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PER AMORE DI UNA RIMA Tutte le poesie Per amore di una rima - Tutte le poesie
DVD con Mario Scaccia:
Mario Scaccia
Mario Scaccia
Interpretando la mia vita Il mio teatro, i miei personaggi, la mia storia di Mario Scaccia Pag. 114 Prezzo: € 14,90
Un inedito Mario Scaccia non più soltanto attore ed interprete teatrale, ma anche sensibile autore e poeta. Per amore di una rima è una raccolta definitiva che abbraccia i versi che il Maestro ha scritto dalla fine degli anni ‘30 fino ai giorni nostri, non per forza raccolti secondo una rigorosa sequenza cronologica. Non è un gioco, una sperimentazione, un vezzo di matrice intellettuale, non è nemmeno la scoperta di un nuovo dono: sono versi semplici, liberi, ma ricchi di una spiccata poliedricità di significati. La tristezza per la morte del padre, la nostalgia per Roma, il ricordo della madre e la paura della morte sono i temi che si ritrovano in tutta l’opera. La preghiera, rivolta a Maria e al Signore, è un appiglio di speranza nelle ore di reclusione durante la guerra. Roma, sua città natale e fonte di ricordi, viene richiamata in ogni sezione. È legata alla memoria del padre, è fonte di tristezza e malinconia durante la prigionia ed è infine descritta dolcemente una volta che il poeta viene liberato e può fare ritorno in Italia. Per il lettore ci potranno essere echi su cui riflettere. Echi che dal 1936 ancora continuano, incarnando la poesia, a propagarsi. Sia che siano quelli di un bombardiere durante la guerra, sia che siano quelli di una dolce Primavera degli anni ‘60.
Mario Scaccia nasce a Roma il 26 dicembre 1919. Reduce dalla Seconda Guerra Mondiale s’iscrive nel 1946 all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, per poi esibirsi, nel 1948, con la compagnia di Anton Giulio Bragaglia al Teatro Ridotto di Venezia. Inizia quindi una vera attività professionale, dividendosi fra teatro leggero e teatro di prosa, recitando accanto ad attori come Vittorio Gassman, Macario, Lamberto Picasso, Memo Benassi, Isa Pola e Nino Besozzi. Nel 1961 costituisce con Franco Enriquez, Valeria Moriconi e Glauco Mauri la celebre Compagnia dei Quattro. Attore maturo, completo, istrionico, recita in opere di Molière, Goldoni, Jonesco, Pirandello, Courteline, Feydeau, O’Neill, Stoppard, Arthur Miller e altri, ottenendo i consensi più lusinghieri. I suoi grandi cavalli di battaglia sono personaggi come Polonio nell’Amleto, Shylock nel Mercante di Venezia, Fra’ Timoteo nella Mandragola e il Chicchignola di Petrolini. Si è spento nella notte del 26 gennaio 2011, pochi giorni dopo aver dato alle stampe questo libro.
Presentazione di Maria Luisa Spaziani
Presentazione di Maria Caterina Bianchini
www.persianieditore.com info@persianieditore.com 21/02/2011 10.07.42
Poesia
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MARIO SCACCIA
PER AMORE DI UNA RIMA Tutte le poesie
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Per amore di una rima Tutte le poesie di Mario Scaccia
Paolo Emilio Persiani Editore piazza San Martino 9/C 40126 Bologna Tel. (+39) 051/9913920 Fax (+39) 051/19901229 e-mail: info@persianieditore.com www.persianieditore.com Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali Copertina: realizzazione di Con-fine Studio Immagine Curatori del testo: Chiara Cattini, Enea Conti, Marianna Pinto, Valentina Trebbi, Perla Premoto Stampa: Atena.net Srl, Grisignano (Vicenza) Copyright Š 2011 by Gruppo Persiani Editore di Paolo Emilio Persiani TUTTI I DIRITTI RISERVATI – Printed in Italy
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INDICE Presentazione di Maria Luisa Spaziani........................................11 LA TRACCIA (Ottobre 1988) CANZONETTE (1936–1940) Un gregge di nuvole in cielo..................................................20 La bella stagione dei fiori.......................................................21 Ho visto.................................................................................22 Lo sanno le cicale...................................................................23 Automa per le strade ingombre.............................................24 Non ha che la bocca...............................................................25 Carnevale di guerra (1941)......................................................26 RICORDO DI MIO PADRE (Estate 1942) Papà, sei morto! E dove più il tuo viso..................................28 Forse ti troverò nella romita..................................................29 Risentirò la voce tua alla sera.................................................30 M’insegnerà la tua parola ancora............................................31 Ma te, ma te non rivedrò più mai..........................................32 Or che per te tramonta invano il Sole....................................33 È la Roma barocca del Seicento.............................................34 E Giggi e Bucionovo e Romoletto.........................................35 Vigilia di Natale! E al pomeriggio..........................................36 Papà, senza di te, vedi, la mia.................................................37 5
IL DIARIO DELL’ANIMA (1943–1945) La nostra sorte........................................................................40 Sulla tolda di una nave Liberty..............................................41 Crepuscolo.............................................................................42 I nostri sogni..........................................................................43 Settembre...............................................................................44 Come bianche cavalle.............................................................45 Autunnale...............................................................................46 Sera d’ottobre.........................................................................47 Momento................................................................................48 Non ho più la memoria..........................................................49 Passano i bombardieri............................................................50 Sotto la Luna..........................................................................51 Febbre....................................................................................52 Veglia......................................................................................53 Sogno giardini........................................................................54 Convalescenza........................................................................55 Latrano i cani.........................................................................56 Pioggia di