Raimund GIRKE

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RAIMUND GIRKE

Galleria Peccolo I - 57123 livorno/italia piazza della repubblica, 12 tel./fax 0586 888509 e-mail: galleriapeccolo@libero.it (orario 10-13 / 16-20, festivi e lunedĂŹ chiuso)



Claudio Cerritelli

RAIMUND GIRKE dipinti e carte Gem채lde und Papierarbeiten 1956-1990

ottobre / Oktober 2013


RAIMUND GIRKE ottobre / Oktober 2013 Catalogo edito in occasione della mostra n. 362

Katalog erschienen zur Ausstellunge Nr. 362 in der

Galleria Peccolo Piazza della Repubblica, 12 57123 Livorno photocredit Marco Magherini, Livorno Galerie Walter Storms, M端nchen Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione della mostra: Unser Dank f端r die Mitarbeit an der Realisierung der Ausstellung geht an: Archiv Karin Girke, Baden-Baden Ginevra Grigolo, Galleria G-7, Bologna Galerie Walter Storms, M端nchen 息 Copyright degli Autori Realizzazione e stampa: Debatte Otello srl - Livorno


Claudio Cerritelli

Claudio Cerritelli

CONFINI DI LUCE (1956-1990) Sulla pittura di Raimund Girke

LICHTGRENZEN (1956-1990) Über die Malerei von Raimund Girke

La luce è sempre stata l’origine del colore di Raimund Girke, essa ha preceduto il formarsi dell’immagine, ne è stata l’energia visibile e invisibile, la genesi interna al modo di stendere il colore per ricavarne segreti respiri. L’incontro con le sue opere induce a confrontarsi con sensazioni rarefatte, immagini imprendibili, rigorose essenze del colore, emozioni del pensiero che cerca nella luce la verità di ogni apparizione, visioni di leggerezza che racchiudono tutto il sapere della sua pittura. Negli anni Cinquanta l’artista tedesco esplora la densità materica del magma naturale, commisurando il ritmo e la direzione delle pennellate alla profondità della superficie e alla possibilità di sconfinamento. Nelle opere del 1956 proposte in questa mostra, il fervore del colore informale è legato alla memoria attiva del paesaggio, alle stratificazioni della materia che il gesto dispone e trattiene sul filo dell’orizzonte: lievi slittamenti delle pennellate aggregano le pulsazioni strutturali dell’immagine. Se in Horizontal geschichtet la scelta del formato (30x60 cm) accentua la vibrazione dei pigmenti lungo il divenire delle sovrapposizioni, in Erinnerung an eine Landschaft (50x65 cm) la superficie materica si comprime e condensa nella fitta trama di pennellate, il gesto esplora il flusso della luce e dell’ombra negli spiragli nascosti del paesaggio. La ricerca di tensioni interne alle stratificazioni materiche prosegue fino ai primi anni Sessanta con ritmi segnici calibrati nel corpo del colore, l’immediatezza dell’atto pittorico è in questo senso decisiva per captare le mutevoli tessiture delle pennellate, sequenze di istanti irripetibili. Fortemente diverso è il clima d’immagine

Das Licht war immer der Ursprung der Farbe von Raimund Girke, es ging dem Entstehen des Bildes voraus, war seine sichtbare und unsichtbare Energiequelle und der innere Ausgangspunkt der Art, die Farbe aufzutragen, um aus ihr geheime Atmungen hervorzuholen. Die Begegnung mit seinen Werken verleitet zur Auseinandersetzung mit seltenen Eindrücken, nicht fassbaren Bildern, rigorosen Farbessenzen, Emotionen des Denkens, das im Licht die Wahrheit jeder Erscheinung sucht, Visionen von Leichtigkeit, die das gesamte Können seiner Malerei in sich bergen. In den fünfziger Jahren erforscht der deutsche Künstler die materielle Dichte des natürlichen Magmas, indem er Rhythmus und Richtung der Pinselstriche nach der Tiefe der Fläche und der Möglichkeit zur Grenzüberschreitung bemisst. Auf den in dieser Ausstellung gezeigten Werken von 1956 ist die Inbrunst der informellen Farbe an die aktive Erinnerung an die Landschaft gebunden, an die Schichtungen der Materie, die von der Geste vorgenommen und an der Horizontlinie festgehalten werden: Leichte Abweichungen der Pinselstriche vereinigen die strukturellen Pulsierungen des Bildes. Wenn in „Horizontal geschichtet“ die Wahl des Formats (30x60cm) die Vibration der Pigmente während der Entstehung der Überlagerungen akzentuiert, so komprimiert und verdichtet sich in „Erinnerung an eine Landschaft“ (50x65cm) die Materie auf der Oberfläche im engmaschigen Netz von Pinselstrichen, und die Geste erforscht den Fluss von Licht und Schatten in den versteckten Winkeln der Landschaft. Die Untersuchung von Spannungen innerhalb der Materienschichtungen geht mit abgewogenen Zeichenrhythmen im Farbkörper bis zu den frühen sechziger Jahren weiter.

