Nuovo collegamento n. 2-22

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L'EDITORIALE

di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar

LA DELEGITTIMAZIONE VIA STAMPA DELLA FARMACIA In un'inchiesta molto superficiale pubblicata di recente, il settimanale L'Espresso ha tracciato un quadro impietoso della farmacia, considerata una lobby che ha saputo trarre beneficio dalla tragedia del Covid-19 e, in particolare, dalla diffusione della variante Omicron e dalla normativa relativa allo strumento del Green Pass. Se si trattasse di una testata di minore importanza, non varrebbe la briga rispondere ad un'inchiesta talmente parziale da non riconoscere alla farmacia il merito di essere stata, in ogni fase della pandemia, sempre presente e vicina ai cittadini. Purtroppo, però, qui non abbiamo a che fare con una testata di poca importanza, quanto, piuttosto con l'idea ancora diffusa che la farmacia goda di chissà quali benefici particolari. Questa convinzione, che noi sappiamo essere profondamente errata quanto anacronistica, porta ancora ad identificare la farmacia come una casta, tanto da considerare "lamenti" financo le richieste di sostegno delle farmacie rurali. Si tratta di concetti superati non solo dal tempo, ma dai fatti. E dimostrano il non avere ancora compreso l'importanza sociale di un servizio farmaceutico diffuso su tutto il territorio. Tuttavia, è poco utile che questi concetti vengano richiamati tra di noi, che ben conosciamo la situazione. Urge, invece, reagire a livello mediatico e istituzionale a questa visione distorta della realtà, partendo dal criticare questo articolo che getta un'ombra immeritata sulla categoria fin dal suo titolo: "Soldi pubblici e monopolio sui tamponi: la lobby delle farmacie è diventata più ricca col Covid-19". È importante che la categoria reagisca unita per riportare una verità che non può essere sacrificata sull'altare di un ipotetica contrapposizione di interessi tra farmacie e parafarmacie, con le prime che durante la pandemia avrebbero beneficiato di favori politici a discapito delle seconde. La prima risposta che possiamo dare è nel merito delle affermazioni dell'articolo, in particolare laddove si teorizzano guadagni perseguiti nell'ambito dell'emergenza Covid. Nel ricordare che la pandemia ha comportato un grande sacrificio, e non un business, mi spingo a ricordare i molti colleghi deceduti per essere stati a contatto con il pubblico nelle fasi più terribili della pandemia o i grandissimi sforzi personali che noi tutti abbiamo fatto per continuare ad offrire il consueto servizio farmaceutico anche quando oberati dall'emergenza. Abbiamo saputo ricavare il tempo e le energie per prepararci professionalmente per essere pronti a vaccinare i cittadini in maniera sicura e professionale mentre altre professioni ponevano questioni, brontolavano e si nascondevano. Voglio dire una sola cosa, che deve però essere chiara a tutti: non l'abbiamo fatto per il denaro.

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L'EDITORIALE

DISPIACE VEDERE CHE, DOPO DUE ANNI DI SACRIFICI E DI LAVORO SVOLTO AL FIANCO DEI CITTADINI, UNA CERTA STAMPA NON È IN GRADO DI RICONOSCERE I NOSTRI MERITI

Non abbiamo intrapreso per denaro né la strada della vaccinazione in farmacia, né l'erogazione dei tamponi. Abbiamo, al contrario, risposto professionalmente ad una chiamata e ci siamo attrezzati in tempi record, anche dal punto di vista organizzativo, per svolgere al meglio il nostro compito. E quando ci siamo formati e organizzati, non avevamo la minima idea se ne avremmo avuto un ritorno o una perdita in termini commerciali. Dispiace vedere che, dopo due anni di sacrifici e di lavoro svolto al fianco dei cittadini, una certa stampa non è in grado di riconoscere i nostri meriti. Tanto che una testata considerata autorevole riporta tutto ad un mero discorso economico e a presunti benefici ottenuti tramite la forza politica della nostra corporazione. Quello dei tamponi non è il primo o l'unico servizio che abbiamo svolto durante la pandemia. Come per gli altri servizi, anche per i tamponi non ci siamo mossi per ottenere un compenso. Allo stesso modo, non è per soldi che abbiamo portato le bombole di ossigeno a casa dei cittadini, che ne avevano bisogno. Non è per soldi che siamo andati per le case a recuperare quelle stesse bombole, vuote o piene, ma che comunque non servivano più. Non è per soldi che, dopo dodici ore di lavoro, portavamo le medicine a casa dei cittadini che erano bloccati a casa da questa terribile malattia. I tamponi, su cui tanto si sofferma l'articolo, accomunandoci addirittura ai giocatori di calcio per guadagni, li potevano fare i medici, i pediatri, i farmacisti. Eppure solo noi ci siamo messi a farli con serietà e professionalità, accettando di avere a che fare con tanti positivi, pur di dare una mano all’Italia per uscire da questa pandemia. Abbiamo dato una nuova sicurezza ai cittadini, la presenza di un presidio sanitario sempre presente sul territorio dove abitano, dove lavorano, dove si rilassano. In ogni comune c’è una farmacia, piccola o grande che sia, urbana o rurale sussidiata. E tutte si sono organizzate e preparate al meglio per offrire con efficienza servizi unanimemente riconosciuti di alto valore sociale. Queste evidenze sono talmente palesi e sotto gli occhi di tutti che allora sono io a chiedermi: la nostra efficienza sta forse dando fastidio a qualcuno? Qualche potere più forte, qualche lobby vera, vorrebbe forse ridimensionare la credibilità che la farmacia ha saputo ottenere agli occhi dell'opinione pubblica? La farmacia è stata penalizzata da anni di leggi che ne hanno ridotto i margini d'azione e hanno introdotto una liberalizzazione del settore talmente repentina da fare traballare più di qualche collega dal punto di vista della sostenibilità economica dell'impresa. Non siamo certo noi ad avere una lobby o una voce ascoltata dai governi e che ci sappia difendere. Possibile che una testata di qualità come l'Espresso non riesca a vederlo? Nuovo COLLEGAMENTO

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SOMMARIO n. 2 2022

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IPERATTIVAZIONE MASTOCITARIA

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POTASSIO IODURO APPROFONDIMENTI E PREPARAZIONI

di Giulia Sanino

di Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia - Marco Cavarocchi Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono www.utifar.it - utifar@utifar.it Immagini Adobestock Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXIII n. 2 - 2022 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione) Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate

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di Alessandro Fornaro

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IL GERANIO AMICO DEI POLMONI di Giulia Sanino

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LA DITTRICHIA VISCOSA di Rita Villani

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FATTORE INTRINSECO E VITAMINA B12

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CONGIUNTIVITE ALLERGICA TRATTAMENTI IN FARMACIA di Paolo Levantino

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PILLOLE DI GALENICA

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VOCI DA DIETRO IL BANCO

di Rosalba Lombardo

di Giulio Francesco Valeriano

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OMEOPATIA E CONSIGLIO AL BANCO

UTOPIA O OPPORTUNITÀ? di Elena Ferrero

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DALLE AZIENDE

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DIURETICI: FARMACI SALVAVITA IN VETERINARIA A cura della Divisione Scientifica di Teknofarma

UTIFAR

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L'ASMA DELLO SPORTIVO

SOSTANZE VEGETALI EVIDENCE BASED

E COSTIPAZIONE FUNZIONALE NEI BAMBINI di Daniela Mammoli

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CONSULENZE UTIFAR Nuovo COLLEGAMENTO

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

IPERATTIVAZIONE

MASTOCITARIA di Giulia Sanino, farmacista

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

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opo quella condotta alla vecchia signora Lattoferrina, Giulia Sanino ci propone un'altra intervista impossibile. Questa volta, a svelarci i suoi misteri è il Mastocita, un globulo bianco che ha utili implicazioni nei processi immunitari ma che, quando iperattivato, può causare una serie di problematiche.

Lieta di averla con me, si può presentare? "Mi chiamo Mastocita, sono un tipo di globulo bianco prodotto dal midollo osseo. So che quando pensate ai globuli bianchi vi vengono in mente tutti i miei parenti e che di me vi ricordate poco, oggi vi aiuterò a capire quanto in realtà io sia più presente nella quotidianità di quanto voi possiate immaginare!". Diciamo che, quando pensiamo a lei, visualizziamo le allergie, l’asma e l’anafilassi. "Come giustamente sta sottolineando, gioco un ruolo di primo piano in tutte queste manifestazioni. Mi preme però aggiungere un pezzettino del mio “campo di battaglia”, come parte del sistema neuroimmunitario, della difesa contro i patogeni e della funzione stessa della barriera emato-encefalica! Sono un combattente io, me lo lasci dire, aspetto i miei nemici direttamente sul fronte!". Interessante! Mi racconterebbe allora con un esempio pratico, quali sono gli strumenti che usa in campo? "Il mio campo di battaglia è il sistema immunitario. I nemici sono i patogeni, le tossine alimentari, i fattori ambientali come pollini e allergeni, gli inquinanti e gli stress in genere. Quando arriva lo stimolo, ovvero riconosco il nemico attraverso l’antigene, siccome nella mia “armatura” posseggo granuli che rendono anche ben riconoscibile il mio aspetto “a POIS”, inizio a DEGRANULARE rilasciando mediatori come l’istamina , i leucotrieni, le prostaglandine, le citochine, le chemochine e la TRIPTASI. La Triptasi, alzi la mano chi la conosce! Chi di voi farmacisti ha consigliato a pazienti con sintomi da iperattivazione mastocitaria (che poi vi descriverò), di effettuare anche a pagamento un’analisi del sangue per valutare i livelli di triptasi?

Alti livelli di triptasi nel sangue, cari miei, potrebbero indicare se noi mastociti ci stiamo attivando in modo appropriato o meno e potrebbero anche servire per indicare quanti mastociti in quel momento sono presenti, insomma la triptasi è colei che … CI CHIAMA A RAPPORTO E CI CONTA! Numerosi studi hanno dimostrato che i livelli di istamina e triptasi sono elevati quando c'è un aumento del numero di mastociti prodotti nel midollo osseo, in quanto il nostro organismo sta RISPONDENDO alle sollecitazioni ambientali!. Questa condizione è nota come sindrome da attivazione dei mastociti (MCAS)". Dunque, voi mastociti fate parte della risposta allergica utile per proteggere dalle minacce che possono provenire dal mondo esterno e da conseguenti lesioni. Qual è, signor Mastocita, il luogo preferito dove voi risiedete? "Siamo presenti nella maggior parte dei tessuti del corpo umano, soprattutto nel tessuto connettivo, pelle, mucosa e sottomucosa intestinale, sistema cardiovascolare, sistema nervoso e organi riproduttivi". Prima mi parlava di SINTOMI ben riconoscibili, quando si è in presenza di iperattivazione mastocitaria, mi spiega meglio? "Partiamo dai miei pois, una volta che vengono degranulati e rilasciano le sostanze di cui parlavamo, ovvero istamina, leucotrieni, prostaglandine, citochine e triptasi, assistiamo alla produzione di effetti sia locali che sistemici, quali: aumento della permeabilità dei vasi sanguigni (infiammazione e gonfiore), contrazione dei muscoli lisci (crampi allo stomaco e tachicardia), aumento della produzione di muco (congestione, starnuti,) rush cutanei e reazioni orticarioidi, sindrome da tachicardia posturale ortostatica (POTS = postural orthostatic tachycardia syndrome). Nuovo COLLEGAMENTO

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

ALTRI SINTOMI DA IPERATTIVAZIONE MASTOCITARIA

• Prurito/Orticaria/Arrossamenti cutanei • Dolore addominale/Stanchezza cronica • Diarrea • Nausea/Vomito/Mal di testa • Fiato corto • Ansia/Offuscamento cerebrale (Brain Fog) • Ipotensione/Palpitazioni cardiache • Gonfiore/Edema

Avrei una considerazione da porle, riguardo al sempre più crescente numero di soggetti con disturbi che presentano molti dei sintomi sopra elencati. E’ possibile che questo possa essere almeno in parte, il risultato del sempre più crescente numero di tossine ambientali, muffe, lieviti e funghi, prodotti chimici, e aggiungerei nanoparticelle tossiche, quali grafene o nanometalli? "Certo che sì, cara Dottoressa! Lei ha davvero centrato il punto! Ne aggiungerei ancora un paio: farmaci, vaccini, alimenti, ormoni, fattori di stress (fisici o emotivi), freddo, calore, pressione, punture di insetti, tossine correlate alla malattia di Lyme. Ci tengo, però a sottolineare una cosa, per evitare freintendimenti, senza noi mastociti, voi non riuscireste nemmeno a guarire da una semplice ferita, ma, come dice il buon detto ”in medio stat virtus”, è bene che noi non ci trasformiamo in una forma iperattivata!" La sindrome da attivazione dei mastociti (MCAS) è una condizione che coinvolge il sistema della pelle, quello gastrointestinale, cardiovascolare, respiratorio e neurologico. Come faccio a riconoscere il campanello d’allarme che mi possa permettere di dare un buon consiglio ad un paziente che mi chiede aiuto?

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"Cara Dottoressa Giulia., esistono criteri per la diagnosi di MCAS, deve stare attenta a “intercettare” nella sua anamnesi, sintomi che interessano due o più sistemi quali orticaria, gonfiore, arrossamento, nausea, vomito, diarrea, dolore addominale, pressione bassa, svenimenti, palpitazioni, affanno, occhi rossi, prurito e/o congestione nasale". Grazie di cuore, mi sta davvero aiutando a comprendere in modo molto più completo le caratteristiche di questo potente strumento che il nostro sistema immunitario mette in campo. Ora mi ricollego ad un caso clinico: una mia cliente, che soffre di CIRS (sindrome di risposta infiammatoria cronica) legata a muffe, lieviti e funghi. Bene la mia domanda è questa: siccome molti dei sintomi che lei mi descrive sono analoghi a quelli appena elencati, è possibile una correlazione tra questa sindrome e quella da iperattivazione mastocitaria? "Nella CIRS sono presenti valori bassi di MSH (ormone melanotropo). Esiste uno studio molto interessante, pubblicato sulla rivista “Journal of Investigative Dermatology”, in cui si afferma che l’alfa-MSH funge da agente immunomodulante durante le reazioni infiammatorie e allergiche della pelle. Inoltre, questo ormone MSH induce apoptosi (morte cellulare) dei mastociti. Se 1+1 fa 2, nella Cirs, essendoci molto poco MSH, ci sono molti mastociti circolanti, perché è inibito il segnale che li degrada". Dunque, mi faccia capire, sta dicendo che, in caso di CIRS sarebbe utile indagare sui livelli di ormone melanotropo nel sangue e magari, nello stesso prelievo, valutare anche Cromogranina e Tripsina, ovvero i mediatori dei mastociti? "A mio avviso, assolutamente sì".



EVIDENZE SCIENTIFICHE

Abbiamo parlato di asma, allergie, reazioni anafilattiche, emicrania, sindrome da fatica cronica, eczemi e forme cutanee orticarioidi, sindromi con problemi neurologici quali brain fog, disturbi dell’umore, sindrome colon irritabile, anche i disturbi autoimmuni potrebbero essere collegati? "Certo, ormai è risaputo e studiato che malattie quali quelle autoimmuni (tiroidite di Hashimoto, lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla, pemfigoide bolloso, artrite reumatoide e altri), sono associate alla sindrome da iperattivazione mastocitaria. Le aggiungo però anche altre malattie, che di solito pochi associano alla MCAS che sono: CISTITE INTERSTIZIALE, esofagite eosinofila, infertilità (i mastociti nell'endometrio possono contribuire alla endometriosi), reflusso gastroesofageo, celiachia, autismo e FIBROMIALGIA. Per favore mi indicherebbe i parametri e gli esami laboratoristici in caso di sospetta MCAS?

