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COLLEGAMENTO Rivista ufficiale di Utifar - Unione Tecnica Italiana Farmacisti - Associazione Scientifica
N.4 maggio-giugno
Poste Italiane S.p.A. - contiene I.P. - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Pescara per la restituzione al mittente previo pagamento della relativa tassa
2021
IL TEMPO DELLA COMUNICAZIONE
LONG COVID E APPROCCIO SISTEMICO
HIKIKOMORI UN FENOMENO IN CRESCITA
VOCI DA DIETRO IL BANCO
Il mal di testa ti butta giù? SU LA TESTA con PUÒ INIZIARE AD AGIRE DOPO
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L'EDITORIALE
di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar
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NON CORRIAMO APPRESSO A TUTTO
iano piano, un passo per volta, la farmacia sta conquistando sempre più spazio all’interno dell’offerta sanitaria territoriale nel nostro Paese. Da un lato, verrebbe da dire “era ora”. Si tratta, infatti, di piccole ma significative conquiste che avvicinano la farmacia italiana ad altre realtà europee. Mi riferisco, per esempio, alla possibilità di effettuare vaccinazioni all’interno delle farmacie. Arrivarci è stato un percorso lungo, partito con l’iniziativa formativa di Utifar lo scorso agosto, accompagnato da estenuanti trattative istituzionali e da confronti, a volte anche duri, con altre professioni che non vedevano di buon occhio questa iniziativa. Ma, alla fine, il risultato è stato ottenuto. Si tratta di una conquista importante, che apre la strada ad un nuovo ruolo della farmacia e offre un importante impulso alla farmacia dei servizi che, da troppi anni, era ferma al palo. Abbiamo poi la possibilità di effettuare tamponi, e siamo quindi entrati a pieno titolo in quelle attività di monitoraggio e di certificazione che rivestiranno un ruolo sempre più importante nei prossimi anni. Si tratta di risultati che valorizzano la professione del farmacista. Offrendo vaccinazioni, certificazioni di negatività al covid, prenotazioni sanitarie ed essendo, a pieno titolo, inseriti in altre attività di sanità regionale, possiamo dire che il farmacista stia diventando sempre di più e a tutti gli effetti un operatore sanitario. Il prossimo passo da compiere sarà, dunque, quello di vederci riconosciuto questo ruolo anche a livello contrattuale, non solo nell’ambito delle mansioni svolte. Per ottenere questo dobbiamo dimostrare professionalità, competenza e disponibilità. Di certo, la farmacia, al momento, non può basare la propria sostenibilità sulla remunerazione dei servizi e sono d’accordo che non si può perdere di vista il lato commerciale, che fornisce sempre servizi ai cittadini, ma da un punto di vista di assortimento, di corretto consiglio e anche di attenzione al prezzo. Alcuni colleghi sostengono che con i vaccini rubiamo la professione al medico. Vorrei chiedere loro se preferiscono invece riconoscersi in pratiche commerciali spinte che presentano l’obiettivo unico di aumentare le vendite. Non bisogna correre appresso a tutto. Credo, invece, che la professionalità e il servizio al cittadino debbano sempre essere messi al primo posto. Chi mi conosce, sa che non ho nulla contro la farmacia commerciale. Utifar, per prima, ha valorizzato e fatto conoscere ai colleghi aspetti che all’epoca erano del tutto nuovi come il visual merchandising e altre tecniche espositive e di marketing. Tuttavia, un conto è valorizzare la propria offerta commerciale, un altro è schiacciare la propria professionalità sulla vendita del prodotto. Abbiamo un ruolo sempre più importante all’interno della sanità pubblica, non screditiamolo con atteggiamenti che potrebbero essere visti come poco professionali. Non corriamo appresso a tutto, pur di aumentare le vendite. Il rischio è quello di non apparire credibili e che non ci venga riconosciuto il nostro ruolo di operatori sanitari che, ormai, rivestiamo a tutti gli effetti. Difendiamo invece, con tutta la professionalità di cui siamo dotati, questo nuovo ruolo che, finalmente, ci è stato riconosciuto. Nuovo COLLEGAMENTO
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SOMMARIO n. 4 maggio-giugno 2021
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IL TEMPO DELLA COMUNICAZIONE
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DAI TAMPONI AI VACCINI IN FARMACIA AL TEMPO DEL COVID-19
Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia
di Alessandro Fornaro
di Alessia Perrotta, Matteo Lucidi, Cecilia V. Sposato
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LONG COVID
UN APPROCCIO SISTEMICO PER UNA CONDIZIONE DI SALUTE COMPLESSA
di Daniela Mammoli
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HIKIKOMORI FUORI DAL MONDO
Intervista ad Alida Colpani di Emanuela Esquilli
Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO
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CRESCERE: CHE FATICA!
Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it
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UN'ANIMA EUROPEA
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VOCI DA DIETRO IL BANCO nterviste Storie e I
Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono www.utifar.it - utifar@utifar.it Immagini Adobestock Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXII n. 4 maggio-giugno 2021 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione) Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate
UTIFAR
dal 1957
Intervista a Vincenzo Zottoli PER LA FARMACIA DI DOMANI
Intervista a Roberto Tobia di Alessandro Fornaro
di Alessandro Fornaro e Giulio Valeriano
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COME TRATTARE IN FARMACIA
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IL CANCRO ORALE
L'OCCHIO SECCO di Paolo Levantino E LA SUA PREVENZIONE
di Marzio Todisco
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IL MAGGIO DEI LIBRI
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AGGIORNAMENTI DALLE AZIENDE IL TRATTAMENTO TFR
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DALLE AZIENDE I SISTEMI SARTORETTO VERNA
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CONSULENZE UTIFAR
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PROFESSIONE FARMACISTA
IL TEMPO DELLA COMUNICAZIONE
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
I
Il maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle tematiche riguardanti la salute apre nuove prospettive per la farmacia. Ma come coglierle?
mmaginate lo stupore che, un paio di anni fa, avremmo provato se ci fosse capitato di ascoltare una conversazione di questo tipo, magari tra due utenti della nostra farmacia mentre attendono di essere serviti al banco: “Hai fatto Pfizer o Astra Zeneca”? “No no, a me hanno fatto Jansen, che è una controllata di Johnson e Johnson. L’Ema dice che è sicuro ed efficace come gli altri e così ho anche il vantaggio di essere immunizzato con una sola dose”. “Ah, ma anche a me è sufficiente una sola dose per essere immunizzato: avevo già contratto l’infezione e ho già sviluppato una carica anticorpale adeguata a ricevere una sola somministrazione”. 6
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Avremmo, di certo, sgranato gli occhi e saremmo rimasti increduli. I colleghi romani sarebbero rimasti, per un attimo, ammutoliti nella scelta della più appropriata espressione dialettale da utilizzare per manifestare il giusto grado di stupore, mentre nel resto d’Italia avremmo semplicemente detto: “Ah, però!”. Cosa c’è di tanto strano in questa conversazione che, oggi, è forse la più ricorrente tra la popolazione italiana? La prima cosa che mi salta all’occhio è la dimestichezza con i nomi di aziende farmaceutiche che, fino a pochi mesi fa, conoscevano in pochi. I non addetti ai lavori, per non incespicare nella
PROFESSIONE FARMACISTA
pronuncia, preferivano fare riferimento a espressioni del tipo: “quella della pillola blu” o “quella marca dello shampoo che non brucia gli occhi”. Di Astra Zeneca, azienda leader in campo farmaceutico, in pochi conoscevano l’esistenza. Il secondo motivo di stupore, invece, riguarda la precisione con la quale si maneggiano concetti scientifici non banali, come quello dell’immunità, del richiamo vaccinale eccetera, eccetera. Ricordo molto bene quando, da giovane ricercatore universitario, conducevo uno studio di farmacoeconomia commissionato alla mia Università dal Ministero della Sanità sull’impatto della imminente introduzione dei farmaci generici. Era il 1998 e si temeva che i cittadini italiani non avrebbero compreso la sostituzione del loro abituale farmaco con uno analogo, proposto loro in una confezione diversa e prodotto da un’altra ditta. Ora sappiamo quanto questi timori fossero fondati e quanto è stato difficile, ammesso che ci si sia riusciti fino in fondo, convincere non solo i cittadini, ma financo molti medici rispetto alla equivalenza dell’azione farmacologica. Anche a 23 anni di distanza, e dopo tutte le campagne di comunicazione a favore dei generici, ancora oggi noi farmacisti, per farci comprendere, parliamo di “farmaci di marca” senza citarne il nome della ditta produttrice e di “equivalenti” citando il colore della scatola piuttosto che il loro brand. Come è possibile, allora, che in un solo anno i cittadini abbiano familiarizzato con nomi difficili di multinazionali estere e con concetti complessi a livello farmacologico? Più che rispondere a questa domanda, tuttavia, mi interessa comprendere se questa ventata di cultura., o di semplice interesse per la farmaceutica, potrà, a pandemia superata, lasciare un terreno fertile sul quale sviluppare il dialogo tra farmacista e cittadino. Ancora di più, mi interessa capire se, in questo interesse diffuso della cittadinanza rispetto ai farmaci, il ruolo del farmacista potrà trovare nuovi ambiti di sviluppo e di crescita.
UN CAMBIO DI PASSO Credo sia opportuno che, come farmacisti, ci adoperiamo per cogliere al volo questa grande opportunità. Una comunità sempre più interessata alla propria salute e a quella dei propri cari è il migliore interlocutore per chi ha messaggi e soluzioni da offrire in questa direzione. Prevenzione, stili di vita, sane abitudini alimentari, corretto utilizzo dei medicinali senza esagerare nel loro utilizzo e con la migliore aderenza alle indicazioni e alle posologie. Questo è il nostro mestiere e, prima ancora, la nostra vocazione. Dobbiamo, quindi, fare in modo che questa terribile emergenza sanitaria dalla quale, si spera, stiamo uscendo grazie alla vaccinazione, non lasci al cittadino unicamente il ricordo della farmacia quale logo dove accedere facilmente a mascherine, tamponi e vaccinazioni. Ben inteso: la farmacia dei servizi è una conquista per la categoria ed essere entrati a pieno titolo nell’operatività territoriale del Ssn è un fatto positivo per la nostra professione. Tuttavia, sono rimasti poco esplorati altri ambiti di intervento del farmacista non meno importanti, quali la prevenzione, il monitoraggio e il controllo delle cronicità, l’integrazione alimentare e il ricorso alla nutraceutica per il benessere generale dell’individuo. Non sono questioni da poco, ma sono rimaste all’angolo. Come mai? Se, come farmacisti, non metteremo in essere un adeguato cambio di passo, rischieremo che questo fondamentale bagaglio di competenze (o anche solo di interesse o di linguaggio) che i cittadini hanno acquisito vengano disperse e che si ritorni al giorno zero, dove per descrivere un farmaco si parla del colore della sua scatola. Intendo dire che, oggi, l’opinione pubblica conosce quello che è il ruolo regolatorio dell’Aifa, la rilevanza di riviste scientifiche comune The Lancet, ha perfino iniziato a masticare concetti come quello della revisione degli studi prima della loro pubblicazione. Conosce il rischio di imbattersi in fake news, conosce l’importanza delle fonti, si fida di chi è professionalmente competente, come lo siamo noi farmacisti. Qual è il cambio di passo da fare? A mio avviso occorre passare dalla comunicazione all’informazione. Nuovo COLLEGAMENTO
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PROFESSIONE FARMACISTA
Solo in questo modo l’attenzione alla salute potrà sopravvivere tra le priorità della popolazione e l’interesse al mondo scientifico potrà esprimersi in tutte le sue sfaccettature. Il risultato al quale siamo pervenuti oggi è, infatti, frutto di attente e persuasive campagne di comunicazione che, fin dall’inizio della pandemia, hanno agito mettendo in guardia dalle false informazione che si possono reperire in rete, dando la parola agli esperti, richiamando l’importanza delle decisioni istituzionali, valorizzando il ruolo degli enti regolatori. I risultati sono arrivati e sono ottimi. Ma pur sempre si tratta di comunicazione, mentre noi farmacisti, fuori dall’emergenza, dovremo fare il cambio di passo e passare all’informazione. COMUNICAZIONE O INFORMAZIONE? La differenza tra i due approcci è enorme. La comunicazione ambisce ad un risultato ben preciso, prestabilito. Il processo comunicativo, detta in soldoni, punta a fare in modo che determinati messaggi siano condivisi con il proprio pubblico e che vangano metabolizzati e interiorizzati. Se il risultato non lo si ottiene, vuol dire che la comunicazione non è stata efficace e la colpa del fallimento ricade su chi non ha saputo comunicare in modo costruttivo. Come, per esempio, è accadute nelle prime campagne comunicative attuate per favorire il mercato dei generici. L’informazione è altra cosa. Non punta a trasmettere un concetto stabilito a priori, ma a trasferire informazioni che possono, talvolta, anche essere contraddittorie tra loro. L’informazione consiste nel mettere a disposizione del proprio pubblico concetti che, nel loro insieme, accrescono le conoscenze reali, favoriscono la cultura e la conoscenza. Informazioni attendibili, di certo. Acquisite da fonti accreditate. Nel nostro caso, dalla letteratura scientifica e dal lavoro delle autorità regolatorie. Il processo comunicativo che si è reso necessario per contrastare il diffondersi della pandemia e per fare in modo che, varianti permettendo, si arrivasse in fondo al tunnel è stato efficace e ha quindi posto le basi sulle quali, da qui in avanti, i professionisti sanitari possono interfacciassi con il proprio pubblico in maniera differente rispetto
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al passato. Al tempo stesso, il processo comunicativo, per essere efficace, ha dovuto essere talvolta viziato da una mancanza di approfondimento e di ricerca della verità, proprio perché la verità sta nel messaggio e non nelle singole informazioni fornite a supporto del messaggio stesso. E’ proprio in questa ottica che alcune evidenze non hanno trovato il giusto spazio che avrebbero meritato a livello informativo. Questo insieme di cose ha fatto sì che, da un lato, sia aumento l’interesse verso alcune argomentari mediche, ma dall’altro sia rimasta una certa superficialità e banalizzazione del messaggio. Per esempio, tutti sanno (o credono di sapere) la differenza tra il vaccino Pfizer e quello Astra Zeneca. Uno è a mRna e l’altro a vettore virale, certo. Questo i cittadini lo sanno, e non è poco. Ma non in molti sono interessati a comprenderne davvero il meccanismo d’azione, che si esplica, per entrambi, attraverso la proteina spike. Se invece parliamo, sempre a titolo di esempio, di vitamina D, in molti sanno che favorisce il nostro sistema immunitario. Vero. Ma a quali dosaggi? In quali forme farmaceutiche? Quali sono le aziende che offrono prodotti di qualità? Quali sono le evidenze che, di volta in volta, si rincorrono in letteratura attorno a questa importante vitamina sulla quale permane un acceso dibattito scientifico? Ecco quello che potrà fare la farmacia di domani: informare, aggiornare, coltivare l’interesse rispetto alla ricerca e ai suoi risultati. Anche rispetto alle sue contraddizioni, perché in scienza nulla è fermo e nulla è preconcetto. L’alternativa è quella di restare dove siamo, come navi ferme in un mare che talvolta è quieto, altre volte è smosso da nuove emergenze, altra ancora rasserenato da campagne di comunicazione rassicuranti che navigano sopra la nostra testa di farmacisti e di esperti del farmaco. E’ una scelta di ciascuno. Ciascun farmacista può stabilire il proprio metro di interazione con il proprio pubblico. Personalmente, credo che questo possa essere il momento buono per alzare l’asticella dell’informazione, visto che il pubblico ha compreso l’importanza di essere informato e aggiornato.
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DAI TAMPONI AI VACCINI IN FARMACIA AL TEMPO DEL COVID-19 di Alessia Perrotta, Matteo Lucidi, Cecilia V. Sposato, Studio Associato Bagigalupo -Lucidi
L’ATTUALITÀ DEI DUE TEMI ENUNCIATI NEL TITOLO CI SUGGERISCE DI RIAFFRONTARLI OGGI IN UNA SORTA DI SINTETICO “PARALLELO” CHE GUARDI TANTO AGLI ASPETTI STRETTAMENTE NORMATIVI COME A QUELLI DI NATURA PATTIZIA INTERVENUTI TRA ALCUNE REGIONI E LE RAPPRESENTANZE SINDACALI E/O PROFESSIONALI DI CATEGORIA. CERCHEREMO PERTANTO DI DELINEARE BREVEMENTE LE ANALOGIE E LE DIFFERENZE TRA I DUE SERVIZI OGGI EROGABILI, COME NOTO, ANCHE DALLE FARMACIE SIA PURE “SU BASE VOLONTARIA” E IN VIA, PER ALCUNI DI ESSI, VEROSIMILMENTE PROVVISORIA 12
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I SACRI TESTI è Tamponi e test sierologici L’effettuazione di test sierologici e tamponi antigenici rapidi è stata normativamente disciplinata dai commi 418, 419 e 420 della Legge di Bilancio 2021. Nello specifico, il comma 418 prevede che gli uni e gli altri “possono essere eseguiti anche presso le farmacie aperte al pubblico dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la tutela della riservatezza”. N.B. - Con il comma 420 il legislatore precisa che il test sierologico effettuabile in farmacia è soltanto, come sappiamo, quello derivante da un prelievo capillare, restando dunque ben fermo che sono tuttora sottratti alle farmacie i prelievi venosi, almeno per il momento [perché c’è la sensazione che un processo di vero ampliamento della “farmacia dei servizi” sia appena iniziato…].