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che Girke esplora nel passaggio tra il 1962 e il 1963, l’impeto gestuale si attenua, il campo pittorico è pervaso da lievi bagliori, dentro i percorsi del segno crescono emanazioni di luce purissima, piena adesione al valore del bianco vissuto come luce totale. Minime intermittenze segnano la superficie lasciando tracce sottili e imponderabili, segmenti impercettibili, calibrate composizioni di uno spazio non più misurabile, estensione dello sguardo oltre infinite soglie del visibile. La riduzione degli elementi pittorici spinge l’immaginazione verso vastità illimitate, la ricerca della luce diventa protagonista attraverso un processo di meditazione sulle qualità elementari del colore: l’artista vuole trasmettere l’energia irrappresentabile del vuoto, la potenza dello spazio senza referenti. In Ohne Titel, 1971, (olio su tela leggera, 40x40 cm) la rigorosa strutturazione della superficie fa pensare a una scelta analitica, se non fosse che l’immagine si manifesta come un velo pervaso da sottili palpiti monocromatici, certo non riferibili alla fredda concettualità del dipingere. Piuttosto, emerge il valore sensoriale del colore al massimo grado della sua essenza, tutto è affidato alla sospensione dello spazio e del tempo, l’immagine si identifica con l’epidermide adombrata, lenta sparizione della luce, echi di altre luci si fondono nell’emozione di un solo colore. Analogo stato percettivo si avverte in Monochrom, leicht bewegt, 1973, (90x70), una tela animata da parvenze d’oscurità, ombre inavvertite esprimono il carattere “latente” che Girke cerca nell’evento misterioso del monocromo. L’immagine rivela l’attimo che intercorre tra l’atto manuale di stendere il colore e il manifestarsi della sua presenza, senza che alcun progetto possa guidare e determinare il processo di percezione che l’opera richiede per essere svelata nella sua energia interna. Fare pittura comporta, in questi casi, un esercizio di lettura che lo stesso pittore deve continuamente affinare per verificare le 4

Die Unmittelbarkeit des Malakts ist in dieser Hinsicht entscheidend, um die wechselhaften Verwebungen der Pinselaufträge als Sequenzen unwiederholbarer Augenblicke zu erfassen. Ganz anders ist das Bildklima, das Girke im Übergang von 1962 zu 1963 erkundet: Der Impetus der Geste schwächt sich ab, das Bildfeld ist von leichtem Schimmern erfüllt, innerhalb der Zeichenstrecken vermehren sich Ausstrahlungen von reinstem Licht als volle Zustimmung zum Wert der als totales Licht erlebten Farbe Weiß. Kleinste Unterbrechungen kennzeichnen die Fläche und hinterlassen feine, unwägbare Spuren, kaum wahrnehmbare Segmente, ausgewogene Kompositionen eines nicht mehr messbaren Raums, Ausdehnung des Blicks über unendliche Schwellen des Sichtbaren hinaus. Die Reduzierung der malerischen Elemente treibt die Vorstellungskraft zu unbegrenzten Weiten, die Suche nach Licht wird durch einen Prozess der Meditation über die elementaren Eigenschaften der Farbe zur Hauptsache: Der Künstler will die nicht darstellbare Energie der Leere, die Macht des Raums ohne Bezugspunkte übermitteln. In „Ohne Titel“, 1971, (Öl auf leichter Leinwand, 40x40cm), lässt die strenge Flächenstrukturierung an eine analytische Wahl denken, wäre nicht die Tatsache, dass sich das Bild als von feinen monochromatischen Pulsierungen durchzogener Schleier zeigt, die gewiss nicht auf die kühle Konzeptualität des Malens beziehbar sind. Vielmehr kommt der Sinneswert der Farbe im höchsten Grad seines Wesens zum Vorschein, alles wird der Aufhebung von Raum und Zeit anvertraut, das Bild ist gleichbedeutend mit der verschleierten Flächenhaut, dem langsamen Verschwinden des Lichts, Echoeffekte anderer Lichtquellen verschmelzen in der Emotion einer einzigen Farbe. Einen ähnlichen Wahrnehmungszustand empfindet man in „Monochrom, leicht bewegt“, 1973, (90x70cm), einer Leinwand, die vom Anschein von Dunkelheit belebt wird; unbemerkte Schatten drücken den „latenten“