Stabilizzatori naturali

Andrebbero eseguiti i seguenti test di laboratorio: • Triptasi sierica (valori di triptasi che mostrano un incremento del 20% + 2 ng/ml). • Cromogranina A sierica (Livelli elevati possono suggerire MCAS, ma devono prima essere escluse: insufficienza cardiaca, insufficienza renale, tumori neuroendocrini e l’uso di inibitori della pompa protonica). • Istamina plasmatica. • PGD2 plasmatica (congelata). • Eparina plasmatica (congelata) - indicatore molto sensibile e specifico di attivazione dei mastociti. Tuttavia, a causa del suo rapido metabolismo, difficile da misurare in modo affidabile. • Esame urine per PGD2 (congelato). • PGF2a. • N-metilistamina (misurata con test delle urine di 24 ore per tenere conto della variabilità di liberazione della stessa nel corso della giornata).

LE OPZIONI TERAPEUTICHE

Farmaci anti H1/Anti H2

Farmaci inibitori Stabilizzanti mastociti lucotrieni

Quercetina Acidi grassi Omega-3 Acido alfa-lipoico N-acetilcisteina (NAC) Donatori di metili (SAMe, Metilcobalamina, Metil-folato, Riboflavina)

Fenoxifenadina

Montelukast) Zafirlukast

Vitamina B6

Difenilidramina

Flavonoidi

Cetirizina Loratadina Cimetidina Famotidina 12

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Disodiocromoglicato Chetotifene Idrossiurea


EVIDENZE SCIENTIFICHE

Starei con lei a parlare ancora per ore, caro signor Mastocita. Parlando di terapie, cosa mi dice? "Esistono terapie che alleviano solamente sintomatologie ed esistono invece altre soluzioni, anche naturali, che attingono come appena detto dalla natura, per presentare degli stabilizzatori naturali dei mastociti (vedi tabella a lato). Tra gli stabilizzatori naturali dei mastociti, spiccano i flavonoidi. Quattro tipi di flavonoidi sono stati studiati per uso clinico e comprendono: i polifenoli derivati dal tè, la quercetina e i suoi diversi cugini molecolari, i bioflavonoidi degli agrumi e le proantocianidine che si trovano nell'uva e in alcune specie di pini. La quercetina ha molteplici influenze sulla funzione del sistema immunitario, oltre alla sua più comunemente nota attività di stabilizzazione dei mastociti. Uno studio molto interessante, del 2012, di Zuyi Weng “Quercetin Is More Effective than Cromolyn in Blocking Human Mast Cell Cytokine Release and Inhibits Contact Dermatitis and Photosensitivity in Humans”, confronta l’efficacia di quercetina e cromoglicato disodico sui mediatori rilasciati da noi mastociti. Si dimostra dallo studio che entrambi, quercetina e cromoglicato, sono in grado di inibire il rilascio di istamina, PDG2 e leucotrieni. Tuttavia, quercetina è più efficace nell'inibire il rilascio di IL-8 e TNF dai mastociti, essa inoltre inibisce l'attivazione di NF-K B. Quercetina è efficace in modo preventivo, mentre il cromoglicato perde rapidamente il suo effetto. In due studi clinici pilota, in aperto, quercetina ha diminuito significativamente la dermatite da contatto e la fotosensibilità, condizioni della pelle che non rispondono al trattamento convenzionale". Recentissimamente mi sono imbattuta in uno studio di Folkerts et al, del 2018, dove veniva suggerito che in Paesi occidentali con diete povere di fibre, ci sia un aumento nella prevalenza e manifestazione di allergie e asma. E’ stato, infatti, altamente dimostrato che le fibre alimentari influenzano positivamente lo sviluppo di disturbi immunitari, regolando i linfociti B e T e riequilibrano il microbiota.

È interessante comprenderne il legame anche con voi mastociti, che siete i maggiori responsabili della risposta nelle allergie e nell’asma. "Ora provo a spiegarle cara dottoressa. Noi mastociti, siccome siamo localizzati in prevalenza nell’intestino e nei tessuti vascolarizzati, siamo esposti ad alte concentrazioni di fibre. Gli scienziati, fino ad ora, nello studio di disturbi allergici, eczemi, disturbi da fieno, si sono sempre concentrati sulla risposta dei linfociti B e T, che va benissimo, ma il segreto è invece concentrarsi sulla manifestazione della malattia stessa! La fibra alimentare è formata da carboidrati non digeribili provenienti da polisaccaridi e oligosaccaridi vegetali. Quando raggiungono l’intestino crasso, sono fermentati ad acidi grassi a corta catena dai batteri intestinali. Per questa degradazione è importante il rapporto Firmicutes/ Bacteroidetes, laddove i baterioides riescono a favorire la sintesi di acidi grassi a corta catena partendo dalle fibre, in particolare il butirrato, l’acetato e il propionato". Ok, fin qui la seguo. Ma cosa c'entrano con i mastociti gli acidi grassi a corta catena e i processi fermentativi intestinali? "Gli acidi grassi a corta catena riescono ad attivare la trascrizione genica di geni coinvolti sia nel metabolismo che nell’immunità. Dunque, noi mastociti ci troviamo sì nei tessuti vascolarizzati, ma come dicevo prima anche in tessuti in cui il nostro corpo entra in contatto con l’ambiente esterno, ovvero tratto gastrointestinale, vie aeree, e pelle. Le IgE, immunoglobuline E, legandosi alla nostra superficie ci possono attivare. Quando rientreremo in contatto con quello specifico antigene, riconosciuto dalle IgE, inizieremo a degranulare i nostri “Granuli/Pois” in pochi minuti , rilasciando l’istamina, le triptasi e così dicendo. La sequenza di eventi di segnalazione che si susseguono, porta all’attivazione della protein Chinasi C (PKC), MAPK, ERK1 e ERK2. Le chinasi MAPK che attivano la via p38 e la c-Jun sono ben studiate e legano i mastociti alla via dell’infiammazione e dell’apoptosi. In tutto questo intricato labirinto, cosa fanno le fibre?

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

Beh, le fibre e gli acidi grassi a corta catena intervengono proprio qui, ovvero riescono a far entrare meno calcio, per cui noi mastociti degranuleremo meno, e inoltre inibiscono la via JNK/ p38. Ci sono numerosissimi studi che dimostrano la capacità del butirrato di inibire la degranulazione mastocitaria e il rilascio di istamina e non solo, ma è anche in grado di attivare geni che reprimono a monte la trascrizione genica di TNF e IL-6.(Galli et al , Zhang et al). Ora vi lancio alcuni suggerimenti che vorrei lasciaste “fermentare" dentro di voi. Alcuni funghi medicinali sono ottimi in quanto aumentano la produzione di acidi grassi a catena corta; la quercetina è uno stabilizzatore naturale di noi “mastociti agitati e iperattivi”; e, non so se già lo sapevate, ma il polisaccaride dell’erba medicinale Angelica, riesce a inibire il rilascio di istamina in modo dose dipendente, oltre che interagire con tutte le vie di segnalazione elencate, inibendole". Mentre lei parlava, ho avuto un flash: i sintomi che lei elencava, sia i disturbi autoimmuni, che la brain fog, stanchezza cronica, insonnia, orticaria, sono sintomi che caratterizzano la SINDROME LONG COVID! Studio Covid19 da qualche anno ormai, ed è pazzesca l’analogia con la sintomatologia! Non è che la proteina spike possa fungere in qualche modo da antigene/tossina e che possa essere riconosciuta proprio da voi mastociti, iperattivandovi in modo anomalo?! Molto molto tempo fa, sempre qui su Nuovo Collegamento, scrissi un articolo su Covid19 e cute e ciò che mi colpiva era proprio che le manifestazioni orticarioidi e i rush cutanei, compresi geloni(simil Kawasaki) e manifestazioni simil vasculitiche, (alcune farebbero pensare anche a forme autoimmuni come Lupus Eritematosus) soprattutto nei giovani, non rispondevano alle classiche terapie cortisoniche e antistaminiche, come se il rilascio di mediatori fosse davvero davvero enorme! 14

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Mi colpì molto anche che il dottor Gianotti, dermatologo e patologo clinico, avesse identificato il primo paziente Covid già nel settembre del 2019, conservando un referto bioptico di una paziente con dermatite atipica, che nel 2019 non era riuscito a classificare, confrontando poi successivamente questo vetrino con le biopsie dei pazienti Covid19 nel 2020, si era reso conto che le caratteristiche erano le stesse! Anche le vie che lei spiegava, sono le stesse che ora molti studi collegano alla fisiopatologia del Covid19, per cui le chiedo un’ulteriore chiacchierata per poter approfondire accuratamente questa possibilità. "Onorato di poter essere accolto in questa rivista, dove le Informazioni sono sempre nella direzione del continuo aggiornamento, della ricerca di nuovi approcci e nuove strade! Grazie Dottoressa e grazie a Nuovo Collegamento! Nel prossimo numero approfondiremo il ruolo di noi mastociti nei confronti di Spike Protein e Post Covid19! Indagheremo anche il mio ruolo con i miei amici neutrofili e le NETS!". Bibliografia Folkerts Jelle et al.Effect of Dietary Fiber and Metabolites on Mast Cell Activation and Mast Cell-Associated Diseases ,Frontiers in Immunology ,2018 https://www. frontiersin.org/article/10.3389/fimmu.2018.01067 Anrooij reported that increased mast cell load provided supportive functions for a specific non-airborne exposure2. Mast cell stabilization through tryptase inhibition is a mechanism to consider in providing seasonal support patients. Formica, J.V, Regelson, W. Review of the biology of quercetin and related bioflavonoids. Food and chemical toxicology. 1995;33(12):106180.http://www.sciencedirect. com/science/article/pii/0278691595000771. Accessed October 28, 2016. https://mastcell360.com/the-best-post-biotic-butyratefor-mast-cell-and-histamine-supports/ Weng, Zuyi et al. “Quercetin is more effective than cromolyn in blocking human mast cell cytokine release and inhibits contact dermatitis and photosensitivity in humans.” PloS one vol. 7,3 (2012): e33805. doi:10.1371/ journal.pone.0033805


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Nelle scorse settimane, gli scontri bellici attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia hanno riacceso paure mai sopite di una catastrofe nucleare con conseguente corsa all'accaparramento di prodotti base di potassio ioduro. Cerchiamo di fare, a questo proposito, un po' di chiarezza.

a cura di

Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

L

'accidentale rilascio di isotopi radioattivi dello Iodio in forma gassosa, a seguito di un incidente severo che provochi perdita dell'integrità degli elementi di combustibile e/o del contenimento del reattore nucleare stesso, può causare il rilascio in atmosfera di una nube radioattiva capace di raggiungere zone geografiche poste anche a grandi distanza dal sito di rilascio.

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Nuovo COLLEGAMENTO

Per i radioisotopi dello Iodio, le principali vie di esposizione sono rappresentate, in un fase iniziale, dall'inalazione dell'aria contaminata, e, in un secondo momento, ma in misura molto minore, dall'ingestione di alimenti contaminati. In caso di inalazione o ingestione di iodio, l'organo bersaglio è costituito dalla ghiandola tiroide capace di assorbire e concentrare lo iodio in concentrazioni fino a 50 volte rispetto alle concentrazioni sieriche.


EVIDENZE SCIENTIFICHE

La deposizione di iodio radioattivo espone la tiroide ad una elevata dose di radiazioni ionizzanti con conseguenti possibili danni deterministici (reazioni tissutali avverse e ipotiroidismo radio-indotto), mentre dosi minori di radiazioni, pur non dando origine a fenomeni deterministici, possono (proporzionalmente alla dose di radiazione assorbita) dare origine a danni stocastici consistenti soprattutto nel favorire nel corso degli anni carcinomi tiroidei. LA COMPONENTE ANAGRAFICA Il rischio di insorgenza di tale patologia è fortemente correlata con l'età del soggetto esposto e il massimo rischio riguarda feti, neonati e bambini. Dopo la soglia dei 40 anni di età il rischio stocastico può considerarsi del tutto trascurabile, mentre appare opportuno estendere la iodoprofilassi alle donne in gravidanza a seguito della maggiore suscettibilità della tiroide nel primo trimestre di gravidanza mentre nel secondo e terzo trimestre la profilassi iodica andrà a proteggere la tiroide fetale già perfettamente funzionante. Anche le donne che allattano devono eseguire la iodoprofilassi con l'intento d ridurre il radioisotopo nel latte materno. IL PIANO NAZIONALE ITALIANO L'Italia è dotata di un Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche. Il piano, pubblicato con il DM 19 Marzo 2010 nella G.U. serie generale n. 119 con il supplemento ordinario n. 96 del 25 Maggio 2010, è diviso in 4 parti (Obiettivi generali del piano nazionale; Scenario di riferimento e sorgenti di rischio; Lineamenti della pianificazione e strategia operativa; Modello di intervento). Il Piano contiene inoltre 19 Tabelle e 9 Allegati. Riveste particolare interesse per il farmacista l'Allegato 4 che si occupa delle indicazioni operative della iodoprofilassi. • Il rischio di induzione di carcinoma tiroideo da iodio radioattivo è fortemente dipendente dall'età al momento dell'esposizione; e precisamente la classe di età 0-18 risulta quella a maggior rischio di effetti dannosi. Tale rischio si riduce sensibilmente negli adulti e tende ad annullarsi oltre i 40 anni di età. • Esiste una maggiore radiosensibilità della tiroide in alcune condizioni fisiologiche (allattamento e gravidanza). • La iodoprofilassi è una efficace misura di inter-

vento per la protezione della tiroide al fine di prevenire effetti deterministici e stocastici nei gruppi sensibili della popolazione purché venga attuata tempestivamente (da alcune ore fino ad un giorno prima dell'esposizione o al massimo entro 6-8 ore dall'inizio dell'esposizione). • La durata del blocco funzionale tiroideo dopo una singola somministrazione di iodio stabile è di circa 24-48 ore. • Il rischio di effetti avversi alla somministrazione di una dose singola di iodio stabile è molto piccolo per tutte le classi di età. La forma chimica dello iodio da impiegarsi nella iodoprofilassi è costituita dal potassio ioduro (KI), da preferirsi allo iodato di potassio (KIO3) responsabile maggiormente di irritazione gastrointestinale. La forme farmaceutiche solide per uso orale come compresse e capsule sono da preferire alle soluzioni sia perché più facili da immagazzinare e da distribuire, sia perché responsabili di minori effetti avversi gastroenterici. Le compresse di potassio ioduro, se ben protette da aria, umidità, calore e luce, si possono conservare per diversi anni e se blisterate e conservate in luogo fresco e asciutto mostrano una validità di almeno 5 anni. Per assicurare la corretta posologia in funzione delle varie fasce di età sarebbe opportuno predisporre di compresse da 65 e 130 mg (contenenti rispettivamente 50 e 100 mg di iodio) con la possibilità di essere suddivise efficacemente fino ad un quarto (vedi tabella 1 alla pagina successiva). In caso di urgenza o di impossibilità di allestire compresse è possibile allestire le unità posologiche scegliendo come forma farmaceutica solida ad uso orale le capsule. • La vendita di preparati galenici, officinali o magistrali, prevede la presentazione di RICETTA RIPETIBILE come previsto dalla Tabella 4 F.U. XII: punto 25) antidoti d azione specifica, ad eccezione di naloxone iniettabile. • In Farmacopea Ufficiale Italiana XII ed. sono presenti due monografie di preparazioni farmaceutiche specifiche: potassio ioduro compresse e potassio ioduro gocce. • Le compresse, secondo la monografia, contengono 65 o 130 mg di potassio ioduro in adeguato eccipiente, sono compresse bianche di aspetto uniforme e devono essere conservate in recipiente ben chiuso al riparo dalla luce.

