GIANCARLO MARCHESE
Galleria Peccolo I - 57123 livorno/italia piazza della repubblica, 12 tel./fax 0586 888509 e-mail: galleriapeccolo@libero.it (orario 10-13 / 16-20, festivi e lunedĂŹ chiuso)
P at r i z i a S e r r a
GIANCARLO MARCHESE Ombre e Luci
maggio 2013
GIANCARLO MARCHESE Catalogo edito in occasione della mostra n. 359 dal 25 maggio al 24 giugno 2013 alla Galleria Peccolo Piazza della Repubblica, 12 57123 Livorno Photo credit: Marco Magherini, Livorno (pagg. 5/13) Bart Herreman, Milano (pagg. 14/22)
Š Copyright degli Autori Realizzazione e stampa: Debatte Otello srl - Livorno
Patrizia Serra
Ombre e Luci nell’opera di Giancarlo Marchese In questa mostra si confrontano due gruppi di opere su carta di differenti periodi. Il primo gruppo risale agli anni sessanta, il secondo gruppo è invece contemporaneo. Insieme è esposta una scultura in vetro tra le ultime e più recenti. Marchese ha sempre dato una grande importanza al disegno perché ”mentre disegni tutto si chiarisce…” come era solito dire ai suoi allievi di Brera. Si può dire che nella sua ricerca l’artista ha sempre avuto un’attenzione particolare per il rapporto luce/ombra, in partenza nel modo plastico dei volumi, in seguito con un evoluzione verso la luminosità – luminescenza – barbaglio. All’inizio del suo percorso è dall’ombra che sorgono i volumi, che vanno disegnando le sculture prima composte di una materia umbratile che aggrega le forme con sottili rapporti precari, poi con strutture che definiscono gli spazi in limpide architetture, dove si muovono gli elementi tra continuità e spezzamento: quando grovigli di materia irrompono con energia fra le linee perfette delle strutture “invase”. Ecco a cosa alludono le carte degli anni sessanta che ci offrono il generarsi dal buio dei colori d’ombra e dalle terre delle
strutture appena definite dai volumi, composti fra loro nei confini indistinti e profondi. Nel 1978, nella monografia Marchese. Sculture dal 1960 (Edizioni Vanni Scheiwiller, 1978), Arpino Viani parla di “Una ricerca (…) di tutto ciò che garantisce alla “scultura” di essere specificatamente tale: essa non solo vuol dare a vedere la tessitura del suo farsi, ma anche accentua la riflessione continua sul suo stesso problema, mai paga di comode e rassicuranti soluzioni. La scultura si pone come esplicitazione visiva del proprio statuto linguistico, della spazialità che essa mette in forma, ma insieme verifica dell’idea che ne regge le modalità di oggetto formato, intessuto nella propria fisicità costitutiva. Per questo l’opera d’arte ha posto solo se stessa come norma formale, capace di dedurre da se stessa, i materiali, i mezzi specifici oltre ai criteri estetici della propria produzione. L’opera di Giancarlo Marchese, lungamente meditata e articolata nelle sue determinazioni di forma è una riprova efficace di questa condivisa poetica. Egli non è scultore perché produce oggetti formati nelle tre dimensioni, ma perché interroga, manipola, studia un progetto di forma, affonda i suoi strumenti espressivi 3
negli spessori e nelle resistenze di un testo fornitogli dal linguaggio aperto e difficile della scultura. “Lingua morta” disse Martini, certo, ma morta in senso hegeliano, negatasi agli “escamotages” ed ai trucchi illusionistici del passato, tutta affidata all’azzardo della creazione, all’istituzione di segni efficaci, e non solo (come è stato nell’arte di tutti i tempi) alla riproduzione di epidermiche anche se anatomicamente impeccabili somiglianze”. Il contrasto fra materiali lucidi e opachi, fra fusioni e lastre lucidate la dice lunga sulla sensibilità cromatica di Marchese che con sapienza instaura un rapporto particolare con le coloriture dei materiali approfittando già della natura splendente di alcuni e della porosa effervescenza di altri. Spesso compare la suggestione di un frammento d’immagine che suggerisce pensieri intimi e sprazzi di memoria. Frank Herreman in Marchese. Sculture di vetro (Mazzotta, 2008), sottolinea che “A partire dal 1993 il vetro diventa il principale elemento nelle sculture di Marchese. Tuttavia queste opere (…) sono la logica continuazione di ciò che l’artista aveva realizzato in precedenza. Quando gli viene offerta l’opportunità di creare grandi pannelli tridimensionali in vetro incolore, viene usato come una sostanza quasi invisibile. Rivela la sua forma attraverso i riflessi della luce che lo colpisce e l’ambiente che ne viene riflesso. Le prime sculture di questo 4
