L'EDITORIALE
di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar
L
UN RICONOSCIMENTO CHE PARTE DALLA FORMAZIONE
a nostra intuizione di iniziare con largo anticipo, già lo scorso agosto, a formare i colleghi rispetto all'erogazione della vaccinazione si è rivelata di grande importanza per l'introduzione della figura del farmacista vaccinatore in Italia. Ad oggi, sono quasi 9000 i farmacisti che hanno partecipato alla formazione, e sono certo che l'alto numero di adesioni al nostro corso Ecm ha rappresentato un argomento che ha favorito la decisione del legislatore di seguire, seppure in via sperimentale, questa nuova strada che può aprire interessanti sviluppi per il futuro della farmacia dei servizi e per un ruolo più attivo del farmacista sul territorio. Del resto, l’iniziativa di Utifar è stata fin da subito concordata con Federfarma e con Fofi che ne hanno immediatamente colto e condiviso, oltre ai vantaggi formativi, l'importanza strategica per le future rivendicazioni della categoria nei confronti del decisore politico. Il nostro corso ha avuto quindi due valenze altrettanto importanti. Da un lato, il percorso formativo di altissimo livello che ha reso i partecipanti più pronti, sicuri e preparati nell’affrontare le vaccinazioni. Dall’altro, l'idea, maturata assieme ai vertici sindacali e professionali della nostra categoria, è stata quella di anticipare i tempi per offrire alle strutture istituzionali una piattaforma di dialogo già pronta ad essere operativa. In molti, mi hanno fatto notare che il nostro percorso formativo non è stato pensato in un’ottica di autorizzazione, tanto che anche chi ha già concluso il corso di Utifar deve necessariamente frequentare l’apposito corso dell’Istituto superiore di sanità per poter erogare il servizio vaccinale. In un certo senso, questo era, per varie ragioni, inevitabile. Va tuttavia precisato che, ai fini dell’autorizzazione, la parte pratica del corso Utifar, essendo essa svolta in presenza di personale medico o infermieristico, viene a tutti gli effetti riconosciuta come attività di tutoraggio. Restando agli aspetti puramente formativi, le competenze teoriche e pratiche acquisite dai molti colleghi che hanno terminato il percorso formativo o che sono in attesa di partecipare alla sessione pratica che si svolge a livello territoriale presso le sedi delle Associazioni provinciali di categoria rappresentano un fondamentale bagaglio professionale che ben si integra con il corso dell’Iss. La formazione, rispetto ad una nuova pratica come è quella della vaccinazione è fondamentale e credo che chi ha partecipato o parteciperà al nostro corso avrà un’arma in più in termini di conoscenze e sicurezza nell’erogare questo delicato servizio che apre anche la strada a nuovi ambiti professionali per la categoria. A tale proposito, auspico che al più presto possa essere riconosciuto al farmacista il ruolo di operatore sanitario, con tutte le conseguenze, anche in ambito contrattuale, che questo giusto e doveroso riconoscimento alla nostra professione porterà all'intera categoria. Sono infatti convinto che a nuove mansioni, così delicate e professionalizzanti come l’erogazione delle vaccinazioni, debbano corrispondere i giusti riconoscimenti professionali ed economici per tutti i farmacisti. Dalla formazione è partito un percorso che, ne sono certo, determinerà un passo in avanti per la categoria. Anche in questa occasione, Utifar è riuscita ad anticipare e tracciare i cambiamenti interni alla professione. È un nostro marchio distintivo, come ben sanno i nostri associati che vorrei ringraziare anche in questa sede. Se riusciamo ad operare nell’interesse di tutta la categoria lo dobbiamo prima di tutto alla partecipazione dei nostri soci e di tutti gli amici che, nel corso degli anni, ci hanno sostenuto tramite la quota associativa e, più ancora, attraverso una partecipazione attiva alle molte iniziative dell’Unione tecnica. Nuovo COLLEGAMENTO
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Nuovo COLLEGAMENTO
SOMMARIO n. 3 aprile 2021
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LA SCONFITTA DEI FARMACI
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PROFESSIONE NUOVA
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di Alessandro Fornaro
di Alberto Lepore
HO L'ANSIA
MA NON DITEMI DI CALMARMI!
di Vincenzo Zottoli
Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono www.utifar.it - utifar@utifar.it
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Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXII n. 3 aprile 2021 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione) Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate
UTIFAR
dal 1957
di Giulio Francesco Valeriano
EMDR
ELABORARE EVENTI TRAUMATICI ATTRAVERSO LA STIMOLAZIONE BILATERALE
Intervista a Laura Strazzi
LO SPORT
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STRUMENTO DI PREVENZIONE E TERAPIA
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LA SCELTA DI UNA VITA OLISTICA
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SPAZI PER VACCINARE
Intervista a Alessandro Murmurma di Giulio Francesco Valeriano
Intervista a Elena Ferrero di Alessandro Fornaro
IN FARMACIA
di Luca Melchionna
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Immagini Adobestock Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE
SESSUOLOGO A CHI?
LA GESTIONE DELLA RINITE ALLERGICA IN FARMACIA
di Paolo Levantino
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EDUCAZIONE ALLA SALUTE
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SINDROME METABOLICA
UN APPROCCIO SISTEMICO PER UNA CONDIZIONE DI SALUTE COMPLESSA
di Daniela Mammoli
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SHOCK BECAUSE...
TRASFORMAZIONI E ARCOBALENI TRA PIANI EDITORIALI E STRATEGIE
di Monica Faganello
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AGGIORNAMENTI DALLE AZIENDE
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CONSULENZE UTIFAR
Intervista a Alessandro Moglia
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PROFESSIONE FARMACISTA
LA SCONFITTA DEI FARMACI
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
Ad un anno di distanza dall’inizio della pandemia, non esiste ancora una terapia. Manca un protocollo condiviso e con un’efficacia quantificabile contro Covid-19. Da cosa dipende questa assenza di farmaci riconosciuti? E noi farmacisti, che ci presentiamo come gli esperti del farmaco, ci siamo mai posti il problema?
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ccelerare la campagna vaccinale è l’unica strada che oggi abbiamo per metterci alle spalle questa bruttissima storia che è la pandemia. Ne scriviamo da più di un anno e, in queste pagine, abbiamo cercato di indagare i possibili meccanismi della patologia e ragionato attorno ai diversi meccanismi d’azione farmacologici per contrastarla. 6
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Abbiamo parlato anche di molecole, sì. Sebbene a molti dia ancora un certo, inspiegabile, fastidio parlare di farmaci per la cura del Covid. Ne abbiamo parlato grazie alla preparazione dei nostri collaboratori e alla loro dedizione nello scovare in letteratura le fonti per le nostre riflessioni. Siamo stati farmacisti visionari?
PROFESSIONE FARMACISTA
Forse, almeno a giudicare da come poi sono andati i fatti. Ma nel nostro essere visionari, molte cose le abbiamo intuite, talvolta anche anticipate. La copertina del primo numero del 2020, quando l’epidemia era confinata alla Cina, l’abbiamo dedicata alla trombosi. Abbiamo parlato di vasi, trombi, coaguli e terapie in uno speciale curato del collega Alberto Lepore e introdotto da una sua bellissima frase premonitrice: “E’ ciò che pensiamo di sapere che ci impedisce di imparare ciò che è nuovo”. Di certo, oggi sappiamo che non esiste ancora una cura per Covid-19. Forte di questa evidenza, il ministro Roberto Speranza ha pienamente ragione quando afferma che la vaccinazione rappresenta l’unica arma per uscire da questa situazione e per tornare ad una vita normale. Speranza, come tutto il Governo, ne è pienamente consapevole e, riferendosi alla campagna vaccinale, parla di “soluzione finale”. In realtà è già dallo scorso ottobre che si guarda al vaccino nell’ottica dell’unica e sola arma a nostra disposizione. Intervenendo ad un incontro per commemorare i molti medici deceduti, Speranza aveva già allora anticipato che “dopo tanti sacrifici e molto dolore, abbiamo compiuto un grande passo avanti in attesa della soluzione finale: il vaccino”. Al linguaggio bellico ci siamo abituati ed è certamente un linguaggio motivante. Lo abbiamo utilizzato anche noi, nel numero di aprile del 2020 quando io stesso affermavo, parlando dello sforzo immane dei medici e del personale ospedalieri che stavano mettendo una toppa all’impreparazione con la quale abbiamo accolto questo virus: “Alla fine di tutto ciò, cambieremo. Sulla pelle di chi oggi sta soffrendo in solitudine e in isolamento, intubato nelle terapie intensive stracolme dei nostri ospedali. La scienza vera, oggi, è con loro, sul campo, scafandrata. Tante ore al giorno, altro che turni. La scienza vera è fatta dagli infermieri in pensione che tornano sul campo di battaglia, senza pensare a quanto saranno pagati per questo sforzo. La scienza vera sono, oggi, le mogli e i figli degli operatori sanitari che non vedono da settimane i propri cari che potrebbero contagiarli.
Il resto, è scienza falsa. Scienza che non ci ha saputo informare e tutelare. Scienza da cambiare. Poi”. Mai avrei pensato che quel poi durasse più di un anno. Mai avrei pensato che la soluzione finale sarebbe stata una complicatissima campagna vaccinale mondiale con al proprio interno problemi logistici, di approvvigionamento, di varianti virali, di furbetti del vaccino, di ipotetiche guerre geopolitiche tra Stati produttori di vaccini. Mai avrei pensato, per dirla tutta, che per la soluzione finale ci saremmo affidati al generale Figliuolo, piuttosto che al farmacologo Remuzzi, per citare, a puro titolo di esempio, il massimo esperto in materia di farmaci nel nostro Paese. E invece è andata così: le terapie non sono ancora arrivate; e per fortuna che esistono i vaccini. L’industria farmaceutica ha fatto un miracolo a produrli in tempi così brevi, forte di studi condotti in anni recenti per altre emergenze virali e dell’alta tecnologia della quale dispone. Oggi possiamo tutelare con i vaccini i nostri anziani, ovvero coloro che presentano un rischio di mortalità pari al 10% in caso di infezione da Sars-cov2. A fronte di questo successo, mancano ancora evidenze unanimemente riconosciute sulle possibili terapie, con buona pace nostra che nel corso di un anno ci abbiamo sperato, studiando e descrivendo in queste pagine diversi meccanismi coinvolti nell’infezione e possibili bersagli terapeutici: dall’autofagia lisosomiale ai meccanismi molecolari coinvolti nella tempesta citochinica, al ruolo del legame tra Ace2 e proteina spike, solo per citarne alcuni. Ne abbiamo parlato, anche con il prezioso aiuto della collega Giulia Sanino, sperando che da qualcuno di essi emergesse la terapia per contrastare le fasi più avanzate della malattie e, conseguentemente, per ridurre drasticamente la mortalità. In realtà, era la letteratura a parlarne, già dai primi mesi dello scorso anno, e noi non facevamo altro che ragionare e mettere insieme i pezzi. Ora, gli studi e le evidenze di letteratura non sono calati. Al contrario, la produzione letteraria attorno a possibili soluzioni terapeutiche è talmente ampia che ci vorrebbe un quotidiano, non una pubblicazione mensile come la nostra, per starci dietro. Nuovo COLLEGAMENTO
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PROFESSIONE FARMACISTA MA COME AVREMMO POTUTO CONTRIBUIRE A RENDERE LE COSE MIGLIORI? NOI FARMACISTI NON SIAMO MAI ENTRATI NEL CTS, LASCIANDO TUTTO NELLE MANI DI INFETTIVOLOGI ED EPIDEMIOLOGI
E’ notizia di oggi, per esempio, che Pfizer sta studiando in fase I quello che potrebbe essere il primo farmaco specifico contro il virus ad essere registrato: un antivirale orale per il momento chiamato con una sigla (PF - 07321332) che inibisce la protesi di Sars-cov2 3CL e che sarebbe attivo non solo contro ogni possibile variante, ma contro tutti i coronavirus. Non è mica una novità che inibendo gli enzimi virali si contrasta la replicazione. Per esempio, l’indolo 3 carbinolo (I3C) contenuto in verze, cavoli e cavoletti di Bruxelles è studiato da tempo per queste sue proprietà e un recente studio di Giuseppe Novelli et al. pubblicato su Cell Death and Desease ha perfino evidenziato che questo “inibitore naturale di NEDD4 e WWP1 da Brassicaceae, mostra potenti effetti antivirali e inibisce l'egressione virale”. Inoltre, i membri della famiglia HECT delle ligasi E3 potrebbero essere considerati come “probabili nuovi biomarcatori per COVID-19 facilmente testabili”, oltre che “nuovi potenziali bersagli della strategia terapeutica”. In sostanza, lo studio di Novelli dal titolo “Inhibition of HECT E3 ligases as potential therapy for COVID-19” ci dice che la strada enzimatica seguita da Pfizer per trovarne la terapia è giusta ma non nuova, e che gli enzimi potrebbero essere utilizzati non solo per combattere il virus, ma anche per marcare il possibile sviluppo della malattia. Capite cosa vuol dire? Individuare in anticipo i soggetti a rischio di malattia infiammatoria e distinguerli da quelli che, invece, vivrebbero l’infezione in maniera asintomatica o, comunque, molto leggera. Insomma, oggi la soluzione finale è il vaccino, ma non è detto che possa essere l’unica arma a nostra disposizione. E qui sta, a mio avviso, la grande svista alla quale noi farmacisti, intesi come categoria, non ci siamo opposti. Abbiamo lasciato che la guerra fosse condotta solo contro il virus, e non anche contro la malattia. Il virus si chiama Sars-cov2 e causa l’1% di leta-
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lità sulla popolazione generale, con forti differenze tra persone giovani e anziani. E con forti differenze tra soggetti ricchi o poveri e tra persone sane o affette da malattie croniche tanto che, rilanciando un editoriale The Lancet, l’abbiamo chiamata sindemia, ovvero un qualcosina di più complesso di una pandemia. Comprendere questo, vorrebbe dire affrontare fin da oggi la prossima pandemia intervenendo a livello sociale sulle disparità e a livello preventivo sulle cronicità. Cura e prevenzione. Non sarebbe, questa, materia nostra? La malattia, invece, si chiama Covid-19 e colpisce una piccola parte degli infettati dal virus. Se si arriva alle fasi avanzate, la malattia persiste anche all’infezione virale. Sono due cose differenti, che la narrazione semplicistica alla quale non ci siamo opposti confonde in una generica “lotta al virus”. Ma come avremmo potuto contribuire a rendere le cose migliori? Noi farmacisti non siamo mai entrati nel Cts, lasciando tutto nelle mani di infettivologi ed epidemiologi i quali, per formazione, tendono a contrastare l’epidemia riducendo le possibilità di contagio. A questo importantissimo contributo avrebbe potuto affiancarsi una vera ricerca delle cure farmacologiche più appropriate per ogni diversa fase della malattia. Ma la terapia, la lotta alla malattia e non solo al virus, è stata insufficiente se è vero che, ad un anno di distanza, non ci sono ancora cure condivise e la narrazione ufficiale conferma che “non ci sono cure”. Se i farmaci hanno perso, se la prevenzione non viene considerata e se la soluzione è solo il distanziamento, non credete che abbiamo perso anche noi farmacisti? Rimanendo alla terapia, ogni giorno si susseguono buone notizie. Oggi, oltre alla notizia del farmaco Pfizer in fase I di sperimentazione, esce anche un altro studio promettente ma destinato, per lungo tempo, a rimanere sulla carta come molti altri. Vale la pena di raccontarlo.
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PROFESSIONE FARMACISTA
L’IMPORTANTE È USCIRNE, MA LO SI POTEVA FARE DIVERSAMENTE E IN MANIERA PIÙ ARMONICA
Pensate di mettere un certo numero di furetti sani in una gabbia e ad inserire nella gabbia alcuni elementi contagiati da Sars-cov2. Prima di farlo, però, alcuni tra i furetti sono trattati con un farmaco antivirale, il molnupinavir, altri con il placebo. Dopo qualche tempo, immaginate che nessuno dei furetti trattati con l’antivirale abbia contratto l’infezione. Quelli placebo, invece, vengono infettati. Ma non finisce qui, perchè poi i furetti contagiati vengono trattati due volte al giorno con il molnupinavir e si vede che questo antivirale “impedisce significativamente il carico virale nel tratto respiratorio superiore fino a sopprimere completamente la diffusione del virus in questo gruppo di furetti”. Questo è il risultato di uno studio, anch’esso pubblicato oggi, il giorno nel quale scrivo questo articolo. Domani ce ne saranno altri, ugualmente promettenti. Impossibile stare dietro a tutto e, quindi, alla fine non si sta dietro a nulla, facendo in modo che l’unica soluzione finale possibile siano vaccino e distanziamento. Ne usciremo prima di avere trovato una cura. L’importante è uscirne, ma lo si poteva fare diversamente e in maniera più “rotonda”, armonica, se preferite. Si poteva far meglio, per dirla senza giri di parole. Ora, ad un anno di distanza, noi farmacisti dovremmo iniziare a tirare le somme di come questa pandemia abbia combinato anche la nostra professione. Siamo stati coinvolti da Arcuri nelle lunga e tormentata vicenda delle mascherine nella prima fase e poi coinvolti nella vaccinazione in queste ultime settimane. Un ottimo risultato, quest’ultimo, al quale Utifar ha iniziato a lavorare già lo scorso agosto predisponendo un corso dall’alto valore formativo. Se tutto questo valorizza la farmacia dei servizi, va anche detto che, essendo rimaste escluse a priori ogni ricorso alla prevenzione attiva, al contrasto alle cronicità e financo alle terapie domiciliari, di fatto, si indebolisce il nostro ruolo professionale inteso come monitoraggio e consiglio.
