Nuovo collegamento n. 5-21

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L'EDITORIALE

di Eugenio Leopardi, Presidente Utifar

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A COSMOFARMA, PER PARLARE DI CAMBIAMENTO

urante questa pandemia, la farmacia non è stata certo ferma. Al contrario, ci siamo adattati per offrire le migliori risposte alle esigenze di salute del cittadino e alle necessità organizzative dei sistemi sanitari nazionali e regionali. La capacità di reazione che abbiamo dimostrato è indice della forte volontà di quel cambiamento che invochiamo da anni e che, negli ultimi mesi, è stato reso necessario dagli eventi. La capacità di resilienza della categoria, concetto del quale noi di Utifar abbiamo più volte parlato in questi ultimi anni, è emersa con forza nel momento in cui le farmacie hanno saputo farsi trovare pronte alle diverse sfide che la pandemia ci ha proposto. Dapprima, organizzando un efficace sistema di protezione per il cittadino e per i lavoratori: in poche ore, collaboratori e titolari hanno fatto squadra allestendo i plexigas, strutturando percorsi di sicurezza per il pubblico e indossando i più adeguati sistemi di protezione personale. Abbiamo sempre svolto il nostro servizio, garantendo, in ogni momento, la nostra presenza ai cittadini. Tuttavia, la vera sfida non era quella di rimanere semplicemente “aperti”. Siamo andati oltre, preparandoci professionalmente alle vaccinazioni (in primis tramite il corso organizzato da Utifar) e strutturandoci per effettuare i tamponi. Non avevamo mai svolto prima servizi di questo tipo. Vaccini e tamponi, oggi, vengono eseguiti in molte Regioni, con estrema soddisfazione dei cittadini e delle Istituzioni. Ultimamente, il Governo ci ha anche chiesto di calmierare le tariffe dei tamponi, cosa che, personalmente, non condivido, ma credo che, anche in questa occasione, la categoria si sia fatta carico di un ulteriore sacrificio per venire incontro al cittadino. Mi auguro che ci si ricordi di tutti questi sforzi. Il cambiamento della professione è iniziato, ma richiederà ulteriori prove per essere portato a termine. Occorre che i singoli farmacisti continuino sulla strada della formazione, accrescendo le proprie competenze e che le nostre rappresentanze dialoghino con le istituzioni per incrementare i servizi offerti alla cittadinanza e utilizzare al meglio le risorse del PNRR. La strada è stata imboccata, ma è ancora lunga e passa anche per una implementazione tecnologica delle farmacie. Cosmofarma ha colto perfettamente lo spirito di questi tempi, dedicando la sua 24esima edizione al tema della ReAzione. Tra gli eventi proposti all’interno della manifestazione, Utifar curerà il convegno dal titolo “La farmacia europea nell’era del Covid-19: difficoltà e nuovi orizzonti” che si svolgerà venerdì 10 settembre alle ore 10 presso l’Aula Magna all’interno del padiglione 28. Il confronto con gli altri Paesi europei è fondamentale in un momento, come questo, dove il cambiamento può trarre ottimi spunti anche dalle esperienza di chi ha già compiuto determinati passi in alcune delle direzioni che anche la farmacia italiana è destinata ad intraprendere. L’importanza di Cosmofarma, quest’anno, non risiede solo nei suoi contenuti, ma anche nella ritrovata possibilità di un confronto tra colleghi attorno ai nuovi temi derivanti dal cambiamento in corso. Noi di Utifar ci saremo e vi aspettiamo, di persona, allo stand …. . Aspetto di incontrarvi, anche allo stand, dove sarò lieto di ricevere i soci che vorranno venirmi a trovare, subito dopo il convegno Utifar di sabato, per parlare del futuro della nostra professione. Devo ammetterlo: Cosmofarma, quest’anno, ha un sapore del tutto diverso. Il sapore della resilienza. Nuovo COLLEGAMENTO

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SEGUICI SU

IN FOTO: FARMACIA CAST ELV E T RO

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VIA PIERO DELLA FRANCESCA, 38

MILANO


SOMMARIO n. 5 2021

Direttore responsabile Eugenio Leopardi Responsabile editoriale Alessandro Fornaro Comitato di redazione Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia Bernocchi Alessandro Maria Caccia - Giancarlo Esperti Eugenio Leopardi - Giuseppe Monti - Luigi Pizzini Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia Progetto grafico e impaginazione Emanuela Esquilli Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513 email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297 La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono www.utifar.it - utifar@utifar.it

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SPECIALE COSMOFARMA

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EG STADA GROUP PARTNER DI EVENTI E CORSI

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OMEOPATIA IN ITALIA Intervista a Giovanni Gorga

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Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXII n. 5 2021 Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000 ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)

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dal 1957

ALLA RICERCA DEGLI ANTICORPI

CARENZE NUTRIZIONALI MODERNE di Valentina Tomasi e Antonio Vittorino Gaddi

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IL PUNTO DEBOLE DEGLI ITALIANI LO STOMACO di Vincenzo Zotttoli

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L'IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE Intervista a Piera Di Martino di Alessandro Fornaro

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Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate

UTIFAR

FENAGIFAR:

PRONTI ALLA RIPARTENZA IN PRESENZA di Paolo Levantino

di Alessandro Fornaro

Immagini Adobestock Stampa D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE

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AZIENDE NOVITÀ

VOCI DA DIETRO IL BANCO nterviste Storie e I

di Alessandro Fornaro e Giulio Valeriano

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DALLE AZIENDE

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CONSULENZE UTIFAR

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SPECIALE COSMOFARMA

COSMOFARMA REAZIONE

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osmofarma, la manifestazione leader del settore dell’Health Care, del Beauty Care e di tutti i servizi legati al mondo della farmacia, si svolgerà nel quartiere fieristico di Bologna dal 8 al 12 settembre. Giunta alla sua 24esima edizione, quest’anno Cosmofarma lancia un nuovo filone tematico, sintetizzabile in una sola parola: ReAzione. Gli strumenti a disposizione della farmacia per reagire alle difficoltà del momento sono molteplici. Tra questi, formazione, sviluppo del digitale, relazione con il pubblico sono le principali argomentazioni che guideranno questo nuovo filone, dedicato alla farmacia del futuro. Il tema della ReAzione sarà sviluppato all’interno di un ampio programma convegnistico che si svilupperà nell’intero arco dei tre giorni dedicati alla manifestazione. Oltre al tema della ReAzione, che caratterizza l’edizione 2021, nel programma convegnistico verranno sviluppati anche i filoni tematici più tradizionali, a partire da quello scientifico. Si parlerà inoltre, degli aspetti manageriali, sempre più centrali in una professione che può cambiare solo se all’interno di un perimetro di sostenibilità economica favorevole. nell’ambito manageriale, saranno molti i temi sviluppati nell’area convegnistica: marketing & sales in farmacia dopo la pandemia, sviluppo delle potenzialità della farmacia, cross selling, arredamento e layout. Non mancheranno, in ultimo, i temi istituzionali all’interno dei quali si potranno approfondire le tematiche relative allo scenario politico, economico e legislativo del settore. Da segnalare anche un focus sui vaccini, tema di grande attualità in questi mesi e che vede la farmacia come un punto cardine nell’offerta al pubblico della campagna vaccinale, proponendo un modello del tutto nuovo per la professione, ovvero la figura del farmacista vaccinatore. La manifestazione si svolge infatti sotto il patrocinio delle principali associazioni e istituzioni di categoria: FOFI – Federazione Ordini Farmacisti Italiani, Federfarma, Fondazione Cannavò, e UTIFAR – Unione Tecnica Italiana Farmacisti. Alcuni tra i contenevano proposti nella kermesse bolognese dedicata alla farmacia vedono la partecipazione diretta di queste istituzioni. In particolare, Utifar curerà il convegno dal titolo “La farmacia europea nell’era del Covid-19: difficoltà e nuovi orizzonti”, all’interno del quale si farà il punto rispetto all’evoluzione della professione in un’ottica di confronto con le altre realtà europee. Tra i molteplici convegni che si svolgeranno, abbiamo selezionato per i lettori di Nuovo Collegamento alcuni tra gli eventi più meritevoli di attenzione. Si tratta solo di un breve estratto dell’intero programma convegnistico della manifestazione, consultabile in forma completa sul sito internet di Cosmofarma.

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SPECIALE COSMOFARMA

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CORSI CONVEGNI GIOVEDÌ 9 SETTEMBRE

ORE 14.15 I Paradigmi del Futuro: la farmacia nello scenario oltre il Covid A cura di Francesco Morace Sala Meeting in Farma - Pad.30

ORE 15.30 Il farmacista tra due mondi: come gestire il consumatore "ibrido” A cura di Isabella Cecchini - Head of Primary Market Research, IQVIA Italia Sala Meeting in Farma - Pad.30

VENERDÌ 10 SETTEMBRE ORE 10.00 La farmacia europea nell’era del Covid-19: difficoltà e nuovi orizzonti A cura di Utifar Aula Magna - Pad.28 ORE 10.45

CORSO DI FORMAZIONE Realizzato con il contributo incondizionato di EG STADA Group

PRESENZA DIGITALE e SOCIAL NETWORK in FARMACIA: quali scegliere, quando utilizzarli e come integrarli nell’ attività quotidiana per una corretta comunicazione al paziente A cura di Emanuela Belloni, Docente retail marketing farmaceutico Farma Room – Pad.29 ORE 11.20 LA SALUTE DEI MINORI ALLA LUCE DELLA PANDEMIA COVID 19. Tempestività nelle cure e nell’ospedalizzazione dei bambini: il ruolo della medicina del territorio e delle farmacie A cura della Fondazione Francesca Rava - N.P.H. Italia Onlus Sala Meeting in Farma - Pad.30 ORE14.00 Cosmofarma Business Conference L’IMPORTANZA DEI VALORI - con Massimo Recalcati A cura di Cosmofarma e realizzata con il contributo incondizionato di EG StadaGroupAula - Magna Pad.28 Replica Sabato alle ore 12.15

ORE15.45 VIRUS VACCINI VARIANTI un viaggio con i farmacisti e le farmacie nella nuova normalità A cura di FOFI e di Fondazione Francesco Cannavò Aula Magna, Pad.28 ORE16.15 LE FARMACIE RURALI NEL PNRR: unità elementari di assistenza sanitaria territoriale A cura di Sunifar Sala Meeting in Farma - Pad.30 ORE 16.45 IL FUTURO DELLA FARMACIA TRA E-COMMERCE E CATENE: opportunità o minaccia? A cura di Francesco Cavone - Director, Retail & CH Offering & Operations,IQVIA Italia Cosmofarma Training Hub - Pad.30

SABATO 11 SETTEMBRE ORE 10.00 Nutraceuticals Conference A cura di Cosmofarma Sala Meeting in Farma - Pad.30 ORE 14.15 TESI E SINTESI: raccogliere il testimone e correre più veloce. Diritto di parola A cura di Fenagifar Farma Room – Pad.29 ORE 14.30 COSMETIC SUMMIT A cura di Cosmofarma Spazio Innovazione Pad.29 ORE 15.30 DALLE QUOTE AGGIUNTIVE ALLA RIFORMA STRUTTURALE: la nuova remunerazione come strumento per valorizzare il ruolo professionale della farmacia sul territorio A cura di Federfarma Aula Magna, Mezzanino Pad.28 ORE 15.45 IL FARMACISTA PREPARATORE E L’ATTIVITÀ DI SIFAP A cura di SIFAP Farma Room – Pad.29


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G Stada Group, azienda leader nel settore del medicinali equivalenti, parteciperà a questa edizione di Cosmofarma in una veste nuova e differente: non con il classico stand che i farmacisti ricorderanno dalle edizioni passate, bensì investendo in una serie di eventi e corsi. Questa scelta, del resto, è in linea con la visione innovativa che contraddistingue le iniziative aziendali del 2021. Ben comprendendo il momento particolare che sta attraversando la farmacia, EG Stada si pone al fianco dei farmacisti supportandoli con una serie di iniziative tese ad interpretare nel migliore dei modi e con la massima competenza questo cambiamento epocale verso una farmacia dei servizi sempre più vicina alle esigenze di salute dei cittadini. Abbiamo chiesto a Salvatore Butti, General Manager e Managing Director di EG Stada di illustrarci i motivi di questa scelta.

“Come partner di fiducia ci impegniamo non solo continuando a sviluppare un ampio e variegato listino di farmaci equivalenti, biosimilari, specialistici e prodotti di Consumer Healthcare, ma anche attraverso iniziative di formazione e servizi che possano supportare i Farmacisti e le Farmacie, vero e proprio presidio di prossimità del Ssn". In quest’ottica, il programma di eventi promossi da Eg Stada è davvero ampio. Venerdì 10 settembre alle 14:30 si parlerà di valori con il noto sociologo Massimo Recalcati. “Noi di EG Stada Group - ci ha ricordato Salvatore Butti - abbiamo una cultura fondata su 4 valori (Integrity, Enterpreneurship, Agility e One STADA) che ci guidano ogni giorno nelle nostre azioni per realizzare la nostra purpose “Caring for People’s Health as a Trusted Partner”. Nuovo COLLEGAMENTO

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SPECIALE COSMOFARMA

Per quanto riguarda i percorsi formativi, Eg Stada sponsorizza un corso che si terrà sia venerdì 10 alle 11:00 sia sabato 11 alle 12:15: Il corso fornisce al Farmacista suggerimenti per costruire un rapporto di fiducia con i propri interlocutori, per fornire le corrette informazioni e quindi informali in modo adeguato anche attraverso l’uso dei social media. Quest’ultimi, infatti, durante la pandemia, hanno permesso al farmacista di comunicare meglio con il proprio paziente non solo soccorrendolo ma anche contrastando il diffondersi di fake news. Il corso si propone di fornire una panoramica rispetto ai principali vantaggi e limiti dei più importanti strumenti digitali utilizzabili oggi in farmacia, favorendo così nei partecipanti l’acqui-

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sizione di risorse attraverso cui creare e gestire la comunicazione con i propri pazienti/clienti. Altra iniziativa sponsorizzata da Eg Stada sarà un webinar accreditato Ecm e realizzato da Fondazione Rava. L’incontro, dal titolo “Tempestività nella cura dei minori nell’età evolutiva. Il ruolo della medicina del territorio e dei farmacisti” si svolgerà il 10 settembre. Si tratta di un evento importante che vede il patrocinio di FOFI e di Federfarma e rientra nel ciclo di webinar della Fondazione Rava sulla salute dei minori nell’emergenza Covid-19. L’evento è aperto a farmacisti, operatori sanitari, istituzioni, aziende e giornalisti e si svolgerà sia in presenza, sia in modalità streaming per chi non sarà presente alla manifestazione.

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a Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus, nell'ambito dell'iniziativa nazionale In Farmacia per i Bambini, organizza un ciclo di webinar dedicati al tema della salute dei minori nella pandemia. La Fondazione aiuta l’infanzia e l’adolescenza in condizioni di disagio, le mamme e le donne fragili in Italia, in Haiti e nel mondo. Grazie all’iniziativa nazionale In Farmacia per i bambini, dedicata alla sensibilizzazione sui diritti dei bambini e di raccolta di farmaci e prodotti baby-care, la Fondazione Francesca Rava sostiene concretamente, ogni anno, 40.000 minori in povertà sanitaria. L'obiettivo del ciclo di webinar è quello di creare consapevolezza sulle fragilità e patologie nate nell’emergenza Covid-19 e far emergere riflessioni e proposte di soluzioni e intervento, tenendo presente, oggi più che mai, la figura centrale del farmacista, sentinella e punto di riferimento del territorio per capacità di ascolto, orientamento e guida dei cittadini di tutte le età. Il ciclo di webinar della Fondazione Francesca Rava, patrocinati da Federfarma e FOFI, è stato aperto in giugno con un tema di grande attualità: la salute mentale degli adolescenti. L'isolamento, il distanziamento sociale, la didattica a distanza (DAD), l'ansia e l'incertezza legata anche alla paura per la malattia dei genitori, hanno creato una vera e propria escalation di disagi psicologici, psichiatrici e nuove fragilità.