tipo sono composte essenzialmente da fogli di cristallo fissati in cornici. Alcuni segmenti delle parti in rilievo sono ricoperti di oro, argento, platino o specchio. Ciò crea un’interazione di effetti ottici tra le immagini distorte viste attraverso il vetro plasmato e quelle riflesse dalle zone rivestite di metallo”. Nello svilupparsi della ricerca è poi la luminosità a prendere il sopravvento, e con la scelta del vetro avviene una sorta di rovesciamento: la trasparenza infatti cattura il mondo circostante e le lastre mutanti appena trattenute nelle severe strutture in bronzo o in ghisa ci fanno attraversare l’immagine esaltando la sua mutevolezza e rispondono alla luce con bagliori improvvisi e con colori nuovi, vibranti e fluidi. Così negli acquarelli Marchese ferma in un istante le rivelazioni della luce e ci mostra come in fondo anch’essa sia capace di nascondere colori sfumature e figure viste in un istante in un barbaglio e poi scomparse. Nel grande acquarello verticale una figura intera si cela nella luce, appare una confusa silhouette misteriosa come misteriose sono le immagini che cogliamo quando ci muoviamo intorno alle grandi lastre dei vetri, vere metafore della mutevolezza e del tempo che tutto trasforma. Marchese ha saputo esser padrone dell’ombra e della luce per nascondere ma anche per rivelare. maggio 2013
gouache nr. 485 1961
tecnica mista su carta cm. 72 x 47
5
gouache nr. 488 1961
tecnica mista su carta cm. 46 x 72
6
gouache nr. 492 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 72
7
gouache nr. 491 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 67
8
gouache nr. 490 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 72
9
gouache nr. 494 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 67
gouache nr. 486 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 67
10
gouache nr. 487 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 72
gouache nr. 493 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 72
11
gouache nr. 489 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 72
12
gouache nr. 495 1961
tecnica mista su carta cm. 47 x 35
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D.N.2005-20 2005 collage su carta su tela cm. 86 x 66
14
D.N.2005-14 2005 collage su carta su tela cm. 86 x 66
15
D.N.2008-3 2008 acquarello su carta cm. 44 x 35
16
D.N.2009-15 2009 collage e acquarello su carta cm. 44 x 35
17
D.N.2009-7 2009 acquarello su carta cm. 44 x 35
D.N.2009-7 bis 2009 acquarello su carta cm. 44 x 35
18
D.N.2011-1 2011 acquarello su carta cm. 70 x 46
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D.N.2013-1 2013 acquarello su carta su tela cm. 143 x 67
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S.N.535 2012 vetro e platino cm. 55 x 56 x 15
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Note biografiche
a cura di Elena Rizzi
Giancarlo Marchese nasce a Parma nel 1931. La famiglia è originaria di Tortona, città dove lo stesso artista si trasferisce nel dopoguerra e dove soggiorna fino agli anni ‘60. Frequenta il Liceo Artistico a Milano e poi l’Accademia di Belle Arti di Brera; tra i suoi maestri sono da ricordare Luciano Minguzzi e Marino Marini. Nel 1956, scelto da Pericle Fazzini, espone alcune opere alla Biennale di Venezia. L’anno successivo tiene la sua prima mostra personale, presentata da Guido Ballo, presso la Galleria L’Ariete di Milano; la ripropone poi presso il Centro Culturale di Bologna. Negli anni ‘60 Marchese si concentra su forme astratte e dinamiche che pongono però le basi per un superamento della scultura informale. Insieme a Giacomo Benevelli, Floriano Bodini e Nino Cassani, l’artista partecipa alla mostra Giovane scultura milanese, curata da Giorgio Kaisserlian e organizzata presso il Circolo San Fedele di Milano nel 1960. Nel 1964 viene invitato alla XXXII Biennale di Venezia e partecipa al simposio Forma Viva a Ravne, in Jugoslavia. Marchese è presente anche alla Mostra Internazionale di Scultura organizzata dal Museo Middelheim di Anversa e alla IX Quadriennale d’Arte a Roma. Dal 1967 le sue opere presentano forme più strutturate, di gusto quasi industriale; sono prive di titoli e caratterizzate dalla sigla “SN” seguita da un numero. L’artista, inoltre, cerca di creare una scultura interagente con lo spazio urbano.