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Solo per fare un scempio, stiamo accettando il paradosso che alcuni colleghi vengano multati dai NAS per avere pubblicato sulle pagine Facebook della farmacie foto di integratori alimentari a base di lattoferrina indicandone come proprietà il miglioramento della risposta immunitaria. Non lo si può fare, gli integratori non possono vantare alcuna proprietà e la multa è meritata. Ma quali armi abbiamo per dare i nostri consigli? Dovremmo iniziare a tirare le somme non tanto per fare sterili polemiche sul passato, ma per immaginare il futuro della farmacia. Vogliamo un farmacista attore della salute pubblica (servizi, vaccini e mascherine) o anche della salute individuale come è stato fino ad oggi con il consiglio personalizzato? Vogliamo essere parte attiva della prevenzione e delle terapie individuali o solo attori di strategie di igiene pubblica? Se la risposta è la prima, allora dobbiamo difendere terapie e prevenzione a spada tratta, per usare sempre una metafora bellica. Come? Per esempio avremmo potuto portare all’attenzione delle istituzioni l’importanza di stabilire dei protocolli terapeutici e di condurre le opportune sperimentazioni. Non basta affidarsi agli enti regolatori. Non perché non siano all’altezza della situazione emergenziale, ma perché seguono politiche di salute pubblica e, in questa ottica, sono molto attenti alla comunicazione e agli equilibri ed alle ricadute che le informazioni hanno sulla popolazione generale. Noi non parliamo con la popolazione, ma, di volta in volta, con singoli cittadini. Esattamente come fanno i medici di medicina generale. Dobbiamo assieme a loro difendere la medicina territoriale. Se rimarremo anche noi farmacisti in “vigile attesa”, temo che ci spetterà un ruolo molto differente da quello al quale abbiamo sempre ambito.
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PROFESSIONE FARMACISTA
PROFESSIONE NUOVA
di Alberto Lepore, Presidente Agifar Foggia
LA FARMACIA DEI SERVIZI, LA FIGURA DEL FARMACISTA VACCINATORE, CLINICO E PRESCRITTORE, DEFINIZIONI ED EPITETI CHE, FINO A UN DECENNIO FA, ERANO CONSIDERATI AVULSI DAL CONTESTO DELLA FARMACIA ITALIANA, SONO DIVENUTI, ORA, PARTE INTEGRANTE DEL LESSICO DEGLI ADDETTI AI LAVORI E SE LE REALTÀ D’OLTRALPE SEMBRAVANO DISTANTI E DISSIMILI, ADESSO, SONO OGGETTO DI STUDIO E DI EQUIPARAZIONE. 14
Nuovo COLLEGAMENTO
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’iter legislativo che parte dalla legge 69 del 2009, fino al D.L. n. 41 del 22 marzo 2021, passando per il testo della Conferenza della Regioni del 17 ottobre del 2019, ha scosso dalle fondamenta la natura della farmacia italiana, inducendola in uno stato di crisalide transeunte, foriero del farmacista del futuro. Eppure, in questa metamorfosi che la nostra professione sta attraversando, mancano due interrogativi essenziali che sovente pongo ai
PROFESSIONE FARMACISTA
miei amici e colleghi: “Chi siamo? Quale farmacista vogliamo per il futuro?” Gli interrogativi non sono affatto banali perché impongono una riflessione doverosa di carattere ontologico e sottintendono, inoltre, una perfetta conoscenza del contesto italiano poiché da nord a sud le farmacie sono diverse nella storia, nella cultura e nelle tradizioni, ma tutte sono unificate non dalla prima legge Crispi ma, bensì da unico assioma, ovvero, la gestione del farmaco. Dal medioevo fino ad oggi, il farmacista rientra nel novero delle arti meccaniche e quindi, essendo professionista legato alla praxis e non alla poiesis, è stato concepito come ingegnere del farmaco cioè capace dalla semplice molecola, di progettare la forma farmaceutica ideale per il paziente e consona ai desiderata terapeutici del medico. Il contesto normativo attuale, celebrato come trionfo dai vertici di categoria, impone un mutamento epocale e sconvolgente cioè il passaggio da arte meccanica ad arte liberale, in cui l’ingegno diventa elemento essenziale nella gestione del farmaco: non più ingegneri, ma architetti della terapia farmacologica. Se dunque, con quest’ultima espressione si dà risposta e finitudine alla definizione di farmacista nel presente e nel futuro, è necessario ricercare il campo di azione che si amplia alla luce del nuovo contesto normativo, ma rimane vincolato al mondo del farmaco dalla sua formulazione alla farmacovigilanza. In questi confini ben definiti deve sbocciare la nuova figura del sanitario, capace di gestire e comparare sia il farmaco tradizionale che quello innovativo, applicando le sue conoscenze, fondendole con le più avanzate pratiche di evidence based medicine e ricercando le formulazioni e le terapie più idonee, per favorire la concordanza terapeutica e la compliance. La rimodulazione dei margini di azione professionale è una modifica articolata, al pari del cambio della natura del professionista e richiede un laborioso periodo di sperimenta-
zione, per standardizzare, regolamentare e tutelare l’operato del professionista. Si assiste, ahimè, a una questua affannosa a questo cambiamento, supportata in parte dai facili entusiasmi. L’anelito è l’equiparazione all’Europa, eppure si guarda, ma non si osserva. La trasfusione o il trapianto di nuove competenze, aliene al nostro contesto, potrebbero generare rigetto. Si osserva con attenzione l’Europa, dimenticando però il complesso percorso di metamorfosi dei colleghi ospedalieri che dal farmaco, per il farmaco e con il farmaco hanno trasformato la loro professione. Questa fretta è dettata, inoltre, dalle difficoltà nelle trattative con il legislatore nazionale e regionale in cui le prospettive di marginalità e remunerazione del sistema farmacia si riducono costantemente, con il rischio, molto tangibile, di ridurre il cambiamento professionale, a partire dalla farmacia dei servizi, a una fonte di sostentamento alternativa e di ripiego al rinnovo della convenzione con il SSN. Le nuove competenze introdotte nell’excursus legislativo sono invece un elemento di ampliamento alla professionalità offerta dal professionista del farmaco, sono volte alla completa gestione dello xenobiotico, e richiedono un lungo processo di maturazione non solo delle vecchie generazioni di colleghi, ma soprattutto nella formazione universitaria delle nuove leve. La gravosa spinta dettata dall’evento pandemico rischia di trasformare una rivoluzione lenta, ma necessaria, in rivolta e scontro fra le parti, generando un Frankenstein sanitario, una figura incompleta, con debiti formativi e conoscitivi profondi, un ibrido o una aberrazione di breve respiro e durata, adulterata dalle competenze professionali altrui e compromessa nel suo contesto originario. Chi siamo? Quale farmacista vogliamo per il futuro? Riflettere, ricercare, sperimentare, comprendere ed infine agire. Nuovo COLLEGAMENTO
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RICERCA SCIENTIFICA
HO L'ANSIA
MA NON DITEMI DI CALMARMI!
Facciamo il punto sui farmaci sedativo-ipnotici, in un momento particolare, con molte persone in difficoltà nell’affrontare la situazione pandemica
di Vincenzo Zottoli, farmacista, dottore in biologia, master universitario in alimentazione e dietetica clinica
L
’ansia è definibile come uno stato caratterizzato da un senso di estrema attenzione apprensiva. Questa non è sempre deleteria in quanto, in quantità ragionevoli, può avere degli effetti positivi sull’individuo ( preparazione di un esame). L’insorgenza delle caratteristiche patologiche 16
Nuovo COLLEGAMENTO
del processo mentale dell’ansia si verificano quando, questo stato di estrema apprensione, risulta inappropriato o eccessivo rispetto alla situazione che si sta vivendo. Esempi di queste situazioni possono essere gli attacchi di panico notturni o ancora le fobie specifiche come l’irrazionale paura di uscire di casa.
RICERCA SCIENTIFICA
In tal senso secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali uno stato anormale di ansia viene definito come quello che rende il soggetto incapace di svolgere le normali azioni sociali quotidiane ed occupazionali. I sintomi dell’ansia non devono dipendere da sostanze eccitanti come la caffeina o da patologie come nel caso dell’ipertiroidismo. Dunque quando si parla di ansia ci si riferisce a fobie specifiche e disturbi di ansia generalizzati, disturbi ossessivi-compulsivi, attacchi di panico con o senza agorafobia o ancora ansia relativa a stress post-traumatico. Praticamente capita spesso di imbattersi in soggetti che presentano fobie sociali come paura di stare o di parlare in pubblico, scappare da situazioni che vengono ritenute dal soggetto in grado di causargli attacchi di panico ed alti livelli cronici di dispiacere. A livello eziologico i soggetti affetti da ansia patologica non presentano lesioni neuroanatomiche ma presentano, a livello neurofunzionale, una differente utilizzazione del glucosio in particolari aree del cervello. In particolare l’ippocampo e la corteccia prefrontale sono coinvolti nei processo di ansia, panico e disturbo ossessivo compulsivo. Esiste una correlazione tra depressione ed ansia ma non è stato ancora stabilito se una sia parte dell’altra e l’ordine di insorgenza. A livello molecolare diversi sono i composti coinvolti nella neurotrasmissione alterata dell’ansia : · Adenosina · Colecistochinina · Neuropeptide Y · Fattore di rilascio della corticotropina · GABA · Noradrenalina · Serotonina Lo studio farmacologico del coinvolgimento di tali molecola ha permesso di capire importanti relazioni funzionali ed anatomiche come ad esempio che la stimolazione del locus ceruleus, zona che contiene il più alto numero di corpi cellulari contenenti noradrenalina nel SNC, genera uno stato di agitazione e paura negli animali da laboratorio.
I RECETTORI GABA Il neurotrasmettitore principale che risulta coinvolto nei processi inibitori del SNC è il GABA o acido-gamma-amminobutirrico. Bisogna specificare che circa un terzo di tutte le sinapsi nel SNC utilizzano questo tipo di molecola per la comunicazione intercellulare. Esistono diverse classi di recettori GABA : · GABA a : Recettore ionotropico · GABA b : Recettore metabotropico · GABA c : giocano un ruolo cognitivo e nella memoria. RECETTORI GABA A I recettori GABA A appartengono alla famiglia dei recettori ionotropici attivati da ligando. Questa tipologia di proteine sono caratterizzate dall’avere un’ansa N-terminale contenente cisteina e per tal motivo vengono chiamati recettori “Cys-loop”. Strutturalmente sono costituiti da cinque subunità polipeptidiche eteropentameriche che circondano un canale centrale permeabile allo ione cloruro. Numerosi studi strutturali hanno dimostrato che le subunità sono caratterizzate da una porzione extracellulare e da quattro elementi transmembrana cilindrici ad alfa elica e da una grande ansa citoplasmatica intracellulare. Il canale responsabile della conduttanza è formato dal secondo dei quattro elementi di ogni subunità costituente il recettore. La prima subunità fu identificata nel 1987 e sequenziata lo stesso anno. Studi farmacologici dimostrarono l’esistenza di 19 tipologie diverse di subunità: · α 1-6 · β 1-3 · γ 1-3 ·δ ·ε ·π ·θ · ρ 1-3
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La tipologia di recettore GABA a maggiormente rappresentato in un cervello adulto di ratto (60%) è costituito dalle seguenti subunità: α1,β2,γ2. La porzione strutturale N-terminale è quella che maggiormente caratterizza il legame con differenti farmaci neuroattivi come barbiturici, neurosteroidi,β-caroline e benzodiazepine. Le benzodiazepine sono i farmaci maggiormente prescritti per i disturbi di ansia e la struttura dei loro recettori, soprattutto a livello della subunità α e γ può influenzare l’affinità e l’efficacia del ligando. Il recettore per le benzodiazepine è dunque definito principalmente dalle subunità α e γ dove è presente il sito di legame. Concettualmente parlando lo studio di struttura del recettore per le benzodiapezine ha portato alla scoperta degli “agonisti inversi”. Una molecola che agisce come agonista inverso porta ad una diminuzione della conduttanza dello ione cloro modulando in senso negativo il legame del GABA al recettore GABA a. Gli agonisti al recettore per le benzodiapezine hanno portato a risposte neurofisiologiche terapeutiche per combattere l’ansia, traducendosi in un aumento della conduttanza dello ione cloro attraverso il canale centrale del recettore. Le molecole che agiscono in tal senso hanno attività anticonvulsivante ed ansiolitica, al contrario degli agonisti inversi che aumentano l’attività ansiogenica. In caso di sovradosaggio farmacologico da benzodiazepine, molecole come il flumazenil, agiscono come antagonisti. La molecola antagonista è una molecola che agisce evitando il legame del GABA al suo recettore evitandone la risposta, ma non viene modificata l’attività intrinseca del recettore stesso. Studi sul legame BZR (Recettore per le benzodiazepine) e molecola sono alla base della comprensione del processo neurofisiologico dell’ansia. La presenza di un recettore per le benzodiazepine suggerisce l’esistenza di ligandi endogeni per il recettore GABA a. Un eccesso relativo di un antagonista o agonista inverso ed un calo di molecole ad attività agonista potrebbe essere ricollegabile agli stati neuropatologici caratterizzanti il processo dell’ansia.
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Questo assetto farmacologico di trasduzione del segnale spiegherebbe la molteplicità funzionale di questa famiglia di proteine che funziona in tandem e mai come singola proteina.
RECETTORE GABA B I recettori GABA B presentano un meccanismo di trasduzione del segnale completamente diverso rispetto ai precedenti. In tal senso c’è da specificare che i GABA B esistono in due sottotipi diversi: GABA B (1) e GABA B (2). Nel caso dei GABA B(1) sappiamo che esistono due : 1a ed 1b. Queste sono derivanti dallo stesso gene ma diverse nel dominio extracellulare N-terminale. Successivamente fu dimostrato che rispetto ai recettori GABA B nativi, tali isoforme, espressi in cellule eterologhe, presentavano una minore affinità nei confronti del loro ligando di circa 150 volte.La loro "cattiva" efficienza di recettori risultava da un accoppiamento inefficiente tra recettore e sistemi effettori come G αi e G α0. Tali recettori ricombinanti, espressi in cellule eterologhe, restano intrappolati al livello del RE. Inoltre i recettori GABA B(1) non migrano sulla superficie cellulare senza la presenza di GABA (2). Studi dimostrarono che tali recettori si esprimono come eterodimeri/omodimeri formati da due sottotipi GABA B; GABA B(2) + GABA B (1a) /GABA B (1b).
PRINCIPIO ATTIVO Le benzodiazepine sono il prototipo degli agenti antiansia. Il loro bersaglio farmacologico risulta essere il recettore GABA A, ma sebbene la ricerca sia rivolta anche verso altri tipi di bersagli molecolari, come i recettori serotoninergici, per ora l’efficacia, la sicurezza e la prontezza d’azione delle benzodiazepine non è stata ancora replicata. La prima benzodiazepina scoperta ed utilizzata in ambito clinico nel 1960 fu il clordiazepossido. La sicurezza di questa nuova classe di composti farmacologici fu importantissima per sostituire altre classi di composti come i barbiturici. Dal clordiazepossido derivarono diversi composti benzodiazepinici tutti con caratteristiche diverse. A livello farmaceutico la scelta di un composto deve essere fatta anche in base alla sue caratteristiche in termini di velocità di assorbimento, presenza o meno di metaboliti attivi e grado di lipofilia. Un composto molto lipofilo e senza metaboliti attivi potrà essere utile come ipnotico, ma sarà meno utile come molecola per contrastare lo stato cronico di ansia. Di contro, una molecola poco liposolubile con metaboliti attivi e difficilmente assorbibile sarà utile per combattere gli stati di ansia, ma meno utile come sonnifero. La loro efficace azione contro l’ansia patologica non ha fatto guadagnare a queste molecola il titolo di “ansiolitici perfetti”. Questo avviene perchè l’ansiolitico perfetto è quella molecola che non presenta effetti comportamentali riferibili a stati mentali al di fuori di quello dell’ansia. Questo tipo di selettività sarà raggiunta nel futuro solo se si conoscerà con precisione la correlazione tra azione clinica recettoriale e composizione del recettore stesso in termini di subunità specifiche. Da un punto di vista storico, tornando indietro negli anni 50′, Sternbach si accorse che i gruppi basici erano dotati di una certa capacità biologica.
