Promuove il processo antiinfiammatorio
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Stimola il processo di guarigione
Accelera l’assorbimento di lividi ed ematomi
Chiedi consiglio altuoMedico o al Farmacista.Promuove il processo antiinfiammatorio
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Chiedi consiglio altuoMedico o al Farmacista.Nel preparare un intervento ad un convegno, organizzato dall’Ordine dei Farmacisti di Roma, mi sono apparse evidenti alcune incongruenze con cui la nostra professione convive ogni giorno.
La prima tra queste riguarda le prospettive di evoluzione della nostra professione. È, infatti, un tema comune quello di parlare di una professione proiettata in una direzione che vedrà nel farmacista un professionista integrato appieno nel Ssn. Rispetto a questa prospettiva, non possiamo far altro che essere fieri.
Noi di Utifar ci impegniamo a lavorare in sintonia con le altre istituzioni di categoria per far sì che ciò avvenga realmente.
Nello stesso tempo, però, la nostra professione è ancora governata da leggi, come il T.U. del 1934 o il R.D. del 1938. Diventa quindi difficile pensare ad una reale evoluzione partendo da presupposti legislativi così datati. Credo che si dovrebbe ragionare in maniera seria con
il Governo, sostenendo che non si possono aggiungere regole e doveri, lasciando immutati quelli ormai desueti. La seconda incongruenza riguarda una professione che richiede sempre nuove mansioni a fronte di una carenza di farmacisti sul territorio. Un lavoro instancabile di FOFI e Federfarma, dove Utifar ha dato il suo piccolo contributo, ha portato il laureato in farmacia ad avere sempre più competenze. A queste, nel prossimo futuro, altre se ne aggiungeranno.
Questa circostanza si scontra violentemente con una carenza di colleghi, che possano fattivamente collaborare per implementare queste attività all’interno delle farmacie. Credo che bisognerebbe rivedere l’organizzazione interna di molte farmacie, lasciando al farmacista quelle attività in cui è insostituibile e per le quali si è formato ed inserendo invece nuove figure intermedie, che possano svolgere quelle attività burocratiche e logistiche che spesso vengono affidate a colleghi.
Il farmacista che stiamo creando, tutti insieme, è una figura professionale, che diventerà un elemento centrale del Ssn e sarà sempre più coinvolto in nuove attività. Credo, quindi, che dovrebbe essere dovere di tutti dare un nuovo ruolo alla nostra professione partendo da una e più qualificante valorizzazione dei colleghi all’interno di ogni singola farmacia. Credo sia ormai arrivato il momento di parlare di una retribuzione meritocratica e della possibilità di una carriera interna, solo così renderemo attrattiva la laurea in farmacia e forse riavvicineremo alla farmacia quei colleghi che, nel recente passato, hanno creduto in una visione concorrenziale e poco professionalizzante del nostro settore, ascoltando promesse elettorali poco realistiche che hanno indirizzato preziose risorse umane verso altri esercizi di vicinato. Per superare queste ed altre incongruenze che attanagliano la crescita della nostra professione, Utifar, come sempre, farà la sua parte ed è aperta al confronto.
Direttore responsabile
Eugenio Leopardi
Responsabile editoriale
Alessandro Fornaro
Comitato di redazione
Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi
Alessandro Maria Caccia - Marco Cavarocchi
Giancarlo Esperti - Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti
Luigi Pizzini - Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia
Progetto grafico e impaginazione
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Proprietà editoriale Utifar
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Rivista ufficiale di UTIFAR
Anno XXIV n.4 - 2023
Registrazione del tribunale di Milano
n. 12 del 11/01/2000
ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)
Tiratura del presente numero
20.000 copie - Certificate e autorizzate
4 Quando conviene trasformarsi in Srl
10 La differenza di genere non l’ha fatta neanche la pandemia!
15 Edulcoranti le nuove linee guida dell’Oms
16 Il ritorno della malaria
20 Dalla farmacia al web per la salute delle donne Intervista a Serena Saracini
25 Pillole di galenica
26 Realtà galenica di un farmacista rurale Intervista a Pierliugi Guida
32 Intestimo, cervello, cuore le nuove frontiere della ricerca
36 Voci da dietro il banco Rubrica
41 Formazione Utifar
42 CONSULENZE
Gli autori di questo numero:
Alessandro Fornaro, Giornalista e Farmacista. Docente di corsi universitari ed Ecm
Alessandro Cotturri, dottore commercialista e revisore dei conti
Mariafrancesca Gallo farmacista, presidentessa Agifar Cosenza
Matteo Micucci PhD in Pharmaceutical Sciences
Dept. Biomolecular Sciences, University of Urbino Carlo Bo
Francesca Fantoni Farmacista
Rosalba Lombardo Product Specialist R&D Formulation Compounding presso ACEF Galenica
Andrea Maraschio Farmacista, Master di 2° livello in Farmacoepidemiologia e valutazione delle cure integrate
Giulio Francesco Valeriano farmacista, Amministratore e autore del blog Pharmaddicted
Laureanda in Triennale scienze Politiche alla LUISS
Pietro Siciliano
Docente Scuola di Galenica Utifar
La Legge 124/2017 ha rivoluzionato il mondo delle farmacie introducendo diverse novità nel settore. Fra le tante innovazioni la norma ha permesso alle farmacie di essere costituite anche come società di capitali.
Prima di allora le sole formule esistenti erano la ditta individuale, le società di persone e le società cooperative.
Fra le società di capitali rientrano le società a responsabilità limitata (SRL), le società a responsabilità limitata semplificata (SRLS), le società in accomandita per azioni (SAPA) e le società per azioni (SPA).
Tralasciamo in questa sede le SAPA, pochissimo usate anche in altri settori, e le SRLS quale struttura poco flessibile e inadatta per la gestione di una farmacia. Rimangono le SPA e le SRL.
Le SPA sono una tipologia che vediamo già utilizzata dalle società di capitali che comprano diverse farmacie e che quindi assumono una dimensione in termini di fatturato, dipendenti e movimenti finanziari molto importante.
Rimane per la singola farmacia o per un gruppo di 2 o 3 farmacie la formula della SRL.
La domanda che mi hanno rivolto spesso i farmacisti è se la SRL è conveniente o meno per la farmacia.
Domanda difficilissima che non ha una risposta in quanto la SRL è conveniente per diverse farmacie e non conveniente per altre farmacie. E qui già ho dato una prima risposta.
La convenienza della forma in SRL per la farmacia dipende da 5 principali fattori che qui vi elenco:
1. Numerosità dei soci;
2. Rapporto fra i prelievi dei titolari e il reddito imponibile fiscale;
3. Patrimonio della farmacia e patrimonio personale dei soci;
4. Conflittualità fra i soci della farmacia;
5. Rapporti con banche e finanziarie.
Questi 5 fattori permettono di
valutare diverse tipologie di convenienza:
• Fiscale;
• Protezione del Patrimonio;
• Governo semplificato della farmacia;
• Accesso al Credito. Fiscale perché la SRL in determinate condizioni permette di ottenere una diminuzione delle imposte. Protezione del patrimonio perché le SRL creano una divisione fra la farmacia e i beni personali del titolare o socio. Nelle società di persone e ditte individuali (ad eccezione dei soci accomandanti delle SAS) il titolare risponde dei propri debiti con tutto il patrimonio personale. Governo semplificato perché a differenza che nelle società di persone nelle SRL conta la maggioranza dei soci che può anche decidere di nominare un amministratore che non è socio. Inoltre, in caso di modifica della compagine sociale non c’è un diritto di veto dei soci attuali ma si ragiona in base alla maggioranza dei soci. Insomma, la gestione è molto più fluida e agevole, con particolare attenzione alla misura delle quote sociali. Per ultimo l’accesso al credito. E qui è doveroso correggere una leggenda metropolitana che spesso ho sentito ripetere in giro. Nonostante le società di persone e le ditte individuali abbiamo una responsabilità illimitata dei soci, per la banca sono società poco trasparenti che scambiano poche informazioni e tardi e quindi più difficili da valutare.
Al contrario, la SRL deposita ogni anno un bilancio con una nota integrativa descrittiva del bilancio e della gestione entro maggio, mentre per le società di persone l’unico documento ufficiale è la dichiarazione dei redditi che può anche essere presentata a settembre, ottobre o novembre a seconda degli anni. La banca ha un documento ufficiale sull’andamento della farmacia dopo quasi un anno. E la dichiarazione dei redditi è senza spiegazioni ed estremamente succinta. Il tema della responsabilità limitata nelle SRL per le banche è un non problema in quanto spessissimo chiedono la fideiussione del socio a garanzia dei debiti della farmacia. Di fatto superando la responsabilità limitata (almeno verso la banca).
Quindi le SRL hanno un rapporto con le banche più immediato, più semplice e facilitato da uno scambio di informazioni più completo.
Ripartiamo dall’analisi di convenienza più attenzionata dai farmacisti. La convenienza fiscale.
Società di persone e ditte individuali sono tassate in base al reddito fiscale prodotto. Questo a prescindere se il farmacista abbia o meno prelevato tutto l’utile.
La tassazione Irpef (ometto Irap e addizionali varie per non complicare il calcolo) segue degli scaglioni in base al reddito prodotto.
La tassazione Irpef è definita progressiva.
La Legge italiana prevede oggi 4 scaglioni di reddito e ad ogni scaglione corrisponde un’aliquota di imposta che parte dal 23% fino ad arrivare al 43%.
Nelle SRL invece, la tassazione (IRES) è fissa al 24% a prescindere dal reddito prodotto. Oltre a questa differenza c’è anche da dire che i compensi del farmacista nelle SRL concorrono a formare i costi deducibili dal reddito mentre nelle società di persone sono parte degli utili.
Di seguito la tabella degli scaglioni Irpef oggi in vigore. Perché negli anni è stata modificata numerosissime volte.
rebbe diviso fra i soci e tassato partendo da ognuno dal primo scaglione.
Esempio:
Reddito fiscale farmacia: 100.000 euro. Soci 4 con le stesse percentuali di partecipazione. Ogni socio sarebbe tassato su 100.000 x 25% (quota della farmacia) = 25.000 15.000 x 23% = 3.450 (25.000-15.000) x 25% = 2.500 Per un totale Irpef di € 5.950 pari ad un’aliquota media del 23,80%. Qui la convenienza fiscale è molto ridotta. La stessa cosa vale per le imprese familiari. Qui come vedete conta la numerosità dei soci. Il caso peggiore è la ditta individuale che paga l’aliquota massima in base al proprio reddito.
esaustive del tema si evince come l’analisi preliminare di ogni posizione sia indispensabile prima di poter decidere se la trasformazione in SRL sia la strada più opportuna.
C’è poi un aspetto non trascurabile che bisogna tenere in considerazione. Molte farmacie presentano fra i crediti un prelievo titolare/soci superiore agli utili effettivamente realizzati dalla farmacia. Mi è capitato anche di vedere valori di qualche milione di euro. Questo accade quando negli anni il titolare ha prelevato di più dell’utile realizzato.
Oltre a non essere una manovra ammessa dalla Legge pone due problemi enormi, tanto più è importante il credito in bilancio:
Facciamo un esempio: Reddito di 100.000 €.
Quindi arriviamo al 4° scaglione. La tassazione sarebbe:
15.000 x 23% = 3.450
(28.000-15.000) x 25% = 3.250
(50.000-28.000) x 35% = 7.700
(100.000-50.000) x 43% = 21.500
Totale Irpef € 35.900 pari ad un’aliquota media del 35,90%.
L’imposta rimane tale a prescindere che il farmacista abbia o meno prelevato l’utile. La SRL avrebbe una tassazione pari al 24%.
Ovviamente dal punto di vista fiscale se i soci della farmacia fossero numerosi il reddito sa-
Altro elemento che conta è il compenso che prelevano normalmente i soci della farmacia. Più il prelievo è basso rispetto al reddito e maggiore sarà la convenienza fiscale, in quanto nella SRL il socio viene tassato come persona fisica solo sul reddito effettivamente percepito. Quindi se ho un utile di € 100.000 ma, prelevo nell’anno solo € 24.000 allora è probabile che la SRL diminuirà le imposte da pagare.
