È tempo di LopiGLIK®
LopiGLIK® è un integratore alimentare a base di:
Berberina che contribuisce alla regolare funzionalità dell’apparato cardiovascolare.
Gelso bianco che agisce favorevolmente sul metabolismo dei carboidrati.
Riso rosso fermentato che contiene Monacoline.
LopiGLIK® Plus combina gli ingredienti di LopiGLlK® alla vitamina D3.
EFFICACIA
basata su evidenze cliniche
PRODOTTO IN ITALIA
Gli integratori non vanno intesi quali sostituti di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita. Non superare la dose giornaliera consigliata. Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni di età. Il prodotto non deve essere consumato dalle donne in gravidanza o in allattamento, dai bambini di età inferiore ai 18 anni e dagli adulti di età superiore ai 70 anni. Consultare un medico sul consumo di questo prodotto se si manifestano problemi di salute. Il prodotto non deve essere consumato se si assumono medicinali per abbassare il colesterolo. Il prodotto non deve essere consumato se già si consumano altri prodotti contenenti riso rosso fermentato. Non consumare un quantitativo giornaliero pari o superiore a 3 mg di monacoline da riso rosso fermentato.
Serve un salto culturale
Sono stato chiamato a rappresentare l’Utifar e a parlare della galenica in farmacia al congresso Sifap in occasione dei 30 anni di attività di questa prestigiosa società scientifica della nostra categoria. È stato un grande onore per me essere stato coinvolto da Paola Minghetti.
Ritengo giusto esternarvi alcune riflessioni che ho fatto mentre ragionavo su quale fosse il messaggio che Utifar potesse portare in quella sede.
I farmacisti e la farmacia escono dall’ultimo periodo pandemico con un immagine ed un ruolo completamente diverso, innegabilmente rafforzato professionalmente.
La scommessa per il futuro, come già detto più volte, è quella di consolidare questo ruolo.
Come si suol dire “abbiamo una prateria davanti”. In primo luogo, ci sono le opportunità per implementare il settore della galenica, utile per sopperire alle carenze dei farmaci e per dare un supporto ai pazienti con malattie rare che non trovano i farmaci.
La farmacia può poi essere un attore nell’implementazione delle campagne vaccinali, par-
tecipare alle attività di telemonitoraggio previste dal Pnrr e portare al pubblico un’ampia gamma di servizi, che ogni giorno, sempre di più, fanno parte della nostra offerta. Per fare tutto questo, però, bisogna fare un salto culturale: dobbiamo essere consapevoli che non basta aggiungere una parola all’insegna, ma occorre investire in cultura, in formazione e in un adeguato sviluppo della struttura.
Bisogna iniziare, come primo passo, a comprendere che l’aggiornamento professionale non è solo un obbligo, ma è un elemento fondamentale nella direzione di un farmacista sempre più punto di riferimento sanitario per il cittadino. Inoltre, dobbiamo comprendere che il tempo che si investe in aggiornamento va considerato nell’orario di lavoro, essendo parte integrante e fondamentale dell’attività lavorativa.
E dobbiamo iniziare a comprendere che anche l’aggiornamento deve essere frutto di una scelta ben precisa, indirizzata alle implementazioni di cui parlavo. Bisogna scegliere su cosa aggiornarsi in base alla direzione in cui si vuole sviluppare la propria
professionalità, non in base al numero dei crediti Ecm che questo o quel progetto formativo offrono.
Un doppio investimento, quindi: in primis basato sull’accrescimento mirato delle proprie competenze professionali; e in secondo luogo indirizzato all’implementazione di spazi e strumentazioni adeguati. Investire nella struttura vuol dire assegnare i giusti spazi alle attività, fare un conto economico delle possibilità e delle necessità di investimento, pensare ad uno sviluppo della farmacia nel lungo termine. Questo intendo per salto culturale: non fermarsi alle questioni che riguardano la quotidianità, ma progettare una farmacia al passo con i tempi e con le mansioni che sempre più ad essa sono richieste.
Utifar è disponibile ad affiancare i colleghi in questa direzione, fornendo loro il supporto dei propri esperti; offrendo una formazione di qualità e mirata alle nuove prospettive della professione; e portando avanti, in tutte le sedi, l’idea di una farmacia orientata al consiglio, ai servizi e alle nuove aspettative del pubblico e delle istituzioni.
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Siamo molto orgogliosi di essere la prima azienda a firmare un accordo di partnership con The Akkermansia Company. Abbiamo in programma di investire nella ricerca attraverso la promozione e la realizzazione di studi clinici di intervento in stretta collaborazione con gli specialisti della salute e gli enti di ricerca. I prodotti formulati con Akkermansia muciniphila aprono la strada a una nuova generazione di integratori alimentari.
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Eugenio Leopardi
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Rivista ufficiale di UTIFAR
Anno XXIV n.2 - 2023
Registrazione del tribunale di Milano
n. 12 del 11/01/2000
ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)
Tiratura del presente numero
20.000 copie - Certificate e autorizzate UTIFAR
4 Tra advertising e consiglio
12 Le leggi e la deontologia professionale
21 Palmitoiletanolamide un alleato nel dolore cronico
25 Pillole di Galenica
26 Permetrina crema idrofila al 5%
30 Le professioni e il lessico di genere
34 Una farmacia per il tuo cuore
36 Realtà galenica di un farmacista rurale
44 Vitamina D
44 CONSULENZE UTIFAR
Gli autori di questo numero: Alessandro Fornaro, Giornalista e Farmacista. Docente di corsi universitari ed Ecm
Luca Bellissimo, Farmacista, esperto in galenica
Rosario Coluccia, Accademico della Crusca
Paolo Levantino Farmacista clinico e Giornalista scientifico. Presidente Agifar Palermo e Consigliere nazionale Fenagifar
Rosalba Lombardo Product Specialist R&D Formulation Compounding presso ACEF Galenica
Alberto Lepore, Farmacista, presidente Agifar Foggia
Pietro Siciliano, Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli docenti Scuola di Galencia Utifar
Beatrice Siciliano Laureanda in Triennale scienze Politiche alla LUISS
Tra advertising e consiglio
Sempre più spesso, le aziende supportano i prodotti venduti e consigliati in farmacia con campagne pubblicitarie rivolte al grande pubblico.
Come viviamo, noi farmacisti, questo fenomeno? Siamo in grado di valorizzare, contraddire o fare nostri messaggi veicolati dalla pubblicità e che riguardano marche e prodotti che fanno parte della nostra proposta commerciale e del nostro consiglio professionale?
Atutti noi sarà capitato, guardando le trasmissioni televisive in prima serata, di imbatterci in spot pubblicati che reclamizzano prodotti che conosciamo molto bene, essendo presenti sugli scaffali delle nostre farmacie. Integratori, presidi medici, farmaci da banco e prodotti per l’igiene personale e la bellezza sono sempre più spesso oggetto di campagne mediatiche che ne valorizzano le proprietà e ne veicolano l’immagine commerciale e il valore emozionale.
Torneremo su questi aspetti, ma prima dobbiamo porci una domanda molto schietta: “Come viviamo, da professionisti, questa crescita esponenziale di réclame inerenti prodotti che coincidono con la nostra proposta e, spesso, con il nostro consiglio?”.
In effetti, quello della convivenza tra politiche di marketing aziendali e posizionamento dei prodotti in farmacia rappresenta una sorta di nervo scoperto che da decenni rimane pressoché silente all’interno della categoria, provocando, di volta in volta e in ciascuno di noi qualche sopito imbarazzo o qualche timido compiacimento.
A qualche collega può capitare di vivere una determinata compagna come una intromissione nella propria attività di consiglio al banco; ad altri può succedere di non riconoscersi appieno nel messaggio veicolato dalla pubblicità; a altri ancora può salire una rabbia incontrollata nel vedere, per esempio, la pubblicità di un prodotto alimentare tradizionalmente distribuito dalla grande distribuzione e al quale
sono per anni state attribuite improbabili proprietà anticolesterolizzanti annunciare in pompa magna che “da oggi è presente in farmacia”. Gli esempi potrebbero essere molti, come, del resto, gli stati d’amino di ciascuno di noi nell’approcciarsi alle attività di marketing di aziende con le quali collaboriamo da anni. La sostanza della questione, invero, è che non abbiamo ancora metabolizzato appieno questa sorta di doppio binario comunicativo costituito dalle scelte di marketing aziendali finalizzate a consolidare il posizionamento delle marche e le strategie comunicative messe in campo dalle farmacie. Talvolta il messaggio coincide, altre volte diverge, altre ancora crea confusione agli occhi del consumatore finale. Questa dicotomia, invero, è sempre esistita, ma oggi è messa in luce da una maggiore attività di entrambi i soggetti: con le aziende sempre più presenti in tv e le farmacie che stanno cercando di costruirsi delle proprie specifiche identità attraverso la comunicazione social e quella nel punto vendita.
La questione è molto complessa, tanto che è oggetto di percorsi formativi specifici che, almeno per chi scrive, rappresentano il naturale proseguimento ed evoluzione dei corsi di comunicazione al banco e di comunicazione social che fino ad oggi ho proposto ai farmacisti, sempre indirizzati
alla costruzione di una identità ben chiara della farmacia e di un rapporto con i clienti che si fondi non solo sulla trasmissione di informazioni, ma anche sulla messa in comune di valori e visioni condivisi. Comprendo bene che paragonare le strategie comunicative di grandi aziende, talvolta di multinazionali, a quelle delle singole farmacie può apparire sproporzionato. Questa dispongono di ben altri mezzi ed altre competenze, certo. Tuttavia, si tratta pur sempre di politiche aziendali e la farmacia deve iniziare a porsi delle domande in termini di posizionamento strategico ed abituarsi a pensare più in grande, da azienda che opera nel mercato qual è a tutti gli effetti. Soffermiamoci, allora, attorno ad una questione specifica e proviamo a rispondere ad una domanda ricorrente: “Quando può essere utile per la farmacia valorizzare e fare proprio il messaggio veicolato dall’azienda?”.
Per a rispondere in maniera semplice e sintetica a questa domanda, occorre analizzare la questione da due punti di vista: quello della farmacia e quello del cliente.
L’EVOLUZIONE DEL MESSAGGIO PUBBLICITARIO
Serve fare una premessa, che riguarda l’evoluzione del messaggio pubblicitario avvenuta negli ultimi decenni e, in parti-
PROFESSIONE
colare, negli ultimi anni. A livello schematico, tale premessa può partire da un assioma molto noto nel settore della comunicazione pubblicitaria, ovvero che la comunicazione aziendale possiede al tempo stesso due valenze: una strumentale e una espressiva. La comunicazione strumentale fa riferimento agli aspetti logici e razionali, ed è finalizzata a modificare direttamente gli atteggiamenti del pubblico. Quella espressiva, invece, evoca nelle persone emozioni e riflessioni, coinvolge e mobilita i soggetti, rende significativa l’attività aziendale non puntando, in prima istanza, a modificare il loro comportamento, bensì la loro percezione. Nell’attuale società, satura di ogni forma di comunicazione, la forma espressiva ha preso il sopravvento. Non è più sufficiente, infatti, che la pubblicità annunci l’esistenza di un prodotto o la soluzione di un problema, ma conviene, per imporsi, che venga comunicata una specifica identità costituita da valori condivisi con il pubblico.
Pensiamo, per esempio, alla tutela dell’ambiente e al risparmio energetico e a come questi due valori molto attuali, fino a poco tempo fa relegati alle cosiddette “pubblicità progresso”, vengano ora veicolati nelle pubblicità di singoli prodotti. Le marche si stanno quindi orientando nel proporre valori, stili di vita e, addirittu-
MEGLIO SAREBBE CONSIDERARE IL CONSIGLIO NON SOLO COME UN ATTO MERAMENTE PROFESSIONALE, MA INQUADRARLO IN UN PIÙ AMPIO PROCESSO RELAZIONALE DOVE GLI ASPETTI ESPRESSIVI E STRUMENTALI DELLA COMUNICAZIONE SONO COLLEGATI TRA LORO
ra, un’etica e una visione del mondo e non solo un’offerta merceologica o la proposta di una nuova soluzione ad un problema.
Nella propria attività professionale, quale tipologia di comunicazione utilizza il farmacista? E quali messaggi veicola la farmacia nei propri social o nelle varie attività svolte in farmacie e ogni qualvolta si relaziona al proprio pubblico? Come tradizione, il consiglio al banco si colloca a pieno titolo in una forma di comunicazione pienamente “strumentale”, con il farmacista che offre al proprio interlocutore una soluzione efficace ad un problema specifico.