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RICERCA SCIENTIFICA IL CLORDIAZEPOSSIDO, COME VENNE CHIAMATO SUCCESSIVAMENTE, CONSERVAVA OLTRE L’AZIONE FARMACOLOGICA TERAPEUTICA BENEFICA ANCHE MOLTI LATI “SCOMODI” DA UN PUNTO DI VISTA FARMACODINAMICO E FARMACOCINETICO
Tale osservazione fu fondamentale per arrivare alla formulazione del composto chiamato in codice RO 50690. Questo composto derivava dalla reazione del 6-cloro-2clorometil-4-fenilchinazolina-3ossido con una metilammina. Nel 1957 fu studiata l’attività farmacologica di tale prodotto che mostrava proprietà sedative, ipnotiche ed antistricnino-simili al meprobamato, un propandiolo che presenta attività tranquillante solo a dosi tossiche. Il composto RO50690 mostrando queste caratteristiche interessanti arriva sul mercato nel 1960 con il nome di Librium. Il clordiazepossido, come venne chiamato successivamente, conservava oltre l’azione farmacologica terapeutica benefica anche molti lati “scomodi” da un punto di vista farmacodinamico e farmacocinetico. Gli esperimenti successivi furono condotti per migliorare la sua “eleganza farmaceutica”. Variazioni strutturali portarono ad un composto ancora oggi in uso come il diazepam. Il diazepam, scoperto nel 1959, mostrava delle caratteristiche strutturali che ridimensionavano le problematiche relative al clordiazepossido. La scoperta di questo nuovo composto sovvertiva un pò quanto detto in precedenza da Sternbach e cioè che i gruppi basici fossero tutti
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dotati di un’attività biologica. La struttura del diazepam non presenta gruppi basici ma ha mostrato una potenza dalle 3-10 volte superiore rispetto al clordiazepossido. Il mercato farmaceutico nel 1963 apre le porte al diazepam commercializzato con il nome di Valium. I progressi scientifici farmaceutici fatti finora portarono ad una svolta nel 1981. Questa fu una data molto importante per lo studio di composto benzodiazepinici in quanto fu scoperto il flumazenil. Tale composto risulta mostrò delle attività specifiche di antagonista puro in quanto non veniva influenzato dall’azione del GABA o da altri ioni che portano a modifiche strutturali del recettore. L’antagonista puro si comporta come una molecola insensibile alle variazioni conformazionali del recettore, in questo caso del BZR, e questo portò alla consapevolezza che tale molecola potesse essere usata in caso di sovradosaggio di benzodiazepine. L’azione del flumazenil fu paragonata ad altre molecole che presentavano azione “negativa” nei confronti del recettore come il RO 15-4513, ma si dimostrò che i meccanismi erano completamente diverse. Il RO 15-4513 fu catalogato come “agonista
RICERCA SCIENTIFICA IL FUTURO DELLA FARMACOLOGIA DELLE BENZODIAZEPINE SARÀ QUELLO DI ANDARE A STABILIRE QUALI SIANO LE FUNZIONI DELLE DIVERSE SUBUNITÀ NELLA COMPOSIZIONE RECETTORIALE E LA DIVERSA AFFINITÀ A MOLECOLE SEMPRE PIÙ SPECIFICHE
inverso parziale” ovvero una molecola capace di agire modificando il legame del GABA con il suo recettore e di conseguenza la conduttanza del cloro in senso negativo ma in maniera parziale. Questa consapevolezza fu confermata dalla prova sperimentale derivante da studi effettuati su ratti nei quali produceva effetti ansiogeni. MECCANISMO D’AZIONE Le benzodiazepine agiscono come dei ligandi del BZR localizzato sul recettore GABA A. In realtà queste molecole non agiscono direttamente modificando la conduzione del cloro attraverso la membrana, ma agiscono sul legame tra GABA e suo recettore e di conseguenza modulando la conduzione dello ione a livello transmembranario. Nello specifico agonisti ed agonisti parziali agiscono potenziando il legame del GABA e quindi la sua azione portando alla classica azione ansiolitica. Al contrario agonisti inversi ed agonisti inversi parziali agiscono in modo da modulare negativamente il legame tra GABA e suo recettore portando ad effetti ansiogeni. Gli antagonisti competitivi, invece, si comportano in maniera diversa in quanto non vanno ad agire sull’affinità di legame tra GABA e recettore bensì andando ad ostacolare il legame di altre molecole con funzione di agonista. Studi strutturali della proteina recettoriale e di risposta alle differenti molecole hanno consigliato un modello funzionale basato sulla presenza dello stesso recettore in diversi stati : · Stato attivo o agonista · Stato neutro o riposo · Stato inattivo o agonista inverso Le differenti molecole che hanno proprietà di ligandi agiscono andando a stabilizzare uno dei tre stati. Per esempio gli agonisti ed agonisti parziali vanno a stabilizzare lo stato attivo in modo da provocare una risposta massimale o sub-massimale nella conduzione del cloruro transmembrana.
Al contrario gli agonisti inversi o agonisti inversi parziali agiscono stabilizzando lo stato inattivo, mentre molecole che sono catalogati come antagonisti competitivi non presentano alcuna preferenza di legame e non inducono alcuna variazione di conformazione strutturale. Il legame delle benzodiazepine al recettore BZR può essere reso insensibile andando ad agire su un residuo di istidina della subunità alfa sostituendolo con un residuo di arginina. Il legame avviene all’interfaccia tra la subunità alfa e quella gamma e studi meccanicistici molecolari, hanno dimostrato come le caratteristiche strutturali del recettore, in termini di tipologie di subunità proteiche, si traduce in differenti sottotipi recettoriali con azioni fisiologiche differenti. Nello specifico in differenti studi condotti su scimmie è stato notato che l’azione sedativa è riconducibile a recettori che danno effetti sedativi, mentre recettori con le subunità α 2,3 e 5 presentano azione ansiolitica e di rilassamento muscolare. Il futuro della farmacologia delle benzodiazepine sarà quello di andare a stabilire quali siano le funzioni delle diverse subunità nella composizione recettoriale e la diversa affinità a molecole sempre più specifiche. Questo obiettivo finale servirà per garantire l’azione farmacologica mirata ad una determinata risposta fisiologica senza inficiarne una correlata. Alcune molecole che in vitro mostravano una selettività abbastanza alta per il recettore GABA A andando ad avere una presunta azione ansiolitica, poi in vivo hanno mostrato una minore efficacia rispetto alle benzodiazepine standard. La composizione proteica del recettore risulta fondamentale per l’efficienza di accoppiamento delle varie subunità. Questa deduzione fu successiva all’osservazione di un disaccoppiamento del complesso recettoriale BZR con GABA A in risposta alla somministrazione cronica di benzodiazepine. Si tenga presente che l’affinità, l’efficacia e l’attività intrinseca per la molecole benzodiazepinica dipende dalla natura di entrambe le subunità alfa e gamma. Nuovo COLLEGAMENTO
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EDUCAZIONE SESSUALE
SESSUOLOGO
A CHI?
Intervista a Veronica Rossi, psicologa e ssessuologa
Q
di Giulio Francesco Valeriano, farmacista, operatore di nutrizione olistica e aromaterapia, naturopata
uando si parla di sessuologia, esiste una certa confusione di ruoli tra le diverse figure che seguono, professionalmente, questo settore. Parlando in senso stretto, la sessuologia altro non è una specializzazione alla quale possono afferire diverse professionalità: medici e psicologi in primis, ma non solo. Stando a Wikipedia, “in un'accezione generale, il termine può indicare qualsiasi figura medico-scientifica che operi nell'area della
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sessualità umana e della salute sessuale come l'andrologo o il ginecologo ma anche il sociologo o l'antropologo del comportamento sessuale”. Già da questa definizione, capiamo la grande confusione che regna in questo ambito. Per farla facile, possiamo definire il sessuologo come il medico che si occupa delle disfunzioni sessuali da un punto di vista clinico e organico. Mentre possiamo individuare nella figura professionale dello psicologo psicote-
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rapeuta formalmente specializzato in sessuologia il professionista che che si occupa del trattamento dei disturbi sessuali che hanno origine psichica. Tuttavia, lo sappiamo bene, in questo campo il confine tra disturbo d’organo e disagio psicologico è davvero difficile da marcare. Abbiamo voluto parlarne con Veronica Rossi, psicologa e psicoterapeuta, alla quale abbiamo chiesto di descriverci la figura dello psicologo sessuologo. Sappiamo bene che corpo e mente sono strettamente interconnessi, e molto spesso stati emotivi e vissuti particolari, possono trovare la via del corpo per esprimersi, e quindi, mostrarsi anche nella sessualità. Il lavoro terapeutico viene svolto con il singolo, ma ancor più spesso con la coppia, in quanto nella maggior parte dei casi, l’origine del disturbo sessuale si ritrova proprio nelle dinamiche relazionale. Non solo: il sessuologo si occupa anche della prevenzione e dell’educazione all’affettività e alla sessualità. Molto spesso infatti capita che, a causa dei tabù e delle reticenze nell’affrontare il tema della sessualità, le persone si trovino spesso disinformate riguardo gli aspetti emotivi, affettivi, ma anche organici e funzionali che la riguardano. Questo determina in molti casi le disfunzioni sessuali o difficoltà relazionali. Dottoressa Rossi, il sessuologo lavora in autonomia o in équipe? Per il sessuologo il lavoro di équipe è fondamentale. Di frequente servono infatti diverse competenze al fine di affrontare la disfunzione sessuale. Prima di iniziare un percorso terapeutico, è infatti necessario escludere eventuali cause organiche, ed in questo caso è imprescindibile l’intervento di altre figure come il ginecologo e l’andrologo per esempio. Quindi l’approccio ai disturbi sessuali è multidisciplinare, cioè basato sulla collaborazione con diverse professionalità. Che importanza ha l’educazione sessuale nella formazione del bambino e dell’adolescente? L’educazione sessuale è fondamentale per i bambini e gli adolescenti. Credo anzi che
dovrebbe essere obbligatoria all’interno delle scuole. Molto spesso infatti i bambini e gli adolescenti, sono incuriositi dalla sessualità perché è un qualcosa che gli appartiene, ma sul quale non hanno informazioni. Occorre infatti un adulto (genitore o insegnante) che fornisca loro le risposte di cui hanno bisogno. Il problema è che di frequente trovano reticenze, spesso mosse dai tabù o dall’imbarazzo del parlare di “certe cose”. Questa dinamica conduce i giovani a ricercare queste risposte altrove, dagli amici per esempio, ma ancor più spesso, nel web. E questo è un grande problema. Infatti il web è un “mondo incontrollato” che offre qualsiasi tipo di informazione riguardo la sessualità, ma il più delle volte risulta distorta, e non ha alcuna attinenza con la realtà. Pensiamo per esempio alla pornografia. È un prodotto di puro intrattenimento, che dovrebbe essere riservato ad un pubblico che ha già un’esperienza sessuale, eppure spesso diviene l’unico insegnante di questi giovani. Va da sé, che inevitabilmente quello che imparano della sessualità non è in linea con la realtà, ma un suo artificio. Occorre fornire quindi ai giovani strumenti per interpretare, ma sopratutto per capire come funziona la relazione con l’altro, il rispetto del proprio e dell’altrui corpo. Non solo, ma l’importanza dell’educazione sessuale, risiede anche nell’istruire all’importanza della contraccezione e della protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili. Purtroppo la mancanza di questi insegnamenti può determinare delle conseguenze deleterie, e a questo, non c’è miglior antidoto che la prevenzione e l’educazione sessuale. Può recuperare un adulto che non ha ricevuto una corretta educazione sessuale? Assolutamente si. Anzi, la rieducazione o informazione sessuale è proprio parte integrante del trattamento delle disfunzioni sessuali. Forse è più opportuno dire che le difficoltà sessuali sono molte volte determinate da un’errata educazione, ed in questo caso, non sono soggette a diagnosi in quanto è proprio la disinformazione che non permette di avere una sessualità appagante. Di frequente manca proprio la conoscenza riguardante l’anatomia dell’area genitale e di conseguenza la persona non conosce nemmeno Nuovo COLLEGAMENTO
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come poter provare piacere, in quanto manca la sperimentazione. Non dimentichiamoci inoltre che l’adulto che vive la sua sessualità in maniera non libera, è stato un giovane al quale sono stateofferte errate informazioni circa la sessualità o al quale sono stati comunicati (implicitamente od esplicitatamene) pregiudizi. In alcuni casi si attiva una sorta di “autocastrazione” che non permette alla persona di essere totalmente se stessa e autentica nella sua vita sessuale. Il compito del sessuologo in questi casi, è proprio quello di fornire informazioni ed educare alla sessualità, facendo prendere coscienza delle errate convinzioni e credenze che stanno dietro alle difficoltà sessuali, sostituendole così con quelle utili per il benessere della persona stessa. La rieducazione è proprio a questo, rendere la persona consapevole delle sue convinzioni errate e fornire invece, informazioni e atteggiamenti funzionali che siano in linea con il suo benessere. Può l’educazione sessuale essere utile per le relazioni sane anche fuori dal contesto sentimentale? L’educazione sessuale prevede anche l’educazione relazionale. Questa prevede l’insegnamento dell’ascolto, della comprensione dell’altro e del rispetto delle sue volontà. Una volta che questi principi vengono assimilati e fatti propri, si manifesteranno poi in qualsiasi tipo di relazione, sia essa sentimentale oppure no. I rapporti interpersonali, per quanto piacevoli, sono però complessi e all’interno di essi si creano dinamiche articolate, che a volte sfuggono anche alla coscienza degli stessi protagonisti della relazione. C’è una frasi William James che va a confermare questa complessità di dinamiche: “ogni volta che due persone si incontrano, ci sono sei persone presenti: come ogni persona vede se stessa, come una persona vede l’altra e ogni persona come realmente è” È facile capire quindi che non sempre è facile districarsi all’interno delle relazioni, anche perchè si è emotivamente coinvolti e questo non permette di poter agire in maniera “oggettiva”. L’educazione sessuale, abbracciando anche la 24
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sfera relazionale ed affettiva, può davvero essere un valido aiuto per migliorare le proprie relazioni interpersonali, grazie ad una consapevolezza circa le proprie modalità di approccio all’altro, ma anche delle reazioni che più di frequente si adottano all’interno delle relazioni. Che ruolo può avere il farmacista nell’educazione sessuale, considerando che spesso si trova a rispondere a quesiti relativi a tale ambito? So che molto spesso il farmacista è colui al quale gli utenti si affidano per avere informazioni e consigli che possono riguardare i farmaci, oppure la scelta dei contraccettivi. La persona che soffre di una disfunzione sessuale spesso infatti, si affida in prima battuta a farmaci o rimedi naturali che possano “curare” i sintomi, e questo, si verifica più frequentemente nel sesso maschile. Pensiamo per esempio alla difficoltà o incapacità di avere l’erezione, molto spesso l’ origine di tale problema è psichica oppure relazionale, questo però non viene immediatamente contemplato e quindi il primo rimedio a cui la persona fa riferimento è sicuramente quello farmacologico. Questo però non può risolvere alla radice la problematica, oppure addirittura, potrebbe non funzionare affatto. I l farmacista in questa circostanza può essere d’aiuto per sensibilizzare il paziente a riferirsi ad un professionista come il sessuologo ad esempio, ed eventualmente lo stesso potrà a sua volta richiedere degli accertamenti medici al fine di escludere problemi organici o fisiologici come causa del problema. Il farmacista può inoltre fornire un supporto relativo al corretto utilizzo dei contraccettivi, dalla pillola anticoncezionale ai preservativi, per esempio. In questo modo si fa anche attività di prevenzione. Insomma, a volte si potrebbe dar per scontato che gli utenti siano informati riguardo gli aspetti della sessualità, qualsiasi essi siano, invece purtroppo c’è ancora tanta disinformazione, promossa di frequente dai tabù e dai falsi miti che investono il tema della sessualità. Per questo è auspicabile che ogni professionista della salute si impegni per aiutare l’utente a prendersi cura di sé stesso e del suo benessere psichico, fisico e sessuale.
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ELABORARE EVENTI TRAUMATICI ATTRAVERSO LA STIMOLAZIONE BILATERALE
Intervista a Laura Strazzi, psicoterapeuta, Analista Transazionale a cura della Redazione di Nuovo Collegamento
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urante questa pandemia, molte persone stanno vivendo difficoltà psicologiche legate a lutti e ospedalizzazioni nei casi più gravi ma legate anche all’isolamento, alla solitudine, alla perdita di lavoro, eccetera. C’è uno strumento prezioso e relativamente nuovo, utilizzato dagli psicoterapeuti, che può diventare un valido aiuto in molti casi. Si chiama EMDR, ne parliamo con la dottoressa Laura Strazzi, pricoterapeuta, che utilizza da tempo con successo questo metodo. Che cos'è e come funziona l'EMDR? L'EMDR (acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing) o desensibilizzazione 26
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e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, è un particolare tipo di approccio terapeutico scoperto dalla ricercatrice americana Francine Shapiro nel 1989 e presentato nel 1990. Esso viene impiegato per il trattamento di traumi e problemi psicologici di entità più o meno severa. L’EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente dolorosi. Durante un’esperienza traumatica, avviene che le informazioni restano intrappolate mantenendo attive emozioni, percezioni, cognizioni e sensazioni fisiche disturbanti presenti proprio al momento in cui è avvenuto il trauma.