Altro elemento di convenienza è il soggetto che deve pagare le imposte. Nella SRL i soci percepiscono compensi o utili netti e le imposte saranno versate dalla società. Nelle società di persone e ditte individuali, invece, sarà il socio o titolare persona fisica che avrà l’onere di versare tutte le imposte dell’anno in un periodo limitato.
Da queste poche righe che non sono assolutamente
1) le banche considerano questo credito una perdita d’esercizio che inficia le possibilità di accesso al credito;
2) In caso di trasformazione il notaio e il perito chiamato a giurare la situazione contabile della farmacia non potrebbero accettare questa posta in bilancio essendo irregolare. In pratica le farmacie che presentano situazioni di questo genere dovrebbero risolverle prima di procedere alla trasformazione.
Per concludere è opportuno per ogni farmacia valutare, alla luce della riforma del 2017, se l’attuale forma giuridica sia la migliore possibile o ci fossero delle alternative.
Il discorso è molto complesso e lungo e potrebbe aggiungere temi secondari ma essenziali come il passaggio generazionale, holding, successione e protezione patrimonio post mortem, ecc.
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Farmaci, attualmente in commercio, destinati alle cure e terapie per uomini e donne sono stati sperimentati per circa l’80% su soggetti di sesso maschile. Solo una parte di questi studi clinici considera la differenza di genere ed uno su tre riporta dati accettabili. Nelle società scientifiche è cresciuta però la consapevolezza della diversità, in termini biologici e fisiologici, degli uomini e delle donne, della differente farmacocinetica e farmacodinamica di molti farmaci assunti, nonché degli aspetti differenti del metabolismo, invecchiamento e risposta immunitaria.
Cosa si intende per medicina di genere?
La medicina di genere nasce dalla necessità di voler contribuire in modo specifico alla diagnosi, terapie e cure farmacologiche per ambo i sessi. La medicina genere-specifica è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “lo studio delle differenze biologiche (definite dal sesso), socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona”. Dati epidemiologici, clinici e sperimentali evidenziano le diversità per quanto concerne l’insorgenza, la progressione e le manifestazioni cliniche del-
le malattie comuni di uomini e donne, la risposta e reazioni avverse ai farmaci, persino l’accesso alle cure.
Quando la medicina di genere diventa legge in Italia?
La proposta di legge sulla medicina di genere, di cui è stata prima firmataria la deputata Paola Boldrini, componente della Commissione Affari Sociali, è stata trasformata, per esigenze di fine legislatura, in emendamento inserito nell’articolo 3 (Applicazione e diffusione della medicina di genere nel Servizio Sanitario Nazionale) del DDL Lorenzin, allo scadere del mese di Luglio 2017, e approvato da
L’ENTRATA IN VIGORE DEL PROVVEDIMENTO SULLA MEDICINA DI GENERE RISALE AL 15 FEBBRAIO 2018.
QUESTO HA PERMESSO ALL’ITALIA DI GARANTIRE
UNA MEDICINA RIVOLTA AL GENERE IN TUTTE LE
SUE FORME E
APPLICAZIONI A LIVELLO NAZIONALE
Il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, firmato il 13 Giugno 2019, ha reso l’Italia un Paese all’avanguardia in Europa, in questo campo. Ha permesso di rafforzare il concetto di “centralità del paziente” e “personalizzazione delle terapie”.
Nel Piano, sono riportati gli obiettivi strategici, gli attori coinvolti e le azioni previste per la sua applicazione nell’approccio di genere in sanità nelle quattro aree d’intervento previste dalla legge, ovvero:
• Percorsi clinici di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione
• Ricerca e innovazione
• Formazione
intracerebral hemorrhage in females”.
L’emorragia cerebrale rappresenta la causa in circa il 10-15% dei casi di ictus ed è stata associata ad elevati tassi di mortalità e disabilità. L’età avanzata, ipertensione arteriosa, tabagismo e consumo di alcolici costituiscono i fattori di rischio che accomunano donne e uomini. Tuttavia, sono stati condotti pochissimi studi volti a considerare i fattori sesso-specifici correlati a tale patologia; i dati lasciano ipotizzare che la gravidanza e la sindrome cerebrale da vasocostrizione possano correlarsi ad un maggiore rischio di emorragia cerebrale nelle donne.
Camera e Senato, con entrata in vigore del provvedimento il 15 Febbraio 2018.
Questo ha permesso all’Italia di garantire una medicina rivolta al genere in tutte le sue forme e applicazioni a livello nazionale sia per la sperimentazione clinica dei farmaci (art.1) sia per l’iter clinico/diagnostico (art.3).
È una legge nazionale che ha aiutato a superare le autonomie dei servizi sanitari regionali, ha consentito l’applicazione e la diffusione di genere, favorendo il riconoscimento delle differenze nella ricerca, nelle campagne di prevenzione, diagnosi e cure.
• Comunicazione. Per l’avvio e la sostenibilità delle azioni previste dal Piano, è stato istituito, presso l’Istituto Superiore di Sanità, un Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere con lo scopo di raccogliere e fornire al Ministro della Salute i dati da presentare con cadenza annuale alle Camere.
Riportiamo una serie di casi ed evidenze che ci fanno comprendere meglio il motivo per il quale è importante intraprendere percorsi scientifici e clinici sulla differenza di genere in relazione alle condizioni socio-economiche.
Il tema dell’emorragia cerebrale e donne è stato trattato in “Conventional vascular and specific risk factors for
Per questo, si reputano necessari ulteriori studi prospettici su ampie popolazioni per comprendere il reale impatto di questi fattori, così da sviluppare strategie più adeguate al trattamento e prevenzione.
In “The role of gender in Parkinson’s disease”, è stato esaminato il ruolo delle differenze di genere, riconosciuto ormai come rilevante per la ricerca biomedica nell’influenzare il rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative. Le donne vengono identificate come ‘fenotipo più benigno’ all’esordio della malattia ma presentano, anche, un rischio maggiore di sviluppare complicanze legate ai trattamenti rispetto agli uomini.
Dallo studio si evince l’esigenza di riconoscere e approfondire il fenotipo benigno nelle donne.
Nell’impostare una terapia è importante tenere presenti le differenze di genere farmacocinetiche e farmacodinamiche che sono già note per molte patologie.
In campo cardiologico, ad esempio, è noto da tempo che le donne sono più soggette alla sindrome del QT lungo, e alcuni dei farmaci previsti per l’uso off-label nei protocolli approvati da molte regioni, come l’idrossiclorochina e l’azitromicina, può determinare l’allungamento del tratto QT. Nella valutazione terapeutica, quindi, tenere conto di queste conoscenze e dell’uso di una diversa terapia antibiotica concomitante all’assunzione di idrossiclorochina, se richiesto dalla clinica, può ridurre il rischio in maniera significativa.
Durante la pandemia sono stati raccolti e pubblicati molti dati epidemiologici, in maniera disaggregata rispetto al sesso, sulle manifestazioni cliniche e gli esiti dell’infezione.
Per quanto riguarda i contagi in Italia, sempre in base ai dati presentati nel bollettino di sorveglianza integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità, la percentuale di casi confermati positivi sono risultati simili per ambo i sessi, nelle fasce di età 0-60 anni. Si è registrata, invece, nelle fasce 60-80 anni, una prevalenza di casi di infezione negli uomini.
Le ipotesi validate legate al sesso, ovvero ai fattori biologici sono state:
1. L’importanza dei fattori genetici legati all’arricchimento sul cromosoma X di geni e di regolatori dell’espressione genica che codificano per fattori della risposta immunitaria (interleuchine, chemochine).
Una maggiore espressione dell’enzima di conversione dell’angiotensina nelle donne che ha rappresentato l’ipotesi del vantaggio di essere protette dalle complicanze dell’infezione COVID-19.
2. La risposta immunitaria più efficace nelle donne rispetto agli uomini.
La differente risposta è dovuta agli effetti opposti degli ormoni sessuali, estrogeni e androgeni: gli estrogeni sono immunostimolanti, gli androgeni immunosoppressivi.
Negli uomini, gli androgeni mostravano un ruolo immunosoppressivo, favorendo la diffusione dell’infezione nelle cellule polmonari.
Gli estrogeni, almeno nelle donne in età fertile, inducevano un aumento dell’espressione del recettore ACE2, favorendo così la funzione protettiva dell’enzima, anche dopo l’infezione, in particolare nei confronti dei polmoni.
Le considerazioni fatte dal gruppo di lavoro dell’Istituito Superiore di Sanità su genere e Covid 19 persegue l’obiettivo di voler valorizzare la centralità del paziente.
È auspicabile che, almeno nella programmazione delle strategie di protocolli di prevenzione e trattamento, se ne tenga conto, visto che un approccio di genere nella pratica clinica contribuisce al
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miglioramento dell’appropriatezza delle cure con benefici alla persona e risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale. L’approvazione del Piano del 2019 per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere sul territorio nazionale rappresenta un risultato importante, ma la sua attuazione richiederà un grandissimo impegno da parte di tutti i professionisti della salute per includere in tutte le aree mediche una nuova “dimensione” basata sulle differenze di sesso e/o genere e migliorare, così, lo stato di salute di tutti attraverso una medicina personalizzata, efficace ed economica.
Sitografia e Bibliografia
• https://www.fondazioneveronesi.it/ magazine/articoli/da-non-perdere/ sperimentazione-e-medicina-di-genere-nei-trial-8-su-10-sono-uomini
• https://www.epicentro.iss.it/medicina-di-genere/cosa-e
• https://www.gendermedjournal.it/ archivio/2882/articoli/29055/
• Boldrini P. Approvata la legge: finalmente arriva la medicina di genere. Ital J Gender-Specific Med 2017; 3: 128-9.
• Arnao V, Fedele M, Altavilla R, Caso V. Conventional vascular and specific risk factors for intracerebral hemorrhage in females. Ital J Gender-Specific Med 2017; 3: 98-103.
• Picillo M, Nicoletti A, Fetoni V, Garavaglia B, Pellecchia MT. The role of gender in Parkinson’s disease. Ital J Gender-Specific Med 2017; 3: 104-8.
• Musumeci R, Naldini M. Parenting in Italy: exploring compliance and resistance to the expert-led parenting model during the transition to parenthood. Ital J Gender-Specific Med 2017; 3: 117-20.
• https://salentomedico.com/differenze-di-genere-nella-pandemia-covid-19/
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Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), gli edulcoranti possono essere utilizzati come sostituti dello zucchero quando è necessario ridurre l’apporto calorico della dieta.
Ciò potrebbe includere le persone con diabete, in sovrappeso o in condizioni di obesità, oltre che coloro che hanno bisogno di controllare l’apporto di carboidrati nella loro dieta.
Tuttavia, l’OMS sottolinea che gli edulcoranti non dovrebbero essere utilizzati per sostituire i nutrienti essenziali della dieta. Inoltre, l’uso di edulcoranti dovrebbe essere parte di
una dieta equilibrata e non dovrebbe essere interpretato come una soluzione salutare per la perdita di peso.
Gli studi a lungo termine sugli effetti degli edulcoranti artificiali sono limitati.
Tuttavia, alcune ricerche hanno suggerito una possibile associazione tra il consumo di edulcoranti artificiali e un aumento del rischio di obesità, diabete, disturbi metabolici, malattie cardiovascolari. In particolare, l’uso eccessivo di edulcoranti artificiali potrebbe alterare la flora batterica intestinale e influire negativamente sulla regolazione del glucosio, del colesterolo e dell’assorbimento di nutrienti.
L’USO ECCESSIVO DI EDULCORANTI ARTIFICIALI POTREBBE
ALTERARE LA FLORA
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INTESTINALE E INFLUIRE
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Inoltre, l’abuso cronico di edulcoranti potrebbe influire sulla percezione del gusto e sulla preferenza per i sapori dolci, portando così ad un aumento dell’apporto calorico complessivo.
Tuttavia, l’OMS sottolinea che gli edulcoranti artificiali non sono tossici alle dosi giornaliere accettabili, definite DGA, e possono far parte di una dieta equilibrata, anche se è importante utilizzarli con moderazione e in combinazione con un’alimentazione sana ed equilibrata, attività fisica regolare e un corretto stile di vita.