PROFESSIONE FARMACISTA
Quanto alle modalità organizzative di esecuzione di tamponi e test sierologici, lo stesso comma 419 della Legge di Bilancio 2021 rimanda agli accordi regionali con le associazioni di categoria, che sono più o meno tutti dello stesso tenore e che analizzeremo tra breve. è Vaccini La somministrazione dei vaccini anti Covid-19 in farmacia è ad oggi disciplinata dall’art. 20, lett. h), del Decreto Sostegni, il quale ha sostituito la previgente normativa di cui al comma 471 della Legge di Bilancio 2021, che prevedeva infatti la possibilità di somministrare i vaccini nelle farmacie “aperte al pubblico sotto la supervisione di medici assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato […]”. La citata disposizione del Decreto Sostegni ha invece incluso anche il farmacista tra i “vaccinatori”, consentendo “in via sperimentale, per l'anno 2021, la
somministrazione di vaccini contro il SARSCoV-2 nelle farmacie aperte al pubblico da parte dei farmacisti, opportunamente formati. […]”. Come per i tamponi e i test sierologici, il legislatore statale ha demandato la gestione delle modalità organizzative “alla stipulazione di specifici accordi con le organizzazioni sindacali rappresentative delle farmacie, sentito il competente ordine professionale […]”. A tal fine è stato recentemente ratificato un apposito accordo quadro tra Governo, Regioni, Federfarma e Assofarm per la definizione delle modalità anche organizzative di somministrazione dei vaccini nelle farmacie aderenti, il cui testo contiene perciò la disciplina generale che gradualmente – come nel caso dei tamponi – stanno dettagliando i singoli accordi regionali. Il farmacista, come detto, deve essere “formato” sulla base dei programmi e moduli Nuovo COLLEGAMENTO
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specifici organizzati dall’Istituto Superiore di Sanità: al termine della formazione, verrà rilasciata da un professionista sanitario già abilitato alla somministrazione vaccinale [tutor professionale] un’attestazione che “certifica che il farmacista ha correttamente espletato l’esercitazione pratica”. Il farmacista “abilitato” – o, se preferite, “formato” - potrà comunque decidere di svolgere il servizio avvalendosi delle forme di tutoraggio previste in fase di formazione. GLI ACCORDI è Tamponi e test sierologici In sintesi, è previsto che questi servizi possono essere svolti (su prenotazione) dalla singola farmacia aderente all’interno dell’esercizio “in spazio dedicato (e) separato da quelli destinati all’accoglienza dell’utenza e alla vendita” oppure, “se la farmacia è sprovvista di un ambiente dedicato”, sempre all’interno dell’esercizio ma “durante l’orario di chiusura”. “In alternativa” alle due modalità ora indicate – e ferma la facoltà della farmacia di organizzare un servizio domiciliare – i test e tamponi potranno essere eseguiti “in ambiente esterno e adiacente alla farmacia anche su suolo pubblico (esempio gazebo, camper ecc) […]”. Quanto al soggetto incaricato all’esecuzione dei test, quello sierologico può essere effettuato dal farmacista, o dal cittadino stesso sotto la supervisione del farmacista o di un suo incaricato. I tamponi antigenici rapidi, invece, possono essere svolti da operatori sanitari e una recente ordinanza del Consiglio di Stato [la n. 1634 del 29/3/2021] ha precisato che - tra il “personale abilitato” alla loro esecuzione - “va ricompreso [anche] il farmacista”. Naturalmente, devono in ogni caso essere rispettate determinate misure di sicurezza come l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale da parte dell’operatore incaricato di eseguire i test, la verifica della temperatura corporea dell’utente, il corretto smaltimento dei rifiuti, e via dicendo. Inoltre, gli accordi regionali - mentre prevedono tutti abbastanza uniformemente la possibilità di svolgere il servizio in strut-ture “volanti” quali gazebo, camper e tende - si differenziano talvolta con riguardo all’utilizzabilità di un locale esterno separato dalla farmacia “per destinazione”. Vediamone qualche esempio. - Puglia e Campania: ambedue i relativi accordi prevedono che il locale “apposito” debba essere
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Nuovo COLLEGAMENTO
“compreso nel perimetro della pianta organica della farmacia”, ma dispongono anche che esso sia collocato a una distanza “non inferiore a 200 m da altra farmacia esistente”; - Lazio: qui l’accordo si limita a precisare che l’“ambiente” [dedicato a test e tamponi] debba essere “adiacente” alla farmacia, una precisazione tutt’altro che di secondo piano perché esclude la legittimità dell’utilizzo di un qualsiasi locale a meno che non sia collegato anche internamente alla farmacia; - Lombardia: l’accordo lombardo consente di effettuare il servizio, oltre che nelle modalità di carattere generale sopra indicate, anche nel “dispensario” eventualmente affidato in gestione alla farmacia oppure in una “sede data dal comune”. è Vaccini L’accordo – e questa volta parliamo dapprima dell’accordo quadro cui abbiamo accennato all’inizio - prevede che venga privilegiata in via generale l’esecuzione dei vaccini in area esterna pertinenziale all’esercizio, ma non esclude la possibilità di avvalersi invece di un’area/spazio ricavato però pur sempre, attenzione, all’interno del locale farmacia, come abbiamo già rilevato per test e tamponi. Deve trattarsi peraltro – come del resto è previsto anche per test e tamponi - di un’area “separata dagli spazi destinati all’accoglienza dell’utenza [della farmacia ovviamente] e allo svolgimento delle attività ordinarie”, con la possibilità inoltre – che diventa un obbligo quando la farmacia non può osservare le altre prescrizioni - di effettuare i vaccini in orario di chiusura dell’ esercizio. Infine, ma non è difficile coglierne le ragioni, non è previsto lo svolgimento del servizio a domicilio. Quel che comunque rende la vaccinazione più onerosa per la farmacia rispetto all’effettuazione di test e tamponi è l’articolazione obbligatoria del servizio in zone ben distinte tra loro, come previsto nell’accordo quadro e ben dettagliato, ad esempio, nella circolare romana, dove si illustrano particolarmente: 1) Zona di accettazione: la farmacia dovrà destinare un’area all’accoglimento del soggetto da vaccinare ai fini della raccolta del consenso informato e della verifica della sua idoneità a sottoporsi alla vaccinazione; 2) Zona di preparazione: si tratta di un apposito ambiente da dedicare alla conservazione [dovranno quindi essere presenti frigoriferi idonei,
Irritazione o infiammazione congiuntivale di qualunque origine Secchezza oculare 1
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Euphrasia officinalis 3 DH
“Congiuntiviti allergiche o infettive1”
Chamomilla vulgaris 3 DH “Bruciore agli occhi con la sensazione che la loro superficie superiore fosse molto secca e ruvida3”
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Materiale riservato ai Sigg. Medici e Farmacisti - Depositato presso l’AIFA il 04/05/2020
D. Lgs. 219/2006 art. 85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”. D. Lgs. 219/2006 art. 120 1 bis: “Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”.
Euphralia® collirio, soluzione grazie alle diluizioni delle sostanze attive, non presenta generalmente tossicità chimica, controindicazioni, interazioni farmacologiche ed effetti indesiderati direttamente legati alle quantità assorbite4-7. Il trattamento con Euphralia® non ha un’azione irritante sull’occhio 8,9 e può essere utilizzato anche dai portatori di lenti a contatto con lenti a contatto indossate 8. Instillare 1-2 gocce in ciascun occhio, 2-6 volte al giorno. Utilizzare un nuovo contenitore monodose ad ogni somministrazione. Euphralia® grazie alle diluizioni delle sostanze contenute, permette generalmente l’uso concomitante di altre terapie farmacologiche, laddove necessario 4,5,10. AIC 046539021 Euphralia® 10 contenitori monodose AIC 046539019 Euphralia® 30 contenitori monodose
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Medicinale omeopatico di Classe C senza obbligo di prescrizione medica (SOP). Medicinale non a carico del SSN. 1. Demarque D, Jouanny J, Poitevin B, Saint-Jean Y. Farmacologia e materia medica omeopatica. Milano: Tecniche Nuove; 2000. p.175. 2. Allen TF. The Encyclopedia of Pure Materia Medica. VOL. I. P.J. Publishers. PVT. LTD. New Delhi 2ème édition. p.256. 3. Allen TF. The Encyclopedia of Pure Materia Medica. VOL. I. P.J. Publishers. PVT. LTD. New Delhi 2ème édition. p.96. 4. Boulet J. Homéopathie - L’enfant. Marabout; 2003. p.15,16. 5. Rocher C. Homéopathie - La femme enceinte. Marabout; 2003. p.15,16. 6. Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products. Legislative term 2009-2014 of the European Parliament and the European Commission. ECHAMP E.E.I.G. European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products. 7. Latour E, Tétau M. Guide homéopathique de la Sage-Femme. Paris: Éditions Le Manuscrit/Manuscrit.com; 2011. p.7. 8. Chelab: In vitro Eyes Irritation Test (EIT test) OECD 492:2015. TEST REPORT N.17/000260725 LENTI A CONTATTO MORBIDE - estratto in collirio euphralia. 9. Chelab: Epiocular eye irritation test for the prediction of acute eye irritation, 2009. 10. Jouanny J, Crapanne JB, Dancer H, Masson JL. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. Ariete Salute; 1993. Vol. 1: p.81.
Servizio Informazioni Boiron numero verde 800-032203
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PROFESSIONE FARMACISTA
come è stato sottolineato ormai da tempo] e alla preparazione della dose vaccinale; 3) Zona di somministrazione: in un altro ambiente il farmacista abilitato dovrà poi provvedere all’inoculazione del vaccino; 4) Zona di monitoraggio: infine, il paziente dovrà restare in osservazione per almeno 15 minuti in un’area dedicata, in modo da monitorare eventuali reazioni avverse e poter così permettere il pronto intervento dell’addetto al primo soccorso opportunamente formato [che d’altronde, quando ha unità lavorative dipendenti, la farmacia deve sempre nominare] e degli operatori del 118. Tutti tali spazi dovranno sempre garantire privacy, sicurezza e areazione ed essere inoltre ben distinti sia dagli ambienti in cui contemporaneamente la farmacia svolga l’eventuale servizio di test/tamponi e sia, come rilevato più volte, dall’area destinata all’utenza ordinaria della farmacia: i due servizi, vaccinazione e test/tamponi, potranno quindi essere effettuati anche negli stessi ambienti ma solo in orari/giorni differenti e naturalmente, volta a volta, dopo un’adeguata sanificazione. La separazione delle quattro aree che abbiamo appena descritto si giustifica con la scomposizione virtuale della vaccinazione in sei fasi, che sono le seguenti: • Fase 1: il farmacista riceve le prenotazioni dei soggetti da vaccinare e verifica i dati anagrafici e i criteri di “elezione alla seduta vaccinale”. Successivamente, in base al numero dei soggetti da vaccinare, verifica il numero di flaconi necessari all’espletamento dell’attività. • Fase 2: il farmacista verifica la congruità del vaccino di cui dispone rispetto a quello richiesto dal cliente/paziente, verifica la continuità della catena del freddo e provvede alla corretta conservazione in attesa dell’allestimento; inoltre, egli è responsabile della sanificazione dei locali oltre che di tutti i materiali rispetto alle scadenze e funzionalità. • Fase 3: il soggetto che deve sottoporsi al vaccino viene accolto dal farmacista che provvede ad acquisire il consenso informato, fornendo tutte le informazioni necessarie. • Fase 4: il farmacista allestisce il vaccino e verifica l’idoneità del soggetto in base alle risultanze del consenso informato. • Fase 5: il farmacista appositamente formato provvede all’inoculazione vaccinale.
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• Fase 6: il personale amministrativo [sotto la supervisione del farmacista], o il farmacista stesso, inserisce nel sistema informatico i dati relativi alla vaccinazione del soggetto e fornisce l’attestazione di avvenuta vaccinazione. Quanto ai vari accordi regionali in tema di vaccinazioni (che per il momento sono ovviamente di numero inferiore agli accordi su test e tamponi), i contenuti sono anche qui abbastanza vicini tra loro, salve alcune indicazioni: - Liguria: il punto di vaccinazione deve essere collocato “nelle vicinanze” della farmacia [diciamo, non più di 50/100 metri di distanza] e la remunerazione prevista è di Euro 32 + iva per l’esecuzione di 6 vaccini all’ora; - Lazio: il locale che si può adibire al servizio [N.B. – In questa regione quale erogatrice del vaccino per tutte le farmacie laziali, utilizzando come strumento informatico il portale web DPCLazio già utilizzato dalle farmacie di comunità, è stata individuata l’Azienda Sanitaria ASL RM1, con tutto il carico di responsabilità che evidentemente ne derivano] deve essere ubicato all’interno della sede farmaceutica di riferimento e però a “non meno di 200 metri dalla soglia” della farmacia più vicina; la remunerazione è di Euro 6 a vaccino + Euro 6 quale compenso per la singola inoculazione vaccinale; infine, il numero dei vaccini effettuati nel corso del mese viene riportato nella DCR, ed esattamente nella sezione dedicata alla remunerazione della DPC [un meccanismo al quale, se funzionerà, bisogna guardare con favore]. In conclusione, riportando testualmente un passaggio importante della relazione illustrativa all’art. 20 del Decreto Sostegni, stiamo parlando di “un nuovo modello di farmacia che, oltre al farmaco, assicura ai cittadini una serie di prestazioni aggiuntive. Infatti, la farmacia anche durante l’emergenza Covid-19 ha svolto una importante assistenza, sia pure per l’esecuzione di test mirati a rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM e di tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARS-CoV-2 che per la somministrazione di vaccini […]. Quindi, la farmacia può diventare il luogo dove la popolazione può trovare una prima risposta alle proprie domande di salute, un’azienda erogatrice di servizi da mettere a disposizione del pubblico”. La strada, lunga e faticosa finché si vuole, sembra proprio questa.
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RICERCA SCIENTIFICA
LONG COVID
UN APPROCCIO SISTEMICO PER UNA CONDIZIONE DI SALUTE COMPLESSA
L'80% di chi è guarito continua ad avere uno o più sintomi oltre due settimane dopo l'infezione acuta e ben il 45% degli ex positivi ha ancora sintomi dopo 7 mesi. Prendersi cura, in modo sistemico di chi presenta sintomi al lungo termine rappresenta una nuova frontiera per la medicina ed è un compito importante cui è chiamato anche il farmacista. Diverse evidenze suggeriscono il ruolo di supporto delle sostanze naturali, utili per proteggere l'equilibrio dell'organismo in questa fase delicata.
di Daniela Mammoli, Dott.ssa in Chimica e Tecnologia Farmaceutica
S
iamo nell’era Covid e si stanno manifestando dei “nuovi” bisogni di salute delle persone. Da un lato, infatti, c’è chi, colpito dalla malattia e uscito dalla fase acuta, continua a manifestare per lungo tempo vari disturbi: sintomi a carico delle alte vie respiratorie, fatigue, problemi di memoria e di concentrazione, di sonno, di ansia fino a disturbi gastrointestinali. Dall’altro lato ci sono le esigenze di salute del resto della popolazione che, seppur non colpita 18
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direttamente dalla malattia, manifesta problemi conseguenti allo stress da pandemia, al confinamento e alle stesse nuove abitudini legate alla prevenzione (igiene di mani, bocca e naso) e richiede supporto per le difese dell’organismo, per la riduzione del sovrappeso e problemi correlati, per lo stress psico-emotivo e per i disturbi del sonno e dell’umore. La pandemia da SARS-CoV-2 ha rappresentato e tuttora rappresenta senza dubbio uno dei più grandi shock
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che ha colpito l’umanità negli ultimi decenni. Uno tsunami che si è riversato sulla popolazione, sull’economia e sulla società generando senso di insicurezza, confusione, isolamento e disturbi emotivi. Condizioni favorite ulteriormente da prognosi spesso incerte, carenza di risorse per la diagnosi e la cura, misure di salute pubblica che hanno limitato le libertà personali, difficoltà finanziarie e misure di contenimento e confinamento senza precedenti. Un cataclisma al quale, giustamente, è stato cambiato il nome da Pandemia a Sindemia proprio per questa sua valenza non solo sanitaria, ma anche sociale. Tante persone, dunque, si sono trovate a dover affrontare la malattia, anche in forma grave, ma tutti hanno sperimentato le difficoltà di convivere con un nuovo “nemico”: il virus, con delle importanti conseguenze fisiche e psicologiche. L’ESEMPIO DI UN LONG HAULERS DA LONG COVID E NON SOLO Supponiamo che un individuo sia colpito dalla malattia Covid-19. Sta male per diverse settimane. Al risveglio, ogni mattina, si chiede: quando uscirò da questo incubo? Un bel giorno lo dichiarano guarito e libero di muoversi. Ma lui si ritrova molto spesso a dover ancora fronteggiare gli stessi sintomi (grande spossatezza, febbre, tosse, affanno) che nel migliore dei casi, hanno bisogno di molti giorni per ridursi. Spesso però le settimane passano e, sebbene i sintomi peggiori siano scomparsi, quel soggetto non si riconosce più nel “sé stesso di prima”. Magari non riesce a far fronte alle sue incombenze a casa o al lavoro e accusa un senso costante di mancanza di energia. Anche lo sforzo fisico più banale e di routine, come sistemare casa o aiutare la propria famiglia nelle attività quotidiane, lo fa sentire esausto. Prova dolori diffusi a tutto il corpo, difficoltà nel concentrarsi su qualsiasi cosa, anche guardando la TV; si sente insolitamente smemorato. “È come se il cervello fosse annebbiato” raccontano molti di loro. Il medico lo rassicura, perché il virus non può più essere rilevato nel suo organismo. Ma quel soggetto trova strano che, stando così le cose, lui per contro non si senta ancora bene. In realtà anche chi non è stato colpito dal virus non sta così bene.
