BARUCHELLO

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dicembre 2011

GIANFRANCO BARUCHELLO opere 1961 - 2011

intervista a cura di Cristina Olivieri


GIANFRANCO BARUCHELLO dicembre 2011 Catalogo edito in occasione della mostra n. 350 alla Galleria Peccolo Piazza della Repubblica, 12 57123 Livorno Š Copyright degli Autori Si ringraziano la Fondazione Baruchello, Roma e la Galleria Milano, Milano per l’aiuto nella realizzazione della mostra e del catalogo Realizzazione e stampa: Debatte Otello srl - Livorno


Cristina Olivieri

Intervista a Gianfranco Baruchello

Nello studio romano, dove campeggiano le sue opere, Gianfranco Baruchello mi accoglie con i suoi modi cordiali e entusiasti. Ha molto da raccontare. Passato, presente e futuro si fondono nel fiume di parole in cui mi trovo sommersa, e se non fosse per un appuntamento prefissato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dove è in via di allestimento la sua antologica che insieme alla moglie Carla vuole seguire in prima persona, la nostra conversazione potrebbe durare per ore.

C.O.- Marcel Duchamp è stato uno dei suoi maestri. Ci racconta l’incontro e cosa le ha trasmesso per la sua ricerca che in seguito le è sembrato importante?

C.O.- Dopo l’ampia mostra antologica al Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno nel 1997, ancora un ritorno alla sua città natale. Quali sono i suoi ricordi di infanzia e cosa rappresenta per lei questa città?

C.O.- È sempre stato naturale esplicare le sue idee sull’arte attraverso molti e vari mezzi espressivi come gli smalti su alluminio, gli assemblage, le scatole, gli acquarelli e media diversi su tela….?

G.B.- Se è vero che i primi anni di vita forniscono gli elementi-base del proprio inconscio, posso dire che, nato e vissuto fino a sette anni in questa città, una buona fetta del mio è percorsa da tracce livornesi. Che poi sono ricordi di luoghi come Montenero, dove abitava la mia famiglia, il vento di libeccio, la Meloria vista con la fata Morgana dalla collina, Antignano e Ardenza, l’estate dei bagni fra gli scogli coperti di sale secco. Ma anche il Circuito e l’auto di Nuvolari che ruzzola alla vicina curva del Savolano.

G.B.- Necessità di capire sé stessi e quanto ci capita in sorte spinge, chi è pronto a rischiare l’invenzione di un proprio linguaggio, all’uso di materiali e di tecnologie del suo tempo. Per chi come me ha scelto le immagini oltre alle parole è stato naturale sperimentare e adottare anche l’immagine in movimento (film, video) accanto al disegno e ai colori più o meno tradizionali. Ma la mano che disegna, pensa e lascia tracce oggi come ieri dalla Caverna dei Balzi Rossi in poi.

G.B.- Anche questo maestro-padre è stato oggetto di miei libri editi in America e in Europa (tranne che in Italia!). Il numero 10, appena uscito, della rivista annuale Etant Donné, edita dalla Fondazione che coordina gli studi su Marcel Duchamp, è dedicato al rapporto di amicizia e in parte di lavoro fra lui e Baruchello.

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C.O.- Intorno al 1973 attraverso una Soft tecnology lei ha sperimentato nuovi modi di sopravvivenza dell’io realizzando scatole e vetrine e ha fatto pubblicità con Artiflex. Perché questa inusuale esplorazione? G.B.- In uno spazio tridimensionale si “mette in scena” con un gusto retributivo della materia che la superficie piatta del quadro tende a limitare. Senza comunque rinunciare al disegno, al collage e al montaggio la “scatola” a partire da Joseph Cornell, che per primo la presentò, fa ormai parte dei “modi” delle arti.