Bibliografia
https://www.who.int/news/item/15-052023-who-advises-not-to-use-non-sugar-sweeteners-for-weight-control-innewly-released-guideline
Negli ultimi decenni sono stati compiuti notevoli progressi nella lotta contro la malaria, con una riduzione significativa dei casi e dei decessi.
Tuttavia, la malattia rimane una sfida sanitaria e richiede continui sforzi per il controllo, la prevenzione e il trattamento, soprattutto dopo i recenti casi rilevati negli Stati Uniti dove era scomparsa da più di 20 anni.
La malaria è ancora una malattia diffusa a livello globale, ma la sua prevalenza varia da regione a regione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2020 si sono verificati circa 229 milioni di casi di malaria in tutto il mondo. Questa cifra rappresenta una stima per difetto, viste le difficoltà di segnalazione e raccolta dei dati nelle aree più remote del pianeta.
Sebbene la maggior parte dei casi di malaria si verifichi in Africa, dove l’OMS stima la presenza del 95% dei casi mondiali, le attenzioni della comunità scientifica rispetto a questa malattia si sono improvvisamente riaccese dopo i recenti casi di persone infettate negli Stati Uniti. La preoccupazione è talmente alta che l’agenzia federale per la salute ha emesso un avviso nazionale rivolto ai fornitori di assistenza sanitaria e agli ufficiali, affinché siano attenti ai sintomi di questa malattia potenzialmente letale. Ma cosa è accaduto? Di solito, le persone residenti nei paesi occidentali che contraggono la malaria si infettano durante viaggi internazionali. Si stima che negli Stati Uniti vengano diagnosticati annualmente circa 2000 casi correlati ai viaggi verso i paesi a rischio.
Invece, di recente, cinque persone (quattro in Florida e una in Texas) hanno contratto la malattia senza recarsi all’estero. Visto che la malaria non può essere trasmessa da persona a persona, ma si diffonde attra-
verso la puntura di una zanzara femmina infetta, la deduzione che i contagi siano avvenuti in territorio americano è risultata piuttosto intuitiva.
Tutte e 5 le persone, va detto, hanno ricevuto trattamento e stanno migliorando, secondo quanto riferito dai CDC. Il caso in Texas non è correlato ai casi in Florida ed è avvenuto più recentemente, molto probabilmente negli ultimi tre mesi. Nonostante non vi sia una vera e propria emergenza clinica in atto, l’allerta deriva dal fatto che gli ultimi casi di persone infettate mentre si trovavano negli Stati Uniti risalgono a 20 anni fa, quando si registrarono otto casi nella Contea di Palm Beach, in Florida. Il Dipartimento dei Servizi Sanitari dello Stato del Texas ha invece dichiarato che l’ultima volta che la malaria è stata acquisita localmente nello stato risale al 1994.
Dopo i recenti episodi, il Dipartimento della Salute della Florida ha affermato di aver già effettuato la disinfestazione contro le zanzare nelle due contee circostanti Sarasota, in Florida, dove si sono verificati i quattro casi. Anche per questo, gli esperti della CDC americana hanno affermato che il rischio di contrarre la malaria negli Stati Uniti “rimane estremamente basso”. L’agenzia tuttavia ha consigliato alle persone di proteggersi prendendo precauzioni per evitare le punture di zanzara, come l’utilizzo di repellenti per insetti e l’attenzione ad indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni.
Le persone dovrebbero anche fare il possibile per evitare la presenza di zanzare intorno alla propria abitazione, ad esempio eliminando le acque stagnanti, che sono un ambiente in cui le zanzare depongono le uova. Risulta evidente che, in caso di un’aumentata diffusione della malattia, più che le attenzioni personali risulterà importante disporre di metodologie diagnostiche rapide e di terapie efficaci.
E questo rappresenta forse il vero motivo di preoccupazione rispetto ad un possibile ritorno della malaria nei paesi occidentali. Siamo infatti da tempo consapevoli dei problemi legati alla resistenza ai farmaci antimalarici. Questo fenomeno rappresenta una sfida importante per il futuro e, forse, i 5 casi americani hanno risvegliato le coscienze più dei milioni di casi diffusi nel resto del mondo.
Oggi, le scelte terapeutiche possono essere influenzate dalla presenza di parassiti resistenti in determinate regioni geografiche. L’uso di farmaci specifici dipende quindi dal tipo di parassita responsabile dell’infezione e dalla sua sensibilità ai farmaci stessi. Ecco alcuni tra i farmaci antimalarici comunemente utilizzati:
• Artemisinine e derivati: questi farmaci, come l’artemether, l’artesunato e l’artemotil, sono derivati dall’Artemisia annua, una
I SINTOMI DELLA MALARIA SONO
SIMILI A QUELLI DI ALTRE
MALATTIE E INCLUDONO
FEBBRE, BRIVIDI, MAL DI TESTA E DOLORI MUSCOLARI.
SE NON
TRATTATA, LA MALARIA PUÒ ESSERE LETALE
pianta medicinale. Sono spesso utilizzati in combinazione con altri farmaci antimalarici come parte di una terapia combinata ad azione rapida chiamata ACT (Artemisinin-based Combination Therapy). Gli ACT sono considerati il trattamento di prima linea per la malaria causata dal Plasmodium falciparum, il parassita responsabile della forma più grave della malattia.
• Clorochina e idrossiclorochina: sono stati ampiamente utilizzati per il trattamento della malaria non complicata, ma la loro efficacia è diminuita in molte regioni a causa dell’emergenza di parassiti resistenti. Tuttavia, possono ancora essere utilizzati in alcune aree dove il parassita è sensibile a questi farmaci.
• Meflochina: è spesso utilizzato come trattamento preventivo per la malaria e può essere prescritto per le persone che viaggiano in aree a rischio. Viene anche utilizzato come opzione di trattamento per la malaria non complicata causata da parassiti sensibili.
• Atovaquone/proguanil: questa combinazione di farmaci viene utilizzata per il trattamento e la profilassi della malaria. È particolarmente efficace contro la malaria causata dal Plasmodium falciparum.
• Primaquina: è utilizzato per il trattamento della malaria causata dal Plasmodium vivax e dal Plasmodium ovale. È in grado di eliminare la forma dormiente del parassita (chiamata ipnozoite) nel fegato, prevenendo le ricadute
Secondo i CDC, nel mondo si verificano annualmente oltre 240 milioni di casi di malaria, di cui il 95% in Africa. Questa è la regione è la più colpita dalla malattia a causa di diversi fattori, tra cui la presenza di specie di zanzare altamente infette, la povertà, la mancanza di accesso alle cure mediche e la presenza di condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione delle zanzare.
Al di fuori dell’Africa, la malaria è presente in diverse regioni del mondo, principalmente in alcune parti dell’Asia (ad esempio l’India e l’Indonesia), dell’America Latina (come l’Amazzonia) e delle isole del Pacifico. In queste aree, la malaria può essere endemica o stagionale, con picchi di trasmissione durante determinati periodi dell’anno.
Fonti:
CDC: “Locally Acquired Malaria Cases Identified in the United States.”
La laurea in farmacia consente anche sbocchi professionali che possono integrare il lavoro di farmacista territoriale. Oggi ne parliamo con la dottoressa Serena Saracini una delle due creatrici del progetto “Conosci Te Stessa”. Questo progetto si occupa di divulgazione e formazione sulla ciclicità femminile, e consulenze mestruali personalizzate.
Dottoressa Saracini, come avete deciso che la vostra strada lavorativa sarebbe stata incentrata sulla divulgazione e consulenza delle tematiche della salute femminile?
Io e Vittoria abbiamo studiato insieme Farmacia presso l’università di Rimini e siamo sempre state molto affiatate.
Fin dai tempi dell’università sono sempre spiccate la nostra curiosità e testardaggine, che ci hanno portate a laurearci entrambe lo stesso giorno con tanto di lode. Il nostro studio era simbiotico e spesso il programma universitario ci risultava limitato. Ed ecco che tutto questo ci ha portate ad una incessante ricerca extracurriculare. Da qui l’inizio della nostra passione per un approccio verso una medicina che considera il paziente a 360 gradi, come un complesso unico e interconnesso. Una medicina che ha lo scopo di scavare a fondo, scoprire la radice del problema e risolverlo in maniera definitiva, e non semplicemente mascherando i sintomi. Attenzione, non sto dicendo che siamo contrarie alla medicina tradizionale e
QUESTO PROGETTO SI OCCUPA DI DIVULGAZIONE E FORMAZIONE SULLA CICLICITÀ FEMMINILE, E DI CONSULENZE MESTRUALI
PERSONALIZZATE
ai farmaci. Ma talvolta questi possono non essere sufficienti, oppure funzionare al meglio se affiancati a cambiamenti dello stile di vita, soprattutto in caso di problematiche croniche. Siamo arrivate a queste conclusioni sperimentandolo direttamente sulla nostra pelle poiché sia io che Vittoria abbiamo sofferto di problematiche mestruali, per le quali la medicina tradizionale non è stata in grado di darci soluzioni. Sono stati i nostri cambiamenti alimentari e di stile di vita affiancati a un’integrazione mirata a permetterci di risolvere i nostri problemi in maniera definitiva. Da qui la voglia di condividere quello che avevamo imparato e sperimentato su noi stesse con più donne possibile è stata la naturale conseguenza di tutto questo.
Intervista alla dott.ssa Serena Saracini, fondatrice del progetto “Conosci te stessa”
Dopo la laurea ho lavorato in diverse farmacie a Rimini, dove vivo attualmente, mentre Vittoria viveva e lavorava come farmacista in Inghilterra. Parallelamente al nostro lavoro da farmaciste, abbiamo deciso di aprire il nostro blog per “Conosci Te Stessa”. Inizialmente è partito tutto con la sola e genuina intenzione di divulgare tutte le nostre conoscenze acquisite negli anni in un ambito ancora poco conosciuto e pieno di tabù come quello della salute mestruale. La divulgazione era sempre maggiore e sempre più soddisfacente, iniziavano ad arrivare i primi feedback positivi e le idee sempre più numerose. Il nostro lavoro “classico” da farmaciste non ci faceva senti-
Gli articoli pubblicati nel blog si sono indicizzati sui motori di ricerca, e sempre più persone hanno iniziato a trovarci ricercando parole chiave come: “come risolvere dolori mestruali”, “ciclo mestruale come funziona”, ecc.
A metà del 2019 abbiamo registrato il nostro primo corso “SOS Ciclo” e abbiamo provato a metterlo in vendita a un prezzo simbolico. Sono arrivati i primi acquisti, e questo ci ha fatto comprendere che c’era interesse.
re completamente soddisfatte, ad entrambe pesava non avere un tempo per noi sufficiente da dedicare al cliente.
Dal 2019 “Conosci Te Stessa” non è più il nostro hobby: è il nostro lavoro a tempo pieno, che abbiamo creato dal nulla e nutrito con tanta energia, studio e passione. Infatti da fine 2019 sia io che Vittoria non lavoriamo più in farmacia.
Quali sono stati i passi fondamentali per l’avvio della vostra attività?
Inizialmente, abbiamo realizzato il sito web con il blog, e un gruppo Facebook dove abbiamo invitato amiche e conoscenti che potevano beneficiare dei contenuti. Poi, pian piano, le condivisioni e il passaparola hanno fatto sì che il gruppo crescesse.
A seguire sono arrivati il webinar “Liberati dai Dolori Mestruali”, gli ebook “Microbiota e ciclo mestruale” e “Conosci i tuoi ormoni”, e il webinar sui polimorfismi del gene mthfr. Poi hanno iniziato a chiederci: “come mai non siete su Instagram?”. Allora abbiamo deciso di creare il profilo, abbiamo scoperto il potere incredibile di questo social network e si è creata una bellissima community.
Le consulenze sono nate un po’ per caso, inizialmente non avevamo pensato a questa opzione, ma le continue richieste di colloqui individuali ci hanno fatto capire che poteva essere una strada.
