Anno XL – Vol. n. 1
GIUGNO 2013
IL MINOTAURO PROBLEMI E RICERCHE DI PSICOLOGIA DEL PROFONDO
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IL MINOTAURO Rivista fondata in Roma nel 1973 da Francesco Paolo Ranzato
www.rivistailminotauro.it ORGANO UFFICIALE DELLA SCUOLA DI PSICOTERAPIA ANALITICA AIÓN Via Palestro, 6, 40123, Bologna Tel: 348.2683688
GRUPPO PERSIANI EDITORE Piazza San Martino, 9/C - 40126 Bologna - Italy Tel. (+39) 051 99.13.920 - Fax (+39) 051 19.90.12.29 info@persianieditore.com
www.persianieditore.com Iscrizione Registro Operatori Comunicazione n. 12050 Testata registrata al Tribunale di Bologna, aut. n. 8034 del 28 Gennaio 2010 DIRETTORE RESPONSABILE LUCA VALERIO FABJ COMITATO SCIENTIFICO Luca Valerio Fabj Angelo Gabriele Aiello Elena Acquarini Antonio Grassi Roberto Filippini REDAZIONE Francesca Emili, Sara Del Dot, Carolina Colantoni, Lara Trevisani, Carla Midulla STAMPA: Atena.Net Srl, Grisignano (VI) SERVIZIO ARRETRATI E ABBONAMENTI TEL. 051-99.13.920 - FAX 051-19.90.12.29 Martedì, Mercoledì, Giovedì dalle 10:00 alle13:30 e dalle 15:00 alle 18:30 Abbonamento Annuale - 2 numeri: € 15,00 Abbonamento Biennale - 4 numeri: € 28,00 Modalità di pagamento: Versamento su C/C postale n. 90288440 o C/C bancario IBAN IT23A0538702419000001269134 intestati a Paolo Emilio Persiani Editore, specificando nome e cognome, nella causale “abbonamento alla rivista Il Minotauro”
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Sommario
Articoli: Il Minotauro compie 40 anni! di Luca Valerio Fabj.................................................................................................4 L’antropologia della coscienza incontra la fisica quantistico-relativistica: modello cosmogonico endodynamo tensivo (EDT) e mnemopoiesi (MOPS) di Claudio Messori....................................................................................................7 L’attaccamento nella diade madre-bambino: il contatto precoce di Francisco Javier Fiz Pérez e Francesca Piattoli.....................................................83 L’arte gruppoanalitica: dai fondamenti teorici a un progetto di vita in una CT di Roma di Catia Ciancio.....................................................................................................94 L’allattamento naturale. Approccio psico-biologico di Francisco Javier Fiz Pérez e Francesca Piattoli...................................................103
Inserto: Quaderni di Psicopatologia Generale Fenomenologia e Psicologia Analitica: i vissuti psicopatologici fondamentali: parte prima di Luca Valerio Fabj..............................................................................................115
Recensioni............................................................................................................138
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IL MINOTAURO COMPIE 40 ANNI! Editoriale di Luca Valerio Fabj
Con questo numero la Rivista, Il Minotauro, che ho l’onore e l’onere di dirigere, compie 40 anni! Ciò la rende una delle più antiche riviste di Psicologia del Profondo edite in Italia, e a fronte di una così illustre anzianità ritengo che sia utile fare qualche bilancio sulla mia direzione e su quello che si è ottenuto da quando ho deciso di acquistarne la proprietà intellettuale. La mia decisione di prendere la direzione di questa rivista ha avuto fortissimi contrasti e tentativi (ancora in essere e visibilmente inefficaci) di arrestarne diffusione e pubblicazione da parte di chi – con una propria produzione scientifica di un valore pari a quella che si potrebbe leggere in una rubrica psicologica di una rivista di moda per adolescenti neurolabili – per mera invidia e pregiudizio nei miei confronti, pone in essere un atteggiamento ostativo verso il mio lavoro con il solo risultato di rafforzarmi sempre di più nella mia opera e negli scopi che mi ero prefissato: se certi personaggi non condividono le mie opinioni e il mio modo di dirigere la Mia Rivista, questo non può fare altro che convincermi sempre di più della bontà e della correttezza delle mie idee. Il Minotauro, senza padroni, maestri, guru, finanziatori, scuole, teorie scientifiche e/o religiose/esoteriche da difendere o sostenere, e, soprattutto, senza alcunché da vendere o guadagnare da parte di chi lo dirige, costituisce, nel suo essere una Tribuna Libera del Pensiero in Psicologia del Profondo, una novità assoluta nel modo di divulgare il pensiero scientifico. Ovviamente questo disturba tutti i paranoici depositari di una qualche “verità” che, a causa della loro megalomania che nasconde solo la loro miseria umana, si sentono minacciati dal libero pensiero e dal libero confronto. Chi vuole il “potere”, desidera le “patenti”, vuole i “bollini” di marchio DOC, ha bisogno del “maestro” e di altre anacronistiche stupidaggini, odia la verità del libero pensiero basata sul confronto dialettico, sui punti di incontro fra idee differenti, sul non