possibilità del colore di produrre altri stati di luce, nuove apparizioni, differenti percorsi all’interno della stessa visione. D’altro lato, il lettore non può essere soggetto che riceve sensazioni già costituite ma deve attivare le sue capacità di entrare in sintonia con questo tipo di pittura radicale, senza nomi che possono descriverla. Pittura sospesa tra l’apparire e l’essere, nessuna certezza razionale ma solo spazi dove smarrirsi sul confine dell’inesplicabile. Altrettanto protesa verso le zone dell’inconoscibile è la terza opera degli anni Settanta proposta in questa esposizione, Ohne Titel, 1978, (160x130), una grande tela dipinta a olio dove Girke esalta la valenza del bianco dedicandosi alla conoscenza fisica e mentale del suo potenziale immaginativo. In questo caso il chiarore non deriva dal pensiero dell’oscurità ma dall’azione diretta del colore-luce per eccellenza, il bianco, sostanza che appare e disappare nello stesso istante, valore che rende visibili entità segrete: tensioni illimitate affiorano nella stessa materia che pronuncia il loro svanire. Le stesure di bianco fanno levitare differenti bagliori, le intensità del bianco trasmutano in altre estensioni luminose, congiunte a ulteriori tracce di bianco che sono l’identità provvisoria dell’opera. La ricerca di perpetue trasparenze caratterizza la qualità pittorica di questa grande immagine avvolta nell’aria del bianco, la sua dimensione poetica ha un respiro che nel corso degli anni tornerà a misurarsi con la visione degli spazi naturali, l’incanto del paesaggio, luce legata al valore della parvenza. Il bianco è un campo di variazioni luminose che il pittore valuta volta per volta, non è un fattore teorico ma un colore che levita, trasmuta, profonde energia fisica e mentale, non può essere programmato ma sentito con passione. Il controllo di ogni pennellata è decisivo per animare il respiro del bianco e miscelare le sue differenti consistenze, la concentrazione dell’atto esecutivo è importante affinché l’immagine possa trasformare l’autenticità del gesto nel desiderio di

Charakter aus, den Girke im geheimnisvollen Ereignis des Monochromen sucht. Das Bild zeigt den Moment, der zwischen dem manuellen Akt des Auftragens der Farbe und dem Deutlichwerden ihres Vorhandenseins vergeht, ohne dass irgendein Plan den Wahrnehmungsprozess leiten und bestimmen kann, den das Werk erfordert, um sich in seiner inneren Energie zu offenbaren. Malen bringt in diesen Fällen eine Übung im Betrachten mit sich, die der Maler selbst kontinuierlich vervollkommnen muss, um die Möglichkeiten der Farbe zu überprüfen, andere Lichtzustände, neue Erscheinungen, unterschiedliche Wege innerhalb derselben Vision zu produzieren. Andererseits kann der Betrachter kein Subjekt sein, das schon bestehende Eindrücke empfängt, vielmehr muss er seine Fähigkeiten aktivieren, um mit dieser Art von radikaler Malerei, ohne Namen, die sie beschreiben können, in Einklang zu gelangen. Eine Malerei in der Schwebe zwischen Erscheinen und Sein, keine rationale Gewissheit, sondern nur Räume, in denen man sich auf der Grenze zum Unerklärlichen verliert. Ebenso auf die Bereiche des Unerkennbaren gerichtet ist das in dieser Ausstellung vorgestellte dritte Werk der siebziger Jahre, „Senza Titolo“, 1978, (160x130cm), eine große, mit Öl bemalte Leinwand, auf der Girke die Wertigkeit der Farbe Weiß hervorhebt, indem er sich der physischen und geistigen Kenntnis ihres Vorstellungspotenzials widmet. In diesem Fall leitet sich die Helligkeit nicht vom Gedanken der Dunkelheit ab, sondern von der direkten Auswirkung der Lichtfarbe schlechthin, dem Weiß, einer Substanz, die im selben Moment erscheint und verschwindet, einem Wert, der geheime Größen sichtbar macht: Grenzenlose Spannungen kommen in derselben Materie zum Vorschein, die deren Verflüchtigung ausdrückt. Die weißen Farbaufträge lassen verschiedene Lichtschimmer schweben, die Intensitätsgrade des Weiß verwandeln sich in sonstige leuchtende Ausdehnungen, vereint mit weiteren Spuren von Weiß als provisorische Identität des Werks. 5