Tuttavia, impostare il consiglio unicamente in quest’ottica può non essere sufficiente. Meglio sarebbe considerare il consiglio non solo come un atto meramente professionale, ma inquadrarlo in un più ampio processo relazionale dove gli aspetti espressivi e strumentali della comunicazione sono collegati tra loro. Il mix tra informazioni ed empatia facilita molti aspetti del processo comunicativo.
Non aiuta solo, per esempio, a rassicurare e aiutare i diversi interlocutori a meglio comprendere lo specifico argomento inerente il consiglio, ma, più in generale, facilita la condivisione dell’approccio, dei valori, dello spirito e della mission dell’impresa farmacia nel suo complesso.
Il consiglio, insomma, non si limita all’indicazione di una soluzione, ma interessa un processo comunicativo più ampio, dove le emozioni si integrano con le informazioni per costruire una relazione tra cliente, farmacista e azienda basata sulla condivisione di valori e sulla costruzione della fiducia.
Ma anche questo, invero, è un assioma che, per quanto valido in termini generali, non deve essere preso alla lettera. In comunicazione, infatti, a mio avviso non esistono regole assolute che possano sostituirsi alla sensibilità individuale, alla personalità dei singoli soggetti e alle situazioni, uniche e irripetibili, che contraddistinguono ogni rapporto umano.
IL PUNTO DI VISTA DEL CONSUMATORE
Proprio in virtù di questo, come dicevamo, è utile analizzare anche il punto di vista del cliente che, a sua volta, si trova bombardato da stimoli pubblicitari provenienti dalle marche e che, con la testa piena di informazioni e condizionamenti più o meno consapevoli, entra in farmacia pronto a ricevere altre informazioni.
Già negli anni ‘80 Leo Bogart, un esperto di strategia pubblicitaria, elaborò una teoria per interpretare le dinamiche di acquisto seguite dai consumatori.
Tramite un modello, invero ancora attualissimo, lo studioso suddivise le decisioni di una persona intenzionata ad acquistare un prodotto in tre schemi principali: ripetitivo, emozionale e logico.
L’acquirente ripetitivo, in buona sostanza, acquista un prodotto, poniamo una crema per il viso, con cadenza periodica in seguito ad una scelta già consolidata nel tempo. Le informazioni che riceve dalla pubblicità o in farmacia svolgono, per questa tipologia di cliente, una funzione cosiddetta di sostegno, ovvero servono a confermare le caratteristiche del prodotto, la sua utilità e tutte le altre informazioni che stanno alla base della scelta pregressa.
L’acquirente emozionale ha invece fatto propri molti degli stimoli dei quali parlavamo, contraddistinti da valori e significati che attribuisce alla marca e ai singoli prodotti nei quali si riconosce e che sono
PROFESSIONE
Tra advertising e consiglio
In questo caso sarà utile spiegare le caratteristiche e le peculiarità dei singoli prodotti, favorendo il confronto critico tra le differenti opzioni, senza temere di spaventare il cliente allontanandolo dalle proprie abitudini o dalle convinzioni più o meno forti veicolate dai messaggi promozionali.
richiamati anche da aspetti che tendiamo a considerare marginali come per esempio i colori del packaging.
Questi stimoli, che sono spesso veicolati dalla pubblicità, sono parte integrante della condivisione o meno di una soluzione proposta dal farmacista o dell’accettazione positiva di un consiglio. Cercare di capire questi aspetti con delle domande mirate a conoscere le esperienze passate o la predisposizione culturale verso determinate marche aiuta il farmacista nel consiglio che, molto spesso, troverà il cliente più predisposto verso prodotti già conosciuti piuttosto che verso nuove soluzioni, a meno che queste non vengano individuate dal farmacista proprio all’interno di quegli aspetti emozionali che contraddistinguono il vissuto del cliente. In ultimo, l’acquirente logico, ovvero colui che è maggiormente predisposto al consiglio tradizionale i farmacia.
QUALI
La pubblicità, in definitiva, non va vista come un nemico che interferisce nel nostro esercizio della professione o come un elemento negativo e tendenzioso al quale contrapporci con argomentazioni tecniche. E non va nemmeno cavalcata a prescindere per incentivare le vendite di taluni prodotti sfruttando, come fa un ciclista che sta in scia per tutta la gara, il lavoro di gregari competenti e generosi.
È invece utile per il farmacista comprendere il senso vero che l’azienda sta, attraverso la pubblicità, veicolando al pubblico. Quali sono i valori che sottendono al messaggio, quale il target di riferimento scelto dall’azienda, quali gli atteggiamenti e le predisposizioni che la réclame propone e trasmette? Una volta compresi questi aspetti, il farmacista è libero di condividerli o rifiutarli. Oppure di utilizzarli nel processo comnunciativo, caso per caso, a seconda del cliente che ha di fronte, sempre nell’ottica professionale di trovare la soluzione più efficace per aiutare le persone a risolvere i propri problemi e a trovare le soluzioni migliori.
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Le leggi e la deontologia professionale
La Corte di Cassazione sezione penale ha di recente indagato i profili di liceità della consegna di medicinali al di fuori della farmacia effettuata da persone non abilitate all’esercizio della professione di farmacista. Il caso specifico nasce dal coinvolgimento di alcuni esercizi commerciali di vicinanza dove i clienti della farmacia potevano ritirare i medicinali.
La sentenza di primo grado ha condannato la condotta dei commercianti individuando in essa un esercizio abusivo della professione di farmacista.
La Corte d’Appello, e poi la Corte di Cassazione, hanno invece ritenuto che il reato non fosse realizzato, visto che le attività professionali, dal controllo delle ricette fino all’emissione dello scontrino fiscale, venivano prima
regolarmente eseguite in farmacia.
Se dal punto di vista penale tale attività non è stata ritenuta illecita, viene da chiedersi se dal punto di vista deontologico la condotta sia accettabile. Proviamo a rispondere a questa domanda, allargando il campo della discussione, all’evoluzione della professione.
Il paragone fra i libri e una miniera o uno scrigno è fin troppo inflazionato, ma proprio alle risorse del sapere bisogna soventemente attingere, per interpretare con terzietà ed imparzialità gli eventi della nostra professione.
Non è facile parlare di giustizia in Italia e se dobbiamo rifarci ad uno dei suoi significati filosofici, cioè l’efficienza di una norma o di un loro insieme nel rendere possibili i rapporti umani, abbiamo il dovere di
ricorrere a quegli scrigni del sapere, in particolar modo all’opera di Sciascia, per ricordarci che la giustizia, se applicata brutalmente “produce nefandezze imbiancate dalla apparente e formale adesione alle regole”.
Tale concetto, estremamente complesso, è alla base della contrapposizione fra Stato di Diritto - sancito dall’art. 25 della Costituzione - e violenza punitiva dello Stato attraverso le leggi, tipica dei regimi dittatoriali.
La dignità dell’accusato, la legalità dei reati, le presunzione di innocenza e in dubio pro reo, l’imparzialità del giudice, l’umanità della pena e la sua graduabilità, sono paradigmi erti a tutela dell’individuo e frutto di conquiste sociali, che trovano le loro radici nella massima del Brocardo “Nullum crimen sine poena; nulla poena sine lege”.
Conoscere le leggi non è capire le parole, ma comprenderne lo spirito e la forza. Intervista a Carolina Carosio, Davide Petrosillo e Mario Cirino.
Quanto fin qui enunciato, è alla base del garantismo. Memori, pertanto, di tale concetto, è possibile approcciarsi alla sentenza della Corte di Cassazione n. 48839 del 22 dicembre 2022, generatrice di clamore e dibattito nella categoria.
La sentenza, conclusiva dell’iter giudiziario, può divenire un momento di riflessione per la categoria, utile in questi tempi di profondo mutamento e necessaria per tracciare la rotta, per il futuro professionale.
A tal scopo sono state chiamate alcune tra le migliori voci giovanili della categoria: il dott.
Davide Petrosillo, segretario della Federazione degli Ordini dei Farmacisti della Lombardia, la dott.ssa Carolina Carosio, presidente Fe.N.A.Gi.Far. e il dott. Mario Cirino, ricercatore sanitario e vicepresidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Trieste.
La sentenza della Suprema Corte non rompe il vincolo fra il farmacista e l’oggetto della sua professione cioè la gestione del medicamento. È opportuno per la nostra riflessione, partire proprio da questo interrogativo: cos’è, dott. Cirino, il binomio farmaco-farmacia e perché non deve essere scisso?
“La farmacia non è semplicemente un luogo ben delimitato e identificato a norma di legge, ma è lo studio professionale in cui il farmacista, abilitato all’esercizio della professione e iscritto all’Ordine, svolge la sua attività di dispensazione dei farmaci.
Questa mansione non si limita alla mera erogazione della confezione al paziente o al care giver, ma sottende una serie di attività a corollario, catalogate come pharmaceutical care, che sono peculiari della nostra figura professionale.
Alberto LeporeIn primis, la ricognizione e la riconciliazione terapeutica sono attività di monitoraggio a favore dell’efficacia, della sicurezza della terapia farmacologica e del risparmio delle risorse economiche.
DOTTOR MARIO CIRINO È RICERCATORE SANITARIO E VICEPRESIDENTE DELL’ORDINE DEI FARMACISTI DELLA PROVINCIA DIL’attività di farmacovigilanza, inoltre, garantisce costantemente elevati livelli di sicurezza delle terapie farmacologiche, per assicurare un rapporto beneficio/rischio favorevole per la popolazione.
Non ultima, quella di counseling permette, come più volte dimostrato in pubblicazioni di progetti internazionali (I-MUR in Italia, ConSIGUE in Spagna, ecc.), di fornire un elevato livello di aderenza terapeutica, riducendo il rischio di fallimenti terapeutici, reazioni avverse, interazioni farmacologiche e ottimizzando la terapia del paziente con vantaggi anche economici, a favore del soggetto pagatore.
Alla luce di ciò, mi sembra superfluo sottolineare l’inscindibilità del binomio farmaco-farmacia o meglio del trinomio farmaco-farmacista-farmacia.” Tale binomio o trinomio, come sancito dalla Corte non è stato scisso, alla luce delle leggi che tutelano e regolano il bene farmaco.
Questa inscindibilità, nodo gordiano della nostra professione, non è identificativo di una staticità della farmacia al mutare dei tempi.
La duttilità di tale sistema di rispondere con tempismo alle esigenze della scienza, della tecnologia e della popolazione è ben sperimentata.
La velocità del cambiamento di
questi lustri, però, può essere foriero di turbamenti o di incomprensioni che devono essere fugati.
Dott.ssa Carosio, spetta a Lei il compito di tracciare un fil rouge fra passato e presente della farmacia italiana. Chi eravamo? Chi siamo?
“Amavamo e amiamo la nostra professione, questo ritengo rappresenti il collante che ad oggi vede i giovani dedicarsi con passione ed impegno al lavoro del farmacista, in tutte le sue sfumature e in tutti i luoghi in cui viene chiamato a rispondere ai bisogni della salute. Il recente vissuto pandemico, sociale e socio-sanitario ha posto in evidenza l’importanza del concetto di prossimità, strettamente connesso al ruolo della farmacia quale presidio territoriale e alla collaborazione interprofessionale, quale punto di snodo per l’erogazione efficace di nuovi servizi e nuovi modelli di presa in carico del paziente. Oggi, essere interpreti della professione significa essere in prima linea con costanza e dedizione, cavalcando il cambiamento senza subirlo. Diventa sempre più doveroso ragionare sulle reali esigenze dei pazienti/cittadini, per garantire un’efficace gestione da parte dei professionisti e piena comprensione per l’utente finale. La farmacia dei servizi è la naturale portavoce del mutare dei tempi, nonché la giusta visione per affrontare al meglio le sfide del futuro.
Immagino che tra non molti anni si parlerà non più di farmacia dei servizi, ma semplicemente di farmacia, già valorizzata omogeneamente dalle prestazioni ad oggi avviate.”
Dott. Petrosillo, anche il futuro influenza il presente: Chi saremo? Quali sfide e orizzonti ci attendono?