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utilizzo in politica della psicologia, sull’accurata preparazione scientifica, e soprattutto sull’accurata esperienza clinica ambulatoriale e ospedaliera di chi vuole esercitare la psicoterapia. La Verità, specie quella scientifica, non si compra e non si vende e soprattutto si dimostra oggettivamente e non si mostra come una ridicola opinione personale autoreferente sostenuta dagli inutili: “io penso che...”, “Tizio o Caio (ovviamente, il loro Maestro/a) mi ha detto che…”, “Jung (o chi per lui) ha scritto questo, ma io penso che volesse dire altro…” e altre corbellerie simili che purtroppo ammorbano con il loro olezzo antiscientifico la psicologia del profondo in generale e, duole dirlo, la psicologia analitica in particolare. Chiaro quindi che per questo vasto novero di buffoni è insopportabile l’idea di dover, da un lato, dimostrare e argomentare le loro idee, e, dall’altro, di dover sostenere il confronto con idee diverse e in ultimo, ma non per ultimo, di dover mostrare se si posseggono titoli di legge sufficienti e necessari per poter esercitare la psicoterapia. Ma, e mi scuso con le lettrici/lettori per lo sfogo (ma la gestione di questa rivista è un non piccolo peso che porto in bene o in male sulle mie di spalle), questi individui, che mi rifiuto di chiamare “colleghi”, nonostante le calunnie dette su di me alle mie spalle e i tentativi di disturbo posti in essere contro la Rivista non hanno sortito alcun effetto dannoso; ma, anzi, tutt’altro! Infatti, colgo l’occasione del quarantennale del Minotauro per annunciare che questa antica quanto gloriosa rivista – sotto la mia Direzione – ha ottenuto ufficialmente il riconoscimento come pubblicazione scientifica valida come titolo di “pubblicazione universitaria” sia dal Cineca (area 10), sia (ancora più importante) dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). Questo fatto, unito all’altra bella notizia dell’entrata nel nostro Comitato Scientifico del professor Fiz Pérez dell’Università di Barcellona e di Città del Messico, consente un primo ampliamento per una diffusione internazionale della Rivista che è uno degli obbiettivi che mi ero preposto. Questi risultati compensano ampiamente le fatiche e le difficoltà affrontate nonché le “angherie” subite da parte di chi ha cercato, senza riuscirvi, di umiliare il mio tentativo di creare una cultura di diffusione diversa della psicologia che sia libera da ogni tipo di ingerenza e controllo di qualsiasi tipo. A fronte di ciò, è doveroso un ringraziamento, prima di tutto, alla Redazione della Persiani Editore per il puntuale e più che corretto lavoro che viene svolto nella stesura ordinata e secondo parametri scientifici internazionali di impaginatura degli articoli che a ogni numero vengono pubblicati, poi (ma non per minore importanza) a tutti gli Autori che rendono e hanno reso valida e prestigiosa questa testata scientifica: senza il vostro contributo non sarebbe stato certamente possibile raggiungere questo risultato, poiché, in definitiva, il mio
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compito si limita ad assemblare e impostare secondo le linee editoriali del colofone (o “tamburino” che dir si voglia), depositate al Tribunale di Bologna e all’Ordine dei Giornalisti; ma siete Voi con il vostro contributo scientifico che date pregio e lustro al Minotauro. Questo importantissimo risultato, tuttavia, non deve far riposare sugli allori, ma spingere a compiere ancora sforzi maggiori per giungere a rendere questa Rivista ancora più riconosciuta nonché ancora più fruibile da parte di tutti coloro che per motivi professionali o altro si interessano di psicologia e in particolare di psicologia del profondo. Nel congedarmi, vorrei ringraziare anche e soprattutto le lettrici e i lettori del Minotauro che ci sostengono economicamente con i loro abbonamenti e con le loro approvazioni nonché critiche costruttive. Dunque, possiamo concludere con molta soddisfazione questo simbolico “compleanno” del Minotauro con il famoso augurio del “Cento di questi giorni” e consentitemi di dire, fuori dai denti, e con tutto il mio essere, a chi ha cercato di ostacolarmi: “Siam fatti così! Sappiamo ciò che vale un simile elogio e, nonostante tutto, un sogghigno di compiacenza increspa il nostro viso”. (W.F. Nietzsche).