protendersi oltre lo spazio circoscritto. Il vero sconfinamento sta già dentro l’azione del dipingere, un ruolo rilevante assumono nel percorso della mostra alcuni acquarelli del 1988 e un gruppo di olii su cartone e cartoncino del 1988-1989, opere di piccola dimensione nelle quali Girke esprime il desiderio di sognare e d’illuminarsi di fronte alle apparizioni improvvise della natura. La luce sembra nascere dentro un’ombra, intorno al confine di una macchia, a volte precipita verso il nulla, sospesa nel vuoto e quasi immobile, altre volte si dilegua ai margini del foglio, stato di grazia del colore nel suo improvviso smarrimento. Il bianco della carta prepara le possibilità dell’evento cromatico, sensibilizzando le tracce impreviste, gli effetti pulsanti, gli equilibri costruttivi e i contraccolpi cromatici, vapori e fantasmi colorati, intuizioni di forme in espansione. Nel caso degli acquerelli basta un alone, una traccia, una lieve macchia, una sottile striatura a suggerire stimoli opposti, luce e ombra come polarità generative della forma, modo di offrirsi allo sguardo con altissima fede nell’autonomia del colore. Non v’è nulla che possa far pensare a luoghi precisi, eppure ogni nota cromatica non è concepibile senza le risonanze intercettate attraverso evocazioni luminose della natura, importante è sempre l’istante del gesto che fissa nel colore il fluire dello spazio. Nel ciclo di Castel Burio (serie Monferrato) la memoria del luogo sollecita mutazioni dal bianco al blù, sensibili andamenti del gesto spingono verso una direzione o nell’altra, ritmi trasversali si alternano a slanci verticali, lo sguardo non si blocca mai ma scorre nel luminoso trasalire del colore-luce. Queste soluzioni formali non sono una regola, non c’è uno schema dominante ma un impulso cromatico ogni volta diverso: desiderio di trasparente purezza, fisicità della carta che assimila il colore e lascia trasparire l’essenza della forma, la graduale evanescenza della materia. 6

Die Suche nach fortwährenden Transparenzen charakterisiert die malerische Qualität dieses großen, in den Schein von Weiß gehüllten Bildes, seine poetische Dimension hat ein Ausmaß, das sich in den späteren Jahren erneut mit dem Anblick der Naturräume, dem Zauber der Landschaft, dem an den Wert der Erscheinung gebundenen Licht misst. Das Weiß ist ein Feld von Lichtvariationen, die der Maler jeweils in Betracht zieht, kein theoretischer Faktor, sondern eine Farbe, die schwebt, sich verwandelt, physische und mentale Energie spendet; sie kann nicht geplant, doch mit Leidenschaft wahrgenommen werden. Die Kontrolle jedes Pinselstrichs ist entscheidend, um die Atmung des Weiß in Gang zu setzen und seine verschiedenen Konsistenzen zu mischen; bei der Ausführung ist die Konzentration wichtig, damit das Bild die Authentizität der Geste in den Wunsch verwandeln kann, über den begrenzten Raum hinauszugehen. Die wirkliche Grenzüberschreitung liegt schon innerhalb der Malhandlung. Eine wichtige Rolle im Ausstellungsablauf spielen einige Aquarelle von 1988 und eine Gruppe von Ölgemälden auf Karton und festem Papier von 1988-1989, Werke von kleiner Dimension, in denen Girke das Verlangen ausdrückt, angesichts der unerwarteten Naturerscheinungen zu träumen und sich erleuchten zu lassen. Das Licht scheint innerhalb eines Schattens, entlang den Rändern eines Fleckens zu entstehen, mal stürzt es, im Leeren schwebend und fast unbeweglich, zum Nichts hin ab, mal entschwindet es zu den Rändern des Blatts, ein begnadeter Zustand der Farbe beim plötzlichen Abhandenkommen. Das Weiß des Papiers bereitet die Möglichkeiten des chromatischen Ereignisses vor, indem es die unvorhergesehenen Spuren, die pulsierenden Wirkungen, das konstruktive Gleichgewicht und die chromatischen Gegenschläge, farbige Dünste und Gespinste, Intuitionen von Formen in Ausdehnung sinnlich wahrnehmbar macht. Im Fall der Aquarelle genügt eine Ausstrahlung, eine Spur, ein leichter Fleck, eine schmale


