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Lifelong learning

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scienze

PREVENZIONE SALUTE ALIMENTAZIONE

L’esigenza dell’apprendimento ad ogni età risponde a nuovi bisogni e sfide che si presentano durante la vita di ognuno, e mira ad accrescere competenze e conoscenze

__PREVENZIONE__

IMPARARE È POSSIBILE A OGNI ETÀ

di Giovanna Dall’Ongaro

IMPARARE UNA NUOVA LINGUA, LE TECNICHE PITTORICHE DI BASE E I RUDIMENTI DELLA COMPOSIZIONE MUSICALE. Tutto insieme,seguendo parallelamente i diversi corsi. Lo ha fatto un gruppo di persone tra i 58 e gli 86 anni che aveva partecipato a una sperimentazione sulle capacità di apprendimento del cervello in età avanzata. I risultati, pubblicati sulla rivista Gerontology, dimostrano che davvero non è mai troppo tardi per imparare qualcosa di nuovo. Dopo pochi mesi di lezione, i partecipanti avevano raggiunto progressi notevoli in tutte e tre le materie di studio, ottenendo punteggi simili a quelli degli alunni trentenni nei test di valutazione. Non solo: lo sforzo impiegato per apprendere più nozioni insieme si traduceva in un miglioramento delle capacità cognitive. Insomma, sembra proprio che l’età non sia un ostacolo all’acquisizione di nuove conoscenze e che “tornare a scuola” sia un toccasana per il cervello. Ce lo ha confermato Cecilia Perin (nella foto, a destra), responsabile del Neuro Smart Center di Zucchi Wellness Clinic di Monza, un centro dedicato ai disturbi cognitivi dell’adulto e dell’anziano del gruppo San Donato. Professoressa Perin, si sente tanto parlare di lifelong learning, la possibilità di apprendere per tutta la vita. È davvero possibile imparare cose nuove o migliorare competenze acquisite anche in età avanzata?

«NUMEROSI STUDI HANNO DIMOSTRATO CHE UNA REGOLARE COMBINAZIONE DI ESERCIZIO FISICO E MENTALE PROVOCA DELLE MODIFICHE POSITIVE NELL’IPPOCAMPO, MIGLIORANDO LE PERFORMANCE COGNITIVE»

Mantenere in forma corpo e mente

Numerosi studi hanno dimostrato che una regolare attività fisica, insieme a un esercizio mentale, migliorano la prestazioni cognitive di una persona anche in età avanzata. La camminata a passo veloce, per esempio, è un’attività molto efficace sul cervello. Così come apprendere nuovi hobby (parole crociate, scacchi ecc.) o frequentare corsi delle università della Terza Età. Fondamentale è la motivazione

Cosa dice la scienza? Fino agli anni Sessanta del secolo scorso si pensava che il cervello non fosse capace di rigenerarsi. Poi, anche grazie agli studi di Rita Levi Montalcini, si è osservato che pure i neuroni hanno la capacità di rigenerarsi. E poi si è scoperto che questo processo non smette mai, proseguendo ancora in età senile. Il che vuol dire che un cervello anziano ha le stesse potenzialità di apprendimento di uno giovane? In un certo senso, sì. Numerosi studi hanno dimostrato che una regolare combinazione di esercizio fisico e mentale provoca delle modifiche positive nell’ippocampo, la parte del cervello coinvolta nella memoria, migliorando le performance cognitive delle persone anche in età avanzata. Potrebbe essere più specifica. Quali sono gli esercizi fisici e mentali che mantengono in forma il cervello? Camminare a passo veloce è una delle attività motorie più efficaci per il cervello. Per quanto riguarda le attività mentali, di suggerimenti se ne possono dare tanti, dai corsi delle università della terza età all’apprendimento di nuovi hobby come gli scacchi, fino alle parole crociate ecc… Tutti possono ottenere gli stessi risultati? Il successo nell’apprendimento dipende molto dalla motivazione. Ma questo vale a ogni età. La motivazione spinge le persone ad andare oltre la propria zona di comfort. Per ottenere dei risultati il cervello deve sforzarsi e bisogna sempre tenere alto il livello di fatica, altrimenti non c’è progresso. Così facendo una persona anziana può avere le stesse possibilità di imparare qualcosa di nuovo di una più giovane. Con l’età, però, cominciano i problemi di memoria che i giovani non hanno… Allora bisogna correre ai ripari cercando di esercitare il più possibile la memoria. Uno dei trucchi, per esempio, è quello di scriversi la lista della spesa, metterla in tasca e cercare di procedere con gli acquisti senza consultarla. Solo alla fine si può controllare se ci si è dimenticati qualcosa. L’altro esercizio utile è ripassare a mente quello che si è fatto durante il giorno o nell’intera settimana per fissare i ricordi. A che età, secondo lei, bisognerebbe cominciare a mettere in atto queste strategie preventive? Presto, prima lo si fa e meglio è. L’attività sportiva dovrebbe far parte della routine di molti giovani, così come un’alimentazione corretta, sul modello della dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, legumi, pesce, con pochi grassi, pochi zuccheri e minime quantità di carne. Questo tipo di alimentazione si è dimostrata protettiva per il cervello. Ormai tutti, giovani e meno giovani, usano la tecnologia anche per ricordarsi gli appuntamenti e le incombenze quotidiane. È un problema? La tecnologia è un’arma a doppio a taglio. Se la si usa per delegare la maggior parte delle informazioni che dovremmo trattenere in memoria, può essere un problema perché impedisce al cervello di allenarsi. Ma se la si usa come stimolo per l’apprendimento, sfruttando alcuni programmi specifici per lo studio o per la memoria, diventa una risorsa preziosa. Lo è, per esempio, nel trattamento dei disturbi cognitivi. Nel nostro laboratorio facciamo ampio uso di software nei pazienti con Alzheimer. Si tratta di programmi piacevoli che hanno una componente ludica e che prevedono quel minimo di competizione che rende l’esercizio accattivante. Per concludere: è vero che non si finisce mai di imparare? È vero. Non è mai troppo tardi per imparare cose nuove.