Ci siamo informate su che tipo di consulenze potessimo fare e abbiamo iniziato a farle online. L’obbiettivo principale di “Conosci Te Stessa” è insegnare alle donne a tracciare scientificamente il proprio ciclo: capire in che fase si è, se il proprio ciclo è stato ovulatorio oppure no, e tanto altro.
Ovviamente, se cogliamo alcuni segnali che esulano dalle
La Scuola di Galenica Utifar ha l’obiettivo di diffondere la cultura galenica in modo critico e di fornire al farmacista le conoscenze più innovative in materia di preparazioni.
Le lezioni si svolgeranno sia in aula sia in un laboratorio attrezzato con macchinari e utensili di ultima generazione.
I partecipanti saranno seguiti dalla guida esperta dei docenti dr. Adalberto Fabbriconi, dr. Piero Lussignoli e dr. Pietro Siciliano con la partecipazione della dott.ssa Alessandra Cellupica che proporranno diverse formulazioni supportate da una ricca documentazione scientifica.
La fitoterapia come opportunità di crescita. Le preparazioni fitoterapiche e le linee personalizzate: una grande opportunità per il nostro laboratorio.
Il variegato mondo della galenica veterinaria: gli aspetti legislativi , la REV, le ultime novità e le forme farmaceutiche più richieste.
Le 50 e più formule officinali di libera vendita per rilanciare o far partire alla grande il proprio laboratorio galenico.
I CORSI PREVEDONO UN MINIMO DI 15 E UN MASSIMO DI 25 PARTECIPANTI
I corsi possono essere frequentati anche solo singolarmente
Sede dei corsi: Roma
Quanto costa ogni singolo corso:
€ 370 per i soci Utifar
€ 470 per i non soci
Appartenente alla classe dei farmaci tionamidi, il metimazolo è un principio attivo ad azione antitiroidea utilizzato come trattamento di prima scelta in caso di ipertiroidismo del paziente pediatrico. Il suo principale meccanismo d’azione induce un blocco nella produzione dell’ormone tiroideo: interferendo con la iodurazione dei residui di tirosina nella tireoglobulina, il metimazolo impedisce la sintesi di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3) da parte della tiroide. Per il trattamento dell’ipertiroidismo pediatrico, il farmacista preparatore potrà allestire sia formulazioni orali liquide, come le sospensioni, sia formulazioni rettali, come le supposte presentate in questo articolo.
SUPPOSTE METIMAZOLO
METIMAZOLO USP - Ph.Eur.
10-60 mg
TEGO SMO (S. 80) 2 gtt
ACQUA DEPURATA FU qb
WITEPSOL H 15 qb a 1 supposta
MODUS OPERANDI
Portare a fusione WITEPSOL H 15 e TEGO SMO (S. 80) a bagnomaria, continuando ad agitare lentamente. A parte solubilizzare METIMAZOLO nella minima quantità di ACQUA DEPURATA. Levigare con la minima quantità di base lipofila fusa, aggiungere la restante quantità secondo il metodo delle diluizioni progressive e miscelare fino ad ottenere composto omogeneo.
Mescolare, lasciar raffreddare (fino ad una viscosità ottimale) e versare negli stampi. Lasciare raffreddare e rimuovere eventuali eccessi. Confezionare ed etichettare. PACKAGING STAMPI
Interviste ai farmacisti rurali
Seconda puntata
Intervista a Pier Luigi Guida
Il nostro viaggio alla scoperta di colleghi che operano in realtà rurali continua. Le farmacie di cui ci occupiamo sono delle realtà farmaceutiche situate in piccoli centri e che rappresentano, anche con la loro attività galenica, un punto di riferimento per il tessuto sociale territoriale. Proprio a proposito di queste realtà, spesso ai confini non solo geografici del “sistema farmacia”, siamo sicuri che le delocalizzazioni, tanto di “moda” anche in campo sanitario, rappresentino realmente una risorsa per il nostro Paese?
Vogliamo acquistare online i prodotti di cui necessitiamo, anche quelli per la nostra salute, in virtù di un risparmio spesso di pochi euro, e poi scandalizzarci, come durante la pandemia, se il prezzo delle mascherine, sempre dal nostro “caro” fornitore online, decuplica?
O forse varrebbe la pena valorizzare in modo serio la prossimità premiando l’impegno, la competenza e la professionalità ad un giusto prezzo?
In questa breve intervista conosciamo da vicino il dott. Pier Luigi Guida, un giovane collega anche lui brillante partecipante della Scuola di Galenica Utifar.
“SIN DA BAMBINO IL FATTO DI VEDERE MIO PADRE REALIZZARE SCIROPPI HA FATTO CRESCERE IN ME UN GRANDE INTERESSE PER IL MONDO DELLA FARMACIA E IN PARTICOLARE PER LE PREPARAZIONI GALENICHE”
di Beatrice e Pietro Siciliano
Il comune di Verzegnis, situato in Friuli-Venezia Giulia, ospita la Farmacia Guida 1853 di Pier Luigi Guida. Nonostante la giovane età della farmacia, essa è divenuta presto un presidio medico di fondamentale importanza, pienamente integrato nel tessuto sociale del comune di Verzegnis.
Parlaci della tua sede, come mai ti trovi a Verzegnis?
Mi sono laureato a Camerino, ma sono originario di Palinuro, nel Cilento. Nonostante avessi la possibilità di gestire con mio fratello la storica farmacia di famiglia a Celle di Bulgheria, ho deciso di avviare una nuova attività con mia moglie Marifrancesca, rimanendo nelle Marche. Purtroppo, il terremoto ha cancellato i nostri piani, proprio prima della firma del contratto di acquisto della farmacia. Dopo la nascita di nostra figlia Greta, sono venuto a conoscenza di questa farmacia a Verzegnis e ne sono subito rimasto colpito. Mi sono sentito protetto e a casa. Ho avviato la mia attività nel novembre del 2018, con grande fiducia nella realtà territoriale e nello stretto contatto interpersonale che le realtà rurali portano con sé.
Raccontaci qualcosa della tua tradizione farmaceutica. La mia tradizione farmaceutica è radicata nella storia professionale della mia famiglia: io e mio fratello siamo la settima generazione di farmacisti. Senz’altro questo ha influenzato fortemente la mia passione: sin da bambino il fatto di vedere mio padre realizzare sciroppi ha fatto crescere in me un grande interesse per il mondo della farmacia e in particolare per le preparazioni galeniche.
Qual è la realtà odierna della tua attività e chi lavora con te?
Ad oggi, la sede ha triplicato gli spazi e fornisce numerosi servizi: dalla fisioterapia alle analisi delle urine e del sangue, fino alla misurazione gratuita con il saturimetro. Ci occupiamo anche di test per le intolleranze alimentari, eseguito tramite un prelievo capillare di sangue da un dito e successivamente, tramite due campioni spediti ad un laboratorio partner in Emilia Romagna.
Come ti fai conoscere nella realtà locale?
Credo che i mezzi attuali di comunicazione siano fondamentali per fornire un servizio più efficace ai clienti. Mi sono interfacciato spesso con i colleghi italiani e anche carnici tramite i gruppi Whatsapp, soprattutto per questioni riguardanti le mascherine e le bombole d’ossigeno. Inoltre, sono a disposizione per un contatto continuo via Whatsapp o Messenger, attraverso chiamata o messaggi.
Raccontaci del tuo laboratorio galenico e delle preparazioni che allestisci. Hai avuto a che fare anche con qualche preparazione particolare?
Prediligo principalmente forme farmaceutiche quali capsule e preparati per applicazione topica concentrandomi in particolar modo sull’allestimento di preparati officinali. Fino ad ora non si è presentata l’occasione di allestire preparati galenici magistrali ed ho quindi incentrato il mio lavoro di preparatore allestendo preparati officinali esitabili senza obbligo di ricetta.
IL MIO OBIETTIVO È AL MOMENTO
PUNTARE SULL’ INNOVAZIONE DI TUTTI I SERVIZI CHE LA
FARMACIA PUÒ
OFFRIRE, PER FAR SÌ CHE ESSA
DIVENGA UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA POPOLAZIONE
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il mio progetto iniziale era quello di ingrandire lo spazio riservato alla farmacia e durante questi anni abbiamo fatto grandi passi in avanti, perché siamo partiti da un piccolo spazio Per arrivare a circa 140 metri quadri. Il mio obiettivo è al momento puntare sull’innovazione di tutti i servizi che la farmacia può offrire, per far sì che essa divenga un punto di riferimento per la popolazione per la cura della salute rendendo la mia realtà una vera e
propria “farmacia dei servizi” Un altro aspetto importante della mia attività che vorrei sviluppare maggiormente, magari anche conivolgendo la mia attività galenica, è l’ambito della nutrizione, a cui mi dedico da più di dieci anni, . Infatti, sono membro dell’Associazione Farmacisti Esperti in Nutrizione (AFEN), che si occupa di promuovere la figura professionale del farmacista nell’ambito dell’alimentazione e i principi di un’adeguata nutrizione.
Una collaborazione per sviluppare e diffondere un nuovo modo di “fare farmacia”, basato sulla figura professionale del farmacista e focalizzato sui servizi alla persona nel rispetto dell’ambiente.
La famiglia Mercati ha raggiunto un accordo con Tamburi Investment Partners S.p.A. (“TIP”), gruppo industriale indipendente e diversificato quotato al segmento Euronext STAR Milan, socio attivo di numerose eccellenze imprenditoriali, per un investimento congiunto nello sviluppo di Apoteca Natura, primo network internazionale di farmacie benefit, promotrici di un concetto di salute consapevole e di una piena integrazione nella filiera sanitaria.
L’investimento verrà realizzato tramite la sottoscrizione di un aumento di capitale, sia da parte di TIP che della Famiglia Mercati, nella costituenda Apoteca Natura Investment (holding che deterrà la totalità del capitale di Apoteca Natura S.p.A.). Con questa operazione, TIP acquisirà una quota del 28,57% in Apoteca Natura Investment, mentre la famiglia Mercati manterrà la maggioranza e la governance industriale del Gruppo.
Afferma Massimo Mercati, fondatore e Amministratore unico di Apoteca Natura:
“Il progetto che portiamo avanti da più di venti anni con tutte le farmacie affiliate al network ha dimostrato di essere competitivo sul mercato. Rappresenta una proposta capace di affermare con chiarezza un modello sociosanitario di farmacia, basato su formazione e professionalità dei farmacisti, in grado di coniugare risultati economici con un impatto positivo su società e ambiente. Siamo convinti che questo posizionamento potrà soddisfare le domande di salute emergenti nell’ottica di una visione one health, in cui questo modello di farmacia giocherà un ruolo centrale a livello europeo. Consapevoli della validità di questo percorso siamo pronti a lavorare per un ulteriore sviluppo del nostro network. Per questo siamo estremamente lieti dell’incontro con Tamburi Investment Partners la cui storia e vicinanza al nostro modo di vedere l’impresa hanno permesso di condividere una visione comune per lo sviluppo di Apoteca Natura che prevede di consolidare il modello di retail che portiamo avanti in Italia e nei principali Paesi europei.
L’investimento si pone alla base di una partnership industriale di lungo periodo in ambito retail, in cui la conoscenza del settore e le esperienze industriali della famiglia Mercati e le relazioni industriali e le competenze di TIP faranno sinergia. Gli obiettivi comuni sono lo sviluppo e la diffusione del modello di business di Apoteca Natura, declinati in quattro direttrici: consolidamento e sviluppo del modello di affiliazione di farmacie indipendenti nei mercati già attivi (Italia, Spagna, Portogallo) e in nuovi mercati europei, a partire da Francia e Germania; allargamento selettivo della rete di farmacie di proprietà con particolare attenzione a quelle che fanno parte della rete Apoteca Natura; progressivo coinvolgimento dei farmacisti appartenenti alla rete anche come potenziali azionisti a livello di network; maggiore penetrazione e progressivo ampliamento dei servizi offerti e del listino dei prodotti a marchio Apoteca Natura, in coerenza con i valori del gruppo e nell’ottica europea di promuovere il modello di “Green and Sustainable Pharmacy”.