La condizione che stiamo vivendo, tra vita lavorativa, affettiva e sociale modificata ci ha messo di fronte a condizioni di ansia, stress, disturbi del sonno e sedentarietà generale. Tutto questo per ricordare come la pandemia ha colpito veramente tutti e mai come oggi la salute globale, a cominciare dalle norme di prevenzione, è diventata di fondamentale interesse. In ogni caso si consideri che sono più di 3 milioni le persone guarite da Covid in Italia1, e in media l'80% di questi continua ad avere uno o più sintomi a lungo termine, oltre due settimane dopo l'infezione acuta e ben il 45% degli ex positivi ha ancora sintomi dopo 7 mesi. QUALI SONO I SINTOMI PIÙ COMUNI DA LONG COVID? Il nostro organismo, impegnato a rispondere alle continue sollecitazioni esterne correlate sia alla malattia, sia alla condizione ambientale generale che stiamo vivendo, viene messo a dura prova. La condizione in cui molte persone oggi si identificano viene denominata Sindrome da Post-Covid. Si parla anche di Long Covid o postumi della COVID-19 a lungo termine. Comunque vogliamo chiamarla, si tratta degli esiti che la Covid-19, in quanto malattia multiorgano, genera su chi ne viene colpito, con effetti che possono essere duraturi su molti apparati del corpo umano. I sintomi più comuni di questa condizione sono affaticamento, dolori muscolari, mancanza di respiro, tosse, difficoltà di concentrazione, incapacità di esercizio, mal di testa, difficoltà a dormire, ansia, mialgie e diarrea. Sono stati coniati anche dei termini curiosi per individuare l’incapacità nell’addormentarsi od ottenere un sonno di buona qualità durante la pandemia, come nel caso del dottor Ravi Gupta, esperto di medicina del sonno, che ha introdotto il termine "coronasomnia”2. Una recente metanalisi del gennaio 2021 ha messo in luce ben 55 effetti a lungo termine e ha evidenziato che l'80% dei pazienti infettati da SARS-CoV-2 e poi guariti ha sviluppato uno o più sintomi a lungo termine e che i cinque sintomi più comuni erano affaticamento nel 58% dei casi, mal di testa nel 44%, disturbo dell'attenzione nel 27%, perdita di capelli nel 25% e disturbi digestivi nel 12 % 1. Nuovo COLLEGAMENTO
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RICERCA SCIENTIFICA “DAVANTI A TANTA MALATTIA, MORTE, CONFUSIONE E PERDITE, LA TRAGEDIA PIÙ GRANDE SAREBBE SE SPRECASSIMO QUESTA CRISI NON PORTANDO A CASA UNA GRANDE LEZIONE E NON PREPARANDOCI PER IL FUTURO”. M. Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy, consulente di Joe Biden e autore del libro "Il peggior nemico". (Aboca Edizioni) LE CATEGORIE MAGGIORMENTE COLPITE DA LONG COVID È emerso dagli studi che il genere femminile sembra avere il doppio delle probabilità di sviluppare il Long COVID rispetto agli uomini, ma solo fino ai 60 anni circa, quando il livello di rischio diventa simile tra i due sessi. È noto come il virus attivi un’importante risposta infiammatoria e questo potrebbe giustificare la più elevata incidenza di questa sindrome nel sesso femminile. Infatti, la risposta immune sia per fattori genetici che ormonali è più forte nelle donne rispetto agli uomini3,4. Oltre al genere, anche l'età avanzata e un indice di massa corporea più alto sembrano essere fattori di rischio per subire la condizione di Long COVID5,6. Recentemente però, è stata segnalata la comparsa dei sintomi da Long-COVID anche in età pediatrica 7,8. In particolare, uno studio di un gruppo di ricerca del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino e di Sanità Pubblica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, in una coorte di 129 bambini con diagnosi confermata di COVID-19, il 27.1% aveva almeno un sintomo a distanza di oltre 120 giorni dalla prima diagnosi, e 3 o più sintomi nel 20.6% dei casi. Tra i sintomi frequenti sono stati riscontrati dolori muscolari e articolari, cefalea, disturbi del sonno, dolore toracico o sensazione di costrizione toracica, palpitazioni e disturbi del sonno. Come fare a orientarsi in questo mare magnum di informazioni e da dove iniziare? Innanzitutto, prendendosi cura della propria persona e della propria salute, garantendosi un buon sonno ristoratore e una corretta alimentazione, riducendo l’uso di alcolici ed evitando la sedentarietà. Le sostanze naturali per mitigare e curare i sintomi da Long Covid e coadiuvare il benessere e la salute nella nuova “normalità”. La Covid-19 è una malattia multiorgano che può colpire tutto l’organismo a causa sia dell’azione nociva diretta del virus Sars-Cov-2 sui vari organi
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sia degli effetti collaterali delle nostre reazioni immunitarie di difesa. Se tutti gli apparati sono interessati da questo squilibrio più o meno rilevante del nostro “sistema”, emerge l’importanza di un approccio sistemico per prendersi cura della salute della persona nella sua globalità. “In mancanza, ancora oggi, di studi o ricerche sulle strategie migliori da adottare per favorire il recupero dalla sindrome Post-Covid - ci ricorda il dottor Giuseppe Ventriglia - mi viene tuttavia da pensare che le sostanze naturali, di cui conosciamo da tempo le proprietà benefiche e l’ottimo profilo di sicurezza, potrebbero risultare utili per aiutare l’organismo a recuperare l’equilibrio perduto a livello di svariati sistemi messi a dura prova dalla Covid-19”. L’azione dei sistemi di sostanze naturali può risultare utile anche per alcune esigenze di salute che si sono acuite tra le persone in questo periodo come disturbi del sonno, disturbi intestinali e problemi alle alte vie respiratorie e senso di stanchezza. In particolare, è possibile sfruttare la loro azione fisiologica che segue la logica dell’organismo e la cui efficacia è stata osservata attraverso studi preclinici, clinici e osservazionali in periodo pre-Covid. Per fare un esempio, il 19% delle persone guarite dall’infezione da Sars-Cov-2 presenta ancora una tosse secca che in alcuni casi può evolvere in tosse produttiva9 e alcune linee guida suggeriscono come questa debba essere gestita in modo simile alla tosse nei pazienti con sindrome da tosse post-virale10. In questo contesto possono risultare efficaci alcuni sistemi di sostanze naturali a base di miele, resine, polisaccaridi e flavonoidi da grindelia, piantaggine ed elicriso, in grado di agire sulla tosse (anche persistente11) contrastando l’irritazione della mucosa e favorendo l'idratazione e l'eliminazione del muco. Un altro esempio. A causa della sua permanenza nell’intestino, il virus Sars-Cov-2, può provocare
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I SOCIAL MEDIA E IL LONG COVID A livello degli organi di informazione, in particolare nei social-media, si è iniziato a parlare sporadicamente di #LongCovid agli esordi dell’epidemia, ma con il passare del tempo l’utilizzo di questo termine si è diffuso in tutto il pianeta e dal giugno 2020 l’hashtag #LongCovid è diventato sempre più frequente, affiancandosi al francese #apresJ20, #covidpersistant in spagnolo, al tedesco # MitCoronaLeben, al finlandese #koronaoire in e al giapponese # 長期 微 熱 組. Passando poi così dai social alla stampa a inizio luglio 202021.
disturbi gastrointestinali (da danno cellulare diretto e da alterata permeabilità intestinale) in forma di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e in alcuni casi di diarrea che possono durare anche per 8-10 settimane dopo l'infezione12. Per il trattamento di questa condizione può essere utile il ricorso a un sistema di sostanze naturali (per esempio resine di incenso, polisaccaridi di aloe, polifenoli di camomilla e melissa) di cui si conoscono le proprietà sia antiossidanti e antinfiammatorie sia protettive della mucosa intestinale con azione benefica su gonfiore, distensione addominale e dolore, segni tipici dell’IBS13. Un altro disturbo post-Covid da non sottovalutare è la condizione nota come fatigue che colpisce oltre la metà dei soggetti guariti dalla malattia ma anche chi non è stato colpito. Come è noto, la fatigue è uno stato persistente di stanchezza fisica e mentale con spossatezza, dolori, difficoltà a salire le scale o a camminare, facile affaticabilità anche per azioni di modesta entità, disturbi del sonno, difficoltà di memoria e di concentrazione, senso di frustrazione, ansia e depressione14. Sono questi i casi in cui è possibile sfruttare l’azione benefica e ampiamente dimostrata di miscele di piante opportunamente selezionate 22
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tra cui ginkgo, uva, rodiola e salvia, contenenti complessi molecolari ricchi di centinaia di sostanze in grado di supportare favorevolmente le performance cognitive, modulando le molteplici funzioni biologiche fondamentali per il recupero dalla fatigue. La letteratura scientifica è ormai concorde nel segnalare che disturbi come insonnia, depressione e anche problematiche psichiche più gravi siano correlati a questo nuovo “trauma da pandemia” che colpisce sia chi è stato colpito dal virus sia di chi non lo è stato. Si pensi che in Italia, ben un cittadino su tre dorme un numero insufficiente di ore ed uno su sette riporta una qualità insoddisfacente del proprio sonno15. Per queste persone sappiamo che esistono possibilità di aiuto al recupero dell’equilibrio e della qualità del sonno grazie all’impiego di sistemi di sostanze naturali estratti da griffonia, withania e luppolo in grado di agire sinergicamente tramite un approccio sistemico sull’organismo, con il risultato di migliorare sia il tempo di addormentamento sia la qualità del sonno, favorendo così in modo fisiologico il recupero del sonno ristoratore16. Così pure lo stress psicologico e l'ansia generati dalla quarantena forzata, possono essere contrastati in maniera efficace con sistemi di sostanze estratte da griffonia, withania, biancospino e passiflora, in grado di favorire un fisiologico recupero della serenità, un equilibrato tono dell’umore e una riduzione degli stati di agitazione, tensione e irritabilità17. Si faceva cenno in precedenza a possibili disturbi correlati con le buone pratiche a finalità preventive quali l’uso prolungato delle mascherine facciali (naso e bocca sono la prima porta di ingresso per virus e batteri) e la frequente pulizia delle mani atta ad evitare di contaminarle con secrezioni respiratorie18. A tal proposito è stato segnalato un disturbo piuttosto frequente correlato all’uso della mascherina: la secchezza nasale. Ne deriva che l’impiego di prodotti per la pulizia nasale costituisce un valido gesto sia per migliorare la tollerabilità
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del dispositivo mascherina, sia per rimuovere gli agenti patogeni dalle fosse nasali e sia – come è stato ampiamente dimostrato – per migliorare l’azione di difesa della mucosa nasale. L’ultimo aspetto da far emergere è che iI lockdown e l'isolamento sociale hanno influenzato negativamente lo stile di vita di adulti e bambini, determinando una maggiore sedentarietà, nonché una riduzione del tempo trascorso all'aperto. Ne consegue un aumento di peso corporeo e una maggiore predisposizione ai disturbi metabolici ad esso correlati. Ricordiamo che l'obesità determina uno stato di infiammazione cronica che favorisce da un lato l’insorgenza di dislipidemia, insulino-resistenza, iperglicemia e dall’altro altera il sistema immunitario, rendendo l’organismo più suscettibile alle infezioni (sono noti gli effetti negativi anche a livello dell’efficienza del sistema immunitario dell'infiammazione persistente e dell'elevato stress ossidativo)20. Per il controllo del peso corporeo è bene ricordare che seguire un’alimentazione sana e la lotta alla sedentarietà sono i cardini dell’intervento correttivo che può essere favorito dal ricorso all’azione fisiologica delle sostanze naturali. “L’unica strada che abbiamo per non ricaderci mai più è la consapevolezza che viviamo all’interno di un sistema di cui fanno parte persone, animali, piante e in generale l’ambiente in cui tutti siamo immersi. Non ci sono quindi soltanto gli individui e le comunità, non c’è solo la specie umana da preservare: la salute del pianeta e di tutti i suoi abitanti deve avere pari dignità se vogliamo creare un ecosistema sostenibile, resiliente e durevole. Siamo tutti elementi di un solo sistema, in cui la salute di ogni elemento umano, animale o ambientale è strettamente interdipendente da quella degli altri”. Ilaria Capua, Direttrice del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida (da La salute circolare, Edizioni Egea).
Bibliografia 1 Lopez-Leon S. et al. MedRxiv, 2021 . https://doi. org/10.1101/2021.01.27.21250617 2 Ravi Gupta et Al. COVID-Somnia: How the Pandemic Affects Sleep/ Wake Regulation and How to Deal with it? Sleep Vigil. 2020 Dec 3 : 1–3. 3 https://www.iss.it/news/-/asset_publisher/gJ3hFqMQsykM/content/long-covid-le-donne-sembrano-pi%25C3%25B9-colpite.-unasfida-per-la-medicina-di-genere 4 Sudre, C.H. et al. Attributes and predictors of Long-COVID: analysis of COVID cases and their symptoms collected by the Covid Symptoms Study App. Preprint at medRxiv https://doi. org/10.1101/2020.10.19.20214494 (2020) 5 Dupuis, M.L., et al. Immune response and autoimmune diseases: a matter of sex. Ital J Gender-Specific Med; 5(1):11-20 (2019). 6 Brodin P. Immune determinants of COVID-19 disease presentation and severity. Nature Medicine; 2021;27(1):28-33 (2021). 7 Ludvigsson, J. F. Case report and systematic review suggest that children may experience similar Long‐term effects to adults after clinical COVID‐19. Acta Paediatr. https://doi.org/10.1111/apa.15673 (2020). 8 Buonsenso, D., et al. Preliminary Evidence on Long COVID in children. Preprint at medRxiv https://doi. org/10.1101/2021.01.23.21250375 (2021). 9 Eccles in Redington AE, Morice H. 2005. Acute and chronic cough. Taylor & Francis. Pag. 215-236 10 https://www.uptodate.com/contents/covid-19-evaluation-andmanagement-of-adults-following-acute-viral-illness 11 Mario Canciani et Al.Efficacy of Grintuss® pediatric syrup in treating cough in children: a randomized, multicenter, double blind, placebo-controlled clinical trial. Ital J Pediatr. 2014 Jun 10 12 http://www.cemadgemelli.it/2020/05/17/covid-19-il-virus-attaccalintestino-in-un-un-caso-su-tre-quali-sintomi-e-fattori-di-rischio/ 13 Parisio C, et Al. Researching New Therapeutic Approaches for Abdominal Visceral Pain Treatment: Preclinical Effects of an Assembled System of Molecules of Vegetal Origin. Nutrients. 2020 Jan; 12(1):22 14 https://www.paginemediche.it/glossario/fatigue 15 Nirosha Elsem Varghese et Al. Sleep dissatisfaction and insufficient sleep duration in the Italian population. Scientific Reports volume 10, Article number: 17943 (2020) 16 European Scientific Cooperative on Phytotherapy, 2003. ESCOP monographs - The Scientific Foundation for Herbal Medicinal Products, ESCOP - Thieme, 2nd Edition. - I. Kyrou et al., Hormones (Athens) 16, 171 (2017). - D. Langade, V. Thakare, S. Kanchi, S. Kelgane, J Ethnopharmacol 264, 113276 (2021). R. J. Wyatt et al., Electroencephalography and clinical neurophysiology 30, 505 (1971). 17 P. S. Kumar, T. Praveen, N. Jain, B. Jitendra, International Journal of Pharmacy & Life Sciences 1, 174 (2010). - S. Fuladi et al., Curr Clin Pharmacol (2020). - European Scientific Cooperative on Phytotherapy, 2003. ESCOP monographs - The Scientific Foundation for Herbal Medicinal Products, ESCOP - Thieme, 2nd Edition. - R. S. Kahn, H. G. Westenberg, W. M. Verhoeven, C. C. Gispen-de Wied, W. D. Kamerbeek, Int Clin Psychopharmacol 2, 33 (1987). 18 Benefits and Safety of Nasal Saline Irrigations in a Pandemic Washing COVID 19 Away Nyssa F. Farrell, et al. doi:10.1001/jamaoto.2020.1622 19 Changes in Weight and Nutritional Habits in Adults with Obesity during the “Lockdown” Period Caused by the COVID-19 Virus Emergency Nutrients. 2020 Jul; doi: 10.3390/nu12072016 20 International Journal of Obesity (2013) 37, 333–340; doi:10.1038/ ijo.2012.62 21 Felicity Callard et Al. How and why patients made Long Covid. Social Science & Medicine Volume 268, January 2021, 113426 22 MAT e YTD Febbraio 2021, Dati IQVIA, Sell-out a Valore e Unità – Mercato Calmanti e Sonniferi 23 Michael S. et Al. Changes in Adult Alcohol Use and Consequences During the COVID-19 Pandemic in the US. Sept 2020. Jama Network 24 https://www.iss.it/covid19-fake-news/-/asset_publisher/ qgZFrRLpL1jG/content/fake-news-sui-vaccini
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DISTANZIAMENTO SOCIALE
HIKIKOMORI
LONTANI DAL MONDO
Illustrazione di Davide Conte
Intervista ad Alida Colpani, psicologa e psicoterapeuta
di Emanuela Esquilli, redazione di Nuovo Collegamento
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ikikomori è un termine giapponese, coniato dallo psichiatra Saito Tamaki, che significa letteralmente "stare in disparte" e viene utilizzato in gergo per riferirsi a chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da alcuni mesi fino a diversi anni), rinchiudendosi nella propria abitazione, senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo 24
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esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori. La nascita di questo fenomeno è da ricondurre proprio al paese del Sol Levante, si identificavano i primi casi anche se ancora i media non ne facevano menzione e non c’era informazione a riguardo. A partire dai primi anni 2000, l’Hikikomori viene riconosciuto ufficialmente dal Ministero della Salute giapponese ed iniziano ad essere prese le prime misure pubbliche per far fronte alla presenza dei moltissimi casi individuati. Anche in Italia l'attenzione nei confronti del fenomeno sta aumentando.