TESTIMONIANZE

di Giovanna Dall’Ongaro

ALUNNI, DISCENTI, SCOLARI, ALLIEVI. TUTTE LE DEFINIZIONI GLI ANDRANNO STRETTE.Perché chi segue i corsi di 50&Più Università ha una marcia in più rispetto agli studenti universitari più giovani: studia per puro piacere, si diverte, spazia da una materia a un’altra e, soprattutto, non deve rendere conto a nessuno dei propri risultati, se non a se stesso. Scoprire cose nuove può dare solo gioia. È questo in sintesi il messaggio che accomuna tutte le testimonianze degli allievi delle diverse sedi universitarie che abbiamo raccolto e che riportiamo di seguito. Ma i docenti cosa ne pensano? A sentir loro, i senior sono “studenti modello”, motivati, curiosi, rispettosi e attenti. Tutti promossi con il massimo dei voti. Gli insegnati non potrebbero volere di meglio. Abbiamo chiesto tanto agli alunni quanto ai docenti se è vero che si può imparare qualcosa di nuovo ad ogni età. Ecco in sintesi le loro dichiarazioni.

Abbiamo chiesto ad allievi e docenti delle diverse sedi di 50&Più Università di raccontarci le loro esperienza di apprendimento e insegnamento

SENIOR: GLI STUDENTI MIGLIORI CHE SI POSSA DESIDERARE

»50&PIÙ UNIVERSITÀ

ROMA

Giulio Albonetti,

docente di Musica Come sono gli allievi del coro composto da senior? Ci risponde Giulio Albonetti docente di Musica: «Fanno progetti, sono proiettati verso il futuro, hanno aspettative sull’esibizione e si impegnano in vista del risultato finale. Ma anche da adulti, quando si è alunni, scattano le stesse dinamiche dei tempi della scuola: c’è chi suggerisce, chi si giustifica per un compito non eseguito, chi si espone di più e chi di meno ecc. Ci sono persone iscritte al coro sin dalla prima edizione, 25 anni fa, e che trovano ancora la motivazione per partecipare. Una grande spinta viene dalla voglia di stare in gruppo e poi dal desiderio di mettersi in gioco e imparare cose nuove. Tornare a scuola fa bene, stimola il cervello costretto a impegnarsi nelle attività da svolgere, e permette la condivisione di esperienze in un periodo della vita in cui si hanno meno occasioni di socialità». Vera Bonvicini, allieva «Facciamo presto che inizia la lezione di Geopolitica - ci dice Vera, classe 1935, non appena risponde al telefono -. Ho iniziato a interessarmi alla materia quando si è cominciato a parlare dell’Isis. Non ne sapevo niente e ho avuto voglia di informarmi, così ho iniziato seguire un corso sull’argomento che ho trovato molto interessante e, finalmente, quando sentivo le notizie al telegiornale capivo di cosa si stava parlando. Ora mi trovo un po’ in difficoltà con le lezioni online, ma per fortuna mio nipote mi aiuta a collegarmi. Ho sempre temuto di perdere la prontezza mentale. Per questo voglio mantenere il cervello in attività con lo studio, le parole crociate o la lettura». Vera, appassionata di geopolitica e di tutti i drammi che accadono nel mondo, le letture per svagarsi le sceglie in base a un solo criterio: devono essere storie a lieto fine.

»50&PIÙ UNIVERSITÀ

LUCCA

Giulia Lippi,

docente di Lingue Ma è vero che gli over 50 sono “studenti modello”? «Direi proprio di sì - risponde Giulia Lippi -. Rispetto ai giovani, gli adulti sono molto più motivati e disposti a un po’ di sacrificio per apprendere cose nuove. E la motivazione è l’elemento chiave del successo nell’apprendimento a qualunque età. Ho potuto constatare dalla mia esperienza che i senior, proprio per la loro grande

motivazione, sono capaci di ottenere progressi nelle lingue straniere in tempi rapidi, e non hanno nulla da invidiare ai più giovani».

