunicare in campo del Trap, ossia con tre tipi di fischi: il primo ordina di attaccare, il secondo di difendere e l’ultimo chiede più concentrazione. C’è spazio anche per Romolo Bizzotto, l’osservatore della Juve, definito “spia” nell’articolo; dopo aver assitito alla Supercoppa lussemburghese tra i Red Boys di Differdange e la Jeunesse, si nega ai giornalisti per timore di farsi sfuggire delle indiscrezioni; sventura che costò il posto al suo predecessore. Infine, trova gloria il cuoco della Juve, il famoso Romildo, imposto dallo stesso Boniperti; ci si dilunga sul fatto che questi sia ai fornelli persino nelle trasferte della squadra, una stranezza all’epoca. L’arrivo della Juve all’aeroporto di Findel e l’accoglienza dei delegati della squadra di casa è documentata da numerose foto: una di queste fissa la calorosa stretta di mano fra i presidenti Carel Achen e Boniperti. 18/9/85: il grande giorno è arrivato ed il tono del Tageblatt si fa serio. Preoccupano le eventuali velleità di rivincita dei tifosi juventini dopo l’Heysel e viene dato ampio risalto alle misure organizzative per accogliere al meglio i tifosi. La partita non si disputa nella Hoehl,

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[TANTI ITALIANI FA]

Barboni davanti a Platini

bensì nel più capiente Comunale di Lussemburgo. La vendita di bevande alcoliche è proibita nei bar e la sicurezza generale è rinforzata, tant’è che alcuni reparti dell’esercito sono schierati assieme a poliziotti e gendarmi. Misura rivelatasi esagerata e, il giorno seguente, lo stesso giornale pubblica una foto che ritrae alcuni gendarmi mentre giocano a carte in Place d’Armes dopo la partita: zero tafferugli e gran festa, ma «solo» 10.000 paganti allo stadio. Colpa della diretta RAI, che ha iniziato a trasmettere anche in Lussemburgo, azzarda qualcuno… E la cronaca sportiva cosa racconta della partita? In fondo, lo 0-5 è fin troppo chiaro. La stampa locale ammette che la Jeunesse è stata surclassata, ma le riconosce il merito di non essersi nascosta in difesa. Fedele, dunque, alla sua tradizione europea, che pagò contro il Liverpool e in parte contro il Real Madrid; meno con Juve e Bayern. Il tabellino racconta di un buon inizio della Jeunesse, che produce il primo tiro in porta. Poi passa al comando la Juve e al primo gol di Laudrup (al 22°) segue quello di Cabrini su punizione

(al 35°). Al 41° c’è la sfortunata autorete di Danilo Ontano, che ricorda: Il giorno dopo, tutti i colleghi dell’ARBED mi presero in giro, dicendo: toh, ecco il bomber della Juve! Ma sapevano che avevo 19 anni e che avevo dato il meglio di me. Infatti, per 40 minuti, Serena lo avevo tenuto a bada senza problemi. È lo stesso Serena a segnare le ultime due reti (al 81° e al 83°), mentre la Jeunesse sfiora più volte il meritato gol della bandiera. I giornali italiani del 19/9/85 aprono con titoli inutilmente arroganti: «Allenamento per la Juve» (Corriere dello Sport), «Facile goleada, avversari ingenui e deboli» (La Stampa), «Juve, parte la prima salva per Jeunesse» (Gazzetta), «Laudrup apre il tiro al bersaglio» (Tuttosport). Negli articoli più sobri si concede, invece, l’onore delle armi alla Jeunesse. Da più parti viene elogiato l’ottimo gioco di testa di Ontano ed il coraggio della punta Mogenot. Per la stampa sportiva italiana i migliori dei nostri sono il portiere Van Rijswijck e il mediano Scuto, che ha marcato Platini; entrambi ottengono un voto medio di 6,5. Alcuni giornalisti

rimpiangono di non aver visto capitan Barboni, pur positivo, nella sua migliore serata. Dalle interviste post-partita emerge un Barboni deluso dal risultato, sul quale ha pesato l’autorete, ma felice di aver offerto uno spettacolo di livello al pubblico. In linea col capitano, il mister Pecqueur rimpiange il gol della bandiera che avremmo meritato e riconosce che il risultato è logico, rispecchia la differenza tra le due formazioni. Il Trap apre con uno scontato dopo un buon primo tempo, il calo di concentrazione era nell’aria e chiude con una velata critica ai suoi: Avevo chiesto di non prendere questo incontro alla leggera; sapete come sono i giocatori italiani, bisogna sempre ripetere questo concetto. Le partite finiscono al 90°. Tuttavia, nei bar italiani di Esch ancora oggi esistenti (Riganelli, Conti…), rimane vivissimo il ricordo di questo incontro di calcio particolare, nel quale l’aspetto sportivo aveva solo fornito l’ennesimo pretesto per celebrare il legame di una comunità di emigrati e di oriundi con le proprie origini. Arrivederci a Torino per il ritorno del 2 ottobre 1985! PP

"LA STELLA" DI QUELLA JUVE E QUASI UN VICINO DI CASA; SI TRATTA DI MICHEL PLATINI, NATO A JOEUF, CHE DISTA APPENA 35 KM DA ESCH/ALZETTE

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[ONDE SONORE]

RADIODERVISH TRA CANTAUTORATO MEDITERRANEO, POESIA E IMPEGNO

TESTO Paolo Travelli

Nabil Salameh, voce e fondatore del gruppo (insieme a Michele Lobaccaro) ci racconta l’ultimo lavoro dedicato all’uomo

A

vete creato un vero e proprio genere musicale definito “cantautorato mediterraneo” grazie alla vostra capacità di coniugare tradizioni musicali di numerosi popoli e una varietà di lingue provenienti da territori anche lontani fra di loro. Secondo voi esiste un aspetto musicale comune che si può ritrovare nelle differenti culture dei popoli che appartengono all’area mediterranea? Assolutamente sì, perché la zona stessa del Mediterraneo è un fattore comune per tutti i popoli che vivono sulle sue sponde, in questo luogo storico, mitico, spirituale. Il Mediterraneo è contenitore di memoria e di passaggi. Lo troviamo sicuramente in tutte le culture dei popoli che abitano sulle rive di questo grande mare. È evidente che alcuni frangenti della cultura musicale mediorientale si trovano nel Meridione d’Italia (dove viviamo) e

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anche sull’altra sponda ci sono delle tracce di influenza di un passato comune che non può non fiorire e nei rimandi della cultura musicale, ma anche di quella letteraria. Al vostro attivo avete un numero di collaborazioni di grandissimo spessore. Ricordiamo, fra gli altri, Franco Battiato, Giovanni Lindo Ferretti, Stewart Copeland, Carlo Lucarelli. Quali sono le esperienze che hanno maggiormente influenzato il vostro modo di scrivere musica? Tutti questi autori sono delle tappe importanti e delle fonti di ispirazione nel nostro percorso musicale. Diciamo Franco Battiato con il quale siamo cresciuti e abbiamo anche cominciato ad esplorare questo multilinguismo che caratterizza il nostro stile. Questo cantautorato mediterraneo è il risultato di un vissuto e anche di riferimenti che,

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[ONDE SONORE]

in qualche modo, ci hanno portanto a questo melange, questo melting-pot sonoro e musicale. Sicuramente Battiato è una fonte di ispirazione molto importante, ma possiamo citarne anche altri, da De André a Moustaki. E pure altre persone con le quali abbiamo collaborato, come Carlo Lucarelli, che si è ispirato anche alle nostre musiche per la stesura del suo ultimo romanzo. Sono tutti personaggi che abbiamo avuto l’onore di avere come partner in numerosi progetti e che sono anche capitoli importanti del nostro percorso umano e artistico.