L’APPORTO DI TIP NON SARÀ SOLO FINANZIARIO MA PERMETTERÀ AD APOTECA
NATURA DI SVILUPPARSI NEI PROSSIMI ANNI IN MODO COERENTE CON L’OBIETTIVO DI MEDIO TERMINE CHE PREVEDE LA QUOTAZIONE IN BORSA DI APOTECA
NATURA
Nell’ambito del progetto l’apporto di TIP non sarà solo finanziario ma permetterà ad Apoteca Natura di svilupparsi nei prossimi anni in modo coerente con l’obiettivo di medio termine che prevede la quotazione in borsa di Apoteca Natura.
“In un mercato così competitivo come quello delle farmacie, crediamo infatti che la prospettiva della quotazione possa essere la strada principale per garantire l’indipendenza di Apoteca Natura, a fronte di un percorso di condivisione della creazione di valore che andrà a vantaggio di tutti i farmacisti appartenenti al network e degli altri stakeholder coinvolti nel progetto”, aggiunge Massimo Mercati.
La soluzione Intimo Softcare è un detergente intimo speciale, senza profumazione, assolutamente innovativo e primogenito di una nuova famiglia di detergenti «filmogeni» basati sui derivati del glucosio (caprylyl/ capryl glucoside, hydroxyethylcellulose), in grado di svolgere una delicata azione detergente e protettiva su cute e mucose.
Vi è un solo tensioattivo, il caprylyl/capryl glucoside, assolutamente non aggressivo e impiegato alla minima dose, caratterizzato da un equilibrato potere detergente anche in acque dure; la camomilla (chamomilla recutita water) svolge un’azione decongestionante e deodorante, l’elastina marina (hydrolyzed elastin) è protettiva ed eutrofica. La cellulosa (hydroxyethylcellulose) è un derivato del glucosio che, dopo evaporazione dell’acqua, si deposita sulla pelle e sulle mucose, proteggendole con un sottile strato filmogeno.
Pertanto è indicato per la detersione della mucosa ano-genitale sia in soggetti che non tollerano i comuni detergenti intimi, sia per l’igiene intima di neonati, lattanti e bambini.
DETERGENTE DELICATO SPECIALE UTILIZZABILE ANCHE IN CASO DI IRRITAZIONI ASPECIFICHE
Dieta, microbioma, individuo, salute.
La correlazione tra questi elementi è sempre più al centro della ricerca scientifica.
Il legame tra questi elementi è noto, ma i meccanismi esatti delle complesse interazioni che intercorrono sono ancora poco conosciuti.
L’individualità gioca infatti un ruolo chiave e se è vero che ciascuno ha il proprio microbiota, diventa difficile uniformare gli studi e le informazioni raccolte. Come fare?
Le nuove ricerche evidenziano i limiti metodologici di gran parte degli studi del passato che giungevano a conclusione riportando una semplice associazione causale tra la dieta, l’alterazione quali-quantitativa del microbiota e diverse malattie acute e croniche. Per l’affidabilità dei risultati di tali studi, fondamentale perché da questi consegue la pianificazione di interventi clinici, si dovrebbero individuare le caratteristiche del microbioma e del metaboloma specifici della malattia discernendo una serie di altri fattori confondenti quali le pre-morbidità, le co-morbidità, le politerapie farmacolo -
giche (i farmaci influenzano il microbioma intestinale e il metaboloma dell’ospite) e l’attività fisica, oltre al tipo di alimentazione di ogni individuo.
Di conseguenza, si ha la necessità di effettuare ampi aggiustamenti per i fattori confondenti che possono interagire con il microbioma intestinale umano, al fine di evitare associazioni spurie. Inoltre, data l’intrinseca variabilità inter-individuale del microbioma umano (sia all’interno che tra le popolazioni selezionate) e la fonte incredibilmente ampia di composti diversi con cui veniamo a contatto, gli studi richiederebbero necessariamente grandi
dimensioni del campione e disegni di studio relativamente complessi. Pertanto, solo pochi studi finora sono stati in grado di fornire una comprensione preliminare e sistemica dell’interazione dieta-microbioma-ospite.
La patogenesi delle comuni malattie croniche non trasmissibili comporta una complessa interazione tra suscettibilità poligenica, invecchiamento, sesso, una moltitudine di esposizioni ambientali, tale per cui un primo passo logico da fare nell’esplorazione delle malattie croniche non trasmissibili sarebbe quello di considerare il microbioma intestinale come un putativo agente causale e
invece una nicchia ecologica di enormi dimensioni che si adatta a stimoli esogeni ed endogeni, fungendo da vero co-trigger.
Il microbioma intestinale è infatti un’area di studio molto complessa, soprattutto se osservato ed inserito in un sistema dinamico e sistemico multi-organo quale si rivela essere il corpo umano.
Attualmente abbiamo la capacità di riconoscere con precisione quasi ogni singolo elemento coinvolto nel sistema di flusso delle informazioni che va dall’introduzione di un alimento o xenobiotico (farmaco, inquinante, etc) alla sua distribuzione nell’organismo.
ATTUALMENTE ABBIAMO LA CAPACITÀ DI
Questo lo possiamo fare attraverso le biotecnologie e i sistemi computazionali in genomica, trascrittomica, proteomica, metabolomica, epigenomica... tutte aree di competenza delle tecniche meta-omiche che consentono di studiare come traffici di molecole/informazioni derivanti dall’esterno si distribuiscono nell’organismo umano, si trasformano e vengono eliminate dal momento in cui si interfacciano con il microbioma e con l’ospite. I nuovi approcci di meta-omica sono andati oltre il semplice profilo della caratterizzazione tassonomica di alto livello del microbioma, arrivando a profilare i costituenti del microbio -
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ma alla risoluzione di singoli genomi; inoltre, studi recenti stanno esaminando anche l’espressione genica microbica e i metaboliti prodotti da questi microbi. Pertanto, le nuove tecnologie stanno favorendo una maggiore conoscenza estremamente dettagliata dell’interazione tra i fattori molecolari dietetici e microbici sottostanti che promuovono o inibiscono la transizione da uno stato di salute alla malattia, aprendo nuove strade per la prevenzione e il trattamento. Attenzione però che la relazione tra la dieta di un individuo, il suo microbioma intestinale e il fenotipo patologico è tuttavia inestricabilmente multi-direzionale, multi-fattoriale e complessa. Infatti, a livello intestinale esiste un complesso anatomico-microbiologico-funzionale (microbiota, barriera muco-epiteliale, sistema immunitario delle mucose, gut vascular barrier) che si aziona e si coordina anche in funzione del sistema neuro-endocrino e del cervello. È oramai condivisibile da tutti gli studiosi delle neuroscienze che la corteccia cerebrale è la struttura più evoluta e più complessa di tutti i sistemi viventi. Si stima che nell’uomo la superficie corticale sia attorno ai 2.600 cm2, il numero di neuroni corticali sia di circa 30 miliardi, quello delle sinapsi sia di un milione di miliardi e che i possibili circuiti che ne potrebbero emergere siano 10 seguito da un milione di zeri. Vi è anche il fatto che il sistema immunitario è regolato
dal sistema nervoso centrale, poiché esiste una comunicazione tra i due sistemi che è bidirezionale. E il dialogo tra sistema immunitario e sistema nervoso non è confinato all’ipotalamo, ma può essere esteso ad altre aree del sistema nervoso centrale, in particolare corteccia cerebrale e sistema limbico (ippocampo e amigdala). Infatti il sistema limbico, incluso l’ipotalamo, rappresenta uno dei livelli più alti nella gerarchia di controllo delle risposte del sistema nervoso centrale a stimoli esterni quali stressor vari (infezioni) o a reazioni emotive. Ecco che il vissuto di ogni individuo potrebbe svolgere un ruolo centrale nella biologia dei sistemi. Dovremmo dunque ripensare il modello microbo-centrico che è alla base della spiegazione scientifica delle malattie infiammatorie, poiché oggi la ricerca di base offre nuove interpretazioni del fenomeno infiammatorio, processo cooperativo ed evolutivo (dove il Not Self viene integrato e distinto dal Self), ancor prima che difensivo, che andrebbe letto con una visione olistica, quindi sistemica e complessa.
Si affronteranno tutti questi temi nel Corso interdisciplinare “INTESTINO, CERVELLO, CUORE: L’ESSENZA DELLA BIOLOGIA E DELLO SVILUPPO” e sarà illustrato un modello sistemico e integrativo alla base degli interventi clinici di prevenzione e trattamento.
Intervista a Francesco Angotti, esperto di marketing sensoriale, Giuseppe Sferrazzo, formatore in comunicazione efficace e a Giovanni Iuliano, farmacista salutista
Dottor Angotti, quanto può essere importante la conoscenza del marketing per una azienda particolare qual è la farmacia?
FRANCESCO ANGOTTI, DISTRICT MANAGER
NEL SETTORE
FASHION RETAIL, ESPERTO DI MARKETING
SENSORIALE
Principalmente ritengo che le farmacie in generale, essendo poste in un settore economico, rivolto alla distribuzione e vendita di prodotti, possano quindi anch’esse, essere inquadrate in un’ottica correlata al Marketing.
È opportuno precisare, che in ottica di marketing, tutto può essere inquadrato in una visione inerente la vendita: tutto è una vendita. Anche io, con questa intervista sto vendendo e presentando a voi, la mia immagine e le mie conoscenze (personal branding), così come quando parliamo con qualcuno, esterniamo dei concetti che hanno un valore e che possono generare altro valore, i quali poi subiranno da parte del nostro interlocutore, una
rilevanza che sarà tanto maggiore o minore, sulla base delle capacità persuasive poste in essere dall’emittente e sugli accordi o disaccordi suscitati nel ricevente. Qui entra in gioco il marketing: la capacità di generale valore anche in quello che potrebbe sembrare un semplice dialogo, nel quale sono coinvolte le componenti emotive/motivazionali, cognitive e comportamentali.
Perciò ritengo, che una conoscenza in merito ai concetti del marketing, possa essere una chiave per la svolta del business delle farmacie. Inoltre, con una conoscenza inerente il marketing sensoriale, sulla base del layout merceologico suddetto, attraverso una stimolazione visiva scaturita dall’ordine e dalla disposizione dei prodotti, è possibile fare breccia nella parte istintiva del consumatore, il quale inconsapevolmente sarà spinto
all’acquisto, il quale tra l’altro lo renderà appagato, poiché la sensazione involontaria che lo ha spinto a scegliere quel determinato prodotto, trova, un’intrinseca giustificazione, capace di generare benessere, psico-fisico e talune volte anche nel campo emotivo, spesso generato da specifici ricordi, che possono essere richiamati, da un’adeguata stimolazione di uno dei 5 sensi.
Il marketing è multicanale e fa leva anche sulla fisiologia, quanto conta coinvolgere sensi quali la vista e l’olfatto? Assolutamente, conta tanto. Come accennato nella precedente domanda, il marketing sensoriale, è una branca in costante innovazione e sviluppo, così come allo stesso modo, cambiamo noi e le nostre specifiche esigenze e necessità, nel corso del tempo. I nostri sensi riguardano la storia personale di ognuno di noi. Ciascuno dei nostri 5 sensi, nel corso della nostra vita, è stato capace di creare una “memorizzazione” nei nostri ricordi, inconsapevolmente, e collegandosi a degli eventi vissuti, felici o meno felici che siano stati. Perciò può capitare che a distanza di anni, percependo un determinato profumo o anche un determinato sapore o persino sentire una determinata canzone o vedere un determinato luogo, che fossero stati presenti nel nostro passato, in una determinata situazione che per noi è stata felice, può motivarci, stimolarci, metterci di buon umore e qualora dovessimo trovarci in
una determinata attività, quella potrebbe essere una buona occasione per fare degli acquisti, mossi dall’ottimismo, che in realtà, nel marketing sensoriale, spesso è un risultato desiderato e ricercato.