“L’innovazione è inevitabile e ha una doppia lama; l’importante è cercare di comprenderla, usarla bene, cavalcarla senza danneggiarsi, partendo proprio dalle valutazioni di cos’è veramente bene e cosa è male. Mi sia concessa una provocazione: è peggio ammettere che la consegna di un medicamento o di un dispositivo medico, seppur sigillato con l’identificativo dell’utilizzatore finale, sia lasciato in un’altra attività commerciale, per l’impossibilità del paziente di recarsi negli orari di apertura al pubblico della farmacia, oppure accettare che si faccia distribuzione diretta 24H con consegna attraverso un robot, così come da progetti in via di realizzazione? All’estero, si sta sperimentando financo la consegna del farmaco con i droni. Di fronte a questa visione, mi sembra chiaro che cercare di opporsi al cambiamento ci vedrà sempre perdenti. La sfida è fare nostro il cambiamento, sia su queste innovazioni tecnologiche, sia nella valutazione di ciò che non può essere sostituito da una macchina ossia l’attività di relazione, il counseling, i rapporti umano e
di fiducia, sia nell’introdurre la modernità nella farmacia dei servizi, modello professionale più aderente ai nuovi bisogni del cittadino.”
Oltre alla visione garantista, rifacendoci sempre a Sciascia, bisogna analizzare il contesto. Di conseguenza, dato che tutto deriva dalla fattualità delle cose, alla luce di questa sentenza la farmacia riesce ancora a dialogare con il territorio? Ritenete che sia importante accrescere e far percepire maggiormente il nostro valore alle istituzioni e alla popolazione? Se sì, come?
“Variegati e mutevoli sono i territori. La capacità della farmacia, di dialogare con essi, si è ampiamente dimostrata in fase pandemica.” Afferma così il dott. Cirino, sostenendo che: “Dei servizi c’è grande bisogno. La richiesta è forte e la farmacia è la più presente nei territori. Il farmacista agisce in una zona nella quale riesce a dare alle persone le risposte che cercano e spesso si fa carico di compiti che altri trascurano.
I servizi e la formazione servono proprio a passare da una visione commerciale a una di supporto, fondata su una mission definita.
Di ciò, se ne è reso conto anche il Ministero dell’Università e della Ricerca che ha recentemente decretato un nuovo ordinamento didattico per il corso di Laurea in Farmacia, per permettere al laureato di rispondere adeguatamente
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INTERVISTA
alle mutevoli esigenze della società in campo sanitario ed essere in grado di operare per le finalità della sanità pubblica. La farmacia deve ritrovare un suo contesto, valorizzando il rapporto diretto con i cittadini, evitando dogmatismi inutili e controproducenti.
Il contatto, l’interazione, l’empatia, oltre a preparazione e professionalità, sono le parole chiave.
All’interno di questo nostro mondo, tramite la formazione, il farmacista deve mantenere il rapporto di fiducia con i cittadini.”
Concorda la dott.ssa Carosio che riprendendo quanto detto dal dott. Cirino rimarca: “L’azione proattiva della professione è stata fondamentale, in molti contesti, per assicurare l’accesso dei pazienti alle cure essenziali e garantire continuità assistenziale sul territorio. Quanto vissuto, ha rappresentato un punto di svolta per la professione, da cui sarà difficile tornare indietro. Sicuramente le istituzioni, la politica, più in generale la cittadinanza nella sua interezza hanno compreso più da vicino l’eccezionale lavoro svolto dalla professione nelle farmacie di comunità, sul territorio, negli ospedali, nelle industrie, per cui ritengo che il dialogo ci sia e che venga compreso appieno. Certamente non tutte le realtà sono uguali, sappiamo che il forte limite a tanti processi è rappresentato proprio dal-
la natura del nostro Paese, composto fondamentalmente da tante sanità che spesso viaggiano a velocità e priorità differenti. D’altro canto, le azioni messe in atto nei momenti più neri della crisi, hanno reso insostituibile l’impiego di nuove tecnologie nelle attività al banco della farmacia, nell’intermediazione con altri professionisti sanitari e nella comunicazione con i pazienti. Non penso che esistono minacce reali al valore, al dialogo e al supporto che la professione può apportare, penso piuttosto che sia necessario imparare a conoscere le nuove frontiere a disposizione dell’evoluzione e nutrire la lungimiranza di prevedere alcuni possibili scenari.”
A chiosa il Dott. Petrosillo, analizzando con attenzione la sentenza risponde: “È chiaro che questa sentenza potrebbe dare adito a interpretazioni che tendono a banalizzare la dispensazione del farmaco, ma leggendola, si sottolinea che tutte le attività di pertinenza del farmacista sono state svolte esclusivamente in farmacia, quindi vorrei cercare di non essere troppo negativo.
Dovremmo, forse, essere noi i primi a far percepire il valore anche dell’ultimo passaggio, non delegando nessuno a compierlo. Ripeto, però, che nel testo della sentenza non mi sembra sia messo in discussione il ruolo fondamentale della farmacia.”
Alla luce di quanto fin qui esposto, ritenete che questa sentenza possa inficiare i traguardi professionali raggiunti in questi ultimi anni? “Assolutamente no!”
Categorico il dott. Petrosillo che continua dicendo: “Sono altri i valori su cui poggiano le fondamenta della farmacia. Possiamo affermarlo proprio oggigiorno, alla luce del rilancio della farmacia come unità assistenziale indispensabile sul territorio: dall’assistenza farmaceutica a presidio sanitario che eroga prestazioni di analisi, telemedicina, etc. Da questo presupposto deriva la conferma della positiva intuizione della farmacia dei servizi che rappresenta il futuro, sia per la sostenibilità della farmacia, sia per la capacità di rispondere alla domanda di salute del cittadino.”
IL DOTTOR DAVIDE PETROSILLO È SEGRETARIO DELLAPiù riflessivo il dott. Cirino che soffermandosi sulla sentenza afferma: “Se ad una prima e superficiale lettura sembra che la sentenza della Suprema Corte possa in qualche modo aprire scenari in contrapposizione con la normativa vigente, bisogna invece, considerare che il Codice Deontologico del Farmacista all’art.8 comma 2 recita: - La dispensazione e la fornitura di qualunque medicinale sono prerogativa esclusiva del farmacista, che assolve personalmente a tale obbligo professionale e ne assume la relativa responsabilità.Tale concetto è ribadito anche
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Packaging e strumentazione per il laboratorio
Supporto tecnico, formulativo e commerciale
dalla circolare della FOFI n. 7909 del 2012. Non vedo, pertanto, inficiati i traguardi raggiunti poiché sostenuti da una chiara normativa. Tuttavia, se da un lato la Corte di Cassazione si è pronunciata su un singolo caso nel quale i colleghi, spinti da una volontà di agevolare il paziente, hanno delegato la consegna a esercizi commerciali di prossimità, ritengo di condividere appieno quanto indicato nella circolare FOFI n. 14214 del 24/01/2023, nella quale si auspica una più compiuta definizione del quadro giurisprudenziale di riferimento.-”
Del medesimo parere è la dott.ssa Carosio che aggiunge: “Le sfide future hanno solide basi proprio nei traguardi raggiunti, tuttavia parlare di traguardi può trarre in inganno, ad oggi la normativa sostiene a pieno titolo la strada intrapresa e getta le basi per ampliare le competenze attuali.
Da una prima lettura la sentenza può non essere di conforto, ma non entra nel merito delle attività professionali, svolte dal farmacista in farmacia, ritengo che questo aspetto sia la garanzia più importante da preservare.”
Sorge spontanea la domanda: quali errori commettiamo nel nostro quotidiano impegno?
Cosa dobbiamo correggere?
I SERVIZI E LA FORMAZIONE SERVONO A TRANSITARE PRECISAMENTE
“Sicuramente non dobbiamo dare nulla per scontato, dobbiamo essere formati ed orgogliosi di avere delle regole da seguire, a tutela dell’atto professionale e della salute del cittadino.”
Esplica così la dott.ssa Carosio, quanto affermato precedentemente e continua dicendo.
“Troppo spesso viviamo precisi dogmi come delle catene che ci tengono legati con forza, ma sono proprio quelle catene che valorizzano il nostro ruolo e spesso ci indicano la retta via.
Peccare di superficialità non aiuta nella comunicazione di un ruolo che dei professionisti sanitari devono saper trasmettere in maniera univoca.”
Sul concetto di vincoli si inserisce il dott. Petrosillo che afferma: “Penso che a tutti sia capitata la richiesta di un farmaco con obbligo di prescrizione con la conseguente obiezione del paziente: -Guardi, se non me lo dà lei, vado comunque in un’altra farmacia.-
Sarebbe opportuno, in questi casi, dedicare qualche minuto in più per spiegare alla persona che il diniego del medicamento è volto solo alla tutela della salute. Ritengo che aiuterebbe anche il cittadino a capire meglio certe dinamiche e di conseguenza il valore di quello che facciamo ogni giorno.”
A sostegno dei pareri sopra esposti, il dott. Cirino sostiene: “Ritengo che non si compiano errori, ma piuttosto gesti superficiali a fin di bene. Come affermato in precedenza, il farmacista agisce in una zona nella quale riesce a dare alle persone le risposte che cercano e spesso si fa carico di compiti che altri trascurano, con una mission definita che è quella dell’efficacia e della sicurezza della terapia farmacologica a favore della sanità pubblica.
I servizi e la formazione servono a transitare precisamente da una visione commerciale a una di servizio per la salute. Bisogna, però, prestare attenzione a non travalicare i limiti definiti dalla normativa vigente che esiste non solo a tutela del professionista, ma anche della salute e dell’integrità psicofisica del paziente, così come indicato nel Codice Deontologico.
Talvolta, per agevolare qualcuno all’interno di un rapporto di fiducia, si rischiano comportamenti non improntati alla massima professionalità.”
“È men male agitarsi nel dubbio che riporre nell’errore” afferma così Manzoni.
L’articolo è nato infatti dal desiderio di fare chiarezza, di analizzare con distacco e serietà un tema che non poteva essere oggetto del dibattito popolare. Non serve alcuna riflessione sull’eccellente analisi condotta
dagli stimatissimi colleghi coinvolti. Il dott. Petrosillo ha affermato che bisogna cavalcare il cambiamento, un futuro che per molti colleghi è ancora nebuloso.
Gradirei chiudere questa intervista con questa domanda: È giusto credere ancora nella farmacia italiana?
“Assolutamente sì!” una risposta convinta quella del dott. Petrosillo che, proseguendo, sostiene: “È giusto credere nella sua naturale evoluzione in presidio sanitario di prossimità!
Dalla lezione della pandemia e grazie al PNRR, nasce un nuovo SSN, dove la farmacia ha già assunto nuovi ruoli e avrà un peso ancora più importante.”
Di ugual parere il dott. Cirino che ribadisce “Sì! È giusto credere nella farmacia italiana perché rappresenta la centralità dell’attività di dispensazione del farmaco che va oltre la mera consegna di una confezione e prevede una serie di iniziative, a tutela della salute del paziente.
Un cittadino esce dalle farmacie italiane con un consiglio. Quel consiglio è dato dai farmacisti italiani che, forti della stima della gente, dissuaderanno tutti quelli che non credono più nella nostra professione.”
“Sì! È giusto e doveroso”.
Riconferma la dott.ssa Carosio. “Dobbiamo essere orgogliosi della nostra funzione sul territorio; dobbiamo coltivare il piacere di trasmettere un sapere, per il bene del prossimo. Questo non significa che la strada sarà sempre in discesa, come non credo che eccessive semplificazioni portino a valorizzare alcuni compiti, ma di una cosa sono certa: non si può tornare indietro, siamo al centro del sistema salute del nostro Paese e abbiamo tutti gli strumenti, per essere protagonisti dell’evoluzione già avviata del SSN.”
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RICERCA SCIENTIFICA
di Luca BellissimoPalmitoiletanolamide
un alleato nel dolore cronico
Isolata per la prima volta nella frazione lipidica del tuorlo d’uovo, è una molecola presente in molti altri cibi quali pomodori, arachidi e piselli. Sembra prolungare gli effetti degli endocannabinoidi, oltre a ridurre la produzione dei mediatori dell’infiammazione.
Analizziamo questa molecola, interessante componente di diversi integratori alimentari.