Nuovo COLLEGAMENTO

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

POTASSIO IODURO Polvere cristallina bianca o quasi, o cristalli incolori, inodori, sapore amaro. Solubilissima in acqua, molto solubile in glicerolo, solubile in etanolo 96%. Incompatibile con alcaloidi, cloralio idrato, acido tartarico, potassio clorato ecc.. Tab. 8 FU XII Dosi abituali 0,3 – 0,5 g/dose , 1-2 g/die, per os. Dosi max. 1g/dose, 4g/die, per os. In base alle indicazioni ricavate dalla Scheda di Sicurezza del prodotto: PITTOGRAMMI:

La vendita di preparati galenici, officinali o magistrali che siano, prevede la presentazione di RICETTA RIPETIBILE come previsto dalla Tabella 4 F.U. XII: punto 25) antidoti d azione specifica, ad eccezione di naloxone iniettabile. In Farmacopea Ufficiale Italiana XII ed. sono presenti due monografie di preparazioni farmaceutiche specifiche: POTASSIO IODURO COMPRESSE POTASSIO IODURO GOCCE. ESEMPIO DI FORMULA OFFICINALE

INDICAZIONI DI PERICOLO: • h372 – provoca danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta. CONSIGLI DI PRUDENZA: • p260 – non respirare la polvere / i fumi / i gas / la nebbia / i vapori / gli aerosol. • p264 – lavare accuratamente le mani dopo l'uso. • p270 – non mangiare, ne' bere, ne' fumare durante l'uso. • p314 – in caso di malessere, consultare un medico. • p 501 – smaltire il prodotto / recipiente in conformita' alle leggi vigenti. Indossare una idonea protezione per le vie respiratorie (maschera ffp3). indossare occhiali protettivi ermetici. indossare abiti da lavoro con maniche lunghe e calzature di sicurezza per uso professionale di categoria II. proteggere le mani con guanti da lavoro di categoria ii, quali inpvc, neoprene, nitrile o equivalenti. lavarsi con acqua e sapone dopo aver rimosso gli indumenti protettivi.

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Allestimento: Dopo aver setacciato potassio ioduro e silice micronizzata anidra mescolarli accuratamente in miscelatore con cellulosa microcristallina e Ludipress®. Aggiungere talco e magnesio stearato preventivamente setacciati solo nell'ultimo minuto di miscelazione. Comprimere la miscela ottenendo compresse di peso uniforme con durezza di circa 5 KG. Le compresse, secondo la monografia, contengono 65 o 130 mg di potassio ioduro in adeguato eccipiente, sono compresse bianche di aspetto uniforme e devono essere conservate in recipiente ben chiuso al riparo dalla luce. In assenza di informazioni specifiche la data limite di utilizzo non deve superare il 25% del tempo di validità residuo dei prodotti impiegati nella formulazione e comunque per un tempo non superiore a sei mesi.

Tabella 1 - Posologia consigliata per la somministrazione di ioduro di potasssio

FASCE DI ETÀ

DOSE DI KI (o iodio stabile) in mg.

FRAZIONE O NUMERO DI COMPRESSE DA 65 mg KI

16 (12,5)

¼

1 mese - 3 anni

32 (25)

½

3 - 12 anni

65 (50

1

130 (100)

2

0 - 1 mese

>12 anni donne in gravidanza e allattamento


EVIDENZE SCIENTIFICHE

Utilizzare un punzone tondo di 10 mm di diametro. Il potassio ioduro deve essere micronizzato a 300 – 400 micron. Se si vuole eliminare la presenza del lattosio (presente nel Ludipress®) sostituire il Ludipress® con mannitolo per compressione diretta o sorbitolo per compressione diretta. È preferibile confezionare le compresse in blister. Le compresse di potassio ioduro vanno conservate al riparo da aria, umidità, luce e calore. Sarebbe opportuno allestire compresse con doppio segno di frattura per consentire, ove necessario, una agevole somministrazione di un quarto di compressa. ESEMPIO DI FORMULA MAGISTRALE POTASSIO IODURO 65 (130) MG CAPSULE: Potassio ioduro 16 (32) (65) (130) mg Eccipiente inerte per capsule q.b. a volume per la dimensione di capsula prescelta. Il potassio ioduro deve essere micronizzato a 300 – 400 micron. Allestimento: Miscelare il potassio ioduro, precedentemente micronizzato a 300 – 400 micron, con l'eccipiente inerte secondo il metodo della diluizione geometrica. Riempire in modo uniforme i corpi delle capsule e confezionare le capsule ultimate preferibilemente in blister. Le capsule di potassio ioduro vanno conservate al riparo da aria, umidità, luce e calore. In assenza di informazioni specifiche la data limite di utilizzo non deve superare il 25% del tempo di validità residuo dei prodotti impiegati nella formulazione e comunque per un tempo non superiore a sei mesi. FORMULA OFFICINALE POTASSIO IODURO GOCCE F.U.ITALIANA XII Le gocce contengono il 50% m/V di potassio ioduro. Esempio: Potassio ioduro 10 g Acqua depurata q.b. A 20 ml Allestimento: Per semplice dissoluzione. 1 ml di soluzione contiene 0,5 grammi di potassio ioduro.

Il pH della soluzione, limpida e incolore, deve essere compreso tra 8,5 e 9,5. Conservare il prodotto in recipiente ben chiuso e al riparo dalla luce. In assenza di informazioni specifiche la data limite di utilizzo, in via precauzionale, non deve superare i 14 giorni. Se non usata entro breve tempo, infatti, la soluzione inevitabilmente va incontro a processi ossidativi evidenziati da una colorazione bruna a causa della formazione di iodio. Il fenomeno può essere evitato sostituendo all'acqua depurata una soluzione di sodio tiosolfato allo 0,05%. E in questo caso la preparazione non potrà essere allestita come officinale ma esclusivamente come formula magistrale e sarà possibile attribuire al prodotto una data limite di utilizzo di tre mesi. 2 ESEMPI DI FORMULE MAGISTRALI DALLA LETTERATURA INTERNAZIONALE POTASSIO IODURO 130 mg CAPSULE Per 100 capsule: Potassio ioduro 13 g Cellulosa microcristallina q.b. a capsula formato 1 o 0 Allestimento: Miscelare il potassio ioduro, precedentemente micronizzato a 300 – 400 micron, con la cellulosa microcristallina secondo il metodo della diluizione geometrica. Riempire in modo uniforme le capsule e confezionare le capsule ultimate preferibilmente in blister. Le capsule di potassio ioduro vanno conservate al riparo da aria, umidità, luce e calore. In assenza di informazioni specifiche la data limite di utilizzo non deve superare il 25% del tempo di validità residuo dei prodotti impiegati nella formulazione e comunque per un tempo non superiore a sei mesi. POTASSIO IODURO 16 mg/ml SOLUZIONE ORALE Per 100 ml di soluzione: Potassio ioduro 1,6 g Lampone aroma q.b. Acqua preservata* 45 ml Sciroppo semplice q.b. a 100 ml Allestimento: Sciogliere il potassio ioduro nella quantità prescritta di acqua preservata.

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EVIDENZE SCIENTIFICHE

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E USCITA STUPEFACENTI

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BUONI ACQUISTO Normative vigenti e massima semplicità in sole 50 pagine. L’invio del registro e del bollettario è gratuito per i soci che ne fanno richiesta a Utifar

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Aggiungere l'aroma e miscelare con cura. Aggiungere la quantità necessaria di sciroppo per arrivare a volume e miscelare con cura. Data la presenza di acqua preservata si può ragionevolmente assegnare una data limite di utilizzo di sei mesi. *Acqua preservata es.: Aqua conservans Cz. Ph. 2009-2015 (%P/V) 1) Metile paraidrossibenzoato 0,067% 2) Propile paraidrossibenzoato 0,033% 3) Acqua depurata q.b. a 100 % Metodo di allestimento: Portare a ebollizione 3 e aggiungere 1 e 2 mantenendo il bollore per qualche minuto. Far raffreddare, controllare il volume finale e nel caso aggiungere acqua bollita di fresco per ripristinare l'eventuale aliquota di acqua evaporata. BIBLIOGRAFIA: Tabella 4 FU XII, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Preparazioni farmaceutiche specifiche FU XII, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Tabella 3 FU XII, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Tabella 8 FU XII, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Supplemento ordinario n. 96 G.U. Serie generale n. 119 del 25 Maggio 2010 DM 19 Marzo 2010, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Slide di lezione della Scuola di Galenica Utifar Dr. Mario Marcucci Manuale delle preparazioni veterinarie, F. Bettiol, A. Fabbriconi, P. Lussignoli, G. Neri, P. Siciliano, 2019, Tecniche Nuove, Milano International Journal of Pharmaceutical Compounding, Vol.7 No 1 January/February 2013 SITOGRAFIA: www.galeno.it per scheda di sicurezza e scheda tecnica del potassio ioduro www.sifap.org “le principali preparazioni orali a base di iodio” www.snpambiente.it/2016/11/22/il-sistema-di-supportoalla-gestione-delle-emergenze-nucleari-del-piano-nazionale/

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SPORT E SALUTE

L'ASMA DELLO SPORTIVO

di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista

C

on l'arrivo della bella stagione e, soprattutto, dopo due anni di restrizioni pandemiche, c'è voglia di stare all'aria aperta, di riprendere a praticare i propri sport preferiti e di lasciarsi alle spalle, anche attraverso l'esercizio fisico, i periodi peggiori. Detta così, sembra facile. Tuttavia, a distanza di tempo, la forma fisica potrebbe non essere perfetta, generando una certa insoddisfazione nell'atleta. 24

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Ci possono essere, inoltre, i sintomi del post covid che, come sappiamo, possono lasciare lunghi strascichi in termini di stanchezza e difficoltà respiratorie. Ma c'è un'altra condizione, spesso molto sottovalutata, che potrebbe creare non solo insoddisfazione, ma anche apprensione nello sportivo: il cosiddetto asma da sforzo. Compare, in genere, subito dopo un'attività fisica intensa e perdura all'incirca per una mezz'oretta.


SPORT E SALUTE

Il sintomo principale è quello che noi comunemente chiamiamo respiro sibilante, ovvero il classico fischio respiratorio che si avverte durante le crisi d'asma. Gli inglesi, come sempre, hanno un termine più diretto: whistle, che sta ad indicare proprio quella sonorità strana e inquietante che chi soffre di asma ben conosce. Quando, subito dopo o nel bel mezzo dell'attività sportiva, al sibilo si accompagnano colpi di tosse improvvisi e la classica sensazione di mancanza d’aria, siamo, con ogni probabilità, di fronte ad un episodio di asma da sforzo. In farmacia, ci potrebbe capitare di sospettare la presenza di questa condizione in soggetti che, magari, ci vengono a chiedere degli integratori perché non si sentono in forma e tendono ad attribuire l'episodio alla mancanza di allenamento o alla troppa sedentarietà. Nulla di più sbagliato: questa forma di difficoltà respiratoria, a molti sconosciuta, si manifesta molto spesso anche negli atleti professionisti, in particolare se hanno una storia di asma o se soffrono di riniti allergiche, anche in forma leggera. Con minore frequenza, episodi di asma durante lo sforzo si possono presentare anche in sportivi amatoriali e che non hanno ricevuto una diagnosi di asma o episodi di allergia stagionale. L'INSORGENZA DEL DISTURBO Per comprendere di cosa si tratta, e per essere in grado di porre al cliente le domande più corrette, occorre comprendere bene l'eziogenesi di questo disturbo. Durante un episodio di asma da sforzo, ci troviamo di fronte ad un broncospasmo in grado di generare un'ostruzione alle vie respiratorie tale da fare sentire il soggetto in affanno. Si avverte una sorta di oppressione toracica, da molti riferita come "fiato corto", mentre il sibilo è dovuto alla produzione di un muco denso e trasparente che, prodotto dall'organismo come forma di protezione fisiologica, va a rivestire le mucose respiratorie riducendo ancora di più le vie d'accesso dell'aria ai polmoni.

Questi sintomi si manifestano, in genere, a seguito di un'attività intensa, in particolare se prolungata e se svolta senza un adeguato riscaldamento. È tipico il caso del cicloamatore che parte a mille o affronta una salita particolarmente impegnativa. Oppure dello sciatore fondista che macina chilometri sulla neve producendo un esercizio aerobico intenso e prolungato. Nel bel mezzo dello sforzo, in genere, non si avverte nulla ma, alla prima pausa, si inizia a respirare male. Ci si da qualche minuto per ripartire ma, anzichè migliorare, la situazione peggiora e per buoni 20-30 minuti ci si sente impossibilitati a ripartire. Capite bene che, in una situazione come questa, e in particolare al primo episodio di questa sintomatologia, nell'atleta si viene a creare uno stato di apprensione e di ansia che, oltre a preoccupare, non aiuta la situazione. Tuttavia non c'è da preoccuparsi: nella maggior parte dei casi, basta aspettare, riposare respirando in profondità e con il naso e ripartire piano, fino a che la situazione torna a normalizzarsi. A proposito dell'ansia che si viene a generare nella persona colpita da questi episodi, c'è da aggiungere che l'asma da sforzo è una sindrome piuttosto subdola perchè si può manifestare sporadicamente e quasi mai con la stessa entità. Questa circostanza fa sì che il soggetto non si aspetti la comparsa dell'episodio e possa venire colto di sorpresa. I fattori che predispongono ad episodi di questo tipo sono molteplici. Primo tra tutti la temperatura dell'aria. Ma anche l'inquinamento, la presenza di allergeni come pollini o la concomitanza di un banale raffreddore. Sappiamo tutti che durante lo sforzo, specie se intenso e se eseguito "a freddo" si respira a bocca aperta, permettendo all'aria di entrare direttamente nella laringe e successivamente nella trachea e nei bronchi senza essere preliminarmente riscaldata dal passaggio per le fosse nasali che hanno proprio la duplice funzione di riscaldare l'aria che entra e di trattenere le particelle inquinanti. Nuovo COLLEGAMENTO

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SPORT E SALUTE

Ecco perché chi è consapevole di soffrire di questi episodi sa che deve riscaldarsi in modo appropriato, magari alternando sforzi brevi a uguali periodi di riposo. Per esempio, una decina di brevi scatti alternati a 20-30 secondi di camminata potrebbe essere un buon metodo per predisporre una corretta respirazione e prepararsi all'attività. Importante, poi, è respirare con il naso, fino a quando lo sforzo ci permette di farlo. Altra attenzione spesso sottovalutata è legata ad una corretta alimentazione che non deve essere effettuata a ridosso dello sforzo fisico per consentire che in normali processi di digestione vangano effettuati lontano dallo sforzo. Tuttavia, al di là di queste sagge precauzioni, che ciascuno adatterà alle proprie peculiari esigenze, i soggetti che soffrono di asma da sforzo conoscono molto bene l'importanza della terapia farmacologica e hanno imparato a non avventurarsi nella pratica sportiva senza avere a portata di mano un farmaco sintomatico in forma di spray che potrebbe, nel caso del bisogno, togliere molte castagne dal fuoco. LA TERAPIA FARMACOLOGICA Una corretta diagnosi di asma da sforzo deve necessariamente essere condotta da un medico specialista che utilizzerà tecniche particolari come la spirometria sotto sforzo, valutando la differenza tra i volumi di aria espirati in differenti condizioni di battito cardiaco e di attività respiratoria. Come nella diagnosi, anche nella terapia il farmacista non ha voce in capitolo nella scelta dei medicinali, ma può rivelarsi un attore fondamentale nel monitorare l'aderenza terapeutica e nel fornire utili consigli ai propri clienti. La terapia farmacologica si basa su due pilastri fondamentali: la terapia di fondo e quella sintomatica o pre-sforzo.

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Generalmente, nella crisi asmatica, lo sappiamo, si utilizza uno spray ad azione broncodilatatoria in grado di rilassare e dilatare le vie aeree. Questi spray a base di beta-adrenergici vengono spesso consigliati dai medici prima dell'attività, per evitare che si vada incontro alla crisi, sempre nel rispetto delle norma antidoping quando si tratta di atleti professionisti. Il farmaco principalmente utilizzato a questo scopo è il salbutamolo per inalazione, un agonista selettivo beta-adrenergico a breve durata d'azione il cui effetto si manifesta nel giro di pochi minuti, anche se la sua azione non perdura per più di qualche ora. Più articolata è, invece, la terapia di fondo. Questa, di base, deve essere finalizzata a controllare l'asma o la rinite sottostanti dei quali il soggetto soffre e che, comunque, rappresentano la vera causa scatenante dell'asma da sforzo. A tale scopo, a seconda della condizione del soggetto, si potranno utilizzare farmaci antistaminici, quando la causa scatenante è riconducibile ad una allergia stagionale, o, molto più di frequente, farmaci che vadano a ridurre l'infiammazione a livello dell'apparato respiratorio. Tale terapia di fondo, in genere, si assume alla sera per periodi prolungati, anche in assenza di sintomi, in modo da tenere il più silente possibile la condizione asmatica cronica della quale il soggetto, talvolta senza esserne consapevole fino in fondo, soffre. In genere, si utilizzano corticosteroidi per via inalatoria, gli inibitori dei leucotrieni e gli stabilizzanti dei mastociti. Un ultimo consiglio, se vogliamo di colore, ma che può essere dato rimanendo anche in linea con i tempi che stiamo vivendo: specie in caso di clima freddo, iniziando l'attività fisica con indosso la mascherina si evita di respirare aria fredda e si può rallentare l'insorgenza di questo particolare, ma diffuso disturbo dello sportivo.