IL MESSAGGIO PER CHI ASCOLTA IL NOSTRO ULTIMO DISCO E QUELLO DI TORNARE A DIVENTARE UMANI, CONTRO LA SOCIETÀ ODIERNA, CHE HA MESSO L'UOMO AL MARGINE DELLA SCALA DELLE PRIORITÀ

HUMAN è il titolo del vostro ultimo disco, una sorta di concept album dedicato alla perdita di umanità che caratterizza sempre di più l’uomo dei nostri tempi. Qual è il messaggio principale del vostro nuovo lavoro e com’è nata l’esigenza di affrontare un tema così complesso come la disumanizzazione? L’esigenza è nata da un’esperienza personale che sfocia poi a livello artistico e tocca la sensibilità di ognuno. Le grandi crisi e le trasformazioni che viviamo ci toccano come esseri umani, per cui queste riflessioni che vengono in qualche modo schizzate, baciate, disegnate in quadri sonori, canti e testi sono frutto di un vissuto come persone in primo luogo e, poi, come momenti di riflessione sui tempi in cui viviamo. Tempi di crisi, ma anche di grandi opportunità per rilanciare una sfida, a noi stessi innanzitutto. Ma sono anche un messaggio a chi ascolta il nostro ultimo disco: quello di tornare a diventare umani, contro tutta la disumanizzazione della società odierna che ha messo l’uomo al margine della scala delle priorità, creando un mostro chiamato mercato della finanza e quant’altro. Hanno schiacciato l’umanità rendendo l’essere umano solo un numero senza una vita degna di attenzione, di rispetto, di umanità. Quindi, in quest’ultimo album, volevamo far arrivare questa nostra riflessione, denunciare questa disumanizzazione, rilanciando una sfida per reimpossessarsi dell’umano che è in noi. Siete sempre stati considerati ambasciatori di pace e di integrazione visto il vostro impegno sociale. Quanto è importante per un artista il lato sociale del suo lavoro? È una scelta, nel nostro caso, avendo anche un vissuto di una storia di conflitto dolorosa dalla quale io provengo (sono figlio di rifugiati palestinesi espatriati in Libano); mentre Michele (Lobaccaro, ndr), è figlio di immigrati. Quindi abbiamo entrambi vissuto lo strappo dalle nostre radici. Questo nostro background ha permesso che noi diventassimo più ricettivi e sensibili. Amiamo fare della musica un veicolo di narrazioni, di speranza. Il nocciolo di questo discorso è che alla base della nostra musica c’è la pace. Vivere in pace e voler condividere questa situazione con tutto il mondo. Quindi la tematica della pace non è affatto retorica per noi, ma il risultato del nostro vissuto e delle nostre esperienze che ci hanno insegnato che il raggiungimento di questo stato d’animo non è impossibile. PP

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E

r.pl

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© - www.eleuteriart.com

© - www.m n période de crise, il y a du bon ; on commence à apprécier la valeur d’ objets, de vêtements voire de meubles qui ne nous auraient peut-être plus intéressés en temps normal. Elle n’est donc pas fortuite de nos jours la nouvelle tendance chic qui se propage dans le monde de la mode, de la déco et de l’ameublement dénommée Shabby (terme anglais qui signifie usé par le temps). En fait, tout ce qui est marqué par le temps est tendance. Les camées sont revenus à la mode, et les meubles patinés. Les stars absolues de cette tendance sont les couleurs claires et le style victorien.

POUR EN SAVOIR PLUS : www.shabbyandcountry.com www.shab.it www.houseoffraser.co.uk

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[PASSAPAROLA POUR TOUS]

Le style « SHABBY-CHIC »

Ristorante Boccon di Vino - 58, Avenue de la Gare L-4130 Esch/Alzette - tel. 265472 - info@boccondivino.lu - Chiuso domenica sera


V

QUI DONNENT...DU ROSE!

oici une chaîne qui relie les femmes du monde entier pour échanger expériences, émotions, idées et projets. L’impact d’une rencontre en « face-à-face » pour se trouver et se découvrir. HUB DOT, c’est cela et beaucoup plus, et arrive bientôt à Luxembourg. Dans l’attente du lancement de ce grand évènement début juin, nous avons interviewé la conceptrice (italienne) de cet immense réseau au féminin. Simona Barbieri Bunting vit à Londres et a eu une simple (et très grande) idée. Faciliter les rencontres entre les femmes en gommant les complications de départ pour arriver directement au but. Pour ne pas perdre de temps et trouver tout de suite les affinités de chacune. Partout dans le monde, pour se retrouver entre parfaites inconnues, qui comprennent à l’instant ce qu’elles ont en commun grâce à un signe de reconnaissance de couleur porté sur soi. Cela peut consister en la réalisation de projets à partir d’idées, au partage d’expériences de vie, en passant par des collaborations professionnelles ; pour aider à concrétiser un rêve, ou lancer un message d’espoir. Simona sera l’une des protagonistes du lancement de HUB DOT Luxembourg (voir encadré). Nous l’avons rencontrée. Qu’est-ce exactement HUB DOT ? HUB DOT est né à Londres en juin 2012 à partir d’une idée simple : se connecter en direct. Ce n’est pas un mouvement politique ni un business club exclusif. Il a été créé par une femme pour les femmes. Un moyen de se retrouver qui couvre non seulement la sphère professionnelle, mais toutes les sphères de la vie, et qui entend aider ainsi les femmes à créer des liens significatifs. Pouvez-vous nous expliquer la signification des 5 couleurs qui caractérisent le logo de votre association ? Ce sont les couleurs des Dot (auto-collants ronds de couleur), emblèmes du mouvement. Pour se reconnaître, s’identifier et se retrouver : rouge pour « j’ai une identité professionnelle », vert pour « je suis à la recherche d’une nouvelle inspiration », bleu pour « je suis là pour me sociabiliser », jaune pour « j’ai une idée et j’ai besoin d’aide », violet pour « je vais vous parler de mon histoire, de mon activité bénévole, de ma passion, de mon travail ». C’est un système simple et ludique qui aide tout le monde à créer des contacts sans idées préconçues. Et ça fonctionne très bien ! Pouvez-vous déjà nous parler du grand évènement du 4 juin ? La soirée sera marquée par deux interventions principales (environ 20 minutes au total), et par 10 interventions de 1 à 2 minutes. Il s’agira de propos de femmes invitées à raconter leur propre histoire à travers un langage émotionnel. Les thèmes iront du social à la petite entreprise, de l’art aux histoires vécues. Ces narrations faciliteront les réflexions, l’envie de changement, les contacts à travers l’émotion. PassaParola Magazine

[PASSAPAROLA POUR TOUS]

5 COULEURS

L’ÉVÈNEMENT DU MOIS DE JUIN

Rendez-vous mercredi 4 juin 2014 à 19 hrs au show room BoCONCEPT à Bertrange (74, route de Longwy: 26 25 9001 - boconcept.com). Comment participer ? il suffit de s’inscrire sur www.thehubdot.com et remplir sa demande d’inscription dans la section « about you », et payer une participation de 10 € qui servira à couvrir les frais d’organisation. Le banquet de la soirée est offert par : Jana di Happ, Carole (foodblogger di Gigiandfood.com), Pitou di Amapura et Luca (chefcyrano@gmail.com). POUR EN SAVOIR PLUS : Carlotta Benedetti (carlotta@thehubdot.com) Twitter https://twitter.com/hubdot Facebook https://www.facebook.com/hubdot Instagram https://instagram.com/hubdot Pinterest https://www.pinterest.com/hubdot