Ed ora la riflessione sarà declinata sul tema della cura dei minori nell’età evolutiva, attraverso un focus specifico sul ruolo della medicina del territorio e dei farmacisti. Si terrà infatti nell’ambito di Cosmofarma il webinar dal titolo: Tempestività nella cura dei minori nell’età evolutiva: il ruolo della medicina del territorio e dei farmacisti. L’incontro si svolgerà in presenza e in streaming ed è accreditato come corso ECM per i Farmacisti. Tra gli esperti: Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore Pediatria e PS Pediatrico Ospedale Fatebenefratelli - Sacco - Buzzi di Milano, Michele Pellegrini Calace, Tesoriere Federfarma Nazionale e Presidente Federfarma BAT, Arrigo Selli, Pediatra AUSL Romagna, Andrea Riva, Amministratore Delegato Neo Apotek, Angela Margiotta, Farmacista Territoriale, Claudio Cricelli, Presidente SIMG, Giuseppe Banderali, Vice-Presidente SIP. Modera: Laura Benfenati, Direttore iFarma. Il webinar verrà registrato e sarà disponibile in seguito sul sito: www.infarmaciaperibambini.org


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Intervista a Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese

SEMPRE PIÙ ITALIANI SI AFFIDANO ALL'OMEOPATIA, MA IL CONSIGLIO DI MEDICI E FARMACISTI È FONTDAMENTALE PER IL CORRETTO UTILIZZO DI QUESTI FARMACI

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farmaci omeopatici sono molto popolari in Italia, il terzo mercato europeo dopo Francia e Germania, con 9milioni di utilizzatori. Chi ricorre all’omeopatia, ne apprezza in primis l’assenza di effetti collaterali, l’atossicità e il grado di efficacia. Lo dicono fonti ufficiali come Dohapharma ed EMG-Acqua, ma lo provano i fatti: durante la pandemia sempre più persone si sono affidate alle medicine complementari, privilegiando l’ambito dell’immunità e di tutti i prodotti legati a questo settore. Ne abbiamo parlato con Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, l’associazione che in Italia rappresenta le case farmaceutiche omeopatiche. 12

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Presidente Gorga, qual è l’identikit del vostro utilizzatore e per cosa utilizza i farmaci complementari? Il 63% di chi ricorre almeno una volta all’anno ai medicinali omeopatici (*) sono donne di età compresa fra i 35 e i 54 anni con una buona occupazione e un buon livello di istruzione. Con l’omeopatia gli italiani curano soprattutto raffreddori e influenza (59%), patologie articolari o muscolari (26%), problemi gastro-intestinali (25%) allergie e disturbi dell’apparato respiratorio (21%), digestione (19%), insonnia (15%). Ma il dato più interessante è che il 60% delle persone, non necessariamente consumatori


SPECIALE COSMOFARMA

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INTERVISTA

abituali, sostiene che i farmaci omeopatici ed allopatici debbano essere utilizzati insieme. Per Omeoimprese, si tratta del risultato di una battaglia condotta per anni dall’associazione contro chi parla impropriamente di omeopatia definendola "medicina alternativa" e non "medicina integrata". Com’è stato l’impatto del Covid sul mercato omeopatico? Il Covid-19 ha modificato completamente lo scenario in cui operiamo. Di fronte a una situazione sanitaria eccezionale e in assenza di farmaci specifici, molti pazienti si sono affidati alla medicina complementare, orientando la propria scelta verso alcune categorie, come quella degli immunostimolanti, tanto che, nei periodi di picco della curva epidemica, abbiamo registrato un aumento delle vendite a doppia cifra, con punte di fatturato fino ad oltre il 60% per questa categoria di prodotti. Quello che è cambiato, però, è il modo di acquistare. La pandemia ha mutato per sempre molti dei nostri comportamenti, andando ad incidere sulle abitudini d’acquisto anche per quanto riguarda le medicine complementari. Secondo un sondaggio Doxapharma, oggi 1 italiano su 2 che si affida all’omeopatia, compra online. Un trend che, per una persona su 3, è destinato a crescere. Quello che manca all’e-commerce, è però la consulenza mirata. Chi sono i principali alleati dell’omeopatia? Indubbiamente i medici, anche del servizio sanitario, e i pediatri, che affiancano allopatia e medicine complementari per percorsi terapeutici sempre più “su misura”, dove non si cura la malattia ma la persona. Con notevoli benefici. Un ruolo importante nella diffusione dell’omeopatia lo hanno anche i farmacisti, da sempre il miglior punto di riferimento in caso di piccoli disturbi che possono essere affrontati senza l’intervento specialistico, ma che comunque necessitano del consiglio di un professionista della salute. (*)indagine EMG-Acqua per Omeopimprese

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’edizione 2021 di Cosmofarma rappresenta la ripartenza di una manifestazione da sempre improntata a favorire l’incontro tra farmacisti e aziende che presentano prodotti, servizi e nuove idee per il cambiamento e lo sviluppo della nostra professione. Questa ritrovata volontà di stare insieme si svilupperà nel rispetto di tutte quelle che sono le normative anti Covid. Si riparte, quindi, per consentire ai farmacisti di mettere nuovamente al centro la relazione come valore fondamentale e come strumento per un confronto e una crescita professionale condivisa. Fulcro delle attività fieristiche sarà infatti proprio la possibilità di incontrarsi, di formarsi, di conoscersi dal vivo e dunque di arricchirsi di un patrimonio di esperienze condivise. È in questa ottica che la visita agli stand allestiti dagli espositori sarà l’occasione per una ripartenza all’insegna di una nuova farmacia sempre capace di collaborare con i propri partner commerciali per offrire ai cittadini e al Paese un servizio incentrato sulla tutela della salute. In queste pagine, abbiamo sentito la voce di alcune tra le aziende del settore che saranno presenti all’interno dei padiglioni espositivi di Cosmofarma 2021.

ATENA BIO Società diretta dalla famiglia Alili, Atena Bio srl ha puntato fin dal lontano 2005 sul marchio I Sani Bio che tutt’oggi rappresenta l’emblema di questa azienda trevigiana. I Sani Bio comprende oggi 180 prodotti, messi a punto da un team di professionisti che opera nell’ambito della salute. Tra le referenze di maggior successo di questa linea di prodotti naturali vanno citati: Argento Colloidale Ionico Metodo Robert O. Becker, Zeolita ZCA Attivata per il 94,5 per cento in clinoptilolite, Gut Rebalance, Body Detox, Alfalattoalbumina, SILICIUM Silicio Organico Bio, Glucosamina&Collagene. I canali di elezione dell'azienda sono oggi le farmacie, le parafarmacie e le erboristerie, ma l'idea è quella di implementare il proprio business puntando anche sull’e-commerce e sull’apertura di erboristerie in franchising.

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IMMUDEFENSE®: LA FORZA INTERIORE DI TUTTA LA FAMIGLIA. Avere un sistema immunitario forte è importante per riuscire a far fronte agli attacchi esterni e prevenire le infezioni. Oltre ad avere un corretto stile di vita con un’attività fisica regolare, un’alimentazione sana (una quantità sufficiente di frutta e verdura, un’adeguata idratazione) e un buon sonno, anche la micronutrizione può contribuire a sostenere il sistema immunitario. Per questo, dalla ricerca scientifica Metagenics è nato ImmuDefense® un prodotto tutto in uno che contiene le vitamine e i minerali essenziali per sostenere al meglio le difese₁ di tutti. È stato dimostrato che determinati nutrienti specifici, come la vitamina C, la vitamina D, lo zinco e il selenio, supportano il nostro sistema immunitario. Per tutte quelle persone che necessitano di un supporto maggiore è stato creato ImmuDefense® Forte, che aggiunge alle vitamine e ai minerali anche beta-glucani (Wellmune®) ed estratto di tè verde. Metagenics ha pensato alle difese proprio di tutta la famiglia e a Cosmofarma presenterà un nuovo prodotto di questa linea. Si tratta di ImmuDefense® Junior, formulato in modo specifico per i più piccoli. Il sistema immunitario dei bambini è ancora in via di sviluppo. Il loro organismo entra spesso in contatto per la prima volta con alcuni elementi esterni, per i quali non ha ancora sviluppato difese specifiche, per questo hanno bisogno di un’integrazione su misura per loro. ImmuDefense® Junior è una formula tutto in uno con le vitamine e i minerali essenziali necessari per sostenere il sistema immunitario*. Oltre alla vitamina D*, che contribuisce al sostegno delle difese immunitarie dei bambini, la formula contiene anche vitamina C, selenio e beta-glucani. 1 Basato su studi scientifici e convalidato dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).

Metagenics, produttore di micronutrizione di livello scientifico, è un gruppo attivo a livello globale, con sedi negli Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia, Francia e Canada e con distributori in decine di paesi. Metagenics Europe serve l’intero mercato europeo dalla sua sede centrale ad Ostenda (Belgio). Oltre alla linea di produzione e distribuzione, Metagenics dispone anche di un proprio dipartimento di ricerca e sviluppo e di un laboratorio all’avanguardia.

Il team Metagenics Italia vi aspetta a Cosmofarma allo stand E37 del padiglione 29 per presentarvi questa e tante altre novità.


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Intervista a Fabrizio Cappelletto: le sfide nella ricerca e produzione di un’ampia gamma di integratori alimentari. Rimedi naturali che promuovono la salute dell’individuo e ne migliorano la qualità della vita.

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ambiano i consumi nelle farmacie. Sempre più italiani acquistano integratori, prodotti per la cura della persona e prodotti da banco. Il dottor Fabrizio Cappelletto, consulente tecnico di Atena Bio, azienda veneta che nel 2005 ha lanciato il marchio di integratori alimentari ISani Bio, spiega come questi prodotti agiscano, aumentando le risorse a disposizione dell’organismo per mantenere un buono stato di salute. I Sani Bio è un marchio storico che nasce circa 15 anni fa. Come si sviluppa la collaborazione con gli specialisti della salute? «L’obiettivo è sempre stato quello di sviluppare una linea di prodotti che, oltre a svolgere un’azione preventiva, potesse coadiuvare la cura di diverse patologie, in affiancamento alle terapie convenzionali. Stiamo oggi depositando dei brevetti riguardanti nuovi prodotti pensati, ad esempio, all’impiego in ambito oncologico, in concomitanza dei trattamenti tradizionali. Sono 270 le referenze attualmente a catalogo, tutte ideate e standardizzate da un’equipe di professionisti che comprende farmacisti, naturopati, erboristi, medici naturopati, medici convenzionali e ricercatori. Atena Bio srl collabora attivamente con diverse istituzioni scientifiche del nostro Paese e internazionali». Quali sono le caratteristiche di questi prodotti? «Il denominatore comune è migliorare le qualità della vita. Si tratta di prodotti naturali, molti dei quali scandiscono la storia dell’uomo e sono spesso utilizzati e sperimentati fin dall’antichità». Tra i prodotti in evidenza nel vostro catalogo c’è la Zeolite ZCA. Quali sono le sue possibili applicazioni? «Per la sua capacità di assorbire metalli pesanti e altre molecole tossiche, la Zeolite è definita la “spugna intelligente” ed è in grado di combattere lo stress ossidativo del tratto gastrointestinale, neutralizzando i radicali liberi. Può essere utilizzata anche nel caso di problemi dermatologici, poiché svolge un’azione radioprotettiva decontaminante. Le zeoliti sono materiali microporosi di origine vulcanica, chimicamente parliamo di alluminosilicati idrati di metalli alcalini e alcalino terrosi». Ci sono integratori che intervengono su disbiosi, infiammazioni intestinali, candidosi? «Può essere indicato Gut Rebalance, un prodotto fitoterapico in gocce, costituito da viola del pensiero fiori, rosa gallica, rosa canina frutti e lapacho corteccia. Zeolite e Gut Reballance sono costituenti di Body De-

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FENAGIFAR:

PRONTI ALLA RIPARTENZA IN PRESENZA

di Paolo Levantino farmacista clinico e consulente nutrizionale, Presidente Agifar Palermo, scientific writer

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giovani farmacisti guardano con fiducia al prossimo evento congressuale, questa volta in presenza con il consueto appuntamento istituzionale di Cosmofarma 2021. “Cosmofarma ha sempre rappresentato un momento di incontro e confronto sulle tematiche di maggior rilevanza per il futuro professionale – commenta Carolina Carosio, Presidente Nazionale dei Giovani Farmacisti - il convegno presentato dalla Federazione vedrà coinvolti i giovani farmacisti unitamente alle rappresentanze istituzionali, in un momento trasversale di confronto sugli aspetti che più interessano i giovani professionisti”. Il vissuto pandemico percepito sul territorio ha rappresentato una sfida epocale nella storia del nostro Paese, che impone un impegno collettivo finalizzato alla tutela della salute pubblica e getta le basi per il rilancio dell’economia, unitamen22

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te alla voglia di tornare a partecipare attivamente alla vita relazionale e sociale. Troppo spesso la mancanza di coordinamento tra le risorse disponibili e la poca comunicazione, hanno messo in evidenza la debolezza della sanità territoriale, ma allo stesso tempo, si ha una grande consapevolezza di come la figura del farmacista sia stata fondamentale in ambito assistenziale, confermando la sua centralità nel sistema salute: l’assoluta fiducia che i cittadini hanno riposto nell’operato professionale stesso, ne è l’ulteriore conferma. “Ad oggi è fondamentale essere proattivi al cambiamento, siamo in una fase epocale che inevitabilmente interesserà la vite di ognuno, sia ad un livello professionale sia ad livello umano“- continua Carosio – “l’appuntamento di Cosmofarma è da cogliere come punto di svolta, per infondere fiducia, avviare confronti condivisi e prepararsi


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GIOVANI ARMACISTI

alle sfide future". I giovani farmacisti, oltre ad essere fedeli testimoni di quanto vissuto in prima linea, devono essere portavoce delle esigenze della base, mettendo a confronto le differenti proposte condivise ed elaborate dai tavoli tematici di pubblico dibattito realizzati dalla Federazione, per il futuro della Professione. Il Convegno “Tesi e Sintesi: raccogliere il testimone e correre più veloce”, promosso da Fenagifar, vedrà coinvolte, in una tavola rotonda, rappresentanti dei giovani farmacisti Fenagifar, unitamente alle istituzioni di categoria, per restituire un’analisi del mutare dei tempi, con uno spirito proattivo al cambiamento. I temi trattati riguarderanno le nuove competenze del farmacista, la digitalizzazione, le certificazioni, passando per le tutele contrattuali e l’aggiornamento del percorso universitario.

Interverranno Carolina Carosio, Paolo Gerosa, Giuseppe Giannico, Vladimiro Grieco, Paolo Levantino, Michela Soardi. La moderazione, a cura di Roberto Pasqua, sarà mirata ad analizzarne i successi, le difficoltà e le sfide future professionali.