I FARMACI PIÙ UTILIZZATI

Broncodilatatori: contribuiscono a rilassare e dilatare le vie aeree. • I broncodilatatori più utilizzati sono farmaci beta-adrenergici per un rapido sollievo dei sintomi come il salbutamolo, sia quelli per un controllo a lungo termine come il salmeterolo. • Talvolta, l'effetto del beta-adrenergico viene rafforzato con l'utilizzo di un farmaco anticolinergico come l'ipratropio e il tiotropio. I farmaci anticolinergici, anch'essi assunti per via inalatoria, inibiscono l’acetilcolina, evitando così la contrazione della muscolatura liscia e un’eccessiva produzione di muco nei bronchi. • La teofillina è invece un farmaco ad azione broncodilatatrice che può essere efficace utilizzato per via orale, stando però all'erta rispetto agli eventuali effetti sul sonno, sull'agitazione e sull'aumento del battito cardiaco. Antinfiammatori: contribuiscono a ridurre l'asma cronico. • I modulatori dei leucotrieni, come montelukast, zafirlukast e zileuton, favoriscono il controllo dell’asma attraverso un'azione antinfiammatoria mirata all'inibizione dei leucotrieni, sostanze prodotte dall’organismo e che causano broncospasmo. Vengono assunti per via orale e trovano maggiore impiego nell’ambito della prevenzione delle crisi asmatiche, più che nel trattamento. • Gli stabilizzanti dei mastociti, come il cromoglicato e il nedocromile, assunti per via inalatoria inibiscono il rilascio di sostanze infiammatorie da parte dei mastociti, riducendo così le probabilità di restringimento delle vie aeree. Sono utili nella prevenzione, ma non nel trattamento delle crisi. Questi farmaci possono rappresentare una valida alternativa per il trattamento di fondo nei soggetti che presentano attacchi di asma durante l’esercizio fisico. Si tratta di farmaci con un'ampio margine di sicurezza che devono essere assunti con regolarità, anche in assenza di sintomi. • I cortisonici, assunti per via inalatoria rappresentano il più utilizzato approccio per al terapia di fondo dell'asma. Le molecole di questa categoria di farmaci sono diverse e, tra queste, troviamo il beclometasone e il budesonide. Sono indicati per la prevenzione dell'asma a lungo termine e sono quindi ideali per la terapia di fondo. Quando non basta l'utilizzo di cortisonici per via inalatoria, il medico può ricorrere a cortisonici per via orale o per iniezione come il metilprednisolone, il prednisolone e il prednisone.


FITOTERAPIA

IL GERANIO AMICO DEI POLMONI

di Giulia Sanino, farmacista

S

i chiama Pelargonium Sidoides o “geranio africano”, ed è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle geraniaceae. Proviene dal Sudafrica ed è caratterizzato da un odore pungente, molto simile a quello del geranio sui nostri balconi. Il fiore, di colore violaceo, ha 5 petali, mentre la forma allungata dello stelo ne determina il nome: in greco “pelagros” significa cicogna. I guaritori zulù hanno invece dato al decotto della radice di Pelargonium un nome diverso: "Umckaloabo” parola che aracchiude in sè un mix di due termini che significano “cura dei polmoni” e"malattia al torace". 28

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Da qui deriva il termine "kaloba", già noto ai farmacisti: le formulazioni che trovate in farmacia contengono 20 mg di estratto liquido essiccato di Pelargonium Sidoides. Richiamando la storia di questo rimedio, la sua notorietà in Europa si deve ad un maggiore dell'esercito britannico, Charles Henry Stevens, arrivato in una colonia britannica in Africa nel 1897. Stevens si rivolse ad un guaritore zulù che lo curò dalla tubercolosi con decotti di Pelargonium Sidoides. Il maggiore guarì e, al suo ritorno in Inghilterra, introdusse il geranio africano come cura essenziale contro la TBC.


FITOTERAPIA

AZIONE ANTIBATTERICA E ANTIVIRALE PELARGONIUM RADICE Ricca di cumarine, acido gallico e tannini, questa pianta svolge un’importante attività immuno-modulante ed antibatterica contro i batteri gram positivi e gram negativi. Agisce attraverso la produzione di sostanze come il monossido di azoto, tossico per i batteri, e l’acido gallico, in grado di attivare sia le cellule immunitarie che i meccanismi di difesa antagonisti delle infezioni. Pelargonium inibisce anche la replicazione dei virus, Il suo meccanismo d’azione si basa sull’attivazione di macrofagi, le cosiddette “cellule spazzino”: questo fitocomplesso è in grado di secernere e liberare interluchine e TNF, importantissimi attivatori della risposta immunitaria all’infezione. In caso di infezione asintomatica da Sars Cov 2, il suo utilizzo può essere consigliato nei primissimi giorni, quando ci si trova nella fase virale ma non quella infiammatoria, in cui c'e'un esagerata attivazione dei macrofagi. RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DI PELARGONIUM: • Ricco di polifenoli, proteine, cumarine e carboidrati. • Ha attività antivirale ed antibatterica • Nel caso di Covid19 va usato nei primissimi giorni di fase virale. • Azione fluidificante mucolitica legata all'azione secretomotoria che consistenel facilitare i movimenti delle ciglia delle cellule dell’epitelio dei bronchi(cellule che hanno lo scopo fisiologico di garantire una continua pulizia dellevie aeree), promuovendo l’espulsione di muco. • Decotto: nelle debilitazioni post influenzali. Efficace nelle tonsilliti, rinosinusiti, e faringiti. La sua composizione fitoterapica non presenta alcun effetto collaterale e studi clinici condotti su adulti e bambini ne dimostrano l’ampia tollerabilità.

ASSOCIAZIONE DI ESTRATTO SECCO DI PELARGONIUM CON THYMUS VULGARIS Tra le erbe mediterranee più amate ed apprezzate anche per le dotifitoterapiche, il Timo è da sempre utilizzato per combattere le infezioni dellevie respiratorie, calmare la tosse e favorire naturalmente la dilatazione deibronchi. STUDI CLINICI Pelargonium sidoides extract EPs 7630: una revisione della sua efficacia clinica e sicurezza per il trattamento delle infezioni acute del tratto respiratorio nei bambini** In numerosi studi randomizzati e controllati (RCT) e revisioni sistematiche come quelle pubblicate dalla Cochrane Collaboration, l'estratto di Pelargonium sidoides si è dimostrato efficace nelle infezioni acute del tratto respiratorio in tutti i gruppi di età studiati. Nella revisione di Domenico Careddu e Andrea Pettenazzo (https://www.ncbi.nlm.nih. gov/labs/pmc/articles/PMC5849386/ narrativa si concentra sui risultati recentemente pubblicati che studiano l'efficacia clinica e la sicurezza in bambini e adolescenti con diverse manifestazioni. L'efficacia di un preparato di pelargonium sidoides in pazienti con raffreddore comune è alla base di uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto da Viktor G. Lizogub et al. (Esplora (NY) novembre-dicembre 2007 https://pubmed. ncbi.nlm.nih.gov/18005909/) Riduce significativamente la gravità dei sintomi e riduce la durata del comune raffreddore rispetto al placebo. Il farmaco a base di erbe è ben tollerato. Nuovo COLLEGAMENTO

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SETTIMANE

UTIFAR

EVENTI ECM

Vieni con noi Estate con Utifar!

Condivisione, formazione e benessere in luoghi meravigliosi! Puglia e Sardegna saranno le mete delle settimane estive 2022 organizzate da Utifar, luoghi di pace e relax immersi nella natura e circondati dai mari più belli d'Italia!


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"la Farmacia dal 2017 ad oggi: le novità, le criticità e le opportunità in un sistema che sta repentinamente cambiando” Avv. Paolo Leopardi Prof. Valerio Vallefuoco

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al mare!

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EVENTO ECM

dal 28 AGOSTO AL 4 SETTEMBRE

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15 CREDITI

post Covid: sostenibilità e comunicazione” Prof. Alberto Martina Dr.ssa Simona Marchetti


BOTANICA

Alla scoperta di un’importante pianta spontanea,

la Dittrichia viscosa

di Rita Villani, Tecnico erborista, tisaniere e consulente aziendale abilitata alla professione di chimico junior, amministratore e grafico di Pharmaddicted

Ogni organismo vegetale che non riveste alcuna funzione ritenuta utile per la produzione agricola viene considerata infestante. Questo è quello che è accaduto con questa particolare pianta appartenente alla famiglia delle composite: la Dittrichia viscosa L. (W. Greuther).

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BOTANICA

O

sservare ciò che ci circonda e trovare soluzioni a condizioni avverse è alla base di tutte le grandi scoperte; questo è quello che è successo per tutte le piante spontanee e, a grandi linee, anche per l’inula viscosa, una pianta ubiquitaria delle zone mediterranee. L’utilizzo di piante spontanee come fonte di nutrimenti ma soprattutto di sostanze attive per il trattamento di patologie era di fondamentale importanza nel passato; tali preparati a base vegetale sono stati sostituiti dai prodotti di sintesi e soltanto di recente stanno riacquisendo la loro importanza. QUALCHE CENNO BOTANICO L’Inula viscosa è una pianta di natura arbustiva solitamente alta tra i 50 e i 150 cm, dall’odore caratteristico, con cauli eretti lignificati alla base e riccamente ricoperti da foglie. Sulla sommità della pianta si distinguono delle infiorescenze con composizione a spiga di color giallo brillante. La base su cui si dispongono i diversi fiori è un ricettacolo modificato a forma di disco e i diversi fiori si differenziano in tubulari (solitamente al centro) e ligulati (solitamente periferici) rispetto ai centrali. È impollinata da insetti pronubi e produce dei frutti chiamati acheni che sono provvisti di pappo (appendice setolosa), mentre la dispersione è generalmente mediata dal vento. IL SUO SUCCESSO Il successo dell’inula è dato da studiosi che hanno svolto caratterizzazioni fornendo dati notevoli in diversi ambiti come quello agronomico (impiegando le componenti degli estratti come erbicida, fungicida, nematocida, oppure l’intera pianta nella lotta biologica) o quello medicinale sia come rimedio tradizionale sia per nuove applicazioni. La pianta presenta diversi punti a suo vantaggio come un ciclo lungo ed è molto adattabile ad ambienti ostili come argini di strade o terreni

incolti, preferisce un suolo calcareo e argilloso, molte volte acido ed essendo una specie eliofila è possibile trovarla da 0 a 800 m s.l.m. Un vantaggio per della ricerca è il facile reperimento della pianta con la possibilità di protrarre le ricerche per un periodo lungo, data la lunghezza della stagione di crescita. Sulla base delle ricerche fino ad ora condotte, potremmo dire che l’inula viscosa è una pianta dimenticata che ha molte potenzialità per “ritornare a fiorire”. IL POTERE MELLIFERO E GLI USI POPOLARI L’I. viscosa rappresenta un’importante fonte di sussistenza per bruchi di farfalle e falene. Inoltre, è riconosciuta per il suo elevato potere mellifero in quanto è una pianta abbondantemente bottinata dalle api. Il periodo di fioritura della maggior parte delle “piante mediterranee” è concentrato in aprile e maggio, ma l’inula ha una fioritura molto lunga compresa tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quando non sono generalmente più disponibili piante in fiore. Quindi, l’inula ha una elevata utilità per la costituzione di famiglie forti di insetti, allo scopo di produrre sciami consistenti nella primavera successiva. Questa pianta contribuisce anche alla produzione, nella tarda estate e in autunno, di miele. La direttiva comunitaria (74/409/CEE) definisce in maniera precisa e univoca il miele: "s'intende per miele il prodotto alimentare che le api domestiche (Apis mellifera) producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell'alveare". Nuovo COLLEGAMENTO

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BOTANICA

I dati riportati nella tabella a fondo pagina sono stati rielaborati consultando la pagina online de “I mieli uniflori italiani” a cura di Accorti et al. (1998). A seconda della quantità di polline che contiene, al miele può essere attribuita una classe. Dalle analisi melissopalinologiche possiamo distinguere polline iporappresentato con PK/10g (numero assoluto di granuli pollinici in 10 g di miele) tra 20.000 e 90.000. In commercio è possibile trovare sia miele monoflora che miele poliflora. Tuttavia, tale produzione è di scarso interesse commerciale, soprattutto il monoflora, perché presenta un sapore pungente ed una cristallizzazione irregolare.

Classe

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PK/10g

LE CLASSI DEL MIELE L’Inula è stata utilizzata per anni nella medicina popolare per le sue attività antinfiammatorie e antibatteriche. Veniva adoperata per disturbi del fegato, ma anche come antipiretico e antifungino. Sia gli estratti integrali che alcuni metaboliti isolati hanno mostrato attività antifungina nei confronti di dermatofiti e Candida albicans oppure proprietà antiossidanti ed effetti antinfiammatori nei ratti. Sesquiterpeni, tomentosina e inuviscolide hanno indotto l'apoptosi delle cellule di melanoma umano. Si distinguono studi interessanti condotti di recente in relazione all'attività antitumorale, come quello di Bar-Shalom et al. (2019), e sul trattamento di malattie esotiche, come quello di Zeouk et al. (2020). Da “I mieli uniflori italiani” (Accorti et al., 1986)

Tipo di miele

I

inferiore a 20.000

mieli a polline iporappresentato

II

compreso fra 20.000 e 100.000

mieli a polline normale

III

compreso fra 100.000 e 500.000

mieli a polline iperrappresentato

IV

compreso fra 500.000 e 1.000.000

mieli a polline fortemente iperrappresentato o mieli a pressatura

superiore a 1.000.000

quasi esclusivamente mieli di pressatura

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L’immagine ha scopo puramente illustrativo e non rispecchia il prodotto nella realtà.

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crediti Ecm GLI ARGOMENTI DEL CORSO: • canali distributivi a confronto - salute e benessere • il servizio post vendita in farmacia • il trade marketing in farmacia • le regole del comportamento di acquisto dei consumatori • il ruolo del packaging nel posizionamento dei prodotti • comunicazione e vendita in farmacia • nutraceutica e benessere - il consiglio del farmacista • antiossidanti, salute e benessere • integratori fitoterapici coadiuvanti nei processi di invecchiamento • alimentazione fini speciali • le caratteristiche dei prodotti • la pubblicità ingannevole sui prodotti per la salute ed il benessere

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Importanza del fattore intrinseco per velocizzare l’assorbimento della vitamina B12

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a cobalamina è una delle molecole più straordinarie tra quelle che rendono possibili la nostra vita. La sua elegantissima struttura chimica somiglia ad un grande ciambellone con al centro un minerale non presente in altre molecole del nostro corpo: il cobalto. E’ conosciuta come vitamina B12 e classificata insieme ad altre molecole molto diverse fra di loro ma con la caratteristica comune di essere idrosolubili e raramente pericolose per la nostra salute, anche assunte ad alti dosaggi. Con l’evoluzione l’uomo ha perso la capacità di produrla autonomamente e deve quindi approvvigionarsi da altri organismi animali. Solo gli alimenti di origine animale come carne, uova, latticini ne contengono quantità utili alla nostra sopravvivenza. Ortaggi, cereali e frutta ne contengono solo tracce. La carenza di vit. B12 porta nel tempo a disturbi neurologici, cecità e persino alla morte dato che essa sovraintende a funzioni fondamentali quali la duplicazione delle cellule, la produzione di energia, la produzione dei neurotrasmettitori. Tra i primi sintomi di carenza di vit. B12 troviamo la stanchezza, la mancanza di energia, mancanza di lucidità mentale non solo nei soggetti anziani ma anche in adulti e bambini. Alcuni soggetti con diete vegetariane, vegane, i celiaci, i pazienti soggetti a chirurgia bariatrica e i pazienti con malassorbimento intestinale possono andare incontro a forme più o meno severe di carenza e andrebbero monitorati periodicamente con test di laboratorio.