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[DESTINAZIONE ITALIA]

L’ITALIA

TESTO Elisa Cutullè

© - Babing

© - Caffè Meletti

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L’Italia è un Paese così ricco di storia da vantare numerosi locali fondati secoli fa. Molti di essi conservano ancora l’allestimento originale. Dei 177 con oltre 70 anni ne abbiamo scelti alcuni per voi

COSA COMPRARE

PRIMA TAPPA: Torino

Avvolti dall’atmosfera principesca del Palazzo Reale che si affaccia su Piazza Castello, dopo aver ammirato sale affrescate, stucchi e porcellane, si può sentire quel certo languorino. Allora perché non recarsi Al Bicerin (www.bicerin.it)? Appena entrati sembra di essere

DOVE PRANZARE Fondato nel 1200, il Ristorante Oste Scuro Finsterwirt (www.finsterwirt.com) a Bressanone era il locale preferito dagli arciduchi Eugen e Franz Ferdinand d’Este, dal Dalai Lama e da Otto von Habsburg.

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tornati all’Ottocento: tappeti rossi, pareti di legno chiarissimo e preziose, piccole vetrine che espongono cioccolato come un’opera d’arte. Aperto alla fine del Settecento, non era solo il bar di Cavour, Puccini, Pellico e Dumas, ma per molti anni anche uno dei pochi luoghi dove le donne potevano mostrarsi in pubblico da sole (grazie alla gestione da sempre in mani femminili). Da assaggiare assolutamente il bicerin: un’antica ricetta a base di caffè, cioccolata e crema di latte.

La Fabbrica di cioccolato Gay-Odin a Napoli (www.gay-ondin.it), creata nel 1893 da Isidoro Odin e dalla moglie Onorina Gay, è stata apprezzata da Oscar Wilde durante la sua sosta a Napoli nel 1897, dal poeta Salvatore Di Giacomo, ma anche da Eduardo De Filippo. Un cioccolato artigianale nella migliore tradizione partenopea.

SECONDA TAPPA: Ascoli Piceno

Il Caffè Meletti (www.caffemeletti.it), situato in Piazza del Popolo, fu nominato da Vittorio Emanuele nel 1910 “Fornitore della Real Casa” per la famosa Anisetta alla mosca. Si dice che Mascagni iniziò qui a

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© one AND only / www.shutterstock.com

© - Al Bicerin

DEI CAFFÈ STORICI


[DESTINAZIONE ITALIA]

scrivere l’opera “Lodoletta” e che Guttuso, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, vi concepì la rivista “L’Orsa Maggiore”. Altri ospiti illustri sono stati: Stuparich, Zandonai, Badoglio, Sartre, Hemingway e Trilussa, che, goloso di Anisetta, affermò: Quante favole e sonetti m’ha ispirato la Meletti!

COLAZIONI DA TIFFANY Isa Grassano Newton Compton (2013) Un filo rosso attraverso la gastronomia dello Stivale alla scoperta di locali trendy, caffè vivaci, lounge bar, ristoranti glam, terrazze con viste mozzafiato. Isa Grassano presenta luoghi con menù curati e perfetti per chi vuole soddisfare occhi e palato al fine di gustare piccoli momenti di felicità. e morale della città. D’Annunzio vi scrisse i versi di “A vucchella”; Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao vi presentarono il quotidiano “Il Corriere di Roma”, ma anche Croce, Russo, Wilde, Hemingway, Sartre non vi disdegnavano un caffè.

QUARTA TAPPA: Napoli

Il Gran Caffè Gambrinus (www.grancaffegambrinus.com) era ed è il centro politico, urbano

Un prefetto fascista nel 1938 trasformò una parte del locale in una banca e solo nel 2001 il celebre luogo ha riconquistato le bellissime sale affacciate su piazza del Plebiscito. Da gustare la granita al caffè. PP

DOVE DORMIRE L’albergo più antico d’Italia fondato nel 1200 come locanda è ora l’Hotel Cavalletto e Doge Orseolo (www.hotelcavallettovenice.com) a Venezia, dove hanno pernottato anche Richard Strauss e Winston Churchill.

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COMMUNICATING IDEAS

Il Babington’s Tea Rooms (www.babingtons.com), fondato nel 1893, nacque come punto di ritrovo della comunità anglosassone ed è senza dubbio la sala da tè più inglese d’Italia. Apprezzata dai Savoia, Palazzeschi, Fellini, la Bergman e la Minnelli. In elegante e sobrio stile vittoriano, con l’antico camino spesso acceso d’inverno, offre ben 30 miscele di tè.

© - Gran Caffè Gambrinus

TERZA TAPPA: Roma

LIBRO

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[PASSA...PAROLE]

La CULTURA che SUPERA TUTTO

A Scampia (Napoli) una casa editrice è simbolo di riscatto sociale. PassaParola ha incontrato i proprietari Marotta&Cafiero di Scampia, i quali hanno dimostrato che la cultura ed i giovani possono far rinascere un territorio e renderlo un punto di riferimento sociale

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ome è nata questa casa editrice? Circa dieci anni fa, durante uno scontro a fuoco tra camorristi a Scampia, fu ucciso un innocente, Antonio Landieri, disabile di venticinque anni. A questo evento tragico i familiari reagirono cercando non vendetta, ma riscatto sociale. Il cugino di Antonio, infatti, decise di sfogare rabbia e dolore in un libro intitolato Al di là della neve. Nel libro e in Rosario (il cugino) hanno creduto Tommaso Marotta e Anna Cafiero, che decisero di pubblicarlo e di accogliere il giovanissimo scrittore nella loro casa editrice. Quattro anni dopo, proprio mentre Rosario e la sua compagna Maddalena stavano per aprire la loro casa editrice, la prima a Scampia, Anna e Tommaso decisero di regalare la casa editrice Marotta&Cafiero ai due giovani. Rosario e Maddalena

TESTO Amelia Conte e Rita Marsico

trasferirono la casa editrice da Posillipo a Scampia ed iniziarono a dedicarsi al sociale, creando attorno alla loro casa editrice ed al progetto teatrale Vo.di.sca. un movimento di giovani che si mettessero in gioco e lottassero per raggiungere obiettivi sempre più complessi. Oltre a una politica volta ai valori della cultura e della comunicazione in un territorio socialmente complesso come Scampia, voi fate impresa in un momento economicamente difficile per il Paese: come conciliate e superate queste due difficoltà? La forza di volontà, la creatività, l’intenzione di creare qualcosa di bello da condividere e di trasformare un riscatto personale nel riscatto di un intero quartiere

sono i principali fattori che ci spingono a lavorare così duramente per questo progetto. Credere fermamente in ciò che facciamo, fare scelte coraggiose: l’uso di carta riciclata certificata, la scelta di co-produrre dal basso molti dei nostri testi e dei dischi con la nuova etichetta Marotta&Cafiero Records, la scelta di avere prezzi sempre contenuti (ogni nostro prodotto ha un costo massimo di dieci euro). Tutto ciò ci premia e ci permette di andare avanti nonostante il periodo