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L’ANTROPOLOGIA DELLA COSCIENZA INCONTRA LA FISICA QUANTISTICO-RELATIVISTICA: MODELLO COSMOGONICO ENDODYNAMOTENSIVO (EDT) E MNEMOPOIESI (MOPS) Claudio Messori* PREMESSE 95% of our Universe escapes our knowledge Aurélien Benoit-Lévy La crescente capacità di indagare e di manipolare la struttura intima della materia animata e inanimata, nonché: - il culto feticistico dello strumento ipertecnologico e il potere ottenuto dal possederlo e dall’esserne posseduti; - l’uso del sapere scientifico e della ricerca sempre più spregiudicato e sempre più lontano dall’idea di conoscenza come risorsa e come bene collettivo; - il potere pervasivo e seducente dell’offerta commerciale con le sue promesse di gratificazione e di liberazione dal fardello di frustrazioni che si annidano nel mondo reale; - l’accelerazione impressa all’informatizzazione del data share e della comunicazione; - il consolidamento dei mercati rivolti ai trapianti di organi, all’ingegneria genetica, alla neuroingegneria e alle bio-nanotecnologie; - l’ingresso sui mercati mondiali di centinaia di milioni di aspiranti consumatori-produttori di articoli per tutti i gusti e tutte le età; - l’effetto destabilizzante prodotto sull’identità individuale e collettiva da ingenti flussi migratori domestici e internazionali di nullatenenti attirati dal richiamo della globalizzazione del libero mercato, sembrano spianare la strada all’instaurazione di un modello identitario umano sempre più incerto e scollegato dal corpo naturale, sensibile-pensante-vulnerabiledeperibile-unico-finito, e sempre più affascinato dall’idea di corpo virtuale, computerizzato-cybernetico-invulnerabile-artificiale-modificabile-trasparente. *
Corresponding author: Claudio Messori - Independent Researcher Address: Str. Villaggio Prinzera 1, Fraz. Boschi di Bardone, Terenzo 43040, Italy Phone: +393282876077 e-mail: messori.claudio@gmail.com
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L’ATTACCAMENTO NELLA DIADE MADRE-BAMBINO: IL CONTATTO PRECOCE Francisco Javier Fiz Pérez e Francesca Piattoli* Oggi la letteratura psicologica relativa alla formazione del legame di attaccamento, così come le principali riviste di pediatria italiane e straniere, trattano la formazione del processo di attaccamento madre-bambino come un processo naturale e precoce nell’uomo. In questo articolo farò riferimento soprattutto agli studi condotti da Bowlby (1969), il quale ha spiegato la formazione del legame d’attaccamento come comportamento sociale del bambino verso la persona che si prende cura di lui e non soltanto come comportamento derivato dalla soddisfazione di bisogni prevalentemente fisiologici. Farò anche dei commenti sulle ricerche condotte da Klauss e Kennell (1970) negli Stati Uniti e da Orzolesi e Paludetto (1979) in Italia, come un contributo importante per quanto riguarda l’analisi degli effetti del contatto precoce non soltanto sul bambino, come mezzo di contatto fisico e sociale con la madre, ma anche e soprattutto sulla madre, la quale acquista notevole sicurezza nel prendersi cura del figlio. Secondo tali studiosi, infatti, il contatto precoce è determinante affinché si stabilisca un solido e profondo legame della madre col proprio bambino. La formazione del legame di attaccamento secondo Bowlby Lo sviluppo delle relazioni sociali precoci, comuni a molte specie di animali, compreso l’uomo, appare caratterizzato dalla costruzione di un profondo legame tra madre e figlio. Bowlby si è interessato molto alla formazione del legame di attaccamento, definendolo come il “prodotto dell’attività dei diversi sistemi comportamentali che hanno come risultato prevedibile la vicinanza alla madre”.61 Il comportamento di attaccamento viene quindi considerato da Bowlby come un vero e proprio comportamento sociale, che nasce dall’interazione del bambino col proprio ambiente e soprattutto dal rapporto che egli instaura con la figura principale, quella che si prende cura di lui e lo protegge. Con queste affermazioni *
Francisco Javier Fiz Pérez è Psicologo-Psicoterapeuta e Full Professor alla Facoltà di Psicologia dell’Università Europea di Roma. Francesca Piattoli è Psicologa clinica. 61 J. Bowlby, Attachment and loss, I Attachment, Hogart Press, London 1969. Tr. it. Attaccamento e perdita, vol. I, L’attacamento alla madre, Boringhieri, Torino 1972, p. 221.