Molti ignorano il fatto che non basta assumere alimenti che la contengono; per garantire l’assorbimento della cobalamina è necessario che il nostro stomaco sia in salute, che produca una quantità sufficiente di acido e di una piccola proteina nota come “fattore intrinseco”. Il fattore intrinseco, legandosi alla cobalamina, ne renderà possibile l’assorbimento per trasporto attivo. Per il trasporto passivo sono invece necessarie quantità di cobalamina migliaia di volte maggiori. Negli integratori alimentari è generalmente utilizzata la forma chimica della cianocobalamina, una molecola sintetica non presente nel nostro organismo, dove invece troviamo l’adenosilcobalamina, l’idrossicobalamina e la metilcobalamina. Solo l’ultima delle forme citate, ovvero la metilcobalamina, è disponibile a donare il gruppo metile e quindi ad intervenire senza bisogno di trasformazioni nei processi quali la detossicazione epatica e il ciclo della metionina. Carenze dei donatori di metile possono provocare, tra l’altro, accumuli di omocisteina con potenziali danni alle cellule cardiache e nervose. Oggi è possibile trovare in commercio integratori che contengono le forme attive di vitamine e le forme ad alta biodisponibilità dei minerali; tra questi integratori di metilcobalamina. È possibile anche associare alla vit. B12 attiva un quantitativo sufficiente di fattore intrinseco per favorire l’assorbimento intestinale. La vitamina B12 attiva è molto resistente sia alla luce che al calore e ha un profilo di tollerabilità estremamente elevato. Non ci sono rischi di accumulo né tossicità. Nuovo COLLEGAMENTO

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RICERCA SCIENTIFICA

CONGIUNTIVITE ALLERGICA TRATTAMENTI IN FARMACIA

di Paolo Levantino Farmacista clinico e giornalista scientifico. Presidente Agifar Palermo e Consigliere nazionale Fenagifar

I FARMACISTI SONO SPESSO I PRIMI OPERATORI SANITARI AD ENTRARE IN CONTATTO CON I PAZIENTI CHE NECESSITANO DI UNA CONSULENZA PER DISTURBI OCULARI COME LA CONGIUNTIVITE ALLERGICA, SOPRATTUTTO NEI MESI PRIMAVERILI ED ESTIVI. 38

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a congiuntivite allergica è una patologia molto frequente e ne risulta affetta fino al 40% della popolazione nel mondo occidentale. I quadri clinici con cui si presenta sono peraltro ampiamente variabili, potendo spaziare dalle comuni lievi forme stagionali IgE mediate, a quadri più rari ma decisamente severi, come la cheratocongiuntivite atopica (AKC) e la cheratocongiuntivite Vernal (VKC), a rischio di complicanze ed esiti.


RICERCA SCIENTIFICA

LA CONGIUNTIVITE ALLERGICA STAGIONALE (SAC) SAC è la forma più comune di congiuntivite allergica. Si tratta di una congiuntivite stagionale ed i sintomi oculari, spesso associati a riniti allergiche, sono strettamente correlati con la presenza di allergeni, quali pollini delle graminacee, parietaria e polline di piante arboree nelle forme più precoci. I sintomi più importanti sono prurito, rossore e lacrimazione, e nei casi più impegnativi si possono riscontrare sintomi corneali quali fotofobia e offuscamento. La SAC è una classica reazione di ipersensibilità di tipo I (IgE mediata), dove l’allergene/ allergeni si legano con IgE specifiche presenti sulla superficie dei mastociti, localizzati al livello congiuntivale; si innesca quindi un meccanismo che porta all’attivazione (degranulazione) delle mastocellule, con il conseguente rilascio dei mediatori vasoattivi, ed allo scatenarsi della reazione allergica. RICONOSCIMENTO DELLA CONGIUNTIVITE ALLERGICA ED ESCLUSIONE RED FLAG Per confermare la presenza di congiuntivite allergica stagionale, il farmacista deve prima verificare i sintomi del paziente ed escludere condizioni alternative che richiedono il rinvio allo specialista. Tra le red flag, campanelli di allarme, vi sono: • diminuzione dell’acutività visiva; • rossore ciliare; • fotofobia; • grave sensazione di corpo estraneo che impedisce al paziente di tenere gli occhi aperti; opacità corneale; • forte mal di testa con nausea; • i sintomi peggiorano o non migliorano dopo il trattamento; • dolore agli occhi; • secrezione agli occhi e palpebre appiccicose (tipiche di una congiuntivite infettiva). I farmacisti devono indirizzare il paziente ad un oftalmologo in tutti i casi sopra riportati o se sospettano un’infezione, una congiuntivite secondaria ad un vettore non allergico o una condizione pericolosa per la vista.

GESTIONE DELLA SAC Una volta che la congiuntivite allergica sia stata correttamente identificata, i farmacisti possono consigliare OTC e SOP per un trattamento rapido dal disagio oculare. I colliri antistaminici sono il trattamento di prima linea per la congiuntivite allergica stagionale. L’ultima generazione di tali farmaci possiede molteplici azioni che includono effetti antistaminici, per fornire un sollievo immediato, ed effetti di stabilizzazione dei mastociti, che portano a limitazione dell’attività dei leucociti, del rilascio di istamina e prostaglandina D2, per ridurre la reazione in fase tardiva. Tra i colliri di ultima generazione, l’azelastina, un antagonista H1 selettivo e non sedativo, risulta pratico da usare, in quanto permette di ottenere il massimo effetto con un dosaggio di solo 2 volte al giorno. In uno studio clinico, 151 pazienti con almeno un anno di sintomi di congiuntivite allergica sono stati randomizzati in 3 gruppi, placebo, azelastina 0,25% o 0,5%, due volte al giorno per 14 giorni, per valutare l’efficacia e sicurezza di tale collirio. Dopo 7 e 14 giorni, i sintomi dei pazienti sono stati valutati su una scala a 4 punti per la presenza ed intensità del prurito, lacrimazione ed eritema congiuntivale. I risultati mostrano che l’azelastina ha ridotto significativamente i sintomi della congiuntivite allergica e dal confronto dei due dosaggi si osserva che la concentrazione allo 0,5% è più efficace. Un altro studio ha poi indagato l’efficacia dell’azelastina nel trattamento prolungato per 42 giorni. Al termine dello studio, ben il 95% dei pazienti trattati con azelastina ha avuto un miglioramento significativo dei sintomi. I due effetti indesiderati più comuni erano l’alterazione del gusto e la sensazione di un lieve bruciore dopo la somministrazione delle gocce. Tuttavia, i pazienti hanno riportato una tollerabilità del 97%, suggerendo che il sollievo dei sintomi supera di gran lunga qualche effetto indesiderato. Nuovo COLLEGAMENTO

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RICERCA SCIENTIFICA

DA NON SOTTOVALUTARE LA GESTIONE NON FARMACOLOGICA, COMPONENTE ESSENZIALE NELLA CURA DEI PAZIENTI CON ALLERGIA OCULARE

Nel trattamento può esser utile anche l’utilizzo di ectoina. L'applicazione insieme alla terapia standard ha comportato una riduzione più rapida dei sintomi (p. es., riduzione del prurito in 2,2 giorni contro 4,0 giorni, risoluzione completa in 5,3 giorni contro 12,8 giorni). È interessante notare inoltre che un'applicazione a lungo termine in pazienti con congiuntivite primaverile ha ritardato l'uso di corticosteroidi nel 75% dei pazienti TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO Da non sottovalutare poi la gestione non farmacologica, componente essenziale nella cura dei pazienti con allergia oculare. Tra le raccomandazioni di base vi sono: • evitare lo sfregamento degli occhi per prevenire un ulteriore de-granulazione dei mastociti; • utilizzare impacchi freddi per almeno 5 minuti secondo necessità; • utilizzare irrigazione oculare con lacrime artificiali. L’efficacia di questi interventi è stata supportata dai risultati di Bilkhu et al. Nel 2014, gli autori hanno condotto uno studio clinico randomizzato su 18 pazienti per determinare se l’uso di lacrime artificiali o impacchi freddi, da soli o in combinazione, fornissero un beneficio. I pazienti sono stati esposti al polline di graminacee per 5 minuti in una camera ambientale e successivamente sono state somministrate lacrime e impacchi per aiutare a rimuover gli allergeni. Nel complesso, i ricercatori hanno scoperto che la combinazione riduce significativamente l’iperemia, abbassava la temperatura della superficie oculare sollevata dall’antigene e dava sollievo al paziente. Dopo aver implementato le raccomandazioni di base, l’identificazione dei fattori scatenanti esterni è un passo importante nella gestione della congiuntivite allergica. Identificando i trigger esterni, i pazienti possono utilizzare semplici azioni per prevenirne il contatto. 40

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Gli interventi sullo stile di vita includono: • indossare occhiali da sole; • evitare di indossare le lenti a contatto fino a quando la condizione scompare; • utilizzare app per monitorare i livelli di polline e pianificare di conseguenza le attività all’aperto. Bibliografia: Singh K, Bielory L. Ocular allergy: a national epidemiologic study. J Allergy Clin Immunol 2007;119(Suppl 1):S154 Bielory L, Friedlaender MH. Allergic conjunctivitis. Immunol Allergy Clin North Am 2008;28:43-48,v Bielory L, Delgado L, Katelaris CH, et al. ICON: Diagnosis and management of allergic conjunctivitis. Ann Allergy Asthma Immunol. 2020;124(2):118-134. Leonardi A, Silva D, Perez Formigo D, Bozkurt B, Sharma V, Allegri P, Rondon C, Calder V, Ryan D, Kowalski ML, Delgado L, Doan S, Fauquert JL. Management of ocular allergy. Allergy. 2019 Sep;74(9):1611-1630. doi: 10.1111/all.13786. Epub 2019 Jun 24. PMID: 30887530. Williams PB, Crandall E, Sheppard JD. Azelastine hydrochloride, a dual-acting anti-inflammatory ophthalmic solution, for treatment of allergic conjunctivitis. Clin Ophthalmol. 2010 Sep 7;4:993-1001. doi: 10.2147/opth.s13479. PMID: 20856595; PMCID: PMC2938280. Andreas Bilstein, Anja Heinrich, Anna Rybachuk, Ralph Mösges, "Ectoine in the Treatment of Irritations and Inflammations of the Eye Surface", BioMed Research International, vol. 2021, Article ID 8885032, 16 pages, 2021. https://doi. org/10.1155/2021/8885032 Bilkhu PS, Wolffsohn JS, Naroo SA, et al. Effectiveness of nonpharmacologic treatments for acute seasonal allergic conjunctivitis. Ophthalmology. 2014;121(1):72-78. Varu DM, Rhee MK, Akpek EK, et al. Conjunctivitis Preferred Practice Pattern. Ophthalmology. 2019;126(1):P94-P169.


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PILLOLE DI GALENICA

APPLICAZIONE INTRANASALE DI LIDOCAINA:

APPROCCIO ALTERNATIVO NELLA TERAPIA DELLE CEFALEE A GRAPPOLO

Rubrica a cura di Rosalba Lombardo,

Product Specialist R&D Formulation – Compounding presso ACEF Galenica

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a cefalea a grappolo, nota anche come cefalea “cluster”, è una patologia neurologica caratterizzata da attacchi di dolore intenso localizzati su un solo lato della testa nella zona orbitaria, sovra-orbitaria e/o temporale. Gli episodi dolorosi possono manifestarsi in forma cronica o episodica, hanno una durata variabile da 15 minuti a 3 ore e sono spesso accompagnati da sintomi come lacrimazione, arrossamento degli occhi, palpebra cadente (ptosi) e pupilla contratta (miosi), rinorrea e congestione nasale. Negli ultimi anni la somministrazione nasale di lidocaina si è dimostrata efficace nel trattamento sintomatico della cefalea a grappolo. Grazie alla sua rapida insorgenza d’azione e alla facilità di somministrazione, la lidocaina può infatti contribuire ad alleviare gli attacchi dolorosi acuti tipici di questa forma di cefalea.

MODUS OPERANDI Portare a ebollizione ACQUA DEPURATA e far raffreddare. Sotto lenta agitazione solubilizzare ACIDO ETILENDIAMINOTETRACETICO, BENZALCONIO CLORURO SOLUZ.50% e LIDOCAINA CLORIDRATO MONOIDRATO. Correggere il pH con SODIO FOSFATO BISODICO DODECAIDR. Trasferire in un cilindro graduato e portare a volume con ACQUA DEPURATA. Si ottiene una soluzione ipertonica. Mescolare accuratamente, confezionare ed etichettare. PACKAGING Flacone vetro con applicatore spray naso ACEF (100 μl per erogazione). DATA LIMITE UTILIZZO 30 giorni. CONSERVAZIONE Conservare in recipiente ben chiuso. Al riparo dalla luce, in luogo fresco ed asciutto. A temperatura ambiente.

FORMULAZIONE: SOLUZIONE NASALE LIDOCAINA 40 mg/mL

AVVERTENZE Tenere fuori dalla portata dei bambini. Non disperdere nell’ambiente dopo l’uso. Non usare in gravidanza e durante l’allattamento. Controindicato in soggetti predisposti ad allergie. USO NASALE.

LIDOCAINA CLORIDRATO MONOIDRATO EP 2.0 g SODIO FOSFATO BISODICO DODECAIDR. ALIM. qb a pH 6.5-6.8 BENZALCONIO CLORURO SOLUZ.50% 0.085 g ACIDO ETILENDIAMINOTETRACETICO SALE 2 Na 0.05 g ACQUA DEPURATA FU qb a 50.0 mL

BIBLIOGRAFIA Intranasal lidocaine for acute migraine: A meta-analysis of randomized controlled trials Evaluation of efficacy of intra-nasal lidocaine for headache relief in patients refer to emergency department NRF-Rezepturhinweis Reconsidering Lidocaine as an Acute Treatment for Headache Cluster Headaches and Treatment Update Nuovo COLLEGAMENTO

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LA PAROLA AI FARMACISTI

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VOCI

DA DIETRO IL BANCO

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di Giulio Francesco Valeriano, farmacista, operatore di nutrizione olistica e aromaterapia, naturopata, amministratore di Pharmaddicted

ontinuiamo il nostro viaggio all’interno delle molte sfaccettature delle quali è composta la professione del farmacista. In un momento storico nel quale la nostra figura professionale sta attraversando un inevitabile cambiamento. In molti tendono a vedere la farmacia di fronte ad un bivio da imboccare, una sorta di scelta senza ritorno tra la farmacia dei

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servizi e la cosiddetta farmacia commerciale. Molti tra i nostri colleghi hanno specializzazioni e professionalità che portano all’interno della farmacia, oppure collaborano in modo attivo con altri professionisti sanitari per offrire al pubblico risposte più ampie e complete. In questa rubrica vogliamo dare voce ad alcuni di loro, proponendo via via esperienze ed idee personali differenti.