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Tutte queste informazioni, conservate in modo disfunzionale, restano “congelate” all’interno delle reti neurali e sono incapaci di mettersi in connessione con le altre reti e, non riuscendo ad essere elaborate, entrano in cortocircuito continuando a provocare disagio nel soggetto fino a portare all’insorgenza di patologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD) e molti altri disturbi psicologici. I ricordi traumatici verranno rielaborati durante la seduta psicoterapeutica, in cui il paziente è invitato a notare attraverso i pensieri, le sensazioni fisiche e immaginarie collegate all’esperienza passata. Al contempo il terapeuta farà compiere al paziente dei semplici movimenti oculari o attiverà delle stimolazioni tattili. Tali sollecitazioni si basano su un processo neurofisiologico naturale, simile a quello che avviene nel sonno REM e favoriscono una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali. In parole semplici, mentre il soggetto è concentrato contemporaneamente sul “ricordo, i movimenti oculari, le sensazioni corporee e quelle emotive”, gli emisferi celebrali si attivano in modo tale da sbloccare il suddetto ricordo e rimetterlo “in circolo”, stimolando la formazione di nuove connessioni neurali e quindi nuovi significati utili. Dopo il trattamento quali risultati ottiene il paziente? Dopo il trattamento dell’EMDR, il paziente integrerà quell’evento nella sua storia, lo ricorderà e trasformerà il trauma in un ricordo privo di condizionamenti negativi sul presente. L’EMDR consente di modificare la prospettiva con cui si vedono queste esperienze traumatiche in tempi brevi, indipendentemente dagli anni passati dall’evento. L’utilizzo del trattamento sia in singolo, che integrato all’interno di un percorso terapeutico tradizionale, può fornire un adeguato sostegno e si rivela di grande aiuto. Alla fine di una o più sedute, le connotazioni negative legate al ricordo svaniscono e vengonsostituite con sensazioni neutre, se non positive.
Sappiamo che questo metodo è stato ampiamente impiegato anche durante situazioni di emergenza nazionale, anche per il personale sanitario, in che modo? È vero, è stato fondamentale anche per supportare medici e infermieri che, nella prima fase della pandemia Covid, hanno vissuto giorni drammatici generatori di ansia e paura. Grazie al lavoro svolto dagli operatori dell’Associazione per l’ EMDR Italia (www.emdr.it) i professionisti sanitari hanno ricevuto sostegno e sollievo riguardo ai sintomi inevitabili che manifestavano e che erano legati allo shock provocato da questo improvviso “tsunami” che ci ha raggiunti. Sono stati molti gli interventi che questa Associazione ha effettuato negli anni in caso di terremoto, incidenti, morti improvvise, esperienze che destabilizzano intere comunità attraverso il metodo EMDR. È stato ed è uno strumento che aiuta a superare grandi traumi condivisi ma anche per traumi personali significativi che impediscono una vita libera. Molte persone che si sottopongono all’EMDR la prima volta chiedono se si tratti di ipnosi, inoltre si teme che possa cancellare i ricordi. La risposta è NO. Quando lavoriamo con tale metodo utilizziamo ricordi traumatici disturbanti che l’individuo ha vissuto e che sono all’origine delle sue problematiche. La persona è sempre vigile durante tutte le fasi della stimolazione. Un’altra falsa credenza sull’EMDR, che spesso spaventa chi vi si sottopone, è che si cancellino i ricordi, quando spesso (e giustamente) le persone non vogliono “dimenticare”. In realtà non si cancella nulla, ma semplicemente vengono neutralizzate le sensazioni disturbanti legate alla memoria di quell’evento e vengono associati significati costruttivi e funzionali. La memoria del trauma, in quanto tale, non può essere cancellata, così come la sua natura di esperienza dolorosa. Con questo approccio quindi si può trovare il lato positivo anche in situazioni inizialmente dannose, è così? Permettersi di rivivere in sicurezza le esperienze dolorose che abbiamo vissuto, sia quando il ricordo che ci rimane è vivido, sia quando è impreciso e lontano, è una grande opportunità di crescita e di miglioramento per la nostra vita. Nuovo COLLEGAMENTO
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INTERVISTA
LO SPORT
STRUMENTO DI PREVENZIONE E TERAPIA Intervista a Alessandro Murmurma, professionista in Scienze motorie, sport, salute e nutrizione
di Giulio Francesco Valeriano, farmacista, operatore di nutrizione olistica e aromaterapia, naturopata
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hi è cresciuto negli anni nei quali le giornate dopo la scuola si passavano all’aria aperta, i cortili brulicavano di bambini col pallone e la bicicletta e i genitori dovevano fare i salti mortali per farci rientrare, sa di cosa stiamo parlando. Attraverso il gioco spontaneo e il contatto con la natura sviluppavamo al meglio tutti gli schemi motori di base, al contrario di oggi dove i bambini passano la maggior parte del tempo davanti agli schermi e si fa una grande fatica per convincerli a uscire di casa. Negli ultimi decenni, la tecnologia ha avuto il sopravvento modificando lo stile di vita di tutti. A questa tendenza, si è aggiunto lo stato attuale di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, dove i giovani si ritrovano barricati in casa, passando ore seduti sul divano davanti un video gioco. Esiste poi la questione è legata all’alimentazione: si consuma molto cibo spazzatura (imposto da un mercato deviato). 28
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Tutto questo ha portato conseguenze catastrofiche sulla nostra salute, un declino delle condizioni psicofisiche e lo sviluppo precoce di patologie cronico-degenerative. Abbiamo voluto parlarne con Alessandro Murmurna, laureato in scienze motorie e con alle spalle di master universitari dedicati allo “sport come strumento di prevenzione e terapia” e "medicina e fisiologia dello sport”. Dottor Murmurma, lei è uno specialista delle scienze motorie. Ci racconta brevemente il suo percorso? “La società attuale espone le persone a stati di stress fisici e psicologici che sono all’origine di numerose patologie, per cui l’obiettivo principale, che mi sono imposto in qualità di personal trainer è stato quello di promuovere comportamenti virtuosi nelle attività motorie, nell’alimentazione e nella “manutenzione” dello stato motivo al fine di raggiungere uno stato di benessere totale. Equilibrio e moderazione sono alla base di tutto poiché oggi stare bene significa essere in forma quanto basta per far ciò che ci piace senza
INTERVISTA
sforzo, gestire lo stress senza essere travolti e rendere l’attività fisica (il movimento) e l’esercizio fisico parte integrante della nostra vita”. Lei lavora da solo o in team? Interagisce con altri professionisti? “Il mio lavoro si avvale sempre della stretta collaborazione di uno staff di esperti e professionisti nelle seguenti aree: scienze motorie, fisioterapia, nutrizione, ortopedia, medicina sportiva, psicologia. Un vero team support che si occupa della salute della persona attraverso l’esercizio fisico “l’esercizio terapia”. Mai come oggi la parola movimento è sinonimo di salute e cultura, siamo fatti per muoverci, meno ci muoviamo e più ci arrugginiamo ma, parlare solo di movimento a scopo salutare è riduttivo se alla base non ci sono una sana alimentazione e un corretto stile di vita. Lei cosa ne pensa? “ Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute. (Ippocrate 460-377 a.C.)”.
Questo concetto, così antico, e all’apparenza così elementare ha in sé una forza incredibile. Eppure, a distanza di 2500 anni, la popolazione si ammala sempre di più per malattie che trovano nella cattiva alimentazione e nella sedentarietà la propria radice più profonda. Purtroppo gli errori commessi ogni giorno portano le cellule del nostro organismo a invecchiare precocemente e concorrono all’instaurarsi di uno stato d’infiammazione silente che precede il manifestarsi della sindrome metabolica (ipertensione, obesità e ipercolesterolemia), delle malattie cardiovascolari (aterosclerosi, ictus ed infarto) e dell’Alzheimer. È bene ricordare che qualsiasi forma di movimento è attività fisica: si può fare in qualunque momento della giornata, andando a lavoro in bicicletta o a piedi, o parcheggiando la macchina più lontano rispetto al solito. Queste buone abitudini spingeranno le persone a muoversi sempre di più, perché il corpo stesso ci dirà che, quando è in movimento, si sente meglio. L’attività fisica rappresenta qualsiasi movimento prodotto dai muscoli che consente di raggiungere la cosiddetta "forma fisica". Nuovo COLLEGAMENTO
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INTERVISTA
NON OCCORRE NEANCHE AVERE MOLTO TEMPO LIBERO, NÉ ANDARE NECESSARIAMENTE IN PALESTRA O INIZIARE A FARE SPORT; OCCORRE SOLO CAMBIARE LE PROPRIE ABITUDINI A FAVORE DI UNO STILE DI VITA PIÙ ATTIVO
I costituenti della forma fisica, correlati alla salute sono la resistenza cardiovascolare (capacità aerobica), la forza e la resistenza muscolare, la flessibilità e la composizione corporea. È importante inoltre saper utilizzare le capacità motorie al momento giusto ottenendo agilità, coordinazione, equilibrio, tempi di reazione e potenza. Parlando di alimentazione, conosciamo i benefici della dieta mediterranea. E’ da consigliare anche in chi pratica attività sportiva? Diversi studi e ricerche confermano che la dieta mediterranea, quella rappresentata dalla piramide alla cui base troviamo pasta e pane sia rovesciata da evidenze scientifiche che dimostrano come l’eccesso di carboidrati e di grassi saturi favorisca l’instaurarsi di uno stato pro-infiammatorio predisponente al diabete di tipo II ed alla malattia cardiovascolare (aterosclerosi) oltre che favorire un invecchiamento precoce dei tessuti. Per contro una dieta equilibrata dovrebbe essere ricca di verdura, frutta, proteine di alta qualità e con una ridotta quantità di zuccheri e grassi saturi ed infine integrata con acidi grassi Omega 3 e polifenoli. Una “nuova o vera” dieta mediterranea che trova nelle verdure di stagione, nell’olio di oliva, nel pesce azzurro e nella frutta le sue principali fonti caloriche a cui si aggiunge una modesta quantità di cereali integrali forniti dal farro, dall’orzo e dal kamut. Ovviamente consapevolezza e moderazione sono alla base di tutto. Che consiglio si potrebbe dare a chi non pratica attività fisica da molto tempo e si è, per vari motivi, adagiato in una condizione di sedentarietà? Crema possiamo spronare queste persone a fare esercizio? Se abbiamo condotto una vita sedentaria per molto tempo, può sembrare difficile iniziare ad
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adottare uno stile di vita più attivo, ma muovere i primi passi non è poi così faticoso, l’importante e iniziare in modo corretto. La maggior parte delle persone afferma di non avere tempo per praticare attività fisica, ma iniziare a muoversi per cominciare a condurre uno stile di vita più sano e mantenerlo non è un’impresa così difficile come sembra. L’importante e iniziare con il piede giusto, scegliendo attività divertenti e dosando volumi e intensità. Non occorre neanche avere molto tempo libero, né andare necessariamente in palestra o iniziare a fare sport; occorre solo cambiare le proprie abitudini a favore di uno stile di vita più attivo. Almeno 30 minuti al giorno di attività fisica è quanto basta per mantenersi in forma. Di estrema importanza è fare sempre riferimento alle linee guida approvate dal Ministero della Salute per ogni fascia d’età : • I bambini e gli adolescenti di età compresa tra 5 e 17 anni, come sottolineato dall’OMS, dovrebbero praticare almeno 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata-vigorosa e esercizi di rafforzamento dell’apparato muscoloscheletrico almeno tre volte a settimana. L’attività fisica nei bambini e negli adolescenti include il gioco, l’esercizio fisico strutturato e lo sport. • Per gli adulti le attuali raccomandazioni dell’OMS consigliano di svolgere nel corso della settimana un minimo di 150 minuti di attività fisica aerobica d’intensità moderata oppure un minimo di 75 minuti di attività vigorosa più esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari due o più volte a settimana. Ciò può essere realizzato, ad esempio, attraverso cinque sessioni di esercizio a settimana della durata minima di 30 minuti oppure svolgendo almeno
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25 minuti di esercizio di intensità vigorosa per 3 volte a settimana. La raccomandazione può essere soddisfatta anche combinando le attività ad intensità moderata e vigorosa. - Infine gli anziani, per i quali – si sottolinea – “promuovere e facilitare la pratica regolare di attività fisica è particolarmente importante perché questo gruppo di popolazione è molto spesso il meno attivo”. Secondo l’OMS, al fine di migliorare la salute cardiorespiratoria e muscolare, ridurre il rischio di malattie croniche non trasmissibili, depressione e declino cognitivo, gli adulti over 65 anni dovrebbero svolgere almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica aerobica di moderata intensità o almeno 75 minuti di attività fisica aerobica a intensità vigorosa ogni settimana o una combinazione equivalente di attività con intensità moderata e vigorosa. Si raccomanda, inoltre, di associare esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari due o più volte la settimana nonché attività per migliorare l’equilibrio e prevenire le cadute tre o più volte la settimana per coloro che hanno una ridotta mobilità. La farmacia, nell’ambito della “farmacia dei servizi” ha aperto le porte ad altri professionisti. Secondo lei, è possibile una collaborazione tra farmacista e specialista in scienze motorie per andare incontro alle necessità del cliente e trovare in farmacia un luogo di incontro e formazione? L’esercizio fisico rappresenta il farmaco del futuro, un farmaco ad azione preventiva e curativa a costo zero (o molto ridotto) e se tutti lo utilizzassimo la società ne avrebbe grandi benefici: si verificherebbe una notevole riduzione dell’incidenza delle patologie esercizio-sensibili e delle loro ricadute con conseguente risparmio economico e diminuzione dei costi sanitari. “Essendo un farmaco”, sta a noi professionisti del settore “incluso il Farmacista” effettuare una corretta prescrizione di esercizio fisico, rimanendo aderenti alle linee guida prescritte dall’American College of Sports Medicine (ACSM),
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l’ente di medicina dello sport più importante al mondo, stilando programmi dosati e adattati alle caratteristiche di ogni individuo, una vera e propria esercizio terapia che s’impone come obiettivo quello di contribuire al miglioramento della qualità della vita attraverso l’esercizio fisico. Sia che l’obiettivo sia perdere peso, combattere la sedentarietà, potenziare i muscoli, tonificare, rafforzare la schiena, combattere lo stress, il controllo di una patologia o più semplicemente il miglioramento della propria forma fisica, il metodo di lavoro si dovrebbe basare sulla stretta sinergia dell’intero staff, che guiderà la persona a intraprendere un percorso d’allenamento efficace, sicuro e strettamente personalizzato, basato su un metodo di lavoro (esercizio terapia) che prevede i seguenti passaggi: • individuazione dei fattori di rischio (medico curante); • valutazione funzionale; • definizione del programma di esercizi; • educazione al cambiamento dello stile di vita; • verifiche periodiche dei risultati; • avviamento progressivo ad un corretto stile di vita; • visite periodiche di controllo dei risultati. Infine penso che la farmacia dovrebbe rappresentare un importante punto di riferimento nel fornire consigli sulla salute, sull’integrazione e sulla gestione dell’attività fisica, difatti numerosi sono gli sportivi e le persone (attive) improvvisate che si affidano al fai-da-te o alla consultazione di siti internet, acquistando pur di risparmiare “qualche spicciolo” prodotti scadenti (la maggior parte delle volte non necessari) e pericolosi per la salute, di cui non si conosce in alcuni casi neanche la provenienza. Una forma interessante di collaborazione tra farmacista ed esperto in scienze motorie, potrebbe riguardare il corretto recupero psicofisico dei soggetti che vivono situazioni di stress che si protraggono per lunghi periodi, un esempio il periodo di quarantena, trascorso perlopiù in casa, ha causato in molte persone un’alterazione
INTERVISTA
delle abitudini di vita, una maggiore sedentarietà e una modificazione dell’alimentazione, il tutto accompagnato da una buona dose di stress: insomma, una generale perdita di forma psicofisica. Il risultato insieme a cattive abitudini di vita e a protratte situazioni di stress cronico può portare ripercussioni del disequilibrio del sistema nervoso autonomo “SNA” che possono produrre una cascata di alterazioni e la comparsa di sintomi che spesso sono di difficile inquadramento nella medicina specialistica. Tali sintomi prendono infatti il nome di Sintomi Vaghi Aspecifici (MUS: Medical Unspecified Symptoms) e si manifestano con alterazioni dell’appetito, dell’umore, della capacità di concentrazione, sulla qualità del sonno e sulla quantità di energia. Il percorso di recupero e collaborazione dovreb-
be iniziare con un questionario (che il farmacista potrebbe proporre ai clienti) di valutazione dei sintomi vaghi aspecifici e con la raccolta delle abitudini alimentari e dell’attività fisica abitualmente svolta oltre che ad un’anamnesi sulle patologie avute e con la misurazione dello stress e dell’equilibrio del sistema nervoso autonomo. Successivamente, il secondo step dovrebbe riguardare la valutazione della composizione corporea con determinazione di numerosi parametri: idratazione, massa muscolare, massa grassa, grasso viscerale e muscolare, densità ossea, acqua extracellulare, infiammazione cronica di basso grado. I dati ottenuti in queste fasi, sicuramente, permettono di indirizzare il paziente verso un programma di nutrizione e supplementazione e di prescrivere un piano di esercizio mirato al riequilibrio psicofisico.