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L’ARTE GRUPPOANALITICA: DAI FONDAMENTI TEORICI A UN PROGETTO DI VITA IN UNA CT DI ROMA Catia Ciancio* I fondamenti: dalla psicoanalisi alla gruppoanalisi Per comprendere i fondamenti gruppoanalitici è importante riportarci a quei “semi” che seppur non riconosciuti hanno generato una fertile teorizzazione. Secondo Kaës (1999), nell’opera di Freud si possono rintracciare tre modelli che riconduco in qualche modo al concetto di raggruppamento. Il primo consiste nella mutua identificazione tra determinati soggetti, costituendo per la psicoanalisi la prima manifestazione di un legame emotivo con un’altra persona che dà la possibilità di creare lo spirito di corpo. Ciò è esposto, in Totem e Tabù e si basa sulla fine dell’orda paterna, con l’uccisione del padre originario da parte dei fratelli (Freud, 1914). In Psicologia delle masse e analisi dell’io, Freud introduce un secondo modello di raggruppamento, che si attua tramite l’identificazione: ogni singolo è un elemento costitutivo di molte masse, tramite l’identificazione è soggetto a legami multilaterali e ha edificato il proprio ideale dell’Io in base a modelli più diversi. Il terzo modello è introdotto nella sopracitata opera e trattato più esaurientemente in Il disagio della civiltà e si basa sulla mutua rinuncia alla soddisfazione sessuale diretta. Così ha inizio l’excursus, su quei fondamenti che, in qualche modo, prevedono un approccio gruppo analitico, all’epoca inesprimibile. Il lavoro “archeologico” di Freud verso la scoperta e poi la risignificazione, nel gruppo porta a «vedere l’universo con gli occhi di un altro, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è» (Proust, La prigioniera). A questo punto vorrei porre l’attenzione sul concetto di gruppalità interna: una storia che si intreccia con altre storie, una «rete di relazioni che si estende al di là dei confini spaziali [...]» (D. Napolitani, 2006, p. 37). Proseguendo in questo excursus, troviamo lo psicoanalista americano Trigant Burrow che ha contribuito all’evoluzione della terapia di gruppo. Secondo Burrow, infatti, il luogo e l’ambiente più adeguati per la guarigione di disturbi sorti nel contesto dei rapporti sociali è il gruppo, affermando a tal proposito «[…] Se la società ammala, il gruppo cura» (Burrow, 1926, p. 271). Nel 1925, Burrow introduce il termine *
Psicologo clinico, gruppo analista, responsabile di ProContinuum, Centro Clinico e Fomazione.