Nei cicli di acquerelli che Girke ha dedicato ai luoghi frequentati in Italia la memoria astratta del paesaggio rimane impressa nella luce dipinta, essa scaturisce dal puro sorgere delle sue vibrazioni sensoriali e mentali. La pittura si amplifica nella percezione immaginativa di tutti gli umani sensi e delle infinite aspirazioni a farsi voce interiore dell’azzurro, risonanza cosmica del blù, oscurità lucente del nero, sintesi emozionale del rosso, aggregazione sensoriale di colori differenti, soprattutto libertà di vagare sui confini di luce, purificando la mente dal peso dei quotidiani affanni. Settembre 2013

Furchung, um entgegengesetzte Reize auszulösen, Licht und Schatten als Polaritäten, die die Form erzeugen, eine Art und Weise, sich dem Blick mit höchstem Vertrauen auf die Autonomie der Farbe darzubieten. Es gibt nichts, das an bestimmte Orte denken lassen kann, und dennoch ist jeder Farbton undenkbar ohne die durch Lichtevokationen der Natur abgefangenen Resonanzen; wichtig ist immer der Moment, in dem die Geste das Fließen des Raumes fixiert. Im Zyklus von Castel Burio (Serie Monferrato) regt die Erinnerung an den Ort Wandlungen vom Weiß zum Blau an, deutliche Abläufe der Geste drängen in die eine oder andere Richtung, querlaufende Rhythmen wechseln sich mit vertikalen Schwüngen ab, der Blick bleibt nie stehen, sondern schweift im leuchtenden Aufzucken der Licht-Farbe. Diese formalen Lösungen sind keine Regel, es gibt kein vorherrschendes Schema, sondern einen jeweils anderen chromatischen Impuls: Wunsch nach transparenter Reinheit, Materialität des Papiers, das die Farbe aufnimmt und die Essenz der Form durchscheinen lässt, graduelles Verschwinden der Materie. In den Aquarell-Zyklen, die Girke den in Italien besuchten Orten gewidmet hat, bleibt die abstrakte Erinnerung an die Landschaft in das gemalte Licht eingeprägt, sie entspringt dem reinen Hervorrufen ihrer sensoriellen und geistigen Vibrationen. Die Malerei erweitert sich um die vorgestellte Wahrnehmung durch alle menschlichen Sinne und und um das endlose Bestreben, innere Stimme des Azur, kosmische Resonanz des Blau, leuchtende Finsternis des Schwarz, emotionale Synthese des Rot zu werden; eine die Sinnesempfindungen betreffende Ansammlung unterschiedlicher Farben, vor allem die Freiheit, über die Lichtgrenzen zu schweifen und dabei den Geist vom Gewicht der täglichen Sorgen zu befreien. September 2013 Übersetzung aus dem Italienischen: Marianne Wienert-Ricci

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Horizontal geschichtet 1956 tecnica mista su tela cm. 30 x 60 Mischtechnik auf Leinwand

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Erinnerung an eine Landschaft 1956 olio su tela cm. 50 x 65 テ僕 auf Leinwand

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Ohne Titel 1970 (575) tempera su tela cm. 40 x 40 Tempera auf Leinwand

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Monochrom, leicht bewegt 1973 tempera su tela cm. 90 x 70 Tempera auf Leinwand

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Ohne Titel 1978 tempera su tela cm. 160 x 130 Tempera auf Leinwand

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Ohne Titel 1988 (Nov/Dez) acquarello su carta Butten cm. 25,5 x 33 Aquarell auf B端ttenpapier

Ohne Titel 1988 (Nov/Dez) acquarello su carta Butten cm. 26 x 33 Aquarell auf B端ttenpapier

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Ohne Titel 1988 acquarello su carta Butten cm. 33 x 25,5 Aquarell auf B端ttenpapier