A tal proposito esistono degli studi, che confermano come attraverso la stimolazione di canali sensoriali come la vista o anche l’udito, bastino solamente, meno di 0,15 secondi, per attivare delle aree della nostra mente, le quali sono capaci, a nostra insaputa e senza il nostro controllo attivo, di proiettarci verso una decisione piuttosto che un’altra. Analoga situazione può verificarsi, nei casi in cui, in determinate attività fossero erogate nell’ambiente, attraverso diffusori ad esempio, delle fragranze alla vaniglia o talco, le quali si dimostrano altamente efficaci, nel farci richiamare i dolci ricordi della nostra infanzia, mettendoci di buon umore. Addirittura, è stato scoperto che nel latte materno, vi siano tracce di una componente come la vaniglia. Infatti, il bambino è capace di riconoscere la madre in maniera istintiva, direttamente dall’odore del latte. E l’istintività dettata dai sensi, soprattutto sulla base delle nostre esperienze vissute, nelle quali come abbiamo visto, un evento felice accostato ad uno stimolo sensoriale presente in quel momento, può essere capace di generare in noi un comportamento non controllabile attivamente, perlomeno nei primi 0,15 secondi, anche a distanza di tantissimi anni.
La cucina come un laboratorio
Dottor Iuliano, il lockdown ha messo a dura prova un pò tutti e costretto a noi farmacisti a ritmi e carichi di lavoro ancora più particolari del solito. In questo periodo è venuta fuori una sua passione, che le ha permesso di dare sfogo alla sua creatività con un occhio di riguardo alla sua salute. Ci racconti di cosa si tratta, come è nata, quali soddisfazioni e benefici ne trae.
Gli ultimi anni hanno messo a dura prova tutti. Noi farmacisti abbiamo avuto la fortuna di lavorare senza interruzioni e siamo diventati un punto di riferimento per le comunità. Oltre al lavoro abbiamo avuto tanto tempo per noi stessi per via delle limitazioni imposte. È stato proprio in questo periodo che ho potuto rispolverare una mia passione. Ho sempre cucinato però non con la stessa passione e la voglia di migliorarmi che ho oggi. Giorno dopo giorno ho iniziato a fare preparazioni diverse e più o meno elaborate.
Sono un salutista, ho sempre cercato di scegliere per la creazione dei miei piatti prodotti di qualità, guardando allo stesso tempo al giusto equilibrio tra i vari nutrienti.
Frutta e verdura non possono mai mancare nella mia
alimentazione, mi definisco un consumatore compulsivo di frutta e verdura. Mangio di tutto cercando di variare il più possibile gli alimenti.
Compro prodotti di stagione rivolgendomi il più delle volte a produttori locali o comunque compro prodotti made in Italy. La corretta alimentazione, l’attività fisica e le lunghe passeggiate all’aria aperta hanno fatto si che ne uscissi da questo periodo con una maggiore fiducia in me stesso e la consapevolezza che per stare bene, bisogna mangiare bene.
La cucina per un farmacista può essere vista un pò come un laboratorio, nel quale si amalgamando le conoscenze acquisite negli anni dell’università a colori, profumi, molteplici ingredienti. Quanto riporta in cucina delle sue conoscenze di chimica?
Nella mia cucina cerco di trovare il giusto equilibrio tra macro (proteine, grassi e carboidrati) e micronutrienti (vitamine e minerali).
Utilizzo quasi sempre cibi integrali con un ottimo apporto di fibre, proteine e grassi “buoni” che abbinati a frutta e verdura riducono i tempi di raggiungimento del picco glicemico e di conseguenza gli attacchi di fame.
Mi diverto ad abbinare i cibi anche in base ai colori. Da buon chimico so che oltre a creare piatti più belli da vedere sono anche più salutari; infatti, nella descrizione dei miei piatti mi piace sottolineare l’importanza di avere colori diversi.
Il Farmacista si prende cura della salute dei propri clienti, con i suoi preziosi consigli e le sue indicazioni. È importante che sia in salute per potersi occupare della salute altrui; la cucina, la cura dell’alimentazione è il primo passo per prendersi cura di sé. Come concilia gli orari lavorativi con la sua passione?
GIOVANNI IULIANO, LAUREATO IN CHIMICAE TECNOLOGIA FARMACEUTICHE. FARMACISTA DAL 2008
Per prendersi cura della salute degli altri bisogna per prima cosa prendersi cura di sé. Il mio motto: se curo me stesso posso curare gli altri, dispensare dei buoni consigli per aiutare a vivere meglio correggendo lo stile di vita e eliminare le cattive abitudini. L’importanza di non saltare i pasti, mangiare almeno cinque porzioni tra frutta e verdura al giorno, praticare attività fisica (anche una semplice passeggiata di mezz’ora al giorno) sono alcune delle buone e sane abitudini.
Lavorando il tempo che mi rimane per dedicarmi alla mia passione non è molto però come dico io è prezioso. Quindi anche quel poco di tempo che ho cerco di sfruttarlo al massimo creando nuovi piatti e cercando anche di migliorare la mia pagina instagram “cucinacon gianni” dove cerco di descrivere tramite vari contenuti i miei piatti.
“Mi sto rendendo conto, negli ultimi anni della mia attività, di quanto bisogno ci sia nella nostra società di ritornare a prendersi cura della comunicazione e delle relazioni tra le persone, soprattutto adesso che stiamo cercando di venir fuori da una situazione pandemica che, tra le altre cose, ha danneggiato moltissimo le nostre relazioni interpersonali”
In una professione come quella del farmacista è fondamentale la cura delle parole e, altrettanto decisiva, la modalità (la voce, i gesti, gli occhi, ecc...) che ci consentiranno di essere pienamente congruenti e soprattutto credibili.
Dottor Sferrazzo, quanto è importante la comunicazione per la vita quotidiana e quanto per il farmacista di oggi?
La Comunicazione è qualcosa di enorme, una specie di universo, nel quale tutti siamo immersi. Essa ha questa meravigliosa e terribile (allo stesso tempo!) caratteristica: “Non è possibile NON comunicare” (primo Assioma della Comunicazione).
Eh si, perché non solamente le PAROLE sono le strategie della nostra Comunicazione...
Il nostro corpo, le espressioni facciali, i gesti, gli occhi, i movimenti delle spalle e delle gambe, tono e volume della voce, e ovviamente le parole che scegliamo; insomma, davvero tutto di noi, contribuisce a “trasferire” sempre delle informazioni ai nostri interlocutori. Nella vita quotidiana la nostra Comunicazione, se resa più efficace, rispettosa, equilibrata, fondata sull’ascolto e sull’empatia, può davvero essere una risorsa preziosa e cambiare di molto la qualità della nostra
GIUSEPPE SFERRAZZO SI OCCUPA DI FORMAZIONE NELL’AMBITO DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE, DEL PUBLIC SPEAKING, DEL MARKETING E DELL’ETICA DIGITALE
vita. Quando non riusciamo ad avere delle buone ed appaganti relazioni interpersonali, sia in ambito più familiare che in quello professionale, possiamo vivere momenti davvero poco felici e di grande disturbo psico-fisico.
Per il farmacista, io credo si tratti di una competenza determinante come, del resto, in ogni ambito di “relazione di cura”. La pandemia ha mostrato la centralità sul territorio della figura del farmacista che, prima di tutto, è una persona tra le persone, che parla e interagisce con altre persone che hanno bisogno di supporto e assistenza.
Il farmacista ha bisogno di curare con grande attenzione il secondo assioma della comunicazione, ovvero che ogni forma di comunicazione presenta sempre un contenuto e una modalità. Il messaggio che parte da noi e raggiunge gli altri è sempre una sintesi, quanto più efficace possibile, di quello che diciamo/emettiamo (le informazioni o i dati) e dei “modi” di come lo facciamo.
Una buona comunicazione è fondamentale per il farmacista non solo con il cliente ma anche e soprattutto tra colleghi. Una comunicazione efficace rende il team della farmacia capace di migliorare le prestazioni incidendo sulla qualità di vita e la produttività. Cosa ne pensa in merito?
Relativamente ai team di lavoro, io credo che le competenze nell’ambito della comunicazione, che tutti possiamo approfondire, affinare, migliorare, sono determinanti per la creazione di un “clima” favorevole al dialogo e aperto al confronto, sincero e assertivo, sempre rispettoso e, allo stesso tempo, costruttivo.
Un team affiatato anche sugli aspetti relazionali è certamente anche più proattivo e pronto a ricevere le interazioni degli utenti, e prova a soddisfarne con professionalità e passione le richieste...
E ricordiamo che abbiamo a che fare con argomenti e temi, spesso di grande intimità e delicatezza, quindi la comunicazione è il completamento perfetto del “bagaglio” di intelligenza emotiva che la figura professionale del farmacista deve sviluppare, con costanza e consapevolezza.
Utifar vi invita a iscrivervi alla seconda settimana formativa estiva 2023 che si terrà a Marina di Ugento, dove potrete ampliare le vostre conoscenze professionali e godervi l’atmosfera unica di una delle zone più belle della Puglia.
Corso residenziale accreditato
DAGLI ALGORITMI ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE:
COME CAMBIANO I SOCIAL MEDIA E LE NUOVE
OPPORTUNITA’ PER LA FARMACIA con focus su:
• L’evoluzione dei social “tradizionali”
• Le piattaforme social per una comunicazione mirata
• L’adesione emozionale e il valore della marca
Relatore il dott. Alessandro Fornaro
il costo sarà totalmente detraibile!
ste sfide comunicative negli ultimi anni.
giorno 2: Le piattaforme social per una comunicazione mirata. I canali Telegram, Youtube, Spotify e la comunicazione via Whatsapp
giorno 3: L’adesione emozionale e il valore della marca: l’importanza di comunicare aspetti valoriali in linea con l’identità della farmacia.
Si è conclusa da poco la settimana formativa in Sardegna e già stiamo pensando di coinvolgervi in una nuova esperienza: aperte le iscrizioni per l’evento previsto in Puglia, presso il Vivosa Apulia Resort per fine agosto.
Grande partecipazione e soddisfazione per l’evento tenutosi al Forte Village in Sardegna a fine giugno, l’interesse per il corso Ecm è stato notevole, gli argomenti trattati hanno raccolto il consenso dei presenti e suggerito utili riflessioni: la gestione della farmacia in Italia ha subito negli ultimi anni diverse “rivoluzioni normative” che hanno influenzato in maniera profonda le politiche di management e hanno incrementato la necessità di preparazione del farmacista titolare, anche in materie economiche. La farmacia diventa sempre di più un’azienda come tante altre che deve rispondere a logiche di economia, di gestione della liquidità e di relazione con i dipendenti. Il farmacista oggi è un manager e come tale ha l’obbligo di proteggere la propria impresa incrementando la propria preparazione anche in altre materie come economia, finanza lavoro e fisco.
Sul tema “Economia” il corso
ha analizzato come è strutturato un bilancio della farmacia e quali sono gli elementi più importanti e di quali informazioni estrapolare velocemente. Sul tema “Finanza”, i partecipanti sono stati sensibilizzati sulla corretta gestione del rapporto con le banche. Infine, sul tema “Lavoro” sono state analizzate le opportunità offerte dal nuovo contratto collettivo nazionale di categoria.
La formazione Utifar prosegue con la proposta di un nuovo evento che si terrà in Puglia dal 26 agosto al 2 settembre.
Tema del corso Ecm:
Dagli algoritmi all’intelligenza artificiale: come cambiano i social media e le nuove opportunità per la farmacia”.
Questo il programma delle
giornate:
giorno 1: L’evoluzione dei social “tradizionali”. Da Facebook a Instagram: un’analisi di come la farmacia ha affrontato que
Il corso intende fare cultura e informazione sulle opportunità e i rischi legati all’utilizzo dell’IA da parte del farmacista. Anzitutto, si analizzerà l’evoluzione dei social tradizionali, da Facebook a Instagram, facendo una analisi di come la farmacia ha affrontato queste sfide comunicative negli ultimi anni. Saranno inoltre affrontate le sfide comunicative più recenti, come l’utilizzo di alcune specifiche piattaforme social tra cui Telegram, Spotify, Whatsapp.
