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L'EDITORIALE

LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO

Èormai da alcuni mesi che, nei numerosi convegni realizzati dalla fine dello stato emergen ziale, si parla di una farmacia che sta cambiando e di una professione che sta evolvendo. In realtà, è da 800 anni che la nostra professione risponde alle nuove esigenze dei cittadini, alle nuove richieste della società e agli eventi catastrofici che si sono susseguiti in questi secoli.

Certamente, cambiano le competenze, supportate dagli sforzi che soggetti esperti in formazio ne, come l’Utifar e le altre società scientifiche della nostra categoria, mettono in campo per sop perire ai ritardi dell’Università, la quale non riesce ad aggiornare il piano di studi in tempi veloci e non si è ancora adeguata al terzo millennio.

Tutto questo non deve spaventarci. Utifar usò la parola “resilienza”, oggi inflazionata, più di quin dici anni fa, perché eravamo e siamo consapevoli che quel termine ha sempre fatto parte del bagaglio culturale della nostra professione.

Certamente, il momento attuale potrebbe richiedere un adeguamento, oltre che delle compe tenze, anche della struttura delle farmacie e, di conseguenza, servono nuove risorse economi che o la capacità di gestire meglio quelle di cui oggi si dispone.

Inoltre, stiamo attraversando un momento nel quale il passaggio generazionale può usufruire di tante opportunità, che forse non conosciamo appieno e che vanno ben oltre il famoso “vitalizio”.

Ho sentito parlare di colleghi che hanno venduto la farmacia o stanno pensando di venderla non tanto perché abbiano problemi economici o perché non abbiano eredi che si vogliono dedicare alla farmacia, ma perché sono stanchi di questi cambiamenti e faticano ad affrontare gli sforzi che vengono loro richiesti.

Dispiace a volte vedere che aziende e nomi, che per anni hanno rappresentato un punto di riferimento per una piccola comunità, abbandonino il campo in un momento di rilancio della professione.

Per questo motivo, Utifar si vuole mettere a disposizione dei colleghi con un progetto: la gestione del cambiamento

Utifar si mette a disposizione di quei farmacisti che sono sconfortati, spaventati, preoccupati. Prima di tutto, per ascoltarli; e poi per dare loro qualche consiglio su problemi strutturali, di ade guamento delle competenze, di analisi dei conti e di bilancio.

Crediamo che dialogare fra colleghi sia certamente più franco e più agevole.

Per questo motivo mi interfaccerò personalmente con coloro che vorranno approfittare di questa nostra opportunità: basterà chiamare in Utifar (0270608367) o scrivere una mail (utifar@utifar.it), chiedendo di essere richiamati.

Mi auguro che questo nostro sforzo possa essere utile a tanti farmacisti che, pur plaudendo agli sforzi fatti dai colleghi, non hanno il coraggio di ristrutturare le loro competenze e quelle della loro squadra.

Per i colleghi che avranno bisogno del nostro ascolto, Utifar sarà sempre a disposizione, assicu rando la massima riservatezza.

Mi auguro che questa iniziativa possa essere da stimolo a tanti farmacisti per continuare con en tusiasmo a portare avanti la nostra professione. Una professione che, nei secoli e con semplicità, abbiamo sempre messo a disposizione dei cittadini e del nostro Paese.

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n. 5 2022

Direttore responsabile

Eugenio Leopardi

Responsabile editoriale

Alessandro Fornaro

Comitato di redazione

Alfredo Balenzano - Floriano Bellavia - Emilia BernocchiAlessandro Maria Caccia - Marco CavarocchiGiancarlo Esperti - Eugenio Leopardi - Giuseppe MontiLuigi Pizzini - Giulio Cesare Porretta - Roberto Tobia

Progetto grafico e impaginazione

Emanuela Esquilli

Proprietà editoriale Utifar Associazione senza fini di lucro

PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO Pubblicità Emanuela Esquilli tel. 338 2847513

email: manuela.esquilli@gmail.com - utifar@utifar.it

Direzione e Redazione PIAZZA DUCA D'AOSTA 14 - 20124 MILANO tel. 02 70608367 - 70607263 fax 02 70600297

La collaborazione alla rivista è aperta a tutti i farmacisti. Manoscritti, dattiloscritti, fotografie o altro materiale iconografico, anche se non pubblicato, non si restituiscono www.utifar.it - utifar@utifar.it Immagini Adobestock

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D'auria Printing S.p.A. Zona industriale Destra Tronto 64016 S. Egidio della Vibrata - TE

Nuovo Collegamento Rivista ufficiale di UTIFAR Anno XXIII n.5 - 2022

Registrazione del tribunale di Milano n. 12 del 11/01/2000

ROC n. 6782 (registro operatori Comunicazione)

Tiratura del presente numero 20.000 copie - Certificate e autorizzate

ALLARME POLIOMIELITE

di Alessandro Fornaro

DEBLISTERING VOCI A CONFRONTO

di Alberto Lepore

LA GENETICA NUTRIIONALE

di Fabrizio Mignini

di Erika Cione e Roberto Cannataro

PELVIPILATES E MATERNAL WALKING PER LA RIEDUCAZIONE PELVI-PERINEALE Intervista a Giovanna Sottini

di Emanuela Esquilli

VOCI DA DIETRO IL BANCO

di Giulio Francesco Valeriano

VETERINARIA

Rubrica a cura della Divisione scientifica Teknofarma

NOVITÀ DALLE AZIENDE

SOMMARIO 4 12 22 26 30 36 38 42 43 44 Intervista a Michele Vinciguerra, Davide Petrosillo, Mario Cirino e Carolina Carosio

NOTIZIARIO UTIFAR

CONSULENZE UTIFAR

3Nuovo COLLEGAMENTO POLIFENOLI E DIETA MEDITERRANEA LA VERA CHIAVE DI VOLTA!

dal 1957 UTIFAR

ATTUALITÀ

ALLARME POLIOMIELITE

Monitoraggio, cause e soluzioni

Di questi tempi, sembra che le notizie di carattere sanitario debbano essere enfatizzate per attirare l'attenzione di un pubblico sempre più disorientato e allarmato. Ed è così che in farmacia ci vengono chiesti chiarimenti e pareri rispetto a questioni che trovano più spazio in una informazione di tipo sensazionalistica che nella letteratura scientifica. Nei mesi scorsi, per esempio, un aumento delle epatiti pediatriche aveva dato il via ad un allarmismo che, per fortuna, è rientrato nel giro di poche settimane. Poi il cosiddetto vaiolo delle scimmie, per molti versi legato ad una immunodeficienza con caratteristiche spesso sovrapponibili a quelle dell'Aids.

Ora, lo spazio mediatico è occupato dall'emergenza poliomielite, con il governatore di New York Kathy Hochul che ha dichiarato lo stato di emergenza a seguito, come riportano alcuni nostri organi di stampa, di "un’epidemia di poliomielite a New York".

Le parole "epidemia" ed "emergenza" andrebbero, invero, utilizzate con maggiore prudenza. Cerchiamo allora di comprendere cosa stia accadendo, riportando la discussione nei binari delle evidenze.

Finoad oggi, sono stati segnalati in occidente solo due casi di paralisi correlata alla poliomielite: a Gerusalemme nel mese di febbraio e a New York il primo giugno. Questi episodi, uniti ad un aumento dei casi nei paesi asiatici, ha fatto sì che, dallo scorso mese di luglio, si sia iniziato a monitorare le acque reflue di New York con una brutta sorpresa: il virus è effettivamente presente, ad indicare una sua circolazione.

I campioni di acque reflue analizzati non solo nella Grande Mela, ma anche in alcuni distretti di Londra suggeriscono quindi che il virus sta circolando più di quanto si potesse immaginare. Si tratta, tuttavia, di scoperta che non ha sorpreso i ricercatori specializzati

4 Nuovo COLLEGAMENTO

nell'eradicazione di questo terribile virus. Secondo Zulfiqar Bhutta, ricercatore di salute globale presso l'Università Aga Khan di Karachi, in Pakistan. "È tutto interconnesso: nessun paese al mondo è immune dagli effetti della poliomielite".

Non c'è quindi da stupirsi, visto che, poco prima dell'inizio della pandemia da coronavirus, l'Oms faceva notare un aumento dei casi a livello mondiale, con il Pakistan e l'Afganistan indicati come zone di particolare interesse.

UN ALLARME NON NUOVO

Il monito era arrivato a margine della 23° riunione del Comitato di emergenza dell’International Health Regulations dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In quella sede si sottolineò un "aumento significativo" dei casi di poliovirus di tipo 1 (WPV1) a livello globale con 113 diagnosi registrate nel 2019 rispetto ai 28 casi registrati nel 2018 in tutto il mondo.

Già allora era stata evocata la necessità di compiere nuovi sforzi per affrontare il diffondersi di questa malattia virale. Tornando alla localizzazione dei focolai, dicevamo che Pakistan risulta essere tra le aree maggiormente interessate come si evidenziava già nel 2019 anche dal sistema di sorveglianza delle AFP (paralisi flaccide acute). Anche in Afghanistan, la situazione risultava molto impegnativa e si parlava di alcuni casi registrati in Iran, mentre buone notizie arrivavano dalla Nigeria dove, nei tre anni precedenti al rapporto del 2019 non erano sono stati rilevati casi di poliovirus wild type 1 (WPV1) e si auspicava che tale regione potesse essere certificata WPV free nel 2020. Fatte queste premesse temporali, occorre adesso comprendere cosa sia cambiato rispetto ad un paio di anni fa e se si tratti di una nuova emergenza planetaria oppure di una situazione sostanzialmente immutata, ancora sotto controllo e alla quale continuare a prestare la massima attenzione, ma senza esagerati allarmismi.

5Nuovo COLLEGAMENTO ATTUALITÀ

ATTUALITÀ

Di certo, il primo caso in una persona colpita negli Stati Uniti in quasi un decennio fa clamore.

Ma si tratta pur sempre di casi isolati ed è anche vero che le acque reflue non venivano testate prima dello scorso mese di luglio. Va anche detto che la poliomielite provoca una paralisi irreversibile in meno di una persona su 200 che vengono infettate dal virus, quindi i casi di paralisi suggeriscono che molti altri cittadini newyorkesi potrebbero essere stati infettati in maniera asintomatica. Potrebbe quindi trattarsi, come afferma Walter Orenstein, esperto di malattie infettive presso la Emory University di Atlanta, in Georgia, di casi che sono solo "la punta dell'iceberg", oppure, al contrario, di episodi periodici destinati a ripresentarsi anche in futuro, ma con un'incidenza quasi irrilevante.

L'ORIGINE DEI FOCOLAI

Il poliovirus selvaggio responsabile dei casi riportati in Asia negli scorsi anni (in particolare Afghanistan e Pakistan) derivano da un vaccino orale ampiamente utilizzato che contiene virus vivi e indeboliti che a volte mutano in una forma pericolosa, potenzialmente in grado di infettare il sistema nervoso e di diffondersi tra la popolazione. Nei paesi occidentali non si utilizza il vaccino orale, bensì un vaccino iniettabile contenente virus inattivato.

La differenza a livello di rischio ambientale appare da subito evidente e favore del vaccino iniettabile. Va tuttavia rilevato, come afferma Raul Andino-Pavlovsky, microbiologo dell'Università della California a San Francisco, che questo vaccino può impedire al virus di infettare il sistema nervoso, ma non è efficace quanto quello orale nel ridurre la diffusione virale e nell'arrestare la trasmissione. Il vaccino orale trova pertanto un razionale di utilizzo in quei paesi dove la copertura vaccinale non è alta come da noi. In Italia, fortunatamente si supera la soglia fatidica del 90% (negli Usa si attesta al 94%).

LE TIPOLOGIE DI VACCINO ANTIPOLIO

Vaccino "inattivato" di Salk (IPV), da somministrare con iniezione intramuscolo - dopo la decisione della Conferenza Stato Regioni nel 2002, è l'unica forma di vaccino somministrato in Italia.

Vaccino "vivo attenuato" di Sabin (OPV), da somministrare per via orale

- somministrato in Italia fino ad anni recenti, ha permesso di eradicare la poliomielite nel nostro Paese ed è raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità nelle campagne di eradicazione della malattia a livello mondiale.

- presso il ministero della Salute, viene mantenuta una scorta di vaccino orale attivo come misura precauzionale, in caso di emergenza e di importazione del virus. Come si legge sul sito dell'Iss, mantenere una scorta di vaccino attivo è una misura precauzionale importante perché in caso di emergenza induce una protezione molto più rapidamente di quello inattivo.

L'IMPORTANZA DELLA COPERTURA VACCINALE

A riprova dell'importanza di questa copertura, va ricordato il caso del Belgio, dove negli anni '90, un'epidemia di poliovirus ha interessato una una comunità con un tasso di vaccinazione inferiore alla media nazionale provocando 2 morti e 59 casi di paralisi. Oggi, nei paesi occidentali siamo quindi lontani da un'emergenza clinica reale come quella appena descritta.

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ATTUALITÀ

Tuttavia la macchina per il monitoraggio è giustamente partita e vede nel controllo della acque reflue una arma molto importante, sebbene ancora poco utilizzata. Il Regno Unito, per esempio, monitora le acque reflue per la malattia solo a Londra e Glasgow mentre New York, come detto, ha iniziato a testare le acque reflue a luglio, dopo che i funzionari hanno appreso del caso di paralisi correlata alla poliomielite.

Parallelamente al monitoraggio della circolazione del virus, le autorità sanitarie occidentali stanno incentivando le campagne di vaccinazione, per bloccare sul nascere ogni possibile focolaio ed impedire la circolazione del virus tra le persone. Tuttavia, queste campagne utilizzano il vaccino iniettabile che, in caso di un focolaio in atto, non è il più adatto per fermare la trasmissione del virus.

Del resto, i vaccini orali a virus attenuato potrebbero innescare mutazioni pericolose e dare luogo ad un circolo vizioso di difficile gestione.

Come rispondere a questa situazione?

Nel 2020 l'OMS ha effettivamente parlato di un nuovo vaccino antipolio orale per l'uso di emergenza anche nei paesi occidentali, sviluppato secondo le nuove conoscenze del genoma del virus, in particolare rispetto ad un enzima coinvolto nella replicazione del genoma che potrebbe portare cambiamenti genetici. Questo potenziale nuovo vaccino orale sembrerebbe quindi più sicuro nell'evitare mutazioni e nell'impedire al virus di riacquistare la sua capacità di infettare il sistema nervoso. Tuttavia, questo vaccino non è ancora stato sottoposto a test umani su larga scala e non è stato approvato dalle autorità regolatorie occidentali.

Sebbene il direttore dell'Oms Europa Hans Kluge abbia ribadito in una recente conferenza stampa che "il virus della poliomielite rilevato di recente a New York è geneticamente legato a quelli trovati in Israele e nel Regno Unito", siamo ancora in una situazione non epidemica, con qualche focolaio che si presenta (come accade da oltre 20 anni) in alcune zone

La guerra mette a rischio la salute delle popolazioni anche perché vengono meno le campagne vaccinali. Una dimostrazione arriva dallo Yemen, dove le milizie Houthi combattono da tempo contro il governo vemenita.

Lo Yemen aveva eradicato il virus dal 2006 ed era stato certificato "poliofree" dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2009.