stelle.......................................................................57 Il tuo sorriso...........................................................................58 2 novembre............................................................................59 Notturno................................................................................61 Pozzanghere di cieli................................................................62 Plenilunio d’Autunno............................................................63 Quando la pioggia..................................................................65 Paesaggio amico......................................................................66 Una luce, Signore!..................................................................67 Ebbrezza.................................................................................68 Pausa.......................................................................................69 Ricordo di Algeri...................................................................70 Preghiera................................................................................72 6
Natale 1943.............................................................................73 Così ti vedo............................................................................74 Gioia di Sole...........................................................................76 VIA CRUCIS Occhichiari.............................................................................83 Sorrisi menzogneri.................................................................84 Impressione............................................................................85 Luna piena..............................................................................86 L’ora dei sogni........................................................................87 Oggi sul mare.........................................................................89 Morire a vent’anni..................................................................90 Due mondi.............................................................................91 Prigione senza sbarre..............................................................93 Annalena................................................................................94 IL RITORNO Io penso al giorno in cui si fermerà.......................................98 Prima la patria.......................................................................99 Viaggerò nel silenzio............................................................100 E poi avrà il cuore................................................................101 Il piede non saprà se andare lento........................................102 Poi si ritroverà in un gran silenzio.......................................103 Mese mariano.......................................................................104 Io non vidi............................................................................105 Non si è fermato il tempo....................................................106
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IL CANTO NUOVO (Ottobre 1945) INCONTRI (1945–1958) Passeggiata notturna.............................................................114 Addio....................................................................................115 Elsa.......................................................................................116 E saprò dirti che t’amo.........................................................117 Non ricordo di te che un lungo bacio..................................118 Poi tu ti volgerai verso altri amori.......................................119 Ecco che sono fatto razionale...............................................120 E tu domani sarai un’altra cosa............................................121 Vai via anche tu....................................................................122 Confessione..........................................................................123 El tigre..................................................................................124 Trieste senza bandiere..........................................................125 Ravenna................................................................................126 Roma amica..........................................................................127 Giorni immoti......................................................................128 Se a te un giorno...................................................................129 Che sarà poi di te..................................................................130 Non più quei giorni..............................................................131 Due pensieri per Adriana.....................................................132 I DUE AMORI Il mio cuore ha due amori....................................................134 E in quest’ora per me tanto amara.......................................135 Di tutto il tuo passato...........................................................136 Avere visto con chi mi hai tradito........................................137 8
Pensami, e allora sarà tutto bello..........................................138 Ho cercato ma invano..........................................................139 Hanno tutti un po’ in giro il tuo volto................................140 Vieni sull’onda dei miei sensi stanchi...................................141 E di te che dirò, di te che ormai...........................................142 UN CESPUGLIO DI ROSE (Autunno 1959) «Verranno i giorni tristi»......................................................144 La sola noia...........................................................................145 Il dubbio, l’ansia...................................................................146 Era dunque pietà..................................................................147 Ora lo so...............................................................................148 Tu parti e lasci......................................................................149 Tutto il tempo......................................................................150 I pochi soldi..........................................................................151 Per me amicizia....................................................................152 Mi poggiavi la testa...............................................................153 Mi chiedevi il perché............................................................154 MOMENTI (1960–1969) Autunno...............................................................................156 Inesorabilmente....................................................................157 La grazia acerba....................................................................158 Ritorno.................................................................................159 Consolazione........................................................................160 Vive senza un orario.............................................................161 Plenilunio.............................................................................162 Risveglio...............................................................................163 9