DISTANZIAMENTO SOCIALE
L'hikikomori, infatti, sembra non essere una sindrome culturale esclusivamente giapponese, come si riteneva all'inizio, ma un disagio adattivo sociale che riguarda tutti i paesi economicamente sviluppati del mondo. In Italia non ci sono ancora dati ufficiali, ma si ritiene verosimile una stima di almeno 100-120 mila casi. Allo scopo di fare luce e sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni, centinaia di genitori di hikikomori italiani si sono riuniti nella community online "Hikikomori Italia", nella speranza di ottenere aiuto e maggiore considerazione. Ne parliamo con la dottoressa Alida Colpani, psicoterapeuta, referente territoriale della sezione Hikikomori Italia di Brescia. Dottoressa, qual è l’età di insorgenza del fenomeno? Qual è l'identikit? L'hikikomori riguarda soprattutto i giovani dai 13-14 ai 30 anni, principalmente maschi, anche se il numero delle ragazze isolate potrebbe essere sottostimato dai sondaggi effettuati finora. Sempre più frequentemente si incontrano preadolescenti che si avventurano lungo la strada del ritiro gà verso gli 11-12 anni. Come suggerisce Saito Tamaki, tendenzialmente si tratta di figli primogeniti, dal momento che su di loro vengono generalmente proiettate maggiori aspettative da parte dei genitori e, di conseguenza, maggiori pressioni. Le indagini ufficiali condotte finora dal governo giapponese hanno identificato oltre 1 milione di casi, con una grandissima incidenza anche nella fascia di popolazione over40. Questo perché, sebbene l'hikikomori insorga principalmente durante la preadolescenza e l'adolescenza, esso tende a cronicizzarsi con molta facilità e può dunque durare potenzialmente tutta la vita. Quali sono le cause? Le cause possono essere diverse: • caratteriali: gli hikikomori sono ragazzi intelligenti, ma anche particolarmente sensibili, tendenzialmente introversi, scarsamenti equipaggiati nel far fronte ai primi fallimenti, che nell’impatto con i cambiamenti corporei e con i compiti evolutivi adolescenziali perdono tutti i punti di riferimento con cui si sono orientati nell’infanzia.; • familiari: l'assenza emotiva del padre e l'eccessivo attaccamento con la madre sono indicate
come possibili concause, soprattutto nell'esperienza giapponese. I genitori faticano a relazionarsi con il figlio, il quale spesso rifiuta qualsiasi tipo di aiuto; • scolastiche: la fobia scolare, caratterizzata da una profonda angoscia e vergogna nei confronti dello sguardo dell'altro, inizialmente impedisce di frequentare le lezioni regolarmente, sino ad arrivare ad un vero e proprio abbandono scolastico. L'angoscia si manifesta con sintomi fisici importanti quali cefalee, mal di stomaco, vomito e forti stati di ansia sino ad arrivare a veri e propri attacchi di panico. • sociali: gli hikikomori sviluppano una visione molto negativa della società e soffrono particolarmente le pressioni di realizzazione sociale, dalle quali cercano in tutti i modi di fuggire. Tutto questo porta a una crescente difficoltà e demotivazione del soggetto nel confrontarsi con la vita sociale, fino a un vero e proprio rifiuto della stessa. Anche la dipendenza da internet viene spesso indicata come una delle principali cause dietro all'esplosione del fenomeno, ma non è così: essa rappresenta una possibile conseguenza dell'isolamento, non una causa. Il ritiro sociale può essere anche sintomo di altre patologie psichiatriche. Può essere ad esempio presente in pazienti con depressione, fobia sociale, schizofrenia, quali sono i sintomi e le caratteristiche per identificare invece un hikikomori? L'hikikomori è una tipologia di isolamento sociale che ha delle precise caratteristiche. Come accennato poc'anzi è prima di tutto una scelta dolorosa e istintiva per fuggire dalle pressioni di realizzazione sociale e dalle richieste di elevati livelli di performance e derivante dalla profonda sfiducia nelle relazioni interpersonali e da una visione negativa nei confronti della società. Non esiste ancora un’ufficiale definizione dell’hikikomori a livello internazionale e non è stata ancora raggiunta uniformità nei criteri attendibili per poter effettuare una diagnosi clinica. La vita dei giovani hikikomori si svolge all’interno della loro casa o camera da letto. Le uniche interazioni con l’esterno avvengono attraverso internet, l’utilizzo di chat, social network e videogame. Gli hikikomori sono caratterizzati dall’evitamento di qualsiasi tipo di relazione e comunicazione diretta con altri individui. Nuovo COLLEGAMENTO
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DISTANZIAMENTO SOCIALE
Una descrizione dell’hikikomori da parte del Ministero della Salute giapponese (MHLW) precisa: “L’Hikikomori è un fenomeno psico-sociologico, una delle sue caratteristiche è il ritiro dalle attività sociali e il rimanere a casa quasi ogni giorno per più 6 mesi. Ciò si verifica tra bambini, adolescenti e adulti sotto i 30 anni. Essendo il ritiro sociale e l’isolamento sintomi comportamentali trasversali a diverse diagnosi psichiatriche, particolare importanza riveste la diagnosi differenziale. Per questo particolare rilevanza ricopre l’anamnesi (ossia la raccolta delle informazioni rilevanti del percorso di vita), proprio per aiutare il clinico a identificare il disturbo rispetto ad altri con caratteristiche simili. In particolare entrano in diagnosi differenziale con l’hikikomori: • Disturbi d’ansia: in particolare il disturbo d’ansia sociale. • Disturbi dell’umore: in particolare disturbi dello spettro depressivo. • Disturbi psicotici come la schizofrenia. • Disturbo evitante di personalità. Il processo che porta al ritiro sociale può essere suddiviso in 3 stadi: nel primo stadio il ragazzo o la ragazza comincia a percepire la pulsione all'isolamento sociale, senza però riuscire a elaborarla consciamente. Si accorge di provare malessere quando si relaziona con altre persone, trovando maggiore sollievo nella solitudine. In questa fase, tuttavia, l'hikikomori prova a contrastare tale pulsione, continuando a mantenere delle attività sociali che richiedono un contatto diretto con il mondo esterno, nonostante il malessere provocatogli da quest'ultime lo portino a preferire le relazioni virtuali. I comportamenti che caratterizzano questo stadio sono: il rifiuto saltuario di andare a scuola utilizzando scuse di qualsiasi genere, il progressivo abbandono di tutte le attività "parallele" che richiedono un contatto diretto con il mondo esterno (per esempio, le attività sportive), una graduale inversione del ritmo sonno-veglia e la preferenza per attività solitarie (soprattutto legate alle nuove tecnologie, come, per esempio, i videogames o il consumo sregolato di serie TV sui portali di streaming).
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Nel secondo stadio il ragazzo o la ragazza comincia a elaborare consciamente la pulsione all'isolamento e ad attribuirla razionalmente ad alcune relazioni o situazioni sociali. È in questa fase che si cominciano a rifiutare puntualmente le proposte di uscita degli amici, si abbandona progressivamente la scuola, si inverte totalmente il ritmo sonno-veglia e si trascorre la quasi totalità del proprio tempo chiusi nella camera da letto dedicandosi ad attività solitarie. I contatti sociali con il mondo esterno si limitano ora quasi esclusivamente a quelli virtuali, coltivati attraverso il web soprattutto utilizzando chat, forum e giochi online. Viene mantenuto anche un rapporto (spesso conflittuale) con i genitori e gli altri membri della famiglia. Nel terzo stadio il ragazzo o la ragazza decide di abbandonarsi completamente alla pulsione di isolamento sociale e si allontana progressivamente anche dai genitori e dalle relazioni sviluppate in rete. Quest'ultime diventano per lui o per lei fonte di grande malessere, in un modo simile alle relazioni sociali canoniche. L'hikikomori sprofonda in un isolamento pressoché totale, esponendosi a un grande rischio di sviluppare psicopatologie (soprattutto di natura depressiva e paranoide). Uno dei principali fattori di rischio, per quanto riguarda l'hikikomori, è l'allontanamento progressivo del ragazzo o della ragazza dal proprio gruppo di coetanei. Spesso gli amici, anche quelli di vecchia data, vengono rifiutati in modo apparentemente ingiustificato. Questo può essere considerato l'ultimo step dell'hikikomori, quello più grave e dal quale è più difficile tornare indietro. Perché la solitudine genera solitudine, in un circolo vizioso che porta lentamente alla cronicizzazione. È importante sapere che l'hikikomori non è un qualcosa di statico, ma una condizione instabile e in continua evoluzione, fatto di lunghi periodi di stabilizzazione, repentine regressioni, ricadute o miglioramenti.
DISTANZIAMENTO SOCIALE
I genitori, spesso, nel tentativo di aiutare i propri figli assumono comportamenti e atteggiamenti che possono peggiorare la situazione... È vero, ad esempio quando un hikikomori inizia a isolarsi, capita spesso che il genitore reagisca istintivamente aumentando il proprio grado di protezione sul figlio o trattandolo come un malato, o assumendo nei suoi confronti un atteggiamento di imposizione che non produce quasi mai effetti positivi. L'azione più comune è quella di privarlo forzatamente di internet, scambiandolo per la causa del problema, ma condannandolo, invece, a una condizione di isolamento ancor più netta e pericolosa. Molti genitori arrivano a rinunciare al proprio benessere personale nel tentativo di aiutare in tutti i modi il figlio hikikomori, ottenendo però l'effetto opposto. Tale atteggiamento, infatti, non fa altro che aumentare la pressione e il senso di colpa sperimentato dal ragazzo. Quale è l'approccio corretto per relazionarsi con un hikikomori? Avere a che fare con un hikikomori rappresenta una compito delicato per chiunque, si tratti di un genitore, di un insegnante, di un amico o di uno psicologo, dal momento che ci si trova a doversi relazionare con persone profondamente negative, sfiduciate e disilluse nei confronti dei rapporti interpersonali. Per non essere respinti e costruire un'alleanza è necessario raggiungere questi ragazzi làddove sono, nel loro mondo, nella loro stanza, interessandosi con curiosità autentica ai videogiochi, Manga o agli Anime con cui sono soliti passare gran parte del loro tempo. Per prima cosa quindi è necessario assumere un altro sguardo, che non demonizzi internet e i videogiochi. Quando si vuole aiutare un hikikomori, non bisogna mai dimenticarsi che la priorità rimane quella di aiutarlo a stare meglio, non quella di recuperare immediatamente la frequenza scolastica o la carriera sociale interrotta. È fondamentale intervenire già nel primo stadio, quando si manifestano i primi campanelli d'allarme.
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In questa fase i genitori devono cercare di aumentare i momenti di comunicazione con il figlio, provando a indagare a fondo quali siano le motivazioni intime che provocano i comportamenti di isolamento. Nel momento in cui si ha la percezione che tali comportamenti siano in fase di peggioramento e si avvicinino a quelli descritti nel secondo stadio, è importante che i familiari cerchino immediatamente il supporto di un professionista esterno, senza aspettare che l'isolamento si concretizzi. Voglio sottolineare che pensare all'hikikomori come un problema che riguarda solamente il singolo individuo è sbagliato e poco funzionale all'esito dell'intervento di presa in carico. Le azioni di supporto partono quasi sempre da una richiesta dei genitori, solo in un secondo momento è possibile coinvolgere direttamente i ragazzi, solitamente quando alcune dinamiche in famiglia si sono modificate e la tensione si è allentata. Fondamentale è l'interazione con la scuola e gli insegnanti per arrivare ad identificare una situazione di BES (bisogni educativi specifici) dovuta al ritiro sociale e all'utilizzo di un impianto valutativo personalizzato legato al PDP (piano didattico personalizzato) regionale che prevede anche valutazioni a distanza e online. Che impatto ha avuto il lock-down sugli hikikomori? Non c'è una risposta univoca a tale domanda poiché tutto dipende dalla condizione nella quale si trovava l'hikikomori stesso al momento della chiusura. In ogni caso, possiamo, a grandi linee, paventare tre possibili scenari: chi, prima del lockdown, stava combattendo contro la propria condizione di isolamento sociale, oppure stava cercando di resiste alla pulsione di ritiro, rischia di aver subito un forte aggravio o, quantomeno, una battuta di arresto. In questi casi la chiusura forzata potrebbe infatti aver privato i soggetti hikikomori anche delle poche attività che permettevano loro di rimanere aggrappati al mondo sociale, come, per esempio, la scuola. Chi si trova al primo stadio dell'hikikomori sperimenta già la pulsione all'isolamento sociale, ma
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non riesce ancora a elaborarla consciamente. Dunque, dal momento che il soggetto non ha ancora sviluppato una motivazione razionale per abbandonare il mondo sociale, tende a contrastare l'istinto che lo porterebbe a isolarsi. In questi casi il lockdown potrebbe aver comportato un'accelerazione del processo di isolamento o, più banalmente, la possibilità di sperimentare i "benefici" di una vita da ritirato con poche o nessuna pressione sociale. Gli hikikomori che NON stavano provando a uscirne è la fetta maggioritaria e forse anche quella più a rischio, sia perché presumibilmente si trovano in una condizione più grave (dal momento che non si è ancora innescato un processo attivo di reazione al problema), sia perché potrebbero incorrere in un forte contraccolpo psicologico. Questi soggetti, infatti, durante la quarantena, hanno sperimentato un calo delle pressioni di realizzazione personale sulle loro spalle, poiché, in una società bloccata, in cui nessuno può uscire, forse per la prima volta da molto tempo si sono sentiti "normali" o quantomeno simili a tutti gli altri. La pandemia non ha avuto un impatto solamente sugli hikikomori, ma anche sulle loro famiglie. Come infatti viene giustamente sottolineato nell'articolo di Paul W.C. Wong, pubblicato sull'Asian Journal of Psychiatric, "l'effetto negativo sui giovani, correlato alla perdita di lavoro dei genitori [a causa del Covid], non è ancora stimabile". È tuttavia facile ipotizzare che una situazione di maggiore stress di tutto il nucleo famigliare non giovi affatto ai soggetti isolati. Anzi, la presenza forzata dei genitori in casa 24 ore su 24, potrebbe aver amplificato i conflitti sia all'interno della coppia, sia tra genitori e figli, portando talvolta anche allo scontro fisico, con violenza perpetrata da ambo i lati (non è raro che siano gli hikikomori stessi a esercitare violenza sui propri genitori). Anche per questo motivo abbiamo deciso di non interrompere i gruppi di supporto genitoriale dell'associazione, nemmeno durante il lockdown, sfruttando gli strumenti di comunicazione digitale.
Ci sono anche aspetti positivi del lock-down, il primo è che molte più persone hanno potuto sperimentare, seppur in minima parte, le sensazioni provate da un recluso sociale. Ciò potrebbe aver innescato un processo di maggiore empatizzazione della società sul fenomeno degli hikikomori. Il secondo è legato alla didattica a distanza implementata dalle scuole. Quante volte agli hikikomori è stata negata la possibilità di proseguire gli studi a causa delle loro difficoltà di presenza in aula! Il lockdown ci ha costretti ad accelerare il processo di digitalizzazione, dotando gli istituti e gli insegnanti di strumenti e competenze che possono tornare utili anche una volta che il problema della pandemia sarà superato.
L'Associazione Hikikomori Italia è un insieme eterogeneo di persone provenienti da ogni parte d'Italia, con età e vissuti differenti, tutte acccomunate dalla voglia di cambiare la concezione che c'è oggi sul tema dell'isolamento sociale volontario nel nostro Paese. Per saperne di più: www.hikikomoriitalia.it info@hikikomoriitalia.it
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RICERCA SCIENTIFICA
CRESCERE: CHE FATICA!
I primi segni di uno sviluppo morfologico ed endocrino
di Vincenzo Zottoli, farmacista, dottore in biologia, master universitario in alimentazione e dietetica clinica
I
l processo di crescita dell’organismo umano deve essere visto come un evento coordinato ed articolato che coinvolge diversi sistemi ed organi. Quando si parla di pubertà ci si riferisce al passaggio dalla fanciullezza allo stato adulto, il tutto è condizionato dall’acquisizione della funzione gonadica e del suo controllo ipotalamo ipofisario. Dunque lo sviluppo puberale deve essere 32
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inteso come un processo continuo di maturazione dell’individuo che coinvolge la sua sfera emotiva, sessuale, fisica e relazionale. Il graduale sviluppo delle gonadi e la secrezione steroidea, portano alla comparsa dei caratteri sessuali secondari e saranno questi due eventi principali a stabilire l’andamento temporale e le modificazioni connesse alla maturazione sessuale dell’individuo.
RICERCA SCIENTIFICA
I PRIMI SEGNI DELLA CRESCITA Quando parliamo di segni di crescita ci si riferisce alle modificazioni fisiche alle quali va incontro l’organismo di un fanciullo o di una fanciulla durante lo sviluppo. Ad oggi viene presa come gold standard la classificazione di Tanner e Marshall del 1969 nella quale sono indicate le principali caratteristiche fisiche per l’identificazione dello stadio relativo alla specifica fase puberale. Questo ha permesso agli specialisti di individuare eventuali processi patologici in relazione alla progressione della pubertà. PUBERTÀ NELLA DONNA Nelle femmine vengono prese in considerazione due fattori fondamentali per la classificazione dello stadio puberale relativo: • Telarca: termine che indica sviluppo della ghiandola mammaria • Pubarca: comparsa dei peli pubici Durante la preadolescenza deve ancora formarsi il bottone mammario, che gradualmente verrà a formarsi con il sollevamento dell’areola mammaria fino alla comparsa del capezzolo sporgente con relativo aumento di volume della ghiandola per deposizione di tessuto adiposo e ghiandolare. Per quanto riguarda il pubarca durante la fanciullezza i peli risultano poco pigmentati e quasi invisibili. L’avvio del pubarca si contestualizza con la comparsa di pochi peli isolati e pigmentati sulle grandi labbra fino a raggiungere, durante i vari stadi, la zona pubica attraverso una formazione triangolare rovesciata che di solito non coinvolge la linea alba addominale e la fascia mediale della coscia. Altre modifiche morfologiche riguardano la vagina con il suo progressivo allungamento, corrugamento delle piccole e delle grandi labbra e secrezione del muco vaginale. Durante questo processo di intenso cambiamento morfologico si osserva deposizione del grasso a livello dei fianchi e cumulo di tessuto adiposo anche sul pube.