La Palmitoiletanolamide o PEA, è l’ammide tra l’acido palmitico e l’etanolamina, abbondante nel nostro orga-
L’ATTIVITÀ PIÙ NOTA DELLA PEA È QUELLA ANTI INFIAMMATORIA. INOLTRE, ESERCITA UN EFFETTO NEURO PROTETTIVO, ANALGESICO, INDUCE LA MOTILITÀ INTESTINALE E PROTEGGE L’ENDOTELIO VASCOLARE
nismo in particolare a livello celebrale in quanto prodotta dalle cellule gliali. Dal punto di vista strutturale è un analogo dell’andamide, nonché ligando endogeno dei cannabinoidi, in particolare il Δ9-tetraidrocannabinolo. La PEA, a differenza di quest’ultimo, non si lega direttamente ai recettori endocannabinoidi ma agisce da mediatore prolungandone la loro azione andando ad impedirne la degradazione. Inoltre, la PEA sembra avere effetti sulle cellule gliali, le cellule di supporto del sistema nervoso, riducendo l’attivazione e la produzione di sostanze infiammatorie.
Ciò può aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione associate a varie patologie. Ulteriori studi indicano la capacità della PEA di inibire le cellule immunitarie pro-infiammatorie, la regolazione dei canali ionici e la modulazione dell’attività di alcune citochine e fattori di crescita. L’attività più nota della PEA è quella antinfiammatoria ma non solo, essa esercita infatti un effetto neuroprotettivo, analgesico, induce la motilità intestinale e protegge l’endotelio vascolare. Pur essendo ancora oggi oggetto di studio al fine di valutare i suoi effetti sul dolore, si ritiene che la PEA agisca prin-
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cipalmente mediante l’attivazione dei recettori PPAR-alfa, presenti in diversi tessuti del nostro organismo inclusi quei tessuti coinvolti nella trasmissione del dolore. In particolare, la PEA sembra ridurre l’infiammazione e proteggere i tessuti dall’iperalgesia, ovvero la condizione in cui un determinato stimolo provoca un dolore più intenso del normale. I benefici della PEA sul dolore possono essere dunque vari includendo: la riduzione del dolore cronico come quello associato alla neuropatia diabetica o alla fibromialgia; la riduzione dell’infiammazione; la protezione dei tessuti da ipossia ed ischemia ed infine la riduzione degli effetti collaterali rispetto ad altri farmaci analgesici.
La PEA può essere associata ad altre sostanze al fine di potenziarne gli effetti terapeutici, quali omega-3, curcumina, vitamina D, glucosamina e condroitina. In commercio esistono differenti integratori alimentari contenenti PEA, in varie formulazioni e dosaggi prestabiliti; tuttavia, è possibile anche allestire preparazioni galeniche in farmacia contenti PEA, ottenendo così delle formulazioni personalizzate per ogni paziente.
Ci sono diverse preparazioni galeniche a base di PEA, tra cui capsule, compresse, creme e polveri. Le formulazioni topiche trovano applicazione nel trattamento di patologie a carico della cute mentre quelle orali possono essere impiegate nel dolore associato a patologie sistemiche.
Vista la similitudine strutturale con gli endocannabinoidi e gli effetti biologici di quest’ultimi sulla pelle, la PEA trova applicazione sia terapeutica che cosmetica. Di conseguenza è stata studiata come possibile trattamento per alcuni problemi cutanei quali eczema, psoriasi, prurito, dermatiti ed acne. Le formulazioni galeniche possono essere personalizzare in base alle esigenze del paziente tenendo conto di fattori come la via di somministrazione o eventuali allergie.
Quando inizia ad instaurarsi una condizione di infiammazione è fondamentale anche il ruolo degli agenti antiossidanti; tra le molecole d’eccezione per contrare i radicali liberi vi sono i flavonoidi. Alcuni studi hanno messo in evidenza come questi possano essere associati alla PEA, in particolare la Luteolina, capace di bloccare i processi ossidativi e di inibire la produzione di citochine pro-infiammatorie.
La PEA e la Luteolina sono due composti bioattivi diversi ma con potenziali effetti benefici per la salute.
Sebbene siano ancora pochi gli studi in merito, è stato constato come l’uso in combinazione abbia effetti notevolmente superiori in termini di stabilità e potenza farmacologica rispetto all’applicazione in maniera singolare.
Al fine di migliorarne la solubilità e dunque la disponibilità, la PEA è sottoposta ad un processo di micronizzazione. Tale tecnica, che consiste nella riduzione delle dimensioni par-
RICERCA SCIENTIFICA
ticellari, permette di aumentare la biodisponibilità della PEA, dal momento che avrà una maggiore superficie specifica. La PEA micronizzata viene impiegata in diversi prodotti farmaceutici ma non tutti sono uguali, per cui la qualità e l’efficacia del prodotto dipendono anche dalla purezza della PEA utilizzata. Esistono inoltre formulazioni che impiegano la PEA ultra-micronizzata o co-ultramicronizzata con altre sostanze antiossidanti che dimostrano una certa efficacia nel ridurre la neuroinfiammazione. La posologia della PEA varia a seconda del peso, del sesso, dell’età ed al tipo di problematica da trattare. In generale, per un adulto si raccomanda di assumere un dosaggio giornaliero che va dai 300 mg a 1200mg al giorno. Inizialmente si procede con 1-3 capsule al dì che vanno prese durante o subito dopo i pasti, per i primi due mesi. Trascorso questo breve periodo, per assistere ai primi miglioramenti clinici, è possibile modificare il regime posologico quotidiano. È importante sottolineare che il dosaggio della PEA può variare a seconda della gravità della condizione trattata e della risposta individuale al trattamento. Inoltre, è sempre importante ricordare al pubblico di consultare un medico o un farmacista prima di utilizzare prodotti contenti PEA o di modificare il dosaggio in uso. Inoltre, va ricordato che ne è sconsigliata l’assunzione durante la gravidanza. 300 mg a 1200mg al giorno.
UTIFAR FAD
Come è possibile conciliare contenuti scientifici, farmacologici e clinici, con gli strumenti del Marketing e della Comunicazione? Lo spunto nasce dal profondo cambiamento culturale e sociale che ha caratterizzato i nuovi scenari del settore della salute e del benessere negli ultimi 15 anni, cambiamento da cui emerge con sempre maggior consapevolezza, l’esigenza di portare una nuova figura di PazienteCliente al centro della ricerca e dello sviluppo dei prodotti e delle politiche di Marketing delle imprese del settore.
L’impiego sempre più diffuso di prodotti naturali (integratori, nutraceutici, fitoterapici e cosmetici) insieme ad una cultura più approfondita su modelli alimentari, su un’alimentazione corretta ed equilibrata e sui protocolli di attività fisica, sono le risposte adeguate alla ricerca del Benessere psicofisico finalizzato al miglioramento del concetto di Bene-Essere e quindi della Salute.
Affrontiamo il tema degli integratori alimentari sotto una veste “clinica”, nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa.
Il corso tratta del tema della privacy e del suo impatto sul sistema sanitario, con particolare riferimento alla farmacia. La farmacia che vive a 360° il rapporto con il Paziente-cliente, ha la necessità di conoscere tutte le tematiche che sono di competenza della regolamentazione in materia di privacy.
La regolamentazione sulla privacy aiuta a prevedere le diverse casistiche che si presentano in materia di trattamento di dati sensibili e offre uno strumento per la tutela dei dati personali e per il rispetto delle persone.
EVENTI FAD
Agli antiossidanti è riconosciuto un ruolo chiave nella prevenzione e nel trattamento di patologie sistemiche e topiche.
Uno dei più potenti antiossidanti disponibili è l’idebenone, principio attivo indicato nel trattamento di patologie neurodegenerative e disturbi della pelle.
Strutturalmente simile all’ubichinone (o coenzima Q10), l’idebenone si qualifica dal punto di vista chimico come un benzochinone a catena corta.
In ambito galenico, questo principio attivo può essere allestito in forma di capsule, sospensioni e creme e dispensato dietro presentazione di ricetta medica.
In questo articolo, viene presentata una formulazione liquida a base di idebenone per uso orale.
IIdebenone potente antiossidante ad uso orale e topico
MODUS OPERANDI
Triturare/micronizzare e setacciare IDEBENONE.
In un mortaio di melamina levigare con una piccola porzione di BASE LIQUIDA x SOSPENSIONI pH 4. Portare a volume con BASE LIQUIDA x SOSPENSIONI pH, rispettando il metodo delle diluizioni geometriche. Miscelare, confezionare ed etichettare.
PACKAGING
Flacone PET ambrato con adattatore e pipetta dosatrice ACEF. DATA LIMITE UTILIZZO 30 giorni
AVVERTENZE
Conservare tra 2 e 8°C. AGITARE BENE PRIMA DELL’USO. Uso Orale. Tenere fuori dalla portata dei bambini. Conservare in recipiente ben chiuso e lontano da fonti di calore.
Composizione BASE LIQUIDA x SOSPENSIONI pH 4: Acqua, amido alimentare modificato, benzoato di sodio (<0,1%), acido citrico, sucralosio e aroma arancia o ciliegia.
Permetrina crema idrofila al 5%
La carenza di medicinali industriali dotati di AIC è ben nota e l’opera certosina del farmacista galenista riesce in molti casi a sopperire a tali mancanze.
Agli ormai noti nomi quali l’Ibuprofene, Paracetamolo e Nifedipina si aggiunge in quest’ultimo periodo anche la Permetrina. In particolare non sono reperibili nei classici canali distributivi i medicinali industriali contenenti Permetrina al 5% sotto forma di crema idrofila.
La permetrina è un principio attivo che possiede proprietà antiparassitarie ed insetticide, entra nella composizione di medicinali denominati “ectoparassiticidi piretroidi” e agisce bloccando i canali del sodio degli elementi nervosi del parassita. Di norma, alle concentrazioni utilizzate, è ben tollerata e il suo uso dà origine solo occasionalmente a transitori fenomeni di irritazione, prurito o eritema.
Viene utilizzata per il trattamento della scabbia in adulti e bambini a partire dai 2 mesi di età.
La crema di permetrina al 5% va utilizzata su pelle asciutta, integra e pulita. Evitare l’applicazione subito dopo aver fatto un bagno caldo. La crema va lasciata in situ per almeno 8 ore e solo dopo tale periodo si può effettuare un lavaggio del corpo. In caso di lavaggio delle mani prima delle 8 ore è necessario riapplicare il prodotto.
DI SOLITO
UNA SINGOLA APPLICAZIONE È SUFFICIENTE PER ELIMINARE L’INFESTAZIONE. IN CASO DI RECIDIVA È POSSIBILE RIPETERE IL TRATTAMENTO DOPO 7 GIORNI
Di solito una singola applicazione è sufficiente per eliminare l’infestazione. In caso di recidiva è possibile ripetere il trattamento dopo 7 giorni. Per un adulto è sufficiente, per trattare tutto il corpo, una dose di 30 grammi. Solo eccezionalmente in alcuni adulti sarà necessario applicare una dose maggiore comunque non superiore a 60 grammi. I formati in commercio dei medicinali industriali sono da 30 e 60 grammi e sono vendibili senza obbligo di prescrizione medica.
La dose raccomandata di Permetrina crema al 5% varia in funzione dell’età:
Dose di Permetrina crema al 5% da utilizzare
ADULTI, ANZIANI E BAMBINI SOPRA AI 12 ANNI 30 grammi (eccezionalmente alcuni adulti possono necessitare di quantita’ maggiori senza comunque superare i 60 grammi)
BAMBINI DA 6 ANNI A 12 ANNI
fino a 15 grammi
BAMBINI DA 2 MESI A 5 ANNI
fino a 7,5 grammi
In caso di gravidanza o allattamento, consultare il medico prima di utilizzare il medicinale.
Evitare il contatto con occhi, mucose o ferite aperte. Non utilizzare se si è allergici al principio attivo, al piretro, ai crisantemi o agli altri componenti del farmaco.
I medicinali industriali dotati di AIC in commercio sono disponibili in confezioni da 30 o 60 grammi e non sono sottoposti a obbligo di presentazione ricetta medica.
La percentuale presente nei medicinali industriali è il 5%. Sono presenti tra gli eccipienti: alcool cetostearilico, paraffina, macrogol cetostearile etere, isopropilmiristato, alcool benzilico e acqua.