LA PAROLA AI FARMACISTI

FARMACISTA PREPARATORE L'ESPERIENZA DI GIUSEPPE TETI La nostra è una Piccola Farmacia di Campagna Calabrese dove rivivono atmosfere di una volta, profumi che rievocano antiche storie, dove il tranquillo scorrere del tempo e le tradizioni sono sempre vive. La passione per la natura, per la cucina e per l’arte, per la musica credo abbiano indirizzato la mia vita a quello che considero l’Underground della Farmacia: la Galenica. La laurea in Farmacia negli splendidi laboratori dell’Università "Magna Græcia" e il continuo bisogno creativo mi ha portato poi in varie città d’Italia a seguire corsi di specializzazione in galenica base, galenica veterinaria, cosmetica, cosmetica avanzata, tricologia, botanica e galenica innovativa. La laurea in Farmacia permette, infatti, di operare nel laboratorio galenico di una farmacia, ma è doveroso riconoscere che offre una bassa formazione in materia e che il farmacista neolaureato viene formato solo su alcune forme farmaceutiche base “artigianali” e sull’uso di eccipienti (vaselina, lanolina, glicole) non proprio al passo con i tempi. In un mondo che continua ad evolversi vorticosamente nel campo della tecnica è ormai, a mio parere, imprescindibile la conoscenza e l’utilizzo di attrezzature, macchine automatiche, basi ed eccipienti di ultima generazione per garantire qualità, standardizzazione e competitività commerciale di preparazioni Galeniche con la G maiuscola. Diventare farmacista preparatore è dunque una strada che si intraprende scegliendo gli incroci giusti e non sempre scontati. Sono convinto che l’esperienza sia il “rumore di fondo” di ogni attività umana, come il fruscio della testina sul vinile. L’esperienza, in quest’arte, si nutre di tempo, di errori, di sperimentazioni e di tanta energia. L’arte galenica inizia dalla legislazione farmaceutica, è importante capire cosa si può allestire in un laboratorio galenico e quali norme lo governano ancor prima di saper mettere le mani in pasta. Buoni alleati sono stati e sono: i testi di preparazioni galeniche (il Manuale delle Preparazioni Galeniche del Dr. Bettiol), dei buoni corsi teorico – pratici da rinnovare ogni tanto (utili sono tutt’ora i corsi della Scuola Galenica Permanente della SIFAP e quelli organizzati da Farmalabor

Giuseppe Teti è nato a Vibo Valentia il 9 marzo del 1979, si è laureato in Farmacia presso l’Università degli Studi "Magna Græcia” di Catanzaro all’età di 23 anni. Collaboratore prima e ora direttore della Farmacia Cugliari&Teti di Filogaso (VV), amministratore delegato di Olismera srl, collabora con diverse aziende italiane per lo studio e la ricerca di nuove idee e brevetti in ambito chimico, alimentare, cosmetico e nutrizionale. Galenista sommelier con la passione per l’arte, la cucina e il trail running.

Campus, la Scuola Galenica UTIFAR e i corsi ACEF sulla veterinaria, quello del Dr. Peter Jager a Cortona) dove si può apprendere e spolverare la teoria e la pratica di tutte le “classiche” forme farmaceutiche, di quelle avanzate e l’utilizzo di macchine innovative come turbo-emulsori, agitatori a pale, Topitek, Citounguetor, eccetera. Un master universitario è un altro buon alleato. Alla luce e delle nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche, parlando di farmacia dei servizi ritengo che il suo sia un ottimo servizio al paziente. Qual è il senso della galenica oggi e quali vantaggi per la farmacia? La locuzione inflazionata “farmacia dei servizi” è, a mio parere, usata oggi in modo distorto sia tra gli addetti ai lavori che tra i pazienti. Ottemperare ai disservizi altrui rende la Farmacia una “multiservizi” anomala fatta di tempo dedicato a prenotazioni di visite mediche, pagamenti ticket, servizi MOC, spirometria, holter cardiaci e pressori, screening dermatologici e assistenza a domicilio. Nuovo COLLEGAMENTO

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LA PAROLA AI FARMACISTI

La Galenica non è un servizio della farmacia, è la farmacia, è la nostra nobile arte naturale da secoli. Questa non vuole essere una critica a largo spettro, ma una considerazione doverosa se per servizi si intendono anche quelli di ritorno professionale per il farmacista stesso. Galenica è esserci quando per gli altri non sono interessati a farlo. In molti casi non esiste cura, dosaggio o forma farmaceutica adatta alla terapia di specifiche malattie in determinate persone ed animali. L’Industria Farmaceutica si è strutturata per i grandi numeri, per terapie che mediamente soddisfano moltissime esigenze. Eppure, ci sono diversi casi di malattie rare o che si presentano in soggetti con particolari caratteristiche o allergie, che non disporrebbero di una terapia adatta se non ci fosse un Farmacista Preparatore capace di allestire un farmaco ad hoc per quella situazione: ritagliato esattamente sulle esigenze di quella persona. Il farmacista che allestisce un farmaco è un v alore aggiunto per la farmacia, ma soprattutto per la popolazione. Un punto di riferimento per la comunità che ritrova in un professionista della salute il valore della differenziazione nella specifica cura per ogni tipologia di cittadino. Galenica è una madre che fa tre ore di macchina per uno sciroppo di propafenone alla ciliegia con una ricetta dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sul cruscotto. Vantaggi? In Galenica solo l’esperienza genera vantaggi. Vantaggi professionali crescenti e vantaggi economici se non si cerca il “tutto e subito”. Ci sono giorni che dedico all’informazione medica, giorni che passo nelle sale di attesa di ospedali, giorni che allestisco in laboratorio. All’inizio il gioco era molto duro, facevamo pochissime preparazioni e il laboratorio era sempre in passivo. Da qualche anno, allestiamo migliaia di preparazioni all’anno, siamo tornati in attivo. Da questo punto di vista, aiutano moltissimo i preparati officinali, per fare un lotto di sciroppi, di creme per le mani, di capsule di acerola e propoli perdi tre ore di lavoro e bastano per due mesi. Oltre alle preparazioni galeniche lei si occupa di preparazioni magistrali, erboristiche e anche di preparazioni cosmetiche, come concilia il laboratorio con il lavoro al banco? 46

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Fare Farmacia in un paese rurale permette allo stesso tempo di dedicarsi alla vetreria ed al paziente, a volte si sente la necessita di relazione con il banco, con il malato, con il consiglio, con il sorriso, altre di perdersi tra le scartoffie di un laboratorio, tra le tinture madri e gli estratti secchi, tra gli articoli su PubMed e le incompatibilità chimico-fisiche. La Galenica offre al farmacista la possibilità unica di fare e dispensare ricerca nello stesso tempo. Insieme al preparatissimo Guido e ai due giovanissimi collaboratori, Nicola e Laura, gestiamo in contemporanea banco e laboratorio cercando di rendere i due piani di lavoro un’unica entità. Da qualche anno abbiamo creato una piccola società, Olismera SRL, che distribuisce prodotti formulati su base galenica con principi attivi a basso chilometraggio come il nostro olio di oliva gelificato, la pala di fico d’india, il bergamotto e gli agrumi. Credo che il segreto di tutto risieda nella Slow life: l’arte di rallentare per vivere al meglio, mi capita spesso di arrivare prima e ricordare meglio il viaggio andando piano. Pur lavorando in una piccola realtà la sua attività si propone al paziente non solo locale e la sua farmacia è dotata di un shop online e un sito ben strutturato, unendo la sua passione a una visione imprenditoriale. Come vede il futuro delle piccole farmacie? Gestiamo la ruralità della nostra Farmacia non come una sacca sottovuoto, ma come una scatola da aprire, da scartare con curiosità. Ecco perché un sito a carattere galenico. Abbiamo creato una rete di “farmacie reciproche” calabresi e non con cui abbiamo rapporti professionali e di amicizia ormai da anni. Cresciamo di colleghi e di esperienze. Credo nelle farmacie rurali e nel loro essere controparte attiva alle multinazionali di farmacie, nel loro esserci anche quando non è conveniente, nel loro rapporto con chi le circonda e con l’ambiente, nel loro modo di formare un professionista e nelle potenzialità che possono scoprire di avere anche nel web. Si può trovare un antinfiammatorio on-line a metà prezzo, ma non un sorriso o un farmacista preparato di cui aver fiducia. Mi piacerebbe che molti colleghi seguissero la strada galenica, perché sarebbe un ritorno al ruolo naturale del farmacista e, sono convinto, anche al futuro prossimo del nuovo mondo farmacia.


SCUOLA di

Galenica Utifar

IN GALENICA SOLO L’ESPERIENZA GENERA VANTAGGI. VANTAGGI PROFESSIONALI CRESCENTI E VANTAGGI ECONOMICI SE NON SI CERCA IL “TUTTO E SUBITO”

Crescere nella Professione

EVENTI ECM

SIAMO LIETI DI ANNUNCIARVI CHE PRESTO RIPRENDERANNO I CORSI DELLA SCUOLA DI GALENICA UTIFAR, A BREVE IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI. AGGIORNAMENTI SUL SITO WWW-UTIFAR.IT E TRAMITE LA NOSTRA NEWSLETTER PERIODICA La scuola ha l’obiettivo di diffondere la cultura galenica in modo critico e di fornire al farmacista le conoscenze più innovative in materia di preparazioni. Le lezioni si svolgeranno sia in aula sia in un laboratorio attrezzato con macchinari e utensili di ultima generazione. I partecipanti saranno seguiti dalla guida esperta dei docenti dr. Adalberto Fabbriconi, dr. Piero Lussignoli e dr. Pietro Siciliano che proporranno diverse formulazioni supportate da una ricca documentazione scientifica. CIASCUN CORSO PREVEDE UN MINIMO DI 15 E UN MASSIMO DI 25 PARTECIPANTI AGEVOLAZIONI PER I SOCI UTIFAR I CORSI POSSONO ESSERE FREQUENTATI ANCHE SINGOLARMENTE

INQUADRA IL QR CODE E ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER PER ESSERE AGGIORNATO!

Sede dei corsi: Roma

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LA PAROLA AI FARMACISTI

IL FARMACISTA E IL CONSIGLIO Il farmacista è il professionista del consiglio per eccellenza, a differenza di tanti altri professionisti dispensa i suoi consigli (vere e proprie consulenze spesso) in maniera del tutto gratuita. In questi ultimi due anni in particolare, il farmacista è sempre stato disponibile ad ascoltare e consigliare, quando quasi tutti erano assenti per le forzate (e non solo) chiusure dovute alla situazione contingente. Il ruolo di questo professionista (noi farmacisti che quotidianamente lavoriamo al banco lo sappiamo bene) è di fondamentale importanza nell'educazione alla salute. La capacità di ascolto per comprendere le richieste del cliente - che vanno da banali fastidi quotidiani a situazioni di disagio ben più complesse - suggerendo soluzioni fanno del farmacista un problem solver; spesso è il ponte tra il suo cliente e altri professionisti della salute, riuscendo a indirizzare o quantomeno ad indirizzare il proprio cliente verso possibilità per rimediare al suo problema, grande o piccolo che sia. Il tutto ruota intorno alle capacità di comunicazione dell'operatore che, nel breve tempo di cui dispone al banco, deve saper ascoltare in maniera attiva il cliente, recepire le sue necessità proponendo possibili soluzioni con un linguaggio adattato a seconda dell'intelocutore. La tipologia del cliente in farmacia è molto eterogenea. Il farmacista impara col tempo ad affinare le sue capacità comunicative per rendere il suo consiglio performante, capace di impattare positivamente sulla vita del suo cliente. Questa capacità giova certamente al richiedente ma anche alla farmacia come azienda; farmacisti capaci di far sentire accolti gli utenti sono la miglior fidelizzazione che l'azienda possa adottare. Il farmacista al banco è la vera differenza, è sempre il valore aggiunto che nessuna app, sito o e-commmerce potrà sostituire. Le parole sono importanti, come oggi sottolineano le neuroscienze, sono capaci di interagire con la fisiologia umana generando variazioni

mediate a livello ormonale con conseguenze fisiologiche reali e misurabili. Il farmacista educato alla comunicazione efficace sa e può essere performante, influenzando la compliance del cliente e avendo un ruolo fondamentale nella terapia. Quanto le parole giuste e opportune siano importanti nella relazione di cura lo spiega bene il professor Fabrizio Benedetti nel suo libro La speranza è un farmaco: le parole sono in grado di attivare delle vie biochimiche. Il farmacista che sa usare la comunicazione efficace può dar luogo a quella che oggi in ambito psicologico si chiama "la profezia che si autoavvera"; le parole che scegliamo per parlare a noi stessi e anche agli altri possono creare o distruggere, modificare mondi psichici che si traducono in risposte fisiologiche positive e funzionali o negative e disfunzionali. Il farmacista con le parole (comunicazione verbale) ma anche con il linguaggio paraverbale e non verbale, mette a disposizione del suo cliente tutto bagaglio di conoscenze che ha accumulato, educando e istruendo lo stesso al fine di preservare o migliorare il suo stato di salute che si riflette sullo stato di salute della collettività, influendo indirettamente anche a livello economico per il servizio sanitario nazionale: una popolazione sana incide meno sulla spesa sanitaria. Costantemente il farmacista investe sulla sua formazione per offrire al suo cliente competenze e conoscenze aggiornate, il che significa non limitarsi a dispensare farmaci ma consigliando al meglio nutraceutici ed integratori alimentari che se utilizzati con criterio possono davvero fare la differenza, migliorando le carenze nutrizionali di una società di certo iperalimentata ma malnutrita; carenze nutrizionali che alterano la fisiologia non consentendo al nostro organismo di funzionare al meglio. Il farmacista può interagire per evitare che si instauri con carenze nutrizionali croniche uno stato fisiopatologico. Nuovo COLLEGAMENTO

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LA PAROLA AI FARMACISTI

OMEOPATIA E CONSIGLIO AL BANCO: UTOPIA O OPPORTUNITÀ?

di Elena Ferrero, farmacista olistica

“Preferisce un farmaco allopatico o un farmaco omeopatico?”. Alzi la mano chi di voi utilizza un incipit di questo genere con il proprio cliente. Sicuramente è una strada difficile da percorrere ma non impossibile. L'omeopatia rimane per molti di noi farmacisti ancora una branca semi-sconosciuta nella quale rischiamo di andare a tentoni facendo prove a volte inefficaci.

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'omeopatia, al contrario dei farmaci allopatici non si basa sul binomio dose-effetto ma su una serie di altri concetti molto più complessi che tirano in ballo la fisica quantistica e il concetto di ultralowdoses medicine. 50

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Di conseguenza è facile capire che il grosso ostacolo, che molti di noi colleghi trovano, è il fatto di approcciare in un ambito che non viene minimamente menzionato durante l’iter universitario e che non sempre viene considerato come un’importante strategia di vendita. Il primo step fondamentale è studiare ed approfondire la Materia Medica Omeopatica. L’ iscrizione a scuole di omeopatia o a corsi strutturati è, a mio avviso, il solo ed unico metodo per avere una visione completa e chiara di quello che è il vantaggio che possiamo avere tra le mani. Solo facendo un approfondito lavoro con un docente preparato possiamo entrare nel cuore di questa disciplina; non lasciamo spazio al fai-da-te! Il confronto è fondamentale.


LA PAROLA AI FARMACISTI

Spesso il punto di vista di una persona risulta essere contaminato dal pregiudizio e ricordiamo che uno dei fondamenti dell’omeopatia, come Hahnemann (il padre dell’omeopatia unicista) insegnava, era di avere una mente scevra da ogni giudizio. Nel momento in cui decidiamo di approcciare omeopaticamente dobbiamo stravolgere il nostro pensiero. Non parliamo più di milligrammi ma parliamo di diluizioni omeopatiche, che ci aiutano ad addentrarci nel vivo della patologia che stiamo per trattare. Il cliente deve essere inquadrato come unico individuo che manifesta e modalizza sintomi a suo modo. Facciamo un esempio: la mia cefalea sarà diversa dalla tua. I miei sintomi sono prevalenti all’occipite destro, con sensazione di chiodo, accompagnato da sonnolenza e con la necessità di stringere il capo con un foulard stretto come se volessi contenere il mio dolore. Sicuramente la tua cefalea non avrà tutte queste caratteristiche…Il grande respiro dell’omeopatia è proprio questo: la varietà dei rimedi omeopatici riesce ad abbracciare sintomi vari, particolari e bizzarri facendo di ogni consiglio un consiglio unico. Il cliente vuole questo. Sentirsi unico. Se riusciamo a capire questa nascosta opportunità abbiamo una freccia nella nostra faretra che possiamo scoccare al momento opportuno ma, importante è arrivare consapevoli e preparati all’approccio omeopatico. Di fondamentale importanza è il quadro normativo di riferimento; i medicinali omeopatici attualmente in commercio in Italia seguono il riferimento di legge n.190/2014 la quale ha disposto che, per ottenere un rinnovo dell’autorizzazione alla commercializzazione, il titolare dovesse depositare in AIFA i dossier di registrazione entro il 30 giugno 2017. L’Agenzia, in caso di valutazione favorevole del dossier, avrebbe concesso la famigerata AIC. Successivamente, con la Legge 160/2019 è stato stabilito il proseguo della commercializzazione per i prodotti interessati con una richiesta di AIC depositata all’AIFA entro il 30 giugno 2017, mentre per gli altri prodotti, per i quali il titolare non ha presentato la domanda di rinnovo, è stato concesso lo smaltimento delle scorte presenti nel canale distributivo alla data del 1 gennaio 2020, fino alla data di scadenza indicata in etichetta e comunque non oltre il 1 gennaio 2022.