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DI UNA VITA OLISTICA Intervista a Elena Ferrero, farmacista olistica
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
Ode Per essere grande, sii intero: non esagerare E non escludere niente di te. Sii tutto in ogni cosa. Metti tanto quanto sei Nel minimo che fai, Come la luna in ogni lago tutta Risplende, perché in alto vive. Fernando Pessoa
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i sente sempre più parlare di approccio olistico alla salute. La farmacia guarda queste pratiche con curiosità, ma non ha ancora assunto una posizione chiara a favore o contraria ad un approccio che, talvolta, ci sembra troppo “astratto”. Ogni qualvolta nei gruppi social frequentati dai farmacisti compaiono discussioni attorno a questi temi, si scatenano reazioni in ogni direzione e le discussioni non mancano. I social, si sarà solo divisivi. Ma la questione emerita di essere presa in seria considerazione, anche perchè il futuro della farmacia passa anche per un approccio 34
Nuovo COLLEGAMENTO
quanto più omogeneo rispetto alle pratiche olistiche: le rifiutiamo o le accogliamo e ce ne facciamo promotori? È presto per rispondere in maniera univoca, ma è bene iniziare a pensarci. Lo abbiamo fatto assieme ad Elena Ferrero farmacista e, al tempo stesso, operatrice olistica. Elena, prima di entrare nel merito delle pratiche olistiche, raccontaci la tua esperienza formativa. Nasco con una laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, il mio passato e il mio presente
STILI DI VITA
da farmacista mi porta ad approfondire il lato umano delle patologie e mi ha condotta ad approdare ad una scuola quadriennale di omeopatia che mi ha cambiato la vita e la visione fino ad arrivare al conseguimento di una certificazione internazionale in omeopatia unicista alla Faculty of Homeopathy di Londra. Da lì un crescendo, un turbine di curiosità che dilaga incessantemente e mi porta ad affrontare corsi di specializzazione di aromaterapia, floriterapia, programmazione neurolinguistica e in ultimo il perfezionamento e la certificazione come operatrice olistica in naturopatia. Da qui a qualche anno chissà… Sicuramente non finirà qui la mia formazione, il mio interesse per il naturale mi guiderà a scoprire altri mondi!. Molte volte sentiamo parlare di approccio olistico e della sua visione ma non riusciamo a comprendere la totalità di questi termini. Di cosa si tratta? “Partiamo dalla sua etimologia: "olos" in greco significa "tutto", "globale" ed è un'ideologia secondo la quale le singole parti che compongono non possono essere spiegate individualmente ma devono essere inquadrate, appunto, nel "tutto" di appartenenza. Un esempio di struttura olistica è proprio l'essere umano. L’uomo non va considerato come una macchina in cui l'assemblaggio dei singoli organi porta al totale, ma è un indivisibile in cui la somma delle parti è più grande dell'intero stesso. Quindi, è facile capire come il nostro sistema Uomo sia una meravigliosa macchina complessa costituita da mente, corpo, spirito che evolvono ed interagiscono in continuazione con l'ecosistema in cui vivono al fine di ritrovare l'equilibrio dell'energia vitale. Diventa facile capire come l'idea di benessere prenda una connotazione differente ed innovativa; non è più soltanto l'assenza di malattia ma l'equilibrio di fattori fisici, psichici, sociali e ambientali che ruotano intorno al pianeta Uomo”.
Chi è allora l'operatore olistico? Può esserlo il farmacista? L'operatore olistico è un ricercatore in primis. È colui che indirizza verso l'armonia psicofisica tramite l'utilizzo di tecniche naturali, energetiche, spirituali e culturali. L’operatore olistico aiuta a ritrovare la consapevolezza di sé, è un professionista che, attraverso un percorso personale di ricerca, di studio, di sperimentazione, ha inserito nel proprio lavoro e nella propria quotidianità il concetto di trasformazione. “Trasformazione” perché si inizia ad approcciare alla persona in maniera differente e globale con lo scopo di arrivare ad una qualità di vita più alta anche grazie alla riequilibrazione dell’energia vitale; assume, quindi, un ruolo importante l'educazione ad uno stile di vita sano ed energeticamente puro nonché rispettoso dell'ambiente. Per avvicinarsi alle cosiddette pratiche olistiche è importante ribadire il concetto che il corpo cerca di mantenere costantemente il suo stato di salute mantenendo in equilibrio l’energia vitale che alberga in ognuno di noi e nel momento in cui viene sviluppata una patologia quest'ultima è da considerarsi come un messaggio del corpo che vuol dirci che qualcosa deve essere fatto. È corretto sottolineare che l'operatore olistico non è un medico, pertanto non fa diagnosi, non prescrive medicine tradizionali quindi non si pone in conflitto con la medicina allopatica, anzi collabora con gli altri specialisti della salute al fine di favorire il benessere della persona. Cerchiamo di lasciarci alle spalle i luoghi comuni che ci perseguitano tutti i giorni. L'operatore olistico non si riduce a parlare in maniera vaga di medicine omeopatiche o fitoterapiche né tantomeno ad indicarci di praticare yoga in un bosco dall'oggi al domani: a seconda del percorso di studi e delle certificazioni raggiunte l'operatore ci potrà aiutare attraverso l'omeopatia, la floriterapia, la fitoterapia, l'aromaterapia e le altre tecniche quali la riflessologia plantare, palmare e la cristalloterapia. Detto questo, Alessandro, la risposta alla tua seconda domanda viene da sé. Nuovo COLLEGAMENTO
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NUOVI PROGETTI
SPAZI PER VACCINARE IN FARMACIA a cura di Luca Melchionna, architetto e consulente Utifar
U
n passo importante è stato fatto. La campagna vaccinale anti-Covid vede finalmente le farmacie in prima fila. Era ora. Tra molti dubbi, paure e, purtroppo, anche scetticismo, i farmacisti sono chiamati a dare, ancora una volta, un contributo importante. Leggendo l’accordo quadro tra Istituzioni ed Associazioni di categoria, sorgono, legittimamente, interrogativi importanti riguardo gli ambienti per la somministrazione. Probabilmente tutti con un senso e, certo, molti soci potrebbero trovarsi in casistiche non contemplate dalle linee guida. La questione, però è un’altra e giocare al facile gioco della critica è esercizio inutile e sterile. È stato prodotto uno sforzo notevole, in emergenza pandemica e con poco tempo a disposizione.
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Nuovo COLLEGAMENTO
Sono state redatte linee guida che danno la possibilità a tutte le farmacie di poter somministrare il vaccino. Il primo consiglio è quello banale, ma sempre efficace, di usare il buon senso. Per l'esecuzione delle sedute vaccinali e il connesso iter tecnico-amministrativo si prevedono determinati requisiti minimi strutturali dei locali, e opportune misure volte a garantire la sicurezza degli assistiti. All'ingresso della farmacia dovranno essere esposte chiare istruzioni su modalità di accesso e numero massimo di persone che potranno essere presenti. Si dovranno prevedere spazi separati da quelli destinati all'accoglienza dell'utenza e allo svolgimento delle attività ordinarie. Questi locali dovranno essere opportunamente arieggiati in modo da garantire un costante ricircolo d'aria e dovranno avere spazio
NUOVI PROGETTI
adeguato per garantire il distanziamento. Sarà possibile vaccinare anche a farmacia chiusa. Dovrà essere infine contemplata anche un'area di monitoraggio dove è prevista la sorveglianza per 15 minuti delle persone vaccinate. Nessuno si aspetta in farmacia flussi vaccinali larghi come corridoi di ospedali ma una corretta comunicazione può garantire sicurezza e privacy. Se si ha la possibilità di usufruire di un gazebo o struttura esterna, allora li si potrà dotare di sistemi di raffrescamento o riscaldamento. Esistono anche sistemi, pareti mobili, più o meno complesse, con le quali compartimentare lo spazio. Insomma, le possibilità ci sono ed è possibile anche trovare le soluzioni. Per fare un esempio: nel caso si avesse una
impostazione planimetrica stretta e lunga, con espositori e gondole posizionate longitudinalmente, possiamo dedicare un lato dell’area vendita alla somministrazione del vaccino. Il punto importante è che, in una realtà tragica e complessa, si sta concretizzando quella rivoluzione culturale che stava faticando a compiersi: la farmacia dei servizi. Per agevolare i farmacisti nell’individuazione e realizzazione di un'area per vaccinazioni, Utifar fornisce ai propri associati assistenza tecnica a titolo di consulenza gratuita. Gli interessati possono inviare le planimetrie dei propri locali a utifar@utifar.it, specificando la richiesta, per permettere al nostro esperto di valutarne la fattibilità e proporre una soluzione idonea. Nuovo COLLEGAMENTO
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LA GESTIONE DELLA RINITE ALLERGICA IN FARMACIA
di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer
LA PRIMAVERA È ARRIVATA E, CON ESSA, LE RINITI ALLERGICHE, CARATTERIZZATE DA STARNUTI, RINORREA E OSTRUZIONE NASALE. SOFFIARSI SPESSO IL NASO E STARNUTIRE IN PUBBLICO, QUEST’ANNO, PUÒ RISULTARE IMBARAZZANTE E METTERE LA PERSONA A DISAGIO. OLTRE A QUESTO, SAPPIAMO CHE LE RINITI ALLERGICHE TRASCURATE POSSONO GENERARE UNA SITUAZIONE ASMATICA CRONICA DI UN CERTO INTERESSE CLINICO. VEDIAMO ALLORA COME GESTIRE AL MEGLIO I DISTURBI STAGIONALI, PER ALLEVIARE I SINTOMI E PER FARE PREVENZIONE.
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a rinite allergica è la forma più comune di rinite non infettiva ed è una delle malattie più comuni a livello globale. I dati attuali suggeriscono che fino al 30% degli adulti e il 40% dei bambini soffre di RA, con costi sanitari che superano i 18 miliardi di dollari all’anno. La maggior parte dei pazienti sottovaluta la propria condizione, ritarda il trattamento, risulta non aderente e spesso ricorre ad un’automedicazione errata. Queste considerazioni evidenziano l’importanza della consulenza da parte di noi farmacisti nella gestione appropriata della rinite allergica, attraverso linee guida aggiornate e basate sull’evidenza. Nuovo COLLEGAMENTO
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PROFESSIONE FARMACIA
RICONOSCIMENTO DELLA RINITE ALLERGICA Per confermare la presenza di rinite allergica, il farmacista deve verificare i sintomi del paziente ed escludere condizioni alternative come il comune raffreddore o malattie più gravi che richiedono il rinvio al medico. I sintomi cardine della rinite allergica includono rinorrea, congestiona nasale, starnuti e prurito nasale. Una grande percentuale di pazienti manifesta, inoltre, sintomi oculari come lacrimazione, arrossamento e prurito. La caratteristica chiave della RA è che i sintomi non sono mai unilaterali, non è presente rinorrea purulenta, dolore, epistassi e rinorrea posteriore con muco denso. L’invio del paziente al medico deve essere preso in considerazione quando: • sono presenti i sintomi sopra riportati, • i sintomi sono severi o persistenti, • vi sono sintomi concomitanti di asma non diagnosticata, o se l’ asma diagnosticata non è sotto controllo; • sono presenti sintomi di infezione (rinorrea purulenta, faringodinia, dolori muscolari, febbre, astenia); • i sintomi non rispondono alla terapia entro 2-4 settimane; • compaiono effetti collaterali importanti dovuti ai farmaci; • si è in gravidanza; • si tratta di bambini con età inferiore ai 12 anni.
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VALUTAZIONE DELLA GRAVITÀ DEI SINTOMI Una volta che la rinite allergica sia stata correttamente identificata, la sua gravità può essere stabilita in base alla scala visiva analogica VAS, una misura quantitativa semplice e convalidata che permette al paziente di riferire l’intensità dei sintomi principali. GESTIONE DELLA RINITE ALLERGICA La gestione corretta della rinite allergica comprende l’educazione del paziente, l’allontanamento dei fattori scatenanti (allergeni, fumo di tabacco, inquinamento) quando possibile, e la farmacoterapia. Per quanto riguarda la prevenzione degli allergeni e il controllo ambientale, tali strategie possono diminuire i sintomi, riducendo la necessità dei farmaci, tuttavia, tale approccio è possibile solo quando gli allergeni sono stati identificati e l’esposizione può esser ridotta efficacemente, che è quasi impossibile per i pazienti polisensibilizzati o con allergia ai pollini durante la stagione primaverile. Il trattamento farmacologico della rinite allergica proposto dalle linee guida ARIA è di tipo evidence-based e si sviluppa a gradini, in base alla severità̀ e durata dei sintomi. Nel caso di RA lieve, sono sufficienti gli antistaminici che riducono il prurito e gli starnuti. In base ai dati di sicurezza ed efficacia, si preferiscono gli antistaminici di 2° generazione (cetirizina, desloratadina, levocetirizina, loratadina) che hanno un’emivita più lunga e non danno sedazione a differenza di quelli di 1° generazione. Tali farmaci andrebbero presi in via profilattica 2-5 ore prima dell’esposizione agli allergeni o in maniera regolare durante il periodo dell’allergia, piuttosto che secondo necessità. Se tale trattamento non basta, si passa allo step successivo che
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EVENTI ECM prevede l’uso di corticosteroidi intranasali (INCS), potenti agenti antinfiammatori che alleviano tutti i sintomi della RA. È importante ricordare al paziente l’inizio d’azione di questi agenti, che il beneficio si osserva nel lungo periodo, dopo 2-7 giorni, e far comprender al meglio l’utilizzo corretto dello spray intranasale.
Scuola di Galenica Utifar: Crescere nella professione GLI APPUNTAMENTI PER IL 2021 SONO MOMENTANEAMENTE SOSPESI. NON APPENA SARÀ POSSIBILE VI INFORMEREMO SULLE NUOVE DATE
MONITORAGGIO DELLA RA Il monitoraggio dell’aderenza della RA è reso possibile grazie agli strumenti di mHealth e in particolare all’Allergy diary, che consente di registrare sintomi, terapie ed è in grado di tracciare i risultati nel tempo. Ciò permette al farmacista di guidare ancor più il paziente nella gestione della RA, consigliando a seconda del caso, di seguire la terapia, interromperla, modificar il dosaggio o di rivolgersi al medico. Diversi studi hanno così dimostrato che quando i farmacisti supportano i pazienti nella gestione della RA si ottengono risultati migliori a lungo termine.
La scuola ha l’obiettivo di diffondere la cultura galenica in modo critico e di fornire al farmacista le conoscenze più innovative in materia di preparazioni. Le lezioni si svolgeranno sia in aula sia in un laboratorio attrezzato con macchinari e utensili di ultima generazione. I partecipanti saranno seguiti dalla guida esperta dei docenti Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci e Pietro Siciliano che proporranno diverse formulazioni supportate da una ricca documentazione scientifica.
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Novità nel mondo dei giochi educativi per i bambini ma anche per tutta la famiglia: è disponibile l’edizione 2021 del GiocadellaSalute. Il GiocadellaSalute in commercio dal 2010 e proposto da Uniservices srl - CalendariodellaSalute, in collaborazione con Liscianigiochi (importante azienda produttrice di giochi educativi e didattici) si aggiorna con una seconda edizione. Il messaggio contenuto in questo gioco educativo è quello di porre la Farmacia al centro della domanda di salute da parte del cittadino. Ma come funziona? Il Giocadellasalute è un nuovissimo gioco sull'argomento salute, sullo stile del classico "gioco dell'oca" nel quale è più avvantaggiato chi è più attento alla prevenzione. I giocatori devono fronteggiare influenze ed attacchi stagionali che aggrediscono la loro salute, rispondendo a varie e mirate domande di educazione sanitaria. Tramite i principi attivi, consigliati da medico e farmacia, essi devono combattere virus e batteri per arrivare primi all'arrivo battendo gli avversari.
