Inserto "Merce di scambio" - Maggio 2011

Page 1

supplemento al numero 5 - Anno III - maggio 2011 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org

Merce di scambio

"Scortati dalla polizia fino alla nuova residenza belga, partivano dalla stazione di Milano tutti stretti in piccoli convogli che sembravano non fermarsi mai. Alle spalle, centinaia di chilometri prima, le delusioni e le miserie di una terra arida di promesse. Ma infine, quando il treno ferma, ci si ritrova tra italiani nei campi per prigionieri e la casa, naturalmente in condivisione con altre famiglie, non è altro che una vecchia baracca lasciata libera dai carcerati tedeschi circondata perfino, in alcuni casi, dal filo spinato. Non c'è neanche tempo di rendersi conto del posto nuovo perché subito, il giorno dopo l'arrivo, inizia il lavoro in un mondo sotterraneo assolutamente sconosciuto. Con addosso tutto il peso del mondo. Accovacciati in un trabiccolo che fa le veci di uno strano ascensore incomincia così la discesa nel cuore della terra. Poi il lavoro è sempre quello, sempre identico. Con la pistola pneumatica si apre un varco e dopo ci si aiuta con le pale, con le mani, con tutto quello che si può. Si forma un cunicolo e lo si puntella, pronti a proseguire" 23 giugno 1946 viene firmato a Roma dal governo De Gasperi lo storico accordo Italia-Belgio poi denominato “Uomo/Carbone”. A quell’epoca il Belgio aveva urgente bisogno di manodopera per estrarre il carbone dalle miniere, la cui produzione era in netto calo. I belgi rifiutano di scendere in miniera, consapevoli della pericolosità del lavoro e del basso salario percepito in cambio. Il Governo decide allora l’importazione di manodopera straniera e intraprese la trattative con il Governo italiano guidato da Alcide De Gasperi, dettando condizioni durissime: l'Italia organizzava l'emigrazione di 50 mila lavoratori, in cambio il Belgio si impegnava a vendere all’Italia un minimo di 2500 tonnellate di carbone ogni 1000 operai inviati. L’Italia si assicura

così entrate in valuta straniera e la possibilità di dotarsi di carbone, indispensabile per la ripresa economica del Paese. I bei manifesti rosa, affissi in tutti i comuni d’Italia, parlavano di un lavoro sotterraneo nelle miniere belghe. Naturalmente non fornivano alcun dettaglio su questo lavoro, soffermandosi invece sui vantaggi dei salari, delle vacanze e degli assegni familiari. La realtà che trovarono i lavoratori italiani in Belgio fu, invece, ben altra cosa: un lavoro durissimo e pericolosissimo da affrontare senza alcuna preparazione specifica. I candidati minatori venivano concetrati a Milano dove usufruivano dei tre piani sotto la stazione. Dopo aver superato le visite mediche e dopo un viaggio che poteva durare anche 52 ore, gli italiani sono scaricati non nelle sta-

zioni riservate ai passeggeri ma nelle zone destinate alle merci. Qui venivano allineati secondo il pozzo nel quale dovranno andare a lavorare. Dopo il viaggio massacrante venivano trasferiti negli "alloggi" che consistevano nelle baracche di legno utilizzate dai prigionieri russi durante l’occupazione nazista. Questo popolo di lavoratori era tenuto lontano dalle città nascosto in campi sconosciuti alla maggioranza dei belgi: era un popolo invisibile. Li chiamavano anche "musi neri" per il particolare tipo di lavoro che svolgevano. Le condizioni dei minatori erano scandalose ma nessuno volle vederlo fino all’8 Agosto 1956. 275 uomini scendono nelle miniere Bois du Cazier di Marcinelle. Le gabbie degli ascensori avevano distribuito le squadre nei vari piani, a quota 765 e

1.035. Un carrello esce dalle guide e va a sbattere contro un fascio di cavi elettrici ad alta tensione senza rete di protezione. Subito divampa l’incendio e le fiamme si propagano immediatamente. Solo 13 lavoratori sopravviveranno. Le vittime sono 262 di cui 136 italiani, il più giovane di 14 anni e il più anziano di 53 anni. Il processo che seguì si concluse con l’assoluzione dei dirigenti della società mineraria e la responsabilità fu attribuita all’addetto alla manovra del carrello, un italiano anch’egli morto nel disastro. La tragedia colpì la comunità italiana e fece conoscere a tutti le condizioni proibitive del lavoro nelle miniere. Il governo italiano, incalzato dalle opposizioni, fu costretto a bloccare le vie ufficiali dell’emigrazione verso il Belgio.

Protocollo Italo-Belga per il trasferimento di 50.000 minatori italiani in Belgio La Conferenza che ha riunito a Roma i delegati del Governo italiano e del Governo belga per trattare del trasferimento di 50.000 lavoratori nelle miniere belghe, è giunta alle seguenti conclusioni: 1) Il Governo italiano, nella convinzione che il buon esito dell'operazione possa stabilire rapporti sempre più cordiali col Governo belga e dare la dimostrazione al mondo della volontà dell' Italia di contribuire alla ripresa economica dell'Europa, farà tutto il possibile per la riuscita del piano in progetto. Esso provvederà a che si effettui sollecitamente e nelle migliori condizioni l'avviamento dei lavoratori fino alla località da stabilirsi di comune accordo in prossimità della frontiera italo svizzera, dove a sua cura saranno istituiti gli uffici incaricati di effettuare le operazioni definitive di arruolamento. 2) Il Governo belga mantiene integralmente i termini dell'«accordo minatoricarbone» firmato precedentemente. Esso affretterà, per quanto è possibile, l'invio in Italia delle quantità di carbone previste dall'accordo ... 5) Il Governo italiano si adoprerà a

che gli aspiranti all'espatrio in qualità di minatori siano, nel miglior modo, edotti di quanto li concerne, attirando, in particolar modo, la loro attenzione sul fatto che essi saranno destinati ad un lavoro di profondità nelle miniere, pel quale sono necessarie un'età relativamente ancor giovane (35 al massimo) e un buono stato di salute ... 11) Il Governo italiano farà tutto il possibile per inviare in Belgio 2.000 lavoratori la settimana 12) I convogli saranno formati nel luogo designato di comune accordo fra le Autorità italiane e belghe. Per verun motivo detto luogo potrà essere modificato senza provio accordo dei due Governi. Nella stazione di partenza saranno apprestati locali ai fini di un'accurata visita medica di ciascun operaio, della firma del suo contratto di lavoro e del controllo della polizia belga. Un servizio d'ordine organizzato nella stazione avrà il compito di impedire l'accesso al treno ad ogni persona che non abbia adempiuto a tutte le formalità sopra indicate.. Roma, il 23 giugno 1946.

I


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.