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Ohne Titel 1988 (Hoher- Horizont) acquarello su carta Butten cm. 25,5 x 33 Aquarell auf B端ttenpapier

Ohne Titel 1988 acquarello su carta Butten cm. 25,5 x 33 Aquarell auf B端ttenpapier

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Ohne Titel 1988 acquarello su carta Butten cm. 25,5 x 33 Aquarell auf B端ttenpapier

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Ohne Titel 1988 (Jan. 88 nahe dem Tag) acquarello su carta a mano cm. 25 x 17 Aquarell auf B端ttenpapier

Ohne Titel 1988 (konzentrierte Bewegung VI) acquarello e grafite su carta Butten cm. 25 x 17 Aquarell und Graphit auf B端ttenpapier

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Ohne Titel 1988 olio su cartone cm. 40 x 50 テ僕 auf Pappe

Ohne Titel 1988 olio su cartone cm. 40 x 50 テ僕 auf Pappe

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Ohne Titel 1989 (Castel Burio, Serie Monferrato) acquarello su cartone cm. 56 x 79 Aquarell auf Papier

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Ohne Titel 1989 (Castel Burio, Monferrato-Serie) olio su carta a mano Butten indiano cm. 57 x 79,5 Öl auf handgeschöpftem, indischen Büttenpapier

Ohne Titel 1989 (Castel Burio, Monferrato-Serie) olio su carta a mano Butten indiano cm. 57 x 79,5 Öl auf handgeschöpftem, indischen Büttenpapier

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Ohne Titel 1989 (Castel Burio, Monferrato-Reihe) olio su carta a mano Butten indiano cm. 57 x 79,5 テ僕 auf handgeschテカpftem, indischen Bテシttenpapier (Collezione privata, Lucca)

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Ohne Titel 1990 (Kテカln - Deutz) olio su carta a mano Butten indiano cm. 57 x 79,5 テ僕 auf handgeschテカpftem, indischen Bテシttenpapier (Collezione privata, Livorno)

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Breve biografia / kurz Biografie

Nasce in Germania nel 1930 a Heinzendorf-Niederschlesien. 1951-1952 Studia alla Werkkunstschule di Hannover 1952-1956 Studia alla Staatlichen Kunstakademie di Düsseldorf 1959 Vince il Premio della città di Wolfsburg per la pittura 1966-1971 Insegna pittura alla Werkkunstschule di Hannover 1971-1996 Nominato professore libero docente per la pittura alla Hochschule der Künste di Berlino 1995 Riceve il premio Lovis-Corinth 2002 Gli viene assegnato il premio Niedersächsischer Kunstpreis. Muore a Colonia nel 2002. 1930 wird er in Heinzendorf/Niederschlesien geboren 1951-1952 Studium an der Werkkunstschule Hannover 1952-1956 Studium an der Staatlichen Kunstakademie Düsseldorf 1959 erhält er den Preis der Stadt Wolfsburg für Malerei 1966-1971 lehrt er Malerei an der Werkkunstschule Hannover 1971-1996 lehrt er als Professor für Malerei an der Hochschule der Künste in Berlin 1995 wird er mit dem Lovis-Corinth-Preis ausgezeichnet 2002 wird ihm der Niedersächsische Kunstpreis verliehen 2002 stirbt er in Köln 24


Mostre personali / Einzelausstellungen

Raimund Girke: in Bewegung, Galerie Werner Klein, Cologne, Germany Galerie Hans Strelow, Düsseldorf

2013 Raimund Girke. Dipinti e carte 1956-1990 Galleria Peccolo, Livorno, Italy Raimund Girke - Ruhe und Beweging, Das Kleine Museum - Kultur auf der Peunt, Weissenstadt, Germany Raimund Girke – Percezioni/Perceptions, Galleria Studio G7, Bologna, Italy Raimund Girke - vielfalt, Galerie Fahnemann, Berlin, Germany

2005 Written In Water, Ming Yuan Art Center, Shanghai, China Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany Arbeiten ab 1985, Galerie Fahnemann, Berlin, Germany Erde, Himmel, Weiten, Richard Haizmann-Museum – Museum für Moderne Kunst, Niebüll, Germany