18.30 2014 - ore dea io g g a m 14 i Me amento d L’innamor ca, Alvaro, Pasolini ene Euripide, S attei) la M

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[PASSA...PAROLE]

di crisi per il Paese, particolarmente sentito in ambito editoriale. Quali sono i risultati più importanti che sperate di raggiungere sul territorio con la vostra attività? Anzitutto portare case editrici indipendenti come la nostra in una scuola e permettere ai ragazzi di conoscere e leggere testi che difficilmente sarebbero potuti arrivare nelle loro mani; far incontrare ai ragazzi personaggi importanti, simboli di impegno e riscatto. Creare un corso di editoria e gestione di libreria, totalmente gratuito, per fare in modo che questa esperienza possa diventare per i giovani studenti anche una possibilità per un futuro lavoro. Naturalmente l’intenzione e la speranza riguardano la possibilità che l’intero quartiere possa trovare all’interno del Marotta&Cafiero store Scampia un riferimento: vorremmo che questo luogo diventasse un punto d’incontro per i più giovani e non solo. Proprio per questo la libreria all’interno dell’istituto Vittorio Veneto è aperta a tutti ed ogni incontro che vi si svolge è totalmente gratuito. In che modo le Istituzioni locali supportano il valore della cultura e, in particolare, incoraggiano l’attività della vostra casa editrice? Speriamo che nel tempo il coinvolgimento e l’appoggio da parte delle Istituzioni locali possano essere maggiori. In ogni caso vorremmo ringraziare l’assessore alle politiche giovanili, Alessandra Clemente, sempre pronta e attenta alle nostre attività. PP

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ERITALIA, IGNOTI NULLA CUPIDO È il titolo dell’esposizione fotografica sull’architettura razionalista delle ex colonie italiane di Libia, Eritrea, Etiopia, Somalia, Isola di Leros al Salone del Libro di Torino Raramente ce ne ricordiamo, ma anche l’Italia è stata (o ha cercato di essere per un certo periodo) una potenza coloniale. Anche questo fa parte, nel bene o nel male, della storia del nostro Paese. Malgrado le ombre siano state tante, non sono mancate le luci. Ed è proprio alla ricerca di questo aspetto che, sotto il patrocinio della Regione Piemonte, è nato il progetto ERITALIA. L’attenzione va in particolare “all’architettura dei luoghi”: terminologia utilizzata per definire la nuova sensibilità che ebbero gli architetti nel realizzare forme e strutture che dialogassero con l’architettura autoctona delle colonie. Lo scrittore Enrico Remmert e i due fotografi Bruna Biamino e Daniele Ratti sono in viaggio in quei Paesi e stanno effettuando una ricognizione fotografica, documentaristica ed artistica delle architetture razionaliste, realizzate dagli architetti piemontesi e italiani nelle ex-colonie italiane di Eritrea, Somalia, Etiopia, Libia e Isola di Leros. I due fotografi saranno presenti al Salone Internazionale del Libro di Torino ed in quella sede metteranno in vendita le “prove d’artista” delle stampe fotografiche, il cui incasso sarà destinato all’Ospedale Pediatrico MAS CTH di Hargeisa, nel Somaliland (uno Stato dell’Africa orientale non riconosciuto dalla comunità internazionale, ndr) che fornisce cure gratuite per l’infanzia. Per informazioni www.eritalia.org o su Facebook pagina Eritalia. (Eloisa Salomone)

© Foto: Daniele Ratti e Bruna Biamino

LA FORZA DI VOLONTÀ, LA CREATIVITÀ, L'INTENZIONE DI CREARE QUALCOSA DI BELLO DA CONDIVIDERE E DI TRASFORMARE UN RISCATTO PERSONALE NEL RISCATTO DI UN INTERO QUARTIERE

INFINGARDO

PILLOLA di

ITALIANO

Che s’infinge, che simula, quindi falso, mentitore o anche, riferito a cose, ingannevole, illusorio. Si riferisce a persona che, per cattiva volontà, evita ogni fatica ed è molto lenta e pigra. È sinonimo di fannullone, poltrone, bugiardo, simulatore. Deriva probabilmente dal latino “infingere” cioè fingere.

A CURA DI Cristina Salio

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[ITALIA A TAVOLA]

IL GRANDE MANGIATORE: dalla pancia alla dispensa piena ena

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TESTO Daniela Fusillo

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«Tutte le società e culture hanno vissuto la fame (guerre, epidemie, carestie) o la paura di questa. L’approvvigionamento del cibo era la prima preoccupazione dell’uomo e si traduceva in desiderio di quantità: la qualità importava, ma veniva dopo». Questo è quanto racconta Massimo Montanari in un libro al quale la nostra esperta si è ispirata per l’articolo che segue

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a necessità del cibo nel tempo è stata declinata in un linguaggio complesso, ricco di valenze culturali, simboliche, ideologiche, psicologiche. La quantità di cibo e l’essere grasso o magro hanno trovato modelli sociali diversi e conosciuto malattie alimentari legate sia al deficit che all’abbondanza; quest’ultima nel

MANGIARE TANTO ESPRIMEVA POTERE E PRESTIGIO, ERA UN OBBLIGO SOCIALE PassaParola Magazine

passato era prerogativa delle classi abbienti. Ne è un esempio la gotta, che colpì l’aristocrazia del Sei-Settecento.

IL POTENTE: UN GRANDE DIVORATORE Nel Medioevo il cibo “era la prima occasione per gli strati dominanti della società di manifestare la loro superiorità” (J. Le Goff). Mangiare tanto esprimeva potere e prestigio, era un obbligo sociale. Nell’888 il vescovo di Metz rifiutò Guido di Spoleto come re dei Franchi per le sue parche

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[ITALIA A TAVOLA]

Nel Settecento una corrente ideologica, intellettuale, politica propone il modello estetico del magro: efficienza e produttività si contrappongono all’ozio dell’aristocrazia.

IN REALTÀ L'OBESITÀ E SPECCHIO DI FORTI DISEGUAGLIANZE SOCIALI E DILAGA SOPRATTUTTO FRA LE PERSONE CON BASSI LIVELLI DI REDDITO O D'ISTRUZIONE Il rilancio ottocentesco del corpo magro, proteso verso la produzione di ricchezza, si fa complice, nella prima metà del Novecento, con l’aspetto salutare. Poco dopo, con la guerra, il fantasma della fame riporta al grasso, ma qualche decennio dopo fa capolino la paura dell’eccesso. I PIACERI TROPPO CONDIVISI PERDONO FASCINO: DALL’ELITE AL POPOLO INSAZIABILE Tra il XIX e il XX secolo, con la rivoluzione dei consumi, mangiare molto rimane una pratica delle tavole popolari: la quantità di cibo per farsi onore, come riscatto dalla fame. Se nei cerimoniali di corte, ancora nel XIX sec., le differenze di rango venivano onorate con quantità maggiori di cibo, nella società contemporanea il format All you can eat solo apparentemente livella la discriminazione sociale, ma rende satolli senza l’ansia del conto. In realtà l’obesità è specchio di forti diseguaglianze sociali e dilaga soprattutto fra le persone con bassi livelli di reddito o d’istruzione. La memoria, intesa come, dal punto di vista antropologico, paura della fame, vive e si nutre nell’abbondanza; il nostro organismo sa difendersi dal digiuno, ma non ha imparato a farlo con gli eccessi di cibo. PP

PER MAGGIORI INFORMAZIONI Il cibo come cultura, M. Montanari Bari, Editori Laterza, 2006

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RESTARE CON LA BOCCA AMARA Scorzonera, cardo, crespino, punte di luppolo, portulaca, rosolaccio, bardana: verdure che sanno di infanzia, di rustico, di tradizione eppur dimenticate. (Ri)scopriamole insieme Il sapore forte è dovuto ai loro principi attivi, che depurano, disintossicano e facilitano la digestione. Il Tarassaco è molto ricco di fibre e si deve masticare a lungo per assorbirne le proprietà benefiche per fegato, reni, intestino e pelle. Di solito si consuma fresco in insalata, ma se volete smorzare il gusto amarognolo, accompagnatelo con il riso basmati e le patate. La catalogna è invece un tipo di cicoria ricca di minerali: è uno “sgonfia-pancia” perché diuretica e lassativa. Molte qualità di verdure sono scomparse perché avevano un rendimento produttivo scarso. I nostri genitori, e ancor meglio i nostri nonni, ricordano la rapa di maggio, un tubero dal sapore di panna e mandorla insieme; oppure il nasone di cavallino, una varietà “nasuta” di un pomodoro veneto. Ed ancora: il levistico, il cui gusto ricorda quello del sedano. Si usava per insaporire i brodi e il seme maturo di questa pianta era invece utilizzato per fare i liquori. Un meticoloso lavoro di recupero delle antiche varietà di verdure lo fa il Vivaio Covil di Matera www.covilvivai.com; potete comprare i semi di antichi ortaggi oppure scambiarli su www.semiepiante.net. (Maria Grazia Peresi)

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abitudini alimentari: non era degno di regnare. Il capo era il più forte, capace di inghiottire grosse quantità di cibo, soprattutto carne. Dall’Alto Medioevo il linguaggio cambia: ciò che più conta è possedere più cibo degli altri, ostentarlo, pratica che si carica di forza scenografica anche dopo il XVI secolo.

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TESTO Maria Elena Petrelli (Psicologa, specialista in psicoterapia psicoanalitica)

Un’abitudine che diventa mania. E dalla mania alla patologia il passo è breve. Fino agli estremi del suicidio in rete. La situazione è allarmante. La affrontiamo con un’esperta

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ffrontare in questa sede il tema dei social network e della loro influenza sugli adolescenti non è impresa semplice. La difficoltà già insita nella necessità di dover sintetizzare temi dinamici e universali - è pervasa soprattutto dal rischio di banalizzare i concetti, le idee, le considerazioni in quanto largamente trattati dai media. Nonostante ciò, discuterne diventa atto dovuto dopo l’ennesimo suicidio istigato dalla massa di “maschere” che affolla la rete mediatica e dai “fantasmi” che gestiscono e diffondono spazi virtuali ponendoli in pseudo confini sempre molto labili, in bilico fra il lecito e l’illecito. Elencare una serie di dati statistici renderebbe prontamente ed efficacemente tangibile il fenomeno ed il suo dilagarsi, impantanando, però, il discorso in sterili numeri che disumanizzerebbero la realtà, deprivandola di empatia e riducendola a fredda percentuale. Sarebbe d’aiuto ricordare che lo sviluppo psico-fisico è il risultato di un intricato, naturale e quanto mai meraviglioso (ma non ancora totalmente comprensibile e interpretabile) processo evolutivo

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Influenza dei SOCIAL NETWORK sugli adolescenti:

ISTIGAZIONE AL SUICIDIO E RESPONSABILITÀ che, diramandosi da aspetti puramente biologici, ingloba e viene inglobato nelle seguenti dimensioni: relazionale, sociale, culturale, ambientale. Questo preambolo rende evidente la complessità di ogni aspetto della vita, dischiudendo al tempo stesso la potenzialità umana di pensare sé stessi. Tentare di spiegare le cause che in diverse parti del mondo hanno indotto degli adolescenti al suicidio, dopo essere stati incitati da contatti in social network, esporrebbe chiunque a parcellizzare già parziali punti di vista sull’argomento, rendendo intatto, in ogni caso, il sottostante dramma delle famiglie coinvolte e della comunità intera. Analizzare un fenomeno non sempre significa metapensarlo. “Pensare il pensiero” pone in una prospettiva in cui l’interazione multiforme diviene più limpida nella sua essenza di semplicità. Una crescita armonica

IL MICROCOSMO FAMILIARE/LOCALE, IN CUI I SOGGETTI SONO RICONOSCIBILI E DISTINGUIBILI, RISPECCHIA SE STESSO VERSO L'ESTERNO E CONTEMPORANEAMENTE DIVENTA CASSA DI RISONANZA DEL MACROCOSMO

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[ITALIA GIOVANE]

© gerard79 / www.sxc.hu

in tenera età presuppone un caregiver (persona che presta le cure, ndr) “sufficientemente buono”; successivamente la cerchia di riferimento di ogni essere umano in fase di sviluppo si allarga all’ambiente esterno e la società “sufficientemente buona” ha (avrebbe) l’obbligo di contenere sé stessa con attenzione, cura e rispetto. Il microcosmo familiare/locale, in cui i soggetti sono riconoscibili e distinguibili, rispecchia sé stesso verso l’esterno e contemporaneamente diventa cassa di risonanza del macrocosmo (molteplicità di singoli individui in continua e dinamica interazione fra loro) nel quale, soprattutto in un mondo virtuale, l’azione di pochi, difficilmente identificabili, può alterare, come in questi casi, il mandato stesso della preservazione della propria specie. Negando quei valori imprescindibili di umanità. Fallire come esseri umani implica l’inottemperanza di un incarico che trascende la mera responsabilità di giudizio dei singoli

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NELLO SPAZIO VIRTUALE LA POSSIBILITÀ DI MASCHERARE SE STESSI TRASFIGURA LA RELAZIONE PONENDO SU PIANI DIFFERENTI E SENZA VIA D'USCITA GLI INTERLOCUTORI, I QUALI DIVENTANO OGGETTI DI UNA FANTASIA IRREALE avvenimenti, in quanto nel momento in cui l’atto di ledere la vita altrui diventa fenomeno diffuso, esso si trasforma in inadempienza-patologia della funzione di autoconservazione del singolo come della collettività. Gli esseri umani, proiettando all’esterno parti di sé stessi, sono permeabili a tutto ciò che li circonda: in un’ottica psicologica, non c’è crescita senza legami. Legami edificati su relazioni idonee rispetto all’età dei soggetti coinvolti e che pongono regole chiare, limiti. Legami che condividono l’esperienza con esempi tangibili e con la quotidianità, attraverso la comunicazione, i fatti e a volte anche il silenzio. Dal punto di vista delle neuroscienze, il pensiero ed i comportamenti si modificano reciprocamente nel tempo, in un divenire fra coerenza e costanza. Siamo tutti implicitamente responsabili per noi stessi e per gli altri. La globalizzazione permette di avere come virtuale vicino di casa “Mister X”, individuo reale che vive in qualsiasi parte del mondo e come in un passato in cui ci si autoregolava nel piccolo paesino

o in una contrada, ci influenziamo oggi a vicenda con il personale vissuto, con la nostra storia, il nostro presente, le aspettative per il futuro. La differenza sostanziale tra ieri ed oggi sembra essere espressa nei modi utilizzati per manifestarci, attraverso una palese identità o dietro un’immagine senza nome. L’intensità e la frequenza di tale scelta sigilla un cambiamento trans-generazionale, che si commuta in una crisi di base in ogni ambito: personale, di coppia, familiare, sociale, sino ad insediarsi nelle trame della cultura (politica, leggi, giustizia fra i tanti), divenendo eredità per i discendenti. Da qui la necessità di trovare sempre un equilibrio tra quelle che Freud chiamava pulsioni di vita (Eros), pulsioni di morte (Thanatos) e le implicazioni della coazione a ripetere; o tra i due principali fondamenti di Empedocle, il suo dualismo cosmico-filosofico, tra philìa (amore, amicizia) e neikos (odio, discordia). Nello spazio virtuale la possibilità di mascherare sé stessi stravolge e trasfigura la relazione, ponendo su piani differenti, inevitabilmente e senza via d’uscita, gli interlocutori che diventano oggetti (non più soggetti) di una fantasia irreale. Fantasia che, soprattutto in questi casi specifici, macabramente si riversa nel vissuto reale. Viviamo in un’epoca in cui anche nelle relazioni del quotidiano si assiste al dispiegarsi di tale modalità che, pur mitigata da un contatto autentico, diviene mera consuetudine, tacitamente accettata in termini di “adeguamento”, sia esso passivo o attivo, inconsapevole o consapevole, rischiando di strutturarsi nella personalità dei soggetti in fase evolutiva. Nel consolidare quanto di meno è necessario al benessere collettivo ed allo psichismo (insieme delle attività psichiche spontanee, ndr) individuale, essa non sollecita più la scelta tra l’essere o l’avere, impone piuttosto l’apparire, il “come sé”, trampolino di sofferta decadenza per ogni persona e civiltà. PP

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[ARCHITETTURA]

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al SALONE del MOBILE di MILANO

Il nostro inviato alla celebre kermesse milanese di aprile ci racconta tutte le novità

TESTO Giuseppe Giannini

archgiannini@libero.it

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egno, pelle, marmo, vetro, acciaio, materiali naturali. Di quelli artificiali, come plastica, gomma e derivati, non vi è traccia. Il tema del Salone del mobile di Milano edizione 2014 (8-13 aprile scorso) ha riguardato prevalentemente l’ambiente cucina. Non sono mancati ampi spazi dedicati al living e ai componenti d’arredo. Il tema di quest’anno ha riguardato proposte tutt’altro che nuove, riferite al vintage, ma che puntano al recupero. Il concetto di recupero è applicato sia ai materiali che agli spazi.

LA NATURA CON LE SUE FORME E I SUOI COLORI, COME E GIUSTO CHE SIA, LA FA DA PADRONA. L'UOMO HA IL COMPITO NON FACILE DI ASSECONDARLA Designer italiani, tedeschi, belgi si sono esibiti per un pubblico in minoranza italiano e prevalentemente russo, cinese e spagnolo. La loro attenzione si è rivolta alla ricerca di forme semplici abbinate a speciali tecnologie, convergenti sulla razionalizzazione degli spazi e del tempo. Il piano di lavoro in cucina, ad esempio, si muove

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con i movimenti dell’operatore e diventa mobile “living”, piano di cottura, tavolo da pranzo. In altri casi la cucina è destrutturata, con i differenti componenti liberamente adattati alla dimensione e alla forma dell’ambiente che la ospita. Compattezza, tecnologia e funzionalità. Ma anche gusto estetico garantito dalla tradizione e valori etici come

l’ecologia, il risparmio energetico e, tutto sommato, anche il costo contenuto. Sì, perché anche i prezzi appaiono non esagerati se vengono comparati con quelli delle precedenti edizioni e se consideriamo le trovate tecnologiche e i costi delle materie prime, indistintamente naturali. Il materiale impiegato, infatti, (legno, pietre naturali, metallo, acciaio) non è statico e invariabile come la plastica e i materiali artificiali. La natura con le sue forme e i suoi colori, come è giusto che sia, la fa da padrona. L’uomo ha il compito non facile di assecondarla. In alcuni casi l’esperimento è ben riuscito, in altri si ferma prima della risoluzione, che in verità richiede ancora profondi e specifici studi sugli accorgimenti per la sicurezza d’uso. Ci si riferisce in particolare ai sistemi di scorrimento dei piani di lavoro sui fornelli armati di pentole, senza un freno che ne prevenga la loro caduta. Di primo acchito, questi sistemi stupiscono con “effetti speciali”, ma, guardando attentamente, rischiano di provocare i tanto temuti incidenti domestici. Per tali gravi omissioni, almeno per i modelli esposti, i designer e le aziende tendono a giustificarsi, affermando che si tratta pur sempre di prototipi. Ciò però alla natura non accade mai. È sempre intelligente, quindi bisogna osservarla attentamente. E la ricerca continua. PP

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Nozze di cotone Nozze di seta Nozze di stagno Nozze di porcellana Nozze di cristallo Nozze d’argento Nozze di perle Nozze di corallo Nozze di rubino Nozze di zaffiro Nozze d’oro Nozze di smeraldo Nozze di diamante Nozze di ferro Nozze di platino

usanza di festeggiare gli anniversari di matrimonio risale al Medioevo. In quel periodo si festeggiavano solo il 25° (nozze d’argento) e il 50° (nozze d’oro). Nel 1922 la scrittrice americana Emily Post inserì nel suo libro Etiquette in Society, in Business, in Politics and at Home (Galateo in società, al lavoro, nella politica e a casa, ndr) una serie di consigli per festeggiare gli anniversari di matrimonio. Una tradizione anglosassone associa ogni anno di vita passata insieme a un materiale particolare. Tali denominazioni, in realtà, venivano usate per indicare il regalo reciproco che era d’uso farsi in queste circostanze.

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Di solito si conosce solo la denominazione di quelli “classici”, ma sono molti di più gli anniversari di nozze. Scopriamoli insieme proprio nel mese dedicato per tradizione al matrimonio

© - www.joliba.org

© SheCat / www.sxc.hu

TESTO Maria Grazia Peresi

I CONFETTI ROSA FUCSIA GIALLO BEIGE ARANCIONE INTENSO ARGENTO VERDE CHIARO BLU VERDE SCURO ROSSO ORO AVORIO BIANCO

NOZZE DI COTONE NOZZE DI SETA NOZZE DI STAGNO NOZZE DI PORCELLANA NOZZE DI CRISTALLO NOZZE D’ARGENTO NOZZE DI PERLA NOZZE DI ZAFFIRO NOZZE DI SMERALDO NOZZE DI RUBINO NOZZE D’ORO NOZZE D’AVORIO NOZZE DI DIAMANTE

I confetti simboleggiano prosperità e abbondanza. Quelli classici alle mandorle risentono un leggero ribasso nelle vendite, spesso sostituiti con quelli al cioccolato, limoncello, cocco. In una bomboniera si trovano sempre 5 confetti: questa usanza è data da una superstizione che vede nel numero dispari l’indivisibilità dell’unione. C’è il confetto del colore giusto per ogni anniversario, come mostra il box sopra. PP

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[ARTE]

ALLA SCOPERTA DE

TESTO Sabino Lenoci (*)

La Traviata

CON UN CELEBRE PERSONAGGIO DELLA TV

S

iamo a Parigi nell’Ottocento. Violetta Valery è una ragazza affascinante che fa la vita. È l’amante del barone Duphol. Passa di festa in festa, di divertimento in divertimento. Un vortice per dimenticare, per non pensare alla tisi, che non le lascia scampo. L’arrivo di Alfredo, un giovane che viene dalla Provenza, le sconvolge la vita. Alfredo s’innamora di lei, non gli importa che Violetta sia una donna di piccola virtù. Violetta gli crede e crede che con Alfredo possa iniziare una nuova vita, disposta a sacrificare tutto il suo lusso per cercare la serenità. È l’illusione di un momento. Nella casa di campagna, dove si sono rifugiati, piomba il padre di Alfredo, Giorgio Germont. Alfredo non può sposare una prostituta, ne andrebbe l’onore della famiglia e il matrimonio della sorella di Alfredo. Germont apprezza e loda la decisione di Violetta di cambiare (*) LA RIVISTA L’OPERA La rivista L’OPERA è edita da Proscenio Editore e diretta da Sabino Lenoci. Mensile internazionale dedicato al mondo del melodramma con recensioni, interviste, informazioni dei teatri lirici di tutto il mondo. Distribuito su tutto il territorio nazionale in edicola e nelle librerie specializzate. In tutto il mondo attraverso abbonamenti e bookshop dei teatri più importanti. rivopera@gmail.com

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CORRADO AUGIAS torna a fine mese a Lussemburgo con uno spettacolo teatrale dedicato alla celebre opera verdiana. Noi abbiamo chiesto ad un “addetto ai lavori” di spiegarla e commentarla in anteprima vita, ma deve lasciare suo figlio. Violetta accetta e scrive ad Alfredo che ha deciso di rimettersi con Duphol. Torna a Parigi. Alfredo la raggiunge e nel bel mezzo di una festa la insulta e accetta la sfida del barone. Il barone rimane ferito. Alfredo fugge all’estero per qualche tempo. Violetta abbandona il suo mondo dorato, la tisi la sta distruggendo, ma prima di morire vorrebbe rivedere Alfredo, che torna in tempo per vederla spirare fra le sue braccia. Perdonato proprio dalla donna che non è stato capace di rendere felice. Tratta dalla Dame aux camélias di Dumas, fino alla prima del Novecento l’opera andò in scena con l’azione spostata nel Settecento, per evitare lo scandalo di una vicenda troppo attuale. Va da sé che la fantasia degli ascoltatori abbia subito visto nella Traviata la storia di Verdi e della signora Strepponi. Non è così. La realtà era ben diversa e molto

La vraie histoire de Traviata di CORRADO AUGIAS

Venerdì 23 maggio 2014, ore 20 Salle Robert Krieps

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Biglietto: 10 euro Info: 262052444 - billetterie@ccrn.lu IN LINGUA FRANCESE Evento organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura Lussemburgo

più pragmatica. Verdi creò una musica perfetta: un’onda di melodia e di motivi divenuti subito celebri: Libiamo nei lieti calici, Un dì felice, eterea, Sempre libera, Di Provenza il mare e il suol, Amami, Alfredo, Addio del passato. È una musica nuova, che trapassa con naturalezza dalla conversazione musicale all’Aria, al Duetto, al Concertato che chiude il II Atto. Tutta l’opera è come pervasa da un’elettricità, da uno spasimo che la fa travolgente e amatissima, oggi ancora più di ieri. PP

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[AGENDA]

LA STORIA DI EUGENIO CURIEL

Il Circolo Curiel ospita lo storico Gianni Fresu, autore del libro Il lungo viaggio contro il fascismo (Ed. Odradek, 2013), biografia di Eugenio Curiel. L’incontro con Fresu è previsto per giovedì 5 giugno alle 18.30 nei locali del Circolo. Tutti i partecipanti potranno finalmente conoscere, dalla voce dello storico Gianni Fresu, la vita del giovane eroe Eugenio Curiel: giovane intellettuale triestino, figura poliedrica, per interessi e propensioni intellettuali, che immolò la sua stessa esistenza alla causa della liberazione, come tanti della sua generazione. Morto a quasi 33 anni, ha lasciato un patrimonio di riflessioni, analisi, proposte ed esperienze politiche concrete. Fu interprete e ispiratore della “generazione degli anni difficili”, assolvendo un ruolo di cerniera tra le esigenze di quei giovani con quelle dei vecchi protagonisti dell’antifascismo. Gianni Fresu

Giuliano Montaldo

GIULIANO MONTALDO A LUSSEMBURGO

SCRITTORI DEL MONDO

La Libreria Italiana presenta la rivista spagnola Abril, “Azares de un encuentro. Escritores italianos en el extranjero”, dedicato agli autori italiani all’estero. Durante la serata prenderanno la parola, Raoul Precht, José González Holguera, Paca Rimbau e Claudio Cicotti. Mercoledì 21 maggio alle ore 19 in Libreria.

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Venerdì 16 maggio, alle 20,30 alla Cinématheque, il Circolo Curiel, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura Lussemburgo, invita Giuliano Montaldo per la proiezione del suo film Sacco e Vanzetti del 1971. Ingresso con il normale biglietto della Cinématheque. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista, moderato da Oreste Sacchelli. Ulteriori informazioni sul sito della Cinématheque. Il film, con protagonista un Gian Maria Volontè nel suo periodo più fecondo, racconta la storia vera e amarissima di due italiani anarchici emigrati negli Stati Uniti. Furono coinvolti loro malgrado in un processo che li vide colpevoli di omicidio. Era il 1927: il razzismo nei confronti degli italiani (allora molto forte negli USA) e le loro simpatie anarchiche li resero capri espiatori, in realtà certamente estranei al delitto. Da sottolineare il passaggio cinematografico con il monologo di autodifesa pronunciato da Vanzetti-Volontè durante il processo.

[RADIO]

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10 MAGGIO

Spettacolo di danza Camarda - Ley Ospite in studio: Sascha Ley In studio: Elisa Cutullè Regia: Paolo Travelli

17 MAGGIO

Le elezioni europee Ospite in studio: Georges Bingen In studio: Paola Cairo Regia: Paolo Travelli

24 MAGGIO

Universo vino Ospite in studio: Dominique Rizzi In studio: Maria Grazia Galati Regia: Paolo Travelli

31 MAGGIO

Gruppo musicale italiano a Lussemburgo Ospiti in studio: Manuela Rufolo e Alessandro Naimoli In studio: Maria Grazia Galati Regia: Paolo Travelli

7 GIUGNO

Decameron Ospite telefonico: Luisella Piccoli In studio: Paola Cairo Regia: Paolo Travelli In alcuni casi la programmazione potrebbe subire dei cambiamenti

Tante altre notizie disponibili ogni giorno sul nostro sito ed ogni sabato mattina in diretta a VoicesbyPassaParola (Radio Ara - 103.4/105.2)

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UTO

D È ACCA

DOMENICA 27 APRILE 2104: ROMA È LA CITTÀ DI 4 PAPI! A poche ore dalla messa in stampa del numero di maggio la nostra inviata dal Vaticano ci ha redatto la sua cronaca

[CHIOCCIOLINA] TESTO Alessia D’Ippoliti

LSDI

LIBERTÀ DI STAMPA, DIRITTO ALL’INFORMAZIONE

Lsdi è un sito in cui l’esperienza di diverse personalità legate al mondo dell’informazione viene convogliata in un palcoscenico virtuale per alimentare un vivace dibattito su temi culturali e sociali. Il suo punto di forza è quello di riuscire a dare voce a un certo tipo di giornalismo, utopicamente più vicino ai cittadini proprio perché in grado di recepire anche il giornalismo fatto da persone comuni, che vivono sulla loro pelle un disagio o un’esigenza. Il fatto che Lsdi sia un contenitore di tutti questi giornalismi “minori” (tali solo perché non raccolgono la visione “mainstream” dei media tradizionali) risiede nell’opinione condivisa dai fondatori e condivisibile dai lettori - che le nuove modalità del fare informazione avranno un peso determinante nel dare corpo ad una società più consapevole e per questo più informata.

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A TUTTA DANZA!

[AGENDA]

Sono stati sacerdoti, vescovi, Papi che hanno conosciuto le tragedie del ventesimo secolo e non ne sono stati sopraffatti e che hanno collaborato per aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia ordinaria, quella che gli hanno dato i santi nel corso dei secoli. Giovanni XXIII è stato il Papa della docilità allo Spirito Santo, Giovanni Paolo II il Papa della famiglia. Con queste parole, semplici e intense allo stesso tempo, Papa Francesco ha ricordato nell’omelia i due pontefici, che con la formula di rito erano già stati inseriti nella lista dei santi della Chiesa in apertura di celebrazione. Sulla piazza, gremita da una folla oceanica che ha riempito anche via della Conciliazione e le strade circostanti, si ha avuto la sensazione di vivere un momento unico. Sul sagrato c’erano due Papi santi (Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II) e due Papi, Francesco, il celebrante, ma anche Benedetto, che ha partecipato al fianco dei cardinali. In qualche momento è sembrato proprio di “vivere” i vangeli che sono quattro e scritti da persone diverse, ma che raccontano una storia che è la stessa. In fondo sono tutti uguali. Così San Giovanni XXIII, con i suoi 4 anni e mezzo di pontificato e la sua immagine trasmessa dalla tv in bianco e nero, con la sua semplicità, con la sua convocazione del Concilio, continuato da Paolo VI, con le sue visite a Loreto, Assisi, alle carceri romane e all’ospedale Bambino Gesù non è poi tanto diverso da San Giovanni Paolo II, il papa che ha retto la Chiesa per ben 27 anni, il papa comunicatore che ha voluto visitare personalmente tutte le parti del mondo. Crediamo che il crollo del muro di Berlino, attribuito al santo polacco, in qualche modo sia caduto anche grazie al santo di Sotto il Monte. Oggi, più che mai, si avverte la continuità della Chiesa di ieri e quella di oggi. Loro due avevano un rapporto speciale con la gente: “quando tornate a casa date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa” sussurrava confidenzialmente alla sua piazza Giovanni XXIII; “Io li ho amati ed è giusto che vengano in questo momento” ha detto prima di morire Giovanni Paolo II per ringraziare i giovani che affollavano piazza San Pietro. È stata la festa della santità per milioni di persone, di quelli che hanno atteso l’evento per le strade quasi un giorno intero (macchina organizzativa ottima per i trasporti, con alcune pecche per l’accesso alla piazza) e di quelli che l’hanno seguito in televisione in uno spirito di unità e condivisione, di speranza e gioia che i due nuovi santi hanno donato al popolo di Dio ricevendone eterna riconoscenza. (Gilda Luzzi)

Nel concorso «Battle Fresh Moves»1vs1 organizzato da 3 studenti della T2CM3, dall’associazione GROWING CULTURE ASBL e dalla scuola di danza Be-You, i ballerini Hip Hop provenienti dal Lussemburgo, dal Belgio, dalla Francia e dalla Germania saranno chiamati a misurarsi in una battaglia uno contro uno nelle categorie BREAKDANCE, NEWSTYLE e ALLSTYLE. Della giuria fanno parte GUT’S KEN (GC TEAM), K-MEL (PROJECT X) e YESIN (STAND UP CREW). Selezione musicale a cura di DJ FONK e DJ ZOOM. L’appuntamento è per venerdì 23 maggio alle ore 17 presso il Lycée Technique di Bonnevoie a Lussemburgo città. Regolamento e programma su: www.facebook.com/GCbattles (Elisa Cutullè)

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verde © Plus

TESTO Jos Boggiani

PER LA STRADA Il mese scorso abbiamo parlato dell’automobile. Ecco qui di seguito alcune informazioni supplementari riguardanti la macchina, in modo particolare la patente (de Führerschäin/de Permis) e la scuola guida (d’Autosschoul/d’Fahrschoul) Ech maachen de Führerschäin / Devo prendere la patente Ech ginn an d’Fahrschoul / Devo iscrivermi a scuola guida Ech kréien/huelen eng Fahrstonn / Vado a lezione Ech ginn an d’Theorie / Devo fare l’esame di teoria Ech hu prakteschen Examen/Ech ginn an de prakteschen Examen / Devo fare l’esame di pratica Wat sinn d’Formalitéite fir sech anzeschreiwen ? / Che documenti servono per iscrivermi a scuola guida? Wéivill kascht eng Stonn ? / Quanto viene a costare una lezione? Ech klammen an den Auto a setze mech hannert d’Steierrad / Salgo in macchina/prendo il volante Ech doen de Sécherheetsguert un / Allaccio la cintura di sicurezza Fuer lues ! / Guida adagio! Et ass verbueden ze telefonéiere während dem Fueren / È vietato telefonare mentre si guida Parken/stationéieren / Parcheggiare Ech hunn d’Theorie gepackt / Sono stato promosso all’esame di teoria Ech sinn an der Theorie duerchgefall / Sono stato bocciato all’esame di teoria D’Fahrschoul / La scuola guida De Code de la route / Il codice stradale De Moniteur/de Fahrlehrer / Il maestro di scuola guida De Führerschäin / La patente D’Pabeieren/d’Autospabeieren / I documenti D’gro Kaart / Il libretto di circolazione D’Assurance/d’Autosversécherung / L’assicurazione D’Vignette/d’Autossteier / Il bollo De Sécherheetsguert / La cintura di sicurezza D’Verkéiersluuchten (f, pl)/d’rout Luuchten (f, pl) / Il semaforo D’Tankstell (f)/ D’Benzinsstatioun (f) / Il distributore di benzina D’Strooss / La strada D’Autobunn / L’autostrada

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MAGGIO 2014

D’Kéier / La curva De Péage / Il pedaggio D’Virfahrt / La precedenza D’Geschwindegkeetsbegrenzung (f) / Il limite di velocità D’Geschwindegkeetskontroll (f)/d’Radarskontroll (f) / Il controllo elettronico della velocità De Protokoll (m) / La contravvenzione De Rond-point/de Kreesverkéier (m) / La rotonda De Verbrauch / Il consumo De Benzin / La benzina Den Disel / Il gasolio De bläifräie Benzin / La benzina senza piombo De Benzinstank / Il serbatoio di benzina De Gank (d’Gäng, m, pl) / La marcia Op de Gas drécken/Gas ginn / Accellerare D’Scheinwerfer/d’Luuchten umaachen / Accendere le luci Tanken / Fare benzina Hannerzeg fueren / Fare retromarcia Stoe bleiwen (ech bleiwe stoen), stallhalen (ech hale stall) / Fermarsi Op d’Brems drécken/Bremsen / Frenare Fueren / Guidare Een iwwerfueren/iwwerrennen / Investire qualcuno Flécken / Mettere a posto/riparare De Motor umaachen / Mettere in moto Parken / Parcheggiare Ufueren / Partire Un d’Schleidere kommen / Sbandare Bäigoen / Scontrarsi con…/fare un incidente Iwwerhuelen / Sorpassare Tuten / Suonare Ëmdréinen / Tornare indietro PP

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