G.B. 1960-61 (foto Mario Schifano)

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C.O.- Tra gli altri temi nelle sue opere lei fa riferimento anche alla navigazione e all’isola, temi accomunati in qualche modo dall’elemento mare, acqua. Sostanza e filosofia si legano per raccontare la vita per mezzo delle immagini, delle sue percezioni…che cosa le suggeriscono questi temi? G.B.- Riassumere qui questi temi sarebbe difficile. Progetti e azioni insolite con una lunga storia. Posso dire che di tutto questo ho scritto io e altri compagni di strada? Ho firmato opere con il nome di società fittizie, sperimentato agricoltura


e zootecnia, inventato storie e mailing di navigatori solitari ecc. ecc… C.O.- La galleria Peccolo espone in questa mostra alcune opere del suo percorso artistico dal 1961 al 2011. Sono 50 anni in cui l’abbiamo vista protagonista di numerose grandi mostre in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Oltre al lavoro costante cosa l’ha portata a suo avviso al successo di pubblico e di critica? G.B.- Un artista oggi più di ieri si trova davanti a opzioni innumerevoli e se ha talento e voglia di leggere, guardare e fare, può improvvisarsi nuovo “inviato speciale di sé stesso” senza temere limiti o stroncature purché non immagini di diventare se non ricco, nemmeno al livello, sul piano materiale, del modesto impiegato che è comunque assistito da previdenza e pensioni. Dunque ci vuole coraggio: ed è meglio fare la pittura e trovare mezzi minimi di sussistenza piuttosto che vendersi alle correnti vincenti sperando di essere accettato dai loro generali. E guai a chi esita per paura del ridicolo.

e andarsene per il mondo e non girare solo l’Italia della cultura TV. Devono leggere e parlare almeno l’inglese e saper scrivere con garbo e ironia. Quanto ai giovani artisti ricordo l’invito di Duchamp che si domandava (e rispondeva sì): “l’artista deve andare all’università?”. L’artista incolto che si compiace della sua condizione è destinato a cattiva sorte. Un minimo di narcisismo e il massimo di curiosità nonché quanto ho detto prima sulla paura del ridicolo può suonare come una ricetta un po’ rustica. Ma è una ricetta da unire a lettura e cultura. In ogni caso l’errore è spesso ragione di invenzione e novità. Grazie per l’espressione dei suoi sentimenti nei riguardi dell’Arte in genere. Cerchi di mantenerli in efficienza – per suo uso personale – per sempre.

Roma 23 Novembre

C.O.- Le sembrerà scontato ma per ultimo le chiedo uno o più consigli e suggerimenti per i giovani artisti e anche per i giovani curatori. Ho 38 anni, e non le nego che oggi intervistarla mi emoziona e mi sembra che la passione per l’arte, gli studi e la pazienza mi stiano facendo un regalo prezioso. Grazie di questa intervista… G.B.- Ben vengano i giovani curatori. Ma devono vivere con la valigia pronta

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Lo Spaventamarchiori 1960-61 assemblaggio cm.111x41,5

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Round trip 1962

collage su tavola cm.50x16,4

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Preparativi militari del capitano Sirloin 1970 assemblaggio in scatola legno cm.30x40x30

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Il futuro della farfalla meccanica 1967 tecnica mista su cartoncino cm.73x100

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S. T. 1971

china e collage su carta cm.50x70

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Panga-Ganga 1973

collage e tecnica mista su cartone cm.36x51

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Io pronto a immergermi 1974

tecnica mista su cartoncino cm.36,5x51

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Sull’uso de la “lampe philosophique” 1974 assemblaggio in scatola plexi cm.20x30x10

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La soluzione è il problema 1974

assemblaggio in teca legno cm.50x70x16

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Soror alchemica nella Vienna del Kavalier 1974 tecnica mista su carta cm.57,5x76

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La discesa agli inferi di Aliosha Popovic 1974 assemblaggio in scatola plexi cm.22x31,5x16

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Ricostruisce l’ammosfera del ’29 1979 smalti su cartoncino cm.36x50,5

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Meccanizza cioè il SOFT 1979 smalti su cartoncino cm.36x50,5

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Un’espèce de ruinisme diabolique 1980 smalti su alluminio cm.50x50

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Sur la vie sexuelle du Cap. Nemo 1980 smalti su alluminio cm.50x50

