inserto "Stalin" - Ottobre 2011

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supplemento al numero 10 - Anno III - ottobre 2011 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org

Iosif Vissarionovi Dugavili Stalin (“Acciaio”), un Comunista

Compagni soldati rossi e marinai rossi, comandanti e dirigenti politici, operai e operaie, colcosiani e colcosiane, lavoratori intellettuali, fratelli e sorelle nelle retrovie del nostro nemico, temporaneamente caduti sotto il giogo dei briganti tedeschi, nostri valorosi partigiani e partigiane che distruggete le retrovie degli invasori tedeschi! (...) Vi furono giorni in cui il nostro paese si trovò in una situazione ancor più grave. Ricordate il 1918... i tre quarti del nostro paese si trovavano allora nelle mani degli invasori stranieri... Non avevamo alleati, non avevamo l’Esercito rosso... 14 Stati assalirono allora il nostro paese. Ma non cademmo nel pessimismo, non ci perdemmo d’animo. Nel fuoco della guerra formammo allora l’Esercito rosso e trasformammo il nostro paese in un campo trincerato. Lo spirito del grande Lenin ci animava allora alla guerra contro gli invasori. Ebbene? Infliggemmo una disfatta agli invasori, ci facemmo restituire tutti i territori perduti e riportammo la vittoria. (...) Compagni soldati rossi e marinai rossi, comandanti e dirigenti politici, partigiani e partigiane! Tutto il mondo vi guarda come a una forza capace di annientare le orde brigantesche degli invasori tedeschi. I popoli asserviti d’Europa, caduti sotto il giogo degli invasori tedeschi, vi guardano come loro liberatori. Una grande missione liberatrice spetta a voi. Siate dunque degni di questa missione! La guerra che voi conducete è una guerra di liberazione, una guerra giusta... Per la completa disfatta dei conquistatori tedeschi! Sotto la bandiera di Lenin, avanti, alla vittoria! (Discorso di Stalin del 7 novembre 1941)

I soldati dell’Armata Rossa depongono le bandiere nazifasciste ai piedi del Mausoleo di Lenin sulla Piazza Rossa Nel maggio 1945, con la conquista di Berlino da parte dell’Armata Rossa, si conclude la seconda guerra mondiale scatenata dalla Germania e dall’Italia, alle quali si aggiunse più tardi il Giappone, con l’impressionate bilancio di 35 milioni di morti, dei quali 20 milioni cittadini dell’Unione Sovietica, circa la metà

dell’intera popolazione dell’Italia dell’epoca. Difficile immaginare cosa sarebbe potuto accadere se l’Unione Sovietica avesse ceduto e i nazi-fascisti avessero potuto trasferire l’enorme esercito orientale sul fronte occidentale, o anche solo immaginare quanto avrebbe influito sul seguito della guerra l’eventuale caduta di Sta-

lingrado con la possibilità per i nazi-fascisti di accedere al petrolio del Caspio. L’Unione Sovietica, i popoli sovietici, sotto la guida del Partito Comunista e del suo segretario Stalin, non hanno ceduto e Stalingrado non si è arresa. Su quella resistenza si fonda, anche, la nostra attuale democrazia occidentale.

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