I prodotti autorizzati sono presenti nella Banca Dati Farmaci dell’Agenzia. L’ AIFA ha stabilito per tutti i dossier finora depositati se inserire o meno avvertenze specifiche o limitazioni d’uso per fasce particolari di popolazione. In ogni caso,”… trattandosi di medicinali privi di indicazioni terapeutiche, per l’uso in gravidanza e allattamento o per la somministrazione in età pediatrica si raccomanda di consultare il medico o il farmacista prima dell’assunzione”. Quest’ultima frase è da leggere come un importante riconoscimento alla figura del farmacista, quale detentore della conoscenza farmaceutica ed omeopatica, nel nostro caso. Stiamo quindi parlando di un vero e proprio farmaco. Avete capito bene, di un farmaco! È opportuno ricordare che la preparazione dei rimedi omeopatici si basa su procedure ben precise e standardizzate a partire dall’approvvigionamento della materia prima fino al confezionamento nella sua forma farmaceutica finale. Non stiamo più parlando della famosa “acqua fresca” tanto in voga negli anni passati. Dal punto di vista commerciale l'omeopatia sta affrontando un periodo delicato; è considerata sì una medicina integrata che può essere affiancata alla medicina allopatica senza interferire con essa ma, questa integrazione, è in divenire e, a mio parere, il cammino è ancora lungo e tortuoso. Cambia la farmacia e deve cambiare anche il farmacista. Ciò vuol dire che la nostra preparazione deve essere a 360° e non si può assolutamente ignorare la presenza della medicina integrata che sia la fitoterapia, o appunto l’omeopatia. Ricordiamo che già alcune ASL su territorio italiano affiancano a livello ambulatoriale anche la visita di un medico omeopata che associa farmaco allopatico e rimedio omeopatico con il fine ultimo di aiutare il paziente su tutti i fronti. Non si può e non si deve perdere di vista un’opportunità.

Una buona occasione nella vita si presenta sempre. Il problema è saperla riconoscere. (Tiziano Terzani) Nuovo COLLEGAMENTO

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PADIGLIONE 30 - STAND C41 13-15 maggio 2022 BOLOGNA

2023 Il nostro calendario è appeso da 36 anni nelle case di tante famiglie italiane. Siamo stati i primi ad avere... in calendario un viaggio lungo 13.140 giorni all’insegna della prevenzione e dell’educazione sanitaria, per sensibilizzare gli utenti delle farmacie alla conoscenza e al rispetto di tutte le regole fondamentali per condurre uno stile di vita sano ed equilibrato. Il nostro vademecum è anche il più diffuso a

livello nazionale e, grazie agli approfondimenti mensili dei migliori esperti del settore e a vivaci illustrazioni, ha scandito il tempo di tante famiglie che si sono accostate a tematiche scientifiche complesse con semplicità. Continua anche nel 2023 con il nuovo Calendario della Salute il nostro impegno a fianco dei farmacisti, che sono da sempre attenti a tutelare il benessere psicofisico della collettività.

La farmacia presenta: le parole della salute In collaborazione con l’Accademia della Crusca

Info e novità su www.calendariodellasalute.it Calendario olandese gigante

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Uniservices s.r.l. - Zona Ind.le C.da Trinità - 64046 Montorio al Vomano (TE) - Tel. 0861/59061 - Numero Verde: 800 252431 - Fax 0861 5906219 www.calendariodellasalute.it - E-mail: ordini@calendariodellasalute.it


DALLE AZIENDE

Attraverso il suo Calendario

la Farmacia divulga le Parole della Salute di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista

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n questi due anni di pandemia, la farmacia ha cambiato pelle. Non siamo stati semplicemente "sempre aperti", ma abbiamo affiancato alla nostra presenza fisica una serie di nuovi servizi e di consigli che hanno rappresentato per il cittadino una vera e propria bussola in un momento di così grande incertezza e precarietà. La farmacia, da ora in avanti, sarà vissuta dal pubblico in un modo nuovo e differente. Ogni cambiamento profondo porta con sé una nuova immagine e una diversa percezione. Ma alla nuova pelle si abbina anche un nuovo lessico, un vocabolario diverso e sempre più consapevole. Per accompagnare i farmacisti e il pubblico a questo nuovo linguaggio, il Calendario della Salute ha stretto una collaborazione con l'Accademia della Crusca per dare forma ad un'edizione 2023 incentrata sul corretto utilizzo delle "parole della salute". La nuova edizione del Calendario porterà quindi nelle case di milioni di italiani il vocabolario che meglio si addice a questo nuovo rapporto di fiducia e collaborazione che si sta instaurando tra la farmacia e il proprio pubblico attorno ai temi della salute. L'Accademia della Crusca, fondata nel 1583, raccoglie studiosi ed esperti di linguistica e filologia della lingua italiana e rappresenta la più prestigiosa istituzione linguistica d'Italia e del mondo. Questa nuova collaborazione rappresenta una grande opportunità per generare consapevolezza e condivisione sulle parole che definiscono i concetti attorno ai quali ruota la percezione della nostra salute.

In tempi dove il ruolo dei social network è sempre più determinante, tendiamo a dimenticare che le parole continuano a rappresentare il più prezioso strumento di comunicazione che abbiamo a disposizione per condividere concetti, idee e consigli. Offrendo il Calendario in omaggio ai cittadini, anche nel 2023 le farmacie continueranno quindi a portare nelle case di milioni di italiani la consueta capillare attività di informazione e di prevenzione che, nel corso degli anni, ha affiancato il consiglio al banco e contribuito a creare una diffusa cultura di attenzione alla prevenzione e alla cura. Il Calendario della Salute, giunto alla sua 36^ edizione, è una testata giornalistica consolidata e qualificata, che da anni costituisce uno strumento di informazione sanitaria apprezzato da un pubblico sempre più vasto. Anche per questo, tutte le principali associazioni di categoria hanno da sempre appoggiato il Calendario che, anche per il 2023 si avvarrà del patrocinio di Federfarma, FOFI, Utifar, Assofarm, Federfarma Servizi e Fenagifar. Da segnalare anche il Glossario della Salute consultabile online e denominato "Le Parole della Salute". Si tratta di uno strumento che permette di rendere accessibili al grande pubblico le parole del mondo sociale e sanitario, consentendo di esplorare il significato di un termine particolare o di proporre nuove parole e definizioni da inserire nel glossario. Il progetto è frutto della collaborazione tra l'Accademia della Crusca, Federsanità e Regione Toscana, e nasce con l’obiettivo di tradurre termini scientifici e percorsi terapeutici per renderli comprensibili a tutti i cittadini.

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VETERINARIA

Diuretici: farmaci salvavita

(e non solo) in Medicina Veterinaria I diuretici sono una categoria di farmaci di importanza fondamentale sia in Medicina Umana sia in Medicina Veterinaria. Trovano indicazione nella risoluzione di edemi e versamenti e, in particolare, nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia, una condizione fisiopatologica che rappresenta l’espressione clinica di molte cardiomiopatie. a cura della Divisione scientifica Teknofarma

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CHE COSA SONO I FARMACI DIURETICI? diuretici sono farmaci che aumentano il volume del flusso urinario, quindi determinano una maggior produzione ed eliminazione di urina (diuresi). RICHIAMI DI FISIOLOGIA RENALE Nel rene la formazione di urina avviene a due livelli: glomerulare e tubulare. L’unità funzionale del rene è il nefrone costituito da un apparato di filtrazione, il glomerulo, e da una porzione tubulare che riassorbe e condiziona l’ultrafiltrato glomerulare. La filtrazione glomerulare è influenzata da variazioni del flusso ematico glomerulare, della pressione ematica glomerulare, della pressione oncotica e della pressione capsulare. Il riassorbimento tubulare consiste nel riassorbimento selettivo del filtrato glomerulare attraverso le cellule tubulari e nel conseguente rientro nel torrente circolatorio di acqua e vari soluti. 54

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PRINCIPALI INDICAZIONI TERAPEUTICHE DEI DIURETICI In generale, i diuretici trovano applicazione sia in Medicina Umana sia in Medicina Veterinaria in tutte le situazioni in cui si desidera aumentare la diuresi in conseguenza all’eccessivo accumulo nell’organismo di acqua ed elettroliti, come nel caso di edemi e versamenti che si osservano comunemente nel corso di affezioni cardiache, epatiche e renali. Di particolare gravità risultano gli edemi localizzati in organi nobili quali polmone ed encefalo che richiedono una terapia d’urgenza con farmaci a rapida azione. TIPOLOGIE DI FARMACI DIURETICI I farmaci diuretici possono essere classificati in base a: - sito d’azione (es. diuretici d’ansa) - efficacia (es. diuretici a rapida azione) - struttura chimica (es. diuretici tiazidici)


VETERINARIA

- analogie con altri farmaci (es. diuretici similtiazidici) - effetti sull’escrezione del potassio (es. diuretici kaliuretici ed antikaliuretici). DIURETICI D’ANSA O A RAPIDA AZIONE I medicinali diuretici più utilizzati in Medicina Veterinaria sono quelli d’ansa o a rapida azione, definiti così perchè agiscono prevalentemente a livello del tratto ascendente dell’ansa di Henle. Questi diuretici inibiscono la pompa di riassorbimento Na-K-2Cl nel tratto ascendente dell’ansa di Henle, provocando così la diuresi di sodio, cloro e potassio. Inoltre, determinano anche un aumento dell’escrezione di calcio. I diuretici d’ansa sono caratterizzati da un elevato grado di efficienza diuretica e da una rapida azione. Spesso risultano efficaci là dove altri principi attivi falliscono, pertanto vengono considerati farmaci “salvavita”.

Proprio per queste caratteristiche, il loro utilizzo è indicato in situazioni particolarmente gravi come l’edema polmonare acuto, in cui è necessaria una pronta azione diuretica per ripristinare la corretta ossigenazione polmonare. Trovano indicazione anche nella cura di edemi di origine cardiaca, epatica o renale, e in caso di edema mammario, edema cerebrale, podoflemmatite, anasarca, ecc. Inoltre, per il loro effetto sull’escrezione del calcio, sono utili nel trattamento dell’ipercalcemia. I più diffusi ed utilizzati in Medicina Veterinaria sono la Furosemide e la Torasemide. La Furosemide è stata, e rimane, il diuretico di prima scelta per la gestione acuta e cronica dell’insufficienza cardiaca sia nell’uomo sia negli animali, sin dalla sua approvazione. La Furosemide, a differenza della Torasemide, esercita anche un effetto broncodilatatore, pertanto può ridurre il sintomo della tosse, frequentemente presente negli animali cardiopatici. Nuovo COLLEGAMENTO

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IL NUOVO BLOG DI UTIFAR PER I FARMACISTI

LE NOVITÀ SONO ONLINE! Il nuovo Blog di Utifar affianca la nostra rivista per essere uno strumento di aggiornamento costante sul mondo della Farmacia. Attualità, evidenze scientifiche, novità sui farmaci, galenica e molto altro saranno il fulcro per supportare il farmacista nella sua professione, https://blog.utifar.it/


VETERINARIA

La Torasemide è un diuretico d’ansa di più recente introduzione. Attualmente viene utilizzato nella maggior parte dei casi in quei pazienti che, a seguito di terapie prolungate, sono divenuti refrattari alla Furosemide. Infatti, la Torasemide è un diuretico meno soggetto allo sviluppo di resistenza. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per valutarne l’utilizzo a vita in cani e gatti. QUANDO SI PARLA DI FUROSEMIDE VETERINARIA, LA PAROLA D’ORDINE È DIUREN! Diuren è, infatti, il nome della prima linea di medicinali ad uso veterinario a base di Furosemide commercializzata in Italia dal 1987 da Teknofarma. La posologia della Furosemide varia a seconda della specie animale, del peso e della patologia da trattare. Dunque ogni animale necessita di una soluzione mirata. Diuren risponde molto bene a questa esigenza perché si tratta di una linea completa con dosaggi e forme farmaceutiche che consentono di adattare la posologia a soggetti di ogni specie e taglia. In particolare, per cane e gatto, che spesso necessitano di un trattamento a vita per condizioni croniche come l’insufficienza cardiaca, Teknofarma mette a disposizione una linea orale costituita da tre formulazioni: - Diuren compresse da 20 mg per gatti e cani di piccola e media taglia (flacone da 30 compresse) - Diuren soluzione orale, gocce per gatti e cani di piccola e media taglia (flacone da 25 ml) - Diuren Maxi compresse da 80 mg per cani di grossa taglia (flacone da 30 compresse). Tutte le compresse sono agevolmente divisibili in 4 parti per facilitare l’adeguamento del dosaggio al peso dell’animale.

Per quanto riguarda la forma orale liquida, Diuren soluzione orale è attualmente l’unico medicinale veterinario a base di Furosemide formulato in gocce orali. Grazie ai dispositivi (adattatore-contagocce e siringa dosatrice) in dotazione nella confezione è possibile somministrare la dose terapeutica in maniera estremamente precisa e con il massimo della praticità. L’adattore-contagocce serve a dosare Diuren soluzione in gocce: ogni goccia corrisponde a 0,5 mg di Furosemide. L’uso dell’adattatorecontagocce è consigliato per dosi inferiori a 2 mg di Furosemide o per le situazioni in cui in base al peso dell’animale e alla posologia diventa necessario somministrare frazioni di mg di Furosemide. L’adattore-contagocce serve anche come innesto per la siringa dosatrice. Questa presenta una scala graduata con tacche numerate da 1 a 16 e consente di dosare la soluzione misurando direttamente i mg di Furosemide: ogni tacca corrisponde ad 1 mg di principio attivo. Con l’utilizzo dell’adattore-contagocce e della siringa dosatrice si riduce il rischio di eventuali contaminazioni dovute al contatto della soluzione con agenti esterni. Tutti i medicinali della linea Diuren sono sottoposti ad obbligo di Ricetta Elettronica Veterinaria. Per maggiori informazioni consulta la pagina: www.teknofarma.com/doc/diuren/orale.mp4

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EVIDENZE DALLE AZIENDE

L’EFFICACIA DELLE SOSTANZE VEGETALI EVIDENCE BASED

NEL TRATTAMENTO DELLA COSTIPAZIONE FUNZIONALE NEI BAMBINI di Daniela Mammoli, Dott.ssa in Chimica e Tecnologia Farmaceutica

Un nuovo studio clinico pubblicato a novembre 2021 sulla rivista internazionale Frontiers in Pediatrics ha dimostrato per la prima volta come i microclismi (Melilax Pediatric) a base di Promelaxin®, dispositivo medico a base di sostanze formulato presso i laboratori del Gruppo Aboca, abbiano efficacia e sicurezza comparabile al Polietilene Glicole (PEG) orale nei bambini con stipsi funzionale. 58

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Lo studio promosso dal Gruppo Aboca, azienda specializzata nello sviluppo di dispositivi medici a base di sostanze naturali, è stato condotto sotto la responsabilità di medici specialisti afferenti a diverse Università e Istituti di Ricerca italiani, incluse le Università di Napoli “Federico II” e “Luigi Vanvitelli”, di Perugia, L’Aquila e la Fondazione Policlinico “S. Matteo” di Pavia.