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L’ALLATTAMENTO NATURALE. APPROCCIO PSICO-BIOLOGICO Francisco Javier Fiz Pérez e Francesca Piattoli* La tematica dell’allattamento, la sua incidenza sulla salute del bambino nonché sul rapporto con la madre rimane sempre di grande attualità. Notevole contribuiti bibliografici affrontano il problema della nutrizione non solo come processo fine a se stesso, ma soprattutto come un momento di contatto fisico madre-bambino, nonché di comunicazione non verbale. D’altra parte diverse ricerche evidenziano come l’allattamento al seno possa esser un fattore di prevenzione per molte malattie infettive e carenze ipoproteiche, frequenti nei bambini nati pretermine o di basso peso. Vediamo allora più approfonditamente alcuni vantaggi dell’allattamento naturale. Vantaggi dell’allattamento naturale L’allattamento al seno è il principale momento in cui il bambino entra in diretto contatto con il corpo materno, potendo trarne non solo nutrimento ma anche calore e numerose stimolazioni. Fin dai primi momenti dopo la nascita, il bambino non solo è in grado di succhiare, ma cerca intensamente il seno materno. Il volgere la testa in direzione del seno (riflesso rooting) raggiunge la sua massima intensità nelle prime ore dopo il parto e si attenua in seguito, per poi scomparire definitivamente pochi giorni dopo. MacFarlane ha condotto una ricerca in merito89 avendo notato come nei neonati fosse molto elevato il grado di sensibilità agli odori e in particolare a quello emanato dal latte della madre. Se si pone il bambino sul grembo materno per ricevere la consueta poppata, egli rivolge il viso verso la mammella ancora prima di aver potuto fissare il volto della madre o essere stato toccato dal suo capezzolo. MacFarlane ha fornito diverse spiegazioni di tale fenomeno, che può scaturire da una sensazione di calore emanata dal seno materno e percepita dal bambino. Si è notato, infatti, come il seno e le labbra di una donna che allatta siano le zone più calde di tutto il suo corpo. Il comportamento del bambino può anche essere determinato da un processo Francisco Javier Fiz Pérez è Psicologo-Psicoterapeuta e Full Professor alla Facoltà di Psicologia dell’Università Europea di Roma. Francesca Piattoli è Psicologa clinica. 89 A. MacFarlane, The Psychology of children, Harvard University Press, Cambridge 1977. Tr. it. Psicologia della nascita, Boringhieri, Torino 1980. *
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INSERTO QUADERNI DI PSICOPATOLOGIA GENERALE FENOMENOLOGIA E PSICOLOGIA ANALITICA: I VISSUTI PSICOPATOLOGICI FONDAMENTALI: PARTE PRIMA Luca Valerio Fabj* CAPITOLO I: FENOMENOLOGIA E PSICOLOGIA ANALITICA 1.1 Jung e la fenomenologia Più che giustamente, Lanfranco Marra scrive: La psicologia analitica non può, dopo Husserl, non confrontarsi con problemi di metodo e quindi di fenomenologia; l’oblio della fenomenologia può portare ad una grave ed inaccettabile conseguenza: la negazione a Jung e agli junghiani di qualsiasi dignità di rigore e sapere scientifici (Marra, 1992).
A parere di chi scrive, questo “oblio” della fenomenologia è divenuto oramai pressoché assoluto in psicologia analitica che oramai si trova a essere una branca della psicoterapia medica tutta volta a riconoscimenti “scientifici” in ambiti affatto differenti da quelli teorizzati da Husserl. Questo, naturalmente, solo quando qualche sempre più raro junghiano anziché un riconoscimento nell’ambito dell’esoterismo d’accatto, ma molto redditizio, quale è la New Age della Grande Madre, voglia ottenerlo nell’ambito della filosofia teorica del sapere scientifico. Anche quando accade che lo studioso teorico junghiano ricerchi una possibilità di riconoscimento scientifico, lo fa in ambito psicoanalitico, della psicologia sperimentale, della neurologia, ma mai della fenomenologia. In un mio precedente lavoro ho già mostrato come questi ambiti siano in realtà del tutto impropri per il riconoscimento di una psicopatologia che voglia essere una scienza autonoma, e, a mio parere, ciò vale anche, e soprattutto, per la psicologia analitica che è una branca e un metodo psicologico che rientra prevalentemente, se non unicamente, nell’ambito della fenomenologia di Husserl. Il fatto che illustri fenomenologi, come Jaspers, abbiano escluso Jung dalla loro ottica, significa solo che tali Autori non hanno capito nulla, né dei cardini fondanti la psicologia analitica, né tanto meno di quello che è stato il metodo *
Medico Chirurgo Specialista in Psicoterapia Analitica, Docente di Psicopatologia, presso la Scuola di Psicoterapia Analitica riconosciuta dal MIUR, Aiòn di Bologna)
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RECENSIONI DIEGO PIGNATELLI SPINAZZOLA*
Psiche Primordiale Una visione a orientamento junghianotranspersonale Persiani Editore, Bologna 2013 ISBN: 978-88-96013-73-1 Pp: 298
€ 15,90
Il significato archetipico, cardine del pensiero junghiano e psicoanalitico, che nei nostri antenati rivestiva una carica e un’energia mana, sacra, primordiale e che in epoche antiche apriva una profonda comprensione dei fenomeni inconsci, attraverso rituali sciamanici, sacrifici, culti primitivi tribali ed esorcismi, si è oggi trasformato in patologie e in disturbi della personalità del nostro tempo. Abbiamo solo trovato un nome differente, attribuendo a quest’ignota fonte numinosa una diagnosi differenziale, credendo di aver archiviato completamente il nucleo di un interiore rapporto con l’inconscio ma non siamo riusciti a placare il grido degli antenati che da sempre rivendicano l’anima del mondo. Muovendosi fedelmente nel pensiero di Erich Neumann e di C.G. Jung e il suo Libro Rosso, l’autore ci dirige alla volta di quelle teorie d’interpretazione psicologica sulla quaternità che impegnavano instancabilmente lo stesso Jung nella ricerca dell’alchimia e della psicologia della religione, nella separazione e congiunzione degli opposti psichici fino a individuarne nell’archetipo del Sé, vere e proprie istanze psicologiche, i cui simboli si rivelano essere centrali nella teoria junghiana: dal Re alla Regina, all’ermafrodito alchemico, al mandala, al lapis philosophorum fino a risalire all’Ichthys pre-cristiano nell’archetipo psicologico di Cristo nelle sue varianti mitiche.