Negli anni ‘70 la scultura di Marchese si fa più matura ed è pervasa da contrapposizioni di forze interne che sembrano far esplodere il nucleo della forma. Nel 1973, insieme agli architetti Emilio Colombo e Mirko Ravanne, realizza una grande installazione per la XV Triennale di Milano. Due anni dopo l’Amministrazione Comunale di Alessandria organizza per lui una mostra antologica nel Palazzo del Comune. Marchese partecipa anche al Concorso Nazionale per l’insegnamento della scultura nelle Accademie e nel 1974 ottiene la cattedra di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze; nel 1976 chiede il trasferimento all’Accademia di Brera, dove continua ad insegnare fino al 2000. Negli anni ‘80 la produzione dell’artista è caratterizzata dalle ‘scatole della memoria’ (come le ha definite Vanni Scheiwiller): si tratta di composizioni aperte di foglio di acciaio specchiante che riflettono il paesaggio circostante. Nel 1984 Guido Ballo cura una mostra antologica dello scultore a Palazzo Cuttica, ad Alessandria. Tre anni dopo Marchese è impegnato in Libano, a Beirut, dove realizza un monumento dedicato allo statista Pierre Gemayel. L’artista realizza anche progetti scultori adattabili all’arte sacra: ne sono esempi il grande intervento nella chiesa parrocchiale di San Giuliano Milanese, la Tomba Giampieri nel Cimitero Monumentale di Milano e l’altare per il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. 23
Importante opera pubblica è, invece, la scultura realizzata nel 1993 per la Cassa di Risparmio di Tortona, poi assunta come logo stesso della Fondazione. L’anno successivo l’artista espone alla Galleria Bergamini di Milano. Negli anni ‘90 Marchese si concentra sull’utilizzo del vetro, riuscendo ad ottenere lastre curvate e plasmate di grandi dimensioni, che lasciano filtrare e deformano la realtà retrostante, stimolando l’immaginazione dello spettatore. Spesso in queste sculture il vetro è associato in modo dialettico a supporti ed elementi in ghisa. Nel 1999 vince il Concorso Internazionale III millennio con la scultura “Eco”, collocata nell’azienda di “Terre Moretti”, in Franciacorta, mostrando una forte sensibilità ambientale. Nel 2000 viene organizzata una mostra personale dell’artista presso la galleria Spaziotemporaneo di Milano; inoltre Marchese tiene un corso di ‘Progettazione Scultorea’ presso l’Università Nazionale di Seul e all’Università UOU di Ulsan in Corea del Sud. L’anno successivo Luciano Caramel presenta i lavori dell’artista alla Galleria San Fedele di Milano. Nel primo decennio del nuovo millennio le opere di Marchese vengono esposte in due importanti mostre: Echi di luce, nel 2004 presso il Palazzo Besta di Teglio (SO), e Sculture di vetro, nel 2008 alla Fortis House di Milano. Nel 2009 realizza la ‘Bolla’ per la città di Chiari (BS) mentre l’anno successivo vince la Biennale di Triggiano (BA) presentando l’opera ‘L’esplosione’. Del 2012 è la ‘Croce Tau’ collocata nella Cappella Palatina di San Gottardo in Corte a Milano, dove ancora è evidente la sapiente interazione tra superficie di vetro e luce, anche in funzione di un significato simbolico e spirituale. 24
Principali mostre personali 1957 Galleria Dell’Ariete, Milano Circolo della Cultura, Bologna 1968 Galleria Cadario, Roma
1973 Palazzo del Comune, Alessandria
1977 Musée Municipal, Saint-Paul de Vence Galleria Ada Zunino, Milano 1978 Centro Comunale di Cultura, Valenza (Alessandria) 1981 Galleria d’Arte di Ada Zunino, Milano 1983 Galleria Vinciana, Milano Museo S. Agostino, Genova Expo Arte, Bari
1984 Palazzo Cuttica, Alessandria, Antologica, organizzata dall’Amministrazione Provinciale 1986 Pieve di Viguzzolo, Alessandria 1994 Galleria Bergamini, Milano
2000 MIART, Spazio Vismara, Milano Galleria Spaziotemporaneo, Milano, “Le magie del vetro” 2001 Galleria S. Fedele, Milano
2004 Galleria ARTETADINO6, Milano, “Riflessi” Palazzo Besta, Teglio (Sondrio), “Echi di luce” 2006 Galleria Al Cenacolo, Chiavenna (Sondrio), “Sul Filo del Pensiero” Disegni Incisioni e Sculture 2008 Fortis Bank, Milano, “Sculture di Vetro”
2009 Mostra nel proprio studio, Milano “De-Forma”
2010 Accademia di Brera, Milano mostra di disegni 2013 Galleria Peccolo, Livorno “Ombre e Luci nell’opera di Giancarlo Marchese”
GIANCARLO MARCHESE
Galleria Peccolo I - 57123 livorno/italia piazza della repubblica, 12 tel./fax 0586 888509 e-mail: galleriapeccolo@libero.it (orario 10-13 / 16-20, festivi e lunedĂŹ chiuso)