In merito alla possibilità di allestire il prodotto come galenico officinale da dispensarsi senza ricetta medica il DM 18/06/2020 del Ministero della Salute pubblicato in G.U. n.174 del 13/07/2020, riportante l’aggiornamento della Tabella 4 della F.U., riporta testualmente: “Ad eccezione di quanto riportato in tabella, sono altresì esentati dalla vendita dietro presentazione di ricetta medica i preparati officinali allestiti in farmacia che contengano una quantità per dose e per confezione di principio attivo uguale o inferiore a quella del medicinale industriale esentato in sede di A.I.C. Ad eccezione di quelli che sono soggetti alla Legge 14 Dicembre 2000, numero 376 e successive modificazioni.”
GALENICA
a cura dei docenti della Scuola di Galenica Utifar
PREPARATO OFFICINALE
Preparato officinale (pag. 1426, glossario, NBP, FU XII ed.) Medicinale preparato in farmacia in base alle formulazioni presenti in Farmacopee, Formulari ufficiali della UE, Ph. Eur., FU XII ed. - da pag. 1021 - nella sezione “Preparazioni farmaceutiche specifiche”, che ha sostituito il Formulario Nazionale presente nella IX edizione della Farmacopea.
Il preparato officinale può essere realizzato in “scala ridotta”, cioè in quantità non superiore a 3 chili di formulato; il farmacista può procedere ad una successiva preparazione di una formula officinale purché la “scorta” non superi comunque i 3 chili di formulato.
Per i preparati soggetti a ricetta medica, la consistenza numerica deve essere documentata sulla base delle ricette mediche presentate dai pazienti.
Pertanto utilizzando la monografia:
PERMETRINA CREMA IDROFILA AL 5% presente nel FTM (Formulario Terapeutico Magistrale Belga) 2016 è possibile allestire una preparazione galenica officinale al 5% di Permetrina in quantità massima di 60 grammi.
La formula riportata nella monografia in questione è chiusa, ovvero si tratta di una formulazione ove sono riportate le esatte quantità di principio attivo e di eccipienti da utilizzare e pertanto non si possono apportare modificazioni di sorta alla preparazione officinale.
La formula è la seguente:
1. PERMETRINA 5 grammi
2. CETOMACROGOL 1000 4,8 grammi
3. ALCOOL CETOSTEARILICO 10,2 grammi
4. VASELINA BIANCA 15 grammi
5. PARAFFINA LIQUIDA 6 grammi
6. ACQUA DEPURATA CONSERVATA * q. b. a 100 grammi
7. *ACQUA DEPURATA CONSERVATA FTM: Metile paraidrossibenzoato 0,8 grammi, Propile paraidrossibenzoato 0,2 grammi, ACQUA DEPURATA q.b. A 1000 grammi. Portare ad ebollizione l’acqua depurata, aggiungere i due conservanti ed agitare fino a completa dissoluzione. Far raffreddare la soluzione.
GALENICA
ALLESTIMENTO:
A) Pesare i componenti da 2, 3 4 e 5 e porli in idoneo contenitore a bagnomaria a 70°C fino a completa fusione dei componenti. A completa fusione aggiungere 1 e agitare fino a completa dissoluzione.
B) In un altro contenitore portare l’acqua depurata a bagnomaria a 75°C.
C) Unire A e B e agitare energicamente fino alla formazione dell’emulsione. Continuare ad agitare fino a raffreddamento. Portare a peso l’acqua eventualmente evaporata. Allestire preferibilmente in tubo di alluminio con tappo in polipropilene.
Allestire in confezioni massimo da 60 grammi.
Nota degli autori:
Si consiglia di allestire confezioni da 30 grammi o da 60 grammi
DATA LIMITE DI UILIZZAZIONE: 2 mesi dall’allestimento. Conservare tra 15 e 25 °C.
USO ESTERNO
NON APPLICARE SU MUCOSE E IN PROSSIMITA’ DI OCCHI E BOCCA.
NON APPLICARE SU CUTE LESA
COMMENTO: La formula della monografia presente in FTM, come ricordato prima, non può essere modificata ma per dovere di cronaca va sottolineato che la presenza all’interno della formula di circa il 20% di alcool isopropilico (presente tra l’altro nella formula di taluni farmaci industriali) o altre sostanze affini (es. alcool benzilizo) permette una migliore azione del preparato nei confronti dell’acaro della scabbia (Sarcoptes scabiei) favorendo una migliore penetrazione della crema a livello dei cunicoli presenti sulla cute caratteristici di questa infezione parassitaria. In questo caso però, per poter allestire il preparato, è necessaria la presentazione di ricetta medica.
PERMETRINA
Si presenta come o liquido viscoso, che può solidificarsi a basse temperature o con il tempo, con odore caratteristico di piretroide.
Insolubile in acqua, molto poco solubile in alcool, solubile nei solventi organici ma non in glicole propilenico. Presenta incompatibilità con sostanze alcaline.
Prima dell’uso va mescolato accuratamente.
Fonde a 35 °C. In caso di solidificazione riscaldare fino a 4045 °C. Il riscalmaento non influisce sulla qualità del prodotto. Va conservata in contenitori ben chiusi al riparo dalla luce e da fonti di calore.
LA PRESENZA
ALL’INTERNO DELLA FORMULA DI CIRCA IL
20% DI ALCOOL ISOPROPILICO O ALTRE SOSTANZE AFFINI PERMETTE
UNA MIGLIORE
INDICAZIONI SULLA
SICUREZZA ESTRATTE DA SCHEDA DI SICUREZZA DEL PRODOTTO *
Indicazioni di pericolo:
H302 - nocivo se ingerito.
H317 – può provocare una reazione allergica cutanea. H332 – nocivo se inalato.
H410 – molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata.
PROTEZIONE INDIVIDUALE:
Lavare le mani prima e dopo le lavorazioni.
Non inalare gas, vapori o aerosol.
Indossare durante la lavorazione:
- Occhiali protettivi a tenuta.
- Guanti protettivi
- Tuta protettiva
Indossare un dispositivo per la protezione delle vie respiratorie con filtri in grado di rimuovere particolato e gas o vapori specificati (EN 141).
* Riassunto sintetico, riportato a scopo esemplificativo, della scheda di sicurezza del prodotto che va consultata prima dell’utilizzo della sostanza. E le cui prescrizioni vanno rispettate integralmente.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA:
Schede di sicurezza e schede tecniche su Permetrina Galeno Srl
Schede di sicurezza e schede tecniche su Permetrina Farmalabor Srl
Farmacopea Ufficiale Italiana XII ed. e relativi aggiornamenti FTM 2016
Foglio illustrativo: informazioni per l’utilizzatore medicinale industriale SCABIANIL
Foglio illustrativo: informazioni per l’utilizzatore medicinale industriale SCABIACID Lezioni del Dr. Mario Marcucci Scuola di Galenica Utifar.
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Le professioni e il lessico di genere
Dietro le parole che utilizziamo c’è il mondo, evocatore di questioni che non sono solo linguistiche.
“Tema del mese” (febbraio-marzo 2023) dell’Accademia della Crusca (www.accademiadellacrusca.it)
Da farmacisti, abbiamo portato avanti battaglie sulla medicina di genere non ancora del tutto vinte. Oggi, il genere è entrato anche in disquisizioni lessicali che poco attengono alla nostra professione, ma che vale la pena approfondire con spirito critico e di curiosità.
Prendendo atto di una grande fortuna che riguarda la nostra professione: il termine “farmacista” è già declinato al femminile, non andando pertanto incontro a quelle storpiature che caratterizzano il linguaggio moderno. Sempre che qualcuno, di genere o inclinazione di sentimento maschile non voglia farsi chiamare “farmacisto”.
Per uscire da questo paradosso scherzoso in punta dei piedi, abbiamo voluto riportare le riflessioni sul tema di un insigne membro dell’Accademia della Crusca.
Le polemiche contro
l’uso sessista della lingua hanno una storia più che trentennale. All’origine (1987) c’è un aureo libretto di Alma Sabatini, Il sessismo nella lingua italiana, risultato di un’indagine sulla terminologia specifica ricorrente nei libri di testo e nei media. La ricerca metteva in risalto la prevalenza “storica” nella lingua italiana del genere maschile, che si manifesta in nomi usati con doppia valenza, ritenuti validi per il maschile e per il femminile; tale prevalenza di fatto annulla in moltissimi casi la presenza del soggetto femminile. Con forza veniva sottolineato il mancato uso di termini istituzionali e di potere declinati al femminile (ministra, sindaca, assessora, ecc.) e per conseguenza il prestigio intrinsecamente accordato al termine maschile a scapito del corrispettivo femminile (non usato o usato pochissimo e in maniera saltuaria). Il libro conteneva delle Linee guida (con precisi suggerimenti operativi) rivolte alle scuole e all’editoria, volte a favorire l’eliminazione delle discriminazioni di genere dal linguaggio. Ecco alcune raccomandazioni a proposito di titoli, cariche, professioni e mestieri.
1. Evitare di usare il maschile di nomi di mestieri, professioni, cariche, per segnalare posizioni di prestigio quando esiste il femminile. Ad esempio: no “Maria Rossi, amministratore unico (di grandi aziende, società, ecc.)”, sì “Maria Rossi, amministratrice unica (di grandi aziende, società, ecc.)”;
no “Maria Rossi, procuratore legale”, si “Maria Rossi, procuratrice legale”; no “Maria Rossi, ambasciatore”, sì “Maria Rossi, ambasciatrice”.
2. Evitare di usare al maschile nomi di cariche che hanno la regolare forma femminile. Ad esempio: no “il senatore Maria Rossi”, sì “la senatrice Maria Rossi”; no: “il notaio Maria Rossi”, sì “la notaio Maria Rossi”; no “Maria Rossi, ricercatore universitario”, sì “Maria Rossi, ricercatrice universitaria”; no “il commendatore Maria Rossi”, sì “la commendatrice Maria Rossi”.
3. Evitare di usare al maschile, con articoli e concordanze maschili, nomi che presentano la medesima forma, con doppia valenza maschile e femminile. Ad esempio: no “il giudice Maria Rossi”, sì “la giudice Maria Rossi”; no “il parlamentare Maria Rossi”, si “la parlamentare Maria Rossi”; no “il preside di Facoltà Maria Rossi”, sì “la preside di Facoltà Maria Rossi”.
4. Evitare di usare al maschile o di femminilizzare con il suffisso –essa nomi di professione che hanno un regolare femminile in –a. Ad esempio: no “il deputato Maria Rossi”, sì “la deputata Maria Rossi”; no “il magistrato Maria Rossi”, sì “la magistrata Maria Rossi”, no “il ministro Maria Rossi”, si “la ministra Maria Rossi”, no “il sindaco Maria Rossi”, sì “la sindaca Maria Rossi”.
Ulteriori indicazioni, costruite sulla base dei medesimi criteri, offrivano un vero e proprio amplissimo campionario a disposizione di parlanti e scri-
1987
EDITO DALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRIventi intenzionati a sottrarsi al prevalente uso sessista della lingua, a volte praticato anche preterintenzionalmente. Come capita alle novità importanti, il libro fu oggetto di apprezzamenti e di critiche e aprì un dibattito reale sui temi trattati: dietro le parole che utilizziamo c’è il mondo, evocatore di questioni che non sono solo linguistiche. Il libro fu ripubblicato a Roma nel 1993, sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’interno della Commissione Nazionale per le pari opportunità tra uomo e donna, corredato tra l’altro da un saggio di Francesco Sabatini, significativamente intitolato Più che una prefazione (i due Sabatini non sono imparentati, a dispetto della omonimia nel cognome). Fu un segnale importante, la discussione era ormai entrata nella società e a livello istituzionale.
Ancora oggi, permangono al riguardo opinioni molto diverse, anzi contrapposte. Molti esprimono perplessità di fronte a forme femminili sentite come inusitate, giudicate manifestazioni di una sorta di ipersindacalismo linguistico (“le differenze non si eliminano con trucchetti terminologici”).
Inoltre frequentemente affiorano valutazioni che potremmo definire di tipo estetico: i nuovi sostantivi femminili appaiono “brutti”, “non piacciono”, di conseguenza risultano inaccettabili.
Nel dicembre 2016 Giorgio Napolitano, ex Presidente della Repubblica, durante il discorso di ringraziamento per un pre -
ATTUALITÀ
mio che gli era stato attribuito, rivolgendosi con tono fermo a Valeria Fedeli, ex ministra all’Istruzione, disse: “Valeria non si dorrà se insisto in una licenza che mi sono preso da molto tempo, quella di reagire alla trasformazione di dignitosi vocaboli della lingua italiana nell’orribile appellativo di ministra o in quello abominevole di sindaca”.