Vi diamo appuntamento sabato 11 settembre 2021 presso Sala Farma Room Pad.28 Ore 14.15 - 15.15

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in dall’inizio della pandemia, la possibilità di verificare la presenza di anticorpi contro il Sars-cov2 nelle persone precedentemente infettate ha suscitato un grande interesse nella popolazione e nel mondo medico. Il fatto stesso che l’infezione si sviluppi in maniera asintomatica nella maggior parte dei soggetti che contraggono il virus ha da subito attirato l’attenzione su analisi strumentali che potessero individuare chi fosse già entrato a contatto con questo nuovo 26

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maledetto coronavirus e con le sue varianti. Inoltre, dato che la ricerca degli anticorpi di tipo IgM indica la presenza di una infezione in corso, si è anche pensato di poter attribuire a queste analisi una certa “valenza diagnostica”. In una fase iniziale di carenza di tamponi molecolari e di incertezza rispetto all’attendibilità di quelli rapidi, qualcuno aveva infatti avanzato l’idea di utilizzare anche la ricerca di anticorpi per monitorare la diffusione del contagio.


RICERCA SCIENTIFICA

Tuttavia, la posizione di molti autorevoli ricercatori è stata apertamente contraria a un loro utilizzo per finalità diagnostiche, consigliando di riservare questa opportunità analitica per monitorare situazioni particolari o per screening di gruppo. Oggi, nuove motivazioni rendono ancora più attrattivi i test per la ricerca degli anticorpi. Sempre più persone, infatti, sono interessate a conoscere la propria carica anticorpale, spesso anche a seguito della vaccinazione. Una sorta di curiosità, talvolta, ma non solo. Altri, sono interessati a conoscere una eventuale infezione contratta, magari in maniera asintomatica, prima di eseguire il vaccino e altri ancora, consapevoli di avere contratto il Covid, vogliono vedere qual è il loro livello residuo di protezione a qualche mese di distanza. Quali che siano gli interessi personali rispetto ai risultati forniti da questa tipologia di analisi, sta di fatto che, in queste ultime settimane, si è tornato a parlare insistentemente di test sierologici e sono sempre di più le aziende che propongono, anche tramite le farmacie, test rapidi per la ricerca degli anticorpi da Sars-cov2. Diventa quindi importante che il farmacista abbia ben chiare le differenti opzioni presenti sul mercato, che conosca gli sviluppi di questo settore e che possa interagire nel migliore dei modi e con la massima competenza con un cittadino sempre più affamato di notizie, curiosità e, giustamente, alla continua ricerca di nuove opportunità “diagnostiche”. Esistono molte tipologie di test per la rilevazione di anticorpi anti Sars-cov2. La prima domanda alla quale dobbiamo metterci di fronte quando valutiamo un test è: “che tipologia di anticorpi ricerca?”. La maggior parte dei test sono progettati per rilevare gli anticorpi delle immunoglobuline contro due differenti proteine: 1) la proteina nucleocapside (proteina N) 2) la proteina spike (proteina S).

I TEST RBD PER LA RICERCA DEGLI ANTICORPI NEUTRALIZZANTI Prima di entrare nel merito di questa fondamentale distinzione, è opportuno introdurre una nuova categoria di test: i cosiddetti test RBD. L’acronimo RBD sta per Receptor Binding Domain. Si tratta di una particolare porzione della Spike, piuttosto piccola e molto specifica, che è deputata al legame con il recettore Ace-2 delle cellule. Delle molte implicazioni derivanti dal legame tra Spike e Ace-2 abbiamo diffusamente parlato in un articolo dal titolo “Una poltrona per due” nel numero 2 del 2021 di Nuovo Collegamento. Ma torniamo al potenziale immunizzante legato agli anticorpi RBD i quali, una volta individuata questa piccola porzione del recettore, vi si legano, impedendo al virus di penetrare nelle cellule. Si tratta quindi di veri e propri anticorpi neutralizzanti e quantificare la loro presenza nel sangue offre una grandissima capacità predittiva della copertura individuale rispetto ad una possibile infezione o reinfezione futura. Si tratta comunque di test piuttosto recenti e, secondo alcune fonti, non sarebbero ancora del tutto standardizzati. Sentirete parlare di particolari valori, ottenuti secondo il primo standard internazionale dell’Oms ed espressi in BAU/ml (Binding Arbitrary Unit). Questo valore consentirà di confrontare risultati ottenuti con metodi diversi. Altro aspetto da considerare è che questi test misurano l’insieme degli anticorpi anti-RBD della Spike, indipendentemente dalla classe a cui appartengono, ovvero indipendentemente dal fatto che siano IgM, IgG e IgA. Misurare nello specifico una classe piuttosto che un’altra può invece essere utile per fornirci informazioni aggiuntive, visto che gli anticorpi IgM vengono durante l’infezione, mentre gli IgG e IgA richiedono alcune settimane. Non essendo in grado di fornire indicazioni temporali, è opportuno eseguire i test RBD a qualche settimana di distanza dalla vaccinazione o dalla presunta infezione. Introdotta questa nuova classe di test sierologici, torniamo alla principale differenza che intercorre tra i test di tipo “tradizionale”. Nuovo COLLEGAMENTO

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UN SOGGETTO POSITIVO AL TEST PER LA RICERCA DEGLI N CHE RISULTASSE POSITIVO ANCHE AGLI ANTICORPI DELLA S, SAPRÀ, CON OGNI PROBABILITÀ, DI AVERE CONTRATTO L’INFEZIONE DA SARS-COV2, ANCHE NEL CASO EGLI FOSSE GIÀ VACCINATO Abbiamo accennato al fatto che si possono cercare due differenti proteine virali: Spike e Nucleocapside. Queste due proteine sono i principali componenti immunogeni del coronavirus e sono prodotte in quantità abbondanti durante l'infezione. In realtà, queste non sono le uniche proteine virali. Il Sars-cov2, infatti, è un betacoronavirus dotato di pericapside e quattro proteine strutturali: Spike (S), di Membrana (M), del Pericapside (E) e del Nucleocapside (N). Tra tutte e quattro, la proteina S è considerata il principale determinante dell'immunità protettiva e della trasmissione, tanto che gli anticorpi monoclonali agiscono proprio contro questa proteina andando a neutralizzare l'infettività virale. Anche i vaccini a mRna e quelli a vettore adenovirale sono stati formulati per attivare nel nostro organismo la produzione di questa proteina e non della N che, tuttavia, come vedremo in seguito, presenta anch’essa un certo potere immunizzante. I TEST QUALITATIVI PER GLI ANTICORPI ANTI-NUCLEOCAPSIDE Infatti, sebbene la maggior parte dei test ricerchi proprio la S (o addirittura la componente RBD della S), esistono test per la ricerca degli anticorpi contro la proteina N. Questi sono i test considerati meno specifici, in quanto la proteina Nucleocapside è quella più comune ai diversi coronavirus. Per questo motivo, i test sierologici che usano N come antigene possono dare origine a falsi positivi come conseguenza di una rilevazione errata di anticorpi che, magari, si sono generati come risposta ad un comune raffreddore causato da un’altro coronavirus. Sembra, tuttavia, che proprio grazie alla loro scarsa specificità, questi anticorpi, anche qualora derivino da infezioni ad altri tipi di coronavirus, possano comunque legarsi alla proteina N di SARS-Cov2 ed avere un certo effetto neutralizzante. Tornando ai test, ci si potrebbe chiedere quale utilità possano avere quelli che ricercano la proteina N. Oltre alla loro rapidità di utilizzo, questi

test qualitativi possono risultare utili per un’altra ragione. Come dicevamo, i vaccini attualmente approvati espongono al sistema immunitario solo la regione RBD della proteina Spike, e non il nucleoclapside. Ecco allora che gli anticorpi in grado di riconoscere il nucleocapside vengono prodotti solo in seguito all’infezione naturale, e non alla profilassi vaccinale. Anche chi è già vaccinato può, quindi, scoprire se è entrato in contatto o meno con il virus: il test risulterà positivo solo nel caso di una pregressa infezione virale da coronavirus. Per evitare di incorrere nei possibili falsi positivi, sarà poi indicato anche un test quantitativo che verifichi la presenza della proteina Spike. Un soggetto positivo al test per la ricerca degli N che risultasse positivo anche agli anticorpi della S, saprà, con ogni probabilità, di avere contratto l’infezione da Sars-cov2, anche nel caso egli fosse già vaccinato. I TEST QUANTITATIVI PER GLI ANTICORPI ANTI-SPIKE Parlando di questa tipologia di test abbracciamo la fascia più ampia dei test attualmente presenti sul mercato, compresi i test rapidi di autoanalisi a disposizione delle farmacia. Le principali differenze che si possono introdurre parlando di questa tipologia analitica fanno riferimento alle metodiche utilizzate e ai parametri di efficacia. Prima di immettere un test sul mercato, le aziende produttrici, in collaborazione con qualche università o istituto di ricerca, eseguono dei test clinici. I valori che emergono da queste ricerche sono in genere due: sensibilità e specificità. Come districarsi nel comprendere a come si riferiscono questi valori? Per spiegarlo, nel modo più semplice possibile, ai clienti della farmacia, possiamo dire che per sensibilità si intende la probabilità che chi è stato esposto al virus o al vaccino risulti positivo al test. Si tratta, in sostanza della capacità del test di non dare falsi negativi. Nuovo COLLEGAMENTO

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I TEST RAPIDI MOSTRANO ALL’UTENTE LINEE COLORATE PER INDICARE RISULTATI POSITIVI O NEGATIVI. TALUNI RICERCANO SOLO LE IGG, ALTRI RICONOSCONO ANCHE LE IGM, AD INDICARE UNA PROBABILE INFEZIONE IN CORSO CHE ANDRÀ POI CONFERMATA CON UN TAMPONE PCR

Al contrario, per specificità, si intende la probabilità che chi non ha contratto il virus e non si è sottoposto a vaccinazione, possa risultare positivo. Per dirlo in altri termini, se il test è poco sensibile si hanno tanti falsi negativi. Se il test è poco specifico si hanno tanti falsi positivi. Mettendola in numeri, se, per esempio, un dato test ha una sensibilità al 90%, vuol dire che su 100 persone positive al test, 10 saranno falsi negativi. Con specificità al 95% su 100 persone immunizzate 95 avranno davvero il Covid, gli altri saranno falsi positivi. Quanto alle metodiche, i classici test rapidi fanno perlopiù riferimento ad una tecnica basata sulla tecnologia “a flusso laterale” (LFIA). Per i test rapidi non occorre un prelievo di sangue ed è sufficiente un pungidito. Si tratta di test qualitativi che offrono in pochi minuti (in genere 10) una risposta di tipo positivo/negativo. Oltre ai test eseguiti su piccoli campioni di sangue ottenuto attraverso la puntura del dito, sono state sviluppate metodiche che analizzano campioni di saliva o liquidi da tampone nasale. Come ben sappiamo, i test rapidi mostrano all’utente linee colorate per indicare risultati positivi o negativi. Taluni ricercano solo le IgG, altri riconoscono

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anche le IgM, ad indicare una probabile infezione in corso che andrà poi confermata con un tampone PCR. Se la tecnologia alla base dei test rapidi sono piuttosto semplici, molto più complesse sono le tecniche che sottendono ai test sierologici utilizzati negli ospedali o nei laboratori di analisi. Queste metodologie offrono anche risultati quantitativi, contando la carica anticorpale dell’individuo. Le metodologie più utilizzate sono la cosiddetta Elisa, il test di chemiluminescenza (CLIA) e il test immunologico con microparticelle chemiluminescenti (CMIA). Senza addentrarci nelle tecniche di laboratorio, già avendo ben chiari i punti che abbiamo fin qui analizzato possiamo essere in grado di formarci un’idea critica rispetto ai differenti test che ci vengono proposti in farmacia. Non solo, questi concetti ci consentono di seguire con maggiore consapevolezza i risultati dei molti studi che vengono pubblicati in relazione a questa complessa, ma fondamentale materia, come, per esempio, lo studio che riportiamo nel box che segue e dal quale emerge una sostanziale equivalenza tra i test che rilevano la S e quelli che cercano la N. Anche attraverso il monitoraggio degli anticorpi si contrasta l’emergenza in corso e le farmacie potranno avere un ruolo sempre più determinante anche in questo settore. Offrire al pubblico e al Ssn strumenti per un riconoscimento attendibile di chi ha già contratto la malattia e verificare l’effettivo perdurare della copertura anticorpale nelle persone guarite o vaccinate rappresentano armi importanti per monitorare lo sviluppo di questa panedemia e per confrontarci con sempre maggiore consapevolezza con un virus che è destinato a diventare endemico e convivere con noi ancora per molto, molto tempo.


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DALLO STUDIO “SEROLOGY IN COVID-19: Comparison of Two Methods - Int. J. Environ. Res. Public Health 2021, 18, 6497. METODO In totale, sono stati inclusi nello studio 127 pazienti esposti a SARS-CoV-2. Tra questi, 68 (53,54%) erano pazienti ricoverati presso il Dipartimento di Malattie Infettive e Neuroinfezioni dell'Università di Medicina di Bialystok, in Polonia, e 59 (46,46%) erano operatori sanitari che erano stati esposti al virus ma non presentavano sintomi di infezione. Il gruppo di operatori sanitari era composto da personale che ha lavorato con i pazienti COVID-19 nel reparto di malattie infettive dall'inizio della pandemia. Erano in stretto contatto con pazienti SARS-CoV-2 positivi ma indossavano sempre DPI. La diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 è stata confermata dal test della trascrizione inversa-reazione a catena della polimerasi (RT-PCR). Campioni di sangue per la diagnosi immunosierologica sono stati raccolti da tutti i pazienti nello studio un mese dopo l'esposizione. Sono stati utilizzati e confrontati due test sierologici: 1) Il saggio immunologico con microparticelle chemiluminescenti IgG SARS-CoV-2 (CMIA) utilizzato per la rilevazione qualitativa di anticorpi IgG anti-proteina N contro SARS-CoV-2 nel plasma o siero umano. 2) La tecnologia a chemiluminescenza immunoassay (CLIA) per la determinazione quantitativa di anticorpi IgG anti-S1 e anti-S2 specifici per SARS-CoV-2 Il primo (CMIA) è un test immunologico automatizzato in due fasi. Gli anticorpi IgG anti SARS-CoV-2 presenti nel campione si legano alle microparticelle rivestite di antigene SARS-CoV-2. Il coniugato anti-IgG marcato con acridinio è stato aggiunto per creare una miscela di reazione, che è stata incubata. La reazione chemiluminescente risultante è stata misurata come unità di luce relativa (RLU). Esiste una relazione diretta tra il numero di anticorpi IgG anti SARS-CoV-2 nel campione e l'RLU rilevato dall'ottica del sistema. Questa relazione si riflette nell'indice calcolato (S/C). Un titolo superiore a 1,4 è stato considerato positivo. Nella seconda tipologia di test (CLIA), gli antigeni specifici ricombinanti S1 e S2 sono stati utilizzati per rivestire le particelle magnetiche (fase solida) e gli anticorpi monoclonali di topo contro le IgG umane sono stati collegati a un derivato dell'isoluminolo (coniugato isoluminolo-anticorpo). Durante la prima incubazione, gli anticorpi IgG SARS-CoV-2 presenti in calibratori, campioni o controlli si legano alla fase solida attraverso

gli antigeni S1 e S2 ricombinanti. Durante la seconda incubazione, l'anticorpo coniugato ha reagito con le IgG a SARS-CoV-2 già legato alla fase solida. Dopo ogni incubazione, il materiale non legato è stato rimosso con un ciclo di lavaggio. Successivamente sono stati aggiunti i reagenti starter ed è stata così indotta una reazione di chemiluminescenza flash. Il segnale luminoso, e quindi la quantità di coniugato isoluminolo-anticorpo, è stato misurato da un fotomoltiplicatore come unità di luce relativa (RLU) ed era indicativo della concentrazione da IgG a SARS-CoV-2 presente in calibratori, campioni o controlli. Un titolo superiore a 15 AU/mL è stato considerato positivo. RISULTATI La presenza o meno di anticorpi IgG anti-SARS-CoV-2 è stata confrontata con entrambi i metodi e per entrambe le proteine N e S e i risultati sono stati sovrapponibili per 123 pazienti su 127 (96,85%). I risultati differivano solo in 4 casi su 127. In due casi i risultati positivi al test basato su N sono risultati negativi nel test basato su S e in due casi è avvenuto il contrario. In 56 pazienti su 127 (44,09%) sono stati rilevati anticorpi IgG anti-SARS-CoV-2; 55 di questi 56 pazienti (98,2%) erano sintomatici. Nessuno degli operatori sanitari è risultato positivo. Il titolo medio di anticorpi IgG antiSARS-CoV-2 durante il rilevamento della proteina N era di 2,75 ± 3,34 (max: 9,75 S/C), mentre il titolo medio di anticorpi IgG anti-SARS-CoV-2 durante il rilevamento della proteina S era di 90,64 ± 68,97 (massimo: 330 AU/ Ml) DISCUSSIONE Sebbene i test basati su anticorpi contro la proteina N sembrino essere più sensibili di quelli basati su anticorpi anti-S, va sottolineato che i test basati su S sono più specifici a causa della minore probabilità di cross-reattività. Inoltre, la risposta immunitaria contro l'antigene S sembra apparire più precoce rispetto alla risposta verso l'antigene N. Il nostro studio mostra l'utilità di entrambi i test, soprattutto a fini epidemiologici. Nella maggior parte dei pazienti sintomatici, l'infezione da SARS-CoV-2 porta all'immunizzazione contro entrambe le proteine; pertanto, è importante rilevare gli anticorpi con kit di alta qualità. CONCLUSIONI La valutazione degli anticorpi anti-SARS-CoV-2 nella medicina di popolazione basata sulla proteina spike o sulla proteina nucleocapside mostra un'utilità comparabile.