L’obiettivo è quello di analizzare l’importanza di comunicare aspetti valoriali in linea con l’identità della farmacia e la professionalità del farmacista. Rispetto all’utilizzo dell’IA, nuova opportunità e sfida per il farmacista, questo tema sarà trattato sotto traccia a tutti gli argomenti affrontati nelle lezioni. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale non deve infatti essere vista come una scorciatoia per preparare i propri contenuti social, bensì come strumento di facile consultazione al quale ricorrere con spirito critico allo scopo di favorire il dialogo e il confronto con l’interlocutore. Per info e iscrizioni vedi pagina a lato.
Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a:
SEGRETERIA UTIFAR
PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14
20124 MILANO
TEL. 02 70608367
FAX 02 70600297
E-MAIL: utifar@utifar.it
FISCALI:
Studio Brunello e Partner,
Dr. Marino Mascheroni
LEGALI E LEGISLATIVE:
Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi
GALENICHE:
Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano
MEDICINE NON CONVENZIONALI:
Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto
ASSICURATIVE:
Mutua Tre Esse
ENPAF:
Dr. Paolo Giuliani
BANCARIE E FINANZIARIE:
Dr. Giampiero Bernardelle
PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE:
Arch. Luca Melchionna
E’ possibile posizionare una croce luminosa sulla provinciale (in prossimità dell’incrocio) distante 200 m dalla mia farmacia che sia d’aiuto per chi percorrendo questa strada durante il giorno o durante il servizio notturno abbia bisogno di raggiungere la farmacia?
Più volte infatti la gente che di notte cerca la farmacia fatica a trovarla.
L’insegna delle farmacie è stata considerata dalla giurisprudenza amministrativa (TAR Lombardia, IV Sezione, 9/12/2015 n. 2600) differente dagli impianti pubblicitari e di conseguenza deve prevedersi un’interpretazione estensiva dell’art. 47 DPR 495/92 anche nel caso di insegne, quali quella d’interesse, collocata a 200 metri dalla farmacia.
Tuttavia, nella fattispecie analizzata, il Giudice Amministrativo ha tenuto conto della L.R. Lombardia n. 21 del 3/4/2000 che, all’art. 9, co. 2, prevede l’obbligo, per le farmacie di tenere accesa un’insegna luminosa, della misura fino ad un metro quadrato per facciata, preferibilmente a forma di croce di colore verde che ne faciliti l’individuazione. Da ciò si desume l’esistenza di un obbligo di legge di rendere visibili detti esercizi, che giustifica la collocazione dell’insegna di che trattasi, anche in punti di congiunzione di due strade, con la finalità di consentire a coloro che ignorino l’esatta collocazione della farmacia, di individuarne la sede.
Quanto precede evidenzia altresì l’insussistenza della natura pubblicitaria dell’insegna di far-
macia, che assume invece una valenza informativa in favore dell’utenza.
La fattispecie in esame, tuttavia, deve tener conto della Legge Regionale del Veneto n. 16 del 16/5/2019 che all’art. 8 prevede solo l’obbligo “di tenere accesa un’insegna luminosa preferibilmente a forma di croce, affissa perpendicolarmente alla facciata”.
Di talchè, l’Amministrazione locale potrebbe non vedere di “buon occhio” la richiesta dell’interessato.
Sarà, quindi, opportuno verificare presso l’Amministrazione il buon esito dell’istanza prima di incorrere in spiacevoli esiti. Avv. Paolo Leopardi
Mi sono accorto che una ditta mi ha inviato DDT di consegna di ossigeno domiciliare per una paziente per la quale non avevo fatto nessuna richiesta, non avendo avuto ricetta e/o comunicazione verbale che mi avrebbe spinto a fare comunicazione con richiesta di prescrizione al medico curante. Ho scritto una e-mail alla ditta chiedendo delucidazioni e riservandomi, visto quanto successo, di controllare i mesi precedenti. Mi sono accorto cosi che la ditta aveva consegnato nei precedenti 3 mesi ben 10 volte senza che né io né l’ASP fossimo a conoscenza della cosa. Non posso chiedere pagamento alla paziente perchè senza prescrizione, non si consegna ossigeno e, non avendo prescrizione, l’ASP non autorizza la consegna domiciliare e, chiedendo
il pagamento, darei ragione alla ditta che ha fatto consegna abusiva, all’oscuro mio e dell’ASP. Ho inviato 3 PEC alla ditta, chiedendo nota di credito, in modo da pagare solo quello dovuto, ma mi continua a inviare e-mail di sollecito pagamento.
La questione appare chiara: per equivoco, oppure in malafede, la ditta ha effettuato consegne non autorizzate dalla farmacia e quindi è corretto non pagarle diffidando la ditta all’emissione di nota di credito od ad altro tipo di transazione.
Avv. Paolo Leopardi
IVA SU TEST TRAMITE PRELIEVO PUNGIDITO
Chiediamo chiarimenti riguardo la corretta applicazione dell’Iva sui test qualitativi tramite prelievo capillare con pungidito. Ho sentito dire che se il test è un autotest eseguito in autonomia su se stesso dal paziente, l’iva è al 22%, mentre se il test è indotto, cioè eseguito dal professionista qualificato (farmacista o infermiere) allora l’iva è esente o ridotta.
Quando si tratta di analisi di prima istanza, siamo nel campo di quelli che vengono definiti test di autocontrollo nella logica che siano effettuati in qualche modo direttamente dal cliente-paziente con il solo supporto-ausilio di personale sanitario, farmacista o infermiere che sia.
Il trattamento IVA comporta l’applicazione dell’aliquota relativa alle prestazioni di servizio del 22%.
Quando passiamo alle prestazioni come Ecg, holter e simili, con
utilizzo di macchinari e attrezzature eventualmente anche da remoto, effettuate da personale sanitario, es. infermiere, siamo di fronte a prestazioni sanitarie per le quali è previsto il regime di esenzione IVA ex art. 10, comma 1, nr 18 Dpr 633/72. Per quanto riguarda il Covid-19, è stata applicata una disciplina transitoria durante il periodo emergenziale venuta meno dal 1^ gennaio 2023.
In base al Dl 34/2020 è stato introdotto un regime di esenzione specifico – si trattava in realtà di un’IVA ad aliquota 0% – che riguardava anche le cessioni di Dpi – es. guanti e mascherine. A partire dal 2021 e per tutto il 2022 per i Dpi è stato previsto il passaggio all’IVA ridotta con aliquota 5%, mentre nel caso dei tamponi è stato mantenuto il regime di esenzione Covid.
Dal 2023 occorre distinguere tra cessione e servizio.
Nel caso in cui si stia parlando della sola cessione del tampone, che verrà poi effettuato in completa autonomia dal paziente, siamo di fronte a una cessione di strumentazione diagnostica Covid-19, con applicazione dell’IVA con l’aliquota del 5% prevista dalla Tabella A, parte II-bis, nr 1-ter allegata al Dpr 633/1972. Nel caso invece di servizio di tampone antigenico per la diagnosi Covid-19 svolto direttamente in farmacia con l’assistenza di personale sanitario, dal 1^ gennaio 2023, trattandosi, come detto in precedenza, di prestazioni sanitarie, è applicabile il regime di esenzione previsto dall’art. 10 Dpr IVA già citato, con la conseguenza che sarà applicata la parte della normativa IVA
che riguarda il c.d. pro-rata e che potrà comportare l’indetraibilità parziale dell’imposta sul valore aggiunto assolta sugli acquisti in proporzione all’incidenza sul fatturato di quello esente.
Avv. Paolo Leopardi
RIMBORSO IVA
Dovendo ristrutturare i locali della farmacia, mi chiedo se l’Iva pagata sul totale delle opere eseguite possa essere rimborsata e quale sarebbe eventualmente la tempistica. La procedura di rimborso Iva è consentita previa istruttoria dell’Agenzia Entrate semplificata per importi inferiori a € 30.000,00, mentre per importi superiori è richiesto il visto di conformità di un professionista ed una dichiarazione sostitutiva di atto notorio sulla sussistenza di determinati requisiti patrimoniali.
Avv. Paolo Leopardi
VOLANTINI FUORI COMUNE
La mia farmacia è inserita in un quartiere periferico della città. Succede che la farmacia sita in un comune autonomo distante 3 km, divulghi volantini riportanti notizie di offerte di servizi gratuiti (m.o.c., analisi sangue ,etc,) e una carta fedeltà a punti che permette di eseguire gli stessi servizi al raggiungimento di un punteggio acquisito per l’acquisto di tutti i prodotti eccezione fatta per il farmaco in fascia A e C. I clienti residenti in zona hanno trovato questa proposta nella propria cassetta postale. Inoltre, anche volantini con le relative offerte. Mi chiedo se questo comportamento trop -
po commerciale sia legittimo, soprattutto al di fuori della sede in cui ricade la farmacia. La farmacia, da una parte, eroga un servizio pubblico, di natura sanitaria; dall’altra, esercita un’attività d’impresa.
Sotto quest’ultimo profilo, le farmacie promuovono la propria attività e i propri servizi per affrontare la quotidiana sfida della concorrenza.
La natura di servizio pubblico che caratterizza la farmacia implica tuttavia la necessità di regolamentare, più attentamente e specificamente rispetto ad altre attività imprenditoriali, condizioni e limiti della promozione pubblicitaria secondo quanto dettato dall’art. 2, comma 1, del D.lgs. n. 145/2007 secondo il quale la stessa consiste in “qualsiasi forma di messaggio che è diffuso, in qualsiasi modo, nell’esercizio di un’attività commerciale, industriale, artigianale o professionale allo scopo di promuovere il trasferimento di beni mobili o immobili, la prestazione di opere o di servizi oppure la costituzione o il trasferimento di diritti ed obblighi su di essi”.
Si tratta quindi di una nozione molto ampia di pubblicità, che prescinde dal mezzo attraverso il quale il messaggio pubblicitario venga diffuso, purché lo stesso sia finalizzato a promuovere, anche indirettamente, una determinata attività imprenditoriale. Nel caso della farmacia, si può dunque definire come pubblicità qualsiasi forma di messaggio, comunque diffuso, che abbia lo scopo di promuovere la farmacia in generale o alcuni elementi specifici, quali ad esempio la presenza di de -
terminati reparti o la prestazione di determinati servizi. Ovviamente, il tutto nel rispetto di quanto dettato dal citato D.lgs. n. 145/2007.
L’art. 5 del D.lgs. 145/2007 prevede altresì che la pubblicità deve essere sempre “chiaramente riconoscibile” come tale, e che la pubblicità a mezzo di stampa deve essere distinguibile dalle altre forme di comunicazione al pubblico, con modalità grafiche di evidente percezione. Ai destinatari del messaggio pubblicitario deve dunque essere consentito di riconoscere la natura promozionale e non indipendente dello stesso, in modo che venga attivata una sufficiente reazione critica e soglia di attenzione.
Sempre con riferimento alla disciplina generale della pubblicità, l’art. 2, lett. b), del Dlgs 145/2007 vieta la pubblicità ingannevole, definita come “qualsiasi pubblicità che, in qualunque modo, compresa la sua presentazione, è idonea a indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico, ovvero che, per questo motivo sia idonea a ledere un concorrente”.
Dal punto di vista deontologico, l’art. 23 del Codice Deontologico del Farmacista (approvato dal Consiglio Nazionale in data 7 maggio 2018), in linea con il quadro normativo vigente e con gli orientamenti espressi dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato in materia di disciplina della pubblicità prevista dai codici deontologi-
ci, consente la promozione sia della professione di farmacista che della farmacia stessa, purché nel rispetto dei principi di correttezza, veridicità e trasparenza, e purché la pubblicità non sia equivoca, ingannevole o denigratoria.
La pubblicità può essere fatta utilizzando anche mezzi di comunicazione di massa, al fine di segnalare l’esistenza della farmacia e di pubblicizzare le caratteristiche dell’esercizio e i servizi offerti. La norma deontologica prevede tuttavia che il farmacista, contestualmente all’attivazione della pubblicità, debba trasmetterne il contenuto all’Ordine di appartenenza; in concreto dunque ogni Ordine, ove lo ritenga opportuno o necessario, provvederà ai dettagli di trasmissione dei contenuti della pubblicità.
Il Codice Deontologico si riferisce al “farmacista”, intendendosi per tale il direttore responsabile della farmacia.