EVIDENZE DALLE AZIENDE

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a stipsi funzionale (SF) è un disturbo molto diffuso in tutte le fasce di età. Si caratterizza per una ridotta frequenza delle evacuazioni, per lo più inferiore a 2 per settimana, spesso associato a sforzo e/o dolore evacuativo ed emissione di feci dure. Il trattamento raccomandato come prima linea di terapia farmacologica della SF pediatrica da parte delle Società Internazionali è il polietilene glicole orale (PEG). Tuttavia, l'aderenza alla terapia con PEG può essere sub-ottimale soprattutto nei neonati e nei bambini, a causa della scarsa palatabilità, come segnalato anche dai genitori. Lo studio clinico randomizzato, controllato, in aperto, multicentrico, ha avuto l’obiettivo di dimostrare la cosiddetta “non inferiorità” rispetto il PEG (farmaco standard di cura di questi pazienti) dei microclismi a base di Promelaxin® (Melilax Pediatrico), un dispositivo medico di classe IIb, composto al 100% da sostanze naturali e sviluppato per la terapia della stipsi. Andrea Cossu, medico e Head of Medical Affairs del Gruppo Aboca, afferma “L'attuale gestione della stipsi funzionale si basa in primis su modifiche della dieta e dello stile di vita, a cui spesso è combinata una terapia medica, in particolare, il trattamento con farmaci quali il polietilene glicole orale. Quest’ultimo è un polimero ad elevato peso molecolare, non assorbito nell’intestino, dove promuove l’aumento del contenuto di acqua e rappresenta, al momento, il farmaco raccomandato come prima scelta nella stipsi, sia del bambino che dell’adulto”. Lo studio clinico, randomizzato e controllato verso farmaco attivo, di non-inferiorità, openlabel, multicentrico, è stato condotto in neonati e bambini di età compresa tra 6 e 48 mesi, con diagnosi di costipazione funzionale secondo i criteri di Roma III. Dopo 1 settimana di run-in (in cui è verificata l’eleggibilità dei pazienti allo studio e determinato il livello di entrata dei disturbi), i bambini sono stati randomizzati a ricevere Promelaxin o PEG, assunti in modo continuativo per le prime 2 settimane di studio, alle quali è seguito un periodo di 6 settimane di trattamento al bisogno.

L'endpoint primario era il tasso di risposta al termine delle 2 settimane di trattamento continuativo con il prodotto ricevuto, con la "risposta" definita come almeno 3 evacuazioni in media settimanale e comunque un aumento medio di almeno una evacuazione per settimana rispetto a prima del trattamento. Il cambiamento della consistenza delle feci e l'analisi del microbiota intestinale erano endpoint secondari dello studio. Dei 158 pazienti arruolati, 153 sono stati trattati, 77 con PEG 4000 e 76 con Promelaxin. L'analisi primaria ha dimostrato la non inferiorità di Promelaxin rispetto al PEG 4000, cioè a dire una efficacia del Promelaxin comparabile a quella del farmaco di confronto (standard di cura). Le restanti analisi hanno mostrato: • assenza di rilevanti differenze tra i due gruppi di trattamento rispetto a quasi tutti gli endpoint clinici secondari, ivi inclusi i tassi di risposta ai trattamenti nella fase di assunzione al bisogno; • un diverso il ricorso al trattamento al bisogno: in particolare, il ricorso al trattamento al bisogno è stato significativamente minore nei pazienti che hanno ricevuto i microclismi di Promelaxin, nonostante un tasso di risposta clinica uguale a quello dei pazienti con il PEG; • una riduzione significativa della densità del microbiota nel braccio trattato con PEG 4000 rispetto a pazienti trattati con Promelaxin. Prosegue il Dott. Andrea Cossu, medico e Head of Medical Affairs del Gruppo Aboca: “Grazie alla specifica combinazione di sostanze riunite nel prodotto, il Promelaxin aderisce alla superficie epiteliale rettale, ove stabilisce una barriera protettiva fisica e allo stesso tempo esercita un'azione lubrificante che facilita il transito delle feci e ne riduce l’attrito con la mucosa. Di particolare interesse è apparso il dato del ricorso significativamente minore ai microclismi rispetto al PEG nella fase di trattamento al bisogno, a fronte di un uguale tasso di risposta clinica nei due gruppi di trattamento, poiché suggerisce una più spiccata capacità del Promelaxin di favorire il ripristino di una fisiologica funzione intestinale”.

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SETTIMANE

UTIFAR GRANDE SUCCESSO

PER LA SETTIMANA UTIFAR A CORTINA

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UTIFAR 20

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Si è concluso da poco il primo appuntamento dell'anno dedicato alla formazione dei farmacisti e organizzato da Utifar con grande apprezzamento da parte di tutti.

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el suggestivo scenario delle dolomiti di Cortina d'Ampezzo si è svolta la settimana formativa invernale organizzata da Utifar che ha visto la felice presenza di 130 partecipanti. Sono stati giorni di relax, divertimento e soprattutto di condivisione, che ha offerto l'opportunità di intrecciare nuove conoscenze e nuove amicizie. Notevole interesse ha suscitato il corso Ecm "Novità legislative e fiscali: orientamenti per le scelte aziendali del farmacista" condotto dal dottor Marino Mascheroni che ha saputo trattare gli argomenti in modo esaustivo con grande disponibilità.

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Un sentito ringraziamento va a tutti i farmacisti che hanno accolto il nostro invito a partecipare con entusiasmo a questo evento, insieme è stato possibile confrontarci sulla nostra professione che negli ultimi tempi è cresciuta e diventata più complessa, l'impegno e i servizi erogati durante la pandemia hanno messo alla prova la forza, la fermezza e la volontà, l'essere una delle figure in prima linea per il bene comune. Appuntamento alle settimane estive, in Sardegna e in Puglia, con nuove iniziative che ci renderanno sempre più uniti. Insieme si cresce!


Un ringraziamento agli organizzatori del soggiorno e del corso di aggiornamento, che ha suscitato tanto interesse in noi. Eventi come questo sono utili e proficui per la nostra categoria perchè ci permettono e ci danno la possibilità di confrontarci e quindi di farci crescere. Un augurio a tutti per affrontare il futuro in modo sereno. V.S.

Il corso ecm Un sentito ringraziamento a tutto il direttivo Utifar per la bellissima settimana. Mi sono divertito molto e ho stretto nuove bellissime amicizie...un abbraccione virtuale a tutti! Alla prossima! R.F.

È stata una settimana speciale, baciata dal sole in uno scenario bellissimo, perfetta l'organizzazione e la compagnia, grazie infinite! C. e F.

Un sentito Grazie al direttivo Utifar per la lodevole organizzazione, un caro saluto, P.M.J.

Momenti di condivisione Ci aggreghiamo anche noi nel ringraziare per l'eccellente organizzazione e fantastica scelta della struttura, arrivederci! E. e F.

La gara di sci

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DR & Domande e Risposte

CONSULENZE UTIFAR Riservate ai soci e gratuite

Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it

I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner, Dr. Marino Mascheroni LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna

INFERMIERE E VACCINAZIONI Dovendo affidare il servizio della vaccinazione ad infermiere professionale regolarmente iscritto all'albo, chiedo se sia necessario far effettuare un corso di aggiornamento specifico come fatto da noi farmacisti o se invece tali attività siano già incluse nel profilo professionale dell'infermiere. L'infermiere è uno dei soggetti cui compete ordinariamente l'attività vaccinale. Peraltro al personale infermieristico dei Servizio sanitario nazionale che aderisce all’attività di somministrazione dei vaccini contro il SARSCoV-2 al di fuori dell’orario servizio, non si applicano le incompatibilità esclusivamente per lo svolgimento dell'attività vaccinale stessa. Avv. Paolo Leopardi REMUNERAZIONE AGGIUNTIVA Si chiede come deve essere registrata dalla Farmacia la remunerazione aggiuntiva ex dl. 41/2021. È corretto non inserirla con la distinta del mese, ma fare una apposita registrazione in contabilità in quanto si tratta di importi fuori campo Iva? Deve essere utilizzato un conto apposito oppure va bene usare il conto generico dei corrispettivi? Come è noto trattasi di provvedimento di cui del decreto applicativo del DL 41 (convertito con L. del 21 maggio 2021 n. 69) che consente l’applicazione, a decorrere dallo scorso 1° settembre, di una remunerazione aggiuntiva per ogni medicinale erogato in regime SSN fino a esaurimento dei fondi stanziati. E’ corretto non inserirla nella distinta mensile e registrarla nella contabilità della farmacia fuori campo IVA. Pur non essendo alcun obbligo è consigliabile utilizzare un conto proprio nella voce ricavi al fine di una migliore lettura del bilancio. Dr. Marino Mascheroni


CONSULENZE UTIFAR

L'AFFRANCAMENTO DELL'AVVIAMENTO Ho conferito la ditta individuale in società (snc) a dicembre 2017. Avrei potuto affrancare il valore dell'avviamento versando l'imposta sostitutiva? In caso di risposta affermativa chiedo se l'operazione si possa fare successivamente. La problematica che sottopone a mia analisi non è di facile soluzione, atteso che ella ha già conferito la ditta individuale in società di persone non procedendo per tempo all’affrancamento dell’avviamento. Il testo normativo di riferimento è l’art. 176 del TUIR che recita: “In luogo dell'applicazione delle disposizioni dei commi 1, 2 e 2-bis, la società conferitaria può optare, nella dichiarazione dei redditi relativa all'esercizio nel corso del quale è stata posta in essere l'operazione o, al più tardi, in quella del periodo d'imposta successivo, per l'applicazione, in tutto o in parte, sui maggiori valori attribuiti in bilancio agli elementi dell'attivo costituenti immobilizzazioni materiali e immateriali relativi all'azienda ricevuta, di un'imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, dell'imposta sul reddito delle società e dell'imposta regionale sulle attività produttive, con aliquota del 12 per cento sulla parte dei maggiori valori ricompresi nel limite di 5 milioni di euro, del 14 per cento sulla parte dei maggiori valori che eccede 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e del 16 per cento sulla parte dei maggiori valori che eccede i 10 milioni di euro. I maggiori valori assoggettati a imposta sostitutiva si considerano riconosciuti ai fini dell'ammortamento a partire dal periodo d'imposta nel corso del quale è esercitata l'opzione;” Ora unica soluzione plausibile da verificare ovviamente con il suo consulente, trattandosi di operazione complessa e richiedente attenta analisi sia dal versante delle scelte giuridiche dipendenti e dei valori da porre in atto e che la Società in Nome Collettivo, essendo trascorsi i tre anni previsti dalla legislazione farmaceutica (art. 12 Legge 475/1968) provveda a conferire la farmacia in una newco (snc o sas o srl). Ben infatti la previsione normativa citata apre a qualsiasi tipo di conferimento anche infra societario.

In sintesi - la farmacia snc conferisce l’azienda in una nuova società sottoponendo l’atto alla condizione sospensiva del riconoscimento di titolarità in capo alla newco; - In detto atto deve essere periziato il valore da affrancare e procedere al pagamento dell’imposta sostitutiva nei termini di legge; - la newco conferitaria avrà indi quale socio la vecchia società conferente e per assicurare la pluralità dei soci in caso di conferimento in società personale occorrerà associare anche i soci (con quote minimali) della conferente che libereranno la loro quota con conferimento in denaro ; - la “old” dovrà modificare l’oggetto sociale dismettendo ovviamente l’attività di farmacia avendone persa la titolarità. Questo in estrema sintesi, ribadendo che trattandosi di atti plurimi e complessi e avendo Ella quale principale obiettivo l’affrancamento dell’avviamento quindi con anche coinvolgimenti di natura peritale, la consulenza non può completarsi in uno schema a distanza che per ragioni di opportunità non può che essere succinto, necessitando invero di attente valutazioni da parte di un consulente in materia. Dr. Marino Mascheroni TISANE IN FARMACIA Vi chiedo un chiarimento riguardo le norme di buona preparazione di tisane in farmacia. In particolare vorremmo semplicemente ripartire tisane partendo da miscele commerciali già preparate; per esempio vorremmo preparare sacchetti da 100 g a partire da una confezione di tisana da 1 kg. In questo caso è possibile ripartire tutta la confezione di partenza oppure è necessario preparare il sacchetto da 100 g al momento della vendita? E' possibile esporre al pubblico i sacchetti ripartiti eventualmente già preparati? E infine, è necessario avere in laboratorio uno specifico sistema di aspirazione per polveri? Anzitutto, precisiamo che le risposte fornite valgono in caso la confezione di tisana da ripartire

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DR &

CONSULENZE UTIFAR

Domande e Risposte

sia una confezione non destinata alla vendita ma si deve trattare di un semilavorato destinato alla ripartizione. In altre parole il farmacista non deve sconfezionare un prodotto destinato alla vendita. Detto, questo, è possibile ripartire anticipatamente alla vendita in sacchetti più piccoli tisane da vendersi su semplice richiesta verbale. Inoltre, i componenti delle tisane devono essere ricompresi nella lista delle erbe ammesse per poter essere vendute senza ricetta. Quanto all'esposizione, le confermiamo che è possibile esporre al pubblico i sacchetti ripartiti. Rispetto all'ultima domanda, nella tabella 6 (apparecchi ed utensili obbligatori in farmacia) al punto 9 è riportato: "sistema di aspirazione per polveri" (obbligatorio per le farmacie che preparano compresse, capsule, tisane, o bustine). Di conseguenza, la risposta è affermativa. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano FINASTERIDE GALENICA Chiedo gentilmente delucidazioni riguardo formalismi e validità di ricette per finasteride in preparazione galenica, sia uso topico che uso orale. In analogia con i medicinali dotati di AIC regolarmente in commercio in Italia: Finasteride per uso orale con indicazione: "nel trattamento e nel controllo dell'iperplasia prostatica benigna, anche detta ipertrofia prostatica, in quanto induce la regressione dell'ingrossamento prostatico, migliora il flusso urinario ed i sintomi associati alla iperplasia prostatica benigna", richiede ricetta medica ripetibile. Finasteride uso orale con indicazione: "negli uomini di eta' compresa tra 18 e 41 anni per gli stati precoci di alopecia androgenetica negli uomini" richiede ricetta medica non ripetibile. Finasteride uso topico con indicazione: "per il trattamento topico negli uomini adulti di eta' compresa tra 18 e 41 anni, con caduta dei capelli da lieve a moderata (alopecia androgenetica) per aumentare la crescita dei capelli e prevenire l'ulteriore caduta" richiede ricetta medica ripetibile. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

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Nuovo COLLEGAMENTO

DIOSMINA IN CAPSULE Avrei bisogno di una consulenza sull'allestimento di una preparazione officinale di diosmina in capsule e più precisamente vorrei conoscere il dosaggio massimo di diosmina per capsula e il numero massimo di capsule per confezione. Il dosaggio allestibile, secondo la monografia presente nel FTM (formulario Belga) attualmente in vigore: "DIOSMINE Gélules à 500 mg" è facilmente intuibile dal titolo stesso ed è 500 mg. Come previsto dalla tabella 4 della Farmacopea Ufficiale XII in vigore: "Ad eccezione di quanto riportato in tabella, sono altresì esentati dalla vendita dietro presentazione di ricetta medica i preparati officinali allestiti in farmacia che contengano una quantità per dose e per confezione di principio attivo uguale o inferiore a quella del medicinale industriale esentato in sede di A.I.C. ad eccezione di quelli che sono soggetti alla legge 14 dicembre 2000, n. 376, e successive modificazioni.". Nella fattispecie la Diosmina è presente in medicinali industriali dotati di AIC esentati dalla presentazione di ricetta medica con dosaggio di principio attivo 500 mg e unità posologiche 30, 60 e 120. Per cui Diosmina 500 mg max 120 unità posologiche a confezione. La formula in questione è una formula chiusa, cioè nella monografia è riportata la formula quali - quantitativa di principio attivo ed eccipienti: Diosmina 500 mg Silice colloidale anidra 5 mg Eccipiente A o B quanto basta ad 1 capsula. ECCIPIENTE A FTM= Silice colloidale anidra 0,50 g Lattosio monoidrato polvere fine 99,5 g ECCIPIENTE B FTM = Silice colloidale anidra 0,50 g Mannitolo polvere fine 99,5 g. Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano


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