Il menarca nella donna avviene tra il quarto ed il quinto stadio dello sviluppo puberale. Diversi studi hanno inoltre dimostrato che lo sviluppo puberale ha subito un anticipo dalla seconda metà del XX secolo in poi. Nella donna in generale avviene : • Telarca tra gli 8 e i 13 anni • Pubarca tra gli 8 e i 14 anni • Menarca tra i 10 ed i 16,5 anni Da tale considerazione ne consegue che un soggetto viene ritenuto in pubertà precoce se il telarca si verifica prima degli 8 anni ed il menarca prima dei 9 anni. PUBERTÀ NEL MASCHIO Nel maschio prepubere il volume testicolare è < 3ml (G1) senza modificazioni delle caratteristiche dello scroto e del pene dalla prima infanzia. Lo sviluppo pilifero pubico è simile alla restante peluria che copre l’addome, cioè quasi invisibile (P1). L’avvio della pubertà si verifica con l’aumento del volume testicolare > 4ml e con l’aumento del volume e della pigmentazione dei peli. Nello stadio G3 i testicoli continuano ad aumentare del volume con corrispettivo aumento della borsa scrotale, la cute inizia a diventare pigmentata ed il pene risulta aumentato di volume e di lunghezza. Di particolare importanza è il numero, la distribuzione e la pigmentazione del pelo (P3). Con il proseguire delle fasi di crescita si arriva alla G5 , dove aumenta la dimensione del glande, la lunghezza ed il volume del pene raggiungendo le misure dell’adulto. La fase finale (P5) del pubarca si esplica con la distribuzione della peluria fino alla fascia mediale delle cosce e sulla linea alba addominale. Nel maschio lo stadio avanzato della pubertà si concretizza con l’allungamento delle corde vocali, cambiamento del tono della voce, aumento della massa muscolare e sviluppo staturale con un picco massimo tra il terzo ed il quarto stadio del pubarca, mentre nella donna avviene tra il secondo ed il terzo. Nuovo COLLEGAMENTO
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RICERCA SCIENTIFICA
TUTTO COMINCIA NELLA NOTTE! Il primo squilibrio di un quadro ormonale nell’organismo in crescita è caratterizzato da un aumento dell’ampiezza dei polsi di LH durante la notte. Altre caratteristiche che riguardano il cambiamento lo sviluppo puberale sono : • Aumento della secrezione di prolattina nella femmina. • Aumento della risposta delle gonadotropine al GnRH. • Aumento della secrezione di testosterone nel maschio e di estradiolo nella femmina. • Aumento secrezione di GH e di IGF1. Quando la secrezione pulsatile di GnRH aumenta, a livello clinico si osserva un corrispettivo aumento dei polsi di gonadotropine durante la fase REM del sonno. In particolare avremo un aumento primario dell’ormone luteinizzante nel maschio e solo successivamente una stimolazione da parte di FSH. Al contrario, nella donna, avviene una primaria secrezione di FSH succeduta da LH. In riposta alla secrezione di steroidi gonadici, avviene anche un cambiamento nella glicosilazione delle catene alfa e beta delle gonadotropine, aumentando così la loro emivita ed attività biologica. 34
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A tal proposito la glicosilazione di FSH favorisce lo sviluppo gonadico. Nella finestra temporale prepuberale abbiamo livelli di testosterone ed estradiolo relativamente bassi in entrambi i sessi. Nello specifico essi possono essere saggiati mediante cromatografia liquida e spettrometria di massa, ai seguenti livelli di concentrazione: Testosterone < 0,1 ng/ml Estradiolo < 10-15 pg/ml Tutto ciò avviene perchè nel testicolo sono ridotti i livelli di aromatasi che ne favoriscono la trasformazione e secrezione di steroidi. Nel maschio il picco di LH è succeduto dopo circa un’ora da un aumento della secrezione di testosterone, che si mantiene ad alti livelli e prosegue aumentando considerevolmente fino alla pubertà per raggiungere poi i livelli dell’adulto. Bisogna specificare che il “surge” dei livelli di testosterone ed il suo mantenimento è correlato ad un aumento del volume testicolare >4ml. I livelli di estradiolo nel maschio aumentano in una fase successivamente, quando le cellule di Leydig acquistano la capacità aromatasica. Si tenga presente che la quota di produzione gonadica di estradiolo è il 25% del totale, in quanto la restante parte risulta essere parte deriva da conversioni extraghiandolari del testosterone e dell’androstenedione. Nella femmina invece la quota di estradiolo prodotta è del 90 % del totale da parte dell’ovaio e solo una piccola parte deriva dalla conversione extraghiandolare di testosterone ed androstenendione. Anche nella donna la produzione di estradiolo è stata messa in relazione al picco notturno di LH e a tal proposito è stato confermato che questa aumenta circa 6-9 ore dopo il “LH surge”. Questo tempo di latenza è comprensibile in base ai tempi di conversione e quindi di sintesi. Si tenga presente che la produzione di estradiolo aumenta gradualmente fino alla pubertà per poi mantenersi a livelli elevati nell’adulto. La secrezione di steroidi gonadici segue il preventivo adrenarca, ovvero l’incremento degli androgeni surrenali. Per azione di questi ormoni, compaiono successivamente i peli ascellari e pubici. Nel periodo pre-pubere i livelli di prolattina sono bassi in entrambi i sessi, successivamente ritroviamo un aumento sostanziale solo nella femmina con il graduale incremento di estrogeni.
RICERCA SCIENTIFICA
IL CONTROLLO È SEMPRE CENTRALE Il sistema centrale caratterizzato da impulsi di produzione di GnRH-ipotalamo/Gn-ipofisi è attivo nel periodo fetale ma successivamente durante a fanciullezza viene soppresso a bassi livelli. Quindi la pubertà rappresenta la riattivazione o la disinibizione di questo meccanismo con un coinvolgimento dei neuroni neurosecretori GnRH nell’ipotalamo medio-basale MBH e l’amplificazione della secrezione oscillatoria endogena di GnRH, dopo il periodo di quiescente attività della fanciullezza. Gli eventi che controllano l’avvio ed il controllo della pubertà sono: • Le secrezioni degli steroidi gonadici. • I neuroni neurosecretori GnRH. • Le cellule gonadotrope ipofisarie. • Il sistema nervoso centrale. I neuroni neurosecretori sono quelli che durante la fanciullezza risultano inibiti e sono circa 15002000 localizzati all’altezza del nucleo arcuato dell’ipotalamo basale. La loro funzione è quella di tradurre gli stimoli della corteccia cerebrale e dare inizio ad una secrezione pulsatile di GnRH. Tale secrezione si tradurrà successivamente in un aumento dei polsi di FSH ed LH liberati da parte dell’ipofisi. Dunque il generatore della secrezione pulsatile è a livello dei neuroni neurosecretori che, pur essendo in stretto contatto tra loro, non rappresentano un vero e proprio nucleo. Bisogna comprendere che nell’adulto la pulsatilità dell’ormone FSH risulta meno evidente rispetto all’ormone LH, in quanto presenta una emivita più lunga. A livello embriologico le cellule neurosecretrici derivano dal placode ottico, ed inseguito a migrazione in direzione rostro-caudale, attraversando il setto nasale entrano nel prosencefalo e quindi nella regione preottica ipotalamica. I neuroni che producono altri Releasing Hormones ipotalamici come CRH, TRH e GHRH hanno derivazioni completamente diverse come quella ventricolare del prosencefalo embrionale. La migrazione delle cellule in sede è un processo che avviene mediante la secrezione di determinate proteine che agiscono come dei segnalatori molecolari. Nella malattia nota come Sindrome di Kallmann, caratterizzata da ipogonadismo ipogonadotropo abbiamo un mancata migrazione da
parte delle cellule neurosecretrici. Questo deficit si traduce con quelli che sono i segni clinici della malattia. Bisogna tener presente che il GnRH è riscontrabile all’interno del cervello embrionale umano già dopo 4,5 settimane e dopo circa 16 settimane le fibre assoniche che contengono gli ormoni GnRH sono presenti nell’eminenza mediana e contraggono rapporti con i capillari del sistema portale. In questo modo si è costituito quello che è il sistema ipotalamo- ipofisi alla base del processo di secrezione di fattori di rilascio ipotalamici e corrispettiva secrezione di ormoni a livello ipofisario. L’andamento della secrezione di gonadotropine segue un ritmo preciso in quanto risulta innalzarsi intorno al terzo mese di gestazione per poi diventare non dosabile al termine della vita fetale. L’abbassamento secretorio è dovuto principalmente ad una maturazione di un meccanismo di feedback negativo. Nel cordone ombelicale il neonato presenta bassi livelli di FSH e di LH a livello dei vasi sanguigni. Questo avviene grazie ad una azione inibitoria indotta dagli estrogeni placentari. Nel neonato maschio si osserva una rapida caduta di LH con successivo aumento del testosterone prodotto con una durata non superiore a 12 ore. Durante i primi giorni di vita la secrezione di FSH e di LH comincia ad assumere il suo carattere di pulsatilità e si mantiene così fino all’avvio della pubertà. Questo processo è fondamentale per la maturazione dei gonociti in spermatogoni, proliferazione del cellule del Sertoli e maturazione corrispettiva delle cellule di Leyidig dal tipo fetale. I picchi di LH e di FSH sono per la maggiore notturni in corrispondenza dell’avvio alla pubertà, ma si mantengono bassi durante tutta la vita fino a quel momento. Nel neonato femmina non si verifica la caduta di LH ma presenta dei picchi di FSH più alti con maggiore risposta alla stimolazione con GnRH per tutto il periodo della fanciullezza. La differenza si mantiene tale anche nel bambino anorchico, ed essa è stata attribuita alla diversa stimolazione da parte del testosterone durante la vita fetale. Potete seguire il blog del dottor Zottoli al seguente indirizzo: Www.Pharmaddicted.WordPress.com
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INTERVISTA
UN'ANIMA EUROPEA
PER LA FARMACIA DI DOMANI
Intervista a Roberto Tobia, neoeletto Presidente dei farmacisti europei
di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista
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a PGEU (Pharmaceutical Group of the European Union) è il raggruppamento al quale aderiscono tutte le Federazioni degli Ordini dei farmacisti e le Associazioni nazionali delle farmacie europee. Si tratta, quindi, del massimo organo di categoria europeo e, al suo interno, si confrontano le differenti visioni della farmacia in seno ai singoli Stati. Risulta quindi chiara l'importanza che questo organismo riveste non solo in termini istituzionali, avendo un rapporto 36
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diretto con la Commissione europea, ma anche in prospettiva di quella che ci piace chiamare la farmacia di domani e che, proprio grazie alla PGEU, avrà una veste europea, condivisa, moderna e pensata per le esigenze dei cittadini dell'Unione. Ai vertici di questo importante raggruppamento è stato eletto un farmacista italiano. La presidenza per l'anno 2022 sarà, infatti, ricoperta da Roberto Tobia, 58 anni, segretario nazionale di Federfarma.
INTERVISTA
É la prima volta di un rappresentante di Federfarma ai vertici della PGEU, dopo che questo incarico era stato ricoperto, nel 1998, da un altro italiano: Giacomo Leopardi, allora presidente della Fofi. Noi di Utifar siamo particolarmente orgogliosi di questa nomina, visto che Roberto è da oltre 20 anni membro del nostro Consiglio direttivo. In quella sede ci siamo conosciuti, confrontati, siamo cresciuti e, insieme a tutti i consiglieri Utifar, credo di poter dire che, negli anni, abbiamo contribuito al cambiamento della farmacia italiana. Ora a Roberto Tobia si presenta una sfida nuova, impegnativa e stimolante. Siamo certi che la affronterà con la solita tenacia e lucidità che hanno sempre caratterizzato le sue iniziative associative e sindacali. Dottor Tobia, nel farti i complimenti per questo importante traguardo, sono certo di parlare a nome di tutto il Consiglio e di tutti i soci Utifar. Siamo entrambi in Utifar da molto tempo e abbiamo vissuto i tanti cambiamenti che, negli anni, hanno rivoluzionato il mondo della farmacia. Ma vorrei palare del futuro. Un futuro che parte dalla pandemia: l'anno zero per moltissimi ambiti che riguardano la sanità italiana. Come hanno inciso gli avvenimenti di questo ultimo anno nella scelta di un rappresentante italiano ai vertici della PGEU? L'Italia, come ben sappiamo, è stato il primo Paese occidentale a trovarsi catapultato nell’incubo pandemico. I farmacisti italiani si sono trovati, da subito, in prima linea ad affrontare l'emergenza e lo hanno fatto con coraggio e professionalità, senza mai tirarsi indietro. Nel frattempo, l’Europa ci guardava. E ci osservava anche la PGEU che ha visto il grande sforzo che abbiamo messo in campo. Credo che la nomina di un rappresentante di Federfarma ai vertici dell'organizzazione sia un riconoscimento a tutti i farmacisti italiani che, fin dal primo giorno, hanno assistito i pazienti a mani nude e a viso aperto, talvolta arrivando a mettere in gioco la propria vita, ma fornendo un grande esempio e aprendo la strada all'operato successivo dei colleghi europei.
In effetti, la farmacia italiana si é trovata catapultata nell'emergenza. Mancavano le mascherine e non c'erano ancora i pannelli di plexiglas a proteggerci. Federfarma si è operata e ha coordinato al meglio le farmacie italiane. Ora siamo arrivati ad essere operativi all’interno dell’importantissimo piano vaccinale nazionale. Forse qui le parti si sono invertite, con l'Europa ad essere d'esempio per le scelte italiane? Il processo che ha portato le farmacie italiane ad essere riconosciute come strutture abilitate ed organizzate per erogare la vaccinazione ai cittadini è stato lungo ed ha tratto forza da un insieme di situazioni concomitanti. Tra queste, mi piace ricordare l'impulso formativo partito già lo scorso agosto grazie allo sforzo di Utifar di allestire, in tempi rapidissimi, un corso di formazione professionalizzante che è stato visto dal decisore politico come un segnale di forte volontà e determinazione di tutta la categoria verso questo traguardo. Ma l’impulso decisivo credo sia arrivato proprio da una visione europea e dal confronto con quelle realtà comunitarie che già da tempo vedono nelle farmacie un punto vaccinale di grande importanza sul territorio. É proprio in questa ottica che lavora la PGEU: valorizzare le situazioni nelle quali la farmacia si distingue e creare le condizioni affinchè questi standard di efficienza e qualità interessino tutti i Paesi dell’Unione. È questo nostro lavoro che poi si traduce in un meccanismo virtuoso di crescita verso un modello di farmacia sempre migliore. Credo che, proprio in questa ottica, il legislatore italiano abbia visto l’esperienza positiva di altri Paesi dell’Unione e si sia convinto che fosse il momento portarla anche in Italia. Lo spirito europeo è proprio questo: valorizzare le esperienze positive e diffonderle tra gli Stati membri. Nell’ambito del servizio farmaceutico è la PGEU a svolgere questo importante compito. Nuovo COLLEGAMENTO
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INTERVISTA
Già da qualche tempo, rivesti il ruolo di delegato per gli affari internazionali di Federfarma e, in questa veste, fai parte del PGEU. Che effetto fa rappresentare l'insieme variegato delle farmacie europee? Sarà una bella sfida, non vi è dubbio. Una sfida che sono felice di intraprendere. L'essere membro della PGEU già da qualche anno rappresenta un'esperienza importantissima per il ruolo che mi appresto a ricoprire. Mi aiuterà molto anche l'esperienza italiana, perché il valore, il ruolo e l'importanza di una farmacia che sappia evolversi ed essere sempre al passo dei bisogni dei cittadini sono elementi comuni a tutta l'Unione. Ringrazio il presidente della FOFI on. Andrea Mandelli e il presidente di Federfarma Marco Cossolo per aver supportato la mia candidatura. Un grazie anche a tutti i colleghi membri del PGEU per la fiducia dimostrata. Sono onorato di questa nomina e mi impegno a proseguire insieme nella proficua attività a difesa della professione e a tutela di tutti i farmacisti europei. Attraverso quali strumenti? Anzitutto, stiamo pensando alla realizzazione di una nuova strategia farmaceutica europea volta a migliorare la gestione delle emergenze come quella relativa all’indisponibilità dei farmaci. Al riguardo l’Italia ha partecipato ad un progetto pilota assieme a Spagna, Portogallo e Francia. In base a questa esperienza, lavoreremo con l’obiettivo di estendere a tutte le farmacie europee un sistema di segnalazione omogeneo sull’intero territorio dell’Unione. I farmaci mancanti all'interno del territorio europeo sono un problema annoso che va risolto: concordo. C'è poi la questione dei farmaci equivalenti che hanno indici di penetrazione molto diversi nei differenti mercati europei. È vero. Proprio per questo intendiamo promuovere nuovi strumenti per incentivare l’uso dei farmaci equivalenti.
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Ma i nostri progetti non si fermano qui: vogliamo massimizzare le opportunità offerte da Next Generation Eu, innescando un processo virtuoso che stimoli gli investimenti privati con il sostegno delle risorse stanziate dalla parte pubblica. Altra questione importante riguarda le disuguaglianze che sono presenti in Italia e in altre realtà europee. Lavoreremo con l’obiettivo di promuovere un modello di farmacia capace di fornire una risposta concreta alla lotta alle disuguaglianze sanitarie. Le nostre farmacie sono infatti diffuse su tutto il territorio, comprese le aree più interne, dove anche se mancano i servizi essenziali, la farmacia è presente ed eroga prestazioni con gli stessi standard qualitativi di quelli fruibili nei grandi centri. Molto lavoro, insomma. Non posso che farti un grande in bocca al lupo a nome di tutti i lettori di Nuovo Collegamento. Come ben sai, questa testata monitora i cambiamenti della professione ed ha un occhio di riguardo alla farmacia del futuro. I tempi che stiamo vivendo, le sfide che abbiamo affrontato e che affronteremo richiedono grande impegno e costante attenzione alle esigenze della professione. Serve il lavoro di tutti i colleghi per ripartire dopo questa emergenza e per creare le basi per una farmacia sempre più integrata nel Ssn e sempre più presente nel territorio, per rispondere in tempo reale alle esigenze dei cittadini. Una grande sfida da affrontare insieme.
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LA PAROLA AI FARMACISTI
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VOCI DA DIETRO IL BANCO
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di Alessandro Fornaro e Giulio Francesco Valeriano
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niziamo il nostro viaggio all’interno delle molte sfaccettature delle quali è composta la professione del farmacista. In un momento storico nel quale la nostra figura professionale sta attraversando un inevitabile cambiamento, in molti tendono a vedere la farmacia di fronte ad un bivio da imboccare, una sorta di scelta senza ritorno tra la farmacia dei servizi e la cosiddetta farmacia commerciale. Ma forse il nostro lavoro è molto più complesso e già oggi prevede ambiti di intervento che spesso non sono adeguatamente valorizzati e riconosciuti. Molti tra i nostri colleghi hanno specializzazioni e professionalità che portano all’interno della farmacia, 40
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oppure collaborano in modo attivo con altri professionisti sanitari per offrire al pubblico risposte più ampie e complete. In questa rubrica vogliamo dare voce ad alcuni di loro. Non vogliamo chiamarle “eccellenze”, perché siamo convinti che rappresentino la “normalità” di una professione che ha bisogno di essere valorizzata e compresa a fondo non solo dai cittadini, ma anche dalle istituzioni. In questo numero presentiamo due colleghi: Sonia Loiacono, ricercatrice in Francia e Giulio Valeriano, specializzato in alimentazione. Interessante anche l’esperienza di Paola Sciutto, psicologa, che collabora attivamente con le farmacie per dare supporto ai propri pazienti.