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* Diego Pignatelli Spinazzola (22 febbraio 1975, Napoli) è autore di scritti e saggi psicologici a orientamento junghiano. Tra le sue collaborazioni quella con il periodico AHP Perspective: inserto bimensile del Journal of Humanistic Psychology. È inoltre autore de Il Risveglio dell’Intelligenza: Verso una Nuova Psicologia dell’Essere (UNI Service 2008) segnalato nel Journal of Transpersonal Psychology Vol. 41 n.1, quale testo italiano a orientamento transpersonale. Il suo più recente Primordial Psyche: A Reliving of the Soul of Ancestors: a Jungian and Transpersonal Worldview, (iUniverse 2011) è stato attualmente recensito sullo Jung Journal: Culture & Psyche Vol. 6:2 al C.G. Jung Institute di San Francisco.
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IVAN PATERLINI E DANIELE RIBOLA*
Sguardo sulle psicodinamiche del gesto creativo Giacometti: la distanza incolmabile Persiani Editore, Bologna 2013 ISBN: 978-88-96013-63-2 Pp: 130
€ 15,90
Gli autori attraversano il vasto panorama che in questo ultimo secolo ha caratterizzato gli studi sulla creatività, toccando il mondo clinico, l’idea di uomo, di crescita e di trasformazione. La finalità della ricerca è l’indagine su come nasce un grande artista, attraverso l’approccio psicodinamico. La moltitudine di spunti e riflessioni volgono verso una risposta di senso di una certa esperienza di vita; saranno gli strumenti che la psicologia analitica sa mettere a disposizione a chi sa ascoltare e sostare in un terreno incerto, che tenteranno di far sentire ciò che al primo sguardo è invisibile. Partendo dal mondo psicoanalitico e dalla storia della psicoanalisi il lavoro si fa sempre più sottile sino a incarnarsi in vita, una vita d’artista e d’uomo: Alberto Giacometti.
* Ivan Paterlini, psicologo junghiano e ricercatore nell’ambito della psicologia analitica. Oltre al lavoro clinico prevalentemente svolto a Casalmaggiore (CR) e Parma, i campi di ricerca si sono indirizzati negli ultimi anni verso la tipologia junghiana applicata e comparata, il gioco della sabbia nelle varie applicazioni cliniche e alle psicodinamiche dell’atto creativo tra psicologia analitica e psicoanalisi.
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Daniele Ribola, psicoanalista junghiano, svolge attività clinica a Lugano, Svizzera. Membro dell’Associazione Internazionale di Psicologia Analitica e dell’Associazione Svizzera di Psicologia Analitica, è analista didatta presso lo Jung Institut di Zurigo, cofondatore e corresponsabile della Scuola di Formazione in Psicoterapia Junghiana di Milano lista Ha collaborato con il regista Werner Weick producendo numerosi documentari. Fra le sue pubblicazioni: La stagione degli eroi, con E. Camanni, 1994; I processi proiettivi nel rapporto uomo-natura, in Ecologica-mente. Psicologia del rapporto uomoambiente, a cura di C. Widmann, Ravenna 1997; Prefazione a Tipologia psicologica, di M.-L. von Franz, 1998; Prefazione a La relazione analitica, di M. Gay, 1998; L’archetipo del viaggio nel Medioevo in Il viaggio come metafora dell’esistenza, a cura di C. Widmann, Roma 1999; Edipo in I nomi propri dell’Ombra, Bergamo 2004; Il valore dell’enantiodromia nel processo di formazione del simbolo in Jung, in Simbolo o sintomo. Due diverse destinazioni dei contenuti inconsci, 2012.