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L’altra casa - Si obiecta non improbabiliter 1979

assemblage in scatola legno cm.40x30x10 (Coll. privata, Brescia)

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Hohenstaufen Memorial 1982

assemblage in scatola di legno cm.30x20x9,5

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Padri ideali ďŹ gli ideali 1981 grafite su carta cm.70x104

stelle della sďŹ nx 1980

grafite su carta cm.18x23,5

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lo sapevano ma evitavano di parlarne 1981 grafite su carta cm.70x104

verso le stelle della SFINGE 2/80 1980 grafite su carta cm.18x23,5

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MIAM MIAM 1981

smalti su alluminio cm.25x25

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Nelle stanze posteriori dell’Istituto 1981

smalti su alluminio cm.25x25 (Coll. privata, Brescia)

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Capitano, dice Ming 1981 acquarelli su carta cm.18x24

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l’aria KOR 1981

acquarelli su carta cm.18x24

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non può dire… 1981

acquarello su carta cm.18x24

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Re-ĂŠcrire Joyce 1982

assemblaggio in scatola legno cm.30x20x9,5

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Erodono e Tucide guardano altrove 2003 acrilici e grafite su tela cm.26,5x26

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Il sesso ai tempi di Cambise 2003 olio e grafite su tela cm.26x26,5

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Uno strumento che si muove da se 2003

acquarelli e grafite su carta e su tavola cm.26x26,4

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10 pennellate sensibili dic. 2010 acrilici su alluminio cm.50x50

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Breve Biografia

Gianfranco Baruchello Nato nel 1924, a Livorno. Vive attualmente tra Roma e Parigi. Al 1958 risalgono gli inizi della sua ricerca: i quadri Altre Tracce (tele bianche attraversate da grovigli di linee nere) e una serie di oggetti realizzati con materiali segnano gli inizi tra pittura e oggetto. Dipinge dal 1962 tele, in cui mette a punto un primo vocabolario di immagini: entità ostile, energia errore, quando percettivo, bisogno inappagato, etc. Nel 1962 espone per la prima volta a Parigi, alla mostra Collages et objets, e a New York nella collettiva New Realists. Nel 1963 espone a Roma alla galleria La Tartaruga (personale), nel 1964 e nel 1966 alla galleria Cordier & Ekstrom di New York, nel 1966 partecipa su invito di Marcel Duchamp alla mostra Hommage a Caissa. Realizza in questi anni i primi plexiglass, quadri costituiti da vari strati di plexiglass sovrapposti a fondi di cartone o metallici. Al 1964 risale anche l’inizio del lavoro per il primo film di Baruchello, Verifica incerta in collaborazione con A. Grifi. Nel 1965 inizia la collaborazione con la galleria Schwarz di Milano (mostre personali nel 1965, 1966, 1968, 1970, 1975). Tra il 1965 e il 1968 iniziano anche altre operazioni come la pubblicazione di libri (Mi viene in mente, Schwarz, 1966; La Quindicesima riga, Lerici, 1967; Avventure nell’armadio di plexiglas, Feltrinelli, 1968) e oggetti (“Long Distance Happening”) come il Multipurpose Object (1966). Al 1968 risale la costituzione della società Artiflex (“Artiflex mercifica tutto” era lo slogan). Ai primi anni Settanta risalgono gli esperimenti con l’immagine elettronica. Inizia anche a realizzare oggetti-assemblaggi in forma di scatole-vetrina in cui sono accostati elementi differenti. Dal 1973 va a vivere in campagna e inizia l’operazione Agricola Cornelia SpA, una società regolarmente costituita “con lo scopo sociale di coltivare la terra”. La società si proponeva la rivisitazione dei miti, culture e tradizioni agricole e della zootecnia sotto l’aspetto dell’activity artistica. Dall’inizio degli anni Settanta lavora sul concetto della “perdita di qualità” (uso della fotocopia e della fotocopia della fotocopia). Al 1977 risale una serie di quadri sul tema di “l’altra casa”. Nel 1979 le edizioni Galilée di Parigi pubblicano il libro di Baruchello L’Altra Casa (con prefazione di Jean-François Lyotard). Tra il 1978 e il 1979 realizza il progetto A partire dal dolce: un libro di testi e materiali fotocopiati o disegnati in copia unica, e un nastro-video di 22 ore circa con interviste a filosofi, critici, poeti (Guattari, Lyotard, Jouffroy, Lascault, Cooper, Klossowsky). Al 1981, (Galleria Milano, Milano), risale la mostra Agricola Cornelia (materiali, testi. fotografie) relativa agli anni del progetto, 1973-81. Nel 1984 esce il libro Bellissimo il giardino che segna un punto d’arrivo della riflessione di Baruchello intorno al tema del giardino, operazione (la realizzazione concreta di uno spazio giardino) che impegna tuttora Baruchel37