Come noto, a seguito delle novità introdotte dalla L. n. 124/2017 – che ha riconosciuto la possibilità per le società di capitali, anche interamente partecipate da soci non farmacisti, di essere titolari dell’esercizio della farmacia – il direttore della farmacia, nella sua qualità di farmacista, è chiamato a garantire che la complessiva organizzazione e l’esercizio della farmacia siano adeguati alla funzione di presidio socio-sanitario assolto dalla farmacia stessa, nonché che siano rispettate dalla farmacia dallo stesso diretta le norme di leggi vigenti, comprese quelle deontologiche.
Il rispetto delle regole deontologiche sulla pubblicità deve
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*il richiedente deve necessariamente essere socio da almeno un anno e deve aver rinnovato l'iscrizione da almeno 30 giorni dalla scadenza annuale del 28 febbraio.
quindi essere assicurato dal direttore della farmacia indipendentemente dalla volontà della proprietà della farmacia, non essendo consentito che le modalità di gestione della farmacia di proprietà di soggetti non farmacisti possa determinare una violazione di tali regole. Avv.
Paolo LeopardiCon la presente si richiedono dei chiarimenti in merito all apertura di una nuova sede farmaceutica. Questo è quanto accaduto: con la legge Bersani è stata istituita nel mio comune una seconda farmacia. Dopo vari interpelli, la nuova sede è stata assegnata ad una società formata da due farmacisti con apertura prevista a dicembre 2022. La farmacia ancora ad oggi non è stata aperta avendo chiesto alla Regione una proroga alla data di apertura adducendo motivi legati alla gravidanza di una dei due soci. Quali sono i casi in cui può essere prorogata l’apertura di una farmacia?
Nel caso che la regione abbia concesso la proroga accettando tali motivazioni, come potrei oppormi a questa decisione ?
Vorrei inoltre sapere, nel caso la società chiederà successivamente lo spostamento della sede in zona più appetibile avvicinandosi troppo alla mia sede, come potrei tutelarmi. I motivi per la richiesta di proroga come nella fattispecie in esame sono svariati e l’esito dipende dalla discrezionalità
della Regione competente. Non vi può essere interesse da parte del titolare di una farmacia vicina di opporsi ma semmai di qualche altro candidato collocato utilmente in graduatoria. Con riferimento ad eventuali richieste di revisione della pianta organica occorrerà stare bene attenti in quanto, in quel caso, il titolare può intervenire nel procedimento amministrativo opponendosi prima stragiudizialmente e poi in caso di revisione accettata con un’azione innanzi al TAR competente. L’Autorità competente è il Comune di competenza.
Avv. Paolo Leopardi
PREPARAZIONI STERILI
Siamo una farmacia privata che fa tanta galenica. In tale ambito seguiamo le norme di buona preparazione (NBP) descritte nella farmacopea e ci atteniamo ad un sistema di qualità e HACCP nostro come anche descritto nelle NBP. All’inizio di quest’anno ci siamo dotati di una camera sterile con tutte le specifiche tecniche obbligatorie (differenza di pressione, filtri HEPA, cappa a flusso laminare “A”, locale “B”,airlock “C” e spogliatoio “D”) ed io stesso ed una mia collaboratrice abbiamo seguito vari corsi di specializzazione nell’ambito delle preparazioni sterili. Nell’ambito delle preparazioni galeniche sterili, parlando anche con dei colleghi, ci rimane però un dubbio: come farmacia privata, per quanto riguarda le preparazioni parenterali/sterili dobbiamo seguire le Norme
di buona preparazione oppure ANCHE l’Annex 1 della Good Manufacturing Practice (GMP)?
Come riportato in F.U. XII alla pagina 1423 Punto 11.1.2: “Gli ambienti di preparazione devono essere separati dagli altri locali di preparazione. Gli ambienti dovranno essere classificati secondo il grado di rischio del processo impiegato in conformità all’Allegato 1, fabbricazione di medicinali sterili, delle Norme di Buona Fabbricazione”. L’ingresso ai locali deve avvenire tramite appositi locali filtro o spogliatoi, dello stesso grado del locale a cui si accede, dove il personale lascia i propri indumenti e dove indossa le dotazioni previste. Quindi sì, l’allestimento di preparati sterili in farmacia prevede di operare in conformità alle Norme di Buona Fabbricazione Annex 1 (versione prossima ad entrare in vigore consultabile all’indirizzo : https://www. notiziariochimicofarmaceutico. it/2022/09/06/pubblicata-la-versione-finale-del-nuovo-annex-1-delle-gmp/).
Team Galenica UtifarVorrei delucidazioni in merito allo sconfezionamento e alla ricostituzione del luminale in CPS per uso veterinario. Nello specifico, come avviene la procedura di scarico nel registro stupefacente. Abbiamo una richiesta per la preparazione di 100 Cps da 6 mg di fenobarbitale.
Il medico veterinario deve emettere una prima prescrizione per il farmaco industriale che
andrà scaricato dal registro stupefacenti e andrà registrata la spedizione della ricetta sulla piattaforma REV. Il medico dovrà poi redigere una seconda prescrizione ( che andrà registrata anch’essa nella piattaforma REV) con l’indicazione dello sconfezionamento e allestimento delle unità posologiche e del relativo dosaggio.
Le compresse non utilizzate del medicinale industriale devono essere restituite al proprietario e non possono essere riutilizzate in un secondo tempo per un’altra preparazione. Sul foglio di allestimento ( o sulla ricetta nel caso si seguano le norme semplificate) va annotato lotto e scadenza del farmaco utilizzato. Si raccomanda altresì di consultare una scheda di sicurezza relativa al principio attivo del farmaco industriale utilizzato in modo da adottare le dovute precauzioni previste compreso l’utilizzo dei DPI e dei DPC prescritti.
Team Galenica Utifar
I FORMALISMI DELLA REV
Nella farmacia dove lavoro è arrivata una REV veterinaria in cui viene prescritto l’allestimento di olio di bediol mediante metodica Calvi.
Nella suddetta ricetta non è stato apportato il timbro, né la firma del medico e tantomeno il codice alfanumerico per il proprietario del cane. Trattatasi quindi di una veterinaria classica. In questo particolare caso la ricetta può essere accettata o devono essere rispettati tutti i formalismi come per una ricetta ad uso umano?
In forza del decreto legislativo n. 136/2022 - dal 27 settembre 2022-, e come chiarito dalla Circolare del Ministero della Salute del 16 Novembre 2022, è obbligatorio l’utilizzo della ricetta elettronica veterinaria (REV) per la prescrizione veterinaria di medicinali stupefacenti, con l’esclusione dei medicinali contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope incluse nella sezione
A. L’eventuale blocco temporaneo del sistema operativo “non impedisce la continuità di prescrizione dei medicinali veterinari né la loro dispensazione all’utente finale”. Infatti” qualora risultasse impossibile accedere al sistema per cause di forza maggiore, si potrà in ogni caso utilizzare in alternativa le precedenti modalità operative cartacee, fermi restando gli obblighi di popolamento del sistema, per quanto di rispettiva competenza, al ripristino della corretta funzionalità del sistema, come descritto sia nel Manuale Operativo - versione 2.0 di aprile 2019 (punto 6.2) che nel Disciplinare tecnico, parte integrante del Decreto del Ministro della salute 31 maggio 2022 (punto 3.3), pubblicato nella homepage del sito https://www.ricettaveterinariaelettronica.it/.
Annotazioni a cura del farmacista
Il farmacista è tenuto ad annotare sulla ricetta la data di spedizione e apporre il timbro della farmacia, per quanto riguarda la dispensazione di medicinali veterinari contenenti sostanze stupefacenti o psicotrope comprese nella tabella dei medicinali, sezioni B e C.
Questo obbligo può ritenersi assolto all’atto della spedizione della ricetta dematerializzata. La prescrizione medico veterinaria dematerializzata, registrata a sistema, non potrà essere spedita più di una volta.
Conservazione digitale della ricetta
Per i farmaci a base di sostanze comprese nelle sezioni B e C, spedita con la REV, l’obbligo di conservazione della ricetta può ritenersi assolto anche con la conservazione digitale, purché per il tempo previsto. La circolare ministeriale spiega che è sufficiente l’annotazione del numero e della data della ricetta o della richiesta nella pagina del registro stupefacenti relativa allo scarico del farmaco dispensato (sezioni B e C), al fine di consentire un agevole recupero del documento dal sistema, per l’assolvimento degli adempimenti normativi relativi alla tenuta del registro medesimo.
Team Galenica Utifar
Mi viene richiesta una preparazione galenica veterinaria di fludrocortone acetato capsule. Questa preparazione richiede formalismi particolari in ricetta?
Si configura doping o altre criticità?
Il principio attivo è presente in un medicinale industriale il cui utilizzo è autorizzato esclusivamente in ambiente ospedaliero. Pertanto, la ricetta veterinaria deve essere intestata alla
struttura (ambulatorio, clinica, ospedale) e non al proprietario dell’animale trattandosi quindi di rifornimento per scorta propria. In calce alla ricetta devono essere riportati i riferimenti del proprietario.
Il farmaco è anche incluso nelle sostanze il cui utilizzo è considerato doping.
Controllare i DPI e DPC necessari per la manipolazione del prodotto dalla scheda di sicurezza. Il prodotto va conservato sotto chiave (P405).
La circolare può essere consultata all’indirizzo: https://www. fnovi.it/node/48154
Team Galenica Utifar
L’adrenalina fiale farmaco va considerata veleno o si può conservare in cassettiera?
Al di la della temperatura di conservazione, la Tabella numero 3 della Farmacopea Ufficiale XII (nota 1) recita testualmente: “Le prescrizioni dell’articolo 146 del TULS si applicano all’elenco delle sostanze di cui alla presente tabella e non ai medicinali che le contengono sia nel caso di preparati soggetti ad A.I.C. che di preparati magistrali ed officinali”. Per cui il farmaco adrenalina fiale non deve essere conservato in armadio chiuso a chiave.
Team Galenica Utifar
Per quanto tempo occorre conservare le ricette mediche galeniche contenenti veleno?
Le ricette di preparazioni galeniche contenenti sostanze considerate velenose vanno conservate 6 mesi a meno che la sostanza non sia anche considerata doping e pertanto le ricette vanno conservate fino al 31 luglio dell’anno successivo in cui sono state spedite dette ricette.
Team Galenica Utifar
Desidero ricevere l’elenco aggiornato degli obbligatori da tenere in farmacia. Inoltre chiedo se iodio e carbone vegetale vanno registrati nel registro delle materie prime.
La lista dei medicinali e delle sostanze obbligatorie da detenere in farmacia sono riportate al seguente link del BLOG
UTIFAR: https://blog.utifar.it/le-sostanze-obbligatorie-da-tenere-in-farmacia/ Oppure inquadrare il qrcode per accedere all’articolo direttamente:
DIAZEPAM CREMA VAGINALE
Sto cercando letteratura circa l’allestimento di diazepam crema vaginale Mi sapreste aiutare?
Per quanto riguarda la crema vaginale di Diazepam:
1. Diazepam 0,1 gr.
2. Sorbitan monostearato 2 gr.
3. Polisorbato 60 1,5 gr.
4. Spermaceti sintetici 3 gr.
5. Alcool cetilstearilico 10 gr.
6. 2- Ottildodecanolo 13,5 gr.
7. Etanolo 96° 4 gr.
8. Glicole propilenico 17 gr.
9. Alcool benzilico 1 gr.
10. Carbomer 940 0,1 gr.
11. Acqua depurata q.b. a 100 gr. Allestimento:
A)Sciogliere 1 in 7 e 8.
B) Fondere 2,3,4,5, e 6.
In merito alla seconda domanda si conferma che le sostanze Iodio e Carbone vegetale vanno registrate in entrata in ottemperanza alle norme di buona preparazione.
Team Galenica Utifar
C) A parte sciogliere 10 in 11 e scaldare fino a temperatura di fusione di B.
Unre B e C e agitare con cautela fino a raffreddamento quasi completo.
Aggiungere a questo punto A. Team Galenica Utifar