L’edizione 2021 del GiocadellaSalute è stata aggiornata inserendo nuove domande per i partecipanti, per mantenere alta l’attenzione verso tutti i comportamenti legati alla prevenzione della pandemia COVID-19 in corso (igiene delle mani, utilizzo della mascherina e dei gel disinfettanti, distanziamento, ecc..). Il GiocadellaSalute può essere richiesto presso i distributori o direttamente ad Uniservices srl (tel. 0861 59061 - e.mail info@calendariodellasalute.it) Nuovo COLLEGAMENTO
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ALIMENTAZIONE E STILI DI VITA
SINDROME METABOLICA
UN APPROCCIO SISTEMICO PER UNA CONDIZIONE DI SALUTE COMPLESSA
Ne soffre un italiano su quattro, ma se ne parla poco. La ricerca offre oggi nuove soluzioni a base di sostanze naturali complesse efficaci e testate scientificamente.
di Daniela Mammoli, Dott.ssa in Chimica e Tecnologia Farmaceutica
L
a Sindrome Metabolica è una condizione di salute complessa. È il risultato di un processo che parte dall’alterazione di un singolo parametro metabolico (colesterolo, trigliceridi, glicemia, circonferenza addominale, pressione arteriosa) fino all’alterazione contemporanea di più parametri. Provocata da più cause, può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, infarto, ictus e diabete. Spesso viene sottovalutata e quando viene diagnosticata è generalmente trattata con terapie farmacologiche (a volte off-label) volte a
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gestire le singole alterazioni. Oggi, però, si può contare su una soluzione terapeutica innovativa basata su sostanze naturali complesse ad azione sistemica e fisiologica, che agiscono su una o più alterazioni metaboliche, contribuendo al trattamento della Sindrome Metabolica nel suo complesso. Questo tipo di soluzioni terapeutiche sono evidence based, oggetto di recenti studi preclinici pubblicati sulla rivista Nature Scientific Reports e studi clinici pubblicati su Nutrients e Italian Journal of Pediatrics.
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Nel tempo ha cambiato più volte nome, prima sindrome X, poi sindrome da insulino-resistenza, poi sindrome pluri-metabolica. Negli anni Settanta ha acquisito il nuovo nome di “sindrome metabolica” per opera dello studioso tedesco Haller che associò a questo disturbo sintomi riconducibili a diabete mellito, obesità e steatosi epatica. Da quel momento furono avviati vari studi clinici che hanno portato progressivamente a una conoscenza più precisa di questa combinazione di fattori di rischio. Questa particolare condizione clinica era però già nota sin dal Settecento, quando Giovanni Battista Morgagni, medico italiano considerato il fondatore dell'anatomia patologica, mise in luce una connessione tra alcune manifestazioni dell’organismo attinenti a due differenti patologie: obesità e ipertensione arteriosa. Nel Novecento, sia in Europa che negli Stati Uniti si è continuato a studiare con interesse crescente questo insieme di fattori predisponenti che, sempre più spesso, mostrano gravi conseguenze soprattutto a livello cardiovascolare. Questa condizione viene definita “sindrome”: il termine deriva dal greco e significa “concorso, affluenza”. Nel linguaggio medico indica un insieme di segni e sintomi non riconducibili a un unico fattore eziologico. ‘Metabolica’, deriva a sua volta dal termine greco “metabolé” che significa “variazione, trasformazione”. L’insieme delle trasformazioni biochimiche che avvengono nelle cellule dell’organismo per produrre energia e nuova materia si chiama appunto metabolismo. Oggi si è giunti a una definizione molto più precisa e meno confusa di Sindrome Metabolica. L’International Diabetes Federation (IDF) ha riconosciuto proprio nell’obesità viscerale un importante determinante nella sindrome metabolica. Questo parametro è poi stato associato alla circonferenza addominale, alle malattie cardiovascolari e ad altri componenti.
Ma come si manifesta la sindrome metabolica? Se si ha la tendenza a mettere su un po’ di «pancetta» bisogna stare veramente attenti, ma non è questo l’unico elemento da tenere in considerazione. Va tenuto presente infatti che la Sindrome Metabolica non si presenta improvvisamente ma è l’effetto finale di un processo progressivo che parte dall’alterazione di un singolo parametro metabolico a cui se ne aggiungono altri nel tempo. Tra i parametri da tenere in considerazione vi sono la circonferenza addominale elevata, i trigliceridi alti, la pressione arteriosa alta, la glicemia elevata e basso HDL ovvero il cosiddetto colesterolo buono. Un recente studio italiano terminato nel 2012 ha dimostrato proprio come questa condizione evolva nel tempo. In particolare, ha valutato la prevalenza di tale sindrome in 635 soggetti obesi tra i 19 e i 75 anni ed è stato visto che inizialmente si ha un solo squilibrio, come la circonferenza addominale elevata ma con il passare del tempo e dell’età il quadro si complica ulteriormente con la comparsa di ipertensione, ridotto colesterolo HDL, trigliceridi alti e iperglicemia fino ad arrivare alla Sindrome metabolica1. La International Diabetes Federation ha preso in esame i singoli parametri metabolici ed è giunta alla descrizione della sindrome. Questa condizione rappresenta infatti la concomitanza della circonferenza addominale elevata (≥ 94cm nei maschi e ≥ 80 cm nelle femmine) e almeno altri due parametri oltre i limiti desiderabili, come elevata glicemia a digiuno (> 100 mg/dl o diabete conclamato), livelli elevati di trigliceridi (≥ 150 mg/dl), bassi livelli di colesterolo buono (HDL< 40 mg/dl nei maschi e < 50 mg/dl nelle femmine) e pressione elevata (≥ 130/85 mmHg o in terapia medica)2. La sindrome metabolica è una condizione ancora poco conosciuta dall’opinione pubblica e il medico ha sempre avuto pochi strumenti per poterla affrontare.
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Eppure, nei paesi più sviluppati risulta essere un problema sempre più diffuso: in Italia ne soffre ben una persona su quattro. In termini percentuali emerge che tra le persone con più di 45 anni il 33% presenta questa condizione3 e sta subendo una repentina diffusione anche in età pediatrica e tra gli adolescenti4. Se la sindrome è per sua natura complessa anche le sue cause scatenanti sono piuttosto difficili da individuare e da correlare. Tra quelle più ricorrenti ci sono senza dubbio un’alimentazione ricca di grassi saturi e di alimenti ad alto indice glicemico, insieme ad uno stile di vita sedentario, alterazioni del microbiota intestinale, obesità e predisposizione genetica. Oggi risulta evidente come il primo protagonista nella gestione del metabolismo sia l’intestino, la sede di molteplici processi che lo regolano, primo fra tutti il controllo dei nutrienti che arrivano all’intestino attraverso la dieta. All’interno dell’intestino ha sede il microbiota intestinale (meglio conosciuto come flora intestinale), considerato negli ultimi anni un vero e proprio “organo metabolico” 5in grado di favorire l’accumulo, l’utilizzo o l’eliminazione dei nutrienti. Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Scientific Reports 6 ha dimostrato come l’alimentazione ad alto contenuto di grassi, influenzi il rapporto tra l’intestino e il fegato. In particolare, è stato messo in luce come il microbiota reagisca a queste particolari condizioni alimentari con lo squilibrio del rapporto tra le specie batteriche che lo popolano, favorendo la proliferazione di alcune e la riduzione di altre. L’alterato rapporto tra le specie determina uno sbilanciamento nella composizione del microbiota che favorisce così l’ulteriore assorbimento dei grassi ingeriti con l’alimentazione. Inoltre, si genera un aumento della permeabilità intestinale che comporta il passaggio non fisiologico delle sostanze infiammatorie nel sangue. In questo contesto il fegato, che riceve circa il 75% del sangue dall’intestino, riceve un eccesso di nutrienti e di sostanze infiammatorie che non riesce a gestire efficacemente, perdendo il suo ruolo di regolatore metabolico.
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Qual è la relazione tra il microbiota e la sindrome metabolica? Nonostante sembri strano, microbiota e sindrome metabolica hanno uno stretto legame. I parametri alterati (elevata glicemia e/o insulinoresistenza, livelli elevati di trigliceridi, bassi livelli di colesterolo buono HDL e pressione elevata) sono da sempre stati considerati e analizzati come problemi separati. In realtà, in una visione sistemica della salute, essi risultano strettamente connessi tra loro e dipendono da uno squilibrio del metabolismo che parte proprio dall’intestino così come dimostrato nello stesso studio preclinico pubblicato sulla rivista scientifica Nature Scientific Reports 6. Innanzitutto, va compreso che l’alimentazione di ogni individuo influenza la composizione del microbiota che solo quando è costituita da un’alta varietà di specie batteriche e da un sano rapporto tra di loro, promuove il corretto uso dell’energia proveniente dagli alimenti e l’integrità della mucosa intestinale, la prima barriera fisiologica nei confronti di agenti infiammatori. IL QUADRO CLINICO DI UNA PERSONA AFFETTA DA SINDROME METABOLICA Individuare l’identikit “ideale” di una persona affetta da sindrome metabolica non è banale ma nemmeno impossibile. Ad essere più colpiti sono gli individui di età superiore ai 45 anni, anche se come accennato la problematica è sempre più trasversale a livello anagrafico. L’altro indizio importante da tenere in considerazione è la presenza di obesità viscerale, cioè l’accumulo di grasso a livello addominale, riconoscibile con la misurazione della circonferenza addominale. Il grasso viscerale è un fattore veramente insidioso, si inserisce tra le anse intestinali, a volte circonda il cuore e, soprattutto negli anziani, si localizza tra le fibre muscolari. Diversamente da quello sottocutaneo è un grasso pericoloso. Le cellule che lo compongono, definite adipociti, rilasciano sostanze dette adipochine che danno il “LA” ad uno stato infiammatorio e allo stesso tempo ad alterazioni metaboliche come elevati valori di trigliceridi,
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colesterolo, aumento della pressione sanguigna e glicemia elevata. Tutte queste alterazioni possono derivare da una pregressa e prolungata condizione di insulino-resistenza, stato per cui alcune delle nostre cellule, in particolare quelle del tessuto muscolare e adiposo, non rispondono correttamente all’azione dell’insulina, l’ormone che riduce i livelli di zuccheri nel sangue. L’altro elemento da considerare nell’analisi del quadro clinico di un soggetto affetto da sindrome metabolica è il fegato. In questa condizione, infatti, il fegato riceve un eccesso di nutrienti (acidi grassi liberi e glucosio) e di molecole infiammatorie che non riesce a gestire efficientemente, perdendo la sua capacità di “regolatore metabolico”. Si attiva così un circolo vizioso che perdurando nel tempo può compromettere lo stato generale di salute. A fronte di queste considerazioni però, sono pochissime le persone consapevoli del rischio che si corre non trattando la sindrome metabolica. Escludendo i soggetti con problemi evidenti come diabete, obesità e ipertensione è raro che si associ un po’ di “pancetta” a livelli elevati di grassi nel sangue e livelli pressori alterati; tantomeno si è portati a pensare che questi possano avere conseguenze così importanti per la salute. UN TUNNEL SENZA USCITA? Date le premesse, la sindrome metabolica, potrebbe sembrare un tunnel senza uscita: certamente bacchette magiche non esistono, servono invece impegno e consapevolezza. La possibilità di rimediare a questa condizione esiste e gli elementi da tenere a mente per prevenire e curare la sindrome sono in primis una sana alimentazione, un corretto stile di vita (niente fumo, né alcol) e una regolare attività fisica (almeno 30 minuti di esercizio fisico aerobico, 3-5 volte la settimana), tenendo sotto controllo il peso corporeo e in particolare la circonferenza addominale. Queste regole di “auto-prevenzione” vanno insegnate fin dalla tenera età per evitare manifestazioni precoci di queste problematiche. 48
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IL TRATTAMENTO DELLA SINDROME METABOLICA? ARRIVA DALLE SOSTANZE NATURALI COMPLESSE Non esistono farmaci specifici per il trattamento della sindrome metabolica oltre agli interventi su alimentazione e stile di vita. Il medico, in genere, interviene prescrivendo una terapia poli-farmacologica per trattare singolarmente i parametri alterati quali la pressione alta, il colesterolo, i trigliceridi e la glicemia. Per il trattamento delle patologie complesse come la sindrome metabolica però oggi è ritenuto necessario un approccio terapeutico basato su una visione sistemica che tenga conto della salute dell’organismo a 360°. Recenti ricerche condotte in ambito metabolomico e biomedico e un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Scientific Reports6 dimostra come un approccio terapeutico non farmacologico a base di sostanze naturali complesse sia in grado di agire nell'intestino con un effetto anche a livello del fegato, in grado di riequilibrare il metabolismo e migliorare le disfunzioni indotte dalla dieta, proprie della sindrome metabolica. In particolare, questo sistema di sostanze naturali agisce attraverso un meccanismo d’azione fisiologico (non-farmacologico), capace di creare un gel in grado di sequestrare sia i carboidrati che i lipidi, rendendoli quindi meno disponibili sia per l’assorbimento da parte dell’intestino che per i batteri costituenti il microbiota (flora intestinale). Ciò favorisce anche un migliore utilizzo dei nutrienti da parte del fegato, promuovendo il riassesto di glicemia, colesterolemia, trigliceridemia e una diminuzione della circonferenza addominale, i principali parametri da controllare in caso di sindrome metabolica. Tutto questo, quindi, determina un beneficio a livello sistemico (cioè di tutto l’organismo). A conferma dell’efficacia del sistema a base di sostanze naturali complesse nel riequilibrare i parametri metabolici alterati vi sono 7 studi clinici condotti su oltre 500 pazienti tra adulti e bambini svolti in centri ospedalieri di eccel-
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lenza. Alcuni di questi studi sono stati anche oggetto di pubblicazione su importanti riviste scientifiche come Nutrients e Italian Journal of Pediatrics7,8,9,10,11. In particolare, lo studio pubblicato sulla rivista Nutrients condotto su ragazzi obesi con sindrome metabolica, dimostra una riduzione delle LDL (-20%), delle transaminasi GPT (-29%) e GOT (-27%) e aumento delle HDL (+16%). Questi risultati dimostrano come questo sistema di sostanze naturali complesse sia clinicamente efficace (riequilibrando il profilo lipemico) e sicuro perché migliora la funzionalità epatica. La riduzione dell’indice di resistenza insulinica (-41%), della glicemia a digiuno (-7%) e della Emoglobina Glicata (-5%) è il risultato di un altro studio clinico pubblicato sull’Italian Journal of Paediatrics condotto su bambini obesi con storia di familiarità per diabete di tipo 2 e sindrome metabolica per un periodo di 12 mesi. Entrambe le ricerche sono state condotte spontaneamente dal Dipartimento di Auxo-endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze a dimostrazione del fatto che esiste un vuoto terapeutico per la prevenzione e cura della Sindrome Metabolica. A conferma della rapida diffusione della sindrome metabolica e dell’importanza di un intervento tempestivo è importante tenere presente che circa un terzo della popolazione americana è interessata dalla sindrome metabolica12. Diventa dunque fondamentale affrontare preventivamente e trattare tempestivamente la sindrome, per evitare il rischio di infarto, di sviluppare il diabete di tipo 2 e quindi di aumentare la mortalità per altre cause correlate a tali condizioni. Sicuramente, agire con un cambiamento importante dello stile di vita, incentrato sulla riduzione della circonferenza addominale e una maggiore attività fisica accompagnato da una corretta alimentazione, rappresenta il primo tassello per iniziare a modificare la tendenza nello sviluppo della sindrome metabolica13. Oggi si può tuttavia contare anche un trattamento innovativo a base di sostanze naturali complesse, la cui efficacia e sicurezza sono dimostrate dalla ricerca scientifica.
Bibliografia 1 Lafortuna C. et al. Prevalence of the Metabolic Syndrome and Its Components among Obese Men and Women in Italy. Obesity Facts 2012;5:127–137 2 Earl S. Ford, MD, MPH. Prevalence of the Metabolic Syndrome Defined by the International Diabetes Federation Among Adults in the U.S. American Diabetes federeation. 2005 3 Tocci et al. Metabolic syndrome in the clinical practice in Italy, Cardiovasc Diagn Ther, 2015 4 Alberto Marsciani, Annalisa Pedini. Sindrome metabolica in età pediatrica: quando sospettarla, come intervenire. Quaderni acp, 2018 5Backhed et al., 2004. “The gut microbiota as an environmental factor that regulates fat storage.” Proc. Natl. Acad. Sci. U. S. A. 2004 6 Carolina Magdalen Greco, Stefano Garetto, Emilie Montellier, Yu Liu, Siwei Chen, Pierre Baldi, Paolo Sassone-Corsi & Jacopo Lucci . A non-pharmacological therapeutic approach in the gut triggers distal metabolic rewiring capable of ameliorating diet-induced dysfunctions encompassed by metabolic syndrome. Scientific Reports volume 10, Article number: 12915 (2020) 7 Stagi S et al. Policaptil Gel Retard® significantly reduces body mass index and hyperinsulinism and may decrease the risk of type 2 diabetes mellitus (T2DM) in obese children and adolescents with family history of obesity and T2DM. Italian Journal of Pediatrics, 2015 8 Stagi S et al. Retrospective Evaluation of Metformin and/or Metformin Plus a New Polysaccharide Complex in Treating Severe Hyperinsulinism and Insulin Resistance in Obese Children and Adolescents with Metabolic Syndrome. Nutrients. 2017 9 Fornari E et al. Policaptil Gel Retard Intake Reduces Postprandial Triglycerides, Ghrelin and Appetite in Obese Children: A Clinical Trial. Nutrients 2020 10 Studio clinico di efficacia su peso, profilo glicemico, lipidico in soggetti adulti sovrappeso e lievemente obesi – Vettor, Dipartimento di medicina interna, Università di Padova. 11 Studio di efficacia in soggetti adulti sovrappeso e obesi – Del Prato, Dipartimento Endocrinologia e Metabolismo, Sezione di Diabetologia e Malattie Metaboliche Studio di sicurezza in soggetti adulti normopeso – Del Prato, Dipartimento Endocrinologia e Metabolismo, Sezione di Diabetologia e Malattie Metaboliche dell’Ospedale Cisanello di Pisa. 12 Mohammad G Saklayen. The Global Epidemic of the Metabolic Syndrome. Curr Hypertens Rep. 2018 Feb 26;20(2):12 13 James B Meigs, MD, MPH. Metabolic syndrome (insulin resistance syndrome or syndrome X). Uptodate. Jul 2020.