lo. Dal 1992 il progetto riguardante il giardino si estende ad una riflessione sul bosco (bonifica, ripulitura riapertura di una parte di un’antica strada etrusca), che ha un primo esito nella mostra e nel libro Le long de la route etrusque (Parigi). Del 1996 è il libro Sette video del 96 (Genova) in cui sono presenti testi relativi ai video degli stessi anni. Nel 1998 viene istituita la Fondazione Baruchello, un luogo per l’arte contemporanea, con sede nella ex-casa-studio-archivio di Baruchello (via di S, Cornelia 695, Roma), in seguito alla donazione da parte di Baruchello di immobili, opere, archivi e biblioteca. Al 1998 risale il libro Io sono un albero (Roma). Numerosi sono i video realizzati negli anni Novanta. Tra il 1999 e il 2002 realizza i video: Quanto (1999), In su (2000), Colpi a vuoto e Fuoco (2002). Del 2000 è inoltre l’installazione Una luce marrone per Wittgenstein (mostra La Ville, le Jardin, La Momoire, Roma). Recentemente ha pubblicato i libri: Spettacolo di niente (Roma, 2002), Cosa guardano le statue (Bologna, 2003); Tu dici il punto, la piega (Roma, 2003). Del 2004 collabora con la galleria Greta Meert di Bruxelles. Nel 2007 l’Auditorium Parco della Musica (Roma) gli dedica, in occasione del Festival di Filosofia, una mostra personale, a cura di Paolo Fabbri: Flussi, pieghe, pensieri in bocca. Nel 2007 è presente nel libro Ice Cream (Phaidon, London) presentato dalla Wrong Gallery. Tra il 2006 e il 2007 realizza il film-inchiesta all’interno dei carceri del Lazio: Un altro giorno, un altro giorno, un altro giorno. Nell’estate del 2008 partecipa alla mostra Fresco bosco, a cura di Achille Bonito Oliva, presso la Certosa di Padula con opere su tela e un video dal titolo Il bosco ha qualcosa da dire. Nel novembre del 2008 un’antologia ha luogo presso la Galleria Milano con il titolo Vendita di sogni e altro. Nel 2008-2009 partecipa alla mostra Italics (Palazzo Grassi, Venezia; Museum of Contemporary Art, Chicago) a cura di Francesco Bonami. Del 2009 è un nuovo video sul tema della memoria (Ars memoriae). Al 2009 risale la mostra La formule presso la galleria Michael Janssen di Berlino. Nel 2010 ha una mostra a Bruxelles, presso la Galleria Greta Meert, dal titolo Le Lieu. Nel 2011 partecipa alla Garden Marathon, Serpentine Gallery, Londra. Nel dicembre 2011 si inaugura una mostra antologica presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a cura di Achille Bonito Oliva. Opere di Baruchello si trovano nei principali Musei e Cine-Videoteche di tutto il mondo. La vasta bibliografia internazionale comprende libri, versi, saggi di filosofi, critici, scrittori e poeti. La presenza su invito a convegni, seminari, tavole rotonde, dibattiti internazionali, lezioni universitarie e conferenze è attualmente parte importante della sua attività.

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