Un applauso accolse le sue parole, evidentemente condivise da uomini e donne di varia cultura e ideologia. Infine c’è chi ritiene che declinando una carica al femminile si perda una parte del prestigio intrinseco alla carica o si rischi di essere meno rispettate. Come se la declinazione al femminile fosse in qualche modo sminuente per quella persona.
Giorgia Meloni vuole essere qualificata come “il presidente”, rivendicando la parità ideologica di genere proprio con l’adozione del maschile. Sinistra e destra non differiscono granché, nei due episodi che abbiamo ricordato.
Sul versante opposto si collocano molti che rivendicano orgogliosamente l’uso dei nomi femminili come simbolo di un’insopprimibile esigenza paritaria, originata da profondi rivolgimenti sociali. Per la prima volta nella storia, le donne raggiungono posizioni di responsabilità un tempo esclusivamente maschili. Non suscitano perplessità parole come cuoca, infermiera, maestra, sarta, ecc.; le donne praticano da sempre quelle attività, troviamo ovvio e naturale parlare cosi.
LA FINE DELLA DISCRIMINAZIONE, IL TRIONFO DELL’INCLUSIVITÀ, L’ANNULLAMENTO DEL DIFFERENTE TRATTAMENTO LINGUISTICO RISERVATO AI
GENERI POSSONO ESSERE OBIETTIVI DELLA SOCIETÀ INTERA
In ambito sportivo, non generano obiezioni sciatrice o nuotatrice (qualcuno definirebbe Sofia Goggia sciatore o Federica Pellegrini nuotatore?).
Analogamente, argomentano molti, poco alla volta, ci abitueremo a magistrata, rettrice, architetta, ecc.
La fine della discriminazione, il trionfo dell’inclusività, l’annullamento del differente trattamento linguistico riservato ai generi possono essere obiettivi della società intera.
Ci collochiamo su questa strada quando diciamo “Care colleghe, cari colleghi”, “Care studentesse, cari studenti” (non è un obbligo, semmai un invito che ricalca il tradizionale “Signore e signori”).
Alcuni si spingono oltre. Nella volontà di “opacizzare” il genere grammaticale, si ricorre ad artifici diversi, sostituendo in vari modi la terminazione tradizionale di nomi e aggettivi. Alcuni usano l’asterisco in fine di parola, in forme come “Car* collegh*” e “Car* tutt*”; oppure ricorrono allo schwa, come in “Carə studentə”; oppure ancora adottano come finale anche il numero 3, come in “Quello che è successo di riguarda tutt3, a prescindere dal colore politico di ognun3 di noi”. Non sappiamo se questi stratagemmi prevarranno (la lingua appartiene a tutti e non ammette forzature), ma le finalità paiono condivisibili. Bisogna tuttavia chiedersi fin dove è possibile inoltrarsi. Resto perplesso quando leggo che proprio in questi giorni nel mondo anglosassone, ci si
pone il problema di definire il genere (grammaticale) di Dio e ci si chiede se sia ancora il caso di intercedere presso il “Padre nostro” (al maschile, finora).
In Germania, un gruppo di giovani progressisti propose un paio d’anni fa di cambiare il pronome relativo maschile “Der” con il neutro “Das” quando si nomina la Divinità. La faccenda è complicata, non solo linguisticamente. Come si potrebbe cambiare il “Padre nostro”, preghiera ed espressione indicata direttamente da Gesù? (“Voi dunque pregate così”).
Discutere del sesso di Dio richiama alla mente le medievali discussioni sul sesso degli angeli, inconcludenti e interminabili (lo dico con il massimo rispetto e senza nessuna competenza teologica).
A volte anche opinioni all’origine condivisibili possono generale effetti esagerati, o forse ridicoli. Per concludere.
È giusto e opportuno, quando parliamo o scriviamo, prestare attenzione alle scelte relative al genere, evitando ogni forma di sessismo. Ma, per raggiungere l’obiettivo, non si può forzare la grammatica mettendola a servizio di un’ideologia. Trasferire brutalmente nella lingua posizioni ideologiche non è possibile, le estremizzazioni non sono opportune né offrono soluzioni effettive al problema della mancata inclusività, che è un fenomeno sociale da affrontare con strumenti idonei.
Un rapido ritorno delle capacità visive normali è ottenuto da uno sviluppo speciale, che è il risultato del lavoro di un team di specialisti di importanza medica mondiale. Per la sua creazione, gli esperti hanno adoperato una soluzione farmaceutica altamente tecnologica che ne aumenta l'efficacia. L'innovazione, il cui nome commerciale è ZeaForce, aiuta anche nei casi complicati.
3 volte più potente
Il suo straordinario potenziale è principalmente dovuto alla tecnologia brevettata LICAPS ™ (liquido in capsule). Quest'ultima
richiede esclusivamente l'utilizzo di sostanze oleose e si sa che i liquidi vengono assorbiti di gran lunga meglio rispetto alle sostanze secche. Per di più, test di laboratorio dimostrano che i prodotti LICAPS ™ raggiungono un assorbimento superiore al 90%, mentre per le compresse la percentuale è solo del 30%. Questo spiega perché il nuovo prodotto è più potente di quanto finora conosciuto.
Vista da falco
Oltre all'assorbimento, anche la sua composizione gioca un ruolo significativo per le spiccate capacità del prodotto. Include sostanze di origine
naturale fondamentali per la salute degli occhi, e che sono responsabili del corretto funzionamento della macula, della retina, della mucosa oculare e dei vasi sanguigni. L'unicità, però, è un'altra: attraverso ZeaForce, per la prima volta la medicina ci dà li-
bero accesso al potere dei super estratti oleosi nella loro forma più pura. Tra questi ci sono la luteina e la zeaxantina oleose, le cui proprietà superano significativamente le capacità delle formulazioni convenzionali.
“Una farmacia
Progetto innovativo sullo screening del NT-proBNP
Nel numero 06.2022 della rivista, abbiamo parlato di un nuovo progetto dal titolo “Una farmacia per il tuo cuore”, erogato da Healthcare Network Partener con il supporto di Novartis, che vede coinvolti farmacisti, medici di medicina generale e cardiologi, con l’obiettivo di favorire lo screening dello scompenso cardiaco in farmacia. In questo numero, vedremo i risultati ottenuti dal progetto in Sicilia e nel Lazio.
STRUTTURA DEL PROGETTO
L’attività di screening gratuito ha avuto una durata di due settimane. Durante questo periodo, i pazienti hanno potuto controllare, attraverso un test Point Of Care, la concentrazione del marker per lo scompenso cardiaco, NT-proBNP.
Al termine del test, veniva consegnato al paziente l’esito e un opuscolo informativo sul NT-proBNP e sullo scompenso cardiaco. Successivamente, i farmacisti inviano l’esito del test via e-mail al MMG che valutava se approfondire con ulteriori esami o visite specialistiche la condizione clinica del paziente.
CARATTERISTICHE
DEI PAZIENTI RECLUTATI
Sono stati reclutati 443 pazienti, sia da parte dei medici di medicina generale, che operano nei pressi della farmacia, sia da parte dei farmacisti. I pazienti avevano nella stragrande maggioranza dei casi un’età maggiore di 60 anni, e in misura minore, 37% dei casi, un’età compresa tra 36 e 60 anni.
FARMACIA DEI SERVIZI
di Paolo Levantinoper il tuo cuore”
Lo screening ha permesso di individuare pazienti scompensati.
Il test ha permesso da un lato di monitorare la terapia del paziente e l’efficacia della stessa, dall’altro di individuare nuovi casi di scompenso cardiaco. I risultati mostrano che circa il 19% dei pazienti aveva valori elevati del NT-proBNP. In particolare, il 7% dei pazienti aveva un range compreso tra 400 e 800, e il 12% valori addirittura superiori a 800. In questi casi, il medico inviava il paziente ad una visita specialistica per approfondire l’esito.
IL 100% DEI PAZIENTI
USUFRUIREBBE
NUOVAMENTE DEL SERVIZIO
I pazienti sono rimasti soddisfatti del servizio offerto all’interno del setting delle farmacie di comunità, esprimendo un voto di 5/5 nel 91% dei casi, ritenendolo particolarmente utile, in quanto permette di accorciare i tempi di attesa ed ottenere un risultato in soli 15 minuti nella farmacia più vicina casa. Il 100% dei pazienti usufruirebbe così nuovamente del servizio.
FEEDBACK POSITIVI DA PARTE DEI FARMACISTI E DEI MEDICI
Anche medici e farmacisti sono rimasti particolarmente soddisfatti del progetto in quanto permette sia una maggiore interazione tra i professionisti della salute sia una riduzione degli esiti negativi della salute del paziente. Questo è stato possibile migliorando l’educazione del paziente, sensibilizzandolo nella diagnosi dello scompenso cardiaco, e monitorando la condizione del paziente stesso, attraverso semplici analisi strumentali di prima istanza.
Il prossimo passo sarà quello di realizzare altri progetti pilota su altre patologie in linea con il nuovo modello organizzativo del Servizio Sanitario Nazionale che mira a una sanità sempre più vicina alle persone e al superamento delle disuguaglianze. Un modello di salute incentrato sul territorio e che contempli un sistema strutturato di presa in carico globale, capace di generare occasioni di dialogo, confronto e collaborazione tra i diversi attori della salute collettiva e basato su un nuovo paradigma di cura della persona.
Rubrica
il laboratorio della farmacia attraverso un formulario infinito o un laboratoro super accessoriato: sono un mortaio, un pestello e una giusta competenza ad esprimere soluzioni valide per rispondere ai bisogni non soddisfatti dall’industria farmaceutica.
Interviste ai farmacisti
RRealtà galenica di un farmacista rurale
Intervista ad Alberto Conte, farmacista di Agosta
La Scuola di Galenica UTIFAR offre un’incredibile possibilità di combinare la competenza acquisita durante il corso alla familiarità del rapporto che si instaura tra docenti e discenti.
Con quest’intervista intraprendiamo un percorso per esplorare realtà “galeniche” di colleghi che operano in piccoli centri, la cui lodevole attività è spesso oscurata dalla visibilità degli esercizi nelle grandi metropoli, quasi come se la distanza dalle luci della ribalta rappresentasse un criterio di giudizio in merito alle competenze professionali.
Nei momenti di crisi degli ultimi anni, in cui l’istituto della farmacia ha dovuto di-
fendersi da molteplici attacchi concentrici, le farmacie rurali sono state sempre portate come esempio di capillarità e di pronta risposta ai bisogni della popolazione 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Proprio di fronte alla deriva rappresentata oggi da quello che definiremmo “edonismo galenico”, fatto di video reel e Tik Tok sui social dallo scopo promozionale, la migliore risposta ci viene offerta dalle farmacie rurali e dal loro servizio, capace di coniugare perfettamente prossimità e professionalità specializzata. Bisognerebbe comprendere che lo stare in vetrina non è sinonimo di competenza, spesso la pubblicità non ha come correspettivi la preparazione, la capacità e l’esperienza.
IL PAESE DI AGOSTA, IN PROVINCIA DI ROMA, È SITUATO
NELLA VALLE DELL’ANIENE, DISTA CIRCA
80 KM DALLA CAPITALE E
CONTA UNA
POPOLAZIONE
DI CIRCA 1700
ABITANTI
È nel piccolo comune di Agosta, in provincia di Roma, che si trova la Farmacia Conte di Alberto Conte, che incontriamo in un sabato pomeriggio di inizio febbraio.
Dalle 16 già i primi clienti si presentano nel locale, ma tra una vendita e un’altra riusciamo a scambiare una bella chiacchierata con il titolare, che ci rivela i particolari del suo lavoro.
Parlaci della tua sede, come sei diventato titolare?
La sede farmaceutica è stata vinta a concorso da mio papà, Mario, e io ne sono diventato titolare nel 2010.
La mia clientela è costituita essenzialmente dagli abitanti del mio comune, ma trovandomi in una zona facilmente rag-
giungibile e situata nei pressi della strada statale principale, ricevo visite e richieste anche da clienti dei paesi limitrofi.
Oltre a te, chi ci lavora?
Io e mia moglie Maria, mentre solo da poco tempo abbiamo assunto una collega part-time, Diana.
Di che tipo di preparazioni ti occupi?