LA PAROLA AI FARMACISTI
LA RICERCA E LA FARMACIA Sonia Loiacono, lei è una farmacista con laurea in CTF. Ha lavorato in farmacia e ora svolge attività di ricerca. Ci racconti il perchè di questa scelta e quale ruolo pensa che i farmacisti possano ricoprire nel settore della ricerca scientifica. Da subito, ho deciso di studiare Ctf proprio per poter fare ricerca, sogno che ho seguito per qualche anno dopo la laurea e al quale ho però dovuto presto rinunciare perché in Italia fare ricerca è quasi una chimera. Dopo sei anni di lavoro in farmacia ho avuto l’opportunità di ritornare nel mondo della ricerca e ho lasciato tutto con una grande paura di non farcela e il dubbio di non esserne più capace. Mi sono trasferta in Francia e ho puntato tutto su questa opportunità come alla roulette. Mi era stato proposto un progetto di ricerca sull’utilizzo di fibre di canapa per la decontaminazione delle acque dai metalli, un combo perfetto per il mio percorso: da una parte la chimica ambientale (la mia specializzazione durante i miei studi di Ctf erano appunto la botanica e la fitofarmacia) e dall’altra parte l’aspetto della salute umana (metalli tossici per l’uomo, gli animali e le piante). Devo inoltre ammettere che aver lavorato in farmacia per anni con tanti pazienti di ogni origine e livello culturale ha sviluppato in me doti di divulgazione scientifica semplice e questo mi ha molto aiutato durante le conferenze: quando hai di fronte un pubblico estremamente eterogeneo e in 15 minuti devi raccontare il tuo progetto, è importante catturare l’attenzione e farti capire da tutti.
Del resto, un farmacista è come un diamante: è per sempre! Essere farmacista è una missione che sarà dentro di te per tutta la vita. Per quanto riguarda la mia esperienza, anche se il mio percorso lavorativo è cambiato, continuo ad informarmi e fare dei corsi di aggiornamento e formazione per il farmacista che è dentro di me. Continuo a dare consigli a chi è intorno a me e la soddisfazione più grande è sapere che le persone hanno fiducia in me con e senza camice da farmacia; ricevo spesso messaggi e telefonate anche dai miei contatti italiani, per loro sono stata e sarò sempre la loro farmacista. Credo che questa sia la magia dell’essere “farmacista inside”.
Quale può essere il contributo alla ricerca scientifica di un farmacista? Io credo che un farmacista abbia tutte le carte in regola per dare ottimi contributi alla ricerca scientifica dentro e fuori dalla farmacia e ci sono mille sfaccettature di ricerca. Posso citare qualche esempio fra i tanti, alcuni farmacisti fanno ricerca pura sul campo, in laboratorio, altri si occupano di ricerca clinica, un campo molto affascinante e perfetto per chi ha una formazione di base in farmacia, e anche il farmacista che lavora in farmacia può dare un buon contributo alla ricerca scientifica, come farmacista divulgatore.
In base alla sua passata esperienza da farmacista e nell’ottica della farmacia dei servizi, il farmacista potrebbe occuparsi di ricerca anche in farmacia? Ci sono diverse sfaccettature della ricerca. In farmacia non si può fare ricerca di base ma una ricerca in senso lato è possibile e forse anche doverosa. Abbiamo studiato tanti anni per conseguire una laurea complessa e spesso i farmacisti al banco si trovano ad esser trattati da “venditori”, una figura ben diversa e lontana dall’antico alchimista, genio della chimica e guaritore esperto. Abbiamo tutte le armi per poter riprendere in mano il nostro Nuovo COLLEGAMENTO
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vero mestiere, è un peccato non usarle in toto. Abbiamo studiato la fisiologia, la biochimica, la farmacologia, competenze che possiamo utilizzare per aiutare a risolvere tanti problemi e disequilibri dell’organismo con sostanze normalmente presenti nel nostro organismo in fase di equilibrio; elementi spesso tralasciati per dare spazio a farmaci che calmano o curano il sintomo senza scavare troppo a fondo; sarebbe interessante per esempio poter sviluppare in farmacia la medicina di segnale da poter anche abbinare alle terapie farmacologiche in concertazione con il medico che segue il paziente, sviluppando un aspetto per me molto importante che è la collaborazione medico/ farmacista. Sarebbe inoltre interessante e giusto poter sviluppare in farmacia la farmacovigilanza di tipo 4. Molti farmaci ed integratori possono agire in maniera sinergica tra di loro per aiutare in patologie croniche o al contrario potrebbero dare degli effetti collaterali non segnalati ancora. Ad oggi il farmacista non ha gli strumenti adatti per poter ben monitorare e documentare questi effetti, al contrario ha altamente le competenze per poter sviluppare questo settore. IL FRMACISTA E L'ALIMENTAZIONE Giulio Valeriano, lei si è laureato in chimica e tecnologia farmaceutiche (CTF) con indirizzo biopatologico. Ha conseguito la laurea mentre già lavorava per conto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali presso l'ispettorato centrale repressione frodi nella sede di Modena. Lei è un convinto fautore del fatto che il farmacista abbia le competenze per occuparsi di alimentazione e che questa possibilità non è adeguatamente riconosciuta. Ci racconti il suo percorso e come pensa possa essere implementato il nostro ruolo di supporto nelle scelte alimentari delle persone. Ho Seguito col Cra APi di Bologna un corso di analisi sensoriale di primo livello e con la condotta Bresciana di Slow Food un master of food sulla Birra. Ho indirizzato principalmente la mia formazione ecm verso il settore nutrizione e alimentazione seguendo corsi sia in modalità FAd che in presenza, conseguendo anche le certificazioni di Naturopata, di Operatore di
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Nutrizione Olistica e di Operatore olistico di Aromaterapia. La mia formazione comprende anche corsi Mooc in lingua italiana e spagnola di corsi Mooc sempre in tema alimentare nutrizionale, nelle diverse età della vita, nello sport, nell'allattamento, corsi di igiene degli alimenti. Sono convinto che di base il farmacista sia egli laureato in CTF o in farmacia abbia le competenze scientifiche di base per occuparsi di educazione alimentare, competenze che possono di sicuro essere ampliate e approfondite con formazione apposita anche post laurea. Tale formazione possono essere seconde lauree, master, scuole di specializzazione, formazione ecm. Con alcune differenze nei piani di studi a seconda dell'Università e dell'Ateneo i due corsi di laurea affrontano materie che partendo dall'anatomia, passano per la biochimica, la fisiologia, la chimica degli alimenti, alcuni con materie come la scienza degli alimenti, altri come i corsi di organica dove si affronta la chimica di Carboidrati, Lipidi, Proteine. Anche i vari esami di Biochimica concorrono alla formazione che permette di prendere in autonomia un testo e approfondire determinati argomenti. Tra le possibilità lavorative del laureato in CTF o Farmacia c'è l'insegnamento, tra le cui classi di concorso è la classe A-31 (ex A057 ) - Scienze degli alimenti, il che significa che il farmacista ha le competenze per potersi occupare di alimenti. Nello svolgere la sua professione il farmacista dispensa anche consigli alimentari già nell'indicare
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se assumere un farmaco a stomaco pieno o vuoto, indicando quali alimenti evitare durante una terapia farmacologica a base di determinati farmaci. Basti pensare all'assunzione di succo di pompelmo e le sue interazioni col citocromo P50, oppure l'assunzione di fibre e l'interferenza con alcuni farmaci, il consumo di latticini e le interferenze con taluni antibiotici, questo solo per citare alcuni esempi. Se poi guardiamo gli sbocchi professionali dei due corsi di laurea riportati da un qualsiasi ateneo scopriamo che il laureato in Farmacia o CTF si possono occupare di analisi Bromatologiche, ricoprire la posizione di responsabile di laboratori che producono alimenti a fini speciali e integratori alimentari. Afen, l'associazione farmacisti esperti in nutrizione che punta a affermare e implementare le competenze del farmacista in ambito alimentare,ha sempre sostenuto, sostiene e sempre sosterrà che il farmacista è perfettamente titolato ad esprimere valutazioni anche in ambito nutrizionale; né potrebbe essere diversamente, potendo egli stesso consigliare sia un alimento, un integratore alimentare, quindi un rimedio che integra una qualsivoglia carenza sia energetica che di micro e macronutrienti. A conferma da quanto sempre sostenuto da AFEN il commento ufficiale FOFI Art.15 del Codice Deontologico del Farmacista – Attività di consiglio e di consulenza – Attività consulenziale libero professionale: Il D.Lgs. 206/2007, che recepisce la direttiva comunitaria 2005/36/CE, all’art. 51, lett. g), tra le attività di competenza del farmacista, prevede espressamente la “diffusione di informazioni e consigli sui medicinali in quanto tali, compreso il loro uso corretto”. Tale attività consulenziale può essere erogata come prestazione libero-professionale, in spazi appositamente adibiti all’interno della farmacia ovvero anche in uno studio al di fuori della stessa, e il farmacista può chiedere un onorario come corrispettivo dell’attività svolta; si pensi, ad esempio, ai settori della nutraceutica, dei prodotti destinati ad una alimentazione particolare e degli integratori, nonché della fitoterapia, ovvero ancora del benessere e dei corretti stili di vita. 44
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UN PONTE TRA PSICOLOGO E CARGIVER Paola Sciutto, lei non è farmacista ma collabora molto con le farmacie. Qual è il suo campo d’intervento principale e cosa ci può dire rispetto alla collaborazione tra psicologo e farmacista? Gli ambiti su cui si concentra maggiormente il mio operato sono la neuropsicologia e l’invecchiamento. Del mio percorso di formazione, infatti, fanno parte una Laurea Magistrale in “Neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica” e un Master di II Livello in “Psicologia dell’Invecchiamento e della Longevità”. Sono due settori non ancora molto conosciuti ma che da qualche anno si stanno affermando nel panorama nazionale. La neuropsicologia è una disciplina che si occupa dei processi cognitivi e comportamentali e dei correlati cerebrali connessi al loro funzionamento. In realtà è una scienza molto vasta, i cui ambiti d’intervento spaziano dall’età evolutiva all’età adulta e all’anziano. Io ho deciso di concentrare la mia formazione su questi ultimi pazienti. Pertanto, nella pratica clinica mi trovo spesso ad avere a che fare con persone affette da patologie neurodegenerative, come le varie forme di demenza o il Parkinson, oppure con persone che hanno subìto danni cerebrali che possono essere causati da eventi ischemici. Lo scopo del mio lavoro è quello di valutare e, qualora sia possibile, riabilitare le funzioni cognitive compromesse. Tutto ciò senza tralasciare le implicazioni a livello emotivo-motivazionale e i cambiamenti comportamentali che questi pazienti subiscono. Destinatari dei miei interventi sono anche le persone che vogliono garantirsi un invecchiamento attivo (active aging). Per questi ultimi organizzo percorsi, sia singoli che di gruppo, per potenziare le proprie risorse emotive, motivazionali e cognitive, alcune delle quali subiscono un naturale declino con l’avanzare dell’età. Senza per questo sfociare in patologie conclamate come la demenza. L’obiettivo finale della riabilitazione neuropsicologica è il reinserimento sociale e lavorativo della persona. Nel caso di danni cerebrali si agisce per ottenere una completa o parziale remissione dei sintomi cognitivo-comportamentali oppure per individuare strategie utili a compensare le abilità perdute.
Diverso, invece, è il caso delle malattie neurodegenerative dove l’obiettivo principale è quello di rallentare il più possibile il declino cognitivo della persona. Gli effetti di questi interventi non si limitano ai destinatari cui sono direttamente rivolti ma anche alle famiglie, limitando le loro sofferenze e il carico cognitivo ed emozionale che devono sopportare. Collaboro con diverse figure professionali che, come me, seguono questi pazienti: neurologi, fisioterapisti, logopedisti, dietologi, geriatri. Credo che la collaborazione tra professionisti sia di fondamentale importanza, nell’ottica di una presa in carico della persona che sia globale e utilizzando il modello bio-psico-sociale come strumento di guida per la pratica clinica. Il farmacista per la peculiarità della sua professione certamente intercetta in prima battuta, prima di altri professionisti sanitari, le necessità del cliente-paziente anche per la facilità di accesso della farmacia. Il farmacista può fare da ponte, da punto di contatto, tra il cliente che può essere il caregiver o il portatore di patologia (nel caso di patologie quali una demenza lo farà con chi di lui si prende cura) e lo psicologo che si occupa di invecchiamento. Il ruolo del farmacista è certamente quello di consigliere, di informatore anche nel far conoscere una figura come la mia. Spesso dopo una diagnosi di demenza la famiglia del malato si sente abbandonata a se stessa, mentre il malato la cui prospettiva di vita può essere anche lunga ha necessitò di cure specifiche che vadano oltre la terapia farmacoolgica; è importante per il malato e anche per la famiglia imparare a relazionarsi in maniera differente, per far fronte alla nuova situazione e ai cambiamenti futuri conseguenza della patologia. In ultima analisi il farmacista può fare molto fornendo "pillole" di informazione al caregiver.
Chi te lo fa fare? Rendi speciale la vita di un bambino di Monica Faganello Il libro della Mummy&Daddy Onlus che sta collezionando traguardi. Primo tra tutti emozionarvi Questo libro è un viaggio indimenticabile alla riscoperta di sé stessi attraverso i valori fondamentali della vita, quelli che ci rendono tutti uguali, tutti fratelli, al di là delle origini, dell’età, delle condizioni socioeconomiche e della famiglia. Quindici giorni di emozioni, cadute, riflessioni e rinascite raccontate con gli occhi commossi di un medico volontario. Questo piccolo ma glorioso libro è riuscito in pochi mesi ad emozionare centinaia di persone che, con un incalzante passaparola attraverso i social della Onlus, hanno dato vita ad una avvincente gara fotografica pubblicando la loro foto con il libro in mano. Perché acquistare il libro Tutto il ricavato viene devoluto alla Mummy&Daddy Onlus per i progetti presenti e futuri. Chi te lo fa fare? è un libro per la mente e per il cuore: il regalo perfetto per te e per tutte le persone care, un’idea per una bomboniera di significato. Ci sono imprenditori che lo hanno donato ai propri clienti, altre persone ai propri amici per il compleanno o una ricorrenza. Sicuramente è un libro che colpisce, che arricchisce e ci avvicina dilatando i confini umani. Il costo del libro è di 16,00 euro e si può acquistare direttamente su amazon.it attraverso il QR code. Ti aspetto con affetto ed emozione tra le pagine di questo libro e.. ricordati di farti una fotografia con il libro taggando @chitelofafare_ Monica, l’autrice www.madaonlus.org
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Finalmente i nostri sforzi sono stati premiati. Grazie al vostro entusiasmo siamo riusciti a rendere consapevole il Governo che il farmacista è pronto ad affrontare questa nuova sfida e oggi possiamo realmente parlare di farmacista vaccinatore. Il nostro corso, anche se non abilitante per la vaccinazione anti-Covid, rappresenta una formazione professionalizzante rispetto ad una pratica nuova per la categoria e le competenze che si acquisiscono rappresentano un fondamentale bagaglio professionale che ben si integra con il corso dell'ISS. Le iscrizioni al corso sono possibili fino al 20 agosto 2021
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COME TRATTARE IN FARMACIA
L'OCCHIO SECCO
di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer
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disturbi oftalmici rappresentano fino al 3% delle cure primarie e delle visite al pronto soccorso. Tuttavia, uno studio recente ha rilevato che la maggior parte di questi accessi erano legati a condizioni oculari non urgenti. I farmacisti svolgono un ruolo prezioso nell’assistenza dei pazienti con disturbi oculari minori, contribuendo a ridurre l’uso inappropriato delle cure di emergenza e riducendo i costi del sistema sanitario nazionale.
DEFINIZIONE E TIPI DI OCCHIO SECCO L’occhio secco è tra le condizioni oftalmiche più comuni e colpisce in Italia circa 10 milioni di persone. Secondo la Tear Film & Ocular Surface Society (TFOS), “l’occhio secco è una malattia multifattoriale della superficie oculare caratterizzata da una perdita di omeostasi del film lacrimale e accompagnata da sintomi oculari, in cui l’instabilità e l’iperosmolarità del film lacrimale, l’infiammazione e le lesioni della superficie oculare e le anomalie neurosensoriali svolgono ruoli eziologici”. Nuovo COLLEGAMENTO
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condizioni oculari non I farmacisti svolgono unin ruolo prezioso nell’assistenza dei pazienti lacrimale e urgenti. accompagnata sintomi oculari, in cui l’instabilità e l’iperosmolarità film lacrimale e accompagnata dada sintomi oculari, cui l’instabilità e l’iperosmolarità deldel film con disturbi ocularil’infiammazione minori, contribuendo a ridurre l’uso inappropriato cure dineurosensoriali emergenza e lacrimale, l’infiammazione le lesioni della superficie oculare le anomalie neurosensoriali lacrimale, e lee lesioni della superficie oculare e delle lee anomalie iducendo isvolgono costi del sistema sanitario nazionale. ruoli eziologici”. svolgono ruoli eziologici”. PROFESSIONE FARMACIA
Definizione e tipi di occhio secco. L’occhio secco è tra le condizioni oftalmiche più comuni e colpisce in Italia circa 10 milioni di persone. Secondo la Tear Film & Ocular Surface Society (TFOS), “l’occhio secco è una malattia multifattoriale della superficie oculare caratterizzata da una perdita di omeostasi del film acrimale e accompagnata da sintomi oculari, in cui l’instabilità e l’iperosmolarità del film acrimale, l’infiammazione e le lesioni della superficie oculare e le anomalie neurosensoriali svolgono ruoli eziologici”. Film lacrimale sano. Strato lipidico, acquoso, mucinico e cellule epiteliali integri. Film lacrimale sano. Strato lipidico, acquoso, mucinico e cellule epiteliali integri.
Film lacrimale sano. Strato lipidico, acquoso, mucinico e cellule epiteliali integri.
Film lacrimale compromesso Strato lipidico ridotto ed alterato. Cellule disidratate Film lacrimale compromesso Strato lipidico ridotto ed alterato. Cellule disidratate
Film lacrimale compromesso Strato lipidico ridotto ed alterato. Cellule disidratate.