2012 Raimund Girke zum 10. Todestag, Museum Kurhaus, Kleve, Germany 2011 Raimund Girke: Investigating White, Gallery Sonja Roesch, Houston, Texas, USA Raimund Girke Werke, Galerie Florian Trampler, Munich, Germany 2010 Hommage an Raimund Girke - zum 80. Geburtstag, Edith Wahlandt Galerie, Stuttgart, Germany Bilder aus 5 Jahrzehnten, Galerie Fahnemann, Berlin, Germany Raimund Girke: Struktur, VGH Galerie, Hannover, Germany Raimund Girke Werke 1953 bis 2001, Walter Storms Galerie, Munich, Germany 2009 Raimund Girke: Werke aus vier Jahrzehnten, Museum Moderner Kunst Wörlen, Passau, Germany Raimund Girke: Farbe und Licht Malerei aus fünf Jahrzehnten, Josef Albers Museum Quadrat, Bottrop, Germany Raimund Girke - Malerei, Kunstverein Bremerhaven, Germany 2008 Monumentale Aquarelle, Galerie Hans Strelow, Düsseldorf, Germany Interdependenz, Galerie Florian Trampler, Diessen am Ammersee, Germany 2007 Malerei und Zeichnungen, Kunstraum Falkensteinmuseum - Elke Dröscher, Hamburg, Germany Versuch einer Rekonstruktion, Galerie Walter Storms, Munich, Germany 2006 Raimund Girke – Nachtzeichen, Galerie Peter Zimmermann – Mannheim, Germany

2004 Hommage à Raimund Girke, Edith Wahlandt Galerie, Stuttgart, Germany 1996 Von der Heydt-Museum, Wuppertal, Germany Kunsthalle Nürnberg, Germany 1995 Galerie Elke Dröscher, Hamburg, Germany Sprengel Museum, Hannover, Germany Saarland Museum Saarbrücken, Germany 1994 Galerie Maria Wilkens, Cologne, Germany Ev. Kirchengemeinde, Bad Soden a. Ts., Germany Galerie Ucher, Cologne, Germany (with Vaclav Bostik) Zeche Zollverein, Essen, Germany 1993 Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany Galerie Mathias Kampl, Passau, Germany 1992 Galerie Walter Storms, München, Germany Galerie Sterlow, Düsseldorf, Germany Galerie Alfred Kren, Cologne, Germany Galerie Fricke, Lüdenscheid, Germany FruitMarket Gallery, Edinburgh, UK Japanisches Kulturinstitut, Cologne, Germany (with Matsuo Ryusho) Galerie Brandstetter & Wyss, Zürich, Germany 1991 Galerie Strelow, Düsseldorf, Germany Arbeiten auf Papier, Städtische Galerie Quakenbrück, Germany Aquarell und Zeichnungen, Galerie Meyer-Ellinger, Frankfurt am Main, Germany 1990 Galerie Katrin Rabus, Bremen, Germany Galerie Edith Wahlandt, Stuttgart, Germany Galerie Lehmann, Dresden, Germany Studio, G7, Bologna, Italy

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Studio Carlo Grossetti, Milan, Italy Brandstetten & Wyss, Zürich, Switzerland 1989 Kunstverein Bremerhaven, Germany Kunstverein Ludwigshafen/Rh., Germany Weissbewegung, Galerie Nowald, Berlin, Germany Brandstetter & Wyss, Castel Burio-Arte, Castigliole d’Asti, Italy Galleria Peccolo, Livorno, Italy Galerie Meyer-Ellinger, Frankfurt am Main, Germany Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany 1988 Arbeiten auf Papier, Wilhelm-Hack-Museum, Ludwigshafen/Rh.; Städtisches Museum Leverkusen, Schloss Morsbroich, Germany Galerie Wilkens & Jacobs, Cologne, Germany Galerie Hans Strelow, Düsseldorf, Germany 1987 Galerie Christa Schüppenhauer, Essen, Germany Galerie Dorothea van der Koelen, Mainz, Germany Galerie Edith Wahlandt, Stuttgart, Germany Galerie Walzinger, Saarlouis, Germany Kunstraum Fuhrwerkswaage, Cologne, Germany Galerie Katrin Rabus, Bremen, Germany Arbeiten auf Papier, Museum am Ostwall, Dortmund, Germany 1986 Malerei 1956/1986, Neuer Berliner Kunstverein, Berlin; Quadrat Bottrop, Josef-Albers-Museum; Frankfurter Kunstverein, Frankfurt am Main, Germany Die Stille ist der Unruhe Herr, Sommerakademie Salzburg, Germany Galerie Wilkens & Jacobs, Cologne, Germany 1985 Galerie Meyer-Ellinger, Frankfurt am Main, Germany Galerie Fahnemann, Berlin, Germany Kabinett für aktuelle Kunst, Bremerhaven, Germany 1984 Galerie Dr. Luise Krohn, Badenweiler, Germany Galeria Akkumulatory 2, Poznan artothek, Cologne, Germany 1983 Raum für Malerei, Cologne, Geramany Galerie Bossin, Berlin, Germany 1982 Kunstmuseum Düsseldorf, Germany Salone Villa Romana, Florence, Italy Galerie Walter Storms, Villingen, Germany