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CARENZE NUTRIZIONALI MODERNE CARENZE NUTRIZIONALI, LOW GRADE INFLAMMATION E REAZIONE INFIAMMATORIA DA SARS-COV-2: ESISTE CORRELAZIONE?

di Valentina Tomasi1 e Antonio Vittorino Gaddi2 1 Farmacista, Specialista in Tossicologia, Esperta in Progettazione eventi Formativi e Comunicazione, Ex Responsabile Formazione di UNICO la Farmacia dei Farmacisti S.p.A., Libero professionista, membro SIT (Società Italiana di Salute Digitale e Telemedicina). 2 Research Doctor in Experimental Medicine and Atherosclerosis - Consultant: Cardiology, Geriatrics and Gerontology; Main Investigator of Health Research and Development SrL, IT - Scientific Director of Qi International Ltd, London, UK and Air Care Health & Management CO, Beijing, China; Past President of the Medicine and Surgery undergraduate course of the Bologna University; Past Director, of Giancarlo Descovich Bologna Center of Atherosclerosis and Metabolic Diseases; President of Digital SIT (Italian Society of Digital Health and Telemedicine), Director of Scientific Board of EuroGenLab (BO) and Health-Lab, GT Foundation (MO).

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CARENZE DIETETICHE MODERNE: QUALI? n una società improntata al benessere, dove il cibo è a portata di mano e le informazioni riguardanti una dieta equilibrata sono facilmente reperibili, è difficile accettare la contraddizione alimentare moderna: mangiamo, ma non ci nutriamo. Un regime dietetico adeguato e bilanciato, infatti, garantisce un apporto di nutrienti ottimale in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell’organismo, ed esercita un ruolo protettivo nei confronti di diverse patologie. Al contrario, la letteratura degli ultimi 20 anni ha messo in luce un deficit marcato relativo agli acidi grassi essenziali, in particolare l’acido alfalinolenico (ALA), in individui di varie parti del mondo e in diverse fasce di età. Non è questione di “mode” dietetiche: il deficit è individuabile in persone che si alimentano in maniera diversa tra loro, abitando in vari paesi del mondo, anche in individui con abitudini nutrizionali apparentemente corrette. 34

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UN PASSO INDIETRO: GLI ACIDI GRASSI POLINSATURI ESSENZIALI All’interno degli acidi grassi polinsaturi si ritrovano due famiglie di composti non sintetizzabili dall’organismo umano (c.d. acidi grassi essenziali), indispensabili al metabolismo, i cui capostipiti devono essere introdotti nell’organismo attraverso la dieta o mediante l’integrazione. I precursori di queste due famiglie di acidi grassi essenziali sono: • Acido linoleico (LA) della serie omega-6 (o n-6) • Acido alfa-linolenico (ALA) della serie omega-3 (o n-3) Una volta assunti, questi nutrienti vengono convertiti per via enzimatica in altri acidi grassi polinsaturi (PUFA), aventi funzioni specifiche. Queste vie metaboliche richiedono l'intervento di due complessi enzimatici, in grado di allungare la catena di carbonio (elongasi) e di aggiungere doppi legami (desaturasi).


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Grazie a questi interventi enzimatici si formano le rispettive serie di acidi grassi, appartenenti alla serie omega 6, se derivano dall'acido linoleico, e alla serie omega 3, se originano dall'acido alfa-linolenico. (Vedi tabella 1) PRINCIPALI EFFETTI DEGLI ACIDI GRASSI OMEGA-3 Se prendiamo in considerazione i prodotti intermedi e finali del metabolismo dell’ALA, e valutiamo i principali effetti metabolici sull’organismo umano, notiamo che hanno: • Effetti cardio e vaso-protettivi mediati dall’azione antipertensiva e antitrombotica; • Proprietà ipolipidemizzanti, riscontrabili attraverso un abbassamento significativo dei trigliceri-

di e un aumento del colesterolo HDL (protettivo); • Proprietà infiammatorie: gli omega-3 e gli omega-6 sono precursori degli eicosanoidi. Mentre gli omega 3 favoriscono la produzione di eicosanoidi antinfiammatori, gli omega 6 possono indurre anche la produzione di eicosanoidi proinfiammatori. Ecco perché è importante che tra le due tipologie di acidi grassi vi sia sempre il giusto equilibrio. Inoltre, gli Omega-3 nell’organismo provocano una sostituzione vantaggiosa di altri acidi grassi nei fosfolipidi di membrana conferendo a quest’ultima una maggiore fluidità.

CARENZA DIETETICA DI ALA E RISCHI PER LA SALUTE DELL’UOMO Studi recenti rivelano che la popolazione con livelli estremamente bassi di apporto di ALA (ad esempio meno dello 0,1% delle calorie totali, Tab. 1: vie di sintesi dei principali acidi grassi Omega sei e Omega tre a partire da un precursore “essenziale” e loro metabolismo ovvero una manciata di milligrammi) è molto numerosa. Ciò provoca uno squilibrio del rapporto tra gli acidi grassi n-6 e quelli ENZIMI DIETA DIETA n-3, che influenza la sintesi di tutti gli 18:2 n-6 18:3 n-3 eicosanoidi protettivi (n-3) e di conseAcido Linoleico (LA) Acido alfa-linolenico (ALA) guenza anche il contenimento dell’infiammazione tissutale e della protezio↓ ↓ Delta-6-desaturasi ne alla predisposizione alla trombosi in diversi distretti, come ad esempio 18:4 n-3 Stearidonico 18:3 n-6 ɣ-linolenico cardiaco, circolatorio e polmonare1. Nota: nel giusto equilibrio metabolico ↓ ↓ Elongasi degli eicosanoidi gioca un ruolo fonda20:3 n-6 20:4 n-3 mentale la corretta assunzione di ALA, Diomo ɣ-linolenico Eicosatetratrienoico ma ci sono altri fattori da considerare, come il dispendio energetico globale, ↓ ↓ Delta-5-desaturasi il consumo di linoleico o di altri acidi grassi che hanno un ruolo sfavorevole 20:4 n-6 20:5 n-3 Arachidonico Eicosapentaenoico (EPA) nella produzione degli acidi grassi della serie n-3 e n-6, nonché il corredo gene↓ ↓ Elongasi tico individuale. In aggiunta, ricordiamo 22:4 n-6 Adrenico 22:5 n-3 che, se da un lato il deficit di ALA è Docosapentatrienoico stato ancora poco studiato sull’uomo2,3, ↓ ↓ Elongasi sono stati indagati in modo considerevole l’apporto e la supplementazione 22:4 n-6 Nervonico 22:5 n-3 di EPA e DHA4. Ricordiamoci tuttavia che la cascata degli omega tre è mono↓ ↓ Delta-6-desaturasi direzionale ed irreversibile, vale a dire 24:5 n-6 24:6 n-3 che dal capostipite ALA si formano tutti ↓ ↓ gli eicosanoidi di questa serie, mentre Beta-ossidazione dall’EPA o DHA non è possibile risalire 22:5 n-6 22:6 n-3 ai numerosi precursori. Docosapentaesaenoico Docosaesaenoico (DHA) Nuovo COLLEGAMENTO

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CORRELAZIONE TRA DEFICIT DI ALA E “LOW GRADE INFLAMMATION” (LGI) La “Low grade inflammation” è caratterizzata da una produzione costante e moderata di fattori infiammatori, come proteina C-reattiva (CRP), fibrinogeno, IL-6, molto vicina ai valori soglia minimi. Questo disturbo subclinico è riconosciuto come un fattore di rischio per una serie di malattie croniche, tra cui il cancro, le malattie cardiovascolari e le malattie neurodegenerative. Infatti, l'infiammazione di basso grado è stata proposta anche come meccanismo fisiopatologico alla base di fattori di rischio o disordini metabolici (come stress ossidativo, obesità, diabete, dislipidemia), che aumentano il rischio di sviluppare una malattia degenerativa cronica. Recenti studi suggeriscono che alcuni biomarcatori dell'infiammazione sono associati a modifiche dello stile di vita, come le abitudini alimentari ed è proprio per questo motivo che è necessario ripristinare il corretto bilanciamento degli eicosanoidi pro e antinfiammatori. Se da un lato la LGI è considerata precursore di varie patologie cronico-degenerative, dall’altro l’organismo umano non deve trovarsi sprovvisto di “scorte antinfiammatorie” per situazioni di improvvise e violente reazioni che producono infiammazione, come accade nel caso di infezione da SARS-Cov-2. Il deficit di ALA può rappresentare uno dei caratterizzanti maggiori della low grade inflammation8, 9,10 e di conseguenza questa visione ha portato al concetto stesso di “dieta pro- e antiinfiammatoria”.11,12 Esiste correlazione tra low grade Inflammation e quadri gravi dell’infezione da SarsCov-2? L'attuale pandemia di COVID-19 rappresenta un rischio da non sottovalutare per coloro i quali convivono con patologie preesistenti che compromettono la risposta immunitaria o amplificano la risposta pro-infiammatoria. L'infiammazione sistemica di basso grado, infatti, porta a una produzione anormale di citochine e ad un aumento dei reagenti della fase acuta, ed è associata allo sviluppo di insulino-resistenza, dislipidemia, aterosclerosi, diabete di tipo 2, 36

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ipertensione e asma, comorbilità che influenzano negativamente gli esiti dei pazienti con COVID-19. Nel caso dell'infezione da SARS-Cov-2, una "normale" risposta immunitaria antivirale combinata con LGI può innescare effetti deleteri. È stato dimostrato che i quadri più gravi dell’infezione da Sars-Cov-2, caratterizzati da una reazione infiammatoria a livello polmonare, cardiaco e di altri distretti/organi, sono dovuti ad una “tempesta citochinica”. L'infezione da COVID-19 innesca un'infiammazione acuta che si sovrappone all’infiammazione di basso grado. Ciò si traduce in una disfunzione del sistema immunitario in cui i meccanismi di controllo non sono più efficaci, a causa della deplezione dei linfociti T e dei cambiamenti nella segnalazione dei percorsi. La risposta disfunzionale del sistema immunitario porta a infiammazione incontrollata e danno d'organo multisistemico.13 Le comorbilità, l'età e i fattori immunologici sono fondamentali nell'evoluzione clinica del COVID-19, quindi, al fine di ridurre il rischio di morte derivante da minacce per la salute improvvise, è necessario riconsiderare la prevenzione e il trattamento della LGI. La riflessione seguente è d’obbligo: se i pazienti avessero avuto fisiologicamente una maggiore diponibilità di prostanoidi antinfiammatori, derivanti da una corretta alimentazione protratta nel tempo o da un’integrazione mirata, sarebbero scivolati verso queste gravi forme della malattia? Purtroppo la letteratura attuale è riferita al solo trattamento nutrizionale del paziente grave e allettato o con complicanze14,15 e quindi sono necessari ulteriori studi sul soggetto “normale” per approfondire questa correlazione. CONSIGLI UTILI PER IL RIEQUILIBRIO METABOLICO DEGLI AGE Da queste premesse viene spontanea la conclusione che sarebbe opportuno riequilibrare il rapporto tra acido linoleico e acido alfa-linolenico aumentando l’apporto di ALA con la dieta e/o l’impiego di integratori. A supporto di questa affermazione si è visto che il corretto apporto di ALA aumentava la quantità di EPA e DHA trovati nelle membrane cellulari16.


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A titolo di esempio è possibile impostare la dieta giornaliera effettuando: • Una riduzione dei grassi saturi al di sotto del 10% delle calorie totali. Ricordiamo che l’introito di grassi dovrebbe essere il 30% delle calorie totali, suddiviso in questa maniera: saturi 0,8 / monoinsaturi 1,2 / polinsaturi 1, o semplificando 1:1:1 (10% delle calorie totali per ogni categoria fino al 7-8%); • Un aumento dell’introito dell’ALA a 1-2grammi/die – o comunque al di sopra dell’1% delle calorie giornaliere (e fino al 2-3%). Cosa può fare il farmacista in questa situazione? Primo consiglio: Informare il cliente sensibile sul tema delle attuali carenze nutrizionali. • Esiste prova nella letteratura degli ultimi 20 anni di un deficit diffuso a livello europeo ed extra-europeo di componenti essenziali alla salute dell’organismo, che si trovano nel cibo ma che normalmente non provocano sintomi di carenza (acidi grassi essenziali, in particolare l’ALA). • L’alimentazione può influenzare la risposta alle malattie infettive a più livelli, tra cui quella della funzione immunitaria. 17,18 • La giusta presenza di ALA o dei suoi derivati, fino ad arrivare a EPA e DHA, produce nell’organismo sostanze protettive antinfiammatorie e antitrombotiche, sempre importanti ma soprattutto in questo periodo di pandemia. Pertanto l’integrazione di ALA (precursore di tutta la serie) è la più indicata. Secondo consiglio: fornire informazioni circa le fonti alimentari più ricche di Omega-3 e in particolare di ALA. In linea generale le maggiori fonti di ALA sono rappresentate dai vegetali, mentre negli alimenti di origine animale, in particolare nei prodotti di origine ittica, si trovano soprattutto EPA e DHA. Visto il ridotto consumo di prodotti ittici nel nostro Paese, ne consegue che nella nostra dieta l'acido alfa linolenico è quello generalmente più abbondante. L'acido alfa linolenico è contenuto in maniera significativa nella porzione grassa dei semi, che naturalmente è più abbondante in quelli oleosi: di conseguenza gli oli derivanti dalla spremitura 38

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di alcuni semi sono molto concentrati di ALA. Citiamone alcuni: chia, perilla, lino, camelia, porcellana, e in misura minore olivello, canapa, noce, soia. Ricordiamo che l’ALA si trova anche nell'embrione dei cereali, dei legumi, degli pseudo cereali (come quinoa/grano saraceno/ miglio/amaranto) e altri. EPA e DHA invece si trovano principalmente nei pesci che popolano acque marine salate o salmastre fredde, all’interno delle loro carni, uova, fegato e oli di estrazione. Stiamo parlando di pesci come il merluzzo, il salmone, il tonno e lo sgombro, ma anche aringhe, sardine e pesce azzurro in genere, e negli oli di pesce, di fegato di merluzzo, di krill e di alghe. Alcuni consigli alimentari da fornire ai clienti della farmacia per aumentare la quota di ALA nell’alimentazione quotidiana possono essere i seguenti, ancora più importanti nel caso di dieta vegetariana o vegana, o intolleranza al gusto del pesce, fattori che escludono i prodotti ittici dall’alimentazione: • Bilanciare le giuste porzioni di cereali, leguminose, frutta, ortaggi in base al proprio dispendio energetico e stile di vita; orientarsi preferibilmente sulle forme integrali; • Al contrario di quanto si possa pensare, l’utilizzazione di oli estratti da semi ricchi in ALA (es. chia, lino, canapa), non è consigliata, per i seguenti motivi: non tutte le spremiture hanno la stessa concentrazione, sono da utilizzare esclusivamente a crudo e bisogna consumarli in breve tempo per il facile irrancidimento. L'acido alfa linolenico è molto delicato, teme l’ossigeno, il calore e la luce e quindi questi oli devono essere conservati in contenitori ermetici e scuri, per il minor tempo possibile, al buio e al freddo. Per altro contengono anche altri grassi e forniscono un alto apporto calorico. • Di fatto oggi si può correggere un deficit di ALA o cambiando radicalmente la dieta, e inserendo un buon consumo di noci, oppure ricorrendo a una integrazione con prodotti specificamente studiati per questa finalità. Terzo Consiglio: introdurre uno “stile di vita antinfiammatorio”.


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Citeremo in questa sede i principi di base:19 • Riequilibrare il rapporto omega-3/omega-6. • Inserire alimenti a più basso indice glicemico ed insulinemico. • Consumare alimenti ricchi di polifenoli.* • Consumare giornalmente cereali integrali. • Consumare regolarmente legumi durante la settimana (almeno 3 porzioni). • Consumare tutti i giorni vari tipi di vegetali freschi di stagione crudi o cotti semplicemente. • Moderare il consumo giornaliero di frutta fresca di stagione (di colore diverso). • Consumare pesce azzurro ricco di omega-3. • Consumare frutta a guscio e semi oleosi. • Adoperare olio extravergine di oliva, erbe aromatiche e spezie. • Ridurre l’introito calorico giornaliero totale (dieta moderatamente ipocalorica). Quarto Consiglio: suggerire l’integrazione dietetica con ALA: quando? • In linea generale l’integrazione dietetica, per essere efficace, dovrebbe essere suggerita ove la monotonia della dieta e l’eventuale situazione fisiologica e para-fisiologica presente comportino l’assunzione di quel determinato nutriente in dosi molto più basse della c.d. RDA, o per l’Italia LARN (livelli di assunzione raccomandati di nutrienti). • Oggigiorno esiste la possibilità di verificare con analisi specifiche sia il profilo degli acidi grassi tissutali e plasmatici (compresi gli omega-3), sia i marker di infiammazione, almeno a livello ematico. • L’eventuale integrazione con ALA deve essere calibrata al tipo di alimentazione seguita e deve essere fatta con prodotti standardizzati e titolati, con le dosi ed i periodi necessari, con la supervisione di un esperto. Attenzione anche alla contemporanea assunzione di anticoagulanti, a partire dall’aspirina: aumenterebbero il rischio di sanguinamento per l’effetto antiaggregante. CONCLUSIONI In questo momento storico è opportuno essere al corrente che è possibile effettuare un’efficace strategia preventiva di popolazione per quanto riguarda il riequilibrio metabolico degli eicosa-

ALTRI SUGGERIMENTI PER UNO STILE DI VITA ANTINFIAMMATORIO • Attività fisica quotidiana di intensità moderata • Mangiare con equilibrio e moderazione • Variare al massimo gli alimenti adattandoli alle esigenze lavorative e all’attività motoria • Cucinare i cibi in maniera poco elaborata • Limitare i cibi pro-infiammatori come ad esempio farine raffinate, zuccheri, salumi, insaccati, cibi cotti ad alte temperature, cibi ad alta densità di grassi e ad alto indice glicemico, cibi industriali con additivi e conservanti.

*PRINCIPALI ALIMENTI CONTENENTI POLIFENOLI AD AZIONE ANTINFIAMMATORIA ED ANTIOSSIDANTE Tè verde, cioccolato fondente, soia, agrumi, frutta in generale e frutta e verdura rossa e blu, frutti di bosco, capperi, cipolla rossa, mele e buccia delle mele, rucola, fragole, cachi, cipolle, cetrioli, melograno, caffè, tè, olio e.v.o., curcuma longa, uva e vino rosso, semi di lino, semi di sesamo, cardo mariano.

noidi pro- e anti-infiammatori al fine di evitare la cosiddetta “infiammazione subclinica” o Low Grade Inflammation (LGI). Partendo dall’analisi dell’alimentazione e dello stile di vita, è necessario favorire una capillare politica di educazione alla salute tra i cittadini, in particolare in presenza di grandi errori nutrizionali come avviene in questo momento con gli acidi grassi essenziali, atta a favorire il consumo di dosi adeguate (Nota Bene: non necessariamente alte) di sostanze e/o integratori realmente utili, come l’ALA e i cibi antiinfiammatori. Nuovo COLLEGAMENTO

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Bibliografia 1. Welch AA, Shakya-Shrestha S, Lentjes MA, Wareham NJ, Khaw KT. Dietary intake and status of n-3 polyunsaturated fatty acids in a population on fish-eating and non-fish-eating meat eaters, vegetarians, and vegans and the product-precursor ratio [corrected] of alpha-linolenic acid to long-chain n-3 polyunsaturated fatty acids: rsults from the EPICNorfolk cohort. The American journal of clinical nutrition. 2010; 92 (5): 1040-51. 2. Bozian RC, Moussavian SN. Human linolenic acid deficiency. The American journal of clinical nutrition. 1982; 36 (6): 1253-5. 3. Holman RT, Johnson SB. Linolenic acid deficiency in man. Nutrition reviews. 1982; 40 (5): 144-7. 4. Stark AH, Crawford MA, Reifen R. Update on alpha-linoleinc acid. Nutrition reviews. 2008;66(6):326-32. 5. Engstrom G, Hedblad B, Stavenow L, et al. Inflammation-Sensitive Plasma Proteins and Incidence of Myocardial Infarction in Men With Low Cardiovascular Risk. Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2004;24(8):1498–1502. 6. Lind L. Circulating markers of inflammation and atherosclerosis. Atherosclerosis. 2003;169(2):203– 214. 7. Bonaccio M, Di Castelnuovo A, De Curtis A, et al. Adherence to the Mediterranean diet is associated with lower platelet and leukocyte counts: results from the MOLI-SANI study. Blood. 2014;123(19):3037–3044. 8. Antonio Vittorino Gaddi, Fabio Capello, Vincenza Andrisano, Simone Domenico Aspriello, Marco Bertolotti FB, Domenico Britti, Andrea Castagnetti, Gavino Casu, Arrigo Cicero MC, Antonino Maria Cotroneo, Alberto Cremonesi, Francesco Dentali MD, Claudia Frangiacomo, Morena Gaddoni, Gian Luigi Gardini, Agostino Gnasso OG, Pietro Lentini, Lucio Lucchin, Marco Manca, Giulia Massini GN, Pasquale Ortasi, Egidio Pedron, Giovanni Rinaldi, et al. Humankind versus Virus: Are we winning the battle but losing the war? Mediterranean J Nutri Metab. 2020; 13(13):1-5. 9. Pauls SD, Rodway LA, Winter T, Taylor CG, Zahradka P, Aukema HM. Anti-inflammatory effects of alpha-linolenic acid in M1-like macrophages are

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associated with enhanced production of oxylipins from alpha-linolenic and linoleic acid. The Journal of nutritional biochemistry. 2018;57:121-9. 10. Ganguly R, Hasanally D, Stamenkovic A, Maddaford TG, Chaudhary R, Pierce GN, et al. Alpha linoleinc acid decreases apoptosis and oxidized phospholipids in cardiomyocytes during ischemia/reperfusion. Mol Cell Biochem. 2018;437(1-2):163-75. 11. Kaluza J, Harris H, Melhus H, Michaelsson K, Wolk A. Questionnaire-Based Anti-Inflammatory Diet Index as a Predictor of Low-Grade Systemic Inflammation. Antioxidant & redox signaling. 2018;28(1):78-84. 12. Cavicchia PP, Steck SE, Hurley TG, Hussey JR, Ma Y, Ockene IS, et al. A new dietary inflammatory index predicts interval changes in serum higt-sensitivity C-reactive protein. The Journal of nutrition. 2009;139(12):2365-72. 13. Implications of Low-grade Inflammation in SARS-CoV-2 Immunopathology Anamary SuárezReyes MD and Carlos A. Villegas-Valverde MD MS 14. Kalantar-Zadeh K, Moore LW, Impact of Nutrition and Diet on Covid-19 Infection and Impilcation for Kidney Health and Kidney Disease Management. Journal of renal nutritio: the official journal of the Council on renal nutrition of the National Kidney Foundation. 2020; 30(3):179-81. 15. Romano L, Bilotta F, Dauri M, Macheda S, Pujia A, De Santis GL, et al. Short Report – Medical nutrition therapy for critically ill patients with Covid-19. European review for medical and pharmacological sciences. 2020;24(7):4035-9. 16. Greupner T, Kutzner L, Nolte F, Strangmann A, Kohrs H, Hahn A, et al. Effects of a 12-week high-alpha-linolenic acid intervention on EPA and DHA concentrations in red blood cells and plasma oxylipin pattern in subjects with a low EPA and DHA status. Food & function. 2018;9(3):1587-600 17. Butler MJ, Barrientos RM. The impact of nutrition on Covid-19 susceptibility and long-term consequences. Brain behav Immun. 2020 18. Childs CE, Calder PC, Miles EA. Diet and immune Function. Nutrients. 2019;11(8). 19. Stefania Capecchi & Roberto Benelli. Dieta antinfiammatoria e patologie della terza età, LILT Sezione di Prato, 2020.


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IL PUNTO DEBOLE DEGLI ITALIANI:

LO STOMACO

Introduzione agli inibitori di pompa protonica. La finalità dei farmaci contro le patologie acido-peptiche.

di Vincenzo Zottoli, farmacista, dottore in biologia, master universitario in alimentazione e dietetica clinica

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e patologie acido-peptiche comprendono: • ulcera peptica (gastrica e duodenale); • reflusso; • danno mucoso da stress. In queste condizioni lo stomaco è messo dura prova in quanto si formano dei veri e propri danni mucosali ed erosioni dovute essenzialmente ad una vittoria dei fattori aggressivi su quelli difensivi e regolativi della nostra omeostasi gastrica. Tra i fattori aggressivi dobbiamo ricordare l'acido cloridrico prodotto, la pepsina e la bile che vengono "tenuti a bada" da fattori difensivi come la secrezione di muco e bicarbonato, sin-

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tesi di prostaglandine, velocità di flusso ematico e processi riparativi e rigenerativi che si attivano in seguito ad un danno cellulare. Si tenga presente che oltre il 90% delle ulcere peptiche sono causate da infezioni condotte da Helicobacter pylori o dall'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei o comunemente detti FANS. La farmacologia ci protegge da tale condizione tramite molecole che agiscono mediante due meccanismi : 1. Riduzione dell'acidità gastrica 2. Aumento delle difese della mucosa.


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COME AVVIENE IL PROCESSO SECRETIVO? A livello dello stomaco vi sono le cellule parietali che rispondono attraverso i loro recettori a differenti ligandi come la gastrina , istamina ed acetilcolina. Quando acetilcolina o gastrina si legano ad i recettori, si scatena una reazione intracellulare che porta ad un aumento di concentrazione dello ione calcio, che a sua volta attiva una proteinchinasi che stimola la secrezione di H+ da parte della pompa ATPasi H+/K+ dipendente o detta anche pompa protonica. Il tutto avviene a livello dei canalicoli secretori ma anche in risposta alla concomitante azione di altre cellule limitrofe: le cellule enterocromaffinosimili o ECL. Tali cellule sono cellule endocrine gastrointestinali che possiedono recettori per gastrina ed acetilcolina e sono la fonte principale di istamina. Nell'uomo si pensa che la secrezione da parte della gastrina in realtà sia indiretta. Con questo concetto bisogna pensare che come tale la gastrina interagisce con le ECL e porta alla secrezione di istamina che a sua volta agirà come secretore. L'istamina si lega ai recettori H2 delle cellule parietali, portando ad un aumento intracellulare di cAMP, indotto dall'attivazione dell'adenilato ciclasi. Il cAMP attiva a sua volta le proteinchinasi che a loro volta stimolano la secrezione di H+ da parte dell'ATPasi H+/K+ dipendente. GENERALITÀ E SVILUPPO DEI BLOCCANTI DI POMPA PROTONICA PPI Sono tra i farmaci più venduti in Italia e tra le molecole per la cura delle patologie acidopeptiche e furono introdotti sul mercato alla fine degli anni '80. Tra i maggiori rappresentanti di questa categoria farmaceutica si ritrovnao: • Esomeprazolo • Pantoprazolo • Omeprazolo • Rabeprazolo • Lansoprazolo Per capirne pienamente l'azione di queste molecole bisognerà analizzarne le caratteristiche chimiche e farmacocinetiche.

PRINCIPI ATTIVI E CARATTERISTICHE FARMACOCINETICHE Tutti i bloccanti di pompa protonica chimicamente sono dei benzimidazoli, molto simili agli antagonisti H2, dai quali presentano delle lievi differenze strutturali che ne permettono un meccanismo d'azione completamente diverso rispetto ai precedenti. L'omeprazolo esiste come miscela racemica caratterizzata dai due stereoisomeri R ed S, mentre l'esomeprazolo è rappresentato solo dall'isomero S. esomeprazolo e pantoprazolo esistono anche in forma farmaceutica per utilizzo endovenoso. Tutti i bloccanti di pompa protonica sono dei profarmaci e sono inattivi come tali. Sono acido-labili e per questo motivo vengono prodotti con dei rivestimenti gastro-enterici resistenti al forte pH acido e formulati in forme a rilascio prolungato. Nei pazienti disfagici o nei bambini o ancora quelli sottoposti a nutrizione enterale possono essere trattati con eventuale apertura delle capsule e miscelazione con succhi o purea di mela o di arancia. L'omeprazolo esiste anche in forma di polvere senza rivestimento enterico, ma in questo caso viene associato a 1100-1680mg di NaHCO3 che agisce come neutralizzante dell'acidità gastrica. Il lansoprazolo esiste in un'altra forma ulteriore di compressa che può essere disciolta in acqua o somministrata tramite siringa orale in pazienti con difficoltà di deglutizione. Quando si utilizzano polveri presenti all'interno di capsule o in bustine, la miscela che si forma in acqua può essere successivamente somministrata direttamente in stomaco vuoto tramite via orale o tubo enterale, in modo da garantirne un assorbimento veloce con Tmax < 30 min, con conseguente inibizione rapida della secrezione gastrica. Gli inibitori di pompa protonica dobbiamo immaginarli come delle basi deboli lipofile. Proprio per questo motivo, una volta assorbiti a livello intestinale vanno ad occupare i compartimenti particolarmente acidi come i canalicoli secretori delle cellule parietali, raggiungendo una conNuovo COLLEGAMENTO

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centrazione molto alta. Nei canalicoli secretori queste molecole diventano dei cationi sulfonamidici, che sono altamente reattivi con i gruppi sulfidrilici, passando così da profarmaci a forma attiva farmacologicamente. La forma di sulfonamide reagisce con la pompa ATPasi H+/K+ dipendente, formando un legame covalente irreversibile ed inattivando così l'enzima responsabile dell'ipersecrezione. PERCHÈ VANNO PRESI SEMPRE O AL MATTINO O ALLA SERA MA SEMPRE A STOMACO VUOTO? Questo particolare nella somministrazione degli inibitori di pompa protonica è importante, in quanto, come abbiamo detto sono delle molecole acido-labili ma che risentono oltretutto della presenza o assenza di cibo al momento dell'assorbimento. Si consiglia l'assunzione un'ora prima della colazione o della cena in quanto il cibo diminuisce la biodisponibilità del 50%. Durante il digiuno abbiamo il 10% delle pompe protoniche attive ed è in questo momento che somministrando il farmaco, si troverà in maniera concomitante la massima secrezione gastrica con l'azione inibitoria irreversibile dell'enzima. I farmaci hanno brevi emivite di circa 1,5 ore e la durata dell'inibizione della secrezione acida è di 24 ore, in relazione all'irreversibilità dell'inattivazione della pompa protonica. Proprio perchè questo tipo di meccanismo d'azione è irreversibile, c'è bisogno di circa 18 ore per fare in modo che vengano sintetizzate nuovamente le molecole di pompa protonica e sono necessari circa 3-4 giorni per il pieno recupero della funzione gastrica.

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PAZIENTI CON PROBLEMI RENALI O EPATICI DEVONO RIDIMENSIONARE IL DOSAGGIO? Solitamente questa categoria di farmaci sono soggetti ad un rapido metabolismo epatico sia di primo passaggio che sistemico, ed hanno clearance renale trascurabile. Bisogna diminuirne il dosaggio solo in pazienti con grave alterazione epatica ed epatopatia grave conclamata. Non risultano necessarie dei ridimensionamenti di dosaggio in pazienti con problemi renali o epatici di grado lieve-moderato. ESISTE UN DOSAGGIO OTTIMALE PER LA SOMMINISTRAZIONE ENDOVENOSA? Non esiste un dosaggio prestabilito per la somministrazione endovenosa, in quanto questa forma farmaceutica tipica di esomeprazolo, lansoprazolo e pantoprazolo non va ad inibire le pompe protoniche in stato di quiescenza giacenti all'interno delle vescicole nelle cellule parietali. Si tenga presente che esistono differenti pompe protoniche all'interno dell'organismo, ma sembra che l'inibizione indotta da tali farmaci sia specifica per quella ATPasi H+/K+ in quanto unica per specificità e localizzazione. Nella forma endovenosa si deve tenere presente che la loro breve emivita impone una somministrazione in infusione continua per 24-48 ore o boli ripetuti. Dopo tali considerazioni da un punto di vista farmacologico e farmacocinetico bisogna specificare come tale categoria rappresenta una classe di farmaci ideale per il trattamento di problematiche gastriche, in quanto presentano tali caratteristiche: breve emivita, specificità di azione e lunga durata d'azione. Nel prossimo articolo tratteremo nello specifico la farmacodinamica di tale categoria e i vari utilizzi clinici con i relativi effetti sfavorevoli conseguenti al loro utilizzo, soprattutto cronico, nel paziente affetto da patologie acido-peptiche.



CRESCERE NELLA PROFESSIONE

L'IMPORTANZA

DELLA FORMAZIONE Intervista a Piera Di Martino, Università di Camerino

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di Alessandro Fornaro, giornalista e farmacista

er proporre nuovi servizi in farmacia è necessaria una formazione adeguata. Utifar è da sempre convinta che ogni evoluzione della professionalità debba essere accompagnata e anticipata da una crescita delle competenze necessarie per offrire al pubblico servizi e consulenze di qualità. È in quest’ottica che i corsi di formazione professionali dell’associazione vengono preparati, come dimostra la formazione organizzata a partire dall’agosto 2020 per preparare la categoria alla somministrazione vaccinale. Ma gli ambiti nei quali la farmacia e il farmacista possono offrire servizi sono molti e sono sempre più numerosi i percorsi formativi universitari e post laurea che accompagnano i colleghi verso nuovi approcci alla professione. Per approfondire la questione, abbiamo intervistato la professoressa Piera Di Martino della Scuola in Scienze del 46

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Farmaco e dei Prodotti della Salute dell’Università di Camerino, organizzatrice del Master di secondo livello: “Scienza dei prodotti cosmetici e dermatologici” e del Master di primo livello: “Manager per la comunicazione scientifica e la valorizzazione dei prodotti cosmetici e per la cura della persona”. Professoressa, partiamo dal Master “Scienza dei prodotti cosmetici e dermatologici”. Lei è la direttrice di questo Master che ha raggiunto la undicesima edizione. Si tratta quindi di un percorso consolidato. Come è cambiata, nel tempo, la risposta da parte dei farmacisti? Partiamo dal dire che il percorso non è riservato ai soli farmacisti. La provenienza dei nostri studenti è molto variegata. Gli iscritti sono per una larga parte neolaureati provenienti da facoltà scientifiche (in primis farmacia, ma anche chimica e biologia). Talvolta partecipano anche medici estetici che già lavorano e che vogliono approfondire la conoscenza dei prodotti cosmetici per perfezionare il consiglio ai propri pazienti.


CRESCERE NELLA PROFESSIONE

In ogni modo, fin dalle primissime edizioni, sia farmacisti già occupati, sia giovani laureati in farmacia hanno trovato di grande interesse questo master. Per la decima edizione (aa 2020-2021), che è quella in corso di svolgimento, abbiamo registrato un boom di richieste, e tra gli interessati molti sono farmacisti. Indubbiamente l’interesse da parte dei farmacisti per il cosmetico risiede nella necessità di dare risposte professionali ad una clientela che è sempre più esigente in termini di caratteristiche e qualità del prodotto, nonché di consiglio personalizzato. Quello della cosmetica è un settore in forte espansione, in effetti. L’industria nazionale cosmetica italiana rappresenta oggi uno dei settori nazionali industriali in maggiore salute, e non ha mai conosciuto crisi. Il mercato nazionale dei cosmetici, attraverso i suoi molteplici canali, è in crescita, come è in continua crescita anche il settore dell’export, ed ha saputo anche riorganizzarsi in questi due anni di pandemia, senso che il settore è in salute e vitale. Accanto a questa situazione di crescita, notiamo una sempre maggiore esigenza da parte dei cittadini rispetto alla cura del corpo e della cute. E del resto questi sono i nostri “biglietti da visita”! Da qui, si impone l’esigenza di formare figure professionali competenti che, a diversi livelli, sappiano guidare il cliente verso una scelta consapevole ed adeguata del prodotto cosmetico e dermatologico da impiegare. Ma anche figure che sappiano formulare e produrre correttamente un preparato cosmetico e dermatologico, che sappiano controllare la qualità di materie prime e prodotti finali, assicurandone qualità e sicurezza. Questo Master affronta tutte le problematiche legate alla formulazione e alla produzione dei preparati cosmetici e dermatologici, attraverso un coinvolgimento teorico e pratico degli studenti. E non è raro trovare farmacisti sempre più interessati ad acquisire le conoscenze per sviluppare e produrre all’interno dei propri laboratori prodotti cosmetici personalizzati e dedicati alla propria clientela. Mi diceva prima che la maggior parte degli iscritti sono in genere neolaureati. Questo può rappresentare un limite rispetto alla comprensione delle dinamiche lavorative che poi troveranno sul campo?

Il contatto degli studenti con il mondo professionale e quindi con la conoscenza di tutti gli aspetti ad esso connessi è favorito sia durante i corsi teorico-pratici, sia durante il tirocinio in azienda. Il Master prevede anche un tirocinio obbligatorio di 600 ore che offre 24 CFU. La scelta del tirocinio professionale viene agevolata dagli organizzatori del Master, che sono in grado di mettere in comunicazione lo studente con l’azienda di interesse, scelta in base anche alle aspettative professionali individuali, aspetto questo, estremamente importante. Il tirocinio potrà essere svolto presso diverse sedi e in diversi ambiti professionali: farmacie territoriali; parafarmacie, erboristerie e grande distribuzione; aziende produttrici di cosmetici; laboratori per lo sviluppo di formulazioni; laboratori per il controllo della qualità del prodotto; laboratori per il controllo della sicurezza ed efficacia del prodotto. Personalmente, sono convinta che nel mondo del lavoro non ci si basi solo sull’esperienza e sulla conoscenza delle varie realtà. Conta anche, e conta molto, il rapporto umano. Partendo da questa mia personale considerazione, noi cerchiamo di formare i nostri studenti in modo tale da fornire loro gli strumenti utili per dare un apporto personale e non standardizzato nel luogo di lavoro in cui si inseriranno. Per raggiungere tale obiettivo, durante il percorso formativo proponiamo dei colloqui individuali per orientare ogni singolo studente nella scelta dello stage a lui più idoneo. Se il Master “Scienza dei prodotti cosmetici e dermatologici” è giunto alla sua undicesima edizione, molto più recente è quello di primo livello “Manager per la comunicazione scientifica e la valorizzazione dei prodotti cosmetici e per la cura della persona”, del quale a breve proporremo la II edizione. A chi è rivolto e da quali esigenze lavorative prende spunto? Questo percorso si rivolge ai laureati triennali e ai laureati quinquennali in discipline scientifiche negli ambiti farmaceutico, cosmetico, medicosanitario oppure a chi opera già in questi settori e che voglia rinnovare i propri strumenti di comunicazione. Il master intende formare la figura di un nuovo professionista, capace di comunicare il prodotto salutistico in modo corretto scientificamente e tecnicamente. Il nuovo professionista è un esperto in comunicazione Nuovo COLLEGAMENTO

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CRESCERE NELLA PROFESSIONE

scientifica e tecnica in grado di utilizzare le nuove piattaforme ed i nuovi strumenti di comunicazione che il web mette a disposizione, tra cui i siti aziendali, ma soprattutto la comunicazione tramite i social o le piattaforme di comunicazione e meeting. Ad oggi, anche nel mondo della farmacia, la comunicazione si sta evolvendo verso nuove forme di comunicazione e sono queste opportunità che vogliamo fornire ai farmacisti interessati ad approfondire le tematiche in campo cosmetico. L’emergenza del Covid-19 ci ha reso evidente l’importanza della comunicazione scientifica non solo nelle relazioni interpersonali tra operatore sanitario e paziente-cliente, ma anche nell’utilizzo di tutte quelle strategie di comunicazione a distanza, da sfruttare nella fase di smart working o nella gestione dei social media. Mi sembra di capire che questa sia una tra le prerogative del Master. In una fase quindi di profonda trasformazione dell’operatività professionale occorre essere in grado di mettere in pratica nuove strategie che sappiano fare di questo periodo una opportunità e non un limite. Il professionista deve possedere ottime competenze tecnico-scientifiche in materia di cosmetico e dermocosmetico, di prodotto medicale, e più in generale salutistico, deve possedere ottime capacità di comunicazione scritta, orale e su web, nonché essere in grado di organizzare eventi di promozione tecnicoscientifica sul cosmetico (seminari, ECM, convegni). Deve inoltre acquisire delle skills trasversali che lo rendano capace di “comunicare” sia con un pubblico generalista, che con gli stakeholders del settore. Questo professionista può lavorare sia all'interno delle aziende del comparto cosmetico, ma può anche organizzare il proprio lavoro come libero professionista. Analizzando i due differenti percorsi di studio che proponete, mi pare di poter giungere ad una sintesi affermando che l’innovazione delle professioni sanitarie passa attraverso due punti imprescindibili: la specializzazione e la capacità di sapere comunicare le proprie competenza. Condivide questa chiave di lettura? Assolutamente si. La formazione e la specializzazione consentono al professionista di essere al passo con i tempi e quindi di rispondere alle esigenze della nostra società, che in questo periodo, sulla spinta di tanti fattori, è in forte evoluzione sociale, culturale ed economica. Ma la comunicazione che corre sul web è troppo spesso 48

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inappropriata e questo lascia la divulgazione scientifica ad improvvisati guru che creano molta confusione nella popolazione. Il farmacista ha l’occasione di recuperare il proprio ruolo di punto di riferimento per il proprio cliente/paziente, perché ha una opportunità unica rispetto alle altre figure che operano al livello sanitario, e cioè quella di essere presente, raggiungibile, disponibile all’interno dei propri punti vendita. Quale consiglio può dare ai farmacisti che vorrebbero approfondire le tematiche dei percorsi ma che, magari, non hanno la possibilità di muoversi per frequentare le lezioni? E’ possibile frequentare i nostri master anche on line su piattaforma webex, sia in diretta, che off line tramite le registrazioni fornite, fermo restando che alcune delle attività devono essere obbligatoriamente seguite in presenza, come per esempio i laboratori di preparazione e formulazione, oppure il laboratorio di profumeria che facciamo e che piace moltissimo ai partecipanti. Poiché chi si iscrive dovrà svolgere anche altre attività quali progetti di gruppo, lo stage finale (che per chi lavora può essere anche svolto nella propria sede di lavoro) e la tesi finale, questo comporta un certo impegno. Per chi non avesse tutto questo tempo a disposizione si può anche iscrivere semplicemente come uditore. In questo caso avrà a disposizione tutto il materiale delle lezioni (registrazioni, materiale didattico, ecc..), ma non deve sostenere nessun esame o prova ulteriore. Magari consiglio ai più giovani di seguire il master nella modalità classica, e ai professionisti che lavorano da più tempo e che non se la sentono di affrontare un percorso troppo impegnativo di iscriversi come uditori. Per concludere, professoressa, oltre a farle i complimenti per questi due percorsi professionalizzanti molto moderni e utili per sviluppare la professione, le chiedo dove potere trovare maggiori informazioni per comprendere meglio la vostra offerta didattica. Ad oggi abbiamo già pubblicato il bando del Master in “Scienza dei Prodotti Cosmetici e Dermatologici” che inizia a gennaio e tutte le informazioni possono essere reperite al seguente link: https://didattica.unicam.it/Guide/ PaginaCorso.do?corso_id=10259. L’altro master invece inizia a Marzo e quindi il bando sarà pubblicato a settembre. In ogni modo chiunque volesse può contattarmi scrivendo a: piera.dimartino@unicam.it


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LA PAROLA AI FARMACISTI

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VOCI DA DIETRO IL BANCO

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di Alessandro Fornaro e Giulio Francesco Valeriano

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ontinuiamo il nostro viaggio all’interno delle molte sfaccettature delle quali è composta la professione del farmacista. In un momento storico nel quale la nostra figura professionale sta attraversando un inevitabile cambiamento, in molti tendono a vedere la farmacia di fronte ad un bivio da imboccare, una sorta di scelta senza ritorno tra la farmacia dei servizi e la cosiddetta farmacia commerciale. Ma forse il nostro lavoro è molto più complesso e già oggi prevede ambiti di intervento che spesso non sono adeguatamente valorizzati e riconosciuti. Molti tra i nostri colleghi hanno specializza50

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zioni e professionalità che portano all’interno della farmacia, oppure collaborano in modo attivo con altri professionisti sanitari per offrire al pubblico risposte più ampie e complete. In questa rubrica vogliamo dare voce ad alcuni di loro, proponendo via via esperienze ed idee personali differenti. Si tratta di punti di vista individuali che, condivisibili o meno che siano, rappresentano il fermento che oggi sta caratterizzando la nostra professione. In questo numero presentiamo Michelangelo Redaelli, farmacista e personal trainer e Michela Corsini, filosofa, massaggiatrice ed esperta in oli essenziali.


LA PAROLA AI FARMACISTI

FARMACISTA E PERSONAL TRAINER Dottor Redaelli, ci illustra brevemente il suo percorso? Ho conseguito nel 2010 la Laurea magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche presso l’Università degli Studi di Milano, aprendo così il ventaglio di sbocchi professionali non solo dietro al banco della farmacia, ma anche nell’ambito più industriale e di ricerca. Nello specifico, ho lavorato per un anno circa a un progetto di ricerca su formulazioni di progesterone in nano particelle e sull’analisi quantitativa di questo ormone in campioni biologici, mediante spettrometria di massa GC-MS e LC-MS, nei laboratori dell’Università. Parallelamente, ho affrontato il tirocinio professionale in farmacia, acquisendo le competenze necessarie e le conoscenze relative all’approccio professionale in farmacia. Due mondi completamente differenti, dove il secondo ha un ambito indubbiamente più commerciale, ma anche fondato sulle relazioni interpersonali, sulla capacità di ascolto, comprensione, interpretazione, empatia e, soprattutto, sull’abilità di saper dare una risposta, in ottica salute, a chi è dall’altro lato della barricata, grazie alle competenze professionali e comunicative del professionista. Ho optato per quest’ultima scelta, in virtù delle mie attitudini, maggiormente affini al contatto con le persone e alla predisposizione personale alle interazioni, rafforzate anche da plurime esperienze nel settore eventi, mondo distante nella sostanza e nella materia, ma che mi ha consentito di sviluppare capacità comunicative più salde, una certa praticità e un’indubbia dimestichezza nel relazionarmi con uno spettro a 360 gradi di tipologie di persone. Aiuto non da poco, nel lavoro col pubblico, soprattutto in una farmacia come quella dove svolgo la professione, sita nel cuore di una città brulicante come Milano. Ecco, se dovessi fare un appunto in merito, credo che il percorso accademico debba implementare, insieme ad altre cose, anche lo sviluppo di aree legate alla comunicazione e al marketing, perché uscire anche con il massimo dei voti e la perfetta conoscenza delle sintesi chimiche a poco serve, almeno in farmacia, se non si sa comunicare col prossimo, non si è

in grado di proporre soluzioni e, in ultimo, far combaciare queste cose con esigenze di vendita che, eticamente, non vanno al primo posto, ma che comunque fanno parte di un lavoro che, ad oggi, contempla anche dinamiche di bilancio. Sono ormai dieci anni che svolgo la professione, il che mi ha indubbiamente portato ad accrescere competenze e confidenza con il ruolo da farmacista. Complice l’innata e a volte testarda passione per lo sport e l’allenamento, da sempre parte del mio quotidiano, ho deciso nel 2020 di conseguire il brevetto di Personal Trainer, certificando così una passione di lungo corso e ampliando il mio margine di azione e, perché no, anche le potenziali evoluzioni della mia figura professionale. Tale brevetto, conseguito grazie all’Accademia Italiana Personal Trainer e riconosciuto dal CONI, è stato poi arricchito da alcuni master (Natural Bodybuilding, fitness posturale, dimagrimento e allenamento funzionale) e da un corso sulla nutrizione e l’integrazione sportiva che mi ha dato accesso alla certificazione di Educatore Alimentare Nello Sport, registrandomi anche al Registro Europeo dei Professionisti dell’Esercizio (EREPS). Terminati questi percorsi formativi, ho iniziando anche a seguire, in veste Nuovo COLLEGAMENTO

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LA PAROLA AI FARMACISTI

di personal trainer, alcuni clienti della farmacia nel loro approccio all’allenamento. Farmacista e personal trainer: due professioni lontane ma che, in modo diverso, si occupano di salute… Ha detto bene. Queste due figure professionali operano in ambiti apparentemente distinti e lontani. Ma, se ci focalizziamo sul fine ultimo del loro servizio, o meglio, del loro valore, vedremo che il traguardo è il medesimo: il benessere e la salute del prossimo, raggiunti attraverso un percorso personalizzato volto all’acquisizione di corretti stili di vita, improntati al bisogno e all’obiettivo del singolo. Mi spiego meglio. Quando si viene in farmacia, mediamente, la motivazione è un bisogno, figlio a volte di un disagio, di uno stato patologico o, semplicemente, della necessità di un consiglio o una consulenza volti al raggiungimento di un miglior stato di benessere personale. Qui subentra il professionista, cioè il farmacista, che, ascoltando e interpretando il messaggio, fornisce, grazie alle competenze, un percorso personalizzato su quello specifico soggetto e sul suo problema, per centrare l’obiettivo. Allo stesso modo, chi va da un personal trainer, necessita di un servizio, un pool di competenze, per arrivare ad un obiettivo preciso. Che questo sia dimagrire, rinforzarsi, riattivarsi, rassodarsi o, semplicemente, avere una spinta motivazionale, sta comunque al trainer, il professionista, interpretare questa esigenza, verificarne la fattibilità sul soggetto ed elaborare la strategia su misura per il cliente, per portarlo a quel traguardo. La materia è diversa, le dinamiche identiche. Inoltre, se consideriamo che salute e benessere non consistono unicamente nel non avere un malanno, ma anche nel prevenirlo e nel sentirsi bene psicologicamente e fisicamente, allora capiamo che la salute è un ambito a tutto tondo, dove il “paziente” è il soggetto e le strategie verso l’obiettivo sono un campo multifattoriale, non più riducibile solo al vecchio andante “medico/ cura”. Ricordiamoci che già oggi, ma soprattutto in futuro, la prevenzione sarà la prima tra le cure. E la prevenzione si fa nel quotidiano e con la costanza.

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Cioè con quei famosi stili di vita corretti e sostenibili. Un discorso che è fondamentale, tanto più per un sistema salute in difficoltà, dove anche ridurre il costo sociale delle patologie, diventa obiettivo primario e stringente. Come riesce a conciliare i due lavori? Conciliare la professione di Farmacista e il ruolo da Personal Trainer non è assolutamente cosa semplice. Nel mio caso, il fatto di lavorare in modalità part time a 32 ore, consente una maggior flessibilità oraria. Svolgere due lavori è a volte provante, senza contare che, va da sé, per fare bene entrambi, è necessario aggiornarsi, studiare, seguire con attenzione le persone e, se già questo è impegnativo su una singola professione, lo diventa ancor più quando si portano avanti due vite lavorative. Dimenticavo: senza contare che, per avere una certa credibilità e dimestichezza con esercizi e movimento, nell’ambito del personal training, bisogna anche allenarsi con una certa costanza. Il che per me è in realtà un piacere, ma non risparmia energie e, soprattutto, tempo, ulteriormente ridotto dalla quasi obbligatoria attività di autopromozione, che non rientra invece tra le abituali incombenze del farmacista. La passione e l’entusiasmo, però, fanno trovare risorse inaspettate. Nell’ottica della farmacia dei servizi, come vede la presenza del personal trainer in farmacia? Come una bellissima opportunità. Che però, onestamente, non credo siamo ancora pronti, almeno in Italia, a cogliere. La farmacia dei servizi è un progetto molto ampio e di gran prospettiva, per dare finalmente un inquadramento professionale degno ai militanti del caduceo, troppo spesso ormai equiparati a dei commessi col camice. Si stanno facendo dei progressi, è vero, accelerati anche dalle esigenze del momento pandemico, ma l’attuazione pratica è un terreno ancora insidioso e manca ancora un inquadramento certo e, sottolineo, una definizione professionale concreta delle reali competenze del farmacista come professionista attivo (e non solo come strumento passivo) del sistema salute.


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Finalmente i nostri sforzi sono stati premiati. Grazie al vostro entusiasmo siamo riusciti a rendere consapevole il Governo che il farmacista è pronto ad affrontare questa nuova sfida e oggi possiamo realmente parlare di farmacista vaccinatore. Il nostro corso, anche se non abilitante per la vaccinazione anti-Covid, rappresenta una formazione professionalizzante rispetto ad una pratica nuova per la categoria e le competenze che si acquisiscono rappresentano un fondamentale bagaglio professionale che ben si integra con il corso dell'ISS. Le iscrizioni al corso sono possibili fino al 20 agosto 2021

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LA PAROLA AI FARMACISTI

Per una farmacia dei servizi a pieno regime, credo sia fondamentale determinare in maniera inequivocabile le sue competenze, senza che queste intacchino quelle di altri professionisti sanitari, ma anzi creando una rete sinergica con gli altri players della salute e rivedere anche il sistema contrattuale, che renda effettivamente giustizia al servizio professionale e al lavoro svolto, sia in ambito pubblico che privato. Questi, a mio avviso, sono i punti d’ombra che ancora necessitano di essere chiariti, per organizzare al meglio un servizio volto all’interesse pubblico e all’efficientamento del sistema. Tornando al mio ambito, certo, il personal trainer in farmacia sarebbe un servizio innovativo, nell’ottica di un’offerta di salute moderna e globale. I punti critici, oltre a quelli menzionati sopra, sono però anche il riconoscimento del valore professionale del personal trainer (adeguatamente formato e valutato) e un cambio di prospettiva su quello che è il benessere fisico, inteso anche come attività motoria, movimento, allenamento: molto spesso capita di percepire questo ambito come un extra, un di più, un hobby, una cosa risibile o poco seria. “Ma come, a 35 anni ancora pensi alla palestra?”. Ecco, questo è un po’ il sentimento generale, quasi ci fosse una scala di priorità dove, lavoro e impegni di vita, fondamentali componenti della persona, debbano escludere l’attenzione al proprio benessere fisico. Per fortuna, sta crescendo questa attenzione, ma il cambio passo si potrà avere solo se ci sarà una presa di posizione ufficiale e istituzionale nel valore, in termini di salute e prevenzione, dell’attività fisica coniugata nelle sue molteplici forme. Presa di posizione che molti studi scientifici hanno già esplicitato. I dati parlano chiaro. Adesso è il tempo di agire di conseguenza. Il personal trainer è un consulente a tutti gli effetti che opera in ambito sportivo. Come vede la figura del farmacista come un consulente in un ambito più generale? Chiamiamolo in ambito salute. Personalmente, credo che il ruolo di consulente della salute sia un cardine per l’ammodernamento della professione e, ovviamente, non 54

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può prescindere dalla continua acquisizione di competenze in tutti quei settori che sono, direttamente o indirettamente, afferenti alla salute. A volte, mi sono chiesto: se un fisioterapista, un nutrizionista, un estetista o un personal trainer, può fare una consulenza e offrire il proprio servizio in farmacia, perché allora un farmacista competente e formato non può varcare la soglia della farmacia e fornire la propria consulenza di esperto di buone pratiche di salute, che so, in uno studio privato o una struttura poliambulatoriale, o ancora, in una struttura sportiva, tanto più se, come tanti colleghi, la preparazione da farmacista è accompagnata da altre specializzazioni? Le consulenze, peraltro, oggi sono ampiamente veicolabili anche tramite i sistemi digitali e social. Tutto questo contribuirebbe a creare nuove opportunità, a fare rete tra le varie professioni e i vari punti salute e a creare un sistema integrato, pronto ad offrire un servizio qualitativamente sempre più alto al paziente. Ne beneficia il professionista, l’utente, il sistema. Io lo chiamo circolo virtuoso. IL MASSAGGIO IN FARMACIA Sono sempre più numerose le farmacie che si sono dotate di una cabina estetica all’interno della quale offrire alla propria clientela un servizio sempre più completo nell’ambito di bellezza e della cura della persona. In molti stanno pensando all’introduzione del massaggio pratica che, a ben pensarci, offre non solo riposo soluzioni di bellezza e benessere, essendo spesso utile per risolvere piccole problematiche legate alla salute ostearticolare e al benessere in senso lato. Per approfondire la questione, abbiamo parlato con Michela Corsini diplomata in una scuola ufficiale di massaggio ed esperta in oli essenziali, sostanze delle quali noi farmacisti conosciamo bene le proprietà e che, proprio nel massaggio, trovano un utilizzo pratico di grande interesse. Michela è anche laureata in Lettere e Filosofia all’università di Siena e questa sua formazione umanistica può aiutarci a valutare una possibile offerta del massaggio in farmacia sotto differenti punti vista.


LA PAROLA AI FARMACISTI

Se ci pensiamo bene, l'atto del massaggio è istintivo e primordiale; appartiene non solo all'uomo ma anche al mondo animale. Pensiamo allo sfregamento che istintivamente viene fatto sulla parte del corpo indolenzita oppure a quando ci mettiamo le mani sull'addome o sulla fronte in caso di dolore… cerchiamo, appunto, il contatto.

Dottoressa Corsini, ci aiuti ad inquadrare l’argomento. Che correlazione esiste, all’interno della pratica del massaggio, tra mente e corpo? Il massaggio inteso come tocco non va inteso come mero trattamento estetico, ma come tecnica capace di regalare benessere fisico e mentale direttamente in seguito alla manipolazione, ma anche indirettamente perché il tocco è seguito dalla liberazione di endorfine, molecole del benessere come ormai risaputo anche dalla gente comune. Il tocco è una interazione biunivoca, nella quale il massaggiatore è la parte attiva, mentre il cliente si mette letteralmente nelle sue mani: si affida a un terapeuta, compie quindi una apertura mentale e fisica che è già, di per se, terapeutica. Come ben sappiamo, infatti, la richiesta di aiuto e la disponibilità a riceverlo sono un passo importante in qualunque terapia, fisica e farmacologica. Ma prima di parlare di questo, vorrei introdurre un piccolo preambolo riflettendo sull' importanza del contatto. È un semplice gesto ma che porta una enorme energia benefica.

Quali benefici comporta un massaggio? Ci sono vari tipi di massaggio ma tendenzialmente, ognuno di loro ha lo scopo di raggiungere il giusto equilibrio psico-fisico della persona. In generale, le tecniche di base del massaggio sono lo sfioramento, frizione, impastamento e percussioni ed ovviamente ognuna con le proprie funzioni ed indicata per un certo tipo di massaggio. I benefici sono molti e portano ad un miglior funzionamento dell'organismo e non va visto solo come un trattamento di bellezza. Ne cito alcuni: • rilassamento generale del corpo e della mente; • diminuzione dello stress; • alleviamento delle tensioni muscolari; • miglior funzionamento del sistema linfatico e circolatorio; • miglioramento del tono e della luminosità della pelle. Leggendo solo questi, possiamo pensare al massaggio come un qualcosa che porta ad un generale stato di benessere. Quindi: perché non proporlo tra i servizi della cabina estetica della farmacia? Del resto, come altre pratiche estetiche, il massaggio è anche un momento che ci meritiamo perché il riconnettersi con il proprio corpo, con la propria mente e con le proprie emozioni non ha prezzo. MI piace concludere ricordando che il massaggio è anche è una delle "forme d'arte medica" più antiche, tanto che le prime descrizioni come "trattamento" risalgono intorno al 2600 a.C. in manoscritti cinesi. Successivamente, Ippocrate affermava: "Il medico deve avere molteplici esperienze ma deve conoscere sicuramente l'arte del massaggio". Nuovo COLLEGAMENTO

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NOVITÀ DALLE AZIENDE

DORMIRE PROTETTI

L'azienda presenta il copricuscino antivirale, disponibile in farmacia.

L

a Tebro è una storica azienda di Roma con oltre 150 anni di attività nel settore del tessile casa a gestione familiare. La Società oggi è uno dei brand più affermati nel settore casa, conosciuto per la qualità dei propri prodotti e per il servizio offerto, e da diversi anni rappresenta un punto di riferimento per il settore ricettivo e crocieristico. Nel periodo del lockdown l'azienda ha realizzato una linea di accessori letto antivirali per il settore ricettivo che presto hanno proiettato la società nel mondo medicale, dove ha iniziato a fornire importanti gruppi medicali italiani. Da poco ha scelto di dare l'opportunità all'utente finale di dotarsi del proprio copricuscino personale acquistandolo in farmacia, riscuotendo un immediato riscontro positivo. Abbiamo chiesto a Stefano Pizzolato, CEO di Tebro, maggiori dettagli su questo prodotto, di notevole interesse per chi viaggia spesso o semplicemente desidera dormire in tutta sicurezza fuori casa. "A novembre 2020 la nostra azienda è stata riconosciuta dal Ministero della Salute, azienda italiana fabbricante di accessori letto antivirali, ed i nostri prodotti sono certificati come dispositivi medici classe 1 con marchio CE. I nostri tessuti tecnici, dopo mesi di ricerca ed implementazione, dapprima sono stati certificati come antivirali, anche adatti alla realizzazione di DPI, ottenendo il massimo del punteggio di protezione antivirale presso un laboratorio accreditato da Accredia, poi divenuti dispositivi medici.

Durante il lock down abbiamo creato una linea di accessori letto antivirali: copri cuscino, copri materasso e copri piumino. Il prodotto è molto utile poichè viaggiando è necessario proteggersi. Quando si dorme in una struttura ricettiva è consigliabile la protezione del cuscino con il nostro copri cuscino antivirale che rappresenta una barriera contro qualsiasi agente infettivo e quindi diventa igienicamente e sanitariamente molto importante, per questo motivo abbiamo deciso di rendere accessibile l'acquisto personale nelle farmacie. Il prodotto è eccezionale oltre che per le singole persone che viaggiano anche per le strutture ricettive poichè : • Non sarà necessario lavare cuscini e coprimaterassi, il tessuto del copricuscino è idrorepellente. • È un dispositivo medico riconosciuto dal Ministero della Sanità. • Si potrà dare comunicazione al cliente che dorme su letto decontaminato. • Il personale di servizio riduce della metà il tempo di rifacimento stanze. • Si può lavare, anche in lavanderia, sino a 90°C. per oltre 120 lavaggi senza utilizzo di cloro. Per chi desidera acquistare il proprio copricuscino in farmacia e portarselo in viaggio i vantaggi sono: • Sicurezza totale, il copricuscino è antiacaro e antivirale, basterà ricoprire il guanciale dell'hotel nel caso non ne sia provvisto. • Fa traspirare il corpo e non fa sudare, il tessuto è in cotone e mantiene il comfort del cuscino. Nuovo COLLEGAMENTO

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DALLE AZIENDE

PARASSITI DEL CANE E DEL GATTO:

CONOSCERLI PER PREVENIRLI. DA TEKNOFARMA, UNA SOLUZIONE PER OGNI ESIGENZA.

Fig.1

I

n genere, per i nostri pet si consiglia di eseguire il trattamento per la prevenzione dei parassiti durante tutti i periodi dell’anno, ma questi interventi devono essere eseguiti in maniera ancora più scrupolosa nella stagione primaverileestiva, poiché in condizioni climatiche favorevoli i parassiti tendono a riprodursi e a diffondersi più velocemente sugli animali e nell’ambiente. Linea Neo Erlen contro i parassiti esterni Con l’arrivo della bella stagione i nostri pet iniziano a trascorrere più tempo all’aperto: i cani frequentano maggiormente parchi, aree gioco e zone di campagna e, sempre di più, seguono la famiglia umana al mare o in montagna; i gatti

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lasciano i comodi divani di casa per uscire e trascorrere più tempo fuori, su balconi e terrazzi, in giardini e cortili. Ed è proprio qui che, con l’arrivo delle alte temperature, fanno la loro comparsa pulci, zecche, zanzare, pappataci e altri infestanti. Questi parassiti possono infestare cani e gatti causando loro intenso prurito con conseguente grattamento e comparsa di lesioni da autotraumatismo. Oltre che fastidiosi, però, sono anche pericolosi perché possono essere vettori di malattie piuttosto serie, quali la filariosi e la leishmaniosi causate dalla puntura rispettivamente di una zanzara e di un flebotomo infetti.


DALLE AZIENDE

NEO ERLEN SPRAY rappresenta una soluzione pratica e sicura per questo problema, poiché è l’unico medicinale veterinario spray che associa due principi attivi ad azione disinfestanFig.2 te, la fenotrina e la tetrametrina, e un principio attivo ad azione insettorepellente, la dietiltoluamide. Una volta applicato il prodotto, il suo effetto perdura per una settimana (se l’animale non viene lavato). Grazie a queste sue peculiarità e alla pratica e veloce somministrazione, Neo Erlen risulta utile per garantire a cani e gatti un’adeguata protezione contro i parassiti esterni durante tutto il periodo di permanenza all’aperto (durante le passeggiate, durante l’attività di cani sportivi, da caccia e da lavoro, ecc.). Inoltre, tutti i suoi componenti sono caratterizzati da un elevato indice di sicurezza, perciò Neo Erlen Spray è sicuro sia nel cane sia nel gatto e può essere somministrato in gravidanza e allattamento. Tra gli ectoparassiticidi di Teknofarma c’è anche NEO ERLEN SHAMPOO che associa all’azione disinfestante nei confronti di pulci, zecche e altri infestanti, anche un’azione di pulizia profonda del mantello. Neo Erlen Spray e Neo Erlen Shampoo sono specialità medicinali Senza Obbligo di Prescrizione, pertanto per la loro vendita in Farmacia non è necessaria la REV.

Aca Cerulen: l’unico medicinale veterinario topico specifico per l’otoacariasi Con il termine otoacariasi del cane e del gatto si fa riferimento alla parassitosi sostenuta dall’ acaro Otodectes Cynotis, che interessa l’orecchio esterno del cane e del gatto. Il parassita colonizza principalmente il condotto uditivo esterno, causando la comparsa di abbondante essudato tipicamente scuro, secco e maleodorante e di un intenso prurito, con conseguente grattamento da parte dell’animale e comparsa di lesioni da autotraumatismo a livello dei padiglioni auricolari (escoriazioni, alopecia, sanguinamento, ecc.). Solitamente entrambe le orecchie risultano colpite e non di rado si verificano a livello auricolare anche delle sovrainfezioni batteriche e fungine. ACA CERULEN rappresenta una valida opzione terapeutica poichè è l’unico medicinale veterinario ad uso topico specifico per il trattamento dell’otoacariasi sia del cane sia del gatto. In forma di gocce auricolari, Aca Cerulen è caratterizzato da una tripla azione grazie ai suoi componenti: l’estratto di piretro e il piperonil butossido svolgono una potente attività acaricida e sono ben tollerati dal delicato epitelio del condotto uditivo; il diclorofene agisce come antisettico e antimicotico, contrastando

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DALLE AZIENDE

le eventuali sovrainfezioni batteriche e fungine; il peridrosqualene interviene eliminando l’eccesso di cerume. Di norma sono sufficienti 1-2 applicazioni distanziate di 4 giorni per ottenere la risoluzione completa della patologia. Aca Cerulen è un medicinale veterinario Senza Obbligo di Prescrizione, pertanto per la sua vendita in Farmacia non è necessaria la REV. Antielmintici ad uso orale di Teknofarma: elevata affidabilità e facilità di trattamento Molte parassitosi, soprattutto quelle determinate da parassiti interni e quindi non visibili direttamente sul corpo dell’animale, non sono immediatamente rilevabili poiché hanno un decorso subdolo, con sintomi talvolta aspecifici e poco evidenti. Molto spesso sono anche delle zoonosi pericolose per l’uomo. Da ciò si evince quanto sia importante proteggere cani e gatti da questi indesiderati parassiti con un adeguato piano di prevenzione, non solo in primavera ed estate, ma durante tutto l’anno. A tal proposito, l’ESCCAP (European Scientific Counsel Companion Animal Parasites) consiglia di sverminare cani e gatti adulti almeno 4 volte all’anno (fonte: www. esccap.org). Teknofarma mette a disposizione una linea completa di antielmintici ad uso orale per rispondere ad ogni esigenza in termini di specie, taglia, età e spettro d’azione. La linea comprende i prodotti Len, Lendue e Pralen, tutti somministrabili sia al cane sia al gatto e disponibili in diversi formati che consentono una pratica e agevole somministrazione in soggetti di ogni peso e taglia. LEN e LENDUE, a base di mebendazolo, garantiscono una protezione completa 60

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contro tutti i nematodi intestinali e contro le tenie del cane e del gatto, ma non ugualmente su tutti i cestodi. Per questi ultimi è necessario utilizzare PRALEN, a base di mebendazolo e praziquantel, caratterizzato da uno spettro d’azione a 360°, contro tutti i nematodi e tutti i cestodi del cane e del gatto, ivi compresi Dipylidium caninum ed Echinococcus. I cuccioli e i gattini, nella maggior parte dei casi, sono infestati da vermi tondi quali gli ascaridi (Toxocara spp.), trasmessi dalla madre per via transplacentare durante la gravidanza. Al fine di mantenere la salute individuale di questi soggetti e per evitare la contaminazione ambientale con le uova, le linee guida ESCCAP consigliano di iniziare il trattamento a 14 giorni di età per i cuccioli e a 21 giorni per i gattini e, in concomitanza, trattare anche la madre. Lendue, grazie alla sua notevole appetibilità, risulta particolarmente utile per questo scopo. Molto più rare nei cuccioli sono le infestazioni da cestodi, parassiti che hanno un ciclo vitale più lungo e che, per questo motivo, si trovano più frequentemente nei soggetti adulti. Len, Lendue e Pralen sono disponibili sia in compresse sia in gocce orali; queste ultime risultano particolarmente pratiche per la somministrazione a soggetti di peso ridotto (cuccioli, gattini e cani toy), nei quali è necessario dosare la soluzione in maniera estremamente precisa. Tutti gli antielmintici per uso orale di Teknofarma sono specialità medicinali Senza Obbligo di Prescrizione, pertanto per la loro vendita in Farmacia non è necessaria la REV.


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Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a: SEGRETERIA UTIFAR PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 MILANO TEL. 02 70608367 FAX 02 70600297 E-MAIL: utifar@utifar.it

I CONSULENTI UTIFAR FISCALI: Studio Brunello e Partner LEGALI E LEGISLATIVE: Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi GALENICHE: Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano MEDICINE NON CONVENZIONALI: Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse ENPAF: Dr. Paolo Giuliani BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna

IL TURNO DELL’APPRENDISTA Vorrei sapere se un farmacista iscritto regolarmente all'ordine con contratto di apprendistato può stare da solo in farmacia ed eventualmente fare il turno notturno. Inoltre, il farmacista che ha effettuato il turno notturno a quanto ore di riposo ha diritto prima di riprendere nuovamente servizio? Circa il primo quesito, prendendo spunto dalle disposizioni contenute nella circ. 40/2004, l’ispettorato Nazionale del Lavoro ritiene che non sia necessario l’affiancamento fisso del tutor al lavoratore apprendista, potendo Io stesso assumere anche solo la funzione di controllo in ordine alla regolarità e alla qualità della formazione svolta daII’apprendista. La presenza del tutor quindi non deve intendersi come presenza fisica al fianco deIl’apprendista durante l’intero arco della giornata, ma il tutor deve essere in grado di verificare il Iavoro del dipendente e di fornire chiarimenti e spiegazioni per correggere il Iavoro dello stesso (anche attraverso strumenti telematici di e-learning). Relativamente al secondo quesito, è di tutta evidenza che l’art. 18 del CCNL “Farmacie private” non deroga alle disposizioni dell’art. 7 del D. Lgs. n. 66/2003 (“il lavoratore ha diritto a undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore. Il riposo giornaliero deve essere fruito in modo consecutivo fatte salve le attività caratterizzate da periodi di Iavoro frazionati durante la giornata”). Per espressa previsione di Iegge quindi il lavoratore (anche apprendista) che svolge il turno notturno (non necessariamente alla presenza del tutor), dovrà fruire delle 11 ore di riposo in modo continuativo. Si segnala tuttavia che gli accordi integrativi regionali al CCN L di settore potranno derogare a tale modalità di fruizione anche alternando il riposo mattutino con il servizio pomeridiano (nell’ipotesi che l’orario della farmacia sia frazionato), purché sia comunque garantito il minimo di 11 ore di riposo. Avv. Paolo Leopardi


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SCONTRINI CONTESTATI Vorrei sapere se sullo scontrino fiscale parlante la dicitura "Ricetta" al posto di "Farmaco" o "Ticket" è valida ai fini della detrazione. lnoltre, dal momento che sullo scontrino, in prossimità del codice fiscale, viene riportato l'importo della quota detraibile e non detraibile, vorrei sapere si questi parametri possono essere presi in considerazione nella detrazione oppure non hanno alcun valore fiscale. Chiedo questo perché un CAF della mia città li considera non detraibili poiché non formalmente corretti e li ha quindi cestinati con il disappunto della mia clientela. La dicitura che viene utilizzata negli scontrini è farmaco, ticket o medicinale: non mi dato sapere che esista la voce ricetta. In genere il gestionale della farmacia , in funzione della categoria merceologica del prodotto, provvede alla sua classificazione che è poi quella inviata aII’Agenzia Entrate la quale ed utilizzata nella "precompilata". Avv. Paolo Leopardi CREMA MANI Devo preparare una formulazione dermatologica a base di acido lattico (1%) e glicerina (10%). Potete fornirmi indicazioni su come procedere? Di seguito riportiamo il modus operandi per la realizzazione della formulazione indicata: - unire la vaselina alla lanolina, lavorandole fino alla formazione di un unguento Iano-vaselina omogeneo; - pesare l'ìttiolo, aggiungere in modo geometrico l'unguento e miscelare fino ad omogenea incorporazione deII'ittioIo. Continuare sino a terminare tutto l’unguento a disposizione; - in un piccolo becher aggiungere acqua, glicerina e acido lattico e miscelare; - aggiungere e miscelare la soluzione idroglicerica aII’unguento, molto lentamente fino ad incorporarla tutta. FORMULAZIONE NON RIPETIBILE Posso riprodurre una formulazione galenica di un preparato salutistico con ricetta non ripetibile fatta da un medico? Tutti gli estratti sono presenti nell'allegato delle piante ammesse. Risposta affermativa. Si può, con ricetta, allestire un preparato a base di componenti compresi nella lista delle piante ammesse.

Prof.ri Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Mario Marcucci, Pietro Siciliano

PERCORSO VACCINALE A FARMACIA APERTA Abbiamo un'area dedicata alla telemedicina di circa nove metri quadri nella quale vorremmo effettuare le vaccinazioni a farmacia aperta, abbiamo effettuato alcuni cambiamenti per assicurare il distanziamento ai banchi, chiediamo la vostra valutazione degli spazi per accedere in sicurezza all'area destinata alle vaccinazioni. Gli espositori possono essere usati per creare un filtro; sarebbe opportuno, onde consentire il regolare svolgimento del lavoro al banco, dotarsi di un desk per effettuare il servizio di accettazione. Arch. Luca Melchionna

REALIZZAZIONE DI SPAZI PER LE VACCINAZIONI

Per agevolare i farmacisti nell’individuazione e realizzazione di un'area per vaccinazioni, i soci interessati possono inviare le planimetrie dei propri locali a utifar@utifar.it, specificando la richiesta, così da permettere al nostro esperto di valutarne la fattibilità e proporre una soluzione idonea.

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