Secondo dati recentemente diffusi della milizia Houthi, più di 800 bambini sarebbero stati contagiati dalla poliomielite nel corso del 2022. Il 52% dei bimbi colpiti sembra essere di età inferiore ai tre anni.

Il governo legittimo yemenita, aveva avvertito la comunità internazionale circa le restrizioni della milizia Houthi rispetto ai programmi di immunizzazione dei minori.

del'Asia (in particolare nelle zone di guerra come lo Yemen e l'Afganistan) e casi di malattia davvero sporadici nei paesi occidentali.

Una situazione molto differente dall'emergenza, per fortuna irripetibile, del 1952 con oltre 2mila casi registrati negli Usa e dall'Italia del 1958, dove furono notificate oltre 8mila diagnosi di poliomielite.

Merito dei vaccini, proprio di quei vaccini che oggi sono al centro di uno strano paradosso; al tempo stesso salvezza contro la Polio e causa di nuove e potenzialmente pericolose varianti del virus.

L'EMERGENZA VERA POTREBBE ESSERE NELLO YEMEN
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INTERVISTA

DEBLISTERING:

VOCI A CONFRONTO

Cambiamento

è un lemma largamente im piegato in questi tempi dalla stampa di ca tegoria. È una sfida titanica. È una corsa al riammodernamento, per riscattare la professione dai suoi demoni e dalle sue dannazioni, nel rifiu to degli archetipi della tradizione che ostacolano l’unione del passato con il futuro, essenziale per la valorizzazione del presente. Il cambiamento non deve essere una mera impo sizione dai vertici: richiede, al contrario, la par tecipazione complessiva delle anime che com pongono la nostra professione, in un rapporto di osmosi reciproca. Il dibattito derivante, tuttavia, non va interpretato come una spinta propulsiva alla jacquerie, bensì come elemento fondante per la costruzione del nuovo soggetto Farma cia, in cui il confronto costruttivo e politico fra le parti sia l’unico elemento ad avere la potestà di promuovere i processi di riforma professionale. Con questo spirito, è doveroso porre l’attenzio ne sulla tematica del deblistering, argomento affrontato come mera notizia di cronaca e che richiede, invece, una riflessione profonda. Per far questo, è stata scelta una polifonia di voci: il dott. Michele Vinciguerra, farmacista presso il Darent Valley Hospital; il dott. Davide Petrosillo, segretario della Federazione degli Ordini dei Farmacisti della Lombardia; il dott. Mario Cirino, ricercatore sanitario e vicepresidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Trieste e la dott. ssa Carolina Carosio, presidente Fe.N.A.Gi.Far.

Come è noto, la pratica di allestimento di dosi personalizzate per il paziente è un servizio erogato nelle farmacie europee e trova la sua espressione più consolidata nel Regno Unito e nei paesi facenti parte del Commowealth. In queste nazioni, il ser vizio farmaceutico esprime al massimo le sue po tenzialità e la figura del farmacista è di pari rilievo a quella del medico, nel controllo e nella valutazione della terapia farmaceutica. La farmacia clinica, gli studi basati sui real data cioè sui pazienti afferenti ai Trust o alle farmacie di comunità, hanno per messo la creazione di una letteratura scientifica di spessore e di una pratica clinica in perenne aggior namento. La conoscenza del contesto britannico è utile per la comprensione e l’analisi della nuova pratica professionale.

Dott. Vinciguerra, che cosa è il deblistering nel Regno Unito?

Prima di procedere con la de scrizione, ritengo che sia neces sario evidenziare che il lemma deblistering sia impropriamente utilizzato. Nel Regno Unito e nei paesi del Commowealth, la peri frasi per indicare questa pratica professionale è preparing dose administration aids (DAA) o preparing multi-compartment compliance aids (MCA). Tale procedura, regolamentata da li nee guida, dalle indicazioni del medico e dalla pra tica clinica non è estesa a tutti i pazienti tout court,

di Alberto Lepore, Consigliere dell'Ordine dei farmacisti della Provincia di Foggia Intervista a Michele Vinciguerra, Davide Petrosillo, Mario Cirino e Carolina Carosio Ordine dei Farmacisti della Provincia di Foggia
12 Nuovo COLLEGAMENTO

ma è regolata da specifiche esigenze: dimissione ospedaliera, breve durata del ciclo terapeutico, fragilità del paziente.

Non si deve, pertanto, cadere nel luogo comu ne che, nel Regno Unito, ogni paziente afferente presso le farmacie di comunità, abbia accesso a tale servizio.

Come in Italia, nel Regno Unito, esistono le confe zioni prodotte dalle industrie farmaceutiche che vengono dispensate regolarmente con la presen tazione della ricetta medica. Possono, in alcuni casi, differire meramente per il numero di unità posolo gica da quelle italiane, poiché concepite sulle linee guida del Formulario Britannico, come ad esempio le confezioni di amoxicillina che qui sono da 21 compresse e non da 12, poiché la terapia britanni ca standard prevede la somministrazione del me dicamento con 500 mg ogni 8 ore, per sette giorni. La procedura dello sconfezionamento, è adottata principalmente per l’acuto e non per il cronico ed è concepita per ridurre i costi del sistema sanitario e per evitare l’abuso del farmaco.

L’allestimento del DAA (dose administration aids) non è solo un esercizio di fornitura, ma un servizio clinico che prevede a priori l’applicazione di tutte le pratiche professionali nella valutazione di effica cia e sicurezza della terapia farmacologica.

Bisogna ribadire che esiste una differenza fra sconfezionamento e DAA. Lo sconfezionamento è specifico per l’acuto, l’allestimento del DAA è una procedura che si adotta solo per i pazienti estre

mamente fragili, assistiti dai caregiver o degenti nelle case di cura.

Può descrivere nello specifico tale procedura e indicarci se esistono delle differenze fra le farmacie ospedaliere e quelle di comunità? Gradirei partire dal contesto ospedaliero. La pro cedura dello sconfezionamento si attua solo all’atto delle dimissioni e non durante il tempo di degenza del paziente nel nosocomio. Ogni reparto, infatti, ha una scorta di medicinali erogati dal personale infermieristico, secondo le indicazioni della cartella clinica, redatta dal medico e controllata dal farmacista. Solo in casi particolari si dispensano farmaci specifici per il paziente o con la dicitura TTO (to take home) o con la dicitu ra inpatient, specifica per attivi come gli IV o per quelli che richiedono la somministrazione in ospe dale, sotto controllo medico.

Gli attivi in TTO prescritti per la prosecuzione della terapia domiciliare, rispettano le regole della nor male dispensazione britannica, vale a dire, essere etichettati con il nome del paziente e indicare la modalità di assunzione cioè dose e frequenza.

La procedura di allestimento del medicamento sconfezionato o fornito nella sua interezza non è compito del farmacista, ma del tecnico farmaceuti co, ovvero di un diplomato che firma l’etichetta. Al farmacista, spetta il compito del controllo prescrit tivo e del monitoraggio finale dell’allestimento del lotto, con ulteriore vidimazione dell’etichetta.

INTERVISTA 13Nuovo COLLEGAMENTO

INTERVISTA

L’ALLESTIMENTO DEL DAA, PREPARATO DALLE FARMACIE DI COMUNITÀ, È UNA PRATICA PROFESSIONALE IMPIEGATA PER I PAZIENTI FRAGILI. SPETTA AL FARMACISTA LA VALUTAZIONE DEL SINGOLO CASO

All’atto delle dimissioni del paziente, ogni Trust applica le proprie linee guida per la continuità terapeutica ospedale-territorio.

Nel Trust in cui lavoro la regola è di 14 giorni. A queste indicazioni, vanno associate le volontà del medico e le linee guida del N.I.C.E.

Ad esempio, se per il controllo del dolore il medico prescrive una terapia di tre giorni con un cerotto analgesico, il farmacista è tenuto a erogare la forma farmaceutica nell’unità dose specifica a coprire il fabbisogno indicato dal prescrittore. In caso di ricetta redatta dal pronto soccorso il paziente può rivolgersi o alla farmacia ospedaliera o a quella di comunità.

Nel caso della farmacia di comunità, presentata la ricetta, il farmacista è tenuto, senza alterare la confezione industriale, a fornire le unità posolo giche richieste, ad esempio tagliando il blister e introducendo, in una nuova confezione, le dosi di medicamento.

L’etichettatura della nuova confezione prevede l’indicazione dell’attivo, la modalità di assunzione, il numero di unità posologiche presenti, il nome del paziente e le firme di chi ha allestito e controllato il lotto, pertanto, tecnico farmaceutico e farmacista.

La farmacia di comunità è pagata dallo Stato in base al numero di unità posologiche erogate e spesso, in caso di piccoli lotti, il farmacista richiede il costo del packaging. Spetta alla farmacia dete nere le unità posologiche restanti che possono essere adoperate per l’allestimento di altri lotti, per ulteriori pazienti.

L’allestimento del DAA, preparato dalle farmacie di comunità, è una pratica professionale, come detto in precedenza, impiegata per i pazienti fragili. La necessità di un DAA può essere identificata dal medico prescrittore, dal farmacista, dallo stesso paziente o dall’accompagnatore.

Non esistono dei criteri rigidi per l’erogazione del servizio, ma spetta al farmacista la valutazione del singolo caso. Esistono diversi tipi di contenitori; in UK, si adoperano i Dossette che prevedono la suddivisione delle forme farmaceutiche solide, per giorno e tempo di somministrazione.

L’allestimento richiede la severa applicazione delle linee guida che normano non solo le procedure adottate nella farmacia, ma anche le caratteristiche di ogni singolo medicamento, perfino le possibili

interazioni chimico fisiche fra una forma farmaceu tica e un’altra.

L’etichettatura è normata anch’essa da severi detta mi che impongono l’indicazione del nome pa ziente; nome, indirizzo e numero di telefono della farmacia; nomi dei principi attivi; dosaggio e forma di tutti medicinali forniti nel DAA; informazioni su colore, forma, dimensione e marchi del produttore per ogni specialità impiegata; istruzioni per l'uso di ciascun attivo (compresa la frequenza e dose) in un inglese semplice; la data di confezionamento del DAA e quella di scadenza. Deve riportare, inol tre, eventuali istruzioni di conservazione, ulteriori etichette di avvertenze cautelative.

L’applicazione della tecnica del deblistering in UK ha permesso di aumentare l’aderenza terapeutica?

L’aderenza è un obiettivo verso cui tendere per garantire l’efficacia terapeutica ma, in UK, abbiamo la consapevolezza che è un obbiettivo difficile da raggiungere poiché vincolato dalla volontà del paziente.

La pratica del preparing dose administration aids ha il solo fine di controllare i costi, evitare disav venture per lo scorretto uso dei medicamenti e supportare i pazienti più fragili.

L’aderenza alla terapia, con l’approccio patient centred è materia di studio della Clinical Pharmacy. Dal documento redatto dalla Royal Pharmaceutical Society, recante: “Improving patient outcomes. The better use of multi-compartment compliance aids” si evince che non ci sono prove scientifiche sufficienti per supportare i benefici del DAA, nel miglioramento all’aderenza terapeutica, pertanto, non si può promuovere il suo solo uso come panacea per la salute o per le politica di assistenza sociale. Tuttavia, le prove indicano che il DAA può essere di giovamento in alcuni pazienti fragili che richiedono particolare assistenza. Le esigenze di ogni paziente devono essere valutate su base individuale, non solo dal farmacista, ma da un pool di professionisti della salute e qualsiasi intervento deve essere modulato sulle esigenze specifiche del paziente. Non esistono dati sufficienti nella letteratura che forniscano indicazioni sulla stabilità dei medicamenti, qualora conservati al di fuori della confezione originale del produttore.

14 Nuovo COLLEGAMENTO

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Al contrario, ci sono numerose evidenze di degradazione nei processi di sconfezionamento.

La descrizione fornita dal dott. Vinciguerra deli nea un quadro chiaro sulla realtà anglosassone e rimarca che, perfino pratiche consolidate, siamo oggetto di continuo studio e rivalutazione, secon do quanto insegna la filosofia della scienza.

L’introduzione dl deblistering in Italia è un evento innovativo ed è, come la farmacia dei servizi, una rivoluzione copernicana. Il deblistering, giunge, nella nostra Penisola, con estremo ritardo, ma incomincia ad essere oggetto di studio e di pratica clinica in alcune regioni.

La Lombardia con le sue farmacie è stata l’apripista nell’acquisizione ed erogazione del nuovo servizio. È doveroso affidarsi alle parole del dott. Davide Petrosillo per analizzare le motivazioni che hanno portato a questa fatidica scelta.

Dott. Petrosillo, perché è stato selezionato questo servizio? Perché non arricchire ed elaborare quelli delineati dalle linee guida approvate dalla Conferenza Stato-Regioni del 17 ottobre 2019?

L’iniziativa nasce dalla volontà espressa da Regione Lombardia di contribuire allo sviluppo di nuovi servizi a “forte valenza sociosanitaria”, erogabili dalle farmacie secondo quanto previsto dall’art. 11 della Legge 18 giugno 2009, n 69. In particolare, si tratta di dare attuazione all’obiettivo di favorire “l’aderenza dei malati alle terapie mediche” ai sensi del DLvo 3 ottobre 2009 n 153, con la messa a disposizione di un servizio finalizzato alla preparazione di confezionamenti personalizzati di farmaci. Anche se questo servizio non è oggetto di compiuta disciplina, trova il suo fondamento nell’art.1 comma 463 della Legge 27 dicembre 2019 n 160. (Legge di Bilancio 2020) in cui si rileva che, al fine di favorire la presa in cura dei pazienti cronici e migliorarne l’aderenza terapeutica, è prevista “la possibilità presso le farmacie, in collaborazione con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta e comunque nel rispetto di prescrizioni mediche, di un servizio di accesso personalizzato ai farmaci”.

Come è nata l’idea di importare questa pratica in Lombardia, c’è stata una fase sperimentale? Che cosa è emerso? Come detto in precedenza, vista la volontà espressa da Regione Lombardia, si è reso necessario costituire un gruppo di lavoro per individuare un modello comune e di riferimento per tutte le ATS (Azienda di Tutela della Salute). Alla conclusione sulla possibilità di attivare questo servizio, si è arrivati anche grazie alle decisioni del Consiglio di Stato che, con Sentenza n 4257/2015 del 14 settembre 2015, si è pronunciato favorevolmente sulla possibilità di sconfezionare medicinali di origine industriale a scopo di utilizzo nell’allestimento di preparati magistrali, permettendo al farmacista di sopperire a carenza di materia prima o alla necessità di rendere disponibili, a scopo terapeutico, formulazioni in forme e dosaggi orfani. Il servizio è quindi ricondotto alle competenze delle farmacie in materia di preparazioni galeniche. In conclusione, l’attivazione di un “servizio di accesso personalizzato ai farmaci”, oltre che concorrere all’efficientamento della rete dei servizi, in attuazione del Piano Nazionale della Cronicità e a rafforzare l’interazione tra paziente e farmacista, contribuisce a monitorare e a limitare l’uso inappropriato di antibiotici in terapia, contrastando il fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

Dalla approvazione della legge regionale ad oggi, quale è stata la risposta delle farmacie e della popolazione afferente?

Qualche collega ha attivato il servizio e sicuramen te c’è molta curiosità. Tuttavia, essendo qualcosa mai visto prima in Italia, ci vorrà tempo per assi milare e fare nostra questa “rivoluzione”. L’ATS di Bergamo, ad esempio, ha siglato con le farmacie un protocollo d’intesa per l’individuazione del le modalità di espletamento di questo servizio. Occorrerà, in effetti, circostanziare le procedure di esecuzione e dispensazione anche alla luce delle stesse responsabilità richiamate dalla de libera di Regione Lombardia. Sicuramente, uno spunto interessante viene dalla nuova possibilità per le farmacie di condividere un locale dedicato a questo servizio (sul modello dei mini-hub vacci nali realizzati a Bergamo, in provincia) in modo da poter condividere gli strumenti e di conseguenza abbattere i costi.

16 Nuovo COLLEGAMENTO INTERVISTA

Come si è interfacciata la classe medica con questa nuova prestazione?

Dalle esperienze riportate dai colleghi, i medici hanno accolto con molto interesse l’iniziativa, ma come dicevo in precedenza, ci vuole tempo per assimilare questo cambiamento.

Emerge sempre di più la necessità di un sistema di interazione digitale tra medico e farmacista, mentre, per ora, ci sono molti aspetti lasciati all’in traprendenza dei colleghi. Sicuramente è troppo presto per fare un bilancio, ma i primissimi segnali sono positivi.

Aderenza, cronicità, controllo nell’utilizzo del me dicamento, sono temi che si ripropongono nelle parole del dott. Petrosillo, interpretate secondo la prospettiva italica il cui sistema farmacia è rimasto per molto tempo immobile, cristallizzato.

Dalla spinta propulsiva lombarda, volàno in questi anni del rinnovamento professionale, la SIFO e la SIFAP hanno steso un primo protocollo, per l’allestimento personalizzato delle dosi, in cui il servizio è equiparato a un’operazione galenica e di conseguenza normato dalle severe regole delle “Norme di Buona Preparazione”. Il protocollo, redatto ai sensi della legge Gelli, per la tutela del professionista sanitario, estende la fruizione del servizio presso le farmacie nosocomiali. Tale volontà arricchisce, di un ulteriore tassello, l’argomento oggetto del dibattito e offre un nuovo spunto di riflessione.

Dott. Cirino, ritiene che tale procedura possa essere gestita negli ospedali solo a livello centralizzato, oppure in futuro, essere eseguita dal farmacista di reparto?

Non vedrei le due cose separate. È chiaro che, per normativa, l’al lestimento della dose personalizzata vada eseguito in ambiente idoneo, con procedure che salvaguar dino la qualità del prodotto finito (come previsto dalle Norme di Buona Preparazione), quindi, in farmacia. La consegna al paziente con la relati va riconciliazione della terapia, potrebbe essere svolta dal cosiddetto farmacista di reparto, qualora venga istituita questa figura, semplificando così il percorso del paziente all’interno della struttura ospedaliera.

Secondo il suo giudizio, è necessario corroborare il servizio del deblistering con un’attenta e sistematica revisione delle terapie farmacologiche adottate in Italia?

Il termine deblistering non mi piace! Mi sembra riduttivo rispetto alle vere potenzialità di questo servizio; preferisco “allestimento e dispensazione della terapia personalizzata” ed è mia opinione che possa offrire un’ottima occasione di confronto tra i professionisti sanitari. Più precisamente, la prescrizione della terapia farmacologica, che è un atto medico, si basa generalmente su linee guida e raccomandazioni pubblicate da agenzie regola torie e società scientifiche nazionali ed internazio nali, in base a evidenze pubblicate in letteratura.

A livello ospedaliero, la scelta del farmaco ricade principalmente all’interno di un prontuario definito da un’apposita commissione multidisciplinare che inserisce i farmaci sulla base anche di valutazioni costo-efficacia. Quello che si può auspicare e, in alcuni casi viene già effettuato, è un confronto tra medico prescrittore e farmacista dispensatore, sia in fase di prima prescrizione che al follow up, sulle migliori opzioni di trattamento.

Quanto il deblistering, nella gestione della continuità terapeutica ospedale-territorio, può garantire l’aderenza terapeutica?

Può contribuire molto, ma il mio timore è che possa essere considerato sufficiente. L’aderenza terapeutica è il risultato di numerosi fattori come il monitoraggio di potenziali interazioni e delle reazioni avverse, la riconciliazione della terapia farmacologica, il monitoraggio dei parametri di efficacia terapeutica da parte del medico, l’edu cazione del paziente (o del caregiver nel caso di pazienti non autosufficienti) sulla gestione del/dei farmaco/i e della terapia. Insomma, va istituita una rete multidisciplinare, che coinvolga il paziente, caratterizzata da un’elevata comunicazione tra i soggetti interessati.

L’allestimento di confezioni personalizzate favorirebbe la riconciliazione terapeutica? Sicuramente sì! La riconciliazione della terapia farmacologica, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle migliori strategie per garantire una buona qualità delle cure, è prevista dalla procedura SIFO-SIFAP sulla predisposizione di confezionamenti personalizzati, ma prima ancora dalla Raccomandazione n. 17 del Ministero della Salute.

INTERVISTA 17Nuovo COLLEGAMENTO

INTERVISTA

IL DEBLISTERING NON SOLO È UNA ESTENSIONE

DELL’ATTITUDINE ALLA GALENICA, MATERIA PRINCIPE DELLA NOSTRA PROFESSIONE, MA È SIA UN MEZZO DI

CONTROLLO REALE DELLA SPESA SANITARIA, CONDOTTO PERSONALMENTE DAL FARMACISTA, SIA UNO STRUMENTO VALIDO E CONCRETO NELL’ADERENZA TERAPEUTICA

Risulta ovvio che avere conoscenza dell’esatto quantitativo di farmaco dispensato al paziente permetta di sapere in anticipo il periodo di copertura della terapia e quindi di monitorare l’aderenza terapeutica, in modo puntuale, prevenendo potenziali errori terapeutici ed errori che possono causare danni, anche gravi ai pazienti.

Il servizio regolamentato dalle linee guida garantirebbe una riduzione dei costi della spesa farmaceutica sia nel periodo di degenza del malato che all’atto delle dimissioni?

Fornire un quantitativo di farmaco strettamente necessario a coprire il periodo di trattamento previsto dal medico, fino a successivo controllo, si è già ampiamente dimostrato utile ad ottimizzare le risorse economiche dedicate alla farmaceutica sia in ambito ospedaliero che in ambito territoriale. Questo è facilmente comprensibile: come spesso avviene ad esempio in ambito onco-ematologico, il medico può decidere di ridurre (ad esempio per motivi clinici) il periodo di trattamento o la dose quotidiana di attivo che il paziente deve assumere. Distribuire il numero esatto di compresse, garanti sce di non avere residui di terapia che dovrebbero essere inevitabilmente eliminati qualora la terapia venga modificata.

Quanto espresso dal dott. Cirino è un collegamento di particolare interesse, tra l’esperienza lombarda che si è incuneata nella normativa vigente, per promuovere il servizio e il mondo d’oltralpe. L’allestimento e dispensazione delle terapie personalizzate richiede un tracciamento più marcato dei suoi confini e necessita del giusto peso nell’affiancamento ai servizi delineati dalla Conferenza Stato - Regioni del 17 ottobre del 2019. Come asserito dal dott. Petrosillo, “ci vorrà tempo per assimilare”, ma è il giusto tempo balsamico per discutere sul da farsi. Rimanendo sull’asse temporale, l’attenzione deve spostarsi sulle opinioni del futuro della professione, vale a dire sui pensieri dei giovani farmacisti, che trovano rappresentanza nella parole del loro Presidente, la dott.ssa Carolina Carosio.

Dott.ssa Carosio, il servizio di deblistering rientra nella prospettiva Nevskij tracciata dalla Fe.N.A.Gi.Far.?

La farmacia rappresenta un presidio unico per capillarità, numero di accessi e capacità di interlocuzione con i pazienti; metamorfosarla in un presidio di continuità per il territorio, guardiano e sorvegliante della salute è la sfida e l’obiettivo verso cui protendere. Il servizio del deblistering, benché in fase embrionale, è un tassello da aggiungere nel cammino di rinnovamento della farmacia. La possibilità di allestire blister personalizzati per i pazienti significa riconsegnare alla figura del farmacista compiti afferenti alla sua formazione e specifici per le sue competenze nella gestione del medicamento. Il deblistering non solo è una estensione dell’attitudine alla galenica, materia principe della nostra professione, ma è sia un mezzo di controllo reale della spesa sanitaria, condotto personalmente dal farmacista, sia uno strumento valido e concreto nell’aderenza terapeutica, un topos e una sfida della farmacia del presente e del futuro. L’attuazione di questo servizio, il confronto con la classe medica, non solo conferisce qualità alla figura del farmacista e all’entità della farmacia, ma è un esercizio nell’acquisire duttilità, competenze ed esperienza, per partecipare con peso e abilità nelle campagne di screening del territorio.

I giovani farmacisti come hanno accolto questa opportunità? Ci sono spunti per futuri progetti federali?

I giovani farmacisti non potevano che accogliere con entusiasmo l’implementazione dei servizi. Il giovane farmacista, così come lo studente di farmacia ha la possibilità sia nella pratica professionale del tirocinio che nell’immediato lavoro, di applicare quanto appreso negli studi, esercitando concretamente gli scopi della nostra professione.

18 Nuovo COLLEGAMENTO
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INTERVISTA

L’EVOLUZIONE DELLA FARMACIA NEL RESTO D’EUROPA È

PASSATA ATTRAVERSO LA SPERIMENTAZIONE: LE SENSATE

ESPERIENZE CHE HANNO PERFEZIONATO LA PRATICA

FARMACEUTICA E PROMOSSO IL DIALOGO FRA LA BASE E I

VERTICI DELLA CATEGORIA

Ovviamente è necessario ribadire che il servizio del deblistering è in una fase embrionale. Esige, pertanto, di un processo di armonizzazione e standardizzazione affinché possa essere omogeneo e riconosciuto su tutto il territorio nazionale, per cui, privo di difformità o rivisitazioni. Nell’iter di perfezionamento del servizio, argomento del nostro interloquire, i giovani farmacisti possono avere un ruolo di primo piano nella creazione di progetti pilota, volti ad analizzare e a evidenziare le criticità e a implementare le opportunità del servizio.

Da farmacista territoriale, ravvisa la possibilità di una estensione del servizio nel trattamento dell’acuto?

L’aderenza alla terapia farmacologica non è un problema legato meramente alla compliance del paziente cronico ma è una tematica complessa che va dalla riconciliazione terapeutica, fino alla edu cazione sanitaria. Il deblistering se perfettamente armonizzato sul territorio nazionale, ovvero, se reso uno strumento di qualità, consentirebbe la perfet ta gestione di ogni piano terapeutico dal cronico all’acuto.

UN NUOVO SOGGETTO FARMACIA

L’allestimento di blister personalizzati, volenti o nolenti, è e sarà oggetto di dibattito in questi mesi. Il processo osmotico che investe diverse regioni italiane è già in atto, ma come asserito dalla dott. ssa Carosio, è necessaria la creazione di un servizio di qualità e rifacendosi alle parole del dott. Cirino e del dott. Vinciguerra è d’uopo conferirgli la corretta valenza e la giusta forma. Le domande ontologiche sul “Chi siamo?” “Quale futuro dare alle nostre farmacie e alle generazioni prossime?” sono il punto di partenza per la speculazione, così come lo sono la ricerca di norme, mezzi e possibilità, come indicato dal dott. Petrosillo. Il futuro della farmacia è il farmaco e la farmacia, come ultimo anello del SSN, deve garantire, da unico interlocutore, l’accesso a tale bene.

La foga di questi anni, per la ricerca di qualcosa di innovativo per il settore, nasce dall’aver svuotato di significato il lemma farmacia e averlo riempito di altri contenuti, spesso difformi dalla nostra missione.

Prima dei servizi, del deblistering e della farmacia concepita come hub per il territorio, c’è il servizio farmaceutico, ancora normato dal TULS, testo da rileggere e riscoprire, perché è l’eredità che i nostri predecessori ci hanno consegnato. Dalla riscoperta del servizio farmaceutico posso no innestarsi e dare frutto i servizi, concepiti dalla Conferenza Stato - Regioni del 17 ottobre 2019, e quanto introdotto durante la pandemia essere da corollario, a completamento dell’universo farmaco e della tutela della salute. Tutte le trasformazioni in atto in questi anni sono un esercizio, come affer mato dal Presidente Fe.N.A.GI.FAR., ma tale sforzo deve portare alla nascita del nuovo soggetto Farmacia e non di un puzzle di elementi, introdotti coattamente da oltralpe. Il deblistering va modu lato sull’interezza e complessità della normativa e nel contesto della farmacia italiana, considerando, in particolar modo, le difficoltà del momento e il peso degli obblighi nazionali e regionali che gra vano sul quotidiano lavoro.

La creazione di una fase pilota impedisce l’attuazio ne del servizio in modo disomogeneo sul territo rio e garantisce la raccolta di dati utili a valutare l’efficacia e le eventuali criticità: tempo, burocra tizzazione dei processi, controllo della catena del farmaco, normativa sulla detenzione di confezioni defustellate, devianze dal codice deontologico, impatto sulla vita dei pazienti e selezione del tar get a cui rivolgere tale prestazione. I dati, raccolti ed elaborati, permetteranno così di interloquire con cognizione di causa con la classe politica di ogni regione, consentendo al contempo di analiz zare i possibili divari fra il Nord e il Mezzogiorno, quest’ultimo vincolato con tenacia all’assistenza sanitaria. L’evoluzione della farmacia nel resto d’Europa è passata attraverso la sperimentazione: le sensate esperienze che hanno perfezionato la pratica farmaceutica e promosso il dialogo fra la base e i vertici della categoria. Come afferma la letteratura britannica, il debliste ring non è la panacea ai nostri mali, ma se è uno dei mezzi per la rivalutazione dell’esercizio pro fessionale, per la gestione totale del farmaco e il ripristino dell’equilibrio fra farmacia territoriale e ospedaliera, non si può rimanere sordi, ma è dove roso ponderare a lungo, ascoltare con attenzione e sperimentare.

20 Nuovo COLLEGAMENTO

Il medicinale omeopatico oscillococcinum® per la prevenzione e il trattamento dell’influenza e delle sindromi influenzali1

”oscillococcinum® è normalmente proposto per la prevenzione e per la terapia dell’influenza e delle sindromi cliniche simil-influenzali2 ”.

(Bellavite P. oscillococcinum® e influenza. Storia, evidenze e ipotesi. Edizioni Libreria Cortina Verona 2008. p.7)

Uno studio in real life3 condotto su 459 pazienti seguiti nell’arco di 10 anni ha evidenziato “come il medicinale omeopatico (oscillococcinum®) abbia avuto un effetto preventivo sulla minor incidenza di episodi RTI” (Infezioni del Tratto Respiratorio) e che “l’effetto protettivo osservato è coerente con altri studi che hanno documentato il suo effetto sul trattamento di sintomi sia influenzali che simil-influenzali”.

(Beghi GM, Morselli-Labate AM. Does homeopathic medicine have a preventive effect on respiratory tract infections? A real life observational study. Multidiscip Respir Med. 2016; 11:12)

Uno studio clinico4 randomizzato in doppio cieco su individui che avevano consultato il Medico di Medicina Generale e il Medico Internista per sintomi similinfluenzali (dei quali 188 trattati con oscillococcinum® e 184 con placebo) ha dimostrato che: “1) la riduzione dei sintomi dopo 48 ore è risultata significativamente più elevata nel gruppo trattato con oscillococcinum® rispetto al gruppo placebo; 2) i sintomi sono scomparsi

con rapidità significativamente maggiore nel gruppo trattato con oscillococcinum® rispetto al gruppo placebo”.

(Papp R, Schuback G, Beck E, Burkardt G, Bengel J, Lehrl S, et al. oscillococcinum® in patients with influenza-like syndromes: a placebo controlled double-blind evaluation. Br Homeopath J. 1998; 87:69–76)

“oscillococcinum® è un medicinale omeopatico dei Laboratoires Boiron, unico, originale e brevettato. Da sempre è preparato in diluizione korsakoviana (200 K)2 ”.

(Bellavite P. oscillococcinum® e influenza. Storia, evidenze e ipotesi. Edizioni Libreria Cortina Verona 2008. p.21)

oscillococcinum®, 30 e 6 dosi, contiene diluizioni omeopatiche che, per le loro basse concentrazioni molari, non presentano generalmente tossicità chimica, controindicazioni, interazioni farmacologiche direttamente legate alla quantità di prodotto assunto5-7 oscillococcinum®, in quanto medicinale omeopatico, è adatto ad adulti, bambini3,5, anziani3,5, pazienti politrattati3,8, pazienti con BPCO, allergie respiratorie, asma e altre malattie respiratorie3

oscillococcinum®: utilizzato da oltre 30 anni in 50 paesi del mondo.

D.Lgs.

senza indicazioni terapeutiche approvate”.

per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata dell’efficacia

medicinale omeopatico”.

Medicinale non a carico del SSN.

influenza and influenza-like illness. Cochrane Database Syst Rev. 2015; 1:CD001957. doi: 10.1002/14651858.CD001957.

2. Bellavite P. Oscillococcinum e influenza. Storia, evidenze e ipotesi. Edizioni Libreria Cortina Verona 2008. p.7,21.

3. Beghi GM, Morselli-Labate AM. Does homeopathic medicine have a preventive effect on respiratory tract infections? A real life observational study. Multidiscip Respir Med. 2016; 11:12. 4. Papp R, Schuback G, Beck E, Burkardt G, Bengel J, Lehrl S, et al. Oscillococcinum in patients with influenza-like syndromes: a placebo controlled double-blind evaluation. Br Homeopath J. 1998; 87:69–76. 5. Boulet J. Homéopathie –L’enfant. Marabout 2003. p.14-17.

6. Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products. Legislative term 2009-2014 of the European Parliament and the European Commission. ECHAMP E.E.I.G. European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Product. 7. Kirby BJ. Safety of homeopathic products. Journal of the Royal Society of Medicine. 2002; 95 (5):221, 222. Disponibile su: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1279671/. 8. Jouanny J, Crapanne JB, Dancer H, Masson JL. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. Ariete Salute; 1993. 1: p.81.

Boiron numero verde 800-032203

219/2006 art.85: “Medicinale omeopatico
D. Lgs. 219/2006 art.120 1 bis: “Trattasi di indicazioni
del
Depositato presso l’AIFA il 01/06/2017 www.boiron.it Servizio Informazioni
Bibliografia 1. Mathie RT, Frye J, Fisher P. Homeopathic Oscillococcinum® for preventing and treating

LA GENETICA NUTRIZIONALE

Il Progetto Genoma Umano, completato nel 2003, ha consentito di identificare tutti i geni e di determinare la sequenza di tre miliardi di coppie di basi.

La possibilità di sequenziamento completo del genoma umano ha fornito una grande opportunità per studiare anche le relazioni tra genoma, nutrizione e salute¹.

di Fiorenzo Mignini, Presidente International Institute for Clinical Research and Analysis Spin Off dell’Università di Camerino

NUTRIGENETICA E NUTRIGENOMICA

La genetica nutrizionale è una combinazione di due grandi aree: la Nutrigenetica e la Nutrigenomica².

La nutrigenetica mira a rivelare l’associazione tra l’assetto genetico di una determinata persona e la sua dieta.

Questa disciplina può anche aiutare a capire perché e come una persona reagisce o risponde in modo specifico ad un particolare alimento³.

La nutrigenomica è l’applicazione della genomica nel campo della ricerca nutrizionale. Tale applicazione consente di studiare il modo in cui i nutrienti influenzano l’espressione genica e le vie metaboliche e come questi processi

possono modificarsi in maniera clinicamente significativa nelle malattie legate alla dieta4

La genetica nutrizionale ha anche lo scopo di identificare i geni che influenzano il rischio di malattie legate all’alimentazione e a comprendere i meccanismi che sono alla base di queste predisposizioni5.

In entrambe le aree di ricerca occorre tener conto anche di quei piccoli, ma importanti cambiamenti di un gene definiti Polimorfismi a Singolo Nucleotide (Single- Nucleotide Polymorphism o SNP) che possono avere conseguenze nutrizionali significative e da cui possono dipendere le differenze individuali in relazione alla dieta5,6 .

RICERCA SCIENTIFICA
22 Nuovo COLLEGAMENTO

Nel genoma umano, infatti, sono presenti più di 10 milioni di SNP e ogni persona presenta a considerare un profilo specifico5; si comprende dunque perché e come la variabilità genetica individuale possa influire significativamente sulla natura della nutrizione, in particolare sul suo fabbisogno di nutrienti5,6, il consumo di energia5,7,8, l’appetito5,7,9,11, le preferenze di gusto12,13, il rischio di sviluppare malattie croniche non trasmissibili in risposta alla composizione della dieta14,16. In tutti questi settori, la ricerca attuale sta facendo luce valutando, in maniera peculiare, l’impatto di specifici SNP sui vari aspetti della nutrizione17. Su queste basi si potranno comprendere gli effetti della dieta sulla singola persona² consentendo l’attuazione di strategie di intervento dietetico, basate sull’evidenza scientifica, al fine di ripristinare o salvaguardare la salute e prevenire le malattie legate al tipo di alimentazione8.

Allo stato attuale è possibile determinare l’intero genoma al fine di acquisire informazioni su eventuali mutazioni critiche, come ad esempio quelle coinvolte nel metabolismo di determinati nutrienti e nei percorsi che richiedono micronutrienti come cofattori18

D’altra parte, è noto da tempo che il sesso stesso è una variabile genetica critica che può influire sui requisiti di micronutrienti per il mantenimento della salute19. Ora occorre stabilire con rigore scientifico se queste informazioni possono essere utilizzare in modo professionalmente utile per fornire raccomandazioni dietetiche personalizzate affidabili e prevedibili in termini specifici di salute.

EPIGENETICA E EPIGENOMICA

Un aspetto emergente dagli studi di interazione gene-nutriente, importante per i potenziali effetti intra-generazionali e trans-generazionali, è l’epigenetica e l’epigenomica20,21. L’epigenetica studia le variazioni nella regolazione dell’attività e dell’espressione del gene, o di gruppi di geni, non dipendenti dalla sequenza del DNA. L’epigenetica si riferisce sia alle modifiche ereditarie sia alle alterazioni, non necessariamente ereditabili, nel potenziale trascrizionale cellulare. L’epigenomica analizza le variazioni epigenetiche nell’intero genoma. Questi processi hanno una forte influenza sulla crescita e sullo sviluppo in condizioni normali, quindi una loro de-regolazione può esitare in malattie.

La dieta, da sola o insieme ad altri fattori ambientali, può causare variazioni epigenetiche

SCIENTIFICA

con attivazione o disattivazione di determinati geni; il silenziamento epigenetico di geni normalmente protettivi nei confronti di una determinata malattia potrebbe rendere la persona più suscettibile a quella malattia anche dopo anni. Una nota modificazione epigenetica è la “metilazione” che comporta l’aggiunta di gruppi metilici (ciascuno composto da un atomo di carbonio e tre atomi di idrogeno) al DNA. Quando i gruppi metilici vengono aggiunti a un particolare gene, quel gene si “spegne” (viene “messo a tacere”) e non è in grado di esprimere alcuna proteina.

Errori nel processo epigenetico, come ad esempio una modificazione del gene sbagliato o un insuccesso nell’aggiunta di un composto ad un gene, possono causare disordini genetici. Tumori, malattie metaboliche e patologie degenerative sono correlati anche a processi epigenetici.

La metilazione del DNA si verifica prevalentemente nelle isole CpG e nelle regioni di sequenze genomiche ripetitive (es. sequenze LINE-1).

La metilazione del DNA reprime la trascrizione sia direttamente, inibendo il legame di specifici fattori di trascrizione, sia indirettamente, reclutando proteine leganti metil-CpG che rimodellano la cromatina in uno stato inattivo. Gli istoni subiscono modifiche post-traduzionali che alterano la loro interazione con il DNA e le proteine nucleari; in particolare, le code degli istoni H3 e H4 possono essere modificate in modo covalente, in diversi residui, mediante metilazione, acetilazione e fosforilazione. Queste modificazioni influenzano l’espressione genica, la riparazione del DNA e la condensazione cromosomica.

La mancanza di metilazione, per carenza di donatori di metile (ad es. folato, vitamina B12, colina e metionina) o dovuta all’inibizione delle DNA metiltransferasi, porta, durante la vita, all’attivazione del trasposone (DNA “mobile”) e al silenziamento del promotore quando i trasposoni attivati si inseriscono adiacenti a un promotore del gene costitutivo21,23. Come conseguenza di questi eventi, che avvengono stocasticamente, si verifica, con il passare del tempo:

a) un progressivo spostamento verso l’ipometilazione globale del DNA che può comportare il silenziamento di un gene soppressore del tumore; b) alterazioni del genotipo dovute alla mal-segregazione cromosomica; c) alterazioni del profilo di espressione genica e del fenotipo cellulare; d) un aumentato rischio di cancro21,23.

23Nuovo COLLEGAMENTO RICERCA

RICERCA SCIENTIFICA

L’epigenoma, ereditabile e modificabile con la dieta, è dunque il pattern determinato dalla metilazione del DNA globale e gene-specifica nonché determinato dalle modificazioni delle proteine istoniche e di quelle associate alla cromatina che controllano l’espressione dei geni di mantenimento contribuendo anche ad impedire l’espressione di trasposoni.

RICERCA IN GENETICA NUTRIZIONALE E BIOMARCATORI

La ricerca in genetica nutrizionale fa tesoro di diverse discipline mettendo a fuoco gli effetti della dieta utilizzando diversi biomarcatori:

1) la stabilità del genoma (danno al DNA a livello molecolare e cromosomico),

2) le alterazioni dell’epigenoma (metilazione del DNA),

3) l’espressione di RNA e microRNA (trascrittomica),

4) l’espressione di proteine (proteomica),

5) le modificazioni dei metaboliti (metabolomica).

Tutti questi aspetti possono essere studiati indipendentemente o in modo integrato per valutare lo stato di salute e/o la progressione della malattia. Tuttavia, tra quelli elencati, il danno al DNA è un chiaro e fondamentale biomarcatore di patologia che può essere mitigato promuovendo l’apoptosi di cellule geneticamente aberranti o riducendo il tasso di accumulo del danno medesimo.

Le variazioni a livello dell’epigenoma, del trascrittoma, del proteoma e del metaboloma possono semplicemente riflettere risposte omeostatiche modificabili in seguito ad esposizione nutrizionale alterata e quindi da sole potrebbero non essere sufficienti per indicare una patologia irreversibile e definita a livello del genoma. Attualmente, tre fattori rappresentano i capisaldi degli studi nutrigenetici e nutrigenomici: in primo luogo la grande diversità nel genoma ereditario tra gruppi etnici e tra individui; ciò influisce sulla biodisponibilità dei nutrienti e sul loro metabolismo; in secondo luogo, le notevoli differenze individuali nella disponibilità e nelle scelte degli alimenti in base anche alle differenze culturali, economiche, geografiche e di percezione del gusto; il terzo fattore è la malnutrizione, intesa sia in termini di carenza che di eccesso, che può influenzare l’espressione genica e la stabilità del genoma e quindi può dar luogo a mutazioni a diversi livelli (di sequenza genica o a livello

cromosomico) che possono originare un “assetto genico” e un’espressione genica non favorevoli.

I valori dietetici di riferimento, come ad esempio la “dose giornaliera raccomandata” (RDA) o i “limiti superiori sicuri”, sono notoriamente programmati per la popolazione generale e sono basati su diversi esiti metabolici, ma non sono ottimizzati per sottogruppi genetici che possono differire in modo critico nelle attività delle proteine di trasporto, per un micronutriente e/o o nell’attività di enzimi che richiedono quel micronutriente come cofattore.

In sintesi, le ipotesi alla base della ricerca nutrigenetica e della nutrigenomica sono fondamentalmente le seguenti:

1) La nutrizione può esercitare il suo impatto sulla salute condizionando direttamente l’espressione di geni, in particolare attraverso le vie metaboliche critiche, e/o indirettamente influenzando l’incidenza di mutazioni genetiche a livello della sequenza base o a livello cromosomico, che a sua volta provoca alterazioni nell’assetto genico e nell’espressione genica.

2) Gli effetti sulla salute dei nutrienti e dei nutriomi (combinazioni di nutrienti) dipendono da varianti genetiche ereditarie che alterano l’assorbimento e il metabolismo delle sostanze e/o l’interazione molecolare degli enzimi con il loro cofattore nutritivo e, in definitiva, le reazioni biochimiche.

3) Migliori risultati in termini di salute possono essere raggiunti se le esigenze nutrizionali sono personalizzate per ciascun individuo tenendo in considerazione le sue caratteristiche genetiche ereditarie ed acquisite, le preferenze alimentari e lo stato generale di salute.

Gli obiettivi finali della ricerca nutrigenetica e nutrigenomica sono per lo più due:

1) far corrispondere il nutrioma (cioè la combinazione di nutrienti assunti) con lo stato “attuale” del genoma (ereditato e acquisito) in modo da mantenere il genoma medesimo, l’espressione genica, il metabolismo e la funzione cellulare in un ambiente omeostaticamente sostenibile24,30;

2) fornire una migliore interpretazione dei dati, provenienti da studi epidemiologici e clinici, riferiti agli impatti dei fattori dietetici sulla salute. Tali revisioni possono aiutare a migliorare progressivamente e sensibilmente le raccomandazioni per una nutrizione personalizzata29,31

IL DANNO AL DNA È UN CHIARO E FONDAMENTALE BIOMARCATORE DI PATOLOGIA CHE PUÒ ESSERE MITIGATO PROMUOVENDO L’APOPTOSI DI CELLULE GENETICAMENTE ABERRANTI O RIDUCENDO IL TASSO DI ACCUMULO DEL DANNO MEDESIMO
Nuovo COLLEGAMENTO24

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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Ci piace chiamarli vitamine 2.0, come se fossero l’evoluzione delle vitamine stesse, in effetti sono componenti fondamentali di tutti gli alimenti vegetale. Ne facciamo uso da millenni, ma solo da qualche decina di anni ne abbiamo capito l’importanza.

a cura di Roberto Cannataro, Ingegnere Chimico, Tecnologo Alimentare, Nutrizionista e Erika Cione, Professore Associato di Biochimica della Nutrizione presso Università della Calabria
ALIMENTAZIONE E SALUTE 26 Nuovo COLLEGAMENTO

ALIMENTAZIONE E SALUTE

MECCANISMOBIOCHIMICO E FISIOLOGICO

Dal punto di vista puramente chimico tutte le molecole appartenenti al gruppo dei polifenoli posseggono almeno un anello benzenico (da qui il suffisso fenolo), questo fornisce la prima carat teristica peculiare, ovvero la possibilità di deloca lizzare l’elettrone spaiato caratteristico dei radicali liberi, rendendo la molecola meno aggressiva; è ben noto, infatti che i radicali liberi sono specie chimiche particolarmente instabili e quindi reattive, in più esse si propagano in una sorta di reazione a catena; sebbene i radicali liberi facciano parte della nostra normale fisiologia (ogni volta che coin volgiamo l’ossigeno nella produzione di ATP, pro duciamo anche radicali liberi), essi possono essere dannosi, in quanto modificano in maniera definiti va la strutture delle proteine, degli acidi grassi (in particolare quelli che compongono le membrane cellulare, alternandone la normale permeabilità ad esempio) ed in ultima analisi anche capaci di mo dificare la struttura del DNA. Essendo, come detto, parte della nostra normale fisiologia, possediamo dei meccanismi che ci proteggono dai radicali liberi, nello specifico enzimi (ad esempio la catalasi e la superossido dismutasi) che rimettono le cose a posto, interrompendo la catena, accoppiando due elettroni spaiati dei radicali liberi. In tutto questo le classiche vitamine antiossidanti che ruolo hanno? Esse diventano un radicale libero meno aggressi vo, in quanto, come i polifenoli riescono a deloca lizzare l’elettrone spaiato, rendendo la molecola meno instabile, danno così la possibilità di agire agli enzimi.

AZIONE EPIGENETICA E GENOMICA

L’azione simile a quella delle vitamine antiossidanti è solo una parte delle potenzialità dei polifenoli, questi infatti sono capaci di un’azione genomica, ovvero di agire direttamente sul nostro DNA, attivando specifici geni e quindi stimolando o inibendo la sintesi di proteine. Due meccanismi in particolare sono quelli più importanti, quello del nuclear factor kappa-light-chain-enhancer of activated B cells (NFkB) e quelle del nuclear factor erythroid related factor 2 (Nrf2); il primo, l’NFkB, è uno dei pathway principali che riguardano la produzione di radicali liberi, in particolare in conseguenza a stimoli infiammatori; il secondo, l’Nrf2, invece regola la risposta delle cellule ai radicali liberi ed agli stimoli infiammatori; dunque il primo è bene che sia downregolato, il secondo upregolato; ed sono proprio queste due tra le funzioni principali svolte dai polifenoli; ma non è tutto qui, in effetti ogni polifenolo ha un’azione

differente, a volte in differenti porzioni geniche, per questo è estremamente riduttivo giudicare i polifenoli solo in base al potere antiossidante; peraltro misurato secondo il test Orac, esso è operato su cellule in piastra (in vitro) dunque ben lontano da quello che succede in un organismo complesso.

POLIFENOLI E DIETA MEDITERRANEA

I benefici della Dieta Mediterranea sono ben noti, non a caso l’UNESCO, la WHO e la FAO ne hanno riconosciuto l’importanza; ma come tutto ciò che ha successo a volte si vogliono fare vedere degli aspetti che non sono esattamente quelli reali; in effetti il concetto di Dieta Mediterranea nasce con gli studi di Ancel Keys, scienziato americani, che intorno agli anni 40 studio le abitudini alimentari delle popolazioni del Sud Italia, notando che l’incidenza di varie patologie, in particolare quelle cardiovascolari era minore; da lì un libro e vari studi, che riflettevano quelle abitudini, ma non tenevano conto del livello di attività fisica (altissimo, rispetto agli standard attuali) di quel periodo; non solo, troppo spesso si considerano come “Mediterranee” abitudini e specie sia animali che vegetali che non lo sono; dunque, come sottolineiamo in una nostra review, in particolare per quanto riguarda i vegetali sarebbe interessante considerare i vegetali che fanno parte della macchia mediterranea, nulla togliere alle proprietà benefiche del pomodoro, ma questo, benchè si sia adattato benissimo al clima mediterraneo, è originaria del continente americano. Dunque, va sottolineato l’effetto benefico di specie vegetali ricche di polifenoli ma presenti nel Mediterraneo da migliaia di anni: olivo, agrumi, cipolla, noci, origano, rosmarino, prezzemolo, melograno, mirtilli; analizzerò però questi vegetali dalla parte dei polifenoli, quindi: naringenina, apigenina, kampferolo, esperidina, acido ellagico ed oleuropeina.

NARINGENINA

Questo polifenolo è contenuto nel rosmarino, nell’uva (quindi nel vino particolarmente quello rosso) e nelle arance e nei cedri (specialmente nel succo); oltre ad essere un potente antiossidante in maniera diretta, ma anche come modulatore di vari miRNA (piccole sequenze nucleotidiche capaci di regolare la sintesi proteica in maniera epigenetica) che supervedono alla gestione dei radicali liberi, particolarmente efficace come neuroprotettivo e di supporto alle complicanze del diabete.

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ALIMENTAZIONE E SALUTE

APIGNENINA

Presente in particolare nella camomilla, ma anche nel miele, nell’origano, nel prezzemolo, nel sedano, ovviamente le spezie secche (come l’origano) ne contengono quantità molto più elevate fino a 300mg per 100g; si è dimostrato efficace nel inibire varie linee tumorali ma anche di limitare i danni conse guenti ad attacchi ischemici; in più dowregola il pathway dell’NFkB con conseguente minore produ zione di radicali liberi.

KAMPFEROLO

Troviamo il kampferolo in particolare nella cipolla (ancor più nella versione rossa di Tropea), nei mirtilli ma anche nei broccoli; da sottolineare come la cipolla è un vegetale tipico del Mediterraneo, esportato e presente in tutto il mondo, così come i broccoli; da notare come i capperi ne contengano un quantitativo notevole circa 100mg per 100g; anche questo polifenolo, mostra azione modulante su linee cellulari tumorali; ma è anche capace di dowregolare l’NFkB così come di stimolare la sintesi degli enzimi che gestiscono i radicali libero come la superossido dismutasi e la gluatatione perossidasi; c’è anche uno studio secondo il quale sarebbe efficacie anche nel supporto al trattamento dell’osteoartrite.

ESPERIDINA

Questo composto è detto anche citroflavonoide, è presente in tutti gli agrumi, ovvero tutte le specie appartenenti al gruppo citrus, quindi, arance, mandarini, limoni, cerdi; ne contiene anche un altissimo quantitativo anche un’altra pianta tipica del Mediterraneo, ovvero la menta con quasi mezzo grammo ogni 100g, da qui le note caratteristiche lenitive ed antiinfiammatorie, descritte anche da Plinio il Vecchio; anche questa molecola è capace di espletare un’azione diretta ed indiretta sui radicali liberi, tanto da mostrare azioni positive anche come antidepressivo.

ACIDO ELLAGICO

Questa molecola è tipica dei frutti rossi in particolare del melograno diffuso in tutta l’area mediterranea, ma l’alimento che ne contiene la maggior quantità sono le castagne (anch’esse tipiche della macchia mediterranea) con quasi 750mg per 100g, due castagne medie media ne forniscono 75mg, anche le noci ne forniscono un buon quantitativo; questo polifenolo è particolarmente attivo sul pathway dell’Nrf2 quindi capace di upregolare la sintesi degli enzimi anti-radicali liberi.

OLEUROPENA

Tenuto volutamente per ultimo, questo polifenolo dovrebbe rappresentare la base della dieta Mediterranea, in quanto come suggerisce il nome, è il polifenolo caratteristico dell’ulivo e quindi dell’olio di oliva, personalmente anche nelle diete più restrittive consiglio almeno 3 cucchiai (circa 30g) di olio di oliva extravergine al giorno; è ovviamente presente anche nel frutto, quindi nelle olive, maggiormente nelle nere che nelle verdi, ma anche nel nocciolo e nelle foglie, tanto che queste ultime vengono utilizzate come materia prima per l’estrazione; l’azione antiossidante e regolatrice della glicemia è molto importante è provata in numerosi lavori; da ricordare che è responsabile del sapore amaro, da non confondere con quello acido, che denota una scarsa qualità dell’olio.

TAKE HOME MESSAGE

Cosa significa dunque dieta Mediterranea? A nostro parere dovrebbe essere uno stile di vita che non faccia mancare mai i vegetali tipici della macchia Mediterranea, da sottolineare come la stagionalità aumenta il quantitativo di polifenoli; ed un concetto che mi piace sottolineare, è che ogni polifenolo (come mostrato in precedenza) ha le sue caratteristiche peculiari, dunque non è corretto affidarsi solo d uno o due, ma averli tutti o sicuramente più di uno; l’indicazione sarebbe di cercare di assumere almeno 100mg di polifenoli al giorno, arrivando anche a 200-250mg in caso di attività fisica intensa e/o periodi di stress o patologie con componenti infiammatorie; se questa dose non viene raggiunta tramite gli alimenti completare con un’integrazione mirata.

BIBLIOGRAFIA

Cannataro R, Fazio A, La Torre C, Caroleo MC, Cione E. Polyphenols in the Me diterranean Diet: From Dietary Sources to microRNA Modulation. Antioxidants (Basel). 2021;10(2):328. Published 2021 Feb 23.

Martínez‐Huélamo, M.; Rodríguez‐Morató, J.; Boronat, A.; de la Torre, R. Modulation of Nrf2 by Olive Oil and Wine Polyphenols and Neuroprotection. Antioxidants 2017, 26, 73.

Georgoulis, M.; Kontogianni, M.D.; Yiannakouris, N. Mediterranean diet and diabetes: Prevention and treatment. Nutrients 2014, 6, 1406–1423. Widmer, R.J.; Flammer, A.J.; Lerman, L.O.; Lerman, A. The Mediterranean diet, its components, and cardiovascular disease. Am. J. Med. Sci. 2015, 128, 229–238.

Shukla, S.; Gupta, S. Apigenin: A promising molecule for cancer prevention. Pharm. Res. 2010; 27:962–9781

Amsterdam, J.D.; Shults, J.; Soeller, I.; Mao, J.J.; Rockwell, K.; Newberg, A.B. Chamomile (Matricaria recutita) may provide antidepressant activity in anxious, depressed humans: An exploratory study. Altern. Health Med. 2012, 18, 44–9. Santangelo, C.; Vari, R.; Scazzocchio, B.; De Sanctis, P.; Giovannini, C.; D’Archi vio, M.; Masella, R. Anti‐inflammatory Activity of Extra Virgin Olive Oil Polyphenols: Which Role in the Prevention and Tre atment of Immune‐Mediated Inflammatory Diseases? Endocr. Metab. Immune Disord. Drug Targets 2018, 18, 36–50.

Cione, E.; La Torre, C.; Cannataro, R.; Caroleo, M.C.; Plastina, P.; Gallelli, L. Quercetin, Epigallocatechin Gallate, Curcumin, and Resveratrol: From Dietary Sources to Human MicroRNA Modulation. Molecules 2019, 25, 63.

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PELVIPILATES E MATERNAL WALKING PER LA RIEDUCAZIONE PELVI-PERINEALE

IlPavimento Pelvico è l’insieme dei muscoli che si trovano tra l’osso pubico e il sacro, che interessano la gravidanza e il parto e sostengono tutti gli organi interni.

La sua funzione è molto importante nel periodo della gravidanza, nel parto e per gli anni successivi per evitare problematiche di incontinenza urinaria.

Durante la gravidanza l’aumento progressivo del volume e del peso dell’utero dovuto alla presenza del bambino sottopone i sistemi di continenza e i muscoli a sollecitazioni notevoli che possono indebolire la tonicità del pavimento pelvico. Fin dall’inizio della gravidanza, per effetto del progesterone, molte donne avvertono più spesso la sensazione di vescica piena.

Nelle ultime settimane, poi, a causa della pressione esercitata sulla vescica dal feto, c’è la necessità di minzionare più frequentemente.

Anche il cambiamento ormonale che caratterizza la menopausa, ha ripercussioni sull’apparato genitale e sull’apparato urinario perché, perchè per la loro comune origine, entrambi contengono recettori degli estrogeni. La carenza di estrogeni, causa una diminuzione della vascolarizzazione dei tessuti e la trasformazione del tessuto muscolare in tessuto fibroso. L’utero e le ovaie diminuiscono di volume e i tessuti fibrosi e muscolari del piccolo bacino, che svolgono un ruolo di sostegno per l’utero e la vescica perdono tono.

Intervista a Giovanna Sottini, Maternal Personal Trainer di Emanuela Esquilli, Redazione Nuovo Collegamento
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SALUTE AL FEMMINILE

SALUTE AL FEMMINILE

Nella vagina può verificarsi un prolasso: la vescica o il retto fuoriescono dall’involucro addominale e discendono.

Non è chiaro l’effetto degli estrogeni sul prolasso, che può essere causato da diversi fattori:

parti difficili, interventi chirurgici precedenti, sovrappeso, diastasi ecc.

I disturbi urinari principali si manifestano con:

· Stimolo frequente a urinare, di giorno e di notte.

· Perdite di urina incontrollabili.

· Dolori nella minzione.

Gli organi pelvici, vescica, vagina e retto sono trat tenuti nella propria sede attraverso sistemi di sospensione e poggiano su un pavimento muscolare, appunto, il pavimento pelvico.

Qualsiasi cedimento di questo equilibrio crea una situazione di rischio d’insufficienza o disfunzione dell'apparato bassoventrale.

L’invecchiamento naturale dei tessuti e la scompar sa delle secrezioni di estrogeni durante la menopausa, giocano un ruolo importante sulle problematiche legate al perineo soprattutto se la donna nella sua storia di vita ha avuto un parto difficile o magari ha subito un episiotomia o precedenti interventi chirurgici sul piccolo bacino, un’obesità passata o attuale. Anche una tosse o una bronchite cronica, sono fattori aggravanti perché aumentano la pressione addominale.

RIEDUCAZIONE PELVI-PERINEALE

Il pavimento pelvico, pur essendo una regione muscolare importantissima, anzi, fondamentale per la salute e il benessere della donna è a tuttoggi non sufficientemente conosciuto e la sua funzione sottovalutata. Di recente definito come "muscolo della felicità", ma anche "muscolo più sconosciuto", riscoprirlo e valorizzarlo è oggi un obiettivo possibile.

Ne parliamo con Giovanna Sottini, Maternal Personal Trainer, professionista che promuove un progetto per la rieducazione pelvi-perineale.

Molte donne non hanno consapevolezza dell’importanza di questa regione muscolare del proprio corpo…

Non meraviglia che molte di esse riscoprano questa zona solo in momenti “critici” della propria vita, se ne parla poco, non c’è abbastanza informazione in merito, è una sorta di tabù, spesso ne prendono consapevolezza

al momento del parto, quando un pavimento pelvico non adeguatamente preparato viene sottoposto a episiotomia o subisce dolorose lacerazioni. Oppure nel post-parto, quando molte neo-mamme si trovano a fare i conti con noiosi problemi d’incontinenza. Situazione che naturalmente si può aggravare con il passare degli anni e con il subentrare della menopausa e delle sue connesse trasformazioni fisiche, ormonali e psicologiche, momento in cui le stesse signore sperimentano più facilmente su di sé il significato delle parole prolasso e incontinenza.

A maggior ragione se non si pone un'adeguata attenzione a questa parte del corpo che va riconsiderata.

Che cos’è la rieducazione pelvi-perineale e quando è bene prenderla in considerazione? È una metodica finalizzata a migliorare il tono e la contrattilità dei muscoli del perineo. Si può imparare a percepire ed allenare i muscoli del pavimento pelvico per potenziare le loro competenze e prevenire le diverse problematiche legate a questo complesso sistema di muscoli, è un’opzione di trattamento indirizzata a sintomi correlati alla disfunzione o non consapevolezza, di tale zona, tra i quali è compresa l’incontinenza urinaria ma anche utile per ristabilire l'equilibrio della diastasi e ripristinare l'addome piatto. Sarebbe buona cosa iniziare questa attività anche prima della gravidanza all’inizio dell’età fertile perchè aiuta a tonificare l'area interessata ed è utile non solo in vista del parto, ma prima, durante e dopo la gravidanza per prevenire problemi di vario genere che potrebbero verificarsi in età più avanzata.

Durante l’evento del parto i muscoli di questa zona si dilatano, si stirano, per permettere la fuoriuscita del feto. Inoltre essi sono parte attiva nel promuovere la fuoriuscita del feto attraverso una buona capacità contrattile. L’incidenza di perdite di urina nel periodo della gravidanza è di circa il10% e circa il 35% delle donne svilupperà incontinenza a distanza di anni dal parto a seconda di particolari fattori di rischio quali l’età gestazionale, la tipologia del parto (naturale o cesareo ), il tipo di gravidanza (singolo o gemellare), il numero di gravidanze e a possibili complicanze durante il parto ma anche con l’uso del catetere per epidurale.

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SALUTE AL FEMMINILE

È IMPORTANTE INIZIALMENTE CHE LA PERSONA PRENDA COSCIENZA DEI PROPRI ORGANI PELVICI, DELLE LORO FUNZIONI E VENGA SENSIBILIZZATA AL RECLUTAMENTO MUSCOLARE DEL PAVIMENTO PELVICO

È pertanto utile che in occasione di questo mo mento importante, i muscoli del pavimento pelvico possiedano una buona capacità elastica.

Lo stesso vale in prossimità della menopausa, fase della vita di una donna con una evoluzione (o rivo luzione) fisiologica e ormonale notevole.

Quale è il primo approccio alla rieducazione?

È importante che la persona prenda coscienza dei propri organi pelvici, delle loro funzioni e venga sensibilizzata al reclutamento muscolare del suo reclutamento. L’obiettivo iniziale consiste quindi rendere consapevole la donna del proprio corpo con esercizi propriocettivi per far "sentire" com’è formato il proprio perineo e che tipo di forza con serva.

Rieducare ha un significato di “restituire abilità”, cioè permettere di migliorare la performance dei muscoli in modo da consentire correttamente le funzioni sfinteriali, sessuali, di sostegno agli organi interni e di conseguenza di migliorare il suo status mentale.

Per la parte pratica quali metodi vengono adottati e quali sono i vantaggi?

I metodi adottati sono il Pelvipilates e il Maternal Walking.

Il Pelvipilates, attraverso una serie di semplici esercizi che possono essere eseguiti facilmente da qualsiasi donna, è la tecnica che ho scelto per definire la ginnastica proposta. Esercizi del metodo Pilates uniti ad altre discipline come lo yoga possono a medio e a lungo termine apportare benefici in termini di presa di coscienza della muscolatura e del suo rinforzo selettivo e globale, training volto alla consapevolezza della attività perineale durante gli atti della vita quotidiana.

Uno dei concetti fondamentali del Pelvipilates è l’ascolto e la concentrazione sul proprio corpo, questo metodo, oltre ad apportare benefici sul controllo posturale, tonificazione, fluidità dei movimenti, respirazione e coordinazione, può essere impiegato con successo come attività di proseguimento alla riabilitazione pelvica vera e propria e soprattutto come prevenzione. In una prima fase è consigliabile eseguire delle sedute singole in modo da focalizzare questi muscoli,

prenderne coscienza e infine allenarli per arrivare a raggiungere un adeguato tono.

Vengono proposti esercizi specifici di contrazione perineale facendo assumere al soggetto varie posizioni (decubito laterale, supino con arti inferio ri piegati, quadrupedia) per ottenere una buona tenuta del piano, attraverso la riattivazione del muscolo trasverso dell’addome dei multifidi profondi e il riadattamento del diaframma respiratorio, coinvolgendo successivamente le varie catene muscolari rette e crociate. Una volta ben certi della padronanza del movimento e avendoli sperimentati più volte, si passerà alle sessioni avanzate, utili per riadattare un eventuale diastasi sorta fisiologicamente allo stato della gravidanza o per i motivi elencati poco fa.

I concetti acquisiti diventeranno poi fondamentali anche nel normale svolgimento delle attività quotidiane aumentando notevolmente i risultati del percorso di rieducazione e/o prevenzione.

Il Maternal Walking è una variante del Nordic Walking, (camminata naturale accompagnata da una corretta postura e costante ritmo respiratorio con l’alternanza dei movimenti di braccia e gamba opposti con l’utilizzo di due bastoncini che hanno la funzione di spinta ad ogni passo in grado di coinvolgere il maggior numero di muscoli pos sibili). Viene proposto a gestanti e mamme nel post-partum con la possibilità di portare con sé il bambino in fascia o marsupio.

In questo modo la mamma può trascorre il suo tempo libero praticando comunque dello sport, ritornando presto in forma dopo il parto.

Il Maternal Walking è uno sport piacevole, divertente che non necessita di particolare abilità e capacità, consigliata la pratica in compagnia di altre mamme per scambiarsi consigli e rendere più gradevole il tempo trascorso in questa attività.

Il Nordic Walking è una delle attività sportive più complete in assoluto.

Si ottengono benefici a livello muscolare perchè coinvolge oltre 600 muscoli (90% della nostra muscolatura), procura un incremento dell’ossigenazione dell’intero organismo, scioglie contrazioni a livello cervicale, ritarda il processo dell’invecchiamento, genera un buon esercizio cardiocircolatorio (aumento della FC di 10-15

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SALUTE AL FEMMINILE

IL NORDIC WALKING È UNA DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE PIÙ COMPLETE IN ASSOLUTO.

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MUSCOLARE AVENDO UN COINVOLGIMENTO DI OLTRE 600 MUSCOLI

palestra per recuperare la propria forma fisica e ricostruire il proprio addome piatto e scolpito, senza aver prima recuperato la funzionalità del pavimento pelvico, rischiando in questo modo un peggioramento della funzionalità, dell’estetica dell’addome e della stabilità della colonna.

Occorre quindi verificare lo stato attuale di questa zona delicata e preziosa prima di intraprendere qualsiasi intensa attività sportiva e fare una valutazione della diastasi addominale in primis.

Serve attitudine, buon senso, cautela e costanza!

pulsazioni/minuto), rinforza il sistema immunitario, favorisce la liberazione delle endorfine e serotonine migliorando così il nostro umore ed allontanando le preoccupazioni quotidiane, si ristabiliscono i livelli pressori, i livelli dei trigliceridi e del colesterolo, diminuisce i valori glicemici nelle patologie diabetiche, si protegge l’organismo da osteoporosi e artrosi.

Durante la gravidanza e nel post- partum è particolarmente efficace in quanto migliora la postura deviata per il contenimento del feto durante i 9 mesi, favorisce la mobilizzazione della colonna vertebrale e, grazie all’utilizzo dei bastoncini, si alleggerisce il carico sulle articolazioni e sull’apparato motorio in genere.

Il Maternal Walking va praticato a pause propriocettive per ritrovare consapevolezza, respiro e baricentro.

Anche a scopo preventivo queste tecniche sono da tenere in grande considerazione in quanto è evidente che eventuali patologie incidono notevolmente in ambito sociale, psicologico, lavorativo familiare, scolastico, sessuale, sportivo ed economico, occorre pertanto una maggiore sensibilizzazione al “problema” soprattutto da parte dei professionisti che lavorano con le donne, puerpere e gravide.

Cosa bisogna evitare per aggravare eventuali problemi accertati o sorti dopo il parto? Purtroppo, ancora oggi, l’errore più comune si riscontra in donne che pochi giorni dopo il parto si gettano a capofitto in intensi allenamenti in

A COSA SERVE LA RIEDUCAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO?

• Prevenire e curare l’incontinenza: aumenta la consapevolezza e la percezione di questa regione anatomica e della sua attività muscolare.

• Prevenire e curare il prolasso genitale: si rinforza la muscolatura perineale.

• Aumentare la capacità di rilassamento della muscola tura.

• Prevenire e curare prolasso genitale.

• Migliorare attività sessuale.

• Migliorare la defecazione e prevenire un’eventuale incontinenza fecale.

PER CHI È UTILE LA RIEDUCAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO?

Il progetto è rivolto a tutte le donne che vogliono mantenere il proprio benessere intimo e psicologico ma anche a soggetti che presentano delle problematiche come:

• incontinenza urinaria e fecale;

• ritenzione urinaria e fecale;

• prolasso degli organi pelvici;

• sindrome del dolore pelvico cronico;

• vaginismo;

• vulvodinia e dispareunia;

• donne in stato di gravidanza o che hanno partorito da poco;

• donne in menopausa;

• persone con problematiche pelviche post-chirurgiche;

• chi ha dolore lombare e pelvico non necessariamente collegato ad una disfunzione diagnosticata.

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StorieeInterviste

VOCI

DA DIETRO IL BANCO

Proseguiamo il nostro viaggio all’interno delle molte sfaccettature delle quali è composta la professione del farmacista. In un momento storico nel quale la nostra figura professionale sta attraversando un inevitabile cambiamento.

In molti tendono a vedere la farmacia di fronte ad un bivio da imboccare, una sorta di scelta senza ritorno tra la farmacia dei servizi e la co siddetta farmacia commerciale.

Molti tra i nostri colleghi hanno specializzazioni e professionalità che portano all’interno della farmacia, oppure collaborano in modo attivo con altri professionisti sanitari per offrire al pub blico risposte più ampie e complete.

In questa rubrica vogliamo dare voce ad alcuni di loro, proponendo via via esperienze ed idee personali differenti.

INTERVISTA A CATERINA FEDELE, Tecnologo alimentare

Chi è il tecnologo alimentare e cosa fa?

Il Tecnologo Alimentare è il professionista che espri me competenze e pareri di tipo tecnico, legislativo e gestionale nel settore agro-alimentare. È esperto di qualità, sicurezza, igiene e della sostenibilità del sistema agro-alimentare.

Ha la responsabilità nella conduzione e nel controllo dei processi di trasformazione, nella progettazione di nuovi alimenti ed impianti, nonché nell'analisi degli aspetti economici e ambientali delle filiere stesse, al fine di gestire la complessità di tutto il sistema agro-alimentare. Generalmente, il tecnologo alimen tare occupa ruoli direttivi e operativi nelle imprese produttive e commerciali, progetta laboratori di produzione, verifica impianti di depurazione e recu

di Giulio Francesco Valeriano, farmacista, operatore di nutrizione olistica e aromaterapia, naturopata, amministratore di Pharmaddicted
36 Nuovo COLLEGAMENTO ALIMENTAZIONE

ALIMENTAZIONE

pero dei sottoprodotti, gestisce laboratori di analisi e di ricerca-sviluppo, dirige aziende che producono ingredienti, materiali, impianti e attrezzature, prodotti chimici per il settore alimentare, esercita attività di consulenza per enti pubblici e imprese. È auditor dei sistemi di gestione qualità-igiene-sicurezza-ambiente, come docente o ricercatore, come esperto dei servizi di ristorazione commerciale e collettiva, come specia lista della vigilanza sull'igiene degli alimenti e come perito tecnico nei tribunali.

Conoscere le tecnologie e le tecniche di produ zione, lavorazione, conservazione degli alimenti è di interesse per la comunità, per poter scegliere consapevolmente cosa acquistare e consumare; lei cosa ne pensa?

Produzione e tecnologia vanno di pari passo. Il rap porto è evidente in una filiera agroalimentare, che ha un impatto notevole sulla produzione primaria (agricoltura), ma anche sui successivi passaggi di tra sformazione e somministrazione. Proprio per quanto concerne il processo di trasformazione, sono state implementate una serie di impianti ingegneristici e tecnologici con trasformazioni sempre più sicure, con processi che aumentano il livello di igiene e sicurezza. Le trasformazioni sono effettuate con una conseguen te logica di consumo più razionale delle risorse, nelle quali i prodotti mantengono le medesime caratteristi che, ma allo stesso tempo richiedono minor quan tità di energia e risorse. Oggi siamo di fronte ad un consumatore molto più attento ed esigente, quindi fornire delle informazioni dettagliate e veritiere su un alimento, rende la scelta più sicura. Allo stesso tempo la vita frenetica ai giorni d’oggi ci fa vivere con ritmi sempre più ristretti. Ecco perché spesso di opta per cibi trasformati o semilavorati. Quindi bisogna che il prodotto arrivi in modo sempre più vicino e sicuro, determinando un grosso impatto sullo stile di vita del consumatore stesso.

Saper scegliere cosa acquistare e la conoscenza di tecniche di cottura e conservazione del cibo, può essere di notevole aiuto per risparmiare acqui stando in maniera oculata, conservando gusto e salute, lei come la vede?

È fondamentale una corretta gestione delle risorse: la filiera agroalimentare stessa deve essere raziona lizzata, evitando le perdite attraverso un suo possibile riutilizzo.

Questo serve per migliorare il bilancio globale della filiera e ricercare processi con basso impatto ambien tale.

Permettere al consumatore una scelta ampia e consapevole, è l’obiettivo principale. La conoscenza di ciò che si acquista è fondamentale per evitare lo spreco alimentare. Il cibo serve per nutrirsi, non per alimentarsi e basta. Se si parte da questo concetto, la scelta del consumatore sarà più oculata e attenta. Spesso siamo abituati ad acquistare ingenti quantità di prodotti solo perchè “in offerta”, per poi consumarne meno della metà. È importante quindi scegliere in base alle reali esigenze ed in caso optare per cibi a lunga conservazione, per evitare che poi finiscano in pattumiera. Con una buona organizzazione si possono ottimizzare tempi e scelte. Quando si cucina , ad esempio, basta dosare gli alimenti e mettere da parte le porzioni non utilizzate, fare una spesa che opti maggiormente per alimenti freschi da utilizzare in parte tal quali e in parte in momenti successivi dopo averli cotti, congelati o surgelati. Ovviamente bisogna prestare attenzione alla conservazione: un alimento mal conservato può alterarsi non solo nel gusto, ma può essere fonte di proliferazione microbica o ancor peggio di tossine rischiose per la salute. La conservazione quindi si prefigge lo scopo di preservare le proprietà intrinseche dell'alimento permettendone l'utilizzo dilazionato nel tempo. In questo ambito la conservazione è una tecnologia adottata per rendere fruibile l'alimento tal quale in un arco temporale che va da pochi giorni ad alcuni anni. Si pensa spesso che la cottura riduca sempre le proprietà nutrizionali degli alimenti, ma tutto dipende dal tipo di cottura scelto, dal tempo di esposizione al calore e dalla temperatura utilizzata. A volte la cottura può addirittura moltiplicare la biodisponibilità di alcuni componenti; si pensi al licopene, contenuto nel pomodoro che viene assorbito più facilmente se cotto. Esistono numerosi metodi di cottura, alcuni dei quali sono necessari per rendere gli alimenti commestibili, altri per apprezzarne il gusto o per renderli sicuri dal punto di vista igienico. A seconda del tipo di cottura utilizzato infatti si possono esaltare odori e sapori differenti dello stesso alimento, ma soprattutto per evitare rischi di infezioni e tossinfezioni. Indipendentemente dal metodo di cottura impiegato, occorre rispettarne tempi e temperature, per evitare l’ossidazione degli acidi grassi e alla formazione di sostanze non salutari.

37Nuovo COLLEGAMENTO

VETERINARIA

DA TEKNOFARMA SOLUZIONI SPECIFICHE PER LA SALUTE DELLE ORECCHIE DI CANI E GATTI

Che siano corte o lunghe, dritte, pendule o piegate, le orecchie di cani e gatti necessitano di cura ed attenzione da parte dei proprietari. Onde evitare lo sviluppo di otiti, le orecchie devono essere controllate periodicamente, pulite con regolarità con prodotti idonei e specifici ad uso veterinario e, in caso di prurito, grattamento e/o comparsa di lesioni, è fondamentale consultare il Medico Veterinario. Teknofarma offre tre soluzioni specifiche per le orecchie di cani e gatti: Deroxen Oto, medicinale veterinario indicato in corso di otite esterna, e Cerulen e Deroxen Pet Line Oto per la pulizia e l’igiene preventiva.

COM’È FATTO L’ORECCHIO DEL CANE E DEL GATTO?

L’orecchio del cane e del gatto può essere suddivi so in tre porzioni anatomiche:

• orecchio esterno

• orecchio medio

• orecchio interno.

L’orecchio esterno è costituito dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo e la sua funzione è quella di convogliare le onde sonore verso la membrana timpanica. Il padiglione auricolare è costituito da una cartilagine auricolare che gli con ferisce rigidità e dalla cute che lo riveste.

Il condotto uditivo è composto dalle cartilagini auricolare, anulare e dalla cute sovrastante ed è diviso in due porzioni: verticale e orizzontale.

a cura della Divisione scientifica di Teknofarma
38 Nuovo COLLEGAMENTO

VETERINARIA

Nel cane la conformazione anatomica dell’orecchio esterno può essere piuttosto variabile a secon da della razza e della taglia e questa variabilità, soprattutto per quanto riguarda la lunghezza e il diametro del condotto uditivo, riveste un ruolo fondamentale nella predisposizione alle patologie auricolari.

La cute che riveste il padiglione auricolare e il condotto uditivo contiene numerose ghiandole sebacee e ceruminose e follicoli piliferi.

L’esfoliazione epidermica e le secrezioni ghiando lari che si riversano nel lume del condotto uditivo costituiscono nell’insieme il cerume.

Nel condotto uditivo sano è fisiologicamente pre sente una flora microbica costituita principalmente da batteri di tipo Gram+ (principalmente stafilo cocchi) e da miceti (Malassezia pachidermatis e Candida albicans).

L'orecchio medio contiene i tre ossicini (martello, incudine e staffa) deputati a trasmettere le vibra zioni sonore dal timpano sino all’orecchio interno, pertanto funge da cassa di risonanza.

L'orecchio interno è costituito da una complessa serie di dotti e sacchi pieni di liquido ed è re sponsabile dell’equilibrio. A questo livello le onde sonore vengono convertite in impulsi elettrici ed inviate al cervello.

Tutte e tre le porzioni dell’orecchio possono essere interessate da condizioni infiammatorie che pren dono il nome di otite. L’otite viene classificata in esterna, media o interna a seconda della porzione anatomica dell’orecchio colpita.

OTITE ESTERNA

Con il termine otite esterna si definisce un proces so infiammatorio che può interessare padiglione auricolare, condotto uditivo e membrana timpani ca

In corso di otite esterna l’infiammazione è accom pagnata da edema e produzione di essudato. Le ghiandole del condotto uditivo aumentano l’atti vità secretoria e conseguentemente aumenta la quantità di cerume prodotto.

In conseguenza di questi eventi l’orecchio diventa un ambiente favorevole alla moltiplicazione dei microrganismi patogeni: in generale aumenta il numero di batteri con prevalenza di Gram-, in par ticolare Pseudomonas spp., e Malassezia pachyder matis.

L’otite può essere acuta o cronica, persistente o recidivante, unilaterale o bilaterale.

In corso di otiti esterne croniche si osservano una serie di alterazioni patologiche progressive che comprendono vari gradi di iperplasia ed ectasia ghiandolare, fibrosi e calcificazione del condotto uditivo.

Nei casi di otite esterna l’evento scatenante può essere rappresentato da un singolo agente causale oppure può essere il risultato della coesistenza di più fattori.

In generale, la terapia dell’otite esterna ha i suoi fondamenti in tre punti:

• pulizia e antisepsi del condotto uditivo

• risoluzione del processo infiammatorio-infettivo con un’opportuna terapia medica (locale e/o siste mica)

• risoluzione della causa scatenante ed eliminazio ne dei fattori predisponenti e perpetuanti, onde evitare recidive.

Trascurare queste procedure terapeutiche può portare ad uno stato patologico cronico che, infine, può esitare in un’otite terminale.

DEROXEN OTO, MEDICINALE VETERINARIO PER L’ANTISEPSI DEL CONDOTTO UDITIVO IN CORSO DI OTITE

Deroxen Oto è un medicinale veterinario per cani e gatti sotto forma di soluzione auricolare a base di Clorexidina, indicato per il lavaggio e l’antisep si in corso di otite sostenuta da batteri Gram+, Gram- e Malassezie. In particolare la concentra zione di 1,5 mg/ml di Clorexidina base di Deroxen Oto risulta efficace entro 15 minuti nei confronti di Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus, Staphylococcus intermedius, Malassezia pachyder matis e altri germi. Inoltre, questa concentrazione non è ototossica anche in presenza di perfora zione del timpano.

Per l’antisepsi in corso di otite esterna è consigliabile applica re Deroxen Oto tutti i giorni o a giorni alterni a giudizio del Medico Veterinario.

Deroxen Oto è dispo nibile in flacone da 100 ml ed è acquistabile in farmacia senza obbligo di prescrizio ne.

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VETERINARIA

DEROXEN PET LINE OTO E CERULEN PER L’IGIENE PREVENTIVA DELLE ORECCHIE

La pulizia delle orecchie è un requisito fonda mentale per la salute dell’apparato auricolare dei nostri animali.

Le orecchie sporche e maleodoranti non rappre sentano solo uno sgradevole fatto estetico, ma il cerume in eccesso può predisporre all’insorgenza di otite

Dunque, l’igiene e la pulizia delle orecchie di cani e gatti deve essere regolare, mai improvvisata, ma eseguita in maniera corretta ed accurata e con prodotti specifici ad uso veterinario come Cerulen e Deroxen Pet Line Oto.

CERULEN

Cerulen è una soluzione auricolare per la pulizia dell’orecchio esterno di cani e gatti con azione principalmente ceruminolitica, ma anche igie nizzante e lenitiva: elimina il cerume in eccesso e favorisce l’igiene e il fisiologico benessere del canale auricolare.

I componenti principali di Cerulen sono rappre sentati da Peridrosqualene, Miristato di isopropile, Tea Tree Oil, estratti di Calendula ed Elicriso e Bisabololo.

Peridrosqualene e Miristato di isopropile svolgo no principalmente azione ceruminolitica e sono entrambi ben tollerati dal delicato epitelio del condotto uditivo di cani e gatti. Inoltre, il Peridro squalene è caratterizzato da una peculiare funzio ne emolliente e dermoprotettiva, formando sulla cute una sorta di film protettivo che garantisce una barriera di protezione nei confronti di agenti nocivi esterni.

Il Tea Tree Oil (olio essenziale di Melaleuca alter nifolia), è un prodotto 100% naturale, di origine vegetale, che contribuisce a contrastare le infezioni microbiche, ha proprietà naturalmente antinfiam matorie e antipruriginose, con tribuisce a tenere lontani insetti infestanti (ad es. le mosche) e a contrastare il cattivo odore.

L’estratto di Calendula (ottenuto per estrazione dai fiori della pian ta Calendula officinalis) contiene principalmente carotenoidi, flavo noidi e triterpeni ed è caratteriz zato da spiccate proprietà lenitive e dermoriparatrici.

L’estratto di Elicriso (ottenuto per estrazione dai fiori della pianta

Helichrysum italicum) contiene principalmente flavonoidi, acetofenoni e terpeni ed è caratterizza to da proprietà naturalmente antinfiammatorie e cicatrizzanti; inoltre, contribuisce a contrastare le infezioni microbiche.

Il Bisabololo, componente principale dell’olio essenziale di Matricaria chamomilla, è caratteriz zato da spiccate proprietà lenitive, naturalmente antinfiammatorie, emollienti e decongestionanti; è ben tollerato anche dai soggetti con la cute più sensibile; inoltre, agisce in sinergia con il Tea Tree Oil contribuendo a contrastare le infezioni microbi che. Cerulen è disponibile in flacone da 50 ml e in dotazione vengono forniti un tappo adattore e una siringa graduata che hanno il vantaggio di consen tire un’erogazione pratica e veloce della soluzio ne nel condotto uditivo, evitare spargimenti del prodotto in fase di prelievo dal flacone e garantire un elevato standard igienico perché riducono il rischio di eventuali contaminazioni della soluzione dovute al contatto diretto con agenti esterni.

DEROXEN PET LINE OTO

Deroxen Pet Line Oto è una soluzione auricolare per la pulizia dell’orecchio esterno di cani e gatti con azione prettamente igieniz zante, detergente e lenitiva. I componenti principali di De roxen Pet Line Oto sono rappre sentati dalla Clorexidina e dagli estratti di Calendula ed Elicriso. La Clorexidina è un antimicro bico attivo nei confronti dei principali microrganismi (batteri, lieviti, funghi) che possono proli ferare nei condotti uditivi di cani e gatti, ben tollerato anche dal delicato epitelio del canale auricolare.

Gli estratti di Calendula ed Elicriso, come abbiamo già visto per Cerulen, svolgono un’azione natural mente antinfiammatoria, lenitiva e cicatrizzante. Deroxen Pet Line Oto è indicato per la normale pulizia dell’orecchio sano o come supporto in cor so di terapie farmacologiche per otite esterna del cane e del gatto.

Sia Cerulen sia Deroxen Pet Line Oto sono due prodotti per l’igiene animale, di libera vendita, che possono essere acquistati senza necessità di prescrizione veterinaria o di Ricetta Elettronica Veterinaria (REV)

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Nuovo Biolactine

Family Forte

Conl’arrivo della stagione fredda aumen tano i rischi di contrarre l’ influenza e i fastidiosi malanni di stagione. Per preve nire e aiutare a superare questi malanni, Sella Farmaceutici ha sviluppato il nuovo BIOLACTI NE FAMILY FORTE, un integratore alimentare utile per supportare le DIFESE IMMUNITARIE e favorire l’EQUILIBRIO della FLORA INTESTI NALE. L’ultimo nato della linea Biolactine è un “MULTIBIOTICO” realizzato con fermenti lattici ad azione probiotica di diversi ceppi. Recenti studi hanno dimostrato infatti che le miscele probiotiche multi-ceppo garantiscono effetti benefici ad ampio raggio, grazie anche ad una loro azione sinergica.

Biolactine Family Forte si presenta in FLACON CINI bevibili, adatti a TUTTA LA FAMIGLIA utili per coadiuvare la terapia antibiotica, contrasta re i disordini alimentari e i disturbi intestinali, stimolare le difese immunitarie compromesse e supportare il benessere generale dell’organi smo.

Biolactine Family Forte è costituito da 10 MI LIARDI di fermenti lattici appartenenti a 5 ceppi differenti: Lactobacillus rhamnosus, Lactoba cillus helveticus, Bacillus coagulans, Bifido bacterium lactis e Saccharomyces boulardii. La formula vanta anche la presenza delle Vitamine del Gruppo B, del Mirtillo e dei Prebiotici, tra cui l’Inulina e i FOS (frutto-oligosaccaridi).

Inoltre, il flacone presenta il nuovo tappo bre vettato PRO-DRY che è costituito da una barriera assorbi umidità che garantisce un’ottima conser vazione probiotica, impedendo il contatto tra le polveri e l’umidità ambientale. Questa migliore protezione del prodotto garan tisce infatti la maggiore vitalità dei ceppi probio tici. Disponibile in farmacia.

Prezzo al pubblico: Biolactine Family Forte (14 flaconcini) € 16,40 in farmacia

NOVITÀ DALLE AZIENDE
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Grande partecipazione alle settimane di Utifar Estate che hanno visto il tutto esaurito, a conferma dell'interesse dei colleghi rispetto ai temi trattati nei due corsi Ecm proposti, entrambi focalizzati su questioni di grande attualità ed impatto per la professione.

Si è svolto dal 20 al 22 giugno presso il Forte Village Resort a Santa Margherita di Pula in provincia di Cagliari e nell'ambito della prima settimana di Utifar Estate il corso dal titolo "LA FARMACIA DAL 2017 AD OGGI: LE NOVITA’, LE CRITICITA’ E LE OPPORTUNITÀ IN UN SISTEMA CHE STA REPENTINAMENTE CAMBIANDO".

I docenti Valerio Vallefuoco e Paolo Leopardi hanno analizzato nel dettaglio le modifiche intervenute a seguito della pubblicazione della L.124/2017 che ha aperto anche ai non farmacisti la possibilità di partecipare a società titolari di farmacia che, ai sensi di detta legge, potranno assumere la veste di società di capitali oltre che di persone come nel passato. L'argomento è stato trattato sia dal punto di vista della normativa, sia delle ripercussioni pratiche nella gestione quotidiana delle farmacie.

La seconda settimana di Utifar Estate si è invece tenuta in Puglia, ad Ugento, dal 28 agosto al 4 settembre. Anche questa settimana ha unito la possibilità di stare con in colleghi ad un corso Ecm di grande attualità dal titolo "LA FARMACIA DEI SERVIZI NELL’ERA POST COVID: SOSTENIBI

LITÀ E COMUNICAZIONE"

I docenti Alberto Martina e Simona Marchetti si sono focoalizzati sui seguieti obiettivi, fornendo ai partecipanti importanti spinti riflessione da mettere in pratica già dal rientro in farmacia:

• ottimizzare la comunicazione e la gestione al banco da parte dei farmacisti in rapporto ai nuovi bisogni di salute post-covid in particolare caratterizzando la farmacia quale “farmacia dei servizi” per la prevenzione ed il consiglio anche in fase di guarigione post-covid;

• ottimizzare l’implementazione della sostenibilità economica dei servizi in farmacia, evidenziando i valori di costo, prezzo e marginalità nell’ambito della farmacia dei servizi.

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UTIFAR ESTATE2022 SETTIMANE UTIFAR 2 0 2 2 NOTIZIARIO

UTIFAR

Riservate ai soci e gratuite

Se sei socio di Utifar e hai bisogno di una risposta ad un quesito di carattere legale, fiscale, del lavoro, di una consulenza professionale o indicazioni su come allestire un preparato magistrale, invia il quesito per fax o via e-mail a:

SEGRETERIA UTIFAR

PIAZZA DUCA D'AOSTA, 14 MILANO

TEL. 02 70608367

FAX 02 70600297

E-MAIL: utifar@utifar.it

I CONSULENTI UTIFAR

FISCALI:

Studio Brunello e Partner, Dr. Marino Mascheroni

LEGALI E LEGISLATIVE:

Avv. Claudio Duchi, Avv. Paolo Leopardi

GALENICHE:

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

MEDICINE NON CONVENZIONALI:

Prof. Rocco Carbone, Dr.ssa Valentina Petitto

ASSICURATIVE: Mutua Tre Esse

ENPAF: Dr. Paolo Giuliani

BANCARIE E FINANZIARIE: Dr. Giampiero Bernardelle

PROGETTAZIONE SPAZI RETAIL E ADEGUAMENTO NORMATIVE: Arch. Luca Melchionna

IL PASSAGGIO DA SNC A SAS

Vorrei dei chiarimenti sulle modalità di trasformazione della farmacia società Snc a Sas. Quali adempimenti sono da compiere?

La Procedura di trasformazione omogenea tra società di persone, da S.n.c. a S.a.s. prevede la modifica del contratto sociale e, quindi, occorre il consenso all’unanimità dei soci, a meno che sia previsto diversamente nell’atto costitutivo (art. 2293 cod.civ.) (in questa ultima ipotesi vale il diritto di recesso art. 2285 cod.civ.).

La delibera deve essere redatta da un notaio oppure scritta sottoforma di scrittura privata autentificata.

Adempimenti successivi alla decisione: Depositare presso il Registro delle imprese, entro i 30gg successivi alla delibera, la copia autenticata della stessa;

Depositare il Modello S2 (nomina); Depositare eventuali Modelli Intercalare P (orga ni sociali).

L'atto dovrà essere inviato a FOFI, Ordine pro vinciale, Asl competente e Assessorato regiona le competente. Se viene sostituito il Direttore responsabile an che detta sostituzione andrà comunicata all'Asl competente.

Per quanto concerne il registro stupefacenti vi sono diverse interpretazioni delle autorità sani tarie locali (alcune pretendono il nuovo registro come in caso di trasferimento della titolartietà) di conseguenza, il consiglio è quello di contatta re la Asl competente e seguire le loro indicazio ni.

Avv. Paolo Leopardi

Domande e Risposte
CONSULENZE
DR &

IL CADUCEO IN PARAFARMACIA

Sono stata assunta presso una parafarmacia con contratto a tempo determinato, con CCNL terziario Confcommercio e qualifica INPS come operaio, livello 4 e mansione di addetta alle vendite. In riferimento a questo, volevo chiedere se posso indossare il camice con an nesso distintivo oppure se, in caso di controlli, sarei soggetta ad abuso di professione.

L'utilizzo del camice e del distintivo è afferente il ruolo professionale e non la qualifica o il luogo di svolgimento della professione, quindi anche in parafarmacia possono essere anzi devono es sere utilizzati quali elemento di riconoscimento.

Avv. Paolo Leopardi

SOCIETÀ HOLDING

Sono titolare di un farmacia e, con mia moglie, gestiamo anche un poliambulatorio medico, entrambi in forma di ditta individuale. Vorremmo creare un srl alla quale conferire le due ditte diventando entrambi soci e man tenendo io la direzione della farmacia e mia moglie la direzione amministrativa del centro medico avvalendosi a sua volta di un medico per la direzione sanitaria.

Chiedo se è compatibile creare una Srl proprietaria di entrambe le attività o se si crea un conflitto di interessi pur avendo direzioni distinte.

In primo luogo l’eventuale società nella quale conferire la farmacia dovrà necessariamente prevedere un oggetto “esclusivo di gestione di farmacia” (art. 7, 2^ co. L. 362/1991 e succ. mo dif.) conseguentemente nella suddetta società non potrà essere conferito anche il poliambula torio medico.

Si potrebbe, costituire una società holding che partecipasse alle diverse società conferitarie ma proprio la partecipazione in quella titolare del poliambulatorio medico potrebbe risultare in compatibile (art. 7, 2^ co. L. 362/1991 così come modificato dalla L. 127/2017) con quella di socio di società speziale.

Indubbiamente, è un argomento che andrebbe analizzato tenendo conto dei vari aspetti legali e merita specifici approfondimenti.

TAMPONI E CARENZA DI PERSONALE

In caso di carenza di personale, una dottoressa con Laurea magistrale di 5 anni in Biotecnologie può eseguire tamponi Covid in farmacia?

Il dottore biotecnologo non rientra tra le profes sioni sanitarie elencate dal Ministero della Salute e tra quelle dell'ausiliario sanitario.

Di talchè non rientrerebbe tra i soggetti cui è data la possibilità di effettuare tamponi.

Tuttavia in una nota esplicativa il Ministero della Salute ribadisce come il quadro vigente già permetta l'accesso alle posizioni nel SSN per i biotecnologi attraverso il riconoscimento dell'e quipollenza con i biologi.

GLI SCADUTI IN PARAFARMACIA

In una parafarmacia, come si gestiscono gli scaduti? Per parafarmaci, farmaci e alimenti, la nostra intenzione è di chiamare Assinde o c'è altro servizio di cui avvalersi?

La gestione scaduti è relativa ai medicinali e non al soggetto che smaltisce, quindi, potrò contat tare qualunque società/associazione di smalti mento tranquillamente.

CROCE BLU

L'insegna della parafarmacia deve per forza essere una croce blu o va bene anche altro? Per quanto concerne l'insegna a croce, questa deve essere di cole blu e non verde ed il Comu ne non può prevedere altre discriminazioni tra farmacie e parafarmacie se non il colore dell'in segna stessa.

La parafarmacia infatti svolge un servizio di pub blica utilità vendendo i farmaci disponibili senza ricetta medica e dunque deve potersi segnalare agli utenti al pari di altre strutture sanitarie come ospedali e ambulatori.

Lo ha chiarito il Tar Toscana con una recente sentenza n. 520/16.

Avv. Paolo Leopardi

45Nuovo COLLEGAMENTO CONSULENZE UTIFAR

CONSULENZE UTIFAR

NUOVA ASSUNZIONE IN FARMACIA

Vorrei assumere mia nipote di 25 anni, iscritta all' ordine dei farmacisti.

Mi potreste consigliare dei contratti di assun zione più vantaggiosi per entrambe?

L'assunzione di un dipendente deve essere analizzata con attenzione con il proprio consu lente del lavoro che, ovviamente, ben conoscerà l'azienda interessata.

Di seguito, per sommi capi, alcune delle age volazioni di possibile interesse da approfondire con il predetto professionista.

Prevede uno sgravio dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che assumono, nel biennio 2021-2022, i giovani under 36, cioè fino a 35 anni compiuti, pari al 100%.

L’agevolazione consiste nella riduzione dei contributi pari al 50% per i datori di lavoro che assumono, a tempo indeterminato o determina to, lavoratrici prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, o da 6 mesi se risiedono in aree svantaggiate. La Legge di Bi lancio 2021 ha incrementato il bonus assunzioni donne, portando la decontribuzione al 100% per le assunzioni effettuate nel biennio 20212022. Vale anche per le assunzioni di donne che lavorano in una professione o in un settore eco nomico caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere.

La Legge di Bilancio 2022 ha confermato per il 2022 lo sgravio totale dei contributi per i datori di lavoro delle piccole imprese fino a 9 dipen denti che assumono giovani con contratti di apprendistato di primo livello. L’agevolazione ha una durata di 3 anni.Inoltre, i datori di lavoro che assumono in apprendistato studenti che hanno svolto presso il medesimo datore attività di al ternanza scuola-lavoro, entro 6 mesi dal conse guimento del titolo di studio, possono usufruire di una riduzione pari al 100% dei contributi. Lo sgravio contributivo è previsto anche per i datori di lavoro che assumono con contratto di appren distato professionalizzante, senza limiti di età, i beneficiari di indennità di mobilità ordinaria o di un trattamento di disoccupazione. Avv. Paolo Leopardi

LO STORNO DELLA FATTURA SDI

Riporto di seguito il testo di una mail arrivata da parte di un'azienda farmaceutica dopo che, qualche giorno prima, era arrivata sullo SdI della farmacia una fattura con data del 2018.

"Gentile Cliente, a causa di un problema tecnico verificatosi settimana scorsa, sono state inviate erroneamente fatture relative al periodo settembre – dicembre 2018 sul cassetto fiscale di alcuni nostri clienti. Siamo desolati di questo disguido e nel caso aveste ricevu to in questi giorni fatture relative a questo periodo, Vi preghiamo di ignorarle, in quanto gestite nella modalità vigente nel 2018".

Il mio commercialista sostiene che, essendo arrivata sullo SdI, per annullare tale fattura vada emessa nota di credito di storno per errata emissione. Vorrei un vostro parere a riguardo.

Quando una fattura non viene scartata dallo SdI, si considera emessa e non più modificabile. Sarà quindi necessario emettere una nota di variazio ne (nota d’accredito o nota d’addebito).

In caso di errore nell’invio della fattura elettroni ca, se codice fiscale e partita IVA di emittente e ricevente sono corretti il Sistema di Interscambio accetta il documento e, se si è inserito corretta mente anche l’indirizzo PEC, il cliente riceve la fattura elettronica nella propria casella di posta elettronica certificata. Nel caso in cui la PEC sia errata il cliente la potrà comunque consultare nella propria pagina dedicata nel sito Agenzia Entrate accessibile tramite le sue credenziali tramite Entratel/Fisconline. Per correggere la fattura sarà dunque necessario:

· Che il cliente sia avvisato, cosa che nel suo caso mi pare sia stato fatto;

· Che sia emessa una nota di credito a storno della fattura indicando nella causale l’errore commesso e lo storno della fattura. (es. “storno totale fattura emessa per prova/errore”).

Tale nota sarà inviata anche all’indirizzo PEC del cliente e visionabile nell’apposita sezione nell’a rea riservata dell’Agenzia delle Entrate).

Le consiglio di inviare una nota di tal genere a chi le ha inviato per errore la fattura e fare prov vedere in merito.

DR & Domande e Risposte 46 Nuovo COLLEGAMENTO
Con il patrocinio di

CONSULENZE UTIFAR

RISO ROSSO CON PRESCRIZIONE

Vorrei sapere se è possibile allestire capsule di lievito di riso rosso dietro prescrizione medica, anche per dosaggi uguali superiori ai 3 mg. Chiedo inoltre se foste a conoscenza di una valida preparazione erboristica officinale per i livelli di colesterolo ma senza riso rosso.

È possibile allestire il preparato galenico magi strale con presentazione di ricetta medica anche a dosaggi superiori ai 3 mg.

Per la formula sarà nostra cura cercare nei prossimi giorni qualche formula valida.

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

RHUS CORIARIA

Desidero delle informazioni scientifiche sul sommacco o rhus coriaria: proprietà, controin dicazioni ed eventuali formulazioni.

Il Rhus Coriaria o Sommacco siciliano viene uti lizzato tradizionalmente per uso culinario come spezia (si utilizzano le bacche) e in tempi passati è stato utilizzato per la concia delle pelli (in questo caso si utilizzano foglie e corteccia).

Le notizie sicure da un punto di vista salutistico non sono molte, ma da una ricerca bibliografica abbiamo trovato le seguenti notizie:

In campo salutistico la droga è costituita dalle foglie e l'utilizzo principale, data la presenza al suo interno di antocianosidi (fino al 10%) è quello di ANTIOSSIDANTE. In questo caso il dosaggio si dovrebbe aggirare ad un quantitativo giornaliero di 1 grammo.

Data la presenza massiccia di tannini l'utilizzo può dare origine a disturbi gastrointestinali e ad una azione antiaggregante piastrinica.

Il Rhus Coriaria è riportato nella lista delle piante ammesse negli integratori (vedi link al QR code in basso), la parte utilizzata è costituita dalle foglie e sono riportati i seguenti claims salutistici: folium: Drenaggio dei liquidi corporei. Regolarità del tran sito intestinale.

ALLESTIMENTO DI COLLUTTORIO

A BASE DI CLOREXIDINA

Vorrei avere informazioni, in merito alla clorexidina digluconato per l'allestimento in colluttorio sulla base di qualsiasi Formulario o Farmacopea membro dell'Unione europea.

Tra le varie Monografie inerenti la CLOREXIDI NA COLLUTORIO ricomprese tra Farmacopee e Formulari ufficiali di stati membri della Comunità Europea quella che consente maggior libertà formulativa e di concentrazione di principio attivo è quella della BP 2022. La formula è aperta, cioé il farmacista è libero di formulare potendo così "pla smare" la propria preparazione secondo i bisogni della sua clientela. La concentrazione di principio attivo più utilizzata in campo odontoiatrico è lo 0,2%. Una buona formula allestiibile potrebbe essere quella a suo tempo proposta nel CODEX delle preparazioni galeniche tradizionali di deriva zione magistrale (ora non più in vigore).

Titolo monografia CLOREXIDINA COLLUTORIO (Chlorhexidine Mouthwash) B.P. 2022 Composizione (esempio)

1 Clorexidina digluconato sol.ne 20% gr.1

2 Menta olio essenziale gr. 0,04

3 Polisorbato 80 grammi 0,20

4 Etanolo 96% grammi 9,5

5 Aspartame grammi 0,40

6 eventuale colorante q.b.

7 Acqua depurata q.b. a 100 ml

L'utilizzo del colorante, in caso di trattamenti prolun gati, potrebbe favorire però l'insorgenza di eventuali colorazioni della superficie dei denti e delle mucose (già probabili con il solo utilizzo della Clorexidina).

Preparazione:

Sciogliere l'olio essenziale di menta nell'alcool; miscelare la clorexidina nell'acqua e aggiungere aspartame polisorbato e l'eventuale colorante. Unire la soluzione alcoolica a quella acquosa mi scelando accuratamente. La stabilità del preparato (in assenza di ulteriori informazioni sulla stabilità) può ragionevolmente stabilirsi in 6 mesi.

Avvertenze:

Il preparato contiene alcool etilico. La clorexidina digluconato può provocare reazioni allergiche gravi nei soggetti predisposti.

Dispensazione: s.p.

USO ESTERNO

Aggiungere inoltre le indicazioni, avvertenze e suggerimenti previsti. (es. modalità d'uso, non disperdere nell'ambiente dopo l'uso, tenere lon tano dalla portata dei bambini, uso odontoiatrico, conservazione in contenitore ben chiuso al riparo da fonti di calore, etc...)

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano

Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli, Pietro Siciliano
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