Francesco Tomei,

docente di Teatro «A un certo punto della vita scatta la voglia di dire “questo è il mio momento, la mia occasione per essere quel che sono al di fuori del ruolo che la società mi ha assegnato”. È questo lo spirito con cui i miei allievi partecipano ai laboratori teatrali, grazie ai quali riescono a superare alcuni loro limiti, a esprimersi con naturalezza, a condividere gioie e dolori in maniera sincera. Tutte queste esperienze confluiscono poi in una messa in scena che non ha nulla in comune con lo spettacolo di teatro tradizionale, ma è piuttosto un vestito su misura realizzato dagli allievi stessi. Molti dei miei studenti si stupiscono di quello che riescono a fare e scoprono un talento che non pensavano di avere. Il teatro è un bel modo per mantenersi giovani. Ho avuto un’allieva di 92 anni che non rinunciava mai alla pizza o alla birra dopo le prove dello spettacolo. Non è davvero mai troppo tardi per

+«RISPETTO AI GIOVANI, GLI ADULTI SONO MOLTO PIÙ MOTIVATI E DISPOSTI A UN PO’ DI SACRIFICIO PER APPRENDERE COSE NUOVE. E LA MOTIVAZIONE È L’ELEMENTO CHIAVE DEL SUCCESSO NELL’APPRENDIMENTO A QUALUNQUE ETÀ»

mettersi in gioco». Carla Matassi, allieva «In classe mi chiamano “la seconda teacher” per il mio passato di insegnante di Inglese. Dopo la pensione, però, avevo abbandonato la lingua e dopo un po’ di tempo ho avuto il desiderio di riprenderne lo studio. Mi sono accorta che a 76 anni sono ancora capace di imparare cose nuove. E anche di mettermi in gioco. Mi sono iscritta al Laboratorio teatrale: all’inizio avevo un po’ di difficoltà a tirare fuori la creatività che avevo un po’ trascurato. Poi, però, il corso mi è servito proprio a recuperare questo aspetto della mia natura rimasto nascosto. Ho fatto anche parte del coro e seguito il corso di Sicurezza informatica, e posso testimoniare che è possibile padroneggiare il mondo digitale anche in età avanzata. Ora con gli algoritmi ho un ottimo rapporto».

Silvio Da San Martino,

allievo «Vuoi mettere leggere Borges direttamente in spagnolo piuttosto che tradotto?». Silvio Da San Martino si è iscritto ai corsi di Spagnolo e Inglese principalmente per leggere i testi dei grandi autori nella lingua originale. Ma non solo. «Tra i miei desideri nel cassetto c’è quello di fare il Cammino di Santiago. Mi piacerebbe, però, poter essere in grado di scambiare qualche parola con le persone del luogo. Già adesso mi rendo conto di poter capire una trasmissione radiofonica in spagnolo o ascoltare dei podcast. Con l’inglese ho più difficoltà. La capacità di memorizzazione è un po’ diversa rispetto a quando si era giovani, ma la motivazione compensa e i progressi si ottengono lo stesso».

»50&PIÙ UNIVERSITÀ

LIVORNO

Silvia Gulli,

docente di Storia dell’Arte Come se la sono cavata i senior con le lezioni online? «Certo, la lezione dal vivo è un’altra cosa e dover rinunciare al contatto visivo, fondamentale per capire il livello di attenzione e di comprensione dell’alunno, non è stato semplice per noi insegnanti. Ma la didattica a distanza è stata una grande risorsa per le persone di questa fascia di età. Gli ha permesso di tenersi impegnati durante il lockdown facendoli sentire meno soli. Io li ho trovati tutti interessati e attenti durante i webinar. Per mantenere viva l’attenzione ho usato belle immagini, alcuni power point con parole chiave in evidenza e un linguaggio semplice alla portata di tutti».

Pieranna Porciatti,

allieva «Ci mancano le uscite di gruppo legate alla lezione di Storia dell’Arte. Però, menomale che esistono gli strumenti digitali, così abbiamo potuto proseguire il percorso iniziato anche a distanza. Ho deciso di iscrivermi ai corsi per tenere in allenamento la capacità di ascolto e di memorizzazione. Se non usiamo questi strumenti, fanno presto ad arrugginirsi. E poi, da ex insegnante delle elementari, mi mancava la scuola e volevo tornare sui banchi. Ho avuto la fortuna di trovare insegnanti sempre qualificati e competenti, capaci di raccontare la materia con tono leggero senza rinunciare al rigore accademico. Un po’ alla Alberto Angela per intenderci». Alberta Cerri, allieva «Intendiamoci, con le lezioni di Storia dell’Arte che abbiamo seguito io e mio marito, abbiamo imparato molto ma ci siamo anche divertiti. E siamo riusciti a seguire bene anche i corsi online. Queste iniziative sono un forte stimolo per rimanere mentalmente attivi, non annoiarsi mai e conoscere persone nuove. I progressi possono esserci a qualunque età e dipendono in gran parte da come ci si pone, se si è disposti o meno a confrontarsi con le difficoltà dello studio».

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