FATTORI DI RISCHIO Esistono due tipi di malattia dell’occhio secco: l’occhio secchio evaporativo e l’occhio secco Esistono due tipi di malattia dell’occhio secco: l’occhio secchio evaporativo e l’occhio secco da I fattori di rischio associati allo sviluppo dell’ocEsistono due tipi di malattia dell’occhio carenza acquosa. Ciascuna tipologia è causata da un meccanismo diverso che influenza il film carenza Ciascuna tipologia è causatachio da secco un meccanismo includono: diverso che influenza il film secco: acquosa. l’occhio secchio evaporativo e l’occhio lacrimale degli occhi. Ciascuna tipologia è • fattori ambientali, come l’inquinamento da secco dadegli carenza acquosa. lacrimale occhi.
causata da un meccanismo diverso che influenza polveri sottili PM10 e PM2, che agiscono sull’occhio come “talco”, asciugandolo; il film lacrimale degli occhi. • stili di vita errati, come l’uso smodato dei L’occhio secco evaporativo è associato a uno tabletsStrato e smarthphone, che portano a una ridustrato lipidico insufficiente nel film lacrimale, che L’occhio secco evaporativo è associato lm lacrimale sano. Strato lipidico, acquoso, mucinico e cellule epiteliali integri. Film lacrimale compromesso lipidico ridotto ed alterato. Cellule disidratate L’occhio secco evaporativo è associato au zione dell’ammiccamento, fondamentale per la può verificarsi quando le ghiandole di Meibonio strato lipidico insufficiente film lacri strato lipidico insufficiente nelnel film lacrima produzione del film lacrimale; sono danneggiate. Circa l’80% dei pazienti con può verificarsi quando le ghiandole • l’avanzare dell’età, che provoca riduzione occhio secco è affetto da questo tipo. cheche può verificarsi quando le ghiandole di della produzione del film lacrimale e minore L’occhio secco da carenza acquosa,secco: dall’altral’occhio Esistono due tipi di malattia dell’occhio secchio evaporativo e l’occhio secco da Meibonio sono danneggiate. Circa l’80% Meibonio sono danneggiate. Circa l’80% d idratazione oculare; parte, si verifica quando le ghiandole lacrimali carenza acquosa. Ciascuna tipologia è causata da un meccanismo diverso che influenza il film pazienti con occhio secco è affetto da q pazienti con occhio è affetto da que • cambiamenti ormonali, come lasecco menopausa; non producono una quantità sufficiente della acrimale degli occhi. acquosa del film lacrimale per • l’utilizzotipo. ditipo. lenti a contatto; componente • malattie autoimmuni e sistemiche, come la mantenere la superficie oculare sana. Sindrome di Sjogren, il lupus, l’artrite reumatoiL’occhio secco carenza acquosa, dall de e il diabete mellito; L’occhio secco dada carenza acquosa, dall’al L’occhio evaporativo è associato a uno • la terapiasecco laser all’occhio; parte, si verifica quando le ghiandole parte, si verifica quando le ghiandole • l’impiego di alcuni farmaci come antistaminici, strato lipidico insufficiente nel filmuna lacrimale, lacrimali non producono una quantità lacrimali non producono quantità decongestionati nasali, ansiolitici, antidepressivi che può verificarsi quando le ghiandole di sufficiente della componente acquosa e contracettivi orali. sufficiente della componente acquosa deld
Meiboniofilm sono danneggiate. Circa l’80% dei film lacrimale mantenere la superfic lacrimale perper mantenere la superficie GESTIONE DEL PAZIENTE pazienti con occhio secco è affetto da questo oculare oculare sana. Quando un paziente si sana. presenta in farmacia con tipo. una condizione di occhio secco, il farmacista deve porre al paziente una serie di domande per escludere le red flag e differenziare l’occhio L’occhio secco da carenza secco da altre condizioni oculariacquosa, simili comedall’altra parte, si verifica quando le ghiandole congiuntiviti ed allergie. Secondo la Royal Pharmaceutical Society di Londra, le sette lacrimali non producono una quantità domande da porre al paziente sono: sufficiente della componente acquosa del 1.Se è presente secchezza/bruciore/ lacrimazione in entrambi gli occhi? film lacrimale per mantenere la superficie (Se i sintomi fossero presenti in un solo occhio oculare sana. potrebbe essere indicazione di un'altra condizione come presenza di un corpo estraneo o congiuntivite).
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Trattamento con sostituti lacrimali. L’obbiettivo del trattamento dell’occhio secco si concentra sul sol PROFESSIONE FARMACIA l’utilizzo di lacrime artificiali, che sono colliri a base di sostanze (più possiedono azione detergente, lubrificante e umettante delle lacrim dei casi le lacrime artificiali sono costituite da acido ialuronico. Diversi studi dimostrano che tale composto possiede un tempo di p ad altre formulazioni, come l’idroproprilmetilcellulosa, il carbomer riconosciuto anche che sottolinea 2. Da quanto tempo è presente tale condizio-Ciò è stato bossimetilcellulosa. Ciò èdalla statoTFOS, riconosciuto anche che l’acido base di dalla un buon sostituto lacrimale. ne? TFOS, che sottolinea che l’acido ialuronico
3. Se presenta secchezza delle fauci? deve esser alla base di un buon sostituto lacrimale. 4. Se è stata provocata da un evento? Si preferiscono formulazioni con acido ialuroni5. Se ha altri sintomi di malessere? co ad alto peso molecolare perché è l’unico a 6. Se la vista si schiarisce quando sbattono le mostrare proprietà antinfiammatorie attribuibili palpebre (in caso di occhio secco tale condial legame con il CD44, che regola negativamenzione si risolve). te la cascata pro-infiammatoria. Spesso nei colliri 7. Se presenta arrossamento o gonfiore? contenenti acido ialuronico sono presenti anche Utilizzando queste semplici domande, il componenti con proprietà lenitive. Fra tuttiad il alto peso mole Si preferiscono formulazioni con acido ialuronico farmacista può così scoprire se i sintomi sonomostrare piùproprietà conosciuto e sicuro è l’Euphrasia, in grado antinfiammatorie attribuibili al legame con il CD correlati alla malattia dell’occhio secco o se i di ridurre il rossore e l’irritazione sia in caso di la cascata pro-infiammatoria. pazienti devono essere indirizzati ad uno speocchio secco che di congiuntivite. cialista, in caso di red flag. Le condizioni di Per ridurre al minimo la carica microbica dei nei colliriincontenenti acido ialuronico sono presenti anche c allarme includono: dolore grave o improv- Spesso prodotti uso, in alcuni colliri sono presenti dei Fra tutti il più conosciuto e sicuro è l’Euphrasia, in grado di viso in uno o entrambi gli occhi, insorgenzalenitive.conservanti. Tuttavia, tali agenti, essendo dei improvvisa dei sintomi dopo un determina-sia in caso tensioattivi, il film lacrimale e ciò di occhiointerrompono secco che di congiuntivite. to evento, secchezza della bocca con altri può portare ad un peggioramento dell’occhio sintomi di secchezza oculare, perdita della secco. Va consigliato così o l’utilizzo di flaconcini Per ridurre al minimo la carica microbica dei prodotti in uso, in alcu vista o gravi disturbi visivi. Se i sintomi sono monodose che però spesso non si adattano a Tuttavia, tali agenti, tensioattivi, interrom lievi, i farmacisti possono fornire consigli sulloconservanti. terapie protratte nel tempoessendo o flaconidei multidose portarecon ad un peggioramento secco. consigliato così stile di vita e trattamenti da banco. sistema COMOD. Ildell’occhio sistema comod si Va basa monodose che peròdispesso non si adattano a terapie sul principio sterilità, secondo il quale una protratte nel CONSIGLI SULLO STILE DI VITA sistemasostanza COMOD.sterile, è tale fintantoché non entra in Educare il paziente ad evitare i fattori ambiencontatto con l’ambiente esterno. Astali può aiutare a migliorare i sintomi dell’ocsicurare che non entri aria a contatto Il sistema comod si basa sul principio di s chio secco. Evitare aree secche o polverose, con la soluzione, significa assicurare sostanza sterile, è tale fintantoché non e usare umidificatori, evitare l’uso prolungato che la soluzione si mantenga sterile. esterno. Assicurare del pc (concedendosi delle pause), indossare Per questo il sistema comod che è unnon entri aria a c significa assicurare che la soluzione si ma occhiali da sole o occhiali protettivi in amsistema di pompaggio unidirezionabienti ventosi e mantenere una buona igiene le, che emette solo la fuoriuscita del di pompagg sistema comod è un sistema degli occhi sono tutte raccomandazioni che liquido dal ma nondel consente soloflacone, la fuoriuscita liquido dal flacone possiamo fornire al paziente. Utile risulta anal liquido e tanto meno all’aria tanto meno all’aria unun ritorno all’interno che l’integrazione con omega3 e semi di lino ritorno all’interno del contenitore. È che hanno proprietà antiinfiammatorie. fondamentale consigliare al paziente E’ fondamentale consigliare al paziente non solo come utilizzare il non solo come utilizzare il trattamento ma anche rispettare il dosaggio. Molti pazienti applicano infatti le gocce solo TRATTAMENTO rispettare il dosaggio. Molti pazienti applicano CON SOSTITUTI LACRIMALI infatti ledel gocce solo quando sintomatici. Questo uso sporadico trattamento fornirà un sollievo sintomatico temp L’obbiettivo del trattamento dell’occhio seccosalute oculare uso sporadico del trattamento fornirà un sollievo a lungo termine. si concentra sul sollievo sintomatico, tramite sintomatico temporaneo ma non migliorerà la l’utilizzo di lacrime artificiali, che sono collisalute oculare a lungo termine. ri a base di sostanze (più o meno viscose e dense) che possiedono azione detergente, CONCLUSIONI lubrificante e umettante delle lacrime naturali. Abbiamo visto così che il farmacista riveste un Nella maggior parte dei casi le lacrime artifiruolo fondamentale nell’individuare i pazienciali sono costituite da acido ialuronico. ti con occhio secco che necessitano di visite Diversi studi dimostrano che tale composto specialistiche, nel trattare i sintomi nei casi lievi possiede un tempo di permanenza maggiore tramite un consiglio adeguato sullo stile di vita e rispetto ad altre formulazioni, come l’idroprosui sostituti lacrimali più adeguati e nel miglioraprilmetilcellulosa, il carbomer 980 o la carre l’aderenza terapeutica. Nuovo COLLEGAMENTO
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9 / 12 settembre 2021 BOLOGNA
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2022 Il nostro calendario è appeso da 36 anni nelle case di tante famiglie italiane. Siamo stati i primi ad avere... in calendario un viaggio lungo 12.784 giorni all’insegna della prevenzione e dell’educazione sanitaria, per sensibilizzare gli utenti delle farmacie alla conoscenza e al rispetto di tutte le regole fondamentali per condurre uno stile di vita sano ed equilibrato. Il nostro vademecum è anche il più diffuso a
livello nazionale e, grazie agli approfondimenti mensili dei migliori esperti del settore e a vivaci illustrazioni, ha scandito il tempo di tante famiglie che si sono accostate a tematiche scientifiche complesse con semplicità. Continua anche nel 2022 con il nuovo Calendario della Salute il nostro impegno a fianco dei farmacisti, che sono da sempre attenti a tutelare il benessere psicofisico della collettività.
Farmacia e utili consigli sul corretto impiego del farmaco e i pericoli nell’abuso In collaborazione con SIF Società Italiana di Farmacologia
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ODONTOIATRIA
IL CANCRO ORALE
E LA SUA PREVENZIONE
di Marzio Todisco, odontoiatra, esperto di chirurgia estetica dentale
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’incidenza (ossia il numero di nuovi casi) del carcinoma della bocca e della faringe (carcinoma oro-faringeo) è in preoccupante Aumento negli uomini oltre i 50 anni ma purtroppo anche nella donna. I soggetti colpiti, a causa del ritardo nella diagnosi, presentano un tasso di sopravvivenza a 5 anni che non supera il 50%. Si stima che la percentuale di sopravvivenza a 5 anni del carcinoma oro-faringeo potrebbe, se diagnosticato precocemente, aumentare fino all’80/90% . Nel mondo sono mezzo milione i casi registrati e di questi quasi 300.000 mortali. In Italia gli ammalati di cancro oro-faringeo sono quasi 6.000 con decessi che sfiorano le 3000 unità. La diagnosi precoce del cancro dell’orofaringe è fondamentale per evitare interventi demolitivi che comunque a 5 anni non garantiscono più del 50% della possibilità di sopravvivenza. I fattori di rischio principali sono: • il fumo attivo e passivo; • l’alcol; • il Papilloma virus sessualmente trasmesso con rischio di carcinoma tra cui faringe, laringe, palato, lingua e tonsille.
Nel mondo ci sono quasi 2 miliardi di persone a rischio. Si stima che in uno studio odontoiatrico tra il 15 e 20% dei pazienti sia a rischio potenziale di carcinoma oro-faringeo che potrebbe essere diagnosticato precocemente. La prevenzione, associata all’eliminazione dei fattori di rischio e la diagnosi precoce, rimane l’unica possibilità per contrastare il preoccupante diffondersi della patologia e aumentare le probabilità di sopravvivenza a 5 anni. Grande importanza riveste anche l’auto-controllo di: • lesioni che non guariscono spontaneamente da almeno 2 settimane; • evidenti variazioni di colore delle mucose; • frequenti abbassamenti di voce difficoltà nella deglutizione. Un Test altamente sensibile e specifico (sensibilità e specificità sono criteri scientifici di verifica dell’attendibilità del test) oltre che rapido e non invasivo consente, con l’analisi salivare eseguita in studio, di individuare soggetti a rischio o predisposti anche in assenza di lesioni. Il ruolo dell’odontoiatria nella diagnosi precoce è irrinunciabile e non demandabile. Nuovo COLLEGAMENTO
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NOVITÀ DALLE AZIENDE
Novità nel mondo dei giochi educativi per i bambini ma anche per tutta la famiglia: è disponibile l’edizione 2021 del GiocadellaSalute. Il GiocadellaSalute in commercio dal 2010 e proposto da Uniservices srl - CalendariodellaSalute, in collaborazione con Liscianigiochi (importante azienda produttrice di giochi educativi e didattici) si aggiorna con una seconda edizione. Il messaggio contenuto in questo gioco educativo è quello di porre la Farmacia al centro della domanda di salute da parte del cittadino. Ma come funziona? Il Giocadellasalute è un nuovissimo gioco sull'argomento salute, sullo stile del classico "gioco dell'oca" nel quale è più avvantaggiato chi è più attento alla prevenzione. I giocatori devono fronteggiare influenze ed attacchi stagionali che aggrediscono la loro salute, rispondendo a varie e mirate domande di educazione sanitaria. Tramite i principi attivi, consigliati da medico e farmacia, essi devono combattere virus e batteri per arrivare primi all'arrivo battendo gli avversari. L’edizione 2021 del GiocadellaSalute è stata aggiornata inserendo nuove domande per i partecipanti, per mantenere alta l’attenzione verso tutti i comportamenti legati alla prevenzione della pandemia COVID-19 in corso (igiene delle mani, utilizzo della mascherina e dei gel disinfettanti, distanziamento, ecc..). Il GiocadellaSalute può essere richiesto presso i distributori o direttamente ad Uniservices srl (tel. 0861 59061 - e.mail info@calendariodellasalute.it)
HYLO FRESH®: freschezza per i tuoi occhi
Che cos’è HYLO FRESH®? HYLO FRESH® è una soluzione sterile priva di conservanti per uso oftalmico. Composizione: 1 ml HYLO FRESH® contiene 0,3 mg/ml di ialuronato di sodio, tintura madre di eufrasia, acido borico, borace e acqua per preparazioni iniettabili. A che cosa serve HYLO FRESH®? Per dare sollievo agli occhi irritati. Quando si dovrebbe utilizzare HYLO FRESH®? HYLO FRESH® viene utilizzato per dare sollievo agli occhi irritati. Gli occhi possono diventare irritati e secchi a causa di fattori ambientali come lavoro prolungato al computer, clima secco, correnti d’aria, aumento della radiazione solare, contaminazione dell’aria con polvere o pollini o quando si indossano lenti a contatto. I preparati a base di eufrasia (Euphrasia officinalis), sono tradizionalmente utilizzati per curare irritazioni alla congiuntiva accompagnate da arrossamento e bruciore agli occhi, aumento della lacrimazione, gonfiore e arrossamento delle palpebre. HYLO FRESH® contiene inoltre ialuronato di sodio che aumenta la viscosità della soluzione, rendendola così più densa dell’acqua. In questo modo permane più a lungo sulla superficie oculare. HYLO FRESH elimina tutti i sintomi provocati dalla secchezza oculare e migliora l’idratazione oculare anche quando si indossano lenti a contatto. Grazie all’assenza di conservanti e fosfati, HYLO FRESH® è ottimamente tollerato.
CULTURA
IL MAGGIO DEI LIBRI
all'inaugurazione anche la Farmacia Italiana
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al 23 aprile al 31 maggio si è svolta l’undicesima edizione della manifestazione “Il Maggio dei Libri”, campagna nazionale per la lettura organizzata dal Centro per il libro e la lettura. Si è trattato di una serie di eventi creativi, tutti organizzati con la finalità di favorire la lettura, raccolte in un database consultabile sul sito www.ilmaggiodeilibri.it Nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale dei libri quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, Il Maggio dei Libri è una campagna nazionale che invita a portare i libri e la lettura anche in contesti diversi da quelli tradizionali, per intercettare coloro che solitamente non leggono ma che possono essere incuriositi se stimolati nel modo giusto. Nella sua missione, Il Maggio dei Libri coinvolge in modo capillare enti locali, scuole, biblioteche, librerie, festival, editori, associazioni culturali e i più diversi soggetti pubblici e privati. In Italia ma non solo: ogni anno, infatti, la campagna varca i confini nazionali unendo nella comune passione per la lettura anche alcune scuole italiane all’estero. L’undicesima edizione si è aperta con la presentazione, in anteprima mondiale, del film “Il diritto alla felicità”, storia di amicizia e scambio culturale tra un appassionato venditore di libri usati e giovanissimo immigrato in Italia. La pellicola è stata realizzata con il patrocinio di Federfarma. Come ha dichiarato Lucia Macale, produttrice del film, “In farmacia si va per comprare un farmaco ma molto spesso si va anche per avere una parola di conforto, per trovare il farmacista col quale spesso c'è un rapporto interpersonale. Quindi, la farmacia è un punto di consulenza ma anche un punto d’aggregazione, proprio come la libreria”. L’evento inaugurale è stato trasmesso venerdì 23 aprile in diretta streaming, moderato dalla giornalista del Tg1 Dania Mondini. All’inaugurazione ha partecipato Roberto Tobia, Segretario Nazionale Federfarma. Presenti anche il Direttore generale Biblioteche e diritto d’autore Paola Passarelli, Marino Sinibaldi e Angelo Piero Cappello, rispettivamente Presidente e Direttore del Centro per il libro e la lettura. Nutrita la presenza di personaggi del mondo del cinema e della cultura, come Claudio Rossi Massimi, autore e regista, Remo Girone, attore protagonista nel ruolo di Libero, la produttrice Lucia Macale. Presente anche Patrizia Paternò, Responsabile Comunicazione UNICEF Italia. Nuovo COLLEGAMENTO
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AGGIORNAMENTI DALLE AZIENDE
POLIZZA TFR
UN’OPPORTUNITÀ PER I FARMACISTI. LA PAROLA A CREDIFARMA
Credifarma, la finanziaria specializzata nel credito alle farmacie del Gruppo Banca Ifis e partecipata da Federfarma, grazie ad un accordo di segnalazione con una agenzia di una primaria Compagnia di assicurazione, presenta una soluzione a supporto della corretta gestione della liquidità.