Paesaggio..............................................................................164 Primavera.............................................................................165 Perché piangi?.......................................................................166 Se tu non parli......................................................................167 Il segreto...............................................................................168 Estate a Milano.....................................................................169 Omaggio a Montale..............................................................170 Al giovane Evtuscenko.........................................................171 Un verso...............................................................................173 La maschera..........................................................................174 Il mio sogno di parole..........................................................175 Week–end................................................................................176 Natale 1969.............................................................................177 VERSI RITROVATI Illa die...................................................................................180 Ricordo di Grecia.................................................................181 Da uno scoglio......................................................................182 Parole per una canzone rock................................................183 Bonaccia...............................................................................185 Consuntivo...........................................................................186 Fuga dalla Terra....................................................................187 ULTIME (1990–1991) Oh, questo mare!..................................................................190 Viaggio in Palestina..............................................................191 Nasser...................................................................................192 Dal Mar Morto.....................................................................193 10
PRESENTAZIONE Riaffiorano da molto lontano, dai miei vent’anni forse, le parole di un’intervista a Greta Garbo: «Ha presente gli spazi bianchi che in una poesia dividono una parola dall’altra, un verso dall’altro? Come loro è stata la mia vita, di ben scarso interesse. È stata soltanto il filo biologico che ha permesso ad Anna Karenina, a Cristina di Svezia e poche altre di rendersi visibili. Io le ho assorbite, loro mi hanno assorbita in sé, grazie a un fluido misterioso». Ritrovo il senso di queste parole in quattro versi finali della raccolta delle poesie di Mario Scaccia che potrebbero figurare su un monumento: I personaggi della mia finzione sono tutti i miei stessi che ho in me. Senza una maschera in viso il mio vero volto non c’è. Il fluido misterioso al quale nessuna indagine neurobiologica o anche magari metapsichica riuscirà mai a dare una definizione (come all’attimo o al lampo del concepimento di un verso) è stato la grazia o lo spirito che ha illuminato la lunga carriera teatrale del nostro Mario. Pochi come lui hanno rifiutato di vendersi, di avvilire a scopi banali quella maschera che, sempre diversa, finiva per fondersi alla pelle. Certo il fluido non vibra, non si trasmette sempre a noi. Non si spreca. Talvolta si trattiene, in economia, ma sulla scena come nella quasi totalità delle poesie, ci sono versi più leggeri che sanno di luoghi comuni “poetici” e appartengono alla vituperata “letteratura” più che 11
all’originalità della metafora e all’emozione profonda. Ma fra le “perle” di questa raccolta, ricordiamo certe visioni dell’infanzia, il Natale dei giocattoli a piazza Navona e soprattutto il padre. C’è una perla che vorrei segnalare ai lettori, un poemetto di quattro pagine, misura più lunga del solito, ed è “Il canto nuovo”, scritto nell’ottobre del 1945, “a ricordo di Alessandro Brenda, mio ’compagno’ di prigionia politicamente impegnato”. È uno struggente romanzo in sintesi, di forte impegno morale, uno sfiorare al volo tante cime di iceberg che lasciano, al resto, inconsapevoli baratri di buio. Il poeta nell’immediato dopoguerra vuole regalare “parole nuove” ai fratelli che potrebbero cadere nello sconforto o nella delusione. Il dolore delle tragedie passate trova versi di indimenticabile concentrazione, un urlo contro la politica disumana e la guerra. [...] libera e santa gioventù tradita, messe falciate nel precoce maggio, [...] vennero a voi falsi profeti in veste di miti agnelli a raccontarvi fole di giustizia, dolci fratelli dall’ingenuo cuore. Voi li seguiste come tanti armenti ai mercati di sangue, ove fu vano e caro il prezzo della vostra fede. La sua maestria, quel talento che è stato comico e satirico, tragico e giocoso, ha accompagnato, illuminato o divertito tanti decenni di tutti noi. Per cui Trilussa, ad esempio, è diventato un 12
poeta nazionale. Gli siamo grati delle serate di cui ci ha fatto dono anche perché – come mi disse una delle ultime volte in cui l’ho visto, quando aveva messo in scena la mia Vedova Goldoni – «è vero che a tavola non si invecchia. Però a maggior ragione non si invecchia mai a teatro». E gli siamo grati, oltre che per la ricchissima galleria di personaggi teatrali, per averci lasciato questa ricca raccolta di poesie che Paolo Emilio Persiani ha amorevolmente ed elegantemente pubblicato. Le poesie non potevano mancare nel complesso della sua figura perché lasciano un segno visibile ed esprimono una grazia diversa. Il “grande istrione” è nudo, si è levata la maschera, ci guarda personalmente negli occhi più di quanto possa fare davanti al pubblico, distanziato e riplasmato com’è dal testo e dalle luci di scena. Ancora una cosa non secondaria. Grazie per aver fatto onore alla rima, questo panda, questa foca monaca in via di estinzione. Quasi nessuno di noi poeti usa la rima anche se qualche volta lo facciamo come una citazione o un sorriso verso il passato. Eppure la rima (non citerò Dante) era la filiera che al fondo dei versi garantiva la solidità della struttura. O per dirla con Alfonso Gatto, si tratta dei due occhi del medesimo sguardo.
Maria Luisa Spaziani
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LA TRACCIA Ottobre 1988
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Per amore di una rima il poeta talvolta stravolge la realtà. Ma non importa. Per lui è ciò che non esiste la sola verità.
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CANZONETTE 1936–1940
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Lo sanno le cicale che breve hanno la vita come con il cantare l’ora si fa infinita. Ho imparato da loro che il lavoro uccide il tempo, che il lavoro è una bugia e che sola verità immortale è la poesia.
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RICORDO DI MIO PADRE Vallemosso Estate 1942
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Papà, sei morto! E dove più il tuo viso ritroverò nel mondo in cui costretto a vivere son io da te diviso? Dove la voce che dal forte petto ti fioriva soave? Il franco riso che illuminava il tuo leale aspetto, l’ardito volto dallo sguardo fisso in un lontano sogno ora interdetto? Non rivedrò mai più la tua persona robusta come fu nella sua vita dal busto eretto e dalle spalle quadre, perché il mostro crudele non perdona! Te la smagrì facendola ingobbita, te la scarnì con le sue mani ladre!
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IL DIARIO DELL’ANIMA Nord Africa Francese 1943–1945
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LA NOSTRA SORTE Specchio senza riflessi piombo fuso sfumato in nebbie con lo scialbo cielo lo stesso mare che s’è addormentato dolcemente in sorriso al fresco bacio della nuova Luna, in mare che brillò alla luce d’oro azzurro netto all’orizzonte e accolse tutti i colori delle nubi in festa. Sorte di noi: malinconia di un’ora che dissipa una luce di speranza, e rende opaca fredda scolorata la gaiezza di un giorno spensierata una lacrima sola.
Bona, 9 agosto 1943
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VIA CRUCIS
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Vedo una strada aperta sotto il cuore, una sassosa bianca via in salita: la strada della vita o del dolore.
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IL RITORNO
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Io penso al giorno in cui si fermerà la giostra che ci porta in girotondo e mostra agli occhi nostri in un confuso di sublime e ridicolo l’universale mondo. Allora nella mente le carole delle visioni in corsa torneranno, ma un punto solo gli occhi fisseranno: un angolo di Sole.
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IL CANTO NUOVO a ricordo di Alessandro Brenda mio “compagno� di prigionia politicamente impegnato Roma Ottobre 1945
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INCONTRI 1945–1958
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PASSEGGIATA NOTTURNA Sfilavano gli alberi illuminati. Saliva nel cielo la Luna. Ci accompagnavano voci straniere strette in un canto di nostalgia. M’intesi solo con te per i silenzi di un’astrale via.
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I DUE AMORI
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Il mio cuore ha due amori: uno bruno e uno biondo. Questo è un amor gentile, l’altro un amore immondo. Si alterna la vicenda che dentro il cuor mi sta. Oh, che gioia tremenda in questa mia ansietà!
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UN CESPUGLIO DI ROSE Autunno 1959
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«Verranno i giorni tristi» – io te lo dissi mentre rideva il Sole – «i cieli bigi, gli alberi spogli e le strade bagnate». Tu non volevi credere. «L’amore» – mi ripetevi tu – «non ha stagioni». Ora lo sai che nulla dura, e il cuore è un cespuglio di rose.
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MOMENTI 1960–1969
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AUTUNNO Ora è tornata la stagione buona. La terra è tutto un orto che respira un profumo di piogge. L’aria s’apre. Raccolgo un frutto dall’albero. Così maturo è ogni mio sogno.
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NATALE 1969 La neve è assicurata allo sciatore. Spento il camino per fare onore a l’elettrodomestico. E il presepe è di zucchero. La stella è una diva del cinema che ci sorride da un pornorotocalco. Chi cerca la pace? Parole, troppe parole! E son sempre le stesse. Ma quella vera non s’incarna più. Il cuore è un muscolo che si può trapiantare. L’amore è morto. Gesù è andato a nascere su di un altro pianeta.
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VERSI RITROVATI
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ILLA DIE E un’alba ci divise. Tu per là, io per qua: due mondi ancora separati, distanti. Fu in quel giorno (stupore dell’intera umanità!) che un razzo dalla Terra (incomparabile evento! inizio di una nuova civiltà!) raggiunse silente per calcoli audaci (oh, addio, faccia d’argento ridente sulla nostra ingenuità!) spaccando il secondo troncando gli incanti la Luna.
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ULTIME 1990–1995
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OH, QUESTO MARE! Oh, questo mare! Come te scontroso, come te quieto, come te furioso, come te scabro, come te armonioso, come te attivo, come te accidioso; questo splendido tulle fantasioso; questo vorace baratro insidioso; questo spasimo d’ansie doloroso; questo languido addio, questo riposo; quest’affanno, quest’urlo strepitoso; questo cangiante invito silenzioso; questo crudele rigetto smanioso, come te trasparente, opaco, ombroso, debole e intransigente, turbinoso gioco d’inganni; casto e lussurioso donarsi e rifiutarsi tormentoso!
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Un inedito Mario Scaccia non più soltanto attore ed interprete teatrale, ma anche sensibile autore e poeta. Per amore di una rima è una raccolta definitiva che abbraccia i versi che il maestro ha scritto dalla fine degli anni ‘30 fino ai giorni nostri, non per forza raccolti secondo una rigorosa sequenza cronologica. Non è un gioco, una sperimentazione, un vezzo di matrice intellettuale, non è nemmeno la scoperta di un nuovo dono: sono versi semplici, liberi, ma ricchi di una spiccata poliedricità di significati. La tristezza per la morte del padre, la nostalgia per Roma, il ricordo della madre e la paura della morte sono i temi che si ritrovano in tutta l’opera. La preghiera, rivolta a Maria e al Signore, è un appiglio di speranza nelle ore di reclusione durante la guerra. Roma, sua città natale e fonte di ricordi, viene richiamata in ogni sezione. È legata alla memoria del padre, è fonte di tristezza e malinconia durante la prigionia ed è infine descritta dolcemente una volta che il poeta viene liberato e può fare ritorno in Italia. Per il lettore ci potranno essere echi su cui riflettere. Echi che dal 1936 ancora continuano, incarnando la poesia, a propagarsi. Sia che siano quelli di un bombardiere durante la guerra, sia che siano quelli di una dolce Primavera degli anni ‘60.
Mario Scaccia nasce a Roma il 26 dicembre 1919. Reduce dalla Seconda Guerra Mondiale s’iscrive nel 1946 all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, per poi esibirsi, nel 1948, con la compagnia di Anton Giulio Bragaglia al Teatro Ridotto di Venezia. Inizia quindi una vera attività professionale, dividendosi fra teatro leggero e teatro di prosa, recitando accanto ad attori come Vittorio Gassman, Macario, Lamberto Picasso, Memo Benassi, Isa Pola e Nino Besozzi. Nel 1961 costituisce con Franco Enriquez, Valeria Moriconi e Glauco Mauri la celebre Compagnia dei Quattro. Attore maturo, completo, istrionico, recita in opere di Molière, Goldoni, Jonesco, Pirandello, Courteline, Feydeau, O’Neill, Stoppard, Arthur Miller e altri, ottenendo i consensi più lusinghieri. I suoi grandi cavalli di battaglia sono personaggi come Polonio nell’Amleto, Shylock nel Mercante di Venezia, Fra’ Timoteo nella Mandragola e il Chicchignola di Petrolini. Si è spento nella notte del 26 gennaio 2011, pochi giorni dopo aver dato alle stampe questo libro.
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