Generalmente un po’ di tutto, le preparazioni che mi richiedono sono le più disparate. Principalmente preparo capsule, ma ho anche una discreta strumentazione per poter allestire molte forme farmaceutiche, anche piccoli lotti di compresse se necessario. Coltivo la speranza di diventare un punto di riferimento in
PROFESSIONE FARMACISTA
tutte le problematiche annesse alle preparazioni: stabilità, etichettatura, confezionamento, efficacia, legislazione, sicurezza del preparato.
Raccontaci alcune preparazioni particolari che hai formulato.
materia di galenica per i centri abitati del circondario e per quei medici per cui la galenica rappresenta ancora una scelta indispensabile: dermatologi, odontoiatri e veterinari.
Com’è nata la tua passione per la galenica?
Da sempre, anche se da quando ho frequentato la Scuola di Galenica UTIFAR e successivamente il Master di Preparazioni Galeniche presso l’Università di Roma
“La Sapienza” ho migliorato tantissimo le mie conoscenze e acquisito una consapevolezza maggiore nell’affrontare le mille insidie che può riservare una preparazione galenica. Non si tratta solo di consultare manuali e testi specialistici, ma di comprendere in profondità
“RICEVO ANCHE RICHIESTE DI FARMACI PER USO
VETERINARIO, SOPPERENDO IN QUESTO MODO ALL’ASSENZA
NEL TERRITORIO DI FARMACIE CHE SI
DEDICANO ALLA GALENICA”
Potrei dirti lo sciroppo di Niaprazina, ma anche il Betametasone in schiuma, perché il medicinale industriale non era reperibile dai miei fornitori. In tutto questo ho applicato ciò che mi è stato insegnato al Master dell’Università Sapienza, ovvero la necessità di fare riferimento alla bibliografia esistente, studiando la sostanza, le sue caratteristiche e la sua stabilità e decidere di conseguenza la formulazione della forma farmaceutica più idonea. A tal proposito, ho potuto scoprire come la stabilità del Betametasone 17-valerato sia massima nell’intervallo di PH tra 3 e 4.
Ricevo anche richieste di farmaci per uso veterinario, sopperendo in questo modo all’assenza nel territorio di farmacie che si dedicano alla galenica.
Sono i veterinari stessi e alcuni colleghi di farmacie della zona ad indirizzare verso di me i proprietari degli animali. Proprio in questi giorni ho allestito una soluzione di Tramadolo per un gattino alquanto recalcitrante nei confronti dei medicinali.
social dallo scopo promozionale, la migliore risposta ci viene offerta dalle farmacieruraliedalloroservizio,capacedi coniugare perfettamente prossimità e professionalità specializzata. Bisognerebbe comprenderechelostareinvetrinanonè sinonimo di competenza e che spesso la pubblicità non ha come correspettivi la preparazione,lacapacitàel’esperienza.
PROFESSIONE FARMACISTA
-Come ti sei mosso in laboratorio durante la pandemia? E come ti interfacci ora con la mancanza di alcuni farmaci di difficile reperibilità in questo periodo?
che mi è stato insegnato al Master dell’Università Sapienza, ovvero la necessità di fare riferimento alla bibliografia esistente, studiando la sostanza, le sue caratteristiche e la sua stabilità e decidere di conseguenza la formulazione della forma farmaceutica più idonea A tal proposito, ho potuto scoprire come la stabilità del Betametasone 17valerato sia massima nell’intervallo di PH tra 3 e 4.
Sicuramente la pandemia e le politiche consequenziali al contenimento e gestione del virus hanno avuto ricadute negative sulle già
Più
È nel piccolo comune di Agosta, in provincia di Roma, che si trova la Farmacia Conte di Alberto Conte, che incontriamo in un sabato pomeriggio di inizio febbraio. Dalle 16 già i primi clienti si presentano nel locale, ma tra una vendita e un’altra riusciamo a scambiare una bella chiacchierata con il titolare, che ci rivela i particolari del suo lavoro
-Parlaci della tua sede, come sei diventato titolare?
Come ti sei mosso in laboratorio durante la pandemia? E come ti interfacci ora con la mancanza di alcuni farmaci di difficile reperibilità in questo periodo?
La sede farmaceutica è stata vinta a concorso da mio papà, Mario, e io ne sono diventato titolare nel 2010 La mia clientela è costituita essenzialmente dagli abitanti del mio comune, ma trovandomi in una zona facilmente raggiungibile e situata nei pressi della strada statale principale, ricevo visite e richieste anche da clienti dei paesi limitrofi.
-Oltre a te, chi ci lavora?
Io e mia moglie Maria, mentre solo da poco tempo abbiamo assunto una collega part-time, Diana.
-Di che tipo di preparazioni ti occupi?
Generalmente un po’ di tutto, le preparazioni che mi richiedono sono le più disparate Principalmente preparo capsule, ma ho anche una discreta strumentazione per poter allestire molte forme farmaceutiche, anche piccoli lotti di compresse se necessario. Coltivo la speranza di diventare un punto di riferimento in materia di galenica per i centri abitati del circondario e per quei medici per cui la galenica rappresenta ancora una scelta
Durante la pandemia di Covid-19 ho preparato soprattutto gel disinfettante, vista la notevole richiesta da parte dei miei clienti. Per quanto riguarda i farmaci che attualmente non vengono consegnati, ho potuto sopperire alla richiesta ricorrendo al consiglio di farmaci equivalenti. In merito a questa problematica, sono riuscito a soddisfare la richiesta di Permetrina crema al 5%, mediante una formula suggeritami dal servizio di consulenza galenica di UTIFAR. Purtroppo in casi di emergenza non ho potuto allestire un granché, a causa dell’irreperibilità dei principi attivi dai fornitori di materie prime, nonostante mi fossi attivato nel ricercare in letteratura formulazioni valide di Ibuprofene e Paracetamolo sciroppo.
Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.
In questo momento trovo molto interessante il mondo degli oli essenziali: a questo riguardo sto seguendo un Master all’Università Cattolica di Roma. Mi piacerebbe anche suggerire all’UTIFAR di avviare nuovi corsi di galenica, incentrati su argomenti specialistici destinati a colleghi galenisti che già hanno frequentato i corsi base della Scuola di Galenica UTIFAR.
Durante la pandemia di Covid-19 ho preparato soprattutto gel disinfettante, vista la notevole richiesta da parte dei miei clienti. Per quanto riguarda i farmaci che attualmente non vengono consegnati, ho potuto sopperire alla richiesta ricorrendo al consiglio di farmaci equivalenti. In merito a questa problematica, sono riuscito a soddisfare la richiesta di Permetrina crema al 5%, mediante una formula suggeritami dal servizio di consulenza galenica di UTIFAR. Purtroppo in casi di emergenza non ho potuto allestire un granché, a causa dell’irreperibilità dei principi attivi dai fornitori di materie prime, nonostante mi fossi attivato nel ricercare in letteratura formulazioni valide di Ibuprofene e Paracetamolo sciroppo.
Ricevo anche richieste di farmaci per uso veterinario, sopperendo in questo modo all’assenza nel territorio di farmacie che si
PNRR, che ha dato alle farmacie rurali la possibilità di fare degli in alcun modo . A mio parere invece, è un grande peccato, perché il fa parte delle nostre radici e senza radici un albero non cresce, o per lo meno, può nto nti a are
-Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro
In questo momento trovo molto interessante il mondo degli oli essenziali: a questo riguardo sto seguendo un Master all’Università Cattolica di Roma. Mi piacerebbe anche suggerire all’UTIFAR di avviare nuovi corsi di galenica, incentrati su argomenti specialistici destinati a colleghi galenisti che già hanno frequentato i corsi base della Scuola di Galenica UTIFAR.
dedicano alla galenica. Sono i veterinari stessi e alcuni colleghi di farmacie della zona ad indirizzare verso di me i proprietari degli animali. Proprio in questi giorni ho allestito una soluzione di Tramadolo per un gattino alquanto recalcitrante nei confronti dei medicinali.
NELLE FOTO: IL LABORATORIO GALENICO E UN SIMPATICO POEMETTO DEDICATO AL DOTT. MARIO CONTE QUANDO HA LASCIATO LA FARMACIA DI ROMA DOVE OPERAVA COME COLLABORATORE, PER SPOSTARSI AD AGOSTA DOVE AVREBBE INIZIATO LA SUA ATTIVITÀ PROFESSIONALE DA TITOLARE.
Come ha impattato la pandemia sulla realtà delle farmacie rurali?
Didascalia immagine: un simpatico poemetto dedicato al Dott. Mario Conte quando ha lasciato la farmacia di Roma dove operava come collaboratore, per spostarsi ad Agosta dove avrebbe iniziato la sua attività professionale da titolare
Senza dubbio le attrezzature per allestire un lenico all’avanguardia un onere economico non a fronte dei profitti graduale di una crescita progressiva, che però non può prescindere, aso, dall’investimento nel miglioramento della conoscenza in materia. Ciò può essere raggiunto tramite la partecipazione a corsi di aggiornamento e master universitari, non tralasciando l’importanza di arricchire il proprio bagaglio bibliografico.
Sicuramente la pandemia e le politiche consequenziali al contenimento e gestione del virus hanno avuto ricadute negative sulle già fragili realtà delle farmacie rurali. Più recentemente, il PNRR, che ha dato alle farmacie rurali la possibilità di fare degli investimenti, non ha in alcun modo contemplato il laboratorio galenico. A mio parere invece, è un grande peccato, perché il laboratorio fa parte delle nostre radici e senza radici un albero non cresce, o per lo meno, può crescere ma senza godere di stabilità.
tuiscono un onere economico non indifferente.
La crescita di un autorevole “movimento galenico” non può trascurare la condivisione delle proprie esperienze e dei propri errori Infatti, una galenica di qualità non si realizza
Sei d’accordo con l’affermazione che soltanto le farmacie con un grosso giro di affari inerenti al laboratorio galenico possano dedicarsi a quest’ambito, senza necessariamente generare profitti insoddisfacenti?
Senza dubbio le attrezzature per allestire un laboratorio galenico all’avanguardia costi-
Tuttavia, a fronte dei profitti ottenuti di anno in anno, l’acquisto graduale di nuovi macchinari può agevolare una crescita progressiva, che però non può prescindere, come nel mio caso, dall’investimento nel capitale umano e dal miglioramento della conoscenza in materia. Ciò può essere raggiunto tramite la partecipazione a corsi di aggiornamento e master universitari, non tralasciando l’importanza di arricchire il proprio bagaglio bibliografico. La crescita di un autorevole “movimento galenico” non può trascurare la condivisione delle proprie esperienze e dei propri errori.
Infatti, una galenica di qualità non si realizza attraverso un formulario infinito o un laboratoro super accessoriato: sono un mortaio, un pestello e una giusta competenza ad esprimere soluzioni valide per rispondere ai bisogni non soddisfatti dall’industria farmaceutica.
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Vitamina D tutte le soluzioni disponibili dopo l’aggiornamento della nota AIFA
Mentre l’aggiornamento della nota AIFA 96 pone un’ulteriore restrizione alla rimborsabilità dei farmaci a base di vitamina D, i clienti e prescrittori si trovano di fronte a due possibilità per ottenere i benefici di questa importante ormone e vitamina: continuare l’assunzione del farmaco a proprio carico oppure valutare l’assunzione di un integratore.
Ma è importante fare attenzione ai dosaggi e consultare un professionista della salute.
IL 60-80% DELLA
POPOLAZIONE ITALIANA PUÒ
PRESENTARE FORME
CARENZIALI DI VITAMINA D
Il nuovo aggiornamento della nota AIFA 96 limita la prescrizione a carico del SSN della vitamina D solo al trattamento della carenza in ristretti casi clinici specifici (persone con osteoporosi e osteopatie non candidate a terapia remineralizzante, donne in gravidanza o allattamento, persone con gravi deficit motori o allettate che vivono al proprio domicilio e persone istituzionalizzate).
Ma i preparati a base di vitamina D sono presenti sul mercato anche come integratori, quindi acquistabili senza bisogno di ricetta medica: «Si
tratta di importanti alleati per il mantenimento della salute. Infatti il 60-80% della popolazione italiana può presentare forme carenziali di vitamina D» spiega Maurizio Salamone, direttore scientifico di Metagenics Italia, produttore e distributore di integratori alimentari ad alto impatto.
La vitamina D infatti dà un contributo fondamentale alla salute di ossa e denti, alle funzioni del sistema immunitario, alla funzione muscolare, al mantenimento dei livelli di calcio nel sangue e al normale assorbimento del calcio e del fosforo.