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KHG, Giesse, Germany Institut für modern Kunst, Nürnberg, Germany Studio Carlo Grossetti, Milan, Italy 1981 DAAD-Galerie, Berlin, Germany Galerie Bossin, Berlin, Germany Galerie Walter Storms, München, Germany 1980 Janus Gallery, Los Angeles, USA 1979 Kabinett für aktuelle Kunst, Bremerhaven, Germany Kunstverein Braunschweig, Germany 1978 Oliver Dowling Gallery, Dublin, Ireland Galerie de Gestlo, Cologne, Germany 1977 Galerie de Gestlo, Cologne, Germany 1976 Galerie Klein, Bonn, Germany Galerie Der Spiegel, Cologne, Germany Galerie Annemarie Verna, Zürich, Switzerland Galerie Daniel Templon, Paris, France 1975 Galerie Swart, Amsterdam, The Netherlands Galleria la Bertesca, Milan, Italy Galleria la Bertesca, Genua, Italy 1974 Westfälischer Kunstverein, Münster, Germany Städtisches Kunstmuseum, Bonn, Germany Kabinett für aktuelle Kunst, Bremerhaven, Germany Galerie Annemarie Verna, Zürich, Switzerland Galerie Teufel, Cologne, Germany Galerie Klein, Bonn, Germany Galerie de Gestlo, Hamburg, Germany 1973 Galerie de Gestlo, Hamburg, Germany Galerie Thomas Keller, Munich, Germany 1972 Galerie Der Spiegel, Cologne, Germany Galerie Annemarie Verna, Zürich, Switzerland Modern Art Galerie, Berlin, Germany Galerie Klein, Bonn, Germany Galerie Denise René-Hans Mayer, Düsseldorf, Germany Kunstverein Bremerhaven, Germany Galerie Ernst, Hannover, Germany 1971 Galerie Müller, Stuttgart, Germany


1970 Galerie Der Spiegel, Cologne, Germany Galerie m, Bochum, Germany Galerie Teufel, Koblenz, Germany Progressionen, Galerie Ernst, Hannover, Germany Kabinett für aktuelle Kunst, Bremerhaven, Germany Galerie Fürneisen, Hamburg, Germany 1969 Kestner-Gesellschaft, Hannover; OverbeckGesellschaft, Lübeck; Kunstverein Mannheim, Germany (with Pfahler und Fruhtrunk) Galerie Ursula Lichter, Frankfurt am Main, Germany 1968 Galerie Langer, Braunschweig, Germany Galerie Gunar, Düsseldorf 1967 Städtischer Kunstpavillon, Soest, Germany Galerie Rewolle, Bremen, Germany 1966 Galerie h, Hannover, Germany Galerie Jülicher d, Mönchengladbach, Germany Studio UNd, Munich, Germany Studio des Kunstverein Hannover, Germany Kleine Galerie, Schwenningen, Germany 1965 Galerie Loehr, Frankfurt am Main, Germany 1964 Studio Hanckel, Essen, Germany Galerie Barerstrasse 84, Munich, Germany 1963 Studio Ruhnau, Gelsenkirchen, Germany Weiss, aktiviert, Galerie d, Frankfurt am Main, Germany 1962 Studio Helms, Hannover, Germany 1961 Galerie Diogenes, Berlin, Germany Galerie Adam Seide, Hannover, Germany 1959 Galerie Adam Seide, Hannover, Germany 1958 Galerie Adam Seide, Hannover, Germany

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Finito di stampare nel mese di ottobre 2013 presso la tipografia Debatte Otello srl Livorno



RAIMUND GIRKE

Galleria Peccolo I - 57123 livorno/italia piazza della repubblica, 12 tel./fax 0586 888509 e-mail: galleriapeccolo@libero.it (orario 10-13 / 16-20, festivi e lunedĂŹ chiuso)


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