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GIOVANNI GURISATTI, MARCO GAY, FEDERICO DE LUCA
COMANDINI, CLAUDIO WIDMANN, AUGUSTO GENTILI*
Interventi su
Lo Zarathustra di Nietzsche Seminari di Carl Gustav Jung Dal superuomo di Nietzsche alla via dell’individuazione di Jung Persiani Editore, Bologna 2013 ISBN: 978-88-96013-69-4 Pp: 112
€ 15,90
La pubblicazione raccoglie gli atti della tavola rotonda: “Lo Zarathustra di Nietzsche. Seminari di Carl Gustav Jung”. Giovanni Gurisatti, nel suo intervento dimostra come a torto il pensatore tedesco venga accusato dal nuovo realismo di Maurizio Ferraris di essere l’annunciatore di quello che, ai giorni nostri, diventerà il populismo mediatico. Marco Gay, si concentra sul lato occultato dell’interpretazione di Jung, focalizzando l’attenzione sul comico e sulla figura del fool, i quali appaiono i fili conduttori dell’autocura di Nietzsche. Federico De Luca Comandini, analizzando aspetti salienti delle diversità, storiche e personali, tra le figure di Nietzsche e Jung, indaga la profonda implicazione delle rispettive visioni e del debito reciproco che esse mantengono ed implementano attraverso il tempo. Claudio Widmann, intervenendo su “Il Superuomo che non viene da Krypton: superman, super-io e super-uomo”, osserva come il pensiero del Novecento affronti da angolature nuove un’intuizione antica: che l’individuo sia più di ciò che appare e più di ciò che sa di essere. Augusto Gentili, introducendo la tavola rotonda, spiega come ogni pagina del testo di Nietzsche abbia una densità concettuale e sia scritta in modo evocativo e oracolare. Il tema trattato è quello dei valori, in particolare il conflitto tra bene-
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male. La riflessione che emerge dopo la lettura è quella della necessità di una “guida interiore” che ci possa orientare rispetto alla nostra responsabilità etica individuale e collettiva, cercando di ricomporre ed integrare dentro di noi questa “enantiodromia” (conflitto di opposti).
* Giovanni Gurisatti insegna Storia dell’Estetica Contemporanea nel Dipartimento di Filosofia dell’Università di Padova. Traduttore di Heidegger e di Schopenauer, è autore di monografie e saggi sul pensiero tedesco tra Otto e Novecento. Il suo ultimo libro, Scacco alla realtà. Estetica e dialiettica della derealizzazione mediatica, è edito da Quodlibet. Marco Gay è psicologo, psicoterapeuta e analista junghiano. È co-fondatore della Scuola di Formazione Psicoterapeuta LiSTA. Si è formato al C.G. Jung Institut di Zurigo e ha lavorato per sei anni alla clinica Zürichberg. Vive e lavora a Verona. Federico De Luca Comandini è psicologo, psicoanalista junghiano formatosi a Zurigo con Dieter Baumann e Marie-Louise von Franz. È membro della IAAP e didatta dell’AIPA. Docente e conferenziere in Italia e all’estero. Svolge attività privata a Roma. Claudio Widmann è psicologo psicoterapeuta e analista junghiano. Docente presso varie scuole di formazione in psicoterapia e autore di alcuni volumi e numerosi articoli scientifici. Vive e svolge attività privata a Ravenna. Augusto Gentili è medico psichiatra, psicologo analista del Centro Italiano di Psicologia Analitica (CIPA). È membro della Associazione Internazionale di Psicologia Analitica (IAAP). Fa parte del Comitato di redazione della rivista “La pratica Analitica”. Si interessa di psicoanalisi e religione, e soprattutto della ricerca di un (possibile) incontro tra neuroscienza e psicoanalisi. Vive e lavora a Reggio Emilia.
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BOLOGNA
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