DATO CHE LA VITAMINA D HA LA CARATTERISTICA DI ACCUMULARSI
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GIORNALIERA RACCOMANDATA
QUOTIDIANAMENTE, PIUTTOSTO CHE UN DOSAGGIO
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VITAMINE
a cura della Divisione Scientifica di Metagenics
La precisione nella quantità è quindi fondamentale, ed è per questo che Metagenics ha sviluppato una gamma di prodotti calibrate su esigenze diverse: 400 U.I. per i bambini, 1000 U.I. per adolescenti e adulti, 2000 U.I. per gli anziani e le donne in gravidanza, fino alle 4000 U.I. per chi presenta carenze gravi.
Inoltre sono da preferire prodotti facili da assumere e gradevoli al gusto: Metagenics pone grande importanza non soltanto alle formulazioni ma anche alla facilità di assunzione.
È una sostanza che viene prodotta dal corpo grazie soprattutto all’esposizione alla luce solare, mentre la dieta ci fornisce solo 20% dell’apporto giornaliero.
«Dato che la vitamina D ha la caratteristica di accumularsi nel tessuto adiposo è consigliabile assumere la dose giornaliera raccomandata quotidianamente, piuttosto che un dosaggio più elevato saltuariamente» spiega Salamone.
«la cosa migliore è sempre consultare il proprio specialista di fiducia per definire la posologia corretta, in modo da massimizzare i benefici».
Nel caso specifico della Vitamina D sono disponibili sia le compresse masticabili al gusto lime, dolcificate con stevia. La Vitamina D Metagenics è inoltre molto conveniente (meno di 5 euro al mese) ed è la più consigliata nel mercato italiano (dati NewLine YTD Feb. 2023).
Metagenics, produttore e distributore leader di micronutrizione di alta qualità, è un gruppo attivo a livello globale. Metagenics Europe serve e coordina l’intero mercato europeo dalla sua sede centrale a Ostenda (Belgio). Questa è anche la sede dell’azienda di produzione. Metagenics Europe impiega quasi 400 persone in Belgio, Paesi Bassi, Germania, Francia e Italia e ha registrato un fatturato totale di 95 milioni di euro nel 2022.
CONSULENZE
Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a:
SEGRETERIA UTIFAR
PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 20124 MILANO
TEL. 02 70608367
FAX 02 70600297
E-MAIL: utifar@utifar.it
BONUS SUD
Al fine di ampliare e rinnovare la farmacia, vorrei conoscere quali sono i beni agevolabili con il Bonus Sud, visto che si parla genericamente di attrezzature e beni strumentali nuovi, senza specificare quali.
Mi chiedo allora se scaffali e cassettiere possano rientrare e, più in generale, se esiste una lista dei beni agevolabili.
I beni strumentali previsti dall’agevolazione Bonus Sud devono bisogna che rispettino specifiche condizioni non esistendo una lista di acquisti agevolabili:
Nell’ambito del Bonus Sud 2022, rientrano tutti gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature con i seguenti requisiti:
• i beni devono essere destinati a strutture produttive situate nei territori individuati dalla norma, ovvero le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e i territori del sisma e ZES;
I CONSULENTI UTIFAR
FISCALI:
Studio Brunello e Partner, Dr. Marino Mascheroni
LEGALI E LEGISLATIVE:
Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi
GALENICHE:
Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano
MEDICINE NON CONVENZIONALI:
Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto
ASSICURATIVE:
Mutua Tre Esse
ENPAF:
Dr. Paolo Giuliani
BANCARIE E FINANZIARIE:
Dr. Giampiero Bernardelle
PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL
E ADEGUAMENTO NORMATIVE:
Arch. Luca Melchionna
- devono essere nuovi e mai utilizzati nei processi produttivi attuali;
- possedere il requisito della strumentalità;
- essere acquistati per la creazione di un nuovo stabilimento o per l’ampliamento di uno già esistente.
I macchinari e le attrezzature di cui ha bisogno l’azienda devono essere utilizzate necessariamente per apportare un cambiamento importante in termini di produzione, fabbricando beni mai realizzati prima. Tuttavia, non rientrano nelle categorie utilizzabile tramite l’agevolazione Bonus Sud i beni considerati materiali di consumo. Dunque, specificare la funzione del bene acquistato è fondamentale per accedere alla misura.
• i macchinari devono essere relativi alla creazione di un nuovo stabilimento, all’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente, alla diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati, a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente;
• beni devono essere strumentali all’attività d’impresa e parte del ciclo produttivo aziendale;
• I beni devono essere nuovi, di uso durevole e atti ad essere impiegati come strumenti di produzione all’interno del processo produttivo dell’impresa;
Gli arredi di una farmacia non sembrano rientrare tout court nell’agevolazione mancando il requisito di cui al punto 2 e apparendo così come si evince nella richiesta di consulenza una mera sostituzione di beni strumentali già esistenti. Consiglierei comunque un interpello all’ Ade visti “ i confini incerti” della normativa.
Dr. Marino Mascheroni
CONSULENZE
UTIFAR
CONSERVAZIONE ELETTRONICA DELLE BOLLE
Visto che la ricetta veterinaria è elettronica, che le bolle si devono conservare per 10 anni e le fatture per 5 anni, la conservazione di fatture e bolle può avvenire in maniera elettronica (archivio telematico) od occorre ancora conservare il tutto in modalità cartacea? Inoltre alcuni magazzini redigono alla fine di ogni mese un documento con il riepilogo di tutti i farmaci veterinari venduti, quest’ultimo può sostituire la bolla, in occasione di ispezione, o conviene avere entrambi (il riepilogo per far prima a trovare la bolla)?
Da quando è in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per la maggior parte delle categorie produttive, il DDT ha assunto una nuova funzione. È infatti possibile creare la fattura elettronica a partire dal DDT e viceversa.
Specialmente nel contesto delle vendite, l’emissione congiunta di fatture elettroniche e documenti di trasporto sta diventando la norma.
Ciò non significa che si tratti dello stesso documento: i due documenti vanno conservati a norma speratamente. Nel caso di una fattura differita su una prestazione dettagliata nel relativo DDT, però, è possibile indicare in fattura soltanto il riferimento al DDT allegato. I documenti di trasporto
possono essere conservati in formato cartaceo oppure digitale.
È altresì possibile tradurre la conservazione cartacea in digitale, tramite l’acquisizione dell’immagine secondo le specifiche tecniche in vigore, in un secondo momento.
Devono comunque sempre risultare tutte le informazioni definite dalla legge e deve essere garantito, come per ogni documento rilevante ai fini fiscali, l’accesso alla documentazione a scopo di verifica e controllo. Le linee guida per la conservazione dei documenti digitali sono quelle emanate dall’AgID in riferimento all’art.71 del CAD, il Codice dell’Amministrazione Digitale. Sono entrate in vigore in via esclusiva, abrogando diversi provvedimenti in materia, il 1 Gennaio 2022.
Come specificato dal CAD, la modalità di conservazione dei documenti digitali deve garantire autenticità, integrità, affidabilità, leggibilità e reperibilità dei documenti e delle eventuali cartelle - o fascicoli di documenti digitali.
Come stabilisce il DMEF del 17 Giugno 2014, i documenti informatici ai fini tributari devono utilizzare “i formati scelti dal responsabile della conservazione, il quale ne motiva la scelta nel manuale di conservazione, atti a garantire l’integrità, l’accesso e la leggibilità nel tempo del documento informatico”.
Laddove effettuata secondo
le regole tecniche definite dall’AgID, è anche ossibile la digitalizzazione dei documenti di trasporto inizialmente conservati in formato cartaceo. Per quanto riguarda il documento elaborato dai magazzini non può sostituire il DDT.
Avv. Paolo Leopardi
IL LAVORO DURANTE FERIE E PERMESSI
Un farmacista dipendente a tempo pieno, durante le ferie o permessi, piò lavorare in altra farmacia con accordo di tutte la parti? Quali adempimenti deve seguire con le Asl di riferimento?
Per le ferie è previsto il veto dal CCNL per i permessi ciò non è previsto ma i permessi possono essere utilizzati solo per motivi di necessità tra i quali, ovviamente, non rientra il secondo lavoro.
Avv. Paolo Leopardi
E-COMMERCE DELLA FARMACIA
Ho avviato un e-commerce legato alla farmacia per la vendita di integratori alimentari, cosmetici e altri prodotti per il benessere e l’igiene. Per il momento non ho intenzione di richiedere l’autorizzazione per la vendita on-line di SOP e OTC. Vorrei sapere se, senza la predetta autorizzazione, posso vendere tramite il mio e-commerce integratori alimentari come,
CONSULENZE UTIFAR
per esempio, quelli che aiutano la funzionalità prostatica. La vendita di farmaci online è regolamentata dall’art.112- quater del D.lgs. n. 219/2006 – così come modificato dal D.lgs. n. 17/2014, che ha recepito la Direttiva 2011/62/UE – e dalle circolari emanate dal ministero della Salute a gennaio e maggio del 2016, che disciplinano la procedura di richiesta di autorizzazione e le modalità di vendita su internet. Sono ammessi alla vendita online solo i farmaci senza obbligo di prescrizione (Sop) e i farmaci da banco (Otc), presenti in un apposito elenco disponibile sul sito dell’Aifa. Si possono inoltre acquistare su internet prodotti parafarmaceutici e omeopatici, salvo che il produttore abbia precisato che il medicinale può essere venduto solo dietro presentazione di ricetta medica (nel qual caso può essere acquistato solo nei punti vendita fisici). Mentre, quindi, è permessa la vendita di integratori e prodotti afferenti al benessere, è vietata la vendita sul web dei farmaci che necessitano di ricetta medica, dei medicinali veterinari (tranne quelli senza obbligo di ricetta ad azione antiparassitaria e disinfestante per uso esterno, nonché i farmaci per piccoli animali da compagnia) e le formule officinali. La vendita di medicinali e prodotti farmaceutici mediante e-commerce è consentita solo ad alcune categorie di soggetti autorizzati alla vendita di medicinali mediante i canali off-line, ovvero le farmacie, le parafarmacie e i così detti “corner
salute” presenti negli esercizi commerciali della Grande Distribuzione, che hanno ottenuto la licenza e l’autorizzazione alla vendita da parte del Ministero della Salute.
Avv. Paolo Leopardi
MELATONINA GALENICA
Vorrei sapere se è possibile allestire in farmacia (e con quale tipo di ricetta e quali formalismi) una preparazione galenica di melatonina 5mg in capsule.
È possibile l’allestimento. La ricetta è ripetibile. Il medico deve apporre sulla ricetta L’assunzione di responsabilità in quanto dosaggio superiore a quello del medicinale in commercio (2mg).
Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano
MIDAZOLAM AD USO INTRANASALE
Un medico ci chiede l’allestimento di Midazolam 10mg/ ml, uso intranasale. Non trovo letteratura a riguardo.
Midazolam HCl mg 100.
Acido citrico monoidrato milligrammi 70.
Sodio citrato trisodico biidrato milligrammi 20.
Soluzione fisiologica q.b. a 10 ml
Si prepara allestendo una soluzione di 1,5 ml con l’acido citrico e il sodio citrato.
Si scioglie la quantità prevista di midazolam in questa soluzione tampone.
Si porta a volume con la soluzione fisiologica mancante. Si consiglia di usare soluzione fisiologica sterile, strumentario e flaconi sterilizzati.
Validità della preparazione 4 mesi. Attenzione alle modalità di prescrizione ( ricetta medica limitativa o ospedaliera).
Tratto da Prontuario Galenico Sifo. Autore dott. Zanon Davide IRCCS Burlo Garofalo TRIESTE.
Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano
SOSPENSIONE A BASE DI ZOLFO
Dovrei allestire una preparazione a base di zolfo, alcol canforato e glicerina.
Come devo operare?
Si tratta di una sospensione in quanto lo zolfo non si solubilizza nei componenti rimanenti. Si addizionano alcool canforato, glicerina e acqua di rose e a soluzione omogenea di aggiunge lo zolfo precedentemente setacciato e si lascia sotto agitazione per una trentina di minuti.
Nel caso si avesse un turbo emulsore si potrebbe passare al turbo dopo la miscelazione finale.
Apporre la dicitura “agitare accuratamente prima dell’uso”. Confezionare in un recipiente che lasci un’adeguato spazio libero in modo da poter effettuare sin dalle prime somministrazioni un’adeguata miscelazione.
Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano