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Il segreto dei centenari

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Lifelong learning

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Uno studio realizzato dall’Università di Bologna rileva mutazioni genetiche che sarebbero alla base della longevità DIVENTARE CENTENARI? IL SEGRETO FORSE È SCRITTO NEL DNA di Flaminia Bruni

DENTRO LA NOTIZIA La riduzione del sonno causa, nelle neo mamme, un’accelerazione dell’invecchiamento

MADRI E FIGLI Si chiama “sonno della nutrice” ed è la capacità che ha una madre di svegliarsi la notte al minimo accenno di pianto del bambino appena nato. Una manifestazione del profondo legame che esiste tra madri e figli. La riduzione di sonno delle neo madri, però, pare determini un’accelerazione del loro processo di invecchiamento. È ciò che emerso da uno studio condotto dall’Università della California e pubblicato sulla rivista Sleep Health. L’analisi genetica del Dna di 33 madri ha dimostrato come - a un anno dalla nascita del bambino - ci siano delle variazioni di alcuni parametri, tipo la lunghezza dei “telomeri”, le estremità dei cromosomi implicati nel processo d’invecchiamento delle persone. LA LONGEVITÀ È SCRITTA NEL DNA? PROBABILMENTE SÌ. A SOSTENERLO È UN’ÉQUIPE MEDICA DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, che ha pubblicato sulla rivista eLife uno studio condotto su diversi centenari italiani. Il campione preso in esame era composto da 81 persone, la cui età variava tra i 105 e i 110 anni; il loro Dna è stato messo a confronto con quello di 36 persone, con un’età media di 68 anni, che vivevano nelle stesse zone dei centenari. Un’ulteriore analisi è stata successivamente effettuata mettendo a confronto i risultati ottenuti da questa ricerca e quelli di una precedente indagine, nella quale era stato analizzato il genoma di 333 italiani che avevano oltre 100 anni di età, e di 358 individui la cui età media era di 60 anni. L’analisi dei dati ha confermato che il Dna dell’uomo, con il trascorrere degli anni, produce delle mutazioni che in parte le cellule sono in grado di “riparare” mettendo in salvo il codice genetico. Il problema sorge con il trascorrere del tempo: da una parte i danni al Dna aumentano, dall’altra i meccanismi di riparazione delle cellule si affievoliscono, portando all’insorgenza di tutte quelle patologie tipiche dell’invecchiamento. I ricercatori hanno evidenziato, infatti, che i centenari, soprattutto coloro che superano i 105 anni, hannoun numero di mutazioni del Dna inferiore alla media; ciò ha contribuito a mettere gli anziani al riparo dalle malattie dovute all’età che avanza.

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