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#FARMACISTADIGITALE
SHOCK BECAUSE...
TRASFORMAZIONI E ARCOBALENI TRA PIANI EDITORIALI E STRATEGIE
di Monica Faganello, farmacista digital marketing specialist per la farmacia
INIZIO QUESTO ARTICOLO CON UNA FRASE DIVENTATA VIRALE “SHOCK BECAUSE!”. I FARMACISTI ITALIANI STANNO VIVENDO UNA SITUAZIONE DI DIFFICOLTÀ E CRITICITÀ. PERCHÉ?
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l drastico calo di accessi registrato in questi mesi nelle farmacie (legato alla situazione pandemica e coronato da una campagna vaccinale all’insegna dei colpi di scena) ha determinato nei farmacisti titolari e collaboratori uno stato di confusione e di incertezza comprensibili. In questo contesto desidero portare un arcobaleno di speranza, ricordando ai farmacisti che, in 50
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cinese, la parola crisi è composta di due caratteri: uno rappresenta il pericolo e l’altro l’opportunità. Concentriamoci allora sulle opportunità che possiamo cogliere da questo nuovo contesto. Prima di tutto bisogna pensare che i clienti della farmacia non sono scomparsi ma anche loro hanno dovuto cambiare le abitudini di vita e che ricominceranno, prima o poi, ad uscire di casa, ad aver voglia di contatto e di relazione. È una legge di vita: quando ci privano di qualche cosa, in particolare della libertà e del contatto umano, facciamo di tutto per recuperarlo. Le persone, quindi, ripopoleranno presto le strade e i negozi e anche le vostre farmacie.
#FARMACISTADIGITALE
Il futuro del mercato, quindi, non è solo online e la farmacia non è finita perché il contatto fisico è (e rimarrà sempre!) la prima e più profonda leva relazionale. La farmacia territoriale deve però attuare velocemente una rivoluzione strutturale cliente-centrica partendo dal suo vantaggio: la presenza di un luogo fisico. Solo questa trasformazione/rivoluzione la renderà pronta alle riaperture ma in una veste nuova e molto più appetibile per il pubblico. Il cliente dovrà cioè trovare nel luogo-fisicofarmacia un motivo valido per entrare e ritornarci e questo avverrà se saprete costruirgli attorno una esperienza di acquisto unica e soddisfacente ai suoi bisogni/necessità. In che modo? • Individuando la specializzazione della tua offerta e dei tuoi servizi. • Rendendo l’esperienza d’acquisto in loco phygital attraverso una rivoluzione dei locali. • Lavorando sulla comunicazione digitale della tua offerta specifica per raggiungere un pubblico realmente interessato a questa. Veniamo quindi alla comunicazione digitale della farmacia: per avere successo è necessario definire una strategia efficace. La strategia deve individuare gli obiettivi e i traguardi e il tempo per raggiungerli: se sapete dove andare e avete gli strumenti giusti per farlo, ci arrivate, ma se non sapete dove andare, finite per andare in qualche altro posto. Una strategia di successo si costruisce sempre ragionando sull’identità dell’attività (chi siamo, cosa facciamo, quali servizi unici offriamo) per comunicare valore costruendo un’esperienza d’acquisto per il cliente fatta da un prima, un durante e un dopo. Prima cioè quando il cliente è a casa o al lavoro e sente un bisogno, comincia a cercare sui canali digitali e lì dovete essere presenti con una corretta strategia di comunicazione per ingaggiarlo con strumenti semplici, veloci ed efficaci in grado di spingerlo a scegliervi e poi a fidelizzarsi alla vostra farmacia. Dopo, cioè quando il cliente ha acquistato e a casa usa i vostri prodotti, magari richiede la
vostra assistenza, parla con amici e decide di tornare da voi. In questa fase dovete tenere alta la sua motivazione e creare un ponte di contatto con strumenti digitali di supporto fondamentali per mantenere vivo il suo interesse. Quali sono questi strumenti digitali? Ci sono tanti strumenti utili: una e-mail di ringraziamento, un invito a lasciare una recensione, una newsletter su temi interessanti per lui, pubblicazione di contenuti sui social media che segnalino eventi o iniziative o offerte per lui accattivanti. GLI INGREDIENTI DELLA RICETTA I social media sono molto importanti nella fase del prima e dopo l’acquisto. Quali sono gli ingredienti per una strategia social efficace della farmacia? Innanzitutto, bisogna tenere a mente che gli obiettivi di business della vostra farmacia fisica devono guidare i social media della farmacia stessa. In pratica farmacia fisica e virale non sono due entità separate ma strettamente collegate anche negli obiettivi finali. Tutte le azioni intraprese nei social devono essere associate e integrate alle case madri di contenuto e di contatto della vostra farmacia cioè il sito, l’e-mail marketing, il blog, l’e-commerce ed eventuali applicazioni mobile. Sui social dobbiamo riuscire ad intercettare e ingaggiare quanti più utenti possibile ma dai social dobbiamo muoverli verso le case madri di contenuto e contatto per portarli a compiere un’azione: lasciare il contatto, iscriversi ad una newsletter oppure navigare sul sito per acquistare, scaricare un freebe. Questa è la vera sfida: portare quanti più fan e follower dai social al sito web. I social, infatti, non sono di nostra proprietà e così pure i contatti con i quali entriamo in relazione attraverso i social rimangono di proprietà della piattaforma (Facebook). Il sito invece e il database sono di vostra proprietà e sono personalizzabili. Come realizziamo questa sfida di transito? Con un piano di contenuti social ad hoc associato a un piano di social media advertising. Nuovo COLLEGAMENTO
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RECENSIONI
Rocco Carbone
INTOLLERANZE E REAZIONI AVVERSE AGLI ALIMENTI:
Come insorgono, come si manifestano, i metodi di ricerca e le cure naturali delle intolleranze alimentari Una guida interdisciplinare, semplice e puntuale, per poter affrontare e fare chiarezza sul tema delle intolleranze alimentari e reazioni avverse agli alimenti, secondo un modello che integra visione naturopatica e apporto scientifico delle conoscenze in questo campo. L’argomento delle intolleranze alimentari è molto diffuso e, a volte, applicato impropriamente: già l’EAACI nel 1995 classificava con tale termine le reazioni allergiche agli alimenti non immuno-mediate e derivanti da un deficit enzimatico. In questo libro si affronta l’argomento in maniera completa, non tralasciando la trattazione di argomenti quali la funzione del microbiota intestinale e la disbiosi, fenomeno, quest’ultimo, che sicuramente gioca un ruolo molto importante nell’instaurarsi delle reattività individuali. Il volume è strutturato in più capitoli che trattano, dopo una interessante introduzione epistemologica, il percorso delle ricerche e gli sviluppi delle conoscenze in questo campo. Nel libro è spiegato come insorgono le reazioni avverse agli alimenti, descrivendo gli aspetti anatomo-fisiologici dell'intestino e le reazioni immunologiche che l’organismo mette in tatto per difendersi. Segue come si manifestano e la descrizione dei sintomi chiave e il rapporto tossine-alimento e le attività delle funzioni emuntoriali dell'organismo. Non tralasciando che a volte non sono gli alimenti in quanto a tali, a determinare una reazione avversa, ma gli additivi contenuti ed utilizzati durante la filiera di preparazione e distribuzione degli alimenti. Vengono esposti i metodi ricerca e i test più affidabili utilizzati: cyto test, metodo ELISA, test kinesiologico, test con la dieta a rotazione, ecc. Si conclude con il metodo di cure naturali in cui sono spiegate le varie discipline naturali. le piante medicinali, eventuali integratori da assumere e i suggerimenti del regime di alimentazione da seguire e applicare per la cura delle reattività individuali. È un’opera ben strutturata e molto apprezzata, anche dagli operatori, per la veste di manuale di facile consultazione ed utile testo di riferimento per capire come insorgono, come si manifestano, come si riconoscono e come si curano le intolleranze e le reattività individuali agli alimenti e alle sostanze chimiche.
#FARMACISTADIGITALE
PIANO EDITORIALE SOCIAL PER LA FARMACIA È un mix coerente tra contenuti in grado di generare interazioni dentro la piattaforma e contenuti che portano gli utenti fuori dalla piattaforma verso le vostre case madre di contatto e contenuto virtuali. Prima di stendere il piano editoriale è necessario: 1 - decidere un obiettivo (per esempio aumentare la social base del 20% in FB e IG); 2 - decidere il tempo in cui realizzare questo obiettivo (esempio: 2 mesi). Fissati gli obiettivi social possiamo progettare un piano editoriale per ogni piattaforma in cui vogliamo operare. I contenuti del piano si differenziano in contenuti: • che spingono follower e fan a lasciarmi il contatto • che spingono all’interazione • per aumentare la fidelizzazione del cliente. Per non trovarsi in difficoltà con la pubblicazione consiglio di creare rubriche di contenuto ricorrenti con cadenza per esempio settimanale e di pubblicarle con regolarità sempre lo stesso giorno e alla stessa ora. Concludo questo articolo ricordando che il piano editoriale è fondamentale per “costringerti” a pubblicare con costanza, con metodo e sicuramente con risultato finale. Ricorda anche che non bastano post graficamente belli e con ottimi contenuti. Dobbiamo destinare budget alla sponsorizzazione di questi post soprattutto quando si tratta di offerte, sconti o link-post che portano l’utente fuori dalla piattaforma. L’algoritmo di facebook premia in visibilità con le sue regole e noi dobbiamo “aiutarci” per scalare posizioni nel news feed dei nostri clienti, fedeli e potenziali. Insomma, è Facebook che decide chi, cosa, quando e quanto farti vedere e sicuramente non lo fa gratis et amore Dei! Alla prossima puntata e ricorda: #senontiformitifermi. info@farmacista-digitale.it
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AGGIORNAMENTI DALLE AZIENDE
SEMPRE IN CRESCITA INTERVISTA AD ALESSANDRO MOGLIA, TITOLARE DI PHYTO GARDA
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
Forte delle oltre 3.500 farmacie come clienti attivi su tutto il territorio nazionale, Phyto Garda rappresenta una realtà italiana consolidata nel settore della nutraceutica, con un fatturato che anche nel 2020 ha registrato una crescita rispetto l’anno precedente. Quali sono state le ragioni di questi risultati? Prima di entrare nel merito delle vostre strategie aziendali, vorrei affrontare quello che è il tema di maggiore interesse per i farmacisti: i prodotti da consiglio. Come avete risposto alle esigenze emerse dalla clientela in questo anno di pandemia? Crediamo in generale di aver saputo leggere l’orientamento e i bisogni di salute del consumatore emersi durante la pandemia introducendo 54
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nuovi prodotti in tempi molto rapidi. Nel corso dell’anno sono stati fatti lanci strategici. Abbiamo sviluppato 4 nuovi integratori alimentari per il potenziamento del sistema immunitario introducendo nel mercato Lattoferrina 200 + a base di lattoferrina e zinco e 2 prodotti a base di vitamine (C TOTAL con 1000mg di vitamina C e D TOTAL + a base di Vitamina D e calcio).
AGGIORNAMENTI DALLE AZIENDE
Ottimi risultati ha dato anche il nostro dispositivo medico Fisioacid, una Novità per il problema del reflusso gastro esofageo. Oltre allo sviluppo di i nuovi prodotti, la pandemia ha portato con sé anche nuove necessità che si sono trasformate in nuove tendenze di mercato. Il lock-down e le numerose restrizioni hanno imposto nuove abitudini che hanno portato ad un peggioramento delle abitudini alimentari e ad un aumento dei soggetti in sovrappeso. L'aumento di tessuto adiposo fa aumentare lo stato infiammatorio generale e altera la capacità di difesa del sistema immunitario. Studi clinici hanno documentato come il Covid colpisca di più e in maniera più importante le persone obese. Le persone obese hanno anche il doppio delle probabilità di essere ospedalizzate rispetto alle persone normopeso. Perciò durante il lock-down si è reso importantissimo il ruolo del farmacista nell’indirizzare e supportare il paziente nella prevenzione. A livello aziendale abbiamo avvertito questa nuova attenzione con un aumento delle richieste della linea In forma Sovrappeso & Obesità e di Informa Pancia Piatta e Gonfiore. L’ultimo anno ha inoltre avuto un impatto anche sulla serenità delle persone andando a peggiorare stati d’ansia, insonnia e cali dell’umore. Le persone perciò hanno aumentato la richiesta di prodotti per migliorare il tono dell’umore orientandosi anche verso i rimedi fitoterapici come alternativa ai farmaci come il nostro Serenamente a base di Valeriana, Tiglio ed Escolzia, piante utili per favorire il rilassamento in caso di stress. Dal vostro osservatorio, come sta andando, in generale, il mercato italiano degli integratori alimentari? Per fare il punto sull’andamento del mercato degli integratori alimentari nel canale farmacia durante la pandemia ci basiamo sui dai di IQVIA, che registrano da gennaio 2020 un andamento in calo del 2% per i farmaci etici e un aumento
dell’1% per i prodotti di libera vendita tra cui rientrano anche gli integratori alimentari. Complessivamente, in questo ambito, sono in particolare le vitamine e gli immunostimolanti a registrare una significativa crescita pari al 36% in valore e al 38% in volume, così come i prodotti per il sonno e il rilassamento per cui si rileva un aumento a valore del 37,1% e a volume del 28,8%. I dati nazionali perciò riflettono le richieste che abbiamo ricevuto anche noi in azienda da parte delle farmacie clienti. Analizzando le abitudini d’acquisto attraverso gli scontrini della farmacia si rileva che i consumatori italiani hanno reagito alla situazione di emergenza dovuta al Covid-19 con due comportamenti: dapprima con un incremento della frequenza degli acquisti e successivamente con una tendenza a fare scorta. Complessivamente è stato rilevato un aumento del valore medio degli scontrini a fronte di una riduzione del numero medio degli stessi. In generale questo periodo di emergenza sanitaria ha definito e consolidato il ruolo centrale della farmacia e del consiglio del professionista farmacista per i cittadini e l’attenzione crescente Nuovo COLLEGAMENTO
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Dottor Roberto Ieraci
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La formazione ECM in luoghi magici MODULO PRENOTAZIONE CORSO SARDEGNA 2021 E PRENOTAZIONE ALBERGHIERA Il sottoscritto .......................................................................... ................................................................................ Luogo di nascita..................................................................................................................... Iscritto all’ordine prov .......................................................................................N. .................................... e-mail ........................................................................................................................................................... Data di nascita ........................................................ C.F.....................................................................................................................................................................................C.A.P................................................ Via ............................................................................................................................. Città.............................................................................................................................................. Prov. .............................. DATI PER LA FATTURAZIONE
Farmacia ......................................................................................................... Indirizzo............................................................................................................................................................................................ Città.................................................................................................................................................... Prov. ............................P. iva.......................................................................................................................... Tel. .................................................................................................. Fax. ...................................................................................... Cell. .................................................................................................................. CONFERMA CHE PARTECIPERÀ A UTIFAR ESTATE CHE SI TERRÀ PRESSO FORTE VILLAGE - SANTA MARGHERITA DI PULA - CON I SEGUENTI FAMILIARI O AMICI (INDICARE L’ETÀ PER I BAMBINI) 1- .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. 2- .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. 3- .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. 4- .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................. Conferma la richiesta di sistemazione in:
m CAMERA DOPPIA
m CAMERA DOPPIA CON: m 3° LETTO
m 4° LETTO
m LETTINO O CULLA
m CAMERA SINGOLA
m 3 NOTTI m 6 NOTTI ALTRO FARMACISTA PARTECIPANTE AL CORSO
Nome e Cognome.......................................................................................................................................................................... Data di nascita ..................................................................................................... Luogo di nascita ...................................................................................................................C.F. ............................................................................................. Iscritto all’ordine prov ....................N. .........................