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i tratta di un prodotto assicurativo d’investimento pensato per far fronte agli impegni della farmacia verso i dipendenti, derivanti dalla liquidazione del TFR in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, che peraltro rappresenta un utile strumento di risparmio, beneficiando infatti dei rendimenti maturati sulle somme accantonate, e allo stesso tempo permettendo al titolare della farmacia di avere a disposizione gli 54
Nuovo COLLEGAMENTO
importi necessari per la liquidazione dei propri dipendenti. Nessuno può conoscere in partenza il momento in cui avverrà la cessazione del rapporto di lavoro per ciascun dipendente e la polizza TFR nasce proprio per garantire al Titolare della Farmacia la somma necessaria a rispettare gli obblighi di legge e ai dipendenti la liquidazione del TFR stesso.
AGGIORNAMENTI DALLE AZIENDE
Marco Alessandrini, Amministratore delegato di Credifarma, ha commentato “Il titolare di Farmacia ha nel proprio bilancio un debito figurativo derivante dalla quota del TFR maturato dal proprio dipendente e in caso di cessazione del rapporto di lavoro non sempre questo fenomeno trova la pronta copertura per cassa in virtù degli accantonamenti che dovevano essere fatti nel corso del tempo. Anzi il fenomeno trova spesso l’azienda impreparata e per far fronte ricorre alla richiesta di un finanziamento andando quindi ad incidere sugli equilibri finanziari dell’azienda”. “Con il prodotto TFR – prosegue Alessandrini – la Farmacia ha a disposizione una soluzione dedicata all’accantonamento del TFR che viene alimentato anche attraverso versamenti aggiuntivi la cui entità ed il cui periodo vengono scelti dal Titolare della Farmacia attribuendo quindi al prodotto una connotazione flessibile”. La polizza TFR è un prodotto assicurativo rivolto alle farmacie, utile in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, secondo quanto stabilito dalla legge n.297 del 29/5/1982 e successive modifiche. Beneficia di uno sgravio fiscale e dei risultati di eccellenza della gestione separata a cui il contratto è collegato, una speciale forma di investimento a basso rischio. Sottoscrivere una polizza per l’accantonamento del “Trattamento di fine rapporto” offre grandi vantaggi economici e rappresenta un utile strumento di pianificazione finanziaria per la Farmacia, tramite l’accantonamento delle somme relative al TFR dei propri dipendenti sulle singole posizioni individuali intestate a ciascuno di essi. Pochi Titolari ne sono a conoscenza e si lasciano sfuggire i benefici di questa operazione. In generale, il trattamento di fine rapporto viene erroneamente usato dalle farmacie come “forma di autofinanziamento” ma è un punto di vista privo di strategia.
Quali sono quindi i vantaggi di una polizza TFR? • Deducibilità: Dal reddito d’impresa è deducibile un importo pari al 4% (6% per le farmacie con meno di 50 dipendenti) dell’ammontare del TFR annualmente destinato a forme pensionistiche complementari. Inoltre, vi è una deducibilità senza alcuna limitazione delle contribuzioni del datore di lavoro dal reddito d’impresa. Effetto: riduzione delle imposte. • Esoneri: Il datore di lavoro è esonerato dal versamento del contributo al Fondo di Garanzia TFR dell’Inps (0,20% della retribuzione lorda) e dall’obbligo di rivalutazione (1,5% + 75% dell’indice dei prezzi Istat) della quota di TFR destinata al Fondo pensione. Il datore di lavoro non deve più versare l’11% di tale rivalutazione a titolo d’imposta sostitutiva. Effetto: riduzione costo TFR • Oneri Impropri: Un’ulteriore compensazione dei costi per le farmacie, conseguenti al conferimento del TFR alle forme pensionistiche complementari, è assicurata anche dalla riduzione del costo del lavoro mediante riduzione degli oneri impropri (contributi per maternità, disoccupazione, assegni familiari) crescente nel tempo da 0,19% (del monte retributivo) nel 2008 a 0,28% dal 2014 in poi. Effetto: riduzione costo del lavoro. Nuovo COLLEGAMENTO
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DALLE AZIENDE
DA SARTORETTO VERNA
Fig.1
C
he si tratti di farmacia indipendente, ospedaliera o di un network il metodo di progettazione Sartoretto Verna™ è la soluzione per ogni esigenza di spazio, comunicazione ed arredamento. Progettiamo e realizziamo farmacie con l’obiettivo di ottimizzare e valorizzare gli spazi da un punto di vista strategico e comunicativo. Lavoriamo assieme ai clienti per progettare il futuro della loro attività creando le soluzioni più adatte ai propri bisogni. E, tra i bisogni di questo momento, c’è quello di creare spazi dedicati ai nuovi servizi che vengono offerti alla cittadinanza, come i tamponi o le vaccinazioni. Per andare incontro a questi nuovi bisogni, abbiamo creato tre soluzioni dedicate: ONE - Il nuovo sistema modulare brevettato 56
Nuovo COLLEGAMENTO
by Spazio Variabile™️ per realizzare i servizi in farmacia, senza perdere spazio espositivo, non sono necessari interventi di lavori edili (le pareti sono prefinite e montate in opera) nè di lavori idraulici (il mobile lavello è autonomo con due cisterne di carico e scarico). Unicamente il vostro elettricista prenderà la corrente dal soffitto e la calerà con una vertebra all’interno della saletta per alimentare le utenze necessarie. ONE®️ si installa in 4 ore e sarà presto acquistabile anche online. Indicato per offrire consulenze, somministrare vaccini, effettuare test senza modificare in maniera invasiva la sala vendita e senza rinunciare ai metri lineari di esposizione che sappiamo essere necessari. Un esempio, una saletta di 9 mq (fig. 2) attrezzata da:
DALLE AZIENDE
SOLUZIONI PRATICHE PER SPAZI NECESSARI
Fig.2
• uno scrittoio con cassetti; • una sedia girevole e due fisse; • una libreria di 170 cm di lunghezza con 2 contenitori ad anta; • un frigorifero a cassetti da 60 lt; • un lavello autonomo con portarifiuti, dispenser per sapone e salviette spostabile su ruote; • tre piani a parete per 300 cm spostabili; • un lettino con paravento. La saletta è dotata di porta in vetro di accesso e tutte le pareti perimetrali esterne dispongono di sei file di piani spostabili per l’esposizione e la vendita. Una delle particolarità del Sistema ONE è la sua capacità di utilizzare le pareti da entrambi i lati acconsentendo sul lato “esterno” l’esposizione dei prodotti e quindi la vendita. Il sistema trova la sua forza nella semplicità dei
Fig.3
suoi moduli, nella versatilità delle sue combinazioni e nella qualità dei suoi componenti. Il sistema CCC® (fig. 1), con 2 lati trasparenti e interamente personalizzabile, è una cabina costantemente sanificata ed insonorizzata a due posti (per voi ed il vostro cliente), collocabile in luoghi diversi grazie a un ingombro contenuto di soli 1,8 metri quadrati. Necessita solamente di una presa elettrica ed è la soluzione ideale per le piccole farmacie. Potrai sistemarla in vetrina, accanto o tra i banchi dell’etico oppure a supporto di uno specifico reparto merceologico. Questo sistema è ideale per: 1) Comunicare i servizi 2) Offrire consulenze in assoluta privacy e sicurezza, per ritrovare col tuo cliente un momento di vera riservatezza.
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SETTIMANE
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Noi ci proviamo! Se le condizioni lo permetteranno saremo felici di ritrovarci in
SARDEGNA
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Dottor Roberto Ieraci
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La formazione ECM in luoghi magici
IL CORSO "I VACCINI E IL COVID-19" Nel corso di questo momento formativo, saranno esaminati i 4 vaccini attualmente disponibili ed autorizzati, privilegiando l’aspetto operativo nell’ambito di una ottimale pratica vaccinale: • conservazione • maneggevolezza nei vari setting ospedalieri (CVO) territoriali (CVT) Hub, farmacie, ambulatori delle aziende • preparazione somministrazione e tecniche di immunizzazione • il ruolo degli operatori vaccinali Gli argomenti trattati: • I VACCINI A mRNA E I VACCINI A VETTORE ADENOVIRALE • LE TECNICHE DI IMMUNIZZAZIONE • SOMMINISTRAZIONE IN SICUREZZA DEL VACCINO PFIZER BIONTECH COMIRNATY • SOMMINISTRAZIONE IN SICUREZZA DEL VACCINO MODERNA • SOMMINISTRAZIONE IN SICUREZZA DEL VACCINO VAXZEVRIA • SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO JANSEN JOHNSON AND JOHNSON • GLI ALTRI VACCINI IN CORSO DI APPRIOVAZIONE DA PARTE DELL’EMA • PRECAUZIONI E CONTROINDICAZIONI ALLA VACCINAZIONE ANTI SARS COV 2 • COMUNICAZIONE EFFICACE IN TEMA DI VACCINAZIONE PER INFORMAZIONI: AMORS S.r.l. Sergio Magliocchi tel. 393 4888499 - e-mail congressi@amors.it oppure sergio.magliocchi@amors.it - https://www.amors.it/event/utifarsardegna2021/
DALLE AZIENDE
SPAZI VACCINAZIONI
Abbiamo messo a punto 4 soluzioni per ottimizzare gli spazi e mettere i farmacisti nelle condizioni di operare in sicurezza, rispettando la normativa vigente in tema di vaccini in farmacia. Le soluzioni prevedono l’impiego integrato dei due nuovi sistemi di partizione Sartoretto Verna CAMPHER®️ e ONE®.
3) Portare il medico in farmacia Ad esempio raggiungere gli specialisti delle diverse patologie per avere, tramite il tuo supporto e assistenza on-line. Con CCC®️ ed il software Davinci Farmacia, sviluppato in collaborazione con la Sartoretto Verna™️, porterai il medico in Farmacia completando la tua offerta di Farmacia Centro Salute® a 360° tramite Teleconsulto e Telemedicina. Gli specialisti possono fare parte di una rete locale da te costruita e collaudata ed anche nazionali od internazionali. Senza limiti territoriali. I dati raccolti saranno inviati ai centri operativi ove medici H24, analizzati i risultati degli esami, faranno pervenire un referto accurato e tutte le indicazioni personali per ogni paziente. Accanto a queste due proposte, è nato il sistema Campher (fig. 3), ottimo per dividere gli spazi ed organizzare i vaccini in farmacia.
Si tratta di una soluzione più pratica e flessibile delle precedenti per organizzare i vaccini in farmacia perchè: • si monta in pochi minuti; • è sanificabile con alcool; • è componibile in diverse configurazioni; • è economica. Ogni modulo CAMPHER®️ è composto da 1 pannello (da 100cm o 75 cm) e 2 montanti autoportanti. L’installazione è semplicissima: l’attacco tra pannello e montante avviene magneticamente. Monta e smonta il sistema in pochi passaggi. Grazie alle facili istruzioni fornite in dotazione, a fine giornata potrai anche smontare tutte le componenti per riporle in un angolo del magazzino. Potrai trovare altre informazioni e ordinare al tua soluzione migliore collegandoti al sito www.sartorettoverna.it Nuovo COLLEGAMENTO
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DR & Domande e Risposte
CONSULENZE UTIFAR Riservate ai soci e gratuite
Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it
I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna
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DOPPIA PROFESSIONE Sono laureato in farmacia e biologia e sono abilitato sia come farmacista che come biologo. Posso fare doppia professione in sede separata dalla farmacia e aprire partita Iva come biologo nutrizionista? Il ministero della Salute, rispondendo a un quesito avanzato dalla Federazione degli Ordini dei farmacisti, ha confermato l’incompatibilità nell’esercizio contemporaneo delle professioni di farmacista e di biologo, sancita dall’art. 102 del regio decreto n.1265/34 (Tuls, Testo unico delle leggi sanitarie). A darne notizia è la stessa Fofi, che nello scorso mese di febbraio aveva inviato una specifica richiesta di chiarimento al ministero sulla “possibilità di esercizio contemporaneo delle professioni di farmacista e biologo”, per verificare se alla luce delle nuove normative che hanno comportato “il riconoscimento di altre professioni sanitarie, nonché l’introduzione della disciplina della farmacia dei servizi” non avesse indotto a interpretare l’art. 102 in una prospettiva evolutiva. Il ministero della Salute, nel sottolineare che l’art, 102 del Tuls “è rimasto invariato anche a seguito dell’entrata in vigore della legge n. 3 dell’11 gennaio 2018 la quale però all’articolo 9 statuisce il passaggio dell’alta vigilanza sull’Ordine nazionale dei Biologi dal Ministero della Giustizia al Ministero della Salute riconoscendo pertanto la professione del Biologo come sanitaria”, ha ribadito che la norma di cui al menzionato art. 102 “interviene sul cumulo soggettivo, ossia sul possesso di titoli diversi da parte della stessa persona: il divieto all’esercizio contemporaneo della professione di farmacista e di altra professione sanitaria, in altri termini ricade sul singolo farmacista”. Avv. Paolo Leopardi
CONSULENZE UTIFAR
CAPSULE A BASE DI RESVERATROLO Un cliente mi ha richiesto delle capsule al resveratrolo. Posso allestire capsule tipo 0 a base di resveratrolo 98% da Polygonum C e amido di riso? Volendo, posso fare capsule associando resveratrolo e vitamina C senza ricetta? Si può associare in preparazioni allestite senza obbligo di ricetta, resveratrolo (da polygonum cuspidatum ) presente nella lista delle piante ammesse negli integratori a base di piante solamente ad altri componenti presenti nella suddetta lista (es. vitamina c inserita come rosa canina titolata in vit. c). Amido di riso ok come eccipiente. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano
SPAZIO VACCINAZIONI PER FARMACIA DI PICCOLE DIMENSIONI Sto cercando di ricavare una zona per poter effettuare la somministrazione vaccini all'interno della mia farmacia che ha dimensioni piuttosto ridotte. Data l'esiguità degli spazi, sarebbe opportuno effettuare l'intero percorso nella parte sinistra della farmacia. Di seguito un primo schema per valutarne la fattibilità. Arch. Luca Melchionna
LA PRESCRIZIONE DEL VETERINARIO In che modalità il medico veterinario può prescrivere farmaci ad “uso umano” che prevedono ricetta limitativa non ripetibile come Aranesp o Eprex? Il farmaco è prescrivibile esclusivamente per “rifornimento per scorta per l’impianto” o è prescrivibile anche al proprietario dell’animale ad uso domiciliare? Che tipologia di ricetta veterinaria si rende necessaria? Entrambi i medicinali sono classificati come "prescrivibili solo dallo specialista". Tali medicinali non sono mai prescrivibili dal medico veterinario. Possono essere invece utilizzati all'interno delle strutture veterinarie previo approvvigionamento per scorta dell'impianto, e nel rispetto delle norme sull’uso in deroga. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano
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DR &
CONSULENZE UTIFAR
Domande e Risposte
UNO SPAZIO PER VACCINARE A FARMACIA CHIUSA
Vorrei un suggerimento per ricavare lo spazio in cui intendo offrire il servizio di vaccinazione, a farmacia chiusa in orario di pausa pranzo. In allegato la piantina del locale. Effettuando il servizio a farmacia chiusa possiamo ipotizzare di sfruttare tutto lo spazio aperto della farmacia senza interventi strutturali. A lato una proposta che consente di mantenere separate le zone di accettazione, attesa e osservazione utilizzando per la somministrazione il box autoanalisi già installato nella vostra farmacia. Arch. Luca Melchionna
LO SPAZIO PIÙ ADATTO
Vorrei poter somministrare i vaccini presso la mia farmacia. Secondo le normative dovrei essere in regola per poter sfruttare sia il piccolo spazio dell’infermeria (di 5,88 metri quadri) che i 2 box adibiti a cabina estetica. Chiedo un vostro consiglio per adottare la soluzione più adatta. Il mio consiglio è quello di utilizzare il box
infermeria per la somministrazione senza sacrificare le cabine estetiche, utilizzando il banco esistente per l'accettazione, la seduta centrale per l'attesa e nei pressi dell'uscita la zona di osservazione. Il vantaggio della doppia entrata favorisce un percorso agevole per mantenere separati lo spazio vendita da quello per i servizi. Arch. Luca Melchionna
REALIZZAZIONE DI SPAZI PER LE VACCINAZIONI
Per agevolare i farmacisti nell’individuazione e realizzazione di un'area per vaccinazioni, i soci interessati possono inviare le planimetrie dei propri locali a utifar@utifar.it, specificando la richiesta, così da permettere al nostro esperto di valutarne la fattibilità e proporre una soluzione idonea.
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• Assistenza in caso di procedimenti legali garantita da avvocati di fiducia di Utifar ed esperti nel settore farmaceutico • Partecipazione gratuita o agevolata ai nostri convegni • Formazione a distanza gratuita per coprire interamente i 50 crediti ECM per il 2021 • Agevolazioni per la partecipazione alla Scuola di Galenica Utifar e ad altri percorsi formativi sul territorio • Consulenze gratuite e personalizzate in ambito professionale, fiscale e legislativo • Adesione gratuita ad Upfarm (Unione professionale farmacisti per i farmaci orfani) e supporto per la predisposizione di farmaci orfani e off-label • Spedizione a domicilio di Nuovo Collegamento per i farmacisti collaboratori • Convenzione Carta Carburanti Cartissima Q8
Iscrizioni online sul sito www.utifar.it Utifar - Piazza Duca d'Aosta 14 - Milano - Tel. 02 70608367 - utifar@utifar.it
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