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Tecnologia: nemica della pelle

Le problematiche fisiche causate dall’iper-connessione possono essere diverse: dal fastidio al collo alla stanchezza e insonnia, fino alle complicazioni più a lungo termine quali rughe o cambiamenti posturali

QUANDO LA TECNOLOGIA DIVENTA NEMICA DELLA PELLE

di Viviana Rubini

“GOBBA DA SMARTPHONE” “COLLANE DI VENERE”

I problemi di postura legati all’uso della tecnologia sono un fenomeno dilagante e pare stiano modificando la morfologia umana, facendo comparire quella che è stata definita “gobba da smartphone”. Tendiamo infatti a curvare le spalle in avanti, a chiudere il torace e a piegare la testa verso il basso, in direzione dello schermo. Dolore a livello cervicale, mal di testa e sensazione di contrattura alla schiena sono i sintomi caratteristici. Il cosiddetto “collo da tablet” produce anche la comparsa di quelle rughe da sempre definite “collane di Venere”, evidenti sul collo in età sempre più giovane proprio a causa dei moderni device. Guardare costantemente verso il basso provoca un rilassamento dei tessuti della zona che va dal collo alle clavicole. È possibile, infatti, notare un invecchiamento precoce e una perdita di tono anche del décolleté. “IL MALESSERE DEL MILLENNIO”, COSÌ VIENE DEFINITO DA ALCUNI ESPERTI il 3C AGEING, una forma di invecchiamento causata dalle 3 C: da città (inquinamento atmosferico), comunicazioni (radiazioni wireless) e computer (luce blu). Rispetto alle radiazioni solari, infatti, siamo esposti in maniera più costante ai cosiddetti raggi HEV (High-Energy Visible light), ovvero la luce blu generata da lampade, computer fissi e portatili, smartphone e schermi Tv. L’utilizzo smodato di questi device che hanno ormai monopolizzato le nostre vite, causa non pochi disagi e segni rilevanti, visibili sulla pelle e non solo. Per quel che concerne la cute, parliamo di rughe e colorito spento, a cui si aggiungono altri fastidi dovuti alla torsione innaturale del collo (quasi perennemente chinato su smartphone) come torcicollo, spalle dolenti, postura compromessa e, non ultimi, problemi alla vista. Abbiamo consultato la dottoressa Raffaella Parpaglioni, medico chirurgo e docente presso l’Università Tor Vergata di Roma. L’invecchiamento digitale o digital ageing è uno dei fattori di invecchiamento precoce della pelle che colpisce donne e uomini a tutte le età. Quali sono i danni cutanei causati da sovraesposizione alla luce blu e come possiamo contrastarli? Si calcola che un’esposizione di 32 ore alla luce blu equivalga ad un’esposizione solare di circa 20 minuti al sole di mezzogiorno. Negli ultimi anni sono stati indagati e sottolineati i danni potenziali e reali non solo nei confronti della cute, ma anche degli occhi e del nostro ritmo circadiano ormonale e del sonno. I raggi HEV, raggiungendo il derma, inducono uno stress ossidativo, cioè la formazione di radicali liberi sulle fibre collagene e sulle fibre elastiche, provocandone il deterioramento responsabile del successivo cedimento, con comparsa e/o approfondimento di rughe. Anche il colorito cutaneo viene alterato passando da roseo a grigiastro, con possibilità di comparsa di iperpigmentazione (macchie). Oltre al volto e alle mani, anche il collo

subisce un danneggiamento a livello cutaneo e un risentimento sulla normale lordosi scheletrica per la posizione inclinata, in particolar modo per far scorrere lo schermo dello smartphone. È importante ridurre al minimo le ore di esposizione alle fonti di luce blu ed è necessario utilizzare protezioni e pellicole apposite per schermare le onde luminose. Un certo tipo di dieta può forse aiutare a contrastare i danni? La luce blu determina la formazione di radicali liberi. Quando vediamo la nostra cute più secca, se notiamo stanchezza o astenia, peggioramento della vista, dolori articolari, allora dobbiamo valutare l’opportunità di modificare la nostra alimentazione e/o di assumere integratori alimentari per qualche mese e in momenti specifici dell’anno. Ci sono alimenti che contengono sostanze antiossidanti, come per esempio la papaia, utile per l’azione che svolge sul sistema immunitario e la rigenerazione cutanea oppure il kiwi, che ha effetti benefici sui livelli di colesterolo, sulla digestione e sulle difese immunitarie (consigliato assumerlo nei cambi di stagione). A differenza dei raggi UVB /UVA, la luce blu non produce effetti visibili sulla pelle, come eritema o abbronzatura, motivo per cui può definirsi più subdola. Recenti studi la indicano come causa importante di danneggiamento cutaneo superiore addirittura ai raggi UV. I prodotti che contengono un normale filtro solare sono adatti anche a proteggere da questo tipo di radiazioni? Sono sempre più numerose le creme, i fondotinta, gli spray, i sieri che mirano a fornire alta protezione, una barriera, sia verso gli UV che verso i raggi HEV, non solo durante le ore lavorative o di svago, ma anche dopo essersi sottoposti a trattamenti di medicina e chirurgia estetica. Oltre a prodotti e cosmetici a base di acido ialuronico, vengono suggeriti anche quelli contenenti resveratrolo, vitamine, acido glicirretico e alghe. Oggi avere un bell’aspetto significa avere una pelle sana e ciò sta diventando prioritario rispetto al desiderio di apparire più giovani. Le case farmaceutiche e cosmetiche stanno certamente investendo nella ri-

+PER ULTERIORI INFORMAZIONI E APPROFONDIMENTI È POSSIBILE CONSULTARE IL SITO WWW.ILBELLODELLAMEDICINA.COM cerca e nel proporre prodotti mirati. Quali sono le ultime novità? Certamente si sta investendo nella ricerca in modo cospicuo. L’obiettivo è la formulazione di creme da giorno costituite da antiossidanti naturali che abbiano potenti proprietà anti-luce blu: in questo modo la cute è protetta da una sorta di pellicola. Anche le creme da notte mirano a rinforzare le difese naturali con miscele di antiossidanti: l’azione riparatrice viene sostenuta con la presenza di retinolo, vitamina E e vitamina C.

ATTENZIONE A... Anche i batteri presenti sulle superfici con cui veniamo in contatto minano la salute della pelle

SUI NOSTRI VOLTI Le superfici degli smart phone possono ospitare migliaia di tipi di batteri, molti più di quelli che si possono trovare nei bagni pubblici. Nonostante siano perlopiù innocui, possono causare problemi se si sovrappongono tra loro. Parlare al telefono trasferisce il calore e l’umidità dallo schermo al nostro viso, rendendolo l’ambiente perfetto per la proliferazione di questi organismi. Inoltre, la pressione causata dai telefoni sulla nostra pelle mentre parliamo provoca la stimolazione meccanica delle ghiandole sebacee. Questo blocca batteri, sporcizia o trucco nei pori e li intrappola. Si finisce per intasare i pori, dando vita a imperfezioni o a cisti acneiche. I batteri, il calore e la sudorazione, associati a sfregamento, possono causare la comparsa della cosiddetta ’“acne meccanica”, caratterizzata da minuscoli brufoli lungo le guance.

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