PER INFORMAZIONI: AMORS S.r.l. Sergio Magliocchi tel. 393 4888499 - e-mail congressi@amors.it Inviare la scheda via fax al nr. 080.9693131 oppure via e-mail a sergio.magliocchi@amors.it
AGGIORNAMENTI DALLE AZIENDE
dei consumatori nei confronti della prevenzione e del mantenimento di un buono stato di salute. Per il prossimo futuro, è previsto il lancio di nuovi prodotti? Dal 2003 l’azienda ricerca e sviluppa dispositivi medici, integratori alimentari e dermocosmetici per oltre 40 esigenze di salute frutto del rigore scientifico e dell’innovazione tecnologica. La divisione scientifica Phyto Garda è pienamente concentrata nella ricerca e nello sviluppo di dispositivi medici in linea con le esigenze di mercato. Stiamo sviluppando per un imminente lancio 2 dispositivi medici ad attività lassativa che garantiscono una doppia azione evacuante e protettiva sulla mucosa rettale grazie al complesso Movisoft® a base di attivi naturali, antiossidanti e lenitivi declinati nella versione pediatrica e adulti. È pronto per l’imminente immissione sul mercato anche un dispositivo medico ad attività filmogena protettiva e lubricante che si inserisce come extention line della gamma Emoven dedicata al benessere del microcircolo. Il dispositivo è utile come coadiuvante nel trattamento degli stati emorroidali e nei processi di riepitelizzazione. Segnaliamo infine che sta per concludersi lo studio iniziato a maggio 2018 sul prodotto Fisiocol Omega-3, indagine coordinata dal Dipartimento di Neuroscienze Biomediche e del Movimento dell’Università di Verona che mira a verificare l’ipotesi che la supplementazione con Omega-3 in pazienti diabetici, da sola o in associazione con un programma di allenamento ad alta intensità, produca benefici funzionali a livello mitocondriale e sistemico. In generale gli Omega-3 supportano la funzione antinfiammatoria: ecco perché sono considerati acidi grassi “buoni”, a differenza degli Omega-6 che sono considerati invece “cattivi”. Considerando i risultati ottenuti in numerosi studi, l’EFSA (European Food Fafety Authority), ha già confermato l’efficacia dell’assunzione di EPA e DHA per migliorare diverse patologie tra cui le problematiche cardiovascolari (pressione e trigliceridi),
funzione cardiaca e cerebrale, vista e sviluppo fetale. In distribuzione da inizio aprile anche un dispositivo medico che si basa sull'azione di un'ingrediente del territorio gardesano, l'acqua termale Caesius di Bardolino che ha ottenuto le autorizzazioni ministeriali per il suo impiego in terapia inalatoria, idropinoterapia oltre che naturalmente per la balneoterapia”. Quello che possiamo dire è che il 2021 inizia con progetti ambizioni, tra cui una linea di prodotti personalizzati “innovativi” che vogliono rappresentare un’importante opportunità per i nostri clienti farmacisti. Da sempre strategicamente fedeli alla distribuzione esclusiva nel canale farmacia, continuiamo a metterci a disposizione delle farmacie per aumentarne la loro profittabilità e riuscire a sfidare un mercato sempre più competitivo. Tra gli obiettivi futuri mettiamo sempre al primo posto la qualità e la sicurezza dei prodotti ponendo particolare attenzione sia alla scelta dei principi attivi che degli eccipienti. La tendenza che stiamo seguendo in generale, sia per gli integratori alimentari che per i dermocosmetici è quella di introdurre sempre più materie prime provenienti da agricoltura biologica. Tutti questi obiettivi di traducono in investimenti in termini di ricerca e sviluppo, risorse umane e di internazionalizzazione. Un altro dei nostri obbiettivi è quello di entrare in un’ottica di sostenibilità. Essere sostenibile per un’azienda significa ascoltare esigenze e prospettive esterne all’azienda stessa utilizzando un approccio sistemico, significa abbandonare l’ormai sorpassato concetto di economia lineare per abbracciare il modello circolare al fine di ridurre al minimo il numero di rifiuti. Phyto Garda guarda al futuro interrogandosi su questo tema per attivare nuove tecniche e strategie. Quest’anno per ridurre l’impatto ambientale abbiamo ridotto del 50% l’utilizzo dei materiali di cartotecnica e stiamo introducendo per la parte cosmetica nuovi tubi realizzati con almeno il 50% di materiale riciclato. Nuovo COLLEGAMENTO
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DALLE AZIENDE
Integratore Boiron per la depurazione All’interno della linea Estratti di Piante Boiron, Cynara Taraxacum Fumaria è un integratore alimentare a base di estratti vegetali di Carciofo, Tarassaco e Fumaria, indicato per favorire le fisiologiche funzioni depurative dell’organismo. Le foglie di Carciofo favoriscono la fisiologica funzione epatica e depurativa. La parte aerea con radici di Tarassaco coadiuva le funzioni depurative dell’organismo e il drenaggio dei liquidi corporei, mentre la parte aerea di Fumaria favorisce la fisiologica funzione digestiva ed epatobiliare. Per adulti e ragazzi sopra i 12 anni, si consiglia di assumerne 2,5 ml 1-3 volte al dì con bicchiere dosatore in un po’ d’acqua. Maggiori informazioni sugli Estratti di Piante Boiron sono disponibili sul sito www.boiron.it. Gli integratori alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta variata, equilibrata e di uno stile di vita sano. Prima dell’uso leggere le avvertenze riportate sulla confezione.
FISIOACID®
da Phyto Garda Per il trattamento del reflusso gastro-esofageo e la riduzione dei sintomi ad esso correlati Phyto Garda propone FISIOACID®, un dispositivo medico a base di Gastrosystem®, un complesso multidinamico che forma nello stomaco uno strato protettivo che galleggia impedendo meccanicamente al contenuto e ai succhi gastrici la risalita verso l’esofago. Lo speciale polimero a base di magnesio alginato, bicarbonato di sodio, sodio carbonato e calcio carbonato è formulato per svolgere 3 azioni sinergiche: bloccare il reflusso acido, ridurre il bruciore e proteggere la mucosa dell’esofago. È quindi indicato per ridurre il bruciore, l’esofagite da reflusso, il rigurgito acido e in caso di cattiva digestione, sintomi notturni da reflusso, tosse e infiammazione laringo-faringea. Può essere utilizzato in gravidanza, in caso di pirosi gastrica e dai bambini di età superiore ai 12 anni. In flacone da 40 compresse masticabili da 1g da assumere dopo i pasti principali e al momento di coricarsi (2 o 4 compresse). Senza glutine e senza lattosio.
P.P: FISIOACID® 40 COMPRESSE MASTICABILI 13,90 EURO
DALLE AZIENDE
MORANDO AMPLIA LA GAMMA MIOCANE SENSITIVE
CON UNA NUOVA RICETTA DEDICATA AI CANI STERILIZZATI Morando, la storica azienda piemontese pioniere del pet food in Italia, è stata tra le prime aziende a proporre alimenti per cani e gatti nelle farmacie con la linea superpremium Miocane e Miogatto.
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n risposta alle esigenze specifiche di cani e gatti con cute e intestino sensibili, Morando ha recentemente arricchito la gamma con le nuove ricette Miocane Sensitive e Miogatto Sensitive, studiate e sviluppate dal team di veterinari nutrizionisti per le esigenze specifiche di cani e gatti con cute e intestino sensibili. Gli alimenti secchi sono arricchiti da ingredienti innovativi come le alghe Schizochytrium, fonte di DHA (un acido grasso Omega 3) che supporta il corretto funzionamento della barriera cutanea e la zeolite, di origine minerale, che influenza positivamente la composizione della flora batterica intestinale (microbiota), essenziale per mantenere i regolari processi digestivi. Gli alimenti umidi, invece, sono privi di cereali. Morando ha ampliato ulteriormente la gamma Miocane Sensitive con una nuova referenza dedicata ai cani sterilizzati: le Crocchette Miocane Sensitive Sterilized al gusto Tacchino. La sterilizzazione dei cani è una pratica sempre più diffusa, grazie a numerosi vantaggi come la riduzione del rischio di gravidanze indesiderate e l’insorgenza di diverse patologie.
Allo stesso tempo, può però alterare gli equilibri ormonali dei nostri amici a quattro zampe, influendo sul loro metabolismo fisiologico, con conseguente possibile aumento di peso. Per questo motivo, le crocchette Miocane Sensitive Sterilized hanno un apporto di grassi moderato e includono fonti di fibre selezionate (polpa di barbabietola essiccata, fibra di piselli e lignocellulosa) che contribuiscono a dare un senso di sazietà. Inoltre, tutti i prodotti Miocane e Miogatto contengono la formula My Nat-Pro, una combinazione esclusiva di sostante naturali con un’elevata efficacia antiossidante e di protezione dai radicali liberi (tre volte superiore alla vitamina E) e migliorano la biodisponibilità degli Omega 3 assunti con il cibo.
Morando, la storia del pet food in Italia
DR & Domande e Risposte
CONSULENZE UTIFAR Riservate ai soci e gratuite
Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it
I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna
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Nuovo COLLEGAMENTO
LE RESPONSABILITÀ DEL DIRETTORE Mi è stato proposto di prendere la direzione della farmacia dove lavoro attualmente. Prima di accettare, vorrei capire bene quali saranno i miei nuovi compiti e a quali responsabilità andrò incontro. Il direttore responsabile di una farmacia - per qualsivoglia motivo venga nominato, purché nel rispetto della normativa - ha sempre le stesse competenze e quindi è portatore delle stesse responsabilità. Le responsabilità possono essere penali (con riguardo, ad esempio, alla tenuta del registro stupefacenti), amministrative (derivanti dall’inosservanza dei doveri che fanno carico al direttore nei rapporti con la pubblica amministrazione) e professionali (strettamente connesse all’incarico e comunque sempre inerenti alla farmacia-servizio pubblico), oltre naturalmente – al pari di tutti i farmacisti iscritti in Albo – a quelle disciplinari. Perciò, sul piano della mera conduzione professionale dell’esercizio il direttore ne risponde proprio come un titolare in forma individuale. Viceversa, tutto quanto sia riferibile alla farmaciaazienda può riguardare solo la proprietà. Soltanto la proprietà può, quindi, compiere gli atti di gestione della farmacia e conseguentemente a rispondere delle obbligazioni contratte nell’esercizio dell’impresa. Avv. Paolo Leopardi
CONSULENZE UTIFAR
DOCUMENTAZIONE OBBLIGATORIA Vorrei una vostra consulenza in merito alla documentazione obbligatoria da tenere in Farmacia. Inoltre, relativamente agli aggiornamenti e supplementi della FU XII ed., chiedo se fosse obbligatorio avere sempre a disposizione una copia cartacea oppure fosse possibile creare una cartella sul proprio pc nella quale scaricare tali aggiornamenti. E’ possibile, in alternativa, accedere a tali contenuti tramite un link salvato nel proprio browser? Di seguito i documenti obbligatori descritti anche nel sito Ministero Salute. Per quanto concerne la Farmacopea, la stessa è considerato un testo indispensabile alla professione del farmacista, la cui detenzione in farmacia, è obbligatoria. È, inoltre, ostensibile al pubblico: pochi sanno infatti che chiunque voglia consultarla può richiederne la visione. TESTI - REGISTRI - DOCUMENTI OBBLIGATORI IN FARMACIA • autorizzazione all'esercizio; • iscrizione al repertorio economico amministrativo (REA) • iscrizione al registro delle imprese; • autorizzazione amministrativa al commercio (SCIA) • Farmacopea Ufficiale XII ed. e gli eventuali aggiornamenti e supplementi futuri; Tariffa Nazionale dei Medicinali (DM 18/08/93); • fogli Buono-acquisto; • registro di Entrata/Uscita degli stupefacenti da conservare per 2 anni dall'ultima registrazione effettuata; • registro/raccolta dei verbali che raccoglie anche i verbali delle precedenti ispezioni; registro copia veleni che non necessita di vidimazione preventiva e che serve per la vendita di prodotti per uso agricolo, artigianale, industriale, non in dose e forma di medicamento; • nel caso in cui la Farmacia detenga rifiuti sanitari o relativi a farmaci citotossici, dovrà apporre apposita annotazione sull'apposito registro; • il modulo di dispensazione dei medicinali urgenti senza ricetta (DM 31/03/2008); • il manuale HACCP
• la planimetri dei locali; • la documentazione inerente la sicurezza sui luoghi di lavoro ex Dlgs 81/2008; • il cartello per la detrazione fiscale dei farmaci; • documentazione relativa alle attrezzature/apparecchiature (manuali/certificati di manutenzione); • fogli di lavorazione preparati galenici; • moduli rilevazione sostanze dopanti; • moduli per le segnalazione reazioni avverse; • fascicoli relativi ai collaboratori laureati e non laureati; • ricevute pagamenti tasse (regionali) o contributi di vario tipo. ESPOSTI AL PUBBLICO • l'orario di apertura e chiusura della farmacia e turni di guardia farmaceutica della vostra zona; • il cartello delle quote di partecipazione alla spesa farmaceutica da parte del cittadino (art.5, L.484/78); • la lista di trasparenza di fascia C; • la lista dei farmaci di fascia A è scaricabile collegandosi al link sul Ministero della Salute; • la cartellonistica con divieto di fumo; • il cartello con indicazione presenza sistemi di videosorveglianza (se presenti). Avv. Paolo Leopardi IL MONTE FERIE Sono farmacista direttore di una delle sedi afferenti ad un’azienda mista (95% pubblica 5% dipendenti in servizio alla costituzione della srl) che gestisce le farmacie comunali del mio paese. Viene utilizzato CCNL farmacie private. Negli anni, l'azienda non è riuscita, per vari motivi, a farci smaltire le ferie. Personalmente, ho un monte ferie arretrate di 427 ore. Vista la situazione, anche se per il dipendente non è granchè conveniente chiedere di monetizzare una parte di ferie, vorrei conoscere la quantità massima monetizzabile. I sindacati mi hanno risposto che non si potrebbe monetizzare nulla, salvo permessi non usati e festività soppresse. Il nostro attuale studio commerciale dice che si possono monetizzare 2 giorni, ovvero 16 ore, Nuovo COLLEGAMENTO
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DR &
CONSULENZE UTIFAR
Domande e Risposte
per ogni anno del monte ferie arretrate. Il precedente studio di commercialisti diceva che si può monetizzare il periodo che eccede il periodo minimo stabilito da art. 10 DLgs 66/2003 , cioè tutte le arretrate. Potete fare chiarezza? Il diritto alle ferie è un diritto irrinunciabile del lavoratore costituzionalmente garantito e tutelato. Nel dettaglio, la nostra Costituzione prevede che il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite e non può rinunciarvi. Ciò in quanto, le ferie hanno, unitamente ai riposi settimanali, il compito di permettere al lavoratore di recuperare le energie psico-fisiche che lo stesso impiega nell’espletamento dell’attività lavorativa. Ne consegue la nullità di qualsivoglia rinuncia preventiva alle ferie annuali spettanti. Per intenderci: ciò significa che, pur volendo, non si può lavorare tutto l’anno ed è nullo il contratto tra azienda e dipendente con cui questi rinuncia completamente alle sue ferie in cambio di un corrispettivo maggiorato. Vige, quindi, il divieto di monetizzazione delle ferie. Tuttavia il mancato godimento delle ferie maturate durante il rapporto di lavoro fa sorgere il diritto all’indennità sostitutiva, che spetta in busta paga a seguito delle dimissioni o del licenziamento o scadenza del contratto a termine. In conclusione, l’indennità sostitutiva per ferie non godute può essere pagata dall’azienda per la mancata fruizione, da parte del lavoratore, dei giorni di ferie: eccedenti il periodo minimo di 4 settimane all’anno, eventualmente riconosciuti dalla contrattazione collettiva applicata; maturate e non fruite al momento della cessazione del rapporto: si pensi al caso del dipendente che, in corso d’anno, viene licenziato in tronco o per fallimento dell’azienda. Se, ad esempio, un dipendente viene licenziato a metà dell’anno, ha diritto a ottenere la liquidazione, sull’ultima busta paga, di due settimane in ferie non godute ma maturate; nei casi di contratto di lavoro a termine inferiore all’anno, per i quali è possibile sostituire i giorni di ferie con la relativa indennità, che deve essere comunque erogata al termine del rapporto di lavoro e non mensilmente. Avv. Paolo Leopardi
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Nuovo COLLEGAMENTO
OLIO DI CBD Un medico anestesista mi ha chiesto informazioni sull'allestimento di CBD in olio, ho trovato i cristalli ma nessuna formulazione per poter allestire questa preparazione, potreste aiutarmi? Il cannabidiolo si può agevolmente sciogliere in OLIO MCT. Si consiglia di conservare in frigorifero la preparazione. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano
REALIZZAZIONE DI SPAZI PER LE VACCINAZIONI
Per agevolare i farmacisti nell’individuazione e realizzazione di un'area per vaccinazioni, i soci interessati possono inviare le planimetrie dei propri locali a utifar@utifar.it, specificando la richiesta, così da permettere al nostro esperto di valutarne la fattibilità e proporre una soluzione idonea.
DR & Domande e Risposte
6.0 IL DESIGN CHE ARREDA LO SPAZIO
STRUTTURA in alluminio in due colori: silver e nero
MODULARITÀ adattabile ad ogni spazio e altezza
Sistema in alluminio per interni. Un palo sottile nero o silver, ripiani e cassettiere regolabili, particolari di pregio e dal design raffinato. Da oltre 50 anni, creiamo soluzioni
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che mettono tecnica e innovazione al servizio degli architetti. Perchè il vero design si basa sempre sulle emozioni del suo utilizzatore.
Via Martiri delle Foibe, 61 | 26010 Vaiano Cremasco (CR) | Italy Tel. +39 0373 278045 | Fax +39 0373 278107 | comm@icas.it www.icas.it
RIPIANI vetro, legno e metallo
CASSETTIERE sospese ad incastro